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Tesi di dottorato di
Bruno Terranova
Tutor
prof. Franco Piperno
INTRODUZIONE
PARTE PRIMA
10
17
PARTE SECONDA
20
IL MANDOLINO
Voci generali
Specificazioni geografiche
Specificazioni storiche
Voci stilistiche
LE ORIGINI DEL PROBLEMA TERMINOLOGICO
21
39
41
48
50
53
PARTE TERZA
61
62
66
67
71
84
CONCLUSIONI
86
APPENDICE: GLI STRUMENTI DEL MUSEO NAZIONALE DEGLI STRUMENTI MUSICALI DI ROMA
90
BIBLIOGRAFIA
116
Introduzione
Le sue origini sono incerte, anche se gli attuali studi ne collocano al XVII sec. le
prime attestazioni certe1. Il problema terminologico si presenta subito dinanzi al
ricercatore: per il XVII sec. i termini mandola e mandolino sono infatti
intercambiabili, e il secondo non si riferisce ad una riduzione del primo. Per
questo periodo storico, entrambi i nomi indicano uno strumento simile al liuto (e
spesso confuso con questo) ma di pi piccola taglia, dotato generalmente di
cinque o sei cori di corde doppie in budello, pizzicate con le dita. Eppure, alla
parola mandolino, non questo lo strumento al quale si pensa: il pensiero corre
pi facilmente verso il modello pi comune, dotato di 4 cori di corde doppie in
metallo, pizzicate con il plettro. Le differenze tra i due strumenti sono sostanziali,
e riguardano la storia, la tecnica esecutiva, il processo costruttivo, la diffusione
geografica, il repertorio. Si tratta, in pratica, di due strumenti differenti il cui
unico tratto comune sembrerebbe essere il nome. Questa singolare situazione ha
avuto come esito la moltiplicazione degli attributi individuanti, basati su
distinzioni geografiche (si parla quindi di mandolino milanese, lombardo,
napoletano, romano, ecc.), storiche (barocco, classico, ecc.) o stilistiche (con
riferimento anche a singoli liutai capiscuola, come Luigi Embergher, la famiglia
Vinaccia, Raffaele Calace solo per citare i pi celebri). Una selva di definizioni a
volte ridondanti o poco indicative alle quali si sono aggiunte nei secoli numerose
varianti, con alterne fortune. Pi semplice, anche se non priva di ambiguit, si
rivela la terminologia relativa alle singole parti costitutive o accessorie.
Risalire ai modelli base, e al contempo ordinare per relazioni gerarchiche le
componenti dello strumento, consente di redigere una descrizione completa e
strutturata.
Tale metodologia di lavoro espressamente pensata per la sua applicazione
con sistemi informatici, in quanto lapplicazione di una terminologia il pi
possibile univoca e la strutturazione del processo di raccolta dei dati consentono
di adattare il livello di dettaglio al grado di competenza del catalogatore. Questi
Il termine mandola appare in Italia per la prima volta nella descrizione degli intermezzi composti
da Cristoforo Malvezzi per la commedia La Pellegrina di Girolamo Bargagli, la quale nel 1589
ebbe la sua prima recita in Firenze per le nozze del Granduca Ferdinando I de Medici con Cristina
di Lorena.
Le temperature superano di frequente i 30 gradi durante il periodo estivo nelle sale al secondo
piano, con notevoli sbalzi di umidit. E la situazione ancora peggiore per gli strumenti conservati
nelle sale al piano terra. I lavori per la climatizzazione del secondo piano, avviati da tempo (ed
effettuati senza spostare gli strumenti, coperti solo con dei teli ed esposti quindi ai rischi di un
cantiere), sono stati finalmente conclusi.
(clavicembali,
PARTE PRIMA
La catalogazione degli strumenti musicali di liuteria
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2004, n.45 e disponibile allindirizzo web:
http://www.governo.it/ GovernoInforma/Dossier/beni_culturali_paesaggistici/Codice2004.pdf
4
10
Gli strumenti musicali sono generalmente inseriti nella lista dei beni
demoetnoantropologici, e hanno come questi sofferto un lungo periodo di oblio
istituzionale. Questa tipologia lultima riconosciuta nel campo dei beni culturali,
e questo riconoscimento
Presentazione della scheda SMO (Strumenti Musicali Organi) - Verso la definizione delle
schede degli altri strumenti musicali, seminario tenuto a Cremona il 19 e 20 marzo 2009. Il
programma del seminario consultabile online allindirizzo web:
http://musicologia.unipv.it/organizzazione/conferenze/conf07-08/programma_mauri.pdf
Inoltre, il Centro Regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione dei Beni
Culturali ed Ambientali della Regione Sicilia sta da tempo lavorando alla stesura di un modello
unico di scheda per gli strumenti musicali, basati sul modello BDM.
11
esplica
funzioni
in
materia
di
catalogazione
beni
D.P.R. del 3 dicembre 1975 N. 805, Pubblicato nella Gazzetta ufficiale 27 gennaio 1976, n. 23
documentazione.
8
Legge n.145 del 10 febbraio 1992, Interventi organici di tutela e valorizzazione dei beni culturali
10
13
di ricavare una sorta di stratigrafia culturale, cio di ricollocare nei tempi e negli
spazi gli oggetti catalogati. Si possono creare basi di dati standardizzate e
interscambiabili per permettere la ricostituzione di collezioni disperse o avere un
quadro dinsieme che oltrepassi il singolo patrimonio museale.
La discussione sulla digitalizzazione dei beni culturali avviata da tempo11,
con lintento di produrre delle sorta di copie o duplicati su supporto elettronico da
far visitare su uno schermo. Questo primo risvolto ludico nasconde in realt dei
caratteri conservativi e di tutela nel senso pi proprio del termine, in quanto
consente la gestione ottimale delle esposizioni pur mantenendo visibile (anche se
virtualmente) tutto il patrimonio di un museo.
Il primo grande problema da affrontare per la progettazione di un database
riguarda la selezione delle tipologie di dati da inserire nelle schede catalografiche.
Questa selezione implica lesclusione di altri parametri che potrebbero essere utili
ai fini di una successiva suddivisione tipologica. Con questa finalit si proceder
ad una formalizzazione delle esigenze di ricerca e di studio di una fascia di utenza
specialistica, studiandone in seguito la risposta per individuarne i metodi di
lavoro, ottenendo cos una classificazione o graduatoria delle chiavi di ricerca,
delle quali tenere conto nella ridefinizione del modello 12.
Una accurata selezione dei parametri deve essere affiancata da una altrettanto
oculata scelta del software da utilizzare: linformatica soffre infatti di una
obsolescenza immediata dei prodotti utilizzati, sia software che hardware. Lunica
soluzione possibile per mantenere inalterata la leggibilit e lutilizzabilit dei dati
raccolti anche nel medio e lungo periodo rappresentata dallutilizzo di prodotti
commerciali o open source gi disponibili sul mercato, i quali garantiscano sia
11
Si vedano in proposito CORTI 2003, pp. 67-110 e la relativa bibliografia, nonch BALDACCI, V.
2004, pp. 123-192. Per una trattazione pi esaustiva si vedano TRANT 2005; Archives & Museum
Informatics,
atti
del
convegno
Museums
and
the
Web
2007,
su
E SBRILLI
2002,
Si prenda ad esempio lindagine preventiva condotta in collaborazione dal Getty Art History
Information Program e Research in Information and Scholarship della Brown University: Object,
Image, Inquiry: The Art Historian at Work, Oxford 1995, Oxford University Press.
15
laggiornamento continuo, sia strumenti per il trasporto dei dati con importazione
ed esportazione dellarchivio in formati standard. Sar inoltre condizionante, nella
scelta del software di base, la possibilit di una pubblicazione online come
applicazione web dinamica. In questo modo sar possibile linterrogazione dei
dati, la costruzione di relazioni e il trasporto delle informazioni senza i limiti
imposti dallarchitettura classica di un sito web.
Superate le prime due difficolt, bisogner procedere alla realizzazione
effettiva del software di catalogazione e alla sua verifica attraverso una prima
campagna raccolta.
16
13
Si veda per questo la ricca bibliografia pubblicata nel volume di Boyden D. D., Monosoff, S.,
15
17
differenti tra loro per epoca storica, origine, repertorio, tecnica costruttiva e
tecnica esecutiva.
Il catalogo del Victoria and Albert Museum di Londra riporta
la semplice denominazione mandolin per il notevole esemplare
in loro possesso, costruito da Pietro Antonio Gavelli nel 1690 a
Perugia (inv. n. 504-1868, fig.2), per poi definirlo pi
precisamente Milanese nella descrizione dettagliata. La stessa
tipologia di strumento viene a volte denominata Pandurina, e
attribuita allarea romana. Se ne pu vedere un pregevole
esemplare in un recente catalogo della casa daste Bloomsbury di
Roma16(fig.2). La pandurina inoltre associata alla famiglia dei
liuti.
Per ottenere una soddisfacente suddivisione delle famiglie
Figura 2 Pandurina
romana attribuita
a G. Smorsone,
Roma, prima
met del XVIII
sec.
16
http://roma.bloomsburyauctions.com/detail/ROMA-12/109.0
18
Gli strumenti qui esaminati appartengono alla classe dei cordofoni. Secondo
Sachs, questa classe deve essere suddivisa in quattro tipi fondamentali: cetre, liuti,
lire, arpe. Gli strumenti oggetto del presente studio appartengono esclusivamente
alla famiglia dei liuti, tipologia che comprende al suo interno sia gli strumenti a
corde pizzicate che quelli a corde sfregate per mezzo di un arco. Constatata
lappartenenza comune alla famiglia dei liuti, si pu attribuire il termine di
liuteria alla relativa arte costruttiva.
Tale prima delimitazione riduce il campo dindagine ai soli strumenti dotati
di una o pi corde tese al di sopra di un manico e provvisti di una cassa di
risonanza.
Si scelto lutilizzo della definizione strumento musicale di liuteria in quanto
meno vago del pi comune liuto, termine con il quale pu definirsi sia linsieme
principale che una particolare tipologia di strumento 17 . Questa definizione
consente inoltre di collegare loggetto in analisi alla tecnica adottata per la sua
costruzione.
17
19
PARTE SECONDA
20
Il mandolino
milanese,
genovese,
barocco,
A-model,
F-model,
rimarr
Ad esempio: CAMPBELL 1980, COATES 1977, LUNDBERG 1996, MOREY 1993, ORLANDI 1999 ,
21
19
http://www.sothebys.com/app/live/lot/LotDetail.jsp?lot_id=4B5GB.
La
quotazione
originale
(circa 5.000 sterline) stata ampiamente superata, indice di un profondo interesse da parte dei
collezionisti pi attenti.
22
mandolini sono in queste sedi ancora ritenuti meno interessanti di altre opere
esposte. Se sottoposti a lavori di restauro e recupero, non sempre questi si
dimostrano rispettosi delle caratteristiche dello strumento 23 . Le collezioni
qualitativamente e quantitativamente pi consistenti sono custodite in Italia, ma
pochi mandolini possono oggi essere osservati nelle teche dei nostri musei24.
Per quanto riguarda le nostre istituzioni museali, oltre al problema
dellaffidabilit dei restauri, riscontrabile una generale assenza di competenze
specifiche per la catalogazione e la collocazione di questi strumenti, carenza
dovuta in buona parte alla mancanza di una classificazione cronologica o stilistica
affidabile e condivisa.
21
Musikmesse di Francoforte, nonch alle numerose mostre realizzate sia in Italia che allestero.
23
In molti casi si riscontrato luso di colle o vernici non adatte, o lapplicazione di tasti e piroli
non compatibili con la relativa collocazione storica. Il crescente valore di mercato rischia inoltre di
far lievitare il rischio di furto di strumenti o di loro parti facilmente rimovibili (etichette, ponticelli,
tastiere)
24
Solo al Museo nazionale degli strumenti musicali di Roma, a fronte di unesposizione di circa 15
strumenti (sistemati ed esposti in modo poco coerente con le caratteristiche degli strumenti) vi
sono 74 mandolini conservati nei depositi (elencati in appendice), e solo da poco tempo tenuti
sotto controllo e sottoposti a qualche intervento di restauro, purtroppo volto a ripristinarne luso
musicale.
23
25
N. M. Calace (1904), del quale riprodotta anche una foto in CERVELLI 1994, pag.116
26
24
27
IDEM, ibidem. Uno degli strumenti (catalogato con il n.346) inoltre dotato di una meccanica a
Gli strumenti presenti nella collezione vengono denominati nel catalogo a volte con litaliano
mandolino, altre con il francesce mandoline o linglese mandolin. Non c nessun apparente
riferimento alla distinzione proposta in TYLER e SPARKS 1989, i quali utilizzano proprio questi tre
termini dotandoli per di caratteristiche distintive ben definite. Questa incoerenza dimostrata
dallattribuzione del nome mandoline allo strumento di Torricelli.
29
classificati come mandolino (tra i quali anche un notevole Vincenzo Vinaccia del 1771 e un
Giovanni Battista Fabricatore del 1790) e una mandola.
25
sono
state
tutte
proposte
nel
celebre
Real-Lexikon
der
30
E il caso del mandolino (numero di catalogo 746) esposto nella sala XII del Museo Nazionale
26
italiano da Febo Guizzi in appendice al suo Gli strumenti della musica popolare
in Italia pubblicato da LIM nel 2002).
Nel dettaglio, Sachs propone le seguenti definizioni tipologiche31:
31
Vista lassenza di una versione italiana del Real-Lexikon der Musikinstrumente, nonch la
notevole importanza per il presente studio, si riporta lintero testo originale in traduzione italiana.
Gli schemi di accordatura sono riportati fedelmente.
27
in
[(anche
mandolin,
mandolino,
bandoln,
30
. Il
accordate in
Queste innovazioni sono tuttora alla base delle distinzioni rintracciabili persino
nei cataloghi delle ditte costruttrici di tutto il mondo: i mandolini di nuova
costruzione (prodotti con sistemi industriali o artigianalmente) vengono di solito
suddivisi in napoletano (guscio pi rotondo, manico a sezione ovale, cavigliere
chiuso con meccaniche infisse dal basso) e romano (guscio con piega pi marcata
e profonda, manico a sezione triangolare, tastiera sovrapposta alla buca, cavigliere
aperto con meccaniche infisse lateralmente). Non si pu prescindere da questa
suddivisione,
ormai
globalmente
accettata,
parlando
della
produzione
contemporanea.
Questo solo un primo esempio della difficolt con le quali ci si scontra
nellapplicare la catalogazione proposta da Sachs. Ancora pi grave risulta la
quasi totale mancanza di riferimenti bibliografici per lidentificazione di strumenti
di dubbia definizione come il mandolino padovano, il senese o il fiorentino. Nel
caso del mandolino siciliano, la presenza dei cori tripli non cos storicamente
evidente da giustificare la definizione di una categoria autonoma.
Ma la confusione pi grave riguarda sicuramente le tre definizioni
fondamentali: Mandola, Mandoline e Mandolino napoletano. Non chiara la
differenziazione tra ponticello fisso o mobile, cos come non viene mai
evidenziata la distanza di origine tra i due strumenti; del mandolino napoletano
viene offerta una definizione incredibilmente sintetica e superficiale, che mal si
adatta allasserzione finale: Il tipo di mandolino pi usato.
La definizione dei termini di base non certo un problema di facile
soluzione. Un tentativo di chiarimento pi accorto e storicamente fondato
offerto dallopera di James Tyler e Paul Sparks, The Early Mandolin [TYLER e
SPARKS 1992] e da The Classical Mandolin di Paul Sparks [SPARKS 1995]
I due studiosi inglesi pongono gi dallintroduzione il problema della
definizione terminologica, e propongono una suddivisione storico/stilistica in
buona parte condivisibile:
Until recently, very little research had been done into the
historical background and repertory of the early mandolin. The
possibility that there might have been two main types of early
32
Pandurina:
Mandrichen.
Conosciuta
anche
come
33
seconda
definizione,
pi
solida
dettagliata,
si concentra
32
Il redattore della voce ha sicuramente alluso alla importante tradizione costruttiva catanese, la
quale ha sempre avuto come riferimento il modello napoletano, facendo per ampio ricorso a
metodi industriali di produzione, con il fine di abbattere i costi. Per citare alcuni dei nomi pi
importanti, possiamo ricordare Carmelo Catania e Giuseppe Puglisi Reale, dei quali si conservano
numerosi strumenti, tutti riconducibili al modello napoletano (quattro cori di corde doppie, cassa
piriforme, piano armonico spezzato)
33
Questo strumento stato costruito e venduto dalla ditta Monzino di Milano durante il XIX sec.
36
37
38
Voci generali
Contengono le definizioni delle famiglie principali di strumenti, indicandone a
volte varianti e tipologie pi comuni. Dedicano la maggior parte del testo alla
definizione essenziale (classificazione, storia, bibliografia, ecc.). Nonostante
possano essere considerate di semplice stesura, proprio in queste voci che si
riscontrano le principali disomogeneit, soprattutto per il basso livello di
specializzazione del testo (ne sono un ottimo esempio i testi pubblicati in
Wikipedia). Queste discordanze testimoniano inoltre la diversa fortuna di cui
hanno goduto gli strumenti in oggetto nel corso della storia.
Figura 5 - Mandola
anonima, probabilmente
napoletana., sec. XVIII
Roma, Museo Nazionale
degli Strumenti Musicali
39
Mandolone
(per
successivamente
il
XVIII
utilizzato
sec.
come
anche
arcimandola,
sinonimo
di
liola,
40
Specificazioni geografiche
In questo caso, viene specificata la provenienza storicogeografica di uno specifico modello. E il gruppo di definizioni
sicuramente pi ricco e di difficile interpretazione; ogni voce pu
infatti contenere varianti storiche distanti tecnicamente ma
accomunate dal nome attribuito, come nel caso delle due principali
tipologie (il napoletano e il milanese).
Indica uno
derivata
dal
mandolino
napoletano.
Tale doppio nome utilizzato dallautore nel suo metodo Anweisung fur die mandoline fr
41
cavigliere
leggermente
inclinato
piroli
infissi
36
Circa 1770-1780, conservato alla Euing Music Library di Glasgow. Riportato in TYLER e
Questo dato non verificabile in quanto il ponticello forse la parte pi soggetta a sostituzioni
nel corso del tempo. Si vedano ad esempio i due esemplari di mandolino genovese esposti nella
sala IV (vetrina 1) del Museo degli Strumenti Musicali di Roma (n. inv. 340 e 341), costruiti da
Christian Nonnemacher [CERVELLI 1994, pag. 93 e 94]
43
misure
originarie
una
nuova
accordatura,
ma
38
armonico; il
Come gi precedentemente detto, il termine mandolino indica due famiglie distinte di strumenti,
E molto importante sottolineare la differenza tra la famiglia dei liuti e delle mandole in quanto
strumenti dotati di funzioni musicali opposte. La mandola viene descritta gi da Agazzari come
uno strumento a corde dotato di capacit melodiche simili a quelle del violino: li stromenti di
corde, alcuni contengono in loro perfetta armonia di parti, quale lOrgano, Gravicembalo, Leuto,
Arpadoppia etc; alcuni lhanno imperfetta, quale Cetera ordinaria, Lirone, Chitarrina; ed altri
poca, niente, come Viola, Violino, Pandora etc. [AGAZZARI 1607, pag.4]
44
modifiche
importanti,
conservando
comunque
le
40
Queste due denominazioni sono utilizzate entrambe per indicare luna o laltra tipologia: non si
Il sito www.mandoline.de riporta la presunta accordatura del mandolino padovano: re3 sol3
do4 sol4 la4 . Tale informazione non per supportata da altre fonti.
45
liuti
coevi,
diapason
"lungo".
Queste
46
Figura 14 - Mandolino
mod. 5bis di Luigi
Embergher (Roma
1929, coll. priv.)
42
Tratto dallanalisi stilistica redatta dal liutaio Carlo Cecconi per il Museo degli Strumenti
47
Specificazioni storiche
Il discorso in queste centrato sullorigine temporale del modello. Queste
definizioni sono meno diffuse di quelle geografiche, ma hanno goduto e godono
tuttora di una certa fortuna nel linguaggio liutario.
43
Ad esempio, nei cataloghi dei liutai Pasquale e Leonardo Scala di Salerno, di Luca Centrone,
48
44
Lo stesso museo riporta la singolare specificazione geografica mandolino bolognese per uno
strumento a fondo piatto e scolpito di tipo napoletano realizzato dal liutaio Luigi Mozzani nel 1933
49
Voci stilistiche
Vengono raccolte in questa sezione tutte le voci che contengono un rimando a
tradizioni costruttive specifiche, anche relative al lavoro di un singolo liutaio. Si
scelto di inserire queste denominazioni poich spesso utilizzate dai collezionisti
privati o dai musicisti.
Figura 16 Gibson D
manico.
51
52
45
Pi precisamente, il termine mandola appare nella lista degli strumenti (senza assegnazione
specifica di una linea musicale) della sinfonia del primo intermezzo e nel madrigale O qual
risplende nube, nel sesto. Linformazione stata tratta da TYLER 1992, pag. 12. Lawrence
Wright, nellarticolo Medieval Gittern and Citole: a case of mistaken identity apparso sul Galpin
Society Journal n.30 del 1977 (WRIGHT 1977, pagg. 8-42) cita il 1612 come anno di prima
evenienza del termine.
53
46
Per maggiori informazioni su questa identificazione, si rimanda a TYLER 1992, pag. 12 e sgg.
47
E possibile vederne vari esempi nella pittura dellinizio del XVII sec, soprattutto nelle opere di
Nonostante la rilevanza di questo dato, non possibile generalizzare la distinzione per quanto
riguarda questo periodo, in quanto si tratta di un documento privato.
54
attualmente conservati nel Museo Stradivariano di Cremona. Egli usa due soli
termini (mandolino e mandola) per descrivere tutte le diverse misure:
Figura 19 - Mandolino Coristo (modello n.423) di Antonio Stradivari, Cremona, 1680 - conservato
presso il National Music Museum dellUniversity of South Dakota. Questo uno dei due esemplari
attribuiti ad Antonio Stradivari. Il secondo, riconducibile al modello n.419, di propriet del
collezionista privato Charlse Beare.
55
Figura 20 - Antonio Stradivari, modello per Mandolino n. 402 (Cremona, Museo Stradivariano)
49
Alla pag.16 e sgg. sono riportati alcuni esempi di queste attribuzioni. In particolare, luso del
termine mandora (a volte usato come variante del nome mandola e non riferito al piccolo liuto
cos chiamato, si veda GILL 1981, pag. 130) e di liuto soprano
risultano particolarmente
fuorvianti.
56
della prima, riguarda cori e corde: non rintracciabile in alcun modo uno standard
che permetta di definirne il numero o laccordatura.
Nel XVIII secolo, laffermazione delluso dei termini mandolino e mandola
nella musica si accompagna ad una maggiore indeterminatezza dei due nomi, i
quali risultano praticamente intercambiabili. Questa ambivalenza viene spesso
riscontrata nei cataloghi dei musei presi in esame. Nella collezione Van Raalte,
conservata al Dean Castle di Kilmarnock, in Scozia, sono conservati numerosi
strumenti (a partire da un liuto basso del 1570). In particolare, quello
corrispondente allinv. n. EAMU018n, identificato come mandore (small lute),
con etichetta Petrus Merighi fecit Parmae 1767, presenta tutte le caratteristiche
del mandolino: cavigliere a falcetto con piroli infissi lateralmente, corpo piccolo e
piriforme, 12 corde suddivise in 6 cori doppi.
57
50
58
51
Si pensi, solo per fare un esempio, alla definizione di Cremonese o Bresciano data da Bortolazzi
59
60
PARTE TERZA
61
52
Per approfondire i problemi relativi a questa metodologia e alle altre metodologie di sviluppo
qui sommariamente indicate, si vedano soprattutto SOMMERVILLE 2007 (pagg. 62 e sgg., pagg. 381
e sgg,) e GHEZZI JAZAYERI MANDRIOLI 2004 (pagg. 417 e sgg.)
62
tecnici alla ricerca quindi di una grande mole di dati e di estrema precisione
nellesposizione che semplici turisti, per i quali laccesso ai dati potr essere
limitato ai soli dati identificativi e alla documentazione fotografica. Ogni utente
potr quindi scegliere, di volta in volta, il grado di dettaglio da visualizzare53.
Un altro aspetto da considerare riguarda le scarse risorse economiche
normalmente disponibili nelle istituzioni museali. Per ovviare a questo problema,
necessario ricorrere a piattaforme software gi realizzate, anche se dedicate a
tuttaltro argomento. La mia proposta, pensata per la catalogazione degli strumenti
musicali di liuteria, basata appunto su questo principio. In particolare, si scelto
di utilizzare come base di partenza un software per la gestione di un negozio
online, forzandone le finalit ma sfruttando la notevole flessibilit di questi
sistemi.
.
La facilit daccesso caratteristica essenziale del linguaggio PHP (Hypertext
PreProcessor) utilizzato per realizzare questa applicazione consente infatti di
modificare a proprio piacimento i campi previsti nelle schede per linserimento
dati, consentendo quindi disporre di un sistema di indicizzazione efficace, di una
53
avvalersi di una serie di avanzati strumenti di analisi dei comportamenti, tipici dei software
utilizzati per il commercio elettronico.
63
65
66
strumento
cassa di
risonanza
fondo
piano
armonico
doghe
fori di
risonanza
controfasce
ponticello
zocchetti
incatenatura
manico
fasce
(opzionale)
tastiera
cavigliere
chiavi
Livello 1 Strumento
In questa prima parte ci si occuper di identificare loggetto in base ai seguenti
dati:
numero progressivo
n. inventario / catalogo
tipologia
marchio/etichetta
area geografica
data
ubicazione
misure principali
67
68
69
70
Livello
2
Livello
3
Livello
4
Doghe
Fondo
Controfasce
Zocchetti
Cassa di
risonanza
Ponticello
Piano
armonico
Fori di
risonanza
Fasce
(opzionale)
Incatenatura
71
Figura 27 - Mandolino con fondo a guscio e doghe scanalate (G. Barberis, Genova 1892, coll. priv.)
72
Figura 28 - mandolino con fondo piatto (anonimo, Roma - Museo Nazionale degli Strumenti Musicali)
Figura 29 - Mandolino con fondo a guscio attribuito a Giovanni Smorsone, Roma XVIII sec. (New
York, Metropolitan Museum)
Figura 30 - Sezione trasversale del fondo e possibili varianti (da LUNDBERG 2002, pag. 21]
73
si dicono scanalate
Figura 31 - cassa di risonanza di un mandolino Embergher mod. 5bis, con doghe scanalate. Le
controfasce di rinforzo sono visibili in basso (realizzate in acero e ebano)
Livello
Zocchetti:
solitamente
invisibili
ma
Figura 32 - Interno di un mandolino con fondo a guscio di Giuseppe Vinaccia, Napoli 1890 (coll. priv.).
Risultano facilmente visibili gli zocchetti di fondo cassa e dinnesto
75
gli
strumenti
del
XVIII
sec.
(spesso
accomunati
Figura 33 - Mandolino di Francesco Presbler, Milano 1774 (Roma, Museo Nazionale degli Strumenti
Musicali)
76
Figura 34 - profilo del piano armonico del mandolino di Francesco Presbler, Milano 1774 (Roma,
Museo Nazionale degli Strumenti Musicali)
77
54
Si veda linteressante rilievo effettuato dal prof. Tullio Pigoli e pubblicato allindirizzo web
http://www.bcavadini.ch/liuteria/extra/calcologenerale.pdf
79
Figura 40 - cordiera-ponticello
55
80
81
Figura 43 - piano armonico (lato interno) di un mandolino napoletano anonimo (coll. priv.). Si possono
notare i segni lasciati dalle due catene mancanti, nonch la posizione dell'unica catena conservatasi. Si
nota anche la bruciatura in corrispondenza della piegatura.
82
83
Livello 2 Manico
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Tasti
Tastiera
Manico
Capotasto
Cavigliere
56
conservato al Metropolitan Museum di New York (2008.2a,b) sul quale stata sostituita la tastiera
originale per consentire il montaggio del 6 coro.
84
85
Conclusioni
differente genesi di questi due strumenti alla base delle principali diversit
tecniche nelle due linee di sviluppo successive.
Riconoscere un modello di base significa indicare i tratti comuni allintera
famiglia e, nella prospettiva catalografica, indicare in questi dati la base per
lidentificazione univoca delloggetto studiato. Catalogare uno strumento dalle
caratteristiche estetiche inusuali, come ad esempio lesemplare conservato al
Museo Nazionale degli Strumenti Musicali (n. 495), con cassa di risonanza a
forma di stella, ma riconoscibile come mandolino napoletano poich dotato di
quattro cori di corde doppie, lunghezza della corda vibrante di 350 mm, manico
con tastatura fissa, consente anche al catalogatore meno esperto di procedere alla
prima schedatura. Ad un secondo livello di competenza, questo strumento potr
essere descritto come mandolino piatto (poich dotato di piano armonico e fondo
piatti), variante talmente importante del mandolino napoletano da avere a sua
volta generato un ulteriore livello di specificazione.
Le due linee di evoluzione si sono spesso intersecate, dando vita a tipologie
intermedie che hanno avuto ruoli a volte molto importanti nella storia di questo
strumento. Esempi massimi di queste ibridazioni sono il mandolino genovese (lo
strumento di Niccol Paganini) e il cremonese, con il quale il virtuoso Bartolomeo
Bortolazzi ha fatto conoscere il mandolino italiano in Europa.
Al catalogatore dovr quindi essere lasciata la libert di raggiungere il livello
di dettaglio consentitogli dalle proprie competenze specifiche: tale rispetto passa
anche dalla scelta di utilizzare la terminologia esistente senza forzarne il senso (
questo il punto cardine della critica qui mossa agli studi di Paul Spark e James
Tyler).
Tale impostazione interessa tanto lattribuzione tipologica quanto la
descrizione tecnica dello strumento. La suddivisione in quattro livelli di dettaglio
funzionale a tale adattabilit e apertura della scheda. La proposta di una
struttura duttile vuole essere da una parte un supporto e una guida per chi si
dedichi al lavoro di catalogazione degli strumenti musicali conservati nei musei
senza le necessarie conoscenze specifiche, e dallaltra vuole lasciare un ampio
margine di libert a chi tali competenze le possiede, fungendo quindi da struttura
di riferimento e da thesaurus.
87
88
89
Per la redazione della presente ricerca sono stati studiati strumenti provenienti
sia da collezioni private che dal Museo degli Strumenti Musicali di Roma. Di
seguito si riportano le immagini relative agli strumenti conservati nel Museo,
raccolte nella prima fase della ricerca, insieme alle misurazioni principali.
90
Cori: 4
Doghe: 11 lisce
Lunghezza totale: cm 49,6
Corda vibrante: cm 33,8
Roma - MNSM (n.inv. 131 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
Giuseppe Presble[ill] / lo fece in
Milano / 1804
Cori: 6 doppi
Doghe: 15 lisce
Lunghezza totale: cm 55
Corda vibrante: cm 31,2
Roma - MNSM (n. inv. 198 e 2380 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 25 lisce
Lunghezza totale: cm 60
Corda vibrante: cm 35
91
Cori: 4 doppi
Doghe: 25 scannellate
Lunghezza totale: cm 59,5
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 257 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 13 lisce
Lunghezza totale: cm 46
Corda vibrante: cm 30,5
Roma - MNSM (n. inv. 127 e 365 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
Francesco Pesbler in Milano nella
contrada della Dogana al Segno del
Sole 1774
Cori: 6 doppi
Doghe: 11 lisce
Lunghezza totale: cm 52,5
Corda vibrante: cm 31
92
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale: cm 54,5
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 260 e 2579 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
Fu fatto da me giovanni antonio
*visenti l'anno 1700 Verona
Cori: 6 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale: cm 58,4
Corda vibrante: 93
Cori: 4 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale: cm 56
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 1395 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
A[]io V[...]n[]cio Filius Januarii
Fecit Neapoli alla Rua Catelana /
Anno Salutis 176[]
Cori: 4 doppi
Doghe: 20 scannellate
Lunghezza totale: cm 56
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n.inv. 193 e 2385 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale: cm 57,5
Corda vibrante: cm 34
94
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale: cm 58,6
Corda vibrante: cm 34
Roma - MNSM (n. inv. 284 e 370 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
Donatus Filano Fecit Neapoli 1765
Cori: 4 doppi
Doghe: 22 scannellate
Lunghezza totale: cm 56,6
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 212 e 2388 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
non presente
Cori: 5 doppi
Doghe: 11 scannellate
Lunghezza totale: cm 59,8
Corda vibrante: cm 33
95
Cori: 4 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale: cm 60
Corda vibrante: cm 35
Roma - MNSM (n. inv. 1867 deposito, vetrina B1)
Etichetta:
Giovanni Polito / fabbricatore di
Stromenti / in Torino 1792
Cori: 6 doppi
Doghe: 16 lisce
Lunghezza totale: cm 57
Corda vibrante: cm 31,4
96
Cori: 4 doppi
Doghe: 17 lisce
Lunghezza totale: cm 61,5
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 199 e 2384 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale: cm 58
Corda vibrante: cm 33,5
Roma - MNSM (n. inv. 280 e 495 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 62
Corda vibrante: cm 35
97
Cori: 4 doppi
Doghe: fondo a intarsio
Lunghezza totale: cm 60
Corda vibrante: cm 34
Roma - MNSM (n. inv. 275 e 214 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
[etichetta senza nomi con
figure di danzatori]
Cori: 4 doppi
Doghe: 16 scannellate
Lunghezza totale: cm 49
Corda vibrante: cm 28
Roma - MNSM (n. inv. 239 e 1400 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
Augustinus Rosa / Reate
fecit 1800
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 lisce
Lunghezza totale: cm 59
Corda vibrante: cm 32
98
Cori: 4 doppi
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 50,5
Corda vibrante: cm 29,5
Roma - MNSM (n. inv. 2383 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 17 scannellate
Lunghezza totale: cm 58
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 756 e 2463 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 13 lisce
Lunghezza totale: cm 59
Corda vibrante: cm 32,5
99
Cori: 4 doppi
Doghe: 25 scannellate
Lunghezza totale: cm 85
Corda vibrante: cm 54,5
Roma - MNSM (n. inv. 1011 e 391 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
non presente
Cori: 6 singoli
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 70,5
Corda vibrante: cm 46
Roma - MNSM (n. inv. 292 e 203 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
non presente ( parzialmente
leggibile la parola Filipp sul
piano armonico)
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale: cm 79,5
Corda vibrante: cm 51
100
Cori: 4 doppi
Doghe: 17 lisce
Lunghezza totale: --Corda vibrante: --Roma - MNSM (n. inv. 182 e 2606 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
Luigi Bortolotti / bolognese
fece / l'anno 1798
Cori: 6 doppi
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 81
Corda vibrante: cm 38,2
Roma - MNSM (n. inv. 270 e 117 deposito, vetrina B2)
Etichetta:
Stefano / fatto in ra /
l'anno 1774
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale: cm 72
Corda vibrante: cm 45
101
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 lisce
Lunghezza totale: cm 60,5
Corda vibrante: cm 32
Roma - MNSM (n. inv. 130 e 200 deposito, vetrina B6)
Etichetta:
1788 / Opus Caroli Zenili /
Bresci
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
102
Cori: 4 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 267 e 204 deposito, vetrina B6)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 291 e 193 deposito, vetrina B6)
Etichetta:
fatto dal Celebre / Vinaccia di
Napoli / l'anno 1784 / restaurato
da [ill.]
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
103
Cori: 4 doppi
Doghe: 31 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 227 deposito, vetrina B6)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 22 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 2390 deposito, vetrina B6)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 15 lisce
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
104
Cori: 5 doppi
Doghe: 11 lisce
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 268 e 47 - deposito, vetrina B6)
Etichetta:
Joseph Borgonati / Gorixia fecit
anno 1796
Cori: 4 singoli
Doghe: 19 lisce
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 70 e 2381 - deposito, vetrina B6)
Etichetta:
non presente
Cori: 6 doppi
Doghe: 9 lisce
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
105
Cori: 4 doppi
Doghe: 15 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 218 e 1269 - deposito, vetrina B6)
Etichetta:
non presente
Cori:
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 297 e 1384 - deposito, vetrina B6)
Etichetta:
Gaetanus Vinaccia fecit / Neapoli
Strada Rua / Catalana num. 85 /
anno 1807
Cori: 4 doppi
Doghe: 25 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
106
fecit
10
Cori: 4 doppi
Doghe: 9 lisce
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 133 e 206 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Donatus Filano fecit Neap.
177(6)7 / Alla rua di S. Chiara
Cori: 6 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 289 e 207 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Antonio Vinaccia Fecit in via
Constantii Anno 1785 - Neapoli
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
107
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 290 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Gio: Battista Fabricatore / Napoli
anno 1796 in S. M. dell'Ajuto N.32
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale: Corda vibrante:
108
Cori: 4 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 1210 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Antonius Vinaccia Fecit / Neapoli
in Via Constantj / A. 1781
Cori: 4 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 1222 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Gaetano Vinaccia Fecit / 15
Gennaio 1787
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
109
Cori: 6 singoli
Doghe: 8 lisce
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 1382 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
fecit / / Rinstauravit Nea /
A.D. 1780
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 2382 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Gio: Battista Fabricatore fecit /
An. 1788+I88 in S. M. dell'Ajuto /
Napoli
Cori:
Doghe:
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
110
Cori: 4 doppi
Doghe: 21 scannellate
Lunghezza totale:
Corda vibrante:
Roma - MNSM (n. inv. 1383 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
Biagio Molinari / Roma 187(2)
Cori: 4 doppi
Doghe: 11 lisce
Lunghezza totale: cm 57
Corda vibrante: cm 33,5
Roma - MNSM (n. inv. 1271 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: 11 lisce
Lunghezza totale: cm 58
Corda vibrante: cm 33,5
111
Cori: 4 doppi
Doghe: 23 scannellate
Lunghezza totale: 58
Corda vibrante: 33,8
Roma - MNSM (n. inv. 1380 - deposito, vetrina B3)
Etichetta:
non visibile
Cori: 4 doppi
Doghe: 19 scannellate
Lunghezza totale: 56
Corda vibrante: 34
Roma - MNSM (n. inv. 272 e 209 deposito, vetrina A2)
Etichetta:
Joannes Gagliano / Nepos Jannarii
fecit / Neap: 1799
Cori: 4 doppi
Doghe: 17 scannellate
Lunghezza totale: cm 56
Corda vibrante: cm 34
112
Cori: 4 singoli
Doghe: 9 lisce
Lunghezza totale: cm 55
Corda vibrante: cm 31
Roma - MNSM (n. inv. 276 e 2045 deposito, vetrina A2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 59
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 279 e 159 deposito, vetrina A2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 58
Corda vibrante: cm ---
113
Cori: 6 doppi
Doghe: 9 lisce
Lunghezza totale: cm 52
Corda vibrante: cm 31,7
Roma - MNSM (n. inv. 188 e 1397 deposito, vetrina A2)
Etichetta:
non presente
Cori: 4 doppi
Doghe: fondo piatto
Lunghezza totale: cm 59
Corda vibrante: cm 33
Roma - MNSM (n. inv. 246 e 2338 deposito, vetrina A2)
Etichetta:
Cori: 6 doppi
Doghe: 9 lisce
Lunghezza totale: cm 55,5
Corda vibrante: cm 31,6
114
Cori: 6 doppi
Doghe: 13 lisce
Lunghezza totale: cm 52,4
Corda vibrante: cm 29,4
Roma - MNSM (n. inv. 253 e 2470 deposito, vetrina A2)
Etichetta:
non presente
Cori: 6 doppi
Doghe: 13 scannellate
Lunghezza totale: cm 54
Corda vibrante: cm 28,5
115
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