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Parlamento europeo e Parlamento italiano a confronto

Bruxelles, 25 giugno 2015

Poteri e strumenti

Il Parlamento europeo
1. non ha potere di iniziativa legislativa;
2. ha dei limiti sulle materie di competenza;
3. non esprime, con una sua maggioranza, un esecutivo di governo.

Queste le principali differenze tra le due istituzioni, e questi anche i motivi per cui si
considera generalmente il Parlamento europeo un parlamento di serie B.
La questione , per, pi articolata. Intanto, le evoluzioni delle istituzioni comunitarie sono
rapidissime e il PE sta continuamente accrescendo il proprio ruolo.
In secondo luogo, i margini di esercizio effettivo dei poteri possono essere larghissimi, sia
in positivo sia in negativo.
Andando in ordine per fare chiarezza, dunque:
1. vero che il PE non ha potere di iniziativa legislativa, ma ha alcuni strumenti, come
i rapporti di iniziativa e le risoluzioni parlamentari, con cui indirizzare le azioni della
Commissione. In pi, questo limite non va sovrastimato: sapete, infatti, quante delle
leggi italiane sono effettivamente di iniziativa parlamentare? Nel mio caso, sono
riuscita a portarne ad approvazione ben due (la legge n. 120/2011, che istituisce
quote di genere nei cda, e la legge n. 238/2010, chiamata anche Controesodo) ma
come potrete vedere dai numeri non un fenomeno tanto frequente.
2. Sulle materie di competenza, vero che sono limitate. Ad esempio, su alcuni
argomenti di forte attualit, come le migrazioni, la politica estera, loccupazione
e il fisco non abbiamo poteri effettivi. Possiamo, tuttavia, svolgere unazione di
pressione e sensibilizzazione sulla Commissione - ad esempio con lo strumento
della risoluzione parlamentare, cos come abbiamo recentemente fatto proprio in
merito alla risposta europea alle tragedie del Mediterraneo.
3. Il Parlamento europeo, secondo i trattati, non nomina un esecutivo (che nel sistema
comunitario la Commissione) attraverso lespressione di una maggioranza. Tuttavia,
in occasione delle scorse elezioni europee, con una scelta politica si deciso che
i gruppi politici maggiori individuassero un candidato (Spitzenkandidaten), che
sarebbe stato il Presidente della Commissione. Il PPE (Partito Popolare Europeo)
propose Jean-Claude Juncker, S&D (Socialisti & Democratici) Martin Schulz.
Anche se nessun gruppo ha ottenuto una maggioranza e si dovuta creare una
grande coalizione tra i maggiori gruppi (S&D, PPE, ALDE - Alleanza dei Liberali
e dei Democratici per lEuropa) il principio rimasto valido e il Presidente della
Commissione diventato Juncker, perch candidato del partito che ha ottenuto
la maggioranza relativa dei voti in tutta Europa. Questo rende la Commissione pi
politica e meno tecnica perch deve rispondere a una maggioranza parlamentare.
Il risultato che il Parlamento europeo ha un potere maggiore di influenza sulle
scelte del governo, anche se non ha modificato formalmente i suoi poteri.

Composizione e organizzazione

La pi grande differenza tra il Parlamento europeo e il Parlamento nazionale relativa


allorganizzazione del lavoro, aspetto che sembra di forma ma che, in realt, diventa di
sostanza, perch determina la qualit e la rapidit delle decisioni.
Per prima cosa, abbiamo un calendario con indicate le settimane di lavoro di commissione
a Bruxelles, di voto in plenaria a Strasburgo e di rapporti col collegio. Un calendario cos
preciso crea diversi vantaggi: in primo luogo, la possibilit di prepararsi con anticipo
sulle questioni che verranno affrontate. In pi, c una regola che trovo particolarmente
giusta (un principio che stato alla base anche di alcune mie battaglie, come quella sullo
smartworking): oltre allorario di inizio delle riunioni sempre previsto e rispettato anche
lorario di fine. Questo banale accorgimento consente una migliore conciliazione tra vita
professionale e familiare e migliora notevolmente la produttivit.
Altri due aspetti di efficienza: in primo luogo, le plenarie sono solo una piccola parte del
nostro impegno. Gran parte delle decisioni viene discussa e presa nelle commissioni e nei
gruppi di lavoro e questo consente una minore dispersione di attenzione e di energie. Il
secondo punto che i dossier sono allocati ai gruppi proporzionalmente. Il gruppo che
ottiene il dossier designa il relatore (e questo avviene anche nel Parlamento italiano) ma
anche tutti gli altri gruppi nominano un proprio responsabile per quello stesso dossier,
chiamato relatore ombra, formalmente incaricato di seguire tutto il procedimento. Questo
rende chiari i ruoli e le responsabilit.
Ovviamente, non tutto rose e fiori e sono molti i margini di miglioramento.
Il mio messaggio complessivo , per, un invito ad avere il coraggio di non fermarsi alla
superficie di ci che viene spesso raccontato sullEuropa. Sono convinta che, se la si
conoscesse un po di pi, la si criticherebbe un po di meno.

Alessia Mosca, MEP


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