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Sanna S Proteste mondiali

Proteste mondiali
di Stefano Sanna

Ci siamo lasciati alle spalle i mondiali di calcio in Brasile, di sicuro la vittoria della Germania.
Eppure c un aspetto di questi mondiali che non va chiuso nel cassetto, ma analizzato. Riguarda
le proteste dei brasiliani sulle quali ci aggiornavano i media contro le spese pubbliche finalizzate
allorganizzazione del mondiale.
La popolazione protestava per due motivi, uno di natura economica e laltro di natura politica:
le persone chiedevano di destinare il denaro pubblico utilizzato per realizzare 12 stadi e le
infrastrutture di collegamento, ai problemi pi importanti e urgenti quali la sanit, la scuola, i
servizi. Il governo del Brasile ha stimato la spesa complessiva intorno a 33 miliardi di real (15,1
miliardi di dollari) di cui l85% proveniente da fondi pubblici (governo federale, governo locale e
citt).
Il costo annuale per la manutenzione degli stadi stimato nel 10% del prezzo di costruzione. Ad
alimentare le proteste, laumento del costo di trasporto dei mezzi pubblici da 3 a 3,2 real.
stato semplice collegare laumento del biglietto alle spese sostenute per il mondiale, spese che
come spesso avviene, crescevano in continuazione rispetto al previsto. Altra benzina sul fuoco
stata gettata dalle stime del raddoppio della spesa dello Stato per includere ulteriori conti quali
il miglioramento della rete elettrica (per evitare black out durante le due settimane dei
Mondiali). Lo Stato brasiliano ha investito infatti 2,7 miliardi di dollari nel sistema elettrico
nazionale.
Se si crede nella superstizione del debito pubblico, si casca nellerrato presupposto che lo
Stato pu finire i soldi e i pochi soldi che ha deve scegliere bene come spenderli. Con un
ragionamento di questo tipo chiaro che le proteste risultano giustificate e naturali. Se poi in
pi si crede anche che le tasse finanziano la spesa pubblica, allora ovvio considerare
inaccettabile laumento del biglietto dei mezzi di trasporto. La propaganda liberista alimenta
queste convinzioni con il solo obiettivo di diminuire la spesa pubblica e quindi la presenza e la
forza dello Stato. Far credere che la spesa dello Stato un costo e non un investimento
funzionale al mantenimento delle superstizioni, ma nella realt quando il governo brasiliano
potenzia la rete elettrica sta creando nuova ricchezza reale per la sua popolazione. E in pi i
soldi che ha speso lo Stato non sono stati tolti a nessuno!
Mantenere le persone sotto inganno funzionale a quelle think tank che analizzano la spesa
dello Stato come se fosse linvestimento di un privato. Se la stampa fosse indipendente e un po
pi competente spiegherebbe la verit: come si costruiscono gli stadi si possono costruire anche
gli ospedali e le scuole. Con la stessa moneta e con la stessa spesa a deficit. Invece i giornali
condannano la spesa sprecona e improduttiva dello Stato ed elogiano la sola spesa che d
profitto, soprattutto quando gestita da privati. E cos considerato giusto e sensato che le
opere costruite dallo Stato come gli stadi, debbano essere affidate a gruppi privati, che poi ne
cureranno la gestione facendo pagare ai cittadini brasiliani i costi. Opere e servizi costruiti dallo
Stato ceduti a privati perch ne abbiano una rendita. Agli occhi del pensiero liberista la spesa
pubblica dello Stato si trasforma da improduttiva a produttiva quando a usufruire della ricchezza
reale creata sono le aziende private.
Per quanto la povert in brasile sia un aspetto ancora presente, negli ultimi 10 anni il tasso di
disoccupazione si ridotto, cos da creare una spinta economica virtuosa sostenuta dalla
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domanda aggregata dei nuovi redditi. Il tasso di disoccupazione in Brasile uno dei pi bassi al
mondo.

I redditi sono mediamente cresciuti, cio i brasiliani stanno meglio

con un tasso di inflazione che leggermente cresciuto negli ultimi anni, ma governato (ma come
la curva di Phillips non vale nel Brasile? sicuramente la colpa dei brasiliani)

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Il Brasile sta quindi economicamente molto meglio di prima. E se il calcio forse


prima rappresentava una valvola di sfogo per un paese povero, ora una passione tra le altre
perch le persone possono alzarsi per andare a lavorare e non mendicare un salario.

I dati sulla tassazione sul reddito e sugli acquisti evidenziano come il Brasile opera senza
distruggere i risparmi dei cittadini, ma al netto delle tasse in grado di lasciare il margine per
creare ricchezza al netto. Infatti abbiamo una tassazione sul reddito del 27.5%, mentre la
tassazione sui consumi (lIva) del 19%.
Il Brasile rappresenta dunque una conferma che la spesa a deficit dello Stato genera un
crescente benessere per quanto ancora non equamente distribuito.
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Infine, per gli amanti del ricco perch esporta materie prime, ricordiamo che vero che il
Brasile ha materie prime ma da 4 anni diventato un paese che importa pi di quanto esporti.

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