Você está na página 1de 4

IL FOGLIO

quotidiano

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO

ANNO III NUMERO 12

Coincidenze pirotecniche

In quattro sedi diverse


spuntano di colpo trame
mafiose anti-Di Pietro
Intanto il nemico Fabio Salamone
processato al Csm e si deve decidere
presto sul rinvio a giudizio dellex pm

Una storia siculo-genovese


Milano. La procura di Palermo e una parte
della stampa nazionale hanno aperto un nuovo fronte sui rapporti tra le imprese del Nord
e la mafia. Poco chiare le premesse di questa
nuova offensiva, illuminate solo da rivelazioni a senso unico. Motore delle inchieste sembra essere la nuova star del pentitismo, Angelo Siino, il cosiddetto ministro dei lavori
pubblici della mafia. Di Siino si ricordano sia
le cose dette da confidente dei carabinieri allinizio degli anni Novanta (secondo alcuni ufficiali dei Ros, avrebbe tirato in ballo come
informatore il pm Guido Lo Forte, numero
due di Giancarlo Caselli), sia quelle da pentito ai pm palermitani. Molte rivelazioni non rivelano ancora gran che. Cera una salda alleanza tra mafia e imprese nazionali? Laccordo era tra imprese siciliane e nazionali, e
la mafia pretendeva solo un pizzo? Non
neanche chiaro il quadro politico di questo
accordo: prima di Giovanni Falcone vigeva
un rapporto tra alcuni politici (tra i quali Salvo Lima e Vito Ciancimino) ed esponenti mafiosi. Un legame stretto, anche sulla questione degli appalti. Dopo Falcone la scena politica siciliana stata
dominata da uomini
della sinistra Dc. Cera ancora un accordo
organico e fino a chi
arrivava? Il rapporto
organico si era spostato dalla politica alle imprese?Qualche
indizio va in questo
senso. Ma quali imprese? Siino ha fatto
molti nomi. Sinora i
due grandi gruppi seriamente coinvolti sono quello che fa capo ANTONIO DI PIETRO
al costruttore Filippo
Salamone (fratello del pm bresciano Fabio) e
quello ben pi importante controllato da
Raul Gardini.
Da queste basi parte la nuova campagna di
questi giorni che fa anche perno sui rapporti
tra Milano e Palermo, e richiama alla ribalta
Antonio Di Pietro. Come ogni volta che compare il nome dellex pm, sono esplose coincidenze pirotecniche. Si pensi solo alla giornata di ieri: mentre la procura di Caltanissetta
informava su un rapporto dei Ros del 92 che
indicava pericoli per Di Pietro in Sicilia, altri corpi di sicurezza verificavano un ipotetico missile,denunciato da un detenuto, da scagliare contro labitazione di Di Pietro a Curno (una bufala, ha detto il questore di Bergamo mentre Repubblica gli dedicava il titolone di prima). Intanto Caselli interrogava il
senatore del Mugello a Roma sulle indagini
milanesi legate alla Sicilia e Giovanni Brusca
ricordava come la mafia, oltre ai bambini da
avvelenare con le merendine, Maurizio Costanzo e la Torre di Pisa, avesse anche lex
pm nel mirino.
Le chiacchiere di due detenuti genovesi
Queste quattro coincidenze emergevano
proprio alla vigilia del giorno in cui il Csm
deve esaminare la situazione disciplinare di
Fabio Salamone, per verificare la gravit della sua incompatibilit di fratello di un inquisito di Di Pietro e inquisitore di questultimo
a Brescia. Tra le un po pi vaghe (ma non
tanto) coincidenze va anche ricordata la scadenza, per la procura di Brescia, dei tempi
per richiedere il rinvio a giudizio di Di Pietro
per corruzione. In questo ambito corre la voce (sulla quale la procura di Brescia vuol
mantenere un assoluto riserbo) anche su un
imprenditore milanese arrestato a Palermo
ma anche inquisito da Di Pietro: Vincenzo
Lodigiani. Secondo fonti accreditate, si sono
perse, nel fascicolo intestato al costruttore, alcune fotocopie di una sua agenda nella quale possibile rintracciare il quadro di rapporti dellindagato con altri imprenditori siciliani e milanesi (con Caselli, Di Pietro ha
parlato anche di questi fatti?). Poco significativa per i rilievi penali, ma ad alto contenuto
di coincidenza, infine la vicenda che riguarda un imprenditore settentrionale dellambiente, Romano Tronci, coinvolto in una
testimonianza di Salvatore Cancemi sui presunti rapporti di Lorenzo Panzavolta, del
gruppo Ferruzzi, con imprese controllate da
mafiosi (chiss se lex pm avr parlato anche
di lui a Caselli?). Di Tronci si ricorda la lunga
deposizione a Di Pietro, nella quale spiegava
come lui, manager e iscritto al Pci, lecitamente (e diffusamente) sosteneva (economicamente) iniziative legate al suo partito. Proprio qualche settimana fa il nome di Tronci
stato fatto anche in unaltra occasione dal
quotidiano genovese Secolo XIX: in prima
pagina il giornale riportava il testo dellintercettazione di una chiacchierata tra due detenuti gi membri dellestablishment politico
del capoluogo ligure. Uno dei due era preoccupato delle dichiarazioni di un imprenditore inquisito in Lombardia. Laltro lo rassicurava dicendo che era stato avvicinato Di Pietro. Da Tronci. Evidentemente era un pettegolezzo, perch sembra che la procura di Genova non abbia svolto nessun tipo dindagine.
Lavvocato di Tronci non ha dunque gran che
da fare. Per la cronaca, Massimo Dinoia.

TEL 02/8639181 - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO

DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

ROMITI SARA PROCESSATO A ROMA PER INTERMETRO insieme a Umberto Beliazzi, dirigente Fiat nella capitale. Il gip Adele Rando ha accolto la
richiesta dei pm che li accusano di concorso in corruzione e ipotizzano il pagamento di tangenti per pi di tre miliardi in cambio dellappalto per la metropolitana romana. Il direttore finanziario Francesco Paolo Mattioli ha patteggiato 20 giorni di reclusione. Nel 94,
i tre dirigenti erano stati prosciolti dallo stesso gip; basandosi su nuove deposizioni la procura ottenne la riapertura
dellinchiesta.

LA TURCHIA METTE FUORILEGGE IL REFAH ISLAMICO dellex premier Necmettin Erbakan. Per la Corte
costituzionale il partito persegue principi contrari alla Costituzione laica.
La Corte suprema di Ankara ha
confermato la condanna per truffa di
un faccendiere legato allex vicepremier, Tansu Ciller, che ora rischia lincriminazione per abuso di fondi illeciti.

* * *

Latte, Bruxelles contro lItalia: la


commissione della Ue ha aperto una
procedura dinfrazione. Contesta il
mancato pagamento, nei termini fissati,
delle multe per il 96-97 e inesattezze
nel calcolo del latte prodotto. Per Romano Prodi dalla Ue non venuto alcun no al decreto sul latte. Il ministro
delle Politiche agricole dice che non ci
saranno ulteriori trattative. Secondo
lAntitrust, la legge sul latte pastorizzato penalizza il made in Italy.
La Lega terr oggi manifestazioni di
solidariet verso gli allevatori. Umberto Bossi accusa la polizia di aver agito
in modo irresponsabile.

* * *

Prc vuole le 35 ore nel 2001: Nerio Nesi invita il governo a rispettare i patti.
Al momento la data c sostiene Enrico Micheli. Il sottosegretario di Palazzo Chigi giudica molto interessante la
proposta della Cgil; Giulio Tremonti
(FI) una stupidaggine. Chiediamo
una legge con tre caratteristiche: che
non indichi ore x, perch altrimenti
condizionerebbe la contrattazione, che
abbia un sistema di incentivi e disincentivi e che leghi il tutto a progetti occupazionali concreti dichiara Sergio
DAntoni (Cisl).
Se il governo insiste, non rinnoveremo nessun contratto per i prossimi
due anni avverte Federmeccanica.

* * *

Radio Radicale trasmetter ancora i


lavori parlamentari. Il governo assicura che la convenzione sar prorogata
per lintero 98 e precisa che per il rinnovo si terr una gara aperta a tutti. FI
e Pds sono daccordo. Marco Pannella
si dice moderatamente soddisfatto.
I Verdi presenteranno una mozione
di sfiducia al cda Rai. Walter Veltroni
chiede meccanismi di nomina che lo
sgancino dalle pressioni politiche.

* * *

Il pm Fabio Salamone ammonito dal


Csm per aver indagato Antonio Di Pietro nonostante la grave inimicizia nei
suoi confronti. Il magistrato bresciano
stato invece assolto dallaccusa di
aver violato il dovere del riserbo.

* * *

Approvata la riforma del commercio e


dellautotrasporto da parte del Consiglio dei ministri.

* * *

Una Carta federalista stata siglata dai sindaci di Venezia, Napoli e Bologna e dai presidenti di Toscana, Emilia Romagna e Umbria. Tutti i firmatari appartengono allUlivo.

* * *

Scalfaro sul tintinnar di manette


precisa che le sue parole, nel discorso
di fine anno, avevano carattere assolutamente generale.

* * *

Euro, rilievi della Ue al piano italiano


di convergenza. Si appuntano su la
crescita dei residui passivi nel 97; laumento della spesa piuttosto che la riduzione delle imposte; la spesa pensionistica sembra stabilizzata in percentuale del pil del 97, mentre il piano di
convergenza prevedeva come punto di
riferimento inferiore il pil 96-97.

* * *

Sicilia, Drago (Ccd) designato dal Polo


per la presidenza della giunta regionale.

* * *

Mino Fuccillo il direttore dellUnit,


lo ha nominato leditore del quotidiano.

* * *

Somatostatina gratis in Lombardia,


promette Roberto Formigoni.

* * *

Borsa di Milano. Indice Mibtel in rialzo: 18.368 (+1,79%). La lira perde 7,69
punti sul dollaro (1.802,67) e 0,71 sul
marco (984,26).
Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45

SABATO 17 GENNAIO 1998 - L.1500 (IN ABBIN. FACOL. CON IL RESTO DEL CARLINO - L.500)

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

CARO MONTANELLI,VENGA
A TROVARMI IN CARCERE
ADRIANO SOFRI SCRIVE al deca-

no dei giornalisti italiani. Un incontro per parlare di accuse penali e responsabilit morali
(pagina 2)

ALBANIA, TORNANO LE BANDE.

Il governo di Fatos Nano alle prese


con la violenza e un paese ridotto alla fame
(pagina 3)
NEL FELTRINO, rubrica quotidiana di Vittorio Feltri, la storia di un ladro di caramelle in galera
(pagina 4)

* * *

Boris Eltsin ridimensiona le funzioni


dei vicepremier riformisti Boris Nemtsov e Anatolij Chubajs, che perdono (rispettivamente) le deleghe per lEnergia
e per lInformazione.

* * *

Cuba, Clinton intende sospendere ancora lapplicazione della legge di restrizioni economiche Helms-Burton, approvata nel 96 e mai entrata in vigore.
Per la prima volta, una lobby economica statunitense ha chiesto alla Casa
Bianca di modificare il proprio atteggiamento di chiusura contro Cuba.

* * *

Dal Papa il vicepremier israeliano,


Moshe Katsav, che ha rinnovato a
Wojtyla linvito a visitare la Terra Santa in occasione del Giubileo del 2000.

Urla dal silenzio

Chi deve tacere taccia subito


oppure taccia per sempre
Bobbio annuncia la scelta del mutismo
di cui non si pu non parlare
Perch ho scelto di mettermi a dieta:
questo un titolo accettabile e comprensibile, che spiega come e quando
qualcuno ha ritenuto necessario o gradevole smaltire qualche chilo. Lo stesso
discorso vale per altri titoli analoghi.
Perch ho scelto di parlare, oppure

* * *

Netanyahu, non un trucco il piano


di ritiro dai territori palestinesi preparato dal governo israeliano che sar
presentato il 20 gennaio a Bill Clinton.
La Giordania non intende riprendere la cooperazione per la sicurezza con
Israele, per mancanza di fiducia nei
confronti del governo Netanyahu.

* * *

Khamenei contro lapertura agli Usa.


Durante la preghiera del venerd allUniversit di Teheran, la guida spirituale dellIran ha ribadito che il governo
americano il nostro grande nemico e
noi lo consideriamo il Grande Satana.

* * *

La partnership tra Usa e paesi baltici


stata ufficializzata con la firma a Washington di una Carta che, inoltre ufficializza la candidatura di Estonia, Lettonia e Lituania allingresso nella Nato.

* * *

Il bando dellUe alle carni trattate con


ormoni stato giudicato dalla commissione dappello della Wto parzialmente incompatibile con laccordo globale
del settore. La Wto ha chiesto a Bruxelles di rivedere la sua posizione, considerata illegittima da Usa e Canada.

* * *

Francia-Algeria, non ci sono prove del


coinvolgimento di militari nelle stragi.
Lo ha detto il ministro degli Esteri Hubert Vedrine, smentendo le recenti
campagne della stampa francese che
accusavano i servizi segreti.

* * *

Tribunale dellAia, iniziato il processo


al croatobosniaco Vlatko Kupreskic, accusato del massacro di 100 musulmani.

* * *

Autorizzata negli Usa la castrazione


volontaria di un pedofilo.

* * *

Nel Foglio finanziario, in ripresa le


Borse asiatiche; i risultati 97 di Deutsche Telekom.

Maastricht
AllEcofin del 19 gennaio, la delegazione
tedesca sar meno euroentusiasta del solito.
In primo luogo, il ricorso alla Corte costituzionale sta diventando un catalizzatore dellopposizione nei confronti non tanto di Maastricht quanto di un convoglio monetario
che includa vagoni a rischio di deragliamento (per propensione alla spesa pubblica,
allinflazione, oppure a ragione del fardello
del debito pubblico). In secondo luogo, una
coalizione trasversale di parlamentari tedeschi chiede che sia rinegoziato il bilancio
dellUnione. Al netto, la Germania ne copre
gi due terzi, proporzione che rischia di aumentare con leuro e con lampliamento. In
terzo luogo, le riforme della politica agricola comune (essenziali per ridurre il bilancio
dellUe e, quindi, i costi per la Germania)
penalizzano proprio lelettorato di cui il partito di Kohl ha maggiormente bisogno per
vincere le prossime elezioni. La caduta delleuroentusiasmo della Germania (e della
sua disponibilit a fare da stampella ai partner che ne avessero lesigenza) si pu misurare con un termometro puntuale: il cambiamento di atteggiamento in tema di votazioni. Mentre, sino a qualche mese fa, Bonn
spingeva perch aumentassero le materie in
cui ai ministri europei permesso votare a
maggioranza (invece che allunanimit),
adesso (soprattutto dopo le polemiche sugli
sbarchi curdi) ha fatto marcia indietro.

Perch ho scelto di andare al mare,


oppure Perch ho scelto di andare con
la destra, o anche Perch ho scelto di
andare con la sinistra. Ma il titolo Perch ho scelto di tacere, no, non un titolo accettabile e comprensibile. Anzi,
sin troppo comprensibile, perch indica
nellautore dellasserita scelta un concentrato di tale narcisismo, di tale esibizionismo, di tale egocentrismo da generare uninvincibile avversione e antipatia anche nei pi tolleranti e bonariamente indulgenti con le altrui debolezze
(non il caso, davvero non il caso di
prendersela quando si in presenza di
una modica quantit di narcisismo e di
egocentrismo).
Perch ho scelto di tacere invece il
titolo che sulla pagina culturale di Repubblica commenta e presenta un articolo di Norberto Bobbio. Beninteso,
Bobbio non ha lasciato la Stampa per
andare a Repubblica e l scrivere lunico articolo della sua nuova collaborazione, unico ma pur sempre necessario
per spiegare al nuovo committente che
dal nuovo collaboratore non avr altro
che quellunico articolo dove si spiega
che dora in poi il nuovo collaboratore
ha scelto di tacere. Se le cose stessero
cos, allora in questo caso ci sarebbe, come si dice, la notizia: Bobbio andato a
Repubblica, magari per compensare la
grave perdita di Mino Fuccillo che corona i suoi sogni direttoriali andando a
dirigere lUnit o quella di Giuseppe
DAvanzo che se ne andato al Corriere della Sera.
Ma le cose non stanno cos. Stanno invece che Bobbio ha ritenuto indispensabile avvertire il mondo, attraverso una
lettera a Critica liberale ripresa da Repubblica, che dora in poi lui preferisce
tacere anzich parlare, evitare di scrivere piuttosto che scrivere, non intervenire
invece che intervenire, astenersi e non
partecipare.
Il personaggio di Nanni Moretti diceva
pressappoco: Mi si nota di pi se vengo
oppure se non vengo?. Il pi maturo
Bobbio deve aver risposto al fondamentale interrogativo in questo modo: Decisamente mi si nota di pi se non scrivo. Il silenzio come forma pi alta e raffinata di loquacit, il non intervento come ultima e definitiva spiaggia dellinterventismo intellettuale. E deve esserne cos persuaso, il silenzioso Norberto
Bobbio, da rifilare urbi et orbi la notizia
del suo silenzio per ben due volte, ricordando che aveva gi annunciato di
chiudere la collaborazione con la
Stampa con un articolo sul cinquantesimo anniversario della prima Repubblica (2 giugno 1946). Ma da quella fatidica data, spiega Bobbio alluniverso intero prima di mettere in pratica il suo
sciopero del silenzio, mi sono sin dallinizio del nuovo governo tante volte
morso le labbra per non parlare, tanta
era lurgenza dellintervento, il desiderio
di rompere il voto del mutismo.
E invece no. Bobbio ce lha fatta, anche se con le labbra massacrate per il
troppo mordere, e dunque sente lacuto
bisogno di spiegare a tutti noi perch ha
ri-scelto di ri-tacere. Potevo mai tacere
sul mio tacere?, si chiede Bobbio in un
sussulto di meritevole autoironia? Non
poteva tacere, perch tacendo avrebbe
dovuto mettere a tacere la notizia del
suo tacere. E questo non poteva essere
taciuto.

Asia e Pacifico
Il risanamento dellIndonesia
val bene un impero economico
Borse (e sicurezza) in pericolo
SUHARTO FIRMA IL PIANO DEL FMI rinunciando ai monopoli suoi e degli amici
Forse stata la telefonata di Bill Clinton a
indurlo a firmare la seconda lettera dintenti con il Fondo monetario internazionale di
fronte al direttore del Fondo, Michel Camdessus; il fatto che Suharto, presidente indonesiano dal 65, ha accettato di smantellare il proprio impero economico fondato su
monopoli, contributi e vantaggi fiscali riservati ai membri della propria famiglia e agli
amici pi intimi. Il figlio pi giovane, Hutomo Mandala Putra, ad esempio, se limpegno
verr mantenuto perder il monopolio sulla
produzione di spezie, usate principalmente
nella confezione di sigarette aromatizzate,
nonch le facilitazioni fiscali concesse alla
sua industria automobilistica. Altri dovranno rinunciare al controllo sulla produzione
di legname, carta e cemento. La politica monetaria passer sotto il controllo della Banca centrale, che fisser in autonomia il costo
del denaro. Bench Suharto abbia dichiarato di voler supervisionare personalmente il
piano di risanamento, la sua permanenza alla guida del paese appare lostacolo maggiore alla realizzazione del piano stesso. Al massimo, egli potr restare fino allavvio del risanamento con un compito preciso: tenere a
freno il potere militare che gli ha garantito la
tranquillit politica. Perdendo la sedia sulla
quale finora adagiato, Suharto sar costretto ad aprire il dialogo con le forze dopposizione e a sottoscrivere un calendario per
le riforme politiche. Solo cos potr evitare
che le sporadiche rivolte contro gli aumenti
dei prezzi, che seguiranno allattuazione degli accordi conclusi col Fmi, vengano sfruttate dalle opposizioni e ampliarsi in modo incontrollato, giustificando azioni repressive
dei militari. La momentanea sopravvivenza
politica del 76enne presidente dipende quindi dalla rapidit con cui aprir il dialogo con
le minoranze anche se magari esse cercheranno, anzich unazione comune, di guadagnare per la propria fazione il favore popolare in una fase che si annunzia pericolosa
per i licenziamenti, gli aumenti dei prezzi
dei generi di largo consumo e i contrasti etnici e religiosi. Lamministrazione Clinton
costretta ad accentuare le pressioni sul governo indonesiano per una rapida applicazione del rispetto dei diritti civili, anche per
contrastare le critiche, che non vengono solo
dai repubblicani, alle ricette del Fmi. Se la
crisi generalizzata del Sud-est asiatico sar
tenuta sotto controllo, si avr alla fine un ampliamento dellarea della democrazia e anche la Cina dovr trarne la conseguenze.
LE PREOCCUPAZIONI AMERICANE per le
conseguenze sulla pace della crisi finanziaria
Durante una missione in sette paesi asiatici, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti,
William Cohen, ha detto che se i punti critici
dellarco che va da Singapore allo stretto di
Taiwan dovessero prendere fuoco, non solo
leconomia mondiale, ma anche la sicurezza
e la pace, sarebbero in pericolo. Per evitare
il peggio, ha suggerito che il governo americano riaffermi il suo impegno a difendere la
Corea del Sud e a mantenere la sua presenza militare nella regione. Citando la Malaysia e lIndonesia, ha detto che disordini interni potrebbero degenerare in conflitti di
pi ampia portata. Dalla Corea del Sud e da
Singapore venuta la conferma dellinteresse di questi due paesi alla presenza militare
americana in Asia. Cohen ha per voluto inviare un messaggio rassicurante alla Cina,
dove concluder il suo viaggio in questo fine
settimana, affermando che il recente trattato di sicurezza tra Usa e Giappone non tende
a isolare nessun paese. Anzi, forse alludendo allepoca delle tensioni tra Cina e Urss, ha
affermato che nessuno pi della Cina ha beneficiato del ruolo stabilizzante degli Usa in
Asia. Nella seconda met degli anni 60,
quando la tensione tra le due capitali del comunismo raggiunse il massimo livello, a Mosca si pens di poter schiacciare nel nido
la nascente potenza nucleare cinese. Ma Washington fece capire ai sovietici che non lavrebbero tollerato: nel 71, infatti, Henry Kissinger vol segretamente a Pechino dove incontr Mao e lanno successivo il presidente
Richard Nixon and in visita ufficiale in Cina, aprendo la strada a un rapporto che si
sempre pi consolidato. Allepoca Mosca denunci la carta cinese come giocata dagli
Usa in funzione antisovietica.
LA CINA NON SVALUTER lo yuan per dimostrarsi una potenza responsabile
Il futuro premier cinese, Zhu Rongki, accogliendo a Pechino il vicesegretario del Tesoro americano, Lawrence Summers, gli ha
confermato che la Cina non svaluter la propria moneta, pur sapendo che questo ridurr
le sue esportazioni a causa del crollo delle
monete di Corea del Sud, Malaysia e Thailandia. La spiegazione stata quella che lospite americano desiderava udire: Pechino
consapevole che una svalutazione dello yuan
aggraverebbe la crisi in Asia con ripercussioni nel resto del mondo e vuole quindi dimostrarsi una potenza responsabile. Poich
l85% dei debiti esteri cinesi sono a medio e
lungo termine, la situazione diversa dallesposizione delle banche e delle societ dei
paesi che hanno subito il crollo finanziario.
Ma il tasso di sviluppo delleconomia cinese
dovr essere ridotto per il 98: dal 10-12% preventivato due anni fa si gi passati al 6%.
Passata la tempesta, lo yuan potr essere
svalutato verso la fine dellanno.

Scaramucce parabicamerali

Come nacque e mor


il partito dei sindaci
(e Rutelli rest solo)
Cos Botteghe Oscure divide il fronte
dei primi cittadini e constringe
Veltroni a una rapida marcia indietro

Il trionfo di Roma capitale


Roma. Che fine ha fatto il partito dei sindaci? Da ieri, dopo il dietrofront di Walter
Veltroni sul premierato e i messaggi concilianti di Antonio Bassolino sulle riforme, il
fantasma che inquietava i sogni del Pds, e in
particolare del suo segretario Massimo DAlema, si fatto pi evanescente.
Il fantasma si era materializzato subito dopo le elezioni amministrative, sullonda dei
clamorosi successi ottenuti dai primi cittadini delle principali citt. E i timori si erano
fatti pi forti quando, ai primi dellanno,
Francesco Rutelli aveva lanciato la sua sfida
al pastrocchio semipresidenzialista della
Bicamerale, proponendo di optare per lelezione diretta del premier e trovando unimmediata sponda in Walter Veltroni. Un sostegno che aveva alimentato il sospetto che
da Palazzo Chigi si avallasse il tentativo di
frenare le riforme. Intanto, da Venezia, partiva la carica dei sindaci del Nord-est, chiamati a raccolta da Massimo Cacciari attorno
al progetto del suo partito catalano, pronto
a scendere in campo alle elezioni di primavera a Verona e Treviso. E lAnci, che raccoglie tutti i comuni dItalia, annunciava la
sua offensiva federalista sulla Bicamerale.
DAlema aveva reagito con battute sarcastiche,
definendo
cacicchi i sindaci
troppo protagonisti.
Ma intanto, sottotraccia, si lavorava per
recuperare terreno:
telefonate, incontri,
improvvise aperture
nei confronti di alcuFRANCESCO RUTELLI
ne istanze degli amministratori locali. Attivissimi, nel lavoro di
mediazione, i due capigruppo della Quercia,
Fabio Mussi e Cesare Salvi, plenipotenziario
di DAlema in Bicamerale che ieri ha messo
il timbro del Pds (dopo le aspre polemiche di
dicembre contro le citt-Stato) sul progetto
di statuto speciale per le principali metropoli. Non a caso, il primo a plaudire al ripensamento di Veltroni (un ottimo chiarimento) stato proprio Mussi, che si sta ritagliando un ruolo da pontiere tra il segretario e
il vicepresidente del Consiglio. Il presidente
dei deputati della Quercia era stato il pi
pronto anche nel polemizzare contro la proposta di Rutelli. E nellincontro a tre, avvenuto a Botteghe Oscure marted scorso, anche
di questo si parlato. Del pericolo, cio, che
a far impantanare le riforme della Bicamerale, pi che lo scontro sul caso Previti e i
contrasti sulla giustizia con Silvio Berlusconi
e il Polo, contribuissero proprio i dissensi interni allUlivo e le pressioni dei sindaci del
centrosinistra.
Una rivincita sul terreno della giustizia?
Per il momento, la ricomposizione ai vertici del Pds pare andata a buon fine, e Veltroni
ha concesso il suo viatico allaccordo della Bicamerale. Se cambiare un rischio - ha detto - lasciamo pure le cose come stanno. Il fallimento della Bicamerale ci precipiterebbe
in una situazione di incertezza.
Contemporaneamente, a Napoli, andava in
scena la pubblica riappacificazione tra la
Quercia e i suoi supersindaci, in un faccia
a faccia tra Salvi e Bassolino, che sulla proposta di Rutelli era rimasto finora in silenzio.
Ma che gi nei giorni scorsi aveva personalmente rassicurato DAlema: nessun partito
dei sindaci, perch io un partito gi ce lho,
via libera al progetto della Commissione, che
un buon punto di partenza, seppure da
migliorare in alcuni punti. In ogni caso, per
Bassolino la debolezza del Polo non deve favorire la spaccatura nel centrosinistra.
Sul premierato Rutelli rimasto solo, la
sua ipotesi tramontata, commentano con
una certa soddisfazione in ambienti della
Quercia. Il lavorio della diplomazia pidiessina, coronato dalluno-due di Veltroni e Bassolino, ha fatto slittare lappuntamento dellAnci con DAlema per presentare al presidente
della Bicamerale la bozza di emendamenti
sul federalismo. Lincontro, previsto per ieri,
si terr invece marted prossimo. Dal Campidoglio si smentiscono retroscena politici: E
stato spostato per motivi di agenda, spiegano
i collaboratori di Rutelli. Per lui sar comunque un successo, perch lo statuto per Roma
Capitale verr presentato a DAlema corredato delle firme di tutti i sindaci dItalia. E il
tradimento di Veltroni? Per far arrabbiare
Rutelli, dopo lincontro con il papa che lo ha
fatto finire anche sulla prima pagina di UsaToday, ci voleva ben altro, la replica.
Intanto, per, la rivista Micromega sta per
lanciare una serie di proposte di modifica,
che vanno dallelezione diretta dei presidenti regionali al doppio referendum sulla giustizia.Lhouse organ della procura di Milano
sta posizionando le batterie per aprire la
campagna del no alle riforme, dicono a Botteghe Oscure. E su federalismo e giustizia,
il timore, si potrebbe saldare il fronte degli
scontenti: dai magistrati agli amministratori
delle Regioni.

ANNO III NUMERO 12 - PAG 2


PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

Caro Indro Montanelli, lei


mi fa disperare. Ancora gioved sul Corriere, mi ha fatto disperare. Abbia la pazienza di leggere
queste osservazioni, e poi di prendere in
conto la proposta finale. Lei ripete che io
posso restare orgoglioso, ma che devo
smettere di essere arrogante. Sono daccordo. Ma che cosa in me le sembra arrogante. Lei pensa che io sia colpevole o
innocente? Intendo materialmente, penalmente colpevole: che abbia ordinato
il tal giorno nel tal posto di assassinare
Luigi Calabresi per conto di Lotta continua. Non deve sembrarle un punto secondario. Se, comprensibilmente, non ritiene di conoscere abbastanza gli argomenti dellaccusa e i miei, mi permetta
di farglieli conoscere: non ci vorr pi di
mezzora. Se lei persuaso che io sia colpevole, me ne dispiace, e la questione
chiusa. Se lei non lo pensa, non pu
neanche pensare che io debba essere
condannato e imprigionato perch sono
un tipo cos orgoglioso da sconfinare nellarroganza.Sarebbe unenormit, no?
Lei mi esorta - lo fa da quasi dieci anni - a riconoscere le mie responsabilit
non penali, ma morali. Se questo si riferisce alla campagna di Lotta continua
contro Calabresi e alla sua degenerazione, come credo, io lho fatto, e, a mio parere, senza riserve. Ma sono pronto ad
ascoltarla se le mie parole le siano sembrate reticenti, o ipocrite, o vili. Lei aggiunge che io devo chiedere scusa alla
famiglia Calabresi. Penso di aver fatto
anche questo: ci torner fra poco. Ma poi
lei continua: cos la famiglia Calabresi
potr, lei per prima, chiedere e appoggiare un provvedimento di grazia. Ma io
non lo voglio. E il punto di sopra: pu
pensare che, se non sono colpevole, e sono ingiustamente denigrato, condannato
e incarcerato, io mi auguri la grazia o
qualunque altro genere di clemenza?
Lei, non so su che fondamento, si ora
persuaso che la mia superbia costringa
alla galera i miei due compagni. Questo
un pensiero terribile, contro di loro,
che sono forti e liberi e dipendenti solo
dalla loro coscienza, e contro di me, ingiustamente accusato dellinfamia di
aver fatto da mandante venticinque anni
fa (che molto peggio che fare da assassino) e ora da sequestratore delle vite
dei miei amici. Ma mi fa disperare di pi
linformazione che lei riceve sulla nostra
vicenda. Lei dice che a Bocca di Magra
tutti riderebbero se sentissero dire che
Marino un ex-rapinatore e un proprietario di appartamenti. Ma Marino lo :
non sono illazioni, ma fatti provati. Ex rapinatore prima di tutto per sua dichiarazione. Prima della sua confessione di
dieci anni fa, Marino era disperatamente bisognoso di soldi, io gli diedi il po
che potevo. Dopo ha comprato due case
e un furgone per le sue frittelle. Questo
non sarebbe neanche da dire, se le sentenze contro di noi non sostenessero che
nessun vantaggio gli derivato. Naturalmente, la mia difesa, che intelligente e
rispettosa di s, non ha chiesto la revisione del processo sulla base della panzana della promozione di Marino a capitalista. Lei aggiunge: Sfido io che listanza di revisione del processo stata
respinta.Caro Montanelli, grazie al cielo, almeno finora, non stata respinta, e
noi aspettiamo che venga esaminata, e ci
auguriamo che venga, come merita, accolta. Mi dispiace che le sue informazioni siano sbagliate. Io leggo la sua posta.
Pochi giorni fa, un lettore credette di ironizzare sul nostro mancato ricorso alla
Corte europea: ricorso che naturalmente abbiamo presentato. Quando entrai in
galera, un altro solerte lettore protest
contro la pretesa di farmi apparire come
un liberatore di sequestrati in Cecenia.
Non feci moltissimo per apparirlo, ma lo
ero. (In verit, lei ospit anche la versione vera delle ottime persone dellassociazione volontaria Intersos). E cos via.
Eccomi alla conclusione. Lei avr
senzaltro un autista. Perch non viene a
trovarmi per unoretta?
Non lo prenda per un invito arrogante. Sarebbe solo maleducato, se potessi
muovermi io: ma sono qui davvero ristretto. Del resto, oltre che leggere la sua
posta, la guardo a Tmc, e mi sembra che
lei sia in forma eccellente. Potremmo
parlare per mezzora dellaccusa penale
contro di me, e per unaltra mezzora delle scuse che lei mi chiede di fare. Potrebbe dettarmele lei, e io firmarle, se
questo non mette in causa la mia, e di
Lotta continua, estraneit allattentato.
Poich della grazia non occorrer parlare neanche un minuto, potremmo dedicarne cinque alla revisione del processo
che sto aspettando, e che lei forse potrebbe augurarsi con me. Cordiali saluti.

OGGI Al nord, al centro e sulla Sardegna molto nuvoloso con precipitazioni,


anche nevose sopra i mille metri. Rapido miglioramento in giornata a partire
da ovest. Al sud e sulla Sicilia nuvoloso
con piogge e temporali sullisola. Attenuazione dei fenomeni in serata. Temperature massime in diminuzione.
DOMANI Nuvoloso al sud con precipitazioni sparse, soprattutto sulle zone
ioniche.Parzialmente nuvoloso al nordovest, poco nuvoloso sul resto dItalia.
Temperature in ulteriore diminuzione.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 17 GENNAIO 1998

VITE PARALLELE

Jack, il ballerino che divenne spia, e Ronald, la spia che scopr la talpa
Jack Hewit
Il 17 maggio 1917, il giorno in cui Jack
Hewit nasce a Gateshead, nel nord dellInghilterra, sul mare del Nord, oltre la
Manica c la guerra, sul Baltico i russi si
agitano. Il padre un operaio metallurgico, la vita in casa grama. Jack ha un sogno. Quando gli chiedono cosa far da
grande risponde il ballerino. Tutti ridono.
Il padre si imbarazza. Gli impedisce di
iscriversi a una scuola di danza. Jack scappa da casa. Diventa ballerino di fila in riviste che battono i teatri di provincia. Una
sera in platea c Guy Burgess. Guy colto
e agiato. Ama i balletti. Apprezza i ballerini. Va a congratularsi con loro nel camerino. Va a congratularsi con Jack. Jack e
Guy si fidanzano. Burgess lavora per la
Bbc, lavora per il MI5. Convince il capo
del controspionaggio ad arruolare Jack.
Per la prima missione Jack deve conquistare la fiducia di un prete omosessuale
che era stato iscritto al British Union of
Fascists, che sospettato di simpatie per
il regime nazista. Jack dimostra per la
nuova attivit quel talento che gli manca
sul palcoscenico. Il MI5 gli affida missioni
sempre pi delicate. Guy riesce a farlo assumere come centralinista allHotel Goring di Londra. Jack riesce a ricostruire i
rapporti tra un ospite dellalbergo, il cecoslovacco filonazista Konrad Heinlein, e
alcuni esponenti conservatori britannici.
Il MI5 soddisfatto del suo lavoro. Anche

il Kgb soddisfatto. Jack vive con Guy


Burgess e con Anthony Blunt. E un mnage trois. Burrascoso. Tranquillo. Jack
non ha cultura. Ma ha spirito. Gli amici
che frequentano la casa, che intervengono
alle feste, apprezzano la sua conversazione. Sono colleghi del MI5, come Victor
Rotschild. Sono scrittori. Come William H.
Auden.
Come
Edward M. Forster.
Come Christopher
Isherwood. Sono il
fiore di Bloomsbury. Jack non sa
che i suoi amici
passano ai servizi
sovietici le notizie
che lui raccoglie
per i servizi britannici. Non ha studiato a Cambridge. Con gli amici divide il
letto e la tavola, divide il presente, ma non
il passato. Passano gli anni. Passa la minaccia nazista. La guerra si raffredda. Gli
amici di Cambridge continuano a lavorare
per i sovietici. Mentre si trova a Washington, Burgess viene scoperto. Ripara a Mosca. Allarmato Jack si rivolge a Blunt. Antonhy si affretta a fare sparire tutte le prove dellattivit sua e di Guy. I servizi interrogano Jack. Jack non sa nulla. Lunica cosa che sa di sicuro che Guy a Mosca infelice. Che gli mancano i salotti di Londra.
A lui manca Guy. Gli mancano i servizi se-

greti. Accetta con malinconia un posto di


impiegato statale. Scrive qualcosa, ammira i successi professionali di Anthony, nominato Conservatore dei quadri della Regina. Finch
Ronald Symonds
finch nel 1963 un agente del MI6 non
parte per Beirut. A Beirut, ufficialmente
corrispondente dellObserver e dellEconomist, risiede Kim Philby, agente dei servizi britannici. Il suo collega deve verificare le accuse circostanziate che vogliono
Philby al servizio dei sovietici. Philby tiene botta, non si tradisce. Poi si rifugia a
Mosca. Risulter che un agente sovietico lo
ha avvertito in tempo. Ma chi ha informato
il Kgb? Qualcuno molto introdotto. I sospetti cadono su Graham Mitchell, il vicedirettore, che viene messo sotto sorveglianza. Gli investigatori si convincono della sua colpevolezza, ma non riescono a convincere il direttore, Roger Hollis. Hollis si
rivolge a Ronald Symonds per smontare le
accuse. Mentre Hollis viene a sua volta sospettato, Symonds riprende linchiesta,
senza tenere conto dei risultati precedenti. Ronald Charters Symonds nato il 25
giugno 1916 a Oxford. A Oxford ha studiato
francese e tedesco. Ha lavorato per il British Council. E stato reclutato dai servizi di
informazione militari. Maggiore, alla fine
della guerra prepara gli agenti che devono
lavorare per la Commissione di controllo

che nella Germania occupata dagli Alleati


funge da governo. Quando si congeda torna
al British Council. Entra nei servizi segreti. E distaccato presso il governo di Singapore, per infiltrare e combattere il movimento comunista armato di Ching Peng,
che minaccia la rivoluzione in Malesia. Assolto il compito torna a Londra, come agente del controspionaggio. Smaschera un funzionario del ministero dellAviazione che,
tradito dalla passione per la numismatica,
vende particolari della costruzione dei
missili ai sovietici. Collabora a numerose
inchieste. La sua specialit scovare le talpe. Mentre trafficano con le cassette del
deposito bagagli. Mentre fotografano documenti in stanzucce dalbergo. E un agente
affidabile e sagace. Hollis lo sa. Symonds
investiga con pazienza, con coscienza. Arriva finalmente a una conclusione. Che
consola i vertici dei servizi, che mette in
imbarazzo Buckingham Palace. La talpa
non Mitchell. La talpa non Hollis. E lelegante, il colto Anthony Blunt. E il vecchio amico di Guy Burgess e di Jack Hewit.
E lautorevole Conservatore dei quadri di
Sua maest. Che non fa pi parte dei servizi segreti, ma ha mantenuto amicizie e
contatti. Ronald Symonds continua la carriera. Diventa vicedirettore del MI5. Per
un breve periodo fa le funzioni di direttore. Poi va in pensione. Onorato e consolato da molti incarichi ufficiali. Fino a sabato 10 gennaio.

GUERRIGLIE IDEOLOGICHE POSTUME

Bettiza e Montanelli non si filano il nuovo anticomunismo


Una ragione c: meglio un rosso in casa che un liberal alluscio
Milano. Questo non un articolo. E uno
scherzo. Motivato, e naturalmente un po
maligno, ma uno scherzo. Lo spunto viene
da quattro opinioni firmate da altrettanti
maestri della pubblicistica nazionale, alcuni dei quali protagonisti indiscussi anche
della nostra storia ideologica: Sandro Viola
(Repubblica) ed Ernesto Galli della Loggia
(Corriere della Sera), da una parte; dallaltra Indro Montanelli ed Enzo Bettiza (cofondatori del Giornale e oggi al Corriere della
Sera, luno, alla Stampa laltro). Ha cominciato Viola, che un signore distinto e ricercato, illustre inviato da decenni, grande
amico inquieto di Eugenio Scalfari, e assai
pi intelligente dellambiente conformista
e liberal (il liberal il progressista versione anglosassone) del giornale per cui lavora. Viola ha detto: fragoroso, assordante,
il silenzio che calato in Italia sulle ignominie storiche, in questo secolo, del comunismo. Un appello affinch i post comunisti, quelli di Massimo DAlema, parlino anche del loro passato, senza nasconderlo dietro i brillanti successi tattici che li hanno
infine portati al governo e, soprattutto, dietro lo schermo spesso delloccupazione ma nu militari, favorita certamente anche dalle
procure della Repubblica, dello spazio storico dei socialisti riformisti, e antistalinisti,
di Bettino Craxi & compagnia. Appello non
raccolto. Anzi, respinto con fastidio. Pi o
meno le stesse cose ha scritto Galli della
Loggia, che uno storico contemporaneista
di valore e brillante saggista, con una formazione di sinistra ma precocemente volta
a una riforma liberale del vecchio impianto classista della sinistra italiana. Galli della Loggia, in pi, sostiene che il persistente
rifiuto del Pds di misurarsi con la cultura e
i protagonisti dellanticomunismo confermato da uno scritto recente di Luciano Violante, che addebita allanticomunismo (a
partire dalla met degli anni Sessanta) un
esito degenerativo e antidemocratico (il cosiddetto golpe bianco, le compromissioni
nelle deviazioni dei servizi, i legami con il

potere occulto). E questa posizione storiografica, conclude leditorialista del Corriere della Sera, deriva dalla scelta di arrogarsi senza diritto alcuno, come strumento
di regno, le chiavi della legittimazione democratica di culture e gruppi della vecchia
Italia, della prima Repubblica; in modo, ovviamente, da governare agevolmente passaggi, conversioni, trasformismi del vecchio
personale politico, e comandare meglio... figlio mio... come fa il Lupo nella favola di
Cappuccetto Rosso.
Eppure, a sorpresa, questi discorsi cos
impegnativi e in fondo anche generosi sono
stati accolti male, malissimo, con cortese
degnazione ma anche con una punta di
scherno, dai campioni storici dellanticomunismo. Montanelli, per esempio, che un
anticomunista dannata e che, nel bene e
nel male, ha sacrificato energie formidabili
e un eccezionale talento di polemista alle
sue idee inconcusse, ha opposto alla nuova
ondata anticomunista una scrollata di spalle un po svagata, con argomenti dobbligo.
Ricordando, non solo per vanit personale,
che sono cose vecchie e risapute per lui,
che a una brigata rossa scorrazzante per Milano negli anni Settanta pag perfino un tributo di sangue nel famoso attentato. E oggi
non ha pi voglia di eroici furori in ritardo
sui tempi. Bettiza, che fu comunista per una
breve ma intensa stagione, intorno al 48,
ruppe precocemente con il comunismo totalitario e ha fatto della sua lunga e operosa vita di scrittore e di giornalista, notoriamente pigro ma perfido, una missione antibolscevica degna, per tono e timbri, della
sua tonante anima slava. Eppure proprio ieri anche lui, scrivendo a sorpresa sulla
Stampa, si associato a Montanelli nel rigetto, come cosa ormai caduca e vana, di
quello che ha chiamato anticomunismo postumo. Spettacolo mirabile: Viola, che era
a suo modo (con qualche nota paradossale)
un sostenitore della nomenclatura brezneviana, e fa parte della squadra dei filocomunisti traghettatori del Pci e del Pds, d

lezioni di anticomunismo che Bettiza, un


lupo mannaro anticomunista di quelli additati dalla Pravda al pubblico ludibrio, respinge come fuori tempo! Meglio un rosso in
casa che un liberal alluscio.
Ogni spettacolo, anche la contesa ideologica, ha un suo segreto dispositivo razionale. Infatti comunisti e anticomunisti hanno
un legame speciale, che ormai tende a venire fuori: gli anticomunisti sono aggiogati
al carro del comunismo e della sua storia,
mentre i compagni di strada o i sensali del
progressismo, che hanno sempre respinto

come viscerale una posizione anticomunista


calssica, sono fuori da una storia comune.
Gli anticomunisti seri, duri e puri, difendono in modo limpido interessi piantati nel
cuore della tradizione borghese: propriet,
libert, individualismo. Condividono con i
comunisti il campo di battaglia. Una segreta concordanza degli opposti entra in funzione ogniqualvolta un anticomunista serio,
attrezzato, duro e generoso argomenta la
sua causa... Comunisti e anticomunisti hanno stretto nel tempo un legame cento volte
pi forte e inestricabile della fratellanza o
dellomologazione laica e liberale. Intorno
allosso della decisione politica, nel campo
segnato dal solco che divide lamico dal nemico, comunisti e anticomunisti hanno latrato per oltre settantanni, avventandosi gli

uni contro gli altri in un abbraccio forsennato. E per i post comunisti ci dovrebbe essere perfino qualcosa di glorioso, a partita
persa, nellessere stati degni di un anticomunismo tanto appassionato e nel poterne
rivendicare, in qualche senso, una parte di
eredit. Un DAlema deve del rispetto storico ai Montanelli e ai Bettiza, mentre con
gli Scalfari, con i filocomunisti liberal che
hanno fatto da pontieri e si battevano anche
loro contro la grettezza dellanticomunismo delle budella, intrattiene un rapporto
segnato dal reciproco utilitarismo, senza
amore e senza stima.
Coloro che non hanno chiesto al Pci e al
Pds un resoconto impietoso del fallimento
storico del comunismo a tempo debito, e lo
fanno ora, nel tempo postumo, dopo anni di
bonomia e di illimitata disponibilit, non
sono credibili per nessuno dei due contendenti di questo secolo. C unambiguit anche nei migliori, anche nei Viola, in quelli
che non hanno fatto una professione, come
i loro compagni di squadra, dellestraneit
al contrasto tra comunisti e anticomunisti.
Il Libro nero del comunismo scritto in
francese, nella lingua di un paese che ha legittimato lanticomunismo nella battaglia
aperta contro la dittatura intellettuale sartriana e per le istituzioni forti, nazionali, del
gollismo. La traduzione italiana difficoltosa. Noi siamo il paese delle blande polemiche di Norberto Bobbio, che lusingava Togliatti facendosene lusingare, e del fiancheggiamento erudito e nobile di un Eugenio Garin. Siamo il paese in cui nulla si crea, nulla
si distrugge e tutto si trasforma, come nella
natura di Lavoisier. Siamo la patria del pappa e ciccia istituzionale. Siamo il paese in cui
un comunista di formazione (DAlema) capo
di un partito socialista europeo (nellInternazionale), mentre un socialista (Bertinotti) guida il partito dei neocomunisti (Rifondazione).
E probabilmente per questo che i Montanelli e i Bettiza mostrano sorpresa genuina di
fronte allanticomunismo postumo. E
dicono: no, grazie.

IL PROCESSO A OR VILLE MAJORS

Vai allinferno vecchio rifiuto, due infermieri killer per 178 morti
New York- La stanzetta dellUnit di emergenza dellospedale
semibuia e silenziosa, i pazienti sono
anziani e spossati,
linfermiere che arriva
con la terapia una figura

LETTERADANEW YORK
attesa e provvidenziale. Scopre il braccio,
inietta il liquido, ripone la siringa e se ne
va senza far rumore. Sulla porta si gira e
saluta il vecchio che giace nel lettino: Vai
allinferno, vecchio rifiuto! Non una
scena di Emergency Room o di Chicago Hope, i due telefilm che spopolano sugli schermi televisivi degli Stati Uniti e,
con un anno di ritardo, su quelli italiani;
linfermiere non un lavoratore esausto
che non sopporta pi i malati e si sfoga
con una frase inopportuna. Sono le udienze di un processo, linfermiere vero, si
chiama Orville Lynn Majors, ha 36 anni e
ha lavorato in un ospedale vicino a Newport, Stato dellIndiana. E accusato per
ora di aver ucciso sei pazienti ma gli investigatori sono pronti a portare il numero sopra i cento, anzi fino a centotrentasei
su centosessantacinque casi gi esaminati. Sessantacinque famiglie, per ora, si sono costituite parte civile contro lospedale, telecamere e giornalisti stanno arrivando a centinaia, insomma si prepara il
grande spettacolo. Majors si proclama innocente, i suoi avvocati invocheranno la
tesi della congiura, sostengono che dopo
unindagine di trentatr mesi e una spesa
di un milione e mezzo di dollari - molti
ovunque, unenormit nellIndiana ruralele autorit dello Stato sono state costrette
a trovare un colpevole per forza.
Tutto comincia nel novembre del 94,
quando un esperto di statistiche di Wa-

shington si accorge che nellospedale di


una contea dellIndiana nel corso degli ultimi cinque mesi c stata unepidemia
mortale. Le morti sono avvenute tutte nel
reparto di cura intensiva e vengono presto
associate alla presenza dellinfermiere
Majors. Quando di turno muore una persona al giorno, quando a casa la media
di un morto ogni 552 ore. Prima del suo arrivo a Newport, nel reparto di quattro letti morivano da 24 a 31 persone lanno, ora
entra lo stesso numero di pazienti e ne
muoiono 101 lanno. Il negozio di fiori
Sawyers passato dai mediocri affari di
sempre a ordinazioni continue di corone e
cuscini, i parenti arrivano affranti e si raccontano stupore e incredulit perch i loro cari erano anziani ma non sembravano

IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco

Mina s, Mino no. Liberamente parlando, della liberalit di fare di Liberal,


un settimanale, magari per essere pi liberal insegnando al lettore, la rifondazione delletica privata e pubblica in un paese che ne ha gran bisogno (cos come dice
Ferdinando Adornato allEspresso), si rivela lurgenza, oltre gli auguri, di segnalare che, comunque, qualsiasi rifondazione presuppone unilliberale fatica di rieducazione. Magari quella del malcapitato
che, liberamente scegliendo, non vuole fregarsene delletica, del privato, del pubblico e pure del paese, quantanche questo ne
avesse gran bisogno. E allora auguri, anche
per la bella notizia di trovare nella rubrica
delle lettere, nientemeno che Mina, quella
della zebra a pois. E per, Camillo Ruini
no. Liberamente parlando sarebbe stato

stare cos male da morire.


Medici e infermieri si guardano per un
po con sospetto poi arrivano alla stessa
conclusione liberatoria ben prima dellinchiesta della polizia: il colpevole Majors,
e quando di turno gli altri scommettono
sul nome del prossimo morto. Si danno anche una spiegazione perch luomo improvvisamente divenuto irritabile e prepotente e ha cominciato a definire i pazienti
immondizia e cani bastardi. Alcuni
amici e vicini di casa racconteranno poi alla polizia che Majors amava ripetere che
per i vecchi malati la soluzione la camera a gas. Si imbottiva di anfetamina rubata nellospedale e cercava anche di venderla, durante le perquisizioni nella sua
casa sono state trovate grandi quantit di
meglio trovare qualcuno che spiegasse le
ragioni dei talebani, ma soprattutto Mino
no, il Martinazzoli sindaco di Brescia minacciosamente concentrato in qualche pippa etica dovrebbe restarsene nella quiete
del suo centro nobile. Mina s, Mino no
dunque, perch liberamente ragionando,
di tutto ci che di pi liberal c in questItalia, qui dove un tempo si mangiavano le
vongole, la maleducazione intellettuale,
quella di scappare da ogni buon proposito.
Gli unici buoni propositi che valgono sono
gli auguri. Auguri dunque.
Post Scriptum: lultima sulletico Mino
bellissima. Incavolato perch citato a proposito in un editoriale di Francesco Merlo
sul Corriere della Sera, il pio Mino, manco
fosse un DAlema dei tempi migliori, s
preso la briga di inviare un messaggio, diciamo cos, alle vongole: Ditegli che uno
stronzo e un pezzo di merda. Non poteva
non essere etica, la risposta di Merlo: Sono contento di aver contribuito allevoluzione del linguaggio di Martinazzoli.

cloruro di potassio e di epinefrina, le stesse sostanze che avrebbero potuto causare


le morti sospette. Linchiesta a questo punto ha coinvolto lintera cittadina, a decine
si presentano i testimoni come Paula Holdaway, figlia di Dorotea. Sua madre stava
ormai quasi bene quella sera, quando linfermiere arriv con una siringa gi preparata, iniett il liquido e se ne and dopo
aver baciato lanziana donna sulla fronte
dicendole: Stai tranquilla, scimmietta,
adesso tutto andr bene. Un minuto dopo
Dorotea era morta. Il 29 dicembre del 1997,
al ritorno da un talk-show televisivo nel
quale ha accusato di complotto famiglie
delle vittime e autorit, Orville Majors viene arrestato, sei delitti potrebbero bastare
per condannarlo a morte e per dimenticare un serial killer solitario.
Ma il 7 gennaio il settimanale di informazione di ABC, Prime time manda in
onda un servizio su un altro infermiere
presunto assassino di 42 pazienti, tutti veterani di guerra, allospedale Harry Truman di Colombia, Stato del Missouri. Il
giornalista Sam Donaldson, popolare, temuto, spregiudicato, grande rompiscatole.
E lui che ha trovato Priebke in Argentina,
adesso minaccia di tornare a occuparsi
della Casa Bianca: nulla gli sfuggir, nemmeno il nuovo cane di Clinton. Nel frattempo ha scovato il serial killer e denuncia linsabbiamento del caso a opera dellFbi e del suo direttore, Luis Freeh. Le ragioni le spiega guardando dritto nella telecamera: E incredibile constatare quanto sia facile commettere un omicidio in un
ospedale. Veleni e farmaci possono non
essere riconoscibili, persino laria pu essere iniettata in una vena. Basta un cuscino per soffocare un malato anziano senza
lasciare la minima traccia. Quanti assassini circolano liberamente negli ospedali
americani?
Maria Giovanna Maglie

Teatro
La tragedia italiana
di Ciano e quella di Lorca,
lusignolo dellAndalusia
MORTE DI GALEAZZO CIANO di Enzo Siciliano, regia di Marco Tullio Giordana (Teatro Carignano, Torino dal 20 gennaio all8
febbraio)
La tragedia della famiglia Ciano cominci il 6 febbraio 1943, quando Galeazzo, il
genero di Benito Mussolini, fu destituito da
ministro degli Esteri. Era ostile alla Germania, sapeva che lItalia avrebbe perso la
guerra ed era noto che annotava tutto su
diari custoditi in un luogo sicuro. Soprattutto, la partecipazione al lavorio che avrebbe prodotto il colpo di Stato del 25 luglio, ne
faceva irrimediabilmente un nemico del
Duce. L11 gennaio 44, Ciano venne fucilato
alla schiena nel castello di Verona. In una
fotografia scattata qualche istante prima, il
suo grande amico Orio Vergani riconoscer
lo stesso cappotto elegante che indossava
quel giorno di febbraio, con le falde anche
ora accuratamente aperte per non spiegazzarle. Seduto come gli altri condannati a cavalcioni di una sedia, si volta a sbirciare il
plotone. Curioso, irrequieto, vanitoso, un po
infantile come fu per tutta la sua straordinaria esistenza. Costruito attraverso 20 flashback, il testo di Enzo Siciliano lo raffigura (interprete Mattia Sbragia) nei suoi ultimi giorni, accudito nella cella 27 del carcere dalla spia tedesca Felicitas Beetz, mentre la moglie Edda (Chiara Caselli) per salvarlo si batte fieramente contro il padre,
vendicativo, alla fine lacerato, ma succube
dei tedeschi. La sorte tremenda dei Ciano e
dei Mussolini, padri contro figli, potere contro amore, vista dallautore come il dramma perfetto del familismo, delluniverso
complesso e arcaico della famiglia. Anchesso materia di esplorazione per quel
laboratorio sempre attivo di alcuni caratteri nazionali che Siciliano considera il fascismo. Scontate le condanne rituali della
correttezza politica, secondo il regista
Marco Tullio Giordana questa grande tragedia deve essere filtrata attraverso la piet
che, dopo cinquantanni, ognuno dovrebbe
riuscire a provare (allestimento Teatro stabile di Torino, scene di Carmelo Giammello, costumi di Elisabetta Montaldo).
SULLAMORE OSCURO E LA LIBERTA, testi di Federico Garca Lorca, regia di Maurizio Scaparro (Teatro Eliseo, Roma 19 gennaio)
Ho un concetto del teatro in un certo
senso personale e tenace: la poesia che
nasce dal testo scritto e si fa umana. E nel
farsi tale, parla e grida, piange e si dispera.
E necessario che a teatro i personaggi in
scena conservino tratti poetici e nello stesso tempo che gli si vedano le ossa, il sangue. Il teatro, scriveva ancora Federico
Garca Lorca, sempre stato la mia vocazione. Lusignolo dellAndalusia, come lo
chiamavano gli amici, venne fucilato dai
franchisti, per puro odio, il 19 agosto 1936.
Era nato il 15 giugno 1898 e, oltre allopera
poetica, Donna Rosita nubile e La casa
di Bernarda Alba, contribu a rivoluzionare la scena del 900 presentando, nel
Pubblico e in Senza titolo, la figura del
poeta come la materia stessa del dramma.
Interpretato da Giorgio Albertazzi, lo spettacolo chiude cinque giornate di recite e
convegni promosse da Maurizio Scaparro
per ricordare Lorca, non solo come una
delle vette della letteratura drammatica,
ma come attore, musicista, disegnatore,
cio un artista mediterraneo completo.
AGONIA E MORTE DELLISTITUTO DEL
DRAMMA ITALIANO, decreto del ministro
Walter Veltroni (Roma, 15 gennaio)
Nonostante la sua personalit giuridicamente privata, lIdi ha costituito dal 1947
lo strumento dellintervento pubblico a sostegno degli autori italiani. Indubbiamente
il retaggio della mentalit statalista e corporativa che, coltivata dal fascismo, ha improntato il teatro italiano contemporaneo.
Nemmeno si potrebbe onestamente dire
che nei suoi 50 anni abbia brillato per intraprendenza. Per, nel paese degli enti
inutili prorogati per decenni, ricorrere a un
decreto governativo, ovvero a un atto urgente, per risanare un esubero di 4 dipendenti e il costo annuale di 1 miliardo, sembra la nota cannonata sulla Croce rossa.
Tanto pi che, rispetto a questa e simili incursioni decisioniste (che sembrano rivolte
in particolare ai teatri milanesi), si persa
traccia di ogni riforma strutturale, gi reclamizzata come risolutrice e di fatto compiuta. In una dichiarazione allAgenzia Italia, il presidente degli scrittori teatrali, Mario Moretti, fa notare la responsabilit dellEnte teatrale italiano nella crisi che infine ha travolto lIdi. Presieduto da Renzo
Tian e, secondo lopinione comune, tenuto
assai in conto dallattuale ministro, lEti ne
avrebbe infatti reso impossibile la gestione,
rifiutandosi di eleggere i propri membri
nel consiglio damministrazione.

IL FOGLIO quotidiano
ORGANODELLA CONVENZIONEPERLAGIUSTIZIA
DIRETTORE RESPONSABILE: GIULIANO FERRARA
CONDIRETTORE: LODOVICO FESTA
SOCIET EDITRICE: IL FOGLIO QUOTIDIANO S. R.L.
VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 M ILANO
TEL. 02/8639181 - F AX 02/878596
CONSIGLIODI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE E CONSIGLIERE DELEGATO: SERGIO ZUNCHEDDU
CONSIGLIERI: GIULIANO FERRARA, SERGIO SCALPELLI,
GIUSEPPE SPINELLI, LUCA COLASANTO
REDAZIONE: BEPPE BENVENUTO, MICHELE BURACCHIO,
UBALDO CASOTTO, LAURA CESARETTI, MAURIZIO CRIPPA,
FEDERICO DE ROSA, MATTIA FELTRI,
NICOLA PORRO, ROSANNA RAGUSA, CHRISTIAN ROCCA
DAGLI STATI UNITI: MAURO LUCENTINI
SEGRETERIADI REDAZIONE: MARILENA MARCHIONNE
R EGISTRAZIONE T RIBUNALEDI MILANO N. 611 DEL 7/12/1995
ISCRIZIONEAL R EGISTRO NAZIONALEDELLA STAMPA N. 5160 DEL 29/5/96
TIPOGRAFIE: ON LINE SYSTEM - VIADELLA MAGLIANA 400 - 00148 ROMA;
STAMPA QUOTIDIANA - VIA RISORGIMENTO 12/B - 20030 SENAGO (MI)
D ISTRIBUZIONE E SCLUSIVA PER LITALIA : A&G MARCO SPA
V IA F ORTEZZA , 27 - 20126 MILANO
PUBBLICIT - CONCESSIONARIA : A REA NORD, V IA TUCIDIDE 56
20134 M ILANO, T EL . 02/70003302 - FAX 02/70001941
SPEDIZIONEIN ABBONAMENTO POSTALE (45%)
ART. 2 C OMMA 20/B LEGGE 662/96 FILIALEDI MILANO

UNA COPIA L.1.500 ARRETRATI L.3.000+ SPED . POST.


IL FOGLIO PRESENTEIN INTERNETNEL SITO:
http://www.ilfoglio.it e-mail: lettere@ilfoglio.it
SERVIZIO A BBONAMENTI
NUMERO VERDE:

ANNO III NUMERO 12 - PAG 3

EDITORIALI
Le merendine del candidato pentito
D

a un anno la giustizia italiana, insieme con la sua inseparabile sorella, la politica, se ne sta appesa a una
vicenda incredibile, che dovrebbe sapere di fango e di fatica e forse anche
di sangue, perch si tratta del destino
del Verru, del maiale Giuseppe Brusca, e invece sa di scuoletta, di trabocchetti e trucchi. Il preside, Gian Carlo
Caselli, continua a far esaminare da diverse commissioni un boss della mafia
candidato al pentimento, che ormai
come la maturit per un allievo scrupoloso di Cosa Nostra: per ottenere la
promozione (libert & stipendio & protezione) con laiuto dellavvocato Luigi
Ligotti (il famoso membro interno che
d laiutino) il candidato si spinge in
qua e in l con la sua irrefrenabile fantasia, e cos ci ritroviamo ogni volta in
una situazione diversa. Ieri si tent di
inquinare Luciano Violante, oggi minacciata la Torre di Pisa, domani la merendina, dopo domani addirittura Antonio Di Pietro: un impressionante susseguirsi di paesaggi monumentali devastati dai missili verbali dellaspirante. Per mesi e mesi e mesi, senza che accada nulla, senza che venga deciso nulla; e dunque nel sospetto sempre pi
diffuso, razionale e legittimo, che la
promozione possa arrivare solo e soltanto se il candidato risponder come
si deve, come essi desiderano, alle do-

mande degli occhiuti esaminatori.


Incredibile. Una volta cera il confidente: spifferava fatti che non avevano
valore processuale e poi scompariva
nel nulla, perch i magistrati e i poliziotti indagavano e cercavano riscontri
e prove per il processo. Poi arrivato il
pentito, quello buono, diciamo cos allamericana: dice tutto in una volta,
quello che dice diventa prova di per s,
e poi scompare anche lui come nei migliori film di Martin Scorsese. Poi arriv Masino Buscetta, il pentito rateale
di primo rango: dice una cosa, parte un
processone, si smantella la cupola, e
poi si arriva al terzo livello, a Giulio
Andreotti, ma solo quando la situazione politica lo consente (Buscetta lo ha
confessato: Se ne avessi parlato prima,
mi avrebbero preso per pazzo, e le sue
accuse sono arrivate quando il senatore a vita era politicamente cotto). Ma
ora non basta pi nemmeno il pentito a
rate, che pigri legislatori avevano promesso di riformare per evitare lo scandalo di un esercito di falsi pentiti, con
cosca a carico. Ora la volta della mina
vagante, quel Brusca che dice e non dice o dice, secondo il suo tutore e avvocato, il 25 per cento di quello che sa. Riservandosi il resto per un bel negoziato con lo Stato ai fini della promozione.
Luned u Verru riparler a Firenze,
ma il diploma quando glielo danno?

Il disincanto delleurosocialismo
I

l movimento di protesta dei disoccupati francesi si va estendendo: dallinvasione degli uffici di collocamento e
dalle manifestazioni dei senza lavoro, si
passati alloccupazione di sedi universitarie, di grandi cole e ai cortei studenteschi. Il fatto che il governo abbia
emanato il testo del suo disegno di legge
sulle 35 ore, che secondo Htel Matignon dovrebbe creare centinaia di migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni, non servito a calmare le proteste. Si
tratta di una ricetta che non convince n
il mondo dei disoccupati n quello studentesco. Sembra finita la luna di miele dei francesi con Lionel Jospin e con
la sua quipe che avrebbe dovuto realizzare profondi mutamenti, nel nome di
un socialismo rinnovato, cos da risolvere i problemi della societ francese alle
soglie del Duemila, con unimmaginazione sconosciuta a Jacques Chirac e
Alain Jupp. Della popolarit di Jospin
rimane solo laffettuosa immagine di
brava persona. Vi persino chi afferma
che Chirac sia stato una volpe nellindire elezioni anticipate, cos da passar la
patata bollente ai socialisti e da prepararsi per tempo e con calma alla campagna per la rielezione.
Lincapacit di fare scelte nuove dei

socialisti francesi al governo, non molto differente da quella di Tony Blair di


diversificarsi dai conservatori: salvo
nelluso della comunicazione. In economia, il governo Jospin si limita a rallentare le privatizzazioni precedentemente
decise, mentre non si vede alcun disegno di politica industriale alternativo a
quelli di Chirac. Per quel che riguarda
lEuropa monetaria, tutto si concentrato nella richiesta che il Governatore
della Banca centrale sia il francese
Jean Claude Trichet, assicurando che
altrettanto rigoroso e monetarista dei
candidati rivali, e nel reclamare un direttorio politico (con esclusione degli inglesi), per addolcire un poco il tasso di
interesse: un obiettivo, quello di un tasso di interesse mite, che non differenzia
il governo progressista dalle associazioni di industriali e commercianti. E nulla stato proposto, per risolvere la crisi
del Sud-est asiatico, di diverso da ci
che sta facendo il Fondo monetario internazionale. Leconomia in ripresa
ma resta stabile il numero dei disoccupati, attestato sui massimi livelli europei del 12,5%. Insomma la scatola delle
novit vuota: lunica quella della legge per le 35 ore, e questa peggiora la situazione (almeno quella occupazionale).

Rai, un servizio senza pubblico


I

l direttore generale della Rai ha preso un drastico provvedimento per


porre rimedio al declino dellemittente
pubblica, ormai non occasionalmente
battuta negli ascolti dalla concorrenza:
ha decimato il manipolo di corrispondenti che seguiranno il Papa allAvana,
riducendoli dai previsti 105 a soltanto 78. In questa modesta notiziola
concentrato il succo della crisi gestionale dellemittente di Stato. Come in
una squadra di calcio delloratorio, tutti corrono sulla stessa palla e perdono
la visione del gioco. Se si aggiunge che
spesso i giocatori sono scelti per imperscrutabili ragioni di anzianit, di affiliazione politica o di protezione sindacale e, soprattutto, che il loro numero ancora pletorico (pur dopo numerosi tagli), si comprende come i numerosissimi dirigenti della Rai, sempre
occupati a dirigere il traffico caotico
dei loro uffici ingorgati, non abbiano
materialmente il tempo di occuparsi
dei programmi. Che infatti naufragano,
uno dopo laltro, o vivacchiano.
Ma oltre e al di sopra delle convulsioni gestionali, ci che nuoce alla Rai

la concezione altezzosa e didattica


che i suoi amministratori danno della
funzione di servizio pubblico, quella in
base alla quale gli italiani sono assoggettati al pagamento del canone. Parlando dei concorrenti di Canale 5, che
hanno ripetutamente surclassato la Rai
sia nellintrattenimento sia nellinformazione (realizzata con un terzo dei dipendenti), il presidente della Rai, Enzo
Siciliano, ammette che stanno facendo
una tv per tutti, ma non confondiamo
questa con il servizio pubblico. Ma allora che cos questo famoso servizio
pubblico, se non si caratterizza appunto per il fatto di essere rivolto a tutti? A
giudicare dal settore informativo, si direbbe che il carattere di servizio pubblico si esprime nellufficialit, nel minuzioso resoconto di tutte le attivit del
governo, nella supina accettazione delle veline. Purtroppo il teatrino politico
italiano gi cos scontato, che, sottoposto allulteriore omologazione della
Rai, pu diventare assolutamente indigesto. Per questa via, e con il sostegno
dellUlivo, forse la Rai conserver il
servizio, ma non il pubblico.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 17 GENNAIO 1998

Albania un anno dopo, stanno tornando le bande (e la paura)


Tirana. La missione Alba salv lanno
scorso lAlbania dal caos armato in cui era
precipitata dopo il fallimento delle piramidi
finanziarie che bruciarono i risparmi di tutta la popolazione. Seguirono elezioni anticipate, giudicate regolari dallOsce. Usc vincitore il Partito socialista (ex comunista), che
si assicur la maggioranza assoluta nel nuovo Parlamento. Nei primi 3-4 mesi del governo guidato da Fatos Nano la situazione dellordine pubblico sembr avviarsi verso la
normalizzazione. Ma la calma apparente nascondeva soltanto una tregua armata.
Eccoci rapidamente a un oggi che torna a
farsi assai minaccioso. A Sud, dove fu lepicentro della rivolta contro lex presidente
Sali Berisha, lo Stato ha perso in pochissimo
tempo il terreno guadagnato con fatica in alcuni mesi. Ormai la legge sono tornate a farla le bande armate. Solo nelle ultime settimane si sono registrati vari assassinii di poliziotti impegnati a contrastare i traffici di
droga, armi e clandestini. Al Nord, oltre alle
bande che pure non mancano, il governo socialista deve affrontare lodio di una popola-

zione tradizionalmente anticomunista.


Il ritorno sulla scena delle bande armate
ha una spiegazione logica. Esse convivevano
bene, prima, anche con Berisha. Fu solo il
crollo delle piramidi, che bruci gran parte
dei loro risparmi a scatenarle contro Berisha, ritenuto il responsabile del tracollo. Cos, nelle elezioni di giugno, la malavita organizzata prefer esercitare tutta la sua influenza a favore di Fatos Nano. Il quale, nella piazza centrale di Valona e davanti a decine di migliaia di persone, promise che
avrebbe restituito i soldi delle piramidi. Aiutando i socialisti, i vari gruppi mafiosi pensavano di assicurarsi anche un lasciapassare per i loro traffici. La delusione stata
grande. Una volta al governo, i socialisti non
hanno restituito neanche un centesimo dei
soldi delle piramidi, per la semplice ragione
che non ce nera traccia. Nello stesso tempo,
sotto la pressione della comunit internazionale, il nuovo governo tent qualche timida
azione contro il crimine organizzato. La reazione non si fatta aspettare.
Le condizioni per far ripiombare lAlba-

nia nel caos ci sono tutte. In primis, la peggiorata situazione economica. Lincertezza
tiene lontani gli investitori stranieri: esclusa
Tirana, nelle restanti zone del paese la disoccupazione sfiora il 70 per cento. Si vive
con gli aiuti dei parenti emigrati e di espedienti. Incluso il brigantaggio come forma
atavica di sopravvivenza. Tutto questo mentre il governo riesce a pagare un poliziotto
soltanto 100 mila lire al mese. Difficile trovare persone disposte a rischiare la pelle
per questa somma. Pi facile chiudere un occhio o anche due. Ma la corruzione sta dilagando anche nella nuova amministrazione.
Non risparmiando, secondo voci accreditate,
anche i vertici. Un motivo in pi perch il
malcontento e la delusione crescano a vista
docchio. E la via delle armi sempre vicina:
per ammissione dello stesso ministro degli
Interni, Neritan Ceka, fino adesso stato raccolto solo il 10% delle armi saccheggiate dai
depositi dellesercito nel marzo del 97 (circa
un milione di pezzi). Un rischio politico sta
invece nellatteggiamento dellopposizione,
raggruppata attorno a Berisha, che chiede le

dimissioni del governo, la formazione di un


esecutivo tecnico ed elezioni entro un anno.
Per assicurarsi la fondamentale collaborazione dellopposizione nella gestione di una
situazione sempre pi ingovernabile, i socialisti dovrebbero offrirgli qualcosa: almeno le elezioni anticipate in un arco di tempo
ragionevole. Per, fino adesso, Nano ha dimostrato di non voler cedere su niente.
Fra la popolazione cresce, nel frattempo,
la voglia di andar via. Possibilmente in Italia.
Negli ultimi giorni in Puglia sono stati fermati circa 700 clandestini provenienti dallAlbania. Ignari del recente accordo che il
governo italiano ha imposto a quello albanese per frenare limmigrazione clandestina.
Fatto che dimostra come il problema non
fosse costringere Nano a firmare laccordo,
ma metterlo nelle condizioni di rispettarlo.
Ma in questi mesi, di veri investimenti in Albania non ne sono arrivati, mentre sarebbe
necessario rimettere in moto almeno il settore agricolo, dove una volta lAlbania era
autosufficiente. Si preferito attendere. Forse larrivo di unaltra piena.

La guerra dei rotocalchi tra gadget e inchieste vecchio stile


CON VIDEO, CD-ROM E COMPACT DISC IL NEWSMAGAZINE DEL FUTURO SAR UN PRODOTTO MULTIMEDIALE
Milano. Voci nuove nel mondo dei settimanali. A destra si fanno sentire Marcello
Veneziani con Lo Stato, e Daniele Vimercati che ha fatto tornare in edicola una vecchia e nobile testata come il Borghese creato 49 anni fa da Leo Longanesi. Dal centrosinistra si risponde con Liberal, che abbandona la sua cadenza mensile, rimpolpando
redazione e consiglio damministrazione, e
con il Diario, fondato un anno fa da Enrico
Deaglio, che proprio in questa congiuntura,
nonstante i pareri negativi degli esperti, ha
deciso di sganciarsi dallombrello protettivo dellUnit.
Nella giungla della carta stampata
Fatto sta: proprio in questo periodo il
Diario della settimana, che per un anno, dal
24 ottobre 1996, uscito ogni mercoled in
abbinamento con lUnit, diventato adulto, emancipandosi dallala protettiva sotto
cui ha potuto nascere e svilupparsi. Per desiderio di autonomia, per sperimentarsi in
campo aperto, per sfuggire ai crescenti problemi che stanno sorgendo allinterno del
quotidiano fondato da Antonio Gramsci, da
due mesi il Diario va in edicola senza padri,
madri e fratelli maggiori. Deaglio ha voluto
tener fede al patto sancito un anno fa con i
suoi lettori. Scegliendo, per onorarlo, un
momento non proprio facilissimo per i periodici, contrassegnato da una concorrenza
che tende a farsi sempre pi ruvida: Espresso e Panorama continuano a cambiare pelle alla ricerca di nuovo appeal e Liberal, avversario quasi diretto, si appresta a settimanalizzarsi.
C dunque da chiedersi come stia andando il Diario: se il prodigio su cui in pochi avrebbero scommesso s avverato. La
redazione milanese si trova nellex officina
di un corpo di fabbrica dinizio secolo nella
milanesissima via Melzo. Con gran fragore
di vetri, Luca Formenton irrompe nello
stanzone. Il discendente di Arnoldo Mondadori ha pi laspetto del reduce sessantottino che il physique du rle del presidente
del consiglio di amministrazione della societ editrice. A malapena riesce ad attirare lattenzione del direttore, immerso nella
stesura di un articolo.
Enrico Deaglio si scosta dal computer,
mette via la rivista americana da cui sta traducendo un pezzo sul futuro dellindustria
editoriale, si concentra stringendo un po gli
occhi e poi, mentre una sigaretta incontrollata si consuma solitaria appestando laria
umida, comincia: Siamo da due mesi in
edicola. Da due mesi da soli, senza lUnit,
voglio dire. E siamo soddisfatti. Il primo numero uscito il 29 ottobre e nonostante laumento del prezzo di copertina da 1.500 a
3.000 lire ha venduto 52.000 copie su una tiratura di 75.000. Da allora in poi la diffusione ha oscillato tra le 40.000 e le 45.000. Andando ad attestarsi sulle 42.000 copie. Per
noi va bene, dato che il nostro punto di
break even sulle 30.000. Se resta cos
un successo.
Spartano nella grafica e nella carta, pesante nei contenuti, il settimanale va in direzione diametralmente opposta a quella
perseguita dai newsmagazine italiani. Ceneorge Steiner un eminente critico
G
letterario, unautorit internazionale
negli studi di letteratura comparata. Ma
anche un ebreo poliglotta e, proprio per
questo, incapace di decidere quale sia la
sua vera lingua materna tra tedesco, francese e inglese. Nato a Parigi nel 1929, da
genitori di origine viennese, deve a suo padre, lungimirante e pessimista profeta dellOlocausto, la prima educazione e liniziazione al culto della potenza espressiva
del linguaggio.
Il vecchio Dottor Steiner (che fece fortuna come banchiere in Austria e come
esperto dei mercati finanziari internazionali, in unepoca in cui questi meccanismi
erano appena agli albori) non apprezzava
infatti molto i suoi colleghi, tranne Slegmund Warbung, e non voleva che il figlio
abbracciasse la medesima professione. Gli
insegn quanto fosse importante comprendere la fragilit della fortuna degli
uomini. Magari meditando su un episodio
dellIliade nel quale si racconta la vendetta di Achille per la morte prematura
dellamico Patroclo, ucciso nonostante primeggiasse tra gli Achei. Allo stesso modo
Achille sar destinato a soccombere alla
legge del fato. Se cos, ammoniva il vecchioSteiner, non ha senso cercare di sottrarsi al proprio destino, invocando piet.
Dallinsegnamento paterno il celebre
critico trae la conclusione che, nonostante gli orrori di Auschwitz, lumanit non si
lascer mai annientare perch dispone

to pagine, di cui 15-18 di pubblicit (pari a


un fatturato realizzato lanno scorso di circa due miliardi e mezzo), zero gadgets, lunghe colonne di testo e un uso moderato dellimmagine in quadricromia.
La struttura interna del giornale basata su un tema centrale sotto laltisonante titolo di inchiesta vecchio stile, cinque o sei
pezzi dagli inviati allestero e in Italia e una

no dato ragione a Deaglio, ma ancora presto per le conclusioni. I dati dicono che proprio i settimanali agganciati ai quotidiani
sono quelli che vanno meglio. E molto difficile valutare cosa potr succedere sulla distanza, cio nellarco di almeno un anno, a
un Diario che approda in edicola senza ombrelli protettivi. La concorrenza spietata.
E sempre pi arduo essere individuati tra

Nuovi settimanali alla ribalta. Liberal, Lo Stato, Il Borghese, si fanno


strada tra i colossi Espresso e Panorama. Lunghi articoli, nessun gadget e
poca autoironia. Il Diario di Enrico Deaglio rinuncia allombrello protettivo
dellUnit. E si autoelegge club della buona lettura
fitta appendice di rubriche culturali. Rifacendosi, su un piano decisamente pi divulgativo, per i contenuti e il modo di affrontare e porgere la notizia, agli inserti culturali della grande stampa tedesca e britannica, mentre a livello grafico non si discosta molto da Linea dOmbra, il mensile
fondato da Goffredo Fofi e prodotto oggi
dalla stessa famiglia editoriale. Una serie di

ingredienti, insomma, che si sposano facilmente col giornalismo di qualit, pi di rado col successo di pubblico.
I risultati in edicola e i dubbi dellesperto
Certo, il Diario pu contare su un nocciolo duro di lettori che gi lo acquistava da solo. Avevamo una formula strana spiega
Deaglio, il mercoled uscivamo blindati
con lUnit a 3.000 lire, il resto della settimana da soli a 1.500. E landamento delle
vendite mostrava che cera una quota di acquirenti, un 20, 25 per cento, che lo prendeva indipendentemente dallUnit o magari
che non voleva lUnit e voleva solo il Diario. Daltra parte nel giorno in cui uscivamo
noi, anche lUnit registrava un incremento
di vendite: circa un dieci per cento in pi.
I risultati denunciati da Deaglio lasciano
qualche perplessit tra gli addetti ai lavori.
Per Luigi Guastamacchia, manager editoriale, la scelta di autonomia del Diario rischia di rivelarsi prematura. Non mi
sembrato proprio il momento pi opportuno per scegliere la strada dellautonomia
spiega. Finora i risultati diffusionali han-

LIBRI
George Steiner
ERRATA. AN EXAMINED LIFE
186 pp. Weldenfeld & Nicholson, Lst. 11.99
del potere creativo del linguaggio. Anzi,
dei linguaggi e della pluralit delle lingue.
Non un caso che il comparatista Steiner sia un entusiasta del dopo Babele, ritenendo che la confusione delle lingue abbia infinitamente potenziato le capacit
espressive e la forza comunicativa dellumanit. Arricchendone la vitalit e lautoconsapevolezza.
Le tappe della sua cosmopolita biografia, dagli anni del Lyce francese di
Manhattan, agli studi allUniversit di Chicago, segnati dallincontro con Leo Strauss
(altro ebreo esiliato e magistrale interprete del linguaggio politico dei grandi classici, da Platone a Machiavelli, a Spinoza),
sono anche un modo per consentire a Steiner di raccontarci come conquist quelli
che poi saranno gli amori della sua vita di
studioso: Dante, Racine e Shakespeare.
Unappassionata ricerca del senso del
nostro patrimonio culturale conduce il critico a cercare di delineare una mappa cre-

le circa 4.000 pubblicazioni esistenti. Uscire


con lUnit facilitava laggancio del lettore,
trovarsi da soli in edicola significa sottoporsi a una sostanziale indifferenza del
pubblico.
Il lettore esemplare del Diario, per,
sembra attratto proprio dallunderstatement della rivista. Il giornale piace per il tono pacato, un po distante. Dal punto di vista della scommessa iniziale conferma
Deaglio, per noi stata una sorpresa. Proprio perch abbiamo rotto con una tradizione di settimanali considerati di lettura
veloce. Facciamo un giornalismo narrato,
dando un tono di racconto sia allinchiesta
che ai pezzi degli inviati. Un giornalismo
che per varie ragioni non viene praticato
dagli altri. Tanto che ci siamo definiti il club
della buona lettura.
Unopinione confermata da un lettore
professionale come Dino Messina, vicecaporedattore culturale del Corriere della Sera. Pi di una volta commenta il giornalista, mi sono meravigliato nel notare laccuratezza del lavoro redazionale, soprattutto per quanto riguarda le notizie culturali.
Se c una cosa da apprezzare il coraggio
di andare in controtendenza, di far sentire
la propria voce diversa in un panorama di
avvilente omologazione di tutta la nostra
stampa. Giancarlo Bosetti, direttore di Reset, va oltre affermando che il Diario riuscito con straordinaria efficacia a mantenere le sue promesse, il che evidentemente dimostra un rapporto molto stretto e costruttivo tra la buona lettura e lalta qualit della scrittura.
Un compiacimento un po sussiegoso
Per Pasquale Chessa, vicedirettore di Panorama, vero giusto il contrario: pur apprezzando la formula di cui ravvede nel
complesso dellinchiesta portante una
grande novit, trova il risultato finale
opaco, ma soprattutto non condivide il
sussiegoso compiacimento del tono minimalista. Se il direttore di Liberal, Ferdinando Adornato, pur conoscendo bene il
Diario preferisce non esprimere alcun giudizio, il caposervizio culturale del Giornale, Stenio Solinas, evita commenti perch il
settimanale, afferma senza reticenze, non
lha mai sfogliato.
Franco Cordelli, scrittore e consulente
culturale della Rai, ideologicamente londibile e articolata della storia della cultura occidentale. Una mappa capace di mescolare insieme risultati intellettuali e
pulsioni emotive, senza nascondersi anche
le inevitabili contraddizioni e anomalie
che un percorso cos frammentato impone.
Steiner analizza la separazione che si
sta consumando tra il mondo e la parola,
confrontando la crisi attuale con la solarit dei greci. Cos il pensiero di Martin
Heidegger (epocale pur nella sua ambiguit) diviene esemplare. Lo stesso dicasi
dellebraismo e della sua sfuggevolezza.
In particolare, sono tre i momenti che
possono illuminarci sulle radici profonde
dellantisemitismo. La reazione alla pretesa di Mos di vantare unintimit privilegiata con lunico Dio; lo scandalo di Cristo che detta il comandamento di amare i
propri nemici, sciogliendo cos ogni distinzione; linvito provocatorio di Karl
Marx a rovesciare il senso della storia,
abolendo tutti i capisaldi su cui si era fino
ad allora faticosamente costruita.
Nonostante la ricchezza e la tonificante
familiarit con i grandi classici, il libro
pervaso da una profonda amarezza. Vi
aleggia il senso incurabile dellincompiutezza del proprio lavoro. Ma anche, meno
modestamente, la convinzione che gli incorreggibili errata della propria esistenza si confrontano con la minaccia e le
volgarit di una barbarie montante, di
fronte a cui laristocratico mestiere del critico impotente.

tano dallimpostazione del periodico di


Deaglio, ne apprezza il carattere non strillato, non basato sulla falsit. Il Diario dice appartiene a una sinistra che fa sul serio, e questo mi va bene. Quello che mi piace meno che Deaglio e i suoi si prendono
troppo sul serio, il che meno allegro. Se
avessero un po pi di brio e meno spirito
pedagogico sarebbe meglio. Daltra parte
conclude Cordelli ho limpressione che il
Diario sia uno dei pochi giornali italiani a
credere ancora che in questo paese sia
possibile uneducazione culturale del pubblico.
La crisi dei settimanali
A livello giornalistico, invece, c chi una
spiegazione della buona performance del
Diario se l data. Che un malessere ci sia
in campo editoriale cosa risaputa suggerisce a Segrate una voce che chiede di rimanere anonima, visto che i direttori dei
principali newsmagazine cominciano a
porsi il problema del futuro. Dissimulando,
ma neppure in modo perfetto, la loro
preoccupazione per uneditoria drogata e
chiedendosi cosa potr accadere in edicola quando i giornali arriveranno spogli. Il
fatto che oggi non c alcun mago del
marketing in grado di calcolare la cosiddetta base, la diffusione reale, cio, di un
periodico, scorporata di tutta la sovrastruttura, fatta di gadgets, ma anche di diffusione fittizia e di campagne abbonamento forzate. La conclusione paradossale, a cui conduce il risultato del Diario, che la grande
editoria ha percorso una strada fin qui obbligata che per giunta a un vicolo cieco.
Con la relativa contrazione del mercato
piuttosto che con la sua espansione. Tutti,
indistintamente, perdono copie. Per recuperare quote, ritrovare sintonia di gusti con
aree di lettori sempre meno interessati a
una stampa troppo generalista, necessario ripercorrere strade antiche riscoprendo, ed il caso di Deaglio e del suo Diario,
ambiti di mercato altrimenti destinati ad
estinguersi. Lesasperata ricerca di rivolgersi a tutti finisce per non accontentare
pi nessuno.
La corazzata mondadoriana resiste bene,
come dicono da quelle parti, trasformandosi in un giornale omnibus, molto vario e versatile. E, dicono in Mondadori, linevitabile
risposta alle tortuosit del mercato del neodirettore Roberto Briglia (che in passato ha
guidato il settimanale Epoca, inventando
curiose sinergie di eccezionale successo
con la tv).
Si muovono con diversa filosofia i concorrenti diretti dellEspresso. Bisogna
uscire da questa stupida impasse: gadgets
s, gadgets no affermano perentori in via
Po. Il newsmagazine del futuro va visto come un prodotto multimediale. Le videocassette, i cd-rom, i compact disc allegati al
giornale non possono pi essere considerati omaggi spuri per veicolare il prodotto, come i profumini allegati a certi rotocalchi
popolari, ma sono parte integrante di una
merce multimediale, cos come anche gli
estensori della riforma della legge 416 sulleditoria stanno recependo.

50 ANNI FA
17 GENNAIO 1948
Un tunnel sotto la Manica? Suscita curiosit un progetto francese per la realizzazione di un tunnel che dovrebbe consentire di raggiungere la sponda opposta
del Canale passando per una galleria scavata 12 metri sotto il fondo del mare. La
prima proposta di costruire un tunnel fu
avanzata al tempo di Napoleone. Nel 1860
fu fondata una Compagnia franco-inglese
per la realizzazione di un doppio binario
ferroviario sotto il Canale ma il progetto
non and in porto per lopposizione del
governo britannico che addusse ragioni di
sicurezza militare. La costruzione del tunnel sar decisa dai due governi solo nel
1964 dopo che sar stata scartata la proposta di gettare un ponte attraverso la Manica. Ma i lavori cominceranno effettivamente solo nel 1987 per concludersi nel
1994 con un costo di 10 miliardi di sterline, quattro volte pi del previsto.
Protesta italiana a Mosca per un articolo della Literaturnaya Gazeta che definisce il leader socialdemocratico, Giuseppe
Saragat, un traditore e un agente
americano. Una lettera inviata dal nostro
incaricato daffari suscita lindignazione
del direttore del quotidiano moscovita
che rincara: Saragat un rinnegato che
vende se stesso e i suoi connazionali per
una borsa di dollari.

ANNO III NUMERO 12 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 17 GENNAIO 1998

Ultime sulla disputa tra il dottor Borrelli e il magistrato svizzero che ci critica
Signor direttore - Lei potr certo intuire le ra gioni per cui, dopo le dichiarazioni di Michele Ru sca, presidente di Corte dappello a Lugano, tra
la procura milanese e quella ticinese siano corse
delle telefonate, e perch il dottor Francesco Sa verio Borrelli si sia affrettato a comunicare an che alla Svizzera tutta la sua amarezza profes sionale per le dichiarazioni di un suo cos stretto
collaboratore. Il dottor Borrelli, in unintervista
alla
(15.1.1997, Lugano) protesta: So no dichiarazioni, perlomeno quelle riportate dal la stampa, che mi stupiscono profondamente. Mi
stupisco quando il giudice Rusca afferma che da
noi (in Svizzera, ndr.) molto raro che un magi strato si esprima su procedimenti in corso, tanto
meno su valutazioni politiche poste al Parla mento; e il presidente Rusca che ha fatto?.

Per, nella foga di ritorcere le critiche al collega


svizzero, Borrelli sembra non savveda che finisce
per confermarle (specie quella di aver indagato
quasi solo su Berlusconi): Non si forse
espresso su procedimenti - replica Borrelli - che ci
sono stati o che sono in corso davanti a lui per
tutte queste rogatorie?.
Mi pare dunque unottima idea che il dottor
Michele Rusca, dopo essersi detto a sua volta
sorpreso dal taglio dato dai quotidiani a una
mia intervista di tono pi pacato, abbia an nunciato una breve vacanza non prima per di
aver precisato per iscritto qual il suo vero, au tentico, integrale pensiero circa le condizioni del la giustizia italiana: Il mio intervento - scrive
Rusca alla Regione - voleva piuttosto sviluppa re un discorso su due contrapposti sistemi giudi -

ziari. Che la vita giudiziaria italiana sia molto po liticizzata sotto gli occhi di tutti. Ma parados sale constatare che in Italia le interferenze tra il
potere giudiziario e quello politico sono manife stamente pi intense di quanto avviene in Sviz zera, anche se da noi lelezione dei magistrati av viene regolarmente su proposta dei partiti politi ci. Un paradosso che fa riflettere, se si tien conto
che la Svizzera lunico paese dellEuropa conti nentale dove non vige il sistema della magistra tura per concorso, che in teoria dovrebbe garan tire una maggiore indipendenza politica dei giu dici. Ulteriore argomento che mi era parso degno
di riflessione che, in Italia, linterrelazione tra
magistratura e giustizia esce dagli schemi abi tuali: generalmente si paventano pressioni poli tiche sui giudici e si cercano adeguati correttivi

in garanzie quali linamovibilit del giudice o


lautogoverno della magistratura (praticamente
assenti dal sistema svizzero). Lanomalia sta ora
nel fatto che sono sempre pi frequenti le incur sioni di magistrati italiani su questioni di com petenza del Parlamento o del governo, con gran de eco di stampa. Quanto alle dichiarazioni sul
pool Rusca nega che in un discorso di questo ge nere si possa intravedere un attacco al pool di
Mani pulite o che il pool usa i documenti in viati dalla Svizzera solo contro Berlusconi (e al lora su questi due punti sar lietissimo di mette re a disposizione sua, dei cronisti e/o degli even tuali inquirenti che ne faranno richiesta, la regi strazione dellintervista di Tempi a Rusca),
deformando ad arte la mia constatazione che
gran numero delle rogatorie italiane di peso con -

cernono indagini avviate contro il gruppo Finin vest e che sarebbe improprio parlare di inchieste
giudiziarie a 360 gradi sulla corruzione in Italia.
Non vi infatti alcun riscontro oggettivo nella
quantit e nel genere di processi per corruzione
finora celebrati nelle aule penali italiane, a cin que anni dallinizio di Tangentopoli.
Scusi direttore, ma pi che una smentita non
le sembra un rincaro della dose?
Luigi Amicone, direttore di Tempi
S. Le critiche ai magistrati sono in fondo
meno importanti, sebbene spesso necessarie,
delle analisi serie sui diversi sistemi di giustizia. Il presidente Rusca un magistrato
che collabora con lItalia, le sue parole hanno un peso doppio.

Corone
Stoccolma apprezza la glasnost
ma non i pettegolezzi. Paese
che vai, onorificenza che trovi
I DOLORI DELLA GIOVANE VITTORIA,
primadonna (controvoglia) di Svezia
Il 1997 stato un anno duro per la principessa Vittoria di Svezia, primogenita del
re Carl Gustav XVI e della di lui moglie di
origini borghesi tedesche, Silvia. Vittoria
finita ripetutamente nel mirino della stampa del suo paese, per via della sua anoressia nervosa, combattuta e resa pubblica
senza ipocrisie n veli da lei e dalla famiglia reale. Una scelta di glasnost alla
scandinava che, unita al suo carattere solare e simpatico, valsa allerede al trono la
nomination di svedese dellanno da parte di un quotidiano di Stoccolma. Ma Vittoria non per nulla felice di venir trattata
come una rampolla di casa Windsor dai
giornali svedesi che si stanno rapidamente
(e pericolosamente) tabloizzando. Cos la
notizia sbandierata della sua imminente
iscrizione alla facolt di Scienze politiche
della celebre Universit di Uppsala corredata dalla malandrina pubblicazione
della piantina della sua futura casa da studentessa, lha indotta a cambiare progetti.
E, sebbene sia un vanto di famiglia che i
reali di Svezia compiano gli studi in un ateneo svedese, ha deciso di scegliere una meta estera. Lo scopo di darle la possibilit
di studiare in pace ha detto la portavoce
dei reali, Elizabeth Tarras-Wahlberg. Forse Vittoria andr a finire a Princeton. Ma,
su questo, per ora silenzio.
DIVENTARE DUCA, LASPIRAZIONE segreta di ogni vero spagnolo
Nella monarchia spagnola, che ha guadagnato nuovo lustro negli ultimi anni dopo
un lungo e un po polveroso sonno, si fa un
certo abbondante uso del titolo di duca. Negli ultimi ventanni il nobile blasone stato
offerto diverse volte, per motivi vari. Lex
premier centrista Adolfo Suarez, dopo aver
pilotato verso acque calme la nascente democrazia iberica, diventato il duca di Suarez. Anche il discusso ed eccentrico pittore
Salvador Dal diventato duca. Ad entrambe le sue figlie sposate, il re Juan Carlos ha
offerto poi lo stesso titolo. Con le nozze a
Barcellona qualche mese fa, infatti, linfanta Cristina e il suo neo marito, il giocatore
di pelota Iaki Urdangarin, sono diventati i
duchi di Palma de Maiorca.
TUTTI I CAVALIERI (STRANIERI) di Sua
Maest Elisabetta
Il principe Ermais, nipote dellultimo imperatore etiope, il Negus Hail Selassi, si
inventato un inedito nuovo lavoro. Gira
per lAfrica e i Caraibi cercando di convincere i vari governi nazionali a introdurre un
sistema delle onorificenze basato sul modello inglese. Il mio lavoro non solo quello di spiegare chi le deve ricevere e perch,
ma anche di insegnare come vanno indossate, ha spiegato al quotidiano londinese
Evening Standard. Un altro personaggio in
vista (ma decisamente pi ricco) che ha trovato il modo di sistemarsi con le amate consuetudini nobiliari britanniche il multimiliardario americano John Paul Getty III,
che dopo trentanni trascorsi nel Regno
Unito ha chiesto, e ovviamente ricevuto, la
cittadinanza britannica. Adesso, previa la
conferma dal Palazzo reale, potr sfoggiare
finalmente il titolo onorifico di Sir John
Paul Getty. Era stato promosso Cavaliere
onorario dalla Regina diversi anni fa: un titolo di merito riservato ai cittadini stranieri che, per, non lo possono sfoggiare appieno, senza offendere la propria nazione.
Altri honorary knighthoods conferiti in
anni recenti: al cantante Bob Geldolf (irlandese), a Henry Kissinger, al brasiliano Pel.

IL FELTRINO
di Vittorio Feltri

Intanto che stiamo a discutere sullamnistia, se


giusto che Cesare Previti
stia un po in carcere e
quella signora della contessa Ariosto in Omega, protagonista anche
se non vuole della vicenda, affida a una telefonata in diretta dichiarazioni fondamentali con un linguaggio che ricorda vagamente litaliano, attribuendo allex ministro della Difesa frequentazioni extraconiugali, a una stretta congiunta letichetta
di rovinafamiglie e denunciando di avere
problemi con le tecnologie (Cinque anni
di affettuosa amicizia con mia sorella; e
ancora, In un momento di raccoglimento
ho spedito due fax per difendermi da accuse ignobili), intanto insomma che ognuno dice la sua anche se non serve, Bruno
Obermajer, 21 anni, si fatto tredici giorni
a Poggioreale. Non una gran notizia visto
laffollamento delle patrie galere, ma c,
nel caso di Obermajer, una differenza. Non
la solita storia di un innocente costretto
pi che dal destino da un giudice a passare una parte della sua vita in cella e dopo
torna fuori con tante scuse, ci siamo sbagliati, tenga ste quattro lire di risarcimento. Perch il ragazzo di Napoli, accusato di
furto, non pu fare a meno di rubare. Appena gli riesce mette in tasca caramelle,
cioccolatini, pezzi di torrone. Ogni tanto
giocattoli: unautomobilina, un peluche, biglie colorate costituiscono la refurtiva. Bruno, dopo la meningite che quando aveva
sette anni ha fermato a quellet i suoi pensieri, i sogni, i desideri, diventato cleptomane. Evidentemente ai magistrati la diagnosi non bastata: lhanno messo dentro
come un teppista e c voluto lintervento
del ministro della Giustizia perch Obermajer tornasse dai suoi. Forse si poteva fare a meno di scomodare Flick. Intanto continuiamo a dibattere di giustizia malata, di
carcerazione preventiva, di tintinnar di
manette. Altro tempo perso finch non ci si
decider a pretendere da chi indossa la toga di comportarsi con gli imputati come se
anche questi avessero la toga.

Você também pode gostar