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nostre terre, stato caratterizzato dalle colture estensive, dai pascoli, dai
boschi, dalle vigne e dalla coltura dellulivo, a cui hanno fatto da contorno
colture minori, come ortaggi, alberi da frutto, spesso secolari, dalle piante da
frutto selvatiche, cio nate spontaneamente nei boschi, nelle siepi vive e nei
terreni incolti.
Spesso, per, queste piante, soprattutto pruni di diversa qualit, peri, meli,
davano e danno, laddove non sono state sradicate, frutti deliziosi.
Debbo precisare che, per il frazionamento esagerato dei terreni, agricoltura
sannita stata, direi cos per nobilitarla, a circuito chiuso, nel senso che i
contadini la coltivavano e continuano a coltivare, anche se ora dispongono di
migliori spazi e di mezzi meccanici, tutto il necessario per la propria famiglia.
Per lo meno nelle terre della valle del Tammaco non mai stata praticata la
monocoltura. Ogni agricoltore ha cercato di produrre quanto bastava per la
propria famiglia e i propri animali, non sempre riuscendovi per mancanza di
terreni bastevoli. Il grano, per esempio, era necessarissimo per la farina e per il
pane; lavena per gli animali da mischiare con altri farinacei macinati; le fave
ancor pi per i maiali e per i vitelli a cui venivano date bagnate; il granturco
soprattutto per i polli ma anche per i maiali e per il pane di granturco, un
tempo considerato povero per i poveri. Lorzo, ugualmente per i maiali,
soprattutto per miscelarlo con lavena e con le fave ma anche per gli animali
da cortile; le uve per il vino, prodotte in modesta quantit, servivano come
provviste di casa, stessa cosa dicasi per gli ulivi, di solito pochi nei terreni, o
addirittura pochissimi. Soltanto qualcuno produceva pi olio di quanto gliene
bastasse ma usato sempre con grande parsimonia. Questi pochi riuscivano a
venderne una parte. Le patate, considerate una riserva alimentare per tutto
linverno, venivano prodotte in quantit congrue, poich servivano anche per
lalimentazione dei maiali, cotte e mischiate al pastone.
Accanto alle colture minori come ceci, lenticchie, fagioli e cicerchie si
producevano anche le verdure che erano ad uso della famiglia. Tra gli animali
domestici presenti in zona, vi erano le pecore, poche per famiglia, usate per la
lana, per il formaggio e per gli agnelli, che venivano quasi sempre venduti; le
capre, usate per il latte e per i capretti, anchessi regolarmente venduti; gli
animali da tiro per il lavoro della terra e per il trasporto dei materiali. Per il
trasporto a schiena, nelle zone montagnose, venivano usati i muli, quasi mai gli
asini, considerati meno forti, e mai i cavalli, che servivano come macchine per
la locomozione degli uomini e come animali da tiro. In tutte le fattorie, grandi o
piccole che fossero, vi erano gli animali da cortile, galline, anatre, polli, oche,
tacchini, colombi che le rifornivano di carne e uova. Anche questi animali erano
destinati ai mercati, per lo meno in parte. I tacchini venivano venduti tutti, le
uova idem, perch nei periodi buoni le galline ne producevano abbastanza. I
conigli, in genere servivano a chi li allevava. I cani ed i gatti non soltanto non
venivano venduti, ma addirittura regalati perch nessuno li avrebbe comprati.
Le famiglie povere vendevano tutto quello che potevano per ricavarne un po di
denaro, salvo i cani e i gatti. Le entrate erano modestissime, le spese non
mancavano. Tasse e gabelle di zona dovevano essere pagate. La vita, certo, era
molto meno dispendiosa di oggi, i contadini e gli altri lavoratori non godevano
di nessuna assistenza socio-sanitaria, e, quindi, erano anche impossibilitati a
curarsi. In caso di infortunio sul lavoro avevano diritto, teoricamente, a un
sussidio ma questo no veniva mai dato.
Chi lavorava come dipendente, soprattutto come operaio o muratore, lo faceva
senza usufruire di nessuna assistenza, perch i datori di lavoro non erano
obbligati ad assicurare. Le cose cominciarono a cambiare allepoca delle
Coldiretti, quando fu istituita la Cassa Mutua dei Coltivatori Diretti e lassistenza
mutualistica. Immediatamente, si configur come unoperazione politica, nel
senso che gli uffici furono subito occupati dagli amici dei politici e cos avemmo
tra gli impiegati uomini scartati dalla scuola, che non avevano nessuna altra
competenza. Altri che non avevano mai esercitato un lavoro fisso e che non
avevano nessuna professione. Altri ancora furono presi da coltivatori autonomi
che, in tal modo, abbandonarono il lavoro delle terre e passarono al ceto
impiegatizio, dove, magari, lavoravano anche peggio di come avevano fatto
fino ad allora, ma si assicurarono uno stipendio a vita e la possibilit di
occupare anche i loro figli. La cosa che fa ridere, perch contraddittoria, che
la coltivatori diretti, per difendere la categoria, ne distraeva alcuni dal lavoro
dei campi e li trasformava, ipso facto, impiegati, seguendo lo stesso filo logico
interpretato
eccellentemente
dal
grande
attore
Alberto
Sordi.
di un proprio reddito.
Vennero fuori nuovi fatti di colore, che gli sfottitori sfruttarono a lungo.
Innanzitutto, si costitu il comitato delle firme, formato da alcune persone che
aspettavano i pensionati che non sapevano firmare, per firmare al loro posto
per 50 lire. Guardate come sa giostrare il nostro cervello, pur di guadagnare
qualche lira, fottendola al destinatario Si raccontava poi, di persone che si
alzavano prestissimo il giorno del pagamento delle pensioni e si mettevano in
cammino, prima che cominciasse ad albeggiare, per raggiungere allufficio
postale prima degli altri. Se poi qualcuno faceva loro notare che era inutile quel
sacrificio, perch lufficio non avrebbe aperto prima delle nove, questi
mattinieri rispondevano che, comunque , dovevano arrivare per primi per
fronteggiare ogni evenienza. Cera pure qualche persona che accendeva la luce
alle candele 5-6 volte la notte spiando il momento della partenza. N mancava
chi, per fare dispetto ai familiari, che lo tenevano a stecchetto, se ne andava in
qualche cantina, naturalmente dopo avere riscosso la pensione, per scolarsi un
fiasco di vino. La cosa pi sorprendente era che le pensioni, per quanto
modeste, avevano dato alla testa un po a tutti sicch gli agricoltori e le donne
esteso ad
tutto
aumentato
enormemente,
per effetto
della
svalutazione
giro di tre o quattro mesi deve essere un grande dolore. Secca fu la replica del
mio amico: tanto pi che in cos poco tempo ha perduto due pensioni.
Secondo atto: una signora anziana, che io conoscevo da sempre, un giorno
ebbe modo di parlare con me, disse tutto il male possibile della nuora, che, a
suo modo di dire, si rifiutava di assistere lei e il marito, malati, nonostante che
le fosse pure parente. Io non le credetti, soprattutto perch conoscevo il figlio e
la nuore come due brava persone. Poi raccontai la cosa a dei vicini di casa che
sapevano gi tutto e mi sentii rispondere: Fa bene la nuora, se non li aiuta,
perch i suoceri prendono due pensioni si intende agricole e a lei non danno
neppure una lira. Ti pare giusto? Almeno una delle due gliela debbono dare, se
vogliamo essere assistiti.
Terzo episodio. In casa di amici, a me legarti da molti anni, notai la presenza di
una signora amica, che non faceva parte della famiglia. Era anziana, un po
malnutrita, che camminava con fatica, tenendosi per la scala. La signora
giovane, che si prendeva cura di lei, mi disse che si trattava di una zia rimasta
sola, che lei aveva preso con s. Pensai tra me: Che brava persona questa
moglie del mio parente, che bella e generosa al tempo stesso. La signora,
per, non mi diede il tempo di complimentarmi con lei, ma mi anticip dicendo:
io lassisto, non mi prendo la pensione. Sarebbe stato un peccato perderla e
farla finire in mano a gente estranea.
Mille altri episodi potrei raccontare, ma il discorso andrebbe troppo per le
lunghe e rischierebbe di annoiare.
I CONTRIBUTI
Negli stessi anni furono erogati contributi ai coltivatori diretti per la
ristrutturazione, il rifacimento e il riadattamento di case abitative, per
lescavazioni di pozzi o cisterne e non ricordo per quale altra cosa. Ricordo
benissimo, invece che quei modesti contributi, misero in moto una macchina
potente: le braccia degli agricoltori, che si diedero subito un gran da fare per
migliorare la propria condizione di vita. Nessuno, nelle nostre zone, cio in una
importante fetta del Beneventano, volle perdere quelloccasione. Era la prima
volta che lo Stato si proponeva di aiutare concretamente i coltivatori diretti. La
condizione che chi presentava domanda e progetto doveva possedere era una
certa quantit di terreno. Chi non ne possedeva chiamava a firmare proprietari
che non intendevano avvalersi di quellincentivo o che possedevano terreni in
esubero. Sicch tutti poterono migliorare la propria condizione abitativa e
guadagnare un po di denaro. Ci fu chi finse di fare ma non fece o fece
pochissimo. I collaudi furono pi o meno regolari, le ruote furono lubrificate e il
denaro fu riscosso. Chi seppe adoperarsi pi efficacemente, come sempre
succede, ottenne di pi, anche la camorra, soprattutto quella burocratica, fece
la sua parte ed ebbe i suoi guadagni.
Contributi, poi, egli anni successivi ce ne sono stati a bizzeffe, a pioggia, per
aiutare i coltivatori ad avviare o incrementare le colture abituali, olivi, pioppeti,
ciliegeti, nocelleti, vigneti, colture esotiche, kiwi, frutteti, colture di ortaggi e
quantaltro. Contributi sono stati erogati per mezzo secolo per lacquisto di
mezzi meccanici nuovi, per impiantare stalle, impianti di irrigazione a gocce e
per apportare migliorie nella terra, nonch per incrementare lallevamento
degli ovini, dei caprini e del pollame.
Vi stato chi ha tratto reale vantaggio da questi sussidi, ma vi stato anche
chi ha abusato del gioco. E opportuno, anche, notare che la Comunit Europea
ha elargito contributi per integrare il prezzo del grano duro e dellolio di oliva.
Le leggi non si fanno per favorire i ladri, i disonesti e gli speculatori, ma venire
incontro a chi lavora e produce. Chi ha denunciato il falso, per truffare lo stato,
soltanto un ladro. A noi della provincia di Benevento non stato possibile
denunciare neppure una pianta di olivo di pi, oppure un appezzamento di
terreno coltivato a grano duro mentre era coltivato a grano tenero. Tra i
prodotti lattiero-caseari, sostanziosi e saporiti, c certamente la gioncata.
Non sappiamo in quante altre regioni sia ancora presente; di certo a Morcone si
continua a fare e a servire a tavola la gioncata come alimento genuino, proprio
della terra e nutriente. Si chiama gioncata perch la rete in cui il latte cagliato
viene chiuso e stretto formata da giunchi cuciti insieme. Del resto anche le
fiscelle per il formaggio, per la ricotta e per il cacio ricotta erano fatte
di
gioncata si prepara con il latte cagliato stretto nelle mani e, in certa misura,
modellato secondo la forma che si vuol dare. Poich la modellatura fatta con
le mani, la gioncata prende la forma del vuoto che si crea allinterno delle mani.
Fatta questa operazione di spremitura, il latte si chiude nella fascia di giunchi e
si fa stare per uno o due giorni. Dopodich si mangia tranquillamente, per la
delizia del palato. Dal latte trattato artigianalmente, ma anche con laggiunta di
elementi estranei, si ricavano altri quaranta prodotti, ma nessuno ha il sapore
genuino della gioncata, della ricotta o del formaggio, fresco o stagionato, fatto
con latte integrale o siero di prima mano.
Dai tempi remoti, il latte stato usato per alimentare la gente. La civilt
agricolo-pastorale abbondava di pecore e di armenti, dai quali poteva ricavare
formaggio, ricotta, cacio ricotta ed altro. I pastori si davano un gran da fare per
raggiungere la citt, affermata ma avara, per vendere i loro prodotti lattierocaseari, ma anche gli agnelli e per comprare regali per le loro fidanzate che
erano, spesso, fameliche e spendevano allegramente il denaro che i loro
fidanzati pecorari guadagnavano con fatica e sacrifici. In quel mondo libero da
vincoli di natura morale, le fidanzate dei pastori, spesso, in assenza dei loro
amanti, si consolavano con altri.
LALIMENTAZIONE
Ordinariamente si mangiavano maccheroni fatti a mano, maccheroni e fagioli,
patate e fagioli, fagioli soltanto, pasta e ceci, cicerchie, lenticchie, pasta e
lenticchie,
verdure,
cavoli,
cavolfiori,
verze,
dette
nerotti;
pomodori
Anche io, nonostante fossi dedito agli studi, spesso davo una mano a fere
serte, che venivano collaudate da uomini esperti. Quando questi signori si
rendevano conto che le mie serte erano state ben strette e bene intrecciate, si
congratulavano con me, perch, nonostante, fossi uno studente, non avevo
abbandonato il mestiere dei miei genitori. Una sera, un amico di famiglia mi
disse le mai mano ricordava quella di mio padre, forte e pulita e quella del mio
nono materno, che, anche lui, se la cavava molto bene.
Il ballo che seguiva allo spannocchiamento era arricchito da un grammofono,
pi spesso dallorganetto o dalla fisarmonica, se cera qualcuno che lo sapeva
suonare. Durava un paio di ore, poi ognuno tornava a casa propria. Non di rado
chi abitava lontano, durante il ritorno, faceva qualche dispetto, una guapperia
o qualche scherzo di cattivo gusto. Terminata la raccolta del granturco,
bisognava attendere parecchio prima che si tornasse ballare, bisognava
attendere un bel po di tempo, fino al periodo dellammazzamento dei maiali,
solitamente dopo il Santo Natale. Qualcuno lo ammazzava prima di Natale o
addirittura nei mesi di novembre, o addirittura di ottobre, ma la generalit delle
famiglie
attendeva
il
capodanno
o lepifania
prima
di
iniziare
il
rito
amici per compiere queste operazioni, che altri non sapevano fare cos bene, o
non volevano fare. Chi spezzava il maiale doveva dividere i prosciutti, le spalle,
le ventresche, il lardo, la carne per capicolli, per salsicce e per la soppressata,
lorecchione ed il guanciale, tagliare al punto giusto i piedi e le orecchie. La
carne scelta per le salsicce e le soppressate, veniva spezzettata a punta di
coltello, condita con sale, con finocchietto o pepe, e poi insaccata. Le budella
del maiale venivano, in genere, ben lavate da due donne, perch dovevano
servire per le salsicce e per altro. Il sangue del maiale veniva raccolto in un
recipiente pulito, conservato e lavorato. Questa lunga e complessa operazione,
vedeva impegnate molte persone. Le varie parti del maiale, tranne la carne , gli
insaccati, il sangue, venivano messi in salamoia per un po di giorni e poi
appese per lessiccazione in luoghi areati e freschi, naturalmente ben chiusi. Il
tutti ben diviso, doveva bastare alle famiglie per un anno intero. Nulla veniva
allepoca,
buttato
del
maiale
allammazzamento cera un
Prima
di
procedere
regolarmente
gabella. Le
al
rischio
di
essere
contravvenzionati.
Per
concludere,
dare
pi
tempo
al
maialino
di
crescere.
Lalimentazione
era
di
Per chi non conosce il linguaggio tecnico dir che la classe affidata ad un solo
insegnante comprendeva alunni di prima elementare, di seconda e di terza. Per
poter andare oltre bisognava spostarsi in una scuola di paese o prepararsi
privatamente. I ragazzi che frequentavano le scuole di campagna, o di
montagna, non soltanto dovevano fare abbastanza cammino per strade
disagevoli e fangose ma, dopo la scuola, dovevano aiutare in casa, portare al
pascolo le pecore, dare da mangiare alle galline, raccogliere le uova, governare
gli animali da mangiatoia, e are altri servii utili in casa e fuori casa.
I pi grandicelli lavoravano anche nei campi. Insomma, i ragazzi dovevano
guadagnarsi il pane da piccoli. Sicch anche i pi intelligenti, oltre a non aver
nessun aiuto in casa, non avevano il tempo necessario per leggere e per fare i
compiti. Fu sicuramente un progresso istituire la scuola elementare nelle
frazioni abbastanza popolate e poi anche le scuole serali per adulti.
Chi, frequentando le scuole di pi antica istituzione, sorte in posizioni meno
decentrate, aveva potuto frequentare con esito positivo anche la quarta
elementare, pot conseguire la licenza di quinta, frequentando le scuole serali.
I ragazzi erano, generalmente, servizievoli e venivano incontro alle persone
adulte, specialmente se anziane, sostituendosi a loro per il disbrigo delle
faccende compatibili con la loro et. E evidente che avevano tempo anche per
gli svaghi e per i giochi e, come sempre accade, sognavano di organizzare la
propria vita a loro mododa grandi. Sicuramente la persona adulta guadagna in
libert ma deve fare fronte a impegni di maggiore responsabilit.
Gli anni della spensieratezza passano veloci e veloci passavano anche allora. I
giochi semplici, il pi delle volte, si svolgevano in gruppo ed erano molteplici.
Le contrade maggiori, in cui i territori comunali si dividevano, avevano una
cappella, spesso privata, officiata soltanto la domenica e nelle maggiori
solennit come il Santo Natale, la Pasqua di Resurrezione, lAssunta e le feste
patronali. La festa patronale di contrada si svolgeva una volta lanno ed era
molto sentita.
Il denaro necessario per sostenere le spese era, generalmente, offerto dai
fedeli e spesso dagli emigranti delle lontane Americhe.