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Luciana Castellina

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on. Luciana Castellina
Bandiera italiana
Parlamento italiano
Camera dei deputati
Luciana Castellina
Luogo nascita Roma

Data nascita 9 agosto


1929
Titolo di studio Laurea
in giurisprudenza
Professione giornalista
Partito Partito di
Unit Proletaria per il
Comunismo,
Democrazia Proletaria

Legislatura VII, VIII,


IX e XI
Gruppo Partito di
Unit Proletaria per il
Comunismo,
Democrazia
Proletaria,
Rifondazione
Comunista

Collegio Como (VII e


VIII), Milano (IX),
Perugia (XI)
Pagina istituzionale
Luciana Castellina
(Roma, 9 agosto
1929) una politica,
giornalista e scrittrice
italiana, parlamentare
comunista, pi volte

eurodeputata, autrice
di numerose
pubblicazioni,
presidente onoraria
dell'ARCI dal 2014.
Biografia[modifica |
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Figlia unica del
rappresentante

milanese di
commercio Gino
Castellina e di Lisetta
Liebman, un'ebrea
triestina[1], frequenta
il Liceo Tasso di
Roma[2] per poi
laurearsi in legge alla
Sapienza[3]. Nel
1947 partecipa al

primo Festival della


Giovent a Praga e in
quello stesso anno si
iscrive al PCI. Appena
laureata diventa
funzionaria della
FGCI[4], del cui
settimanale Nuova
Generazione sar
direttrice fino al 1962.

Brevemente
giornalista presso il
quotidiano Il Paese,
nel 1963 va a
lavorare presso la
sezione femminile del
PCI diretta da Nilde
Iotti. Allontanata da
Botteghe Oscure dopo
l'emarginazione

subita dalla corrente


"ingraiana" all'XI
congresso del PCI
stata impegnata
nell'UDI[5] della cui
presidenza stata
anche membro.
stata arrestata
diverse volte nel

contesto di
manifestazioni di
protesta: il 14 luglio
del 1948 in occasione
delle manifestazioni di
protesta contro
l'attentato a Palmiro
Togliatti; e poi nel
1950 e nel 1956 in
analoghe circostanze.

Nel 1963 in occasione


di una protesta degli
edili romani (poi
risultata una
provocazione di
Gladio, la rete segreta
della Cia) rimasta a
Regina Coeli per quasi
due mesi[6]. stata
anche arrestata ad

Atene e espulsa dalla


Grecia in occasione
del colpo di stato dei
colonnelli nel
1967[7].
Radiata dal PCI nel
1970 assieme al
nucleo fondatore della
rivista (poi quotidiano

e anche Movimento
Politico Organizzato)
Il manifesto, di cui
stata redattrice e poi
sempre collaboratrice.
Il Manifesto nel 1974
si unifica all'ala
sinistra del PSIUP
diretta da Vittorio
Foa, dando vita al

Partito di Unit
Proletaria per il
Comunismo. Eletta
nella lista Democrazia
Proletaria (cartello
elettorale fra varie
organizzazioni della
nuova sinistra) al
Consiglio regionale
del Lazio nel 1975, al

consiglio comunale di
Roma e quindi alla
Camera dei Deputati
nel 1976, in cui
stata anche
capogruppo[8].
Nel 1979 viene
nuovamente eletta,
ma ora nelle liste del

PDUP che non fa pi


parte della coalizione
DP, sia alla Camera
dei Deputati, che al
Parlamento Europeo
per il quale opta dopo
pochi mesi[3]. Nel
1983 viene
nuovamente eletta
alla Camera (dove

rester un solo anno),


e nel 1984 al
Parlamento Europeo.
Nel 1984 il PDUP
decide in un
congresso
straordinario di
sciogliersi e di entrare
(per alcuni di

rientrare) nel PCI.


Castellina diventa
membro della
Direzione del
Partito[9]. Rieletta nel
Parlamento Europeo
nel 1989, diventa
vicepresidente della
Delegazione
permanente per

l'America centrale e
del Sud[10].
Quando viene
proposto lo
scioglimento del PCI
Luciana Castellina
tra i primi firmatari
della mozione 2
(presentata da Ingrao

e firmata tra gli altri


da Natta e Magri) che
vi si oppone[11]. Nel
1992 entra nel partito
di Rifondazione
Comunista che si
formato nel
frattempo, dove
diventa direttrice del
settimanale

Liberazione
(quotidiano). Il 5
aprile 1992 rieletta
deputato alla Camera
in Umbria con
Rifondazione
comunista, ma si
dimette il 6 maggio
successivo[12].

Nel 1994 eletta


nuovamente al
Parlamento Europeo
(incarico che
manterr fino al
1999), diventando
presidente della
Commissione per la
cultura, la giovent,
l'istruzione e i mezzi

di informazione
(1994-1997) e della
Commissione per le
relazioni economiche
esterne (1997-1998).
Nel 1996 lascia
RIfondazione
Comunista insieme ad
un folto gruppo per

dissensi con la linea


del segretario Fausto
Bertinotti.
Fra il 1980 e il 1984
ha diretto, assieme a
Claudio Napoleoni e
Stefano Rodot il
settimanale Pace e
Guerra. Negli anni '80

stata anche
vicepresidente della
Lega per i diritti dei
popoli, di cui era
presidente il premio
Nobel per la pace
Adolfo Prez Esquivel
e coordinatore,
assieme al presidente
della Bertrand Russel

Foundation, Ken
Coattes, del
movimento pacifista
europeo (European
Nuclear
Desarmement). Dal
1999 al 2003
presidente
dell'Agenzia per la
promozione del

cinema italiano
all'estero "Italia
cinema". stata
anche nel CdA della
Fondazione Basso, e
presidente onorario di
Cineuropa.org
quotidiano online del
cinema europeo. Fra
il 2007 e il 2010 ha

insegnato come
professore a
contratto,
all'Universit di Pisa.
Nel 2014 stata
eletta presidente
onoraria dell'ARCI.
Inoltre stata
insignita della
decorazione di

commendatore della
Repubblica Argentina
e di quella di ufficiale
delle Arti e delle
Lettere della
Repubblica Francese.
Il suo libro
Cinquant'anni
d'Europa - una lettura

antiretorica (Utet,
2007), uscito in
occasione del
cinquantenario della
nascita dell'Unione
europea.Per ETS nel
2008 ha pubblicato
Eurollywood. Il
difficile ingresso della
cultura nella

costruzione
dell'Europa.[13]
Nel 2010 ha
collaborato al volume
collettivo Europa 2.0
Prospettive ed
evoluzioni del sogno
europeo[14], edito da
ombre corte, a cura di

Nicola Vallinoto e
Simone Vannuccini
con un saggio sul
tema dell'identit
europea.
Attualmente
membro del Consiglio
Nazionale dell'Arci e
Presidente Onorario

del sito sul cinema


europeo
Cineuropa.org.
Nel 2011 ha
pubblicato La
scoperta del mondo
(Nottetempo), ovvero
il suo diario dai
quattordici ai diciotto

anni, che racconta la


sua adolescenza e la
sua iniziazione
politica. Il libro
stato finalista al
65simo Premio
Strega. Nel 2012, con
Siberiana
(Nottetempo) ha
fornito un "diario di

viaggio" che intreccia


"memorie di cose
viste, lette e pensate
durante la sua lunga
esperienza politica e
culturale", in una
terra che, "nel ricordo
della prigione di
ghiaccio che stringeva
le catene dei forzati

nelle miniere dello zar


e dei dissidenti nei
gulag staliniani, si
rovescia, per i russi,
nel simbolo di un
perenne Far West
dello spirito".[15]
Il 29 gennaio 2015
Nichi Vendola e il

gruppo parlamentare
di SEL annunciano
che nelle prime tre
votazioni per
l'elezione del
presidente della
Repubblica voteranno
Luciana Castellina per
poi aderire dalla
quarta votazione alla

candidatura, avanzata
dal Partito
Democratico, di
Sergio Mattarella.
Nella prima votazione
ottiene 37 voti,
risultando cos la
terza pi votata dopo
Ferdinando

Imposimato e Vittorio
Feltri.
Gi sposata con il
dirigente comunista
Alfredo Reichlin, ha
avuto da lui due figli,
entrambi economisti:
Lucrezia (che insegna
alla London Business

School) e Pietro (che


insegna all'universit
Luiss di Roma).[16].
Il 29 marzo 2015
entra a far parte della
presidenza nazionale
di Sinistra Ecologia
Libert, il partito
guidato da Nichi
Vendola. Il 19 aprile

2015 viene eletta


componente del
Comitato nazionale de
L'Altra Europa con
Tsipras, la coalizione
della Sinistra Italiana
al Parlamento
europeo.

Note[modifica |
modifica wikitesto]
^ Corriere della Sera.
^ La Repubblica.
^ a b Camera dei
Deputati.
^ Luciana Castellina,
Terza via e specificit
nel Pci, in Critica
Marxista, n. 4 - 2004.

^ Udi Nazionale.
^ Il Manifesto
Bologna.
^ Carlo Giuliani.
^ Wikipedia.
^ Ediesse.
^ Parlamente
Europeo.
^ Wikipedia.

^ Luciana Castellina:
XI Legislatura della
Repubblica italiana /
Deputati / Camera dei
deputati - Portale
storico
^ Eurollywood Luciana Castellina Ed. ETS
^ [1]

^ Luigi La Spina,
recensione su La
Stampa
^ Paolo Foschi, I tre
Reichlin, dal Partito
comunista all'alta
finanza, in Corriere
della Sera, 3 maggio
2009, p. 12. URL

consultato il 29
settembre 2013.

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