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Diogene Laerzio

origine, ritengono almeno che egli sia prevalentemente


vissuto ad Alessandria.
La collocazione della sua oritura, normalmente posta tra
la ne del II secolo e la prima met del III, viene dedotta dalla sua conoscenza di Sesto Empirico, vissuto nella
seconda met del II secolo d.C., e la citazione del losofo Potamone di Alessandria come vissuto, dice Diogene,
" " (poco tempo fa), operante nei primi anni
del III secolo.
Diogene non dichiara esplicitamente la sua appartenenza a una determinata scuola losoca; tuttavia dai giudizi
espressi in alcune biograe traspare un'ostilit verso forme di pensiero superstizioso, la sua simpatia nei confronti
di Epicuro e la sua difesa della scuola cinica.

2 Opere
noto come autore di un'opera in dieci libri: Raccolta
delle vite e delle dottrine dei loso. In essa esamina 83
gure di pensatori, dai Sette Sapienti a Epicuro, ove dispone le informazioni per scuole losoche, rispettando
le successioni dei capi delle scuole losoche ssate dalla
tradizione. La "Raccolta" ci giunta mutila, in quanto il
VII libro, dedicato agli Stoici, si interrompe bruscamente a met del catalogo degli scritti di Crisippo; del resto,
da indici manoscritti sappiamo che Diogene proseguiva
la trattazione dello stoicismo almeno no a Posidonio. I
Un'edizione romana delle Vite del 1594.
codici principali dell'opera sono il Neapolitanus Burbonicus III B 29, del XII secolo, il Laurentinus 69, 13, del
Diogene Laerzio (in greco antico , XII secolo e il Parisinus Graecus 1759, del XIII secolo.
traslitterato in Dioghns Lartios; 180 240) stato uno L'opera dedicata a una signora, che apprezza Platone
storico greco antico, vissuto sotto l'Impero Romano. La (), ma che non stata identicata, in quansua opera Vite dei loso una delle fonti principali sulla to probabilmente le era dedicata l'opera: la dedica non
pervenuta o, pi probabilmente, non fu mai scritta, anche
storia della losoa greca.
perch l'opera mostra anche altrove segni di incompletezza. Seguendo un costume diuso, Diogene compose anche una raccolta di epigrammi, Pammetros (Raccolta in
tutti
i metri), di cui restano 56 componimenti, da lui stes1 Biograa
so inclusi nelle sue Vite, senza particolare valore artistico
ma di buona eleganza formale e metrica.
Non ci pervenuta alcuna notizia sulla sua vita; il nome
Laerzio potrebbe derivare dalla citt di Laerte, in Cilicia,
l'odierna Alanya in Turchia; altri, rifacendosi alla sua biograa di Timone di Fliunte, commentata da Apollonide di 3 Le Vite dei loso
Nicea, nella quale Diogene chiama quest'ultimo " '
" (uno di noi), ne deducono che egli fosse origi- Lo schema abituale usato da Diogene nel trattare di cianario di Nicea; altri ancora, inne, attraverso deduzioni scun losofo consiste in una biograa, spesso aneddotidi carattere culturale, pur non pronunciandosi sulla sua ca, di una serie di massime del losofo, dalla citazione
1

LE VITE DEI FILOSOFI

delle sue opere e da una dossograa variamente estesa e 3.4 IV libro


precisa. Nel codice Parisinus Graecus, riportato l'indice
dell'opera:
Il IV libro si occupa dello sviluppo dell'Accademia da
Speusippo, successore di Platone alla guida della scuola
platonica dal 347 al 339 a.C., no a Clitomaco, scolarca dell'Accademia dal 128 al 109 a.C., del quale traccia
soltanto una brevissima biograa, per passare ai Peripatetici che per Diogene derivano anch'essi da Platone e
dei quali l'iniziatore fu Aristotele.
3.1 I libro
Diogene rivendica ai greci l'origine della losoa, contestando che essa sia potuta derivare dai barbari. Il termine losoa fu usato per la prima volta da Pitagora, fondatore della scuola italica, mentre Anassimandro sarebbe il
fondatore della scuola ionica. I loso possono essere distinti in dogmatici e scettici, mentre la losoa si occupa
della sica, della dialettica e dell'etica.

3.5 V libro

Per Diogene, Aristotele fu il pi genuino dei discepoli di Platone, ma ne attesta l'abbandono dell'Accademia
e la fondazione del Peripato e le diverse vicende della
vita, no alla citazione del testamento e vari aneddoti e
Diogene si occupa poi dei "Sette sapienti" che tuttavia non massime. Segue un prezioso catalogo delle sue opere e il
sono propriamente dei loso ma piuttosto dei precursori riassunto della dottrina.
della losoa.
Seguono le biograe degli aristotelici, da Teofrasto a
Nell'antichit la lista dei Sette Sapienti comprendeva in Eraclide Pontico, che in realt ebbe una formazione
realt quasi una ventina di nomi, e i Saggi annoverati nei platonico-pitagorica.
Sette variavano a seconda delle fonti, mantenendo ssi
tuttavia i personaggi pi importanti. Spesso le gure citate sono sospese a met tra storia e mito, e presentano
numerosi tratti topici, anit biograche sospette, e si 3.6 VI libro
vedono ascritte teorie e citazioni palesemente posteriori.

3.2

II libro

In questo libro Diogene si occupa della scuola ionica,


che fa iniziare con Anassimandro riconoscendo per in
Talete il suo maestro, poi di Socrate e della sua scuola. L'accostamento tra la scuola naturalistica ionica e la
scuola morale socratica viene spiegato da Diogene con
l'arrivo ad Atene dello ionico Archelao che sarebbe stato
il maestro di Socrate.

3.3

III libro

Dedicato ai loso cinici, di fatto la prosecuzione del II


libro, dal momento che Socrate fu il maestro di Antistene,
il quale a sua volta considerato da Diogene il precursore
dello Stoicismo, di cui si tratta nel VII libro.
Le biograe pi corpose sono riservate ad Antistene, a
Diogene di Sinope e a Cratete; segue un breve cenno a
Ipparchia, sorella di Metrocle e moglie di Cratete, l'unica
losofa di cui si tratti nella storia della losoa prima di
Ipazia. Il libro si conclude con una breve dossograa sulle
dottrine ciniche.

3.7 VII libro

Il terzo libro interamente dedicato a Platone, del quale traccia dapprima la vita, occupandosi poi dei dialoghi,
considerandolo l'inventore di questo genere letterario; ne
traccia il rapporto con la dialettica, con la confutazione e
spiega il carattere dell'induzione platonica.

Il libro si apre con la biograa di Zenone di Cizio, fondatore dello Stoicismo e allievo del cinico Cratete; segue
una lunga esposizione delle dottrine stoiche che Diogene
distingue nelle parti dedicate alla logica, all'etica e alla
sica.

Diogene espone poi la dottrina platonica: dall'immortalit


dell'anima esposta nel Fedone alla cosmologia del Timeo, dalla sica alla geometria e inne dall'etica al problema del bene e della giustizia esposte nella Repubblica. L'ultima parte del libro dedicata alla dossograa
platonica, tratta dal trattato Sulle divisioni, attribuito ad
Aristotele e pertanto da quelle che si ritiene siano state le
lezioni orali tenute da Platone nell'Accademia.

Dopo le brevi biograe di Aristone di Chio, Erillo di Cartagine e Dionigi il Dissidente, considerati stoici non ortodossi, la successione delle biograe riprende con Cleante di Asso, primo successore di Zenone nella direzione
della Sto, e con Sfero del Bosforo, per concludersi con
Crisippo di Soli.
Una grave lacuna del testo ci ha privato delle notizie
relative ad altri venti stoici.

3.8

VIII libro

Nell'VIII libro Diogene passa in rassegna i loso italici, iniziando con una lunga trattazione del mitico Pitagora, del quale narra la vita, le precedenti incarnazioni e
i suoi rapporti con la sacerdotessa di Del e con Orfeo;
ne espone le dottrine matematiche, i precetti alimentari, quelli morali e conclude riportando una sua presunta
lettera indirizzata ad Anassimene.
La seconda biograa importante relativa a Empedocle; le successive, pi brevi, sono dedicate a Epicarmo,
che fu in realt un poeta, ad Archita, del quale riporta
una corrispondenza con Platone e le sue scoperte geometriche e meccaniche, ad Alcmeone, a Ippaso, a Filolao,
concludendo con l'astronomo Eudosso di Cnido.

3.9

IX libro

Il IX libro dedicato a due loso, che Diogene ritiene


non appartengano a una scuola denita, come Eraclito e
Senofane, ai loso italici non considerati nei libri precedenti, come quelli della scuola di Elea e gli atomisti, e
alla scuola scettica, dal fondatore Pirrone a Timone, concludendo con un lungo elenco di nomi di scettici minori,
no a Sesto Empirico e al suo allievo Saturnino Citena.

3.10 X libro
dedicato interamente a Epicuro, con una trasparente
simpatia che ha fatto considerare Diogene un seguace del
fondatore del Giardino. Ne narra la vita, i suoi rapporti con Anassagora, Archelao, Nausifane e Senocrate, e ne
elenca le opere; considera la divisione dell'epicureismo in
losoa canonica, sica ed etica.
Riporta per intero la sua Lettera a Erodoto sulla sica: la
concezione dei corpi, del vuoto, degli atomi, sui fenomeni e le sensazioni, no alla considerazione dell'importanza
della sica per la fondazione dell'etica e per l'ottenimento
dell'atarassia. Riporta per intero anche la sua Lettera a
Pitocle sulle questioni celesti. Epicuro espone la struttura
del mondo, del sole, della luna, degli astri; spiega i fenomeni atmosferici, la natura delle stelle, sse, comete e
cadenti, secondo una concezione materialistica che esclude ogni intervento divino. Riporta inne la sua Lettera a
Meneceo sull'etica e la felicit; la teoria del piacere, i motivi per i quali non dobbiamo temere gli dei, la morte,
le soerenze. Il libro si conclude con l'illustrazione delle
dierenze fra il moderato piacere epicureo e quello estremo dei Cirenaici e una raccolta di quaranta sentenze - le
Massime Capitali - attribuite a Epicuro.

Opere
Diogenis Laertii Vitae philosophorum edidit Miroslav Marcovich, Stuttgart-Lipsia, Teubner, 1999-

2002. Bibliotheca scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana, vol. 1: Books I--X; vol. 2:
Excerpta Byzantina; v. 3: Indices by Hans Grtner.
Lives of Eminent Philosophers, a cura di Tiziano Dorandi, Cambridge: Cambridge University Press, 2013 (Cambridge Classical Texts and
Commentaries, vol. 50, nuova edizione critica).
Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei pi celebri loso, Testo greco a fronte, a cura di Giovanni Reale
con la collaborazione di Giuseppe Girgenti e Ilaria
Ramelli, Milano, Bompiani, 2005.

5 Bibliograa
Aufstieg und Niedergang der rmischen Welt
(ANRW) Serie II, Volumi 36.5 e 36.6, Berlino,
Walter de Gruyter, 1992 (contengono 12 saggi su
Diogene Laerzio: 4 in inglese, 2 in francese, 5 in
italiano e 1 in tedesco).
Diogene Laerzio storico del pensiero antico Elenchos, VII, 1986 (Atti del Convegno Internazionale,
Napoli-Amal, 30 settembre-3 ottobre 1985).
Tiziano Dorandi, Laertiana. Capitoli sulla tradizione manoscritta e sulla storia del testo delle Vite dei
loso di Diogene Laerzio, Berlin; New York: De
Gruyter, 2009.
Jrgen Mejer, Diogenes Laertius and his Hellenistic
Background. Steiner, Wiesbaden 1978.

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7 Collegamenti esterni
(EL) Vite dei loso in lingua originale su Google
Libri (scaricabile in formato pdf).
(IT) Vite dei loso tradotto in italiano da Luigi
Lechi, Tipograa Molina, Milano, 1842.
(EN) Versione on-line delle Vite
(EN) Bibliograa annotata sulle Vite dei loso

7
(FR) Versione on-line delle Vite, con testo originale
e traduzione in francese; da remacle.org

COLLEGAMENTI ESTERNI

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8.1

Testo

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8.2

Immagini

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