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IL SINTETISTA VIRTUOSO

ovvero "La tecnica del sintetizzatore"


di Carlo Serafini
carlo@seraph.it
www.seraph.it
http://go.berkleemusic.com/seraph

INTRODUZIONE
Una buona esecuzione al sintetizzatore, come con ogni altro strumento, richiede una tecnica
adeguata ovvero un insieme di abilit fisiche utilizzate dall'esecutore per produrre i suoni
desiderati.
La tecnica l'anello pi importante della catena che porta dall'idea musicale alla sua
produzione ed espressione.
Nel caso del sintetizzatore, la tecnica include la capacit di selezionare le note e di agire su
controlli ausiliari come cursori, pedali etc.
I dettagli di questa tecnica possono venire molto influenzati dalla programmazione del
sintetizzatore ma l'esperienza insegna che esiste un nucleo di tecniche che possono venire
considerate basilari e comuni per tutti coloro che suonano un sintetizzatore.
La quasi totalit dei sintetizzatori utilizza la tastiera tipo pianoforte come interfaccia per
accedere al relativo generatore sonoro per cui, almeno per il momento, ci dedicheremo alla
tecnica da questo punto di vista.
E' evidente che non questa la sede per approfondire il tema della tecnica pianistica!
Le tastiere vengono in varie misure e con caratteristiche molto diverse tra loro: si pu andare
da quella da 88 tasti tipo pianoforte a tastiere da 2 ottave con tasti di dimensioni ridotte. Le
taglie pi comuni sono:

88 tasti, solitamente con tastiera pesata, ovvero che offrono una resistenza alla pressione del
dito simile a quella offerta dal pianoforte (anche tra le tastiere cosiddette pesate esistono per
grandi differenze di "pesatura")

76 tasti, solitamente con tastiera semipesata. Si chiamano cos le tastiere che hanno una
pesatura intermedia tra quella del pianoforte e quella stile organo.

61 tasti, solitamente non pesata (stile "pianola" per intendersi)

Negli ultimi anni, con l'avvento della "computer music" come fenomeno di massa, i produttori
di tastiere hanno immesso sul mercato tastiere con un minor numero di tasti partendo dal
presupposto che un DJ o un musicista elettronico non sia interessato (o capace) a suonare pi
di una nota per volta e cos abbiamo tastiere tipo:

49 tasti (il taglio pi comune tra le "tastiere da computer") ovviamente non pesata.

37 tasti (e addirittura 25 tasti) per coloro che privilegiano la portatilit, non pesata.

Le tastiere di dimensioni pi ridotte vengono anche prodotte in versioni con mini-tasti (il minitasto pu essere visto come un limite sopratutto per coloro che hanno mani grandi ma pu
anche essere considerato un vantaggio perch si possono suonare intervalli che sarebbero
impossibili da eseguire con tastiere di dimensioni regolari).

Ulteriori caratteristiche che differenziano le tastiere sono:

L'avere o no suoni "a bordo" ovvero la differenza tra "master keyboard" (una tastiera di
controllo che genera esclusivamente dati numerici, NON AUDIO, che vengono utilizzati da un
modulo sonoro esterno per generare suoni) e tutte le altre tastiere che hanno un modulo
sonoro interno messo in funzione dalla stessa tastiera.

L'essere o no "dinamiche" ovvero essere sensibili alla velocit con cui il tasto viene premuto.
Un dato, questo, che puo' essere utilizzato per controllare alcuni parametri del suono e che
quindi consente una maggiore variet timbrica. (in inglese velocity sensitivity)

Le specifiche MIDI prevedono due tipi sensibilit dinamica ma una non poi stata
implementata che raramente: la velocit di rilascio (in inglese release velocity) che misurando
il tempo di rilascio del tasto crea una serie di dati di controllo che pu essere utilizzata per
modificare il parametro che gli stato assegnato.
L'essere o no sensibili alla "pressione" ovvero consentire che una volta arrivato a fine corsa il
tasto possa trasmettere ulteriori dati inerenti la pressione con cui questo viene premuto. Anche
questi dati possono essere utilizzati per controllare alcuni parametri del suono e quindi
consentire una maggiore variet timbrica. (in inglese pressure sensitivity)

Le specifiche MIDI prevedono due tipi di sensibilit alla pressione: la piu' comune e' quella "per
canale MIDI" ovvero un singolo valore di pressione per canale MIDI (in inglese channel
pressure/aftertouch). L'altro, molto piu' raro, e' invece specifico per ogni singolo tasto (in
inglese polyphonic pressure/aftertouch). L'alto costo dell'implementazione di questa funzione
ha consigliato i produttori a non includerla quasi mai (la mia unica esperienza con una tastiera
del genere risale agli anni '80 con una Kurzweil Midiboard e il ricordo che ne ho e' splendido:
immaginate di poter controllare il vibrato di una orchestra d'archi indipendentemente nota per
nota. uno sballo!)

e poi, come dicevamo all'inizio, ulteriori caratteristiche che differenziano le tastiere sono la
presenza o meno di controlli ausiliari che possono consentire una maggiore espressivit
all'esecuzione. Tra questi:

Pitch bend wheel (letteralmente "ruota dell'intonazione"): omnipresente su tutti i sintetizzatori


in formato ruota o joystick (stile Roland), assente sulle tastiere tipo "pianoforte digitale". Serve
per modificare in tempo reale l'altezza della nota che si st suonando. Ha una molla che gli
consente di tornare automaticamente alla posizione iniziale.

Modulation wheel:(letteralmente "ruota della modulazione"): omnipresente su tutti i


sintetizzatori in formato ruota o joystick (stile Roland), assente sulle tastiere tipo "pianoforte
digitale". Serve per modificare in tempo reale il parametro che gli e' stato assegnato. Non ha
una molla che la riporta automaticamente alla posizione iniziale per cui rimane nell'ultima
posizione assegnata.

Breath controller: (letteralmente "controllo a fiato"): un controllo ausiliario nato per simulare
gli strumenti a fiato implementato solo da pochi costruttori, Yamaha sopratutto e
successivamente Kurzweil. Soffiando nell'apposito boccaglio si modula il parametro che gli
stato assegnato.

Ribbon controller:(letteralmente "controllo a nastro") una superficie di controllo sulla quale


muovendo un dito si pu modulare il parametro che gli stato assegnato. Anche questo tipo di
controllo ausiliario, nato per simulare gli strumenti a arco, stato implementato solo da pochi
costruttori ma comunque pi comune del breath controller. Kurzweil lo commercializza come
un accessorio da abbinare a qualsiasi strumento MIDI col nome di ExpressionMate.
(www.kurzweilmusicsystems.com/html/expmate.html)

Pedali: il pi comune il cosiddetto pedale del "sustain" per simulare l'effetto che sul
pianoforte si ottiene quando la corda continua a vibrare dopo il rilascio del tasto. Oltre a questo
ci sono tastiere che prevedono la connessione di pedali cosiddetti "d'espressione" per modulare
il parametro che gli e' stato assegnato (il pi comune dei quali e' il controllo del volume).

Esistono anche pedaliere, come in molti organi, con cui suonare linee di basso (generalmente
nei formati da 13 e 17 tasti)

Controlli rotativi e cursori: recentemente, sopratutto con l'avvento dei sintetizzatori virtuali,
sono state presentate sul mercato superfici di controllo da abbinare a qualsiasi strumento MIDI
per facilitare l'accesso a determinati parametri che altrimenti richiederebbero un laborioso
spostamento tra menu, pagine etc. Molte recenti master keyboards sono gi equipaggiate con
un numero variabile di questi controlli programmabili.

Roland D-Beam: un raggio infrarosso che interagisce con la distanza tra la mano (o
qualsiasi altro oggetto solido) e lo strumento stesso. Serve, come sempre, per modulare in
tempo reale il parametro che gli stato assegnato.

Come si vede l'arsenale a disposizione del sintetista per migliorare l'espressivit delle sue
esecuzioni pu essere molto ampio. Il fatto che poi, in pratica, la maggior parte di coloro che
suonano un sintetizzatore si limitino a suonare i tasti come fosse un pianoforte e' uno dei
motivi per cui si rende necessario questo articolo!
La classica osservazione, sopratutto da parte di strumentisti acustici, per cui la musica
elettronica risulta essere "fredda e inespressiva" e' quindi frutto, non solo di evidenti limiti
strutturali degli strumenti elettronici, ma anche di una frequente scarsa attenzione
dell'esecutore nell'utilizzare quegli accorgimenti che potrebbero migliorarne l'esecuzione.
Nelle prossime puntate de "IL SINTETISTA VIRTUOSO" vedremo di analizzare pi da vicino gli
aspetti tecnici caratteristici dei vari controlli ausiliari qui elencati e magari presentare alcuni
esercizi per sviluppare la capacit di sfruttare questo tipo di possibilit espressive che i nostri
strumenti ci consentono.
Come sempre i commenti sono graditi!

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