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Articoli/8
Aleturgie di aleturgie
Note allirregolarit inattuale di
Pasolini
Riccardo Antoniani
Articolo sottoposto a peer review. Ricevuto il 15/10/2015 accettato il 17/10/2015.
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Una visione apocalittica, certamente, la mia.
Ma se accanto ad essa e allangoscia che
la produce, non vi fosse in me un elemento di ottimismo,
il pensiero cio che esiste la possibilit di lottare
contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare
P. P. Pasolini alla Festa dellUnit di Milano, estate 1974
Ma perch so che battendo sempre sullo stesso chiodo
pu persino crollare una casa [] Un grande esempio
ce lo d la storia. Il rifiuto sempre stato un gesto essenziale.
I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi che
hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no []
Il rifiuto per funzionare deve essere grande, non piccolo, totale,
non su questo o quel punto, assurdo non di buon senso
Pasolini a Furio Colombo, 01/11/1975
produrre una verit giudiziaria, il corpo insepolto del Poeta delle Ceneri stato
pi volte oggetto di contenziosi ed omaggi in seno alla cultura e alla politica
italiana spesso discutibili ed inutili finendo cos con ricevere pi atti damore,
non sempre disinteressati, che seri contributi allo studio della sua opera e della
sua vita1al punto che, a distanza di ventanni, suonano ancora attuali le parole
con cui Enzo Golino, coniando linfelice espressione Premiato Pasolinificio
spa, fotograf i tanti fenomeni commemorativi che partecipano a quelli che
lantipasoliniano Edoardo Sanguineti tacci essere riti dei tuoi fedeli, reliquie
per altari folclorici riconsacrati2:
sul vuoto che Pasolini ha lasciato permane la difficolt di cancellarne lombra, e
pi si tenta di cancellarla pi essa si proietta nella realt che stiamo vivendo [...] Una
continua altalena fra uccisione perpetua e il richiamo in vita sulla spinta di pulsioni
quasi medianiche, tanto la sua voce postuma simpone. E sinterroghi onestamente chi
crede che tutto ci sia soltanto linsulso spaccio di una memoria contesa3.
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dalla Resistenza alla fine del decennio settanta del Novecento, ma anche per
intendere il senso ultimo e vero dello scontro che si sta ancora oggi consumando
sotto i nostri occhi nellanello del potere che tiene unite economia e politica12.
Spostando lorizzonte delle proprie analisi verso leconomia politica, Pasolini
aveva intuito con largo anticipo che lo scarto tra leconomia e la politica andava
progressivamente assoggettandosi e assottigliandosi a favore delleconomia e dei
suoi nuovi cicli produttivi13.
Dalla sua pubblicazione, Vas ha conosciuto un destino altrettanto extraletterario delle vicende in esso trattate. stato dapprima acquisito agli atti
di uninchiesta giudiziaria relativa alla morte di Mattei condotta dallallora
Sostituto Procuratore pavese Vincenzo Calia nella seconda met degli anni 90 e
successivamente, nel 2010, stato richiamato in causa da Marcello DellUtri alla
vigilia della XXIII Mostra del Libro Antico di Milano, quando lallora Senatore
forzista pavent lipotesi di poter esporre un capitolo di Petrolio ritenuto
mancante Lampi su ENI14 offertogli, qualche giorno prima, da un venditore
rimasto anonimo e che alla fine non venne mai esibito.
Ciononostante, al tentativo di sciogliere linsieme delle varie trame del
potere e di tradurre nel presente le intuizioni che lautore aveva organizzato in
Vas stato rimproverato dappiattire anzi Pasolini a mera icona cristologica di
intellettuale martirizzato, cos purgandolo della vis scandalosa che si vorrebbe
implicita alla sua sessualit. In questo senso un recente saggio di Marco Belpoliti
e le invettive che Pierluigi Battista15 ha mosso dallo stesso quotidiano di via
Solferino in cui Pasolini inaugur il proprio giornalismo corsaro non registrano
le bennettiane confutazioni che Georges Didi-Huberman consegn in Come
le lucciole16, ma al contrario rinnovano miopemente quanto Indro Montanelli
insisteva a scrivere: Questa morte come stato accertato dalla polizia e dalla
magistratura perfettamente in carattere con la sua vita e soltanto dei campioni di
malafede possono avanzare su di essa dei dubbi e gabellarla come un martirio17.
Quel filo di Arianna nel labirinto della vita18, lerotica affezione con
cui Pasolini investiva il reale, rimase invariata anche quando il poeta nel
1973 principiava la sua collaborazione col Corsera di Piero Ottone, dalle cui
colonne, solo e isolato, conduceva una rovente requisitoria contro il Palazzo
e il Nuovo Potere, contro quellItalia democristiana del progresso sciolto da
un effettivo sviluppo, dal passato adulterato ed annullato dallomologazione,
G. Sapelli, Il disegno di Eugenio Cefis, in Corriere Economia, 5/06/2006.
Si rimanda il lettore allo scambio epistolare tra Pasolini e Gianni Scalia in P. P. Pasolini, Lettere - Tomo II, Torino 1986, pp. 748-749.
14
Sulla questione di alcune sezioni mancanti allultimo romanzo pasoliniano, su cui gli eredi
non sono fra loro concordi, si rimanda allarticolo della cugina Graziella Chiarcossi Cerami,
Non c nessun capitolo scomparso, in La Domenica del Sole24Ore, 15/06/2014.
15
Rispettivamente M. Belpoliti, Pasolini in salsa piccante, Parma 2010 e P. Battista, Corriere
della Sera, 27/7/2009 e Corriere della Sera, 10/04/12.
16
Sembra allAutore di questo contributo che il saggio delliconologo francese riprenda indirettamente una serie di problematiche sollevate da Oliver Bennett in Pessimismo culturale,
Bologna 2003.
17
I. Montanelli, Corriere della Sera, 25/10/1995.
18
A. Moravia, Ma cosa aveva in mente?, in LEspresso, 09/11/1975.
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ridotto a uno stato pi volte paragonato alle macerie del 4519. Le accuse
pronunciate erano autentiche filippiche ma la sua violenza era quella di un
innamorato [...] La nostra letteratura conosce pochi scrittori innamorati, come
Pasolini lo fu, dellItalia intera, della sua cultura, del suo paesaggio, della sua
gente20. E accanto allamore vi fu sempre il sacro. Dalla Ricotta a Teorema, il
cinema pasoliniano funzionando come trasposizione della realt attraverso la
realt fu uninstancabile investigazione e codificazione della sacert. Osava
nominare il sacro nel momento stesso in cui la cultura italiana, in cuore alla sua
stessa tradizione popolare, smarriva la sacralit. In un Paese irreversibilmente
adattatosi alla propria degradazione, smascherava con lingenuit dello scandalo
il non avvertire la mancanza del sacro come mancanza: Sono scandaloso, lo
sono nella misura in cui tendo una corda, anzi un cordone ombelicale, tra il
sacro e il profano21.
Ridurre nuovamente laffaire pasoliniano alla mera questione della sessualit
sembra allora unoperazione quantomeno forviante, allorch lo stesso autore in
unintervista del 1969 accusava:
non c dubbio che a questa messa al bando abbia contribuito la mia omofilia,
che mi stata imputata per tutta la vita come un marchio dignominia particolarmente
emblematico nel caso che rappresento: il suggello stesso di un abominio umano da
cui sarei segnato, e che condannerebbe tutto ci che io sono, la mia sensibilit, la mia
immaginazione, il mio lavoro, la totalit dei miei sentimenti e delle mie azioni a non
essere altro se non un camuffamento di questo peccato fondamentale [...] Non tanto
lomosessuale che hanno sempre condannato, quanto lo scrittore su cui non ha fatto
presa lomosessualit come mezzo di pressione, di ricatto perch rientri nei ranghi. In
realt lo scandalo sorto non solo dal fatto che non tacevo la mia omofilia, ma anche
dal fatto che non tacevo nulla.
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Io so perch sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ci che
succede, di conoscere tutto ci che se ne scrive, di immaginare tutto ci che non si sa
o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati
e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica l dove
sembrano regnare larbitrariet, la follia e il mistero34.
Una prima cifra di cosa il poeta sapesse lha data lex Sen. Pellegrino
quando ricopriva la carica di Presidente della Commissione bicamerale dinchiesta
sul terrorismo (1988/2001): una cosa certa, Pasolini era arrivato quasi in tempo
reale laddove la Commissione, oggi, giunta dopo anni e anni di ricerche35.
Con la pubblicazione nel 1992 di Petrolio le analisi accusatorie di Pasolini
assunsero un diverso spessore: le intuizioni corsare furono allora completate da
quei nomi e ed eventi a loro legati sebbene romanzati che per unautocensura
dettata dalletica giornalistica so ma non ho le prove non volle scrivere
negli articoli del Corsera. I capi daccusa che rivolgeva alla classe politica ed
industriale dallora erano funzionali alla celebrazione di un processo penale che
avesse il valore di una sintesi storica, atta a generare una nuova coscienza politica;
avrebbe cio dimostrato ai cittadini italiani una rischiosa sostituzione in atto
tra democrazia sostanziale e un regime democratico puramente formale operata
dallazione desertificante del Neocapitalismo: ovverosia un sistema di relazioni
mondato da quelle resistenze implicite alla mediazione politica e svincolato dagli
istituti deputati alle sue rappresentanze, i cui oneri sempre pi insistentemente il
mercato finanziario ci rimprovera. Nellottica pasoliniana, lo stragismo era allora
strumentale a una metamorfizzazione neocapitalistica delle istituzioni fungendo
da agente assestante: aveva presagito che il terrorismo dapprima leversione
neofascista, lestremismo brigatista poi, dovutamente indirizzato negli obbiettivi
e manipolato nei risultati non era mai stato leccezione alla regola ma la regola
di un costante stato deccezione.
Negli anni della Prima Repubblica, Cefis fu tra i principali fautori di
questanomalia che a pi riprese adulter la prassi democratica italiana36 e non
stupisce che il sospetto nutrito dallex On. Massimo Teodori e dal ex Sen. Sergio
Flamigni37 nellambito dei lavori della Commissione P2 dei primi anni 80
ovverosia che lallora Clausewitz della chimica italiana avesse gestito la loggia
deviata prima di ritirarsi improvvisamente dalla scena pubblica trovasse una
conferma in una velina del SISMI rinvenuta da Calia negli Archivi di Forte
Braschi. La sua ascesa, non solo manageriale, fu proporzionale a un esercizio tanto
segreto quanto aggressivo del potere e che spaziava dalle intercettazioni illegali
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delle telefonate dei nemici e ancor pi degli amici38 alluso spregiudicato che
grazie alle sue entrature fece dei servizi segreti, dal finanziamento delleversione
neofascista39, allincetta dei maggiori quotidiani nazionali che nel giro in pochi
anni realizz40, fino al progetto dun putsch che avrebbe visto in Amintore Fanfani
il De Gaulle italiano e se stesso nel ruolo di un Pompidou, cos precludendo una
prospettiva governativa del PCI, il cui elettorato in quegli anni andava crescendo
di elezione in elezione41. Pasolini aveva intuito il rischio imminente di tale svolta
presidenzialistico-tecnocratica nellintervento42 tenuto nel 72 da Cefis a un
pubblico di militari, testo che insieme ad altri due discorsi ciclostilati, annotati
a mano e mai pronunciati venne fatto pervenire a Pasolini dallo psicanalista
milanese Elvio Fachinelli alla fine del settembre del 74 e che lintellettuale
corsaro intendeva incorporare in Vas, a cerniera tra i suoi due blocchi narrativi.
Nei pochi mesi che lo separavano dalla notte allIdroscalo, in uno stato di grazia
in cui ogni prospettiva nostalgica sembrava sparita dalle [sue] parole e stava
per realizzarsi il vero cangiamento della sua vita, assai pi radicale di quello che
era stato darsi al cinema43, il poeta indag con la dovizia filologica che gli era
propria le parole del manager, progressivamente investendolo di un ruolo che di
Appunto in Appunto diveniva sempre pi centrale nelle pagine del suo romanzo
e di articolo in articolo sempre pi rilevante nelle sue requisitorie giornalistiche.
Ritrovatosi catapultato in quello che doveva rivelarsi lo scontro intestino
al capitalismo italiano forse pi violento della storia repubblicana, ne aveva
poeticamente inteso gli attori in gioco e politicamente compreso le rispettive
strategie, quando nelle pagine di Petrolio aveva segnato gli assi Andreotti/Monti
A. Statera, Oltre il giardino, in La Repubblica, 20/3/2000. Circostanza confermata allAutore ad vocem dal Prof. Francesco Forte, Vicepresidente dellENI dal 1971 al 1975.
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Circostanze, questultime due, confermate ad vocem allAutore dallex Gen. Gianadelio
Maletti, capo allepoca dei fatti qui rubricati del Reparto D del SID.
40
G. Catalano, Il mattinale, in LEspresso, 31, 14 Agosto 1974, pp. 6-13.
41
D. Speroni, Quando Cefis mise gli occhi su Prodi, in Il Corriere della Sera, 3/7/2006. In
merito del colpo di stato che Cefis stava organizzando prima di lasciare lItalia nel 1977 esistono alcune testimonianze e tracce. Tra le pi interessanti, sebbene non esaustiva, si riporta quella
resa da Steve Pieczenik, lesperto inviato in gran segreto dal Dipartimento di Stato statunitense
a Cossiga durante il sequestro Moro: La prima volta che misi piede negli uffici allunit di crisi
ebbi limpressione di ritrovarmi nel quartier generale del Duce [...] avevo di fronte a me, tra
llite dirigente, dei dinosauri del periodo mussoliniano e dei loro cloni [...] mi avevano spiegato che i fascisti provenienti dagli organi di sicurezza dello stato avevano tentato qualche mese
prima un colpo di stato, In E. Amara, Abbiamo ucciso Aldo Moro, Roma 2008, pp. 104-105.
42
notevole che una delle pi appassionate analisi sullineluttabilit della multinazionalizzazione delleconomia capitalistica nel suo complesso sia stata operata da un famoso manager pubblico-privato italiano di fronte a un uditorio di militari in F. Battistelli, Armi: nuovo modello
di sviluppo?, Torino 1980, p. 253n. utile ricordare che questo discorso, letto allAccademia
Militare di Modena dove gi fu cadetto, come molti altri pronunciati da Cefis negli anni della
Montedison, vennero tracciati se non addirittura redatti da Giuseppe Lanzavecchia su indicazione di Gianfranco Miglio, fine esegeta di C. Schmitt nonch a lungo teorico e promotore di
soluzioni relative alla gestione dello stato che scavalcassero la Carta costituzionale a favore di
uno schema istituzionale neofeudale (si pensi al contributo che apport in questo senso alla
Lega Nord) secondo una visione tecnocratica grazie alla quale come si legge nel discorso cefisiano la grande impresa va a colmare, rimpiazzandolo, lo svuotamento politico nazionale.
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Piero Ottone ad vocem allAutore.
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