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AN NALI
59
ROMA
NELLA SEDE DELLISTITUTO
2013
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GIACOMO PARDINI
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I motivi precisi di questa alta concentrazione di emissioni ebusitane e massaliote nella cittadina vesuviana ancora ci sfuggono, ma
evidente che queste monete costituiscono un segno di intensi contatti,
dello spostamento di uomini e merci, di una realt decisamente aperta,
cosmopolita per usare un termine moderno, e di una politica monetaria o, meglio di uneconomia locale, molto pi dinamica e disinvolta
nellutilizzo di moneta straniera in taluni periodi (soprattutto a partire dal II secolo a.C.) di quanto per solito considerato.
I rinvenimenti della Regio VIII.7.115. Le monete di Ebusus
rinvenute appartengono ai Gruppi XII e XVIII dello studio di Marta
Campo6, monografia nella quale per la prima volta si affronta sistematicamente la monetazione dellisola, proponendo una classificazione
tipocronologica: questopera resta ancora un punto di riferimento valido per le emissioni di Ebusus, fermo restando qualche aggiustamento cronologico comparso nei successivi contributi dellAutrice7.
Il Gruppo XII, datato agli anni 214195 a.C. (di recente linizio
dellemissione stato anticipato al periodo 225218 a.C.)8, mostra Bes
nella caratteristica iconografia tardoegiziana/punica (Tav. III, Figg.
3ac) al recto: il dio nano infatti rappresentato stante, minaccioso, seminudo con gonnellino e copricapo di piume, martello (o a volte falcetto/coltello) nella mano destra alzata e serpente trattenuto con la sinistra, mentre al verso raffigurato un toro cozzante volto a sinistra
(Tav. III, Fig. 4a)9. Il Gruppo XVIII datato invece 200/195100
a.C.10 e presenta lo stesso tipo sia al dritto che al rovescio, ovvero un
Bes nelliconografia canonica che abbiamo appena descritto: in queste
CAMPO 1976.
Vd., in part., CAMPO 1993, 2012 e 2013.
8
CAMPO 2012, pp. 2627, 36; Eadem 2013, pp. 6465.
9
Bes una divinit minore egizia, fu molto popolare tra i feniciopunici e presente nel mondo romano associato al culto di Iside. Nonostante laspetto, un dio
benevolo e svolgeva una funzione apotropaica legata alla protezione dal male (compresi animali pericolosi quali i serpenti), della casa e in particolare delle madri e dei
bambini. Vd. A.M. BISI, v. Bes, EAA II Suppl., 1994, p. 66.
10
Campo CAMPO 2012, p. 36; Eadem 2013, pp. 6667. 214/195150/130 a.C.
ca. la data proposta per questo gruppo in STANNARD 2013, p. 129.
7
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emissioni la raffigurazione del dio va progressivamente semplificandosi, meno tozzo e spesso alcune serie presentano un simbolo nel
campo a sinistra (Tav. III, Fig. 4b).
Lo scavo ha restituito 27 pezzi attribuibili a questa zecca, pari al
5,2% dellintero campione11 e al 13% delle monete cd. greche, locali e
straniere (Grafico 1); due esemplari appartengono al Gruppo XII,
mentre le restanti sono pertinenti al Gruppo XVIII. Tra queste ultime,
per due monete stato possibile individuare la serie precisa della classificazione della Campo12, grazie alla conservazione del simbolo presente nel campo (gruppo di punti o rosetta) mentre per le restanti 25
si pu solo affermare la generica appartenenza al Gruppo13.
Sono presenti inoltre 15 esemplari (pari al 2,9% dellintera massa
monetale e all8% delle monete greche) per i quali, a causa del cattivo
stato di conservazione, non stato possibile determinare con sicurezza
lappartenenza alle monete canoniche o alle imitazioni locali.
11
Le monete rinvenute nellInsula VIII.7.115, 517 in totale come accennato in
precedenza, costituiscono solo una piccola parte dei reperti numismatici recuperati
in tutta la Regio VIII di Pompei, il cui studio complessivo, a partire dai primi scavi risalenti al XVIII secolo, stato affidato a Rosa Vitale: ad oggi, il totale delle monete
rinvenute nella Regio VIII pari a 4548, di cui 248 provenienti da contesti stratigrafici; ringrazio Rosa Vitale per questa informazione. Per alcune osservazioni preliminari sui rinvenimenti della Regio VIII si rimanda a TALIERCIO MENSITIERI 2007;
VITALE 2007 e 2008.
12
CAMPO 1976, pp. 127132, Gruppo XVIII, nn. 5153.
13
CAMPO 1976, pp. 127132, Gruppo XVIII, nn. 5053, 5460 e 6270; Eadem
1992, pp. 152155, Gruppo XVIII, tav. I, 1516.
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Le monete di Ebusus e Massalia appena presentate, la cui iconografia sar di ispirazione per i tipi del numerario imitato, rientrano tra
quelle maggiormente attestate nel circuito della circolazione della valuta nea a Pompei tra la met del II secolo a.C. e la prima et imperiale18; ritrovamenti di questo materiale sono segnalati in tutti gli scavi
effettuati nella cittadina vesuviana e nel territorio locale, come nella
stipe di Privati, anche se con un indice di attestazione pari al 9%19, di
gran lunga inferiore ai dati di Pompei. Se ci spostiamo a Minturnae,
Stannard segnala numerosi rinvenimenti dal Liri, pari o di poco inferiori ai pezzi rinvenuti a Pompei, facendo di questo luogo il secondo
per numero di attestazioni. Il rinvenimento pi settentrionale di questa valuta stato effettuato nellEtruria costiera, a Cosa (1 esemplare),
seguono Roma (1 esemplare) e altre sporadiche attestazioni nellItalia
centromeridionale, fino in Sicilia.
b) Pompei come sito produttore di moneta
Dopo la guerra annibalica la valuta romana repubblicana entrer
nel pieno della sua diffusione su larga scala allinterno della penisola
italica, anche se alcune citt dellItalia meridionale, come ad esempio
Paestum, pur entrate nellorbita dellinfluenza romana, continueranno
a battere moneta fino allet protoimperiale20.
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Parallelamente si assiste ad un fenomeno che, soprattutto a partire dalla met del II fino ai primi decenni del I secolo a.C., caratterizzer il panorama della circolazione della valuta nea di piccolo conto
dellItalia tirrenica (Lazio e Campania): la cospicua presenza di monete di imitazione, piccoli nominali in bronzo di valore fiduciario, destinate alle transazioni minute e caratterizzate dalluso di tipi monetali
propri di altre emissioni. Una monetazione indubbiamente non ufficiale, svincolata ma tollerata da Roma, prodotta evidentemente per
supplire alla scarsit di valuta nella circolazione locale e caratterizzata
da uno stile povero e da una lega metallica spesso scadente.
Michael Crawford21 fu il primo a richiamare lattenzione su questo fenomeno, concentrando per la sua attenzione soprattutto sulle
imitazioni di pezzi repubblicani e proponendo una datazione nellambito dei primi tre quarti del I secolo a.C. In realt il fenomeno ben
pi complesso e per alcuni casi, come vedremo, copre un ventaglio
cronologico pi ampio, con un inizio anteriore allultimo secolo della
Repubblica. Lo studioso affermava fra laltro che queste monete erano
da mettere in relazione con la richiesta di nominali di conto al di fuori
di Roma (dove infatti questa moneta imitata non circola), in Italia e in
alcune province romanizzate come la Gallia Narbonense. Successivamente la medesima problematica stata affrontata da Clive Stannard,
sulla base del censimento effettuato sullingente nucleo di monete recuperato dal fiume Liri presso Minturnae: egli attribuisce la maggioranza di queste emissioni non ufficiali allItalia centrale, pur sottolineando comunque lesistenza di vari gruppi di imitazioni anche al di
fuori della penisola e citando a tal proposito i semissi di imitazione repubblicana prodotti in Andalusia22. Nella stessa occasione Stannard
pone per la prima volta lattenzione sulla notevole frequenza di moneta in bronzo di Ebusus e su alcuni tipi che imitano in modo rudimentale le emissioni di questisola delle Baleari, da lui definiti
pseudoEbusus, senza per fornire una spiegazione a tale fenomeno23.
21
CRAWFORD 1982.
Fenomeno analogo rappresentato dallimitazione dei piccoli bronzi, in genere massalioti, presenti nella bassa e media valle del Rodano, vd. FEUGREPY 2011,
pp. 190191, Tipi PBI56/57; STANNARD 1998, pp. 228229.
23
STANNARD 1998.
22
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dunque in questo contesto che vanno inseriti i rinvenimenti a Pompei di moneta ebusitana e massaliota, con le rispettive imitazioni.
Le emissioni della pseudozecca. Un gran numero delle monete
recuperate a Pompei sono da ricondurre ad imitazioni prodotte localmente. Come anticipato, solo negli ultimi anni e grazie ai lavori di
Clive Stannard, che per primo ha riconosciuto questo gruppo di materiali portandola allattenzione della comunit scientifica24, possiamo
farci unidea delle peculiarit di questi piccoli bronzi, che fanno la
loro comparsa negli anni centrali del II secolo a.C. e resteranno nella
circolazione locale per tutta let augustea come moneta di piccolo
conto destinata al commercio al minuto.
Prima di tentare unanalisi puntuale del fenomeno val la pena di
chiarire la terminologia ad esso connessa, ossia i termini pseudo
zecca, pseudoEbusus e pseudoMassalia. Stannard e Frey-Kupper25
affermano che: we use the term pseudomints to denote such systematic imitation, over a period of time, by a single emitter, of an issue or issues of a foreign mint26; in questo senso, i termini pseudoEbusus e
pseudoMassalia, si riferiscono allimitazione di moneta canonica, ma
senza limplicita accezione di contraffatto, falso, proprio perch queste emissioni non possono in alcun modo essere considerate fuori
legge, ma solo non ufficiali, come stato messo in evidenza dagli
Autori. I piccoli bronzi della pseudozecca, tutti in lega di rame,
sono in effetti caratterizzati dallanonimato, ovvero dallassenza di leggende (nomi, lettere o simboli) che in qualche modo possano far in24
STANNARD 1998, 2005a, 2005b e 2013; STANNARDFREY-KUPPER 2008; FREYKUPPERSTANNARD c.s.
25
Entrambi gli Autori si sono dedicati al alcuni aspetti di questo fenomeno delle
imitazioni tipiche della penisola italica (vd. ad esempio le riflessioni sulle cd.
pseudoPanormos/Paestum) e a loro si rimanda per un approfondimento; in part. vd.
STANNARDFREY-KUPPER 2008; FREY-KUPPERSTANNARD 2013; inoltre FREY-KUPPER
STANNARD 2010; in questultimo lavoro compare per la prima vola una discussione sui
diversi prototipi alla base di questa monetazione, unitamente al catalogo dei tipi, vd.
FREY-KUPPERSTANNARD 2010, pp. 124131, poi aggiornato nei contributi successivi,
in particolare in STANNARD 2013, pp. 127128, 148153. Sulle monete di Paestum si
rimanda a STANNARDCARBONE 2013.
26
STANNARDFREY-KUPPER 2008, p. 352.
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tuire la citt e/o lautorit emittente, deputate alla produzione di queste emissioni.
Altro aspetto caratteristico dato dalla grande libert con cui i
numerosi tipi, attinti principalmente da quelli di Ebusus e Massalia ma
anche da alcune emissioni romane repubblicane (sia in bronzo che in
metallo pregiato) e italiche, vengono associati tra loro: libert tale da
non consentire lelaborazione di una tradizionale classificazione per
tipo, basata sulle peculiarit del D/ e R/; proprio per linterscambiabilit dei con con cui le monete venivano battute, quello che era stato
utilizzato per battere il recto poteva in una seconda fase essere utilizzato per coniare il verso, il conio di martello poteva diventare conio
dincudine e viceversa27.
Tipi. I tipi maggiormente imitati dalle emissioni della pseudo
zecca sono, come s detto, quelli di Ebusus e Massalia; rispettivamente con Bes/toro cozzante e Bes/Bes (Tav. III, Fig. 6a) per la zecca
dellisola balearica e con testa di Apollo/toro cozzante (con variazioni
nella leggenda) per quella massaliota. Le monete pseudoMassalia
mostrano riproduzioni pi o meno correnti, ma fededegne degli originali, cui si affiancano varianti con leggende episodiche, in cui liniziale
delletnico MASSA, evidentemente mal compreso dagli incisori, si
presenta variamente interpretato e trascritto (AMSS, AMoS, AOMS;
AOSS Tav. III, Fig. 6b ; OASS; MAA(?), MOSS; vd. TC3 di
STANNARD 2013)28. I tipi con alto indice di frequenza e maggiori varianti sono soprattutto le imitazioni del tipo ebusitano afferente al
Gruppo XVIII della classificazione di Marta Campo29. In queste copie, al Bes realizzato pi o meno realisticamente (simile alla versione
originale; vd. TC27 di STANNARD 2013), con sovente la presenza di
simboli nel campo come negli esemplari autentici, si affiancano alcune
monete raffiguranti una versione pi locale di Bes (vd. TC34 di
27
Sulla tecnica di coniazione utilizzata per queste monete vd. STANNARD 2013,
pp. 127128; Idem 2011.
28
HOBBS 2013a, p. 33 e pp. 3940. Numerose attestazioni di questi tipi sono segnalate da HOBBS 2013a, pp. 135136, cat. nn. 152162.
29
Vd. CAMPO 1976.
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STANNARD 2013). Ancor pi frequenti sono le monete che riproducono il dio in una versione stilizzata, essenziale, definita da Stannard
rudimentale; anche in questo caso possono comparire simboli nel
campo, come un segno T, forse una cornucopia, e/o una corona (Tav.
III, Fig. 7ad; vd. TC28 di STANNARD 2013).
Altri tipi per le imitazioni vengono mutuati dalle emissioni di
Roma repubblicana, sia in valuta pregiata che in bronzo, come il tipo
del 241235 a.C. ca. con testa di Marte elmata e barbata e protome
equina al verso (vd. il didrammo in argento RRC, p. 141, n. 25/1 oppure la litra in bronzo RRC, p. 141, n. 25/3), oppure il pezzo conosciuto come oro marziale, del valore di 60 assi, coniato intorno al
211208 a.C e recante al dritto la testa di Marte identica alle precedenti e segni del valore X e al rovescio unaquila su folgore (RRC, p.
154, n. 44/2); proprio questo pezzo ci d la certezza di essere stato
scelto come prototipo, in quanto le imitazioni riportano sovente gli
stessi segni del valore30. Alcuni temi vengono attinti anche dalle once o
dalle semionce con il tipo della rana, emesse da Luceria o Venusia nel
nord dellApulia, rispettivamente negli anni 211200 e 210200 a.C.,
oppure dai sestanti romani del 265252 ca. a.C. della serie Tartaruga/Ruota (RRC, p. 141, n. 24/7)31.
Recentemente Richard Hobbs, cercando i motivi del successo a
Pompei delliconografia con Bes e toro32, si domanda, pur con cautela,
se non sia possibile una sua connessione con il culto di Iside, ben attestato nella cittadina vesuviana, oppure se il tipo non sia in qualche
modo legato al vino33, data la loro forte concentrazione nei thermopo30
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dei ritrovamenti, come detto, si raggiunge in Italia centromeridionale, con i nuclei pi grandi attestati nel fiume Liri37 e soprattutto a
Pompei. Proprio per questa primazia di attestazioni, come del resto
spesso accade in archeologia per altre classi di oggetti (soprattutto per
la ceramica), Stannard suggerisce di collocare a Pompei la sede della
pseudozecca.
Considerando infatti che le caratteristiche peculiari sopra elencate di questa emissione si registrano, tutte insieme, solo nei ritrovamenti della cittadina vesuviana, e prendendo atto del particolare range
cronologico attribuito allattivit della pseudozecca, nonch dellassenza di una zecca propria a Pompei (fatto che, evidentemente, costringe la cittadina a sopperire alle esigenze di moneta spicciola attingendo allesterno la valuta per le attivit quotidiane), nulla osta nel sostenere questa proposta con un buon margine di ragionevolezza38.
Unaltra questione che resta ancora da risolvere legata agli
aspetti giurisdizionali che ruotano intorno a queste emissioni. Sicuramente la coniazione di queste monete di necessit dovuta, come abbiamo detto, ad una scarsa presenza di moneta divisionale di piccolo
conto. Proprio a causa di tale necessit non deve sorprendere lapertura di una nuova zecca non ufficiale anche dopo lavvento di Roma,
il cui numerario non era evidentemente sufficiente a soddisfare le necessit locali: in questo senso si ricorda che alcune zecche meridionali,
come Velia e Paestum, continueranno a coniare moneta fino allinizio
dellet imperiale. In questo quadro, necessario chiedersi chi ci sta
dietro, ossia chi abbia potuto sostenere lo sforzo economico necessario ad intraprendere questo genere di attivit, dalla decisione di coniare nuova moneta, allapprovvigionamento delle materie prime (metalli) allorganizzazione di unofficina specializzata, con i suoi strumenti e i suoi addetti ai lavori.
37
Nel Liri sono state censite 59 monete di Ebusus, tra le quali 6 sono pseudo
Ebusus, mentre le Massalia e le pseudoMassalia presenti sono 110; vd. STANNARD
FREY-KUPPER 2008, p. 393.
38
Contra Richard Hobbs il quale, non escludendo Pompei, si attesta su un atteggiamento pi prudente nella collocazione, tanto che descrivendo questo fenomeno
preferisce parlare di Campanian Massalia e Campanian Ebusus; HOBBS 2013a, p. 32.
112
Altro aspetto riguarda infine i modi dimmissione di questa moneta nella circolazione locale. A tal proposito Stannard ipotizza che
lintroduzione possa essere avvenuta attraverso i cambiavalute, destinati a scambiare moneta pregiata con valuta di conto locale, da spendere per le esigenze quotidiane, e che la citt potesse in tal senso ricevere un certo aggio da questa attivit di cambio39. Lipotesi suggestiva
e non poi cos peregrina, ma mancano ancora elementi che permettano di definire il quadro completo, cos interessante per leconomia
di una piccola citt alleata di Roma negli anni finali della Repubblica e
cos intrigante per i suoi risvolti economici e sociali.
Rispondere ai quesiti ed alle incertezze sinora espressi non evidentemente facile, ma alcune suggestioni possono essere evidenziate.
La cronologia. Uno dei problemi prioritari da precisare relativo
allesatto arco cronologico in cui far rientrare la produzione di questi
esemplari. Il terminus post quem dato dalla data di emissione (e di arrivo a Pompei) dei prototipi, che pu essere fissato tra la fine del III e
gli inizi del II secolo a.C. e che viene ulteriormente abbassato post 150
a.C., se consideriamo le cronologie dei pezzi di Massalia. Il terminus
ante quem pu essere invece fissato sulla base di alcuni gruzzoli rinvenuti sia a Pompei che nei dintorni: il caso di quello rinvenuto nelle
terme dellInsula VIII.5.36, oppure della stipe di Privati (Gragnano,
Castellammare di Stabia). Il primo composto da 90 monete, tra cui un
solo argento repubblicano e per il resto moneta in bronzo, cos distribuita: l1% rappresentato da un bronzo siciliano, il 2% da bronzi di
Neapolis, il 70% dalle canoniche monete di Ebusus e Massalia, con le rispettive copie; sulla base delle pi tarde emissioni repubblicane la data
del deposito stata posta tra il 90 e l80 a.C.40. Anche la stipe di Privati,
la cui chiusura dovrebbe essere avvenuta intorno al 100 a.C., negli anni
immediatamente precedenti la Guerra Sociale41, contiene moneta di
Ebusus (Gruppi XII e XVIII) e le imitazioni TC3, TC27/28.
39
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A questi termini, che ci prospettano un range ancora assai impreciso, possiamo ora aggiungere qualche caposaldo cronologico pi
forte grazie ai recenti scavi effettuati nella citt: se da un lato le informazioni desunte dalle stratigrafie del PARP:PS, unitamente a quelle
fornite dalle ricerche dellAAPP42, sono ancora una volta abbastanza
generiche, dallaltro sembrerebbe invece che i dati recuperati nello
scavo della Casa di Arianna43, grazie anche allo studio dei materiali,
possano costituire il vero elemento di novit. In funzione di essi la
data attualmente proposta dagli archeologi spagnoli e da Stannard per
lattivit della pseudozecca fissata tra il 130 e l80/70 a.C., con la
chiusura avvenuta al momento della deduzione della colonia sillana, o
poco dopo: nella Tabella 1 si riportano i dati cronologici dei tre scavi
appena citati e la corrispondenza della classificazione di Stannard con
quella proposta di recente da Hobbs. Solo ulteriori ricerche e uno studio pi attento degli interi contesti potranno suggerirci qualche nuovo
dato pi certo e nuovi spunti di riflessione.
In base ai dati di cui oggi disponiamo risulta difficile stabilire,
nellarco di tempo in cui la pseudozecca batte queste monete, una
sequenza cronologica per lemissione dei diversi tipi. Alcuni indizi relativi alliconografia dei tipi, per, pu a mio parere far intuire in qualche modo che lemissione sia avvenuta tempi diversi: ponendo come
assioma che le riproduzioni fededegne sono le prime ad essere realizzate, potremmo affermare che la stilizzazione del Bes nella sua versione rudimentale, nonch i tipi delle pseudoMassalia con la leggenda corrotta possono essere frutto di un processo che si sviluppato nel corso del tempo. A questa riflessione possiamo aggiungere i
dati preliminari forniti dalle analisi di Fluorescenza ai Raggi X: se infatti da un lato questa tecnica non stata dirimente nello stabilire sostanziali ed evidenti particolarit della lega, in base alle quali individuare una differente provenienza dei pezzi, alcune varianti nella stessa
42
HOBBS 2013a, p. 95. Richard Hobbs, sulla base delle associazioni dei bronzetti dimitazione con le altre monete e le loro cronologie presenti nei contesti di
VI.1, osserva che il periodo in cui si registrano le maggiori attestazioni (e dunque
quello di maggiore circolazione) corrisponde agli anni 150100 a.C.; HOBBS 2013a,
pp. 8992.
43
RIBERA I LACOMBA et al. 2013; STANNARD 2013, passim.
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STANNARD 2013
HOBBS 2013a
PARP:PS VIII.7.115
130/8070 a.C.
12590 a.C.
130/8070 a.C.
nessuna evidenza
stratigrafica utile
nessuna evidenza
stratigrafica utile
130/8070 a.C.
130/8070 a.C.
nessuna evidenza
stratigrafica utile
GIACOMO PARDINI
Grafico 2 Percentuali a confronto del numerario rinvenuto negli scavi del PARP:PS
e dellAAPP.
116
Le imitazioni pongono problemi identificativi: spesso a causa della buona fattura con cui sono stati realizzati alcuni dei tipi e, se lo stato di conservazione non ci
supporta, risulta difficile attribuire il valore di pezzo originale o di copia alluna o allaltra moneta. proprio per fare ordine tra queste monete che stata programmata
la campagna di indagini archeometriche, cercando cos di svelare anche lorigine dei
tipi incerti.
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GIACOMO PARDINI
Data emissione
Stratigrafie
Casa di Arianna
Stratigrafie
AAPP
VI.1.1418 e 2021
Stratigrafie
PARP:PS
VIII.7.115
ante 89 a.C.
et giulioclaudia
200100 a.C.
ca.160
140/130 a.C.
met II
inizi I sec. a.C.
2 met
del II sec. a.C.
Massalia, PBM404
(FEUGRE, PY 2011)
1 met (?)/met
del II secolo a.C.
Massalia, PBM479
(FEUGRE, PY 2011)
prima met/met
del II secolo a.C.
piena et augustea
Altra questione cui necessario cercare di rispondere quella relativa ai motivi e ai modi dellarrivo a Pompei di questa moneta. Lattenzione pi recente si concentrata sulla monetazione di Ebusus e
poco o nulla su quella di Massalia. A ben vedere, per, vi motivo di
ritenere che le cause alla base di queste diverse presenze siano pressoch identiche.
Ancora una volta bisogner ripartire dalle proposte di Clive Stannard, che pi di altri ha affrontato la questione. In un suo recente studio50, in parte anticipato da un contributo del 200851, egli propone la
teoria che la moneta ebusitana sia giunta nella cittadina vesuviana in
blocco: A number of factors suggest that the massive presence of canonical Ebusan coin at Pompeii is to be explained by a single transfer of a
block of coins from Ebusus to Pompeii, rather than by continuing contacts of any nature between them. The most telling argument for this is
their overwhelming presence at Pompeii. Nowhere else in Italy or
anywhere outside Ebusus itself are they as abundant. [] No piecepreliminare dei contesti recuperati nella Regio I.1 (PARP:PS) che sembrano mostrare
la comparsa dei prototipi ebusitani nelle stratigrafie databili tra il 200 ed il 150 a.C.
Le monete recuperate tra il 2010 ed il 2012 dallUniversity of Cincinnati nella Regio I,
Insula 1, sono in corso di studio da parte di chi scrive. Sui rinvenimenti monetali
della Regio I vd. GIOVE 2013.
50
STANNARD 2013.
51
STANNARDFREYKUPPER 2008.
120
meal trade flows can have brought such numbers of canonical Ebusan
bronze coin to Pompeii52. Ma come motivare questa sorta di rastrellamento di moneta dallisola delle Baleari in direzione Pompei? Stannard non fornisce alcuna spiegazione convincente al riguardo, n, daltro canto, nel periodo da lui indicato possono essere individuati avvenimenti storici (occupazioni, eventi bellici, etc.) tali da sostenere
questa ipotesi53.
Secondo lo studioso il primo indizio a sfavore dellipotesi di un
arrivo continuativo in qualche modo legato ai movimenti commerciali
dato dal valore meramente fiduciario di queste monete, che ne
avrebbe impedito luso per le transazioni commerciali; se questo fatto
incontestabile (ma del resto le transazioni commerciali internazionali
erano regolate in valuta pregiata o ancora in metallo a peso), nessuno
vieta di pensare che questo numerario viaggiasse come valuta spicciola
di conto, nel borsellino di mercatores e marinai.
Un ulteriore argomento a sfavore dato, per Stannard, dallassenza di un controflusso di moneta della pseudozecca da Pompei
ad Ebusus54, ma controbattere a questa seconda affermazione fin
troppo facile: a differenza di Pompei, costretta ad approvvigionarsi allesterno ricorrendo a moneta allogena eterogenea, in questa epoca
52
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Ebusus ha infatti una propria zecca, che continuer a battere regolarmente moneta fino allultimo quarto del II secolo a.C., e non ha dunque bisogno di immettere nella circolazione locale, o semplicemente di
usare come moneta fiduciaria per piccole transazioni, alcuna moneta
straniera, per giunta moneta che, relativamente almeno alle imitazioni
rudimentali, sarebbe stata subito riconosciuta e percepita come falsa e
quindi volutamente scartata! Se accettassimo largomentazione dellassenza del flusso contrario ci troveremmo inoltre di fronte a un non
sequitur, per cos dire. La moneta di Ebusus, anche ammettendo che
sia stata trasferita in blocco, dovrebbe essere arrivata a Pompei tra 160
e 130 a.C., stando alla datazione proposta per le stratigrafie di rinvenimento (ma forse anche un po prima), mentre quella della pseudo
zecca pompeiana sembra comparire a partire dagli anni 130/120
a.C.55. I due eventi non sarebbero dunque contemporanei, nemmeno
nel caso in cui perorassimo la causa di un trasferimento dovuto a frequenti contatti (la pi probabile? Vd. infra), diretti o indiretti, tra le
due localit del Mediterraneo.
Se guardiamo per agli eventi storici nel loro complesso e proviamo a contestualizzare questi due fenomeni, arrivo di moneta ebusitana e inizio dellattivit della pseudozecca, osserviamo che vi
forse qualche interessante indizio, utile a meglio circostanziarli e motivarli.
Lo spartiacque per linizio di una circolazione massiccia di moneta ebusitana al di fuori dellisola rappresentato sicuramente dalla
vittoria di Zama (18 ottobre 202 a.C.), in seguito alla quale Roma acquisisce i domini iberici cartaginesi. Di questo evento Ebusus non
sembra risentire ed anzi, conserva la sua autonomia e, come sostenuto
da diversi studiosi, la sua economia e i suoi traffici continuano ad essere floridi e non sembrano subire alcun contraccolpo a seguito della
sconfitta di Cartagine e almeno per i primi tre quarti del II secolo a.C.
Per converso, la situazione sembra precipitare a seguito della
conquista di Maiorca e Minorca del 123 a.C. Osserva Benjam Costa
Ribas: [] the conquest of Majorca and Minorca by the consul Quin55
122
tus Caecilius Metellus had huge repercussions for all the islands []
From the last quarter of the 2nd c. BC, archaeological data point to a setback in the Ibizan economy that put an end to the cycle of economic
growth experienced during the previous 75 years. A crisis is detected in
the Ibizan countryside where some settlements are abandoned []
From the end of the 2nd and throughout the 1st c. B.C., the pottery industry in Ibiza town went in decline. Note also that in the last quarter of
the 2nd and first quarter of the 1st c. B.C., no coins were minted on
Ibiza [] Ibizan trading posts in the Balearics were abandoned. The
events coinciding with the end of the 2nd c. suggest that the decline in
Ibizas economic activity was associated with the conquest of Majorca
and Minorca by Roman troops. It is more than possible that the conquest had a negative effect on Ibizan commerce []56.
pi che lecito, dunque, chiedersi se la causa dellinizio dellattivit della cd. pseudozecca pompeiana non vada ricercata proprio
nella conquista romana delle Baleari, che provoca uninterruzione momentanea delle emissioni della zecca di Ebusus57 e di conseguenza, verosimilmente, anche il blocco dellafflusso attraverso i rapporti commerciali, di moneta ebusitana verso Pompei. E di pi: non dunque
anche altamente probabile che sia da collocare in questa occasione
larrivo pi massiccio di moneta di Massalia che in qualche modo va a
sostituire quella ebusitana? In questo senso potrebbe non essere un
caso che la maggior parte dei piccoli bronzi di Massalia presenti a
Pompei siano pertinenti alle serie con etnico abbreviato MASSA e
lettere in esergo, datate 130100 ca. a.C. I pi recenti dati stratigrafici
sembrano collocare linizio della moneta dimitazione proprio nellultimo quarto del II secolo a.C. (potremmo dire dopo il 123 a.C.,
quando smette di funzionare la zecca di Ebusus?).
56
123
GIACOMO PARDINI
124
dai Cartaginesi, rimase sempre fedele a Cartagine, anche durante lassedio dei fratelli Publio e Gneo Cornelio Scipione nel 209 a.C. Nel 201
a.C., a seguito della battaglia di Zama, passa sotto il controllo romano,
divenendo civitas foederata62 in un momento incerto, da collocarsi nella
prima met del II secolo a.C.63; il foedus con Roma le consente di mantenere una certa autonomia politica e culturale, conservando le istituzioni punicocartaginesi, tanto che continua a battere moneta propria
fino allet giulioclaudia64. Con la concessione dello ius Latii, durante
il principato di Vespasiano, Ebusus diventa municipium. Lisola, la cui
terra secondo gli antichi scacciava i serpenti, era famosa per le produzioni di porpora e lana65, per le salse di pesce e per lo sfruttamento
delle saline, per lesportazione di vino con la conseguente produzione
di anfore66, almeno per i primi due terzi del II secolo a.C.67.
Massalia, invece, fu fondata intorno al 600 a.C. alla foce del Rodano dagli Ioni di Focea; in un primo momento la citt assunse il nome
della madrepatria, Focea appunto, ma a seguito di una nuova ondata
62
PLIN., NH, III, 11, 7678: Insulae per haec maria primae omnium Pityussae
Graecis dictae a frutice pineo; nunc Ebusus vocatur utraque, civitate foederata, angusto
freto interfluente. patent XLVI, absunt ab Dianio DCC stadia, totidem Dianium per
continentem a Carthagine Nova, tantundem a Pityussis in altum Baliares duae ei Sucronem versus Colubraria. Baliares funda bellicosas Graeci Gymnasias dixere. []
a maiore XII in altum abest Capraria, insidiosa naufragiis, et e regione Palmae urbis
Menariae ac Tiquadra et parva Hannibalis. Ebusi terra serpentes fugat, Colubrariae parit, ideo infesta omnibus nisi Ebusitanam terram inferentibus; Graeci Ophiussam
dixere. nec cuniculos Ebusus gignit, populantes Baliarium messes.
63
COSTA RIBAS 2007, pp. 8588.
64
Vd. ad esempio GARCA RIMA 1999.
65
ALFARO GINER 2000.
66
RAMON TORRES 1991.
67
RAMON TORRES 2008, pp. 8586. Joan Ramon osserva inoltre che: Otro factor
de romanizacin de dichas estructuras se halla en los mismos agentes del comercio ultramarino. En efecto, mientras que Cartago y Ebusus, y seguramente tambin otras ciudades
occidentales, en la primera mitad del siglo II mantuvieron un comercio apparentemente
independiente y con barcos propios, a partir de los ltimos decenios de este siglo y durante el siguiente es difcil apreciar el transporte de nforas pnicas, si no es en el marco
de cargamentos mucho ms importantes de produco itlicos, evidencia clara de la actividad de los mercatores y negotiatores latinos en dicho mecanismo; vd. inoltre Idem
2008, p. 92; Idem 2013.
125
GIACOMO PARDINI
Proprio nel IV secolo la citt fonder numerose colonie nel suo territorio (vd.
PRIVITERA 2007) e sulla costa orientale della Spagna, per contrastare la rivale Cartagine.
69
Vd. PANELLA 2010, passim. Sulla base alla diffusione delle Campane B etrusche e campane, la Gallia meridionale e Massalia sembrano avere un rapporto privilegiato proprio con il golfo di Napoli (Campana A); infatti le Campane etrusche e campanosettentrionali non sembrano diffondersi a Massalia; vd. CIBECCHINI 2004, passim. Inoltre TCHERNIA 2009, in part. p. 104.
70
IUST., XLIII 3, 4: Temporibus Tarquinii regis ex Asia Phocaeensium iuventus
ostio Tiberis invecta amicitiam cum Romanis iunxit.
71
IUST., XLIII 5, 3.
72
IUST., XLIII 5, 10.
73
Ebusus occupa una posizione strategica, lo scalo intermedio delle rotte tra la
Narbonense e la costa algerina (asse NordSud), dallItalia Ostia e costa ligure agli
126
estremi del Mediterraneo occidentale (asse EstOvest), ma riusciamo a cogliere questo fenomeno pi propriamente a partire dalla fine del I secolo a.C., grazie allo studio
della sigillata italica rinvenuta sullisola; FERNNDESORIOLGONZLES VILLAESCUSA
1982; GONZLES VILLAESCUSA 2004, p. 42. Un altro dato interessante la diffusione,
certo non nelle quantit attestate a Pompei, delle monete ebusitane sulla costa francese e nellentroterra, lungo il Rodano, fenomeno che viene messo in relazione alla
presenza (anchessa minoritaria) delle anfore punicoebusitane: Les monnaies punicobusitaines sont donc frquentes en Gaule du sud, et mme de plus en plus frquentes mesure que lon avance dans le temps: encore discrtes avant la deuxime
guerre punique (type EBU2), elles se multiplient dans cette rgion comme sur le reste
des ctes de la Mditerrane occidentale au IIe s. (type EBU18) pour devenir courantes
au Ier s. (type EBU19). Les deux exemplaires de Lattes se situent dans le cadre de cette
expansion, lie certainement moins aux mouvements des troupes romaines voqus traditionnellement quau dveloppement du commerce maritime, dont tmoignent par ailleurs, Lattes notamment, les amphores punicobusitaines que lon rencontre en nombre rduit mais rgulier dans lhabitat; vd. Lattara, p. 687. Sulla diffusione di moneta
ebusitana nella Gallia settentrionale e in Bretagna, vd. DOYEN 2011; cfr. inoltre
MARTIN 2013.
74
STAZIO 1955, pp. 4445.
75
Gli Atti delle Giornate di Studi, tenutesi a Roma il 1213 settembre 2010 e
promosse dalla Escuela Espaola de Historia y Arqueologia en Roma con lUniversidad de Cdiz e lUniversit Ca Foscari di Venezia, sono ora pubblicati in Ebusus y
Pompeia.
127
GIACOMO PARDINI
tesi, decisamente suggestiva e oltremodo attuale76, dovrebbe per essere confermata da nuovi e pi cogenti ritrovamenti, dal momento
che, almeno a conoscenza di chi scrive, non vi testimonianza nelle
fonti della presenza di armati (mercenari o militari dellesercito) sulle
navi commerciali che dallItalia salpavano verso tutte le pi importanti
destinazioni del Mediterraneo e da l facevano ritorno nei porti di partenza con nuovi carichi. Analizzando i materiali restituiti da alcuni relitti si possono individuare forse alcune testimonianze, ma indirette e
alquanto indefinite: un riflesso della presenza di soldati su navi onerarie potrebbe essere dedotto dal rinvenimento nellequipaggiamento di
armi o parti di armature: il caso dellelmo proveniente dal relitto di B
Capo Testa o dei tre del relitto di Cabrera77, o anche del frammento di
daga in ferro e delle oltre 200 glandes missiles in piombo del relitto A
dellisola di Mal di Ventre, in Sardegna78; si tratta sicuramente di oggetti impiegati a scopo difensivo contro eventuali attacchi79, ma forse
semplicemente legati alla difesa della nave da parte degli stessi marinai, che alloccorrenza si armavamo. Di pi non possibile dire.
Proseguendo nellanalisi delle teorie di Stazio e abbandonata in
attesa di pi stringenti prove lipotesi dei funditores, lAutore suggerisce di guardare ai contatti commerciali e alla presenza dei mercatores
vivacemente attivi tra le due sponde del Mediterraneo. Anche sulla
base degli indizi archeologici su analizzati questultima ipotesi risulta al
momento, ad avviso di chi scrive, la pi convincente. La moneta di
Ebusus e Massalia si trova in maggiori quantit, s detto, proprio in
citt portuali come Minturnae80 e Pompei e questultima, attraverso anche Puteoli, aveva di certo legami con la Spagna. Possiamo allora pen76
A pi riprese nella storia carichi speciali o in qualche modo connessi allautorit sono stati difesi da scorte armate, si pensi ai galeoni o alle caracche che nel XVI e
XVII secolo portavano in Spagna loro e largento dalle Americhe, scortate dalle pi
agili caravelle cariche di armati, o ai cutter inglesi a scorta delle navi della Compagnia
delle Indie, fino agli attuali mar o contractors privati imbarcati su petroliere e navi
portacontainer.
77
BIGAGLI 2002, pp. 151152.
78
BIGAGLI 2002, p. 166.
79
GIANFROTTAPOMEY 1981, pp. 140141.
80
Per un contributo sulla storia di urbana ed economica di Minturnae, colonia
romana del 296 a.C., si rimanda a BELLINI 2007 con bibliografia precedente.
128
129
GIACOMO PARDINI
base delleterogeneit dei pezzi rinvenuti nei relitti, che questa valuta
di conto poteva essere accettata in ogni porto84.
A questa ricostruzione generale, che vedrebbe lafflusso a Pompei
di moneta di Ebusus e Massalia nellambito di intense attivit commerciali, si potrebbe obiettare la scarsa presenza di anfore punicoebusitane provenienti dalla citt vesuviana. Se ci si attesta su quanto riportato da Joan Ramon Torres nel suo volume sulle anfore puniche di
Ibiza, si nota infatti che nessuna presenza viene segnalata sulle coste
peninsulari dellItalia tirrenica per il periodo 200125 a.C.85. Le revisioni pi attuali86 ed i recenti scavi effettuati in pi punti della citt su
stratigrafie precedenti i livelli del 79 a.C. sembrano per mostrare a
Pompei una presenza, anche se per ora timida, di questo materiale:
anfore e ceramica ebusitane sono state rinvenute nello scavo della Casa
di Arianna87; alcuni frammenti di anfore punicoebusitane, betiche e
tarraconesi (di contro a una forte presenza di anfore grecoitaliche e
punicoafricane) sono presenti in alcuni contesti indagati nellInsula
VII.2 pars occidentalis88; sporadici ritrovamenti sono stati effettuati
nello scavo per sottoservizi nellarea del Foro89. Il panorama delle co84
HOBBS 2013a, p. 36. Che i bronzetti di Ebusus e Massalia siano giunti a Pompei nel borsellino di mercatores e marinai pare provato inoltre dal ritrovamento di
molti esemplari sulle spiagge del salernitano, come attesta padre Foresio parlando dei
numerosi esemplari l raccolti della sua collezione, perlopi esemplari con il Bes rudimentale, ora conservata alla Badia di Cava dei Tirreni. Le monete si trovano sulla
spiaggia perch portate da mareggiate e, quindi, cadute in mare da navi che frequentavano il golfo di Salerno; vd. TRAVAINI 1991, p. 191.
85
RAMON TORRES 1991, pp. 153156, vd. inoltre la mappa di distribuzione 3
nello stesso volume.
86
In RAMON TORRES 1995 si presenta una situazione aggiornata, con una presenza attestata anche per lItalia unitamente alle rotte proposte per larrivo di questi
materiali.
87
Gli autori escludono, in verit, che questi esigui rinvenimenti possano essere
lindizio di contatti diretti tra Ebusus e Pompei, vd. RIBERA I LACOMBA et al. 2013,
pp. 200202.
88
PASCUALRIBERA 2007; PASCUALRIBERAFINKIELSZTEJN 2007; PEDRONI
2008, p. 247.
89
Vd. BERNAL et al. 2013. Ringrazio Luana Toniolo, che sta procedendo alledizione dei materiali recuperati durante lo scavo per linstallazione del nuovo impianto
elettrico del Foro, per linformazione sul rinvenimento di questi frammenti riconducibili al II secolo a.C. Va considerato che spesso la mancata segnalazione di queste pro-
130
Stratigrafie
Casa di Arianna
Stratigrafie
AAPP
Stratigrafie
PARP:PS
TC27: 2 met
del II sec. a.C.
TC3: 1 quarto
del I sec. a.C.
Stratigrafie
Tempio di
Venere Fisica91
9080 a.C.
131
GIACOMO PARDINI
132
133
GIACOMO PARDINI
vista la vicinanza al castrum, bens a una necessit indotta dalla difficolt di approvvigionamento di valuta ufficiale e quindi ad una coniazione destinata allun uso locale (queste monete, facilmente riconoscibili, circolano infatti insieme alla valuta imitata)96.
Ma chi gestisce lattivit della pseudozecca? E soprattutto, davvero possibile escludere il coinvolgimento delle autorit cittadine in
questo processo? Al momento si pu solo rimanere nellambito delle
suggestioni. Alla seconda domanda difficile rispondere e allo stato dei
fatti non possibile escludere completamente un coinvolgimento dellautorit; quel che certo che le autorit cittadine erano a conoscenza di questa attivit e in questo senso pu avere ragione Stannard quando afferma che attraverso i cambiavalute le monete venivano immesse
sul mercato locale (in cambio di quale altra valuta?) e che la citt (se pur
non implicata nella coniazione) ne avrebbe ricevuto un certo aggio97.
In assenza di fonti precise su questo fenomeno, se dobbiamo
avanzare unipotesi potremmo ripartire dalle aristocrazie municipali.
La documentazione dellinstrumentum (soprattutto per let tardorepubblicana e a partire dalla Guerra Sociale) ci attesta infatti il coinvolgimento pi o meno diretto delle lites locali in ambiti quali quello finanziario e bancario, o quello della produzione e del commercio
(sfruttamento minerario, produzione e commercializzazione di manufatti e beni di consumo), fermo restando che la propriet agraria costituiva comunque lindiscussa base patrimoniale per la loro posizione di
prestigio politico e sociale98.
possibile dunque pensare ad un coinvolgimento in questa operazione delle lites municipali per due ordini di motivi: da una parte
per le loro disponibilit finanziarie99 e per lattenzione alleconomia lo96
134
Pi difficile risulta pensare ad emissioni dovute magari ad un atto di evergetismo, come dimostrano invece alcune zecche, tra cui quella di Paestum, dove emissioni
in bronzo datate tra il II secolo a.C. e let augustea, celebrano lattivit munifica di
personaggi di spicco dellaristocrazia locale ( il caso ad esempio delle emissioni a
nome di Mineia M.f. per le quali vd. da ultimo CARBONE 2014, pp. 2224 e 135142,
Emissione n. 27, Serie nn. 4346; inoltre TORELLI 1999, pp. 101105). Se di questo si
trattasse, infatti, non si spiegherebbe ancora una volta la scelta di tipi non immediatamente riconducibili allattivit munifica di un eminente personaggio locale.
101
Da un punto di vista strettamente metodologico il tentativo ha avuto comunque un suo specifico valore tecnicoscientifico, avendo dimostrato la scarsa precisione di questa tecnica, altrimenti di lunga sperimentazione e notevole validit, in
rapporto a questo particolare tipo di materiale.
102
Prodotta, a quanto pare, con il piombo proveniente dalle miniere di Cartagena.
135
GIACOMO PARDINI
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GIACOMO PARDINI
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TAVOLA II
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