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Laboratorio di
didattica dellapprendimento cooperativo, Armando, Roma 2002
La comunicazione interpersonale e sociale
3.1. Presentazione dellitinerario
Per la stesura dellitinerario stata scelta come categorizzazione di riferimento delle
abilit sociali quella di Comoglio e Cardoso, che indicano come abilit intermedie le
gi citate
1.
2.
3.
4.
5.
competenze
competenze
competenze
competenze
competenze
comunicative interpersonali
di leadership
per una gestione positiva e costruttiva del conflitto
nella soluzione dei problemi
decisionali.
Gli esercizi in essa contenuti sono consigliati per una fascia det non inferiore ai 14
anni, poich richiedono capacit di metacomunicazione. Volendo utilizzarla nella
scuola media inferiore, opportuno facilitarla. In alternativa, consigliabile
utilizzare esercizi adeguati alla preadolescenza nei gi citati testi di Margherita
Sberna o di altri autori.
Vi sono alcuni accorgimenti che utile tener presenti per lesecuzione corretta degli
esercizi.
1. Le spiegazioni che precedono, accompagnano o seguono la somministrazione
dei giochi psicopedagogici devono di norma essere brevi e semplici:
lobiettivo finale, infatti, non consiste nel formare giovani esperti in
psicologia sociale, quanto nel farli agire praticamente in contesti cooperativi
tramite comportamenti socialmente corretti e spontaneamente introiettati.
2. Condizione fondamentale non obbligare nessuno a parteciparvi e lasciare
anche libert di scelta sul livello di coinvolgimento di coloro che vi
partecipano: la partecipazione forzata sortirebbe comunque scarsi risultati.
3. Per quanto i tempi previsti per lesecuzione degli esercizi siano
indicativamente segnalati di volta in volta, risulta importante mantenere un
ritmo disteso, che elimini i tempi morti, ma che lasci gli opportuni spazi
allassorbimento personalizzato dei concetti di fondo.
4. E necessaria una certa attenzione da parte dellinsegnante, per prevenire
atteggiamenti derisori che possano ferire la sensibilit individuale ed
impedire a qualcuno di condividere il proprio vissuto emotivo.
5. Il conduttore non illustra anticipatamente lesercizio in tutti i dettagli,
comunica le informazioni indispensabili man mano, sotto forma di comandi.
Si tratta di una tecnica che richiede luso di uno stile direttivo con funzione di
acting out stimolante per i partecipanti.
6. Anche quando funge da animatore, linsegnante cura lemissione e il tono
della voce, la postura e la gestualit, e non ricorre a rimproveri diretti.
7. Gli spazi devono essere tali da consentire il movimento degli allievi coinvolti,
bench non dispersivi.
8. Utilizzare possibilmente unit orarie scolastiche di 2 ore e comunque non
superare mai tale limite: pur in presenza di ritmi adeguati, il conduttore
deve considerare fattori quali il calo dellattenzione e della motivazione, il
sopraggiungere di noia e forse di insofferenza.
Tempi
1.Competenze
comunicative
interpersonali
3
unit
orarie
2.Competenze
di leadership
2
unit
orarie
3.Competenze
per la gestione
positiva e
costruttiva del
conflitto
Contenuti/attivit programmati
Esercitazioni pratiche
previste
Materiali e sussidi
Verifiche e
valutazioni
Comunicare se stessi
Uscire dal proprio punto di
vista assumendo quello di un
altro
I quattro aspetti
dellinformazione
Lettura e commento di
schede opportunamente
elaborate
Visione commentata di
spezzoni di film
Simulazione di una
situazione di guerra
Simulazione di una seduta
straordinaria di Consiglio
Comunale
Autovalutazione
Osservazione e
valutazione delle
attivit pratiche di
leadership e degli stili
utilizzati
Autovalutazione
Osservazione e
valutazione delle
attivit pratiche di
gestione del conflitto
Penna
Fogli
Lavagna
Fotocopie di immagini
e di schede predisposte
per il commento
Video e
videoregistratore
Videocassetta del film
Lattimo fuggente di
Peter Weir
Autovalutazione
Osservazione e
valutazione delle
attivit comunicative
pratiche, verbali e non
verbali
4.Competenze
nella soluzione
dei problemi
5.Competenze
decisionali
1
unit
oraria
1
unit
oraria
La confidenza del
professore
La scelta del film
Autovalutazione
Osservazione diretta
della soluzione pratica
di problemi
Assunzione di responsabilit
Abilit decisionali
Modalit decisionali
Orientamento ad uno scopo
comune
Autovalutazione
Osservazione diretta
della pratica di
competenze decisionali
Verifica finale dellUD:
nuova somministrazione
della scheda iniziale e
confronto significativo
delle varianti
Alle unit orarie previste (otto), necessario aggiungerne unaltra, dedicata allillustrazione dellattivit ed alla somministrazione
della scheda di autovalutazione delle abilit sociali.
4 = buono;
3 = sufficiente;
2 = insufficiente;
1 = scarso.
Organizzare e inquadrare
facilmente acquisibili
10
11
12
13
14
15
16
le
informazioni
per
renderle
pi
Le categorie
Il punteggio
totalizzato
1^ CATEGORIA
1 4 9 - 12
2^ CATEGORIA
2 8 14 - 16
Abilit
di
comunicare
informazioni,
comunicare con gli altri, di condividere
contenuti, messaggi, informazioni
3^ CATEGORIA
3 5 10 - 15
4^ CATEGORIA
6 7 11 - 13
10
Statutario (informazioni: dove vivo, chi sono i membri della mia famiglia,
et, mezzi di trasporto utilizzati )
Relazionale (chi sono i miei amici, che tipo di rapporto ho con loro )
Esistenziale (chi sono, quali sono le mie convinzioni, i miei ideali )
Positivo/negativo (ha puntato pi sui difetti o sulle qualit?)
Passato
Presente
Futuro
Passare in rassegna a voce alta i vari punti, richiamando lattenzione non solo su ci
che il compagno ha detto, ma anche e soprattutto su quanto non ha detto: Perch
ha preferito presentarsi schematicamente, in modo statutario? Quali timori gli
hanno impedito di farmi veramente partecipe della sua esistenza? Come mai non mi
ha detto nulla sul suo futuro, sui sogni e sulle speranze tipiche di un adolescente
che si proietta nel mondo? E ancora: se lo ha fatto, come mai mi ha dato un quadro
cos negativo della sua esistenza?
A questo punto, si rovescia la questione, per toccare il nodo sostanziale: E tu, come
ti sei presentato al compagno? Ripassa in rassegna la tabella ripensando al tuo
discorso.
Ora A e B si scambiano commenti informali su questi argomenti, soffermandosi
sullo stile e sui contenuti delle informazioni (3 m.)
Infine, se qualcuno lo desidera, pu comunicare ad alta voce la sue osservazioni.
Volendo, possibile continuare lesercizio con due coppie unite. Nei gruppi di
quattro ragazzi cos formati, ogni A presenta alla nuova coppia il compagno e poi
ogni B fa lo stesso.
Esercizio alternativo: Prendere un foglio di carta, che rester anonimo, e dare
velocemente 20 risposte (basta un elenco di aggettivi o frasi brevissime) alla
seguente domanda: Chi sono io? (3 m.)
Poi trascrivere la tabella precedente e sollecitare la riflessione individuale su tutti i
punti, seguendo litinerario indicato sopra. Molti ragazzi non riescono a scrivere pi
di tre-quattro aggettivi per definirsi. Anche in tal caso, ci che manca importante
come quello che stato presentato.
Esercizio 2. Uscire dal proprio punto di vista assumendo quello di un altro (tempo
previsto 25 min.)
Prima fase. Via i banchi e tutti in cerchio: che tutti vedano sempre tutti. Prendere
carta e penna. Consegna: scrivere brevemente su un foglio anonimo che questa
volta sar ritirato il problema pi importante che incontriamo quando
comunichiamo e ci rapportiamo con gli altri.
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Le vignette presenti nellUD sono riportate da F. Schulz von Thun, Parlare insieme, TEA, Milano, 1997
12
Madre e figlia
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Coppia a pranzo
Conclusione: Molto spesso il modo con cui abbiamo inteso e decifrato un messaggio
che ci stato trasmesso dipende da una comunicazione disturbata, ma noi agiamo
lo stesso di conseguenza. La prossima volta che ci succeder di reagire
impulsivamente a causa di qualche affermazione che ci tocca nel profondo,
ricordiamoci dei vari aspetti della comunicazione.
Esercizio 4. Gli stili comunicativi (30 min.)
Per mantenere limpronta giocosa dellUD, le noiose spiegazioni sono sostituite dalle
seguenti immagini, che consegneremo agli allievi per la lettura ed il commento.
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sottrae una variabile in base al tempo impiegato per effettuare il viaggio. Liberando
la parte centrale dellaula dagli impedimenti, si disegnano col gesso due percorsi
per giocatore: uno molto lungo e contorto, il secondo breve e lineare, ma con un
lungo tratto in comune a tutti e due i partecipanti. Da un lato della stanza si
pongono i riquadri di partenza e gli oggetti da trasportare (libri), precisando il
numero dei viaggi, dallaltra si tracciano i traguardi. Per vincere, ben presto i
giocatori comprenderanno lutilit di percorrere la via pi breve, ma entreranno in
conflitto dinteressi con laltro, che percorre la stessa corsia. La soluzione
cooperativa pi evidente consiste nellalternanza dei due, ma nel gioco molti fattori
possono impedirne la scelta.
Conclusione: la scelta della cooperazione spesso associata ad un maggior profitto
anche quando gli obiettivi sono di natura culturale e didattica. Chi collabora nel dare
soluzioni cooperative alle difficolt persona degna di fiducia e capace di
assunzione di responsabilit.
Esercizio 2. Il litigio dei fratellini role play (15 min.)
Prima fase. Drammatizzazione: mentre la mamma si trova in cucina, nella stanza
accanto due fratellini litigano per il possesso di una macchina, di cui il maggiore il
proprietario lha ricevuta in regalo, ma non la usa mai mentre il minore se ne
temporaneamente appropriato per giocare. Scoppia tra i due un litigio.
Simulare la stessa scenetta con tre gruppi diversi, dando precise istruzioni a chi
interpreta il ruolo di madre di agire diversamente di volta in volta. Madre A: dovr
risolvere il conflitto togliendo di mezzo loggetto del contendere. Madre B: dovr
agire sul piano dei sentimenti, cio far parlare i bambini, far emergere emozioni e
stati danimo. Madre C: dovr porsi nella logica del cognitivo, cio far esaminare il
problema ai figli stessi e chiedere alcune proposte di soluzione
Seconda fase. Brain storming con il gruppo riguardo ai tre stili di intervento adottati
nella soluzione del conflitto: in tutti e tre i casi il conflitto stato risolto, ma nel
primo destinato a riesplodere in seguito, perch la madre non si data un
obiettivo formativo (come la seconda) oppure cognitivo (come la terza). In realt
una buona gestione del conflitto richiede le competenze unificate della seconda e
della terza madre.
Conclusione: solamente quando le persone in situazioni di conflitto si incontrano
come persone autentiche, comprendono lo stato danimo dellaltro e collaborano nel
raggiungere soluzioni positive alle difficolt, il conflitto pu essere volto a strumento
di crescita individuale e sociale.
Esercizio 3. La gita di classe (20 min.)
Prima fase. Simulazione di unassemblea di classe per la scelta della mta.
Antecedenti: anche se una stretta maggioranza aveva indicato come meta favorita
Barcellona, i rappresentanti di classe, appoggiati da un gruppetto solidale, hanno
contattato qualche insegnante per convincerlo ad appoggiare Londra come scelta
alternativa. Assegnati i ruoli, si procede come per unautentica assemblea.
Seconda fase. Riflessione critica. Nel dibattito simulato, qualche studente sar
intervenuto in modo aggressivo per difendere i propri interessi, altri avranno
rinunciato a difendere i propri diritti per non creare problemi; si saranno evidenziate
strategie manipolatorie per convincere i pi deboli, tentativi di negoziazione e altro
ancora.
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H. Tajfel, C. Fraser, Introduzione alla psicologia sociale, Il Mulino, Bologna 1984, pag. 156
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riguardo alle modalit dapproccio: devono utilizzare la tecnica del bastone e della
carota e cercare strategie per convincere abilmente ciascun indagato che gi
stato denunciato da chi lha preceduto. Per rendere credibile tale ipotesi, tutti
verranno convocati brevemente una seconda volta, nel corso della quale verr
offerta lultima possibilit di cambiare la deposizione.
Infine tutti convergono al cospetto del comandante,che, udite le deposizioni,
commina le pene.
Gli esiti finali del gioco variano a seconda dellindividualismo o del senso di
cooperazione dei partecipanti.
Terza fase. Debrifing. Quali modalit decisionali hanno attuato i prigionieri nel corso
dello scambio comunicativo iniziale? Sono state utilizzate tutte le risorse disponibili
dal gruppo (es. possibilit di utilizzare segni convenzionali nello scambio fra gli
interrogatori)? In termini di qualit decisionale, come si rivelata la scelta finale?
Conclusione: Orientare le decisioni ad uno scopo comune preferibile, purch gli
obiettivi del gruppo siano culturalmente ed eticamente condivisibili: variando la
situazione immaginaria e trasformando i prigionieri dei nazisti in un gruppo di
carcerati appartenenti ad una cosca mafiosa, non pu sfuggire il fatto che al
principio positivo di solidariet si sostituisce quello negativo di omert. Una
decisione non buona e preferibile in senso assoluto, ma solo se orientata a
finalit di gruppo dichiaratamente formative. In tal caso, la modalit di decisione
migliore si rivela quella fondata sul libero consenso di tutti e rispettata fino in fondo.
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