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Sessione

11. Amore - I

Amore I (21 maggio)


Tre parole per dire amore

Platone riflette su questa forma di amore nel Banchetto ()
Mito degli esseri umani sferici (190-192 Pagine di Stephanus).
Secondo Platone, lattrazione sessuale soltanto una conseguenza dellattrazione
di (210b).


Aristotele ha preferito questa parola per riflettere sullamore. Due dei dieci libri di
Ethica Nicomachea sono sullamicizia / amore ().
Amici () sono quelli che cercano il bene dellaltro o il bene comune.
Il contesto in cui Aristotele pensa sulla amicizia la . Un cittadino ()
quello che ha: (1275b17).
La cultura occidentale costruita sopra due colonne: due popoli protagonisti di
due momenti miracolosi della storia: lesilio di Israele e la democrazia di Atena.
Secondo Aristotele, le virt si acquistano nelle pratiche necessarie per il sostegno
della citt: il coraggio simpara nella difesa della citt; la prudenza nel governo
della citt; la temperanza nel tratto con gli altri cittadini, ecc.
Questamicizia possibile solo quando la citt in grado di proporre obiettivi
comuni che fanno convergere gli sforzi di tutti. L'amore di cui parla Aristotele non
un desiderio che attira da me (); E 'amicizia () che collega a quelli che
guardano nella stessa direzione. Ti stimo come amico e ci aiutiamo a vicenda a
diventare il nostro migliore io mentre lavoriamo insieme su un progetto che ci
supera entrambi.

Sessione 11. Amore - I



Il Nuovo Testamento preferisce una terza parola per dire amore: agp, un
termine non molto usato nel greco non-biblico.
La preferenza del Nuovo Testamento si spiega per la preferenza per questa parola
della Septuaginta.
Perch i traduttori della Septuaginta hanno preferito questa parola? Non chiaro.
Forse per una similitudine con . Io sono dellopinione che i traduttori della
Septuaginta hanno voluto mettere distanza tra il concetto biblico di amore e quello della
cultura greca, che preferiva e .
Il Nuovo Testamento mai usa , ma s usa . Il significato di molto
simile che quello di (Cfr. Gv 21,15-17).
ha una sfumatura religiosa nelluso biblico, ma aldil di questa sfumatura,
e significano entrambi lamore che vuole il bene dellaltro.
Nel latino, caritas traduce , amicitia traduce . Cos caritas diventa lamore
tipicamente cristiano, ma i migliori teologi hanno sempre capito laequivalenza
fondamentale tra e , cos Tommaso di Aquino dice chiaramente che
caritas est amicitia (STh II-II, q. 23).
Letica aristotelica e cristiana hanno la sua finalit nel bene della citt, la differenza
la natura di questa citt, che nel caso cristiano il Regno di Dio.

Bibliografia

Benedetto XVI, Deus caritas est

S. Hauerwas, The Peaceble Kingdom, University of Notre Dame Press, 1991

I commandamenti dellamore
Bibliografia: John P. Meier, A Marginal Jew. Rethinking historical Jesus, vol. IV. Law
and Love, Yale University Press, New Haven 2009, 478-575. Trad. Italiana: Un
ebreo marginale. Ripensare il Ges storico. Tomo 4. Legge e amore, Queriniana,
Brescia 2009; Espaol: Un judo marginal. Nueva Visin del Jess histrico. Vol 4.
Ley y amor, Verbo Divino, Estella 2010.

Sessione 11. Amore - I


Doppio comandamento: Mc 12,28-34// Mt 22, 34-40 // Lc 10,25-28

Ama i tuoi nemici (Mt 5,44//Lc 6,27)

Regola di oro (Mt 7,12//Lc 6,31)

I commandamenti dellamore in Giovanni: Ges disse: Vi do un


comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato,
cos amatevi anche voi gli uni gli altri (13,14). Lamore un tema centrale
nel discorso di Ges in Gv 13-17 e nelle Lettere di Giovanni.

Il Doppio Comandamento
Studiammo adesso le tre versioni del doppio comandamento nei sinottici:
John p. Meier, considera storicamente certo che Ges aveva la propria risposta
originale per la questione, sollevata frequentemente, di quale il comandamento
pi importante della legge.
Ges costru la sua risposta nel pi puro stile rabbinico, con la giustapposizione di
due frasi indipendenti dalla Torah: Dt 6, 4-5 ("Ascolta, Israele, il Signore Dio, il
Signore uno. Amerai il Signore tuo Dio...") e Lev 19,18b ("ama il prossimo tuo
come te stesso"). Rabbini di unepoca posteriore chiameranno gezera sawa a
questa tecnica ermeneutica: unire due diversi passaggi di scrittura, collegati da una
parola commune, per la loro interpretazione reciproca.
Questa frase di Ges rivela che egli era un conoscitore della Scrittura e dei metodi
esegetici usati dagli interpreti della legge. Ges non solo aveva opinioni proprie su
questioni halakiche particolari, come ad esempio sul divorzio, ma anche ha avuto
una visione panoramica della Torah. Questo detto secondo Marco il nucleo della
Etica de Ges.
Nessuno aveva collegato prima di Ges Dt 6, 4-5 con Lev 19,18, ma lidea della
convergenza tra amore di Dio e amore agli uomini presente nellAntico
Testamento (Per esempio: Os 12, 7; Miq 6, 8; Sal 15, 2-5.) e nel pensiero giudeo
contemporaneo a Ges.
Filone di Alessandria (circa 20 a.C. - circa 50 d.C.) dice che i uomini di perfetta virt
devono essere allo stesso tempo e (Sul Decalogo, XXII, 110).
Il Talmud racconta:

Sessione 11. Amore - I


Una volta un pagano si present davanti a Shammai e gli disse: Voglio


convertirmi a patto di imparare tutta la Torah nel tempo in cui si pu stare
su un piede solo. Shammai lo mand via spingendolo col bastone che aveva
in mano. Allora si present a Hillel, il quale lo convert dicendogli: Ci che a
te non piace, non farlo al tuo prossimo! Questa tutta la Torah, il resto
solo commento. Va e studia [Shabbat 31b].
Il Talmud babilnico una compilazione di detti rabbinici fatta tra i secoli III e VI
d.C. Lorigine di questo racconto probabilmente posteriore ai tempi di Gesb
Questa vicinanza tra il meglio del pensiero giudeo e linsegnamento di Ges
raccolta nella risposta dello scriba a Ges (Mc 12,34).
La versione di Luca specialmente intresante: mette il doppio comandamento
sulle labbra del (nomiks) che domanda Ges.
Secondo Luca il contributo di Ges non unire amore a Dio e amore agli uomini ma
redefinire il senso del = ( reah). La risposta di Ges la parbola del
buon samaritano. La domanda del giurista (Lc 10,29)
diventa in 10,36:
; Cos commenta Benedetto XVI:
Mentre il concetto di prossimo era riferito, fino ad allora, essenzialmente
ai connazionali e agli stranieri che si erano stanziati nella terra d'Israele e
quindi alla comunit solidale di un paese e di un popolo, adesso questo
limite viene abolito. Chiunque ha bisogno di me e io posso aiutarlo, il mio
prossimo. Il concetto di prossimo viene universalizzato e rimane tuttavia
concreto. Nonostante la sua estensione a tutti gli uomini, non si riduce
all'espressione di un amore generico ed astratto, in se stesso poco
impegnativo, ma richiede il mio impegno pratico qui ed ora. Rimane
compito della Chiesa interpretare sempre di nuovo questo collegamento tra
lontananza e vicinanza in vista della vita pratica dei suoi membri. (Deus
Caritas est, n. 15)
Ecco una diffrenza tra lamore aristotelico e quello cristiano: lamore cristiano
chiamato sempre a ellargire.

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