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Pioniere in Italia di questa nuova tendenza fu il maestro Marco Bertona che nel 1985 organizz il
primo viaggio studio in Cina presso il Dipartimento di Wushu dell'Istituto di Educazione Fisica di
Pechino.
La diffusione del Wushu moderno sportivo, sia come disciplina, sia come elemento culturale,
inseribile da allora nell'insieme di collaborazioni ed interscambi culturali, economici e tecnologici
che ha intrapreso la Repubblica popolare Cinese in epoca contemporanea,[7] dunque l'ampia
diffusione che il Wushu moderno sportivo ha avuto, raggiungendo sempre pi stati e regioni, pu
essere raggruppato nell'insieme del patrimonio culturale cinese che ha contribuito e costituisce parte
del patrimonio culturale comune mondiale.
Come gi affermato precedentemente, il Wushu, date le sue peculiarit e le sue millenarie radici,
considerabile infatti non solo come un'attivit sportiva complessa e benefica, ma una risorsa storica
e culturale, una parte di storia dell'arte della Cina, eredit del popolo cinese, che come l'arte della
calligrafia o la medicina tradizionale attualmente diffuso e fruibile a livello mondiale.
La diffusione internazionale del Wushu, cos come di ogni altro patrimonio culturale, richiede per
un processo di acculturazione ed adattamento di quanti vogliano avvicinarsi alla pratica ed allo
studio, ed in questo doveroso processo di apertura verso la materia in studio necessaria l'adozione
di un linguaggio specifico, settoriale ufficiale, accurato, standardizzato, omogeneo e disambiguo.[8]
La necessit di adozione della terminologia del wushu ufficiale standardizzata, ossia la
nomenclatura cinese ufficiale, potrebbe essere motivata con svariate ragioni, tra cui:
L'adozione della Terminologia ufficiale cinese del Wushu non si presenta dunque come una finezza
superflua, di cui dotare o meno la pratica e l'insegnamento, ma una caratteristica necessaria in un
contesto di diffusione nazionale ed internazionale, che porterebbe benefici sia ai singoli centri di
pratica e d'insegnamento, sia agli insiemi nazionali ed internazionali di pratica.[12]
L'utilizzo di una terminologia standard ed ufficiale faciliterebbe la comunicazione fra i praticanti,
siano essi allievi e/o insegnanti, incentivando la collaborazione e l'interscambio positivo tra i
membri dei vari centri di pratica.[13]
Al tempo stesso, l'utilizzo della terminologia cinese ufficiale incrementerebbe l'importanza e
l'identit di una eventuale terminologia locale, che per avere un valore oggettivo ed una significanza
deve per presentare le proprie equivalenze con la nomenclatura standard ed internazionale. In altre
parole, la nomenclatura standard del Wushu potrebbe essere paragonata ad un linguaggio nazionale
- ad esempio l'italiano patrimonio culturale e mezzo primo di comunicazione di un popolo il
popolo italiano = tutti i praticanti di wushu del mondo; stabilita questa equivalenza allora si
potrebbero paragonare le citt d'Italia alle nazioni ed ai centri di pratica del mondo, e le
terminologie locali adottate una variet dialettale locale (ad es.: il dialetto Veneziano, Romagnolo,
Toscano, Pugliese, Siciliano, ecc...). dunque evidente che, per la comprensione ed il dialogo fra i
vari centri di pratica (sia le citt, sia gli abitanti delle singole citt alias i praticanti di Wushu delle
diverse nazioni e dei diversi centri di studio), sia necessaria l'adozione della lingua nazionale
ufficiale (l'Italiano del nostro esempio) che deve essere appreso laddove esista conoscenza della
sola variet dialettale locale.[14]
Come accennato precedentemente, queste variet dialettali locali non verranno sminuite
dall'acculturazione verso la lingua ufficiale e standard del Wushu, ma ne saranno ancor pi
valorizzate poich si arricchiranno di fondatezza oggettiva, ed allo stesso tempo i centri di pratica
avranno iniziato un processo di adeguamento verso i requisiti necessari alla diffusione mondiale del
Wushu, che impone obbiettivi comuni da perseguire, oltre che l'interesse delle singole sedi di
pratica.[15]
La standardizzazione dei termini del Wushu e delle espressioni dunque parte essenziale del
processo di diffusione del Wushu stesso, un passo fondamentale e necessario nello sviluppo delle
arti marziali cinesi, in particolar modo in un contesto di collaborazione, interazione e scambio
internazionale, cos come nei lavori di traduzione dalle fonti originali cinesi alle varie lingue del
mondo.
L'utilizzo di una terminologia standard e delle espressioni ufficiali cinesi del Wushu appaiono
dunque come la base della comunicazione, in un dialogo richiesto dalla inoppugnabile realt della
diffusione mondiale del Wushu moderno sportivo e dalla sempre crescente domanda di pratica, sia a
livello nazionale che internazionale.
Shaolinquan
(cinese: , Wade-Giles: Shaolin Ch'an) (letteralmente "Pugno della Giovane Foresta")
Wing Chun
(cinese: , pinyin: yng chn, Eterna Primavera - vengono anche utilizzati altri ideogrammi con
lo stesso suono: e ). Il nome l'abbreviazione di Wing Chun Kuen (, Pugilato
dell'Eterna Primavera) e viene traslitterato in vari modi dalle diverse federazioni, ma nonostante il
nome uguale o simile spesso vi sono sensibili differenze nell'interpretazione di alcuni princpi
Choy Lee Fut, Cailifo ?
stile ideato da Chan Heung nel 1836 dalla sintesi degli stili di kung fu che impar in
giovent da 3 grandi maestri. Lo stile composto da innumerevoli forme, sia a mani nude
che con le armi. Lo stile caratterizzato da movimenti ampi e veloci di braccia che mirano
al colpire senza tregua uno o pi avversari durante un combattimento.
Bjqun ? Wade-Giles Pa Chi Ch'an
Letteralmente boxe delle 8 direzioni, caratterizzato da posizioni basse, calci bassi e colpi
portati in modo "esplosivo"; ora lo stile praticato ufficialmente dai militari dell'esercito
cinese.
Fnziqun ?
Hngji ?, pinyin wade
stile ampiamente conosciuto per via della sua efficacia nel combattimento e nel
rafforzamento del corpo del praticante. uno stile duro, basato molto sul wu hsing shaolin
ch'uan.
Meihuaquan ?
Hongquan , , ?
Baimeiquan ?
stile taoista del soppraciglio bianco, leggendariamente fondato e praticato da colui che
avrebbe tradito il monastero di Shaolin, il monaco Pak Mei.
Tongbeiquan ?
Lanshoumen ?;
Sanhuang Paochui ?;
Bafaquan ?;
Mingtangquan ?;
Mizongquan ?;
Sunbinquan ?;
Rougongmen ?;
Kejiaquan ?;
Yingmenquan ?;
Feihuquan ?;
Goujiaquan ?;
Le sequenze di movimenti seguono i principi di diversi metodi e stili, e possono essere a mano nuda
o con attrezzi ed armi.
Chang Quan [modifica]
(Cinese: , Pinyin: Changquan) letteralmente Chang = lungo, Quan = pugno. L'origine del
Changquan si fa risalire all'imperatore Song Taizu e le sue tecniche si trovano descritte nel trattato,
sugli stili del Wushu, del Generale Qi Jiguang.
In epoca moderna il Changquan diventato la disciplina nazionale pi diffusa, seconda solo al
Taijiquan, e la sua tecnica stata codificata in forme chiamate Taolu. La particolarit principale del
Changquan costituita dai gesti ampi e distesi, con movimenti agili e rapidi nei quali la mano si
allunga per attaccare a distanza. Il passo veloce, il salto elevato, le sequenze di movimenti
caratterizzate da un ritmo vivace ma variato, dove alla velocit si alternano lentezza ed alcune
pause.
Le posizioni statiche sono molto solide, i ritmi chiaramente definiti e i colpi molto precisi e le doti
acrobatiche degli atleti sono molto evidenziate.
Attraverso gli esercizi si accresce la forza, la velocit, l'agilit, la flessibilit e la resistenza, viene
stimolato lo sviluppo fisico, ci si addestra nella tecnica di difesa e di attacco.
Lo studio del Changquan include anche la conoscenza delle 4 armi di base: il bastone e la lancia armi lunghe; la spada e la sciabola - armi corte.
Nan Quan [modifica]
Nelle arti marziali cinesi l'uso delle armi si sviluppato parallelamente alla pratica a mani nude.
Nel Wushu moderno le armi fondamentali sono:
Il Sanda (o Sanshou) l'erede sportivo dell'antica tradizione del combattimento a mani nude cinese
e nel passato le competizioni di combattimento libero erano molto popolari.
Dal punto di vista tecnico questa disciplina permette di utilizzare un'ampia variet di tecniche che
comprendono colpi portati con le gambe, pugni e proiezioni ovvero tecniche che prevedono
l'atterramento dell'avversario durante le azioni di corpo a corpo.
Il combattimento e l'addestramento prevede che si indossino adeguate protezioni: guantoni,
paradenti, caschetto, corpetto, conchiglia e paratibie.