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Le rane
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Le rane
Commedia
Autore Aristofane
Titolo originale
Lingua originale Greco antico
Ambientazione L'Ade
Composto nel 406-405 a.C.
Prima assoluta 405 a.C.
Teatro di Dioniso, Atene
Premi Vittoria alle Lenee del 405
a.C.
Personaggi
Dioniso
Xantia
Eracle
Euripide
Eschilo
Caronte
Plutone
Eaco
Un morto
Un servo
Due ostesse
Coro di rane
1 Trama
2 Commento
o
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Dioniso, dio del teatro, decide di raggiungere lAde per riportare in vita Euripide.
Tanto Sofocle quanto Euripide, infatti, sono ormai morti (entrambi erano deceduti nel 406
a.C., pochi mesi prima che la commedia di Aristofane fosse rappresentata), e
i tragediografi pi giovani non hanno la stessa creativit e lo stesso genio. Di conseguenza,
riportare Euripide in vita lunico modo per salvare la tragedia dal declino.
Allinizio della commedia, Dioniso e il suo servo Xantia chiedono ad Eracle quale sia la
strada pi rapida per giungere allAde; questultimo, dopo qualche presa in giro, risponde
che necessario attraversare una palude, l'Acheronte. Quando i due giungono laggi, il
traghettatore Caronte fa salire Dioniso sulla sua barca per portarlo sullaltra riva, mentre
Xantia costretto a girare intorno alla palude a piedi. Durante la traversata, Dioniso e
Caronte incontrano le rane (Caronte le chiama rane-cigni), col loro gracidare: brekekekex
koax koax. Esse intonano un canto in onore di Dioniso, ma senza accorgersi che il dio
proprio l con loro. Dioniso presto infastidito dal loro canto e protesta, ma le rane
continuano, non riconoscendolo nemmeno. Alla fine il dio imita il loro verso e questo le
zittisce.
Alla fine Dioniso e Xantia si rivedono alle soglie dellAde, dove incontrano un gruppo di
anime, gli iniziati ai culti misterici, che cantano in onore di Iacco. Poco dopo i due
incontrano Eaco, che scambia Dioniso per Eracle (il primo infatti si era vestito a imitazione
del secondo) e comincia a insultarlo e minacciarlo. Eaco era infatti furioso nei confronti di
Eracle, che aveva rubato il suo cane Cerbero. Spaventato, il dio scambia i suoi abiti con
Xantia, che meno impaurito del suo padrone. I due vengono entrambi frustati, ma alla fine
lequivoco chiarito.
Euripide viene finalmente trovato, mentre nel mezzo di un litigio con Eschilo a proposito
di chi meriti di sedere sul trono di miglior tragediografo di tutti i tempi: ognuno dei due si
ritiene il migliore. Comincia allora una gara, con Dioniso come giudice: i due autori citano a
turno versi delle loro tragedie, e tentano di sminuire quelli del contendente. Alla fine viene
portata in scena una bilancia e ognuno dei due autori viene invitato a recitare alcuni suoi
versi; la citazione che pesa di pi (ed dunque migliore) far pendere la bilancia in favore
del proprio autore. Eschilo esce vincitore da questa gara, ma a quel punto Dioniso non sa
pi chi sia meglio riportare in vita. Decide infine che sceglier lautore che dar il miglior
consiglio su come salvare Atene dal declino. Euripide d una risposta generica e poco
comprensibile (Se adesso va tutto male, forse facendo tutto il contrario ce la caveremo),
[2]
mentre Eschilo d un consiglio pi pratico (Le navi sono le vere risorse),[3] sicch
Dioniso decide di riportare in vita questultimo. Prima di andare, Eschilo cede il trono di
miglior tragediografo a Sofocle, raccomandandogli di non lasciarlo mai ad Euripide.
Nel 405 a.C. Atene stava attraversando uno dei periodi pi difficili della sua storia: la guerra
del Peloponneso stava per finire, e la polis era sul punto di perdere la sua supremazia sul
mondo greco (soltanto un anno dopo, infatti, Atene si sarebbe arresa a Sparta). Per questo
motivo, la citt viveva una situazione di forti tensioni interne, poich varie fazioni si
combattevano per ottenere il potere: nel 411 a.C.la forma di governo democratica venne
abbandonata e sostituita da unoligarchia, ma appena un paio danni dopo gli oligarchi
avevano perso la fiducia della cittadinanza, e venne restaurata la democrazia. Era un
periodo molto incerto e difficile, anche perch nessuno poteva prevedere quale sarebbe
stato il destino di Atene se la citt fosse uscita sconfitta dalla guerra. [5] Inoltre, i due pi
grandi tragediografi ancora in vita, Sofocle ed Euripide, erano entrambi morti nel 406 a.C.,
[6]
cosicch sembrava che Atene fosse ormai destinata a perdere il suo primato tanto
militare quanto culturale, e che il futuro non sarebbe stato luminoso come il passato. In
questatmosfera Aristofane scrive una commedia profondamente nostalgica, in cui riportare
in vita i morti lunico modo per ridare ad Atene gli splendori del passato.
Le rane piena di riferimenti a questa difficile situazione, tanto che il viaggio di Dioniso,
che inizialmente descritto come un tentativo di salvare la tragedia, con il progredire della
vicenda diventa anche un tentativo di salvare Atene. Al suo apparire, il coro degli iniziati ai
culti misterici canta:
Taccia e si ritiri [] chi non avversa la guerra civile e non benigno verso i suoi concittadini e attizza il
fuoco per interessi privati, chi guidando la citt nella tempesta si fa corrompere.
(Aristofane, Le rane, vv. 354, 358-361)
La decadenza di Atene cos evidente che gli iniziati chiamano gli ateniesi i morti di lass,
[7]
sperano che nessuno sar privato dei diritti civili[8] ed affermano che la citt caduta
nelle mani di persone malvagie e poco affidabili:
Cos anche tra i cittadini, quelli che conosciamo per nobili, saggi, giusti, educati nelle palestre, alla
danza, alla musica, questi li scartiamo, e ci avvaliamo invece delle facce di bronzo, forestieri, furfanti e
figli di furfanti, gli ultimi venuti, che un tempo la citt non avrebbe usato nemmeno come capri espiatori.
(Ivi, vv. 727-733)
Il viaggio di Dioniso assume dunque questa doppia valenza di possibilit di salvezza per il
teatro e per Atene, ed lo stesso Dioniso a dirlo: Statemi dunque a sentire: io sono sceso
quaggi a cercare un poeta. Per farne che, direte voi? Perch la nostra citt possa salvarsi
e mantenere il suo teatro.[9] Ma perch un poeta dovrebbe essere preferito ad altre
persone, nellottica della salvezza della citt? Risponde Euripide: Per la sua capacit e i
suoi ammonimenti, e perch rendiamo migliori i cittadini nelle loro comunit.[10] In altre
parole, Aristofane vuole affermare che la citt per salvarsi deve essere gestita da persone
oneste e corrette, e la tragedia concorre proprio a creare questo tipo di persone.
Questo, daltro canto, un problema ancora molto sentito al giorno doggi: descrivere il
male un modo per insegnarlo, o un modo per indurre gli spettatori a riflettere?
Finita la parte dedicata ad Atene, comincia unanalisi dei prologhi dei due autori, ed
Euripide prende in giro Eschilo per il suo stile retorico e pieno di ripetizioni:
ESCHILO: Sii mio salvatore e alleato, ti supplico, giacch torno e rientro in questa terra[12]
EURIPIDE: Il nostro sapientissimo Eschilo dice le cose due volte
DIONISO: Come due volte?
EURIPIDE: Fa attenzione: Torno in questa terra, dice, e rientro. Tornare e rientrare non lo stesso?
(Ivi, vv. 1152-1157)
Quando il turno di Eschilo di criticare i prologhi di Euripide, il primo mostra che i versi del
secondo sono prevedibili e la loro metrica spesso identica. Infatti tali versi possono
sempre concludersi con la strana espressione perse la boccetta.
EURIPIDE: Cadmo, figlio dAgenore, lasciata Sidone un tempo[13]
ESCHILO: perse la boccetta. []
EURIPIDE: Pelope, con le sue belle cavalle, giunto ad Olimpia[14]
ESCHILO: perse la boccetta.
(Ivi, vv. 1225-1226, 1232-1233)
I due autori citano numerose altre tragedie, finch alla fine Dioniso fa la sua scelta,
decidendo di riportare in vita Eschilo. La scelta del dio in effetti anche quella di Aristofane,
che preferiva le opere tradizionali di Eschilo e Frinico a quelle dellinnovatore Euripide. Tale
preferenza peraltro evidente nelle Rane gi prima della gara tra i due tragediografi. Infatti,
allinizio della commedia, quando Dioniso dice ad Eracle di voler riportare in vita Euripide,
ecco cosa ribatte il secondo:
ERACLE: Ti piace questa roba? [le tragedie di Euripide]
DIONISO: Da impazzire.
ERACLE: Ma sono buffonate e lo sai anche tu.
(Ivi, vv. 103-105)
Quando poi Dioniso e Caronte incontrano le rane, succede qualcosa di strano: gli anfibi
cantano in onore di Dioniso, ma quando lo vedono non lo riconoscono neanche e lo
considerano solo un seccatore. Secondo la maggior parte degli studiosi ci avviene
perch, amando Euripide, Dioniso sta tradendo il suo ruolo di dio del teatro, sicch anche
le creature che lo amano non lo riconoscono.
Busto di Aristofane
Il coro principale della commedia composto di iniziati ai culti misterici, e anche se non
viene detto esplicitamente quali siano tali culti, evidente che il riferimento ai Misteri
eleusini, la religione misterica pi diffusa e rinomata della Grecia classica. proprio questo
coro, come visto, che pi stigmatizza la situazione sociale ed i problemi di Atene, ed
auspica una rapida soluzione. Ma per quale motivo Aristofane fa cantare i testi pi
strettamente connessi all'attualit da un coro di iniziati?
I Misteri eleusini erano legati alle dee Demetra e Kore; la loro origine risale al 1600
a.C. circa, e il loro obiettivo era di elevare luomo sopra la sfera umana verso quella divina,
e di assicurare la sua redenzione, promettendo poteri divini e ricompense nellaldil.[15]
La tua Atene mi sembra abbia originato e introdotto nella vita umana molti egregi principi umani e
religiosi, e nessuno di essi migliore di quei misteri, dai quali, venuti fuori da una vita rozza ed inumana,
siamo stati educati e addolciti alla civilt. [] Abbiamo conosciuto i principi della vita nella loro vera
essenza; e non soltanto abbiamo appreso il modo di vivere con gioia, ma anche quello di morire con una
speranza migliore.
(Marco Tullio Cicerone, De legibus; libro 2, par. 36)
Questo scritto di Marco Tullio Cicerone riassume bene la reputazione e la fama che i
Misteri eleusini acquisirono allinterno e allesterno del mondo greco. Ecco dunque spiegata
la scelta di Aristofane di far cantare agli iniziati i temi riguardanti la situazione e il destino di
Atene: come iniziati, si suppone che essi abbiano un buon trattamento nellAde, una
relazione pi stretta con gli dei e una maggiore saggezza ed intelligenza nel vedere i
problemi dei vivi.
2.
3.
^ Ivi, v. 1464.
4.
5.
6.
7.
^ Ivi, v. 418.
8.
^ Ivi, v. 692.
9.
Eschilo
Euripide
Ade (regno)
Misteri eleusini
VDM
La commedia greca
Aristofane
Gli acarnesi I cavalieri Le nuvole Le vespe La pace Gli uccelli Le donne alle Tesmoforie (Tesmoforiazuse) Lisis
parlamento (Ecclesiazuse) Pluto
Menandro
Il misantropo (Dyskolos) La donna di Samo Lo scudo (incompleta) La donna tosata (incompleta) L'arbitrato (incompleta) L
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