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ISTITUTO ITALIANO DI NUMISMATICA

AN NALI

59
ROMA
NELLA SEDE DELLISTITUTO

2013

AIIN, 59 (2013), pp. 101142

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI


TRA TARDA REPUBBLICA E PRIMO IMPERO:
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE
(Tavole IIIII)

Si presentano in questa sede i rinvenimenti di moneta ebusitana e


massaliota e le imitazioni della cd. pseudozecca di Pompei recuperate nel corso delle indagini archeologiche condotte dallUniversity of
Cincinnati (Ohio, USA) nellambito del Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia (PARP:PS) campagne 20052009 nella
Regio VIII.7.115 di Pompei (Tav. II, Figg. 12)1, ed alcune riflessioni
elaborate nellambito della ricerca di dottorato di chi scrive presso
lUniversit degli Studi di Salerno2.
1

Per i rapporti preliminari delle indagini 20052009 in VIII.7.115, si rimanda


a DEVOREELLIS 2005 e 2008; ELLISDEVORE 2006, 2007, 2009 e 2010. Sui pi recenti scavi del PARP:PS in I.1, vd. ELLIS et al. 2011 e 2012. Una riflessione generale
sui rinvenimenti monetali di VIII.7.115 e I.1 in ELLIS c.s.
2
La ricerca, elaborata nellambito del Dipartimento di Scienze del Patrimonio
Culturale dellUniversit degli Studi di Salerno, stata inserita nel Seminario Dottorale Europero di Archeologia Espace et changes en Mditerrane antique, promosso
dallUniversit Paris X Ouest NanterreLa Dfense, dallUniversit Paris 1 Panthon
La Sorbonne, dalla Freie Universitt e dalla Humboldt Universitt di Berlino (TOPOI
Excellence Cluster) e dallUniversit degli Studi di Salerno. La tesi, dal titolo Rinvenimenti monetali a Pompei. Contesti e circolazione, stata discussa il 4 luglio 2013.
Un sincero ringraziamento a Renata Cantilena, mia tutor, per i preziosi e pazienti
consigli e a Steven J.R. Ellis, direttore del PARP:PS, per avermi affidato lo studio dei
reperti monetali provenienti da VIII.7.115 e da I.1 (campagne di scavo 20102012)
e per le proficue discussioni sui contesti di rinvenimento. Debbo il successo dellimpresa di Dottoraro anche alla lungimiranza e alla sensibilit di Pier Giovanni Guzzo
che nel 2009, in qualit di Soprintendente Speciale di Pompei, ha creduto in questo
progetto consentendo il trasferimento a Roma delle 517 monete rinvenute nel corso
delle indagini degli anni 20052009 per il restauro, lo studio e lesecuzione delle analisi archeometriche non distruttive. Il prezioso intervento conservativo sui reperti
monetali stato effettuato da Sara Carraro, grazie ad unelargizione liberale di Salva-

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GIACOMO PARDINI

a) Pompei come sito consumatore di moneta


Ebusus e Massalia. Attilio Stazio3 fu il primo studioso a sottolineare la presenza di una cospicua massa monetale proveniente da Ebusus (lattuale Ibiza)4 a Pompei ma, non esistendo ancora un repertorio
delle emissioni di questa zecca, non pot spingersi oltre, se non correlando questa presenza ai contatti commerciali tra le due localit; inoltre, lAutore, riprendendo una notizia di Amedeo Maiuri, che a sua
volta citava Laura Breglia, poneva lattenzione anche sulle presenze
dei bronzetti di Massalia e su non ben localizzate imitazioni galliche di
queste emissioni (quelle che verranno poi definite da Clive Stannard
col termine pseudoMassalia, vd. infra)5.
Successivamente, Clive Stannard, chiamato a studiare le monete
recuperate dallo scavo della British School at Rome (Casa di Amaranto, I.9.1112) e rivolgendo lattenzione al numerario recuperato in
anni pi recenti a Pompei, confermer la massiccia presenza delle canoniche emissioni di Ebusus e Massalia, dimostrando inoltre per
primo lesistenza di numerosissime imitazioni riconducibili soprattutto proprio a queste due zecche, per le quali ha proposto di identificare il luogo di emissione con la stessa Pompei (vd. infra).

tore Patrik Miranda, amministratore dellImpresa Mi.am, e in parte dal Consorzio


RE.CO. di Roma; a tutti loro va la mia riconoscenza. Sono debitore allamico e collega Clive Stannard per avermi iniziato alla conoscenza delle monete di Ebusus, di
Massalia e delle imitazioni della cosiddetta pseudozecca, a lui va un caloroso ringraziamento, anche per i costanti incoraggiamenti. Un grazie particolare a Richard
Hobbs, curatore presso il Department of Prehistory and Europe del British Museum e
numismatico dellAngloAmerican Project in PompeiiAAPP (Regio VI.1), per le proficue discussioni e per il confronto sulle nostre monete. Last but not least, ringrazio
Sabina Zeggio, Marta Campo, Federico De Romanis e Joan Ramon Torres per la lettura di queste note e per gli stimolanti spunti di riflessione che hanno voluto condividere.
3
STAZIO 1955.
4
Lo studioso comprende tra le monete canoniche dellisola delle Baleari anche
le monete di imitazione locale che verranno poi riconosciute da Clive Stannard
(STANNARD 2005a e 2005b) come imitazioni definite rudimentali; vd. i tipi TC28/29
in STANNARD 2013, pp. 152153.
5
STAZIO 1955, p. 43.

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CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

I motivi precisi di questa alta concentrazione di emissioni ebusitane e massaliote nella cittadina vesuviana ancora ci sfuggono, ma
evidente che queste monete costituiscono un segno di intensi contatti,
dello spostamento di uomini e merci, di una realt decisamente aperta,
cosmopolita per usare un termine moderno, e di una politica monetaria o, meglio di uneconomia locale, molto pi dinamica e disinvolta
nellutilizzo di moneta straniera in taluni periodi (soprattutto a partire dal II secolo a.C.) di quanto per solito considerato.
I rinvenimenti della Regio VIII.7.115. Le monete di Ebusus
rinvenute appartengono ai Gruppi XII e XVIII dello studio di Marta
Campo6, monografia nella quale per la prima volta si affronta sistematicamente la monetazione dellisola, proponendo una classificazione
tipocronologica: questopera resta ancora un punto di riferimento valido per le emissioni di Ebusus, fermo restando qualche aggiustamento cronologico comparso nei successivi contributi dellAutrice7.
Il Gruppo XII, datato agli anni 214195 a.C. (di recente linizio
dellemissione stato anticipato al periodo 225218 a.C.)8, mostra Bes
nella caratteristica iconografia tardoegiziana/punica (Tav. III, Figg.
3ac) al recto: il dio nano infatti rappresentato stante, minaccioso, seminudo con gonnellino e copricapo di piume, martello (o a volte falcetto/coltello) nella mano destra alzata e serpente trattenuto con la sinistra, mentre al verso raffigurato un toro cozzante volto a sinistra
(Tav. III, Fig. 4a)9. Il Gruppo XVIII datato invece 200/195100
a.C.10 e presenta lo stesso tipo sia al dritto che al rovescio, ovvero un
Bes nelliconografia canonica che abbiamo appena descritto: in queste

CAMPO 1976.
Vd., in part., CAMPO 1993, 2012 e 2013.
8
CAMPO 2012, pp. 2627, 36; Eadem 2013, pp. 6465.
9
Bes una divinit minore egizia, fu molto popolare tra i feniciopunici e presente nel mondo romano associato al culto di Iside. Nonostante laspetto, un dio
benevolo e svolgeva una funzione apotropaica legata alla protezione dal male (compresi animali pericolosi quali i serpenti), della casa e in particolare delle madri e dei
bambini. Vd. A.M. BISI, v. Bes, EAA II Suppl., 1994, p. 66.
10
Campo CAMPO 2012, p. 36; Eadem 2013, pp. 6667. 214/195150/130 a.C.
ca. la data proposta per questo gruppo in STANNARD 2013, p. 129.
7

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GIACOMO PARDINI

emissioni la raffigurazione del dio va progressivamente semplificandosi, meno tozzo e spesso alcune serie presentano un simbolo nel
campo a sinistra (Tav. III, Fig. 4b).
Lo scavo ha restituito 27 pezzi attribuibili a questa zecca, pari al
5,2% dellintero campione11 e al 13% delle monete cd. greche, locali e
straniere (Grafico 1); due esemplari appartengono al Gruppo XII,
mentre le restanti sono pertinenti al Gruppo XVIII. Tra queste ultime,
per due monete stato possibile individuare la serie precisa della classificazione della Campo12, grazie alla conservazione del simbolo presente nel campo (gruppo di punti o rosetta) mentre per le restanti 25
si pu solo affermare la generica appartenenza al Gruppo13.
Sono presenti inoltre 15 esemplari (pari al 2,9% dellintera massa
monetale e all8% delle monete greche) per i quali, a causa del cattivo
stato di conservazione, non stato possibile determinare con sicurezza
lappartenenza alle monete canoniche o alle imitazioni locali.

Grafico 1 Percentuali di valuta greca attestata in VIII.7.1-15.

11
Le monete rinvenute nellInsula VIII.7.115, 517 in totale come accennato in
precedenza, costituiscono solo una piccola parte dei reperti numismatici recuperati
in tutta la Regio VIII di Pompei, il cui studio complessivo, a partire dai primi scavi risalenti al XVIII secolo, stato affidato a Rosa Vitale: ad oggi, il totale delle monete
rinvenute nella Regio VIII pari a 4548, di cui 248 provenienti da contesti stratigrafici; ringrazio Rosa Vitale per questa informazione. Per alcune osservazioni preliminari sui rinvenimenti della Regio VIII si rimanda a TALIERCIO MENSITIERI 2007;
VITALE 2007 e 2008.
12
CAMPO 1976, pp. 127132, Gruppo XVIII, nn. 5153.
13
CAMPO 1976, pp. 127132, Gruppo XVIII, nn. 5053, 5460 e 6270; Eadem
1992, pp. 152155, Gruppo XVIII, tav. I, 1516.

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CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

Dalla colonia focea di Massalia arrivano a Pompei principalmente


due tipi che rientrano nella categoria dei cosiddetti piccoli bronzi massalioti. Il primo raffigura al dritto la testa di Apollo a destra con mono| e lettera (o simbolo?) O nel campo, e al rovescio un toro
gramma |A
cozzante a destra e letnico MASSALIHTON (Tav. III, Fig. 5a)14. Il
secondo tipo presenta sempre la testa di Apollo al recto, mentre il
verso caratterizzato dal toro cozzante a destra e dalla leggenda
MASSA con le lettere DA in esergo (Tav. III, Fig. 5b)15. La classificazione e le cronologie dei bronzi di Massalia sono state rivedute di recente sulla base dei rinvenimenti effettuati a Lattes ed entrambi i tipi
coprono una cronologia compresa tra il 175/130 ed il 100 a.C.16.
Gli scavi del PARP:PS hanno restituito apparentemente solo poche monete di questa zecca. A causa del pessimo stato di conservazione
di questi bronzetti, infatti, stato possibile attribuire con precisione
solo 8 esemplari a Massalia, senza per poterli ricondurre ad un tipo
preciso. Il numerario identificato, corrisponde all1,15% dellintero
campione e al 4% di tutte le monete dimportazione (cfr. Grafico 1).
Non per possibile escludere che tra le monete catalogate come imitazioni (tipo STANNARD 2013, TC3) possano essere presenti anche
esemplari originali; sembrano andare in questa direzione, infatti, i risultati preliminari delle analisi eseguite col metodo della Fluorescenza
di Raggi X (XRF), che di norma paiono rilevare una certa differenza
composizionale degli elementi in traccia (quali il Fe), tra le monete originali e le imitazioni della pseudozecca17.
14

FEUGREPY 2011, p. 124, PBM404.


FEUGREPY 2011, p. 127, PBM479.
16
Vd. Lattara, p. 215 e pp. 234235; FEUGRE, PY 2011, p. 132.
17
Le indagini archeometriche non distruttive sono state rese possibile grazie ad
alcune collaborazioni, istituite nellambito della ricerca di dottorato, con il Dipartimento di Chimica di SapienzaUniversit di Roma, dove le diverse fasi del lavoro
sono state seguite da Marcello Colapietro e da Ombretta Tarquini che hanno effettuato le riprese radiografiche ai Raggi X, utili alla lettura dei reperti non restaurati
e/o caratterizzati da fenomeni di corrosione e ossidazione tali da non consentire la
lettura dei tipi (i risultati di queste indagini saranno oggetto di un contributo attualmente in preparazione); con il Laboratorio per le Analisi ND e Archeometriche, afferente al Dipartimento di Energetica di SapienzaUniversit di Roma, per la caratterizzazione elementale tramite la Fluorescenza di Raggi X (XRF, XRay Fluorescence),
15

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GIACOMO PARDINI

Le monete di Ebusus e Massalia appena presentate, la cui iconografia sar di ispirazione per i tipi del numerario imitato, rientrano tra
quelle maggiormente attestate nel circuito della circolazione della valuta nea a Pompei tra la met del II secolo a.C. e la prima et imperiale18; ritrovamenti di questo materiale sono segnalati in tutti gli scavi
effettuati nella cittadina vesuviana e nel territorio locale, come nella
stipe di Privati, anche se con un indice di attestazione pari al 9%19, di
gran lunga inferiore ai dati di Pompei. Se ci spostiamo a Minturnae,
Stannard segnala numerosi rinvenimenti dal Liri, pari o di poco inferiori ai pezzi rinvenuti a Pompei, facendo di questo luogo il secondo
per numero di attestazioni. Il rinvenimento pi settentrionale di questa valuta stato effettuato nellEtruria costiera, a Cosa (1 esemplare),
seguono Roma (1 esemplare) e altre sporadiche attestazioni nellItalia
centromeridionale, fino in Sicilia.
b) Pompei come sito produttore di moneta
Dopo la guerra annibalica la valuta romana repubblicana entrer
nel pieno della sua diffusione su larga scala allinterno della penisola
italica, anche se alcune citt dellItalia meridionale, come ad esempio
Paestum, pur entrate nellorbita dellinfluenza romana, continueranno
a battere moneta fino allet protoimperiale20.

a cura dellquipe guidata da Mario Piacentini e da Anna Candida Felici e Margherita


Vendittelli; e infine con il Laboratorio di Chimica dei Laboratori Nazionali del Gran
SassoLNGS (Istituto Nazionale di Fisica NucleareINFN), a cura di Stefano Nisi, e
il Laboratory of Isotopic Mass SpectrometryLIMS di Verbania (VB), a cura di Pier Renato Trincherini, per quanto concerne la determinazione degli isotopi del piombo,
per lindividuazione delle miniere di origine di questo elemento. A tutti loro esprimo
un sincero ringraziamento per aver aderito a questo progetto e per aver condiviso
esperienze e conoscenze. Per uno studio archeometrico sui grandi, medi e piccoli
bronzi della zecca di Massalia, si rimanda a BARRANDONPICARD 2007.
18
Sulla sopravvivenza e sulluso in et protoimperiale di moneta in bronzo di
tipo greco, vd. VITALE 2008, pp. 3435 e passim.
19
Nella stipe attestato solo il numerario di Ebusus, vd. CANTILENA 2007;
STANNARDFREY-KUPPER 2008, pp. 367369.
20
BURNETT 1982.

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CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

Parallelamente si assiste ad un fenomeno che, soprattutto a partire dalla met del II fino ai primi decenni del I secolo a.C., caratterizzer il panorama della circolazione della valuta nea di piccolo conto
dellItalia tirrenica (Lazio e Campania): la cospicua presenza di monete di imitazione, piccoli nominali in bronzo di valore fiduciario, destinate alle transazioni minute e caratterizzate dalluso di tipi monetali
propri di altre emissioni. Una monetazione indubbiamente non ufficiale, svincolata ma tollerata da Roma, prodotta evidentemente per
supplire alla scarsit di valuta nella circolazione locale e caratterizzata
da uno stile povero e da una lega metallica spesso scadente.
Michael Crawford21 fu il primo a richiamare lattenzione su questo fenomeno, concentrando per la sua attenzione soprattutto sulle
imitazioni di pezzi repubblicani e proponendo una datazione nellambito dei primi tre quarti del I secolo a.C. In realt il fenomeno ben
pi complesso e per alcuni casi, come vedremo, copre un ventaglio
cronologico pi ampio, con un inizio anteriore allultimo secolo della
Repubblica. Lo studioso affermava fra laltro che queste monete erano
da mettere in relazione con la richiesta di nominali di conto al di fuori
di Roma (dove infatti questa moneta imitata non circola), in Italia e in
alcune province romanizzate come la Gallia Narbonense. Successivamente la medesima problematica stata affrontata da Clive Stannard,
sulla base del censimento effettuato sullingente nucleo di monete recuperato dal fiume Liri presso Minturnae: egli attribuisce la maggioranza di queste emissioni non ufficiali allItalia centrale, pur sottolineando comunque lesistenza di vari gruppi di imitazioni anche al di
fuori della penisola e citando a tal proposito i semissi di imitazione repubblicana prodotti in Andalusia22. Nella stessa occasione Stannard
pone per la prima volta lattenzione sulla notevole frequenza di moneta in bronzo di Ebusus e su alcuni tipi che imitano in modo rudimentale le emissioni di questisola delle Baleari, da lui definiti
pseudoEbusus, senza per fornire una spiegazione a tale fenomeno23.
21

CRAWFORD 1982.
Fenomeno analogo rappresentato dallimitazione dei piccoli bronzi, in genere massalioti, presenti nella bassa e media valle del Rodano, vd. FEUGREPY 2011,
pp. 190191, Tipi PBI56/57; STANNARD 1998, pp. 228229.
23
STANNARD 1998.
22

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GIACOMO PARDINI

dunque in questo contesto che vanno inseriti i rinvenimenti a Pompei di moneta ebusitana e massaliota, con le rispettive imitazioni.
Le emissioni della pseudozecca. Un gran numero delle monete
recuperate a Pompei sono da ricondurre ad imitazioni prodotte localmente. Come anticipato, solo negli ultimi anni e grazie ai lavori di
Clive Stannard, che per primo ha riconosciuto questo gruppo di materiali portandola allattenzione della comunit scientifica24, possiamo
farci unidea delle peculiarit di questi piccoli bronzi, che fanno la
loro comparsa negli anni centrali del II secolo a.C. e resteranno nella
circolazione locale per tutta let augustea come moneta di piccolo
conto destinata al commercio al minuto.
Prima di tentare unanalisi puntuale del fenomeno val la pena di
chiarire la terminologia ad esso connessa, ossia i termini pseudo
zecca, pseudoEbusus e pseudoMassalia. Stannard e Frey-Kupper25
affermano che: we use the term pseudomints to denote such systematic imitation, over a period of time, by a single emitter, of an issue or issues of a foreign mint26; in questo senso, i termini pseudoEbusus e
pseudoMassalia, si riferiscono allimitazione di moneta canonica, ma
senza limplicita accezione di contraffatto, falso, proprio perch queste emissioni non possono in alcun modo essere considerate fuori
legge, ma solo non ufficiali, come stato messo in evidenza dagli
Autori. I piccoli bronzi della pseudozecca, tutti in lega di rame,
sono in effetti caratterizzati dallanonimato, ovvero dallassenza di leggende (nomi, lettere o simboli) che in qualche modo possano far in24
STANNARD 1998, 2005a, 2005b e 2013; STANNARDFREY-KUPPER 2008; FREYKUPPERSTANNARD c.s.
25
Entrambi gli Autori si sono dedicati al alcuni aspetti di questo fenomeno delle
imitazioni tipiche della penisola italica (vd. ad esempio le riflessioni sulle cd.
pseudoPanormos/Paestum) e a loro si rimanda per un approfondimento; in part. vd.
STANNARDFREY-KUPPER 2008; FREY-KUPPERSTANNARD 2013; inoltre FREY-KUPPER
STANNARD 2010; in questultimo lavoro compare per la prima vola una discussione sui
diversi prototipi alla base di questa monetazione, unitamente al catalogo dei tipi, vd.
FREY-KUPPERSTANNARD 2010, pp. 124131, poi aggiornato nei contributi successivi,
in particolare in STANNARD 2013, pp. 127128, 148153. Sulle monete di Paestum si
rimanda a STANNARDCARBONE 2013.
26
STANNARDFREY-KUPPER 2008, p. 352.

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CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

tuire la citt e/o lautorit emittente, deputate alla produzione di queste emissioni.
Altro aspetto caratteristico dato dalla grande libert con cui i
numerosi tipi, attinti principalmente da quelli di Ebusus e Massalia ma
anche da alcune emissioni romane repubblicane (sia in bronzo che in
metallo pregiato) e italiche, vengono associati tra loro: libert tale da
non consentire lelaborazione di una tradizionale classificazione per
tipo, basata sulle peculiarit del D/ e R/; proprio per linterscambiabilit dei con con cui le monete venivano battute, quello che era stato
utilizzato per battere il recto poteva in una seconda fase essere utilizzato per coniare il verso, il conio di martello poteva diventare conio
dincudine e viceversa27.
Tipi. I tipi maggiormente imitati dalle emissioni della pseudo
zecca sono, come s detto, quelli di Ebusus e Massalia; rispettivamente con Bes/toro cozzante e Bes/Bes (Tav. III, Fig. 6a) per la zecca
dellisola balearica e con testa di Apollo/toro cozzante (con variazioni
nella leggenda) per quella massaliota. Le monete pseudoMassalia
mostrano riproduzioni pi o meno correnti, ma fededegne degli originali, cui si affiancano varianti con leggende episodiche, in cui liniziale
delletnico MASSA, evidentemente mal compreso dagli incisori, si
presenta variamente interpretato e trascritto (AMSS, AMoS, AOMS;
AOSS Tav. III, Fig. 6b ; OASS; MAA(?), MOSS; vd. TC3 di
STANNARD 2013)28. I tipi con alto indice di frequenza e maggiori varianti sono soprattutto le imitazioni del tipo ebusitano afferente al
Gruppo XVIII della classificazione di Marta Campo29. In queste copie, al Bes realizzato pi o meno realisticamente (simile alla versione
originale; vd. TC27 di STANNARD 2013), con sovente la presenza di
simboli nel campo come negli esemplari autentici, si affiancano alcune
monete raffiguranti una versione pi locale di Bes (vd. TC34 di

27

Sulla tecnica di coniazione utilizzata per queste monete vd. STANNARD 2013,
pp. 127128; Idem 2011.
28
HOBBS 2013a, p. 33 e pp. 3940. Numerose attestazioni di questi tipi sono segnalate da HOBBS 2013a, pp. 135136, cat. nn. 152162.
29
Vd. CAMPO 1976.

109

GIACOMO PARDINI

STANNARD 2013). Ancor pi frequenti sono le monete che riproducono il dio in una versione stilizzata, essenziale, definita da Stannard
rudimentale; anche in questo caso possono comparire simboli nel
campo, come un segno T, forse una cornucopia, e/o una corona (Tav.
III, Fig. 7ad; vd. TC28 di STANNARD 2013).
Altri tipi per le imitazioni vengono mutuati dalle emissioni di
Roma repubblicana, sia in valuta pregiata che in bronzo, come il tipo
del 241235 a.C. ca. con testa di Marte elmata e barbata e protome
equina al verso (vd. il didrammo in argento RRC, p. 141, n. 25/1 oppure la litra in bronzo RRC, p. 141, n. 25/3), oppure il pezzo conosciuto come oro marziale, del valore di 60 assi, coniato intorno al
211208 a.C e recante al dritto la testa di Marte identica alle precedenti e segni del valore X e al rovescio unaquila su folgore (RRC, p.
154, n. 44/2); proprio questo pezzo ci d la certezza di essere stato
scelto come prototipo, in quanto le imitazioni riportano sovente gli
stessi segni del valore30. Alcuni temi vengono attinti anche dalle once o
dalle semionce con il tipo della rana, emesse da Luceria o Venusia nel
nord dellApulia, rispettivamente negli anni 211200 e 210200 a.C.,
oppure dai sestanti romani del 265252 ca. a.C. della serie Tartaruga/Ruota (RRC, p. 141, n. 24/7)31.
Recentemente Richard Hobbs, cercando i motivi del successo a
Pompei delliconografia con Bes e toro32, si domanda, pur con cautela,
se non sia possibile una sua connessione con il culto di Iside, ben attestato nella cittadina vesuviana, oppure se il tipo non sia in qualche
modo legato al vino33, data la loro forte concentrazione nei thermopo30

STANNARD 2013, p. 132.


Per lo studio dei prototipi, effettuato da Clive Stannard, vd. STANNARD 2013,
pp. 128134, con bibliografia precedente; inoltre STANNARDPARDINI 2011, p. 60.
32
Sono noti ritrovamenti a Pompei di piccole sculture raffiguranti Bes e immagini parietali, come laffresco di et imperiale nel sacello del tempio di Iside; vd.
DALESSIO 2009, p. 71.
33
Nel mondo egiziano e poi genericamente orientale Bes strettamente collegato ad Iside e, quale demone benigno, si preoccupa di proteggere partorienti e neonati dagli spiriti maligni, grazie al magico potere della musica. Nella traslazione alla
religiosit popolare del Mediterraneo occidentale si trasforma in divinit minore, particolarmente associata al vino, alla danza e alla musica, con un passaggio da demone
vecchio a dio ebbro.
31

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CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

lia, come sembrano attestare i rinvenimenti dellInsula VI.134. Inoltre,


a proposito delle imitazioni con i tipi raffiguranti la tartaruga, chiama
in causa lassociazione con un altro culto importato a Pompei, quello
di Sabazio35, divinit tracofrigia della quale la tartaruga uno dei simboli e i cui Misteri erano legati alla fertilit e prevedevano anche una
celebrazione orgiastica; per questultima caratteristica fu associato anche a Dioniso (e ancora una volta si torna al vino!)36. Dovremmo dunque pensare che i tipi rappresentati su queste imitazioni, che non mostrano in alcun modo legami con unautorit emittente cittadina e vengono coniate per sopperire alla necessit di valuta spicciola, siano stati
scelti da personaggi in qualche modo adepti del culto di Iside e/o di
Sabazio?
Pompei come luogo di emissione? Un problema di non poco
conto riguarda lindividuazione del luogo di produzione ed emissione
di queste monete. Le prime localit da scartare sono proprio i luoghi
in cui venivano prodotti i prototipi, e in particolare Ebusus: sullisola
infatti, e pi in generale nella penisola iberica, si registra la pressoch
totale assenza di queste emissioni di imitazione, sia del tipo classico
che di quello definito rudimentale. C poi da ricordare che le caratteristiche metrologiche delle imitazioni (peso e diametro dei tondelli risultano diversi e inferiori rispetto ai prototipi), la presenza di costanti
legami di conio tra le diverse combinazioni dei tipi che le caratterizzano, le affinit stilistiche con materiale proveniente da altre localit,
sono tutti elementi che concorrono a definire una produzione unitaria,
prodotta in un singolo luogo. Nonostante queste monete siano state
trovate anche in altre localit della penisola, il picco nella frequenza
34

La suggestione , a mio parere, poco convincente. Se ci fosse dimostrato, pi


che pensare a emissioni di privati seguaci del culto di Dioniso, se ne potrebbe forse
intuire la funzionein qualche modo collegata allacquisto di una porzione di vino?
Penso, per esempio, ad alcuni quadranti di I secolo a.C. coniati a Paestum che riproducono strigili o piccoli unguentari; la loro coniazione infatti stata messa in collegamento con laccesso alle terme, per cui era previsto solitamente il pagamento di un
quadrante. Ma ovviamente unipotesi che necessita di verifiche.
35
Vd. A. GALLINA, v. Sabazio, EAA, 1965.
36
HOBBS 2013a, pp. 110111; Idem 2013b, pp. 177179.

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GIACOMO PARDINI

dei ritrovamenti, come detto, si raggiunge in Italia centromeridionale, con i nuclei pi grandi attestati nel fiume Liri37 e soprattutto a
Pompei. Proprio per questa primazia di attestazioni, come del resto
spesso accade in archeologia per altre classi di oggetti (soprattutto per
la ceramica), Stannard suggerisce di collocare a Pompei la sede della
pseudozecca.
Considerando infatti che le caratteristiche peculiari sopra elencate di questa emissione si registrano, tutte insieme, solo nei ritrovamenti della cittadina vesuviana, e prendendo atto del particolare range
cronologico attribuito allattivit della pseudozecca, nonch dellassenza di una zecca propria a Pompei (fatto che, evidentemente, costringe la cittadina a sopperire alle esigenze di moneta spicciola attingendo allesterno la valuta per le attivit quotidiane), nulla osta nel sostenere questa proposta con un buon margine di ragionevolezza38.
Unaltra questione che resta ancora da risolvere legata agli
aspetti giurisdizionali che ruotano intorno a queste emissioni. Sicuramente la coniazione di queste monete di necessit dovuta, come abbiamo detto, ad una scarsa presenza di moneta divisionale di piccolo
conto. Proprio a causa di tale necessit non deve sorprendere lapertura di una nuova zecca non ufficiale anche dopo lavvento di Roma,
il cui numerario non era evidentemente sufficiente a soddisfare le necessit locali: in questo senso si ricorda che alcune zecche meridionali,
come Velia e Paestum, continueranno a coniare moneta fino allinizio
dellet imperiale. In questo quadro, necessario chiedersi chi ci sta
dietro, ossia chi abbia potuto sostenere lo sforzo economico necessario ad intraprendere questo genere di attivit, dalla decisione di coniare nuova moneta, allapprovvigionamento delle materie prime (metalli) allorganizzazione di unofficina specializzata, con i suoi strumenti e i suoi addetti ai lavori.

37

Nel Liri sono state censite 59 monete di Ebusus, tra le quali 6 sono pseudo
Ebusus, mentre le Massalia e le pseudoMassalia presenti sono 110; vd. STANNARD
FREY-KUPPER 2008, p. 393.
38
Contra Richard Hobbs il quale, non escludendo Pompei, si attesta su un atteggiamento pi prudente nella collocazione, tanto che descrivendo questo fenomeno
preferisce parlare di Campanian Massalia e Campanian Ebusus; HOBBS 2013a, p. 32.

112

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

Altro aspetto riguarda infine i modi dimmissione di questa moneta nella circolazione locale. A tal proposito Stannard ipotizza che
lintroduzione possa essere avvenuta attraverso i cambiavalute, destinati a scambiare moneta pregiata con valuta di conto locale, da spendere per le esigenze quotidiane, e che la citt potesse in tal senso ricevere un certo aggio da questa attivit di cambio39. Lipotesi suggestiva
e non poi cos peregrina, ma mancano ancora elementi che permettano di definire il quadro completo, cos interessante per leconomia
di una piccola citt alleata di Roma negli anni finali della Repubblica e
cos intrigante per i suoi risvolti economici e sociali.
Rispondere ai quesiti ed alle incertezze sinora espressi non evidentemente facile, ma alcune suggestioni possono essere evidenziate.
La cronologia. Uno dei problemi prioritari da precisare relativo
allesatto arco cronologico in cui far rientrare la produzione di questi
esemplari. Il terminus post quem dato dalla data di emissione (e di arrivo a Pompei) dei prototipi, che pu essere fissato tra la fine del III e
gli inizi del II secolo a.C. e che viene ulteriormente abbassato post 150
a.C., se consideriamo le cronologie dei pezzi di Massalia. Il terminus
ante quem pu essere invece fissato sulla base di alcuni gruzzoli rinvenuti sia a Pompei che nei dintorni: il caso di quello rinvenuto nelle
terme dellInsula VIII.5.36, oppure della stipe di Privati (Gragnano,
Castellammare di Stabia). Il primo composto da 90 monete, tra cui un
solo argento repubblicano e per il resto moneta in bronzo, cos distribuita: l1% rappresentato da un bronzo siciliano, il 2% da bronzi di
Neapolis, il 70% dalle canoniche monete di Ebusus e Massalia, con le rispettive copie; sulla base delle pi tarde emissioni repubblicane la data
del deposito stata posta tra il 90 e l80 a.C.40. Anche la stipe di Privati,
la cui chiusura dovrebbe essere avvenuta intorno al 100 a.C., negli anni
immediatamente precedenti la Guerra Sociale41, contiene moneta di
Ebusus (Gruppi XII e XVIII) e le imitazioni TC3, TC27/28.
39

STANNARD 2013, p. 142.


STAZIO 1955, p. 43; STANNARD 2013, p. 144; vd. inoltre HOBBS 2013a, p. 66 e
pp. 211216 in cui pubblicato il catalogo dellintero gruzzolo di VIII.5.36.
41
MINIERO et al. 1997, p. 17.
40

113

GIACOMO PARDINI

A questi termini, che ci prospettano un range ancora assai impreciso, possiamo ora aggiungere qualche caposaldo cronologico pi
forte grazie ai recenti scavi effettuati nella citt: se da un lato le informazioni desunte dalle stratigrafie del PARP:PS, unitamente a quelle
fornite dalle ricerche dellAAPP42, sono ancora una volta abbastanza
generiche, dallaltro sembrerebbe invece che i dati recuperati nello
scavo della Casa di Arianna43, grazie anche allo studio dei materiali,
possano costituire il vero elemento di novit. In funzione di essi la
data attualmente proposta dagli archeologi spagnoli e da Stannard per
lattivit della pseudozecca fissata tra il 130 e l80/70 a.C., con la
chiusura avvenuta al momento della deduzione della colonia sillana, o
poco dopo: nella Tabella 1 si riportano i dati cronologici dei tre scavi
appena citati e la corrispondenza della classificazione di Stannard con
quella proposta di recente da Hobbs. Solo ulteriori ricerche e uno studio pi attento degli interi contesti potranno suggerirci qualche nuovo
dato pi certo e nuovi spunti di riflessione.
In base ai dati di cui oggi disponiamo risulta difficile stabilire,
nellarco di tempo in cui la pseudozecca batte queste monete, una
sequenza cronologica per lemissione dei diversi tipi. Alcuni indizi relativi alliconografia dei tipi, per, pu a mio parere far intuire in qualche modo che lemissione sia avvenuta tempi diversi: ponendo come
assioma che le riproduzioni fededegne sono le prime ad essere realizzate, potremmo affermare che la stilizzazione del Bes nella sua versione rudimentale, nonch i tipi delle pseudoMassalia con la leggenda corrotta possono essere frutto di un processo che si sviluppato nel corso del tempo. A questa riflessione possiamo aggiungere i
dati preliminari forniti dalle analisi di Fluorescenza ai Raggi X: se infatti da un lato questa tecnica non stata dirimente nello stabilire sostanziali ed evidenti particolarit della lega, in base alle quali individuare una differente provenienza dei pezzi, alcune varianti nella stessa
42

HOBBS 2013a, p. 95. Richard Hobbs, sulla base delle associazioni dei bronzetti dimitazione con le altre monete e le loro cronologie presenti nei contesti di
VI.1, osserva che il periodo in cui si registrano le maggiori attestazioni (e dunque
quello di maggiore circolazione) corrisponde agli anni 150100 a.C.; HOBBS 2013a,
pp. 8992.
43
RIBERA I LACOMBA et al. 2013; STANNARD 2013, passim.

114

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

lega metallica e una diversit tra la emissioni dei tipi di Stannard


TC27/28 dal tipo TC3 potrebbero essere ricondotte proprio a momenti di produzione diversi allinterno dellofficina; non si spiegherebbe altrimenti perch allinterno dello stesso processo produttivo,
avvenuto nel medesimo momento, siano state impiegate due leghe diverse.

STANNARD 2013, TC3 (Apollo/Toro


cozzante) = HOBBS 2013a, 38, Massalia &
Campanian Masslia Tipo 2C
STANNARD 2013, TC17/18 (Bes/Toro
cozzante) = HOBBS 2013a, 38, Massalia &
Campanian Masslia Tipo 3
STANNARD 2013, TC27 (Bes/Bes) =
HOBBS 2013a, 38, Ebusus & Campanian
Ebusus Tipi 1 e 2BD
STANNARD 2013, TC28 (Bes/Bes
rudimentale) = HOBBS 2013a, 38, Ebusus
& Campanian Ebusus Tipi 3AB
STANNARD 2013, TC43 = HOBBS 2013a,
38, Massalia & Campanian Masslia Tipo 4
o Ebusus & Campanian Ebusus Tipo 4

STANNARD 2013

HOBBS 2013a

PARP:PS VIII.7.115

130/8070 a.C.

12590 a.C.

1 quarto del I sec. a.C.


(Periodo 3 Fase I)

130/8070 a.C.

nessuna evidenza
stratigrafica utile

nessuna evidenza
stratigrafica utile

130/8070 a.C.

130/8070 a.C.

Tipo 1: met II(?)


2 met del II sec. a.C.
inizi I sec. a.C.
(Periodo 2 Fase III)
Tipi 2BD: ante 89 a.C.
nessuna evidenza
ante 89 a.C.
stratigrafica utile

II sec. a.C.? Nessuna


130/12080/70 a.C. evidenza stratigrafica/
ante 89 a.C.

nessuna evidenza
stratigrafica utile

Tabella 1 Corrispondenze delle emissioni della pseudozecca ed evidenze


cronologiche desunte dagli scavi della Casa di Arianna
(STANNARD 2013), dellAAPP (HOBBS 2013a) e del PARP:PS.

Le imitazioni rinvenute nellinsula VIII.7.115. Le monete di


imitazione reperite nello scavo costituiscono il gruppo maggiormente
attestato e se a queste ultime aggiungiamo anche gli originali, il totale
supera nettamente quello della valuta romana repubblicana. Fatte le
dovute proporzioni questa una caratteristica di tutti i nuclei analizzati
per Pompei: se confrontiamo i dati dei rinvenimenti, paragonando le
monete di Ebusus e rispettive imitazioni con i pezzi di Massalia/
pseudoMassalia ci accorgiamo che, a parte una differenza numerica in
favore delle prime (Ebusus sembra essere il tipo vincente, quello maggiormente diffuso e imitato forse perch pi familiare? Vd. infra) i
115

GIACOMO PARDINI

due nuclei restituiti dal PARP:PS e dallAAPP44 sono sostanzialmente


sovrapponibili (Grafici 24).

Grafico 2 Percentuali a confronto del numerario rinvenuto negli scavi del PARP:PS
e dellAAPP.

Grafico 3 Percentuali a confronto delle monete Ebusus/pseudo-Ebusus e


Massalia/pseudo-Massalia rinvenute negli scavi del PARP:PS e dellAAPP.
44

Dati aggiornati estrapolati da HOBBS 2013a.

116

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

Grafico 4 Istogramma delle presenze di valuta ebusitana e massaliota, comprese le


rispettive imitazioni, presenti nel campione del PARP:PS.

Se consideriamo il dato dei rinvenimenti delle monete canoniche


sommato a quello delle imitazioni45, registriamo che lo scavo ha restituito un totale di 168 monete, corrispondenti al 32,4% dellintero campione; di queste, il 60% rappresentato dai tipi di Ebusus/
pseudoEbusus e il 40% dalle Massalia/pseudoMassalia. A fronte di
una grande variet di tipi attestati ad esempio dai rinvenimenti dellAAPP, il nostro nucleo mostra sostanzialmente tre tipi certi e due
poco chiari a causa dello stato di conservazione: 58 monete sono state
ricondotte al tipo TC3 testa di Apollo/toro cozzante; 3 monete incerte
sono forse da attribuire al tipo TC17/18 Bes/testa di Marte; 20 pezzi
mostrano il tipo TC27 Bes/Bes canonico; 23 appartengono al TC28
Bes/Bes rudimentale; 1 solo pezzo dovrebbe appartenere al tipo TC43
Bes/rana. A questi si aggiungono 9 monete dallidentificazione incerta
45

Le imitazioni pongono problemi identificativi: spesso a causa della buona fattura con cui sono stati realizzati alcuni dei tipi e, se lo stato di conservazione non ci
supporta, risulta difficile attribuire il valore di pezzo originale o di copia alluna o allaltra moneta. proprio per fare ordine tra queste monete che stata programmata
la campagna di indagini archeometriche, cercando cos di svelare anche lorigine dei
tipi incerti.

117

GIACOMO PARDINI

TC27 o TC28 e 19 molto incerte e praticamente illeggibili, ma che


per le caratteristiche metrologiche potrebbero appartenere alle emissioni della pseudozecca.
c) Ebusus, Massalia e la pseudozecca pompeiana
Lo studio della circolazione monetale a Pompei, diversamente da
quanto possibile osservare per altre localit, prima tra tutte Roma,
costringe al confronto con una massa di valuta eterogenea per quantit
e luogo di provenienza e obbliga a indagare e motivare, per quanto
possibile, i meccanismi di ordine economico (di politica monetaria diremmo oggi), che hanno consentito laccettazione di queste monete e
ne hanno regolato la circolazione locale e i modi duso, soprattutto per
quello che riguarda la moneta nea spicciola, destinata alle transazioni quotidiane al minuto. proprio in questo ambito, infatti, che si
evidenzia, come gi osservato, il caratteristico fenomeno dellimmissione nel circuito locale di grandi quantit di esemplari stranieri, come
le monete di Ebusus e Massalia. Come spiegare dunque un cos alto indice di attestazione? A fronte di una problematica decisamente stimolante e in presenza di varie ipotesi, alcune delle quali poco convincenti, nulla vi ad oggi di certo e provato.
Per tentare una per quanto possibile circostanziata spiegazione di
questo fenomeno necessario innanzi tutto partire dalla cronologia di
queste emissioni e dalle date proposte per limmissione nel circuito locale di questa valuta. Le cronologie fissate per queste monete, analizzate precedentemente in questo contributo e ora riassunte nella Tabella 2, forniscono il terminus post quem per lintroduzione a Pompei,
che possiamo datare a partire dalla prima met del II secolo a.C. per le
monete di Ebusus e intorno alla met dello stesso secolo per quelle di
Massalia. Questa cronologia trova ulteriore precisazione, come detto,
grazie ai dati provenienti da contesti di recente rinvenimento, in particolare quelli della Casa di Arianna e della Regio VI.1.1418/2021
(AAPP), dai quali pare evincersi che le prime attestazioni di moneta
ebusitana (Gruppo XVIII) facciano la loro comparsa nei livelli datati
al 160140/130 a.C. (in associazione con due assi repubblicani, di cui
118

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

uno databile al 168158 a.C.46 e laltro illeggibile), mentre quelle di


moneta massaliota siano leggermente pi tarde e collocabili negli anni
immediatamente successivi alla met del II secolo a.C. Sulla base di
questi dati Clive Stannard sostiene che lingresso nella circolazione locale di questi esemplari debba avvenire non oltre il 130 a.C. Se non vi
sono dubbi sul fatto che questa data rappresenti un valido terminus
ante quem, non possono essere ignorati alcuni elementi che, relativamente alle emissioni ebusitane, potrebbero sensibilmente innalzarla.
Se vero infatti che le prime attestazioni di queste monete si trovano
in strati dello scavo della Casa di Arianna datati agli anni 160/140130
a.C., altrettanto vero che le stratigrafie relative alla fase precedente
(datata entro il primo terzo del II secolo a.C.) sono, a detta degli stessi
scavatori, assai esigue47, che nessuna moneta vi stata rinvenuta e che
i materiali ceramici ad esse relative sono scarsi e molto poveri, ma
hanno tuttavia restituito il primo frammento di ceramica iberica dipinta48 (testimonianza dellarrivo di beni dalla penisola iberica?). Se a
ci si aggiunge che la maggior floridezza di Ebusus e la sua massima
attivit commerciale occupano proprio i primi tre quarti del II secolo
a.C., a partire dagli anni immediatamente successivi alla sconfitta di
Cartagine, si pu concludere che forse pi prudente proporre un
arco cronologico che comprenda e superi di poco la prima met del II
secolo a.C.: un periodo sicuramente ampio ma ricco di avvenimenti interessanti per la storia del Mediterraneo occidentale. Questi i dati cronologici di cui disponiamo e su cui dobbiamo provare ad impostare il
nostro ragionamento49.
46
RRC, p. 231, 176/1. Vd. STANNARD 2013, pp. 139140; RIBERA I LACOMBA et
al. 2013, pp. 187189.
47
A fronte di unevidente asportazione di buona parte delle stratigrafie pi antiche sarebbe da chiedersi come le monete rinvenute nei livelli datati 160140/130 a.C.
siano finite nel deposito archeologico e se debbano essere considerate in giacitura
originaria o no, definendo altres la genesi dello strato di rinvenimento, al fine di capire se questi esemplari possano essere realmente considerati reperti in fase.
48
RIBERA I LACOMBA et al. 2013, pp. 186; sul commercio a Pompei tra III e I secolo a.C. vd. BERNAL et al. 2013.
49
Il materiale restituito dalla Regio VIII.7.117 non sembra esserci daiuto, almeno per questa fase, in quando ci fornisce una datazione generica alla seconda met
del II secolo a.C. A questi dati possiamo per ora aggiungere i risultati dello studio

119

GIACOMO PARDINI

Data emissione

Stratigrafie
Casa di Arianna

Stratigrafie
AAPP
VI.1.1418 e 2021

Stratigrafie
PARP:PS
VIII.7.115

Ebusus, Gruppo XII


(CAMPO 1976)
Ebusus, Gruppo XVIII
(CAMPO 1976)

ca. 225218 a.C.

ante 89 a.C.

et giulioclaudia

200100 a.C.

ca.160
140/130 a.C.

met II
inizi I sec. a.C.

2 met
del II sec. a.C.

Massalia, PBM404
(FEUGRE, PY 2011)

prima met (150?)


II sec.100 a.C.

1 met (?)/met
del II secolo a.C.

Massalia, PBM479
(FEUGRE, PY 2011)

ca. 130100 a.C.

prima met/met
del II secolo a.C.

piena et augustea

Tabella 2 Cronologie a confronto per larrivo dei bronzi di Massalia ed Ebusus.


In grigio chiaro le stratigrafie utili alla definizione della data.

Altra questione cui necessario cercare di rispondere quella relativa ai motivi e ai modi dellarrivo a Pompei di questa moneta. Lattenzione pi recente si concentrata sulla monetazione di Ebusus e
poco o nulla su quella di Massalia. A ben vedere, per, vi motivo di
ritenere che le cause alla base di queste diverse presenze siano pressoch identiche.
Ancora una volta bisogner ripartire dalle proposte di Clive Stannard, che pi di altri ha affrontato la questione. In un suo recente studio50, in parte anticipato da un contributo del 200851, egli propone la
teoria che la moneta ebusitana sia giunta nella cittadina vesuviana in
blocco: A number of factors suggest that the massive presence of canonical Ebusan coin at Pompeii is to be explained by a single transfer of a
block of coins from Ebusus to Pompeii, rather than by continuing contacts of any nature between them. The most telling argument for this is
their overwhelming presence at Pompeii. Nowhere else in Italy or
anywhere outside Ebusus itself are they as abundant. [] No piecepreliminare dei contesti recuperati nella Regio I.1 (PARP:PS) che sembrano mostrare
la comparsa dei prototipi ebusitani nelle stratigrafie databili tra il 200 ed il 150 a.C.
Le monete recuperate tra il 2010 ed il 2012 dallUniversity of Cincinnati nella Regio I,
Insula 1, sono in corso di studio da parte di chi scrive. Sui rinvenimenti monetali
della Regio I vd. GIOVE 2013.
50
STANNARD 2013.
51
STANNARDFREYKUPPER 2008.

120

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

meal trade flows can have brought such numbers of canonical Ebusan
bronze coin to Pompeii52. Ma come motivare questa sorta di rastrellamento di moneta dallisola delle Baleari in direzione Pompei? Stannard non fornisce alcuna spiegazione convincente al riguardo, n, daltro canto, nel periodo da lui indicato possono essere individuati avvenimenti storici (occupazioni, eventi bellici, etc.) tali da sostenere
questa ipotesi53.
Secondo lo studioso il primo indizio a sfavore dellipotesi di un
arrivo continuativo in qualche modo legato ai movimenti commerciali
dato dal valore meramente fiduciario di queste monete, che ne
avrebbe impedito luso per le transazioni commerciali; se questo fatto
incontestabile (ma del resto le transazioni commerciali internazionali
erano regolate in valuta pregiata o ancora in metallo a peso), nessuno
vieta di pensare che questo numerario viaggiasse come valuta spicciola
di conto, nel borsellino di mercatores e marinai.
Un ulteriore argomento a sfavore dato, per Stannard, dallassenza di un controflusso di moneta della pseudozecca da Pompei
ad Ebusus54, ma controbattere a questa seconda affermazione fin
troppo facile: a differenza di Pompei, costretta ad approvvigionarsi allesterno ricorrendo a moneta allogena eterogenea, in questa epoca
52

STANNARD 2013, pp. 134135.


Prima di conoscere il terminus ante quem per la presenza di queste monete a
Pompei, unipotesi guardava con interesse agli avvenimenti del 123 a.C. Una soluzione per larrivo in blocco di queste monete poteva essere infatti dovuta al trionfo di
Q. Cecilio Metello Balearico che, sullesempio dei trionfi italici del III secolo in cui si
portava moneta, avrebbe raccolto come bottino di guerra le monete di Ebusus. Anche
in questo caso per alcuni dati rendevano fragile la teoria, primo tra tutti il fatto che
non abbiamo nessuna notizia di uno sbarco del Balearico ad Ebusus, ma solo della
conquista e della fondazione di Palma e Pollentia. Tale suggestione comunque da
scartare dal momento che i pi recenti scavi hanno dimostrato come la presenza di
moneta ebusitana debba essere posta anteriormente al 123 a.C.
54
Dopo aver visionato tutte le monete conservate presso il Museo Arqueolgico
de Ibiza y Formentera, lautore non ha registrato la presenza di imitazioni (STANNARD
2013, pp. 135136; inoltre Idem 2005a, p. 120); nessuna imitazione presente inoltre
nella collezione Martn donata allo stesso Museo nel 1991 (RIPOLLS et al. 2009,
p. 115). Secondo Stannard, lunico esemplare della pseudozecca (Bes rudimentale)
censito da CAMPO 1976 pare sia stato acquistato in Campania; STANNARD 2005a,
p. 120 e nota 10.
53

121

GIACOMO PARDINI

Ebusus ha infatti una propria zecca, che continuer a battere regolarmente moneta fino allultimo quarto del II secolo a.C., e non ha dunque bisogno di immettere nella circolazione locale, o semplicemente di
usare come moneta fiduciaria per piccole transazioni, alcuna moneta
straniera, per giunta moneta che, relativamente almeno alle imitazioni
rudimentali, sarebbe stata subito riconosciuta e percepita come falsa e
quindi volutamente scartata! Se accettassimo largomentazione dellassenza del flusso contrario ci troveremmo inoltre di fronte a un non
sequitur, per cos dire. La moneta di Ebusus, anche ammettendo che
sia stata trasferita in blocco, dovrebbe essere arrivata a Pompei tra 160
e 130 a.C., stando alla datazione proposta per le stratigrafie di rinvenimento (ma forse anche un po prima), mentre quella della pseudo
zecca pompeiana sembra comparire a partire dagli anni 130/120
a.C.55. I due eventi non sarebbero dunque contemporanei, nemmeno
nel caso in cui perorassimo la causa di un trasferimento dovuto a frequenti contatti (la pi probabile? Vd. infra), diretti o indiretti, tra le
due localit del Mediterraneo.
Se guardiamo per agli eventi storici nel loro complesso e proviamo a contestualizzare questi due fenomeni, arrivo di moneta ebusitana e inizio dellattivit della pseudozecca, osserviamo che vi
forse qualche interessante indizio, utile a meglio circostanziarli e motivarli.
Lo spartiacque per linizio di una circolazione massiccia di moneta ebusitana al di fuori dellisola rappresentato sicuramente dalla
vittoria di Zama (18 ottobre 202 a.C.), in seguito alla quale Roma acquisisce i domini iberici cartaginesi. Di questo evento Ebusus non
sembra risentire ed anzi, conserva la sua autonomia e, come sostenuto
da diversi studiosi, la sua economia e i suoi traffici continuano ad essere floridi e non sembrano subire alcun contraccolpo a seguito della
sconfitta di Cartagine e almeno per i primi tre quarti del II secolo a.C.
Per converso, la situazione sembra precipitare a seguito della
conquista di Maiorca e Minorca del 123 a.C. Osserva Benjam Costa
Ribas: [] the conquest of Majorca and Minorca by the consul Quin55

Intorno al 125 a.C. lo studioso fa terminare la produzione del Gruppo XVIII;


vd. STANNARD 2013, p. 136, Tabella 1.

122

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

tus Caecilius Metellus had huge repercussions for all the islands []
From the last quarter of the 2nd c. BC, archaeological data point to a setback in the Ibizan economy that put an end to the cycle of economic
growth experienced during the previous 75 years. A crisis is detected in
the Ibizan countryside where some settlements are abandoned []
From the end of the 2nd and throughout the 1st c. B.C., the pottery industry in Ibiza town went in decline. Note also that in the last quarter of
the 2nd and first quarter of the 1st c. B.C., no coins were minted on
Ibiza [] Ibizan trading posts in the Balearics were abandoned. The
events coinciding with the end of the 2nd c. suggest that the decline in
Ibizas economic activity was associated with the conquest of Majorca
and Minorca by Roman troops. It is more than possible that the conquest had a negative effect on Ibizan commerce []56.
pi che lecito, dunque, chiedersi se la causa dellinizio dellattivit della cd. pseudozecca pompeiana non vada ricercata proprio
nella conquista romana delle Baleari, che provoca uninterruzione momentanea delle emissioni della zecca di Ebusus57 e di conseguenza, verosimilmente, anche il blocco dellafflusso attraverso i rapporti commerciali, di moneta ebusitana verso Pompei. E di pi: non dunque
anche altamente probabile che sia da collocare in questa occasione
larrivo pi massiccio di moneta di Massalia che in qualche modo va a
sostituire quella ebusitana? In questo senso potrebbe non essere un
caso che la maggior parte dei piccoli bronzi di Massalia presenti a
Pompei siano pertinenti alle serie con etnico abbreviato MASSA e
lettere in esergo, datate 130100 ca. a.C. I pi recenti dati stratigrafici
sembrano collocare linizio della moneta dimitazione proprio nellultimo quarto del II secolo a.C. (potremmo dire dopo il 123 a.C.,
quando smette di funzionare la zecca di Ebusus?).

56

COSTA RIBAS 2007, pp. 9192.


Lattivit della zecca di Ebusus riprender intorno al 91/90 a.C. (o poco
dopo) con lemissione di una nuova moneta che segue il sistema metrologico semionciale (introdotto con la Lex Papiria del 9190 a.C.; questa nuova moneta, con un peso
medio di g 6,37, rientra nel Gruppo XIX della classificazione di Marta Campo
(CAMPO 1976) ed caratterizzata dalla presenza di Bes al recto e dalla leggenda in punico al verso; vd. CAMPO 1994, p. 48.
57

123

GIACOMO PARDINI

Sulla base di osservazioni effettuate sui rinvenimenti da scavo nei


siti rurali di Ebusus, che mostrano una bassa percentuale di moneta
dei Gruppi XII e XVIII58, Stannard intravede (in questa scarsezza) un
ulteriore indizio a favore del rastrellamento in blocco di moneta da destinare a Pompei. Altro argomento debole, se vogliamo, in quanto un
volume di emissione ridotto rispetto alle altre serie non significa in s
necessariamente lesistenza di una parte mancante, oggetto delleventuale spostamento in massa59. Sempre a sostegno di questa ricostruzione viene infine richiamato un caso apparentemente analogo: la presenza nel Tevere di unalta quantit di moneta di Cos ha fatto supporre allo studioso e a Suzanne FreyKupper uno spostamento simile
a quello ipotizzato per Pompei60. Ma ancora una volta non dichiarato
il motivo di un tale arrivo in quantit; i due esempi finiscono dunque
per sorreggersi a vicenda, come in un gioco di specchi, senza che alcuno dei due sia supportato da una fonte o da una prova specifica, o
quantomeno reso giustificabile da un evento storico preciso.
Fin qui le proposte attuali. Ma quale nuovo contributo pu essere
apportato alla questione? Per provare a dare una risposta, in parte
adombrata nelle righe precedenti, forza di cose ripartire da Ebusus e
Massalia, dalla loro storia e dal ruolo che hanno rispettivamente giocato in questepoca nel bacino del Mediterraneo occidentale, recuperando quindi la posizione sostenuta di Attilio Stazio nel lavoro pubblicato alla met del secolo scorso61.
Ibusim, lodierna Ibiza chiamata dai Romani Ebusus, fu colonia fenicia di Gades, fondata intorno al 654 a.C. Rifondata nel 530/520 a.C.
58

RIPOLLS et al. 2009, p. 117.


Inoltre, basta osservare le presenze settimanali delle monete dei Gruppi XII e
XVIII sul mercato antiquario internazionale, che si aggirano su un centinaio di pezzi
lanno (stima 20102013), e considerare i lotti (in genere da dieci o pi monete tra
cui molte di queste serie) di moneta fresca di scavo in vendita su eBaySpagna da
parte di raccoglitori fortunati per far sorgere dei dubbi circa questa ricostruzione sicuramente suggestiva
60
Larrivo di moneta di Cos, in Italia Centrale (forse a Roma), dovrebbe essere
avvenuto tra il 180/170 e il 130 ca. a.C.; vd. STANNARDFREY-KUPPER 2008, pp.
385391; FREY-KUPPERSTANNARD c.s. e, da ultimo, STANNARD 2013, pp. 138139.
61
STAZIO 1955.
59

124

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

dai Cartaginesi, rimase sempre fedele a Cartagine, anche durante lassedio dei fratelli Publio e Gneo Cornelio Scipione nel 209 a.C. Nel 201
a.C., a seguito della battaglia di Zama, passa sotto il controllo romano,
divenendo civitas foederata62 in un momento incerto, da collocarsi nella
prima met del II secolo a.C.63; il foedus con Roma le consente di mantenere una certa autonomia politica e culturale, conservando le istituzioni punicocartaginesi, tanto che continua a battere moneta propria
fino allet giulioclaudia64. Con la concessione dello ius Latii, durante
il principato di Vespasiano, Ebusus diventa municipium. Lisola, la cui
terra secondo gli antichi scacciava i serpenti, era famosa per le produzioni di porpora e lana65, per le salse di pesce e per lo sfruttamento
delle saline, per lesportazione di vino con la conseguente produzione
di anfore66, almeno per i primi due terzi del II secolo a.C.67.
Massalia, invece, fu fondata intorno al 600 a.C. alla foce del Rodano dagli Ioni di Focea; in un primo momento la citt assunse il nome
della madrepatria, Focea appunto, ma a seguito di una nuova ondata
62

PLIN., NH, III, 11, 7678: Insulae per haec maria primae omnium Pityussae
Graecis dictae a frutice pineo; nunc Ebusus vocatur utraque, civitate foederata, angusto
freto interfluente. patent XLVI, absunt ab Dianio DCC stadia, totidem Dianium per
continentem a Carthagine Nova, tantundem a Pityussis in altum Baliares duae ei Sucronem versus Colubraria. Baliares funda bellicosas Graeci Gymnasias dixere. []
a maiore XII in altum abest Capraria, insidiosa naufragiis, et e regione Palmae urbis
Menariae ac Tiquadra et parva Hannibalis. Ebusi terra serpentes fugat, Colubrariae parit, ideo infesta omnibus nisi Ebusitanam terram inferentibus; Graeci Ophiussam
dixere. nec cuniculos Ebusus gignit, populantes Baliarium messes.
63
COSTA RIBAS 2007, pp. 8588.
64
Vd. ad esempio GARCA RIMA 1999.
65
ALFARO GINER 2000.
66
RAMON TORRES 1991.
67
RAMON TORRES 2008, pp. 8586. Joan Ramon osserva inoltre che: Otro factor
de romanizacin de dichas estructuras se halla en los mismos agentes del comercio ultramarino. En efecto, mientras que Cartago y Ebusus, y seguramente tambin otras ciudades
occidentales, en la primera mitad del siglo II mantuvieron un comercio apparentemente
independiente y con barcos propios, a partir de los ltimos decenios de este siglo y durante el siguiente es difcil apreciar el transporte de nforas pnicas, si no es en el marco
de cargamentos mucho ms importantes de produco itlicos, evidencia clara de la actividad de los mercatores y negotiatores latinos en dicho mecanismo; vd. inoltre Idem
2008, p. 92; Idem 2013.

125

GIACOMO PARDINI

migratoria di esuli Focei conseguente alla conquista della citt da parte


di Ciro il Grande nel 545 a.C., assunse il nome di Massalia. La posizione strategica nel Golfo del Leone, alla foce di una via fluviale di estrema importanza per il commercio con lentroterra (da cui arrivavano vino e ambra) e con le isole britanniche (da cui arrivava lo stagno), permisero alla citt una prosperit economica e commerciale di notevole
importanza, tanto da farla diventare porto fondamentale nei commerci
tra il Mediterraneo e lEuropa centrale durante il V ed il IV secolo
a.C.68 e anche per i successivi (IIII secolo a.C.)69. Fedele alleata di Roma70, gi ai tempi della fondazione Massalia strinse un foedus71 con lUrbe e contribu notevolmente alle fortune commerciali di questultima.
A seguito della catastrofica discesa gallica su Roma del 390 a.C., i Massalioti intervennero, donando oro e argento per pagare il riscatto della
citt; questo aiuto permise a Massalia di guadagnare limmunitas e di
stringere con Roma un foedus aequo iure (386 a.C.)72. In qualit di civitas foederata, lunica della Gallia Transalpina, Massalia (come Ebusus
oltre due secoli pi tardi) conserv cos la sua autonomia e continu a
emettere moneta fino al 49 a.C. quando, alleata degli optimates durante le guerre civili, venne assediata e conquistata da Cesare; da questo
momento manterr comunque una certa indipendenza in virt dello
statuto di civitas libera, ma inizier il suo declino commerciale.
Dopo questa parentesi, doverosa per sottolineare il ruolo di queste due citt nella storia del bacino occidentale del Mediterraneo,
ruolo certamente pi definito per la citt della Gallia e pi evanescente e intuito spesso solo attraverso indizi per lisola balearica73. In
68

Proprio nel IV secolo la citt fonder numerose colonie nel suo territorio (vd.
PRIVITERA 2007) e sulla costa orientale della Spagna, per contrastare la rivale Cartagine.
69
Vd. PANELLA 2010, passim. Sulla base alla diffusione delle Campane B etrusche e campane, la Gallia meridionale e Massalia sembrano avere un rapporto privilegiato proprio con il golfo di Napoli (Campana A); infatti le Campane etrusche e campanosettentrionali non sembrano diffondersi a Massalia; vd. CIBECCHINI 2004, passim. Inoltre TCHERNIA 2009, in part. p. 104.
70
IUST., XLIII 3, 4: Temporibus Tarquinii regis ex Asia Phocaeensium iuventus
ostio Tiberis invecta amicitiam cum Romanis iunxit.
71
IUST., XLIII 5, 3.
72
IUST., XLIII 5, 10.
73
Ebusus occupa una posizione strategica, lo scalo intermedio delle rotte tra la
Narbonense e la costa algerina (asse NordSud), dallItalia Ostia e costa ligure agli

126

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

questo senso proprio da una pi attenta lettura dellarticolo di Stazio


possibile recuperare qualche spunto di riflessione. In prima battuta
egli richiama lattenzione sui famosi funditores delle Baleari74, la cui
fama aveva fatto s che lesercito cartaginese prima (durante le due
guerre puniche) e Roma poi (dopo la sconfitta di Annibale) se ne fossero serviti, arruolandoli come ausiliari tra le fila dei rispettivi eserciti;
suggerisce quindi che le monete di Ebusus possano essere giunte in
Italia meridionale durante il secondo conflitto punico, grazie alla presenza dei Balearici al seguito di Annibale, ma questa ipotesi da ritenere improbabile, vista la cronologia attualmente accertata per le
emissioni ebusitane. Altra suggestione, proposta in sede di discussione
durante i lavori delle Giornate di Studi Ebusus y Pompeia. Testimonios monetales de una relacin 75, riguarda la presenza sempre di frombolieri balearici imbarcati sulle navi mercantili, allo scopo di difendere
i carichi dallattacco dei pirati (motivo per cui troviamo queste monete
soprattutto in citt portuali come Pompei e Minturnae?). Questa ipo-

estremi del Mediterraneo occidentale (asse EstOvest), ma riusciamo a cogliere questo fenomeno pi propriamente a partire dalla fine del I secolo a.C., grazie allo studio
della sigillata italica rinvenuta sullisola; FERNNDESORIOLGONZLES VILLAESCUSA
1982; GONZLES VILLAESCUSA 2004, p. 42. Un altro dato interessante la diffusione,
certo non nelle quantit attestate a Pompei, delle monete ebusitane sulla costa francese e nellentroterra, lungo il Rodano, fenomeno che viene messo in relazione alla
presenza (anchessa minoritaria) delle anfore punicoebusitane: Les monnaies punicobusitaines sont donc frquentes en Gaule du sud, et mme de plus en plus frquentes mesure que lon avance dans le temps: encore discrtes avant la deuxime
guerre punique (type EBU2), elles se multiplient dans cette rgion comme sur le reste
des ctes de la Mditerrane occidentale au IIe s. (type EBU18) pour devenir courantes
au Ier s. (type EBU19). Les deux exemplaires de Lattes se situent dans le cadre de cette
expansion, lie certainement moins aux mouvements des troupes romaines voqus traditionnellement quau dveloppement du commerce maritime, dont tmoignent par ailleurs, Lattes notamment, les amphores punicobusitaines que lon rencontre en nombre rduit mais rgulier dans lhabitat; vd. Lattara, p. 687. Sulla diffusione di moneta
ebusitana nella Gallia settentrionale e in Bretagna, vd. DOYEN 2011; cfr. inoltre
MARTIN 2013.
74
STAZIO 1955, pp. 4445.
75
Gli Atti delle Giornate di Studi, tenutesi a Roma il 1213 settembre 2010 e
promosse dalla Escuela Espaola de Historia y Arqueologia en Roma con lUniversidad de Cdiz e lUniversit Ca Foscari di Venezia, sono ora pubblicati in Ebusus y
Pompeia.

127

GIACOMO PARDINI

tesi, decisamente suggestiva e oltremodo attuale76, dovrebbe per essere confermata da nuovi e pi cogenti ritrovamenti, dal momento
che, almeno a conoscenza di chi scrive, non vi testimonianza nelle
fonti della presenza di armati (mercenari o militari dellesercito) sulle
navi commerciali che dallItalia salpavano verso tutte le pi importanti
destinazioni del Mediterraneo e da l facevano ritorno nei porti di partenza con nuovi carichi. Analizzando i materiali restituiti da alcuni relitti si possono individuare forse alcune testimonianze, ma indirette e
alquanto indefinite: un riflesso della presenza di soldati su navi onerarie potrebbe essere dedotto dal rinvenimento nellequipaggiamento di
armi o parti di armature: il caso dellelmo proveniente dal relitto di B
Capo Testa o dei tre del relitto di Cabrera77, o anche del frammento di
daga in ferro e delle oltre 200 glandes missiles in piombo del relitto A
dellisola di Mal di Ventre, in Sardegna78; si tratta sicuramente di oggetti impiegati a scopo difensivo contro eventuali attacchi79, ma forse
semplicemente legati alla difesa della nave da parte degli stessi marinai, che alloccorrenza si armavamo. Di pi non possibile dire.
Proseguendo nellanalisi delle teorie di Stazio e abbandonata in
attesa di pi stringenti prove lipotesi dei funditores, lAutore suggerisce di guardare ai contatti commerciali e alla presenza dei mercatores
vivacemente attivi tra le due sponde del Mediterraneo. Anche sulla
base degli indizi archeologici su analizzati questultima ipotesi risulta al
momento, ad avviso di chi scrive, la pi convincente. La moneta di
Ebusus e Massalia si trova in maggiori quantit, s detto, proprio in
citt portuali come Minturnae80 e Pompei e questultima, attraverso anche Puteoli, aveva di certo legami con la Spagna. Possiamo allora pen76
A pi riprese nella storia carichi speciali o in qualche modo connessi allautorit sono stati difesi da scorte armate, si pensi ai galeoni o alle caracche che nel XVI e
XVII secolo portavano in Spagna loro e largento dalle Americhe, scortate dalle pi
agili caravelle cariche di armati, o ai cutter inglesi a scorta delle navi della Compagnia
delle Indie, fino agli attuali mar o contractors privati imbarcati su petroliere e navi
portacontainer.
77
BIGAGLI 2002, pp. 151152.
78
BIGAGLI 2002, p. 166.
79
GIANFROTTAPOMEY 1981, pp. 140141.
80
Per un contributo sulla storia di urbana ed economica di Minturnae, colonia
romana del 296 a.C., si rimanda a BELLINI 2007 con bibliografia precedente.

128

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

sare ad un arrivo diluito nel tempo, ma pi o meno costante, di moneta


ebusitana al seguito di ebusitani che frequentano la citt, o magari di
mercatores e marinai impegnati nel commercio con le coste occidentali
del Mediterraneo? Sappiamo per certo che Pompei, al pari di altre
citt portuali, doveva essere frequentata da genti provenienti dalle
zone pi disparate del Mediterraneo, indizio suggerito anche dalla
grande variet di moneta straniera recuperata negli scavi81. Inoltre, se
purtroppo per larea iberica per il periodo in esame non ci sono indizi
consistenti di unassidua frequentazione di mercatores italici (e pompeiani in particolare), logico supporre, visto il volume globale degli
scambi, che una situazione analoga a quella riscontrata per il bacino
orientale si sia verificata anche per i porti e le citt pi occidentali del
Mediterraneo.
Altri indizi possono essere recuperati sulla base delle pur scarse
tracce di moneta massaliota che, per esser stata restituita dai relitti,
viaggiava evidentemente al seguito di mercanti e marinai. Il carico del
relitto di Isla Pedrosa in Catalogna, risalente alla seconda met del II
secolo a.C. (150125 ca. o poco dopo), oltre a ceramica a vernice nera
della produzione Campana A ed a macine in pietra lavica alcune provenienti da Olot, da Adge e dallEtna, conteneva numerario di Massalia (6
esemplari), di Roma (1 esemplare) e di Neapolis (1 esemplare), di
Kaiantolos (2 esemplari) e sei pezzi non identificabili82; analogamente
nel relitto presso Cavalire in Francia, datato intorno al 100 a.C., oltre
ad anfore vinarie del tipo Dressel 1, ceramica a vernice nera Campana
A e ceramica punicoispanica, sono state rinvenute dodici monete, tra
cui: monete di Massalia, alcune provenienti dalla Numidia ed una di
Carteia (Spagna)83. Certo la quantit esigua e non permette ipotesi
precise, ma forse Richard Hobbs coglie nel segno quando pensa, sulla
81
Questo fenomeno osservabile, solo per citare un esempio, anche ad Ostia,
dove almeno a partire dalla fine del I secolo a.C. si trova spesso moneta straniera diversificata (emissioni tardive di Massalia, monete romane provinciali, etc); vd. SPAGNOLI 2007, passim; PARDINI c.s.
82
PARKER 1992, pp. 217218; un nuovo studio del relitto, nonch una revisione
dei materiali associati, in VIVAR LOMBARTE 2013, in part. pp. 217236 (monete) e
247254.
83
PARKER 1992, pp. 133134.

129

GIACOMO PARDINI

base delleterogeneit dei pezzi rinvenuti nei relitti, che questa valuta
di conto poteva essere accettata in ogni porto84.
A questa ricostruzione generale, che vedrebbe lafflusso a Pompei
di moneta di Ebusus e Massalia nellambito di intense attivit commerciali, si potrebbe obiettare la scarsa presenza di anfore punicoebusitane provenienti dalla citt vesuviana. Se ci si attesta su quanto riportato da Joan Ramon Torres nel suo volume sulle anfore puniche di
Ibiza, si nota infatti che nessuna presenza viene segnalata sulle coste
peninsulari dellItalia tirrenica per il periodo 200125 a.C.85. Le revisioni pi attuali86 ed i recenti scavi effettuati in pi punti della citt su
stratigrafie precedenti i livelli del 79 a.C. sembrano per mostrare a
Pompei una presenza, anche se per ora timida, di questo materiale:
anfore e ceramica ebusitane sono state rinvenute nello scavo della Casa
di Arianna87; alcuni frammenti di anfore punicoebusitane, betiche e
tarraconesi (di contro a una forte presenza di anfore grecoitaliche e
punicoafricane) sono presenti in alcuni contesti indagati nellInsula
VII.2 pars occidentalis88; sporadici ritrovamenti sono stati effettuati
nello scavo per sottoservizi nellarea del Foro89. Il panorama delle co84

HOBBS 2013a, p. 36. Che i bronzetti di Ebusus e Massalia siano giunti a Pompei nel borsellino di mercatores e marinai pare provato inoltre dal ritrovamento di
molti esemplari sulle spiagge del salernitano, come attesta padre Foresio parlando dei
numerosi esemplari l raccolti della sua collezione, perlopi esemplari con il Bes rudimentale, ora conservata alla Badia di Cava dei Tirreni. Le monete si trovano sulla
spiaggia perch portate da mareggiate e, quindi, cadute in mare da navi che frequentavano il golfo di Salerno; vd. TRAVAINI 1991, p. 191.
85
RAMON TORRES 1991, pp. 153156, vd. inoltre la mappa di distribuzione 3
nello stesso volume.
86
In RAMON TORRES 1995 si presenta una situazione aggiornata, con una presenza attestata anche per lItalia unitamente alle rotte proposte per larrivo di questi
materiali.
87
Gli autori escludono, in verit, che questi esigui rinvenimenti possano essere
lindizio di contatti diretti tra Ebusus e Pompei, vd. RIBERA I LACOMBA et al. 2013,
pp. 200202.
88
PASCUALRIBERA 2007; PASCUALRIBERAFINKIELSZTEJN 2007; PEDRONI
2008, p. 247.
89
Vd. BERNAL et al. 2013. Ringrazio Luana Toniolo, che sta procedendo alledizione dei materiali recuperati durante lo scavo per linstallazione del nuovo impianto
elettrico del Foro, per linformazione sul rinvenimento di questi frammenti riconducibili al II secolo a.C. Va considerato che spesso la mancata segnalazione di queste pro-

130

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

noscenze acquisite negli anni pi recenti sembra farsi dunque sempre


pi chiaro e lattestazione di anfore ebusitane, se per i bassi indici di attestazione non consente ancora di stabilire un rapporto diretto con il
luogo di produzione, connessa invece alla massiva presenza di moneta
dellisola balearica appare comunque testimone di una relazione, forse
anche mediata, ma la cui portata dovr certamente essere compresa
meglio. Chi scrive fortemente convinto che proprio nelle storie evenemenziali delle due citt coinvolte in questo fenomeno e nei loro contatti e traffici commerciali si celano le risposte ai nostri quesiti.
Passiamo ora a considerare la pseudozecca. Come abbiamo visto, la sua attivit stata collocata tra gli anni 130/120 a.C. e 80/70
a.C.90, cronologia ora supportata anche dai dati archeologici (Tabella
3) e da una pi attenta lettura dei dati storici richiamati in via dipotesi
per giustificare questo fenomeno (si detto come la conquista delle
Baleari del 123 a.C. possa molto verosimilmente rappresentare il terminus post quem).

Emissioni della cd.


pseudozecca

Stratigrafie
Casa di Arianna

Stratigrafie
AAPP

Stratigrafie
PARP:PS

ca. 140120 a.C.

met II sec. a.C.


ante 89 a.C.

TC27: 2 met
del II sec. a.C.
TC3: 1 quarto
del I sec. a.C.

Stratigrafie
Tempio di
Venere Fisica91
9080 a.C.

Tabella 3 Cronologie a confronto per la presunta data di inizio


dellattivit della pseudozecca.
duzioni dovuta al fallito riconoscimento dei frammenti, che in genere vengono classificati come pertinenti ad anfore non identificabili. Inoltre, come gi ricordato a proposito dei rinvenimenti monetali, nella valutazione di presenze e assenze, dobbiamo tenere a mente che i livelli indagati stratigraficamente a Pompei per la fase precedente al
79 d.C., sono ancora pochi (pari al 2%, vd. COARELLIPESANDO 2011) e certo la prosecuzione delle indagini contribuir a chiarire meglio il quadro di queste presenze.
90
STANNARD 2013, p. 141.
91
Le indagini presso il Tempio di Venere Fisica, condotte tra il 2004 ed il 2007
dalla Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera (Universit degli Studi
della Basilicata) e dirette da Emmanuele Curti (CURTI 2008 e COLETTI et al. 2010),
hanno restituito due interessanti nuclei di monete rinvenuti allinterno di due cisterne chiuse ritualmente tra il 90 e l80 a.C. (MARTUCCI 2012, p. 59): tra le monete si

131

GIACOMO PARDINI

Il fenomeno della moneta imitativa pu essere contestualizzato


solo alla luce della particolare floridezza e del benessere economico
che coinvolge Pompei nel corso del II secolo a.C. In questo momento
assistiamo allintensificarsi delle attivit agricole e di conseguenza
commerciali e produttive sostenute dalllite municipale, che attraverso mercatores e negotiatores trasferivano le merci a Neapolis e Puteoli e da qui (oppure per via diretta) raggiungevano i porti e gli empori del Mediterraneo occidentale e orientale. La ricaduta di questo
benessere si coglie, non solo osservando lo sviluppo urbanistico della
citt, ove sorgono sempre pi fitte le grandi case aristocratiche, ma anche nella vita quotidiana, che vede fiorire attivit artigianali e commerciali coinvolte nel commercio al dettaglio. Proprio per questi motivi,
leconomia ormai pienamente monetizzata di Pompei deve aver drenato una grande quantit di valuta di piccolo conto e, in questa situazione, evidentemente lofferta di circolante di piccolo taglio non era
sufficiente a soddisfare la domanda; questo a causa, non solo dellassenza di una zecca cittadina in grado di sopperire a queste necessit,
ma anche dello scarso recepimento di moneta romana repubblicana92.
proprio in una situazione come questa che possibile dunque
individuare il motivo della scelta di emettere moneta di imitazione, ma
restano da inquadrare due questioni fondamentali: lo status giuridico, per dir cos, di queste monete e lindividuazione dei responsabili
propugnatori di queste nuove emissioni.
La scelta dei tipi rappresentati su questo numerario sembra escludere lufficialit di questa zecca: se tale infatti fosse stata, la citt
avrebbe dovuto adottare un proprio tipo, che ne permettesse il riconoscimento immediato, magari con leggenda (in lingua osca?); si recuperano invece, come abbiamo visto, i tipi allogeni di Ebusus e Massalia
registra la presenza delle emissioni canoniche di Ebusus e Massalia e delle imitazioni
locali (il dato che si rivela interessante rappresentato dalla cronologia dei materiali
ceramici rinvenuti, costituiti da una parte prevalente databile al 130/120 a.C. e da un
nucleo coevo alla chiusura delle due strutture e inquadrabile tra il 90 e l80 a.C.). Ringrazio per la comunicazione personale Fulvio Coletti. Lo studio delle monete stato
affidato a chi scrive.
92
Forse a causa di uno standard metrologico diverso dal numerario fino a quel
momento in uso a Pompei (ancora evidentemente abituata alluso di moneta locale, ossia di modello greco, abbastanza diversa per peso e modulo dalla valuta repubblicana)?

132

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

(perch in questo momento rappresentano il circolante pi frequente


e dunque pi conosciuto?) e, qualche rara volta, anche tipi appartenenti a localit dellItalia centromeridionale.
Pompei, pur essendo alleata di Roma, conserva la sua autonomia
ed molto probabile che la stessa Roma non abbia interferito negli usi
di moneta e nei modi della circolazione locale93. Alla luce di questo
fatto Pompei avrebbe quindi consentito la circolazione di moneta eterogenea in ambito cittadino. Ci dobbiamo per domandare se questo
fenomeno vada interpretato nellambito della moneta di necessit oppure in quello del free coinage: per monete di necessit si intendono
quelle monete prodotte senza autorizzazione esplicita per far fronte a
fenomeni locali e temporali di carenza di liquidit. Unesperienza affine e diversa dal free coinage che una concessione di libert di coniazione, mentre la moneta di necessit una moneta illegale, anche se
viene accettata. [] Quando la mancata autorizzazione si accompagna ad una forma di tacita accettazione siamo di fronte ad un fenomeno simile al free coinage (FORABOSCHI 2003, p. 234).
Sulla base di quanto appena scritto, forse possibile considerare
le imitazioni pompeiane come una moneta di necessit; certo invece
che non lecito parlare di falsificazioni, processo dietro il quale si cela
il pi delle volte una volont di frode, caso ben diverso da questa valuta nea di valore fiduciario. Il mondo antico ci ha restituito del resto
alcuni esempi analoghi: il caso degli assi di Claudio imitati in grande
quantit ed estremamente comuni nei rinvenimenti in Inghilterra94,
monete evidentemente semiufficiali, battute dalle autorit locali per
supplire alla scarsit di valuta corrente e dunque ai mancati rifornimenti da Roma95. Un altro esempio ci offerto dallaccampamento militare di Dionysis in Egitto (IV secolo d.C.), vicino al quale stata rinvenuta unofficina per la produzione di monete fuse, che attraverso la
tecnica del surmoulage, riproducono il circolante ufficiale: anche in
questo caso non possibile pensare ad una produzione clandestina,
93
Non esistono luoghi letterari che pongano laccento sullinterferenza di Roma,
in questo periodo, in ambito monetario locale; vd. LAFFI 1990; BURNETT 2005, p. 172.
94
REECE 2002, pp. 3941.
95
HOBBS 2013a, pp. 3334.

133

GIACOMO PARDINI

vista la vicinanza al castrum, bens a una necessit indotta dalla difficolt di approvvigionamento di valuta ufficiale e quindi ad una coniazione destinata allun uso locale (queste monete, facilmente riconoscibili, circolano infatti insieme alla valuta imitata)96.
Ma chi gestisce lattivit della pseudozecca? E soprattutto, davvero possibile escludere il coinvolgimento delle autorit cittadine in
questo processo? Al momento si pu solo rimanere nellambito delle
suggestioni. Alla seconda domanda difficile rispondere e allo stato dei
fatti non possibile escludere completamente un coinvolgimento dellautorit; quel che certo che le autorit cittadine erano a conoscenza di questa attivit e in questo senso pu avere ragione Stannard quando afferma che attraverso i cambiavalute le monete venivano immesse
sul mercato locale (in cambio di quale altra valuta?) e che la citt (se pur
non implicata nella coniazione) ne avrebbe ricevuto un certo aggio97.
In assenza di fonti precise su questo fenomeno, se dobbiamo
avanzare unipotesi potremmo ripartire dalle aristocrazie municipali.
La documentazione dellinstrumentum (soprattutto per let tardorepubblicana e a partire dalla Guerra Sociale) ci attesta infatti il coinvolgimento pi o meno diretto delle lites locali in ambiti quali quello finanziario e bancario, o quello della produzione e del commercio
(sfruttamento minerario, produzione e commercializzazione di manufatti e beni di consumo), fermo restando che la propriet agraria costituiva comunque lindiscussa base patrimoniale per la loro posizione di
prestigio politico e sociale98.
possibile dunque pensare ad un coinvolgimento in questa operazione delle lites municipali per due ordini di motivi: da una parte
per le loro disponibilit finanziarie99 e per lattenzione alleconomia lo96

GARACUOMO DI CAPRIO 1978.


STANNARD 2013, p. 142.
98
PANELLA 2010, pp. 5354; NONNIS 1999.
99
Ma anche forse delle materia prime. Con la sconfitta del 202 a.C. Roma simpadronisce infatti dei giacimenti iberici di piombo un tempo appartenuti a Cartagine
e si sostituir completamente nella gestione di queste risorse attraverso lattivit dei
mercatores e negotiatores. Le navi onerarie, partendo dai porti di Gades, Carthago
Nova e Tarraco, raggiungevano le coste meridionali delle Baleari e da qui si dirigevano verso Bonifacio, se la destinazione era Ostia, o a sud della Sardegna, se in navigazione verso Puteoli; vd. BIGAGLI 2002.
97

134

CONSUMO E PRODUZIONE DI MONETA A POMPEI

cale, dallaltra per la forte aspirazione allascesa sociale con lingresso


negli ordini decurionali locali; la possibilit di gestire anche solo in
parte questo processo avrebbe certamente permesso ai personaggi
coinvolti di accrescere il proprio prestigio economico e sociale100. Una
volta prodotte, queste monete sarebbero state immesse nel circuito locale attraverso lattivit dei nummularii.
Unultima questione resta da affrontare, ovvero i risultati preliminari ottenuti dalle indagini archeometriche in corso di svolgimento
sulle monete di Ebusus e Massalia e sulle rispettive imitazioni pompeiane. Se da una parte, come si visto, le informazioni ricavate con la
tecnica della Fluorescenza di Raggi X (senza dubbio utile a comprendere le tecnologie impiegate nella coniazione, la composizione e alcune peculiarit delle leghe metalliche) non hanno fornito elementi di
discrimine in quanto a luogo di produzione (ma si ricorda che i dati
sono ancora preliminari), dallaltro le informazioni ottenute dallanalisi isotopica fanno ben sperare. Se per un verso i risultati conseguiti
con lanalisi spettrometrica di massa (con lICPMS) non sono risultati dirimenti101, hanno comunque mostrato che la provenienza del
piombo utilizzato per una parte delle due emissioni (originali e imitazioni) pu essere ristretta tra lItalia e la Spagna, e questo, tutto sommato gi un dato! Ma sono le analisi spettrometriche effettuate con il
TIMS sui primi due campioni, rispettivamente una moneta ebusitana102 e una pseudoEbusus, che sembrano dare i risultati pi promettenti, segnalando una differenza tra le due aree di emissione; se nella
100

Pi difficile risulta pensare ad emissioni dovute magari ad un atto di evergetismo, come dimostrano invece alcune zecche, tra cui quella di Paestum, dove emissioni
in bronzo datate tra il II secolo a.C. e let augustea, celebrano lattivit munifica di
personaggi di spicco dellaristocrazia locale ( il caso ad esempio delle emissioni a
nome di Mineia M.f. per le quali vd. da ultimo CARBONE 2014, pp. 2224 e 135142,
Emissione n. 27, Serie nn. 4346; inoltre TORELLI 1999, pp. 101105). Se di questo si
trattasse, infatti, non si spiegherebbe ancora una volta la scelta di tipi non immediatamente riconducibili allattivit munifica di un eminente personaggio locale.
101
Da un punto di vista strettamente metodologico il tentativo ha avuto comunque un suo specifico valore tecnicoscientifico, avendo dimostrato la scarsa precisione di questa tecnica, altrimenti di lunga sperimentazione e notevole validit, in
rapporto a questo particolare tipo di materiale.
102
Prodotta, a quanto pare, con il piombo proveniente dalle miniere di Cartagena.

135

GIACOMO PARDINI

prosecuzione delle indagini questi dati verranno confermati da un


campione pi ampio, sar possibile aggiungere un nuovo tassello alla
comprensione di questo fenomeno.
Per una pi corretta e complessiva comprensione di questo fenomeno, tuttavia, non ci si pu esimere dallauspicare una pi attenta e
puntuale analisi delle stratigrafie di provenienza e dei relativi contesti di
reperti, non solo numismatici, unita a un maggiore e pi proficuo scambio di idee e dati tra gli studiosi coinvolti in questo affascinante enigma.
GIACOMO PARDINI
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141

GIACOMO PARDINI

Indice delle illustrazioni nelle tavole


Tav. II
Fig. 1: Veduta aerea della porzione meridionale delle Regiones VIII e I. A sinistra di
Via Stabiana, la Regio VIII.7.1.15 e il Quadriportico dei teatri; a destra la Regio
I.1.
Fig. 2: Planimetria delle Regiones VIII.7.115 e I.1: in grigio i saggi di scavo
20052012 ( PARP:PS University of Cincinnati).
Tav. III
Fig. 3: Alcuni rilievi in cui Bes rappresentato con la stessa iconografia presente sulle monete di Ebusus e sulle imitazioni locali:
a) Stele di et tolemaica raffigurante Beset e Bes, questultimo con copricapo di
piume, falcetto nella mano destra alzata e serpente trattenuto con la sinistra
(Paris, Muse du Louvre);
b) Stele di et tolemaica o romana (ca. 100 a.C.100 d.C.) con Bes (inv. EA
1178, AN31746001 London, British Museum);
c) Bes su una stele di epoca tardotolemaica (Roma, Museo Barracco).
Fig. 4: Monete di Ebusus:
a) Campo 1976, Gruppo XII ( Fritz Rudolf Knker GmbH & Co. KG, Osnabruck Auction 193 [26.09.2011], Lotto 14);
b) Campo 1976, Gruppo XVIII (Collezione privata). Scala 1:1.
Fig. 5: Piccoli bronzi da Massalia:
a) il tipo FEUGREPY 2011, p. 124, PBM40 (Collezione privata);
b) il tipo FEUGREPY 2011, p. 127, PBM479 ( PaulFrancis Jacquier
Numismatique Antique, Kehl am Rhein Auction 38 [13.09.2013], Lotto 26).
Scala 1:1.
Fig. 6: Monete della pseudozecca da VIII.7.1-15:
a) calco del tipo Bes/Bes canonico TC 27 (inv. PARP:PS C315);
b) il tipo Apollo/Toro cozzante TC3 (inv. PARP:PS C1947). Scala 1:1.
Fig. 7: Monete della pseudozecca con Bes in stile rudimentale:
a) TC28.1 con simbolo T (cornucopia?) nel campo a destra (da STANNARD
2013);
b) restituzione grafica dello stesso (dis. I. Donev);
c) TC28.2 con al D/ T nel campo a destra e al R/ corona nel campo a sinistra
(da STANNARD 2013);
d) TC28.4 unit di modulo inferiore rispetto allo standard (inv. PARP:PS
C331). Scala 1:1.

142

tav02pardini_1tavMONTECCHI.qxd 23/10/14 08:35 Pagina II

TAVOLA II

Consumo e produzione di moneta a Pompei.


1. Veduta aerea della porzione meridionale delle Regiones VIII e I. A sinistra di Via Stabiana, la Regio VIII.7.1.15 e il Quadriportico dei teatri; a destra la Regio I.1. 2. Planimetria delle Regiones VIII.7.1-15 e I.1: in grigio i saggi di scavo 2005-2012.

tav02pardini_1tavMONTECCHI.qxd 23/10/14 08:35 Pagina III

TAVOLA III

Consumo e produzione di moneta a Pompei.


3. Rilievi con Bes 4. Monete di Ebusus 5. Piccoli bronzi di Massalia 6. Monete
della pseudozecca 7. Monete della pseudozecca con Bes in stile rudimentale.

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