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Speranza e religione
miti, illusioni, valori
La dottrina cattolica pone la speranza tra le virt teologali fede, speranza e
carit cio tra quei valori indiscutibili sia come contenuti dottrinali della fede, sia
nelletica e nella pratica religiosa.
Una fede, sempre, pur con radici, contenuti e finalit diverse, nutre una speranza
che risponde, da una parte, agli enigmi e oscurit di problemi esistenziali
lingiustizia, il male, la morte - e, dallaltra, proietta le risposte a questi interrogativi
in un altro mondo, riservando la pienezza della vita a un futuro oltre il tempo.
Il rapporto tra speranza e religione , forse, il punto pi dolente e confuso sia per
un credente adulto che per chi rifiuta ogni fede religiosa, ed molto pi complesso
dello stesso rapporto tra etica e religione.
diffusa la convinzione che senza religione non esiste unetica. Ma di fronte agli
spaventosi delitti compiuti in nome di Dio nei secoli passati ed oggi pi crudeli e
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insensati che mai, dovrebbe essere scomparso ogni senso di dipendenza tra morale
e religione.
Letica ha il suo vero fondamento nella coscienza che rispecchia gli essenziali
diritti di ogni persona e ne custodisce la dignit. La religione o la fede in una o pi
divinit si devono confrontare con la rettitudine della coscienza, libera da ogni
dimensione morale-dogmatica.
Non certo la paura del giudizio di Dio che trattiene gli approfittatori dellattuale
sistema politico-economico, dal calpestare la dignit, la libert e la giustizia, anzi, la
fede stata ed usata per i propri profitti (economici, politici, sociali) in disprezzo
di ogni senso di uguaglianza e diritto.
Cos avviene nel rapporto tra religione e speranza: con la strumentalizzazione di
una religione e di una fede, si convincono le coscienze di moltitudini di credenti che
solo Dio potr rispondere ai misteri della vita e che sperare nelluomo un inganno
bisogna sperare in Dio! Quel Dio, per, che spesso giustifica la prepotenza
dellusurpatore di ogni diritto, nellattesa, per chi soffre oggi, di un premio in
unoscura eternit.
In nome di quella speranza si accettano passivamente e si giustificano
ingiustizie, violenze, poteri e alle moltitudini senza diritti si lascia il primo posto in un
ipotetico paradiso.
Speranza e mito religioso
La speranza al centro di ogni fede religiosa e ne costituisce il fondamento su
cui si regge la dottrina, e soprattutto letica.
La morale religiosa esige un sistema di vita che supera lesperienza storica e si
impone perch v una visione che va oltre la storia, fondata e gestita dalla speranza
nellaldil.
Allirrazionalit della vita come ai misteri dellesistenza stessa, nella fede non si
risponde con una ricerca razionale e scientifica, ma con i miti religiosi costruiti e
giustificati da una dottrina che si impone alla ragione e alla coscienza.
La risposta, pur arricchita da argomentazioni culturali soprattutto sul piano del
pensiero filosofico, non esaurisce la sete di sapere, lesigenza di trovare ad ogni
interrogativo una spiegazione adeguata.
I grandi valori, come la libert, la giustizia, lamore fraterno, fanno parte della
ricca esperienza dellumanit, ma proprio perch difficili da realizzare, se non in
minima parte, dal sapere e dalla scienza, hanno bisogno di un atto di speranza che
li realizzi in una vita che sia la continuit della fatica e della delusione esistenziale. E
proprio questa speranza proietta al di l del tempo la vita e la colloca in unesistenza
dove questi valori sono realizzabili nella loro totalit, e dove le pi nobili finalit
umane trovano il loro compimento, cos nasce il mito religioso.
Il mito religioso come risposta e reale attuazione delle pi nobili aspirazioni
dellumanit, viene chiaramente affermato dallo stesso Paolo: Se Cristo non fosse
risorto, vana sarebbe la nostra fede (1Cor, 15,14). , allora, un colossale inganno
per la coscienza e per lumanit? La speranza che si regge su questo mito
realizzabile nellinfinito futuro dunque vana?
A questi interrogativi v una risposta che non viene tanto dalla filosofia o da una
dottrina religiosa, ma dalla stessa viva e reale storia dellumanit.
Il mito religioso, come la certezza del compimento di quei valori che sono al
centro della storia, esige un cammino, duro e difficile, che si compie nel percorso
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La speranza cristiana si radica in una Parola che noi facciamo storia: cos sentita
e vissuta lunico messaggio che fa di essa la speranza di ogni persona e di ogni
tempo. Allora, la fede non illude, ma d forze che vanno oltre le limitate energie
umane.
Ges compie un pezzo di strada, la sua strada, per realizzare il regno, ma lascia
ai suoi il compito di continuare sulla medesima via, intrisa di incomprensioni e
contraddizioni, lotte e martirio.
Lo stesso cammino di Ges, il fondatore del sogno cristiano che attraversa la
fede, si congiunge con il mito del regno di Dio.
Tuttavia senza questo percorso il mito religioso, cristiano o no, diventa una
colossale illusione; non si realizza nellaldil se non si porta a compimento, nel
proprio tempo, lannuncio del messaggio cristiano.
Unepoca, un momento storico, si pu definire civilt cristiana non sulla misura
della fede (pi gente che vive la religiosit nelle forme pi varie) ma nella misura in
cui incarna gli essenziali valori del vangelo.
La speranza religiosa, quindi, pu essere la pi ingannevole e pericolosa perch
fondata su principi che coinvolgono luomo e lumanit nei valori essenziali della
ragione e della coscienza, e pu confondere loggi e costruire un falso domani. Pu
creare e distruggere i miti del presente, a seconda dei bisogni del potere, in
unaltalena di divinit opportune, e svuotare il presente delle sue conquiste sociali e
culturali, scientifiche e politiche per fare dellumanit una specie sottomessa,
nellassurda visione di unuguaglianza senza volto e senza storia.
Ma non questa la speranza cristiana, anzi ne lesatto contrario.
Ges condanna la speranza del tempio:
il denaro e il commercio
il potere dei sacerdoti: Guai a voi che caricate gli uomini di pesi
insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! (Lc
11, 46)
flagella duramente la loro pretesa di essere la legge
affida il suo messaggio ai lontani dalla religiosa verit del tempio Molti
verranno dallOriente e dallOccidente e si siederanno nel regno dei cieli
(Mt 8, 11)
e fonda sui poveri la speranza
va alla ricerca del bisogno e della sete di verit del povero
non promette nulla per laldil, ma parla di uguaglianza, fraternit e
giustizia
comanda ai suoi discepoli, poveri e da poveri (non portate borsa, n
bisaccia, n sandali Lc 10, 4), di annunciare il suo messaggio
non promette ricompense sedere alla mia destra o alla mia sinistra non
sta a me concederlo (Mc 20, 23)
la garanzia che il regno vicino solo una: Andate e riferite a Giovanni
quello che udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi
camminano; i lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e
ai poveri annunciata la buona novella (Mt 11, 4-5).
La sua esperienza della croce sembra chiudere ogni altra speranza, ma dalla
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croce nasce la nuova comunit cristiana, la comunit che vive di comunione fraterna,
dove si condivide gioia, amore e sofferenza, dove, insieme, si lotta per la giustizia e
la libert, per ogni essere umano senza distinzione, per creare ecco la speranza
cristiana un mondo nuovo nellimmagine luminosa di una nuova creazione.
Questa nuova creazione viene costruita dai martiri di ogni fede, sia essa
religiosa o laica, che hanno seminato la storia di ogni tempo e di ogni geografia.
Il mito religioso, o politico-ideologico, non ha nulla a che vedere con gli autentici
e grandi valori della persona e dellumanit intera.
Non c bisogno di credere in un qualche dio per lottare per la libert, la giustizia,
luguaglianza e la verit.
Le ragioni essenziali della vita di ogni essere, come della societ, in ogni
momento storico, in ogni dimensione culturale-politico-economica, segnano il metro
di misura di una civilt.
un cammino difficile ma va compiuto, seppure a piccoli passi, nella singola e
nella comune storia, non sotto la necessit delle sconfitte e dei pericoli che
incombono sul futuro, ma nel segno pieno della speranza.
Il bene comune nel suo complesso come sintesi dei diritti umani e delle singole
dignit lunica vera finalit di ogni processo storico, individuale e collettivo, e su di
esso una fede e unideologia misurano la loro validit ideale, sociale e politica.
Su questa linea si pone la speranza cristiana.
Ridurre il cristianesimo a un messaggio di bont, compassione, misericordia
non aver mai letto con spirito libero lannuncio del figlio di Nazareth: Sono venuto a
portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gi acceso! Pensate che io sia
venuto a mettere pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione (Lc 12 49;51); Non
crediate che sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace,
ma una spada (Mt 10, 34).
Ridurre Ges al figlio di Dio che viene al mondo per soffrire e morire per
redimere luomo dalle sue colpe, lavarle con il suo sangue, negare la possibilit di
un mondo diverso, di una Terra dove regna la giustizia.
Ges non solo il Dio misericordioso che si piega sui bisognosi per confortarli,
ma accanto allamore per i poveri, gli emarginati, gli ultimi, pone, dura e senza
equivoci, la condanna dei ricchi (vae victis guai ai ricchi Lc 6,24). Una
condanna che non si lava con un gesto compassionevole, ma con un atto concreto di
restituzione, secondo giustizia. Zaccheo alzatosi disse al Signore: Ecco Signore io
do la met dei miei beni ai poveri e se ho frodato qualcuno restituisco quattro volte
tanto. Ges gli rispose Oggi la salvezza entrata in questa casa (Lc 19, 8-9).
La speranza evangelica non riposta nella misericordia di Dio, ripagata dal
sangue del Figlio, ma nel comando fermo, assoluto dato ad ogni cristiano, credente
nellannuncio di Ges, di realizzare il regno: un cristiano che risponde a questo
annuncio, un segno di speranza.
La speranza cristiana fa, quindi, parte della grande speranza umana, dove ogni
uomo realizza i suoi diritti e la sua dignit.
Nellannuncio cristiano non c un regno di Dio e un regno delluomo, non c un
regno del credente e un regno del laico ma un unico regno di giustizia, libert,
uguaglianza, fraternit
Basterebbe pensare che sono anche i valori primi e massimi della stessa
Rivoluzione Francese, agli albori di quel periodo in cui luomo riscopre la sua priorit
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Renato Piccini-Paola Ginesi, Memoria di un cammino di solidariet. Dalla carit alla giustizia, Quaderni della
Fondazione Guido Piccini QFGP 005, 2010
Renato Piccini