Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Indice
Tipo: lezione
1
2
3
4
dove
rappresenta gli autovettori e ognuno dei vettori cui corrisponde una direzione principale della deformazione e
autovalori, che si possono dimostrare corrispondere al coefficiente di dilatazione lineare relativo al vettore
gli
che altro non che una riformulazione della relazione precedente. Quest'ultima relazione si riconduce alla risoluzione delle
tre equazioni seguenti:
coseni direttori della direzione , i quali per definizione devono rispettare la limitazione precedente. Quest'ultima limitazione
elimina la possibile soluzione banale per cui
. Perch esista soluzione alle equazioni precedenti deve
accadere che il determinante della matrice dei coefficienti sia nullo, cio:
in cui:
In alcuni casi pu accadere che si abbiano due o tutte e tre le dilatazioni principali uguali: nel primo caso saranno direzioni
principali della deformazione tutte le direzioni ortogonali a quella con il valore di differente, mentre nel secondo caso tutte
le direzioni uscenti dal punto saranno principali. Quest'ultimo caso definito idrostatico, dal momento che esattamente il
caso che ricorre in un generico punto di un fluido in quiete.
Il tensore sferico ha la caratteristica di avere invariante lineare uguale a quello del tensore originario, per cui in esso
concentrata la variazione di volume della deformazione. D'altro canto per ogni coppia di direzioni che possibile considerare
lo scorrimento mutuo sempre nullo, per cui il tensore sferico da solo caratterizza una omotetia dell'intorno del punto, cio
una trasformazione tale che sia conservata la forma e ne vengano mutate le dimensioni. Quest'ultima caratteristica
facilmente comprensibile considerando che le tre dilatazioni principali sono tutte uguali tra loro, motivo per cui tutte le
direzioni sono direzioni principali della deformazione.
Il tensore deviatorico, al contrario, ha invariante lineare nullo, per cui ad esso non competono variazioni di volume. Al
contrario ad esso sono associate tutte le distorsioni dell'intorno. In ogni caso, comunque, esso mantiene le medesime
direzioni principali del tensore originario, mentre le dilatazioni principali differiscono di una quantit pari a
Note
1. Tale condizione consiste nel ricercare le direzioni che in seguito alla deformazione, a meno di traslazioni e rotazioni
rigide, mantengono la direzione che avevano nella configurazione indeformata
Estratto da "https://it.wikiversity.org/w/index.php?title=Analisi_della_deformazione_-_Seconda_parte&oldid=93025"
Categoria: Scienza delle costruzioni
Questa pagina stata modificata per l'ultima volta il 4 mag 2015 alle 18:14.
Il testo disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi
condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.