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di Stefano Civitelli
Questi appunti riassumono il "Manuale di procedura penale" di Tonini e
affrontano i principali temi inerenti al diritto processuale.<br />
Dopo una carrellata storica sul processo penale dal diritto romano allo Stato
Assoluto francese e alla situazione dell'Inghilterra, vengono infatti toccati
argomenti quali: la definizione di processo penale, la giurisdizione e le
competenze territoriali; le funzioni del Pubblico Ministero e i rapporti con gli altri
Uffici preposti, il ruolo del giudice e l'elaborazione della sentenza; la difesa
dell'imputato, la costituzione in parte civile e il valore degli atti documentali.
Infine ci si sofferma sul valore delle prove e degli indizi raccolti e sulla
testimonianza: il suo valore penale, il segreto d'ufficio e l'influenza psichica sul
testimone.
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Il giudice che decide sullimpugnazione deve essere indipendente ed imparziale alla pari del giudice di
primo grado.
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23. Dopo il 1989: dal mito delloralit al recupero del diritto alla
prova nel processo penale
Col nuovo codice il legislatore ha creduto che le garanzie processuali potessero essere assicurate limitandosi
ad affermare il principio di oralit-immediatezza, cio rendendo in buona parte non utilizzabili le
dichiarazioni rese prima del dibattimento.
La fase delle indagini preliminari, pertanto, stata sguarnita della garanzia del contraddittorio e, soprattutto,
in essa si impedito lesercizio del diritto alla prova sul presupposto che i risultati, raccolti in tale fase, non
sarebbero stati utilizzabili per la decisione finale.
Anche dal punto di vista psicologico si sono manifestati problemi di adattamento degli operatori ad una
logica processuale completamente diversa da quella accolta dal precedente codice.
Occorre precisare che la legge delega del 1987 prevedeva che il Governo provvedesse ad emanare, entro 3
anni dallentrata in vigore del codice, disposizioni integrative e correttive nel rispetto dei criteri direttivi
fissati.
Il Governo ha utilizzato tale strumento in modo eccessivamente cauto e la sua carenza di iniziativa insieme
allinerzia del Parlamento sono state superate solo dalla Corte Costituzionale, che ha iniziato a dichiarare
illegittime, perch contrarie al principio di ragionevolezza, alcune disposizioni del codice e i relativi criteri
direttivi contenuti nella legge delega.
Le declaratorie di incostituzionalit, insieme alla situazione di emergenza provocata dagli omicidi dei
magistrati Falcone e Borsellino nel 1991, hanno indotto il Governo a modificare alcuni punti fondamentali
della disciplina del processo penale con un decreto legge del 1992.
Il testo originario del codice limitava in modo eccessivo la possibilit di utilizzare, ai fini della decisione, i
verbali delle dichiarazioni rese in segreto prima del dibattimento.
Il legislatore, con la legge di conversione del d.l. del 1992 ha ecceduto nel senso opposto, estendendone
soverchiante lutilizzabilit e ledendo il principio del contraddittorio.
Un parziale ritorno alla tutela del contraddittorio si avuto, per la fase anteriore al dibattimento con una
legge del 1995, e per la fase dibattimentale con una legge del 1997.
La legge del 1995 ha teso a ripristinare alcuni aspetti della separazione delle funzioni prima del
dibattimento: si tratta di uno dei settori in cui il codice del 1988 si dimostrato pi gravemente carente.
La legge, da un lato ha aumentato i poteri di controllo spettanti al GIP sugli atti che devono essere valutati al
fine di applicare le pi gravi misure cautelari, dallaltro lato ha riconosciuto espressamente la legittimit
delle indagini svolte dal difensore e ha sancito che la relativa documentazione pu essere presentata al GIP.
La legge del 1997 ha regolato il caso delicato in cui un imputato renda dichiarazioni contro un altro
imputato durante le indagini: tali dichiarazioni sono utilizzabili in dibattimento solo se rese nel rispetto del
contraddittorio, ossia in sede di incidente probatorio, oppure se laccusatore si presentava in giudizio per
farsi controesaminare, oppure infine se diventavano non ripetibili.
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Soggetti destinatari
Mentre i soggetti destinatari delle notificazioni possono essere:
- Pubblico Ministero, eseguite in modo ordinario o anche direttamente dalle parti mediante consegna di
copia dellatto alla segreteria.
- Difensore, possono essere eseguite in modo ordinario oppure in una forma semplificata che possono
utilizzare solo Pubblico Ministero e giudice e che consiste nella notificazione tramite mezzi tecnici idonei.
- Imputato detenuto, eseguite nel luogo di detenzione mediante consegna di copia alla persona.
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89. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti della
sentenza contumaciale
E' consentita la restituzione nel termine specificatamente nei confronti della sentenza contumaciale.
Il giudice dichiara la contumacia quando limputato non compare alludienza preliminare o dibattimentale e
la sua assenza non risulta ad assoluta impossibilit di comparire n a legittimo impedimento.
I requisiti per la legittima richiesta di restituzione nel termine sono:
- oggettivamente la sentenza deve ssere irrevocabile e valida;
- soggettivamente soltanto limputato pu presentare listanza.
La richiesta deve essere presentata al giudice competente entro 30 giorni da quello in cui limputato ha avuto
conoscenza effettiva del procedimento, a pena di decadenza.
La particolarit della restituzione nel termine per la sentenza contumaciale sta nellinversione dellonere
della prova in quanto, una volta che limputato ha proposto istanza, questa deve essere accettata salvo che
sia accertata una delle seguenti situazioni:
- che limputato abbia avuto conoscenza effettiva del procedimento e, al contempo, abbia rinunciato a
comparire;
- che limputato abbia avuto conoscenza effettiva del procedimento e, al tempo stesso, abbia rinunciato
volontariamente a proporre impugnazione;
Se sussiste una di queste due situazioni il giudice respinge la richiesta.
Ci che limputato ottiene con la restituzione nel termine di sentenza contumaciale la possibilit di
presentare una impugnazione contro tale sentenza, pertanto egli ha lonere di proporre appello e, in tale sede,
di esercitare i propri diritti.
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90. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti del
decreto penale di condanna
E' consentita la restituzione nel termine specificatamente nei confronti del decreto penale di condanna.
Identici sono i termini per presentare la richiesta, ossia 30 giorni, e linversione dellonere della prova in
favore dellimputato.
La competenza del GIP in quanto a lui spetta la competenza sulla ammissibilit o meno dellopposizione.
La restituzione nei termini per la sentenza contumaciale e per il decreto penale di condanna giustificata dal
presupposto che limputato pu aver avuto conoscenza soltanto presunta, e non effettiva, dellatto.
Lordinanza che concede la restituzione nel termine deve essere motivata e non pu essere impugnata
autonomamente, ma soltanto con la sentenza che decide sullimpugnazione o sulla opposizione.
Nellordinanza il giudice adotta tutti i provvedimenti necessari per far cessare gli effetti determinati dalla
scadenza del termine.
Lordinanza che respinge la richiesta di restituzione nel termine , invece, autonomamente impugnabile
tramite ricorso per Cassazione.
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ad unaltra prova il cui reperimento sia stato determinato dalla prima, si pensi alle intercettazioni o alle
perquisizioni illegittime dalle quali emergano fatti rilevanti ai fini penali.
Secondo un primo orientamento linutilizzabilit derivata non esiste, perch in materia di inutilizzabilit non
vi una norma espressa che la commina, come avviene con lestensione della nullit in ambito di nullit.
In base a un differente indirizzo, il nesso funzionale di dipendenza comporta lestensione dellinutilizzabilit
alla prova successivamente reperita: la c.d. teoria dei frutti dellalbero avvelenato.
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Latto abnorme
Latto abnorme, sempre creato in via giurisprudenziale, causa linvalidit di quei provvedimenti affetti da
anomalie cos gravi da renderli del tutto eccentrici rispetto al sistema del codice.
Questo vizio atipico giustifica limmediato ricorso per Cassazione.
Comprende i casi di provvedimenti che:
per la singolarit e la stranezza del contenuto risulta estraneo allintero ordinamento processuale;
si esplichi al di fuori dei casi consentiti e delle ipotesi previste al di l di ogni ragionevole limite.
Limpugnabilit dellatto abnorme in sede di Cassazione dipende non dalla sua conoscenza legale ma dalla
sua conoscenza concreta.
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Ammissione
La richiesta di ammissione di un singolo mezzo di prova effettuata, di regole, dalle parti al giudice: le parti
hanno lonere di introdurre il mezzo di prova (c.d. onere formale della prova).
Il giudice ammette la prova in base quattro criteri:
- la prova deve essere pertinente, cio deve tendere a dimostrare lesistenza del fatto storico;
- la prova non deve essere vietata dalla legge;
- la prova non deve essere superflua, cio sovrabbondante;
- la prova deve essere rilevante, il suo probabile risultato deve essere idoneo a dimostrare lesistenza del
fatto da provare.
Non occorre che la rilevanza o la non-superfluit siano certe, sufficiente il dubbio, e cio la non
manifesta irrilevanza o superfluit.
Il giudice decide sulla richiesta di ammissione con una ordinanza motivata.
Assunzione
Se si tratta di prove dichiarative, queste vengono assunte in dibattimento col metodo dellesame incrociato.
Spetta alle parti il compito di rivolgere le domande al dichiarante, mentre spetta al giudice sovrintendere allo
svolgimento dellesame al fine di assicurare la lealt dello stesso, la pertinenza delle domande, la correttezza
delle contestazioni e la genuinit delle risposte.
Se si tratta di documenti o documentazioni, il codice utilizza il termine acquisizione: il senso stretto indica
lassunzione della prova precostituita e cio formata prima o fuori del dibattimento.
Valutazione
Valutazione, spetta al giudice la valutazione dellelemento di prova raccolto.
Il giudice pu ritenere non credibile il dichiarante o non attendibile la sua narrazione del fatto.
Il principio del libero convincimento non esime il giudice dal motivare la sua valutazione, egli deve dare
conto dei risultati acquisiti e dei criteri adottati nel valutare la credibilit e lattendibilit delle prove.
Lelemento di prova, valutato dal giudice, d luogo al risultato probatorio.
Accade comunemente che non vi soltanto una prova, bens ve ne sono pi di una, e i relativi risultati
probatori devono essere valutati dal giudice al fine di ricostruire il fatto da provare.
La ricostruzione del fatto storico, e la relativa motivazione, una delle tre parti fondamentali di cui si
compone una sentenza.
Il giudice deve indicare le prove poste a base della decisione ed i motivi per i quali ritiene non attendibili le
prove contrarie.
Le parti possono sottoporre a controllo la motivazione impugnando la sentenza.
Il giudice dappello accerta se lorgano giudicante di primo grado ha fatto malgoverno delle risultanze
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probatorie, cio accerta se ha sbagliato sia a valutare la credibilit della fonte o lattendibilit
dellelemento di prova, sia ad interpretare i vari risultati probatori.
La Corte di Cassazione deve vagliare la correttezza del ragionamento per accertare se vi sia mancanza o
manifesta illogicit della motivazione.
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delle parti.
Il requisito della idoneit ad assicurare laccertamento dei fatti cosi generale che pu essere integrato dai
criteri elaborati dalla sentenza Daubert.
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3. ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, data la particolare qualifica sono tenuti ad informare il Pubblico
Ministero di tutti i reati procedibili dufficio dei quali sono venuti comunque a conoscenza, quindi anche al
di fuori del servizio svolto.
Inoltre hanno una esenzione dallobbligo di denuncia il difensore e i suoi ausiliari, in relazione ai reati dei
quali abbiano avuto notizia nel corso delle attivit investigative da essi svolte.
In pratica tali soggetti sono trattati da privati anche quando svolgono investigazioni difensive.
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Percezione
E un processo che implica il riconoscimento e linterpretazione degli stimoli che colpiscono i nostri sensi.
Pu essere definita come lelaborazione cosciente dellinformazione sensoriale che perviene al cervello.
A questo livello della testimonianza possiamo gi incontrare i primi difetti della conoscenza, derivanti dalla
limitatezza delle capacit umane:
ciascuno di noi pu raccogliere dallambiente esterno solo un numero determinato di stimoli
contemporaneamente;
abbiamo una percezione dinsieme e non di singoli particolari;
abbiamo emozioni, pregiudizi o aspettative che derivano da precedenti esperienze e che influiscono sulla
nostra conoscenza.
Quando giungono sensazioni incomplete, il cervello tende a colmare le lacune; oppure, quando arrivano una
pluralit di sensazioni in contrasto tra loro, il cervello tende prevalentemente ad escludere quella che in
modo soggettivo ritiene contraddittoria.
Tutto ci d luogo ai c.d. fenomeni di illusione.
Il momento della percezione interno alla psiche delluomo, perci non controllabile dal sistema
giudiziario.
Il perito pu fare soltanto una diagnosi sulle circostanze ambientali e le disposizioni psicologiche in cui si
trovava il testimone.
Queste due fasi formano la c.d. fase precettiva.
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Indice
1. Definizione di diritto processuale penale
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23. Dopo il 1989: dal mito delloralit al recupero del diritto alla prova nel processo
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89. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti della sentenza
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90. Restituzione nel termine nel processo penale nei confronti del decreto penale di
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95. Distinzioni tra nullit intermedie e nullit relative nel processo penale
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103. Il contenuto logico dei tre momenti fondamentali della decisione del giudice
106
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111. Il quantum della prova (c.d. standard probatorio) nel processo penale
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