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GUAZZABUGLIO DI PAESE
Gli scontri del 1 maggio 1920 a Paola, la morte
di Nicola De Seta e il complotto antisocialista
Angelo Pagliaro
GUAZZABUGLIO DI PAESE
Gli scontri del 1 maggio 1920 a Paola, la morte
di Nicola De Seta e il complotto antisocialista
Edito in proprio
Finito di stampare nel mese di ottobre 2011
presso Grafiche G.Gnisci San Lucido (CS)
Propriet letteraria riservata allautore
In copertina:
Il sergente Nicola De Seta durante il servizio militare
(per gentile concessione del nipote Claudio)
Schede biografiche
Alcuni dei documenti di riportati in questo libro fanno parte dei
fascicoli personali del fondo del Ministero dellInterno, Direzione
Generale di Pubblica Sicurezza Divisione Affari Generali e
Riservati, Casellario Politico Centrale (dora in poi, CPC) e sono
seguite dalla collocazione archivistica che comprende lindicazione
della serie (CPC), della busta (b.), e del fascicolo (f.)
corrispondente, del numero delle carte (cc.) e degli anni della
documentazione contenuta nel fascicolo. Tutti i fascicoli personali
delle persone nate o residenti in Calabria e schedate nel CPC sono
conservati in copia presso il Dipartimento di Storia dellUniversit
degli Studi della Calabria.
Ringraziamenti
Si ringraziano i sig.ri Claudio De Seta e Francesco Miceli
Picardi per la documentazione fornita. Ringrazio, con particolare
affetto, il mio caro amico Alfonso Perrotta che mi ha aiutato nelle
ricerche presso lArchivio di Stato di Roma e il Prof. Giuseppe
Masi, Direttore dellICSAIC di Cosenza.
Prefazione
I fatti luttuosi, accaduti a Paola il 1 maggio del 1920, con il
coinvolgimento del presidente della locale Lega cattolica dei
contadini, Nicola De Seta, e di altri otto manifestanti, non possono
definirsi soltanto un guazzabuglio di paese. C qualcosa di pi
attendibile. Lautore ne consapevole e perci accenna ad una
congiura antisocialista, ma, nello stesso istante, da accorto
conoscitore della storia locale paolana del Novecento, non vuole
sbilanciarsi troppo per non forzare di molto gli avvenimenti.
Dovuta, secondo le autorit di polizia, anche ad odi tradizionali e
alle solite discordie paesane tra le diverse fazioni per la conquista
del potere municipale, nel nostro caso tra socialisti e popolari, la
giornata paolana per la celebrazione del primo maggio, con corteo
socialista e contro-corteo popolare, viceversa parte integrante del
periodo di tensione e di conflittualit che caratterizza la Calabria
e le altre regioni italiane negli anni immediatamente successivi alla
conclusione della prima guerra mondiale; sono i giorni del
cosiddetto biennio rosso, in cui lo Stato liberale assiste,
impotente, al mutamento dei vecchi equilibri politici, in parte gi
incrinati dal conflitto.
Levento di Paola, sicuramente, risente delle motivazioni locali, ma
vi si accompagnano altri fattori, sia di carattere politico, sia sociale
che investono la natura stessa della lotta, dello stato dei partiti
impegnati in queste battaglie, non immuni, nello specifico
frangente, da trasformismi e da infiltrazioni clientelari.
Esso sinserisce nella crisi didentit ideologica della Federazione
socialista cosentina, spaccatasi, a pochi mesi dalla sua
ricostituzione, tra elezionisti e astensionisti, tra gli esponenti
della citt e quelli della campagna, tra riformisti e massimalisti.
Una dicotomia questa che, pur essendo nelle linee generali, la
ripercussione di un dissenso dottrinale a livello nazionale, nella
citt bruzia scade in accuse contro le persone, con addebiti di tale
gravit da portare il partito a non essere presente, con una lista
propria, nella competizione elettorale del 1919. Ai dissidi interni si
aggiungono, poi, i rapporti esterni, in particolare il confronto e i
passi politici da compiere col giovane partito popolare, nato di
recente a Cosenza ad opera di De Cardona, di don Luigi Nicoletti e
di altri esponenti cattolici.
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Capitolo primo
Don De Lillo
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Non cero. Queste storie sono state versate nel mio ascolto di bambino da
adulti che si raccontavano comera andata a loro nella citt tiella (padella).
Non si rivolgevano a me. Cos vanno a piantarsi le storie, per ascolto rubato,
dietro porte che chiudono male. Davide in un salmo scrive: Un paio di
orecchie hai scavato in me. Adopera il verbo con cui si scavano i pozzi. Perch
cos sono le orecchie: cisterne in cui raccogliere lacqua piovana delle storie.
Cos riemergono con le loro voci, dalle orecchie scavate nellinfanzia.
Erri De Luca
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Due momenti della festa del primo maggio 1922 a Paola. (Fototeca ICSAIC
Cosenza)
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Capitolo secondo
Le indagini
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Prefetto Andreoli
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Capitolo terzo
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LUNIONE
ORGANO PROVINCIALE DEL P.P.I
Cosenza 3 Maggio 1920.
I FATTI DI PAOLA
Ecco il racconto dei fatti avvenuti a Paola, il primo maggio, che
doveva essere la festa del lavoro. E un racconto che non teme
smentite, perch risulta da narrazione ufficiale. Al mattino, i
socialisti e i radicali tennero in piazza, il comizio per celebrare la
festa del lavoro e per dir male del Partito Popolare Italiano, come
fece uno degli oratori, lavv. Mancini. Nessuno interruppe gli
oratori, nessuno protest; non una parola, non un gesto che
turbasse, anche per poco, i festeggiamenti radico-socialisti. Pi
tardi si seppe che i Popolari, provocati in quel modo, avrebbero
voluto tenere anchessi, un comizio per affermare il loro punto di
vista. Il loro pensiero nella ricorrenza del Primo Maggio, tanto pi
che si trovava in Paola il Deputato del Partito on. Miceli Picardi.
Ma i socialisti e i radicali in piena solidariet fecero a loro volta
sapere che ai popolari non avrebbero permesso il comizio, ad ogni
costo anche a costo di versar sangue- frase consacrata in rapporti
ufficiali. Allora i popolari furono pregati di rinunziare al comizio
rinunziare cio alla libert di affermare il proprio programma e di
difendersi pubblicamente, come pubblicamente erano stati accusati
da socialisti e da radicali. E in parte rinunziarono. Nel pomeriggio
di quellinfausto giorno, una schiera di popolari si rec innanzi alla
casa de lon. Miceli Picardi, che fu invitato a parlare. Ma a molti di
quella schiera non parve ragionevole essere cos paurosamente
remissivi, da evitare assolutamente la piazza dove altri cittadini non
superiori in niente a ciascuno di loro, avevano, al mattino, potuto
dire, indisturbati tutto quello che avevano voluto dire. Il corteo si
mosse risoluto e ordinato. Giunto in vicinanza della casa in cui ha
sede il circolo socialista, una scarica di pietre, seguita tosto da una
scarica di colpi di rivoltella vero fuoco di sbarramento accolse
(si noti la parola accolse, consacrata in atti ufficiali) i popolari e
particolarmente quelli che erano in testa al corteo. Il momento fu
breve e tragico. Colpito a morte da un proiettile radico-socialista,
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la parola socialista
ORGANO DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE
14 maggio 1920
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(ACS Min. interno Dir.Gen. P.S. Div. AA.GG.RR. CPC, b. 2651, f. 3851,
cc. 112, 1925-1940)
Itria Francesco, negli ani 60, seduto davanti alla Sezione del P.C.I. di Paola, che
allora era in Corso Roma, in compagnia del giovane dirigente comunista Eusebio
Imbroinise
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Telespresso del Ministero degli Affari Esteri, in data 20 febbraio 1920, diretto al
Prefetto di Cosenza ed al Ministero dellInterno sul conto di Itria Francesco.
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Raffaele De Luca
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Prefettura di Cosenza
RISERVATA
TARSITANO Amabile di Vincenzo e di Granata Isabella, nato a
Paola (CS) l'11 giugno 1882, ammogliato a Chimenti Maria con tre
figli- classe 1882- , 3 Categoria.
Cenno biografico al giorno 7 ottobre 1920
Riscuote nessuna fama, di carattere serio e di educazione
mediocre, intelligenza comune e scarsa cultura, ha frequentato le
classi elementari ed occupato quale esattore delle imposte.
Frequenta gli affiliati al suo partito e con la famiglia si comporta
bene. Non ebbe mai cariche amministrative. E inscritto al partito
socialista ufficiale.
Fa poca o quasi nessuna propaganda nei rapporti del partito, per si
serve di esso per giovarsi nelle lotte amministrative locali. Serba
contegno indifferente colle autorit. Prese e prende parte a tutte le
manifestazioni di partito. Non stato mai condannato n proposto
per lammonizione o domicilio coatto. Egli il 6 maggio u.s. fu tratto
in arresto in seguito a mandato di cattura del Giudice Istruttore del
Tribunale di Cosenza in data 4 stesso mese quale imputato del reato
di cui allart. 374 cod. Penale, commesso nel conflitto avvenuto in
Paola il 1 maggio 1920. Il 24 stesso mese il Tarsitano ottenne la
libert provvisoria. Il predetto non pare possa dirsi del tutto
pericoloso in fini politici, ma si ritiene capace in eventuali
occasioni di perturbamento dellordine di prendervi parte attiva.
Il Prefetto
Cosenza 18 ottobre 1920
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Note
2) Nel 1923 venne eretta in citt la loggia Giuseppe Garibaldi con sede in
Corso Cristoforo Colombo. Tra gli associati: Antonio Orazio Perrotta,
Francesco Cascardo, Aturo Veltri, Francesco Valenza, Alfredo Sabato, e
Domenico Maselli. Il maestro venerabile era Vincenzo Baroni. Sempre nello
stesso periodo venne costituita la Germinal, a cui aderirono nel corso della
sua esistenza complessivamente 37 iniziati. Tra questi: Agostino Guerresi,
Giuseppe Russo,Giovanni Pizzini, Michele Losso, Saverio Veltri, Giuseppe
Garritano, Giacomo Garritano, Raffaele Ciodaro, Alfredo Marino, Pietro De
Luca. La nascita di questa loggia fu preceduta dalla realizzazione di un
triangolo autorizzato nel novembre 1908, composto da Vincenzo Baroni,
Giuseppe Giachero e Raffaele De Luca.
settario, e dimentico o non ebbe quel senso della responsabilit che deve
avere chi si fa guida di folle()
5) Lunico dei fratelli Tarsitano schedato come socialista
6) Cfr. Leonardo Falbo, Fascismo e antifascismo in Calabria. Il caso di
Rogliano, Cosenza 1995, p. 71.
7) Bottino Giuseppe detto Peppino
di Francesco detto Augusto e di Cupello Pasqualina Raffaella, nato a Paola (CS)
il 9 gennaio 1889, residente a Paola, coniugato con sette figli, ex ferroviereoperaio, comunista. Nella notte del 28 giugno 1938 a Castrovillari furono affissi
manifestini di carattere sovversivo. Tre giorni dopo numerosi manifestini dello
stesso genere furono affissi in tre zone di Paola. Esperite le indagini, i sospetti si
orientarono sui noti sovversivi Giuseppe Bottino e Biagio Ganino, che in quel
periodo avevano dato segni di ripresa di attivit antifascista ed antinazionale, si
tenevano in stretto contatto tra di loro e frequentavano assiduamente la
compagnia di socialisti e comunisti, tra cui Giuseppe Lattari ed Ernesto Trotta.
Da prove testimoniali risult che nel tardo pomeriggio del 30 giugno Bottino e
Ganino erano stati notati ad un tavolo di un caff in compagnia di uno
sconosciuto, gi visto altre due volte a Paola ad intervalli di mesi, che
probabilmente gli aveva consegnato i manifestini incaricandoli dell'affissione. Il
Bottino apparteneva a famiglia di pericolosi sovversivi: il fratello Antonio,
residente a Roma, era comunista schedato; l'altro fratello Giacomo, anarchico
schedato, gi confinato e condannato dal TSDS, era sposato con l'anarchica Ida
Scarselli, sorella degli 'anarchici Oscar, Tito, Ferruccio,Ines Leda e Egisto.
Giuseppe Bottino, che non faceva mistero delle idee comuniste sempre
professate, era stato licenziato per motivi politici dalle FFSS, dove era impiegato
come conduttore capo. Fermato il 10 luglio e denunciato alla CP di Cosenza, con
ordinanza del 20 settembre 1938 fu assegnato al confino per cinque anni e
destinato a Tremiti e successivamente a Castelvecchio Subequo. Fu prosciolto
condizionalmente il 19 novembre 1942 nella ricorrenza del ventennale dopo aver
trascorso in carcere e al confino quattro anni, quattro mesi e 10 giorni.
(ACS Min. interno Dir.Gen. P.S. Div. AA.GG.RR. CP, b. 144, cc. 179,
1938-1942; CPC, b. 797, f. 135003, cc. 17, 1938 e 1943)
8) Ganino Biagio
di Pasquale e di Gatto Caterina, nato a Laureana di Borrello (RC) il 12 Marzo
1886, socialista, residente a Paola (CS), in Vico Castello N 27,coniugato il
giorno 8/8/1918 in Paola con Panaro Antonietta, otto figli , barbiere. Si stabil a
Paola nel 1918 dopo avere ultimato il servizio militare. Fino al 1922 milit nel
partito socialista; successivamente, pur non svolgendo propaganda, continu a
professare i propri principi politici e a ricevere stampe antifasciste. Per tale
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9) Bottino Giacomo
di Augusto e di Raffaella Cupello, nasce a Paola (CS) il 12 Febbraio 1897.
Giovanissimo emigra a San Paolo del Brasile e rientra in Italia nel 1919. Prende
casa a Formia, dove trova lavoro come stuccatore presso la ditta del costruttore
di villini, l'ingegner Naretti. Nel 1921, in casa di Errico Malatesta, durante una
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del 1927 per aver raccolto fondi in favore dei detenuti politici, viene condannata
dal Tribunale speciale, il 23 luglio 1927, a 2 anni e 6 mesi di carcere, a 3 anni di
vigilanza e allinterdizione dai pubblici uffici, insieme a Giacomo Bottino, a
Giulio Montanari e a Elisa Veracini. Il 5 dicembre 1927 subisce la schedatura. In
carcere, dove ha con s la figlia Scintilla (dalla unione con Bottino nasceranno
altri due figli: Germinal e Spartaco), nata da poco, Ida incontra la prof. Tina
Pizzardo, comunista, che la ricorder cos nelle sue memorie: Era molto in
pena per il [fratello] pi giovane, finito in Sardegna senza speranza di fuga.
Fuga che dal penitenziario di Volterra agli altri due era riuscita. Rilasciata
nellestate 1929, a pena interamente espiata, Ida viene proposta per il confino
dalla Questura di Roma. In contatto, tramite i comunisti francesi, con i fratelli
Tito e Oscar, rifugiati in Russia, assegnata al confino per cinque anni. Relegata
prima a Trani e in seguito nellisola di Lipari, Ida presenta ricorso contro la
misura di polizia, ma lappello viene respinto. Trasferita a Ponza il 2 agosto
1930, vi rimane fino al marzo 1932, quando viene rimessa in libert e pu partire
alla volta di Paola (Cosenza), dove si riunisce a Giacomo Bottino. Iscritta fra gli
antifascisti da arrestare in determinate circostanze e sottoposta a libert vigilata
per 3 anni, considerata, nel 1934, avversaria irriducibile del regime fascista e
nel 1937 sorvegliata rigorosamente perch serba immutati i suoi principi
anarchici. Nel 1938 ritenuta pericolosa in linea politica perch professa
apertamente le sue idee politiche, e nel 1939, viene arrestata prima di una visita
di Mussolini nella citt di Cosenza. Tre anni dopo ancora vigilata
attentamente. Dopo la liberazione, si trasferisce con la famiglia in Brasile, ove
Giacomo Bottino verr ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso
confinante. Ritornata nuovamente in Italia, a Roma, ospite della sorella Ines, nel
1973 avanza domanda al governo italiano affinch le vengano riconosciuti i
benefici di legge previsti per i perseguitati politici antifascisti e razziali e i loro
familiari superstiti. Nel 1975, accogliendo listanza, la Repubblica Italiana,
riconosce i suoi diritti e concede ad Ida un assegno vitalizio di benemerenza ed
uno di reversibilit di Giacomo Bottino. Muore a Niteri, localit vicino a Rio de
Janeiro, il 22 ottobre 1989, allet di 92 anni.
(ACS Min. interno Dir.Gen. P.S. Div. AA.GG.RR. CPC, b. 4676, f. 13116,
cc. 80, 1927-1942; S13A, b. 5, f. 24 CS, 1932-1933 e 1939)
11) Cfr. Cambareri Rosalia. La Massoneria in Calabria dallUnit al Fascismo.
Edizioni Brenner, Cosenza 1998.
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Appendice documentale
Interrogazioni parlamentari
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Lettera di protesta del Partito Popolare Italiano, Sezione di Fuscaldo, a firma del
Segretario Francesco Santoro inviata al Ministero degli Interni in data 6 Maggio
1920.
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La sentenza
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Seconda pagina del fascicolo del C.P.C., contenente i dati anagrafici, i connotati
e la foto di DAgostino Francesco Paolo.
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Dott. Tarsitano Eugenio (partecip agli scontri del primo maggio 1920) e
Sganga Temistocle (figlio del socialista Silvio).
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Tarsitano Amabile (ex socialista, partecip agli scontri del primo maggio
1920)
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Camarda Giuseppe (ex popolare, partecip agli scontri del primo maggio
1920)
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BIBLIOGRAFIA
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Italiani, a cura BFS edizioni, Pisa 2003 -2004, 2 v.
Acs , Min. Int., Rirez. Gen. P.S., Div. AA. GG. E RR., 1920, Cat.
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Fascismo. Edizioni Brenner, Cosenza 1998.
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Quotidiano della Calabria, Sabato 1 Maggio 2004, pag. 26.
Pagliaro Alessandro, Dalla Liberazione al continuismo. Il
Quotidiano della Calabria, Domenica 24 Aprile 2005, pag. 28.
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Indice
Premessa metodologica sulluso critico delle fonti di polizia..pag.4
Schede biografiche....pag.5
Ringraziamenti.....pag.5
Prefazione......pag.6
Capitolo primo
La storia di Paola tra revisionismi, rimozioni e silenzipag.9
Paola nel primo dopoguerra tra crisi politica e economica..pag.16
Le precondizioni che portarono agli scontri del 1 maggio
1920...pag.17
Lomicidio De Seta e il complotto antisocialista.pag.21
Lautopsia di Nicola De Seta...pag.25
Capitolo secondo
Le indagini..pag.29
Prima versione dei fatti - Cosenza, 1 Maggio 1920pag.30
Seconda versione dei fatti Cosenza, 5 Maggio 1920pag.32
Armi sequestrate durante le perquisizioni.pag.59
Il trigesimo della morte..pag.59
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Capitolo terzo
Alcuni protagonisti dei fatti del 1 maggio...pag.63
On. Francesco Miceli Picardi (Partito Popolare Italiano)....pag.63
On. Pietro Mancini (Partito Socialista Italiano).....pag.70
Itria Francesco (Partito Socialista Italiano)....pag.76
De Luca Raffaele (Partito Socialista Italiano...pag.80
Appendice documentale
Interrogazioni parlamentari.pag.98
Telegrammi, lettere di protesta e di condoglianze.pag.107
La sentenza..pag.126
Le proteste dei ferrovieri..pag.137
La polemica sullelezione di Sergio Pizzini a sindaco di
Paola.pag.143
La vicenda di DAgostino Francesco Paolo, ferroviere
socialista..pag.160
Alcuni fogli del registro degli iscritti al PNF (Partito Nazionale
Fascista) Fascio di Paola..pag.171
Bibliografia..pag.176
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