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eraquesto
cheiovolevo
sempre
iovolevo
tornarealcorpo
dovesononato.
AllenGinzberg
Sigmund Freud nel saggio Aldil del principio del piacere scriveva: Disgraziatamente, si
raramente imparziali quando si alle prese con i grandi problemi della scienza e della vita
ciascuno di noi dominato da pregiudizi profondamente radicati, che manovrano, senza che ce ne
rendiamo conto il nostro pensiero. E in chiusura aggiungeva, a giustificazione delle interpretazioni
errate o imprecise, una citazione dalle Muqmt di Al-Hariri risalenti allXI sec dC: L dove non
possiamo arrivare, volando, dobbiamo arrivare zoppicandoE zoppicare, dicono le scritture, non
peccato.
1
parole, della Madre e del bambino, nella magia, nera o bianca, dei suoni
della LM, colti nel baluginare della vita. Si tratta, crediamo,
delliscrizione in una sorta di destino, spesso portato come un peso,
spesso come un pharmakon o un dono, che impone di scrivere, di
raccontare, di narrare. La scrittura come effetto di un eccesso della
memoria. Contenimento (consolazione, elaborazione del lutto?) della
finitudine originaria che continuamente rompe, frammenta la costituzione
della soggettivit, parce quelle est la mmoire dun corps qui est mortel 3,
la scrittura funziona come un supplemento infinitisant, potenziale
infinito, perdurante, esteriorizzazione della finitudine stessa di chi scrive,
e di chi legge. Farmaco della cui funzione di cura continuare a prendersi
cura, nella consapevolezza che il suo aspetto curativo non pu eliminare il
danno che la coscienza della mortalit ha inferto agli umani. La forza e la
sofferenza negli scritti di tanti scrittori dovuta proprio alla mancanza di
consolazione che esclude qualsiasi separazione dalla propria storia
sentimentale.
E chiaro che la scelta da noi effettuata dai testi di molti autori, pu
apparire una sorta di inchiesta abusiva che introduce, che incista, nel
nostro ragionamento ci che serve a sostenere la validit dellipotesi. Ma
un rischio che vorremmo correre se, in qualche modo, apre uno spaccato
sul tema che corre di sfondo a queste riflessioni: il legame primario fra
Lingua e Madre, nei limiti e nelle sfaccettature culturalmente imposte.
Di sfondo a questa indagine, vorremmo si ponesse attenzione alla
messa in questione della naturale predisposizione ad amare il proprio
bambino da parte di ogni madre. Una madre, non per follia, ha spesso
difficolt ad accettare lamore incondizionato richiesto dal bambino nella
prima infanzia, non mostra lattitudine istintiva e sempre benigna, come
vuole il senso comune, ad introdurre il bambino nel mondo simbolico.
Vuole trattenerlo e liberarsene nello stesso tempo. Il nesso rassicurante di
amore e dedizione non coglie la problematicit del desiderio femminile,
ben oltre il materno. Desiderio che si rivela essere un furioso tentativo di
superamento del confine in cui si voluta relegare la fenomenologia del
materno. Ogni aberrazione di questa relazione , prima di essere un
comportamento eticamente censurabile, il frutto di una forclusione, nella
definizione classica di ci che sfugge al simbolico, di ci che occupa
sempre un altrove.
3 B. Stiegler, tat de choc. Btise et savoir au XXI sicle, 2012, Mille et une nuits, p. 260
4
La porta-parola
Per una pensatrice come l Aulagnier, che conosce bene Klein e Lacan, il salto ancora
pi radicale: la madre in quanto porta-parola, non solo trasmette al figlio il linguaggio ma in
tanto pu farlo in quanto proprio lei la portatrice delluniverso simbolico che d per primo il
senso allesperienza corporea del bambino. Noi tutti impariamo ad avere oltre ad essere
un corpo nella relazione con la parola materna che per prima ci descrive e ci significa
ancora prima che nasciamo.4
Madre
il demone della parola saltella a ritmo del fonema che lo annuncia, il ma-ma-ma che
ripete ad ogni capriola, ad ogni giravolta spaziale e siede di fianco a me, anche lui E dentro
le tue vocali che tutto il mondo mio si risolve. La a dolce come il miele. Stretta tra la stessa
consonante detta a labbra strette. Due a abbracciate da due emme. Due a come un urlo preciso
e lungo, strette dalla emme che comincia il tuo nome, il nome pi bello delluniverso11.
luna con laltra, per il desiderio di fondersi insieme, perivano di fame e anche, per il
resto, di inazione, perch non volevano fare nulla luna senza laltraE cos perivano. Ma Zeus
mosso a piet appresta un altro artificio, e sposta sul davanti i loro genitali20
LAmore lavora sulla separazione, come la Lingua. Annota ancora
Milner, che limpossibilit la cifra che caratterizza la mutua
comunicazione e anche il rapporto sessuale. La lalangue, luogo di ci che
fa resto, le lieu de limpossible du rapport sexuel. 21 Il perdurare della
lalangue, eco e materia reale della LM, nonch materia infestante la
Lingua dei linguisti, ambiguamente un elemento di speranza, corpo e
anima hanno un altrove a cui attingere continuo nutrimento, come
emerge nella scrittura poetica, un motivo di dolorosa frustrazione per un
movimento che non ha approdo. La lalangue est alors une foule
darborescences foissonantes, o le subjet accroche son dsir, nimporte
quel nud pouvant tre lu par lui pour quil fasse signe.22
Certe madri hanno bisogno, per supportare il proprio ideale narcisistico, di eleggere in seno
alla loro progenie un oggetto, un figlio, che servir loro da feticcio. Questo bambino allinterno
di una famiglia, si fa carico, a propria insaputa, di rappresentare e di incarnare, nel bene e nel
male, la posizione psichica materna. E un figurante in quanto configura questo ideale, ed
predestinato non avendo scelto egli stesso questo ruolo che tuttavia assume con una sorta di
passione.23
cercher di convincervi che la maternit non un istinto non si riduce al solo desiderio
di bambino [] da non confondere con lonnipotenza narcisistica del diniego che riduce il
bambino a un oggetto cattivo o a un oggetto parziale, escrezione da evacuare o feticcio da
mummificare.24
10
http://www.theawl.com/2011/04/inside-david-foster-wallaces-private-self-help-library
11
12
Questa catena di cause riconduceva il sistema dolce e alto della vita allorrore dei sistemi
subordinati, natura, sangue, materia: solitudine di visceri e di volti senza pensiero.
Abbandono.39
15
45G. Deleuze, Cosa pu un corpo? Lezioni su Spinoza, Ombre corte, Verona, 2007 pp. 50-51
16
Winncotts concept of holding and Bions concept of reverie () use a version of the
pre-oedipal mother as psycoanalytic mentor.
Describing the process of maternal reverie Bion writes: Normal development follows if the
relationship between the infant and breast permits the infant to project a feeling, say, that it is
dying into the mother and to reintroject it after its sojourn in the breast has made it tolerable to
the infant psyche.
This is not a hermeneutic of suspicion but as the biblical word sojourn suggests a process
of albeit difficult hospitality. In this alchemy of maternal digestion and recycling the mother ()
metabolize(s) the primitive inchoate emotionality of the infant () to produce meaning, what
Bion refers to as usable sense-data. Interpretation becomes visceral; in a rather literal but
non less useful- analogy body-based. 46
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suo cervello, son cerveau cos simile a son intestin infrieur, entrambi
oggetto dellinvasivit di un tube en caoutchouc.50
Il bisogno di sapere in Wolfson, sottolinea Gilles Deleuze, fatto di
pezzi: le parole delle varie lingue, i fonemi di cui esse sono costituite, le
modificazioni che deve subire linglese per non risultare intossicante.
Sono pezzi raccolti, catalogati come in una tavola degli elementi nel
tentativo di ricomporre un oggetto intero. Ma la totalit ambita, che
dovrebbe tenere a bada la voracit materna, e la bulimia del figlio, non si
compie. I suoi due padri non ne fanno uno, la simbolizzazione fallisce. Lo
scarto, lcart, il differenziale patogeno rappresentato dalla madre, rimane
un meteorite vagante, ogni ricomposizione fallisce. Aulagnier riprende
questo tema quando cita lorgia alimentare che, svolgendosi con i libri, i
vocabolari aperti, durante lo studio, tuttuno con laccelerazione
impressa alla ripetizione della parole e alla scrittura Il nutrimento
oralit linguistico-alimentare. Ogni abbuffata sempre a rischio di
produrre unotturazione, una costipazione, un ingolfarsi del tubo
digerente e della mente stessa51.
Nella descrizione del banchetto di Gonzalo, il protagonista della
cognizione, Gadda d voce alla sua passione per il cibo, passione nella
quale insito anche il disgusto per leccesso, per lui inevitabile; contrasto
che si evidenzia nel binomio, sempre presente, alimento escremento.
come nel corso di tutta una interminabile estate egli non avesse cibato se non aragoste in
salsa tartara, merlani in bianco con fiotti di majonese, o due o tre volte il peje-rey; e piccioni
arrostiti in casseruola con i rosmarini e le patatine novelle, dolci, ma non troppo, e piccolette,
ma di gi un po sfatte, inficiate, queste, nel sugo stesso venutone da quegli stessi piccioni:
farciti alla lor volta, secondo una ricetta andalusa, con lorigano, la salvia, il basilico, il timo,
il rosmarino, il mentastro, e pimiento, zibibbo, lardo di scrofa, cervelli di pollo, zenzero, pepe
rosso, chiodi di garofano, ed altre patate ancora, di dentro, quasich non bastassero quelle altre
messe a contorno, cio di fuori del deretano del piccione; che erano quasi divenute una seconda
polpa anche loro, tanto vi si erano incorporate, nel deretano: come se luccello, una volta
arrostito, avesse acquistato dei visceri pi confacenti alla sua nuova situazione di pollo arrosto,
ma pi piccolo e grasso, del pollo, perch era invece un piccione. 52
23
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Ma la voce, come voce di quella madre, torner cos come stata udita
e imitata nel lallare, continuamente, ogni volta almeno in cui si cercher
una parola autentica, originale. Ma anche voce dellorrore e del delirio,
come testimoniano non solo Wolfson, ma Paul Celan, Jean Amery, AnneLise Stern, per i quali, quei medesimi suoni della prima infanzia,
divennero inudibili quando pronunciati in contesti estremi. Leggiamo
Celan, tornato dolorosamente a praticare la lingua tedesca, dopo essersi
esiliato lungamente da essa, in un conseguito silenzio:
Laltro.
Pi profonde ferite che a me
Inflisse a te il tacere
Pi grandi stelle
Ti irretiscono nella loro insidia di sguardi,
pi bianca cenere
giace sulla parola cui hai creduto
27
occorrenze. La voce flatus, pneuma della Lingua, fin dai suoi esordi
(materni, infantili, ed entrambi) corpo della Lingua, suono umano
distinto dal verso e dal grido animali, da sempre significante. Voce
erotica, autorevole, amorosa, crudele, nelle sue modulazioni intenzionali e
inconsapevoli. Ne esiste unantropologia e una sociologia, come
inscrizione allinterno di codici di comportamento, per modularla.
Aristotele, nella Retorica, dal canto suo, dice che le articolazioni della
voce umana, pur differenti nelle diverse culture, sono complementari alle
operazioni logico-cognitive dellanima. Non si poteva dir meglio lunicit
dellesperienza umana che si offre alla voce materna in un atto di
triangolazione amorosa dopo la separazione, e nella elaborazione del suo
lutto, per continuare a mettere al lavoro il dubbio sulla veridicit di quella
parola che accompagna il bambino mentre ascolta. Lavoro di ricerca che
- ed ancora Aristotele e non Lacan pu trovare esito nella possibilit di
scrittura di quella voce, delle sue sonorit, divenute lingua materna,
lingua fatta propria, mai davvero conquistata.
La voce materna, amata o detestata, , dice Aulagnier commentando
Wolfson, un tuttuno con il suo corpo: lorgano della fonazione, la linguaorgano un pezzo di corpo, pezzo minaccioso. La Lingua organofunzione della madre capace di una erezione che occupa ogni spazio di
significazione, che ostruisce la ricerca di una propria espressione da parte
del bambino. Uno spazio seduttivo che, indipendentemente da quel che la
voce dice, pu riassorbire il bambino.
Redenzione del corpo materno
La Fraire, nel riconsiderare il lavoro della Klein sul bisogno di
distruttivit che anima il vissuto preconscio del bambino e la necessit per
la Madre di apporre una strenua difesa nei suoi confronti, afferma che
allinizio c la lotta, si potrebbe dire, lotta per la sopravvivenza psichica
di entrambi, e solo sulla sua elaborazione si pu instaurare unaffettivit
benigna.
Ma con la morte di tuo padre ti sei esageratamente orientata verso la personalit
umanistica di tua madre. E ti sei spaventata quando hai sentito che la tua voce smetteva di
parlare e cera leco della sua, come se lei si esprimesse in te, come se tu non fossi veramente tu
28
ma stessi crescendo nella sua scia, come se le sue espressioni nascessero ed emanassero dalla
tua faccia71
Roland Barthes scrive, alla morte della madre, uno struggente diario in
cui si confronta con limpossibile resa in scrittura di un dolore oltre la
parola, forse oltre la possibilit di farne davvero esperienza. La morte il
luogo indefinito dove vige solo la mancanza, il posto dove lei non c.
Negli anni dal 1962 al 1980, in numerose interviste concesse a riviste, e
durante trasmissioni radiofoniche, riannod le sue riflessioni sul senso
della scrittura con il desiderio, con lamore. Citando Proust, disse che chi
scrive lo fa soprattutto per il soggetto amato e che il sentimento che anima
la scrittura non quello tipico dellinnamorato romantico, nella scrittura
c un sentimento amoroso molto pi effusivo, che mira a un
appagamento. La figura essenziale allora la Madre, aggiunse, figura a
cui ogni creazione artistica pare dedicata. Ancora, rispetto a Proust ne
ricordava spesso la difficolt a separarsi dalla madre. Solo
linvecchiamento e la morte potevano aver ragione di tale sentimento, per
71 S. Plath, Diari, Adelphi, Milano, 2007, p. 46
72 J. Kristeva, La passione materna pp. 6,7
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Padre
Un padre, la cosa viva pi immobile che abbia mai conosciuto.. Mio padre; chi era
costui?
74
Dal punto di vista spettacolare questo Padre, da un borgo che lui stesso definisce questo
fondo di oscurit, ha qualcosa di torvamente grandioso. Recanati la Caverna, il Dirupo su cui
si arrampica il Castello, la Rocca ma anche il Labirinto del sovrano giustiziere. 75
Ancora per anni soffrii del tormentoso pensiero che mio padre, il gigante, la suprema
istanza, poteva venire quasi senza motivo nel cuore della notte a portarmi sul ballatoio, e che
io dunque per lui ero meno di niente76
la fine dei regni paterni gi scritta sulle piccole mani nasciture; e le guerre paterne che
mandano i figli alla strage per frodare il destino 77
Fonda una famiglia, costruisci uno stato.
Levento garantito pur sempre lo stesso:
La materia alla fine non mitigher mai
Le sue antiche pretese brutali. 78
Essere nata donna la mia terribile tragedia. 79
30
la nascita fisica dei personaggi mitici, perduto lincipit simbolico del mito
stesso. Ce lo ricorda la psicoanalista Amalia Giuffrida a proposito di
Giocasta, figura eccessiva e eccedente, intorno al cui orrore silenzioso
sono giocate le genealogie femminili, sempre sotto il segno della
castrazione e del mutismo. Antigone, che giganteggia nella opposizione a
Creonte, ma anche figura accudente e dimentica di s nellultimo viaggio
da esule del padre Edipo; Ismene, amazzone a cavallo, che rimane sempre
solo laltra figlia, la sorella. Se non sono madri perch hanno altri
compiti a cui le destina il drammaturgo e, attraverso lespletamento del
compito assegnato, prendono un rilievo di sfondo o controcampo ai ruoli
maschili. Dopo una guerra di maschi-fratelli, il gesto di Antigone,
portavoce di una legge al femminile, solo il negativo di una dialettica
con la Legge statuita, rappresentata da Creonte. Questo loro fare da
sfondo, lessere funzione di storie tutte maschili, tipico anche di altri
racconti, apparentemente molto diversi da quelli citati, esempio del
lavorio che la mitologia compie per dare conto dellopera di ordinamento
della Legge sulla coppia maschile e femminile, e del figlio fra i due.
Anche gli ardori di Fedra verso il figliastro Ippolito, oppure luccisione
della prole da parte di Medea, possono essere letti come perversi segnali
dellambiguit del materno, monito e vendetta indirizzate alla diurna
potenza maschile, al suo appropriarsi dei figli, per secoli saldatura e
garanzia dellunione coniugale e sanzione della indissolubilit della diade
femminile-materno.
La fertilit femminile una preoccupazione costante in tutte le civilt, il
parto che va a buon fine e la salute del neonato sono messi sotto il segno
della protezione degli dei. Una donna che non ha figli vive la condizione
della reietta, il suo mutismo si fa assoluto, oppure parla il corpo
ammalato, mutato in mappa di segni, di sintomi. Un figlio tale solo se
c un padre, altrimenti cade sotto la stessa condanna allinvisibilit della
donna che lo ha messo al mondo. Il figlio non il dono che la donna fa a
s, come ella stessa immagina nel breve tempo che va dal concepimento
alla prima infanzia, talvolta fino alla sola nascita, ma obolo dovuto al
Padre. Questa constatazione antropologica e storica poggia su un
paradosso. La temibile potenza del procreare, in tutte le culture sottoposta
ad esorcismo, proprio mediante la simbolizzazione operata dalle figure
mitiche della Fertilit, la cifra di una estrema derelizione a cui la donna
viene condannata dalla sua stessa potenza. Dunque che il Padre si dia.
31
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figlio, la parola del Padre. Telemaco, per mare mentre cerca notizie di
Ulisse, o sulla riva, vuole una garanzia maschile come tipico di un
ordine patriarcale e di un governo mondano vuole che il ritorno del
padre lo garantisca nel suo percorso di emancipazione dalla madre, per
altro, se leggiamo le parole sprezzanti che le rivolge, gi ampiamente
avviato. Non vuole essere lo scudo interposto alla violenza dei Proci, in
ostaggio per la conservazione del regno. Ma, azzardiamo unipotesi
provocatoria: se sulla riva lo avesse autorizzato ad andare proprio la
madre, dicendogli, guarda altrove, guarda oltre, lasciaMI andare!, che
verso prenderebbe linterpretazione del testo omerico? Come Giocasta,
vittima inconsapevole di un gioco fatale fra Edipo e Laio, anche Penelope
viene schiacciata, pi che nella evidenza letterale del racconto omerico,
dallinterpretazione degli epigoni (e di Recalcati), ad una sorta di
negativo, di non- detto, una anomia sulla quale prende rilievo il rapporto
Padre-figlio.
La lezione di Eva Cantarella, il suo inquadramento storico-culturale del
racconto, sembrano andare in un altro senso. Penelope obbedisce alla
prescrizione imposta ad una moglie, la fedelt, accetta le ingiunzioni del
figlio adolescente che gi interpreta luomo che sar! a starsene nelle
sue stanze,82tesse e ritesse la tela per ingannare i Proci, ascolta gli
ammonimenti del padre che vuole riprenda marito, eppure, dice
Cantarella, tutto molto ambiguo. Atena non a caso la dea nata dalla
testa del padre - consiglia a Telemaco di non fidarsi della madre, non
tanto per una questione legata al rischio di infedelt, ma perch ogni
donna vuole favorire la casa di colui che la sposa, e dei figli di prima e
del caro marito morto non si ricorda pi, n li cerca.83 Ancora, il ritorno
del padre per Telemaco la garanzia del nome, della casata, visto che
nessuno da solo pu sapere il suo seme 84 Lipotesi, suggerisce Cantarella,
che Penelope vorrebbe proprio esser lasciata andare. Come ogni donna
dellantichit, e non solo, inchiodata al suo ruolo di matrice-nutrice
coltiva un desiderio, alimenta un sogno, magari ancora una ripetizione, un
altro matrimonio, altri figli, perch questo lunico movimento che le
pare possibile. Ma avverte il laccio, rappresentato non solo dal marito, a
dato dal complesso di una condizione in cui, allonnipotenza di quel breve
tempo in cui le appartenuto totalmente il figlio delluomo, corrisponde
82 E. Cantarella, Lambiguo malanno. Condizione e imma,gine della donna nellantichit greca e romana,
Feltrinelli, Milano, 2010, p. 47
83 Ivi p 49 ; Odissea, Garzanti, Milano, 1981, L. 15,19-26
84 Ivi p 51; Odissea, cit., L. 1,215,216
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limpotenza del tempo in cui le stato tolto. Posizione sospesa fra due
desideri dove il secondo lo scioglimento del vincolo - anche,
oscuramente, unopportunit di essere finalmente padrona del suo destino,
di darsi unaltra vita.
Un accento, che sembra rimandare al rischio di una scelta definitiva e
libera da parte di Penelope, si coglie pure nella preoccupata domanda di
Ulisse alla madre morta. Nella postura quasi femminile della preghiera,
Ulisse vorrebbe sapere cosa succede a Itaca, il tono dimesso, la voce
di un uomo che ipotizza che la donna possa aver smesso di aver cura della
casa e dei beni e se ne sente dolente e colpevole, come di cosa meritata:
Dimmi di lei, di mia moglie, di come la pensa, se ancora accanto al
figlio e tiene tutto sotto chiave, o lha sposata un altro personaggio, in
patria.85.
Proviamo a leggere la figura di Penelope attraverso la Molly Bloom di
James Joyce, madre in competizione con la figlia, madre dolorosa e
incestuosa, moglie infedele per spregio e per stanchezza. Una MollyPenelope che nel monologo finale del romanzo se la ride del marito e di
tutti i maschi, e di un padre che non c. Una Molly-Penelope che, pur
ridicolizzando il marito e tradendolo, gli rimane legata attraverso un patto
di cui vorrebbe essere una firmataria pi consapevole. Una donna che non
si perita di desiderare giovani maschi, che ragiona fra s e s di un
desiderio che va oltre i singoli uomini, e che, come nella lezione
lacaniana, dentro e fuori la legge. Nel fluire sconnesso, fratto, dei
pensieri della donna c il claudicare di Joyce che, nel gioco delle
proiezioni con il suo personaggio, pu ben dire, lasciando a lato la sua
manhood, Molly Bloom cest moi!.86
Nel significato del viaggio, di anni, o di un solo giorno, di UlisseLeopold Bloom, non ci sono solo la curiosit e laudacia, ma lattardarsi
per il mondo di un adolescente-narciso, che dilaziona lassunzione di
responsabilit che quella stessa legge, sotto cui vive, gli ha destinato.
Certo, ci dice Omero, Ulisse era restio a partire e solo il ricatto di
Palamede lo convince a far vela verso Troia. Anche Bloom bighellona con
la segreta certezza che sta solo dilazionando il ritorno alla sua Itaca, che
desidera e teme. Allora, se lasciamo filtrare sulla vicenda epica lo sguardo
di Joyce, vediamo anche noi un uomo pi fragile, meno adatto al ruolo di
85 Odissea( trad. di Ezio Savino) L. 11, 152-179, in a cura di A.G. Maioli Loperfido, Io sempre a te
ritorno, poesie per la madre, Crocetti, Milano, 2001, p.74
86 J.-M. Rabat Una lingua straniata. Gli stili del modernismo, in a cura di F Moretti Il romanzo vol I
Einaudi Torino, 2001 p 756
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35
36
www.spi-
firenze.it
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39
questo era il pensiero rispondente allespressione, e che lespressione non rispondeva invece al
mio pensiero.99
che aliena tutti i suoi partecipanti, che si infiltra nel tessuto familiare,
senza che possa mai trovare posto laltro o il diverso.103
La ricerca di unidentit non fantasmatica, chiusa nel vortice delle
identificazioni, starebbe nel passaggio ad un nuovo livello di
rappresentazione simbolica, capace di sovvertire le serie differenziali
della struttura famigliare. La critica di Fraire al femminismo italiano
mirata alla ripetitivit della relazione fra i posti assegnati nelle strutture
famigliari: al posto del padre viene messa unaltra donna, la Madre
autorevole e capace di affido. Cambiano le serie ma non la struttura,
cambia il posto relativo ma non quello assoluto.104 Qual loggetto che
circola fra le serie, Padre/madre; Madre/figlio, Padre/figlio? Il potere, il
potere di dire Io, lIo identificato e identificante, come misura di ogni
altro io della serie. La Fraire non a caso interessata alla riconsiderazione dei rapporti di fratria, orizzontali, proprio a partire dalle
alleanze e dalle lotte per la conquista del territorio, oltre il Padre, per il
Padre.
105 cfr. J.-J. Lecercle, La violence du language, Paris, Presse Universitaires de France, 1996
106 Ivi, p. 47. Lo statuto di ciascuna parola sar lo stesso che la parola lalangue essa stessa.
43
Il significante gioca e vince, se cos possiamo dire, prima che il soggetto ne sia avvertito, a
tal punto che nel gioco del Witz, il motto di spirito, ad esempio, esso sorprende il soggetto. Col
suo flash ci che illumina la divisione del soggetto107.
Cos Sylvia Plath descrive nei suoi diari la profonda frustrazione che le
deriva dalladesione emotiva e culturale a unidentit di genere che non
ha scelto.
Depressione, deperimento della capacit di amare. Impossibilit a dirlo,
mancata simbolizzazione, passaggio allatto perverso o addirittura
mortale. Ingiunzione di morte per s, per il figlio. E i figli lottano a furia
di segni, spesso soccombono, alcuni stilisticamente, altri in senso proprio
e, ripetiamo, spesso cos le loro madri. Scrive Jacques-Alain Miller a
proposito di Joyce: Joyce ci mostra che il trauma quello dellincidenza
110 S. Plath, Diari, Adelphi, Milano, 2007, pp. 50,51
45
Lingua materna ?
La nostra ipotesi ripetiamo quella che vede un rapporto strettissimo
fra prime cure, messa al mondo linguistica da parte della madre e quel che
111 J.A. Miller, Lacan con Joyce. Seminario di Barcellona II, in La Psicoanalisi n 23, Astrolabio, Roma, p
44
1.
2.
3.
4.
48
come il motrialisme della lettera, del significante sia autonomo, funzioni su se stesso, e sia
portatore di un godimento assolutamente singolare che esso stesso rende possibile; quello
stesso godimento che la parola poetica produce agendo sulla discontinuit del significante con
il significato facendo cos emergere lo statuto materico della lettera. Lalingua tutto questo.
Essa ci dice che la produzione del soggetto passa attraverso il linguaggio che impregna il
bambino nella relazione materna. Per questo Lacan non ha timore di affermare che lalingua
la lingua materna, lingua fuori della gerarchia dettata dalla struttura del linguaggio, fuori
dalla necessit della comunicazione, fuori dalla presa del simbolico.120
50
51
Non solo per, diremo noi, un rincorrersi di metafore ma, come ebbero
a dire sia Freud che Jackobson, anche catene metonimiche, in cui si
annodano per vicinanza le cose, i corpi, i loro frammenti. Materiali che
non trovano pace nei segni della Lingua, annotano sempre un altrove, un
riferimento non cercato, un groviglio non sciolto.
Per Silvia Plath, il grumo che viene a galla in ogni discorso con la
madre costituito dal divieto di parlare del dolore, il divieto di nominare
la sofferenza. Interdetti materni dettati dalla necessit di tutelare i
meccanismi di difesa della madre, ci dice Alice Miller 136. Le lettere di cui
era stata destinataria la madre Aurelia erano lesempio di una Sylvia
eccessiva, morbosa. Lansia di scrittura della figlia era interpretata come
una costruzione sintomatica, il segno esterno di un malessere
naturalizzato, un tratto del carattere. Ma per la Plath, quel che ruota
intorno ad una perdita senza elaborazione - il lutto per la morte del padre
si collega alla catena di atti del disamore materno. La comprensione
133 E. Sartori, Tra bosco cit pp. 86,87
134 S. Plath, Diari, cit., p. 324
135 D.T. Max Ogni storia cit., p.266
136 A. Miller, La persecuzione del bambino. Le radici della violenza, Bollati Boringhieri, Torino, 2003,
p. 228
53
modo scorretto vuol dire che ti sta negando lossigeno. La cosa veramente raggelante, per,
che adesso ogni tanto mi riscopro a fare lo stesso gioco con i miei studenti, (completo di finta
pertosse.) Sono quasi certo che Harper lo taglier, ma vorrei aggiungere che avevamo
anche una divertente, ma a pensarci ora raggelante canzoncina di famiglia che la mamma e noi
piccoli snobini cantavamo nei lunghi viaggi in macchina, mentre pap alzava gli occhi al cielo
e guidava in silenzio138
57
Nella mia vita di umiliato e offeso la narrazione mi apparsa, talvolta, lo strumento che mi
avrebbe consentito di ristabilire la mia verit, il mio modo di vedere, cio: lo strumento della
rivendicazione contro gli oltraggi del destino e de suoi umani proietti: lo strumento, in
assoluto, del riscatto e della vendetta. Sicch il mio narrare palesa, molte volte, il tono risentito
di chi dice rattenendo lira, lo sdegno.146
testo vocale prima ancora che orale in senso proprio. Per dirla con Lacan,
si tratta di sapere che cosa, in un discorso, si produce per effetto dello
scritto.149 Lacan prosegue evidenziando il ruolo del significante come quel
che veramente si intende. Anche noi sottolineiamo come si detto negli scrittori che abbiamo scelto per questo percorso di riflessione, la
centratura del loro lavoro sul significante.
La lingua acquista per il poeta una duplice valenza: da un lato la lingua come codice,
come luogo del rimosso, del sapere e della storia, luogo delletica, griglia che articola la realt,
ma dallaltra parte la lingua come il luogo stesso della mancanza-a-essere del soggetto, il
luogo di una presenza strutturalmente perduta, di un mancamento radicale e incurabile, un
mancamento che si aggira in modo radiale su tutto il campo del vissuto.150
155 D. Foster Wallace Federer, il mutante e il segreto del tennis perfetto, in La Repubblica, 3 settembre 2006
156 D. Foster Wallace, Il tennis come esperienza religiosa, Einaudi, Torino, 2012 p.75
157 Cfr L.Hjelmslev,I fondamenti della teoria del linguaggio, Einaudi, Torino,1968
158 S. Plath, Opere, Mondadori, Milano, 2002, p. 151
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Un automatismo qualcosa che ha a che fare con unabilit, un saperfare, saper-dire inconsapevole, che ogni volta emerge come un gesto
consueto, ma la lingua di chi scrive non ha di quel gesto o quel detto la
sicurezza, resta come spogliato dallingenuit di ci che , appunto,
automatico.
Nel saggio su Proust, Barthes suggerisce in incipit che Alla ricerca del
tempo perduto la storia di una scrittura, un libro che annuncia se stesso,
per scriverlo lo scrittore si aliena dal mondo reale e si immerge in quello
del flusso narrativo, del suo tempo. Continua Barthes:
La storia che viene raccontata dal narratore ha dunque tutti i caratteri drammatici di una
iniziazione; si tratta di una vera e propria mistagogia, articolata in tre momenti dialettici: il
desiderio (il mistagogo postula una rivelazione), linsuccesso (egli si accolla i pericoli, la notte,
il nulla), lassunzione (proprio quando il fallimento sembra essere completo, egli ottiene la
vittoria).164
Essa rappresenta la mano maschile sulla donna, sul suo corpo, come
nella compravendita degli schiavi, ma, in una torsione paradossale,
anche fonte di emancipazione, e la questione allora diventa non tanto
saper scrivere, ma chi scrive chi. Dunque, la scrittura connessa al potere,
il potere di chi titolare del Discorso.
Cos, non sappiamo se, parlando di stile della scrittura, ha veramente
ragione la Fusini quando afferma che non saprebbe criticamente
individuare una caratteristica che accumuni la scrittura femminile. Ci
chiediamo come sia possibile che qualcosa non segni, non vada a
marchiare il testo delle donne, dopo un passaggio cos stretto fra la
lalangue e la Lingua.
166 Ivi, p. 502
167 A. Portelli, Figlie e padri, scrittura e assenza in Beloved di Toni Morrison, in Rivista internazionale di
studi nord-americani Acoma, http://www.acoma.it/volumi/vol05_ea95.htm, pp.74,82
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Ma forse, lo stile lo crea il lettore come vero enunciatore del testo, ecco
il punto. Dice Stiegler che nellatto, nelle pratiche di lettura, lazione
avviene attraverso tre momenti. Nel primo, delle ritenzioni primarie,
siamo ricettivi a quello che leggiamo come presunta testualit oggettiva;
nel secondo, delle ritenzioni secondarie, la nostra adesione al testo
dipende dallemersione della trama dei nostri ricordi, impressioni,
opinioni, saperi personali; infine, nel terzo atto, mettiamo al lavoro il
testo, lo ri-leggiamo, lo interroghiamo, siamo speculatori, dunque,
soggetti che enunciano ci che stanno leggendo. La complessit sistemica
dei tre atti rende ragione della presunzione di oggettivit di qualunque
lettura che, se speculativa, fa di chi legge un protagonista e un inventore a
sua volta. 168
Quandero pi giovane dichiar Foster Wallace in unintervista al
Boston Phoenix - vedevo il mio rapporto con il lettore come una relazione
sessuale. Ma adesso sembra pi una conversazione a notte fonda fra
buoni amici, quando si smette di cazzeggiare e ci si toglie la maschera.169
L'opera d'arte, allora, come trasformazione di un godimento nell'uso di questo stesso
godimento, che perderebbe la sua sostanza di ripetizione nel momento in cui l'artista si lancia
nella contemplazione e nell'accettazione del mistero e del vuoto e va, con l'operazione artistica,
170
a incidere tale godimento, a farne il marchio della sua opera, nonch il proprio nome .
La
scrittura, tra le espressioni artistiche, forse lo strumento per eccellenza attraverso cui tentare
di dire quel punto intimo e inafferrabile dell'essere che al cuore della Cosa, quel punto che
confina con la morte. 171
partner lamore pu realizzare solo quello che con una qualche poesia, per farmi
Il ragionamento di
Lacan approda al problema della scrittura, e compare la formula : il
175
rapporto sessuale cessa di non scriversi.
intendere, ho chiamato il coraggio di fronte a questo destino fatale..
173 Ivi
174 J. Butler, E. Laclau, S. iek, Dialoghi sulla sinistra. Contingenza,egemonia, universalit. Laterza,
Bari-Roma, 2010, p. 260
Chi scrive vuole, deve volere, loriginalit, nella sua estenuante ricerca.
E come sfuggire alletimo del lemma originalit, proprio rispetto
allorigine? Lo strenuo tentativo di chi scrive , paradossalmente, di non
cadere nella ripetizione, quella che porta a tornare ai medesimi oggetti (o
allOggetto per eccellenza), anche quando ormai irrappresentabili.
Laccesso ad una origine della lingua, oppure verso il nucleo di quello che
176 C. Menghi, Sylvia Plath, cit.
177 S. Plath ,Diari .. cit p 35
178 Ivi, p. 203
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