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cuore e a cogliere le sue interpellanze in senso ampio come vocazione allintegrit anche in un processo educativo al saper essere.
Dalla sapienza pratica a quella teoretica
noto lantichissimo ideale umano indicato con il termine di sapienza.
Ma il suo contenuto varabile. Allinizio indica soprattutto una idoneit pratica. In Omero si cerca un sapiente per riparare la nave. Ma per saper vivere,
bisogna avere anche parecchie conoscenze, tante quante si pu. Le mitologie
raccontano che le Sirene attiravano i navigatori greci con un canto insidioso:
Vieni da noi, noi sappiamo tutto. I filosofi le seguirono definendo la filosofia conoscenza di tutte le cose visibili e invisibili. Come si pu acquistare?
I dubbi sulla scienza acquisita con i sensi
Il primo contatto con il mondo avviene con i sensi: tatto, gusto, vista, udito A seconda di quello a cui si d la precedenza, gli psicologi distinguono
vari tipi di uomini.1 Cos ad esempio si nota che gli antichi Greci sarebbero
prevalentemente di tipo visuale. Gi Eraclito dichiar che per conoscere il
vero, locchio pi sicuro delludito. Al contrario gli antichi Ebrei sarebbero
piuttosto di tipo acustico: per istruirsi ascoltano volentieri i discorsi degli anziani e nella religione la venerazione attribuita al libro sacro e non, come dai
Greci, alle statue.
Ma di qualsiasi tipo essa sia, la conoscenza dei sensi suscita dei dubbi soprattutto per due motivi: vi il pericolo dellillusione e di una insuperabile
limitatezza. Per superare questi difetti gli uomini spontaneamente ricorrono
ad un metodo correttivo: comparano la visione propria con quella degli altri.
Per essere creduta, la testimonianza di uno deve essere confermata almeno da
due testimoni estranei. E una pratica comune a tutto il mondo antico, che si
trova addirittura nei vangeli (cf Mc 26,60). Per acquistare la sicurezza chiamata scientifica si esige un consenso universale.
Anche se tanto apprezzate, tuttavia le affermazioni scientifiche non possono essere considerate come verit assoluta. degno che la persona umana sia
costretta a sottomettersi allopinione di tutti gli altri? Gli scienziati raccolgono
i fatti, apprezzati come realt indiscutibile. Un fatto pu essere giudicato
buono o cattivo, ricordato o dimenticato dagli uomini, ma non potr mai pi
1
T. T. pidlk, Grgoire de Nazianze. Introduction ltude de sa doctrine spirituelle, OCA 189,
Roma 1971, pp. 4ss.
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essere cancellata la sua esistenza, neanche da Dio. Allora se le scienze si occupano dei fatti, escludono dal loro ambiente uno che professa la fede: Credo
in un solo Dio, Padre onnipotente. Se i fatti sono eterni, lunico vero dio
il fatum, destino inesorabile, il quale, secondo il parere di Plotino, uccide
i nostri figli, disonora le nostre figlie, distrugge la patria.2 La sapienza degli
antichi non si vergognava di ammetterlo.3 E nel tempo moderno, colui che
vuole vivere scientificamente si dichiara ateo. Perci lumanit dallinizio ha
cercato di controllare i fatti visibili, sensibili, con una nuova via, sul terreno
intellettuale.
La conoscenza intellettuale
Giustamente consideriamo come padre della filosofia europea Socrate. Lo
troviamo nel IV secolo prima di Cristo ad Atene, citt privilegiata, la plis
classica, fondata sulla comune e democratica ricerca di ci che giusto e vero.
Purtroppo proprio qui gli scettici argomentarono che non siamo capaci di
conoscere la verit (altheia), ma soltanto ci che si dice vero (dxa). Socrate
si mette a discutere con loro ed esorta a bere il vino puro, cio a cercare la
verit con la pura ragione. Ed proprio questa facolt, dichiarata dal discepolo
di Socrate, Platone, come indubbiamente divina, che forma i concetti davvero
universali, idee che dalla loro natura sono eterne.
Ne segue la conseguenza morale: luomo saggio vive secondo la sana ragione, realizzando le giuste idee nella sua attivit esterna, vivendo secondo la
natura. Luomo, la cui natura razionale, obbligato a vivere secondo la ragione, con la ragione a giudicare la verit delle cose esterne e a creare un ordine
razionale della convivenza comune, secondo le leggi naturali.
I dubbi sullidealismo razionale
La morte tragica del suo maestro Socrate conferm Platone nella convinzione che il mondo delle idee e il mondo visibile concreto sono due mondi
differenti, inconciliabili. E se la verit non si trova nella vita del mondo, la
vera filosofia si definisce studio della morte.4 Aristotele non pens a tradire
il suo maestro, ma decise di conciliarlo con il mondo reale. Non colloca le
idee nel mondo superiore. Esse devono, al contrario essere la forma della
Citato da S. Kierkegaard, Furcht und Zitern, 1843, p. 42.
T. pidlk, La spiritualit, pp. 124ss.
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Fedone 67d, 80c 81a; cf T. pidlk, Grgoire de Nazianze, OCA 189, Roma 1971, pp. 29ss.
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Ora, per indovinare ci che ne pensa lo stesso Dostoevskij, bisogna guardare come finisce colui che ha proposto questa leggenda come la visione concreta del mondo, cio il razionalista Ivan: Dostoevskij lo fa finire in una follia
schizzofrenica. Ed giusto. Non si pu risolvere con la ragione ci che supera
la ragione. Per questo motivo laltro protagonista del racconto, Cristo, tutto
il tempo tace. Non pu fare altro che indicare con il suo bacio damore laltra
strada da seguire per vivere il mistero della vita ecclesiale che essenzialmente meta-logico, quindi anche super-strutturale. Ma daltra parte ma non
a-logico e neanche non-strutturale, dato che la religione cristiana va vissuta
nel mondo. Allora collocale Cristo in questo ambiente dovrebbe significare
limitare la sua libert infinita? Davanti ad una tale proposta il Salvatore tace,
non pu accettarla. E lInquisitore razionalista non sa offrirgli altra soluzione,
perci lo mette semplicemente fuori, come uno che non pu avere posto nella
societ razionale.
Le vicende della storia europea sono riconoscibili in questa parabola nella
forma del problema sempre proposto cos, ma non risolto.
Lunica vera soluzione: la libert cristologica
(secondo Dostoevskij16)
Il problema della libert era per Dostoevskij, come abbiamo visto, il problema fondamentale della sua vita come concetto essenzialmente dinamico.
Cerchiamo ora di riassumere il suo pensiero in pochi punti. Luomo cerca in
ogni momento di diventare libero e, dovunque si trovi, scopre di essere schiavo. Pi la schiavit lo opprime, pi il suo desiderio di libert si accresce e lo
affascina. Che idea dunque egli si fa del suo ideale?
Una delle prime caratteristiche della libert di essere illimitata. un
aspetto che possiamo costatare su noi stessi altrettanto bene che sugli altri:
ogni limitazione della libert, per quanto minima, sperimentata come una
offesa alla dignit della persona. Luomo desidera scegliere liberamente, sia che
si tratti del bene come del male. Ma, se sceglie il male, compie un attentato
verso la sua stessa persona, rischia di distruggersi, perch, attraverso la sua scelta, pu giungere fino a minare la sua esistenza o gli interessi e i valori vissuti
dalla societ. La libert appare allora come lelemento catastrofico che mette in
pericolo il buon ordine della vita e della societ.
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Sembra dunque che, per prevenire grandi disgrazie, si sia obbligati a fissare
dei limiti alla libert, per aiutare luomo a fare le sue scelte, ma a farle nel
quadro di ci che non pu nuocere a nessuno. la soluzione che suggerisce la
lunga esperienza umana, ed quella che il personaggio del Grande Inquisitore
espone a Cristo nel romanzo I fratelli Karamazov17 come abbiamo notato.
La libert anche irragionevole, metalogica. Se essa non sopporta i limiti
dati dalla forza, dallordine, dalle leggi, essa tollera tanto meno di essere inquadrata nelle catene della logica. I filosofi illuministi cercavano di convincere
tutti che luomo, possedendo la ragione, agisce in questa o in quella maniera.
Ma luomo, nota Dostoevskij, non segue la logica della ragione, pazzo piuttosto, e preferisce essere tale, perch almeno cos libero.
La libert demoniaca. Tutti coloro che hanno desiderato seguire il cammino di una libert illimitata hanno scoperto che la loro vita supera la misura degli uomini mortali: sono divenuti come demoni. questo che evoca il titolo
di un celebre romanzo di Dostoevskij.18 Tali uomini sono come posseduti
e hanno una fine tragica. Nella storia dei Karamazov, il padre non conosce
alcun limite nella vita sessuale, e finisce per essere ucciso dal suo stesso figlio
illegittimo, un essere a cui lui stessa ha dato la vita; Dimitrij Karamazov rifuta
di mettere i limiti alle sue emozioni e alle sue passioni e finisce in prigione;
Ivan Karamazov non mette freni ai suoi ragionamenti e alle sue elucubrazioni
mentali, e diventa pazzo. Ecco il risultato a cui conduce il demone della libert. Libera luomo per distruggerlo. possibile unaltra visione?
La libert cristologica. Per essere veramente libero, occorre sorpassare effettivamente i limiti dellumano e divenire divini. Luomo ha questa possibilit, se rifiuta la possessione demoniaca e si identifica con Ges Cristo. Un
uomo cos divinizzato nel suo stesso perfezionarsi come uomo. Cos
presentato Ala Karamazov, il vero uomo libero tra esseri che vivono la schiavit gli uni degli altri e di se stessi. Volendo ci che vuole Cristo, Ala fa ci
che vuole anche lui e non distrugge lordine del mondo che Cristo, Figlio del
Padre, garantisce.
Dostoevskij ha espresso a modo suo la concezione della libert che rimane
caratteristica del pensiero russo. Senza Cristo, lantinomia fra la libert e la
necessit nella vita nel mondo rimane insolubile. Ma in che modo luomo si
identifica con Cristo? Nella stessa maniera in cui egli si identificato con noi:
per mezzo del mutuo amore. La sua piena rivelazione apparir alla fine dei
secoli, perci la libert perfetta escatologica.
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umane. Dio Padre perch ha un Figlio e dei figli. Lamore che crea delle
relazioni fa parte della formazione della persona umana, collocata nella societ. Senza le relazioni che la persona intrattiene con le altre, la libert sarebbe
satanica, scrive Vyeslavcev.22 Berdjaev aggiunge: pi la persona umana si universalizza nella comunione, in un amore che deve essere contemporaneamente
erotico e agapico, desiderio di Dio e compassione per coloro che Dio sembra abbandonare, pi essa si rivela unica.23 Io e noi, conclude S. Frank,24
sono le categorie prime dellessere personale. Lio impossibile se non
opposto al tu, ma questa opposizione giustamente sorpassata nel noi.
La conoscenza delle altre persone
Dallinizio bisogna convincersi, secondo il parere di P. Florenskij25, che,
per conoscere le persone, si deve utilizzare un altro metodo che per studiare
le cose. Non possiamo partire da una idea clara et distincta, in modo cartesiano, oggettivo. Linizio da scegliere , al contrario, una fiducia, una fede che
cresce per tre tappe.
1. Credo quia absurdum.26 la fiducia totale nella persona che avviciniamo. Constatiamo che, se rimaniamo nel dominio dei ragionamenti, la
persona rimane inaccessibile.
2. Credo ut intelligam.27 Spero che la persona, alla quale ho prestato la
fiducia, si riveler essa stessa a me.
3. Intelligo ut credam. Vedo ora che la mia fede sorgente di una intelligenza superiore. E aggiunge Florenskij: Cos la conoscenza non
oggetto inanimato da parte di un soggetto rapace conoscente, ma una
comunione morale e vivente fra le persone, di cui ciascuna oggetto
e soggetto. Per parlare propriamente, solo la persona conoscibile, e
solamente da una persona.28
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Lunione ecclesiale
Credo in una Chiesa santa cattolica e apostolica. Essa per tutti i popoli
e perci tutti devono contribuire nel modo loro proprio alla comune unit.
Secondo il parere del movimento degli slavofili, le tradizioni popolari slave
sono di grande valore per meglio comprendere la vera unione della Chiesa.
Tale fu lopinione di A. Chomjakov, un famoso teologo laico. Proveniva da
una tipica famiglia della nobilt rurale russa dopo le guerre napoleoniche. La
situazione non era ideale. Il babbo si divertiva nella caccia e nel gioco delle
carte, il prete del villaggio sapeva cantare, ma le sue conoscenze religiose erano
scarse, il batjuka zar era insensibile alla miseria dei suoi sudditi. Ma in questo
ambiente grigio, emerge la figura luminosa della madre. Essa sapeva trovare la
giusta strada in ogni situazione. Il babbo perdeva il denaro alle carte ed essa
seppe costruire persino una chiesa.
Il giovane Chomjakov part per la citt, cominci a studiare, ad ammirare
la cultura dellEuropa occidentale, terra di meraviglie. Ma vide in quelloccidente progredito qualche cosa che non concordava con questa visione. Con
tutta la sua intelligenza, lEuropa disperatamente divisa: politicamente, ideologicamente, religiosamente. Da che cosa proviene questa divisione? Nella
casa natale questa divisione non si sentiva. Egli arriv a questa conclusione:
lEuropa occidentale alla ricerca continua di un vincolo ideologico e giuridico; da noi, a casa, era la persona della madre a unire tutto. Infatti, il principio
di unione fra persone vive non pu essere costituito che dalle vive relazioni
personali del popolo di Dio. In altre parole: non saranno le idee e le leggi ad
unire in modo definitivo le persone umane, ma al contrario saranno le persone
umane che riusciranno a unirsi in dialogo, nonostante che le diverse posizioni
ideali e i sistemi legali le vogliono dividere.
Chomjakov esprime questo ideale con il termine di sobornost, collegialit.
quindi sbagliato cercare il vero fondamento della Chiesa solo su un piano
giuridico, strutturale, logico, formale. Il primo principio della vera unit fra
gli uomini non pu essere che la persona viva. Se nella famiglia di Chomjakov era stata la madre, nella grande famiglia umana la persona di Cristo.
E, durante la storia, Cristo vive nelle persone vive, nelle persone del popolo
credente.
Pochi sanno che questo insegnamento chomjakoviano ebbe un momento
importante nella redazione della Costituzione Lumen gentium del Concilio
Vaticano II. Il suo principale redattore, il card. Suenens, infatti, durante la
progressiva evoluzione del testo, leggeva diligentemente il libro di Gratieux
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la loro parte, ma esso prende parte allinterpretazione; per mezzo della loro
attivit le forze (umane) hanno una ripercussione in lui e, allo stesso modo,
esso si ripercuote in loro 33. Perci la preghiera, la fede, le azioni morali, ecc.,
tutto deve uscire dal cuore, coinvolgere tutto luomo, affinch non si noti una
divisione interiore, dentro di lui, come una specie di schizofrenia.
Ma la vita umana costituisce ununit anche attraverso la vita, nella molteplicit dei momenti successivi. Essa, per, non si raggiunge con i singoli atti.
Noi non siamo capaci di compiere un atto che duri sempre. Bossuet34 vedeva
in questa pretesa lerrore di voler far consistere la perfezione di questa vita
in un atto che conviene solo alla vita eterna. Perci siamo continuamente
mutevoli e mai univoci.
Ci nondimeno, lideale del cristianesimo orientale sempre stato la riunificazione delluomo gi sulla terra: arrivare allo stato della preghiera (katstasis), vale a dire pervenire ad una disposizione stabile35. Non un caso che i
manuali di morale per natura pratica analizzino con precisione la perfezione degli atti morali: quale atto buono e quale cattivo, e in che grado, se consideralo peccato grave o veniale, o solo una imperfezione. Ci che, al contrario,
preoccupava gli asceti orientali contemplativi e specialmente gli startsi, i
padri spirituali era lo stato, le disposizioni stabili. Non certo opportuno
minimizzare il valore delle buone azioni, eppure la perfezione non consiste in
questi atti isolati, bens nella disposizione del cuore da cui provengono.
Teofane interpreta tale esperienza spirituale in questi termini. Gli atti morali sono sotto il dominio della nostra libera volont. Ne consegue la piena responsabilit per tutto ci facciamo. A causa di tale libert che, per, pu cambiare da un momento allaltro, siamo continuamente esposti al pericolo del
peccato. Come pericolosa la vita!, sospirava santa Teresa dAvila, temendo
che in un solo momento avrebbe potuto commettere un peccato mortale.
La santit e le virt devono quindi diventare una disposizione permanente.
Tale la definizione della virt. Teofane la identifica con il sentimento stabile del cuore. Lespressione, presa fuori dal suo contesto, potrebbe apparire
strana, ma egli si rende conto del suo vero significato e cerca di giustificarlo
anche dal punto di vista psicologico: Sappiamo bene che quando luomo
penetrato da un sentimento, questo lo rende, in un certo senso, stabile: egli
disposto a dirigere ogni sforzo verso tutto ci a cui lo spinge questo sentimento. Vi forse un organo pi fragile del cuore? Eppure nulla pi stabile di
Ibid., p. 42.
Instructions sur les etats doraison, Libro I,20, Paris 1697, p. 26.
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Cf F. Jett, Eat, DS 4,2 (1961), coll. 1372-1388.
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ci che esce dal cuore; quando i comandamenti (di Dio) sono fissi nel cuore, il
loro adempimento sicuro 36. Quando il cuore umano batte allunisono con
lo Spirito che qui risiede, soltanto allora possiamo avere una certa sicurezza
della salvezza, che un assaggio, anche se non mai assoluto, delleternit
nella nostra vita che fugge.
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