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Le Guide dellOltre

SUL SENTIERO
DEGLI DEI
Cinque giorni a piedi
sullantica via da
Bologna a Firenze

Edizioni Carote e Lill, 2008


www.carotelilla.it

PRIMO GIORNO
DA MONZUNO A MADONNA DEI FORNELLI

Si arriva in treno fino alla stazione di Vado-Monzuno. Da l in


autobus fino a Monzuno (il nome deriva da Monte di Zeus), in
piazza XXIV maggio. Si prosegue a piedi seguendo
l'indicazione di Monte Venere.
Dopo un po' d'asfalto, compare una freccia che indica via del
pane: una scorciatoia che taglia i tornanti, passando dal
bosco. Tornati sulla strada , dopo un altro po' una freccia del
CAI di Bologna indica di deviare a sinistra per Campagne e per
La via degli Dei. Cos, si attraverser l'agriturismo Le
Campagne, e, proseguendo oltre il capanno del trattore, si
continua in un bosco fino a giungere alle segnalazioni CAI del
sentiero 19 per Le Croci. Il sentiero tutto segnalato in bianco
e rosso ogni 5-10 minuti. Se si cammina per pi di quel tempo
senza vedere il segnale conviene tornare indietro fino all'ultimo
segnale visto. Infatti, a un certo punto si rischia di non vedere
la deviazione a sinistra che entra nel bosco, quindi FATE
MOLTA ATTENZIONE.
Il sentiero continua nel bosco , e accanto a un ripetitore, fino a
ricongiungersi ad una ampia carrareccia che porta poi alle
Croci. Di qui si prosegue fino alle pale eoliche del Monte del
Galletto e si scende fino a Madonna dei Fornelli, attraversando
ampi panorami. La tappa dura 3,5 4 ore e non faticosa.
Per il pernottamento consigliamo il B&B Romani
(053494113).

LA VIA DEGLI DEI

Ave Maria,
accompagna i miei passi,
anche se piove.
Brilla la stella
al di l delle nubi:
seguo la strada.

Venere, Venere! Ma perch chiamano le nostre strade la via


degli Dei? Non sanno che siamo proprio uguali a loro, se non
che non abbiamo un corpo cos denso? E' questo che ci fa
diventare Dei di fronte ai loro occhi?
Non solo, fiorellino, non solo...Se adesso li segui per un po' lo
scoprirai: io ho imparato da tanto tempo il potere della
bellezza e dell'armonia delle forme nel portare serenit e luce.
Ecco, ecco, mi guardano, mi guardano! Cosa devo fare?
Niente di speciale: semplicemente pensa all'acqua che ti ha
nutrito, e al sole che ti ha riscaldato e alla sorpresa di quando
sei uscita dalla terra e alla meraviglia nello scoprire un
grande mondo intorno a te, e a come, giorno dopo giorno, hai
nutrito di rosa i fiori e di verde le tue foglie....ecco, cos, e poi
stai ferma, non danzare col vento, almeno per un po', cos ti
scatteranno una foto...

-Fermo, un attimo,
voglio
fotografare
queste: guarda come
sono belle, finora non
le avevo viste cos:
illuminano tutto il
sentiero
-CLICK!Ecco fatto, fiore,
adesso puoi pure
muoverti...
Sai, Venere, mi
proprio
piaciuta
l'esperienza....Vorrei
ripeterla:
posso
seguirli?
Fai pure, questo
sentiero nel tuo territorio, vai, vai, fai pure gli onori di
casa....
Sai, non vorrei essere presuntuosa, ma , dopo la foto, vedo i
loro passi pi sicuri, pi fiduciosi di conoscere la meta: pensi
che possa averli aiutati?
Credo proprio di s: tutto ci che hai pensato arrivato anche
a loro, attraverso i tuoi colori, e adesso, anche loro stanno
scoprendo un mondo intero, intorno , proprio come se fossero
appena sbocciati.
O, Venere, stanno camminando sul sentiero, con gli occhi fissi
avanti a s, e non si accorgono che qui, al loro fianco, due passi
pi su, c' una cresta da cui possono vedere tutta la terra..Di
qua, di qua, venite!!!Guardatemi, ehi, vi piaccio, adesso? Il mio
rosa pi splendente che mai, e miei fiori sofficissimi,e..
-Aspetta, guarda, ce ne sono delle altre! Non so come si
chiamano queste spighette,ma sono bellissime...Salgo un
attimo qua per fotografarle...
Un posto cos non si pu descrivere solo con una foto: ci vuole
un haiku:
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Piccoli fiori
indicano l'immenso
a me, piccola.

Che ne dici, Venere? Un buon lavoro?


Permettetemi di unirmi alla compagnia: sono anche io un
modesto fiore di campo, e sono rimasta colpita dalla variazione
di luminosit dell'aria, mentre vi davate da fare intorno a quei
viandanti. Potrei collaborare?
Certo, amica mia. Anche senza stare a scomodare Venere ti dir
come fare. Cominci a pensare a tutte le cose belle che ti hanno
portato a fiorire, poi ti metti in posa, magari
pettinati un po' i pistilli, e mettici su un po' di
lacca, che non si muovano col vento, poi ,
vedrai che ti notano...

Col solletico
voglio toccare il cielo
e dirgli grazie.

E adesso, avete capito perch vi chiamano Dei?


S, Venere, e non ci dispiace affatto.
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UNA CREMA PROFUMATA


-Pronto, ci sentite? Sono i piedi che parlano! Non siamo
abituati a camminare sui sassi: noi siamo fatti per morbidi
tappeti o per il liscio parquet delle sale da ballo....Qui, i sassi e
il terreno ineguale ci stanno ammaccando! Quando la
smettiamo?
-Zitti, per favore! Siamo noi occhi , a rispondervi: non sapete
che piacere per la vista sia l'osservare fiori e fiori di ogni colore
e forma, dopo tutto quel grigio e quel cemento della citt. Ecco,
per esempio, guardate
questo splendido viola....
-Vinca, si chiama,
vinca maior, almeno
credo....Da essa si estrae
un farmaco contro la
leucemia, la vincristina,
e..
-Mente, taci! Non ci
interessa del nome e del
cognome , oltre che di
tutto il tuo sfoggio di cultura: a noi basta lucidarci con le sue
foglie lisce e con il viola intenso che spicca a lato del sentiero...
-E a noi? Niente? A noi piedi cosa ne viene?
-Forse noi occhi possiamo inviarvi quel viola come una
sensazione: mente, ci aiuti, invece di fare la saccente, a tradurre
il colore in sensazioni?
-Uhm, ci prover....Piedi , cosa sentite adesso?
-Una scarica elettrica rinvigorente, diremmo, ma non
completamente piacevole...Comunque, abbastanza stimolante
da procedere un altro po' senza lamentarci...
-Ecco, ecco qui: questi cinque petali che sembrano una
preghiera, tanto sono delicati e tenui...

-Una rosa canina, per essere precisi. I suoi frutti contengono


vitamina C 10 volte pi che gli aranci, dunque molto utile
per....
-Basta, mente! Ci puoi far
sentire come questo tanto
magnificato fiore?
-Bene, ce la metter tutta....E
adesso, come va?
-Ci sentiamo danzare, leggeri,
e soffici, profumati e aerei....non siamo pi piedi, e le nostre
dita sono petali...
Ci avete convinto: per oggi, saremo al vostro servizio, senza
chiedere pi niente...
-Meno male, piedi, se vedeste quanta strada ancora c' da fare...
-Che cosa? Non
abbiamo
sentito,
stavamo
ancora
cantando....
Niente,
niente,
nessuno ha detto
niente.
State
tranquilli: il vostro
servizio
sar
premiato, all'arrivo,
da un massaggio con
una crema profumata
al caprifoglio...

Ci affidiamo
senza fare domande:
basta il profumo.

CEDRECCHIA

Cosa spunta sul bordo del sentiero? Che fiore particolare, cos raro
a vedersi.
Ciao, sono un fiordaliso.
Un fiordaliso? Ma non dovresti essere in via di estinzione?
Fiordaliso esita un attimo. Poi risponde: Si, siamo rimasti in pochi.
E' un vero peccato, siete cos belli.
Fiordaliso sorride un po' triste. Siete stati voi uomini, sapete, i
veleni che usate per eliminare quelle che chiamate erbacce...
Ma tu sei il fiore delle messi, la tua presenza ha sempre rallegrato
gli uomini, hai sempre accompagnato l'abbondanza, il tuo sorriso
allontana la carestia, la fame.
So tutto questo, ma mi sono trovato di fronte ad una scelta difficile:
continuare ad esistere o estinguermi, sparire per sempre.

Il mio amico papavero non risente dei veleni, ed lui che mi ha


aiutato a decidere, mi ha fatto dire con sicurezza: voglio continuare
ad esistere, a
vivere.
Grazie per
aver scelto
di continuare
ad esserci,
cos
bello
incontrarti.
Guardate
quanti fiori
ci sono qui
attorno,
guardate
quei
fiori
viola, quanti
sono e come
sono belli:
anche loro devono lottare contro i veleni che voi spargete...
Ascoltiamo in silenzio il fiore che ci parla e che piano piano mostra

sempre pi la sua bellezza.


Eppure anche voi , quando volete, sapete fare delle scelte

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coraggiose e le portate a compimento con grande sicurezza.


Guardate quella chiesina che spunta nel verde, di fronte a voi, il
paesino che vedete si chiama Cedrecchia. Vicino alla chiesetta c'
una collina, che si chiama il Castellaccio.
Dovete sapere che un tempo accanto alla chiesina sorgeva un
castello. Un giorno, tanto tempo fa, gli abitanti del paesino si
trovarono di fronte ad una scelta molto difficile: dedicarsi alla guerra
fortificando ancora il castello o preservare l'antica chiesina che vi
sorgeva di fianco. Non ci pensarono molto: la chiesina era povera,
semplice, non avrebbe portato loro potenza o ricchezza; il castello li
avrebbe visti spesso in guerra con i vicini, ma avrebbe protetto i loro
traffici e portato ricchezza. Accumularono tanta terra, una quantit
immensa e poi decisero. Con sicurezza, una palata dopo l'altra, la
terra sommerse il castello, che scomparve per diventare la bella
collinetta vicino alla chiesetta.
Din Don , il suono delle campane saluta la fine della storia.
Fiordaliso sorride con il suo colore intenso, alle sue spalle le messi
ancora verdi promettono abbondanza.

Piccolo borgo,
borgo,
tra ricchezza o armonia
scegli la pace.

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SECONDO GIORNO
DA MADONNA DEI FORNELLI AL PASSO DELLA FUTA

Conviene mettersi in cammino dopo le 8, perch il negozio di


alimentari apre a quell'ora.
Si supera la chiesa, in direzione Val Serena, sempre seguendo
le indicazioni bianco-rosse, e dopo un breve tratto asfaltato, si
entra nel bosco. Il sentiero ben segnalato come CAI 19 ed il
cammino si inerpica tra fiori e boschi. In alcuni tratti la salita
piuttosto ripida, ma sempre alla portata. In circa 2 ore si arriva
al Pian di Balestra e si entra in Toscana. Si sale per raggiungere
la vetta del Monte Bastione dove si incontrano i primi tratti di
selciato dell'antica Via Flaminia militare. Si prosegue verso la
Futa e in meno di un'ora si alla Piana degli Ossi, dove si pu
vedere un antico forno per la calce (di probabile epoca etrusca).
Si prosegue verso la Futa, si incontra un laghetto sulla destra e
si riprende a salire.
Dopo poco, si incontra sulla sinistra una fonte con tavolo per
pic-nic. Di qui si prosegue fino alla Futa. Il sentiero esce sulla
strada di fronte all'ingresso posteriore del cimitero germanico.
Si volta a sinistra sull'asfaltata fino ad uno svincolo. Si gira a
sinistra, e si scende all'Hotel Ristorante Passo della Futa
(055815255). E' possibile il pernottamento anche presso un
campeggio, o da Iolanda (localit Traversa: in questo caso
occorre deviare dal cammino a circa 25 minuti dalla fine,
comunque
indicato
chiaramente
da
frecce).

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SEMPLICITA'

Ave Maria
la tua semplicit
mi sia da guida.

Vento nell'erba
strada bianca nel verde,
passi e respiri.

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MASCHERE
Eccomi qui: il tuo oracolo sono,
tra amare e non amare scegliere potrai,
e per aiutarti i miei petali dono.

Io son viola tricolor e se vorrai


cambier veste come un' attrice;
azzurro, viola o giallo indossar mi vedrai,

mi cambier per te, per farti felice.


Margherita, Viola, sincere ora siate,
perch voi non siete n oracolo o attrice
ma fiori di campo, che annuncian l'estate.

Solo fiori di campo? Per noi un po' triste


esser brevi comparse in uno scenario
in cui le stagioni la fan da registe
e dettano legge, calando il sipario.
Silenzio, ora! Siete in scena:
Fiori di campo,
tocca a voi parlare,
note e colori.

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VIANDANTI
-E' di qua!
-Dove?
-Di qua, ti dico!
-Sei sicuro? Questa volta il
centurione ci fa a fettine!
-Tranquillo,
non
possiamo
sbagliarci: ti dico che questa la
Flaminia Militare.
-Caio, forse hai ragione. Ma non ti
sembra tutto cos diverso? Quella
strada cos dura e liscia, non ne
avevo mai viste cos...
-E' vero, Lucio, ma in montagna le
cose cambiano, ci sar stata una
frana, vedrai che tra poco
raggiungiamo la nostra legione.
Attorno il bosco silenzioso, la montagna profuma ancora delle ultime
piogge. I due legionari proseguono il loro cammino: il sole si alza, la
nebbia del mattino svanita.
-Lucio, la via questa, ma non c' traccia della legione: saranno gi
arrivati!
-Non sono pi tanto sicuro: siamo certi di aver preso la direzione giusta?
-Ho seguito te, e ora non sono pi sicuro neanche di esser vivo.
-Abbiamo passato il monte di Giove ieri, poi il monte Venere,
dovremmo essere ormai vicini alle vecchie fornaci...invece niente.
-Quanto pesano questo scudo, il gladio e la lancia. Sono ore che
corriamo, ormai li abbiamo persi...Sediamoci.
I due legionari si siedono.
-Cosa guardi?
-Una coccinella.
- Dicono che porti fortuna trovarne una.
-Abbiamo proprio bisogno di fortuna: se ci
trova...
- S, il centurione, lo so, continui a dirlo...
Ma tu ci tieni proprio a tornare alla
legione?
-Scherzi? E cosa vorresti fare?
-Perch non vivere liberi su queste
montagne? C' tutto quel che ci serve. Sono stanco di ammazzare

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barbari. Non facciamo altro che uccidere trib: uomini, donne, vecchi,
bambini. Portiamo la nostra civilt sulla punta della nostra lancia e
seminiamo morte e distruzione. Sono stanco di tutto quel sangue. Deve
esserci qualcosa di pi nella vita.
-Fai strani discorsi, Caio: sembri quasi uno di quegli invasati che
credono in quel profeta ebreo...quello che chiamano Ges Cristo!
-E se fosse? Lui predicava la vita, e non la morte, la libert, e non la
schiavit; le sue armi erano le preghiere, e non il gladio.
-Ne ho sentito parlare anche io, sai..Ma di che cosa vivremo?
-Non ho famiglia, e tu nemmeno...La natura qua intorno ricca, e siamo
abituati a sopravvivere a tutto: troveremo un posto dove stare a vivere,
liberi come uccelli, di quello che riusciremo a rimediare...
A terra cadono elmi, scudi e armi.
Il bosco adesso deserto.

Il bosco tace
Flaminia Militare
sii via di pace.
pace

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PROGETTI DI VITA
Mi vedi una volta,
e non ti scordi pi
di me. Il mio colore
cos intenso che
insegue
il
tuo
sguardo, lo cattura
e lo fa tuo per
sempre. E poi la
mia postura, cos
eretta, che ti porge
la rugiada come su
un vassoio...

Certo, il mio azzurro non cos turchese, e


i miei petali sono pi adatti a ricevere la
rugiada, invece che a offrirla, ma noi
veroniche siamo davvero ovunque e il
nostro un grande pubblico, non certo una
lite di montanari. Siamo nelle citt, nelle
campagne, a strizzarvi l'occhio dai bordi
della strada. Forse non catturiamo subito lo
sguardo, ma vi siete cos abituati a noi che
siamo indispensabili...

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Allora facciamo decidere all'albero.

I vostri battibecchi sono davvero fuori luogo. Non ci sono n migliori n


peggiori, e questo i miei fiori lo sanno da tempo. Ascoltateli:
Ecco, se permettete, come fiori di un albero abbiamo ormai capito che
la nostra vita non a s stante, ma fa parte di un progetto pi grande. Un
progetto che ha radici, e rami, e che a primavera mette gemme, e che,
attraverso di noi, creer dei frutti. Noi facciamo parte di un mondo che

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si chiama albero, e il nostro ruolo importante al pari di altri. Il nostro


consiglio : pensate in grande, aprite i vostri orizzonti, e interrogatevi su
quale sia il vostro progetto nel mondo....
Un albero filosofo ci doveva insegnare a vivere! Poh! Tu, veronica, cosa
vedi? Quale il tuo mondo?
Da dove sono, vedo il cielo, ed al suo azzurro che mi sono ispirata per
dar colore ai miei petali. Il mio progetto di portare un po' di cielo sulla
terra. E tu, dall'alto del tuo gambo, cosa vedi?
Io sorveglio le piccole erbe del bosco, e il va e vieni degli insetti. Il
cielo, per loro, troppo lontano: hanno bisogno di un intermediario, che
porti luce nelle loro vite. Anche io ho il mio progetto, dunque.
-CLICK!
-CLICK!
-CLICK!
Ecco tre belle foto per la mia guida del sentiero! Cos potr completare
il mio progetto!
Conviene avere
un progetto di vita:
riempie il cuore.
Puoi anche dirlo,
per presunzione
crederlo vero.

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UMILTA'

Respiro piano,
insegnami il tuo viola,
fior di sentiero.
sentiero.

Tra foglie gialle


il canto del cuculo
chiede :Perch?

Coi rami tesi,


verdi di nuova vita,
non ho risposte.

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TERZO GIORNO
DALLA FUTA A S. AGATA

Uscendo dall'albergo si va a destra costeggiando il muraglione,


fino ad arrivare alla svolta per Firenzuola (a sinistra). Dopo
pochi metri, presso una cabina dell'Enel, inizia il sentiero ben
segnalato dal CAI di Firenze, direzione Sant'Agata. Si sale
verso il Monte Gazzaro. Poco prima della vetta, si incontra un
bivio: il sentiero di destra va diretto al passo dell'Osteria
Bruciata, mentre a sinistra si pu salire in vetta e riallacciarsi
pi avanti, poco prima del passo.
Questo segnalato da un cippo. Si segue a destra in direzione
sant'Agata , sempre in mezzo al bosco. Il cammino un po' a
saliscendi, ma prevalentemente in discesa , e non faticoso.
Pi avanti, a un'ora da Sant'Agata, si pu scegliere l'antica via
(che corrisponde al sentiero 46) e un'altra via (la 46A). Alla
fine di questo sentiero raggiungete la strada asfaltata, voltando
a sinistra. Dopo poco, sulla destra il sentiero continua per San
Piero a Sieve , mentre per Sant'Agata si prosegue lungo
l'asfaltata.
A Sant'Agata si pu pernottare presso due B&B: Il Colle, via
di Monteccianico 52 (tel 0558406752), e Il Catelaccio, Via
Montepoli (0558423053). Ma a Sant'Agata non ci sono
ristoranti, per cui, se non volete arrangiarvi (ci sono comunque
due negozi di alimentari), dovete proseguire per altre due ore
fino a S. Piero. Sono 7 km di strada asfaltata:o ora o domani le
dovrete fare.
Durata della tappa: circa 6 ore.

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NOI BOSCO

Raggi di luce,
riflessi di rugiada
noi, il bosco.

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CAPACITA'

Come vorrei tener su la testa


come voi che in alto guardate,
invece cos sembro sempre mesta
e non posso dare da bere alle fate.
Noi invece
invece vorremmo avere il tuo viola,
perch un colore di storie incantate
ed il nostro giallo bello ma vola
via nell'ombra e fermo non resta
a metter radici, e non ci consola.

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Adesso ascoltate noi che della foresta


siamo i guardiani e dall'alto vediam:
vediam:
non convien fare nessuna protesta,
anche se a volte inferiori sembriam,
perch ognuno di noi ha capacit
grandi e diverse che neanche sappiam
e saperle apprezzare porta felicit.

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PRESUNZIONE

Anche se c nebbia, io conosco la strada!


Sei proprio sicuro?

Fermo, rifletti.
La nebbia tua amica,
regala dubbi.

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GIOCO

Una scacchiera sul muro


non pu servire a giocare,
ma forse ad un cuore puro
dice che una vita pu bastare
per giocare a quella partita
che ti
ti porta ad attraversare
il fiume dell'ultima vita.

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SINCERITA'

Voglio essere
trasparente , come
acqua che scorre,

cos brillante
che ogni ragnatela
sia visibile.

Procedo piano
con un cuore sincero,
Ave Maria.

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QUARTA TAPPA
DA SANT'AGATA
SANT'AGATA A BIVIGLIANO
Rifacendo a ritroso la strada della tappa precedente, si raggiunge l'inizio del
sentiero che va a San Piero. Sono 7 km di asfalto, ma non crediate che siano
spiacevoli: strade tranquille, bei panorami. Arrivati in citt i segnali da
seguire diventano i due piedi gialli dipinti sull'asfalto. Passato il fiume
Sieve, per, invece di seguirli a destra, si va diritto fino alla Pieve. Subito
prima della Pieve, a sinistra, un ponticello pedonale attraversa il torrente,
poi si segue a destra e si passa sotto la ferrovia. Si sbuca davanti al cimitero,
si prende, dall'altra parte della strada, la strada in salita (che passa poi sopra
la provinciale) e , dopo la curva, appare l'indicazione del sentiero (sentiero
della memoria) e le palle gialle del sentiero degli Dei. Si sale fino a
Montecacioli, un paio di case. Prima dell'aia, sulla sinistra, c' una stradina
con una sbarra bianca, ed il sentiero da seguire. I segnali delle palle gialle
saranno pi rari, ora, ma pi in l compariranno i cartelli dell'azienda
venatoria Valdastra che segneranno il giusto percorso. Come norma, tenersi
sempre sulla destra (infatti a un certo punto, i cartelli Valdastra andranno
abbandonati lasciandoli in un sentiero a sinistra). Comunque, dopo circa 45
minuti da Montecacioli, riprenderanno sia i segnali del Cai che le palle
gialle . Ci sono molti saliscendi nel bosco, a tratti ripidi. Non fatevi
prendere dallo sconforto, se no potreste fare il voto di costruire un'altra
badia del Buonsollazzo come fece in passato il conte Ugo di Toscana, che,
prima dell'anno mille, perdutosi nei boschi, fece il voto di erigerla se si
fosse salvato. Alla fine della salita sarete ricompensati dal colpo d'occhio
della badia , ormai in abbandono dal 1782, al di l di un grande prato fiorito.
Dalla strada asfaltata che costeggia la Badia, si diparte, a sinistra, il sentiero
per Monte Senario. Adesso i segnali sono abbondanti, e comprendono la T
francescana. Si sale ancora per un'oretta prima di arrivare a Monte Senario.
Prima di arrivare a Monte Senario, incontrerete una deviazione a destra che
indica la possibilit di tagliare per Bivigliano (Cai 18). Se decidete di
rimandare la visita di Montesenario al giorno dopo, potete scendere di l.
Ad un quadrivio, segnato da un cippo di pietra, per, non seguite i segnali
sul sentiero di destra (che portano al campeggio di Bivigliano, 2 km dal
paese), ma andate gi dritti per la discesa, fino al paese. Nella prima ipotesi
potreste trovare il sentiero chiuso dalla recinzione del campeggio: in tal
caso costeggiate la rete a destra fino alla fine e ritroverete i segnali. Per, ci
sar poi da camminare per il paese. Altrimenti potete raggiungere
Bivigliano da Monte Senario, via asfalto. (2 km circa in discesa).
Si pu pernottare all' Hotel La Bruna, o al B&B cortevecchia.
Durata della tappa: 6-7 ore

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PROIEZIONI
Si narra che il conte Ugo di Toscana, vissuto nel XIII secolo, si perdesse un
giorno nellintricata foresta che copriva questi monti.
Non sapeva pi ritrovare il sentiero e si vagava disperato. Non aveva nulla
da mangiare e, per quanto fosse un abile cacciatore, non un solo animale
aveva incrociato il suo cammino.
Poi, finalmente, quando ormai i morsi della fame si facevano sentire sempre
pi violenti, scorse un capriolo fermo a pochi passi da lui. Incocc la freccia
e tir a colpo sicuro. Il dardo si conficc nel legno di una quercia. Il
capriolo era svanito davanti ai suoi occhi. Oh spiriti del bosco. Vi fate
beffe di me! Si lament Ugo recuperando la freccia. Ho visto solo ci che
desideravo, e non era reale. Pens, riprendendo a vagare.
Scese la notte. Si accovacci sotto un grande castagno. Stava per
addormentarsi avvolto nel suo mantello, quando due occhi fiammeggianti
spuntarono nellombra. Un brivido scorse lungo la sua schiena.
Un lupo! Ci sono i lupi! Esclam come per avvisare qualcuno, ma era
solo. Altri occhi si accesero attorno a lui, gli sembrava di sentire il loro
respiro famelico. Si alz brandendo la spada e attese, tutti i muscoli pronti a
scattare. Gli occhi lo guardavano immoti, rossi e fissi. Allimprovviso con
un urlo si lanci in avanti e inizi a menar fendenti a destra e a manca. La
lama vorticava sibilando, ma non colp altro che aria. Cadde in ginocchio.
Ho visto solo le mie paure. Non cera alcun lupo! si disse e si abbandon
sul terreno, sfinito. In breve il sonno lo colse.
Si svegli indolenzito ed infreddolito. Era unalba brumosa. Una fitta
pioggerellina lo bagnava mentre la nebbia faceva svanire il bosco attorno a
lui.
Non uscir vivo da qui! Sono ormai tre giorni che vago senza meta.
Poi gli sembr di sentire odore di fumo, il profumo di cibo e voci allegre di
bambini.
Sono salvo. Sono salvo! inizi a muoversi pi veloce che poteva,
chiamando, in quella direzione, ma, dopo aver corso a lungo invano, si
ferm. Nessuno aveva risposto ai suoi richiami e non percepiva pi alcun
odore. La nebbia era ancora pi fitta.
Raccolse alcune gocce dacqua dalle foglie e le bevve avidamente. La mia
mente vacilla, gli spiriti della foresta mi irretiscono con false visioni ed io
sono sempre pi debole.
La foresta era sempre pi folta ed intricata. Nessun sentiero, nessuna traccia
di esseri umani.
Cal ancora la sera, il vento aveva spazzato la nebbia. Entr in una radura.
In lontananza gli parve di vedere la luce di un fuoco. Forse l c una casa
si disse, ma ormai non aveva la forza per crederci. In breve la luce svan e
rest solo la notte che calava fredda ed umida.

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Si strinse nel mantello pesante di pioggia. Calde lacrime scivolavano lungo


le sue guance. Era senza forze. Solo la volont lo aveva sostenuto nel suo
vagare quel giorno, ma ormai era arrivato alla fine.
Mio Dio, abbi piet! Preg quasi senza accorgersene. Da quanto tempo
non aveva pi pregato. Era avvezzo al comando, non sapeva pi cosa
significasse pregare.
Mio Dio ripet aiutami! le lacrime scorrevano lungo la sua lunga
barba. Se mi salvi costruir per Te una Badia nel luogo pi bello di questi
monti. Ma Ti prego salvami!
Pregava e piangeva, in ginocchio.
Di fronte a lui un rossi fiori di papavero sembravano ascoltarlo in silenzio,
agitandosi al tocco delicato del vento.

Rest cos in ginocchio per un tempo che gli parve infinito, il volto nel
fango.
Fratello! Come state? Una voce lo chiamava.
Ugo non sollev il viso, anche questa doveva essere una sua illusione, uno
scherzo della sua mente.
Fratello alzatevi. Come state?
Due vecchie ma forti mani lo stavano aiutando ad alzarsi. Un anziano
eremita era davanti a lui e lo sosteneva.
Sia ringraziato il Signore! esclam Ugo abbracciando il suo salvatore.
Lo segu docilmente in un piccolo eremo poco pi in l; questi lo sfam e
gli offr un semplice ma asciutto giaciglio.
Al suo risveglio Ugo riusc finalmente a parlare: E il Signore che vi ha
mandato. Come posso ringraziarvi per avermi salvato?

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Quando ho udito la vostra voce stavate pregando, avete fatto a Lui una
promessa. Mantenetela. Non disse nientaltro, lo accompagn fino alla
strada gli diede la sua benedizione e svan nel bosco.
Si narra che il conte tornato al suo castello convoc tutti i suoi
guardiacaccia e si fece condurre in quelli che loro ritenevano essere i
luoghi pi belli di questi monti.
Alla fine il conte scelse di erigere ledificio consacrato al Signore ai margini
di un grande campo dove centinaia di fiori splendevano al sole cullati dal
vento. In questo luogo sorse ed ancora sorge la Badia del Buonsollazzo.

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FORME

La piramide una forma importante,


un accumulatore di energia,
da investir come denaro contante
Allora un piano, in fede mia,
deve esser proprio il suo contrario esatto,
e la disperde, la lascia andare via,
e si impoverisce, e questo un fatto.
Ma no, sciocchine, guardate invece bene
ben e
il fior di sambuco, che fatto
di tanti piccoli fiori, e li sostiene
come un ombrello, quel grande fiore,
fiore,
per offrir loro luce, come conviene,

E questa non dipersione, amore..


amore

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SERVIZIO

Passaron di qui
i Servi di Maria,
Maria,
anime libere.
libere.

La tua bellezza
mi dona grande gioia
non mi fa schiavo.
schiavo.

Mia dolce rosa


ti sostengo e ti nutro
ma sei del cielo.
cielo.

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UN PENSIEROPENSIERO-FIORE
Una volta i miei zoccoli posavano
sul muschio morbido, e comera
dolce, e silenzioso, e i giorni passavano
tranquilli e spensierati, da mattina a sera.
Adesso ci son strade, duro asfalto, rumori;
cerco devitarli, ma quando primavera
la voglia derba fresca mi porta a uscire fuori
dal bosco, e allora incontro cose
che mi spaventano, uomini, motori,
esseri daltri mondi, forme misteriose.

Non avvilirti, amico mio, ho qui dei fiori


che posso mandarti col pensiero, e una magia
baster a farli diventar grandi, e fuori
dal bosco ti consoleranno: portan via
tutti i tristi pensieri e il rimpianto,
e non avrai pi alcuna nostalgia.

Lo sento davvero, il vostro abbraccio, grazie tanto!

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QUINTA TAPPA
DA BIVIGLIANO A SETTIGNANO

Se avete gi visitato Monte Senario, usciti da Bivigliano in direzione


Firenze, al bivio per Monte Senario potete invece voltare a destra, e, in
corrispondenza di un tabernacolo, troverete un sentiero CAI che sale nel
bosco e sbuca sulla strada a valle di Monte Senario in direzione Vetta le
Croci (CAI 00). Si segue quindi a destra lasfalto per circa un kilometro,
fino a trovare, sulla sinistra, in corrispondenza di tre piccoli cipressi, la
Croce dei Sette Santi fondatori dellordine dei Servi di Maria. Qui si
abbandona lasfalto girando a sinistra sul sentiero, e lo si percorre fino
ad incontrare una casa sulla sinistra.
Attenzione perch adesso mancano i segnali: tralasciate la carrareccia
che scende a destra e proseguite diritto, attraversando il prato, puntando
verso un poggio con un boschetto di conifere. Giunti al boschetto, il
sentiero si biforca, prendete a destra. Il sentiero gira intorno al poggio, e
poi comincia a scendere verso destra. Qui ritroverete i segnali, e in
breve, vedrete il laghetto di Vetta le Croci. Si attraversa lasfalto per due
volte, seguendo le indicazioni per Poggio al Pratone. Adesso i segnali
sono costanti e non dovreste avere difficolt, fino al Poggio, segnalato
da una lapide. Qui esistono tre sentieri diversi. Andate diritti scendendo
verso il ripetitore della Telecom, che lascerete poi sulla sinistra,
continuando a scendere sulla carrareccia. Alla fine di questa, segnata da
una sbarra, sbucherete sulla strada asfaltata. Prendete a destra per circa
400 metri, poi, a sinistra, comparir lingresso del sentiero CAI 2 che
porta a Ponte a Mensola (e che scende sulla sinistra). Dopo poco, c un
bivio non segnalato: seguite il sentiero costeggiando la recinzione delle
case (il segnale poco pi avanti, sul muro). Da adesso in poi i segnali
sono costanti: il sentiero che dovete seguire il 2, evitate quindi le
frecce del sentiero 6, che lo incrocia, a tratti, quando si attraversano le
strade asfaltate.
Continuerete cos a scendere nel bosco, costeggiando un oliveto, che
verr poi lasciato alla vostra destra, fino a sbucare su una piccola
asfaltata di Settignano. Attraversatela e prendete la stradina di fronte che
va gi diritta, supera la scuola,e, in fondo, girando a destra, arriverete
nella piazza di Settignano. Lautobus 10 vi porta a Firenze, passando
davanti alla chiesa dei Sette Santi, in viale dei Mille, alla vostra sinistra.
Durata della tappa: 5 ore.

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I SETTE SANTI
Ormai ho deciso, tempo
Ma, Uguccione, gli altri cosa dicono?|
Siamo daccordo. E tu?
Verr. Sar anchio con voi.
Allora siamo in sette. Partiamo domattina.
E lultima notte che Bonfiglio e gli altri trascorrono nelle loro belle e ricche
case di Firenze.
Amadio, non dormi?
No, madre. Risponde Amadio, le mani giunte in preghiera davanti
allimmagine sacra di Maria. Davanti a lui scorrono le immagini della sua
ricca vita, il volto della giovane donna che gli stata promessa, i ricchi
commerci della famiglia.
Sto per rinunciare a tutto questo: ne sar capace? Pensa ai volti tranquilli
e sorridenti degli altri: Buonfiglio, Sostegno, Uguccione, Alessio,
Bonagiunta, Manetto.
Ma anche nelle case degli altri il lume ancora acceso.
Ho deciso, padre. Andr con i miei fratelli.
Oh, figliolo, cosa sar di noi? Tu sei tutto ci su cui posso contare. Ti ho
sempre dato tutto, conosci ogni segreto del commercio, sei abile, capace,
onesto.
Cerca di capire, padre. Questa vita non ha pi nulla da offrirmi.
Luomo china il capo. Sa che suo figlio non
cambier idea.
E lalba. Sette nobili fiorentini, spogliati di
quegli abiti che hanno indossato fino a quel
momento, si vestono di un saio.
Sono di fronte a un tabernacolo con
limmagine della Madonna.
Come ci chiamiamo? Domanda Manetto.
I servi.
Frati Servi della Beata Vergine Maria.
Nel sole appena sorto un piccolo gruppo di
uomini sale con passo lento e deciso verso
Monte Senario.
Ormai manca poco alla cima. Attorno a loro
solo boschi.

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Pregano. Poi, infiggono in terra una croce di legno.


Chi non si sente di venire, torni pure indietro, adesso. Ma chi decide di
andare oltre questa croce, allora si impegni a dedicare la sua vita a Maria,
madre di tutti.
Uno per uno oltrepassano la croce, e la salita, adesso, pi lieve.

Sette uomini,
uomini,
qualcuno li protesse:
protesse:
ora aiutan noi.

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SFIDE

Se sei capace
(ma so gi che non puoi)
soffiami via.
via.

Firenze vive
al di l di quei colli,
luci ed ombre.

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OCCHI DIVERSI
Sapete, fiori, dopo cinque giorni in vostra compagnia, vi
osservo con occhi diversi. Non vi vedo pi come begli
ornamenti da raccogliere e mettere in un vaso, per abbellire la
mia casa, ma vedo che siete esseri viventi, fatti da corpo fisico
e di.
Dillo, dillo, su!
Diemozioni?
Guarda tu stessa! Socchiudi gli
occhi, adesso (puoi anche chiuderli,
se vuoi) e guarda bene: siamo
ancora le due piccole orchidee che
hai fotografato?
Oh no! Adesso vedo la vostra forma
e il colore, e la vostra danza
E noi? Cosa vedi guardando noi?
Vedo piccole fiamme, che
ballano al suono del
vostro arancio, e si
spostano lasciando una
scia
gialla,
e.che
peccato!
Perch?
Che peccato che il
viaggio
stia
per
finireproprio
adesso
che vedevo il vostro vero
volto.
Adesso ascoltaci bene: guarda da quella parte, oltre la
valleCosa vedi?
Vedo Fiesole, e, oltre, Firenze.

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E come le vedi? Come una bella foto da scattare e appendere


al muro per abbellire la tua casa?
No, non pi..Vedo le case, le singole case, se chiudo gli occhi,
e le persone che le abitano, e poi scendo gi, fino a casa mia, e
vedo me, che vado a lavorareMa perch tutto questo?
Per farti capire che, tu laggi e noi quass siamov i c i n i.
Con uno sguardo puoi vedere entrambi, adesso.
Su, non essere triste. Il sentiero tracciato, ormai.
Puoi ripercorrerlo tutte le volte che vuoi.
Arrivederci, donna.
Arrivederci, fiori.

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BUON CAMMINO

Tenera lerba,
lerba,
il cammino continua,
grazie, Maria.

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INDICE
Prima tappa:
da Monzuno a Madonna dei Fornelli

pag. 2

Seconda tappa:
da Madonna dei Fornelli al passo della Futa

pag. 12

Terza tappa:
dal passo della Futa a SantAgata

pag. 22

Quarta tappa:
da SantAgata a Bivigliano

pag.30

Quinta tappa:
da Bivigliano a Settignano

pag.38

Ringraziamenti:
Un sentito grazie a tutti i volontari del CAI, e non, che
mantengono la segnaletica sui sentieri: senza di loro il
nostro percorso non sarebbe stato possibile.

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