Você está na página 1de 96

PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO

Anno Accademico 2005-2006

Data e tempo il svolgimento dellesame:


29.05.06
15:30 Solanskyy Avhustyn
15:40 p.Oleksa Oleh
15:50 p.Hovera Josafat
16:00 Semehen Jaroslav
Prof. Manel Nin
Sigla del corso: 95032

Titolo: L'anno liturgico nelle liturgie orientali.

Breve descrizione: Struttura e teologia del ciclo liturgico annuale nelle diverse liturgie
orientali.

Bibliografia orientativa: T. Federici, "L'anno liturgico", Teologia liturgica orientale I, Bibbia e


liturgia 7, Roma (1978) 177-319; D. Gelsi, "Liturgie Orientali", in Nuovo dizionario di
liturgia, Roma (1984) 983-1007.

Corso obbligatorio
Secondo semestre
Numero di ore settimanale: 2, Numero di ore complessivo: 24
Date: da febbraio a maggio 2006

L'ANNO LITURGICO NELLE LITURGIE ORIENTALI

IL TEMPO NELLA LITURGIA,


SACRAMENTO DEL MISTERO DI CRISTO

Un tempo gioioso quello del digiuno. Saziati abbondantemente dalla purezza rifulgente e l'amore puro e la
preghiera luminosa e tutte le altre virt, esultiamo raggianti: Croce tuttasanta di Cristo che hai fatto germinare
il frutto della vita, facci dal tutto degni di adorarti con cuore puro, e concedici il perdono e l grande
misericordia.
(Marted della seconda settimana di Quaresima.
Rito bizantino)
Quando il soldato ha aperto il tuo fianco sull'albero della croce dove sei stato appeso, tu hai fatto sgorgare per
me la fonte della vita, essendo io ridotto alla morte per la malvagit del serpente che mi aveva fatto gustare il
frutto vietato. Per questo io ti glorifico, o Cristo, e supplico la tua compassione: fammi percorrere lo stadio
della Quaresima con contrizione, per potermi prosternare, poi, davanti alle tue Sofferenze e alla tua
Risurrezione.
(Gioved della seconda settimana di Quaresima.
Lucernario. Rito bizantino)
Medico caritatevole e Signore misericordioso che sei disceso per la tua compassione verso questa povera natura
umana, che hai purificato i lebbrosi, aperto gli occhi ai ciechi, risuscitato i morti e hai fatto numerosi prodigi
in favore delle anime e dei corpi, fai che le nostre anime siano purificate e i nostri corpi santificati; che gli
occhi dei nostri cuori si aprano alla comprensione dei tuoi divini insegnamenti, affinch, con i peccatori pentiti
e giustificati per la penitenza, possiamo innalzare le nostre lodi verso di Te, verso il tuo Padre e il tuo Spirito
Santo, adesso e in ogni tempo e nei secoli dei secoli. Amin.
(Preghiera dei lodi delle domeniche di Quaresima.
Rito siro occidentale)
Le tue misericordie, Signore, rimangano per sempre,
non disprezzare l'opera delle tue mani.
Che la tua Croce sia per noi un muro,
o Cristo, tu che ci hai salvati per mezzo della tua Croce.
A te la gloria, Signore Ges,
l'azzione di grazie al Padre che ti ha mandato,
l'alleluia allo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amin.

(Preghiera del vespro dei giorni quaresimali.


Rito siro orientale).

In questo giorno, Lazzaro, morto, avvolto in un sudario e i suoi piangono su di lui. Te, come Dio, nella tua
prescienza, annunzi ai discepoli la sua malattia dicendo: Lazzaro dorme, ma adesso vado a rissuscitare colui
che io ho creato. Per questo noi ti cantiamo: Gloria, Signore, al tuo potere sovrano, nei secoli dei secoli. Amen.
(Tropario del mercoled della VI settimana di Quaresima.
Rito bizantino).
Oggi una Pasqua divina ci stata rivelata, una Pasqua nuova, santa, una Pasqua misteriosa, una Pasqua
solennissima. Pasqua, il Cristo redentore, Pasqua immacolata, Pasqua grande, Pasqua dei credenti. Pasqua che
ci apre le porte del Paradiso, pasqua che santifica tutti i fedeli... Cristo risorto dai morti. Con la sua morte ha
distrutto la morte, e a coloro che erano nei sepolcri ha ridato la vita.
(Tropari di Pasuqa.
Rito bizantino).
Faccia silenzio ogni umana carne, stia con timore e tremore, non abbia in se alcun pensiero terrestre. Il Re dei
re e Signore dei signori si avanza per essere immolato e dato in cibo ai credenti. Lo precedono i cori degli
angeli, con tutti i principati e le potenze, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali, si velano il volto e
cantano l'inno: alleluia, alleluia, alleluia.
(Sabato Santo, Liturgia di San Basilio)
O mistero profondo, irraggiungibile, senza inizio! Tu hai ornato le potenze dell'alto quale talamo di luce
inaccessibile, e i cori degli angeli di splendida gloria. Con ineffabile, stupendo potere, hai creato Adamo a
immagine del Signore, e di gloria delicata lo hai rivestito nel giardino dell'Eden, luogo di delizie. Con la
passione del tuo santo Unigenito tutte le creature si sono rinnovate, e nuovamente l'uomo fu fatto immortale,
rivestito di un abito di cui mai pi verr spogliato. O Re del cielo, conserva salda la tua Chiesa, e custodisci
nella pace gli adoratori del tuo nome. Amen.
(Liturgia armena. Inno iniziale).
3

Tu sei la Madre della luce, venerata dall'Oriente all'Occidente, che ti offrono lodi, o Madre di Dio, secondo
cielo, che sei fiore splendente di immutata luce e Madre rimasta semprevergine. IL Padre ti scelse, lo Spirito
Santo ti ha coperta della sua ombra ed il Figlio si umiliato e prese carne da te. Chiedi a lui di elargire la
salvezza al mondo da lui creato e di liberarlo dalle sventure.
(Liturgia copta. Theotokion).

L'ANNO LITURGICO NELLE LITURGIE ORIENTALI


IL TEMPO NELLA LITURGIA
COME SACRAMENTO DEL MISTERO DI CRISTO

0. Bibliografia.
Introduzione.
I. Bibbia e anno liturgico. Giudaismo e Nuovo Testamento.
II. Anno liturgico siro-occidentale.
III. Anno liturgico siro-orientale.
IV. Anno liturgico bizantino.
V. Anno liturgico armeno.
VI. Anno liturgico copto.
VII.Proposta di liturgia comparata per l'anno liturgico.

0. BIBLIOGRAFIA GENERALE.
ANDRONIKOF, C., Il senso delle feste, Roma 1973.
ANDRONIKOF, C., Le sens de la liturgie, Cerf, Paris, 1988.
ARRANZ, M., Liturgia Patristica Orientale, in Complementi interdisciplinari di Patrologia,
Citt Nuova Editrice, Roma, 1989, pp. 648-650.
AUG, M., Lanno liturgico nei primi quattro secoli, in Scienza Liturgica V, Piemme, Casale
Monferrato 1998, pp. 169-190.
BAUMSTARK, A., Liturgie compare. Chevetogne, 19533.
DANIELOU, J., Bible et liturgie. Lex Orandi 11, Du Cerf, Paris, 19582.
CLEMENT, O., Le feste cristiane, Qiqajon, Bose 2000.
GELSI, D., Liturgie Orientali, in Nuovo dizionario di liturgia, Roma (1984) 983-1007.
FEDERICI, T., "L'anno liturgico", Teologia liturgica orientale I, Bibbia e liturgia 7, Roma
(1978) 177-319.
FEDERICI, T., Ressuscit Cristo! Palermo 1996.
PENTELAKIS, E.G., Les livres ecclsiastiques de l'Orthodoxie, in Irnikon 13 (1930) 521-557.
TALLEY, J.T., The Origins of the Liturgical Year, The Liturgical Press, Collegeville, 19912
(trad. italiana e francese).
THIBAUT, J., Ordre des Offices de la Semaine Sainte Jrusalem du IV au X sicle, Paris
1926.
0.I BIBLIOGRAFIA SIRO OCCIDENTALE
ARDANS, TH., Els difunts en la litrgia siraca, in Vida Cristiana 9 (1921-1922) 393-397
ARDANS, TH., Els difunts en la litrgia siraca, in Vida Cristiana 10 (1922-1923) 390-398.
BOTTE, B., Les dimanches de la Ddicace dans les glises Syriennes, in L'Orient Syrien 2
(1957) 65-70.
CARR, E., The liturgical year in the syriac churches: adaptation to different ecclesialliturgical ambients, in L'adattamento culturale della liturgia, metodi e modelli. Studia
Anselmiana 113, Roma 1993, pp. 47-59.
DALMAIS, I-H., Mmoire et vnration des saints dans les glises de traditions syriennes, in
Saints et saintet dans la liturgie, BEL subsidia 40, Roma, 1987, pp. 79-92.
DALMAIS, I-H., Le temps de prparation Nol dans les liturgies syrienne et byzantine, in La
Maison-Dieu 59 (1959) 25-36.
GRIBOMONT, J., Le triomphe de Pques d'aprs saint phrem, in Parole de l'Orient 4 (1973)
147-190.
KHOURI-SARKIS, G., La fte de l'glise dans l'anne liturgique syrienne, in Irnikon 28
(1955) 186-193.
KHOURI-SARKIS, G., La Semaine Sainte dans l'glise Syrienne, in La Maison-Dieu 41 (1955)
96-117.
KHOURI-SARKIS, G., La passion dans la liturgie syrienne occidentale, in L'Orient Syrien 2
(1957) 193-204.
NIN, M., Ciclo liturgico della Chiesa Siro-Malabarese. In P. PALLATH (a cura di) La liturgia
eucaristica della Chiesa Siro-Malabarese, Quaderni di Rivista Liturgica 1, Edizioni
Messaggero di Padova, Padova 2000, pp. 139-149.
NIN, M., Aspetti delle liturgie di tradizione siriaca occidentale e orientale. In AA.VV., Le
ricchezze spirituali delle Chiese sire, Centro Ambrosiano, Milano 2003, pp. 123-172.
PUYADE, J., L'any litrgic sirac, in Vida Cristiana 10 (1922-1923) 6-9.
PUYADE, J., El cicle nadalenc en la litrgia siraca, in Vida Cristiana 10 (1922-1923) 55-59.
PUYADE, J., Diumenges desprs de l'Epifania i el santoral novembre- febrer en la litrgia
siraca, in Vida Cristiana 10 (1922-1923) 110-113.
6

PUYADE, J., Cicle quadragesimal en la litrgia siraca, in Vida Cristiana 10 (1922-1923)


155-158.
PUYADE, J., Litrgia quadragesimal siraca, in Vida Cristiana 9 (1921-1922) 168-174. Text
francs a QLP 3 (1912-1913) 129-134.
PUYADE, J., Litrgia quadragesimal siraca. Setmana santa, in Vida Cristiana 9 (1921-1922)
210-212.
PUYADE, J., Pasqua i Pentecosts en la litrgia siraca, in Vida Cristiana 10 (1922-1923)
199-203.245-248.
PUYADE, J., Els diumenges d'istiu en la litrgia siraca, in Vida Cristiana 10 (1922-1923)
300-303.
TOMAJEAN, J., La semaine liturgique dans le rite syrien, in Melto 2 (1966) 95-114.
TOMAJEAN, J., Les dimanches du carme dans le rite syro-antiochien, in L'Orient Syrien 7
(1962) 357-364.
0.II BIBLIOGRAFIA SIRO ORIENTALE
ALICHORAN, F., Missel Chalden, Paris 1982.
BEDJAN, P., (Ed.), Breviarium Chaldaicum iuxta Syrorum orientalium id est Chaldaeorum,
Roma 1938.
CARR, E., The liturgical year in the syriac churches: adaptation to different ecclesialliturgical ambients, in L'adattamento culturale della liturgia, metodi e modelli. Studia
Anselmiana 113, Roma 1993, pp. 47-59.
DAHANE, D., La passion dans la liturgie syrienne orientale, in L'Orient Syrien 2 (1957) 185192.
DALMAIS, I-H., Mmoire et vnration des saints dans les glises de traditions syriennes, in
Saints et saintet dans la liturgie, BEL subsidia 40, Roma, 1987, pp. 79-92.
KOLLAMPARAMPIL, A.G., `Rubta d-Hasa. Friday of the Passion in the East syrian liturgy. A
source study. Excerptum ex dissertatione, Sant'Anselmo, Roma, 1995.
KOLLAMPARAMPIL, A.G., Liturgical Celebration of the Pascal Triduum in the Syro-Malabar
Church: Status Quaestionis and Future Prospects, in Ephemerides Liturgicae 109
(1995) 64-79.
MATEOS, J., Lelya-Sapra. Les offices chaldens de la nuit et du matin, OCA 156, Roma
19722.
NIN, M. Ciclo liturgico della Chiesa Siro- Malabarese. In P. Pallath (a cura di) La liturgia
eucaristica della Chiesa Siro- Malabarese, Quaderni di Rivista Liturgica 1, Edizioni
Messaggero di Padova, Padova 2000, pp. 139-149.
TISSERANT, E., art. Nestorienne (glise), XII, La liturgie des glises Nestorienne et
Chaldenne, in DTC 11 (1931) 314-323.
0.III BIBLIOGRAFIA BIZANTINA.
ANDRONIKOF, C., La "Pre-Quarantaine" ou les smaines prparatoires au Carme, in
Liturgie et rmission des pechs, Confrences Saint Serge, BEL Subsidia 3, Paris
1973, pp. 9-37.
ANDRONIKOF, C., Il senso della Pasqua nella liturgia bizantina, 2 voll., Elle di ci, Torino
1986.
ARRANZ, M., Les "ftes thologiques" du calendrier byzantin, in in XXV Smaine d'etudes
liturgiques, Paris 1978, BEL Subsidia 16, Roma 1979, pp. 29-56.
BONNET, M., La mystagogie du Triode. Exprience personelle du mystre du salut pendant la
Carme orthodoxe, in XXXIX Smaine d'etudes liturgiques, Paris 1992, BEL Subsidia
70, Roma 1993.
7

BRANISTE,

E., Le culte byzantin comme expression de la foi orthodoxe, in in in XXV Smaine


d'etudes liturgiques, Paris 1978, BEL Subsidia 16, Roma 1979, pp. 75-88.
CORBON, J., L'anne liturgique byzantine, in Proche- Orient Chrtien 38 (1988) 18-30.
DALMAIS, I-H., Le temps de prparation a Nol dans les liturgies syrienne et bizantine, in La
Maison Dieu 59 (1959) 25-36.
DONADEO, M. L'anno liturgico bizantino. Morcelliana, Brescia 1991.
FEDERICI, T., Ressuscit Cristo, Eparchia di Piana degli Albanesi, Palermo 1996.
GALLO, M., Liturgia orientale della Settimana Santa, 2 voll., Citt Nuova, Roma 1974.
HALLIT, J., La Croce nella preghiera bizantina, MOrcelliana, Brescia 1979.
JANERAS, S., Le Vendredi-Saint dans la Tradition Liturgique Byzantine. Structure et histoire
de ses offices. Studia Anselmiana 99 / Analecta Liturgica 12. Benedictina-Edizioni
Abbazia di S. Paolo, Roma 1988.
KNIAZEFF, A., La Theotokos dans les offices bizantins du temps pascal, in Irnikon 34 (1961)
21-44.
MATEOS, J., La clebration de la parole dans le rite bizantin, OCA 191, Roma 1971.
NIN, M., Il Kerigma della Risurrezione nella liturgia delle chiese Bizantine: Il
Pentikostarion, in Ecclesia Orans 17 (2000) 445-459.
RAQUEZ, O., La prparation la fte du Nol dans la liturgie bizantine, in Assembles du
Seigneur 8, pp. 7-19.
RAQUEZ, O., Les saintes Thophanies dans le rite bizantin, in Assembles du Seigneur 13, pp.
7-18.
RAQUEZ, O., La liturgie bizantine de Carme, in Assembles du Seigneur 21, pp. 23-34.
SCHMEMANN, A., La Grande Quaresima, Marietti, Casale Monferrato 1986.
SCHMEMANN, A.,- CLEMENT, O., Le Mystre Pascal. Commentaires liturgiques. Spiritualit
Orientale 16, Bellefontaine 1975.
SPASKIJ, TH., La Pque du Nol: tude sur l'avant-fte du Nol dans le rite bizantin, in
Irnikon 30 (1957) 289-306.
SUOR MARIA (Monastero Uspenskij, Roma), La croce nella preghiera bizantina. Morcelliana,
Brescia 1979.
SUOR MARIA (Monastero Uspenskij, Roma), Preghiere nelle grandi feste bizantine.
Morcelliana, Brescia 1980.
SUOR MARIA (Monastero Uspenskij, Roma), Preghiere Bizantine alla Madre di Dio.
Morcelliana, Brescia 1980.
SUOR MARIA (Monastero Uspenskij, Roma), Preghiere dell'Oriente Bizantino. Morcelliana,
Brescia 1980.
THEODOROU, E., Le Christ dans le cicle des ftes de l'Eglise orthodoxe, in in XXVII Smaine
d'etudes liturgiques, Paris 1980, BEL Subsidia 20, Roma 1981, pp. 245-260.
VELKOVSKA, E., Anno liturgico in Oriente, in Scienza Liturgica V, Piemme, Casale
Monferrato 1998, pp. 191-210.
0.IV BIBLIOGRAFIA ARMENA.
CONYBEARE, F.C., Rituale Armenorum, Clarendon Press, Oxford 1905.
GHARIB, G., (a cura di), Testi mariani del primo millenio, IV. Padri e altri autori orientali,
Citt Nuova, Roma 1991.
ISSAVERDENZ, J., The Armenian Liturgy, Venice 1873.
LAPOSTOLEST, M., Liturgie de la Messe Armnienne, Venise 1851.
RENOUX, A., L'Office de la Gnuflexion dans la tradition armnienne, in Le Saint-Esprit
dans la liturgie, Confrences de Saint-Serge, XVI Semaine d'tudes liturgiques, Paris
1969, BEL Subsidia 8, Roma 1977, pp. 149-163.
8

RENOUX, A., Le Triduum Pascal dans le rire armnien et les himnes de la Grande Semaine,
in L'economie du salut dans la liturgie, Confrences de Saint-Serge, XVII Semaine
d'tudes liturgiques, BEL Subsidia 25, Roma 1982, pp. 169-218.
RENOUX, A., Un programme de conversion: la liturgie du I er dimanche de Carme dans le
rite armnien, in Liturgie, conversion et vie monastique, Confrences de Saint-Serge,
XXXV Semaine d'tudes liturgiques, BEL Subsidia 48, Roma 1989, pp. 283-292.
RENOUX, A., Les premires manifestations liturgiques du culte des saints en Armnie, in
Saints et saintet dans la liturgie, Confrences de Saint-Serge, XXXIII Semaine
d'tudes liturgiques, BEL Subsidia 25, Roma 1987, pp. 291-304.
0.V BIBLIOGRAFIA COPTA.
BRACKMANN, H., La "Mystagogie" de la liturgie alexandrine et copte, in Mystagogie: pense
liturgique d'aujourd'hui et liturgie ancienne, confrences Saint-Serge, XXXIX
Semaine d'Etudes Liturgiques, Paris 1992, BEL subsidia 70, Roma 1993, pp. 55-66.
GIAMBERARDINI, G., Il culto mariano in Egitto, 3 voll., Jerusalem 1975-1978.
GHARIB, G., (a cura di), Testi mariani del primo millenio, IV. Padri e altri autori orientali,
Citt Nuova, Roma 1991.
JUGIE, M., art. Monophysite (glise Copte), VI. Vie liturgique et rituel, in DTC 10, coll.
2298-2303.
LANNE, E., Textes et rites de la liturgie pascale dans l'ancienne Eglise copte, in L'Orient
Syrien 6 (1961) 81-94.
SIDAROUS, A., La Pque Sainte ou la Semaine Sainte selon la liturgie copte, in Proche Orient
Chrtien 17 (1967) 3-43.
VIAUD, G., Note sur les processions de la Croix dans l'Eglise copte, in L'Orient Syrien 11
(1966) 231-235.
VIAUD, G., La liturgie expression de la foi chez les coptes d'gypte, in La liturgie expression
de la foi, confrences Saint-Serge, XXV Semaine d'Etudes Liturgiques, Paris 1978,
BEL subsidia 16, Roma 1979, pp. 311-314.

L'ANNO LITURGICO NELLE LITURGIE ORIENTALI


IL TEMPO NELLA LITURGIA COME SACRAMENTO DEL MISTERO DI CRISTO
Introduzione.
Allora, dai cieli della sua santit gloriosa, apparir lo sposo celeste e risusciter
dalla polvere tutti gli uomini; far salire i giusti nelle altezze, e i peccatori gli
mander nella geenna. La Chiesa Santa, sposa di Cristo -che i santi ed i veri
fedeli-, verr con gioia al suo incontro, scortandolo con tutto l'onore, lui, lo Sposo
vero, Ges nostro Signore. Prender la Chiesa sua sposa e la far salire con lui nel
cielo; la far entrare nel suo talamo e sedere alla sua destra e la rallegrer con tutta
sorte di beni che non passano e non periscono. Lei si rallegrer in Lui ed esulter e
sar nella gioia; e con voci mirabili e canti soavi canter la lode con i cori celesti.
Che il Signore nostro ci conceda, anche a noi, di essere degni di aver parte nella
gioia dei santi, amen e amen.1
Questo testo, conclusione di un breve commento all'anno liturgico siro-orientale fatto
da un autore del XIV sec., ci fa presente la realt storica ed escatologica della Chiesa di
Cristo: essa presente nel momento storico attuale, vive questo momento storico con gli
uomini, cerca di far loro presente la realt del mistero di Cristo vissuto nel momento storico
attuale -possiamo dire che cerca di configurare la sua vita e quella degli uomini al mistero di
Cristo-, e allo stesso tempo essa ha uno scopo -o- preciso, il cammino, l'orientamento
verso Cristo, Signore della gloria: Prender la Chiesa sua sposa e la far salire con lui nel
cielo; la far entrare nel suo talamo e sedere alla sua destra e la rallegrer con tutta sorte di
beni che non passano e non periscono.2
La Chiesa gloriosa, sposa seduta alla destra dello Sposo 3, mentre ancora tra gli
uomini o, piuttosto con un'immagine pi consone alla teologia orientale: la Chiesa che con
gli uomini nel mondo, o se si vuol con un'immagine tipica della domenica prima dell'inizio della
Quaresima nel rito bizantino, nel cammino di ritorno al paradiso che Adamo compie nella
Chiesa e con la Chiesa4, questa Chiesa non cessa di acclamare e di invocare il suo Signore fino
al suo ritorno. Questa lode, invocazione, supplica, viene fatta nella vita liturgica delle diverse
Chiese cristiane, una vita che segue, d'altronde, le categorie del passato, del presente e del
1

RABBAN BRIK-ISHO, Commento all'anno liturgico, in J. MATEOS, Lelya-Sapra: Les Offices Chaldens
de la Nuit et du Matin. OCA 1562, Roma, PIO, 1972, pp. 461-464.

Ibid; cf., anche C. ANDRONIKOF, Le sens de la liturgie, p. 53.

L'iconografia bizantina e siriaca riguardo alla crocifissione sempre costante a mettere Maria ai piedi
della croce, cio "alla destra dello Sposo"; cos l'icona della crocifissione diventa per cos dire anche icona
della Chiesa che nasce dalla passione gloriosa di Cristo, icona della Madre di Dio / della Chiesa, che st alla
destra del Figlio / dello Sposo.

Il mio Creatore, il Signore, prendendomi dal fango della terra, mi ha formato... e mi ha stabilito
come capo della creazione, concittadino degli angeli... ma Satana mi ha preso nell'amo e mi ha separato
dalla gloria divina... ma tu, Signore di compassione, chiamami a te... Aim, sono stato spogliato dalla veste
divina quando ho trasgredito il tuo comando, Signore... e sono stato rivestito dalle foglie del fico e dalle
tuniche di pelle... ma tu, Signore, nato dalla Vergine negli ultimi tempi, chiamami e fammi entrare di nuovo
nel paradiso... Paradiso amabile... abitacolo divinamente creato, gioia senza fine, gloria dei giusti... per un
mormorio delle tue foglie supplica il Creatore dell'universo di riaprirmi le porte che ho chiuso per il mio
peccato... (Domenica della Tyrofagia, lucernario). Testo 2.
10

futuro, inserite in un ritmo giornaliero, settimanale e annuo per le celebrazioni e le feste 5. Le


celebrazioni delle Chiese sono i momenti -i o- in cui l'Economia della salvezza diventa
Liturgia. Questi momenti sono possibili in quanto irruzione nel nostro tempo mortale di un
Tempo vivente, liberato dalla morte... Esso invade le nostre giornate, le nostre settimane ed i
nostri anni, fino a che il nostro vecchio tempo ne sia saturato e che il suo velo mortale si
strappi...6; la Pasqua del Signore l'evento centrale nella vita delle Chiese a partire di cui si
costruisce il ciclo liturgico
I diversi cicli, quello delle feste annuali, che ha come nodo centrale la celebrazione
pasquale, quello delle feste mensili, quello settimanale ed infine il ciclo giornaliero, sono
strettamente legati e compenetrati da far presente nella vita della Chiesa i vari momenti della
storia della salvezza e da penetrare tutta la vita dei fedeli. Possiamo parlare di una
sacramentalit del ciclo liturgico delle Chiese orientali in tanto che in lui di nuovo Dio viene
all'incontro dell'uomo: Il nostro Dio non al di sopra, ma davanti a noi nell'attesa
dell'incontro (Isacco di Ninive); si tratta, lungo il ciclo liturgico delle diverse Chiese di una
vera anamnesi del mistero della salvezza, in cui la Chiesa, con la sua preghiera invoca lo
Spirito Santo -fa l'epiclesi- sui fedeli perch di nuovo la forza della risurrezione di Cristo si
faccia presente nella comunit (Pasqua), di nuovo l'incarnazione del Signore sia una realt
nella vita della Chiesa e dei fedeli (Annunciazione), di nuovo il Signore della gloria venga
all'Incontro dell'umanit invecchiata ma piena di speranza (Incontro):
Cristo risorto dai morti, con la sua morte ha distrutto la morte, e ai dormienti nei
sepolcri ha ridato la vita (Tropario di Pasqua).
Oggi l'aurora della nostra salvezza dove si manifesta il mistero eterno: il Figlio di
Dio diventa figlio della Vergine e Gabriele annunzia questa grazia... (Tropario dell'Anunciazione, 25 marzo).
Venendo al nostro incontro tu ci hai salvati, oh Cristo nostro Dio (Kondakion del 2
febbraio)7.
A partire della celebrazione della Pasqua come centro, possiamo proporre e
comprendere l'espressione anno liturgico non tanto come un seguito di feste -un calendario-,
ma come lo svolgimento di tutto il mistero di Cristo che riempie la vita delle Chiese; a partire
della Pasqua tutto l'anno viene trasfigurato dalla liturgia e diventa perci sacramentale8. La
celebrazione annuale della Pasqua, poi, non un fatto puntuale, ma una celebrazione del
mistero di Cristo incentrata in un periodo di preparazione -Quaresima- ed in un periodo di
compimento -Pasqua-, e pi precisamente come centro di due grandi Settimane, quella Santa
in cui Dio d di nuovo l'alimento di vita9, in cui l'umiliazione -la kenosi- di Dio diventa la
teofania dell'uomo: "Ecco l'uomo"10, in cui Dio riposa della sua creazione -della sua nuova
5

Cf., C. ANDRONIKOF, Le sens de la liturgie, p. 54.

J. CORBON, Liturgia alla sorgente. Paoline, Torino, 1983.

Testo 3.

Cf., J. CORBON, Liturgia, op. cit., p. 160.

Adamo nel paradiso aveva "preso da se" il frutto dell'albero; adesso Cristo "d lui stesso" ai discepoli
-all'uomo- il nuovo frutto dell'albero della vita.

10

Gv 19,5.
11

creazione- nel grande Sabato 11; e poi la Settimana di Pasqua -che viene conosciuta nelle
diverse liturgie come Settimana del Rinnovamento, oppure Settimana Bianca- e che prolunga
per sette giorni come un solo giorno la grande festa di Pasqua 12 per sottolineare la non
finitezza della Pasqua di Cristo.
Dalla Pasqua, dunque, sgorga la vita sacramentale che si spande nella Chiesa lungo
l'anno liturgico. La Pasqua al centro, tra due grandi settimane che la manifestano e la
celebrano, tra due grandi periodi di sette settimane ognuno: la Quaresima -periodo di ritorno
dell'uomo nuovo al paradiso- e le settimane di Pentecoste in cui i battezzati
imparano/impariamo a vivere la comunione col Signore; ancora, nella centralit stessa della
Pasqua, ci sono due altri periodi liturgici in cui si celebra l'Economia divina della salvezza: il
periodo dell'Epifania, cio della manifestazione di Dio nella nostra carne, ed infine il periodo
della nostra Theosis -della nostra deificazione- come opera dello Spirito nella Chiesa di Cristo.
In questo stesso senso, J. Corbon propone, seguendo i grandi commentatori della Divina
Liturgia come Massimo Confessore, Nicola Cabasilas, Nicolai Gogol..., di vedere la
celebrazione dell'eucaristia come icona del tempo sacramentale13 e viceversa, cio alla
celebrazione della Parola corrisponde il periodo dell'Epifania; l'anafora eucaristica corrisponde
al tempo della Pasqua del Signore, preparata dalla Quaresima e celebrata nelle settimane che la
seguono; infine la liturgia della comunione corrisponde al periodo dello Spirito nella Chiesa, in
cui si celebrano gli Apostoli, la Trasfigurazione, la Croce vivificante, periodo che rivela il senso
del santorale, cio di coloro che per la forza dello Spirito sono configurati pienamente a
Cristo: la Madre di Dio, i martiri, i santi...14.
Lo studio dei grandi periodi liturgici delle liturgie orientali va legato ad un
approfondimento della realt teologica del mistero di Cristo che viene vissuta in ognuno di
essi. Vorrei indirizzare questo corso sopratutto verso un'angolatura teologica, cio entrare
attraverso i testi nel contenuto liturgico-teologico dei diversi periodi -anni- liturgici
dell'Oriente cristiano. Ricordo soltanto la larghezza che in questa sede prende l'espressione
"Oriente Cristiano", cio un Oriente che va dai Balcani fino al Malabar dell'India, dall'Etiopia
fino a Mosca; un Oriente che si esprime in greco, in siriaco, in arabo, in slavo..., un Oriente
che delle volte stato molto permeabile -e delle volte pochissimo- agli influssi culturali e
teologici di altri ambienti cristiani e non cristiani.
Cercheremo di vedere gli anni liturgici delle diverse liturgie orientali cristiane, vedergli
separatamente ma anche alla fine vedergli comparativamente per poter tirarne fuori i diversi
aspetti teologico-liturgici. Le questioni riguardanti aspetti pi complessi o problematici dei
calendari verranno al massimo accennate soltanto, per poter tirare fuori sopratutto gli aspetti
teologici dei diversi tempi liturgici. Vorrei ricordare ancora come nell'Oriente i tempi liturgici
segnano di solito la vita delle Chiese e dei singoli cristiani: la fedelt alle celebrazioni della
liturgia, ai digiuni, alle tradizioni popolari legate strettamente al mistero che si celebra 15;
11

Nell'ufficiatura del mattutino del Sabato Santo questi temi: i due Adamo, la nuova creazione, la
misericordia di Dio..., vengono meravigliosamente contemplati dell'ufficio degli "Enkomia", cf., capitolo
sull'anno liturgico bizantino.

12

Nel rito bizantino, durante tutta la settimana di Pasqua non vengono chiuse le porte dell'iconostasi,
come per sottolineare il rapporto diretto del cielo sulla terra stabilito dalla risurrezione di Cristo.

13

Sarebbe da riproporre l'espressione "anno liturgico" piuttosto come "tempo sacramentale".

14

Cf., J. CORBON, Liturgia, op. cit., pp. 161-163.

15

L'acqua benedetta il 6 gennaio che viene portata nelle case, oppure le uova pasquali, ad esempio, sono
12

nell'Oriente le Chiese, i singoli fedeli, celebrano e vivono il mistero di Cristo, la domenica


celebrano la risurrezione del Signore16, le grandi feste attorno al mistero pasquale del Signore
vengono vissute liturgicamente nel senso pi forte del termine, cio come popolo / comunit
che prega, che celebra il mistero della fede17.

fortemente legate al popolo che ne capisce la simbologia, al di l della popolarizzazione dello stesso fatto.

16

Nell'Oriente Cristiano sarebbe dal tutto fuori posto dedicare le domeniche a celebrare delle "giornate

per...".

17

L'Oriente cristiano non ha la spaccatura tante volte presente in Occidente tra liturgia della Chiesa e
devozioni popolari dei fedeli; in Oriente quello che potrebbe essere o di fatto devozione popolare, viene
vissuto nell'insieme della liturgia delle diverse Chiese.
13

I. BIBBIA E ANNO LITURGICO. GIUDAISMO E NUOVO TESTAMENTO.


DANIELOU, J., Bible et Liturgie, Du Cerf, Paris, 19512.
FEDERICI, T., "L'anno liturgico", Teologia liturgica orientale I, Bibbia e liturgia 7, Roma
(1978) 185-213.
J. Danielou propone che per una comprensione totale dei sacramenti nel culto
cristiano, bisogna sempre mettergli in rapporto stretto con la Sacra Scrittura e vedergli come
la continuazione delle grandi opere di Dio nel Vecchio e nel Nuovo Testamento 18. Questo
rapporto con la Sacra Scrittura e con la tradizione giudaica valido per altri aspetti del culto
cristiano, e in modo speciale per il ciclo delle diverse feste liturgiche.
I.1. Giudaismo.
A partire dei testi neotestamentari possiamo accennare all'importanza del tempio di
Gerusalemme all'epoca ancora di Ges come centro del culto ebraico; un culto che veniva
scandito da un ciclo giornaliero in cui venivano cantati dei salmi, venivano fatte delle letture,
delle preghiere... con un ciclo do ore fisse durante la giornata: ora terza, ora nona, l'ufficio
serale; da un ciclo settimanale attorno cio alla settimana con il sabato come centro e con due
giorni di digiuno -marted e gioved- come preparazione alla celebrazione del sabato che la
festa pi antica nel giudaismo, una celebrazione preparata e regolata nei minimi dettagli19; una
celebrazione fatta nella gioia:
Se tratterrai il piede da violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia e venerando il giorno sacro al Signore, se lo onorerai
evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la
delizia nel Signore. Io ti far calcare le alture della terra, ti far gustare l'eredit di
Giacobbe tuo padre, poich la bocca del Signore ha parlato.20
C'era anche il ciclo annuale assai complesso, stabilito attorno a tre feste principali: Pasqua,
Pentecoste e Tabernacoli. L'inizio dell'anno ebraico poteva cadere in due tempi diversi: il 11
mese, quello di Nisan -attorno a marzo/aprile-, oppure nel 71 mese, quello di Tishr -attorno a
settembre/ottobre-, che quello che prevalso e che ha avuto anche influsso sul calendario
dell'Oriente cristiano21. Accenno soltanto ad altri cicli nel calendario ebraico, come sono il
ciclo triennale22, il ciclo settennale23 ed il ciclo cinquantennale24.
Notiamo qualche aspetto teologico che pu esserci utile per capire anche i cicli liturgici
cristiani: gli ebrei, con tutto il loro sistema di feste, non avevano celebrazioni ne di fatti
18

Cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, p. 303.

19

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 187-188. L'autore fa notare come queste prescrizioni cos
chiare per il sabato non vengono tanto da una mentalit giuridista quanto che il sabato era sentito, insieme
con la circoncisione, la preghiera, l'elemosina, l'amore verso il Signore e verso il prossimo, come il supremo
precetto del Signore, da vivere per intero e con gioia, cf., ibid., p. 188.

20

Is 58,13-14. Realt del sabato come giorno di festa, di letizia, giorno dedicato al Signore.

21

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 188-190; l'autore propone a p. 190 un quadro assai chiaro dei
mesi ebraici, dei mesi romani e delle feste romane.

22

Dono, ogni tre anni, delle decime per i leviti, gli stranieri, le vedove, gli orfani, cf., Dt 26,12-19.

23

Celebrazione dell'anno sabatico, con il riposo della terra, degli animali, degli operai..., cf., Dt 31,9-13.

24

Guibileo dell'anno santo, cf., Lv 25, 8-22.23-55; cf., T. FEDERICI, Il giubileo biblico, in Oriente
Cristiano 15/1 (1975) 26-68.
14

mitologici ne di idee astratte; non si trattava di feste ideologiche ma della celebrazioni di


avvenimenti storici centrali nella vita del popolo, e sopratutto un avvenimento centrale: la
Pasqua25. Va sottolineato, dunque, nel ciclo delle feste ebraiche, l'aspetto di memoriale
-anamnesi- dell'opera salvifica di Dio nella vita del popolo, aspetto che contrassegna anche
fortemente i cicli liturgici cristiani26. Va sottolineato anche l'aspetto dell'irruzione concreta di
Dio nella storia del popolo, la sua epifania mostrata nella sua immensa bont, nel suo essere
pienamente "Emmanuel" -Dio con noi.
I.2. Nuovo Testamento.
La comunit cristiana si articoler sempre attorno al mistero pasquale di Cristo: Cristo
tutto in tutti27; i fedeli cercano di imitare Cristo, di rivivere il suo mistero, e lui diventa il
modello per la comunit. Ges stesso in certo senso ricapitola in se il senso festivo della
vecchia alleanza28: lui l'Agnello di Dio immolato nella Pasqua29; la Pentecoste prende un
senso nuovo con la missione dello Spirito Santo; nella festa dei Tabernacoli Ges promette
l'acqua della vita, cio lo Spirito30; Ges il nuovo Tempio che verr distrutto e riedificato
al terzo giorno31; Ges, infine, d un senso dal tutto nuovo alla festa sabatica: lui Signore del
sabato, in lui il sabato diventa giorno di dono salvifico -le spighe colte il sabato (Mc 2,2328)-, giorno di guarigione -l'uomo della mano inaridita (Mc 3,1-6), giorno del rinnovo della
vecchia creazione nell'Uomo nuovo che lui stesso 32. Ci troviamo di fronte al mistero cantato
da Clemente Alessandrino:
...il Logos di Dio colui che ti guider -v- e lo Spirito Santo ti far
arrivare al porto che il cielo; allora tu contemplerai il mio Dio, tu sarai iniziato ai
Santi Misteri e tu godrai dei doni nascosti nel cielo, doni che mi sono stati riservati
(1C 2,9)... O Misteri veramente santi! O Luce senza mescolanza! Le lampade mi
illuminano per contemplare i cieli e Dio; io divento santo per l'iniziazione, il Signore
colui che mi introduce ai misteri33 -ov- e lui sigilla l'iniziato col suo
sigillo di luce e presenta al suo Padre colui che ha creduto in lui perch lo custodisca
nei secoli... Ecco l'eterno Ges, l'unico nobile grande sacerdote dell'unico Dio che

25

E` stato proposto di leggere l'Antico Testamento sotto un'unica chiave, cio l'avvenimento pasquale,
attorno al quale sorta la storia del popolo di Dio ed sorta anche la narrazione scritta di questo popolo, di
questo fatto; sotto la stessa angolatura allora si propone di leggere il Nuovo Testamento: i Vangeli, tutti i libri
neotestamentari leggerli attorno alla Pasqua di Ges Cristo.

26

Si deve notare il testo di Dt 26,1-19, dove viene sottolineata la liturgia fatta nel santuario, fatta come
ritorno a Dio con le primizie, del dono della terra compiuto da Dio; cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 192193.

27

Cf., Col 3,11; si vedano anche Ga 2,19; Col 4,3; 2Tim 3,12.

28

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 204-205.

29

Cf., i testi sulla passione di Ges nei Sinottici, in Gv e nell'Ap.

30

Gv 7,37-39; 8,22.

31

Gv 2,19-22.

32

I testi sopratutto della liturgia bizantina per il Sabato Santo insistono nella nuova creazione -o
piuttosto nel rinnovo della creazione- portata a termine da Cristo nella sua passione e risurrezione.

33

Colui che introduce ai misteri, colui che porta a termine la mistagogia; nella liturgia delle Chiese il
ierofante il vescovo.
15

allo stesso tempo suo Padre, lui prega per tutti... Corriamo, noi che siamo icone
-o- del Logos, icone che amano Dio e lo rassomigliano... 34.
Cristo, dunque, l'unico che opera i vari misteri tra i fedeli, l'unico liturgo, il centro e
l'unico protagonista dell'anno liturgico35. La realt teologico-liturgica del Nuovo Testamento
viene incentrata tra Eb 9,14: ...quanto pi il sangue di Cristo, che con uno Spirito eterno offr
se stesso senza macchia a Dio, i racconti dell'istituzione e finalmente 1Cor 11,24-25: ...fate
questo in memoria di me... Attorno alla celebrazione dell'eucaristia nasce la liturgia nuova
della comunit cristiana, attorno alla celebrazione sacramentale del mistero pasquale di Cristo
nasce dunque la sacramentalit del tempo nella Chiesa.
Non entro in considerazione delle pratiche liturgiche della prima comunit in tanto che
questa seguiva ancora da vicino le pratiche giudaiche36, almeno fino alla distruzione del 70
d.C. Vorrei fare qualche accenno alla celebrazione della domenica; non entro in aspetti
storici, ma rimango in aspetti teologici. Con altri autori37 possiamo proporre una traduzione
pi letterale del termine -dies dominica-, non tanto come "giorno del Signore"
perch costui sar infatti il giorno della sua manifestazione gloriosa, quanto "giorno
signoriale", cio giorno in cui la morte e la risurrezione del Signore centrano tutta la sua
celebrazione. La domenica, nella prima comunit cristiana pian piano prevarr sulla
celebrazione del sabato 38: Ges, il Signore, con la sua risurrezione chiude il vecchio sabato ed
apre il giorno nuovo, giorno in cui lui appare ai discepoli. Questo aspetto ci apre alla
celebrazione comunitaria della domenica, celebrazione che viene segnata dalla lettura della
Sacra Scrittura, dalle preghiere e dalla frazione del pane 39. La domenica, dunque, prende il
posto di giorno primo della settimana in parallelo col primo giorno della creazione: la
Risurrezione di Cristo diventa la nuova creazione; la domenica allora il memoriale liturgico
della risurrezione: nell'ufficiatura la risurrezione di Cristo il portante di tutti i testi 40; la
comunit cristiana, nell'eucaristia, celebra nella domenica la presenza permanente del Risorto.
La domenica anche la pregustazione di quel vero "giorno del Signore" verso cui la comunit
gi adesso si volge col "marana'tha" dell'Apocalisse41.
Per i Padri la celebrazione della domenica viene spesso vista in contrapposizione
oppure come superamento della celebrazione del sabato; Ignazio di Antiochia, scrivendo ai
cristiani di Magnesia accenna:
34

CLEMENTE ALESSANDRINO, Protreptikos XII, GCS 3.1, Leipzig, 1905, pp. 83-85. Testo 4.

35

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., p. 205.

36

Cf., Atti 2,46; 3,1ss.

37

Cf., T. FEDERICI, Teologia, p. 209.

38

Nella liturgia bizantina del sabato sera -cio vespro della domenica- dopo il lucernario si canta per tre
volte il versetto: Dio, il Signore, si manifestato a noi; benedetto colui che viene nel nome del Signore".

39

Cf., le prime descrizioni delle celebrazioni domenicali all'inizio del II sec. in Ignazio di Antiochia ed
in Giustino.

40

I testi di tutto l'oktoechos bizantino si centrano attorno alla risurrezione; nell'ufficio notturno viene
proclamata sempre una pericope "pasquale" nel vangelo, non quella domenicale.

41

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 211-213; anche J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., pp.
303-328.
16

Coloro che vivevano secondo l'antico ordine di cose sono passati alla nuova
speranza, non osservando gi il sabato ma la domenica, cio il giorno in cui la
nostra vita stata innalzata dal Cristo nella sua morte42.
La domenica, dunque diventa giorno cristiano per eccellenza, segnato dalla
risurrezione di Cristo dopo il sabato. Domenica giorno della risurrezione, domenica giorno
della nuova creazione; abbiamo accennato gi ad ambedue i temi43. Eusebio di Alessandria,
autore del V sec., mostra la relazione tra il primo giorno della creazione e la domenica come
primo giorno della seconda creazione:
Il Giorno Santo della Domenica la commemorazione del salvatore. Viene chiamato
"signoriale" -- poich lui Signore dei giorni. Infatti prima della passione
del Signore non veniva chiamato domenica, ma "primo giorno". In questo giorno il
Signore ha cominciato le primizie della creazione del mondo; e nello stesso giorno lui
ha dato al mondo le primizie della Risurrezione. Perci, questo giorno il principio
di tutta l'economia: principio della creazione del mondo, principio della risurrezione,
principio della settimana44.
Mentre il sabato commemorava il "riposo" di Dio dopo la creazione, la domenica
celebra l'inizio della nuova creazione; per Clemente di Alessandria l'interpretazione del primo
giorno della creazione in Gn 1,3: Dio disse: "Sia la luce!" E la luce fu, va in una linea
domenicale, cio il giorno in cui da Dio fu generato il Verbo -il Verbo la Luce del mondo:
domenica giorno della generazione del Verbo, giorno della risurrezione -della nascita del
Verbo come primogenito tra i morti45.
I.3. La Pasqua.
Facciamo qui soltanto accenno ad alcuni aspetti pi salienti attorno alla celebrazione
della Pasqua46. Abbiamo gi visto la centralit della risurrezione di Cristo per la comunit
cristiana. I Padri, poi, hanno celebrato la Pasqua avendo come centro la risurrezione di Cristo,
ma anche in continuit con la realt e sopratutto la simbolica giudaica: la celebrazione
pasquale nella primavera ha gi di per se un senso; Ipolito di Roma presenta la primavera -e in
modo speciale il mese di Nisan, il primo mese-, come la stagione in cui l'ape elabora il miele
e la cera, in cui il marinaio osa affrontare il mare...; ma non soltanto per questo, bens
perch in questo mese si celebra la Pasqua spirituale, principio, dominazione e capo del
tempo... mese in cui questo grande mistero fu consomato e celebrato47.
Eusebio di Cesarea, nel suo Trattato sulla Pasqua, insiste da una parte sulla simbolica
naturale della primavera come l'epoca pi adatta per la celebrazione della Pasqua: ...la
42

Magnes., VI,1.

43

Cf., Didascalia Apostolorum 113, dove si parla della domenica come giorno anniversario della
creazione del mondo.

44

PG LXXXVI, 416; cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., p. 338; cf., anche l'innologia latina, p.
es. l'inno dell'ufficio matutino domenicale: Primo dierum omnium, quo mundus extat conditus vel quo
resurgens Conditor nos, morte victa, liberat; oppure, non cos diretto come l'anteriore, l'inno dei lodi
domenicali: Aeterne rerum Conditor, noctem diemque qui regis, et temporum das tempora ut alleves fastidium .
Tutti questi temi gli ritroveremmo nell'ufficiatura domenicale dell'oktoechos bizantino. Testo 5.

45

Cf., CLEMENTE ALESSANDRINO, Stromata VI,16; cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., p. 342.

46

Cf., J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., pp. 388-408.

47

Cf., Ibid., p. 390.


17

primavera in relazione a tutto l'anno in qualche maniera quello che la testa al corpo: il
sole comincia a percorrere la prima parte del suo percorso, la luna, da parte sua, nella
plenitudine della sua bellezza, trasforma in giorno luminoso il corso della notte. Sono finiti i
rigori dell'inverno, sono finite le lunghe notti, sono finite le inondazioni... i campi con le
spighe piene di grano e gli alberi carichi di frutti, adorni dai doni di Dio...; dall'altra parte,
pero Eusebio cosciente che non soltanto la bellezza della primavera che ha portato a
mettervi la celebrazione della risurrezione, ma la raggione vera pi teologica/cristiana:
...questo tempo era anche colui della prima creazione del mondo, quando la terra
germin ed apparirono gli astri; in questo tempo anche il Salvatore del mondo
celebr il mistero della sua propria festa e, come un grande astro, sembr che
illuminasse tutta la terra... come per rammentare l'anniversario del cosmo...; e
prosegue ancora: E` in questo tempo che la figura -cio la vecchia Pasqua- diventa
realt: essa conteneva il simbolo dell'immolazione dell'agnello e l'alimento dei pani
azimi... Tutte queste cose vengono a compimento nella festa della salvezza. Lui,
Cristo, era l'Agnello il cui corpo era sospeso nella croce; ma lui stesso era il sole di
giustizia quando la primavera divina ha fatto passare la vita degli uomini dal male al
bene. Gli spiriti che portano i popoli alla perdizione hanno cessato di operare
assieme ai mali dell'inverno, e l'abbondanza dei frutti nuovi corona la Chiesa coi
carismi dello Spirito Santo48.
Nella stessa scia di Eusebio parleranno della Pasqua un Gregorio di Nazianzo nei suoi
sermoni sulla Pasqua49.
C' poi un altro aspetto pasquale a cui vorrei far riferimento: la Pasqua giudaica veniva
celebrata il quattordicesimo giorno del mese di Nisan, il giorno dell'equinozio la cui notte non
"era coperta dalle tenebre" a causa del plenilunio50; questo tema l'abbiamo gi visto un po in
Eusebio di Cesarea ed ripreso pienamente da Gregorio di Nissa nel Sermone sulla
Risurrezione in cui, di fronte alle critiche fatte dai giudei di aver cambiato la data della Pasqua
dal 14 di Nisan alla domenica successiva51, Gregorio risponde "allegoricamente" di fronte ad
una pratica meramente letterale:
Colui che in tutta la settimana della sua vita si astiene dai vizi, allora si separa dalla
tenebra. E` questo quello che significa il quattordicesimo giorno del ciclo lunare. E`
il giorno in cui la luna nel pieno; essa non permette allora che n al mattino n alla
sera si arrivi dal tutto a notte buia. Infatti prima che i raggi del sole che tramonta
spariscano dal tutto, la luna si alza all'altra estremit del cielo ed illumina la terra
con la sua luce. Questo ci insegna di praticare durante tutta la settimana della vita
l'unica Pasqua e farne un tempo luminoso52.
Gregorio ancora nella sua lettera IV fara un parallelo tra il Natale -momento in cui la
luce comincia a superare la tenebra, e dunque inizio simbolico della manifestazione del Sole di
giustizia- e la Pasqua -vittoria di Cristo nella sua risurrezione. Il tema pasquale verr anche
48

PG XXIII, 696-697. Testo 6.

49

Cf., PG LXXVII, 391-970.

50

Il tema simbolico della notte senza tenebre oppure del giorno senza tenebre era stato gi adoperato da
Filone di Alessandria, cf., De spec. leg., 150.

51

Il concilio di Nicea aveva fissato la data della Pasqua la domenica dopo il 14 di Nisan.

52

PG XLVI, 628; cf., anche J. DANIELOU, Bible et Liturgie, op. cit., pp. 402-403. Testo 7.
18

accennato nei diversi commenti al salmo 138,12: nox sicut dies illuminabitur, tema che
sant'Ambroggio raccoglier nell'exultet: Haec nox est de qua dictum est: et nox sicut dies
illuminabitur.
Qui sarebbe da accennare anche qualcosa sulla controversia attorno alla celebrazione
annuale della Pasqua, celebrazione fatta da alcune Chiese nel 14 di Nisan e da altre, in
maggioranza, nella domenica successiva, controversia conosciuta col nome di controversia
quartodecimana53. Vorrei citare soltanto alcuni titoli di bibliografia. C' dietro la controversia
pasquale cos come ci viene presentata da Eusebio un problema semplicemente disciplinare,
oppure c' una controversia piuttosto teologica? Possibilmente un po ambedue le cose, bench
la informazione di cui siamo in possesso assai magra. Sembra chiaro che le Chiese dell'Asia
Minore54 celebrano la Pasqua annualmente e lo fanno il 14 di Nisan. Roma e le altre Chiese
oppure non fanno una commemorazione annua della Pasqua, oppure la fanno la domenica
dopo il 14 di Nisan; ad ogni modo, Roma si mantiene fino a papa Eleuterio (175-189) in una
posizione tollerante verso le altre Chiese. La celebrazione annua della Pasqua -nella domenica
dopo il 14 Nisan- viene forse introdotta sotto papa Soter (167-174). Sotto papa Vittore (189200) Roma prende un'attitudine contundente verso le Chiese quartodecimane e prescrive loro
-sotto scomunica- la celebrazione domenicale della Pasqua annua. Sottolineo soltanto che la
celebrazione domenicale porta a uno stacco tra Passione e Risurrezione, tra Venerd Santo e
Domenica di Pasqua -stacco che i testi liturgici orientali cercano fortemente di sanare-, stacco
pure non contemplato dallo stesso Nuovo Testamento; si dovrebbe, in qualche modo, riflettere
teologicamente su che cosa hanno significato gli eventi accaduti nella seconda met del II
sec.55. Ad ogni modo, la fissazione di una celebrazione pasquale annua dar luogo alla nascita
dell'anno liturgico, dei periodi che precedono e seguono la Pasqua, in breve della
sacramentalit del tempo attorno all'evento pasquale56.
Vorrei dire qualcosa circa la celebrazione liturgica nella citt di Gerusalemme che, in
qualche modo, diventa il primo testimone sicuro di una celebrazione di un ciclo liturgico. Da
una parte dobbiamo sottolineare la centralit di Gerusalemme a partire degli scritti del Nuovo
Testamento; Gerusalemme stato il luogo della Pasqua del Signore 57, il luogo del suo ingresso
solenne nella citt58, il luogo della missione dello Spirito Santo 59; la stessa vita di Ges a
Gerusalemme e la vita della Chiesa l stesso e di l come missione ai popoli diventano
parametro di celebrazioni liturgiche. Dall'altra parte dobbiamo anche affermare che dopo la
53

Sulla controversia quartodecimana si veda per primo il testo di EUSEBIO DI CESAREA, HE V,24,1ss; poi
T.J. TALLEY, Le origini dell'anno liturgico, pp. 13-35; R. CANTALAMESSA, L'Omelia "In S. Pascha" dello
Pseudo-Ipolito di Roma: Ricerche sulla teologia dell'Asia Minore nella seconda met del II secolo , Milano,
1967; IDEM, La Pasqua nella chiesa antica, Traditio christiana 4, Torino, 1978; CH. MOHRMANN, Le conflit
pascal au IIe sicle: note philologique, in Vigiliae Christianae 16 (1962) 161; M. RICHARD, La question
pascale au IIe sicle, in L'Orien Syrien 6 (1961) 179-212.

54

La Lettera agli Egiziani del concilio di Nicea indica: Vi diamo il lieto annunzio dell'unit che stata
ristabilita intorno alla festa della Pasqua. Tutti i fratelli dell'Oriente, che prima celebravano la Pasqua con
gli ebrei, d'ora in poi la celebreranno con i romani, con noi e con tutti gli altri che l'hanno sempre celebrata
con noi, cf., CONCILIORUM OECUMENICORUM DECRETA, Bologna, 1991, p. 19.

55

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 217-218.

56

Cf., O. ROUSSEAU, Les Pres et la thologie du temps, in La Maison-Dieu 30 (1952) 36-55.

57

Mt 26-27 e par.

58

Mt 21,1-11 e par.

59

Atti 2,1ss.
19

distruzione del 70 d.C. il centro della vita della Chiesa si espande verso i grandi centri
dell'impero: Roma, Alessandria, Antiochia, che saranno, a sua volta, centri di sviluppo delle
liturgie e dei diversi cicli liturgici e, allo stesso tempo diminuir l'importanza della sede
gerosolimitana60. Nella prima met del IV sec., sotto l'imperatore Costantino, viene rivalorizata
la citt di Gerusalemme ed i suoi luoghi santi di culto, rivalorizazione che avr il suo influsso
anche sulla liturgia delle altre sedi; da notare l'importanza di tutti l'insieme di edifici
costantiniani che dar un senso nuovo alle celebrazioni fatte sui luoghi "storici" in rapporto
con la festa che viene celebrata.
Il documento pi importante che abbiamo per conoscere il ciclo liturgico
gerosolimitano la Peregrinatio Egeriae61; senza entrare dettagliatamente nello studio del
testo, vorrei evidenziarne alcuni fatti che sono direttamente in rapporto col nostro studio. La
Peregrinatio un documento in cui troviamo una descrizione assai dettagliata della vita
liturgica giornaliera, settimanale ed annua nella Gerusalemme della fine del IV sec. Le
celebrazioni gerosolimitane vanno legate ai fatti salvifici della vita di Ges ed ai luoghi stessi di
questi fatti: Anastasis62 -luogo della Risurrezione-, Golgota -luogo della Crocifissione-,
Santa Sion -il luogo speciale della manifestazione dell'amore del Padre per mezzo del suo
Figlio attraverso tre doni: il precetto -testimonianza- dell'amore (Gv 13-17), l'eucaristia (Mt
26,26-28 e par., e 1Cor 11,23ss), e il dono dello Spirito Santo (Gv 20,19-23), Imbomon -il
luogo dell'Ascensione-, Getsemani -luogo dell'agonia di Ges-, Lazarion -luogo della tomba
di Lazzaro-, Betlemme -luogo della nascita di Ges63. Attraverso tutti questi luogo si delinea
gi un ciclo liturgico che viene concretizzato cos64:
Epifania (25,6-12): commemorazione della nascita di Ges -la festa del 25 dicembre
non era ancora entrata nel calendario; si celebra una solenne vigilia notturna.
Quaresima (27-29): Tempo di preparazione alla Pasqua di una durata discussa, non
chiara. Era segnato dal digiuno e dalla preparazione al battesimo:
Infatti l'uso del digiuno tale qui, durante la Quaresima, che quelli che chiamano
ebdomadarii, cio quelli che praticano il digiuno settimanale, mangiano la domenica,
dato che il congedo -fit missa- ha luogo all'ora quinta. Una volta pranzato la
domenica, non mangiano fino al sabato mattina, subito dopo essersi comunicati
all'Anastasis. Per questi dunque, perch rompano pi presto il digiuno, il sabato la
celebrazione all'Anastasis si fa prima del levar del sole... L'usanza del digiuno infatti
tale, durante la Quaresima... e quelli che sono, come li chiamano qui apotattiti,
uomini e donne, non solo nei giorni di Quaresima, ma durante tutto l'anno, quando
mangiano, mangiano una sola volta al giorno...65

60

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., pp. 224-225.

61

P. MARAVAL, grie, Journal de voyage (Itinraire), Sources Chrtiennes 296, Paris 1986. Ce ne sono
traduzioni in tante lingue: Italiano, russo, inglese, danese, tedesco, greco moderno, catalano, castigliano,
polacco, rumeno, portoghese, gagliego...

62

Secondo Federici chiamata in modo pessimo dai Crociati "il Santo Sepolcro".

63

Cf., T. FEDERICI, Teologia, op. cit., 226-227.

64

Cf., S. Janeras, Egria, Pelegrinatge. Fundaci Bernat Metge 237-238, Barcelona 1986; cf., S.
JANERAS, Egria, pelegrinatge a Terra Santa. Clssics del Cristianisme, Barcelona 1993, pp. 44-55.

65

N. NATALUCCI, Egeria, Pellegrinaggio in Terra Santa. Biblioteca Patristica 17, Firenze, 1991, pp.
179-181.
20

Sabato di Lazzaro (29,3-6): Celebrazione ponte tra la Quaresima e la Settimana


santa.
Settimana Santa (30-39): Celebrazione dei misteri attorno alla Pasqua di Cristo.
Spiegazioni dettagliate dalla domenica delle Palme alla domenica di Pasqua. Vorrei leggere
alcuni brani che saranno l'articolazione delle celebrazioni pasquali delle liturgie cristiane:
Il gioved... si fanno le funzioni che si devono fare: in questo giorno si celebra
l'eucaristia al Martyrium e il congedo ha sempre luogo l circa all'ora decima... Fatto
il congedo al Martyrium, si va dietro la Croce, si dice solamente un inno, si fa la
preghiera e il vescovo celebra l'eucaristia e tutti fanno la comunione... Ognuno si
affretta a tornare a casa propria a mangiare, perch subito dopo aver mangiato, tutti
si recano all'Eleona, nella chiesa dove c' la grotta in cui, proprio in questo giorno, il
Signore stette con gli apostoli... quando i galli cominciano a cantare... ci si reca nel
luogo dove il Signore preg, come scritto nel Vangelo: E avanz quanto il lancio di
una pietra e preg, ...66.
Ottava di Pasqua (39-40).
Pentecoste (43).
Notiamo come tutte le feste celebrate a Gerusalemme sono feste storiche, c'
un'anamnesi del fatto storico "nel giorno e nel luogo"; notiamo anche l'importanza della Sacra
Scrittura come punto di riferimento storico e come e come contenuto dell'anamnesi, cio come
Bibbia vissuta nella liturgia67; notiamo anche l'importanza del lezionario che diventer assai
normativo per le Chiese di Oriente68.

66

N. NATALUCCI, Egeria, Pellegrinaggio in Terra Santa. Biblioteca Patristica 17, Firenze, 1991, pp.
195-197.

67

Questo aspetto verr pi tardi sottolineato a partire dell'iconografia delle chiese di oriente, una
iconografia che allo stesso tempo biblica e dogmatica.

68

Cf., M. TARCHNISHVILI, Le Gran Lectionnaire de l'Eglise de Jrusalem (V e-VIIIe sicle), CSCO 188/9
e 204/5, LOvanii 1959.
21

II. CICLO LITURGICO SIRO OCCIDENTALE.


Il ciclo liturgico siro occidentale corrisponde abbastanza con quello maronita, e non
faremmo qui delle diversit, ma ci limiteremo in modo speciale a quello siro. Per quanto
riguarda i maroniti accenno al fatto che in principio il ciclo liturgico sarebbe lo stesso dei siri;
nella pratica, poi, esso ha subito degli influssi bizantini e sopratutto latini subiti a partire delle
missioni mandate loro da Roma oppure chieste da loro.
II.1. Schema generale del ciclo liturgico siro-occidentale.
Il ciclo liturgico siro-occidentale formato di nove periodi; presento qua
schematicamente questi periodi, indicando in linea di massima le pericopi evangeliche che
vengono lette nella liturgia:
1. Domeniche della Consacrazione / Dedicazione e del Restauro / Rinnovamento
della Chiesa. Sono le domeniche ottava e settima prima del Natale; il rito caldeo ne ha
quattro.
Domenica della Consacrazione: Mt 16,13-20 (Confessione di Pietro).
Domenica del Rinnovamento: Gv 10,22-42 (Figliolanza divina di Ges).
2. Subbara -annunciazione. Comprende sei domeniche -i caldei ne hanno soltanto
quattro-, in cui vengono celebrate le diverse annunciazioni:
Annunciazione a Zaccaria: Lc 1,1-25.
Annunciazione a Maria: Lc 1,26-38.
Visitazione a Elisabetta: Lc 1,39-56.
Nascita di Giovanni Battista: Lc 1,56-70.
Annunciazione a Giuseppe (chiamata anche domenica del sonno): Mt 1,18-25.
Domenica della genealogia di Nostro Signore Ges Cristo: Mt 1,1-17.
3. Tempo di Natale -i caldei non lo consideravano come un tempo diverso, ma in certo
senso unito al subbara. Comprende il giorno di Natale e 2/3 domeniche:
Natale: Gv 1,1-17.
Domenica del ritrovamento nel Tempio: Lc 2,39-52.
Domenica prima dell'Epifania: Lc 3,1-9 (predicazione di Giovanni).
4. Denha -manifestazione, Epifania. Si svolge tra l'Epifania e la pre-quaresima. Bench
la celebrazione natalizia ha entrato in Oriente forse alla fine del IV sec., -nel 386 Giovanni
Crisostomo ad Antiochia parla della duplice celebrazione, quella del 25 dicembre e quella del 6
gennaio-, la celebrazione del 6 gennaio rimane come celebrazione dell'Epifania trinitaria al
Giordano. Le domeniche che vanno dall'Epifania all'inizio della pre-quaresima sono chiamate
domeniche dei battezzati.
Epifania: Lc 3,15-22 (battesimo di Ges).
5. Pre-Quaresima. Comprende tre domeniche -oppure i venerd consecutivi- in cui
vengono commemorati i sacerdoti defunti, i forestieri defunti ed i fedeli defunti. Nei tre primi
giorni della prima di queste tre settimane si osserva il "Digiuno dei Niniviti".
6. Periodo della Quaresima. Comprende sei domeniche, che portano il nome della
pericope evangelica che viene letta:
I0 Delle nozze di Canna: Gv 2,1-11.
22

II0 Della guarigione del lebbroso: Lc 5,12-17.


III0 Della guarigione del paralitico: Mc 2,1-12.
IV0 Della guarigione del servo del centurione: Lc 7,1-10
V0 Della risurrezione del figlio della vedova di Nain: Lc 7,11-18.
VI0 Della guarigione del cieco nato: Mc 10,46-52.
Dopo la Quaresima viene celebrata la Settimana Santa che ha inizio con la Domenica degli
Osanna; le celebrazioni vengono incentrate attorno ai tre giorni:
Pasqua dei Misteri (Gioved): Liturgia: Gv 13,31-33 + Lc 22,28-30 + Mt 26,17-30 (congedo
di Ges, complotto contro Ges, tradimento ed istituzione dell'eucaristia); lavanda dei piedi:
Gv 13,1-19.
Grande Venerd della Crocifissione (Venerd):Mt 27 + Mc 15 + Lc 23 + Gv 19.
Sabato delle luci (Sabato): Mt 28.
Come per i caldei, anche il Gioved Santo e il Venerd Santo vengono lette pericope
evangeliche messe assieme a partire dei racconti dei quattro evangelisti.
7. Tempo di Pasqua. L'ottava di Pasqua viene chiamata "settimana bianca", e i siri
celebrano il venerd di questa settimana la festa di tutti i santi. Le domeniche con le loro
pericopi sono:
Domenica di Pasqua: Mc 16,1-9 (annuncio della risurrezione).
Domenica nuova: Gv 20, 26-31 (Apparizione ai Dodici, con Tommaso).
Domenica II dopo Pasqua: Gv 21, 1-14 (Apparizione sul lago di Tiberiade).
Domenica III dopo Pasqua: Mc 2, 13-22 (Vocazione di Levi).
Domenica IV dopo Pasqua: Gv 4, 31-38 (Il vero cibo -la samaritana).
Domenica V dopo Pasqua: Lc 9, 51-62 (Esigenze della vocazione apostolica).
Ascensione: Mc 16, 14-20 (Congedo, missione dei Dodici ed Ascensione).
Domenica dopo l'Ascensione: Gv 13, 31-36 (Congedo di Ges ai discepoli).
Pentecoste: Gv 16, 4-15 (La venuta del Paraclito).
8. Tempo dalla Pentecoste all'esaltazione della Santa Croce. Tempo diviso, come i
caldei, in due periodi: Domeniche degli apostoli (7 domeniche) e Domeniche dell'estate (6/10
domeniche, secondo la Pasqua); in questo periodo vengono celebrate tre feste importanti: la
Trasfigurazione (6 agosto), la Signoria di Maria (15 agosto), l'Esaltazione della Santa Croce
(14 settembre).
9. Tempo dall'esaltazione della Santa Croce fino alle domeniche della Dedicazione.
II.2. Ciclo settimanale. Feste dei santi.
Prima di entrare in considerazione di alcune parti del ciclo liturgico siro occidentale,
vorrei dire qualcosa sulla settimana e le celebrazioni dei santi. La settimana nella liturgia siriaca
gira attorno alla domenica come giorno della celebrazione della risurrezione del Signore; non
ha preso la denominazione tipica di "giorno / signoriale oppure del Signore" ma conserva la
forma siriaca "primo giorno della settimana" Abcb dx ; nella domenica si far la sinassi, si
leggeranno le Scritture e si offrir il Sacrificio, poich nella domenica che avr luogo la
sua seconda venuta69. Sono sopratutto i testi liturgici che ci sottolineano questa realt festiva
della domenica70:
69

BAR-HEBREUS, Nomocanon; P. Bedjan (Ed.), pp. 58.

70

Il patriarca maronita Stefano Douaihi (XVII sec.) fa l'enumerazione dei fatti salvifici adempiuti la
domenica: Creazione del cielo e la terra (primo giorno della creazione), fermata dell'arca sul monte Ararat,
passaggio del Mar Rosso, caduta della Manna, nascita del Signore, apparizione della stella ai magi, battesimo
23

E` grande la domenica, Signore, grande ed adorabile, e beato colui che l'osserva con
fede, poich in questo giorno che Nostro Signore risuscit dal sepolcro e riscatt la
sua Chiesa, ed ecco che essa canta per sempre la sua lode.71
Invece di Sion, che fu ripudiata, lui scelse la Chiesa, e si compiaciuto in essa.
L'edific sull'altezza delle sue compiacenze... E` infatti nella domenica della
risurrezione che tutte queste grazie sono venute sull'umanit. Ecco perch conviene di
onorare questo giorno, il primo fra tutti. E` pieno di misteri; dobbiamo offrirgli i
nostri omaggi...72
Per quanto riguarda il sabato, gi nel IV sec. era giorno di celebrazione eucaristica73;
nella chiesa siriaca questo cos anche per i sabati di quaresima in cui, insieme alla domenica
viene sempre celebrata l'eucaristia. Il sabato conserva, nella liturgia siriaca il senso di riposo 74
dalle opere adempiute; questo giorno consacrato in modo speciale alle celebrazioni dei santi,
poich essi sono entrati nel riposo di Dio.
Proemio: Che siamo degni di offrire la lode, la confessione, la gloria, l'onore e
l'esaltazione incessantemente, senza posa, in ogni tempo ed in ogni luogo a l'unico
Padre nascosto, che abita nelle anime di coloro che lo temono, all'unico Figlio
adorabile che risiede nelle ossa dei santi, all'unico Spirito Santo che intreccia le
corone di gloria per i suoi eroi, a lui confessiamo e lodiamo adesso e in tutte le feste,
in ogni tempo, in ogni ora ed in ogni momento dei giorni della nostra vita.
Sedro: Diamo lode ai profeti, agli apostoli, ai santi martiri e cantiamo sotto
l'ispirazione dello Spirito Santo. Poich la nostra eloquenza non pu ed il nostro
spirito preso dall'immondizia del peccato, noi non possiamo lodargli come bisogna.
Loro presentano, per noi, delle domande e delle suppliche e, per il fatto che hanno
potere sul tesoro del loro Signore, offriamo loro le nostre preghiere, innalziamo a loro
le nostre suppliche affinch chiedano al loro Signore di agire il perdono dei peccati e
la remissione delle colpe verso di noi e verso tutti i figli della santa Chiesa, e cos,
loro e noi potremo presentare la nostra lode al Padre adorabile che innalza loro, al
Figlio, Cristo, che corona loro, allo Spirito Santo che porta a buon termine i loro
combattimenti, adesso e sempre e nei seccoli dei seccoli. Amen.75
Altri due giorni hanno aspetti particolari: venerd e mercoled. La Didach e le
Costituzioni Apostoliche parlano di questi due giorni come giorni di digiuno, in opposizione al
digiuno giudaico del marted e gioved. Il mercoled consacrato, in pi, alla memoria della
Madre di Dio:
Proemio: Che siamo degni di offrire la lode, la confessione, la gloria, l'onore e
l'esaltazione incessantemente, senza posa, in ogni tempo ed in ogni luogo a quella
di Ges, miracolo di Canna, moltiplicazione dei pani, ingresso di Ges al tempio, risurrezione di Ges,
apparizione agli apostoli, discesa dello Spirito sugli apostoli, giudizio finale, cf., J. TOMAJEAN, La semaine, op.
cit., pp.100-101.

71

Shehimo (comune del breviario), ed. Tappouni, p. 64. Testo 11.

72

Efrem, Ed. LAMY, I, 541. Testo 11.

73

APHRAATES, Demonstrationes, ed. Parisot, Patrologia Syriaca I.

74

Cf., Eb 3-4.

75

Sedro dei santi.


24

luce immortale, riflesso76 della luce divina, che dal seno della Vergine e dal suo
grembo materno ha dato il frutto della vita; al bambino ammirabile che magnifica ed
esalta la memoria di sua Madre nel cielo e sulla terra, a lui lo confessiamo e lo
lodiamo adesso, in tutte le feste, in ogni tempo, in ogni ora ed in ogni momento dei
giorni della nostra vita.
Sedro: Quale lingua potrebbe esaurire i motivi della nostra lode, Vergine pura, piena
di bellezza, Madre di Cristo il nostro Salvatore, lui che per mezzo della sua
manifestazione salvifica ha allontanato da noi la tenebra del peccato e della
perdizione. Noi ti confessiamo, fonte di vita, fontana di salvezza, campo benedetto,
scala che sale fino in cielo, e, ammirando tutto questo, diciamo: Sei benedetta, nave
carnale in cui discese il Signore degli angeli; sei benedetta, roveto spirituale di cui
apparse l'arca del cielo. E adesso, piena di grazia, assieme a noi, supplica il tuo
Figlio, che da te si manifest, che per la sua misericordia allontani i nostri peccati, e
nella sua tenerezza faccia sparire le nostre mancanze, e che a noi e ai nostri morti ci
faccia degni del rifugio della Gerusalemme del cielo e del grembo di Abramo, poich
dalla nostra bocca gli diamo gloria e lode, e al suo Padre e al suo Santo Spirito,
adesso e sempre e nei secoli dei secoli.77
Il venerd un giorno specialmente consacrato alla memoria della passione di Ges e
anche ai martiri, specialmente associati a questa passione:
Dimmi dunque, o venerd, per ch tutte le Chiese del mondo ti venerano? Per il fatto
che in questo giorno fu creato Adamo, capo del genere umano, e anche in questo
giorno lui entr nel paradiso e gli angeli si prosternarono di fronte a lui. Anche in
questo giorno fu crocifisso l'Unigenito e riscatt il mondo.78
Luned, marted e gioved sono giorni di lavoro, di fatica, in certo senso di penitenza.
Il culto dei santi nelle chiese siro occidentali, come d'altronde in quelle siro orientali,
sottolinea sempre il fatto della configurazione del fedele cristiano col santo -martirefesteggiato; in un antico rituale siriaco di professione monastica troviamo il legame tra
l'impegno del monaco e la polvere che gli viene imposta sul capo, presa dalla tomba dei
martiri:
Nel Nome della Trinit gloriosa, santifica, Signore Dio nostro, questa polvere
terrestre, affinch il tuo servo, segnato con essa, rigetti da lui, in tanto che
possibile, la natura terrestre, e che lui rivesta l'ignea natura celeste, che sia
annoverato tra gli eletti, segnati col segno della tua forza, e che ti offra come
sacrifici perfetti il suo spirito e il suo lavoro79.
A livello pi strettamente liturgico, pero, ambedue le tradizioni siriache danno un posto
piuttosto ristretto alla memoria dei santi lungo il ciclo liturgico e questa sempre legata al
mistero salvifico che trova in Cristo il suo unico centro. Per le Chiese siro occidentali, per, lo
sviluppo del santorale stato assai pi largo che nelle Chiese siro orientali, sopratutto per il
fatto di trovarsi in un ambiente favorevole e non ostile alla fede cristiana, fatto che permetteva
76

Anche: "che esce", "che germina".

77

Sedro della Madre di Dio. Testo 13.

78

Ora di terza dell'ufficio feriale di venerd. Testo 14.

79

Cf., I-H. DALMAIS, Le culte des saints, op. cit., 81.


25

di edificare grandi edifici sulle tombe dei martiri e degli asceti pi celebri e di organizzarvi dei
pellegrinaggi80. Il santorale siro occidentale ha delle feste fisse per i santi, e poi delle
commemorazioni settimanali -nei diversi giorni- per diverse categorie dei santi. Anche
nell'anafora eucaristica la commemorazione dei santi ha preso un posto importante, sopratutto
i dottori che, come gli apostoli, hanno difeso la vera fede:
Gli Apostoli presentano la loro supplica a colui che ha loro scelto, affinch lui
spenga i scismi e le eresie nella Chiesa e tra i suoi figli. Ecco che da tutte le parti dei
avversari accerchiano la Chiesa, e cercano di spegnere la fede che gli Apostoli hanno
predicato. Che la tua verit, Signore, sia il crogiuolo dove tu esaminerai le loro
parole come l'oro; allora i sacerdoti grideranno magnificamente: Benedetto colui che
ha onorato la Chiesa81.
Ricordiamo anche coloro che tra i santi si addormentarono beatamente; coloro che
custodirono e ci trasmisero la fede apostolica; proclamiamo i santi sinodi ecumenici
di Nicea, Costantinopoli, Efeso, e tutti gli altri santi sinodi; commemoriamo i nostri
padri: l'apostolo e martire Giacomo, Ignazio, Clemente, Dionigi, Atanasio, Giulio,
Basilio, Gregorio, Eustatio, Teofilo, Giovanni, Cirillo; e i nostri santi: Mar Efrem,
Mar Giacomo, Mar Isacco e coloro che prima, dopo e con loro hanno custodito pura
e inalterata la fede e ce l'hanno trasmessa: le loro preghiere siano per noi di
protezione82.
Notiamo l'aspetto teologico di tasmissori della fede applicato ai santi.
II.3. Domeniche della Dedicazione e Ciclo del Subbara.
Vorrei dedicare un po di tempo all'aprofondimento di alcuni aspetti delle due
domeniche della "Dedicazione" e delle domeniche del "Subbara" -Arbws-. Come stato visto
nell'introduzione, le Chiese di tradizione siriaca hanno in comune diverse domeniche cosiddette
della Dedicazione che aprono -siri occidentali- o chiudono -siri orientali- il ciclo liturgico.
L'origine di queste feste non per niente chiaro: si tratta della dedicazione della chiesa di
Edessa oppure di quella di Seleucia-Ctesifonte, oppure dell'Anastasis di Gerusalemme? Nel
lezionario armeno di Gerusalemme del V sec., si trova la rubrica in cui si indica che tra
novembre e dicembre si celebra la dedicazione di tutti gli altari cristiani83, periodo in cui anche
i giudei celebravano la dedicazione del Tempio; nello steso rituale armeno le letture scelte per
questa festa sono assai chiare: Eb 13,10-13: Noi abbiamo un altare del quale non hanno
alcun diritto di mangiare quelli che sono al servizio del Tabernacolo..., e Mt 23,13-22: Guai
a voi scribi e farisei ipocriti...; sono testi polemici contro i giudei che ci mostrano che siamo
in ambiente possibilmente gerosolimitano in cui, per evitare dei rapporti dei cristiani con i
giudei per la festa della dedicazione del tempio, viene loro proposta la celebrazione della
dedicazione di tutti gli altari. Le domeniche della Dedicazione delle Chiese siriache hanno
possibilmente quest'origine gerosolimitana, bench hanno perso il contesto di polemica anti
giudea.

80

Cf., I. PEA, La desconcertante vida de los monjes sirios. Siglos IV-VI, Sigueme, Salamanca 1985, (ce
n' trad. italiana).

81

Sedro di mercoled al vespro. Testo 16.

82

Anafora di san Giacomo, intercessioni diaconali. Testo 17.

83

Cf., F.C. CONYBEARE, Rituale Armenorum, Oxford 1905, p. 526.


26

A partire della situazione attorno a l'inizio di dicembre di questa festa della dedicazione
e dello sviluppo progressivo dell'Avvento nelle Chiese siriache -sviluppo che ha luogo tra 450
e 600-, la o le domeniche della dedicazione hanno avuto un retrocesso cronologico verso la
met oppure l'inizio di novembre. Staccata spazialmente e cronologicamente da un contesto
polemico, la festa ha preso un senso nuovo: la chiesa materiale come simbolo della Chiesa
realt spirituale.
Attualmente nel ciclo liturgico siro occidentale le domeniche sono due, l'ottava e
settima prima del Natale84. Le pericopi bibliche proposte sono:
Domenica della Consacrazione:
Es 40,1-16.34-35 (Erezione e consacrazione del Santuario).
1Re 7,51-8,11 (Trasferimento dell'arca).
Ez 43,27-44,4 (La porta chiusa del santuario).
Eb 8,1-12 (Il nuovo sacerdozio, il nuovo Santuario).
Mt 16,13-20 (Confessione di Pietro).
Domenica del Rinnovamento:
Es 31,18; 32,1-6 (Consegna delle tavole; il vitello d'oro).
1Re 18, 10-29 (Elia e il sacrificio al Carmelo).
Pr 3,19-24 (Fiducia in Dio).
Eb 9,1-14 (Cristo nel santuario del cielo).
Gv 10,22-42 (Figliolanza divina di Ges).85
I temi che troviamo in ambedue le domeniche sono molto simili e non formano che un unico
mistero: l'inizio del cammino della Chiesa nella preghiera e nella lode, verso Cristo nella sua
centralit pasquale86. Il tema sponsale -applicato anche all'incarnazione del Verbo-, sar
presente in modo largo nei testi delle due domeniche87:
O Chiesa fedele, come sei bella e adorna, sposata al tuo Sposo, Cristo... sei colorata
dal sangue dei martiri, raffermata dagli insegnamenti provati, e ti compiaci dal pane
celeste del Dio Altissimo... O Santa Chiesa, canta la gloria dello Sposo che nel suo
amore ti ha sposato, ti ha salvato con la sua croce vivificante e ha deposto in te il suo
Corpo ed il suo Sangue, calice di salvezza, perdono per i credenti... 88
Le due invocazioni della Chiesa: O Chiesa fedele... O Santa Chiesa contengono tre
punti centrali e in certo modo paralleli: 1. martiri, 2. insegnamento provato, 3. eucaristia; 1.
salvezza dalla croce, 2. sposa, 3. eucaristia.

84

Per quanto riguarda i nomi dati a queste domeniche, i testi siriaci sono: "Santificazione della Chiesa"
per la prima domenica e "Rinnovamento della Chiesa" per la seconda; non c' un accordo tra i traduttori:
"consacrazione", "dedicazione" per la prima, "dedicazione", "rinnovamento" per la seconda...

85

Testo 18.

86

Cf., G. KHOURI-SARKIS, La fte de l'glise, op. cit., p. 186.

87

BALDANZA, G., La metafora sponsale in S. Paolo e nella tradizione liturgica siriaca, Bibliotheca
*Ephemerides Liturgicae+ subsidia 114, Edizioni Liturgiche, Roma, 2001.

88

Canoni dei salmi 45 e 140 del vespro della prima domenica. Testo 19.
27

Un primo aspetto a sottolineare la prefigurazione veterotestamentaria della


Chiesa; la liturgia siro occidentale far largamente un'esegesi allegorica della Scrittura,
specialmente del Vecchio Testamento. La Chiesa viene prefigurata dai fatti veterotestamentari
e allo stesso tempo viene contrapposta al culto giudaico:
A te la lode, Ges Cristo, rocca ferma e inespugnabile su di cui stata fondata la
Santa Chiesa. Essa prefigurata dalla roccia della quale Mos fecce sgorgare
mirabilmente dodici ruscelli per dare da bere all'ingrato Israele. Essa possiede i
fiumi mistici dell'Eden che per la rettitudine della dottrina spande una bevanda
divina... Non appoggiata su colonne di bronzo o di ferro, ma sui profeti che hanno
rivelato le cose segrete, sugli apostoli predicatori dei misteri e sui martiri che hanno
seguito le orme di Cristo... Essa non si gloria di avere il candeliere delle sette
braccia, ma il sole di giustizia e le stelle del mattino che sono i dottori ispirati dallo
Spirito Santo...89.
Notiamo alcuni aspetti:
-La Chiesa fondata su Cristo.
-Prefigurata dal Vecchio Testamento.
-Possiede la rettitudine della dottrina.
-Questa rettitudine della fede viene dalla testimonianza dei santi.
-Opposta a Israele.
Oggi Isaia si rallegra in te, Santa Chiesa, lui che aveva detto di te dicendo che i
popoli e i re verrebbero per onorarti... Il profeta Isaia ha annunciato la Chiesa
fedele. Ecco che i popoli da tutte le parti si radunano e vengono da te. Ti portano i
loro figli e le loro figlie che si erano dispersi seguendo gli idoli... E lo Spirito Santo ti
santificher da ogni macchia e abiter in te affinch per mezzo di lui tu serva la
Santa Trinit...90
Un secondo aspetto da sottolineare la Chiesa vista come fonte/luogo della luce e
della verit, essa trasmette la vera fede91, essa il luogo dei sacramenti:
Chiesa Santa, sposa piena di luce, alzati e riceve i tuoi veri pastori che nel loro zelo
hanno ricevuto la scienza divina... Fai ritornare coloro che si sono deviati dalla
verit, compiaciti nell'Agnello di Dio cos come ti stato tramandato dagli Apostoli e
dai Padri santi, e allontana da te colui che abbandona la vera fede92.
Questa Chiesa Davide la cantava -salmo 44-, questa figlia del re, adornata non in
modo figurato, come la tenda di Mos, ma dal mantello splendido della fede, il
battesimo, i doni dello Spirito Santo, il santo Altare e il sangue dell'Agnello senza
macchia, suo sposo, Re dei re, e dalle stelle che sono i dottori ispirati dallo Spirito
Santo...93.

89

Sedro del vespro della prima domenica. Testo 20.

90

Sedro della seconda domenica al vespro. Testo 21.

91

L'introduzione alla professione di fede nella celebrazione eucaristica va introdotta sempre da


un'esortazione a proclamare la "fede vera".

92

Canone del salmo 45 della prima domenica. Testo 22.

93

Sedro della prima domenica al vespro. Testo 23.


28

Lo Sposo che fa festa prepara il vitello grasso e chiama gli invitati a rallegrarsi con
lui. Questo sposo celeste ha preparato un banchetto. Gli invitati si rallegrano nelle
vigilie, nei digiuni e nelle preghiere. Lui ha diviso il suo corpo e si fatto cibo; ha
preparato col suo sangue una bevanda, e da questo sangue i popoli sono stati riscattati...94
La Chiesa loda e dice: Non temo il maligno. Infatti alte mura mi circondano. Dio
abita in me e l'altare santo stato fissato in me e sono presso di me le ossa dei santi.
E la croce santa che io adoro, essa mi protegge... 95.
Per quanto riguarda le domeniche del ciclo del subara, vorrei indicare i testi biblici e
alcuni aspetti dei testi dell'ufficiatura96. Le pericopi bibliche sono:
Annunciazione a Zaccaria:
Gn 15,1-18 (Le promesse ad Abramo).
Pr 1,1-19 (Raccomandazioni della sapienza).
Is 66,12-24 (Promessa di prosperit).
Rm 4,13-25 (La legge data ad Abramo).
Lc 1,1-25 (Annunzio a Zaccaria).
I testi della Sacra Scrittura ci situano attorno alle promesse fatte da Dio, promesse che
troveranno adempimento lungo i diversi annunzi delle domeniche successive, come per
sottolineare il progresso del cristiano nella conoscenza del mistero di Dio: progressiva
manifestazione del Verbo // progressiva crescita del cristiano.
Lode a te, Cristo Dio nostro. Tu hai manifestato chiaramente alla tua Chiesa santa il
mistero della tua economia e la realt della tua venuta che ci riempie di gioia. Essa
ci ha liberati dalla schiavit del peccato e per la tua misericordia ci ha fatti figli tuoi.
Quando arriv il tempo della tua vera manifestazione, hai mandato Gabriele, il
primo degli angeli, al sacerdote Zaccaria per dargli la buona novella della nascita di
Giovanni il tuo precursore; e gli disse: "Non temere Zaccaria, poich la tua
preghiera stata esaudita e la tua moglie partorir un figlio e lo chiamerai
Giovanni. Molti si rallegreranno della sua nascita poich porter loro alla
conoscenza del Signore Dio di Israele"97.
Notiamo le espressioni come:
-Cristo Dio nostro, tipica di una Chiesa di confessione anticalcedoniana.
-Mistero dell'economia/realt della venuta.
-Figliolanza dei fedeli verso Cristo per mezzo della Chiesa.
-Porter alla conoscenza del Signore... Cambia il testo biblico: ricondurr i figli al
Signore (Lc 1,16).
Annunciazione a Maria:
Gn 3,1-19 (Peccato).
Is 7,10-17 (Il segno di Acaz).
94

Sedro della prima domenica al vespro. Testo 24.

95

Sedro della seconda domenica al vespro. Testo 25.

96

Cf., I-H., DALMAIS, Le temps de prparation, op. cit., pp. 30-36.

97

Lc 1,13-16; sedro del vespro della domenica dell'annunzio a Zaccaria. Testo 27.
29

Is 8,1-4; 9,1-3 (Figlio di Isaia; promessa di liberazione).


Gal 3,15-29 (Legge e promessa).
Lc 1,26-38 (Annunzio a Maria).
La domenica dell'annunzio a Maria sottolinea la realt della venuta del Signore:
Lode al Messia, Figlio eterno, senza principio. Dalla sua volont, per la nostra
salvezza, venne ad abitare nel grembo della Vergine, per la voce del capo degli
angeli, per volont di suo Padre e per opera dello Spirito santo. Senza cambiamento,
incarnato dalla Vergine e dallo Spirito Santo, apparso come uomo nel mondo,
facendo della terra un secondo cielo. Oggi, insieme a Gabriele, noi la glorifichiamo... Noi ti lodiamo o Dio eccelso che abiti in una luce inaccessibile, te che sei
misericordioso e compassionevole... e hai disposto a nostro favore questa nuova
economia... E in questo giorno noi diciamo... a Maria, madre del nostro Signore: noi
ti salutiamo, piena di grazia, il Signore con te... noi ti salutiamo, piena di grazia,
madre del Creatore del mondo intero;... noi ti salutiamo vello benedetto che hai
accolto il Verbo di Dio come la rugiada;... noi ti salutiamo, collina sacra da dove si
staccata la roccia senza intervento umano;... noi ti salutiamo, dolce colomba, poich
il tuo Creatore ha cresciuto nel tuo seno, come un bambino; noi ti salutiamo, luce di
coloro che siedono nelle tenebre e nell'ombra della morte... noi ti salutiamo, bella tra
le donne, piena dei favori divini... 98
Notiamo sopratutto i titoli dati a Maria:
-Piena di grazia, Madre del Creatore, vello benedetto, collina sacra, dolce colomba,
luce, bella tra le donne (cf. salmo 44). Sono tutti titoli legati alla realt cristologica della
maternit di Maria.
Visitazione a Elisabetta:
Es 19,1-13 (Promessa dell'alleanza).
Is 6,1-12 (Vocazione di Isaia).
Ger 11,1-8 (Parole dell'alleanza).
Eb 11,1-11 (Esempio della fede).
Lc 1,39-56 (Visitazione a Elisabetta).
I testi di questa domenica fanno progredire nella comprensione del mistero
dell'economia divina:
Elisabetta esclam: Con quali parole potr proclamare perfettamente la gloria dei
misteri che si compiono in te? Per te viene cancellato il documento che Eva nostra
madre aveva scritto, per te finisce la maledizione... Per questo io adoro il tuo
grembo, e a colui che vi abita io dico: Dio dei nostri padri che ti sei manifestato a
noi, benedetto per sempre99.
Lode a Dio che si incarnato per concepirci, per sua grazia, a una figliolanza
spirituale e accordarci una nuova nascita divina per l'abbondanza della sua
misericordia. Lui, senza limite, ha voluto lasciarsi limitare nel seno di sua Madre... 100.
Nascita di Giovanni Battista:
98

Sedro del vespro della domenica del annunzio a Maria. Testo 28.

99

Canone del salmo 140, vespro della domenica della visitazione. Testo 29.

100

Sedro del vespro della domenica della visitazione. Testo 29.


30

Es 24,1-18 (Conclusione dell'alleanza).


1Sam 1,1-18 (Promessa a Anna).
Is 40,1-8 (Annuncio di liberazione).
Ga 4,19-27 (Agar e Sara)
Lc 1,56-70 (Nascita di Giovanni).
La nascita di Giovanni diventa motivo di gioia e preannuncio della nascita di Cristo:
Quando arriv per il Verbo il tempo della sua manifestazione, una parola fu mandata
per una nascita, come stato detto: d un frutto a colei che era avanzata negli anni e
rallegra la sua attesa; gioia alla madre che partorisce un frutto desiderabile e
desiderato101.
Notiamo il contrasto, tipico nella lingua siriaca, tra due parole sinonimi: verbo e parola.
Annunciazione a Giuseppe ( anche domenica del sonno):
Gn 9,18-28 (No e i suoi figli).
2Sam 22,26-51 (Salmo di Davide).
Is 56,1-7 (Promessa di Dio).
Eb 6,9-20 (Parole di speranza).
Mt 1,18-25 (Annuncio a Giuseppe).
Il dubbio di Giuseppe viene a sottolineare il mistero nascosto nell'economia di Dio; i
testi sottolineano sopratutto la virginit di Maria, possibilmente di fronte ad ambienti giudei
della Siria e di Antiochia.
Domenica della genealogia di Nostro Signore Ges Cristo:
Gb (promessa del Redentore).
Ger (Provvidenza di Dio).
Davide ().
Fil 2,5-12 (Kenosi di Cristo).
Mt 1,1-17 (Genealogia).102
Lode a Dio, Verbo eterno, che nato dalla Vergine senza cambiamento di natura. E`
nato come uomo senza perdere la sua divinit; fu avvolto in panni e succhi il latte
come i bambini. La sua nascita riemp di gioia le altezze e le profondit... Figlio del
Padre, Verbo eterno, nato dalla sua sostanza prima dei secoli, dei tempi e delle
generazioni; te che sei al di l di qualsiasi ragionamento umano, hai voluto nascere
dalla Vergine pura non sposata a causa del tuo grande amore per la nostra razza
umana... Tu sei nato nell'umile Betlemme, te che riempi i cieli; hai voluto dormire in
una miserabile grotta, tu che avanzi sui cherubini... hai voluto essere avvolto in
panni, tu che riempi la terra dei colori diversi e hai messo nel cielo le stelle... 103.
II.4. Settimana Santa e Pasqua.
La liturgia della quaresima nella Chiesa siro occidentale inizia il cosiddetto luned
dell'olio, cio il luned dopo la domenica di Cana, e viene effettuata una unzione con oleo
-possibile rimasuglio dell'unzione quaresimale dei catecumeni- e una eco del testo di Mt 6,17:
Tu quando digiuni, profumati la testa, lavati il volto... La liturgia eucaristica si celebra
101

Preghiere di San Giacomo. Testo 30.

102

Testo 26.

103

Serdo del vespro della domenica prima di Natale. Testo 31.


31

soltanto nel sabato e nella domenica e in alcune altre grandi feste (Quaranta martiri di Sebaste
9-III, Annunciazione 25-III); negli altri giorni, nella sera, veniva celebrata -oggi quasi sparitauna liturgia dei presantificati.
La liturgia quaresimale siro occidentale ha un orientamento doppio: uno per i giorni
feriali, in cui viene sottolineato l'aspetto penitenziale e di compunzione, ed uno per le
domeniche, in cui vengono messe in rilievo le prove sensibili e meravigliose della missione di
Cristo: i miracoli104. Sono preferentemente guarigioni corporali, simboli, esse, delle malattie
dell'anima105. Volutamente la liturgia siriaca vuol contrastare o sottolineare l'aspetto in Cristo di
taumaturgo e di giudice106; si vuol anche sottolineare la divinit di Cristo in un ambiente di
contrasti post calcedoniani107:
Medico buono che tutto guarisci per il pentimento, Signore, sovranamente buono e
principe dei medici, fonte di vita e principio di guarigione, che guarisci le nostre
anime per mezzo delle malattie corporali... Tu che per la tua grande misericordia
verso di noi ti sei voluto unire alla nostra carne e prendere le nostre malattie e le
nostre sofferenze. Tu che sei stato chiamato samaritano per noi, e, per liberarci dalle
piaghe dei nostri peccati hai versato su di esse olio e vino misteriosi. Tu, medico dei
cuori e guaritore delle sofferenze... Tu ci hai segnati col segno della croce, sigillato
col sigillo del santo oleo, alimentato col tuo corpo e il tuo sangue; abbellisci le
nostre anime con lo splendore della tua santit; proteggici da ogni caduta e da ogni
macchia... e facci arrivare all'eredit beata riservata a coloro che hanno fatto opere
di penitenza108 .
La Settimana Santa siro occidentale109 si apre il Sabato di Lazzaro, cio il sabato prima
della Domenica degli Osanna. Lo svolgimento della settimana va dalla Domenica degli
Osanna fino alla Domenica di Pasqua. Vorrei sottolineare alcuni aspetti liturgico teologici
delle celebrazioni. La liturgia siriaca contempla, lungo la settimana santa, tutti i fatti che hanno
preparato, accompagnato e simbolizzato la passione del Signore, allo stesso modo che le
domeniche della Dedicazione e degli annunzi lo avevano fatto per la sua nascita. La settimana
Santa siro occidentale volutamente la controbilancia del Subara.
Domenica degli Osanna. Come stato accennato la domenica degli Osanna un
giorno di gioia e non di tristezza; non ci sono riferimenti alla morte del Signore, poich una
celebrazione piuttosto della regalit del Signore, non della sua sconfitta. Nella liturgia
eucaristica viene celebrata la benedizione e la processione delle palme110:
Giacobbe leg l'asino al ceppo di una vigna e aspett.
Venne Zaccaria che lo sciolse e lo diede al suo Signore.
Il profeta lo diede al suo Signore e costui lo mont,
104

Cf., testo 10.6.

105

Si vedano tutte le volte che viene presentato il tema di Cristo medico.

106

Nelle ferie quaresimali si leggono i cc. 5-7 di Mt.

107

Cf., J. TOMAJEAN, Les dimanches du carme, op. cit., pp.357-359.

108

Preghiera di terza, domeniche di Quaresima. Testo 32.

109

Conosciuta anche come settimana delle sofferenze, non comincia propriamente fino al vespro di
luned, poich la domenica degli osanna ha un carattere pi gioioso che di sofferenza.

110

Nella processione il vescovo procede accompagnato dai bambini; tante volte, specialmente nella
liturgia di questa settimana, il ruolo del vescovo viene messo simbolicamente e liturgicamente in rapporto
diretto a quello di Cristo; rapporto liturgia - eclesiologia.
32

e Zaccaria camminava davanti gridando: "Riceve il tuo Re".


Sion dice: "Perch viene? Io non l'ho chiamato".
Il profeta dice: "E` il tuo Re e viene a regnare".
Sion dice: "Io non voglio che lui regni su di me".
Il profeta risponde: "Lui regner sulla Chiesa e a te, ti abbandoner".
Sion dice: "Io non gli aprir le mie porte e lui non entrer".
Il profeta risponde: "La Chiesa gli aprir le sue e lo ricever".
Sion dice: "Se lui entra entro le mie mura, lo crocifigger".
Il profeta risponde: "Ma la sua croce vive e essa ti annienter". 111
Luned Santo. Di questo giorno vorrei sottolineare la cerimonia chiamata delle
"Lampade"112 -aryhn-. Nella sera della domenica, vespro di luned, la chiesa stata spogliata
dalla gioia delle palme; sullo sfondo dell'altare viene messo un grande tappeto nero con una
croce bianca e attorno tutti gli strumenti della passione: il secchio per la lavanda delle mani di
Pilato, il flagello, la corona di spine, il gallo della negazione, i chiodi, il martello, la spugna, la
scala, la luna piena. Nella seconda vigilia del mattutino si fa la processione delle lampade nella
chiesa; i fedeli portano delle lampade in mano e il prete canta, all'inizio della processione, il
vangelo di Mt 25,1ss. I testi sottolineano il tema dell'attesa dello Sposo:
Come bella questa notte in cui avviene l'incontro col nostro Salvatore; come
gloriosa, cara e bella; in essa si radunano giovani e vecchi, portando lampade e
cantando inni; il battesimo pronto come una sposa gloriosa e d la vita a coloro
che vi si tuffano e rinascono, alleluia, dal suo seno puro113
La processione esce dalla chiesa e le porte vengono chiuse; il popolo e il clero si
radunano davanti alla porta principale, chiusa; allora si canta un inno che viene recitato ogni
giorno alla fine di ogni ufficiatura, e che prende qui tutta la sua forza anche drammatica:
Alla tua porta, Signore, io busso, e io chiedo, dal tuo tesoro, la misericordia. Io sono
un peccatore che lungo gli anni ho abbandonato il tuo cammino. Dammi di
confessare i miei peccati ed io gli eviter e vivr per la tua grazia. A la porta di chi,
Signore misericordioso, andremo a bussare, se non alla tua? Chi avremo come
intercessore per le nostre mancanze se la tua misericordia non intercedesse per noi...
Che il canto della nostra preghiera sia una chiave che apra la porta del cielo, e che
gli arcangeli dicano nei suoi ordini: "Come dev'essere dolce il canto di quelli della
terra perch il Signore ascolti subito le loro suppliche... 114
Il vescovo bussa alla porta per tre volte con la sua croce manuale cantando il versetto:
La porta delle tue misericordie, Signore; alla terza volta le porte vengono aperte ed il popolo
entra nella chiesa chiudendo il versetto iniziato prima dal vescovo: non la chiudere davanti a

111

Preghiera prima della benedizione delle palme, cf., G. KHOURI-SARKIS, La Semaine Sainte, op. cit., p.
97. Testo 33. La liturgia diventa "teatro" della passione. Notiamo anche il ruolo centrale della croce.

112

Il tema di fondo la parabola delle dieci vergini di Mt 25, 1ss.

113

Preghiera dell'inizio della processione. Testo 34.

114

Preghiera davanti alla porta chiusa della chiesa, Luned Santo, cf., G. KHOURI-SARKIS, La semaine
sainte, op. cit., p. 102. Testo 35.
33

noi, Signore! Riconosciamo che siamo peccatori, abbi piet di noi. La cerimonia finisce col
canto delle altre due vigilie del mattutino115.
Pasqua dei Misteri (Gioved). Due aspetti, d'altronde comuni anche alle altre liturgie,
si svolgono nel gioved: l'istituzione dell'eucaristia e il comando dell'amore simbolizzato dalla
lavanda dei piedi116. Per quanto si riferisce all'eucaristia, i testi dell'ufficiatura girano attorno
alla simbologia dell'agnello pasquale:
Ecco che in Egitto viene ucciso l'agnello pasquale,
e in Sion viene ucciso il vero agnello.
Compariamo, fratelli miei, questi due agnelli.
Vediamo se rassomigliano oppure sono diversi.
Esaminiamo e compariamo le vittorie
dell'agnello simbolico e dell'agnello vero.
Vedremo allora che il simbolo l'ombra;
vedremo che la realit l'adempimento.
L'Agnello di Dio ha liberato, col suo sangue,
le nazioni dalle tenebre, come liber Israele dall'Egitto.
Molti agnelli sono stati uccisi;
soltanto da uno di loro l'Egitto stato vinto.
Molti agnelli sono stati offerti il giorno della festa;
soltanto da uno di loro le tenebre sono state vinte.
Quello che in Egitto fu un simbolo, realt nella Chiesa,
il sigillo della redenzione nel Regno.
Nostro Signore mangi la Pasqua coi suoi discepoli.
Con il pane spezzato l'azimo arriv alla fine.
Il pane di colui che d la vita, vivifica il mondo,
invece dell'azimo di cui coloro che ne mangiarono morirono.
La Chiesa ci d un pane vivo,
invece dell'azimo che diede l'Egitto.
Maria ci diede un pane vivo,
invece del pane corrotto che diede Eva117.
Il rito della lavanda dei piedi si svolge nella chiesa, ed fatto di solito dal vescovo a
dodici preti anziani; il rito prende un aspetto chiaramente drammatico, nel senso pi letterale
del termine. I testi che vengono letti o cantati girano attorno al tema di Ges che lava i piedi ai
115

C' una somiglianza tra la processione delle lampade e il rito davanti alle porte chiuse della chiesa, da
una parte, e il rito simile fatto dal sottodiacono nella liturgia latina prima dell'ingresso nella chiesa durante la
processione delle palme; questa somiglianza pu venire dell'influsso che i pellegrini occidentali in Oriente
hanno ricevuto, cf., G. KHOURI-SARKIS, La semaine sainte, op. cit., p. 103.

116

Ambedue i riti sono oggi celebrati separatamente, nella mattina l'eucaristia e nel pomeriggio la
lavanda dei piedi. L'eucaristia prevede una concelebrazione modo suo; alla fine non c' riserva dell'eucaristia
poich l'indomani non c' comunione -i siro cattolici hanno introdotto una riserva dell'eucaristia.

117

Gioved, madrasho di sant'Efrem, seconda veglia del mattutino. Testo 36.


34

discepoli mettendo in contrasto l'aspetto cristologico, cio colui che lava il Verbo di Dio,
eterno, immortale...:
Tu che ti sei cinto con una corda e hai lavato i piedi ai discepoli, abbi piet di noi, o
Dio.
Tu che sei il grande e che per amore ti sei abbassato e hai versato dell'acqua in una
brocca, abbi...
Tu che per natura sei Signore e hai lavato i piedi ai tuoi discepoli, abbi...
Tu, a chi servono i cori ignei e che lavi i piedi agli uomini fatti dalla polvere, abbi...
Tu, che gli angeli non possono guardare e che lavi i piedi ai tuoi discepoli, abbi...
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Tutti coloro che la tua bont ha creato
innalzano la lode alla tua signoria, e al tuo Padre e al tuo Spirito Santo 118.
Si fanno diverse letture: Gn 18,1-8 (l'apparizione di Mamre), salmo 50, 1Gv 4,11-16
(amore vicendevole), 1Cor 13,4-13, Gv 13,1-15; la lettura del vangelo viene iniziata dal
vescovo che ne legge i primi tre versetti e poi passa il lezionario a uno dei preti oppure dei
diaconi che canta con una voce drammatica e lenta il testo della lavanda dei piedi, mentre il
vescovo esegue quello che indica il vangelo: Ges si alz da tavola (3v) e il vescovo si alza, e
cos via... Il vescovo versa l'acqua nella brocca e la benedice:
Signore, fai che siamo purificati da quest'acqua che ci laver e di essere purificati da
ogni peccato e da ogni male... Signore Ges Cristo, Verbo di Dio Padre che sei nato
da Maria la Vergine santa in una nascita incomprensibile e hai portato e termine
nella tua persona tutta l'economia della salvezza per liberarci... fai adesso che
quest'acqua sia simile a quella con cui hai lavato i piedi ai tuoi discepoli. Dio
creatore di tutto quello che esiste, degli esseri visibili e invisibili, e sei glorificato
dagli arcangeli, insieme al tuo Padre e al tuo Santo Spirito nell'alto dei cieli; tu sei
venuto a cercare la pecora smarrita e, avendola trovata, l'hai portata sulle tue sante
spalle e, con grande gioia, l'hai fatta entrare nella casa di tuo Padre, adesso,
Signore, benedici noi con la tua grazia, purificaci per mezzo di quest'acqua che ci
lava, dalla sporcizia dei peccati... 119
La lavanda comincia coi primi tre preti, e viene fatta in maniera molto realistica; dopo i
primi tre preti -il lettore legge molto lentamente e ripetendo i versetti per tre volte-, il vescovo
ritorna nella sede e si riposa un po, mentre il coro canta un responsorio 120; dopo prosegue con
altri tre, e cos via fino al dodicesimo che rappresenta Simon Pietro, allora il dialogo
evangelico tra Pietro e Ges si svolge tra il lettore, il prete e il vescovo. Alla fine il vescovo
ritorna alla sua sede e il rito si conclude con diverse preghiere121:
Gabriele rimase stupefatto, Michele trem e fu sconcertato, lo stupore si abbatt su
di loro vedendo l'Essere igneo chinarsi e lavare i piedi ai discepoli. Lui versa dell'acqua in una brocca e lava i piedi agli esseri di terra; gloria al suo annientamento, lui
che nella sua persona ci ha dato l'esempio... 122.
118

Responsorio. Testo 37.

119

Benedizione dell'acqua prima della lavanda dei piedi. Testo 38.

120

Si canta un responsorio in cui vengono paragonati l'amore del Signore e il tradimento di Giuda; nella
tradizione siriaca Giuda sarebbe il primo discepolo a chi Ges lav i piedi, mentre che l'ultimo chiaramente
Pietro.

121

La tradizione siriaca di Gerusalemme ha introdotto la lavanda che i dodici preti fanno, tutti insieme,
al vescovo.

122

Responsorio finale. Testo 39.


35

Venerd della crocefissione. Vorrei soffermarmi un po nell'ufficiatura dell'adorazione


della croce che comincia con la preghiera delle ore di sesta e nona e prosegue con l'adorazione
della croce. La celebrazione comincia con la processione di ingresso in cui il vescovo porta
sulle spalle una croce e i preti portano dei vasi con dell'incenso; sull'altare c' una rappresentazione del calvario con una croce e accanto due ceri, uno bianco ed uno nero. Dopo l'ora di
nona, comincia l'adorazione della croce; questa viene tolta dal Calvario, messa sull'altare e
coperta da un velo nero; si canta l'antifona: Cristo, che per la tua morte hai dato vita alla
nostra morte, rissuscita i nostri morti ed abbi piet di noi. I testi sottolineano il fatto che il
primo atto di Cristo Dio fu la creazione, e l'ultimo la vivificazione ed il riscatto. I testi si
rifanno anche al tema della discesa di Cristo negli inferi per riscattare Adamo e fare un ponte
tra le tombe ed il Regno affinch tutti possano arrivare al Padre. Anche i testi mettono in bocca
della Vergine una mescolanza di pianto e di gioia:
Chi mi dar, Figlio mio, le ali dell'acquila, affinch io possa volare verso le quattro
parti dell'universo per invitare tutte le nazioni alla celebrazione della tua
crocifissione... Oggi, vedendo come sei messo nella tomba, Figlio mio, io piango e mi
rallegro; piango per la Sinagoga espulsa e mi rallegro per la Chiesa riscattata... 123.
Le letture bibliche che vengono fatte sono per l'AT: Za 12,9ss; Salmo 77 e Salmo 94;
per il NT Atti 26,8-23 (conversione di Paolo); Ga 2,17-3,7; Gv 19,25-30 124. Nei testi c' la
presenza costante di Maria nel pianto, nel luto, nella speranza... Dopo il vangelo, comincia
l'adorazione della Croce. Uno dei preti prende la croce e la presenta alla venerazione del
vescovo; costui l'incensa e poi la prende e la sorregge mentre il clero ed il popolo la venerano;
nel frattempo si canta: Adoriamo la tua croce, poich essa ha adoperato la nostra salvezza;
col buon ladro diciamo: "Cristo, ricordati di noi quando verrai di nuovo. Dopo avviene
l'adorazione della croce: il vescovo prende la croce, la innalza e dice verso l'oriente:
Colui a chi servono gli angeli. Santo Dio.
Colui a chi benedicono i cherubini. Santo Forte.
Colui a chi santificano i serafini. Santo Inmortale.
Noi peccatori nella penitenza ti invochiamo e diciamo: che sei stato croficisso per
noi, abbi piet di noi.
Rivolto verso occidente, il vescovo dice:
Colui a chi magnificano gli esseri celesti. Santo Dio.
Colui a chi gli intercessori lodano. Santo Forte.
Colui a chi gli esseri della terra innalzano la lode. Santo Inmortale.
Figli della Chiesa fedele ti invochiamo e diciamo: che sei stato croficisso per noi,
abbi piet di noi.
Rivolto verso nord, il vescovo dice:
Colui a chi esaltano gli esseri spirituali. Santo Dio.
Colui a chi glorificano gli esseri di fuoco. Santo Forte.
Colui a chi adorano gli esseri della terra. Santo Inmortale.
Noi peccatori nella penitenza ti invochiamo e diciamo: che sei stato croficisso per
noi, abbi piet di noi.
123

Preghiera di sant'Efrem. Testo 40.

124

Secondo l'abitudine popolare, alla fine del vangelo, il cero nero viene spento e spezzato, mentre quello
bianco rimane acceso.
36

Rivolto verso sud, il vescovo dice:


Signore, abbi piet di noi. Signore perdona ed abbi piet di noi. Signore riceve il nostro
servizio e le nostre preghiere ed abbi piet di noi. Gloria a te, o Dio; gloria a te, il Creatore;
gloria a te, Re, Cristo.
Poi il crocifisso viene lavato, unto e sepolto sotto l'altare. Quando il crocefisso stato
sepolto i lamenti finiscono e comincia gi la gioia della Chiesa, cio quello che la morte di
Ges porta: la sua risurrezione e quella dei morti:
Benedetto Cristo, che stato la chiave che ha aperto le porte dello scheol e per lui
Adamo, che era stato espulso dal paradiso, vi ritornato. Gloria a te che risusciti i
morti dalle tombe e rivesti loro con le vesti di gloria nel tuo Regno... 125.
Vorrei alla fine proporre alcuni brani dall'ufficiatura del Venerd della Passione; si tratta
di una preghiera dell'ufficio delle lodi, attribuito a sant'Efrem:
Gloria a te, Cristo-Mattino,
che ci hai riscattati per mezzo del tuo mattino.
Ecco al mattino fin la seduta del tribunale
formato dai sacerdoti, autori del crimine.
Al mattino ti flagellarono, pieni di gelosia;
ti presero e ti consegnarono al giudice,
e gridarono contro di te:
"Costui merita la morte";
ma tu come Signore, sei la fonte della vita
per qualsiasi che crede in te.
(...) Al mattino tu rivestisti Adamo
di bellezza, di gloria, di splendore.
E al mattino con delle veste di disprezzo
ti ha rivestito la stolta Sion.
Al mattino usc dall'Egitto
questo popolo che ha odiato il suo liberatore;
al mattino gli fecce caricare la croce
sulla spalla e lo fecce uscire verso la morte.
(...) Fu la volont di tuo Padre
che per la tua morte ci fosse la pace.
Fu anche la tua volont
che per la crocifissione ci fosse la riconciliazione.
Per ch, Signore, hai supplicato
che il calice della tua morte si passasse da te?
(...) A te la gloria, Cristo-Mattino,
da parte di tutto quello che la tua Maest cre!
A te la gloria tutti i mattini:
Tu sei il mattino che tutto rallegra!
A te la gloria da parte di tutte le cose belle:
Tu sei lo splendore di tutte le costellazioni!
Tu sei colui che riveste di bellezza
125

Conclusione del rito dell'adorazione della croce. Testo 41.


37

tutte le piante e tutti i fiori.


A te la gloria che sei il vincastro
e il sostegno di tutti coloro che ne hanno bisogno!126
Sabato delle luci. Domenica di Pasqua. Non mi trattengo a lungo du questi due
giorni che da per se offrono sufficiente materiale per un intero corso/seminario. Il sabato ,
come il venerd che lo precede, un giorno in cui si svolge l'ufficiatura ma in cui non c'
l'eucaristia fino alla sera. Ci sono in questo giorno due riti che vorrei indicare: in primo luogo il
rito del perdono che viene fatto la sera del sabato seguito di un'eucaristia -non indicata da tutti
i messali-, e pio il rito della risurrezione della croce, che si fa delle volte dopo i lodi della
domenica, assieme a un altro rito, quello della pace; in quest'ultimo rito si leggono: Is 57,1921; 60,17-22 (Dio d la pace), 1Pe 5,7; 2Pe 1,5-12 (dono divino dell'amore); Rm 15,30-33;
16,1-17 (raccomandazioni finali di Paolo); Gv 15,12ss (precetto dell'amore). La teologia di
questo giorno gira attorno alla fine del digiuno e inizio della gioia, attorno al sepolcro di Ges
e alla sua discesa nello sheol da dove prende Adamo e rissuscitando adempie la sua vittoria
sulla morte127:
Tu che hai annunciato la vita e la risurrezione alle anime che erano nello sheol, abbi
piet di me, o Dio.
Tu che sei disceso nello sheol tra i morti e hai annunciato la vita a coloro che vi
riposavano, abbi...
Tu che hai visitato i morti nelle loro tombe di ombra, abbi...
Tu che con la tua voce dolce hai chiamato i santi nel loro riposo, abbi...
Tu che hai avuto piet della polvere di Adamo e l'hai innalzato dalla corruzione,
abbi...
Tu che ti sei sdraiato nel letto dei morti e hai loro liberati dalla morte, abbi...
...sepolcro vivificante da dove ci vengono tutti i beni, sepolcro vivificante per mezzo
di cui la nostra razza umana innalzata dalla morte, sepolcro vivificante dove si
adempie la nostra salvezza e la speranza della risurrezione... sepolcro vivificante che
fa cadere la ruggiada di misericordia, di compassione e di risurrezione sulle ossa dei
morti...128.
Per quanto riguarda la Pasqua, mi rimetto ai temi teologici qui sotto datti come
conclusione.
Conclusione. Alcuni temi teologici da sottolineare:
1. La parabola della vigna con una lettura cristologica ed ecclesiologica (vespro e
compieta del luned santo).
126

Cf., G. KHOURI-SARKIS, La passion, op. cit., pp. 200-202. Testo 42.

127

Spesso troviamo nella liturgia di questi giorni il tema, che dopo far anche suo la liturgia bizantina,
dei due Adamo.

128

Sabato delle luci, responsorio e sedro dei vespri. Testo 43.


38

2. Opposizione tra Sinagoga e Chiesa; tipologia veterotestamentaria applicata a Cristo


e alla sua Chiesa.
3. Esempio di umilt dato dal Signore ai discepoli, esempio letto sempre in chiave
cristologica, cio non un servo che di per se umile, ma il Signore, l'Essere igneo, il
Verbo... che si annienta.
4. Cristo Creatore/Redentore (venerd della passione).
5. Le sofferenze -la passione- di Cristo un motivo di pianto per sua Madre / per la
sua Chiesa; ma la sua morte un motivo di gioia e speranza.
6. Tema del perdono e della discesa di Cristo nello sheol come chiave della sua
redenzione (Sabato delle luci).
7. La Pasqua viene celebrata a partire della lettura tipologica dei fatti
veterotestamentari: i due agnelli, i due alberi: quello del paradiso e quello della croce,
l'assunzione, da parte di Cristo, del ruolo di sacerdote e di vittima. La morte di Ges, vittoria
sulla morte129.
8. Ruolo centrale della croce come strumento di redenzione, di vittoria, pi che di
sofferenza.

129

Cf., J. GRIBOMONT, Le triomphe, op. cit., pp. 163ss.


39

15.

Memra sul cielo e la terra. 130


Quella pace che fu data per mezzo degli angeli all'uomo, quella pace che fu dipinta in spirito nei
profeti, e fu mostrata nei apostoli in mistero, e fu trovata dai giusti nelle parabole, e la trovarono i
santi nel mistero, e la videro i sacerdoti in immagine, e i re la ricevettero con adorazione, e la videro i
bambini nel grembo e gli anziani la compresero nel mistero, ed anche i giudici la presero con timore;
questa (pace) sia con noi e fra di noi tutti i giorni, per la preghiera dei santi martiri per sempre, amen.
Prepariamo, miei cari, le nostre orecchie ed inchiniamo i nostri uditi ad ascoltare i due degni
strumenti, cio il cielo e la terra che si accostano a vicenda e innalziamo la lode al Signore di
ambedue.

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.

Il cielo dice: In me c' il Regno e gli angeli.


E la terra dice: In me le Chiese e i giusti.
Il cielo dice: In me ci sono mila e dieci mila che stanno davanti al suo trono.
E la terra dice: In me le assemblee e le generazioni che stanno davanti alla sua croce.
Il cielo dice: In me ci sono gli spirituali e gli ignei che corrono verso la sua croce.
La terra dice: In me i vergini e le vergini che sono fedeli nel suo servizio.
Il cielo dice: In me i cherubini che scortano il suo splendore sul carro.
E la terra dice: In me i sacerdoti che depongono il suo mistero.
Il cielo dice: In me i serafini che volano splendidamente.
La terra dice: In me i dieci mila che santificano puramente.
Il cielo dice: In me i luminari e le stelle.
E la terra dice: In me i giusti e gli umili.
Il cielo dice: In me i vigilanti pieni di timore.
E la terra dice: In me i profeti pieni di misericordia.
Il cielo dice: In me il trono di cui esce fuoco.
E la terra dice: In me l'altare della cui bont esce la salvezza.
Il cielo dice: In me i tuoni che fanno tremare coloro che abitano in te.
E la terra dice: In me le preghiere che scuotono coloro che vivono in te.
Il cielo dice: In me i fulmini che scendono in terra senza piedi.
E la terra dice: In me le elemosine che volano verso l'altezza senza le ali.
Il cielo dice: Da me (vengono) le piogge che cadono sulla terra.
E la terra dice: Da me (vengono) gli atti di carit che sono custoditi in cielo.
Il cielo dice: In me la rugiada che benefica tutti i frutti.
E la terra dice: In me le lacrime che riconciliano il Signore di tutto.
Il cielo dice: In me le nuvole che portano le piogge che (non hanno bisogno) di fontane.
E la terra dice: In me la Vergine 131 che ha concepito senza uomo.
Il cielo dice: In me la vita che non muore.
E la terra dice: In me i morti che non sono stati vinti.
Il cielo dice: In me i serafini che sono senza peccato.
E la terra dice: In me i nazirei 132 che sono perfetti.
Il cielo dice: In me gli ordini che non cadono.
E la terra dice: In me i martiri che non [...] 133.
Il cielo dice: In me gli angeli che hanno morto i vivi.
E la terra dice: In me i giusti che hanno risorto i morti.
Il cielo dice: In me aperta la porta del talamo.
E la terra dice: In me coloro che portano le chiavi del Regno.

130

Testo siriaco e traduzione inglese in S. BROCK, A syriac dispute between heaven and earth, in Le
Muson 91 (1978) 261-270. Testo 44. Si tratta di un testo possibilmente del VI sec., poich la tradizione
manoscritta rissale a un manoscritto del VI-VII sec. L'introduzione, la conclusione e alcuni dei passi offrono un
certo quadro liturgico per la disputa; nell'introduzione e nella conclusione c' lo sfondo di Col 1,20: e per
mezzo di lui riconciliare a s tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cio per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra e quelle del cielo.

131

Cf., Is 19,1, il Signore sulla nuvola, applicato alla Vergine.

132

Anche "continenti", "asceti", "monaci".

133

Qui il testo illeggibile.


40

Il cielo dice: In me coloro che portano la brace134 e temono.


E la terra dice: In me coloro che la mangiano e si rallegrano.
20.
Il cielo dice: In me il fuoco che onora coloro che lo portano.
E la terra dice: In me l'offerta che vivifica coloro che la mangiano.
21.
Il cielo dice: In me il fiume di fuoco135 che rischiara coloro che lo guardano.
E la terra dice: In me il calice della salvezza 136 che risuscita coloro che ne bevono.
22.
Il cielo dice: In me la fiamma da cui sono consumati i cattivi.
E la terra dice: In me il battesimo per cui sono perdonati gli impuri.
23.
Il cielo dice: In me la sede di cui si gloriano i suoi abitanti.
E la terra dice: In me la croce in cui trovano rifugio i miei abitanti.
24.
Il cielo dice: In me il trono in cui si rallegrano coloro che dimorano in me.
E la terra dice: In me la croce da cui sono santificati i miei figli.
25.
Il cielo dice: Io ho onorato il mio Signore poich ho coperto i miei luminari per non vedere il suo
obbrobrio sul Golgota.
E la terra dice: Io ho onorato il mio Signore poich ho clamato e ho gridato e ho fatto tremare le mie
montagne, ho preso i miei colli, ho scisso le mie vesti, ho spaccato le mie roccie e ho aperto i miei
sepolcri e ho chiamato i miei morti per la passione, e ho incitato i vivi a le lacrime, e ho radunato i
miei sepolti per il pianto, e ho rivestito (i vestiti) neri, e mi sono seduta nel lamento finch l'ho visto, e
dopo tre giorni mi ha mandato via (i vestiti) neri e mi ha adornato coi bianchi.
26.
Il cielo dice: Mi riempie di gioia con la sua ascensione.
E la terra dice: Mi tesse una corona con la sua risurrezione.
27.
Il cielo dice: Siede in me sul suo trono.
E la terra dice: Rimane in me sul suo altare.
28.
Il cielo dice: Mi ha rallegrato e mi fatto senza fatica.
E la terra dice: Mi ha fatto alzare dal cilicio e mi ha lavato dalla scoria, e ha costituito per me la sua
Chiesa (come) camera nuziale e mi ha fatto rimanervi, e ha riempito il suo tavolo da benedizioni e mi
ha fatto mangiare, e ha versato la salvezza nel suo calice e mi ha fatto bere, ed ecco i miei occhi
guardano alla sua promessa.
29.
Dice il cielo alla terra: In me coloro che non peccano, ma in te coloro che ogni giorno commettono
l'iniquit; in me coloro che non si adirano, ma in te coloro che ad ogni momento si esaltano; in me
adorato soltanto il Creatore, ma in te sono adorati gli idoli di oro e di argento e di legno e di pietra.
Dice la terra al cielo: Se in me ci sono coloro che adorano gli idoli, ci sono in me (anche) i martiri che
con il loro sangue si sono riconciliati con Dio. Se ci sono in me coloro che cercano la lussuria, ci sono
(anche) in me coloro che amano la purezza. Se ci sono in me coloro che hanno edificato le loro case
con la rapina, ci sono (anche) in me coloro che hanno dispeso le loro possessioni con elemosine. E se
ci sono in me coloro che operano l'iniquit in ogni cosa, ci sono (anche) in me i giusti in ogni cosa. E
se ci sono in me coloro che sono rapinatori di quello che non gli appartiene, ci sono (anche) coloro
che fuggono di quello che gli appartiene. Se ci sono in me uomini peccatori, ci sono (anche) in me dei
giusti. E se ci sono in me dei rapaci, ce ne sono anche di generosi. E se ce ne sono in me che
mangiano con avidit, ce ne sono (anche) in me che si affliggono nel digiuno. Se ci sono in me gli
ubbriachi che cadono a causa del vino, ci sono (anche) in me i nazirei che hanno sete di giustizia. Se
ci sono in me coloro che rimpiangono a causa del cibo, ci sono (anche) in me coloro che mangiano
con misura. Se ci sono in me coloro che rifiutano la legge, ci sono (anche) in me coloro che
custodiscono i precetti. Se ci sono in me coloro che non credono la risurrezione, ci sono (anche) in me
coloro che aspettano la risurrezione. Se ci sono in me coloro che prendono possessioni, ci sono
(anche) in me coloro che diventano preda della promessa. Se ci sono in me coloro in cui Satana si
compiace, ci sono (anche) in me coloro in cui Dio si compiace. Se ci sono in me coloro che vogliono
andare alla geenna, ci sono (anche) coloro che desiderano di salire al Regno. Se ci sono in me coloro
che vogliono il fuoco che non si spegne, ci sono (anche) in me coloro a cui appartiene la gioia che
non finisce. Se ci sono in me coloro che debbono ereditare la tenebra che non passa, ci sono (anche) in
me coloro che debbono essere onorati con la corona che non marcisce. Se ci sono in me coloro che
rinnegano a causa dei lussi, ci sono (anche) coloro che lodano anche nelle afflizioni. Se ci sono in me
coloro che odiano nei piaceri, ci sono (anche) in me coloro che sono piacevoli (a Dio) nelle afflizioni.
30.
Dice il cielo alla terra: Noi siamo due fratelli, non dobbiamo lottare avvicenda poich i nostri abitanti
sono fratelli.
19.

134

Il pane eucaristico consacrato riceve il nome di "brace".

135

Cf., Dn 7,10.

136

Cf., Salmo 115,13.


41

Finisce il memra sul cielo e la terra.

III. CICLO LITURGICO SIRO ORIENTALE.


III.1. Schema generale del ciclo liturgico siro-orientale.
Il ciclo liturgico siro orientale formato da nove periodi liturgici; gli presento in modo
schematico prima, indicando anche le pericopi bibliche che vengono lette.
1. Subbara -annunciazione-, che comprende le quattro domeniche prima di Natale.
Annunciazione a Zaccaria: Lc 1,1-25
Annunciazione a Maria: Lc 1,26-56
Nascita di Giovanni Battista: Lc 1,57-80
Nascita di Ges: Mt 1,8-25
Natale: Lc 2,1-20
10 Domenica di Natale: Mt 2,1-23.
20 Domenica di Natale: Lc 2,21-52.
21 Venerd dopo Natale (oppure 26-XII) Festa delle congratulazioni alla Madonna:
Gv 2,12 (a Cafarnao).
Mt 13,53-56; 12,40-50 (visita a Nazaret e i parenti di Ges).
Lc 11, 27-28 (la vera beatitudine).
Gv 19,26-28; Lc 1,46-55 (Maria ai piedi della croce e magnificat).
Nel subbara vengono contemplati i due annunci e le due nascite, di Giovanni e di
Ges137. In questo periodo si include anche il periodo natalizio, che nei siro occidentali
staccato come periodo proprio138.
-Notiamo le pericope messe insieme lette specialmente il giorno delle congratulazioni
alla Madonna: Maria canta il magnificat ai piedi della croce.
-Notiamo ancora che mentre per i siro occidentali l'inizio del ciclo liturgico con le
domeniche della dedicazione dava cristologicamente un senso molto pi chiaro, cio Cristo
stesso, Signore, iniziava nella sua Chiesa il suo cammino tra gli uomini, o se si vuol la Chiesa
iniziava il suo cammino verso il Cristo glorioso: a partire del Nuovo Testamento si legge il
Vecchio gi in chiave cristologica, nel caso dei siro orientali si comincia dagli annunzi profetici
del Messia: del Vecchio Testamento si cammina verso il Nuovo.
2. Denha -manifestazione-, che dura tra 4 e 9 settimane a partire del 6 gennaio.
Epifania: Mt 3,1-17.
10 Domenica dell'Epifania: Lc 4,14-30 (Ministero di Ges).
21 Venerd: Santi Pietro e Paolo: Mt 16,13-19; Gv 21,15-19.
20 Domenica: Gv 1,1-28.
31 Venerd: I Quattro Evangelisti: Mt 9,35-10,5 (Missione).
30 Domenica: Gv 1,29-42.
41 Venerd: Santo Stefano: Mt 11,20-30; 23,29-39 (Guai alle citt e guai ai farisei).
137

Tra il subbara e il denha c' il 25 dicembre la festa di Natale e il 26 la festa delle Congratulazioni alla
Madonna; in questa festa, come in tanti altri giorni festivi nella liturgia siro-orientale -e nella Settimana Santa
di quella siro-occidentale-, vengono lette nel vangelo diverse pericope attaccate l'una all'altra, cio, il 26
dicembre vengono letti tutti i testi evangelici che parlano di Maria: Gv 2,12, Mt 13,53-56, Mt 12,40-50, Lc
11,27-28, Gv 19,26-28, Lc 1,46-55.

138

Testo 45.
42

40 Domenica: Gv 1,43-2,11.
51 Venerd: Dottori Greci: Mt 4,23-5,19 (Discorso della montagna).
50 Domenica: Gv 3,1-21.
61 Venerd: Dottori Siri -Efrem, Isacco...: Mt 16,24-17,9 (sequela di Ges e Trasfigurazione).
60 Domenica: Gv 3,22-4,3.
71 Venerd: Santo patrono della citt, del monastero: Mt 24,45-47; 25,14-23 (parabola del
maggiordomo e dei talenti).
70 Domenica: Mt 7,28-8,13 (guarigioni del lebbroso e del servo del centurione.
81 Venerd: Commemorazione dei defunti: Mt 25,31-46 (giudizio finale).
80 Domenica: Mc 1,1-11.
91 Venerd: Quaranta Martiri di Sebbaste Mt 10,16-33 (persecuzione).
Rogazioni dei Niniviti (21 giorni prima del luned di Quaresima)
11 giorno -luned: Mt 18,23-35 (servo spietato).
21 giorno -marted: Lc 18,2-14 (giudice iniquo e il fariseo e il pubblicano).
31 giorno -mercoled: Mt 6,1-18 (elemosina, preghiera, Padrenostro, digiuno).
41 giorno -gioved, giorno di azione di grazie: Lc 15,4-16,8 (parabole della misericordia).
3. Sauma -digiuno, quaresima. Comprende sette settimane di digiuno a partire di
luned primo fino alla Settimana Santa.
Giorni feriali:
Tutta la Quaresima: Gn, Gs, Rm.
Due prime settimane: Mt 5-7.
Settimane 30-60: Gv 5-11.
10 Domenica: Mt 3,16-4,17 (Predicazione di Giovanni e tentazioni).
20 Domenica: Mt 7,15-27 (Falsi profeti, veri discepoli).
30 Domenica Mt 20, 17-28 (Annunzio della passione, la madre dei Zebedei).
40 Domenica: Mt 21,23-22 (Autorit di Ges di fronte ai giudei, parabola dei due figli, dei
vignaioli, del banchetto nuziale).
50 Domenica: Gv 7,37-52; 8,12-20 (Origine davidica di Cristo, testimonianza di Ges su se
stesso).
60 Domenica: Gv 9,39-10,21 (Autorit di Ges, il buon pastore).
70 Domenica, delle Palme: Mt 20,29-21,22 (I ciechi di Gerico, l'ingresso di Ges a
Gerusalemme, purificazione del tempio, fico sterile).
Gioved Santo -liturgia eucaristica: Mt 26,1-5.14-30.
Gioved Santo -liturgia della passione (vespro) 139: Mt 26,31-44; Lc 22,43-44; Mt 26,45-50; Lc
22,49-50; Gv 18, 10; Mt 26,52; Gv 18,11; Mt 26,52-27.
Venerd Santo -vespro: Lc 22,63-23,12; Mt 27,19; Lc 23,13-23; Mt 27,24-25; Lc 23,24-45;
Mt 27,51-54; Gv 19,23-20.
Grande Sabato -vespro: Mt 27,62-66 (Custodia della tomba).
Vigilia della Risurrezione -dopo il vespro: Mt 28,1-20 (La tomba vuota e apparizioni di Ges
risorto.
4. Qyamta -risurrezione-, che comprende sette domeniche fino alla Pentecoste; il
gioved della sesta settimana si celebra la festa dell'Ascensione.
Pasqua: Gv 20,1-18.
20 Domenica: Gv 20,19-31.
139

Gioved e Venerd vengono letti i Vangeli messi insieme.


43

30 Domenica: Gv 14,1-14.
40 Domenica: Gv 16,16-33.
50 Domenica: Gv 21,1-14.
60 Domenica: Gv 17,1-26.
Gioved dell'Ascensione: Lc 24,36-53.
70 Domenica: Mc 16,9-20.
Domenica di Pentecoste: Gv 14,15-16.25-26; 15,26-16,15.
5. Shlihe -apostoli-, che comprende sette domeniche a partire dalla Pentecoste.
tempo di digiuno.
6. Qayta -state. anche un periodo penitenziale, che comprende sette domeniche, a
partire della settima dopo Pentecoste.
7. Eliyya -Elia, croce-, tempo anche penitenziale, di 6 oppure 7 domeniche140.
8. Moshe -Mos-, periodo che pu comprendere tra 1, 4 oppure 7 domeniche, fino alla
prima domenica della Dedicazione.
9. Quddash'edta -Dedicazione della Chiesa. un tempo che comprende quattro
domeniche, dall'ottava prima di Natale. un tempo in cui viene commemorata la Chiesa come
comunit dei fedeli che si raduna per pregare, che "comunit dedicata a Dio", "comunit
offerta da Cristo al Padre come porzione scelta e dedicata".
10 Domenica: Mt 16,13-19 (la confessione di Pietro).
20 Domenica: Mt 12,1-21 (prime guarigioni di Ges assieme ai discepoli).
30 Domenica: Gv 2,12-22 (la purificazione del tempio).
40 Domenica: Mt 22,41-23,22 (figliolanza divina di Ges).
III.2. Culto dei santi.141
Abbiamo fatto gi qualche accenno comune alle celebrazioni dei santi in ambedue le
tradizioni siriache. Nell'ambito siro orientale le celebrazioni dei santi sono assai ristrette e si
situano sempre nella prospettiva del mistero pasquale di Cristo: si celebrano quei testimoni che
si sono associati strettamente alla passione e morte di Cristo ed anche alla sua risurrezione.
Queste commemorazioni si situano al solito di venerd e qualche volta di domenica. Delle
commemorazioni pi antiche sono quelle degli evangelisti; nei venerd dopo l'Epifania vengono
commemorati: Giovanni Battista, gli Evangelisti, i Dottori greci: Diodoro, Teodoro, Nestorio;
i Dottori siri: Efrem, Narsai...; i Defunti ed i Martiri di Sebaste. Non stato fatto ancora uno
studio delle pericope bibliche usate per queste commemorazioni neppure dei testi
dell'ufficiatura che permetterebbero di capire il vero senso delle commemorazioni. Potremmo
dire che principalmente i martiri142 sono presentati come coloro che offrono il vero modello del
discepolo di Cristo:
Ecco che la loro morte dapertutto glorificata pi che la vita, ed in tutte le parti le
loro feste vengono celebrate. Ecco che da tutte le parti gli uomini si apprestano al
loro anniversario e tutti i giorni la loro memoria brilla su tutta la faccia della terra...
140

In queste settimane cade sempre la festa della Santa Croce, 14 settembre.

141

Cf., I-H., DALMAIS, Le culte des saints, op. cit., pp. 86-89.

142

Le Chiese siro orientali sono state Chiese che hanno sofferto a lungo l'oppressione e la persecuzione,
sopratutto lungo il IV secolo.
44

Quale uomo non sar nella gioia... a causa di questi santi e chi colui che non onora
la loro memoria e le loro feste...? E se c' qualcuno che soffre la persecuzione, che
sia istruito dai martiri di cui lui ha imparato i responsori e le commemorazioni; lui
supporter cos con gioia le sue afflizioni.
E` nella prospettiva del martirio, dunque, che conviene vedere la venerazione dei santi
nelle Chiese siro orientali, Chiese assai perseguitate lungo i secoli e che hanno imparato a
mettere la loro fiducia nella Croce di Cristo e nell'esempio di coloro che si sono configurati a
Lui143.
III.3. Periodo del Subbara.144
Abbiamo gi indicato, parlando del Subbara nella liturgia siro occidentale, alcuni temi
sottolineati da queste domeniche. Le quattro domeniche siro orientali hanno pericope
evangeliche diverse ma tutte e quattro sottolineano le promesse attorno al Messia e i tipi
veterotestamentari che lo prefigurano145. Ma sopratutto nell'ufficiatura, i motivi teologici
contemplati sono comuni nelle quattro domeniche: da una parte viene sottolineata la unione
ipostatica della natura divina ed umana nel Verbo incarnato, e dall'altra la nascita virginale di
Cristo; il subbara si comincia sempre con la preghiera Dio Verbo che fa l'inquadratura
teologica di tutto il periodo:
Dio Verbo, che viene dal Padre, non dagli angeli ha preso la forma di servo ma di
Abramo. Ed venuto nella nostra umanit per la sua grazia per redimere la nostra
razza dall'errore146.
Notiamo il tema della vera incarnazione di Cristo e della sua vera umanit. Saranno
testi in cui si sottolinea la dimensione redentrice dell'incarnazione; mentre i siro occidentali
sottolineavano fortemente la dimensione di mistero, di condiscendenza nell'incarnazione del
Verbo di Dio, i siro orientali, nel sottolineare fortemente la doppia natura del Verbo incarnato,
sottolineano il frutto di questa incarnazione, cio la redenzione:
L'Essere che al di sopra di tutto altro essere, si umili nel suo amore, per innalzare
gli umili verso il nome della sua maest, e portare quelli del basso alla condizione
divina, per aprire loro il tesoro della sua saggezza affinch divengano ricchi,
amministrino la sua ricchezza, si rallegrino senza sofferenza e regnino senza timore.
Per la sua misericordia discese alla terra per innalzare i figli della terra; e fecce
venire per primo il suo amore, i vigilanti verso i dormienti, per predicare loro nel suo
nome147.
La venuta, redenzione di Cristo, entra nella volont eterna del Padre:
Ringraziamo e adoriamo il Re senza principio che, per la sua Luce ha creato per noi
la luce148.
143

Cf., I-H., DALMAIS, Le culte des saints, op. cit., p. 89.

144

Cf., J. MATEOS, Lelya-Sapra, op. cit., pp. 107-115.

145

I siro occidentali si soffermano molto di pi nella divinit del Verbo Incarnato, di colui che
annunziato, nella preesistenza eterna del Verbo. I siro orientali, invece, si soffermano di pi nella vera umanit
di Cristo.

146

Breviarium I,53. Testo 46.

147

Breviarium I,58, preghiera del mattutino. Testo 47.

148

Breviarium, I 59, preghiera dei lodi. Testo 48.


45

Le idee di questa bellissima preghiera, possibilmente molto arcaica, sono prese dal
prologo di Gv: il Re senza principio il Padre, la Luce del Padre il Verbo che ha creato per
noi la luce. Troviamo ancora il tema della redenzione nel vespro della terza domenica:
L'inaccessibile e incircoscritto dalle creature, ha portato a termine la sua redenzione
per il genere umano. Ha unito, senza cambiamento, la natura divina alla natura
umana che ha assunto. La Vergine partor santamente Cristo, Forza e Saggezza di
Dio. Per questo, adorandolo, noi confessiamo tutti un solo Figlio che il Salvatore
del mondo149.
Annunciazione a Zaccaria:150
Gn 17,1-27 (Alleanza con Abramo).
Is 42,18-43,13 (Promesse di Dio).
Ef 5,21-6,9 (Dottrina domestica).
Lc 1,1-25 (Annunzio a Zaccaria).
Questa domenica nelle letture, sottolinea il tema della promessa / alleanza fatta da Dio
col suo popolo; nell'interno di questa promessa c'entra quella fatta a Zaccaria come promessa
di redenzione.
Annunciazione a Maria:
Nm 22,20-23,2 (Asino di Balaam e oracoli).
Is 43,5-44,14 (Promesse e benedizioni di Dio).
Col 4,2-18 (Spirito apostolico, congedo).
Lc 1,26-56 (Annunzio a Maria).
Vengono messe in luce le profezie veterotestamentarie legate alla promessa del Messia.
Nascita di Giovanni Battista:
Gn 18,1-19 (Apparizione a Mamre).
Gdc 13,2-24 (Nascita di Sansone).
Ef 3,1-4 (Ministero di Paolo).
Lc 1,57-80 (Nascita di Giovanni Battista).
Nascita di Ges:
Gn 24,50-67 (Rebecca e Isacco).
1Sam 1,1-18 (Promessa a Anna).
Ef 5,5-21 (Vita in Cristo).
Mt 1,8-25 (Nascita di Cristo).
Natale:
Is 7,10-16; 9,1-3.6-7 (Segno di Acaz, annunzio di liberazione).
Mic 4,1-3; 5,2-5.8-9 (Regno del Signore a Sion).
Gal 3,15-,46 (Filiazione divina).
Lc 2,1-20 (Nascita di Ges).
I testi scritturistici dell'Antico Testamento sono quelli tradizionalmente legati alla
nascita del Messia. Possiamo dire che sono tutte e quattro domeniche messe sotto il segno
della messianit.
149

Breviarium I, 76, preghiera del vespro della terza domenica. Testo 49.

150

Cf., Testo 45.


46

10 Domenica di Natale:
Gn 21,1-21 (Nascita di Isacco).
1Sam 1,19-24 (Nascita di Samuele).
Gal 4,18-31 (Le due alleanze).
Mt 2,1-23 (Infanzia di Ges).
20 Domenica di Natale:
Es 2,1-10 (Nascita di Mos).
Is 49,1-6 (Secondo canto del servo).
2Tim 2,16-26 (Contro i falsi dottori).
Lc 2,21-52 (Presentazione di Ges al tempio, e tra i dottori).
21 Venerd dopo Natale (oppure 26-XII) Festa delle congratulazioni alla
Madonna:
Es 15, 11-21; Mic 6,1-5; Ger 31,13-17 (Canto di Mos; pianto al popolo; canto di
restaurazione).
Atti 1,1-14 (Preghiera con Maria).
Rm 16 (Fine della lettera).
Gv 2,12 (a Cafarnao); Mt 13,53-56; 12,40-50 (visita a Nazaret e i parenti di Ges); Lc 11, 2728 (la vera beatitudine); Gv 19,26-28; Lc 1,46-55 (Maria ai piedi della croce e magnificat).
Notiamo le letture messe insieme sia per i testi del VT che per quelli del NT. Sono
letture in cui si parla di qualche "Maria" come tipo della Vergine.
III.4. Periodo di Quaresima e Settimana Santa. 151
10 Domenica -dell'ingresso nel digiuno: 152
Es 34,1-7.27-35 (L'alleanza).
Is 58,1-12.14-59 (Digiuno accetto a Dio).
Ef 4,17-5,4.15-21 (Vita nuova nel Cristo).
Mt 3,16-4,17 (Battesimo di Ges, Predicazione di Giovanni e tentazioni).

20 Domenica:153
Gn 6.
Gs 4,15-24.
Rm 6.
Mt 7,15-27 (Falsi profeti, veri discepoli).
30 Domenica:
Gn 7,1-24.
Gs 5,13-6,5.
Rm 7,14-25.
Mt 20, 17-28 (Annunzio della passione, la madre dei Zebedei).
151

Cf., J. MATEOS, Lelya-Sapra, op. cit., pp. 154-232.

152

Testo 45.

153

Le letture di Gn, Gs e Rm vengono dalla lectio continua iniziata nel primo luned.
47

40 Domenica:
Gn 11,1-32.
Gs 6,27-7,15.
Rm 8,12-27.
Mt 21,23-22 (Autorit di Ges di fronte ai giudei, parabola dei due figli, dei vignaioli, del
banchetto nuziale).
50 Domenica:
Gn 16.
Gs 9,15-27.
Rm 12.
Gv 7,37-52; 8,12-20 (Origine davidica di Cristo, testimonianza di Ges su se stesso).
60 Domenica:
Gn 19,1-7.9-26.
Gs 21,43-22,9.
Rm 14,10-15,1.
Gv 9,39-10,21 (Autorit di Ges, il buon pastore).
70 Domenica, degli Osanna:
Gn 49,1-12.22-26 (Benedizioni di Giacobbe).
Za 4,8-14; 7,9-10; 8,4-5.12-19; 9,9-12 (Profezie messianiche).
Rm 11,13-24 (L'olivo e l'oleastro).
Mt 20,29-21,22 (I ciechi di Gerico, l'ingresso di Ges a Gerusalemme, purificazione del
tempio, fico sterile).
Gioved Santo -liturgia eucaristica:
Es 12,1-20 (La Pasqua).
Za 9,9-12; 11,12-13; 12,9-14; 13,7-9 (Profezie).
1Cor 5,7-8; 10,15-17; 11,23ss (Testi pasquali).
Mt 26,1-5.14-30 (Istituzione dell'eucaristia).
Gioved Santo -liturgia della passione (vespro) 154:
Mt 26,31-44; Lc 22,43-44; Mt 26,45-50; Lc 22,49-50; Gv 18, 10; Mt 26,52; Gv 18,11; Mt
26,52-27.
Venerd Santo -vespro:
Is 52,13-53,12 (Servo di Dio).
Dn 9,20-27 (Profezia delle settimane).
Ga 2,17-3,14 (Esperienza cristiana).
Lc 22,63-23,12; Mt 27,19; Lc 23,13-23; Mt 27,24-25; Lc 23,24-45; Mt 27,51-54; Gv 19,2320.
Grande Sabato -vespro:
Gn 22,1-19 (Sacrificio di Isacco).
Giona 2,1-10 (Cantico di Giona).
1Cor 1,18ss (Sapienza cristiana).
Mt 27,62-66 (Custodia della tomba).
154

Gioved e Venerd vengono letti i Vangeli messi insieme.


48

Vigilia della Risurrezione -dopo il vespro:


1Cor 15,20-28 (Annunzio del Risorto).
Mt 28,1-20 (La tomba vuota e apparizioni di Ges risorto.
Vorrei vedere alcuni aspetti della Quaresima e Settimana Santa siro orientale; non mi
tratterr cos dettagliatamente come nel rito siro occidentale a causa della loro somiglianza.
Infatti come nel rito siro occidentale, anche quello siro orientale sa mettere assieme, nei testi,
diversi aspetti: teologia, disciplina, liturgia... Nella domenica 10 -dell'ingresso nel digiunopossiamo ricavare tre aspetti:
La tua Chiesa, Signore, salvata per la tua croce, e il tuo gregge, riscattato per il tuo
sangue prezioso, ti offrono nella fede una corona di loro, a te che sei il Grande
Sacerdote della giustizia, che nella tua umiliazione lo hai esaltato. E come una sposa
pronta, essa si rallegra ed esulta in te, l'illustre Sposo. E te, per la forza della verit,
innalza i muri della sua salvezza e stabilisce in essa sacerdoti che siano messaggeri
di pace per i suoi figli 155 ...Discepoli di Cristo e figli dei suoi misteri, non mescolatevi
coi pagani e con gli infedeli perch la vostra fede e il vostro battesimo che avete
ricevuto non diventino vani...156.
Cristo, Re, per la sua manifestazione ha liberato la creazione e l'ha salvata... ha
annientato il potere di Satana... Lui, Cristo, diventato il Capo glorioso che porta a
perfezione, per mezzo del suo battesimo, la nostra fede. Cos, secondo il suo esempio,
noi siamo battezzati nella confessione delle tre Persone, Padre, Figlio e Spirito, una
natura, una forza senza limiti, che esiste da tutta l'eternit ed adorato da tutte le
creature157.
Venite, non peccate come avete peccato dall'inizio e non chinate i vostri colli al giogo
della morte. Venite mortali, camminiamo nel cammino che hanno percorso i giusti
per arrivare alla fine alla vita promessa. Per mezzo del digiuno dovete sottomettere i
vostri corpi... affinch lavori i campi della vita dello spirito... Benedetto colui che per
il suo battesimo ha perdonato i peccati e ha dato la vittoria alla nostra natura per
mezzo del suo santo digiuno. Per mezzo del digiuno e la preghiera e la penitenza
dell'anima, siamo graditi a Cristo e al suo Padre e al suo Spirito 158
-Troviamo il riferimento alla purezza della fede. Riferimento eucaristico nella frase
figli dei suoi misteri. Era la prima domenica del digiuno una "festa dell'ortodossia" come,
molto pi tardiva, la troveremo nel rito bizantino?
-Riferimento all'Epifania e al Battesimo di Ges, come se questa domenica fosse una
certa "chiusura" del periodo del denha; notiamo che il vangelo del giorno quello del
battesimo e delle tentazioni.
-Riferimento al digiuno, tematica gi quaresimale.

155

Breviarium II,62, preghiera dell'inizio del vespro della prima domenica del digiuno. Testo 50.

156

Breviarium II,62-63, preghiera del vespro della prima domenica del digiuno. Testo 50.

157

Preghiera del giorno dell'Epifania. Testo 51.

158

Preghiera del vespro, prima domenica del digiuno. Testo 52.


49

La quaresima siro orientale ha una durata di quaranta giorni, dal luned dopo la
domenica dell'ingresso fino al gioved santo. Ci sono tre categorie di giorni nella quaresima: le
domeniche, i giorni feriali semplici e i giorni feriali di raze, cio i giorni feriali -non sabatodella prima e quarta settimana -settimane di raze o di misteri- e i tre primi giorni della
settimana santa e tutti i venerd di quaresima, in cui si celebra la messa; questa messa
sicuramente non molto antica e possibilmente prima era semplicemente una liturgia dei
Presantificati159.
Vorrei accennare qualcosa della Settimana Santa. Il venerd prima della domenica degli
Osanna viene celebrata la memoria della risurrezione di Lazzaro. Nella Domenica degli
Osanna, come nel rito siro occidentale, si commemora l'ingresso di Ges a Gerusalemme; la
messianit di Ges viene largamente sottolineata, ed presentato chiaramente come colui che i
profeti avevano preannunziato:
Il giorno dell'ingresso del Re Messia a Gerusalemme, gli eserciti del cielo e la folla
della terra si levarono meravigliati vedendo la novit che accadeva tra quelli della
terra. I sacerdoti si meravigliarono, gli scribi erano stupiti e i farisei si agitarono
sentendo i bambini gridare: "Benedetto il Figlio di Davide". Pieni di stupore
chiedettero chi era colui. I bambini risposero...: Costui Ges, di chi hanno reso
testimonianza tutti i profeti: Colui che Mos l'Eletto chiamava Grande nei suoi
scritti, colui che Davide chiamava il Signore che siede alla destra, colui che Isaia
chiamava Figlio e Bambino e il Potente nei secoli; lui il Re che di Efrata annunzi
Michea; Geremia lo chiam Raggio che illumina la terra, Ezechiele indic che il
mondo sottomesso al giogo della sua forza, Daniele esclam: lui il Santo dei
Santi, degno di essere chiamato Santo... 160.
Nel luned santo si celebra, come nei siro occidentali, il rito o commemorazione delle
dieci vergini. Dei giorni principali della Settimana Santa, vorrei accennare:
Gioved di Pasqua: Con questo nome viene indicato nei libri liturgici il Gioved Santo.
Abbiamo gi indicato le letture che vengono fatte nella celebrazione eucaristica. C' un
lavatorio dei piedi.
Venerd di Passione: Da Gioved a Venerd c' una vigilia di tutta la notte. L'ufficiatura
notturna sottolinea il tema del Buon Pastore che ha dato la vita per le sue pecore; il tema della
Croce salvifica; il collegamento profetico tra Vecchio e Nuovo Testamento; finalmente l'ira
versata su Giuda il traditore. Vorrei trattenermi un attimo su un testo che viene cantato alla
fine del vespro di Venerd; i preti danno da bere una bevanda amara ai fedeli, ricordo di quella
data dai soldati a Ges, mentre il coro canta alternativamente questo canto, raccolta di
allusioni bibliche adattate al momento forte che vive la Chiesa161:
1.
Svegliati, Adamo, primo uomo, e guarda il Figlio Unigenito che, come un peccatore,
soffre dalle mani del popolo giudeo.
2.
Svegliati, Abele, vittima dell'odio di tuo fratello. Contempla il Salvatore del mondo
che muore per coloro che vivono nel mondo.
3.
Svegliati, dolce No, che fosti il rappresentante dell'umanit. Guarda il Figlio
dell'Altissimo messo oggi su una croce.
159

Cf., J. MATEOS, Lelya-Sapra, op. cit., p. 159.

160

Breviarium, II, preghiera del vespro della domenica degli Osanna. Testo 53.

161

Cf., DAHANE, D., La passion, op. cit., p.185-190. Testo 54.


50

5.
7.
11.
20.
49.

50.

Svegliati Melchizedec, gran sacerdote, tu che sull'altare non hai offerto la carne degli
animali. Vieni oggi e vedi il Figlio che offre il mistero del pane e del vino.
Svegliati santo Isacco, salvato dal sacrificio grazie all'agnello preso dal roveto.
Contempla questo mistero vero che oggi si adempie nella persona del tuo Signore.
Svegliati Mos, il primo tra i profeti, e guarda il Signore dei profeti torturato dai figli
dei profeti, come l'avevano annunziato i profeti.
Svegliati Sofonia, vedi la Chiesa salvata per mezzo della crocifissione e come stato
radunato quello che era disperso, e come stato disperso quello che era radunato.
Sia benedetta la tua morte, sia benedetta la tua risurrezione. Nella tua mansuetudine
perdona i tuoi servi che confessano la tua divinit. Sii per noi un soccorso nella tua
forza. Spandi sempre le tue misericordie sull'assemblea delle Chiese che credono
nella verit della tua risurrezione.
A te, e al tuo Padre, e allo Spirito Santo, gloria e adorazione nei secoli dei secoli.
Amen.

Il Venerd della passione nella liturgia siro orientale riflette l'unit dei misteri della
salvezza celebrati nei diversi giorni di questa settimana: c' un importanza uguale data alla
morte e alla risurrezione del Signore; ambedue i fatti costituiscono il mistero pasquale di
nostro Signore Ges Cristo. Infatti nella tradizione siro orientale il Venerd di Passione e la
Domenica della Risurrezione ricevono la stessa importanza e ambedue celebrani il giorno sono
la Pasqua del Signore: Pasqua della Passione e Pasqua della Risurrezione162, il Venerd pi
centrato nella passione e la morte del Signore, la Domenica nella Risurrezione, nella nuova
vita che essa d alla Chiesa.
Nella liturgia siro orientale, il mistero della Redenzione celebrato in questi giorni
sottolinea fortemente la dimensione trinitaria di questa redenzione163: Dio Padre l'autore della
Redenzione, per mezzo della morte di Cristo, nello Spirito Santo; specialmente il titolo di
"Figlio di Dio" dato a Cristo nei testi di questi giorni sottolinea il ruolo del Padre nella
redenzione portata a termine per mezzo del suo Figlio; Ges Cristo il dispensatore della
redenzione; lui il Messia, il Buon Pastore, il Salvatore, la Nuova Pasqua, l'Agnello Pasquale,
il Signore, il Re164:
O Buon Pastore che ha dato se stesso per il suo gregge e l'ha redento per mezzo del
suo sangue, facci degni di aver parte nelle tue sofferenze e di incontrarti nel tuo
Regno165.
Contemplate il Buon Pastore che ha sofferto per la nostra salvezza e ha preparato il
mistero celeste. O gregge razionale, redento dalla Croce, vieni e rinfrancati te stesso
coi misteri che danno la vita e bevi dal calice della salvezza che Cristo stesso ha
versato per te166.

162

Cf., A. G. KOOLAMPARAMPIL, `Rubta d-Hasa, op. cit., p. 9.

163

La liturgia siro occidentale era molto pi fortemente cristologica: Cristo era l'autore, l'attore e il centro
della redenzione.

164

Cf., A.G. KOOLAMPARAMPIL, `Rubta d-Hasa, op. cit., pp. 23.25.27-45.

165

Breviarium, II,360. Testo 55.

166

Breviarium, II,361. Testo 55.


51

Il mistero che Mos ministr in Egitto arriva al suo compimento nel Figlio, Cristo. Il
popolo mangi una pasqua piccola, ma nostro Signore port a termine la grande
Pasqua. I discepoli si trovano in mezzo a due agnelli, sacrificano l'agnello pasquale e
mangiano il suo corpo167.
Domenica di Pasqua. Per quanto riguarda la Domenica di Pasqua, vorrei trattenermi
su una celebrazione: la "Processione della Pace il giorno di Pasqua", assieme al "Dialogo tra il
Cherubino e il Buon Ladrone" celebrata la mattina della Domenica di Pasqua.
La "Processione della Pace il giorno di Pasqua"168. Il rito si svolge all'alba della
Domenica di Pasqua169. Nella prima parte i ministri entrano nel santuario e si cantano i salmi
150 e 116 con dei testi poetici che sottolineano il tema della croce come rifugio, salvezza,
arma per la lotta; il tema del Buon Pastore che ha dato la sua vita per la Chiesa. Nella seconda
parte i ministri escono del santuario con la croce, l'evangeliario, i rami, l'incenso; viene letto Is
60,1-7: Alzati, rivestiti di luce, perch viene la tua luce..., e un testo poetico che offre la
chiave di lettura ecclesiologica del testo di Is:
Chiesa credente, alzati, rivestiti di luce, perch arrivata la tua luce, dice Isaia;
verso di te verranno i re e gli eserciti e si prostreranno ai tuoi piedi. Gloria a te,
Signore; gloria a te, Figlio di Dio; sei benedetto te che ai innalzato la tua sposa170.
Le altre strofe dello stesso testo parlano della croce, della morte e della risurrezione di
Cristo; fanno una rilettura cristologica dei testi di Giona e di Daniele. Nella terza parte c' una
processione verso il bema. Vengono cantati dei testi che hanno, tutti, la croce vittoriosa come
tema centrale, la croce che vince sui nemici. Nella quarta parte appare chiaramente il tema
della pace; due diaconi leggono diverse domande in cui si sottolinea la pace che ci viene dalla
risurrezione di Cristo: O Cristo, pace degli esseri superiori e degli esseri inferiori, che oggi
ci hai permesso di celebrare la pace della tua risurrezione, noi ti preghiamo..., questa pace
riempie l'universo e la Chiesa171, pace data alla Chiesa e che non gli sar pi presa. Dopo
questa litania i diaconi invitano tutti dicendo: Datevi la pace gli uni gli altri nella pace di
Cristo, e tutti si avvicinano a baciare la croce e l'evangeliario dicendo: Che la risurrezione del
Signore sia su di voi, e il sacerdote risponde: Che la risurrezione, la vita ed il rinnovamento
siano su di voi.
Dopo questo rito, due diaconi salgono su due amboni, uno pi in alto, davanti al
santuario, l'altro pi in basso, nel bema, oppure senza amboni, e comincia il "Dialogo tra il
Cherubino e il Buon Ladrone"172. Prima di iniziare la lettura del testo c' una rappresentazione
del cammino di ingresso al paradiso da parte dal buon ladro, e poi comincia la recita del testo.
Questo formato da 51 strofe da quattro versi ognuna. Le attribuzioni del testo in alcuni
manoscritti vanno a Efrem, in altri a Narsai (V sec.)
167

Breviarium, II,356. Testo 55.

168

Cf., A. RAES, La paix pascale dans le rite chalden, in l'Orien Syrien 6 (1961) 67-80.

169

Durante la notte del Sabato alla Domenica sono stati celebrati i vespri, con delle lunghe letture: tra
altre Gen 22,1-20 (sacrificio di Isacco); Gn 1-2; 1Cor 1,18-31; Mt 27,62-66; stata celebrata anche
l'amministrazione del battesimo e l'eucaristia.

170

Breviarium, II, 401. Testo 56.

171

Sarebbe da studiare nella liturgia siro orientale il tema della "Chiesa come oggetto della redenzione di

Cristo".

172

Cf., F.A. PENNACHIETTI, Il ladrone e il Cherubino. Dramma liturgico cristiano orientale in siriaco e
neoaramaico, Torino 1993.
52

Dopo di questo c' un canto fatto da bambini, che rappresenta l'andata delle donne al
sepolcro; alla fine comincia la messa solenne del giorno di Pasqua.
Si tratta di un rito simile a quello che abbiamo anche trovato nella liturgia siro
occidentale; , in fondo un parallelo del rito fatto nel Venerd della passione: l si depositava la
Croce nel sepolcro, qui la croce viene prelevata dal sepolcro.
Vorrei leggere qualche frammento del "Dialogo tra il Cherubino e il Buon Ladrone".
Dedicazione della Chiesa. Vorrei accennare alcuni aspetti di questo periodo 173. Per
quanto riguarda all'origine di questo periodo, mi rimetto a quanto stato detto sulla
dedicazione nella liturgia siro occidentale. Sono le quattro domeniche che chiudono l'anno
liturgico. Soffermiamoci su alcuni testi:
Parla, parla o Chiesa del nostro Salvatore, Sposa del Re, la cui bellezza
desiderabile e gioiosa. Dio, colui che esiste dall'eternit, che nel suo amore ti ha
sposato174.
O Cristo, che hai salvato la tua Chiesa dall'errore degli idoli e l'hai fatta immagine
del cielo perch in essa abitino gli angeli...
O Cristo, che hai riscattato la tua Chiesa per mezzo del tuo Corpo e del tuo Sangue
prezioso, e l'hai santificata col tuo battesimo, l'hai salvata con la tua grazia e gli hai
dato di diventare la dimora e il rifugio di tutti coloro che credono in te...
O Cristo che hai dato alla tua Chiesa la tua Croce santa per cui pu trionfare dal
maligno, e hai sradicato da essa le divisioni scismatiche e le controversie, affinch
possa lodarti senza posa... 175.
La Chiesa la sposa di Cristo, redenta dal suo sangue, la corona, la perfezione
dell'opera di Cristo, la comunit che lui presenta al Padre come frutto della sua redenzione.

173

Cf.,J. THECKANATH, The Church Bride of Christ, (tesi inedita nel PIL, 1987).

174

Preghiera iniziale del vespro della prima domenica. Testo 57.

175

Preghiera dall'ufficio notturno della prima domenica. Testo 57.


53

IV. RITO BIZANTINO


Il senso mistagogico / catechetico della liturgia176 viene sottolineato fortemente nelle
liturgie dell'Oriente cristiano, e in modo speciale nelle liturgie di tradizione bizantina: la liturgia
un maestro nella fede dei fedeli, essa possiamo dire impregnata di elementi che istruiscono i
fedeli nelle verit della fede; per questo la liturgia bizantina -tutte le liturgie cristianeappartiene alla Chiesa, che la custodisce come patrimonio intangibile177. Questa dimensione
mistagogico catechetica la troviamo nei testi liturgici -sia quelli biblici che quelli eucologici-,
nello stesso svolgimento delle celebrazioni178, nel ciclo liturgico -anno liturgico-,
nell'iconografia, nell'architettura179.
Questa dimensione mistagogica la raccoglie il ciclo liturgico che, a partire - piuttosto
attorno- alla Pasqua come il suo centro fa una mistagogia sul mistero di Dio Trinit, sulla
cristologia, sulla soteriologia... Non cerchiamo, per, una sistemazione in questo sviluppo
teologico del ciclo liturgico; piuttosto si tratta di un progressivo entrare nella comprensione
-forse meglio nella contemplazione- del mistero di Dio: il misterioso amore del Dio eterno che
si manifestato per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo nella creazione, nella redenzione,
nella Chiesa.
I fedeli ricevono questa mistagogia attraverso la vita della Chiesa; essi non hanno letto
i trattati di Giovanni Damasceno sulle sante icone, neppure i trattati liturgici sulla Pasqua, ma
hanno imparato e vivono la dottrina sulla Pasqua, sulle icone attraverso i testi della liturgia
lungo il ciclo liturgico, attraverso la stessa iconografia che hanno sotto gli occhi, e attraverso
di essa possono confrontare quello che pregano, sentono o loro predicato, con quello che
vedono.
Lungo il ciclo liturgico bizantino troveremo diverse feste e diversi gradi nelle feste;
tutte, per, sottolineano qualche aspetto teologico, tutte sono a modo suo una mistagogia per
i fedeli, tutte sono anche feste "teologiche": Pasqua e la Dormizione di Maria sottolineano
l'aspetto della risurrezione e della glorificazione, Natale e l'Annunziazione esplicitano l'aspetto
teandrico dell'Incarnazione, Epifania e Pentecoste sono delle feste trinitarie180.
Vorrei sottolineare alcuni aspetti cristologici del ciclo liturgico bizantino, prima di
entrare nello studio del ciclo propriamente detto 181. L'istituzione delle feste nel calendario
bizantino non avviene per caso; essa si sviluppa come una totalit attorno al mistero pasquale
di Ges Cristo; la variet delle feste: feste settimanali, feste annuali, feste del Signore, feste
176

Nella liturgia possiamo scorgere un senso latreutico, di lode, di adorazione, un senso carismatico
-sacramentale- cio di grazia che i fedeli ricevono, un senso mistagogico -catechetico- di istruzione dei fedeli
nella fede, cf., BRANISTE, E., Le culte byzantin, op. cit., p. 75.

177

La liturgia appartiene alla Chiesa, non soltanto ai vescovi o ai preti, non soltanto ai fedeli, ma alla
totalit della Chiesa.

178

Pensiamo a tutta la simbologia della prima parte della celebrazione eucaristica o degli altri
sacramenti.

179

Cf., BOUYER, L., Architettura e Liturgia, Qiqajon, Bose 1994.

180

Cf., M. ARRANZ, Les "ftes thologiques", op. cit., p. 31; ad ogni modo, non si tratta di celebrare dei
temi, ma di vedere il contenuto teologico di ogni celebrazione.

181

Cf., E. THEODOROU, Le Christ, op. cit.


54

della Madre di Dio, feste dei santi, commemorazioni... sono nate e si sviluppano attorno al
misteri di Cristo. Qui c'entra anche la dimensione temporale delle feste: queste non soltanto
commemorano un fatto, la lo fanno attuale: Cristo non ci ha salvati soltanto una volta, ma
continua a salvarci: la Parola si incarna di nuovo per salvarci182:
Con le palme della virt portiamo i rami della purezza per andare incontro a Cristo
nostro Dio, che su un asino va verso Gerusalemme. (Luned della VI settimana di
Quaresima).
L'inferno in attesa della sua perdizione, poich la Vita viene per risuscitare
Lazzaro... e spezzare il regno della morte. (Gioved della VI settimana di Quaresima).
Venite, celebriamo questo mistero, andiamo a trovarlo coi nostri canti, poich il
Creatore viene per soffrire sulla croce (Luned Santo).
Ieri, con Te, o Cristo, sono stato sepolto; con Te io mi sveglio oggi partecipando alla
tua risurrezione (Domenica di Pasqua)183.
Sottolineo ancora il carattere cristocentrico delle feste della Madre di Dio; i titoli dati a
Maria sono sempre in riferimento a Cristo: Colei che ha concepito la Saggezza e il Verbo di
Dio... colei che ha nutrito col suo latte Colui che nutrisce l'universo... tabernacolo
immacolato della vera luce... libro vivente di Cristo, sigillato col sigillo dello Spirito... trono,
palazzo e sede del Re... Madre dell'Agnello e del Buon Pastore... Le feste dei santi anche
sottolineano l'opera di Cristo nei suoi servi, la configurazione di essi al loro modello.
Tutte le feste bizantine, dunque, si rifanno al mistero pasquale e hanno, quindi, un
carattere soteriologico, in riferimento all'Incarnazione di Cristo; questa soteriologia non
esclude ne sopprime la risposta libera dell'uomo: bisogna il cammino di conversione di ogni
credente per ritornare a Dio nell'imitazione di Cristo:
Imitiamo con la nostra vita quella di Ges...
Nell'umilt seguiamo l'esempio di Cristo...
Il Signore, digiunando come uomo, ci d l'esempio e trionfa dalla tentazione...
Il Signore vuol la conversione dei nostri cuori... (Testi della liturgia quaresimale
bizantina)184.
IV.1. Schema generale del ciclo liturgico bizantino.
L'anno liturgico bizantino diviso in un ciclo fisso di feste, in un ciclo mobile, quello
pasquale, e in un ciclo settimanale, quello dell'oktoichos, degli otto toni; ci sono nel ciclo fisso
e nel ciclo mobile le 12 grandi feste185, sette del Signore e cinque della Madre di Dio186.
IV.1.1. Ciclo fisso. Comincia il primo settembre, che anche la data di inizio dell'anno
civile bizantino. Vediamo alcune delle grandi feste fisse:
182

Cf., Ibid., pp. 248-249. I testi della liturgia vengono messi nel presente, quasi mai nel passato.

183

CF., Ibid. Testo 58.

184

Cf., Ibid., pp. 254-257. Testo 59.

185

Cf., M. DONADEO, L'anno liturgico, op. cit.

186

Vorrei trattenermi soltanto sui testi di alcune di queste feste.


55

Nativit della Madre di Dio (8-IX): La prima grande festa del ciclo liturgico
bizantino una festa della Madre di Dio, come pure l'ultima, la Dormizione il 15 agosto.
L'origine di questa festa gerosolimitana, legata alla dedicazione di una chiesa nel luogo
tradizionale della casa di Gioacchino e Anna. I testi della festa hanno subito l'influsso degli
apocrifi, sopratutto del Protovangelo di Giacomo. Notiamo i titoli che vengono dati a Maria:
Oggi il Dio che siede sui troni spirituali si preparato un trono santo sulla terra;
Colui che nella sua sapienza ha stabilito i cieli, nel suo amore per gli uomini crea un
cielo vivente... Ecco il giorno del Signore, rallegratevi popoli! Infatti la camera
nuziale della luce, e il libro del Verbo di vita uscita da un grembo. La porta dell'Oriente nata e attende l'ingresso del gran Sacerdote, unica a introdurre
nell'universo l'unico Cristo, per la salvezza delle nostre anime... La sterilit della
nostra natura abolita, perch una dona sterile divenuta madre di colei che rester
vergine dopo la nascita del suo Creatore...187.
Si sottolinea il tema della nascita di Maria come inizio della redenzione; lei viene
associata strettamente all'opera salvifica del suo Figlio188:
La tua nascita, o Madre di Dio, annunci gioia a tutta la terra: da te infatti
spuntato il sole di giustizia, Cristo Dio nostro. Avendo sciolto la maledizione, ci ha
dato la benedizione; e, distrutta la morte, ci ha fatto dono della vita eterna189.
Esaltazione della Santa Croce (14-IX): La festa si collega con la dedicazione della
basilica dell'Anastasis a Gerusalemme nel 335 e con la celebrazione del ritrovamento della
reliquia della Croce da parte dell'imperatrice Elena e del vescovo Macario. La croce ha un
posto rilevante nella liturgia bizantina190: tutti i mercoled e venerd dell'anno viene commemorata col canto di un tropario191; inoltre si commemora la Croce la terza domenica di Quaresima
e i giorni 7 maggio e 1 agosto. Nei testi del 14 settembre la Croce viene presentata come
luogo di vittoria: di vittoria di Cristo sulla morte, di vittoria della vita sulla morte, luogo di
morte della morte:
La Croce esaltata invita tutta la creazione a cantare inni alla passione immacolata di
Colui che su di essa fu innalzato: sulla Croce Egli mise a morte chi aveva dato la
morte, risuscit i morti e, purificatili, li rese degni, nella sua misericordia ed infinita
bont, di vivere nei cieli... Mos ti ha prefigurato estendendo le braccia verso l'alto e
mettendo in fuga il tiranno Amalek, o Croce veneranda, vanto dei fedeli, sostegno dei
martiri, ornamento degli apostoli, difesa dei giusti, salvezza di tutti i santi. Per
questo alla vista della tua esaltazione, il creato si rallegra e glorifica Cristo, la cui
estrema bont ha riunito per te ci che era diviso192.
Venite, fedeli, adoriamo il legno vivificante: su di esso Cristo, Re della gloria, stese le
braccia e ci risollev alla beatitudine iniziale di cui aveva spogliato il nemico...
187

Testi del vespro dell'8 settembre. Testo 60.

188

Nell'icona della festa, assai chiaro il parallelo con quella della nascita di Ges; nella scena del bagno
di Maria, essa porta gi le iniziali .

189

Tropario della festa dell'8 settembre. Testo 60.

190

Cf., J. HALLIT, La Croce, op. cit., p. 8.

191

Salva Signore il tuo popolo e benedici la tua eredit; accorda alle tue Chiese vittoria sui nemici e
proteggi per mezzo della Croce questo popolo che tuo.

192

Testi del vespro del 14 settembre. Testo 61.


56

Venite, fedeli, adoriamo il legno grazie al quale siamo giudicati degni di schiacciare
le teste dei nemici invisibili. Venite, famiglie tutte delle genti, veneriamo con i nostri
canti la Croce del Signore...193
Alla fine del mattutino c' il rito dell'esaltazione della Croce, cio il sacerdote innalza la
Croce al massimo sulla sua testa e poi l'abbassa fino a terra, poi a sinistra e a destra in
direzione dei quattro punti cardinali, mentre il coro canta 500 volte Kyrie eleison; si finisce col
canto del tropario della festa:
Adoriamo la tua Croce, Signore, e glorifichiamo la tua santa risurrezione194.
Ingresso della Vergine nel tempio (21-IX). Festa d'origine gerosolimitano -la
dedicazione della chiesa di Santa Maria Nova, 543-, sottolinea la dimensione globale del piano
di Dio per operare la sua salvezza in Cristo. Certi temi hanno come sottofondo il protovangelo
di Giacomo.
Natale (25-XII). La celebrazione del 25 dicembre porta come titolo: "Nativit secondo
la carne del Signore, Dio e Salvatore nostro Ges Cristo", cio viene celebrato l'evento storico
della nascita di Ges dalla Vergine, includendo anche l'adorazione dei Magi195; i testi
dell'ufficiatura risalgono a Romano il Melode (VI sec.):
Oggi la Vergine d alla luce l'Eterno e la terra offre una grotta all'Inaccessibile. Gli
angeli con i pastori cantano gloria, i Magi avanzano seguendo la stella. Per noi
nato tenero Bambino il Dio esistente prima dei secoli196.
L'Oriente bizantino sottolinea soprattutto nel Natale del Signore il mistero di Dio che
si umilia, si abbassa fino alla terra e assume la condizione umana per salvare l'uomo caduto 197:
Venite, rallegriamoci nel Signore, considerando il mistero presente: il muro di
separazione abbattuto, la spada fiammeggiante retrocede, i cherubini si
allontanano dall'albero della vita, ed io partecipo alle delizie paradisiache da cui mi
aveva schiacciato la disobbedienza. L'immagine identica al Padre, l'impronta della
sua eternit prende forma di servo senza subire mutamento nascendo da una madre
ignara di nozze. Dio vero, ci che era, resta, ci che non era, lo assume, fatto uomo
per amore degli uomini. Acclamiamolo: Dio nato dalla Vergine, abbi piet di noi 198.
Ci soffermiamo un attimo nel tempo che precede il Natale, il tempo della preparazione
alla festa. Il rito bizantino, bench non ha un periodo di avvento propriamente detto, comincia
la preparazione del Natale la seconda domenica che precede la festa; i testi accennano ai
personaggi dell'AT che hanno profetizzato sul Cristo e sulla sua venuta. Nella seconda
domenica prima di Natale vengono commemorati i santi antenati del Signore, e nella domenica
193

Canto per la venerazione della Croce, 14 settembre. Testo 61.

194

Tropario della Croce. Testo 61.

195

L'icona del giorno include la nascita di Ges dalla Vergine, l'annunzio ai pastori, il dubbio di
Giuseppe, l'adorazione dei Magi.

196

Contacio del 25 dicembre. Testo 62.

197

Cf., G. GHARIB, Le icone festive, Ancora, Milano 1985, p. 90.

198

Testo del vespro del 25 dicembre. Testo 62.


57

prima del 25 dicembre vengono commemorati i padri, da Adamo a Giuseppe, sposo di Maria.
A partire dal 20 dicembre comincia propriamente la preparazione alla festa:
Ascoltate o cieli, terra st attenta, ecco il Figlio, il Verbo di Dio Padre, deve nascere
da una Vergine intatta, per condiscendenza di Colui che senza cambiamento gli
comunica la sua natura e per la comunicazione dello Spirito Santo. Betlemme
preparati; che l'Eden apra le sue porte, poich colui che diventa quello che non
era; Colui che ha modellato tutta la creazione a sua volta modellato, lui che fa
dono al mondo della sua misericordia199.
Questo testo riesce a presentare in modo breve il contenuto della fede, dopo il concilio
di Calcedonia200. Ad ogni modo, bench i testi liturgici si raccolgono attorno alla festa del 25
dicembre, le Chiese bizantine fanno precedere il Natale da un periodo di 40 giorni di digiuno
-Quaresima di Natale-201; in questo periodo i testi sono assai vaghi in rifferimenti al Natale, e
non fino al 21 novembre che si cantano nell'ufficio mattutino dei testi che comminciano a far
rifferimento alla celebrazione natalizia. Sono giorni consacrati alla preparazione al mistero dell'Incarnazione per mezzo dei temi tanto dell'AT che del NT; il tema che viene pi chiaramente
messo in luce l'assunzione della natura umana da parte del Verbo di Dio, sia a partire dei testi
biblici che patristici; l'unione delle due nature in Cristo considerata la fonte vivificante di
tutta l'opera della salvezza202.
Epifania (6-I). Per quanto riguarda l'Epifania, lascio la trattazione di questa festa,
molto importante, ma che merita una trattazione a se203.
Incontro (2-II). Solennit antica -accennata da Egeria nel suo Pellegrinaggio204;
sembra che fu introdotta a Roma da papa Sergio I (687-701), d'origine orientale, siriaca?, che
introdusse anche altre feste cristologico-mariane:
Salve, piena di grazia, Madre di Dio e Vergine, perch da te sorto il sole di
giustizia, Cristo, Dio nostro, illuminante quanti sono nelle tenebre. Rallegrati pure
tu, o giusto vegliardo, che hai ricevuto fra le braccia il liberatore delle nostre anime,
che ci elargisce anche la risurrezione205.
Si apra oggi la porta del cielo! Il Verbo eterno del Padre, avendo iniziato la sua
esistenza temporale senza separarsi dalla sua divinit, si lascia portare nel tempio,
secondo la legge, dalla Madre, come bimbo di quaranta giorni. Il vecchio lo riceve
nelle sue braccia dicendo: "Lascia che me ne vada -esclama il servo del Signoreperch i miei occhi hanno visto la tua salvezza". O tu che sei venuto al mondo per
salvare il genere umano: Signore, gloria a te!206.
199

Tropario dei giorni precedenti il Natale. Testo 62.

200

Cf., I-H., DALMAIS, Le temps de prparation, op. cit., p. 29.

201

Cf., O. RAQUEZ, La prparation, op. cit., p.7.

202

Cf., Ibid., pp. 18-19.

203

Cf., O. RAQUEZ, Les saintes Thophanies, op. cit.

204

Cf., Egeria. Pellegrinaggio in Terra Santa, Biblioteca Patristica 17, Nardini Editore, Firenze 1991, p.

172.

205

Tropario della festa dell'Incontro, 2 febbraio. Testo 63.

206

Inno di Giovanni Damasceno per il 2 febbraio. Testo 63


58

Annunciazione (25-III).
Trasfigurazione (6-VIII).
Dormizione della Madre di Dio (15-VIII).
Le altre tre grandi feste per completare il numero di dodici sono gi feste mobili:
Domenica delle Palme.
Ascensione.
Pentecoste.
IV.1.2. Ciclo mobile. Il cilco mobile delle celebrazioni bizantine gira attorno alla
Pasqua con due grandi periodi: il Triodion e il Pentecostarion207.
A. Triodion. Il nome viene dal libro liturgico usato in queste settimane, dieci,
che precedono la celebrazione della Pasqua; il termine Triodion viene da "tre odi", cio i testi
che vengono cantati nell'ufficiatura del mattutino. Il Triodion comprende il periodo della pre
Quaresima e della Quaresima. La Quaresima bizantina propriamente comprende quaranta
giorni, dal primo luned al venerd prima della domenica delle palme; ad ogni modo, sotto il
nome di Quaresima oppure di Triodion si includono i due altri periodi: la pre Quaresima e la
Settimana Santa.
La Quaresima bizantina fa svolgere le settimane da luned a domenica208, e fa una
chiara distinzione tra il sabato e la domenica e gli altri giorni settimanali: nei primi c' la
celebrazione dell'eucaristia, mentre non c' negli altri giorni209. Le raggioni di questa non
celebrazione dell'eucaristia va legata a la teologia dei Padri e delle Chiese bizantine per cui
l'eucaristia va sempre vista come celebrazione del triomfo pasquale di nostro Signore Ges
Cristo, celebrazione fatta all'inizio nella domenica -per il legame con la risurrezione del
Signore- e che poi si spande anche negli altri giorni della settimana ma che rimane sempre nel
suo aspetto festivo. La Quaresima, d'altronde, bench porta, sbocca, nella celebrazione della
Pasqua e in qualche modo ne preannuncia gi la gioia, sottolinea i cammini per cui il cristiano
arriva alla Pasqua: la compunzione e l'umilt; per questo la celebrazione eucaristica viene
limitata al sabato e alla domenica210.
Nei mercoled e nei venerd di Quaresima si celebra la Liturgia dei Presantificati, cio la
comunione col Corpo e il Sangue del Signore, consacrato la domenica precedente; un rito di
comunione inserito nella celebrazione del vespro, e in cui viene soppressa l'anafora
eucaristica211. La Liturgia dei Presantificati viene celebrata di solito la sera, dopo un giorno di
digiuno; i testi e le cerimonie invitano alla compunzione: prostrazioni, illuminazione minima
207

Cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua, op. cit.

208

Svolgimento che cambier poi nel tempo di Pasqua, in cui si conteranno i giorni della settimana da
domenica a sabato.

209

Volutamente viene evitata la forma di giorni "liturgici" e giorni "aliturgici". Troviamo testimonianze
di quest'uso nei canoni 49 e 51 del concilio di Laodicea nel IV sec (343?. 381?), e poi nel canone 52 del
concilio "in Trullo" (692).

210

Per la stessa raggione il rito ambrosiano non celebra l'eucaristia i venerd di Quaresima; cf., O.
RAQUEZ, La liturgie byzantine du Carme, op. cit., pp. 26-27.

211

Nell'intrduzione alle liturgie orientali stata presentata l'origine e lo svolgimento di questa


celebrazione.
59

della navata, velo del santuario quasi sempre chiuso, veli che coprono i doni, i testi delle
letture sono quelli dell'AT.
La Quaresima bizantina un periodo molto ricco nella scelta dei testi biblici: salmi,
letture, nell'innografia, nelle letture dei Padri. L'innografia -ci sono per ogni giorno
un'ufficiatura almeno di quaranta a quaranta cinque tropari- appartiene al patrimonio
sopratutto di Romano il Melode (VI sec.), san Teodoro Studita (+826) e san Giuseppe di
Tessalonica (+832). I testi innografici si soffermano sopratutto nel tema dell'anima umana,
dominata dal peccato, che trova per mezzo della Quaresima la possibilit della salvezza 212. Per
quanto riguarda la lettura del salterio, la liturgia bizantina quaresimale fa una lettura continua
del salterio due volte alla settimana213. Le letture bibliche vengono proposte come lettura
continua: Genesi e Proverbi nel vespro, e Isaia nell'ora sesta. Le letture dei Padri sono divise
tra alcuni testi ascetici di sant'Efrem (+ 373), della Storia Lausiaca di Palladio (V sec.), la
Scala Paradisi di San Giovanni Climaco e le Catechesi di san Teodoro Studita (+ 826). I
giorni di sabato e domenica riprendono la celebrazione eucaristica; la domenica commemora in
modo chiaro e centrale la risurrezione del Signore214.
Pre-Quaresima. Comprende tre settimane e quattro domeniche, a partire dalla decima
prima di Pasqua215:
Domenica del publicano e del fariseo: Lc 18,10-14216.
Domenica del figlio prodigo: Lc 15,11-32.
Domenica di Carnevale o del giudizio finale: Mt 25,31-46.
Domenica dei latticini e di Adamo ed Eva: Mt 6,14-21. Alla fine della liturgia c' il
rito del perdono con cui si comincia la Quaresima.
Nella Domenica di Carnevale comincia l'astinenza della carne e nella domenica della
Tirofagia comincia l'astinenza dei latticini. Quattro aspetti vorrei ricavare dalla pre Quaresima
-se consideriamo la domenica di Zaccheo come quasi appartenente a questo periodo: il
desiderio di Dio -domenica di Zaccheo-, l'umilt -domenica del pubblicano e del fariseo-, il
ritorno dall'esilio -domenica del figlio prodigo-, il giudizio finale -domenica di carnevale-, il
perdono -domenica della tirofagia. Nel sabato della tirofagia vengono commemorati tutti i
santi asceti, cio coloro che sono stati "illuminati dal digiuno", coloro che sono per i cristiani
modelli di digiuno, di penitenza. Nella domenica della Tirofagia, l'ultima prima della
Quaresima, viene commemorata l'espulsione di Adamo del paradiso delle delizie: l'uomo,
creato da Dio per vivere in comunione con lui nel paradiso, a causa del peccato ne stato
cacciato, ma nella Quaresima comincia il cammino di ritorno che culminer quando Cristo, nel
mistero pasquale, scende negli inferi e gli d la sua mano per levarlo dalla morte e portarlo al
paradiso217; questo cammino sar fatto nella gioia dell'attesa della Pasqua:
212

Cf., O. RAQUEZ, La liturgie byzantine du Carme, op. cit., p. 30.

213

Negli altri periodi liturgici bizantini, il salterio viene letto nella lettura continua una volta alla
settimana, al di l dei salmi propri per ogni ora di preghiera.

214

Cf., O. RAQUEZ, La liturgie byzantine du Carme, op. cit., pp. 32-34.

215

Viene considerata da alcuni come appartenete alla pre Quaresima anche la domenica di Zaccheo, che
precede quella del pubblicano e del fariseo, cf., A. SCHMEMANN, La Grande Quaresima, op. cit., p. 13.

216

Testo 64. Per quanto riguarda tutte le pericopi bibliche lette nella Quaresima e nel tempo di Pasqua,
cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua, op. cit. vol. I, pp. 314-321, vol II, pp. 213-217.

217

Nei testi, il paradiso viene quasi personificato e associato al lamento di Adamo esiliato: ...con il
60

Aprimi le porte del pentimento. o Datore di vita, perch fin dall'alba si leva il mio
spirito, si volge in preghiera al tuo santo tempio, portando con se il tempio
contaminato del mio corpo. Nella tua compassione, purificami, per la tenera
benevolenza della tua misericordia218.
Rendiamo lode all'assemblea dei santi Padri e cantiamo a Antonio il corifeo, Eutimio
il luminoso, e tutti i loro compagni. Attraversando le loro vite come un paradiso di
delizie, vogliamo evocare questi alberi piantati da Dio che avendo dato i frutti di vita
immortale gli hanno offerto a Cristo... 219.
Dal paradiso Adamo fu cacciato a causa del frutto vietato di cui si era nutrito.
Seduto davanti alla porta, piangeva e gemeva e gridava: "Guai a me! Ho trasgredito
l'unico comando di Dio e mi sono privato di tutto ci che buono. O santo paradiso
piantato per me e che Eva fecce chiudere, prega il Creatore mio e anche tuo che io
possa essere colmato dai tuoi fiori". E il Salvatore rispose: "Io non voglio che la mia
creazione perisca, ma io desidero che venga salvata e conosca la verit. Per questo
non respingo colui che viene a me220.
Cominciamo il tempo della Quaresima luminosa, diamoci ai combattimenti spirituali,
santifichiamo la nostra anima e purifichiamo il nostro corpo. Non digiuniamo
soltanto dal cibo, asteniamoci anche di ogni passione, coltiviamo le virt spirituali;
perseverando in esse fedelmente possiamo essere degni di contemplare la passione di
Cristo nostro Dio e la gioia della sua santa risurrezione221.
Quaresima222. Dura quaranta giorni, con sei domeniche. Vorrei trattenermi
soltanto vedendo a grandi tratti gli aspetti pi importanti delle domeniche. Le domeniche
quaresimali hanno per cos dire due aspetti ognuna, teologici ambedue, ma che provengono
dalla celebrazione speciale fatta ogni domenica e dalle letture dalla Sacra scrittura.
Domenica dell'Ortodossia: Gv 1,44-52. In questa domenica la Chiesa celebra il
trionfo dell'ortodossia sull'iconoclasmo e il ristabilimento della venerazione delle icone l'11
marzo del 843; questo aspetto ha un legame puramente storico con la Quaresima, per il fatto
che il trionfo dell'ortodossia ebbe luogo precisamente questa domenica. Ad ogni modo, i testi
dell'ufficatura vogliono sottolineare anche il legame tra digiuno, conversione... e vera
confessione di fede:
Davanti la tua santa icona noi ci prostriamo, Dio di bont, e chiediamo il perdono
delle nostre mancanze, o Cristo nostro Dio, poich tu hai voluto soffrire salendo sulla
rumore delle tue foglie, supplica il Creatore di aprirmi quelle porte che ho chiuso con la mia trasgressione...
Santo paradiso, prega perch io sia colmo dei tuoi fiori... Prateria beata, piante divine, dolcezza del paradiso,
delle vostre foglie, come dagli occhi, versate le vostre lacrime su di me... (testi della domenica della tirofagia).

218

Preghiera del mattino della domenica del pubblicano. Testo 65.

219

Sabato della tirofagia, vespro. Testo 65.

220

Domenica della tirofagia, vespro. Testo 65.

221

Domenica della tirofagia, vespro del perdono. Testo 65.

222

Per uno sviluppo sistematico di tutta la Quaresima, cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua, op.
cit; A. SCHMEMANN, La Grande Quaresima, op. cit.
61

croce per salvare la tua creatura dalla schiavit del nemico. Cos, nell'azzione di
grazie, noi ti invochiamo: tu hai riempito di gioia l'universo, o nostro Salvatore,
venendo a portare al mondo la salvezza223.
Il secondo aspetto della domenica, che ci viene dalle letture della Scrittura, va legato
alla preparazione battesimale: Eb 11,24-26.32-40; 12,1-2 (la fede dei padri dell'AT), e Gv
1,44-52 (vocazione di Filippo e Natanaele ...vedrai cose maggiori di queste...), i catecumeni,
per la fede, vedranno nella Pasqua le grandi meraviglie di Dio.
Domenica di San Gregorio Palamas: Mc 2,1-12. La condanna dei nemici di
Gregorio Palamas (1296-1359)224 nel XVI sec. fecce introdurre questa celebrazione nella
seconda domenica di Quaresima, e fu vista come un secondo trionfo dell'ortodossia:
O saggio che vivevi nell'ascesi, tu hai distrutto le passioni della carne... e fatto
dell'anima tua l'organo divino della teologia. Tu hai conservato pura l'immagine; hai
coraggiosamente opposto alle passioni della carne l'intelligenza che ci guida; hai
ricevuto la rassomiglianza e sei divenuto la dimora luminosa della Santa Trinit225.
Le letture della liturgia sottolineano ancora una volta per i catecumeni il tema della
fede: Eb 1,10-2,3 (l'ascolto dell'opera di Dio) e Mc 2,1-12 (la fede del paralitico portato a
Cristo attraverso il tetto.
Domenica dell'esaltazione della santa Croce: Mc 8,34-9,1. La terza domenica
dedicata alla venerazione della Croce vittoriosa di Cristo. Durante l'ufficio vigiliare, la Croce
viene portata solennemente al centro della chiesa e venerata dai fedeli; l rimane per tutta la
settimana. I testi dell'ufficiatura sottolineano sopratutto la croce come luogo di vittoria e di
gioia, non come luogo di sofferenza:
Per distruggere la maledizione di Adamo tu assumesti la nostra carne, eccetto il
peccato. Ma sei crocifisso e muori. Perci con fede noi veneriamo la tua Croce... e
chiediamo di vedere la tua risurrezione... Risplende, Croce vivificante del Signore:
coi raggi della tua grazia illumina i cuori di coloro che ti venerano e ti abbracciano
con piet... poich per te noi abbiamo parte alla gioia eterna. Salve, Croce
vivificante del Signore, paradiso della Chiesa e nuovo albero della vita, che ci
procuri la gioia di una gloria senza fine... dacci di contemplare le Sofferenze del
Signore e la sua santa Risurrezione... Salve Croce vivificante del Signore, invincibile
trofeo della fede, porta del paradiso226.
Con questa domenica -met della Quaresima- in qualche modo la Chiesa vuol dare un
sollievo gioioso allo sforzo ascetico che si viene sostenendo, e anche far intravedere la fine
della Quaresima, cio la Passione e la Risurrezione gloriosa del Signore 227. Le letture della

223

Domenica dell'Ortodossia, tropario. Testo 66.

224

Su San Gregorio Palamas, cf., R. D'ANTIGA, Gregorio Palamas e l'esicasmo, Ed. Paoline, Cinisello
Balsamo 1992.

225

Seconda domenica di Quaresima, lodi. Testo 66.

226

Terza domenica di Quaresima, vespro. Testo 66.

227

Sarebbe come in un lungo pellegrinaggio, il trapasso di un'alta montagna dalla cui cima si intravede
la fine della grande valle dove si vuol arrivare.
62

liturgia sono Eb 4,14-5,6 (Ges, sommo sacerdote compassionevole) e Mc 8,34-9,1 (prendere


la croce e seguire Ges).
Domenica di San Giovanni Climaco: Mc 9,17-31.
Domenica di Santa Maria Egiziaca: Mc 10,32-45.
La Chiesa bizantina propone in queste due domeniche due testimoni massimi
dell'ascetismo cristiano: Giovanni Climaco (+ verso 680), abate del monastero del Sinai e
modello di ascesi attraverso un testo diventato poi famoso tra i testi ascetici, la Scala
Paradisi, e Maria Egiziaca, modello di ascesi nella sua vita. I testi scritturistici di queste
domeniche, Eb 6,13-20 (fedelt di Dio alla sua Parola) e Mc 9,17-31 (guarigione
dell'endemoniato) per la quarta, e Eb 9,11-14 (sangue redentore di Cristo) e Mc 10,32-45
(annuncio della risurrezione) continuano la catechesi pre battesimale.
Tra la quarta e la quinta domenica c' il sabato dell'Akathistos, in cui viene cantato,
nell'ufficiatura notturna, l'inno con questo nome, dedicato alla Madre di Dio.
Vorrei fare accenno alla settimana che precede la domenica delle Palme, il cui centro
Lazzaro, la sua malattia, la sua morte. Chiamata Settimana delle Palme, questa settimana ci fa
seguire il cammino di Ges verso Bettania e quindi verso Gerusalemme; i testi liturgici ci fanno
avvicinare in un modo quasi plastico a questo cammino che Ges porta a termine, ma
sopratutto ci fanno avvicinare a quello che si manifester pienamente nei giorni santi, cio la
filantropia di Dio manifestata in Ges Cristo, il suo amore reale e concreto per l'uomo; in
fondo le Chiese di tradizione bizantina riescono a vivere e celebrare nella liturgia il cuore, il
centro, della confessione di fede calcedoniana, le nature divina ed umana nel Cristo incarnato.
Con i contrasti tipici della liturgia bizantina, gi nella domenica precedente questa settimana,
quella quinta, i testi del vespro parlano di Lazzaro, ma del "povero Lazzaro" di Lc 16,19-30:
Tu che eri ricco, o Cristo, sei diventato povero per arricchire i mortali col tesoro
della tua luce immortale; ed io che sono impoverito a causa dei piaceri di questa
vita, dammi l'abbondanza delle virt, mettimi accanto al povero Lazzaro, allontanami
dalla punizione del ricco e dalla geenna che meritano le sue azioni228.
Il luned ci introduce al cammino di Ges verso Betania:
Oggi la malattia di Lazzaro viene manifestata a Cristo, che si trattiene al di l del
Giordano; nella sua prescienza, lui dichiara: Questa malattia non porta alla morte.
Preparati Betania, adorna i tuoi sentieri per accogliere il tuo Dio; coi suoi apostoli
verr il Signore per risuscitare un nativo di questa terra229.
Il marted prosegue col processo della malattia; i testi sottolineano la pedagogia voluta
da Cristo anche dal suo attardarsi al di l del Giordano:
Oggi come ieri Lazzaro soffre la malattia: le sue sorelle l'hanno fatto sapere a Cristo;
nella gioia, preparati Betania, per ricevere il tuo maestro e il tuo Re e canta con noi:
Signore, gloria a te230.
Marted al vespro e mercoled parlano gi della morte e quindi della sepoltura di
Lazzaro:
228

Quinta domenica di quaresima, lucernario del vespro. Testo 67.

229

Luned della sesta settimana, lodi. Testo 67.

230

Marted della sesta settimana, lodi. Testo 67.


63

In questo giorno Lazzaro consegna lo spirito, Betania si lamenta e piange colui che
tu, Salvatore, risusciterai dai morti per raffermare nel tuo amico la fede nella tua
divina risurrezione che calpesta la morte e ci d la vita; per questo noi ti lodiamo e ti
cantiamo231.
In questo giorno Lazzaro morto sepolto ed i suoi fanno dei lamenti per lui; come
Dio, nella tua prescienza, tu annunzi ai discepoli la malattia dicendo: Lazzaro si
addormentato, ma vado a risuscitare colui che io ho creato. Per questo noi ti
cantiamo: Gloria, Signore, al tuo potere sovrano232.
Il gioved sottolinea gi la vittoria di Cristo sulla morte:
Lazzaro nella tomba da due giorni e le sue sorelle Marta e Maria fanno lutto per
lui, guardando con tristezza la pietra della tomba; coi suoi discepoli si avvicina il
Creatore per spogliare la morte e darci la vita; per questo noi lo invochiamo:
Signore, gloria a te233.
Infine il venerd mescola la gioia della risurrezione vicina e quella dell'ingresso di Ges
a Gerusalemme:
O Cristo, che siedi sui serafini celesti nella divina maest di Creatore dell'universo,
adesso nella terra ti prepari a sedere su un asinello; Betania si rallegra di accoglierti
come Salvatore, Gerusalemme si rallegra di ricevere il Messia atteso, la morte nel
supplizio vedendo che Lazzaro gli viene strappato; e noi con delle palme veniamo al
tuo incontro nella gioia, celebrando la potenza della tua bont234.
I testi del sabato sono mescolati tra il tema della risurrezione di Lazzaro e quello della
risurrezione di Ges; nei lodi di questo giorno, gli evloghitaria -testi di benedizione- e alcun
tropario sono quelli della risurrezione; si sottolinea il parallelo tra i due sabato: quello di
Lazzaro e quello di Ges fra sette giorni235:
Volendo vedere la tomba di Lazzaro, o Signore, tu che volontariamente ti accingevi
ad abitare una tomba, domandi: Dove l'avete messo? E, imparando ci che gi
sapevi, gridi a colui che ami: Lazzaro, vieni fuori! E obbed l'inanime a colui che gli
dona il respiro, a te Salvatore delle nostre anime!236.
Tutta la sesta settimana di quaresima viene inquadrata in questa contemplazione
dell'incontro ormai vicino tra Ges e la morte, quella dell'amico per primo, quella propria la
settimana dopo, e i testi liturgici riescono a coinvolgerci in questo cammino di Ges verso
Betania, verso Gerusalemme; nella liturgia bizantina non siamo mai degli spettatori, siamo
sempre partecipanti, siamo sempre oo, concelebranti, presenti nella liturgia e
nell'evento di salvezza che la liturgia celebra. Insisto sul fatto che la liturgia non celebra delle
idee, dei temi, ma fatti di salvezza, e perci la liturgia bizantina prepara i fedeli durante una
231

Marted della sesta settimana, vespro. Testo 67.

232

Mercoled della sesta settimana, lodi. Testo 67.

233

Gioved della sesta settimana, lodi. Testo 67.

234

Venerd della sesta settimana, vespro. Testo 67.

235

Si veda anche tutto il Canone di Lazzaro, di sant'Andrea di Creta, cf., M. GALLO, Liturgia orientale
della settimana santa, op. cit., I, pp. 35-51.

236

Sabato di Lazzaro, vespro. Testo 67.


64

settimana, in un crescendo di drammaticit, alla risurrezione di Lazzaro e poi, in un'altra


settimana a quella di Ges. Di qui l'importanza di quei tropari che per sottolineare questo fatto
cominciano sempre per la parola oggi -ov; si tratta non di un ricordo ma di un mistero in
cui di nuovo avviene l'irruzione nel nostro oggi della salvezza eterna di Dio237:
Oggi la grazia dello Spirito Santo ci ha radunati. Tutti, portando la tua croce,
diciamo: Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel pi alto dei
cieli!238
Oggi il sinedrio malvagio si riunito contro Cristo... Oggi Giuda si stringe intorno il
laccio del danaro... Oggi Caifa senza volerlo profetizza... Oggi Giuda mette da parte
la maschera dell'amore per la povert e svela la natura della sua cupidigia. Non si
occupa pi dei poveri, non vende pi il profumo della peccatrice, ma il miron celeste...239
Oggi, o Figlio di Dio, prendimi come commensale alla tua mistica Cena: non dir il
Mistero ai tuoi nemici, non ti dar il bacio di Giuda; ma come il ladro ti confesser:
ricordati di me, o Signore, quando verrai nel tuo regno. Alleluia!240
Oggi appeso al legno Colui che ha appeso la terra alle acque! Il Re degli angeli
cinto di una corona di spine! avvolto di una porpora mendace Colui che avvolge il
cielo di nubi! Riceve uno schiaffo lui che nel Giordano ha liberato Adamo! Lo Sposo
della Chiesa inchiodato con chiodi! Il Figlio della Vergine trafitto da una lancia!
Adoriamo la tua passione, o Cristo! Mostacci anche la tua risurrezione241.
Oggi una tomba racchiude Colui che nella sua mano stringe il creato, una pietra
copre Colui che copre i cieli con la sua potenza. Dorme la Vita e l'Ade trema e
Adamo sciolto dalle sue catene. Gloria alla tua economia! Per essa, dopo aver
compiuto tutto, tu ci hai donato il sabato eterno, la tua risurrezione santissima dai
morti!242
Oggi una Pasqua divina ci stata rivelata, una Pasqua nuova, santa, una Pasqua
misteriosa, una Pasqua solennissima. Pasqua, il Cristo redentore, Pasqua
immacolata, Pasqua grande, Pasqua dei credenti. Pasqua che ci apre le porte del
Paradiso, pasqua che santifica tutti i fedeli 243
Settimana Santa. Vorrei soffermarmi un po sulla Settimana Santa,
sottolineando alcune delle ufficiature pi rilevanti. La Settimana Santa si sofferma nella
contemplazione del Cristo come Sposo della Chiesa, come colui che nel suo grande amore per
237

Cf., M. GALLO, Liturgia orientale della settimana santa, op. cit., II, p. 3427.

238

Domenica delle Palme, tropario del vespro. Testo 68.

239

Gioved Santo, lodi. Testo 68. Nell'originale c' un gioco di parole tra il profumo -ov- della
peccatrice e quello celeste, Ges Cristo.

240

Tropario del Gioved Santo nella liturgia di San Basilio, invece dell'inno cherubico. Testo 68.

241

Venerd Santo, ufficio dei dodici evangeli, antifona. Testo 68.

242

Sabato Santo, lodi. Testo 68.

243

Domenica di Pasqua, lodi. Testo 68.


65

gli uomini ha dato la sua vita, ha preso la sua Chiesa come sposa, se l'ha legata nell'albero della
croce; durante la Settimana Santa nella liturgia bizantina il ruolo di Maria, la Madre di Dio e
della Chiesa vengono tessuti insieme, ci sono dei testi, sopratutto nel mattutino del Sabato
Santo, in cui ci si pu vedere sia Maria sia la Chiesa che parlano in essi.
Domenica delle Palme: Orthros Mt 21,1-17; Liturgia Gv 12,1-18. La liturgia della
Domenica delle Palme si sofferma unicamente sull'ingresso di Ges a Gerusalemme, ingresso
che i testi collegano volentieri come conseguenza della prima vittoria di Ges sulla morte,
quella di Lazzaro. L'ingresso di Ges a Gerusalemme una nuova teofania; Dio -i titoli
cristologici sulla divinit di Ges saranno molto chiari- entra umile -anche i titoli sull'umanit
di Ges saranno chiari- nella sua citt:
Colui che ha per trono il cielo, e la terra come sgabello dei suoi piedi: il Verbo di
Dio Padre, il Figlio coeterno, oggi viene a Betania, umilmente seduto su un puledro
d'asina...
Il Figlio e Verbo del Padre, come lui eterno e senza principio, viene oggi nella citt
di Gerusalemme assiso sul puledro di un giumento. Colui che i cherubini, pieni di
timore, non osano fissare, lo acclamano i fanciulli con le palme e con i rami...
Tu che cavalchi sui cherubini e sei esaltato dai serafini, come Davide monti su un
puledro, o Buono. I bambini ti lodano come Dio e i giudei iniqui ti bestemmiano,
mentre tu assiso sul puledro prefiguri la conversione delle genti indomabili
dall'incredulit alla fede. Gloria a te, o Cristo, o solo misericordioso e amico degli
uomini...
La tua Agnella e serva e vergine, vedendoti correre alla passione e dare per noi la
vita, o Pastore buono, soffriva per te nelle sue viscere di Madre... Ti prega, o Cristo,
la Madre di Dio, ti prega la folla dei discepoli: dona la tua pace al mondo che tuo,
donaci le tue misericordie abbondantemente, in eterno244.
La benedizione delle palme viene fatta nell'orthros -ufficio mattutino- dopo la lettura
del vangelo; le palme si benedicono e poi vengono distribuite ai fedeli che si sono avvicinati a
baciare l'evangeliario.
Luned, marted e mercoled della Settimana Santa. Lungo i tre primi giorni della
Settimana Santa viene messa in luce chiaramente dalla liturgia bizantina la figura di Cristo
Sposo, cio le nozze di Dio con la Chiesa, con l'umanit. Due testi centrano l'ufficiatura di
questi tre giorni, due tropari dell'orthros:
Ecco lo Sposo viene nel mezzo della notte, beato quel servo che trover vigilante,
indegno quel servo che trover negligente! Guarda dunque anima mia, di non
lasciarti opprimere dal sonno, per non essere consegnata alla morte e chiusa fuori
del Regno! Ma, vegliando, grida: Santo, Santo, Santo tu sei, o Dio; per intercessione
della Madre di Dio abbi piet di noi.
Vedo il tuo talamo adorno, o mio Salvatore, e non ho la veste per entrare. Fa'
risplendere la veste dell'anima mia, o tu che doni la luce, e salvami!245.
244

Testi del vespro e dell'orthros della Domenica delle Palme. Testo 69.

245

Luned Santo, ufficiatura dell'orthros. Testo 70. Il tropario dello Sposo rimasto nell'ufficiatura
notturna di ogni giorno dell'anno, quasi a ricordare ad ogni cristiano il suo incontro atteso col Signore.
66

Tema dell'attesa dello Sposo, analogia sonno-morte, le nozze divine e l'assoluta


indegnit dell'uomo che solo pu entrare nella camera nuziale, il Regno, per la luce che viene
da Cristo246.
A partire del tropario dello Sposo, tutto l'ufficio dell'orthros del Luned prende il nome
di ufficio dello Sposo; questo viene anticipato alla vigilia del giorno precedente ed celebrato
con grande devozione dal popolo; l'icona dello Sposo -il Cristo morto ai piedi della Croce,
seduto (in piedi) su un sepolcro, attorno gli strumenti della passione- viene portata in
processione e baciata dal popolo. Il Cristo sofferente, paziente, morto, lo Sposo della
Chiesa.
Tutti i tre giorni commemorano qualche punto speciale: al Luned Santo viene
assegnata la memoria del patriarca Giuseppe e del fico maledetto da Ges. Giuseppe figura
di Ges, venduto dai suoi fratelli, portato alla sofferenza, esaltato da Dio che lo costituisce
salvatore del suo popolo:
Imitiamo la castit di Giuseppe, o fedeli, riconosciamo colui che ha onorato la
natura spirituale degli uomini, vivendo anche noi con ogni vigilanza nel compimento
della virt247.
Trovando nell'egiziana una seconda Eva, cercava il drago di far cadere Giuseppe
nella lusinga delle sue parole; ma egli abbandon le veste e fugg il peccato, e nudo
non si vergognava, come il progenitore prima della disobbedienza. Per le sue
preghiere, o Cristo, abbi piet di noi248.
Nel primo testo notiamo l'invito a imitare Giuseppe come colui che ha onorato la
natura spirituale dell'uomo; ancora il paragone tra Giuseppe e Adamo nel secondo testo, per
sottolineare come Giuseppe tipo del nuovo Adamo, Cristo, risorto in un corpo spirituale, in
una carne gloriosa. Nella linea ascetica della Quaresima bizantina, la figura di Giuseppe viene
anche letta in questa chiave, cio Giuseppe come segno profetico dalla libert dalle passioni
che porter a termine pienamente il nuovo Adamo. La maledizione del fico -la memoria del
fico maledetto- viene letta sia nel sottolineare il rifiuto di Israele verso Cristo, sia nella
necessit di abbandonare la presunzione e la vanagloria, dunque anche in chiave ascetica.
Per quanto riguarda il Marted Santo, nella prospettiva del tema dello Sposo, e in
parallelo anche con le liturgie siro occidentale e siro orientale, viene considerata la parabola
delle dieci vergini ma leggendo tutti i due capitoli escatologici di Mt 24-25. Il Mercoled
Santo viene fatta memoria della donna peccatrice che unse i piedi di Ges (Mt 26,6-13). Al di
l dell'identit della donna, che la liturgia non chiarisce n se ne preoccupa, il mistero teologico
sottolineato nella liturgia bizantina quello della donna peccatrice che con le lacrime, con
l'unzione con l'olio profumato -simboli ambedue battesimali nell'Oriente- arriva a contatto col
Cristo incarnato, Dio e uomo, contatto -sacramento- che la porta alla conversione; ancora il

246

Cf., C. ANDRONIKOF, Il senso della Pasqua I, op. cit., pp. 232-233; M. GALLO, Liturgia orientale
della Settimana Santa I, op. cit., pp. 118-119.

247

Domenica delle Palme, canone della compieta. Testo 70.

248

Luned Santo, lodi. Testo 70.


67

Cristo Sposo che si fa incontro alla sua Chiesa peccatrice 249. La liturgia giocca a lungo coi
termini: olio, profumo, unto, miron, applicati a Cristo:
Mentre giacevi a mensa, o Verbo, la donna ti si fecce accanto e piangendo versava
l'alabastro del miron sui tuoi piedi e sulla tua testa, o Miron immortale... Io ho un
miron corruttibile, in te il miron della vita; il tuo nome, infatti, Miron effuso su
coloro che ne sono degni; ma tu perdonami, rimetti le mie colpe, grida al Cristo la
meretrice250.
Santo e Grande Gioved: Mt 26,2-20; Gv 13,3-17; Mt 26,21-39; Lc 22,43-44; Mt
26,40-27,5 (in un'unica lettura). Comune anche nelle altre liturgie cristiane, nel Gioved Santo
troviamo raggruppati i temi della lavanda dei piedi, l'ultima cena, la preghiera di Ges nell'orto
e il tradimento di Giuda. L'ufficio dell'orthros stato celebrato gi la sera prima, e la matina
del Gioved vengono celebrati il vespro, la liturgia di San Basilio251 e la lavanda dei piedi
-questa soltanto nelle cattedrali e nei monasteri; ogni tre o quattro anni, i patriarchi ed i
metropolliti, questo giorno durante la liturgia di san Basilio, dopo l'epiclesi sui Santi Doni,
compiono il rito della santificazione del santo Miron (Crisma), che di solito stato preparato
precedentemente durante la settimana dell'adorazione della Croce con diverse mescolanze di
olio e profumi.
Vorrei soffermarmi sul tropario che apre l'ufficio dell'orthros:
Mentre i gloriosi discepoli erano illuminati nella lavanda della Cena, allora Giuda si
ottenebrava, l'empio, malato di cupidigia. E consegna te, il Giudice giusto, in mano
ai giudici iniqui. Vedi l'amico del danaro, per questo finisce impicato! Fuggi l'anima
insaziabile, che tanto ha osato contro il Maestro. O Signore buono con tutti, gloria a
te252.
I due termini "illuminati" e "lavanda", -il termine greco usato qui, v, indica il
catino per lavare i piedi, ma qui ha anche il senso di vasca battesimale-, sono da collocare in un
contesto chiaramente battesimale; la lavanda dunque vista quasi come il battesimo dei
discepoli che precede la cena eucaristica. I discepoli sono illuminati, mentre Giuda entra nella
notte -non luce. I testi della lavanda dei piedi mettono anche in rissalto l'abbassamento di Dio
-l'umiliazione- e il valore quasi sacramentale del rito come santificazione delle anime:
O Cristo Dio, che cinto di un lino hai lavato i piedi ai tuoi discepoli, lava i pensieri
delle nostre anime e cingici di una cintura spirituale, per compiere i tuoi precetti e
lodare la tua bont... Il Cristo, infatti, il Salvatore nostro, che guarda la terra e la fa'
tremare, si piega, tocca dei piedi di fango per donarci di calpestare con sicurezza
ogni potenza avversa... Pietro temeva di farsi lavare i piedi da quelle mani
immacolate, che plasmarono Adamo. Ma ud: se non ti lavo non avrai parte con me.
Allora, preso da un grande timore, gridava a te: O Signore non solo i piedi... Meglio
per te, o Giuda, se non fossi mai stato concepito nelle viscere di tua madre! Meglio
249

Alcuni testi dell'ufficiatura dell'orthros del Mercoled Santo sono della monaca Cassia -oppure
Cassian- (IX sec.), l'unica donna tra gli innografi bizantini; cf., M. GALLO, Liturgia Orientale della Settimana
Santa, op. cit., pp. 188-189.

250

Mercoled Santo, lodi. Testo 71.

251

A causa della celebrazione del vespro e della liturgia di San Basilio senza soluzione di continuit,
vengono anche lette delle letture dell'AT: Es 19,10-19; Gb 38,1-21; 42,1-5; Is 50,4-11; e poi 1Cor 11,23-32 e la
lettura composita dei Vangeli.

252

Gioved Santo, tropario dell'orthros. Testo 72.


68

per te non essere nato, o traditore, che ti sei alienato dal Figlio di Dio! Per causa tua
si spezzata la schiera compatta dei discepoli di Cristo e un ladro crocifisso ha colto
il frutto della Vite vera253.
Santo e Grande Venerd: Ufficio della santa e immacolata passione del Signore
nostro Ges Cristo (ufficio dei dodici Vangeli):
1. Gv 13,31-18,1.
7. Mt 27,33-54.
2. Gv 18,1-28.
8. Lc 23,32-49.
3. Mt 26,57-75.
9. Gv 19,25-37.
4. Gv 18,28-19,16. 10. Mc 15,43-47.
5. Mt 27,3-32.
11. Gv 19,38-42.
6. Mc 15,16-32.
12. Mt 27,62-65.
Per quanto riguarda al Venerd Santo ci soffermiano un po in quest'ufficiatura,
celebrata di solito la sera del Gioved; nella mattinata di Venerd viene celebrato l'ufficio delle
grandi ore: prima, terza, sesta, nona e vespro. Al centro dell'ufficiatura del Venerd Santo c' la
contemplazione della passione gloriosa di nostro Signore Ges Cristo assieme alla confessione
sulla croce del ladro riconoscente. In qualche modo la liturgia bizantina vede nella confessione
del ladro tutta la Chiesa, tutta l'umanit redenta da Cristo 254; il ladro viene chiamato anche
dalla liturgia "compagno di via" del Signore:
O Signore, tu hai preso come compagno di via il ladro con le mani macchiate di
sangue, mettici in numero con lui o Buono e Amico degli uomini! Emise un debole
grido il ladro sulla croce, ma raggiunse una grande fede, in un attimo fu salvo, per
primo entr nel paradiso e ne apr le porte. Gloria a te, o Signore, che hai accolto la
sua conversione255.
I dodici racconti evangelici della passione vengono fatti lentamente, tra tanti tropari e
antifone; dopo il quinto vangelo, Mt 27,3-32, esce dal santuario la processione con la croce,
mentre il sacerdote canta per tre volte, ripetuto dal coro e dal popolo il tropario:
Oggi appeso al legno Colui che ha appeso la terra alle acque! Il Re degli angeli
cinto di una corona di spine! avvolto di una porpora mendace Colui che avvolge il
cielo di nubi! Riceve uno schiaffo lui che nel Giordano ha liberato Adamo! Lo Sposo
della Chiesa inchiodato con chiodi! Il Figlio della Vergine trafitto da una lancia!
Adoriamo la tua passione, o Cristo! Mostacci anche la tua risurrezione... Noi non
celebriamo la festa come i giudei, perch il Cristo Dio, la nostra Pasqua, stato
immolato per noi; ma purifichiamoci da ogni macchia e con cuore sincero
invochiamolo: Risorgi, o Signore, e salvaci, o Amico degli uomini256.
Notiamo il parallelismo tra l'umiliazione di Cristo nella croce e quella precedente nel
Giordano; notiamo ancora il legame fortissimo tra Croce e risurrezione; la Chiesa commincia
gi il suo desiderio di risurrezione, che manifester in modo chiaro il mattino del Sabato Santo
nella liturgia di San Basilio.
253

Gioved Santo, lavanda dei piedi. Testo 72.

254

La suplica del ladro: ricordati di me quando sarai nel tuo Regno, viene diverse volte ripetuta sia nella
liturgia della Settimana Santa sia in ogni liturgia eucaristica durante il grande ingresso e in altri momenti.

255

Venerd Santo, antifona. Testo 73.

256

Venerd Santo, ufficio dei dodici evangeli, antifona. Testo 68.


69

Santo e Grande Sabato: Per quanto riguarda il Sabato Santo, vorrei rifferirmi in
modo speciale all'ufficiatura dell'orthros, celebrata la sera del venerd e che uno degli uffici
allora pi popolari e pi profondi di tutto l'anno liturgico bizantino, e poi anche dire qualcosa
dell'ufficiatura del vespro e della liturgia di San Basilio celebrati nella mattinata del sabato.
L'orthros di questo giorno comprende due parti centrali: il canto degli Enkomia e la
processione dell'Epitafion. I tropari di introduzione alla celebrazione inquadrano la teologia di
questo giorno: il corpo di Ges vien messo nella tomba, corpo che non sar toccato dalla
corruzione -vittoria sulla morte-, vittoria di Ges sull'Ade e risurrezione dei morti:
Il nobile Giuseppe, calato dal legno il tuo corpo immacolato, lo avvolse in una
sindone pura con aromi, e gli prest le ultime cure; e lo depose in un sepolcro nuovo.
Quando discendesti nella morte, o Vita immortale, allora l'Ade fu ucciso dal fulgore
della tua divinit. E, mentre facevi risorgere i morti dagli abissi sotterranei, tutte le
potenze dei cieli cantavano: O Cristo, che doni la vita, o Dio nostro, gloria a te!
Alle donne morofore, stando presso la tomba, l'angelo gridava: la mirra conviene ai
mortale; ma il Cristo si rivelato nemico della corruzione257.
Gli Enkomia l'elogio funebre di Ges formato da 176 strofe divise in tre stanze o
gruppi; composto tra il XII e il XIV sec., non se ne conosce l'autore, bench i temi di fondo
rissalgono ai testi pasquali di San Gregorio di Nazianzo e di Romano il Melode. L'Epitafion
il velo ricamato in cui viene rappresentato il corpo di Ges nella tomba. Durante il canto del
vespro del Sabato Santo l'Epitafion viene solennemente portato -al canto del tropario Il nobile
Giuseppe (cf., testo 74)- dall'altare in un arca che figura il santo sepolcro e che viene adornata
abondantemente con fiori e profumi; alla fine dell'orthros l'Epitafion, dopo la processione,
verr di nuovo portato sull'altare dove rimarr fino alla vigilia dell'Ascensione.
Il canto degli Enkomia viene fatto di fronte all'Epitafion; le strofe vengono cantane
alternate a due cori e delle volte intrecciate coi versetti -tutti- del salmo 118; il poema sgrana
lentamente, sotto la voce di diversi personaggi, tutti i misteri che sono avvenuti, specialmente
la sepoltura di Ges e la sua discesa nell'Ade; ci troviamo in un costante via va di dolcezza e di
amarezza, di lacrime e di attesa gioiosa della risurrezione258. E` da notare in questa
celebrazione la presenza del popolo come vero celebrante attorno all'Epitafion, incarnando
veramente i diversi personaggi del poema, assumendo il dolore, il pianto, la gioia... Quel
sepolcro diventa il centro della Chiesa, il centro dell'universo: Tutte le generazioni, o Cristo
mio, offrono un canto alla tua sepoltura259. Nella seconda parte della celebrazione viene fatta
la processione con l'Epitafion, cantando di solito la terza stanza degli Enkomia; la
processione, molto vissuta dal popolo, esce dalla chiesa, vi rientra e alla fine l'Epitafion viene
deposto sull'altare.
Alcuni testi di questo giorno si compiaccono a sottolinearne il legame con la creazione:
Oggi tu santifichi il settimo giorno, che un tempo benedicesti con il riposo delle
opere; tu crei, infatti, e rinnovi tutto l'universo, o mio Salvatore, sabatizzando nel
257

Sabato Santo, orthros. Testo 74.

258

Per il testo italiano degli Enkomia, cf., M. GALLO, Liturgia Orientale della Settimana Santa, op. cit.,
pp. 112-151.

259

Enkomia, terza stanza.


70

sepolcro e richiamando alla vita... Venite, vediamo la Vita nostra giacente in una
tomba, per vivificare i morti che sono nelle tombe. Venite oggi a contemplare il
rampollo di Giuda che dorme; a lui con il profeta gridiamo: Giaci e dormi come un
leone; chi ti risveglier, o Re? Risorgi per tuo potere, tu che volontariamente hai
dato te stesso per noi. Signore, gloria a te... Il grande Mos prefigurava misticamente
il giorno di oggi, dicendo: E Dio benedisse il settimo giorno. E` questo infatti il
sabato benedetto, questo il giorno di riposo, nel quale il Figlio Unigenito di Dio si
riposato da tutte le sue opere, celebrando il sabato nella sua carne per l'economia
della morte; e, ritornato di nuovo quello che era per la risurrezione, ci ha donato la
vita eterna; perch il solo buono e Amico degli uomini260.
I vespri del Sabato Santo vengono celebrati assieme alla liturgia di San Basilio nella
mattinata dello stesso sabato. I testi del vespro personificano l'Ade che geme di dolore per la
discesa nel suo interno del Cristo che ne strappa i morti dai secoli261. Come collegamento tra il
vespro e la liturgia vengono fatte 15 letture dell'AT:
Gen 1,1-13; Is 60,1-16; Es 12,1-11; Gn 1-4; Gs 5,10-16; Es 13,20-15,19; So 3,8-15; 1Cr
17,8-24; Is 61,1-10; Gen 22,1-18; Is 61,10-62,5; 2Cr 4,8-27; Is 63,11-64,5; Ger 11,18; 12,
4.9-10.14-15; Dn 3,1-56. Per il NT vengono letti Rm 6,3-11 e Mt 28,1-20. Il tropario che si
canta invece del Trisagio, quello del battesimo, ci collega in un contesto chiaramente
battesimale: Quanti siete stati battezzati nel Cristo, del Cristo vi siete rivestiti, alleluia 262.
Dopo la lettura di Rm, invece dell'alleluia, si canta il versetto 8 del salmo 81: Rissuscita, o
Dio, giudica la terra, perch tu avrai l'eredit in tutte le genti 263. Il canto di questo salmo
-viene cantato per intero, intercalando il versetto 8-, invoca la risurrezione del Signore che
porter il giudizio su tutta la terra; mentre si canta il salmo, il celebrante col diacono spargono
foglie di loro per tutta la chiesa, diventata essa tomba gioiosa di Cristo.
Per concludere il Sabato Santo, accenno al testo che viene cantato invece del
Cherubikon durante il grande ingresso:
Faccia silenzio ogni umana carne, stia con timore e tremore, non abbia in se alcun
pensiero terrestre. Il Re dei re e Signore dei signori si avanza per essere immolato e
dato in cibo ai credenti. Lo precedono i cori degli angeli, con tutti i principati e le
potenze, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali, si velano il volto e
cantano l'inno: alleluia, alleluia, alleluia264.
B. Pentecostarion. Periodo di cinquanta giorni, con nove domeniche:
Domenica di Pasqua: Gv 1,1-17. Per quanto riguarda la celebrazione della Pasqua,
faccio soltanto un cenno allo svolgimento del rito nella notte del Sabato Santo alla Domenica.
E` questo anche un rio molto popolare sopratutto nella prima parte. Il popolo si raduna nella
chiesa, di solito buia, e si canta l'ufficiatura di mezzanotte, cio la prima parte dell'orthros. Poi
si celebra il rito della luce: il sacerdote esce dall'iconostasi con un cero acceso e canta il
260

Sabato Santo, orthros. Testo 74.

261

Cf., l'icona della discesa agli inferi. Parecchi testi del vespro iniziano colla frase: Oggi l'Ade,
gemendo, grida:...

262

Sabato Santo e Battesimo del Signore (6 gennaio), tropario. Testo 74.

263

Lturgia di San Basilio, Sabato Santo. Testo 74.

264

Sabato Santo, liturgia di San Basilio. Testo 74.


71

verseto: Venite, prendete la luce alla luce che non tramonta, e glorificate il Cristo risorto dai
morti; tutto il popolo accende le candele a questa luce e si esce in processione fuori della
chiesa; quindi viene cantato il vangelo di Mc 18,1-8; alla fine, al suono di campane si canta il
tropario di Pasqua e si rientra nella chiesa che nel fratempo stata tutta illuminata e profumata
con incenso. Prosegue poi l'orthros e la liturgia di San Giovani Crisostomo, in cui viene letto
come brano evangelico il prologo di Gv; alla fine della liturgia viene letta una bellissima
catechesi pseudo crisostomica sulla Pasqua. Nella mattinata del giorno di Pasqua, vengono
cantati i vespri col canto del vangelo di Gv 20,19-25 in diverse lingue.
Domenica di San Tomaso: Gv 20,19-31.
Domenica delle Mirrofore: Mc 15,43-16,8.
Domenica del Paralitico: Gv 5,1-15.
Domenica della Samaritana: Gv 4,5-42.
Domenica del Cieco-nato: Gv 9,1-38.
Gioved dell'Ascensione: Lc 24,36-53.
Domenica dei 318 Padri del Concilio di Nicea: Gv 17,1-13.
Domenica di Pentecoste: Gv 7,37-8,12. Al vespro si fa l'ufficio delle genuflessioni.
Domenica di tutti i santi: Mt 10,32-33.37-38; 19,27-30.
C. Octoechos. Contiene i propri dei giorni durante l'anno.

72

V. RITO ARMENO
V.1. Schema generale del ciclo liturgico armeno.265
L'anno liturgico armeno diviso in 8 periodi:
1. Epifania (Haidnutin) (durata variabile): dall'Epifania (6 gennaio) alla Quaresima.
2. Quaresima (Karasnortk): 3 settimane di preparazione e 6 di Quaresima, oltre alla
Settimana Santa. Vorrei accennare qualcosa sulla Settimana Santa nel rito armeno 266. Ci
soffermiamo alla liturgia del Triduo Pasquale; dobbiamo notare ben presente nella base dei riti
l'influsso gerosolimitano, a cui si aggiungono quelli bizantino, siriaco e latino. A. Renoux fa
notare come la scelta di salmi e letture del rito armeno rispecchia molto da vicino la liturgia
gerosolimitana del IV-V sec, e vuol sopratutto mostrare, realizzate nel Cristo, le profezie sulla
passione e la risurrezione di Cristo267.
Gioved Santo. Durante la giornata del gioved viene celebrato in rito di assoluzione
dei penitenti, la liturgia eucaristica della cena del Signore e la lavanda dei piedi. Propriamente
il triduo comincia con la lunga vigilia notturna da gioved a venerd: si tratta di sei gruppi di
salmi e brani evangelici e testi poetici, presi dell'opera di uno dei classici armeni, Nerses
Shnorhali (+1173)268; si tratta di un insieme di due offici gerosolimitani: salmi e preghiere da
una parte, brani evangelici che venivano letti a Gerusalemme nei luoghi santi dall'altra; si tratta
di una lunga meditazione, attraverso salmi, brani evangelici e testi di Nerses, degli ultimi
momenti della vita del Signore269:
1.

Salmi 2;3;4.
Inno di Nerses:
Oggi lo splendore della luce ineffabile,
per adempiere la nostra salvezza,
si umiliato nella camera alta,
portando a adempimento le feste che erano state prefigurate.
Prima della mistica cena,
si cinse con un panno, lui che vestito di luce,
e con l'accqua, come uno schiavo,
lav i piedi ai discepoli.
... A colui scelto come capo del piccolo gregge,
minacci di non far conoscere il mistero.
Per questo Pietro ritorn a se e si sottomette,
e li supplic di purificare i suoi piedi e il suo capo.
Per questo capo, disse Ges, non ce n' bisogno

265

Per quanto riguarda il rito armeno, ci tratteniamo soltanto nello schema generale vedendone alcuni
punti particolari, per il fatto che ci sono ancora pochi studi sul ciclo liturgico di questa Chiesa orientale.

266

Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit.

267

Ibid., pp. 175-176.

268

Gli inni del Triduo Pasquale sono opere attribuite a Sahak il Grande (+438) con dei rimaneggiamenti
e aggiunte di Nerses. Sono dei testi molto belli, molto semplici, delle volte semplici glosse del testo biblico.

269

Ibid., pp. 169-170.


73

del lavacro dell'acqua, poich stato gi lavato;


i vostri piedi hanno bisogno di purificazione,
affinch siate uniti al capo nella santit.
Vangelo, Gv 13,16-14,1.
Preghiera con genuflessione270.
2.

Salmi 40;41;42.
Inno di Nerses.
Vangelo, Lc 22,1-65.
Preghiera con genuflessione.

3.

Salmi 58; 59; 60.


Inno di Nerses:
Al di l del torrente Cedrone,
lui part, uscendo dalla camera alta dei misteri.
Ed entr nel giardino, figura del giardino
dove fecce entrare Adamo, nel paradiso terrestre.
Signore, tu ci farai entrare anche in questo giardino
di cui tu cacciasti prima il primo uomo,
per farci ereditare la patria,
e farci degni del cielo.
Tu pensasti con tristezza alle sofferenze,
quando tu ti allontanasti con i tre.
Per salvare il mondo lo spirito pronto,
ma la natura del corpo debole.
Non che ci fosse uno forte e potente
ed uno debole e minacciato,
ma uno e lo stesso essere
che accett volentieri le sofferenze.
Vangelo, Mc 14,27-72.
Preghiera con genuflessione.

4.

Salmi 78;79;80.
Inno di Nerses.
Vangelo, Mt 26,31-56.
Preghiera con genuflessione.

5.

Salmi 108; 109; 110.


Inno di Nerses.
Vangelo, Mt 26, 57-75.
Preghiera con genuflessione.

6.

Salmo 117.
Inno di Nerses:
Le mani furono tese invece delle mani,
i piedi al posto dei piedi che camminarono271.
Il legno fu messo nel posto del legno dell'amaro frutto,

270

Dopo ogni gruppo, vengono spenti due ceri del candelabro, come veniva fatto anche nel rito romano.
74

la vita nel posto della morte.


Tra due fuori legge
stava, nudo, il Legislatore,
lui che non riconobbe un popolo cieco
eccetto uno dei briganti.
Nell'ora terza il serpente seduce
lo spirito di Eva, la prima madre;
nell'ora sesta il primo uomo cadde,
per la parola di persuasione di colei.
Nella stessa ora il Signore fu crocifisso
per espiare il loro peccato,
e nell'ora in cui il progenitore Adamo fu espulso,
lui fecce entrare il ladro nel paradiso272.
Vangelo, Gv 18, 2,27.
Preghiera con genuflessione.
Salmo 118,161-170.
Notiamo come i salmi iniziali di ogni gruppo sono stati scelti per fare entrare i fedeli
nei sentimenti del Signore nella notte in cui fu tradito: 2,40,58,108.
Venerd Santo. Un ufficio mattutino si celebra il Venerd Santo, in cui vengono cantati
degli inni, viene cantato tutto il salmo 118 e letto Gv 18,28-19,16. Gli inni che vengono cantati
sottolineano l'umiliazione divina nella passione:
Tu sei disceso dal cielo, Figlio eterno; tu hai accettato le sofferenze della condizione
terrestre degli uomini. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.
Tu che per la tua parola hai creato la terra, sulla terra le creature ti hanno visto
portato in tribunale. Noi ti benediciamo, tu che sei prima dei secoli.
Tu che fai tremare gli angeli del cielo alla tua presenza, oggi sei venuto
volontariamente alla croce, e sei stato trafitto dalla lancia. Noi ti benediciamo, tu
che sei prima dei secoli.273
Luce, madre della Luce e dimora del Verbo di vita, tutte le razze e le generazioni ti
dicono beata.
Madre di colui che ha creato e redento l'antico genere umano, tutte le razze e le
generazioni ti dicono beata.
Di te si innalzata la Luce per noi che sediamo nelle tenebre. Tutte le razze e le
generazioni ti dicono beata274.
Dopo l'ufficio mattutino, viene celebrato l'ufficio della crocifissione, formato da otto
parti con salmi e letture; una meditazione delle profezie veterotestamentarie che si sono
verificate nella passione di Ges275:
271

Riferimento alle mani e ai piedi di Eva e di Ges.

272

Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 198-207. Testo 75.

273

Inno Harc' per il Venerd Santo. Testo 76.

274

Inno Mecac'usc'e per il Venerd Santo. Testo 76.

275

Cf., A. RENOUX, Le Triddum Pascal, op. cit., pp. 171-172.


75

1.

Salmo 34.
Za 11,11-14.
Ga 6,14-18.
Preghiera.

2.

Salmo 37.
Is 3,9-15.
Fil 2,5-11.
Preghiera.

3.

Salmo 40.
Is 50,4-9.
Rm 5,6-11.
Preghiera.

4.

Salmo 21.
Am 8,9-12.
1Cor 1,18-31.
Preghiera.

5.

Salmo 30
Is 52,13-53,12.
Eb 2,11-18.
Inno di Nerses.
Mt 27,1-56.
Preghiera.

6.

Salmo 68.
Is 63,1-6.
Eb 9,11-28
Inno di Nerses:
Loro ti hanno dato da bere fiele,
e nella tua sete, aceto;
tu bevi volontariamente affinch diventi dolce
il gusto del frutto amaro.
L'amarezza del frutto velenoso
che essi misero nelle facolt dell'anima,
allontanala insieme con Satana,
e che il tuo amore diventi dolce nella mia anima.
Mc 15, 1-41.
Preghiera.

7.

Salmo 101.
Ger 11,18-12,8.
Eb 10,19-31.
Inno di Nerses.
Lc 22,66-23,49.
Preghiera.
76

8.

Salmo 142.
Za 14,6-11.
1Tm 6,13-16.
Inno di Nerses:
Con delle fonti purissime,
dopo la morte che i diede l'immortalit,
un doppio ruscello sgorg da te
per rigenerare colei che nacque dalla tua costola276.
Apri la mia bocca affinch io beva
il tuo Sangue che d la vita;
purificami di nuovo nella piscina,
se non in quella della grazia, almeno in quella delle lacrime277.
Gv 19,17-37.
Preghiera.

La divisione di quest'ufficiatura in otto parti, con dei salmi e delle letture -due oppure
tre- permette di rivivere la passione del Signore e di far vedere ai fedeli come le profezie
dell'AT si sono avverate in Cristo, tipologia gi proposta da Cirillo di Gerusalemme nelle sue
catechesi.
Nel pomeriggio di Venerd Santo si celebra, possibilmente sotto l'influsso del rito
bizantino, l'ufficio della sepoltura del Signore.
Sabato Santo. L'ufficiatura del venerd al sabato riprende la struttura abituale278.
L'ufficio delle luci, le letture -12- e l'eucaristia sono stati portati nel pomeriggio del Sabato
Santo. Facciamo accenno soltanto ad un campione del canone del Sabato Santo, testo marcato
chiaramente dai contrasti teologici nelle diverse strofe:
Oggi, il dispensatore di tutte le cose, viene chiesto come regalo a Pilato, e colui che
si riveste di luce come un manto, si lascia avvolgere da Giuseppe.
Oggi, Cristo, salvezza delle creature, messo nella roccia scavata di nuovo; lui che
gli eserciti celesti lodano cantando, viene custodito dai soldati.
Oggi Cristo, che vive per sempre, morto viene chiesto a Pilato, e si lascia avvolgere
da Giuseppe con una veste che copre la nudit di Adamo.
Oggi nel suo corpo, nato da una Vergine, Cristo viene messo in una tomba vergine;
lui che scioglie i legami dell'inferno, viene sigillato dai sacerdoti279.
3. Pasqua (Zadig) (7 settimane): dalla domenica di Pasqua al sabato prima di
Pentecoste.
Domenica di Pasqua. Una vigilia viene celebrata la notte del sabato alla domenica,
senza il lucernario, che stato fatto gi nel pomeriggio precedente, vigilia che una
meditazione dei vangeli della risurrezione280; notiamo come, prima della proclamazione dei
vangeli ai quattro punti cardinale, c' una doppia proclamazione della risurrezione secondo Gv
e secondo Mc.
276

Parallelismo Adamo-Cristo, Eva-Chiesa.

277

Inni del Venerd Santo. Testo 77.

278

Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 173-174.

279

Inno Orhnut'iwn di Sabato Santo. Testo 78.

280

Cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 173-175.


77

Vigilia:

Inno:
Oggi il celeste ed immortale Sposo risorto dai morti; che questa buona novella ti
rallegri; la sposa, la Chiesa, esce dalla terra. Sion, benedici il tuo Dio con canti di
gioia.
Oggi, la luce ineffabile, luce da luce, illumina i tuoi figli; Gerusalemme risplende:
ecco Cristo, tua luce, risorto dai morti. Sion, benedici il tuo Dio con canti di
gioia281.
Gv 20,1-18
Processione.
Salmo 64.
Atti 1,1-8.
Alleluia, salmo 116.
Mc 16,2-8.
Lettura dei vangeli ai quattro punti cardinali:
Ad est: Inno.
Gv 19,38-42.
Ad ovest:
Inno.
Lc 23,50-56.
A sud: Inno.
Mc 15,42-16,1.
A nord:
Inno.
Mt 27,57-66.
Nel santuario:
Inno.
Salmo 4.
Gv 19,16-22.
Messa del giorno di Pasqua: Mc 16,2-8.
Vespro de giorno di Pasqua:
Salmo 64.
Atti 1,1-8.
Alleluia.
Lc 24,13-36.
Processione:
Inno.
Gv 20,1-18.
Inno.
Salmo 129.
Gv 5,24-30.
Inno.
Salmo 4.
Gv 19,31-37.
Salmo 147.
Gv 20,19-25.

281

Canone di Pasqua; cf., A. RENOUX, Le Triduum Pascal, op. cit., pp. 215-216. Testo 79.
78

4. Spirito Santo (Hoke-kalust) (7 domeniche): dalla domenica di Pentecoste alla


Trasfigurazione. La maggioranza di liturgie orientali hanno nel giorno della Pentecoste il
cosiddetto ufficio delle genuflessioni, rito fatto da lunghe preghiere accompagnate da
genuflessioni; quest'ufficio si fa o alla fine della celebrazione eucaristica oppure alla fine del
vespro. Questo sarebbe un rito penitenziale che annunzierebbe la ripresa delle genuflessioni /
metanoie, omesse durante il tempo di Pasqua.
L'origine di questo rito sarebbe di tradizione gerosolimitana, come d'altronde l'insieme
della liturgia armena ha uno sfondo hagiopolita molto chiaro 282. Ci sono tre tipi di lezionari
armeni che parlano diversamente della genuflessione del giorno della Pentecoste. Un primo
tipo, il pi anziano, un lezionario gerosolimitano della fine del V sec., conservato in armeno,
che accenna ad una genuflessione fatta alla fine della lettura del vangelo (Gv 16, 5-15); un
secondo tipo di lezionario, del XI-XII sec., parla anche della genuflessione dopo il vangelo,
senza accennare per niente alle preghiere che oggi accompagnano questo rito; un terzo tipo di
lezionario, del XIII-XIV sec., offre una struttura della preghiera pomeridiana del giorno di
Pentecoste e indica la triplice genuflessione col le preghiere che l'accompagnano.
Le tre preghiere che accompagnano le tre genuflessioni sono delle parafrasi dei testi
giovannei dei cc 14-16; s'indirizzano ad ognuna delle tre Persone Divine; non sono testi che
abbiano un senso penitenziale molto evidente. Le genuflessioni accompagnanti queste
preghiere, oppure ne fanno un rito penitenziale, oppure semplicemente indicano che il giorno
dopo si riprendono i riti penitenziali normali? Piuttosto siamo di fronte pi che a un rito
penitenziale a un rito di adorazione; infatti il testo accenna al flettere le ginocchia come
adorazione alla Trinit; oppure siamo di fronte ancora ad un gesto di adorazione per la venuta
dello Spirito Santo.
C' senz'altro un legame di questo rito e delle tre preghiere con quello bizantino. La
prima preghiera, indirizzata al Padre, possiede lo stesso contenuto e struttura di quella
bizantina; enumera una serie di titoli della prima Persona della Santa Trinit e passa
all'economia del Figlio e al dono dello Spirito. La seconda preghiera, indirizzata al Figlio, non
ha parallelo con quella bizantina, e chiede i dono dello Spirito; la terza preghiera, indirizzata
allo Spirito Santo, non ha parallelo nella liturgia bizantina poich questa non ha una preghiera
indirizzata allo Spirito, ed esplicita la missione dello Spirito.
Prima preghiera283:
Dio Onnipotente e senza macchia, Padre eterno, invisibile, infinito, ineffabile,
indescrivibile, immutabile, impenetrabile, inaccessibile. Tu che per la tua Parola hai
fatto i cieli e la terra, il mare e le creature che ci sono, e per il tuo Spirito tutti gli
esseri ricevono la vita. E, per il tuo amore infinito per il genere umano, tu hai
mandato il tuo Figlio Unigenito per salvarci dalla maledizione di Adamo... Lui ci
insegn a chinare la testa e a flettere le ginocchia davanti alla Santa Trinit e a
implorare il perdono dei peccati... Tu, Signore, hai dato al genere umano la grazia
della tua infinita misericordia, tu hai mandato il tuo Spirito Santo, consostanziale a
te e uguale in gloria al tuo Figlio, in questa grande domenica, alla fine dei cinquanta
giorni della risurrezione del Salvatore... Ascoltaci, dunque, in questo solenne giorno
della Pentecoste... guarda dai cieli verso il tuo popolo che davanti a te e che si
affida alla tua grande misericordia... Aprici la porta della misericordia e purificaci

282

Cf., A. RENOUX, L'Office de la Gnuflexion, op. cit., p. 149.

283

Diamo qui soltanto alcune righe di ognuna delle tre preghiere; il testo intero si trova in A. RENOUX,
L'Office de la Gnuflexion, op. cit., pp. 156-163. Testo 90.
79

dai peccati. Vedi l'umiliazione dei tuoi servi e perdonaci le mancanze volontarie ed
involontarie...284.
Seconda preghiera:
Ges Cristo, Signore nostro, tu che hai dato la tua pace ai tuoi santi apostoli
soffiando su di essi, in questo giorno tu hai fatto loro il dono dello Spirito Santo,
mandato dal Padre, che abit in essi e consol loro dalla loro tristezza... Anche noi,
come loro, illuminati dallo stesso Spirito, flettiamo le ginocchia con fede davanti alla
Santa Trinit e, radunati, ti supplichiamo. Poni il tuo sguardo su di me, indegno, che
presento, davanti al tuo altare, le preghiere del tuo popolo... Crea di nuovo in noi un
cuore santo, uno spirito giusto e un pensiero puro. Tu che sei il porto di coloro che
navigano, per il tuo Santo Spirito dirige la nostra vita nei sentieri diritti...
Confidando nella tua promessa, io peccatore, ti prego a te, che sei dispensatore dei
benefici e delle misericordie, tu che concedi di pi di quanto chiediamo: accogli le
mie preghiere e le mie suppliche...285.
Terza preghiera:
Tu che sei Signore, Onnipotente e vero Dio, fonte di vita e di luce, che procedi
misteriosamente dal Padre e dal Figlio 286, Spirito Santo che operi le cose
meravigliose promesse da nostro Signore Ges Cristo agli apostoli... Dio, tu che vieni
da Dio Padre e ti sei abbassato verso di noi, sei venuto volentieri nella camera alta,
te che i cieli non possono contenere, tu hai riempito di gioia ineffabile e di grazia
coloro che ti eri scelto... Per mezzo del santo battesimo tu hai fatto nascere le nazioni
alla vita di figli del Padre dei cieli e sono diventati adoratori della Santa Trinit...
Prosternati sempre davanti a te, noi ti preghiamo, Spirito Santo, amico degli uomini:
custodisci le nostre anime affinch possano traversare senza pericolo la vita in questa
carne... E noi, il tuo gregge spirituale e tuoi fedeli, loderemo sempre la Santa Trinit,
adesso e nei secoli287.
5. Trasfigurazione (Vartavr) (detto anche tempo delle rose, di durata variabile): dalla
Trasfigurazione (VII domenica dopo Pentecoste, tra 28 giugno e 1 agosto) all'Assunzione.
6. Assunzione (Verapochumn) (5/6 settimane): dall'Assunzione (domenica tra il 5 e
l'11 agosto) alla festa della Santa Croce.
7. Croce (Chats-veratz) (9/10 settimane): dall'Esaltazione della Santa Croce (domenica
tra l'11 e il 17 settembre) alla VII settimana prima dell'Epifania.
8. Quinquagenario (Hissnag) (7 settimane prima dell'Epifania): dalla VII settimana
prima dell'Epifania (15/21 novembre) al 5 gennaio288. Il Natale ed il battesimo del Signore nel
Giordano vengono celebrati in data 6 gennaio.
284

A. RENOUX., L'Office de la Genuflexion, op. cit., pp. 157-159.

285

Ibid., pp. 159-160.

286

Dietro l'affermazione della processione dello Spirito anche dal Figlio nella tradizione armena, c' un
problema di trasmissione del testo nei manoscritti.

287

A. RENOUX, L'Office de la Gnuflexion, op. cit., pp. 161-163.

288

Cf., ARRANZ, Liturgia patristica orientale, p. 649.


80

V.2. Il culto alla Madre di Dio e ai santi nel ciclo liturgico armeno.289
La complessit del ciclo liturgico armeno si rispecchia anche nelle celebrazioni fisse del
calendario: la domenica sempre riservata alle feste del Signore e della Madre di Dio; i
mercoled e i venerd sono giorni di digiuno e cancellano ogni festa. Eccetto l'Epifania e alcune
feste della Madre di Dio, le altre feste di solito sono mobili, vengono trasferite alla domenica
pi vicina alla data fissata nel calendario, e sono precedute da una settimana di digiuno e da
parecchi giorni di dopo festa. Per i santi si riservano i luned, marted, gioved e sabato liberi.
La liturgia armena, come d'altronde tutta la Chiesa Armena, nutre una venerazione
molto profonda per la Madre di Dio. Per motivi politici -lotte con i bizantini e i persiani- gli
armeni non parteciparono al Concilio di Efeso, ma ne accolsero le decisioni in un sinodo
tenutosi in Armenia, ad Artizhat, nel 432 sotto la presidenza del cattolicos Sahag. Non ci sono
nella letteratura armena dei trattati mariani, ma la celebrazione della Madre di Dio parte
sempre dalla liturgia, dai suoi testi; costoro sottolineano soprattutto la divina maternit, la
verginit e il ruolo di Maria come intercessore presso il Cristo. Nel calendario troviamo le
seguenti feste mariane:
1. Nativit della Madre di Dio (8-IX).
2. Ingresso della Madre di Dio nel tempio (21 XI).
3. Concezione di Sant'Anna (9-XII).
4. Maria nel Natale-Epifania (6-I).
5. Festa dell'Incontro (2-II).
6. Annunciazione (25-III).
7. Dormizione della Madre di Dio (15-VIII)290.
Presentiamo alcuni testi come campioni dei testi liturgici mariani nel ciclo della liturgia
armena:
Rallgrati, o Santa, all'annuncio di Gabriele, che preannunzi l'avvento dai cieli del
Re Signore. Ave Maria, lo Spirito Santo verr su di te e ti adombrer la Virt dell'Al tissimo... ESulta di giubilo, o Vergine santissima, che hai dato al mondo il Sole di
giustizia che illumin le famiglie del genere umano. Esulta di giubilo o porta
sigillata, che generasti al mondo Cristo Re, che siede su un trono increato. Nel
mistico vello, che vide Gedeone, noi fedeli intravediamo l'ineffabile Nativit, e
adoriamo colui che, come Dio, da te, o Vergine, si incarnato291.
Il mistero inenarrabile, nascosto alle genti e ai secoli, oggi stato rivelato alla
Vergine Maria con la discesa dell'arcangelo: Lei che intercede presso il Signore per
le anime nostre. Il Verbo eterno e incorporeo, nato dal seno del Padre, oggi,
all'annuncio di Gabriele, si vest di carne dalla santa Vergine: Lei che intercede
presso il Signore per le anime nostre. Colui che tutto l'universo non pu contenere,
colui che contiene tutto il creato, oggi, per amore del genere umano, contenuto nel
grembo della Vergine immacolata: Lei che intercede presso il Signore per le anime
nostre. L'Immagine dell'invisibile gloria del Padre, l'Immutabile, si umilia a
immagine di uno schiavo nel grembo di una Vergine, santificato dallo Spirito: Lei
289

Per quanto riguarda questo apartato, seguiamo da vicino l'articolo di A. Renoux, Les premires
manifestations, op. cit; e anche G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit.

290

Cf., G. GJARIB, Testi Mariani, op. cit., pp. 543-545.

291

Mos di Corene (IX sec.), canone per la festa della Teofania. Testo 81.
81

che intercede presso il Signore per le anime nostre. L'Infinito per natura, colui che a
noi finiti dona la natura, oggi, in modo incomprensibile, viene circoscritto nel
grembo della santa Vergine292.
Oggi, Signore, dalle creature plasmate dal fango hai assunto nei cieli colei che fu
ministra dell'ineffabile mistero della tua nativit. Oggi da queste infime dimore hai
innalzato alle dimore celesti colei che, cherubino terrestre, ha portato l'importabile
tuo Verbo. Oggi hai trasportato dalle realt sensibili ai tabernacoli spirituali la
Vergine illibata, che col suo puro latte ti ha nutrito... Signore, che con l'incorporea
natura della tua divinit, rimanendo immutabile, ti sei unito alla carne nel grembo
della Vergine, oggi hai trasportato nella vita che non conosce tristezza colei che la
gioia del cielo e della terra: Figlio di Dio, per le preghiere della Madre tua, abbi
piet di noi!293.
Come difatti era impossibile alla Vergine generare un figlio senza concorso di uomo,
ma mise al mondo il Figlio di Dio, per mezzo dello Spirito Santo, cos l'acqua non
poteva far nascere gli uomini a figli di Dio; e per mezzo dello stesso Spirito Santo per
cui la Vergine fu fortificata, le viscere delle fonti battesimali, che sono una figura
della stessa santa Vergine, furono fortificate e noi siamo nati a figli di Dio. E`
evidente quindi che la Vergine fu l'inizio e l'apertura delle fonti battesimali della
nascita spirituale, per mezzo dello Spirito Santo, avendo ella messo al mondo colui
che nostro confratello per il corpo e Dio per la sua natura... 294.
Gli accenni al culto dei santi nella liturgia armena sono assai imprecise. Verso la fine del
V sec. ci sono indicazioni sul culto a San Giovanni Battista e ad alcuni santi armeni: il vescovo
Sahak (+438) e il monaco Mastoc (+439), inventore dell'alfabeto armeno. Troviamo ancora
indicazioni su culti locali, celebrati sulle tombe di alcuni martiri o monaci.
Un lezionario di Gerusalemme, tradotto in armeno alla fine del V sec., lasciando da
parte le feste del Signore e della Madre di Dio, accenna alla celebrazione, tra altre, di Antonio
(17-I), i Quaranta Martiri (9-III), Cirillo di Gerusalemme (19-III), il profeta Geremia (1-V),
Giovanni Battista (29-VIII), Andrea Apostolo (30-XI), Stefano (27-XII), Pietro e Paolo (28XII).
Nel sabato prima dell'inizio della Quaresima alcuni sinassari armeni a partire del IX
sec., indicano una festa dei Santi Padri: Atanasio e Basilio, Gregorio il Teologo, Gregorio di
Nissa e Gregorio il Taumaturgo, Giovanni Crisostomo e Cirillo di Alessandria, Proclo, Ireneo,
Epifanio, Efrem e Melezio. E` probabilmente la vicinanza alla Quaresima, cio il tempo che
introduce alla commemorazione della passione, morte e risurrezione del Signore, la raggione
di una festa dei dottori / teologi del mistero centrale della fede cristiana295.
Accenno ancora al sabato prima della sesta domenica di Quaresima in cui viene
celebrata la festa di san Gregorio l'Illuminatore, fondatore della Chiesa Armena. Morto verso
325 fu il primo vescovo di questa Chiesa, e l'appellativo di "Chiesa Gregoriana" dato alla
Chiesa Armena viene di costui.

292

Gregorio III (XII sec.), canone per la festa dell'annunciazione. Testo 81.

293

Nerses Snorhali (XII sec.), canone per la festa dell'assunzione. Testo 81.

294

Sinassario di Ter Israel (XIII sec.), festa della nativit della Madre di Dio. Testo 81.

295

Cf., A. RENOUX, Le culte des saints, op. cit., pp. 296-298.


82

VI. RITO COPTO


La liturgia copta, come le altre liturgie orientali, sempre espressione della fede della
Chiesa. La liturgia copta una liturgia in cui le frequenti ripetizioni scandiscono questa
professione di fede della Chiesa. Gli "amen", "noi crediamo", "noi confessiamo", "noi
glorifichiamo" sono ripetuti a lungo dai fedeli; durante la settimana di Pasqua la formula "a te
la gloria... Emanuele, nostro Dio e nostro Re..." viene ripetuto pi di seicento ottanta volte
dall'assemblea; la presenza dell'Emanuele, del "Dio con noi" fortemente segnata nel popolo
copto, anche dalle piccole croci tatuate nella fronte dei fedeli. Questa presenza dell'Emanuele,
Dio con noi, si trova anche nel rito che precede la comunione eucaristica: Questo veramente
il Corpo e il Sangue dell'Emanuele nostro Dio, amen. I testi liturgici copti sono conosciuti e
vissuti nell'anima del popolo copto; la liturgia copta essa stessa -come d'altronde le altre
liturgie cristiane- una catechesi che porta i fedeli ad ascoltare e a vivere quello che sentono:
Facci degni di ascoltare il Santo Vangelo e di conformarvi la nostra vita296
Il popolo copto manifesta la sua fede in modo spontaneo e anche forte/violento; le
grida, i pianti durante la Settimana Santa, le donne vestite in lutto, oppure le grida di gioia
-anche i petardi, spari di fucile, canti...- durante la notte di Pasqua. In qualche modo vivere il
mistero della morte e della risurrezione di Cristo partecipare, nella liturgia, agli stessi
sentimenti che l sono manifestati dalla Chiesa.
VI.1. Schema generale del ciclo liturgico copto.
Come quello armeno, visto in precedenza, anche il ciclo liturgico copto assai
complesso. Il computo degli anni si conta secondo "l'era dei martiri", cio cominciando il 29
agosto 284, giorno dell'inizio del governo di Diocleziano, l'imperatore persecutore per
eccellenza.
L'anno diviso in 13 mesi: 12 di 30 giorni ed 1 di 5/6 giorni; ci sono 3 stagioni lungo
l'anno, che scandiscono la vita del popolo e della stessa Chiesa:
1. Inondazione (dal 19 giugno al 19 ottobre).
2. Semina (dal 20 agosto al 18 gennaio).
3. Raccolta (dal 19 gennaio al 18 giugno).
I mesi nell'anno copto, in corrispondenza con le date del calendario gregoriano:
1. Thoout
2. Paopi
3. Athor
4. Khoiak
5. Tobi
6. Mekhir
7. Phamenoth
8. Pharmouthi
9. Pakhon
10. Paoni
11. Epep
12. Mesori
13. Pikhoui
Nel ciclo liturgico copto troviamo 14 feste del Signore:
296

Cf., G. VIAUD., La liturgie expression, op. cit., pp. 311-312.

11.IX-10.X
11.X-9.XI
10.XI-9.XII
10.XII-8.I
9.I-8.II
9.II-9.III
10.III-8.IV
9.IV-8.V
9.V-7.VI
8.VI-7.VII
8.VII-6.VIII
7.VIII-5.IX
6.IX-10.IX

Feste Maggiori:
Annunciazione (25-III).
Natale (25-XII).
Epifania (6-I).
Domenica delle Palme.
Pasqua.
Ascensione.
Pentecoste.
Feste Minori:
Circoncisione di Ges (1-I).
Miracolo di Canna (8-I).
Ingresso di Ges al Tempio (2-II).
Gioved Santo.
Domenica di Tommaso.
Fuga in Egitto (19-V).
Trasfigurazione (6-VIII).
Feste della Madre di Dio:
Nativit di Maria.
Presentazione di Maria al Tempio.
Dormizione di Maria (15-VIII).
Assunzione di Maria (22-VIII).
La liturgia copta, ed anche il ciclo liturgico, ha degli influssi sia bizantini sia, sopratutto
siriaci, venuti questi ultimi attraverso il monachesimo. C' una devozione importante alla santa
Croce lungo l'anno liturgico copto.
Tempi di digiuno. I diversi periodi di digiuno lungo l'anno incidono fortemente nella vita della
Chiesa copta:
1. Natale (43 giorni): dal 25 novembre al 5 gennaio.
2. Giona (3 giorni): nella X settimana prima di Pasqua, corrispondente al digiuno dei
Niniviti tra i siriaci.
3. Eraclio (5 giorni): nell'VIII settimana prima di Pasqua. Si tratta di un digiuno di
ringraziamento per la liberazione di Gerusalemme297.
4. Quaresima (7 settimane).
5. Apostoli (da 15 a 49 giorni): da Pentecoste al 29 giugno. Anche le altre Chiese
orientali hanno questo digiuno.
6. Assunzione (15 giorni): dal 25 luglio al 9 agosto.
7. Tutti i mercoled e i venerd, eccetto la cinquantina pasquale.
VI.2. Settimana Santa nella liturgia copta. 298
Domenica delle Palme. La domenica delle palme nella liturgia copta costituisce un
elemento a se, non collegato direttamente alla Settimana Santa. Due celebrazioni sono da
sottolineare in questa domenica: la processione delle palme e l'ufficio dei defunti. La
processione si fa con diverse letture dei quattro vangeli dell'entrata di Ges a Gerusalemme.
297

C' da collegare anche questo digiuno alla uccisione nel 629 degli ebrei superstiti a Gerusalemme, cf.,
T. FEDERICI, Teologia Liturgica Orientale, op. cit., p. 261.

298

Cf., E. LANNE, La liturgie pascale, op. cit.

Alla fine della celebrazione eucaristica, prima della comunione, c' l'ufficio del prologos per i
defunti, cio per coloro che potranno morire durante i giorni delle feste pasquali.
Luned, marted, mercoled santi. In questi tre giorni non c' celebrazione
eucaristica. Gli uffici sono celebrati fuori del santuario, al centro della navata, eccetto la messa
di gioved e di sabato. Il Marted Santo viene letto il discorso escatologico di Mt 24-25.
Gioved Santo. La chiesa prende un aspetto funebre e di lutto; l'altare viene avvolto
con panni neri. Dopo il vangelo della celebrazione eucaristica vengono lette 18 orazioni
solenni, con 48 kyrie eleison ognuna e delle prostrazioni. Si celebra anche il rito della lavanda
dei piedi; si legge 1Tim -sull'ospitalit- e Gv 13,1-17; questo rito ha la struttura quasi di una
celebrazione eucaristica: offerta dell'incenso, letture, salmi, vangelo, benedizione dell'acqua, un
prefazio, preghiere sul catino dell'acqua, lavanda dei piedi.
Venerd Santo. Le vigilie vengono sottolineate dalle lunghe letture evangeliche della
passione del Signore, precedute da letture dell'AT; durante il giorno la struttura delle ore
simile alla notte, soltanto con pi letture -10 di solito. Nel pomeriggio si celebra il rito della
venerazione della croce; l'icona della croce viene messa davanti il santuario, adorna con fiori e
profumi; vengono lette diverse letture. Poi comincia la lettura integrale del salterio che
proseguir tutta la notte; questa lettura, insieme a quella dell'Ap durante il Sabato Santo e
tutto il vangelo di Gv la notte di Pasqua, sembra essere un rimasuglio dell'abitudine monastica
della lettura di tutta la Sacra Scrittura durante la settimana santa. La lettura del salterio finisce
con la lettura del salmo 151 da parte del patriarca o del vescovo.
Sabato Santo e Vigilia di Pasqua. Tutta la giornata del Sabato Santo celebra gi la
risurrezione del Signore -viene chiamato Sabato della gioia; si legge solennemente l'Ap e la
sera c' la celebrazione eucaristica per la risurrezione del Signore. Segue, nella notte, la vigilia
pasquale.
VI.3. La Madre di Dio nel ciclo liturgico copto
La Chiesa copta e la sua liturgia sono molto legate al culto alla Madre di Dio. La
tradizione copta vuol che la Madre di Dio, nel suo soggiorno in Egitto, avesse benedetto la
terra egiziana e di qui ne sarebbe venuta fuori la grande fioritura monastica; infatti parecchi
monasteri, soprattutto dopo Efeso (431) furono dedicati alla Madre di Dio 299. La mariologia
copta la troviamo sopratutto espressa attraverso omelie e preghiere che si trovano nei libri
liturgici lungo il ciclo annuale.
Sono molte le feste mariane del ciclo liturgico copto. Accenniamo qui soltanto ad
alcune: feste di dedicazioni di chiese mariane; feste cristologico-mariane: Annunciazione,
Natale, Presentazione di Ges al Tempio, Fuga in Egitto; la commemorazione ogni 21 del
mese della Dormizione della Madre di Dio; feste mariane in comune con le altre Chiese:
Concezione di Anna (9-XII), Nativit (7-IX), Ingresso di Maria nel Tempio (29-XI),
Dormizione, Assunzione. Tutto il mese che precede il Natale ha un senso mariano molto forte;
il digiuno che precede la festa, circa 46 giorni, si chiama "Digiuno della Vergine"300.
299
300

Cf., G. GHARIB., Testi Mariani, op. cit., p. 677.

Questo digiuno da collegare con la tradizione apocrifa secondo cui la Vergine avrebbe digiunato per
pi di un mese, di fronte agli affronti di Giuseppe e dei parenti che non accettavano la sua gravidanza
verginale, cf., G. GIAMBERARDINI, Il culto mariano in Egitto, op. cit., II, 220.

Nella Chiesa copta la mariologia sempre centrata attorno alla divina maternit di
Maria; il titolo Theotokos ne la testimonianza pi fedele, sempre in rapporto alla sua
verginit e anche in rapporto con la mediazione perenne di Maria presso il suo Figlio.
A conclusione della presentazione del ciclo liturgico copto, offriamo alcuni campioni di
testi mariani; notiamo i titoli e le immagini dati a Maria nel suo ruolo di Madre di Dio, di
intercessore presso Cristo:
Ti rivolgiamo il saluto, insieme all'angelo Gabriele: Salve, o piena di grazia, il
Signore con te! Rallgrati, o Maria, bella colomba, che hai generato per noi Dio, il
Verbo. Salve a te, o Vergine, Regina pura e verace; salve a te, vanto della nostra
stirpe. Tu hai generato per noi l'Emmanuele. A te chiediamo: ricordati di noi, o
interceditrice fedele, al cospetto di nostro Signore Ges Cristo, affinch perdoni i
nostri peccati301.
Questo l'incensiere d'oro puro che contiene il profumo che st nelle mani di Aronne,
il sacerdote, destinato ad essere offerto come incenso sull'altare. L'incensiere d'oro
la Vergine; il suo profumo il nostro Salvatore. Lei lo concep e lui ci ha salvato e
perdonato i nostri peccati. Tu sei il turibolo d'oro puro che regge il carbone del fuoco
benedetto. Per l'intercessione della Madre di Dio, santa Maria, concedi a noi,
Signore, il perdono dei peccati302.
Tu sei la Madre della luce, venerata dall'Oriente all'Occidente, che ti offrono lodi, o
Madre di Dio, secondo cielo, che sei fiore splendente di immutata luce e Madre
rimasta semprevergine. IL Padre ti scelse, lo Spirito Santo ti ha coperta della sua
ombra ed il Figlio si umiliato e prese carne da te. Chiedi a lui di elargire la
salvezza al mondo da lui creato e di liberarlo dalle sventure303.
O Madre di Dio, u sei la vite vera che produsse il grappolo della vita. Ti
supplichiamo, o piena di grazia, assieme agli apostoli, per la salvezza delle nostre
anime. Stando nel tuo santo tempio, pensiamo di stare nel cielo, o Madre di Dio; tu
che sei porta del cielo, aprici la porta della misericordia304.
Tu sei la piena di grazia, o Madre di Dio Vergine. Noi inneggiamo a te, perch per la
croce di tuo Figlio l'inferno stato abbatuto e la morte annientata. Eravamo morti e
siamo stati risuscitati; siamo diventati degni della vita eterna ed abbiamo ottenuto il
paradiso di prima. Perci, grati, noi glorifichiamo Cristo immortale e nostro Dio 305.
Il profumo eletto della tua verginit sal al trono del Padre, migliore del profumo dei
cherubini e dei serafini, o Maria Vergine. Ave al nuovo cielo che il Padre cre, e ne
fecce un luogo di riposo per il suo Figlio diletto; ave al trono reale portato al di
sopra dei cherubini. Ave all'avvocato delle nostre anime: poich tu in verit sei il
301

Liturgia eucaristica copta, servizio dell'incenso, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 784. Testo

82.

302

Dell'ordinario della messa, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 784. Testo 82.

303

Orthros, theotokia, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 788. Testo 83.

304

Ora di terza, theotokia, cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 788. Testo 83.

305

Ora di sesta, theotokia; cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 788. Testo 83.

vanto della nostra stirpe. Intercedi per noi, o piena di grazia, presso il nostro
Salvatore e nostro Signore, Ges Cristo, affinch rimaniamo saldi nella retta fede, e
ci dia la grazia della remissione dei nostri peccati. Per l'intercessione della santa
Madre di Dio, o Signore, concedici la remissione dei nostri peccati306.
Non stato detto niente del ciclo liturgico etiopico. Faccio accenno soltanto ad alcuni
punti:
I mesi dell'anno sono gli stessi dai copti; la sistemazione annuale complessa e difficile
di presentare in modo sistematico. Ci sono 15 feste del Signore e 14 della Madre di Dio; le
memorie dei santi sono quelle dei personaggi dell'AT e di alcuni santi martiri. Alcuni giorni
mensili hanno feste fisse di alcuni santi: l'1 di ogni mese alla Nativit di Maria, il 4 alla Trinit,
il 12 a Michele, il 19 a Gabriele, il 23 a Giorgio, il 28 ad Abramo, il 29 alla Nascita di Ges... I
tempi fissi sono divisi in periodi di breve durata307.

306

Santa Salmodia annuale; cf., G. GHARIB, Testi Mariani, op. cit., p. 793. Testo 84.

307

Cf., ARRANZ, Liturgia patristica orientale, p. 650.

VII. STUDIO COMPARATIVO TRA I CICLI LITURGICI.


Bibliografia.
BAUMSTARK, A., Liturgie compare, Chevetogne 1953.
Nel corso sui diversi cicli liturgici orientali abbiamo cercato di presentarli a partire della
realt precisa che sono i testi liturgici adoperati dalle diverse liturgie dell'Oriente cristiano;
attraverso questi testi abbiamo cercato di trarre degli aspetti teologico-liturgici utili per poter
un giorno capire, celebrare e vivere ognuna delle diverse liturgie.
Come ultimo capitolo di questo corso vorrei presentare uno studio comparativo, a
modo di schema, dei diversi cicli liturgici orientali. Come stato detto dal grande pioniere nel
campo delle liturgie comparate, A. Baumstark, lo studio comparativo delle diverse liturgie
cristiane ci fa vedere le concordanze e le divergenze tra queste liturgie; le divergenze, in tanto
che sono liturgie che hanno subito l'influsso etnico, culturale, teologico e linguistico della zona
dove si sono sviluppate; le concordanze in tanto che tutte provengono di uno sfondo primitivo
comune, oppure in tanto che si sono stati degli influssi di una famiglia liturgica su un'altra308.
Proponiamo qui lo studio comparativo dei cicli liturgici a partire di due campi: primo la
comparazione dei diversi periodi dell'anno liturgico nelle diverse liturgie orientali; secondo,
uno studio comparativo di alcuni testi teologici nelle diverse liturgie orientali. Nel primo caso
lo studio comparativo viene fatto tra le liturgie: siro occidentale, siro orientale, bizantina,
armena e latina; nel secondo caso tra le liturgie: siro occidentale, siro orientale, bizantina,
armena e copta. In questo secondo caso il numero dei testi scelti ancora ridotto; ad ogni
modo sono dei campioni per un lavoro posteriore di ricerca. Sotto il numero 1 abbiamo messo
due testi del periodo della "Dedicazione" siro occidentale e siro orientale; sotto il numero 2
abbiamo messo tre testi propri della domenica delle Palme siro occidentale, siro orientale e
bizantina; sotto il numero 3 abbiamo messo dei testi propri del venerd santo siro occidentale,
siro orientale, bizantino, armeno e copto; sotto il numero 4 abbiamo messo dei testi tratti dai
"theotokia, cio dai testi che fanno riferimento alla Madre di Dio nelle liturgie siro occidentale,
siro orientale, bizantina, armena e copta.

308

Cf., A. BAUMSTARK, Liturgie compare, op. cit., pp. 4-5.

I. Periodi dell'anno liturgico.

Siro occid.
Dom.
della
consacrazione.
Dom.
della
dedicazione.

Siro orien.

Bizantina

Subbara:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
Natale.
10 dom.
20 dom.

(Non c' un tempo pre natalizio;


40 giorni di digiuno.
2
domeniche dei
Padri).

Epifania
10 dom.
20 dom.
...

Epifania
10 dom.
20 dom.
...

Epifania
10 dom.
20 dom.
...

Pre Quaresima:
Niniviti
10 dom.
20 dom.

Pre Quaresima:
Niniviti
10 dom.
20 dom.
30 dom.

Pre Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.

Pre Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.

Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
60 dom.

Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
60 dom.

Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.

Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.

Quaresima:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.

Palme

Palme

Palme

Palme

Palme

Set. Santa

Set. santa.

Set. Santa

Set. Santa

Set. Santa

Pasqua

Pasqua

Pasqua

Pasqua

Pasqua

Dom. Nuova
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
Ascensione
60 dom.
Penecoste

20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
60 dom.
Ascensione
70 dom.
Pentecoste

Tommaso
Mirrofore
Paralitico
Samaritana
Cieco nato
Ascensione
Padri Nicea
Pentecoste

20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
60 dom.
Ascensione
70 dom.
Pentecoste

20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
60 dom.
Ascensione
70 dom.
Pentecoste

Apostoli
(7 dom.)
Estate
(7 dom.)
Esaltazione
della Croce

Apostoli
(7 dom.)
Estate
(7 dom.)
Elia
(6 dom.)

Settimane
segnate da feste
fisse e digiuni.

Pentecoste
Trasfigurazione
Assunzione
Croce

Domeniche per
annum

Subbara:
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom
60 dom.
Natale
25-XII.
10 dom.
20 dom.

Armena

10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
50 dom.
60 dom.
70 dom.
Epifania
10 dom.
20 dom.
...

Latina

Avvento
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.
Natale
10 dom.
20 dom.
Epifania
10 dom.
20 dom.
...

(7/8 dom.)

Mos
(1/4 dom.)
Dedicazione
Chiesa.
10 dom.
20 dom.
30 dom.
40 dom.

I. Testi delle diverse liturgie.


Sir. Occ.

Sir. Orien

1.
A te la lode, Ges Cristo, rocca
ferma e inespugnabile su di
cui

stata
fondata
la
Santa Chiesa.
Essa

prefigurata
dalla
roccia
della
quale
Mos
fecce
sgorgare
mirabilmente
dodici ruscelli
per dare da bere
all'ingrato
Israele.
Essa
possiede i fiumi
mistici
dell'Eden
che
per
la
rettitudine della
dottrina spande
una
bevanda
divina... Non
appoggiata su
colonne
di
bronzo o di ferro, ma sui profeti che hanno rivelato le cose
segrete,
sugli
apostoli
predicatori dei
misteri e sui
martiri
che
hanno seguito le
orme di Cristo... Essa non si
gloria di avere
il
candeliere
delle
sette
braccia, ma il
sole di giustizia
e le stelle del
mattino
che
sono i dottori
ispirati
dallo
Spirito Santo...

1.
Parla, parla o
Chiesa del nostro Salvatore,
Sposa del Re, la
cui bellezza
desiderabile e
gioiosa. Dio,
colui che esiste
dall'eternit,
che nel suo
amore ti ha
sposato.
O
Cristo, che hai
salvato la tua
Chiesa
dall'errore degli
idoli e l'hai
fatta immagine
del cielo perch
in essa abitino
gli angeli... O
Cristo, che hai
riscattato la tua
Chiesa
per
mezzo del tuo
Corpo e del tuo
Sangue
prezioso, e l'hai
santificata col
tuo battesimo,
l'hai
salvata
con
la
tua
grazia e gli hai
dato
di
diventare la dimora
e
il
rifugio di tutti
coloro
che
credono in te...
O Cristo che
hai dato alla
tua Chiesa la
tua Croce santa
per cui pu
trionfare
dal
maligno, e hai
sradicato
da
essa le divisioni
scismatiche e le
controversie,
affinch possa
lodarti
senza
posa...

2.Dom Palme
Giacobbe leg
l'asino al ceppo
di una vigna e
aspett. Venne

2.Dom Palme
Il giorno dell'ingresso del Re
Messia a Gerusalemme,
gli

Bizantino

2.Dom Palme
Colui che ha
per trono il
cielo, e la terra
come sgabello

Armeno

Copto

Zaccaria che lo
sciolse e lo
diede al suo
Signore.
Il
profeta lo diede
al suo Signore e
costui lo mont,
e Zaccaria
camminava
davanti gridando: "Riceve il
tuo Re". Sion
dice:
"Perch
viene? Io non
l'ho chiamato".
Il profeta dice:
"E` il tuo Re e
viene
a
regnare". Sion
dice: "Io non
voglio che lui
regni su di me".
Il
profeta
risponde: "Lui
regner
sulla
Chiesa e a te, ti
abbandoner".
Sion dice: "Io
non gli aprir
le mie porte e
lui
non
entrer".
Il
profeta risponde: "La Chiesa
gli aprir le sue
e lo ricever".Sion dice:
"Se lui entra entro le mie mura,
lo
crocifigger". Il
profeta risponde: "Ma la sua
croce vive e
essa
ti
annienter".

eserciti del cielo


e la folla della
terra
si
levarono
meravigliati vedendo la novit
che
accadeva
tra quelli della
terra.
I
sacerdoti
si
meravigliarono,
gli scribi erano
stupiti e i farisei
si
agitarono
sentendo
i
bambini
gridare: "Benedetto il Figlio di
Davide". Pieni
di
stupore
chiedettero chi
era colui. I
bambini
risposero...: Costui Ges, di
chi hanno reso
testimonianza
tutti i profeti:
Colui che Mos
l'Eletto chiamava Grande nei
suoi
scritti,
colui
che
Davide
chiamava il Signore
che siede alla
destra,
colui
che
Isaia
chiamava Figlio
e Bambino e il
Potente
nei
secoli; lui il
Re che di Efrata
annunzi
Michea; Geremia
lo
chiam
Raggio
che
illumina
la
terra, Ezechiele
indic che il
mondo sottomesso al giogo
della sua forza,
Daniele
esclam: lui il
Santo dei Santi,
degno di essere
chiamato
Santo...

dei suoi piedi: il


Verbo di Dio
Padre, il Figlio
coeterno, oggi
viene a Betania,
umilmente
seduto su un puledro d'asina...Il
Figlio e Verbo
del Padre, come
lui eterno e senza
principio,
viene oggi nella
citt di Gerusalemme
assiso
sul puledro di
un
giumento.
Colui che i
cherubini, pieni
di timore, non
osano fissare, lo
acclamano
i
fanciulli con le
palme e con i
rami... Tu che
cavalchi
sui
cherubini e sei
esaltato
dai
serafini, come
Davide monti su
un puledro, o
Buono.
I
bambini ti lodano come Dio e i
giudei iniqui ti
bestemmiano,
mentre tu assiso
sul puledro prefiguri la conversione delle genti
indomabili
dall'incredulit
alla
fede.
Gloria a te, o
Cristo, o solo
misericordioso
e amico degli
uomini... La tua
Agnella e serva
e
vergine,
vedendoti correre alla passione
e dare per noi la
vita, o Pastore
buono, soffriva
per te nelle sue
viscere di Madre... Ti prega,
o Cristo, la
Madre di Dio, ti
prega la folla
dei discepoli:
dona la tua
pace al mondo
che

tuo,
donaci le tue

misericordie abbondantemente,
in eterno.
3. Venerd Santo:
Gloria a te,
Cristo-Mattino,
che ci
hai
riscattati
per mezzo del
tuo
mattino.
Ecco
al mattino fin
la seduta del
tribunale formato dai sacerdoti,
autori del crimine.
Al
mattino
ti
flagellarono,
pieni di gelosia;
ti presero e ti
consegnarono
al giudice,
e gridarono contro
di te: "Costui
merita
la
morte"; ma tu
come Signore,
sei la fonte
della vita per
qualsiasi
che
crede in te.
Al
mattino
tu
rivestisti Adamo
di bellezza, di
gloria,
di
splendore. E al
mattino
con
delle veste di
disprezzo ti ha
rivestito
la
stolta Sion. Al
mattino
usc
dall'Egitto questo popolo che
ha odiato il suo
liberatore;
al
mattino
gli
fecce caricare
la croce sulla
spalla e lo fecce
uscire verso la
morte. Fu la volont di tuo Padre
che
per la tua morte
ci fosse la pace.
Fu anche la tua
volont
che per la croci-

3. Venerd Santo:
O Buon Pastore
che ha dato se
stesso per il suo
gregge e l'ha
redento per mezzo del suo sangue, facci degni
di aver parte
nelle tue sofferenze e di incontrarti nel tuo
Regno.Contemplate il Buon
Pastore che ha
sofferto per la
nostra salvezza
e ha preparato
il
mistero
celeste.
O
gregge
razionale,
redento
dalla Croce, vieni e rinfrancati
te stesso coi misteri che danno
la vita e bevi
dal calice della
salvezza
che
Cristo stesso ha
versato per te.
Il mistero che
Mos ministr
in Egitto arriva
al
suo
compimento nel
Figlio, Cristo.
Il
popolo
mangi
una
pasqua piccola,
ma
nostro
Signore port a
termine la grande Pasqua. I discepoli si trovano in mezzo a
due agnelli, sacrificano
l'agnello
pasquale
e
mangiano il suo
corpo.

3. Venerd Santo:
Oggi appeso
al legno Colui
che ha appeso
la terra alle
acque. Il Re
degli angeli
cinto di una corona di spine!
avvolto di una
porpora mendace Colui che avvolge il cielo di
nubi!
Riceve
uno schiaffo lui
che
nel
Giordano
ha
liberato Adamo!
Lo Sposo della
Chiesa inchiodato con chiodi!
Il Figlio della
Vergine

trafitto da una
lancia!
Adoriamo la tua
passione, o Cristo! Mostacci
anche la tua risurrezione...
Noi
non
celebriamo la
festa come i
giudei, perch il
Cristo Dio, la
nostra Pasqua,

stato
immolato
per
noi; ma purifichiamoci da
ogni macchia e
con cuore sincero
invochiamolo:
Risorgi,
o
Signore,
e
salvaci,
o
Amico degli uomini.

3. Venerd Santo:
Tu sei disceso
dal cielo, Figlio
eterno; tu hai
accettato le sofferenze
della
condizione
terrestre degli
uomini. Noi ti
benediciamo, tu
che sei prima
dei secoli. Tu
che per la tua
parola hai creato la terra, sulla
terra le creature
ti hanno visto
portato in tribunale. Noi ti
benediciamo, tu
che sei prima
dei
secoli.Tu
che fai tremare
gli angeli del
cielo alla tua
presenza, oggi
sei
venuto
volontariamente
alla croce, e sei
stato
trafitto
dalla
lancia.
Noi
ti
benediciamo, tu
che sei prima
dei secoli.Luce,
madre
della
Luce e dimora
del Verbo di
vita, tutte le
razze e le generazioni
ti
dicono beata.
Madre di colui
che ha creato e
redento l'antico
genere umano,
tutte le razze e
le generazioni ti
dicono beata.
Di te si
innalzata
la
Luce per noi
che
sediamo
nelle
tenebre.
Tutte le razze e
le generazioni ti
dicono beata.

3. Venerd Santo:
Mio Signore e
mio Dio, mio
figlio e mio re,
Ges Cristo, nato da me per
sua volont, che
succhiasti
il
latte delle mie
mammelle, che
il cielo non pu
contenere, che
le
estremit
della terra non
possono
racchiudere,
che la terra non
pu portare...
Mio
Signore,
ascolta la mia
preghiera e la
mia supplica, o
mio
Signore,
mio
Dio.
Ricordati,
Signore, che sei
rimasto nel mio
ventre;
ricordati,
Signore, che ti
misi al mondo
in Betlemme, in
tempo di freddo
e di ghiaccio...
Io ti scongiuro,
o mio figlio e
mio diletto, per
il Signore, tuo
Padre, che era
con te prima
della creazione
del mondo. Ti
scongiuro per
Cristo,
tuo
nome, che era
con te prima
della creazione
dei cieli e della
terra... Ti scongiuro per il Paraclito, lo Spirito Santo, che
uscito
dal
Padre,
che
procede da te,
che era col
Padre e il Figlio
prima
dell'apparizione
della
stella

fissione ci fosse
la riconciliazione.
Per
ch,
Signore,
hai supplicato
che il
calice della tua
morte si passasse da te? A te la
gloria, CristoMattino, da
parte di tutto
quello che la
tua
Maest
cre!
A te la
gloria tutti i
mattini: Tu sei
il mattino che
tutto rallegra!
A te la
gloria da parte
di tutte le cose
belle:
Tu sei lo splendore di tutte le
costellazioni!
Tu sei colui che
riveste
di
bellezza
tutte le piante e
tutti i fiori.
A te la
gloria che sei il
vincastro
e
il
sostegno di tutti
coloro che ne
hanno bisogno!
4.
O benedetta fra
le donne per la
quale la maledizione della terra
stata cancellata
e
la
punizione prese
fine da oggi e
per sempre; o
casta che temi
Dio, ornata di
splendore e di
santit...
O
figlia dei poveri
diventata Madre
di Dio, tu doni
la ricchezza al
mondo
indigente perch
ne
sia
vivificato. O nave che portasti
le benedizioni
ed i tesori della
casa del Pa-

della notte e
della
stella
mattutina...

4.
Maria, Vergine
santa, Madre di
Ges,
nostro
Salvatore, supplica e chiedi
misericordia al
Figlio da te apparso, affinch
allontani
da
noi, per la sua
grazia, i tempi
d'afflizione, e ci
doni la concordia e la pace...
O
Maria,
Vergine santa,
Madre
di
Cristo, nostro
Salvatore, supplica con noi il
Cristo, affinch
faccia regnare
tra noi la sua
concordia e la
sua
pace...

4.
Oggi il Dio che
siede sui troni
spirituali si
preparato
un
trono
santo
sulla
terra;
Colui che nella
sua sapienza ha
stabilito i cieli,
nel suo amore
per gli uomini
crea un cielo
vivente... Ecco
il giorno del
Signore,
rallegratevi
popoli! Infatti
la
camera
nuziale
della
luce, e il libro
del Verbo di vita
uscita da un
grembo. La porta dell'Oriente
nata e attende

4.
Il mistero inenarrabile,
nascosto
alle
genti e ai secoli,
oggi stato
rivelato
alla
Vergine Maria
con la discesa
dell'arcangelo:
Lei che intercede presso il
Signore per le
anime nostre. Il
Verbo eterno e
incorporeo,
nato dal seno
del Padre, oggi,
all'annuncio di
Gabriele,
si
vest di carne
dalla
santa
Vergine: Lei
che
intercede
presso
il
Signore per le

4.
Ti rivolgiamo il
saluto, insieme
all'angelo Gabriele: Salve, o
piena di grazia,
il Signore con
te! Rallgrati, o
Maria, bella colomba, che hai
generato
per
noi
Dio,
il
Verbo. Salve a
te, o Vergine,
Regina pura e
verace; salve a
te, vanto della
nostra
stirpe.
Tu hai generato
per
noi
l'Emmanuele. A
te chiediamo:
ricordati di noi,
o interceditrice
fedele,
al
cospetto
di

dre... che scelse


Maria
come
Madre per il
suo
Figlio,
adorazione al
Figlio che in
tutta
santit
prese
dimora
nel suo seno,
riconoscenza
allo Spirito che
onora ed esalta
il giorno della
sua memoria...

Beata
sei,
Vergine santa.
Beata
sei,
Madre
di
Cristo.
Beata
sei tu, perch in
te il Figlio ha
preso dimora...

l'ingresso
del
gran Sacerdote,
unica
a
introdurre
nell'universo
l'unico Cristo,
per la salvezza
delle nostre anime...
La
sterilit
della
nostra natura
abolita, perch
una dona sterile

divenuta
madre di colei
che rester vergine dopo la nascita del suo
Creatore...

anime
nostre.
Colui che tutto
l'universo non
pu contenere,
colui che contiene tutto il
creato,
oggi,
per amore del
genere umano,
contenuto
nel
grembo
della
Vergine
immacolata:
Lei
che
intercede presso
il Signore per le
anime
nostre.
L'Immagine
dell'invisibile
gloria
del
Padre,
l'Immutabile, si
umilia
a
immagine
di
uno schiavo nel
grembo di una
Vergine,
santificato dallo
Spirito: Lei
che
intercede
presso
il
Signore per le
anime
nostre.

nostro Signore
Ges
Cristo,
affinch perdoni
i nostri peccati.Questo

l'incensiere
d'oro puro che
contiene
il
profumo che st
nelle mani di
Aronne,
il
sacerdote, destinato ad essere
offerto come incenso sull'altare. L'incensiere
d'oro la Vergine; il suo profumo il nostro
Salvatore. Lei lo
concep e lui ci
ha salvato e
perdonato
i
nostri peccati.
Tu
sei
il
turibolo d'oro
puro che regge
il carbone del
fuoco benedetto.
Per
l'intercessione
della Madre di
Dio, santa Ma-

Conclusione
All'inizio del corso sui diversi cicli liturgici delle liturgie orientali, accennavamo alla
realt salvifica che il ciclo liturgico annuale di ogni Chiesa fa presente nella vita dei fedeli. Lo
studio preciso di ogni ciclo, visto e vissuto come sacramento del mistero di Cristo, ed il
contatto diretto coi testi ha voluto in qualche modo far arrivare lo studente a "percepire" il
modo in cui vissuta e celebrata in ogni Chiesa dell'Oriente la salvezza di Cristo, fino a quel
giorno glorioso in cui Lui ...prender la Chiesa sua sposa e la far salire con lui nel cielo; la
far entrare nel suo talamo e sedere alla sua destra e la rallegrer con tutta sorte di beni che
non passano e non periscono. Lei si rallegrer in Lui ed esulter e sar nella gioia; e con
voci mirabili e canti soavi canter la lode con i cori celesti. Che il Signore nostro ci
conceda, anche a noi, di essere degni di aver parte nella gioia dei santi, amen e amen. 309
Fr. Manel Nin OSB
Collegio Greco / Sant'Anselmo

309

RABBAN BRIK-ISHO, Commento all'anno liturgico, in J. MATEOS, Lelya-Sapra: Les Offices Chaldens
de la Nuit et du Matin. OCA 1562, Roma, PIO, 1972, pp. 461-464.

Você também pode gostar