Oggi parliamo di alcuni degli sperperi milionari di AMIA.
In particolare focalizziamo l’attenzione su alcune situazioni “inspiegabili” per le quali qualsiasi consiglio di amministrazione di un’azienda privata sarebbe stato immediatamente licenziato, mentre in AMIA ha sempre ottenuto premi per i “ragguardevoli” risultati raggiunti nella gestione dell’azienda. Come è noto da notizie sugli organi di stampa, l’AMIA negli ultimi 10 anni ha realizzato diversi impianti per il trattamento dei rifiuti, anche perchè previsti dalla normativa europea e nazionale (diciamo che non poteva fare altrimenti). Molti di questi impianti non sono mai entrati in funzione, nonostante siano stati spesi milioni di euro per realizzarli ed alcuni siano pronti già da diversi anni. Il loro funzionamento consentirebbe ad AMIA di ricavare almeno 15 milioni di euro ogni anno, mentre attualmente questi soldi vengono spesi per affidare a ditte esterne gli stessi servizi. Analizziamo alcuni di questi impianti, facendo anche alcuni semplici conti con i dati ufficiali forniti dalla stessa AMIA: - Il centro di selezione e valorizzazione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata dell’Amia, situato in via Partanna Mondello 54, capace di accogliere e lavorare ogni anno 14.520 tonnellate di plastiche e metalli e 29.903 tonnellate di carta, ancora mai utilizzato, è stato realizzato con una spesa di circa 2 milioni di euro. Il funzionamento di questo impianto consentirebbe ad AMIA di ricavare circa 200 euro a tonnellata per la plastica e 20-50 euro per carta e cartone, per un totale di circa 4.000.000 di euro l’anno!!! In pratica l’impianto si ripaga da solo e consente un notevole guadagno per AMIA e Comune di Palermo, che invece attualmente paga per il ritiro dei rifiuti raccolti in maniera differenziata. - L’impianto di depurazione del percolato e riuso del refluo trattato per scopi irrigui, con una capcaità di trattamento di circa 40.000 mc annui, pronto già da un anno e costato meno di 2 milioni di euro. Attualmente la discarica di Bellolampo produce circa 86.000 mc di percolato ogni anno, che smaltisce inviandolo a depuratori di reflui cittadini come quello dell’AMAP o in Calabria, spendendo circa 80 euro a mc per il traporto con autobotti e lo smaltimento, per un totale annuo di circa 7.000.000 di euro. Ne potrebbe risprmiare almeno la metà se utilizzasse l’impianto già presente a Bellolampo. - L’impianto di trattamento degli sfabbricidi ed inerti per la produzione di stabilizzato utilizzabile per il ricoprimento dei rifiuti in discarica, realizzato da oltre un lustro e pagato in lire, consentirebbe di risparmiare sull’acquisto di materiali inerti da ditte terze, una delle quali, la Francofonti, già indagata per mafia. Il risparmio annuo, che si tramuterebbe in ricavi, è dell’ordine del milione di euro. - La stazione di trasferenza di Bellolampo, fiore all’occhiello della IV vasca realizzata nel 2004 e mai utilizzata, insieme a 2 escavatori frontali Caterpillar e tre camion dumper. La teoria prevede che i camion provenienti dalla città percorrano una strada asfaltata (esistente e mai utilizzata) per arrivare alla stazione di trasferenza, una grande vasca dove scaricano i rifiuti e dove opereranno i due escavatori frontali aventi una benna da 17 mc che caricheranno i tre dumper con cassone da 60 mc che poi vanno a depositarlo nella discarica adiacente. In questo modo i camion della città non si sporcano e non si danneggiano percorrendo la palude di rifiuti scoperti e percolato. Il risparmio in termini di manutenzione dei mezzi è dell’ordine dei 2-3 milioni di euro l’anno, senza contare i benefici igienico sanitari. Tutti questi impianti esistono già da anni, potrebbero funzionare già domani, per quale oscuro motivo non vengono attivati? Forse perchè a qualcuno conviene che questi servizi vengano svolti da altre Ditte, magari in odore di mafia? Articolo ripubblicato in quanto cancellato dalla rete