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box: vedi disc. mod.
Questa voce o sezione sull'argomento storia dell'arte non cita le
fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
3 Temi prevalenti
4 Le origini dell'Arte
6 L'arte greca
o
6.2 Il tempio
7 L'arte etrusca
8 L'arte romana
9 L'arte paleocristiana
10 L'arte bizantina
14 Note
15 Bibliografia
16 Collegamenti esterni
17 Altri progetti
Nel 1842 Franz Theodor Kugler scrisse il primo libro sulla storia dell'arte al quale si
deve la partizione della storia dell'arte in quattro momenti (pre-ellenico o dei popoli
primitivi, classico o dell'antichit greca e romana, "romantico" o dell'arte medievale e
islamica, moderno dal rinascimento al XIX secolo), seguito nel 1855 dal diffusissimo
manuale di Anton Heinrich Springer.[1]
Le critiche alla critica[modifica | modifica wikitesto]
Sempre labile si rivelata la linea di confine fra il relato storico ed il commento critico,
e ben pi che per la storia, si segnala per questa disciplina invece un costante conflitto
fra l'esigenza di una narrazioneoggettiva e neutrale, come nel metodo
scientifico tradizionale, e la difficolt di rendere l'elaborazione e l'analisi senza far
trapelare un convincimento dello studioso (artistico, filosofico, religioso, etico) che
inevitabilmente finisce col costituire interpretazione e dunque si pone a rischio di
partigianeria, comunque motivata.
Nel tempo, quindi, la critica ha assunto un ruolo di cospicua infiltrazione (con la
relativa influenza) nella narrazione storica, determinando, a detta di alcuni, i successi
o l'oblio di talune opere e di taluni artisti; la circostanza ha una sua rilevanza non
irrisoria dato il necessario riferimento materiale alfinanziamento dell'arte, che
abbisogna infatti quasi sempre (con poche eccezioni) di una disponibilit finanziaria di
terzi (anche successivamente alla realizzazione dell'opera, in stretti termini di
"vendibilit commerciale" della stessa) per potersi alimentare. La determinazione delle
provvidenze per l'arte (mecenatismo) infatti spesso storicamente dipesa dalle analisi
degli storici dell'arte, assunti (taluno dice, assoldati) dai munifici "sponsor" che
desiderano finanziare l'arte (ed investire in arte), pur non disponendo di capacit
critiche personali.
Temi prevalenti[modifica | modifica wikitesto]
Per ragioni probabilmente da ricondursi ad un pi antico e profondo sviluppo dello
stesso concetto di arte, oltre che ad una numericamente pi copiosa produzione, la
storia dell'arte sino a tempi recenti si occupata in prevalenza delle aree culturali
del bacino del Mediterraneo, sul quale si affacciano le regioni dell'arte classica e
rinascimentale.
Con il sorgere del secondo millennio, allo studio dell'arte greca e di quella romana, di
quella bizantina e di quella prodotta nell'area italiana e provenzale, si estesa la
considerazione alle produzioni delle aree dei Franchi e deiSassoni, includendo quindi
progressivamente porzioni sempre pi estese di fonti del Vecchio Continente, di pari
passo con lo sviluppo delle comunicazioni culturali fra gli stati europei, che
consentivano di prendere scambievole nozione, ad esempio del contributo romanico e
di quello gotico.
Il succedersi dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano seguito
dalla renaissance francese, riport sullapenisola italiana e sul paese confinante il fuoco
dell'attenzione. questo, del resto, il periodo in cui la produzione artistica esplose di
rigogliosa fioritura particolarmente nei campi della pittura, della scultura e
dell'architettura, ed dunque la fase in cui divenne parimenti necessario uno sviluppo
organico dello studio, anche in ragione, non va nascosto, del crescente valore
economico delle opere di quei campi.
In pi, mutate condizioni culturali favorirono lo sviluppo di una sorta di ceto artistico,
forse non organizzato incorporazione, ma comunque di sempre pi solida
importanza sociale, caratterizzato da un verso dalla pluralit di modi espressivi di
ciascun autore (spesso capace, cio, di dipingere come di scolpire, o di usare altre
forme artistiche) e da un altro verso da una sempre pi intensa comunicazione fra gli
autori che, nella sfida competitiva come nella prova istrionica, davano prova costante
di conoscenza tecnica e logica delle opere dei colleghi (e quindi compivano un vero e
proprio studio dell'arte altrui). Il pi noto fra coloro che si posero con consapevolezza
scientifica dinanzi alla produzione dei colleghi fu certamente Giorgio Vasari, che con la
sua opera "Vite degli Artisti", malgrado l'assenza del mero tentativo di evitare giudizi
personalistici, introduce peraltro un canone (si potrebbe forse dire un canone artistico)
nello studio storico che si riflette tuttora nello svolgimento dei temi di questa
disciplina.
Se nel Seicento entrarono a far parte dello studio le "barocche forme del barocco"
(intendendosi con questa nota locuzione l'innumerevole e ridondante quantit di
differenziazioni produttive nei sempre pi numerosi paesi in cui fu sviluppata, e
mentre si consolidava l'importanza della produzione dei paesi dell'Europa
settentrionale, con il riconoscimento dell'importanza dell'area fiamminga, il lussuoso
Settecento apr a nuove aree di studio, incrementate peraltro dallo sviluppo
della musica e delle arti letterarie e teatrali.
Lo studio Ottocentesco si giov dei progressi tecnici (anche delle altre scienze, ad
esempio dell'archeologia) per approfondire l'indagine e di un diffuso crescente sentore
di "necessit d'arte" per imporre l'importanza delle proprie elaborazioni, nel secolo che
avrebbe celebrato la consacrazione delle "Belle Arti".
Il Novecento, con gli straordinari sviluppi delle modalit di comunicazione, ma anche
(e forse per effetto di quelli) con la sua crescente progressione di approfondimento
culturale, di pari passo seguita dall'espansione fra le classi sociali della frequentazione
dell'arte (e con la diffusione dell'arte popolare), cre le condizioni per una venuta a
maturit della storia dell'arte, che oggi ricerca con indirizzo pi strettamente
scientifico di ristrutturare le proprie metodologie.
La storia dell'arte, contrariamente ad una tradizione peraltro pi avvertita presso le
culture anglosassoni che non presso quelle latine, non si limita (o forse non si limita
pi) all'indagine sulle arti figurative (e visive in genere), nonostante soprattutto in
relazione ai secoli passati tale specialit costituisca una porzione ben rilevante
dell'intera sua analisi.
Le origini dell'Arte[modifica | modifica wikitesto]
al sole. Sulla sommit di questi imponenti edifici si riteneva abitassero le divinit, a cui
i sacerdoti e fedeli si rivolgevano con preghiere e offerte.
L'arte in Egitto[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Arte egizia.
Busto di Nefertiti
Nell'antico Egitto l'arte era uno strumento al servizio della politica e della religione.
Essa rifletteva l'immutabilit del potere del faraone, il suo essere divinit vivente che
continua a esistere nell'immagine dipinta o scolpita anche dopo la morte. Nella
statuaria gli di, il faraone, i dignitari di corte furono rappresentati sempre in pose
stilizzate, con lineamenti idealizzati che non conoscono i segni della vecchiaia o della
malattia. Nella postura in piedi, hanno le braccia lungo i fianchi e muovono un passo in
avanti come se camminassero lentamente; se vengono ritratti seduti appoggiano le
mani sulle ginocchia. Tutto era previsto dal rigido cerimoniale di corte e agli artisti non
rimaneva che seguire delle precise regole di rappresentazione. L'unica eccezione
riguard il regno di Amenofi IV: questo faraone promosse la massima rivoluzione
religiosa della storia d'Egitto e durante il suo regno agli artisti venne concessa una
maggiore libert interpretativa, come testimonia il bellissimo busto-ritratto della
regina Nefertiti, sua moglie.
L'arte greca[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Arte greca.
L'acropoli, orgoglio e vanto di Atene[modifica | modifica wikitesto]
Capitello dorico
Si caratterizza per l'essenzialit e la solennit delle sue forme. Lacolonna dorica non
ha una base, poggia direttamente sullo stilbate (il pavimento del tempio), si restringe
verso l'alto ed solcata da scanalature tagliate a spigolo vivo. Il capitello ha una forma
semplice che serve a sostenere i blocchi di pietra rettangolare che formano
l'architrave. La decorazione del fregio costituita da lastre scolpite dette mtope
alternate da pannelli solcate da tre scanalature detti triglfi.
L'ordine ionico[modifica | modifica wikitesto]
Capitello ionico
Si caratterizza per una maggiore eleganza e leggerezza rispetto a quello dorico. La
colonna non poggia direttamente sullo stilbate, ma ha una propria base (o plinto)
costituita da rientranze e sporgenze. Le scalanature sono pi numerose e meno
profonde. Il capitello decorato da voli (cos chiamati per la forma che ricorda delle
mezze uova) e da due eleganti volute che si piegano lateralmente.
L'ordine corinzio[modifica | modifica wikitesto]
Ordine corinzio
L'ordine corinzio fu impiegato soprattutto per l'interno dei templi. Il fusto della colonna
corinzia (simile a quella ionica) sollevato da una pedana di marmo posta sotto la
base. Il capitello la parte che caratterizza maggiormente l'ordine corinzio; le sue
forme ricordano un cesto di vimini da cui fuoriescono delle foglie stilizzate di acnto.
La scultura dell'et arcaica e classica[modifica | modifica wikitesto]
Gli artisti della Grecia antica cercarono di produrre delle opere ideali, in grado di non
sfigurare al cospetto delle divinit. Questo risultato fu raggiunto, specialmente nella
scultura a tutto tondo, attraverso un lungo e ininterrotto processo di perfezionamento
formale. Le prime testimonianze appartengono all'et arcaica, tra il VII e il VI secolo
a.C.: si tratta di giovani nudi o di fanciulle vestite caratterizzati dalla fissit
dell'espressione.
Durante l'et classica (V-IV secolo a.C.), uno studio pi attento del movimento e
dell'anatomia umana permise agli scultori di raggiungere traguardi di sorprendente
bellezza e armonia. I Greci idealizzavano la bellezza fisica, a cui doveva sempre
rispondere la bellezza interiore: l'una doveva essere lo specchio dell'altra. Le opere
di Policleto, di Mirone e diPrassitele testimoniano lo straordinario livello raggiunto nella
ricerca delle proporzioni. Bisogna tuttavia ricordare che nessuna di queste statue da
intendersi come il ritratto di persone realmente esistite: sono piuttosto la
rappresentazione delle qualit fisiche e morali del genere umano e, proprio perch
distaccate dalla realt terrena, si collocano in una sfera di ideale perfezione.
L'arte ellenistica[modifica | modifica wikitesto]
Durante questa stagione Greci e non Greci furono protagonisti di una storia e di una
cultura universali capace di mettere in contatto tra loro mondi e tradizioni diverse. Con
l'Ellenismo la Grecia non rappresent pi l'unico centro d'influenza del mondo antico:
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