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IL CAVALIER SERPENTE

Perfidie di Stefano Torossi


9 marzo 2015
THE ELEPHANTS CEMETERY JAZZ BAND
In realt il nome vero della formazione che il 26
febbraio ha suonato alla Sala Casella della Filarmonica
Romana New Roman Jazz Orchestra. Ma noi ci siamo
permessi la leggera modifica che vedete in alto, e qui di
seguito si capisce il perch.
La serata del secolo (anzi, dei secoli) era organizzata
da Adriano Mazzoletti e Mario Cantini.
Ecco la formazione, in ordine di et:
I Seniores: Ivan Vandor, sax: anni 83; Mario Cantini,
pianoforte: anni 82; Gianni Sanjust, clarinetto: anni 81.
Gli Juniores: Guido Pistocchi, tromba: anni 78; Giorgio
Rosciglione, contrabbasso: anni 76. Di Michele Pavese,
trombone e di Lucio Turco, batteria, non abbiamo i dati
anagrafici, ma siamo assolutamente certi che non sono
minorenni.
Pubblico di fascia alta (di et, naturalmente).
Nella foto vediamo i fiati in pausa (laltra met sta
lavorando, ve lo garantiamo). Certo, un riposino ogni
tantoA parte gli scherzi, la band ha suonato appassionatamente, con qualche scivolata nella tenuta
dellinsieme, soprattutto nel finale dei Marching Saints, che chiudeva anche il concerto. Questo
succede a un gruppo che, pur composto di eccellenti solisti, non prova abbastanza. Avranno di
meglio da fare.
Ma, come diceva (ci pare) Rubinstein, suonare la nota sbagliata poco importante, mentre
suonare senza passione imperdonabile. La passione cera. Quindi, tutto bene; ci siamo molto
divertiti, anche nella cena dopo concerto, nella quale si abbondantemente scherzato su malattie,
coccoloni e, inevitabilmente, imminenti funerali.
Richiami
Venerd 6 marzo. Sole scintillante e vento gelido a cento chilometri
lora. Impavidi ci siamo spinti di buon passo fino al Museo Canonica di
Villa Borghese per linaugurazione della mostra Richiami (il significato
del titolo ci sfugge), opere degli allievi dellAccademia di Belle Arti. Lavori
decisamente brutti presentati da studentesse invece graziosissime.
Con questo chiudiamo largomento.
Ma lo riapriamo subito per parlare della Fortezzuola, cos chiamato il
casale, probabilmente del 600, poi rifatto secondo la moda dell800 nelle forme di un finto castello
medievale. Allepoca era conosciuto come il Gallinaro e serviva per lallevamento di struzzi e
pavoni destinati alle partite di caccia dei principi Borghese.
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Finch lo scultore Pietro Canonica, verso il 1930, chiese e ottenne di andarci a vivere donando
in cambio, alla sua morte, le proprie opere allo stato perch in quella casa ci facesse un museo. Non
si sa chi dei due abbia fatto laffare, probabilmente lo scultore perch il posto davvero speciale.
Una villa in mezzo ai prati, con un giardino di agrumi circondato da un muro
merlato: insomma proprio un piccolo castello in citt.
Il museo permanente conserva i suoi marmi, bronzi e gessi, in uno stile
retorico ma anche patetico e intimista. Molti, quelli retorici naturalmente,
realizzati su commissione degli Zar di Russia; altri, per commemorazioni in
giro per il mondo: Queen Victoria a Buckingham Palace, Ataturk in Turchia,
Simon Bolivar in Colombia, perfino Don Bosco in Vaticano.
Insomma, un insieme di cose davvero non memorabili, anche se ricche
di una notevole abilit tecnica, e di sicuro aderenti al gusto dellepoca.
Comunque, decisamente gradevole la mattinata, bello il posto (e le
studentesse) e gli alberi del giardino pieni di splendide arance mature.
Irresistibile
BRAHMS E SCHUMANN PAPPANO CARBONARE.
Abbiamo trovato e poi sintetizzato questo miracoloso titolo a pag. 8 del programma di marzo
del Parco della Musica di Roma. Quando il destino ti offre un simile bocconcino su un vassoio
dargento, sarebbe un vero sacrilegio rifiutarlo.
Calma, sappiamo anche noi che non si tratta di un invito a unirsi ai due famosi musicisti per
una degustazione di piatti tipici romaneschi, bens
dellannuncio di un concerto, il venti marzo alla Sala
Sinopoli.
Musiche di Brahms e Schumann, orchestra diretta
da Antonio Pappno (ricordarsi di spostare laccento)
con la partecipazione del noto clarinettista Alessandro
Carbonare.
Troppo
facile?
Forse.
Comunque
ci
autoassolviamo perch siamo sicuri che nessun altro al
mondo avrebbe resistito alla tentazione.
-----------------------------------------Larchivio del Cavalier Serpente, o meglio la covata di tutte le sue uova avvelenate, sta al caldo
nel suo blog. Per andare a visitarlo basta un click su questo link: http://blog.libero.it/torossi

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