Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Lo scrittore manipola la disposizione temporale secondo la sua particolare ottica narrativa (criterio estetico).
La Spannung= il punto culminante della tensione che prelude al capovolgimento cruciale della
situazione(Marchese) scioglimento
Esposizione= situazione di partenza dei personaggi e dei loro rapporti (esposizione ex abrupto/ differita )
2. far vedere un paesaggio/ambiente secondo il punto di vista del narratore, o secondo le variazioni di
campo visivo e di prospettiva che egli introduce (Piochi,1989, p.145).
Le coordinate spaziali spesso possono anche ricoprire un valore
simbolico analogia/contrasto con i personaggi/fatti, con la psicologia del personaggio (il palazzo
arroccato sulle montagne, indice di aggressivit e/o violenza)
TEMPO REALTA
AUTORE
Tempo della ideazione
TEMPO REALTA
LETTORE
Tempo della fruizione
Composizione
il tempo della lettura relativo al narratario, cio al destinatario interno alla narrazione (di scarso
rilievo), rarissimi esempi:
Come avete potuto, signora, essere cos disattenta nel leggere il capitolo precedente?
(Laurence Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy gentiluomo), in: Piochi,1989, p.160)
IL TEMPO DELLA FINZIONE (LETTURA)
Schema di Chatman
Autore
reale
Autore (Narratore) (Narratario)
implicito
Lettore
implicito
Lettore
reale
S.Chatman, Storia e discorso. La struttura della narrativa nel romanzo e nel film, Parma, Pratiche ed., 1981,
pp.51-52
Il punto di vista
E importante vedere quale rapporto intercorre tra il narratore e i fatti da lui raccontati: qual la prospettiva o punto
di vista da cui si pone il narratore per raccontare la sua storia. L'occhio del narratore infatti paragonabile a una
cinepresa, con cui si pu ritrarre la realt da angolature diverse. Il punto di vista chiamato perci anche
focalizzazione, termine proprio della cinematografia.
Il narratore pu essere interno, quando colui che racconta uno dei personaggi della vicenda e riferisce fatti ai quali ha
partecipato, parlando in prima persona (io narrante); o esterno, quando colui che racconta non partecipa alla vicenda
narrata nell'opera ma riferisce dall'esterno i fatti, parlando in terza persona.
Il narratore esterno, a sua volta, pu far sentire o meno la propria presenza nel corso della narrazione: pu essere cio
palese, quando manifesta apertamente il proprio ruolo, intervenendo per dare spiegazioni al lettore, commentare il
significato di un episodio, esprimere giudizi e riflessioni; oppure pu mantenersi occulto, limitandosi a riferire i fatti
con un resoconto oggettivo, senza intervenire direttamente con interpretazioni e commenti.
Il punto di vista pu rimanere lo stesso per tutta la narrazione, o cambiare pi volte all'interno dello stesso testo. Pu
anche essere inserito un narratore di secondo grado, cio un narratore che racconti una storia compresa in quella
riferita dal narratore primario: un racconto nel racconto.
Il narratore popolare
In Vita dei campi, nei Malavoglia, nelle Novelle rusticane e in molte altre parti della sua opera, Verga affida
interamente il racconto dei fatti a un narratore popolare che appartiene allo stesso piano sociale dell'ambiente e dei
personaggi rappresentati, condividendone gli usi, le abitudini e le credenze. Si tratta di una voce non identificabile
precisamente in questo o quel personaggio: una voce anonima, espressione corale dell'ambiente rappresentato. Questa
voce non neutrale, ma tendenziosa: ha fatto propri i valori vincenti del profitto, della roba, della forza e si
accanisce senza piet contro i diversi, vale a dire contro i perdenti. Il racconto imita l'andamento e i caratteri della
narrazione popolare. La lingua assume il colore locale, non pi limitato alle battute di dialogo: presenta toni realistici,
imita costrutti, espressioni e sgrammaticature del parlato.
Si tratta certo di un artificio letterario, Verga ne consapevole; tuttavia l'espediente atto a rendere meglio, secondo le
sue parole, l'illusione della realt. E come se ambiente e personaggi rappresentati si raccontassero da soli, senza
passare attraverso il filtro della voce del narratore colto, liberi dal peso delle parole convenzionali e degli stereotipi
della tradizione letteraria (ho cercato di mettermi nella pelle dei miei personaggi, vedere le cose coi loro occhi ed
esprimerle colle loro parole- ecco tutto, scriveva il 14 luglio 1899 a Edouard Rod, il traduttore francese dei
Malavoglia). La prosa guadagna cruda efficacia e vigore polemico. Spetta poi al lettore interpretare la pagina, trarne la
morale ristabilendo i corretti equilibri etici.
Un esempio la presentazione di Rosso Malpelo. Rileggiamo la presentazione di Malpelo Malpelo si chiamava cos
perch aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perch era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire
un fior di birbone Con quel che segue nei primi quattro paragrafi del racconto Malpelo un probabile ladro, un
monellaccio un brutto ceffo, torvo ringhioso e selvatico, paragonato a un can rognoso, alle bestie, allasino
grigio.
La voce narrante sposa senza esitazione la credenza popolare che addita nei capelli rossi un segno di malizia e
cattiveria, e ne trae con rigore le conseguenze. Ogni azione e ogni atteggiamento del ragazzo chiosato dal narratore
popolare in senso malevolo. Di fronte alla disperazione del ragazzo che scava con le mani nella rena che ha sepolto il
padre, non esprime nessuna, piet e nessuna comprensione, solo risate e battute di scherno. L'atteggiamento
'protettivo verso Ranocchio interpretato come un raffinamento di malignit. A Malpelo associata un'intera serie
di dispregiativi: monellaccio visaccio occhiacci cervellaccio, un malarnese, anche per la madre, per tre
volte il diavolo evocato come suggeritore delle sue azioni. Inoltre si tace il vero nome del ragazzo dato che tutti lo
hanno ormai dimenticato.
La stessa voce che si accanisce su Malpelo bolla di stupidit e bestialit il padre di lui, un povero diavolaccio
chiamato mastro Bestia perch mansueto, ingenuo e buono. Malpelo avverte la diversit del padre e sua rispetto all
ambiente che li circonda: borbottava: Anche con me fanno cos e a mio padre gli dicevano Bestia, perch ei non
faceva cos. E dunque consapevole dei soprusi subti.
Il vero Malpelo
A dispetto della tendenziosit della voce narrante il lettore capisce bene che in realt Malpelo una vittima. E legato al
padre da un affetto tenero, che continua negli oggetti che questi gli ha lasciato (le scarpe di suo padre appese al
chiodo restano da ultimo il suo unico legame con il mondo). Ha per Ranocchio un sentimento di vera amicizia, anche
se vissuto in modi rudi, violenti, selvatici, i soli che Malpelo conosca. Non capisce la disperazione della madre di
Ranocchio, perch non ha mai conosciuto l'amore della propria madre. Dalla sua esperienza di vita ha tratto una
filosofia spietata; la legge della forza domina ogni aspetto del mondo umano, animate e minerale (anche la rena): vince
chi picchia di pi. La morte al centro delle sue riflessioni e trova espressione nelle frequenti visite alla carcassa
dell'asino grigio; il fine di tutto, lo stato in cui non si soffre pi. La voce narrante gratifica il ragazzo di continui
paragoni con le bestie - asino cane, bufalo feroce -, ma bestie sono cosi perch aveva i capelli rossi ed aveva i capelli
sono le persone che ha intorno la madre e la sorella che si vergognano di lui e lo lasciano solo, quando, ottenuta con il
matrimonio una soddisfacente sicurezza economica non hanno pi bisogno dei soldi della sua paga; il padrone e gli
altri minatori che lo sfruttano lo deridono e lo maltrattano senza scrupoli spesso in modo gratuito, facendolo diventare
il capro espiatorio per ogni problema che sorge nella cava e l'autore certo di ogni malefatta.
Assumere il punto di vista di un narratore popolare incolto significa anche abbandonare la levigata lingua letteraria a
favore di uno stile realistico che imiti il parlato. In Rosso Malpelo, il racconto ricalca spesso il ritmo della narrazione
orale. Ad esempio gli snodi della vicenda da un capoverso all'altro, sono di frequente segnati dalla ripresa, dal
rilancio di parole ed espressioni che chiudevano il periodo precedente perch mastro Misciu suo padre era morto
nella cava / Era morto cos tu non ci morrai nel tuo letto come tuo padre / invece nemmen suo padre ci mori nel
suo letto aggiungendo: Io ci sono avvezzo / Era avvezzo a tutto lui.
Il narratore commenta e postilla i fatti con il vocabolario e il rigore logico che gli proprio solo un minchione come
mastro Misciu aveva potuto lasciarsi gabbare a questo modo dal padrone; o con similitudini e paragoni tratti
dallesperienza e dai modi di dire proverbiali diffusi nell'ambiente descritto; d'altra parte tutto pericoloso nelle cave
cave e se si sta a badare al pericolo e meglio andare a fare l'avvocato; qualche tiro di quelli che sembrava ci avesse
messo la coda il diavolo; quasi fossero state le pantofole del papa; fissandolo con quei suoi occhiacci spalancati
come se volesse fargli il ritratto o con esclamazioni enfatiche il cottimante!.
sentimenti senza che debba intervenire lo scandaglio introspettivo dell'autore, interdetto nel metodo
impersonale.
Allo stesso tempo, dato che pensieri e parole del personaggio sono inseriti senza preavviso nel corpo della
narrazione, si crea una suggestiva ambiguit tra ci che il narratore dice per proprio conto e ci che esprime
per conto del suo personaggio. Il discorso personale e soggettivo di uno degli attori riferito come se
appartenesse al piano del racconto oggettivo condotto dal narratore; il racconto del narratore si colora a
sua volta della soggettivit del personaggio. L'indiretto libero dunque vivacizza la frase, movimenta i
piani del racconto e lo arricchisce di significato.