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Il genere di agricoltura che si praticato per decenni, e forse per secoli, nelle

nostre terre, stato caratterizzato dalle colture estensive, dai pascoli, dai
boschi, dalle vigne e dalla coltura dellulivo, a cui hanno fatto da contorno
colture minori, come ortaggi, alberi da frutto, spesso secolari, dalle piante da
frutto selvatiche, cio nate spontaneamente nei boschi, nelle siepi vive e nei
terreni incolti.
Spesso, per, queste piante, soprattutto pruni di diversa qualit, peri, meli,
davano e danno, laddove non sono state sradicate, frutti deliziosi.
Debbo precisare che, per il frazionamento esagerato dei terreni, agricoltura
sannita stata, direi cos per nobilitarla, a circuito chiuso, nel senso che i
contadini la coltivavano e continuano a coltivare, anche se ora dispongono di
migliori spazi e di mezzi meccanici, tutto il necessario per la propria famiglia.
Per lo meno nelle terre della valle del Tammaco non mai stata praticata la
monocoltura. Ogni agricoltore ha cercato di produrre quanto bastava per la
propria famiglia e i propri animali, non sempre riuscendovi per mancanza di
terreni bastevoli. Il grano, per esempio, era necessarissimo per la farina e per il
pane; lavena per gli animali da mischiare con altri farinacei macinati; le fave
ancor pi per i maiali e per i vitelli a cui venivano date bagnate; il granturco
soprattutto per i polli ma anche per i maiali e per il pane di granturco, un
tempo considerato povero per i poveri. Lorzo, ugualmente per i maiali,
soprattutto per miscelarlo con lavena e con le fave ma anche per gli animali
da cortile; le uve per il vino, prodotte in modesta quantit, servivano come
provviste di casa, stessa cosa dicasi per gli ulivi, di solito pochi nei terreni, o
addirittura pochissimi. Soltanto qualcuno produceva pi olio di quanto gliene
bastasse ma usato sempre con grande parsimonia. Questi pochi riuscivano a
venderne una parte. Le patate, considerate una riserva alimentare per tutto
linverno, venivano prodotte in quantit congrue, poich servivano anche per
lalimentazione dei maiali, cotte e mischiate al pastone.
Accanto alle colture minori come ceci, lenticchie, fagioli e cicerchie si
producevano anche le verdure che erano ad uso della famiglia. Tra gli animali
domestici presenti in zona, vi erano le pecore, poche per famiglia, usate per la
lana, per il formaggio e per gli agnelli, che venivano quasi sempre venduti; le

capre, usate per il latte e per i capretti, anchessi regolarmente venduti; gli
animali da tiro per il lavoro della terra e per il trasporto dei materiali. Per il
trasporto a schiena, nelle zone montagnose, venivano usati i muli, quasi mai gli
asini, considerati meno forti, e mai i cavalli, che servivano come macchine per
la locomozione degli uomini e come animali da tiro. In tutte le fattorie, grandi o
piccole che fossero, vi erano gli animali da cortile, galline, anatre, polli, oche,
tacchini, colombi che le rifornivano di carne e uova. Anche questi animali erano
destinati ai mercati, per lo meno in parte. I tacchini venivano venduti tutti, le
uova idem, perch nei periodi buoni le galline ne producevano abbastanza. I
conigli, in genere servivano a chi li allevava. I cani ed i gatti non soltanto non
venivano venduti, ma addirittura regalati perch nessuno li avrebbe comprati.
Le famiglie povere vendevano tutto quello che potevano per ricavarne un po di
denaro, salvo i cani e i gatti. Le entrate erano modestissime, le spese non
mancavano. Tasse e gabelle di zona dovevano essere pagate. La vita, certo, era
molto meno dispendiosa di oggi, i contadini e gli altri lavoratori non godevano
di nessuna assistenza socio-sanitaria, e, quindi, erano anche impossibilitati a
curarsi. In caso di infortunio sul lavoro avevano diritto, teoricamente, a un
sussidio ma questo no veniva mai dato.
Chi lavorava come dipendente, soprattutto come operaio o muratore, lo faceva
senza usufruire di nessuna assistenza, perch i datori di lavoro non erano
obbligati ad assicurare. Le cose cominciarono a cambiare allepoca delle
Coldiretti, quando fu istituita la Cassa Mutua dei Coltivatori Diretti e lassistenza
mutualistica. Immediatamente, si configur come unoperazione politica, nel
senso che gli uffici furono subito occupati dagli amici dei politici e cos avemmo
tra gli impiegati uomini scartati dalla scuola, che non avevano nessuna altra
competenza. Altri che non avevano mai esercitato un lavoro fisso e che non
avevano nessuna professione. Altri ancora furono presi da coltivatori autonomi
che, in tal modo, abbandonarono il lavoro delle terre e passarono al ceto
impiegatizio, dove, magari, lavoravano anche peggio di come avevano fatto
fino ad allora, ma si assicurarono uno stipendio a vita e la possibilit di
occupare anche i loro figli. La cosa che fa ridere, perch contraddittoria, che
la coltivatori diretti, per difendere la categoria, ne distraeva alcuni dal lavoro
dei campi e li trasformava, ipso facto, impiegati, seguendo lo stesso filo logico

dei cacciatori, che hanno distrutto la selvaggina ma continuano a proclamarsi


amici e veri difensori delle campagne, delle terre dellecologia. Pi sfacciati di
cos! Tornando allistituzione delle casse mutue e dei servizi di assistenza
mutualistica, di cui sopra, aggiungo che fu una grande occasione per medici
senza clienti e senza competenze. Difatti, chi non sapeva fare il medico fu
assunto come direttore sanitario e chi aveva appena cominciato a frequentare
un corso di specializzazione in neurologia, per fare un esempio, fu assunto
come specialista. Fu allora che venne fuori lespressione medico della mutua,
ruolo

interpretato

eccellentemente

dal

grande

attore

Alberto

Sordi.

Popolarmente, per, si diffuse unaltra parola che designava la mutua: fu


chiamata MOPA. Nel dialetto morconese, la parola mopa significa muta e la
cassa mutua infatti non parlava e non denunciava nessuno dei tanti che,
secondo la gente, dovevano essere denunciati. Furono, per, anche gli anni in
cui furono elargite le prime modeste pensioni ai coltivatori diretti. Modeste,
modestissime, ma per alcuni furono un affare. Cinquemila lire al mese, quasi
niente, ma poich non avevano potuto disporre, in proprio, vivendo in famiglia,
neppure di una lira, cinquemila erano tante e facevano ringalluzzire la gente,
che cominciava a sentirsi importante disponendo

di un proprio reddito.

Vennero fuori nuovi fatti di colore, che gli sfottitori sfruttarono a lungo.
Innanzitutto, si costitu il comitato delle firme, formato da alcune persone che
aspettavano i pensionati che non sapevano firmare, per firmare al loro posto
per 50 lire. Guardate come sa giostrare il nostro cervello, pur di guadagnare
qualche lira, fottendola al destinatario Si raccontava poi, di persone che si
alzavano prestissimo il giorno del pagamento delle pensioni e si mettevano in
cammino, prima che cominciasse ad albeggiare, per raggiungere allufficio
postale prima degli altri. Se poi qualcuno faceva loro notare che era inutile quel
sacrificio, perch lufficio non avrebbe aperto prima delle nove, questi
mattinieri rispondevano che, comunque , dovevano arrivare per primi per
fronteggiare ogni evenienza. Cera pure qualche persona che accendeva la luce
alle candele 5-6 volte la notte spiando il momento della partenza. N mancava
chi, per fare dispetto ai familiari, che lo tenevano a stecchetto, se ne andava in
qualche cantina, naturalmente dopo avere riscosso la pensione, per scolarsi un
fiasco di vino. La cosa pi sorprendente era che le pensioni, per quanto
modeste, avevano dato alla testa un po a tutti sicch gli agricoltori e le donne

agricole si dividevano in pensionati e non pensionati. Perfino i quindicenni si


chiedevano come fare per raggiungere presto let pensionabile anzi per
percepire la pensione subito.
In sede di dibattito politico, le opposizioni parlavano di pensioni da fame
mentre i partiti politici battevano sul fatto che, per la prima volta era stato
riconosciuto un assegno pensionistico ad una categoria di lavoratori tanto
benemerita. Alcuni non ritenevano giusto che lassegno di pensione attribuito a
chi possedeva soltanto un ettaro di terreno fosse pari a chi ne possedeva dieci
o venti ettari. Negli anni successivi, il beneficio delle pensioni fu

esteso ad

altre categorie sociali, che regolarmente non avevano erogato nessun


contribuito INPS. Bastava dimostrare che uno era artigiano anche se non lo era
mai stato per accedere al beneficio. Altro fenomeno degno di rilievo fu il
massiccio incremento del numero di braccianti agricoli. Sorsero anche aziende
senza terra, magari impiantate in citt, come in questi ultimi anni successo a
Castellammare di Stabia, ma con un numero impressionante di dipendenti. Nel
corso degli anni le cose sono cambiate nel senso che stato regolato il
versamento dei contributi INS e le pensioni sono state aumentate, come del
resto

tutto

aumentato

enormemente,

per effetto

della

svalutazione

strisciante del denaro.


Ultimamente limporto delle pensioni agricole, artigiane e sociali nelle citt non
sufficiente neppure per pagare il canone di affitto delle case pur modeste che
possano essere, ma nella realt continuano ad essere un affare. Gli uomini
della terra, infatti, non dovendo far fronte a tante spese, possono capitalizzare
gli introiti delle pensioni. Se c una categoria sociale, che ha fatto fruttare il
denaro, investendolo e reinvestendolo, questa stata la categoria dei
lavoratori che hanno fruttare i pochi proventi percepiti mensilmente. A margine
del sistema pensionistico sono accaduti fatti piacevoli e comici al tempo stesso.
Avendo io saputo, per fare un esempio, che era morta la madre di una mia ex
compagna di scuola, che pochi mesi prima aveva perso anche il padre, decisi
una sera di andare a farle una visita di condoglianze. Un amico si offr di
accompagnarmi. Lungo la strada mi chiese perch tenessi tanto a fare la visita
alla signora, orfana dei genitori, ed io risposi che perdere padre e madre nel

giro di tre o quattro mesi deve essere un grande dolore. Secca fu la replica del
mio amico: tanto pi che in cos poco tempo ha perduto due pensioni.
Secondo atto: una signora anziana, che io conoscevo da sempre, un giorno
ebbe modo di parlare con me, disse tutto il male possibile della nuora, che, a
suo modo di dire, si rifiutava di assistere lei e il marito, malati, nonostante che
le fosse pure parente. Io non le credetti, soprattutto perch conoscevo il figlio e
la nuore come due brava persone. Poi raccontai la cosa a dei vicini di casa che
sapevano gi tutto e mi sentii rispondere: Fa bene la nuora, se non li aiuta,
perch i suoceri prendono due pensioni si intende agricole e a lei non danno
neppure una lira. Ti pare giusto? Almeno una delle due gliela debbono dare, se
vogliamo essere assistiti.
Terzo episodio. In casa di amici, a me legarti da molti anni, notai la presenza di
una signora amica, che non faceva parte della famiglia. Era anziana, un po
malnutrita, che camminava con fatica, tenendosi per la scala. La signora
giovane, che si prendeva cura di lei, mi disse che si trattava di una zia rimasta
sola, che lei aveva preso con s. Pensai tra me: Che brava persona questa
moglie del mio parente, che bella e generosa al tempo stesso. La signora,
per, non mi diede il tempo di complimentarmi con lei, ma mi anticip dicendo:
io lassisto, non mi prendo la pensione. Sarebbe stato un peccato perderla e
farla finire in mano a gente estranea.
Mille altri episodi potrei raccontare, ma il discorso andrebbe troppo per le
lunghe e rischierebbe di annoiare.
I CONTRIBUTI
Negli stessi anni furono erogati contributi ai coltivatori diretti per la
ristrutturazione, il rifacimento e il riadattamento di case abitative, per
lescavazioni di pozzi o cisterne e non ricordo per quale altra cosa. Ricordo
benissimo, invece che quei modesti contributi, misero in moto una macchina
potente: le braccia degli agricoltori, che si diedero subito un gran da fare per
migliorare la propria condizione di vita. Nessuno, nelle nostre zone, cio in una
importante fetta del Beneventano, volle perdere quelloccasione. Era la prima
volta che lo Stato si proponeva di aiutare concretamente i coltivatori diretti. La

condizione che chi presentava domanda e progetto doveva possedere era una
certa quantit di terreno. Chi non ne possedeva chiamava a firmare proprietari
che non intendevano avvalersi di quellincentivo o che possedevano terreni in
esubero. Sicch tutti poterono migliorare la propria condizione abitativa e
guadagnare un po di denaro. Ci fu chi finse di fare ma non fece o fece
pochissimo. I collaudi furono pi o meno regolari, le ruote furono lubrificate e il
denaro fu riscosso. Chi seppe adoperarsi pi efficacemente, come sempre
succede, ottenne di pi, anche la camorra, soprattutto quella burocratica, fece
la sua parte ed ebbe i suoi guadagni.
Contributi, poi, egli anni successivi ce ne sono stati a bizzeffe, a pioggia, per
aiutare i coltivatori ad avviare o incrementare le colture abituali, olivi, pioppeti,
ciliegeti, nocelleti, vigneti, colture esotiche, kiwi, frutteti, colture di ortaggi e
quantaltro. Contributi sono stati erogati per mezzo secolo per lacquisto di
mezzi meccanici nuovi, per impiantare stalle, impianti di irrigazione a gocce e
per apportare migliorie nella terra, nonch per incrementare lallevamento
degli ovini, dei caprini e del pollame.
Vi stato chi ha tratto reale vantaggio da questi sussidi, ma vi stato anche
chi ha abusato del gioco. E opportuno, anche, notare che la Comunit Europea
ha elargito contributi per integrare il prezzo del grano duro e dellolio di oliva.
Le leggi non si fanno per favorire i ladri, i disonesti e gli speculatori, ma venire
incontro a chi lavora e produce. Chi ha denunciato il falso, per truffare lo stato,
soltanto un ladro. A noi della provincia di Benevento non stato possibile
denunciare neppure una pianta di olivo di pi, oppure un appezzamento di
terreno coltivato a grano duro mentre era coltivato a grano tenero. Tra i
prodotti lattiero-caseari, sostanziosi e saporiti, c certamente la gioncata.
Non sappiamo in quante altre regioni sia ancora presente; di certo a Morcone si
continua a fare e a servire a tavola la gioncata come alimento genuino, proprio
della terra e nutriente. Si chiama gioncata perch la rete in cui il latte cagliato
viene chiuso e stretto formata da giunchi cuciti insieme. Del resto anche le
fiscelle per il formaggio, per la ricotta e per il cacio ricotta erano fatte

di

giunco. Il giunco, infatti, una pianta flessibile che si pu facilmente lavorare.


Sia la fiscella che la rete predisposti per la gioncata consentono sia la
fuoriuscita del siero sia la manipolazione della parte che contengono. La

gioncata si prepara con il latte cagliato stretto nelle mani e, in certa misura,
modellato secondo la forma che si vuol dare. Poich la modellatura fatta con
le mani, la gioncata prende la forma del vuoto che si crea allinterno delle mani.
Fatta questa operazione di spremitura, il latte si chiude nella fascia di giunchi e
si fa stare per uno o due giorni. Dopodich si mangia tranquillamente, per la
delizia del palato. Dal latte trattato artigianalmente, ma anche con laggiunta di
elementi estranei, si ricavano altri quaranta prodotti, ma nessuno ha il sapore
genuino della gioncata, della ricotta o del formaggio, fresco o stagionato, fatto
con latte integrale o siero di prima mano.
Dai tempi remoti, il latte stato usato per alimentare la gente. La civilt
agricolo-pastorale abbondava di pecore e di armenti, dai quali poteva ricavare
formaggio, ricotta, cacio ricotta ed altro. I pastori si davano un gran da fare per
raggiungere la citt, affermata ma avara, per vendere i loro prodotti lattierocaseari, ma anche gli agnelli e per comprare regali per le loro fidanzate che
erano, spesso, fameliche e spendevano allegramente il denaro che i loro
fidanzati pecorari guadagnavano con fatica e sacrifici. In quel mondo libero da
vincoli di natura morale, le fidanzate dei pastori, spesso, in assenza dei loro
amanti, si consolavano con altri.

LALIMENTAZIONE
Ordinariamente si mangiavano maccheroni fatti a mano, maccheroni e fagioli,
patate e fagioli, fagioli soltanto, pasta e ceci, cicerchie, lenticchie, pasta e
lenticchie,

verdure,

cavoli,

cavolfiori,

verze,

dette

nerotti;

pomodori

allinsalata, soprattutto la sera, patate e fagioli, patate cucinate in molti modi,


qualche volta carciofi, nei periodi giusti, cicorie selvatiche, insalata di cardilli,
frittata di uova e di formaggio, bietole, cardi, quelli che lesperienza aveva
insegnato che non facevano male.
I decotti per i malati venivano fatti con la gramigna o con le malve.
Per curare i foruncoli si usavano le foglie dei lapazzi. Le ortiche tenere venivano
cotte per i tacchini piccolini. Come secondo piatto, quando cera, si usava il
maiale: salsiccia, cotica, guanciale, lardo, costatella, molto magra. Molto usato

era anche il formaggio, soprattutto nelle famiglie in cui se ne produceva


abbastanza. La ricotta era solitamente riservata ai piccoli e agli anziani. Le
uova di gallina venivano mangiate cotte nel sugo dei maccheroni. Una
specialit era luovo a scioscello, battuto con un po di formaggio e poi
gettato in una pentola in cui bolliva. Le uova di oca venivano tutte usate per la
frittate, appunto perch erano grandi.
Il latte di solito si dava ai malati e le uova a zabaione ai piccoli.
Anche le zucche erano molto usate destate, sia fritte che a zuppa. I peperoni
venivano mangiati fritti da soli o con le patate o cipolle. Quando erano induriti
venivano cotti imbottiti con uova, formaggio e molliche di pane.
Per linverno venivano conservati sotto aceto. Sotto aceto si conservavano
anche delle pere destinate a durare per linverno. Luva era frutta per il vino ma
un po veniva conservata, la migliore, per linverno. Il vino veniva prodotto per
la famiglia, i frutti erano mangiati dagli uomini e dai maiali. Le ghiande
costituivano un ottimo pasto per i maiali. Le olive servivano per fare lolio ma
quelle da tavola, spurgate in acqua, addolcite e condite, venivano mangiate a
tavola, a pranzo e a cena, per prolungare i pasti, ma potevano essere usate
anche come companatico fuori dai pasti. Cos le noci, per chi le aveva, e le
nocelle. I ceci abbrustoliti venivano usati per il trattenimento serale e per
qualche bicchiere di vino in pi.
Un granturco speciale con i chicchi a zeppa veniva usato per fare le rose, cio i
popcorn.
Le spighe di granturco venivano abbrustolite accanto alla brace e mangiate ed
erano ottime. Quando erano un po pi durette venivano cotte in acqua e
mangiate. Dio solito si cuocevano in grosse caldaie, nel periodo dello
spannocchiamento e si offrivano a quanti avevano lavorato a sfogliale, ad
insertarle, cio a farne corone, e a quanti si recavano in casa per partecipare al
ballo con cui si concludeva la festa.
Gli insertatori dovevano avere la mano ferma e il polso forte, altrimenti le serte
che dovevano essere appese ad una pertica, se non strette bene si
spezzavano.

Anche io, nonostante fossi dedito agli studi, spesso davo una mano a fere
serte, che venivano collaudate da uomini esperti. Quando questi signori si
rendevano conto che le mie serte erano state ben strette e bene intrecciate, si
congratulavano con me, perch, nonostante, fossi uno studente, non avevo
abbandonato il mestiere dei miei genitori. Una sera, un amico di famiglia mi
disse le mai mano ricordava quella di mio padre, forte e pulita e quella del mio
nono materno, che, anche lui, se la cavava molto bene.
Il ballo che seguiva allo spannocchiamento era arricchito da un grammofono,
pi spesso dallorganetto o dalla fisarmonica, se cera qualcuno che lo sapeva
suonare. Durava un paio di ore, poi ognuno tornava a casa propria. Non di rado
chi abitava lontano, durante il ritorno, faceva qualche dispetto, una guapperia
o qualche scherzo di cattivo gusto. Terminata la raccolta del granturco,
bisognava attendere parecchio prima che si tornasse ballare, bisognava
attendere un bel po di tempo, fino al periodo dellammazzamento dei maiali,
solitamente dopo il Santo Natale. Qualcuno lo ammazzava prima di Natale o
addirittura nei mesi di novembre, o addirittura di ottobre, ma la generalit delle
famiglie

attendeva

il

capodanno

o lepifania

prima

di

iniziare

il

rito

dellammazzamento del maiale. Ho detto rito perch lammazzamento del


maiale era un fatto importante. Noi governiamo lui dicevano i contadini e lui
governa noi. Il giorno dellammazzamento del maiale era un giorno di festa, si
invitavano gli amici pi stretti, sia perch cera bisogno di aiuto sia perch cos
volevano le usanze. Tutta loperazione doveva essere fatta in un giorno. Prima
di ammazzarlo occorreva preparare molta acqua bollente per poterlo pulire e
spelare. Fatta la pulizia, il maiale veniva appeso ad una trave o a un gancio
robusto e squartato. Una volta tolte le interiora, veniva pesato. Alcuni lo
decapitavano prima d pesarlo, altri lo pesavano intero. Dopodich lo si lasciava
appeso per una giornata, se la temperatura era fredda, se cera neve si
gelava, altrimenti un poco in pi. Raffreddandosi, si irrigidiva, cos diventava
abbastanza facile spezzettarlo. Operazione delicata che richiedeva unabilit
nel tagliare e conoscenza dellanatomia del maiale. In genere questo lavoro,
diciamo cos, da macellaio, veniva svolto da chi lo aveva sgozzato. Cerano
alcune persone, abili e collaudate nel fare questo lavoro. Senza di loro non si
poteva procedere. Una di queste persone era mio padre, che era atteso dagli

amici per compiere queste operazioni, che altri non sapevano fare cos bene, o
non volevano fare. Chi spezzava il maiale doveva dividere i prosciutti, le spalle,
le ventresche, il lardo, la carne per capicolli, per salsicce e per la soppressata,
lorecchione ed il guanciale, tagliare al punto giusto i piedi e le orecchie. La
carne scelta per le salsicce e le soppressate, veniva spezzettata a punta di
coltello, condita con sale, con finocchietto o pepe, e poi insaccata. Le budella
del maiale venivano, in genere, ben lavate da due donne, perch dovevano
servire per le salsicce e per altro. Il sangue del maiale veniva raccolto in un
recipiente pulito, conservato e lavorato. Questa lunga e complessa operazione,
vedeva impegnate molte persone. Le varie parti del maiale, tranne la carne , gli
insaccati, il sangue, venivano messi in salamoia per un po di giorni e poi
appese per lessiccazione in luoghi areati e freschi, naturalmente ben chiusi. Il
tutti ben diviso, doveva bastare alle famiglie per un anno intero. Nulla veniva
allepoca,

buttato

del

maiale

allammazzamento cera un

Prima

di

procedere

balzello da pagare, la cosiddetta

regolarmente
gabella. Le

persone ligie alla legge si mettevano premurosamente in regola. Altri


procedevano senza fare alcun versamento, per dir cos, in nero, ma si
esponevamo

al

rischio

di

essere

contravvenzionati.

Per

concludere,

lammazzamento del maiale era un punto di riferimento essenziale nella


scansione dellanno sociale e unoccasione piacevole di festa. Si chiamava,
infatti, la festa del maiale. Trattandosi di una festa si concludeva regolarmente
con balli e giochi di societ. Sistemato un maiale, si provvedeva a comperarne
subito un altro per lanno successivo. Alcune famiglie provvedevano in anticipo
per

dare

pi

tempo

al

maialino

di

crescere.

Lalimentazione

era

di

mantenimento, ma un paio di mesi prima dellammazzamento i maiali venivano


messi allingrasso, cio alimentati con pastoni fatti di farina di granturco, di
farro e di orzo, e con molte ghiande.
LEDUCAZIONE DEI FIGLI
Era basata, innanzitutto, sul rispetto dei genitori, dei nonni, degli anziani in
genere, che venivano chiamati avi. La scuola veniva frequentata con
sacrificio, perch era abbastanza lontana quasi per tutti. Le scuole di contrada,
quando furono istituite, avevano di solito una sola classe, che era pluriclasse.

Per chi non conosce il linguaggio tecnico dir che la classe affidata ad un solo
insegnante comprendeva alunni di prima elementare, di seconda e di terza. Per
poter andare oltre bisognava spostarsi in una scuola di paese o prepararsi
privatamente. I ragazzi che frequentavano le scuole di campagna, o di
montagna, non soltanto dovevano fare abbastanza cammino per strade
disagevoli e fangose ma, dopo la scuola, dovevano aiutare in casa, portare al
pascolo le pecore, dare da mangiare alle galline, raccogliere le uova, governare
gli animali da mangiatoia, e are altri servii utili in casa e fuori casa.
I pi grandicelli lavoravano anche nei campi. Insomma, i ragazzi dovevano
guadagnarsi il pane da piccoli. Sicch anche i pi intelligenti, oltre a non aver
nessun aiuto in casa, non avevano il tempo necessario per leggere e per fare i
compiti. Fu sicuramente un progresso istituire la scuola elementare nelle
frazioni abbastanza popolate e poi anche le scuole serali per adulti.
Chi, frequentando le scuole di pi antica istituzione, sorte in posizioni meno
decentrate, aveva potuto frequentare con esito positivo anche la quarta
elementare, pot conseguire la licenza di quinta, frequentando le scuole serali.
I ragazzi erano, generalmente, servizievoli e venivano incontro alle persone
adulte, specialmente se anziane, sostituendosi a loro per il disbrigo delle
faccende compatibili con la loro et. E evidente che avevano tempo anche per
gli svaghi e per i giochi e, come sempre accade, sognavano di organizzare la
propria vita a loro mododa grandi. Sicuramente la persona adulta guadagna in
libert ma deve fare fronte a impegni di maggiore responsabilit.
Gli anni della spensieratezza passano veloci e veloci passavano anche allora. I
giochi semplici, il pi delle volte, si svolgevano in gruppo ed erano molteplici.
Le contrade maggiori, in cui i territori comunali si dividevano, avevano una
cappella, spesso privata, officiata soltanto la domenica e nelle maggiori
solennit come il Santo Natale, la Pasqua di Resurrezione, lAssunta e le feste
patronali. La festa patronale di contrada si svolgeva una volta lanno ed era
molto sentita.
Il denaro necessario per sostenere le spese era, generalmente, offerto dai
fedeli e spesso dagli emigranti delle lontane Americhe.

Alle feste che si celebravano nel paese capoluogo partecipavano e partecipano


tutti coloro che ne avevano o ne hanno voglia sentendola come propria. Le
festa era anche un momento di socializzazione e di rimescolamento dei ceti
sociali. Torno ai giovani e alla loro funzione sociale in seno alla famiglia.
I minorenni avevano soltanto il compito di ubbidire. Il loro punto di vista non
veniva preso in considerazione perch privi di esperienza. Via via che
diventavano giovani partecipavano pi attivamente alla vita comune e
sentivano una maggiore responsabilit.
I giovani sposati acquisivano il diritto di confrontarsi con i propri genitori sulle
decisioni da prendere o sulle cose da fare. Partecipavano, insomma, al governo
della casa ed allamministrazione del patrimonio comune, poich sentivano la
famiglia come un tuttuno, che poteva progredire o regredire. Progrediva,
generalmente, quando tutti andavano daccordo; regrediva quando la discordia
si insinuava tra i suoi membri.
Molto diffuso era il sentimento dellonore, contrastato, ovviamente, da quello
del disonore. Un marito tradito dalla moglie veniva bollato a fuoco. Rimaneva
per sempre un cornuto. La gente non dimenticava, anzi inventava o per lo
meno non si preoccupava di controllare la fondatezza delle dicerie che
correvano su di una presunta adultera ed un presunto Don Giovanni. Nei
confronti delluomo che tradiva, anzi che si presumeva che tradisse la moglie,
si era molto pi blandi e comprensivi perch si era convinti di due cose: che
luomo fosse istintivamente cacciatore e che nessuna conseguenza su di lui
avrebbe avuto un rapporto extraconiugale o, comunque con una donna che
non fosse sua moglie. Era, invece, avere in casa o in famiglia una donna
fedifraga. Si studiava insieme come punirla, in modo da lavare il disonore. A me
capitato di sentire che qualche giovane donna, sospettata di aver tradito, era
stata calata con il sedere nellacqua per raffreddarne i bollenti ardori. Dir ora
della altre cose simpatiche che mi sono state raccontate: un signore, litigando
con una vicina di casa, le disse sei una disonorata e la signora rispose
prontamente A te chi ha dato tanto onore? Forse le tue sorelle?. Delle sorelle,
infatti, si diceva, specialmente di due, che fossero particolarmente viziose. Un
signore, avendo saputo che la figlia aveva giocato pesante con il fidanzato, al

punto di restare incinta, cadde in depressione, fece un grande chiasso e


minacci la figlia e la famiglia che non avrebbe partecipato neppure al
matrimonio.
Poi, a poco a poco, si and calmando ed alla fine partecip anche al
matrimonio, seguendo in corteo la figlia vestita di bianco.
Un altro signore si era accorto che lunica figlia non stava bene ma non si
sapeva di che soffrisse; i medici le davano medicine di routine, quelle che
davano a tutti, ma non capivano la malattia. Finalmente padre e madre
decisero di farla visitare da un medico di grande nome. Questi la visit
semplicemente, ma anche lui si disorient. Poi le venne unidea e chiese al
padre se la figlia fosse fidanzata. A questo punto il padre cap tutto., pag la
visita e fece subito dietro front; cio si rimise in cammino per tornare a casa,
insieme con la figlia e con lasino.

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