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<^

CARTEGGI POLITICI
^ <^

INEDITI

5S^O

DI

FRANCESCO
CRISPI
(1860-1900)
ESTRATTI DAL SUO ARCHIVIO, ORDINATI E ANNOTATI DA

T.

PALAMENGHI

CRISPI

ASPROMONTE MENTANA
LA "QUESTIONE MORALE"
-

L UNIVERSELLE
'

IMPRIMERIE POLVGLOTTE
ROMA - VILLA UMBERTO I

[2-

PROPRIET RISERVATA

Invece di prefazione, una semplice avvertenza.

Ho

voluto lumeggiare

della vita politica di

alcuni

periodi

meno

Francesco Crispi,

noti

assicu-

rare documenti alla storia.

Spero mi sia tenuto conto


nel tenermi sul

terreno

della

dello

studio messo

maggiore possibile

obbiettivit.

Roma, ghigno

1912.

T, PaIvAmenghi-Crispi.

1860-61.

L'unit

ma

fatta,

la fusione delle Provincie meridionali con le settentrionali

opera ardua. Fermenti rivoluzionari, reazione e malgoverno

Cavour secondo Ferrari

giorno dopo

dremo
e

non

potr scordarvi

Roma

Meridionale

Roma

Cavour

e la

commedia
-

Il duello oratorio Cavour-Garibaldi


-

creto d'amnistia

non promulgato

moderati

non

Malattia

lo

Audinot per

Camera
-

Una
-

- Saffi,

e il

Il

fondo Castiglia

Bertani

neW U-

Un

de-

vertenza tra Crispi e la Gazzetta

Mordini, Cialdini

a Garibaldi

e le Societ

sgom-

L'atto di accusa di Cialdini

morte di Cavour
-

aw

fratello

Garibaldi per l'E-

delle interpellanze

ma

[Giuseppe Ferrari a Crispi

e la

stoppa dei

suoi amici sono decisi a

Popolo d'Italia

Unitarie

in pericolo;

Io vi sono

Garibaldi deve andare alla

Bertani contro Garibaldi

Provvedimento

I.

Offerte straniere

lasciarlo uscire d'Italia

tati di

Crispi raccomanda in Sicilia di aver fede

nit monarchica

del Popolo

Mazzini, Quadrio, Crispi per

Garibaldi

descrive lo stato del Mezzo-

Benedetto Cairoli per Crispi

Napoli invoca Garibaldi

per un'antica calunnia

Mordini

Garibaldi scrive a Crispi

giammai

Adelaide

sercito

Bertani

Adriano Lemmi: L'Uni.'

i plebisciti -

alla Federazione ?

bro di

Lotta tra

Comi-

Napoli].

Caro Crispi,
Riceverete collo stesso corriere che vi apporter questa
lettera

vedrete

Cavour,

due numeri della Gazzetta


i

Ufficiale di

Torino dove

miei due discorsi contro la legge proposta da


(i).

Ho

ma

fatto poco,

mi concedevano

ho fatto quanto

mie povere forze

le

di tentare per la nostra causa. Il

giorno fui alle prese col Presidente e colla Camera


successivi

giorni

tutti gli oratori

fui

personalmente

primo
i

due

da quasi

confutato

mi accorsi che la Camera


mio discorso senza potersi adden-

l'ultimo giorno

erami fatta gentile e

il

trare in certi particolari fu accolto con indubitabile sim-

patia.

di cui sono contento d'aver dichiarato

disonorava

si

suoi

punto

solo

Il

che

quando

il

Generale Garibaldi separandolo dai

dissi si nasce, si vive, si

muore

cogli

amici

gU applausi furono unanimi.


Ci vi serva di regola. Sostenni altres la convocazione
dell'assemblea

considerandola

Siciliana

come una mani-

festazione della libert italiana.

Nulla vi dico n del governo, n delle disposizioni dell'assemblea

la sola cosa certissima

nella facilit di

Camera

mutare

da

le disposizioni dei

me

sperimentata

deputati

si

che

nuova Camera sar una fiera,


che bisogna caminar dritto senza badar n ad applausi n
alle disapprovazioni e che la
verit non soffre di esser
messa ai voti se non per riconoscere se la fortuna la

la

Club, che la

favorisce.

Voi sarete prossimamente soverchiato dal governo pie-

montese

mi pare impossibile che

del mezzod possiate reggervi

giunti

colle attuali disposizioni

ma

state sicurissimo, che

piemontesi, dispersi o malcontentati

composto un governo...

e lontano

(?)

del mezzod, la forza stessa delle cose

gran metropoli

alla

non

Garibaldini,

vi dia

innumere-

voli partigiani.

Tutta

la

poHtica italiana

tutto quanto
scorsi falsi,
tori

si

riduce a

si

un giuoco

dice offcialmente in Italia

a dichiarazioni menzognere.

mi dicono

all'orecchio

si

di capitali

riduce a di-

Cento conserva-

avete ragione,

ma

adesso

bisogna far cos


giustissimi,
le ore

che

ma

il

vostri

gravami contro

abbiate pazienza

si

il

Piemonte sono

contano dapertutto

nostro destino concede ancora alla dominazione

sabauda.
Salutatemi tanto Cattaneo, Asproni, e se
Garibaldi
vedergli

si

ricorda del mio povero

nome

da voi trasmessa l'espressione

menti esposti

alla

il

Generale

sarei felice di

de'

miei

senti-

Camera.

[Torino, 13 ottobre 1860].

Tutto vostro

Ferrari.

Questa e

la lettera seguente

sono di Giuseppe Ferrari, celebre scrittore

di storia e di filosofia, repubblicano-federalista in politica. Egli era stato

a Napoli nel precedente mese di settembre.


tata autorizzava

il

Governo ad accettare

(i)

Ea

legge proposta e adot-

e stabilire per decreti reali l'an-

nessione allo Stato delle provincie dell'Italia centrale e meridionale

il

conte di Cavour volle con essa precipitare i fati del Mezzogiorno, che della
libert conquistatasi non pot giovarsi per determinare le modalit della

Cavour temette come esiziale ogni discussione


il primo cemento formale all'Unit, perch
diffidava, senza discernimento e giustizia, degli uomini del Partito d'azione
i quali avevano, rischiando la vita, riscattato all'Italia il magnifico reame
borbonico, impedi il cemento duraturo degli animi e degli interessi. Forse
egli avrebbe riparato alle conseguenze della sua politica se non fosse cosi
e in questo volume le prove
presto mancato ai vivi. Ma indiscutibile
che in quella fretta e in quella diffidenza sta la causa prima
abbondano
sua unione al Piemonte.

Il

e ritardo, e nell'ansia di dare

del malessere che travagli per lunghi anni le provincie napolitane e siciliane

poich lo spirito rivoluzionario, che aveva abbattuto, allontanato

dai moderati fu assente nella ricostruzione, e gli ordinamaiti e le gravezze

piemontesi estesi in blocco a popolazioni di costmni, tradizioni, mentalit,


capacit tributaria e bisogni diversi, applicati con criterii amministrativi
inadatti da agenti governativi spesso violenti e ignoranti o inabili venuti

da

fuori,

non conciliarono

gli

animi

al

nuovo stato

economico, effetto inevitabile della rivoluzione.

e accrebbero

il

disagio

[Agostino Bertani a Crispi

2.

Napoli].

Miasiuo sopra Orta (prov. di Novara)


31 ottobre 1860.

Caro

Crispi,

Qui in campagna ho ricevuto

tue lettere da Napoli

le

come tutta la storia politica dei pochi


giorni ch'io fui a Napoli, mi confermarono in due convinzioni l'una che noi eravamo in una spaventosa minoranza
l'altra
che Garibaldi non voleva saperne
rivoluzionaria
del 13 e del 18. Bsse,

aveva per noi

di rivoluzione altro che a parole, che

personali deferenze,

ma

ed ora forse ha dei risentimenti.

non erano

zione

delle

per contro delle grandi diffidenze


I^a

mia come

la

tua posi-

tenibili.

Io avrei potuto forse barcheggiarla per giovare alle nostre


persuasioni col Ministero

simo

ma

ly.

Romano

che era arrendevolis-

dubito assai assai che saremmo camminati ben

pub-

oltre senz'essere minacciati o di venire travolti nella

bHca opinione come apostati, o

di venire

egualmente e pi

sconvenientemente messi da parte anche dopo


abilit e di transazioni,

nostri nemici politici


ci

perch,

non sono

come tu

di

sforzi

osservi bene,

conciliabili,

quanto pi

sentono vicini e concordi, tanto pi s'affrettano a calun-

niarci ed a sbarazzarsi di noi.

Al Parlamento

fui

perplesso

come

dissi.

Aveva

fatto

l'apologia dei 21 giorni di potere, aveva proclamato la

voluzione

come unico mezzo

Cavour a

far l'Italia senza di noi,

atti

d'accusa

con tutta

e poi, in quel

di salute nostra,

ri-

aveva sfidato

aveva raccolto

tutti gli

Parlamento, con quel pubblico,

l'Italia settentrionale

r accusa di spingere alla guerra

mossa contro

di noi, col-

civile, colle istanze di

cordia, colla incertezza, gravissimo fra

con cui Garibaldi avrebbe sostenuto o

motivi, del

con-

modo

la sfida o la protesta

che avrebbe potuto emergere dal mio discorso, io mutai

Tu

tattica.

ricordi che

egH non volle affidarmi una rap-

presentanza sua qualsiasi in Parlamento, ed io non poteva


dimenticare che per un verso o per l'altro era pure un rappresentante suo. In mezzo a quella concitazione era forse
inutile, forse

prove

I,e

maggiormente dannoso un discorso

inutili fatte

irritante.

da Ferrari e da Sineo finirono

di dis-

suadermi, e pi per disimpegno che per fede nella genero-

pi pettegolo e personalista che

sit dell'uomo
dissi in

poche parole quali erano

le

Cavour,

il

mie credenze e come un

barlume ancora di speranza nella concordia potess'io trovare in un amichevole

potenze in contrasto

delle

Non m'ingannava
Il

13 egli

innanzi

ravvicinamento dei due prototipi


:

la

diplomazia e la rivoluzione,

ai suoi

mandatari. Chi mai pu contare su colui

Io star qui nella pi dolce solitudine finche

vuto

in-

(i).

mie previsioni circa Garibaldi.


imprecava a Cavour la mattina, e la sera piegava
nelle

salute ed abbia ultimato

il

mi

sia ria-

resoconto e qualche cosa

che far in difesa mia.

Vedr

forse fra qualche giorno Cattaneo nel suo romi-

A Torino, a Milano ci occuperemo della


vedremo cosa possa nascere per questa pri-

taggio di lyUgano.
pubblicit, e

mavera. Se non temessi di cadere in presagi dettati da


male prevenzioni o da male disposizioni personali direi che
ci si preparano gravi non solo ma tristi delusioni.

Tu
per

scrivimi in Oria Prov. di

aff.

Novara ed abbimi sempre

amico tuo
Ag. Bertani.

Vediamo

di stringerci tutti in

una associazione con unico

centro attivo, raccogliamo fondi e teniamoci pronti. Scri-

vimi in proposito.
I,e lettere di Crispi alle quali

lume

Francesco Crispi

questa risponde furono pubblicate nel vo-

I Mille, pagg. 330-334

(i)

I^'invocazione alla

concordia fatta nel suo d.'scorso alla Cantera dal Bertani, criticata

<Jal

Ferrar

non

buona impressione su Garibaldi. Il Beril Generale provvedendo da Genova


ai bisogni della guerra sino a tutto agosto 1860, fu meno fortunato dal momento che raggiunse il campo. Come Segretario Generale della Dittatura
non seppe barcamenarsi tra le opposte tendenze combattuto acerbamente
dai moderati, non content Garibaldi tantocch, dopo circa un mese, alla
fine del settembre, Cattaneo lo indusse ad allontanarsi da Napoli e fu detto
che se ne allontanava per recarsi a Torino ad adempiere all'ufficio di depunella lettera che segue,

fece

che aveva soddisfatto pienamente

tani,

tato. Garibaldi fini col ritenere

non

con
gli

il

Bertani devoto a Mazzini anzicch a lui

Bertani a sua volta, non dissimul


suo risentimento per codesta condotta di Garibaldi che
sembr ingratitudine. Traccia dello stato d'animo del Bertani verso
gli restitu

gli

amici

Garibaldi

si

il

trova in varie lettere pubblicate in questo volume e nelle

tomba

d'oltre

pi l'antica confidenza

il

famoso opuscolo dato

Lemmi

[Adriano

3.

alle

Ire

stampe dal Bertani nel 1869.

a Crispi

Napoli].

Amico Carissimo,
Il

paese non

si

agita,

il

ombra

di spegnere ogni

Governo d'oggi

si

di dimostrazione

ma temo durando ancora


polo, ma impiegati.

prese la missione

ha

finirebbe alla turca,

Di te parlano con rispetto nemici, e amici


prima

riuscito

non pi po-

nemici perch t'accusano d'una sola cosa

pongo
di

non

Gli amici poi t'accusan

di tutto

d'averli messi da banda, dimenticando progetti e

consigli

esserti rinforzato

loro.

mono
la

con loro

Nel fondo dei discorsi


il

di tutti

ho trovato un'idea,

tuo ritorno, non per altro che per una sola cosa

te-

tua critica su quanto tutti mestarono da quando partiste.


meriterebbero severa

la

tamone
cercano

molti vennero a ispirarsi a Chia-

e strada facendo dimenticarono tutto Or


d'accaparrare l'avvenire e credono
loro punto

(i)

sia

di partenza

l'impiego.

L'aristocrazia difende a spada tratta l'onest tua, e le

tue buone intenzioni


intenzioni

ma

e no.

Ma

gU

altri l'onest

forse parlando

sempre,

le

buone

meco cercarou pescare

trovarono acque chiare e fondo oceanico.

mi sento da tanto da

Io non

tenesti all'amicizia
dirti

il

ma

ove tu

posto primo nel cuore, questo potrei

quando crederai

la

tua missione presso

il

generale

avrai

nel tuo studio

finita, vieni, e chiuditi solo

tutto per

darti consiglio,

il

paese

te.

Addio...

Palermo, 31

ott.

1860.

L'amico tuo

Adriano.

(i)

Allude a Crispi che in Napoli abitava a via Chiatamone.

[Ferrari a Crispi

4.

Napoli].

Caro Crispi,

Reduce

dalla

campagna trovo

la vostra lettera sul

mio

tavolo coi saluti di Garibaldi e mi affretto a rispondervi

che

il

Giornale Ufficiale del Regno non

a Milano di quello
per inviarvi

lo sia

meno

non sono punto

la discussione sull'annessione

domani (sabato 3

certo di potervela

sconosciuto

a Napoli e che facendo di tutto

I^afarina nulla disse pi di

sett.) inviare.

quanto

trovasi

abbreviato

nei giornali che per lui furono altrettanto fedeli


infedelissimi per me. Il suo dire
il

Generale

non

vi aggrava,

nessuno pu contestare la tragedia di Bronte,

nessuno pu personalmente accagionarne


luzione siciliana.
i

fatti, e

brochure,

quanto

ne aggrava

siccome

capi della rivo-

Solo rimane a ristabilire istoricamente


i

miei editori di Parigi mi chiedono una

abbiate la gentilezza di trasmettermi la vostra

che forse mi capiterebbe a tempo per dire ci che in Parla-

mento non potevasi per niun conto accennare senza

susci-

tare spaventevoli tempeste.

Salutatemi tanto Asproni, ditegli che rammaricai vivis-

simamente
rata,

ma

la

che

sua partenza
alla fine

me

che sostenni una lotta dispecavai soletto col Cavaleri e

la

coU'onore delle armi. Pi non vidi Bertani dal


in cui disse di s a Cavour, e

evitato avendo io

una grandissima dose

per ogni occasione. Purch non mi


privilegio di professare le

massime poi

si

mie opinioni e

di fiducia alle opinioni contrarie, io


e

di filosofia

contesti

cos

pronta

doloroso

il

di rifiutare

un voto

rimango amico

di tutti

dei combattenti del mezzod. Se sapeste

caso che faccio della politica


state sicuro che ci per

politico. Io cerco

di vedere pensatori redenti

dal dominio pontificio e cristiano;

mi fanno sperare una

il

Se mi trovate sulla scena

un motivo non

uomini indipendenti, desidero

il

coraggio,

l'energia

specie d'iniziazione verso la santa

audacia della libera scienza.

Asproni pi

momento

non so perch mi abbia

filosofo dei

MM.

Non

credete voi

il

nostro

Ravaisson, St. Hilaire, ecc.

bench questi ultimi siano patentati dalla Sorbonne ? Eccovi la fraternit che cerco nei libri, nelle tombe, nella rivoluzione italiana,

che non trovo nel Parlamento di

Torino.

Avrei voluto rivedere Napoli per cose di erudizione,

ma

passeggerei nelle vie Partenopee come

dopo tanti Si io
un No maledetto rimango per ora a Milano purch gli
affari non mi chiedano a Parigi o altrove. Se mi fate il piacere di scrivermi ditemi il vostro indirizzo il mio Milano,
:

Contrada
[Milano,

di S. Pietro all'Orto

N.

24.

Addio.

novembre 1860].

Ferrari.

[Lemmi a Crispi

5.

Napoli].

Caro Crispi,
Mordini mi dice d'aver parlato
cati.

al

Generale pei i,ooo Du-

Ti rimetto l'ordinino, mostraglielo

ritenesse la

che entrer
rola sotto

io

bramerei che

somma per darla lui stesso al primo volontario


in Roma
ma vorrei che mi scrivesse una pa-

l'ordine di

Mordini

Ti raccomando

di

farmi

avere questa che sar l'unica soddisfazione mia, una linea


dell'eroe che accetta

colla

data d'oggi.

Nov. 60.

Il tuo

Adriano.

\Crispi a Garibaldi

6.

Caprera].

Napoli, IO novembre 1860.

Mio
Mi valgo

Generale

di Canzio, che viene in cotesta, per dirigervi

queste righe.
Io partir lunedi, 12 del mese, per Palermo. Mordini, ch'
partito ieri sul Plebiscito, fu sino all'ultim'ora col re,
lo

aveva chiesto per riavere quel progetto

ridionale,

il

quale

sull'esercito

me-

che voi gi conoscete.

Ignoro quel che abbian deciso. Nel pubblico per corron


voci

non molto gradevoli intomo

interno.

GU

Farini,

il

stessi

ai

progetti di ordinamento

cavouriani se ne mostrano dolenti.

quale va ad assumere funzioni di commissario

regio, riordina la

valso neU'BmiUa.

sua segreteria col personale di cui

Non

sono ancora nominati

si

era

ministri o

IO

direttori dei dicasteri. I

nomi che vanno

Scialo] a, Mancini, Ferrigni

ed

altri di lor

in predicato,

sono

compagnia.

Tutti mi chiedono se io abbia parlato col

re.

Da' miei ne-

mici sapendosi che io l'ho visto appena, se n' tirato argo-

mento per dire che il re non abbia voluto vedermi, e che io


non abbia avuto il coraggio di farmigU presentare. E' vero
che io non ve ne chiesi e che voi non ci pensaste. Ma il
mio contegno e la vostra dimenticanza non credevo dovessero dar motivo a nuove calunnie.
lyaddove abbiate il tempo di scrivermi qualche rigo, mi
farete cosa gratissima. Continuatemi intanto la v. amicizia.

Vostro di cuore

F. Crispi.

[Crispi a Garibaldi

7.

Caprera].
Napoli, 15 gbre 1860.

Mio

Generale

Vi acchiudo due lettere giunte per voi da Genova. In una


di esse troverete cambiale dei n/ amici di Montevideo, che
i

n/ di

Genova vorrebbero

teresse del

raggirarla per valersene nell'in-

Comitato e della stampa. Nell'affermativa po-

treste inviarla a Bertani, al quale sarebbe

opportuna una

v/ parola di conforto.

Io non son partito per Palermo per difetto di vapore.


Partir

due

Ho
BgU

domani

sul Vesuvio, battello della

compagnia

delle

Sicilie.

visitato pi volte Bixio,

dolentissimo,

il

quale migliorato in salute.

era sconfortato

anche di non avervi

potuto abbracciare prima che partiste. Pel dolore di non


esservi ricordato di lui pianse

a visitarlo.

quando lunedi ultimo 12

fui

Farini qui luogotenente del

ed

Scialo] a

lermo commissario regio, e

Cordova

nistri

questa

governa con

Pisanelli,

Montezemolo va a Paa quanto ne dicono, avr per miTutti questi

e I^afarina.

sono in

signori

quasi vincitori.

ilari e

Un

re, e

altri della stessa fazione.

ordine del giorno, firmato dal Re, concede tre mesi

di soldo ai soldati e sei

mesi

agli ufficiali dell'esercito meri-

dionale, che volessero rimpatriare.

Promette riordinamento

di quelli che resteranno sotto le bandiere.

Se valgo a qualche cosa, comandatemi. Continuatemi intanto la v/ amicizia.


Vostro di cuore
F. Crispi.

{Lemmi a Crispi

8.

Palermo].
Napoli,

Mio

Non

dicembre iS6o.

caro Amico,

ho

lungamente per molti motivi


per
non annoiarti, per non disgustarti di pi, per lasciarti riti

scritto

posare qualche giorno in pace

mondo vanno

Ma

per

ti

ho

in

modo da

che

far venire

scritto quattro volte,

in verit le cose del

l'onco

ai

pi

forti.

due direttamente per

la

una collettivamente a Asproni e Campanella e


una per mezzo di Sceberras
Mandami un indirizzo sicuro, e vdQ ne giover quando voglia scriverti senza tema:
della posta non mi fido ancora. Tu scrivi ai Fili. Di I^orenzo
C. e dentro per me. Amico mio, ritorniamo agli antichi tempi,
posta

e se dura ancora tenace l'idea di vendicarsi della gloria


vostra, bisogner prepararci presto all'esilio. Questo

Governo,
giare

bile di gelosia,

e
e

cervello

voce per

forse,

come

non

rabbia im-potente di padroneg-

ha tocco il
non han pi una

alcuni vogliono, Cavour

forse divien

loro. Tutti, tutti

pazzo

in verit

senza distinzione gridano

ma

re-

12

stano ai gridi

ed

essi

governanti

lo

sanno, e vanno in-

nanzi mirando a stancarli, facendone ogni giorno pi grosse.

me

son sicuro che qui si romperan la testa tutte le reiVAUa


Italia, Non so qual giuoco vi sia sotto, ma
putazioni
che voler supporre aba me due sembrano i principali
bino risolutamente l'idea di stufare il paese non credo
Io per

l'uno l'elezioni, facendo gridare contro le quaranta o 50


celebrit

che

tare per

rore

si

loro

caccer

creder

il

popolo sar indotto con faciUt in erche vi sono, rinunzier ai suoi perch

quelli

mostrino in opposizione per mania d'impieghi, e

si

prender

sono messi attorno passeranno e faran vo-

loro.

ly' altro,

la cessione definitiva alla

dell'unit, per abbracciare la federazione,

standone a capo salva a Cavour


che voi

ove

dieci ministeri

altri delle 2 Sicihe siete ingovernabili,

il

Francia

Piemonte

e gridando
e provandolo

collo

sgoverno che menano qui e meneran presto da voi

altri,

forzano

zione.

un

Un

le

popolazioni a ricoverarsi nell'idea di federa-

figliuolo di casa

Savoia qui, e uno a Palermo con

cerchio di buffoni contenti siciUani e napolitani che

me-

steranno come vorranno, e un gran babbo nel resto d'Italia


diretto

da Cavour, con Garibaldi presidente a S. Marino


vogUa accettare) sarebbe un paradiso da

(s'intende purch
far tacere

anche

murattiani

Comandami sempre

ama come

ti

ama
L'aff.

tuo

Adriano.

[Antonio

9.

Mordini a Crispi

Palermo].

Napoli, 16 Dicembre 1860.

C.

Alla lettera scritta l'altro

ieri

aggiungo stamane poche

righe parendomi necessario tu sappia che

il

malcontento

qua cresce a dismisura visibilmente ogni giorno.

I^e

dimo-

13

strazioni nei teatri grandi e piccoli, incessanti, unanimi.


Il

contagio

nali. Il

si

nome

steso fino al S. Carlo,

come vedrai dai

gior-

sempre pi popolare, diventato

di Garibaldi,

grido di opposizione. Vero che in queste dimostrazioni

entrano

garibaldini dell'esercito meridionale,

ma

anche

che siano di mezzo questi qui l'agitazione sembrami

tolti

possa essere giudicata imponente davvero. Che possa

il

Governo arrivare quetamente all'apertura del Parlamento,


per quanto prossima possa essere, io dubito assai, tanto pi

che la provincia lascia addietro in fatto di opposizione la


Capitale, ove lo scontento,

Sono appena

le

a.

m.

come

t'ho detto sopra, generale.

e gi per le strade sento cantare

il suo nome. Giorni sono


qua Alessandro Bixio. Ha parlato fortemente al Re
Farini dicendo che non sanno governare e perderanno

l'inno di Garibaldi e acclamare

stato
e al

lo acquistato. Dicesi

che dicesse

pas faire votre mtier de Roi


ieri

erano di tentativi

carsi

fatti

al Vittorio
!

Le

da parte

Vous ne savez

voci che correvano

Cavour per riami-

di

Garibaldi sacrificandogli uno o pi uomini politici,

e di riconnubio fra

Cavour e Rattazzi. Ti do questa roba

per quel che vale. Dice vasi pure

ieri

che dovevano essere

rinviati alcuni consiglieri di I^uogo tenenza.

T'ho detto a suficenza perch voi


saviamente dello stato delle

altri possiate

Province

giudicare

continentali.

La

causa della mala intelligenza fra Governo e paese questa,


che il primo dottrinario e il secondo rivoluzionario. L'indirizzo politico stato sbagliato

parmi
zioni

difficile

che

si

e quando non

si

muti

trovi altro rimedio. In parit di condi-

dovrebbe trovarsi

la Sicilia,

che la triade Montezemolo,

con questo anzi di pi

La Farina e Cordova, un co-

stante insvilto alla coscienza dell'isola. Garibaldi ha detto a

Caprera esser sicuro che

il

popolo siciHano non sopporter

a lungo. Io credo necessario cost 28.29.

"

3- 5- 4^- 7- ^2. 27.

2. - 16. 5. - 6. 8. IO. 14. 15. 22. 5. 17. 29. 12.

agitazione)

(un sistema di

A. Morbini.

14

[Giovanni Acerbi a Crispi

IO.

Palermo].

esejrcito meridionaive d'italia

inte;nde;nza ge;ne;rai,e

Napoli,

Carissimo

II)

dicembre 1860.

Crispi,

Permettimi ch'io mi tolga un istante all'ingombro di tutte


queste cartacce per passarlo

almen per

iscritto.

da cure

noje,

men

triste

Sono veramente oppresso da

mi

infinite e

da

Rimasto

loro obliato.

rare le care delizie delle cure

gH

ma

altri,

per

me mi

fra

officiali, io

tempi

per foggiarsi

il

Qui

solito

da

pen-

tempo ch'io non sia


gU ultimi ad assaponon so veramente de-

tu che

di ritrovarti in Patria e tranquillo,

nostre ed

il

so bene quanto sappian di amaro,

sicch ne son gi stucco e ristucco.

meno

affari,

balsamo e conforto soave

sare agU amici lusingandomi in pari


del tutto

conversando con te

si

come

fai,

feHce al-

senti le cose

lavora dai cavouriani a tutt'uomo

Parlamento

servile che sia

pronto a

vender qualche altra libra di carne agH Shyloch della politica e dica

amen ad ogni

giaculatoria ministeriale.

che fanno in questo mentre


bero

scelto

pure

il

cattivo

buoni

I^avorano e riposano. Avreb-

tempo

pei loro pacifici sogni.

Io spero che l'attivit vostra non vi far ora difetto, ora che
si

trattano sorti vitaU per la Patria Italiana, e che per virt

vostra uscir dall'urna elettorale qualche bel nome, qualche


eletto

Tra

veramente che

ci sia

garante di migHore avvenire.

amici nostri vo' ricordarti Cairoli, Achille Sacchi

gli

mi pare rappresenterebbero degnanon inattiva di quella


sacra falange destinata in non lontano avvenire a guidare
e Chiassi Giovanni. Essi

mente
la

il

Paese

Nazione

allo

e farebbero parte

scopo verace, all'Unit e

alla I/ibert.

15

Tu

li

conosci gi,

li

ed opportunit della

meco

apprezzi e converrai

nella

bont

scelta.

Accogli intanto con quel cuore con che te lo invia un abbraccio del

Tuo

affezion.

G. Acerbi.

Giovanni Acerbi milite dell'indipendenza italiana sin dal 1848, fu


a capo dell'Intendenza dei volontari garibaldini, dallo sbarco dei Mille a Marsala sino alla liquidazione della contabilit di quei Corpi. Ebbe la piena fiducia di Garibaldi, che lo incaric nel 1862, insieme a Crispi e a Giacinto Bruzzesi, della revisione dei

conti della spedizione che fu fermata

Per questa spedizione fu arrestato

campagna

volontari anche nella

(Cfr. lettera

ad Aspromonte.

107) Diresse l'Intendenza dei

del 1866 e prese parte all'altra

campagna

del 1867 col grado di generale. Mori nel settembre del 1869.

II.

[M ordini

a Crispi

Palermo].
Napoli, 26 dicembre 1860.

Caro Crispi,

Da

discorsi avuti

con persona che ho ragione di credere

informatissima di tutte cose, parmi poter concludere che


Farini abbia gi dimandato di
i

Consiglieri se ne

andranno con

ritirarsi, (i).
lui.

Ho

Naturalmente

motivo

di credere

probabile l'invio qui del Principe di Carignano. Si parla

anche di Rattazzi, e forse sar quando

mente occuparsi

di questo affare,

fra quell'uomo di Stato e

ly'imperatore

il

il

durando

Re

voglia diretta-

la

nota inimicizia

Conte di Cavour.

abbench lo abbia esplicitanon si anche deciso di far


francese da Gaeta, e questo caso

Napoleone,

mente promesso pi
allontanare la flotta

volte,

molto grave perch lascia dubbiezze per

lo avvenire.

Cavour, un po' per l'attitudine del governo francese, un


po' per la condizione delle cose nell'Italia Meridionale,

l6

stato
Il

ammalazzato

ha dovuto ricorrere a parecchi

suo sistema certo non stato

felice

le

salassi.

popolazioni delle

Provincie continentali napoletane ne hanno fatto giustizia.

Resta a vedere se quelle

Di cost

si

mandano

faranno miglior viso.

siciliane gli

ottimi rapporti

almeno iersera un Consigliere

ufficiali

cos diceva

della lyuogotenenza napoletana.

Negli Abruzzi dicesi che la reazione faccia progressi.

Saluta

gli

amici.

Tuo

aff.mo

Morbini.

(i)

In gennaio, infatti,

Carignano,

il

Farini fu sostituito dal principe Eugenio di

il

quale condusse seco Costantino Nigra come Consigliere.

[M ordini

12.

a Crispi

Palermo].
Napoli, IO gennaio 1861
Via Toledo, N. 168.

Carissimo amico,

Mi
Il

rallegro che tu

uscito sano e salvo dalla burrasca

sii

popolo Palermitano

si

Montezemolo avr data

non credo

Qua

si

possibile che

aspetta

sono convinto,

il

al

si

la

sua dimissione.

rimettano in posto

Principe Eugenio,

mal

(i).

fatto onore. Io ritengo che anche

ma

S'egU

le cose.

egli

non

resta
.

riparer,

fatto. I^a reazione all'ordine del

giorno. I tumulti scoppiano giornalmente or qui or l nelle

province e nella stessa Capitale.

Il

malcontento

al

non

plus ultra e trova ogni giorno nuove forze nel caro dei viveri.

Reazionari da una parte e liberali disgustati dall'altra

ecco la situazione.

Il

e alle miUzie regolari.

Governo ridotto
Il

alla

sua consorteria

ritorno di Garibaldi invocato ad

altissima voce. Intanto brutti intrighi elettorali da parte


del governo.

Il

partito liberale lavora e spera vittoria.

r?

In mezzo a tutto questo parmi vedere ancora qualche


yerme di Murattismo.
Addio. Scrivi e credimi tuo aff.mo amico

Ant. Morbini.

(i)

Allude al tentato arresto di Crispi, ordinato dal I<a Farina, che de-

termin

le

dimissioni di questi daU'ufi&cio di Consigliere di I,uogotenenza.

Contro l'abuso cui riusc a sfuggire, Crispi prepar una denuncia

al

magistrato

che probabilmente non fu presentata. I fatti erano in essa esposti nei seguenti termini come
del

si

legge in

una minuta

Verso

corrente mese parecchi carabinieri reali

le

si

ore 5

porta per eseguire non solo una visita domiciliare,

ma

mio

alla

arresto, in

accorsa, di

adempimento, siccome dichiararono

un ordine

scritto e

% antimeridiane

presentavano alla mia

anche procedere

al

Guardia Nazionale
sottoscritto dal Signor Giuseppe I,a Farina,

consigliere di lyuogoteneirza pel dicastero dell'Interno e Sicurezza pubblica.

Forte del diritto pi sacro del cittadino, l'inviolabilit del domicilio e della

mi negai ad aprire la porta ma temendo che da una


prima violenza si passasse ad una seconda, pensai allontanarmi dal mio
domicilio. Questo flagrante abuso a mio carico commesso per ordine e man-

libert individuale,

dato del detto I^a Farina imped che in quel giorno potessi esercitare
ritto di elettore nella scelta dei consiglieri al

Questi

citt...

atti...

che
il

li

si

accrescono di grado nonch di pene accessorie,

vi concorra l'aggravante di esser

commessi da un'autorit costituita

ordina per sfogare una propria vendetta.

I<a Farina,

il

Ed

in questo caso trovasi

quale per molti antecedenti villanamente ed illegalmente

voleva consumare una privata vendetta contro di me...

[Mordini a Crispi

13.

di-

costituiscono reati d'indole e genere propri, punibili

con pene corporali che

quando

il

Consiglio municipale di questa

Palermo].

Napoli, ig gennaio 1861.

Carissimo amico.
Riscontro la tua lettera del 12 andante e torno a

grarmi come nell'ultima mia per

la

fortuna

ralle-

clie avesti di

salvarti dagli artigli Ivafariniani e per la vittoria restata al

buon

diritto. Il

Cordova

contraccolpo dei brutti fatti di

La Farina

stato risentito a Torino e n' rimasta scossa, a

i8

quanto mi scrivono uomini

positivi, la popolarit di

Cavour,

cui profetizzano prossima inevitabile caduta gli stessi in-

timi amici suoi.

Ma

questo forse troppo esagerato allar-

larme. lyavorano per attivissimamente contro lui

gli

uo-

mini della Monarchia Nazionale mossi dalla speranza di


succedergli e fanno di tutto perch le elezioni riescano antiministeriali.

Per me, anche tenuto conto degU

questo senso pi o
liane,

meno

sono d'avviso che

il

fanno in tutte

si

le

sforzi

che in

provincie ita-

Parlamento sar Cavouriano. Non

sono per anche accadute cose tanto straordinarie da far precipitare

il

presidente

dei ministri dall'altezza

cui salito

nella pubblica opinione dell'Italia alta e media.

mente

si

General-

crede che Napoleone sia favorevole all'Unit ita-

Uana, e se ne gode, perch

favor suo,

il

e,

occorrendo

l'at-

tivo concorso sono reputati necessari al conseguimento della

medesima.

Cavour

tale credenza si

sia l'occhio dritto in Italia di

quello l'alleanza francese

vour

appoggia poi l'opinione che

si

forte

non

Napoleone e che senza

esisterebbe.

fluenze, di rapporti, d'interessi in cui

tanta parte d'Italia durante


zione. Aggiungi che sebbene

dice

il

Ecco perch Ca-

anche astrazion fatta dall'ampia rete d'in-

ha saputo avvolgere

suoi lunghi anni di

non

domina-

passi mese, secondo che

Re, senza ch'ei dia la sua dimissione, fatto che

il

potere esercita un fascino potentissimo sull'animo suo, e che


egh, per quanto da lui dipende

ci

come

sta attaccato

ostrica

allo scoglio.

Adesso con arte da non sdegnarsi fa a guisa di tacchino


ruota intorno a Garibaldi e

manda paroUne

la

confettate di

stima, di rispetto, di simpatia, e accenna con

modi

lusin-

ghieri a desiderio di cordiaU intelligenze e fa dell'isolotto di

Caprera segno costante a diplomatici pellegrinaggi adope-

rando uomini che invece di destar sospetto, riescano


diti.

gra-

Dicesi che l'industre Conte abbia cominciato lo stesso

lavorio, sebbene in proporzioni d'assai minori, per tirare alle

sue reti alcuni Generali Garibaldini. Per lo pi


questo
i

suoi

onorare apparentemente Garibaldi

vituperare e

Generali,

trattare

il
:

programma
guadagnare

come marmaglia

gli altri.
Il nuovo Consiglio della I^uogotenenza Napoletana non
ha incontrato il pubblico favore. Prima che fosse definitivamente composto fu chiamato a concorrervi il De lyuca,
il quale appose per condizione che fosse data ampia soddi-

me-

sfazione all'elemento garibaldino. Capirai che piacque


glio fare a

meno

stato costituito

Nazionale

si

Appena

dell'opera sua.

il

Consiglio,

seppe come era

si

una Deputazione

Guardia

della

present al Nigra per richiamarsi della conferma

non diede buon saggio

di Spaventa. Il Nigra

di s. Parl

con

grande fatuit di s stesso attribuendosi tutto o gran parte


di ci che erasi fatto in ItaHa durante questi ultimi

anni,

nomina del nuovo ConsigUo come quella che era


stata proposta da Poerio, il pi grande cittadino dell'ItaHa
meridionale, quell'uomo la fama del quale era europea, e
e vant la

ai

patimenti del quale solamente

vile si era

commosso

si

dovea

veemente

e tanto

se

si

il

mondo

pubbUca opinione contro Ferdinando II.


Ieri sera avemmo una dimostrazione. Cominci
di viva Garibaldi, viva
si

il

ci-

era svegUata la

col grido

nuovo Ministero, e qualche voce

ud gridare viva Spaventa. Per

avanzava lungo Toledo verso

il

mano a mano che

si

Palazzo Reale s'ingross di

gente cui non garbavano alcuni di quelli evviva, e

udi-

si

rono altre voci. Evviva Garibaldi sempre e poi viva Liborio

Romano

abbasso

il

Ministero

corse molta Guardia Nazionale

post anzi

abbasso

un picchetto

fuciU contro la dimostrazione,

Ac-

Spaventa.

della quale im-

ma non

si

ebbe

a deplorare alcun disgustoso fatto e la dimostrazione poco


a poco

si

apparire

sciolse e le porte delle case


si

che

si

erano chiuse

al

suo

riaprirono. Si parla di altre dimostrazioni per

oggi e stasera,

ma

io ci

credo poco.

20

Ieri fu

passata dal Generale Savoiroux la rassegna dei

Corpi Garibaldini stanziati qui a Napoli.

I^a parola Corpi

non corrisponde aUa realt delle cose d'altronde, perch


bassa forza non ce n' pi e restano solo gH uffiziali. Mi assicurano che due buoni terzi d'uffiziali hanno dato la loro
dimissione. Per quelli che restano

mandati ad Alessandria
Commissione di

I^o

sembra deciso che verranno

Stato Maggiore Generale e la

scrutinio, che per ora

non

si

riunita,

fis-

seranno loro stanza a Formia.


Delle cose di Sicilia

Tu

si

molto parlato qui e molto

parla.

vai lodato per la fermezza mostrata e anche per la svel-

tezza nel sottrarti ai carabinieri.


del

si

ItO.

Abbiamo saputo

Farina a Messina. Molte cose riescono

ad intendersi e

come

fra queste

le

prodezze

difficili

peraltro

Montezemolo e come

resti

durino nella loro carica alcuni Governatori. Anche di SantElia

si

fanno

Scrissi in

le

maraviglie.

Toscana che

io

non voleva

far passo alcuno per

prossime elezioni. Qui vogHono propormi per la provincia

le

di Reggio contro la

sar fiasco sicuro.


ripeto ci che

ti

mia opinione, poich ritengo che

Tu mi

ti scrissi

causa di contrasti con

dici

che sar proposto in

altra volta, ch'io

altri patrioti e

col

Sicilia

non voglio

essere

d'altronde troppi cit-

tadini voi avete degni di rappresentare la Sicilia per rivol-

gervi a me.

Addio, sta sano e abbiti una fraterna stretta di

mano

dal

tuo aff.mo amico


A. Morbini.

[Garibaldi a Crispi

14.

Palermo].
Caprera, 23 febbraio 1861.

Caro Crispi,

Ho
del

la vostra di

mio

silenzio.

gennaio

Non

giuntami

ricordo d'aver

ieri

ove vi lagnate

mancato

di rispondervi.

21

modo

In ogni

giammai
bile

io vi

e non potr scordarvi


Salutatemi caramente l'incompara-

sono fratello

Scrivetemi

vostra compagna e credetemi per la vita


Vostro

G. Garibai^di.

Salutatemi

gli

amici.

[Maurizio Quadrio a Crispi

15.

Torino].

Milano, 3 marzo [iS6j].

C. Crispi,

Pippo

(i)

mi

scrive di pregarti perch tu voglia assumerti

di presentare al

Parlamento

l'indirizzo per lo

sgombro

di

Roma, del quale furono messi in circolazione nell'Italia del


Nord pi centinaia di copie. Se tu acconsenti, pubbUcher
un avviso affinch vengano spedite a te a Torino. Tu poi
staccheresti

l'indirizzo al

Parlamento itaUano, dagU

altri

due, che sono a Napoleone III e al Parlamento britannico

che riceveranno pi tardi la loro destinazione.

Ti prego di rispondermi subito se accetti.

Ho

chiesto pei revolvers

a Pilato
I

mi hanno mandato da Erode

quando avr trovato

il

bandolo, te ne informer

miei rispettosi saluti alla tua Signora.

Ama

il

tuo

M. Quadrio.

Maurizio Quadrio fu uno dei pi zelanti e fedeli collaboratori di Maz(i) Diminutivo di Giuseppe, col quale gli amici chiamavano Mazzini.

zini.

22

[Crispi a Quadrio

i6.

Genova].
Torino, 5 marzo, 1861.

Caro Quadrio,
Accetto l'incarico che mi vien dato. Quindi potrai stampare
l'avviso al quale accenni nella tua.

Pei revolvers parmi aver sentito dire che furon mandati


del

all'ufficio

MiHone

rivolgersi a Finzi

Con fraterno

di fucili, (i).

Quindi bisognerebbe

ed a Besana.

affetto

Tuo
Crispi.

F.

(i)

Fondazione patriottica sorta per iniziativa di Garibaldi e avente per


col danaro di pubbliche sottoscrizioni, per la

iscopo di acquistare armi

guerra d'indipendenza.

[Benedetto

17.

C air oli

a Crispi

Torino].

Pavia, ig

Carissimo

Ho

la

mano

pato saluto

paralitica, e scrivo quindi a fatica e per la

settimana

ove non

personalmente

tadino,

come
?;ione,

di lettera,

Queste poche

ma

di antici-

poich spero trovarmi a Torino, fra qualche


lo

sar con te interprete


scerti

di forzato riposo.

hanno dunque pretesa


;

1861].

prima volta dopo un mese


parole non

{3.

impedisca

la infermit.

Intanto mi

mia Madre, desiderosissima di conoessa ammira in te il benemerito cit-

che all'avamposto della palestra parlamentare,

lo fu

sempre n^l pericolo

della cospirazione e dell' a-

23

Ti ringrazio della tua lettera


Addio, carissimo

il

tuo

nome

mi

fu preziosissimo regalo.

spesso sul

mio labbro, sempre

in cuore. Credimi.
Il tuo

dev.mo aff.mo amico

Benedetto

[Garibaldi a Crispi

i8.

CairoIvI.

Torino].

Caprera, 21 marzo 1861.

Mio

caro Crispi,

Alcuni de' nostri amici che avvicinano

il

Re dicano

a lui

e che faccia
con
cessare
persecuzione contro
camicie rosse
od
cui cercano
spopolarizzarlo. Trecchi potrebbe
Generale Sanfront a cui potete presentarvi con questa
e che do per un vero e buon amico nostro e
che pensi agl'invalidi dell'Esercito Meridionale
la

le

fatti

farlo

di

il

vi

Un

dell'Italia.

caro saluto alla Sig.ra


V.ro sempre

G. GaribaIvDI.

[Crispi a Garibaldi

19.

Mio

Generale

Caprera].

Tolgo l'occasione del viaggio

di

amici nostri in Caprera

per diligervi queste poche righe.


Il

conte di Cavour, in una commedia rappresentata al

palazzo Carignano e che porta per titolo

le

interpellanze

ieri

che

Roma

non Torino dovr

essere

la Capitale d'ItaHa,

ma

che noi dovremo andare a

Roma

Audinot, diceva

&4

quando ce

permetter

lo

grave delitto

magnanimo

il

Bonaparte. Diceva sarebbe

lyuigi

conquistarci la capitale senza la volont del

anche nel caso che noi fossimo in forza

alleato,

da poterci battere

colla Francia. I^a gratitudine

stanza pagata con Nizza e Savoia

data dal nobile conte

deve tenere umiH servi

ci

che comanda dalle Tuileries.


detto se

il

permesso

sar pagato

ci

Roma ci sar dato gratis,

buona terra itaHana, come

in

ricor-

di colui

Conte di Cavour non

Il

andare a

di

non abba-

circostanza non

l'aiuto

ha

o se

datoci

al 1859.

Sabato, 23 del mese, avvenne alla Camera una scena un


Profittando delle interpellanze del Generale

po' tragica.

I^amarmora a

S.

B. Fanti, noi

ci

preparammo a dare un

salto a quest'ultimo, afin di far noto al Paese

tamenti che furon

avendo presa
cuore

(i),

fatti all'Esercito Meridionale.

la parola, si

as-

cattivi trat-

Ma Sirtori,

abbandon per impulso del suo

a giusti risentimenti, e ingener

un

tal

tumulto

che non fu pi possibile per noi continuare a discutere su


quell'argomento. Noi siamo sciaguratamente costretti a

mandare ad un
pender

altro giorno

una

la sorte dei generosi volontari

Meridionale

al

ri-

discussione, dalla quale diaccorsi nell'Itaha

vostro appello.

In Napoli ed in

Sicilia si solennizzato

il

vostro giorno ono-

mastico con vero entusiasmo. Quelle Provincie per sono in

un vero

disordine. Il conte

Cavour raccogUe

frutti di quella

agitazione provocata quando governavate voi. Alle mancate

promesse, di che eran prodighi

cavouriani durante

della dittatura,

dovuta succedere una diffidenza

divien

moderati

difficile ai

il

governare.

Il

il

regime

tale,

che

paese desidera

tempi della vostra amministrazione, e Cavour non ha altro

modo

a difendersi, che accusando

cani etc,
tersi al

volgari.

quah non

lavoro se

si

esistono,

continua

ma

mazziniani,

repubbH-

che potrebbero rimet-

a farne

il

segno d'ingiurie

25

Nella politica generale a parer mio tutto accenna a pros-

sima guerra. Vogliate voi segnarci una linea di condotta,


afn di agire

d'accordo nelle prossime contingenze.

Sapreste dirmi qualche cosa del Comitato,

Un

NapoU

quale

il

si

dono a voi d'una spada d'onore ?


De Negri, presentatosi a me, mi disse che in tutto ci

costituito in

pel

c'era la vostra adesione. B'

del Comitato

bene avvertirmene, giacch quei

han raccolto fortissime somme,

facciano cattivissimo esito.

VogUate anche in

temo che ne
ci

darmi

le

vostre norme.

Comandatemi

e tenetemi

sempre

Torino, s6 marzo 1861.

Vostro di cuore
F. Crispi.

(i) Il

malumore

dei garibaldini ebbe in questa seduta del 23

terprete nell'austero generale Sirtori,


la

condotta di Cavour.

Se

il

diplomazia

la

marzo un

in-

quale pronunzi gravi parole contro

egli osserv

disse

al

Piemonte
Noi

d'intervenire, lo disse perch voleva che s'intervenisse contro di noi...

fummo

trattati

non da amici, da

patriotti,

ma da veri nemici

[Berfani a Crispi

20.

Torino].

Genova, 9 aprile 186 1.

Caro Crispi,
Nicotera mi

manda

tere sicuramente nelle

l'acchiusa

mani

del

quanto mi scrive Nicotera

porre un termine
coli' andarvi lui.

ai

pregandomi

lo si

di farla rimet-

Io l'affido a

Generale.

te.

prega in quella lettera di

pericoH che corre tutto

In questo stesso senso

gli

il

regno di Napoli

fu scritto da altri,

26

ed a
si

lui e

a Ferrari fu mandata una petizione stampata che

sta firmando in Napoli, e che

una

requisitoria contro

il

governo di Torino. Fattela dare da Ferrari.

Siccome tu hai

facile accesso presso

il

Generale, cosi pensa

non si mostri sempre spiato e sorvegliato


dai cagnotti che ha d'intorno in modo che non libero a
chicchessia il dire due parole riservate a lui solo. Tu forse
conoscerai la scena fatta al Bemieri che aveva un indirizzo
e procura ch'egli

da presentare a lui
e l'opposizione
da Medici, Canzio, Missori, a che il Generale dicesse o
scrivesse una parola per una mia qualsiasi candidatura. Fu
e che prova una volta di pi che si
una scena scandalosa
della Societ Unitaria

fatta

voglia usufruire del Generale per esclusivo vantaggio degli


ufficiali

dell'Esercito

residui

ad

Meridionale, togliendolo

ogni iniziativa pohtica.

Spero che oggi


senso nella
lit

le

Camera

interpellanze Brofferio

e sveleranno

(i), ecc.

faranno

una nuova e vergognosa

contro Garibaldi. Gli arruolatori

ci

sono davvero

osti:

ma

sono per conto o per concessione di Cavour stesso.

Tuo
Ag. Bertani.

(i) Il

deputato Angelo Brofferio interpell

il

ministro Minghetti sulla

mandato dell'autorit giudiziaria,


al cosiddetto Comitato Garibaldino in Genova cio a quel Comitato di provvedimento. E biasim il governo per l'illegalit commessa senza raggiungere

perquisizione dalla polizia fatta, senza

alcun risultato, e pi pel suo indirizzo ostile agli uomini che avevano
rato quasi tutta l'Italia
zione era mancato

ducendo

il

Il

libe-

Minghetti ammise che per l'eseguita perquisi-

mandato del giudice, ma sostenne la legalit di essa adun reato, quello cio di arruolamenti clandestini,

la flagranza di

che in realt non fu constatato.

27

[Bertani a Crispi

21.

Torino].

Genova, 13 aprile [1861].

Caro Crispi,

Non

trascinate per carit Garibaldi in Parlamento. Egli

vi trover le amarezze,

il

compatimento, l'abbandono che

vi trov l'anno scorso di questi d.

Oh

volesse mettersi francamente

allora ogni scandalo

menerebbe

alla

colla rivoluzione

mta.

Ma

ed

per far tran-

sazioni adesso o per ottenere sanzione ai suoi progetti, fiato


e decoro perduto.

Gli ufficiali suoi ve lo spingeranno,

lieti

e contenti di avere

colla sua umiliazione facilitate le concessioni che otterreb-

bero per glorificazione della temperanza e generosit dei moderati.

Caro

Crispi, tu

non spingerlo
parta. Egli

al

che hai ascendente meritato sul generale

Parlamento. Scriva chiaro, tondo, forte e

ha miUe motivi per non accettare

la citazione del

Sig. Ricasoli. (i).

Se
sero

il Re amasse Garibaldi come questi l'idolatr ed avesambidue fede nella rivoluzione temprata da Garibaldi

stesso

quanti

quanto

bene

Europea

Tu

mah

da oggi

eviterebbero

farebbero

all'

Italia

ed

alla

alla

Patria e

democrazia

sarai gi persuaso e convinto della solennit delle cir-

costanze. Fa', te ne scongiuro, che

non avvengano scandah

senza frutti possibili condegni, e pi senza dehberato proposito di venirne a capo

Mi

si

scrisse

30. partito. (2).

che tu

una

eri in

Io respinsi

il

volta.

questo cimento cogU uomini del


sospetto

epper ignoro quali

28

fossero per

rondini

essere

forti

propositi

codesti

di

pseudo-gi-

Tuo
Bertani.

Ricevesti
di Nicotera,

(i)

I<a

una lettera mia con


premeva assai.

altra pel Generale

parlamentare sullo scioglimento dell'Esercito

discussione

volontari fu provocata dal barone Ricasoli, che stim opportimo

si

Era

dei

trattasse

Parlamento un argomento che agitava il Paese.


(2) Fu chiamato cosi
gruppo dei deputati formatosi intorno a Rattazzi con programma liberale
temperato, tra il partito moderato e la Sinistra.

in
il

[Bertani a Crispi

22.

Torino].

15 aprile, sera [iS6j].

Caro Crispi,
Rettifico

Bernieri recava un indirizzo


dopo

taria di Milano in cui,

della Societ Uni-

ringraziamenti al Generale per

avere accettato la Presidenza onoraria di quella Societ,

chiedeva due parole per me, al fine di valersene per una candi-

datura qualunque.

Non

era quistione per Milano, giacch

vi era portato Medici dalla stessa Societ.

mi si dovesse un po' di giucome l'invocava la Societ Unitaria


concorrenza Medici, non formul le

Garibaldi parve sentire che


stizia e di riparazione,

ma

poi, confuso dalla

sue buone disposizioni.

Ho
che
e

fatto tutti

uomo

possa

sagrifici di

fare,

amor proprio

e di rassegnazione

facendomi responsale di cose non mie,

non difendendomi dove avrei potuto mettere

altri in ballo,

sperava davvero che molto prima dell'arrivo in Torino

29

il

Non

Generale sentisse che mi dovea un po' di giustizia.

io certamente lo sollecitai nei passati 6 mesi

messo

n avrei per-

l'indirizzo della Societ Unitaria per quello

guardava

ma

non era

mi accontentai

Non havvi

alla

mio potere l'impedirlo

in

prova che mi

cuore, per grande che

Kbbi

fede,

ma m'accorgo

ri-

e quasi

davvero dolorosa.

dove non possa pene-

quando a lungo, abilmente,

trare la difiSdenza
vi stillata.

riesci

sia,

che mi

da moltissimi

che bisogna invece aver

forza di polmoni, di fegato, di penna, e di indifferenza. Egli


perci che

non avr riguardo a chicchessia scrivendo

le

me-

morie mie del 1860.

Che

pi d'una lettera mi ripete

l'istessa

siamo perduti. Nicotera d'altronde avea pregato

baldi, o

Cuneo

Con ogni corriere


istanza
venga Gari-

parve della lettera di Nicotera

ti

di chiedere

ed ottenere dal Generale che

presso di s per qualsiasi impresa tentasse.

mai

da

tentarsi adesso

cenziare Cavour

Di persuadere

Fia pi

il

lo

chiamasse

qual'impresa

Parlamento a U-

conquistar Venezia

facile

coi

fuochi d'artifizio.
Iv' errore

Va

Palermo fu riparato.

pel Comitato di

Sento che

il

Generale andr in Parlamento e ne

bene. Tiriamone tutto

il

Nel pro-

I^a mistificazione delle tre divisioni abile.

getto di legge del Generale

miHti nazionali o

zia soltanto
giata.

non

si

comprende

se

vogha

regi-

Guardia nazionale mobile tutti gh uomini, op-

strati nella

pure

dir.... (i).

profitto.

censiti e censibiH per quella mili-

se leva d'ogni

in questo caso

grama

classe sociale o di privile-

risorsa.

Tuo

di cuore

Ag. Bertani.

P. S.

I^a

Campana

della

Gancia giornale nostro

rebbe un confeder abile? Scrivimene.

Hawene

Sa-

altri di liberali

in Sicilia

dere

(i)

Messina converrebbe fondarne uno o

Fanti e

il

Cavour, per

lo

un suo progetto

18 aprile per svolgere

l'armamento nazionale,

il

diffon-

(2).

Garibaldi and alla Camera

di legge per
il

tuo?

il

e attacc fieramente

Governo, cio

il

scioglimento dell'Esercito Meridionale e per la

cessione di Nizza alla Francia che lo aveva

fatto straniero in Italia

Ac-

Cavour di aver provocato una guerra fratricida . Garibaldi fu


rumoreggiato dalla maggioranza ministeriale. Cavour si difese molto abilmente gli animi parvero calmarsi, ma la seduta suscit grande impressione
nel paese.
(2) Il giornale fondato da Crispi a Palermo nell'anno precus altres

il

cedente era

Precursore.

il

[Crispi a Bertani

23.

Genova].

Torino, 22 aprile 1861.

Mio

caro

Bertani,

Gl'imbarazzi di questi giorni mi hanno impedito a rispondere prima di oggi alla tua del 15 corrente.

Tu

hai pienamente ragione.

zione.

Ma

Tu

fondo amico, negligente con

in

me

per

un

meriti

atto di ripara-

tu conosci Garibaldi meglio di me.

Se

io

mi son

gli

amici.

Tu

sai, ch'egli

Che ha

fatto

mai

rilevato dalle calunnie lo stato per

opera mia individuale. Far modo, perch

egli faccia atto

un segno

di riconoscenza.

che

tale,

I/a

l'ha
i

ti

valga

Campana

agli occhi altrui

della

Gancia nostra, perch

mai voluta. Ecco tutto

il

segreto.

Ma

il

Governo non

redattori

non sono

migliori amici nostri.

Per

le

straordinarie perdite del Precursore nei due mesi

ch'io stetti in Napoli,

un

defict di

mi trovo per

2,000 e rotti franchi.

e siccome in

la gestione

A pagarli

passata in

non so come

questo mese scade una cambiale

di

fare

975 franchi.

31

vorrei sapere, se tu sui fondi dei quali puoi disporre, potresti

dare l'occorente. Nell'affermativa dovresti


favore di

mio cugino

felice

Di Maggio,

il

mandar

tratta in

quale n' l'ammini-

stratore in Palermo. Scrivimi.

Ti saluto di cuore

Tuo af.o amico


F. Crispi.

[Bertani a Crispi

24.

Torino].

Genova, 25 aprile 61.

Mio

caro Crispi,

Ti acchiudo un bigliettino da Mille Franchi dei quali, come


ti scrissi,

indicherai la destinazione nella ricevuta.

Penser a trovarti un redattore


tendi fissargli al mese.

Parmi che

il

ma dimmi

dovr in quest'occasione

Diritto

e franco ed espHcito.

Non voghamo pronunciamenti


antitesi fra mihtari e civih.

2 Xbre.

Non voghamo

n di toga n

quanto

in-

(i).

d'armata,

farsi forte,

non voghamo

Non voghamo

avviarci al

n cose pi nere

infine tirannie,

di sciabola, chiunque la cinga.

Avrai veduto

il

mio telegramma

al Tripoti

responsivo a

pi di uno de' suoi ne' quah mi chiedeva e m'informava di


parecchie cose. Di
rini

documento

Tu

in

al

Fafor-

mia posizione come Segretario

nito riflessioni circa la


d, e

dovuta

Al Bargoni ho

l'origine o l'invenzione,

e Cia, deh' accoglienza a fucilate.

una

lettera del Tripoti.

puoi egualmente considerare

che

in quei

(2).

io

conosceva

il

pro-

clama di Fanti con cui appellava Garibaldi avventuriero


conosceva

le

mene

interne per promuovere, con soscrizioni

a petizioni stampate,

il

pronto ingresso deU'esercito del Re

a ristabihre l'ordine e la tranquillit nello Stato

e cono-

sceva l'animo di Garibaldi in proposito. Conosceva l'impres-

32

sione giustamente sgradevole fatta al Generale dallo sbarco


di

un battaglione

Napoli e di un reggimento

di bersaglieri in

Re

della brigata

a Castellammare con l'ordine di

bedire a Garibaldi.

B tu devi ricordare come

di Artiglieria regolare Savi, che poi

il

non ob-

bravo capitano

mori a Gaeta, chiedesse

per favore al suo comandante di permettergli di recarsi al

campo con
permesso.

suoi uomini per aiutare, e ne avesse

limitato

questo Capitano, di cui parlommi prima per ot-

tenergli accesso presso

diedi la sera del 28

grandomi tanto

una

il

Gen. Garibaldi, Mad. Collet, io

lettera

appunto pel Generale,

della generosa impazienza ed

ralle-

offerta del

Savi. Io conosceva che nessuna comunicazione ufficiale era

stata fatta dell'ingresso od intenzione di entrare


dei Piemontesi negli Abruzzi. Io conosceva
sizioni del

campo.

non

altro.

Ero

altri

in

23 7bre

Napoli mentre Garibaldi era

Rispondeva rapidamente

Se avessi avuto intenzione


usato

il

buone dispo-

governo di Torino a nostro riguardo. Io infine era

Segretario e
al

le

termini

di far

ed evasivamente.

opporre resistenza, avrei

ed avrei tentato ben prima queste mie

manifestazioni se fossero quali mi

si

suppongono.

So adesso dal Bargoni che il Generale non vuole che si


parU o scriva pi oltre intorno il telegramma ristampato
stamane, a mia insaputa, sul Movimento per opera di Brusco;
tu regolati in conformit.
Ivcssi

cenni,

benissimo

ma

il

tuo discorso e vi trovai ci che mi ac-

da Crispi mi attendeva maggiore discussione

di

principii sulla poHtica governativa dal 59 in su (3).

Pure, tu e Ugdulena oltre

gran tema, e

il

Bixio foste

soU a toccare

il

Uberaloni Broflerio e Cia non zittirono perch

bisognava mettersi troppo innanzi.

Tuo

di cuore

Ag. Bertani.
(i)

Crispi gli

aveva domandato che gli proponesse il nome di im buon giora Palermo per redigere il Precursore.
(2) Si ri-

nalista che volesse recarsi

33

ferisce all'accusa

mossa gi parecchi mesi prima

al Bertani, di avere,

era Segretario Generale della Dittatura, ordinato al Governatore di


di ricevere a fucilate

soldati piemontesi se avessero varcato

bruzzo. Egli se n'era gi difeso in

ima

quando
Teramo

contini dell'A-

lettera del 3 ottobre 1860 alla Gazzetta

aveva dichiarato che essa era ima delle tante calun e la pi infame .
(3) Accenna probabilmente
al discorso prontmziato da Crispi nella seduta della Camera del 18 aprile,
memorabile pel duello oratorio tra Garibaldi e Cavour.
di Torino, nella quale

nie con cui

si

volle colpirlo

[Crispi a Bertani

25.

Genova].

Caro Bertani,

Qui acchiusa
ne avevi

Mi

propone pel Precursore

si

il

Sig.

OHva, del quale tu

vevi scritto a Bargoni, perch trovasse

ne

sarei contentissimo. K'

mio

a-

ad occuparlo. Io

ben per sappiate

le

condizioni del

giornale.

Il

di

che tu

la ricevuta delle mille lire nei termini

richiesto.

Precursore aveva

met

paga

un

deficit di

grazie al tuo intervento.

SU.O redattori,

Hera che

il

2,000 franchi, diminuito

Non ha pagato mai

fogli esteri, e

casa

lo stipendio

nuovo peso, che apporterebbe un


il

meno

possibile.

mi sobbarcher a questo
rando,

il

non

valore necessario alle spese quotidiane di stampa,

posta, carteggi, amministrazione, gerenza,

che fosse

giacch non tira colla vendita gioma-

abbonamenti

ai

per un redattore sarebbe un


deficit.

Quindi bisognerebbe,

Tuttavia essendo necessario, io

peso, sicuro peraltro

che, perdu-

fogHo migliorer economicamente. Posto ci darei

ad Oliva, casa e 100

fr.

al

mese.

Il

suo onorario aumenter

coir aumento della vendita del fogHo.

Far un opuscolo
la nostra

La

guerra

civile.

svilupper in essa

poHtica e quella del gabinetto di Torino.

Dammi

quelle notizie che potrebbero giovarmi. B, in proposito, sa-

34

presti dirmi
in Napoli
Il

il

giorno dell'arrivo dei primi soldati piemontesi

mio discorso

alla

fu appena di met, dovetti

Camera

troncarlo, causa l'intolleranza della Destra che

ambiva a

chiudere la discussione. I nostri avversarii sono intolleranti

ed un miracolo quando giungiamo a farci ascoltare.


In SiciHa

nostri lavorano per

di Milazzo, (i).

Sarebbe un trionfo per

gUor risposta da dare

ai nostri

risultare

farti

noi.

deputato

Sarebbe

la

mi-

nemici.

Tuo

di

cuore

F. Crispi.
Torino, 28 aprile 1861.

(i)

Bertani rientr infatti alla Camera come deputato di Milazzo.

[Crispi a Rosario Bagnasco

26.

Palermo].

Torino, 24 maggio 1S61.

Caro Bagnasco,

Ebbi

tua del

la

Non vi

6.

amicizia di sorta tra Garibaldi e Cavour. I^e cose

sono nelle condizioni in cui erano prima del telegramma che


vi

annunziava cotesta riconciliazione.

I fatti

sono nel

modo

che andr ad esporti.

Cavour, spaventato della pessima impressione della


tera Cialdini

(i),

non solamente

ropa, fece

modo

del quale

non era

al

ma

in tutta l'Eu-

perch tirasse Garibaldi ad un convegno,


altro lo scopo se

mondo intero che

cinati, e

in Itaha,

let-

non quello

capi dei due partiti

nuUa era pi a temere dai

si

di poter dire

erano ormai avvi-

loro dissentimenti.

Fu

un colpo di scena, che produsse i suoi effetti, che diede aHmento ai giornah per parecchi giorni, ma che non mut meno-

mamente

lo stato delle cose. Garibaldi, stanco,

ritorn a Ca-

prera; Cavour, ostinato, continu e continua nella sua poUtica.

35

'

Malgrado

qualunque possa essere

ci,

condotta de

la

capo del gabinetto sardo, bene prevenire ogni disordine,


impedirlo anche in mezzo al popolo nostro. Cavour, costretto

non conquistar Venezia

dalla sua politica a


restituire

Roma,

e a

non

farsi

condannato a cadere. B' questione di

tempo. Quindi necessit per noi tenerci nella

non

legalit,

uscirne a qualunque patto, vietare al popolo qualunque tu-

multo, ogni dimostrazione.

B su

amici nostri e lo ripeto anche a

Noi abbiamo
la tribuna, la

mezzi

stampa,

fare grandi cose.

ci,

ne ho scritto a parecchi

te.

per combattere

legali

le petizioni

Ogni disordine non pu che

Potrebbe mettere in pericolo

le

governo

il

con questi mezzi potremo


esserci fatale.

nostre Ubert, e quel che

peggio l'unit del nuovo Stato Italiano. Potrebbe anche,

un intervento

stra-

consoUdamento

del-

nelle condizioni in cui l'Buropa, far che

niero venga ad impedir per sempre

l'Unit Nazionale. Tranquillit

il

dunque

prudenza massima

ecco quello ch'io vi consigho.

Tuo aff.o
F.

Rosario Bagnasco aveva preso onorevole

parte

alla

Crispi.

rivoluzione del

emigrato a Marsiglia, esercit col sino al 1860 la sua professione di scultore, mantenendosi in attive relazioni con Mazzini, Crispi
1848 in Sicilia

Fabrizj e coi cospiratori siciliani.


ciate contro

il

Cialdini in data 21 aprile gli diresse


di Torino e fu riprodotta

da tutta

di Garibaldi che osava mettersi

Dopo

(i)

Governo nella seduta


la

della

una

le

gravi parole da Garibaldi lan-

Camera

mando

di vituperi

al livello del

deputati

ministri

il

generale

comunic alla Gazzetta


stampa. Cialdini biasimava la condotta

Re

presentandosi alla Camera in costume stranissimo

verno dicendone traditori

del 18 aprile,

lettera che

al disopra degli usi


al disopra del

Go-

Parlamento

col-

al disopra del

che non pensavano a

modo

suo

e,

accusan-

dolo di volersi impadronire del paese e dell'armata, dichiarava che questa

non temeva le sue minacele. Garibaldi rispose respingendo le accuse, confermando i giudizi pronimciati. Un duello tra i due parve inevitabile, ma
comuni amici s'interposero e ottennero tma riconciliazione personale che non
modific e non poteva modificare convincimenti dall'uno e dall'altro professati in buona fede.

36

[Crispi a

27.

Domenico Peranni

Palermo].

Torino, 3 giugno z86i.

Mio

carissimo D.

Mimi

(i).

Ho
la

le vostre dei 24 e 25 maggio e ve ne ringrazio. Aspetto


promessami situazione dagli 8 Xbre agli 11 gennaio.

Ho

visto Mordini e ci siamo comunicati gli elementi che

ciascuno ha potuto raccogUere sulla materia che

Amari non
bire

il

ci

occupa.

pi deputato. I^a sorte medesima ha dovuto su-

carissimo nostro Ugdulena.

Turrisi siede e vota coli' estrema Sinistra. Pisani al centro sinistro, sdegnando la destra colla quale era nei principii
della sessione.
Iva quistione regionale differita.

risoluta favorevolmente, finch

maggioranza parlamentare.
i

Tuttavia

diffcile

non sar spostata

I^o credereste

venga

l'attuale

I toscani

sono

pi feroci tra quanti osteggiano la regione. Ricasoli chiede,

che venga abolito il governo centrale toscano. C' febbre di fu-

sione.

pi ardenti sono coloro che

do noi cospiravamo per

anno
i

fa,

ci

combattevano, quan-

l'unit itaUana. Gli autonomisti d'un

coloro che volevano la federazione dei principi, sono

pi caldi partigiani dell'accentramento governativo. E'

paura

E' zelo

Non mi

Non

saprei dirvelo.

avete indicato mai

il

quale fu venduta
una
circostanza neEra

prezzo

nei vari periodi la rendita siciUana.

al

cessaria a conoscersi.

Cavour

malato

e strane voci corrono sul suo conto. Cre-

(2)

desi gravi dissidi sian sorti tra lui e Bonaparte. Il certo ,

che a

Roma non

ci si

andr

vuoisi, che

da Parigi sian venuti

37

consigli deplorabili sul mezzogiorno. Si

chiederebbe

bandono del napolitano. Speriamo che sian


Tante cose agU amici

l'ab-

favole.

tutti.

Vostro di cuore
F.

(i)

Domenico Perauni,

tesoriere generale nel

Crispi.

primo periodo della Dittatura

di Garibaldi, quindi ministro delle finanze diurante la Prodittatura Mordini.

Da

questa lettera

si

rileva che

circa le finanze siciliane, utili


tre giorni dopo,

il

il

Peranni forniva a Crispi e a Mordini notizie

ad

essi

per

[Crispi a Garibaldi

28.

lavori parlamentari.

Caprera].

Torino,

Mio
I/a Porta,

(2)

Mor

6 giugno.

Generale

luglio

186 1.

che viene in codesta, vi dir meglio che io

il

possa per lettera lo stato politico del nostro Paese. Malgrado


il

sussidio delle forze regolari e

bile, le
bile,

il

prestigio d'un governo sta-

Provincie meridionaU sono in

un disordine

incredi-

e ancor non vedo nel Governo alcun indizio di buona

amministrazione.

Il

Paese in peggiori condizioni di quelle

in cui era otto mesi addietro.

credete che le cose siano migHorate in quanto a difesa

generale.

I/' esercito

non

si

aumentato di un

diserzioni sono tah e tante, che

divengono

sol

uomo. Le

inefi&caci le leve

nuove Provincie. B' doloroso a pensarci


i vostri intendimenti. Che c' da fare ? Io torner
Palermo appena prorogata la sessione legislativa. Scri-

delle

Ditemi
in

vetemi

qui.

Come

sapete, io sono ai vostri ordini.

Vostro

sempre

F. Crispi,

38

[Garibaldi a Crispi

2g.

Torino].

Caprera, io luglio iS6i.

Caro Crispi,
Bertani mi scrisse ultimamente che Salvatore Castiglia

una ragguardevole somma che

depositario

da lungo tempo

spettava

passato governo rivoluzionario della Sicilia e che

al

di

vi aveva comunicato le carte relative.

Vi prego perci di darmi

delle precise informazioni su

tale proposito.

Un

cordiale saluto alla vostra consorte.

Credetemi sempre
vostro

G. GaribaIvDi.

[Garibaldi a Crispi

30.

Torino].

Caprera, 14 luglio 1861.

Mio Caro

Crispi,

Voi faceste in Parlamento quanto un prode Italiano poteva fare e ve ne siamo tutti ben riconoscenti.
V'invio

mano con

capelh per la cara vostra signora, cui bacio la

affetto e

sono per la vita


Vostro

G. GARIBA1.DI.

39

[Crispi a Garibaldi

31.

Caprera].

Torino, 23 luglio i86i.

Mio
Ebbi

le

Generale

vostre del io e 14 corrente.

Iva vostra soddisfazione per quanto io feci alla Camera

d'un immenso valore per me. Io non ho fatto che


mio, del quale per altro

Castiglia era debitore della Sicilia per


si

il

debito

grandi esempi mi son venuti da voi.

denaro di cui eglj

era costituito volontariamente depositario e che aveva

impiegato in vario

modo a Genova, Durante

il

nostro go-

una procura a
Mandata quella
non giunse a tempo a realiz-

verno, io gliene chiesi restituzione, e ne ebbi


riscuotere quel danaro dai debitori suoi.

procura a

Bertani,

egli

zare

danaro,

che per

quel

altro

del Comitato di provvedimento.

questa circostanza, pens

apparisce

egli stesso

nell' attiv

profittando di

Castiglia,

a riscuotere

lo stesso

denaro, pronto unicamente a versarlo nella cassa del Comitato su di


I^e cose

un vostro

ordine.

sono a tale stato, e credo convenevole gHene

viate opportunamente. K'

Voi

lo ricusereste alla

Vi ricorderete, che

causa della libert.


il

31 ottobre 1860

firm un decreto d'amnistia per

il

Re

gli uffiziali

essendo a Sessa

ed individui del

Reale esercito che eran venuti ad arruolarsi sotto


bandiere.

Un

le

vostre

originale di quel decreto, sottoscritto dal

e controfirmato

da

Farini, fu portato a Voi

Caserta, e voi lo deste a Bassi. Quel decreto


blicato, e Farini, interpellato
i

scri-

un danaro che andrebbe perduto.

Re

da Trecchi in

non

fu

mai pub-

da me, non seppe ricordarsene

motivi. Intanto molti dei nostri, sicuri dell'amnistia, son

venuti a Torino, dove sono stati arrestati, processati, e puniti.

Hberarli non c' che in sol rimedio

la pubblicazione di

me

qul decreto. Bisogna, quindi, che


nale,

ne mandiate

l'origi-

quale deve essere presso di voi. Fatelo al pi presto

il

e con mezzo sicuro

che noi

li

sciagura,

poveri condannati, ingannati, credono

abbiam dimenticati. Ripariamo dunque aUa

loro

(i).

Prima di tornarmene in Palermo vorrei venire a stringervi


la mano. Ma temo che una mia visita a Caprera possa essere
male interpretata da questi conigli, e me ne astengo. B' un
sacrifizio

che fo con dolore.

Mia moglie

vi ringrazia dei capelH e vi ricambia

l'affet-

tuoso saluto. Io vi abbraccio di cuore.


Vostro sempre

F. Crispi.

accenna anche in alcune delle lettere sepromulgato con altro decreto reale
del 27 ottobre 1861, essendo ministro della guerra il generale Della Rovere.
(i)

Questo decreto, al quale

guenti,

fu dopo

si

molte insistenze

[Berfani a Crispi

32.

Torino].

Genova,

24 luglio 186 z.

Caro Crispi,
1,3.
il

tua lettera per Garibaldi giunse nelle mie mani quando

battello era partito, avend'io dovtito uscire di citt la

mat-

tina di buon'ora per visita medica. Sar per l'altro corriere,


se pure

non convenga mandarla sabato per via

di Caghari,

locch credo. Questa volta ghela poteva recare Asproni.

Rispondi su

ci.

Spero che in quella lettera avrai scritto

tomo

al debito CastigUa, giacch

corriere che

ti

al

Generale in-

egU mi avvis coU' ultimo

scriver tosto in proposito.

41

Per tua norma e come gi


quella

somma fra

sai io gli proposi di dividere

bisogni della

stampa e

quelli del

Comitato

Centrale di Provvedimento.

In un'ultima mia gU ricordai che

pi che 3 m. Ducati di passivit e che alla fine

scadono

al Nicotera,

ha
di questo mese

Popolo d'Italia

il

che ne garante,

(i)

forti cambiali,

ed

quindi indispensabile aiutarlo.

GH annunciava
domenicale per

un

altres

il

progetto di fondare un giornale

operai consociati in Italia, e l'altro di

gli

piccolo giornale quotidiano popolare per Milano, dove

giornalismo

meno

l'

il

corrompe quella buona popolazione,

attuale

Unit Italiana che non sufiicientemente diffusa.

Ricordai infine al Generale che tu mi dicesti esservi gi

lom.

fr.

pronti a pagarsi.

Siccome tu potrai
rale cos ricordati tu

influire sulle

pure

delle

determinazioni del Gene-

mie raccomandazioni e fatta


;

la debita parte alle esigenze dei singoli giornaH


fa'

che se ne serbi una per avviare

le

nuove

consociati,

e utili imprese

giornalistiche.

K tu che fai ?

Rimani

cost o vai in Sicilia

Abbimi
aff.mo

Ag. Bertani.

Riapro

la lettera

per chiederti di certo Dr. Pohtini di Na-

poH che si dice tutto confidente tuo e che trovasi fra i capi
di un grosso intrigo murattiano o borboniano, giacch per
poco ancora

si

confondono. Essi promettono mari e monti

ai liberali nostri migHori.

Sola condizione, di non opporsi.

Parlano d'unit con altra dinastia, distribuiscono danaro,


gradi, buoni ecc. Sai tu qualche cosa di ci?

rispondenze di
se Garibaldi

Tutte

le cor-

NapoU mi accertano un prossimo sfacimento

non

si

mette

di

mezzo.

lasceremo andar tutto in rovina coi

B
De

noi che facciamo

Blasiis, Cialdini ecc ?

42

Ho

veduto

sommi

capi del

Ricasoli. C' del buono.

cosa

memorandum

Ma vi attender ?

napoletano a

Se ne far qualche

Io sono disperato e dolente di tanta prossima sciagura.

Che ne pensi

Tuo
Ag. Bertani.

(i) Il

Popolo d'Italia

e vi scriveva Filippo

si

De

pubblicava a Napoli

era diretto da Aurelio Saffi

Boni. Mazzini, che lo aveva fondato, lo aiutava con

denaro e con articoli. E' naturale che Garibaldi non si commovesse troppo
degl'imbarazzi finanziari di quel giornale mazziniano, che sospese le sue pubblicazioni in ottobre 6i (Cfr. lettera 46)

33.

[Crispi al Dir. della Gazzetta del Popolo

Torino].

Signor Direttore della Gazzetta del Popolo,

Assente parecchi giorni da Torino solo oggi mi fu dato leggere la Gazzetta del 27 cadente

Io biasimo gU atti indeUcati di cui

si

sono potuti render

colpevoU cittadini che per un'indebita fiducia riposta in loro


siedono nel Parlamento nazionale.
la

stampa s'impossessi

Ma io

non permetter che

del fatto loro imputabile, per versarne

indistintamente l'onta sui deputati delle provincie meridio-

nah. Io vi invito in conseguenza, o Signore, a voler denunziare


al

pubbUco

nomi

fogUo, affinch essi

di coloro ai
si

quaH alludevate

difendano laddove ne sia

cusa confusamente lanciata un'offesa, che n

il

nel vostro
caso.

io,

I^' ac-

n alcuno

de' miei colleglli lasceremo passare sotto silenzio.

Bisogna, che cessi

moraUt gU uomini

un male,

il

mal vezzo

di

imputare in massa d'im-

del mezzogiorno d'Italia. I^'immoraht

di cui potrei, con

mio grave rammarico, trovare

esempii in ogni provincia del nostro paese. Cotesto male

43

come ogni

infermit, un'eccezione,

umana. Nissuna

dizione della vita

ha

il

non una normale con-

terra, sciaguratamente,

privilegio di esserne esente.

Credetemi
a9

lugHo 1861.

Vostro servo
F. Crispi.

I^a Gazzetta del

Popolo aveva accennato allo sconcio di deputati

biglietto gratuito facevano viaggiare parenti e amici

col proprio

deplorarlo aveva

che

scritto

mai nulla

di

simile era avvenuto

quali
e nel

prima

delle annessioni delle provincie meridionali.

[Crispi ad Acerbi

34.

Caro

Torino].

Acerbi,

Napolitano viene in cotesta con una mia lettera


della Gazzetta del popolo. Ti prego a volerti associare

amico

tua scelta e dar lettura di essa lettera

di

al Dir.

ad un

al d.o diret-

a volerne domandare una risposta immediata. Egli


non pu uscirne che in uno dei modi seguenti
tore, e

o pubblicare

nomi

degl'imputati,

o smentire la data notizia,


o battersi.

Spero che vorrai favorirmi, prendendo


di cosa tua. Potresti sceghere Bruzzesi

parleresti a

le mie parti come


come secondo, a cui

mio nome.

Io aspetto.
Genova,

ag.

18 61.

Tuo

di cuore

F. Crispi

P. S.

I/a lettera

non deve essere consegnata.

44

[Crispi al Dir. della Gazzetta del Popolo

35-

Torino].

Sig. Direttore,

Pubblicando

la

mia

lettera nel vostro foglio del 31 lugUo

ultimo, voi siete sfuggito alla


di denunziare al pubblico

domanda che

nomi

vi era stata fatta

dei deputati delle provincia

meridionali, accusati da voi d'atti indelicati. Bisogna

ri-

spondere francamente e senza equivoci. Persistendo nel vostro silenzio, io e

miei amici politici ritenghiamo quale offesa

personale l'imputazione da voi lanciata confusamente contro


i

nostri coUeghi e ne chiediamo soddisfazione.


Genova,

agosto 1861.

F. Crispi.

[Garibaldi a Crispi

36.

Torino].

Caprera, 5 agosto 1861.

Mio

caro Crispi,

Ho mandato

copia del Decreto richiesto al Col. Brida ed

a' varii giornali perch lo stampino.

Salvate con esso


in ogni

A voi mando l'originale.

nostri poveri compagni, offesi dal Ministero

modo.

Sappiatemi dire se

il

danaro siciUano che ha

il

Castiglia

potrebbe or derogarsi a

me

uomo

seconda della comune convenienza.

di legge, agite a

legalmente. Dubito che no. Voi,

Avvisato, scriver in proposito al CastigUa. Sto megUo.

Credetemi con

affetto.

Vostro sempre

G. GARIBA1.DI.
Vi

mando una

copia del decreto, legalizzata dalla mia

firma. Spero che baster.

45

[Bertani a Crismi

37-

Palermo].

13 agosto.

Caro Crispi,
Garibaldi
nella quale
scritto

me

mand

l'unita per te

mancano sempre data

Per copia conforme

con una copia del Decreto

e col quale collazionata

e giorno. In fine vi

concorda

ha

presso di

all'originale esistente

Caprera 5 agosto 1861

Garibaldi.

Io non credo che questa copia anche colla dichiarazione


dell'esistenza dell'originale presso Garibaldi possa bastare

per

le

formalit legaU.

luogo

lasciar

ad

La mancanza

di data poi potrebbe

appigli.

altri

Io credetti quindi necessario di scrivere al Generale

come tu mi

autorizzassi

ad aprire

le lettere

sue

m'indicassi di dover agire pel decreto originale,

come tu

presentan-

domi a RicasoH come importi avere e lasciare il Decreto


originale nelle mani di RicasoU, facendosene anche, se vuoisi^
;

rilasciare ricevuta per

col

sua quiete, ed attenderei fino a lunedi

ritomo del corriere per procedere ad

ulteriori passi in

Torino.

Intanto consulto Gabella se valga o no la pena di presentarsi al Ministro

con la copia autenticata dalla firma del

Generale.

Bada a
scrive

il

spingere l'esazione del debito Castiglia

Generale. Sarebbe una grande cogHoneria

inoperoso tanto denaro

ragguagUami circa

il

come ne
il

lasciare

credito

mio

verso B. Castigha.

Sacchi ritornato

ieri. Il

Gen. irritatissimo. Disposto a

tutto, si recher dovunque cominci la lotta contro la tiran-

nide di qualsiasi colore, nazione o fazione,


cose germoghno in luogo.

ma

vuole che

le

46

Scrivimi di

ovazioni avute, salutami la tua Si-

te, delle

gnora, Saffi partito

per Napoli.

ieri

Tuo
Ag.

di cuore

Bertani.

Col parere di Gabella, chieggo l'originale e rimando la


copia.

{Bertani a Crispi

38.

Palermo].

^4

Caro

Perdona

Ho
colla

{agosto].

Crispi,

la balordaggine.

rimandato oggi stesso a Garibaldi


sua autenticazione.

Come

la copia del

ti scrissi

Decreto

andbe Cabella

ri-

teneva inutile quella copia.


Attender fino a lunedi,

mani

altrui quel decreto

cato

ufficio.

Parl sempre

il

ma

certamente

ed affider ad

egli

altri

rimander per

che di noi

il

deli-

Cosenz come unico Napoletano possibile e

di Sirtori, Medici ecc. ecc., B' incorreggibile e le contraddi-

zioni furono colossaU.

Dio

ci salvi

da un

altro regno. B' la

gelosia la pi spinta di Mazzini, Cattaneo ecc. e

in fuori delle pastorali e del

Pure

irritato e

I^a polvere

non ha un'idea

Contrat Social di Rousseau

qualche cosa potr cominciare.

da mina aprir

la strada.

Tuo
Ag. Bertani.

47

[Bertani a Crispi

39-

Palermo].

Genova, i6 agosto 6i.

Caro Crispi,
Eccoti un indirizzo

mento

ai Ministri

perch sciolgano

arriverebbe opportuno prima della

(i),

il

Parla-

crisi

cheli

Dovrebbe partire come spontaneo e nato in NapoU.


Dovrebbe raccomandarsi per la firma, tirarsi in copie separate, diffondendolo, farlo firmare alla svelta e mandarlo qui.
aspetta.

Si

combiner

dopo

lo

il

di,

con NapoH, della pubbUcazione, 24 ore

stamperanno

tutti

giornali nostri o quasi. Io l'in-

viai gi ai 4 nostri, attendo le modificazioni che vorrebbero,

ma

si desiderano brevi e poche per non rendere impossibile


stampa e l'accordo. I^o raccomando tanto anche a te per
ci. Rimandalo tosto o manda le sole correzioni. Cattaneo
lo conosce e lo approva, quantunque vorrebbe dippi.
Iv'Alvisi proposto da Dall'Ongaro non potrebbe muoversi

la

adesso per la direzione del Precursore, perch

membro

giur per l'esposizione in Firenze e delegato per

prodotti che

vengono dal Veneto. Non


continuano

per

aUeno

daU'ufiicio.

del

A Torino

lagni di Minghetti contro Cialdhii, perch troppo

parteggiatore coi HberaH. Il Cialdini ha gi scritto due volte


di

non

seccarlo, se

no dar

la

sua dimissione.

completa del Ministero. Oggi

Si parla di modificazione

A. Costa scriveva, che in fuor di Ricasoli tutti sarebbero


tati

mu "

Ministri. Rattazzi, s'intende, entrerebbe nel Ministero

coi suoi amici.

Hai inviate

le lettere

mie

Hai parlato con B.

Sacchi ritornato da Caprera, come

che Garibaldi andr dovunque

NapoH,

ma

Provincie.

dopo

il

si

Castiglia

ti scrissi,

ricominci la lotta.

convinto

Anche a

fiasco di Cialdini e nel pericolo di quelle

Ma sempre gelosissimo

di Pippo,

degh

uom in

48

di testa e toga, e cieco per

il

Cosenz, che propone ancora

Mario qui con

noi.

un

crede Mario

come

Pure chiam

suo prototipo a Napoli, coi Medici ecc. ecc.

Vedi che testa ha mai quell'uomo

Megho per

socio di Cosenz e C.ia,

che

vimi dello stato d'animo di costi

tenteremo di far firmare in pubbHco

si

noi. Scri-

possa

fare.

Qui

per Roma.

la protesta

Tuo
Ag. Bertani.

Se mai tu credessi

mia presenza a Milazzo per

utile la

qualsiasi cosa, io vi andrei.

(i)

Quell'Indirizzo, scritto probabilmente dal Bertani, esponeva le condi-

zioni del Paese

Ma

Voi non avete sinora udito come

si

doveva

la

voce

dei Popoli. Colui che era vostro Capo, forse per soverchia fede ne' suoi propositi e nelle sue speranze, pose ogni arte

maggioranza che

vana eco

gli fece

a raccogliere in Parlamento una

suonare intorno, a

della sua propria voce. Coll'oro in

nome
pugno

dell'Italia addolorata,
egli

compieva

inganno, assicurandosi una stampa che prometteva ai suoi


passioni gli applausi degli ignari e dei lontani.

falli

E sopraffece con

il

ed

una

proprio
alle

sue

questa falsa

unanimit quella poca stampa che si serb libera e veridica nel nome della
legge e in un profondo presentimento delle nostre sventure.

Dove andate

Non

voi su quelle traccie

bastava che

prodi

Dove

quali le

trascinate voi l'Italia

avevano fatto volontario dono

delle

giovanili loro carriere, dei loro affetti domestici, delle floride loro vite, ve-

nissero disarmati

come nemici

vinti

che venissero dispersi, vilipesi, sotto-

messi al sindacato di soldati rivali che professano di avversarli.

Intanto sui campi ove ondeggiava poc'anzi

Sciato diffondere

come nembo

di locuste

la loro

soldati del

Re

bandiera avete

la-

fuggitivo, trasfor-

mati in orde d'omicidi. E cosi dove poc'anzi la liberazione di nove milioni


di uomini si compieva senza un sopruso, senza un atto d'avarizia e di crudelt, dove il nome italiano rifioriva con improvvise prove d'ogni antica
virt, si spalanc

teggi

il

una nefanda scena

di atrocit e di scelleraggine, gigan-

delitto aizzato dal sacrilegio, e

mal represso da uomini

udirono dai vostri Generali parole inutilmente


ly'Italia

insensati. Si

feroci, feroci fino al delirio.

n'ebbe vei'gogna, l'umanit ritrasse lo sguardo delusa e nauseata.

Ora voi potete ben mutare modi potete ben mandare contro la reazione
un uomo che prometta combatterla con pi generosi e potenti consigli.

Ma

troppo tardi

49

Signori, tutto quel

mondo avevano

stro
la

primo incanto guasto e dissipato. Coloro che nel vocreduto ad un'Italia rediviva, che speravano vedere

Fenice delle Nazioni levarsi dal suo cenere con

tono

il

la vita

capo, dicono con tristo sorriso

Non

ali fulgide e

vero

che nei

pure, ora scuo-

cadaveri ritorni

nuovo regno non si compie corpo senza capo, corpo senza vita, il
capo reciso sta in pugno al Pontefice, le aquile di due imperii tengono gli
artigli confitti in due brani. Nemici e amici stanno ad aspettare che questa
cadasta di framenti la cui vita risiede in un solo framento, si sfasci e agognano addentare le membra cadenti. I borbonici siedono intrepidamente a

Il

aprono a vista di sole in ogni vescovato,


anche in Piemonte, si cospira un filo elettrico in Roma, in Vienna, in Madrid, in Bnrxelles, in Parigi congixmge
i poteri pi fra loro gelosi e nemici purch sia a nostro danno.
I<a vostra disciplina militare troppo antiquata, troppo feudale, posta a
consiglio

ruoli dei Muratisti si

in ogni chiostro, in ogni seminario,

troppo vicino paragone colla disciplina francese, pesa sui coscritti


gello della diserzione si

propaga dalla Sila

lontari l'Adige per avere


litta

un posto

si

ostina a negare

le

il fla-

Quei che varcarono vo-

nelle nostre battaglie, ritornano alla dere-

abbeverati d'ingiustizia. I<a vostra maggio-

Venezia, mesti, umiliati,

ranza

alle Alpi.

armi

al

popolo

pu

solo chi sprezza la legge

es-

dovea addestrarsi alle grandi combinazioni di guerra, addensandosi maestoso sulla frontiera, che doveva scaldare
le vene all'Ungheria, spingerla al terremoto che deve francar la Venezia,
sere armato. Il nostro esercito che

si

disperde sulla vastit dell'Italia in im servizio irregolare, immorale, in

una
non ha nulla a imparare dall'incendiario e dal ladro. Il
soldato d'ima nazione libera non deve avvezzarsi a scannare i cittadini.
ordine che

il

disordine, che guasta e deprava. I^'esercito dev'essere

scuola. Il soldato

Al fraterno

plebiscito, all'intera fiducia dei popoli meridionali

spondete col disprezzo delle abitudini, delle

leggi, delle

persone

l'universale dissesto degli interessi, riversando su tutta l'Italia

frotta di cercatori di pane.

Voi

ri-

aggravate

ima

In ogni via di fortuna sono preferiti

ignobile
satelliti

Borboni che vi stendono intorno una rete di tradimento ovvero gli speculatori stranieri i cui interessi sono intrecciati con quelli di tutti i nemici

dei

nostri.

Non

pu pi a lungo chiamare innocente il proposito di tenere i poNoi siamo cinti d'insidie non abbiamo alleati tutti vogliono
esser grandi a nostro danno
bisogna accrescere di lunga mano le difese
senza opprimere le oppresse finanze
bisogna armare la nazione Ci che si
macchina da ogni parte contro l'Italia ci fa spavento, le vendette che pendono sulle nostre famiglie ci fanno spavento e piet. Dio ci salvi da quel

si

poli disarmati.

giorno in cui la disperazione del popolo sia l'unica via di salute.

Signori, noi vi diciamo col

Italia

moribondo

di Palestro

Salvate questa povera

50

[Bertani a Crispi

40.

Palermo].

i6 dopopranzo, [agosto i86t].

Caro Crispi,

Ricevo oggi

Sono

Tu

la

tua e rispondo tosto.

lieto della festevole accoglienza

avuta e meritata.

devi farti Capo partito di quello che tu chiami inno-

minato. Battezzalo tu, chiamalo unitario-liberale e fa sentir


loro

il

bisogno di

Roma

e della costituente; la Societ Uni-

taria che tu potrai convocare,

ti

dovrebbe porgere mezzi

d'autorit e diffusione. Cosi sarai potente in

muto

Se tu

in quello dei separatisti.

fai

un campo

tue

le

e te-

censure

al

Governo, o meglio le fai enumerare dal partito che capitanerai e proporrai tu


dei migliori

rimedi ai mah, tu avrai spodestato

argomenti

separatisti.

parte amministrativa cui contrapponi

Non rimane
il

che la

prestigio unitario.

All'opra D. Ciccio. Codesta impresa degna di voi e che

vale cento deputazioni. D'altronde la


e tu hai

tempo ad impadronirti

Camera sar

sciolta,

del paese

Ag. Bertani.

[Mordini

41.

a Crispi

Palermo].

Barga [Toscana),

2()

ag.

1S61.

Carissimo Ciccio,

Bbbi

in

tempo debito

la

tua del 20. Godo di sentire che

Peranni sia in via di guarigione.


Iva

Nazione aveva dal suo corrispondente di Torino, giorni

sono, che la I^uogotenenza di SiciHa aveva rifatto

il

bilancio

51

famoso disavanzo,

ma

milioni, anzi di uno, a tener conto di sei

mi-

pei 1861 dal quale appariva

uno pi mite di 7

non pi

lioni di credito della Sicilia

questo nuovo bilancio

il

contro Napoli.

Che

sai

tu di

I^e notizie che io ho da Napoli recano che il brigantaggio


va circoscrivendo nel territorio di frontiera. I^amentasi che
Cialdini non sappia distrigarsi dalla stoppa dei moderati.

si

Io trovo la cosa assai naturale e

ingenuit dei nostri amici,

mi sorprende piuttosto

la

quali poi avrebbero potuto

trarre maggior profitto dalla posizione in cui trovavansi

tempo

fa, se

Se tu

Nicotera avesse avuto un p pi pazienza.

scrivi

a Rattazzi potresti consigliarlo di spender una

parte delle sue rimanenti vacanze in un viaggio nelle Provincie napoletane. I nostri amici di col seguitano a desiderare che anche noi,

(tu,

Bertani,

io

qualchedun' altro)

ma

andassimo a NapoU. Credo che sarebbe bene,

per la

parte mia non posso, per ora almeno.

Avrai sentito che a

Roma

si

sono costituiti Comitati anti-

malvacei. Purch non c'entri la scissura

non

tutto. Ci vuole

Ma

il

un programma d'azione

costituirsi

e tu su ci

dovresti esternare le tue idee cui spetta.

Monarchia nazionale diventata da qualche giorno


qua propriet di Pepoli. Ci mi farebbe credere pi lontano di quel che comunemente si crede un certo rimpasto
I/a

in

ministeriale.

Evidentemente Minghetti ha perso l'appoggio

del vecchio partito Cavouriano e le

2 dicembre

simpatie avoues del

(i)

Quando tu mi

scrivi

informami sul famoso elenco degl'Im-

piegati SiciUani corredato dei relativi titoli di nomina, sti-

pendi, gratificazioni etc. cui


fa, e

il

I^uogotenente ordin tempo

dimmi anche qualche cosa

sugli

esami che

si

pretende

fare ai Magistrati.

Misilmeri

ti

manda, presente Paternostro, Deputazioni.

Bene. Parmi per da tutto quanto vedo che

nostri fondi

52

siano sempre la hausse in Sicilia e che la visita della G. N.

Palermo non

di

sia tornata

punto a gloria della Societ

Nazionale.

S'ha da credere o no che

il

I^uogotenente sia stato entusia-

sticamente accolto nella sua escursione

Ricevo
scono

il

il

Precursore,

ma

n questo n

la

Gancia

istrui-

lettore sulla vera condizione delle cose interne.

Se

ne occupano troppo poco.

Mazzoni ha avuto una grande sventura,


in famigha.

saltava

una

Suo

figlio per

a caccia

il

irreparabile,

fucile gli esplose

siepe e la botta lo colp in

mezzo

mentre

al petto.

Di

cuore tuo

Ant. Morbini.

(i)

Napoleone

III.

[Garibaldi a Crispi

42.

Palermo].

Caprera, 31 agosto 1861.

Caro Crispi,

Non sapendo ove


la

dirigere la

mia

lettera al Sig. Castiglia

trasmetto a voi acci, dopo presane lettura, abbiate la

compiacenza

di fargliela pervenire.

Credetemi sempre con affetto


Vostro

G. Garibai^di.

Un

caro saluto alla Signora.

53

[Bertani a Crispi

43-

Palermo].

settembre [j5 6j].

Caro Crispi,

Ebbi

la

tua

ne mandai brani per corrispodenza

nali nostri. Il Brofferio offeriva

Precursore

ma

il

ai Gior-

Mistrali per direttore al

non ha buona fama. I^' Alessandro Bottero


offerto anche lui e se lo vuoi, patteggia

del Diritto s'

verr.

Mario ritorn da

Ga

ibaldi or ora.

Vi era con Trecchi, non

pot conoscere lo scopo della missione


al

Re un ultimatum

sere questione della sua luogotenenza

Napoli, e andare a

che Trecchi recasse

ma

Garibaldi scrisse

col se no, no. Dall'insieme dovrebb'es-

con pieni poteri

Roma. E' indegnatissimo. Alberto crede


la preghiera a Garibaldi di non andare

a NapoH. Trecchi ebbe a dire che proclamando Garibaldi a

NapoH, era

la

guerra civile coi Piemontesi. Ci conferma

il

sospetto.

Trecchi dovrebbe ritornarvi

una

solenne dimostrazione, cui

il

io.

si

Voi

associ

cost dovreste fare

anche

la

Guardia

Nazionale, chiedendo Garibaldi, Questo andrebbe anche a

NapoH voluto

dal popolo, se

il

Governo non ve

lo

vuole

mandare.

Non

so se riesciremo,

ma

il

d 7 (i) ci offre

buona occa-

sione per tastare l'intenzione del paese.

Ignoro se Garibaldi rispondesse alla tua lettera circa


credito CastigHa.
Gli affari giornalistici

Ama

vanno

assai male.

sempre
l'amico tuo

A. Bertani.

(i) Il

7 settembre,

primo anniversario dell'entrata di Garibaldi a Napoli.

il

54

[Bertani a

44-

Cnspi

Palermo].

Genova,

selt.

6i.

Caro Crispi,

Mordini mi scrive che

Ma
3,

lyibertini

noi

desiderano a Napoli,

non m'accenna

n Nicotera ha molto

Fu da

ci

mandato Mario

quei signori che se


vincie meridionali

di ci in

insistito.

lui, te, io.

una sua recente

N saprei a che

ier l'altro l

del

farvi.

perch persuadesse

NapoU od un popolo qualunque


non chiama Garibaldi,

egli

delle Pro-

abbandona

ritaHa.

Io so questa cosa per

mali e grandi
Provincie

per

me

cher la

certa. Gli

furono fatte solenni e for-

offerte. I^a sola investitura del

meridionaU

lo tratterrebbe

da qual

potere nelle
passo, che

una diserzione. Mercoledi, giorno io, il Trecchi renuova risposta del Re al se no, no ingiunto da Gari-

baldi.

Faccio ogni sforzo perch Napoli mandi almento

buona

una

e seria deputazione a lui al fine di trattenerlo.

Mario incaricato di

ci.

Domani

sette,

potrebbe essere

decisivo per l'espressione della decisa volont del popolo


di Napoli di volere Garibaldi. Questi disse che ci ottenuto

marcerebbe su Roma.
e far

Ti ragguaglier

Tuo

Ma

di chi

si

servir

Con

chi star

dd

risultati di

Napoli e Caprera.

di cuore

Ag. Bertani,

55

[M ordini

45-

a Crispi

Palermo].

Caro Ciccio,

Ho

la

tua del io

M'immaginava che Rattazzi non

sett.

avrebbe risposto e quanto

ti

al

motivo credo tu

sia

ti

apposto bene.
Il

IvCggo attentamente

il

nuda

vai Democrazia

Precursore. Avrei voluto che

clama incostituzionale e provocatore del Della

il

sorprese che la citt di Palermo

non

pro-

Rovere avesse

dato argomento a pi ampia censura, se non pi severa,

Mi

me

motivo che t'impedisce d'andare a Napoli trattiene

pure in Toscana. Povera

reagisse

(i).

contro

il

medesimo, che fu veramente uno schiaffo sonoro, e dalla


sommissione dedussi

la debolezza del partito popolare. Il

passato serva di lezione e


nel lodare la

Non ho

nostro giornalismo vada cauto

suprema autorit

locale.

pi sentito parlare del noto indirizzo

pure di quello
sta

il

al

Re

formando una nuova Societ Unitaria e aspetto

ramma.

e nep-

Nazione francese. Ber. mi scrive che

alla

il

si

pro-

(2).

B' veramente vero che la Societ Nazionale abbia perduto


quasi per intiero

il

terreno in Sicilia, oppure questo

desiderio dei nostri

un pio

Garibaldi non va pi in America, annunziano

nostri

giornaH. Di salute sta molto meglio, lo scrive egli stesso,


si

arrovella

pensando

Poveri moderati
le feste.

ma

agli affari nostri.

Cialdini

Sono proprio gi

U ha questa volta conciati per


Troppe ne sono cascate loro

gi.

addosso a mo' di grandine.

I^o

scandalo del Tofano e quello

del processo Cibolla e poi la festa del 7 settembre cos im-

ponente a NapoH, a Genova, a Milano, e poi


quattro Gran Consorti. Io spero altres che

il

la lettera ai

proclama

del-

l'ex-Luogotenente Gen. I^a Rovere produrr in via di rea-

56

zione salutari effetti per noi, aggiuntavi per di pi la esonerazione di Friscia, al quale

ti

prego di fare

miei saluti.

Io vorrei pregarti di venire a capo di sapere chi sia

il

fan-

8 anni nominato Segretario nella Pubb. Istruz.

ciullo di

seconda Prodittatura, Fin qui non m' riuscito

durante

la

saperlo.

(3),

Hai cominciato a lavorare da avvocato


Barga [Toscana), 20

seti.

1S61,

Tuo

aff.mo

Ant. M.

riferisce

(i) Si

ad un proclama

lyUogGtenente del Re, agli

(7

settembre) del Generale Della Rovere,

Italiani di Sicilia

protesta contro l'occupazione francese di


agitatore

mezza

I<a grida

concludeva

per dissuaderli dal firmare una

Roma

formulata dal

fer-

Fu

isti-

del Governo, nella tranquillit di Garibaldi stesso

tuita a

Genova

23 settembre con

il

partito

Fidate nella lealt del Re, nella

un comitato

(2)

dirigente composto

da

F. Campanella. F. B. Savi e Agostino Bertani. Questa Associazione Italiana

Unitaria aveva per intento

A. Raggiungere l'Unit Nazionale con

Roma

B. Raccogliere ed esprimere con tutti i mezzi legali possibili i voti


del paese pel suo ordinamento intemo ed estemo C. Studiare le condizioni

Capitale

economiche del paese


polo italiano.

promuovere l'educazione

Un'altra Associazione

politica e sociale del po-

Unitaria fu fondata in Palermo da

ne dett lo Statuto. Gli scopi di quest'altra Societ erano indicati


A. Raggiungere l'Unit Nazionale aiutando con tutte le sue forze il
pratico compimento del programma del Generale Garibaldi, l'Unit NazioCrispi, che
cos

nale con
legali

C.

Roma

possibili

per Capitale. B. Raccogliere ed esprimere con tutti


i

mezzi

estemo ;
operaie. Furono

voti del paese pel suo riordinamento interno ed

Promuovere l'educazione

politica e sociale delle classi

nominati membri del Comitato Direttivo e del Consiglio Centrale dell' A


Francesco Pirrone Paladini, Saverio Friscia, Pietro
U. I. di Palermo
Messineo, Giuseppe Palmeri, Maggior Generale Giovanni Corrao, Giovan
:

Battista Marinuzzi, Salvatore Cappello, Giovan Battista D'Onofrio, Gia-

como

Curatolo, Barone Gaetano Stefano Sutera, Serafino Rapp, Carlo Ton-

ckoving,

Tommaso

Patti,

Raffaele Di Benedetto, Gioacchino Gambino,

Salvatore Buccheri, Principe I^inguaglossa


Anelli Cassiere,

trattava d
Sicilia dal

Ragioniere,

Reverendo padre Domenico Mastruzzi

una fandonia inventata per

Mordini.

discreditare

il

Notar Francesco

Segretario.

(3) Si

governo tenuto in

57

[Aurelio Saffi a Crispi

46.

Palermo].
Napoli

ottobre

i86i.

Caro Crispi,
Il

Popolo

d'Italia,

per molte ragioni che

ticolarmente a voce, tra


di

le quali

non

ti

narrer pi par-

ultima la difificolt

mantenerlo indipendente da influenze e passioni personali

dopo quella

tra gli elementi di qui,

delle rovinate finanze,

cesser fra pochi giorni, o, per dir meglio, sar sospeso, salvo

a resuscitarlo sotto migliori auspicii

Spero rivederti in breve a Torino, dove mi recher an-

accompagnando mia moglie e mia covanno coi bambini a visitare i loro parenti in
Inghilterra. Io mi fermer a Torino per la prossima sessione.
lyC cose di qui vanno zoppicando alla peggio. I^a I^uogoch'io fra pochi giorni

gnata, che

tenenza Cialdini l'ultimo battello di salvezza in questo


caos

governo centrale ha

il

tarla abolita.

il

grande ingegno di decre-

Dicono che Cialdini rimarr pochi giorni an-

cora, poi verr Villamarina

vuol dire

il

Governatore di Napoh,

risorgimento della consorteria, con tutte

il

le

che
con-

seguenze.

Credo che la posizione


diretta tra
tica,

il

si

riassumer, in tal caso, in

ima lotta

brigantaggio Borbonico e la minoranza patriot-

con pericolo o di ristorazione o d'anarchia, con pro-

babilit che volino primi dalle fenestre

rappresentanti del

Governo e del partito moderato.

Tuo

aff.mo amico

A. Saffi.
I<a lyuogotenenza cess

con

mese di ottobre. Ma non il


I^marmora, come Comandante

la fine di quel

Villamarina fu mandato, bens

il

generale

militare e Prefetto di Napoli.

In agosto

il

generale Manfredo Fanti, ex-ministro

viato in missione in Francia ad assistere alle grandi

della

guerra, in-

manovre

dell'esercito,

58

scriveva a Ricasoli, presidente del Consiglio, la seguente lettera che pub-

specialmente per la parte che

blico

si

riferisce al Cialdini. I<e

note in

calce sono dello stesso Fanti:

io

Due giorni fa l'Imperatore mi domand notizie


di Napoli, e come
non ne avessi a dargliene, mi soggiunse che le cose andavano male,

da corrispondenze non ostili alla nostra causa,


ne peut pas aller . (i).
militare, e che
Siccome io non ho missione all'iufuori della parte
d'altronde ignoro i fatti che stanno succedendo nell'Italia Meridionale, e
meno ancora gl'intendimenti del Governo, cosi mi astenni di entrare in arche ne era informato
e concluse che

gomento;
stro,

su

cela

e solo dissi che

come

le

Non

avevo osservato costantemente, essendo Mini-

corrispondenze, anche dei giornali

certi fatti e

pi conservatori, fossero

persone quasi sempre erronee.

cesso per nei diversi parlari alle persone che avvicinano l'Im-

come noi siamo decisi di condurre


manca la forza per ottenerlo che le

peratore di far sentire

mine, e che non


grandi

ma

possiamo

ci

la cosa

difficolt

ter-

sono

che erano inevitabili, e consentanee alla natura delle cose; che

esser coutenti

superarle, ne sorger pi

non siano molto maggiori,


compatta

e che dagli sforzi nel

l'unit nazionale, e pi vigorosa l'azione

del paese

Far

in

ultimo osservare a V. E. come mi parrebbe assai

l'Imperatore fosse

controbattere certe cattive influenze che (3)

non

si

utile,

che

meglio e pi spesso informato delle cose nostre per

(2)

'avvicinano, e che per certo

stancheranno di osteggiarci.

(i) Credo che l'imperatore voleva riferirsi al Corpi volontari che Cialdini stava
creando nel Napoletano per la persecuzione dei briganti.
(2) Il nostro Ministro Nigra non era assolutamente al fatto delle cose d'Italia e
molto meno delle sue risorse militari; e credo che si occupava pi di essere giovine
galante, che di essere uomo politico.
(3) I<a famiglia Murat, per la quale Napoleone mostrava un affetto speciale.

47.

[Bertani a Crispi

Palermo].
zg gmbre '61

Genova.

Caro Crispi

Ma
Caro

tu venendo qui dovrai andare a Caprera. Per carit,


Crispi, se tu

manco dei denari

non vai a Caprera

Castiglia per

il

non

ottieni parte al-

giornalismo, noi siamo tutti

cadaveri. Io alimentai molte speranze contando su quella

59

tua riuscita.

conto sempre sulla possibilit di montare

stampa indipendente mettendo

societ protettrice della

sieme
e

capitali sociali rappresentati dalle nostre stamperie

mettendo per

dovrebbero farlo

Il resto

Tu mi

poca fede

dirai che hai

ne convengo

io

ma

di riuscire

Castiglia

lui.

ci

mi

as-

gli azionisti.

con quell'uomo

ma

in

pure tu solo in molte cose,

questa esclusivamente puoi tentare,


solo con

che

inizio l'altro capitale circolante

segnasse Garibaldi.

ed

la

as-

riuscire,

fece pi volte

ma

a voce e da

premura

di spic-

ciarlo dalle attuali incertezze.

Pur troppo hai ragione nel


non

si

pu trascurare

giudizio su Garibaldi

epper viste

le

popolo

ma pure

sue oscillazioni con-

tinue e le sue contraddizioni, conviene che noi


sulla parola e sul voto del

ci

appoggiamo

riunito in associazioni

perci conviene, anzi debito nostro istituire quante pi


associazioni

possiamo

unitarie

ed

impedire

associazioni

che rappresentino soltanto Garibaldi come tenta quella


testa piccina e feticista di Bellazzi colla proposta di una

nuova

organizzazione fondata sull'autorit. Sar un altro Re,


altro

Papa.

Tu

provvedimento e quelH presso

di

grave errore, o per

lo

meno

quali hai influenza sul

sull'insufficienza dei Comitati di

provvedimento, che non hanno pi motivo di


petto delle associazioni unitarie,
e

metteremo Garibaldi

pi
di

un

quindi procura di illuminare cotesto Comitato

le sorti della

al

(i).

Cos

suo posto e

lo

ci

esistere,

emanciperemo

spingeremo dove

patria richieggano, col voto di tanta parte

popolo rappresentato.
Io spero che egH smentir la lettera di Turr

il

quale in-

caricato superiormente di contrastare le espressioni e le in-

tenzioni di Garibaldi. In molti centri di giovent quella lettera,

ed

creduta vera espansione di Garibaldi, ha scoraggito

irritato

ad un tempo, mostrandosi Garibaldi non pi

rimorchiatore,

ma il

il

rimorchiato dal governo. BeUazzi stesso

presente la fine dei comitati dopo quella

dichiarazione di

6o

inerzia, di fiducia nel

mtmque
Per

governo e di ripudio d'iniziativa co-

procurato.

il

IO Xbre. sono convocati

Comitati di Provvedi-

fa' che i rappresentanti di quei


mento
dano bene le cose e dispongano in senso
lare e non individuale e siano de' nostri.

di Sicilia

Sappi del resto che Garibaldi ingiunse


pensar pi a proteste per gU

al Bellazzi di

affari pontifici,

concertarsi con le Societ Unitarie

compren-

dell'autorit popo-

non

di unirsi e

di pregar Mosto a

manere e ringraziare tanto Sacchi, esprimendogli

ri-

suo vivo

il

dispiacere perch siasi ritirato. Quindi vittoria per noi che

non
i

ci

condusse per a nulla, avvegnacch non troviamo

termini d'inteUigenza e conciliazione fra queste due rap-

presentanze che aspirano

hanno

si

al

medesimo scopo

bens,

ma

che

diversa origine d'autorit

Pei Comitati di provvedimento siamo intesi

ha da venire dal poplo consociato.

l'autorit

Gli altri ordigni

non pos-

sono essere che secondatori ed esecutori.


Io andr a Torino pel 20. Se tu vuoi esservi per quel giorno

appena questa mia. Comunque pensa a

riceverai forse

stare qui per andartene a Caprera

rino per ci.

In

te solo

so-

od a ritornartene da To-

speriamo.

Tanti saluti alla tua Signora e tu abbimi sempre


aff.mo amico tuo

Ag, Bertani.

(i) 1,3.

lotta tra

Comitati di provvedimento, istituitine! 1860 per soccor-

rere l'impresa garibaldina e le Societ Unitai'ie, sorte


il

compimento dell'Unit con

Roma

dopo

plebisciti per

e Venezia, fu pi lotta di influenze per-

sonali e di metodo, che di idee.

In una solenne adunanza dei rappresentanti delle Associazioni democraGenova il 15 dicembre 1861 e presieduta dall' Avezzana

tiche, tenuta in

per delegazione di Garibaldi, fu deciso di federarle tutte conimo Statuto co-

mune, e d'inviare una deputazione al Re pel richiamo dall'esilio di Giuseppe


Mazzini. Una seconda Assemblea fu tenuta il 9 marzo '63 per l'approvazione

6t

dello Statuto della Federazione,

che assunse

il

nome

di

Associazione

Emancipatrice Italiana . Tra la prima e la seconda assemblea Garibaldi,


preoccupato della presenza nel Comitato centrale di mazziniani puri, come
Campanella, Mosto, Savi e Sacchi, aveva rifiutato la presidenza di esso. Una
commissione recatasi a Caprera non era riuscita a rimuoverlo dal suo
proposito
in febbraio vi si recarono Crispi, Mordini e Miceli e riusci;

rono nell'intento.

[Crispi a Luigi

48.

Palermo].

(?) -

Torino, 13 diccmhre 18 61.

Caro Luigi,

...
me

per

Io
(i)

ringrazio
;

ma

che hanno fatto

Siciliani di quello

avrei voluto che tu

non

andato a chie-

fossi

dere sottoscrizioni nel Continente. I^a dimostrazione doveva


essere tutta siciliana, e
Il

Ti

appunto era

il

mio

trionfo.

IO ho parlato alla Camera sulle condizioni della

mando

il

perch so di

rendiconto

officiale della

Sicilia.

seduta di quel giorno

farti piacere. (2).

Tuo

vero amico

F. Crispi.
Questa lettera fu probabilmente diretta al barone

lyuigi Sutera, gi

capo

di gabinetto di Crispi nel 1860, a Palermo.


(i)

Si riferisce al

dono che

siciliani fecero

a Crispi perch potesse stabi-

a Torino e adempiere senza preoccupazioni finanziarie ai suoi doveri di


deputato. In dodici anni di esilio e di cospirazioni aveva esaurito tutto ci

lirsi

gli ultimi due poderi ereditati alla


gli era venuto dalla casa paterna
morte del padre li aveva venduti tra il '59 e il '60, n aveva voluto stipendio per gli uffici esercitati dxuraute la Dittatvira
cosicch, quando gli

che

mandato di rappresentarli alla Cabuona volont di riprendere la profes-

elettori di Castelvetrano gli affidarono

mera, Crispi non aveva altro che la

il

sione di avvocato, esercitata sino alla fine del 1847.


unitario di Crispi era cosi forte che

quando

(2)

Il

sentimento

nella seduta del io dicembre

prese la parola sulle condizioni della Sicilia, cominci col dichiarare che

doleva di dovere intrattenere

la

Camera

in special

modo

gli

della Sicilia, e

che sperava di non dover pi parlare per im interesse meramente locale,

ma

bens

nell'interesse generale della

grande famiglia italiana

[Bertani a Crispi

49,

Torino].
28

Xb-

61.

Caro Crispi,

Sarebbe bene che tu avvisassi Caroli della particolare


destinazione che devesi dare al fondo di cui depositario. S.
Castiglia, che incontrai oggi,

pronto in 42m.

mi

disse essere tutto liquido e

Avvisato e convinto Cairoli di cotesta

fr.

destinazione, sapr egU pure resistere all'erogazione in altro

senso e particolarmente per darsi ai Tiirr e C.ia.

pure dir

al Cairoli

voce io

quanto valga a rinforzarlo nella nostra

convinzione.

Ma innanzi

tutto giova, anzi indispensabile che tu, scri-

vendo a Garibaldi per ottenere parte del denaro,

gli

rammenti

e gli inculchi che esso fu particolarmente sollecitato, e fu

devoluto a

lui

per

scopo della stampa

lo

sarebbe lasciato andare dove pi

il

che altrimenti

si

Castiglia avesse voluto.

S'intende gi che se occorressero spese rivoluzionarie attive,


urgenti, di pronto risultato allora

per far

soldi, e

il

si

vendono anche

gli abiti

poi ripara abbondandemente al prima.

Per tua norma nello scrivere a Garibaldi rammentagli


che occorrono d'urgenza 3.m

fr.

Popolo d'Italia per la mac-

al

altri 2.m per aiutare la


nuova o riformata impresa - che ne occorrerebbero almeno
3.m. alla Nuova Europa perch possa riformarsi neUa sua

china e che occorrerebbero almeno

pubbUcazione e

farsi

popolare e far fruttare la tipografia che

per deficienza di caratteri non basta anche al giornale. I^a


tipografia
altri

ha nome da Garibaldi

stesso

che occorrerebbero

3.m. almeno per l'Unit Italiana, la quale, saldando con

quelU

le

sue passivit arretrate, potrebbe poi vivere, bench

stentatamente, dei redditi suoi

che ne occorrerebbero 2.m.

almeno per mettere in piedi un giornale settimanale per gh


operai consociati di tutta'ItaUa

vorremmo

accingerci.

dovrebbe cambiare

bisogni

impresa utiHssima a
del

Precursore

il

cui

quale

caratteri per conservare la vista dei

suoi lettori e procacciarsi

un

direttore o redattore capo che

desse maggiore attualit e sviluppo ai primi articoli, codesti


bisogni sono noti a te pi che

ad

Io penserei sempre

altri.

all'unione economica dei nostri giornali ed all'emissione di

azioni sociali per sostenere la

l'uomo abile per ci e

ci

nuova impresa

ma

ci

vuole

vorrebbe sempre un canale per av-

viare la faccenda.

Insomma

regoU l'emissione,

ma

tu scrivi in

modo che

Garibaldi

possibilmente la rivolga a pr della

nostra stampa. Io, se credi, far domandare da ciascuno dei


rappresentanti

le singole

corso a Garibaldi
drio

e per

imprese giornaUstiche qualche soc-

e sarebbero De Boni Dolfi M. Qua-

giornale degli operai

il

in

A. Mario.

fieri

tua lettera dovea esser qui per oggi

lya

ma

basta che sia

qui per marted prossimo.


Il

nuovo Comitato

tuito,

di

Provvedimento non

attendendo sempre

il

a Caprera, che doveva esser qui fino da


jeri l'altro

si

ancora costi-

ritorno della Commissione inviata


jeri l'altro. Si disse

appunto, che col vapore giunto da Porto Torres

era venuta notizia che Garibaldi stesso, veduta la burrasca,


si

fosse deciso

ma quella

a venire in persona qui per ricomporre

voce non ebbe seguito.

Il

BeUazzi intanto

dichiara che Garibaldi ebbe fede in lui solo

cose egli

si

taceva persino

al

Comitato

le

cose

resiste,

che parecchie

che non ceder che

nuovo Comitato nella


tema di essere poco sostenuto od abbandonato da Garibaldi,
non voUe fare ancora atto di padronanza. Ma la cosa non
pu durare che ore, non pi giorni. Intanto non si pubbUdietro

gH ordini

cato

processo verbale che avrebbe evitato molte polemiche.

il

di Garibaldi.

Avezzana non ha mandato

le

il

delegazioni alle

Commis-

sioni scelte.

a proposito di una di quelle Commissioni, quella cio

per ottenere
ci

il

richiamo o l'amnistia di Mazzini, noi

troviamo in una

critica posizione,

io

eletti

vogHo rimanervi

a lungo. Ieri sera ancora, nella seduta dell'Associazione Uni-

64

lamentossi l'indolenza di tale Commissione, io la scu-

tarla,

meglio

sai alla

ma

non sono

riuscito.

Bisogna che facciamo

qualche cosa. B' intenzione diffusa che

Jchiegga l'esten-

si

sione dell'amnistia anche a Mazzini senza riguardo a quello

che Mazzini stesso vogha o non voglia.

Tu

che

sei della

Com-

missione, e che certamente sei la persona che pi opportu-

namente degh

puoi parlare e pi probabilmente otte-

altri

nere, tu devi dar opera a che la

decida. Avezzana,

mente

stesso.

questa cosa.

dato

si

riunisca e

siamo

io,

facil-

reperibih. Friscia, Nicotera e Saffi o aderiranno alla

domanda firmandola o
tera

Commissione

Pancaldo, tu, Mordini,

ai

Ma
Ne

quest'ultimo verr con noi e Nico-

in ogni
scrivo

modo

io

ti

prego ad occuparti di

ad Avezzana perch partecipi

Commissarii, e facciamo

torto coi Hberah e presso

il

presto,

no

se

gere superiore

man-

faremo

nostro amico.

Iveggo oggi che la Gazzetta del Popolo di cost


raffronto fra te e me.

ci

il

Tu non

duolmi della penna che

pera, e dorrebbemi pi che

ha

fatto

un

avevi bisogno di esso, per emersi

pose a quell'o-

mai ed inconsolabilmente, che

potesse venire da quell'articolo creduta

meno

intensa la so-

Udariet nostra nei principii hberaU e democratici, o potessero interpretarsi, accreditarsi o germoghare
siasi di

un seme qual-

divisone fra noi.

Io non conosco l'articolo che tu forse avrai letto. Se tu,


nella tua lealt e col tuo cuore pensi e senti che
scritto

da quello

possa venirne offesa alla nostra amicizia, tu saprai

ritrovare o suggerirmi

il

modo

di controbilanciare l'effetto

suo con altra scrittura in altro giornale.

mi narr di gravi apprensioni nelle alte sfere cost. Se mai occorresse la presenza dei deputati della sinistra,
telegrafa e verr. Se non ricevo avviso io rimarr qui fino a
Friscia

poi andr a Milano per le due


sabato 4 gennaio alle 5
ste
quindi verr cost per la seduta del 7 gennaio.

fe-

Tuo
Ag, Bertani.

1862.

Garibaldi invitato dal Governo a istituire

tattica

parlamentare della Sinistra

Militare di
delicati

Savoja

di Sarnico e Brescia

Sanfront evitato

Garibaldi d a Crispi

una spedizione

Crispi dissuade Garibaldi da

Fe-

incarichi

nel Tirolo

1 fatti

La marchesa Anna Pallavicino - Un duello GaribaldiGaribaldi e un dissidio Crispi-Bixio Il prefetto


-

Pallavicino si dichiara pel Partito d'Azione


L'agitazione in Sicilia e

Camera

discussi alla

Crispi spiega a Mazzini la

Crispi non vuole la Croce dell'Ordine

Pasquale Calvi

Tiro a segno nazionale.

il

derazione delle associazioni democratiche

Pallavicino esonerato

Documenti Pallavicino

Garibaldi a Palermo

Garibaldi contro Napoleone

discorsi di

IH

Garibaldi a Marsala

Garibaldi e gU amici chiamano Crispi in Sicilia

Roma o Morte - Relazione Cucchi sulla organizzazione della I<egione


Romana - Garibaldi ferito ad Aspromonte Bertani propone a Crispi di
-

andare dal Re
Calvino

Reazione

Arresto

dei

Minacciato arresto di Crispi

Ministro britanmco

para

la difesa

In previsione

Caduta

del

Fabrizj e

Bertani che chiedono asilo al

processo a Garibaldi, Crispi pre-

del ministero Rattazzi.

[Crispi a Bertani

50.

M ordini,

deputati

e di

Genova].
Torino, i del 1862.

Caro Bertani,

Ho
volli

tardato rispondere alla tua del 28 caduto, perch

procurarmi

il

numero

quale alludevate tu ed

il

ly'ho letto e te lo invio

della

Gazzetta del Popolo, al

corrispondente della

Nuova Europa.

perch tu voglia leggerlo. Io non

ci

trovo nulla che offenda la nostra amicizia, o che faccia apparir

meno

intensa la solidariet nostra nei principii

li-

berali e democratici. Peraltro troppo vicina la data del

7 dicembre, perch
5

si

possa credere a

ci.

In quanto poi

si

66

riferisce

a me, ho a

miei nemici

dirti

loro elogi

umiliato. In ogni

modo

che io

amo

mi fanno

meglio

le critiche dei

schifo e

me

ne sento

se tu pensi che ne valga la pena,

scrivimi cosa io possa fare per te e lo far. Ti ho dato tali

prove del mio

affetto,

che spero non mi farai pi

il

torto di

dubitarne.

Garibaldi sar qui l'undici del mese, onde non credo necessario scrivergli. Al suo arrivo
i

gh parler

di ci

che tu e

nostri desiderate.
I/'uffido

di

presidenza dell'Assemblea dei

Comitati di

provvedimento non avendoci ufficialmente comunicata


risoluzione che concerne Mazzini, nissuno

putarci di

non averla ancora

ha

eseguita. In

il

la

diritto d'im-

massima

io ti

parlai della illogica scelta della commissione che dovrebbe

andare dal Re, e della certezza che essa farebbe

In tale stato

di cose io

fiasco.

sono di avviso che, concorrendoci

andr a scrivere,

la volont di Mazzini, a cui oggi stesso

io chieder la grazia per lui. Mordini, in proposito, si associa


alla

mia opinione ed

a'

miei sentimenti.

E' bene che tu venga qui ed


tutti gli

al

pi presto. Ci bisogno di

uomini della Sinistra.

Tuo

a-ff.o

amico

F. Crispi.

[Crispi a Gaspare Lojacono

51,

Palermo].
Torino, 4 del 18 6z.

Caro D. Gasperino,
I^a vostra del

29 caduto scritta sotto l'impressione do-

non ho a farnon dovevate prendervela con l'op-

lorosa delle notizie venutevi da Torino. Io

vene un

delitto,

ma

voi

posizione, la quale al far dei conti

numero da

potersi imporre

non

col suo voto.

assai potente di

Essa ha due o

67

tre oratori coraggiosi, e dei Siciliani

venendo raramente

alla

Camera,

sempre da' suoi colleghi per

dosi

medio evo. Ebbene,

e
le

tale stato

in

un solo, il vostro Ondes


quando viene dipartensue idee religiose e da

un

molt'arte onde trovare a far passare


cetto qualunque.

quando

ci

non

cose,

di

bisogna aver

pensiero,

un con-

dobbiamo

possibile,

contentarci di denunziare al paese le grandi verit, le quali

un giorno

fruttificheranno.

Siete nell'errore, censurando che io feci male a citare


di quegH uomini di Partinico nella

nomi

IO dicembre. Se leggeste attentamente


vereste che io criticai al Governo

misure preventive,

gli

le

mie parole,

tro-

arresti arbitrari, le

omicidi extralegali.

gli

mia orazione del

Or a

far ci io

dovea valermi dei nomi che mi cadevano sotto

le

perch questi andassero a sostegno del mio assunto.

E su ci,

mani

mio, voi sbagliate quando ritenete che quei

amico

dovessero

potessero

arrestarsi

tali

od uccidersi arbitraria-

mente, senza processo, senza mandato di giudice, sol perch


sui

medesimi cadde

esistono,

il

sospetto di gravi delitti. Se

dehtt

perch non processarli?

Sarebbe stoltezza, e ce ne pentiremmo un giorno, se


sciassimo abituare

il

Governo

alle violenze.

E'

il

la-

sistema

che I^a Farina volle inaugurare in gennaio 1861 e contro

agli

il

sistema, che oggi

si

appUcherebbe

imputati di reati comuni, e che domani

si

applicherebbe

quale

il

contro

paese

gli

boni. E'

si

lev. E'

uomini
il

il

politici.

E'

il

sistema che perdette

zioni degli impiegati doganali ai

che or v'irrita per

le

Bor-

tempi

di Della

Rovere e

destituzioni d'uomini a voi cari. No,

amico mio, bisogna essere per

la legaHt e le costituzionaH

dobbiam chiedere per noi e


Noi non avremo che a guadagnarne.

guarentigie, che
mici.

sistema, che voi applaudivate per le destitu-

pei nostri ne-

Basta per ora.


Scrivetemi

presto.

Vostro
F.

Crispi.

68

[Crispi a

52.

(?)

Palermo].
Torino, 4 del 1S62.

Caro amico,

Ho

la vostra del

uno

permettetemi

Innanzi tutto,

27 caduto...
sfogo.

quel che pare c' una classe d'uomini ai quali turba

sogni l'influenza che io incomincio ad acquistare nel Paese.

Brutta invidia, che

ha rovinato

ci

al

1860, e che

ci

roviner

sempre, giacch noi essendo in piccolo numero, non possiamo


esser forti che standoci compatti

mente

ed avendoci reciproca-

fede.

Nella riunione tenutasi dalla Opposizione prima di votarsi l'esercizio provvisorio del bilancio pel

1862, fu discusso se bisognasse dare

primo trimestre

un favorevole voto

o se convenisse respingere la legge. Ci furono di coloro che

Fu

erano pel primo avviso.

per osservato

avrebbe dato a credere uomini

un oratore

fu deciso che

che

il

rifiuto ci

di nissun senso pratico, e

della sinistra

avrebbe a nome de'

non abbiamo alcuna fede nei


necessit di alimentare la macchina

suoi colleghi ripetuto che noi


ministri,

ma

che per

avremmo votato

amministrativa
delle rendite e

la

pagamento

il

le

imposte e la riscossione

delle spese per

due

non per

tre mesi. Io fui l'oratore scelto. L,a sera della discussione

mancavano

alla

Camera pi

dopo maturo esame,

Inoltre,

rendite dello Stato

bimestri
surdo.

seguire

deputati

il

si

di

un terzo

si

dei nostri amici.

era conosciuto che alcune

riscuotono per trimestri, e non per

secondo sistema, sarebbe stato un asdella

destra.

De

Blasiis

Toscanelli,

chiedevano pei loro padroni un voto di fiducia. Valendomi


dell'occasione

datami dai medesimi, e mettendomi d'ac-

cordo cogli amici ch'erano a

mi

alzai e dissi

me

vicini.

Costa e Musolino,

che la Camera non aveva alcun voto

di

fi-

69

ducia o di sfiducia a dare,

mentare

Camera

ma un

voto di necessit per

macchina amministrativa.

Ja

io soggiunsi

opinione circa

il

lyC

ali-

due parti della

espressero l'ii del dicembre la loro

Ministero

alla vigilia di

chiudere l'anno

non v'era alcuna questione a fare in proposito, ma v'era


a dare un voto perch lo Stato non perisse. Furono applaudite le mie parole e la Camera tutta diede un voto di necesnon

sit e
stra.

Fu

di fiducia.

giornali del

questo un vero trionfo della Sini-

voi non dovreste che leggere


Governo dell'indomani.

Per vederne

gli effetti

Spero, che queste spiegazioni vi basteranno. In ogni


io v'invio col corriere

della

il

rendiconto

officiale di quella

Camera, affinch voi leggiate

Vi abbraccio

le

modo

seduta

mie parole.

di tutto cuore.

Vostro
F.

[Crispi a

53.

Ceispi.

?].

Torino, 29 gennaio 1862.

Amici,

Voi chiedete
i)

il

mio avviso

Se devesi riconoscere

vedimento per
pa.triottica

Roma

2)

Comitato centrale

e Venezia,

di

prov-

nominato dall'assemblea

convocata in Genova, d'ordine di Garibaldi,

15 dicembre scorso

al

il

sulle seguenti proposizioni

il

Se nelle circostanze in cui versa la patria e di fronte

contegno della maggioranza parlamentare, conviene

ai

deputati della Sinistra dimettersi in massa, protestare e


fare

un

appello agli elettori.

E' vostro debito riconoscere


di

provvedimento. Voi

il

nuovo Comitato Centrale

siete legati a ci dal

voto deU'assem-

70

blea di Genova, alla quale

mandando

vostri rappresentanti

vi obbligaste implicitamente di esegtiirne le deliberazioni.

Io comprendo, che ragioni di prudenza politica potreb-

bero farvi esitare nei vostri giudizii.


rimedio, laddove crediate che

Una nuova

Ma

avete pronto

sian torti

ci

il

a raddrizzare.

assemblea va a convocarsi fra giorni, e voi con

nuovi deputati potrete correggere in essa quello che vi


paresse mal fatto dall'assemblea del 15 dicembre.

Io sono contrario alla dimissione in massa dei deputati


della Sinistra.
sconftta.

Nella politica pratica l'abdicazione una

noi,

se

potemmo

in questa legislatura assai

spesso comparir vinti nella Camera,


il

fummo

vincitori fuori

recinto della stessa nell'opinione pubblica, che ritornata

a noi e che

B poi

ci

prepara

a che dimettersi

sibile la

il

trionfo dell'avvenire,

Sarebbe forse per rendere impos-

durata del Parlamento e per provocare innanzi

tempo le nuove elezioni generali ?


Io non potrei aderire, miei cari amici, ad atto simile, perch sarebbe una violenza morale sulla Corona, che sola ha
il

diritto di sciogliere l'assemblea legislativa.

esser liberi, bisogna

non invadere

Se vogliamo

l'altrui autorit,

ma

la-

sciare ai grandi poteri della nazione tutta l'indipendenza


nell'esercizio delle loro funzioni.

daremmo un

noi

colpi di Stato, dei quali

No,

la Sinistra

Essa dev'essere

il

la

Ma

vigile sentinella
il

ogni

il

modo

enorme.

Costituzione, la

pubblico ministero della rap-

nazionale.

sento dirmi che, ritirandosi,

quah

fallo cos

della

deputati della Sinistra

decUnerebbero ogni responsabilit degli


dei

principii,

nostro secolo abbastanza ghiotto.

non pu commettere un

severa custode delle leggi,

presentanza

Violando cotesti

cattivo esempio ed anche l'impulso ai

atti parlamentari,

paese potrebbe non esser soddisfatto, e che in


essi ritornerebbero

fiducia, ribattezzati da

alla

Camera con maggiore

un nuovo voto

degli elettori.

71

Tutti sanno, che nelle Camere

adottano dalle

partiti si

maggioranze. Stanno a guarentigia delle minoranze


scorsi pronunciati alla tribuna e

popolo pu benissimo discernere

quali

il

suoi

nemici.

di-

voti dati alle leggi, nei

suoi amici ed

I deputati, anche io lo so, ricevono forza dalla fiducia

degU

elettori.

Ma

un anno

so altres, che da

fiducia, anzich diminuire, cresciuta. Io

me non

in poi questa
e parlando di

intendo escludere alcuno dei miei colleghi

ebbi

e ricevo giornalmente tante e cos splendide testimonianze


di affetto da' miei concittadini,

che son convinto esser le

idee della Sinistra parlamentare l'eco fedele di quelle della

nazione.

No, amici

stiamo fermi negh eterni

non

ritto. IvC dif&colt

lascia

il

abbattano

ci

campo, finch

c'

principii del di-

buon soldato non

Il

da combattere.
Vostro ora e sempre
F. Crispi.

[Crispi a Garibaldi

54.

Caprera].
Torino, 24 febbraio 1862.

Mo
Il

Generale

Senatore Plezza viene in cotesta per invitarvi ad an-

dare a istituire

tiri

nazionali nelle varie Citt del Regno,

Vi porrete d'accordo con


laddove avrete bisogno
agli ordini vostri.

9 marzo ha
di

I^a

lui sul

da

dell'opera

fare,

avvertendovi che,

mia, io sar sempre

vostra lettera per

1'

assemblea del

una magnifica impressione fra i veri amici


Hbert. Voi avrete la gloria non solo di capitanare il
fatto

partito popolare,
taglie nazionali.

ma

di tenerlo ordinato e

pronto

alle

bat-

72

Mia moglie, grata

della vostra amabilit nel nostro sog-

giorno in Caprera (i), m'incarica di dirvi tante cose per

lei.

Io vi abbraccio di tutto cuore.

Dev.mo
F. Crispi.

Con decreto del 20 novembre 1S61 il Re aveva nominato il principe


Umberto Presidente, e Garibaldi tni vice-presidenti della Societ nazionale del Tiro a segno. Il Senatore Giacomo Plezza era stato chiamato con
i

decreto miuisteiiale a far parte del Consiglio di direzione.


1,'invito che

il

Plezza andava a fare a Garibaldi era stato concertato con

Ricasoli, presidente del Ministero dal 12 giugno 1861.

Garibaldi accett di buon grado, lieto che

il

Governo

si

preoccupasse

della educazione militare del Paese.

(3

Succeduto Urbano Rattazzi al Ricasoli nella presidenza del Ministero


parve anzi al Generale
'62), Garibaldi ebbe confermato l'incarico

marzo

che

il

Rattazzi fosse propenso ad una politica energica, e

pose all'opera

si

coU'attivit che gli era consueta. Naturalmente, fece appello ai suoi antichi

commilitoni.

Giacinto Carini, dei MiUe, affid l'organizzazione del Tiro a

segno in Sicilia con la seguente lettera

All'Egregio

Voi, che tanto

Torino, ig marzo 1862.

Generale Carini,

meco cooperaste

nel favorire gl'interessi del Paese, affido

l'incarico della Istituzione dei Tiri al Bersaglio nell'Isola di Sicilia.

rate che tutti

buoni,

quali attendono, con

mandato o

senza, a

Procu-

promuovere

si mettano in rapporto con Voi, che prego di tener me informato dell'andamento e del progresso dell'azione Vostra.
Intanto fondate Comitati Promotori, raccogliete sottoscrizioni per

detta Istituzione,

Tiri Provinciali e

Mandamentali, come anche pel Nazionale.

Per vostra norma furono gi spediti mandati a' SSri. Francesco Ugdulena di Palermo e Alberto Maria Mistretta di Salemi.
Vostro

G. Garibaldi

All'indomani degli strepitosi successi della Rivoluzione, al richiamo di


Garibaldi da Caprera fu dal Partito di Azione dato un significato che oltre-

passava certamente non solo le intenzioni, ma i timori stessi del Governo.


I<e Societ democratiche e specialmente i Comitati di Provvedimento agitarono il Paese. I^a giovent rispose all'appello due battaglioni di Ca;

rabinieri mobili

furono in breve ora organizzati in Genova

in I^ombardia

73

si

aprirono arruolamenti,

prepararono armi,

si

fissarono depositi.

si

Il

Tiro

a segno doveva coprire cotesta effervescenza. 11 Rattazzi dapprima incoraggi, dette un po' di danaro e ne promise dippi. Ma quando da Parigi vennero rimostranze in forma perentoria, come allora usava,
era stato benevolo, tanto
questri

a Sarnico, a

si

dimostr

Palazzolo, altrove, e fucilate a Brescia.

Circa lo scopo di quella visita a Garibaldi

(i)

[Crispi al Ministro dell'interno

55.

il Governo quanto
avvennero arresti e se-

sevei^o.

cfr. lettera n. 57.

(i) -

Torino,

Torino].

marzo 1S62.

Sig. Ministro,

Siccome

le

gotenenza

ha

Della

generale

del

ristabilito

cittadini

verbalmente, in

dissi

l'illegale

Rovere,

sin dalla I^uo-

l'amministrazione

sistema di ritenere in prigione

anche dopoch costoro hanno ottenuto una asso-

lutoria delle Corti. Questo sistema

nome
emparer. La

borbonica
cese

Sicilia,

di

il

non

la polizia

polizia si credeva e si crede in diritto

dell'uomo

d'impadronirsi
dichiarato

aveva sotto

empara, barbara voce presa dal franche

l'autorit

giudiziaria

colpevole. Se ci era un'illegalit sotto

ha
il

Borbone, oggi un reato punibile.

Malgrado una decisione


braio ultimo,
ciale

del

gemono

Trapani del 2 feb-

13 individui.

Prefetto,

Gemono anche

della Corte di

in quelle prigioni, per ordine spe-

nelle prigioni di

Palermo

altri individui,

teme che V empara venga apSalvatore Vinci ed ai Signori Pancali padre e

stati assoluti dalla Corte. Si

plicata al Sig.
figlio,

arrestati nella provincia di

private vendette,
autorit

si

delle

sono rese

lo

Noto

in conseguenza di

quali, credo involontariamente, le

strumento.

Salvatore Vinci, di Avola, fu arrestato d'ordine del sotto-

prefetto di Siracusa

il

io gennaio e fu ritenuto a di lui dispo-

sizione sino all'S febbraio. Incaricato

il

Giudice Castellini

dell'istruzione del processo, nulla fu provato contro l'im-

74

putato. Iva Corte allora, spinta dall'autorit governativa,

un

scelse per l'istruzione

giudice nel suo seno,

vor indarno per trovare imputabile


Pancali padre

son rimessi

il

quale la-

il

Vinci di alcun reato.

e figlio, di Vittoria, confinati,

imprigionati,

al potere giudiziario, quasi a legittimazione del

loro illegale arresto per la


rit amministrativa.

I^a

pura

Corte

e sola volont dell'auto-

non tarder a

deliberare

su loro.

Non ho

altro a chiederle che a voler dare gli ordini op-

portuni, perch

sistema

la giustizia

deVempara

sia

abbia

il

suo corso, e

il

barbaro

abolito.

Suo dev.mo
F. Crispi.
(i) Era Ministro dell'interno e presidente del Consiglio dal
bano Rattazzi, succeduto a Bettino Ricasoli.

[Crispi a

56.

Di Maggio

marzo Ur-

Palermo].
Genova, 11 marzo 1862.

Caro

Come tu

Felice,

vedi

ti

scrivo da Genova, dove sono sin da tre

giorni per l'assemblea dei Comitati di provvedimento, delle

cui sedute avrai

da Torino

il

rendiconto quale fu raccolto

dagli stenografi. Ti assicuro, che quest'assemblea

non po-

teva essere meglio tenuta ed io son fortunato di averne


dirette le discussioni, (i). Per

ora t'invio sulle stesse una

lettera che pubblicherai {2)

Tuo

aff.mo cugino

F. Crispi.

(i)

Iv'

Assemblea fu presieduta da Garibaldi, il quale incaric Crispi di


(2) Nel Precursore, giornale di Crispi, del quale

dirigere le discussioni.
l'avv.

Di Maggio era'^amministratore.

75

[Cris-pi

57-

a Luigi

(?)].

Genova, ii marzo 1862.

Caro Luigi,

Rispondo da Genova, dove venni per l'Assemblea del


alla

9,

tua del 3 corrente.

Mi permetterai
non
Io,

dirti, che tu hai il vizio delle donne di


mai sempre amate abbastanza...
Mordini e Miceli andammo a Caprera con una missione,

credersi

che tutti conoscono, che


angoli della terra.
tra Garibaldi e

il

giornali annunziarono ai quattro

Questa missione era


Comitato

di

metter l'accordo

di

Genova, affinch l'Assemblea

Riuscimmo

del 9 avesse avuto quel successo che meritava.


nella nostra missione, e

non

assicuro che

ti

si

poteva atten-

dere di meglio

Tuo
F. Crispi.

[Crispi a Bertant].

58,

Torino, 14 marzo 1862.

Mio

caro Bertani,

I/Uned ci saranno alla


sul suo

programma

gna che tu.


al

Camera

De Boni

e tutti

deputati amici vi troviate qui

vostro posto. Bisogna altres, che per quel giorno siano

stampate

e pubblicate le sedute dell'assemblea di

Vieni quindi subito, o per lo


il

interpellanze al Ministero

e sui Comitati di provvedimento. Biso-

discorso

di

meno mandami

Campanella corretto

le

Genova,

a rigor di posta

note

prese

Asproni nella seduta del io.

Non

ci

tempo da

perdere...

Tuo

aff.mo

amico

F. Crispi.

da

76

[Crispi a Rattazzi

5g.

Torino].

ly marzo 1S62.

Torino,

Onorevole Si^. Ministro,


Il

General Garibaldi

verr domani

un

alle

a.

le fa

conoscere per mezzo mio ch'egli

m.

nella di lei casa per parlarle di

affare di qualche interesse. Ella si

compiacer

di atten-

derlo.

Colgo questa occasione per dirmi


Devotissimo suo
F. Crispi.

[Crispi a G. di Cavour

60.

Torino].

jp marzo {mercoled).

Onorevole Sig. Marchese,

Ho

ricevuto due volte l'invito della S. V. d'intervenire

alle riunioni dei nostri colleghi

tenute sotto la di

lei presi-

denza,
I^a dichiarazione

della

spiega abbastanza
alla Sinistra

convegni

da

me

fatta alla Camera, in conseguenza

provocata dalla interpellanza Gallenga,

discussione

il

mio voto

del 17 corrente. Io appartengo

parlamentare, e non ho nulla a fare in privati

politici

con uomini che sono

essere gli avversarli delle

stati e

continuano ad

mie opinioni.

Colgo questa occasione per dirmi


Devotissimo suo
F. Crispi,

77

[Gustavo di Cavour a Crispi

6i

Torino],

Torino,

Onorevole Signore
Ieri verso sera

vorirmi,

20 marzo i86z.

Collega,

ho ricevuto

foglio di cui Ella volle fa-

il

quale rende necessarie alcune brevi dichiarazioni.

il

Dei due avvisi stampati a


nione di Deputati tenutasi

non pu

il

I^ei diretti, e relativi alla riu-

il

12 di questo mese,

primo

il

risponsabilit. Infatti l'avviso

una mia qualunque


era anonimo, ed esprimeva

un pensiero comune a

circa 100 deputati che invi-

soltanto

in nessuna guisa implicare

tavano ad una conferenza

tutti

loro colleghi

quali voles-

sero prendervi parte senza vincolo veruno.

Nulla so vedere in ci che possa urtare qualsiasi suscettivit.


Il

secondo avviso porta la mia sottoscrizione, stampata

insieme a quella dei due

altri

membri

provvi-

dell'ufi&cio

sorio della riunione sovra indicata.

Devo per

dichiararle,

che per una strana occorrenza,

questo avviso non fu stampato quale io l'aveva scritto

ma

un Collega
non dopo il

fu assai modificato da

senza parlarmene, se

che, a fin di bene,


fatto, la

mia

Ci premesso e venendo al fondo dell'affare

mut

dicitura.

riconosco

che ha dovuto sembrarle strano di ricevere come proveniente da

me un

invito a conferire amichevolmente di cose

politiche fuori della arena parlamentare che ci

aperta per

Non mi
nioni

le lotte della

dissimulo quanto sieno opposte

valendomi dell'espressione del

che dottrinalmente un vero abisso

tempo sento

il

sempre

parola in faccia a tutta l'Itaha.

ci

Sig.

separa.

le

nostre opi-

Petrucelli

Ma

dir

nello stesso

dovere di dichiararle essere mio proposito

costante l'osservare verso tutti

miei avversari politici

pi strette regole della cortesia, quali

si

le

sogliono praticare

78

tra quelle persone cui


inglese di gentlemen.

pu applicare

si

la bella espressione

{sic).

Se pertanto nello stampato che porta

data di

la

ieri

Ella

non mi reca meraviglia, ma l'assicuro che quella dicitura non mia.


Intanto la prego di gradire l'espressione della mia sincera
ha trovato qualche cosa

di intrusive ci

osservanza.
G. DI Cavour.

Nella seduta del 17 marzo la Camera discusse sul programma del nuovo
Ministero Rattazzi,e sui Comitati di provvedimento, e la Sinistra vot con
la

maggioranza ministeriale, intendendo, per, di dare

ficato di aspettativa,

come

aveva tenuto calcolo di


nire alla riunione da

tale riserva

voto un signi-

tutta la Sinistra

si

Cavour non

astenne dall'interve-

lui indetta.

[Crispi a Felice

62.

al suo

Crispi dichiar. Il marcliese G. di

Di Maggio

Palermo].

Torino, 27 marzo 1S62.

Caro Felice,
Pel Precursore

con

ti dissi le

Bay (i), che non

D' a
lui,

sia

mancher

Ce ne distaccheremo

ai suoi obblighi.

e a torto del leale,

finch

definitive...

prodigo di lodi al Re. Noi siamo

finch egli sar con l'Italia e sar fedele al plebi-

scito del 21 ottobre 1860.


ch'egli

mie idee

non saremo

dopo

il

Non

il

giorno

a dargli a dritto

ci

distacco di Nizza dall'ItaHa e

sicuri ch'egU si adoperi a ricuperarla

ed

a ricuperare con noi tutta la terra italiana occupata dallo


straniero.

Tuo

aff.mo cugino

F. Crispi.

(i)

Redattore del Precursore.

79

F avara

[Crispi al barone Vincenzo

63.

Palermo]

Torino, 16 aprile 1862.

Mio

Non ho

caro Nzulo

(i),

a rispondere che alla sola tua pregiatissima degli

8 corrente...

Dove

hai letto

il

giacch solamente
detto

mio discorso
il

Parmigiani

ai

Te ne

chiedo,

Diritto lo diede fedelmente quale fu

mi

gli altri giornali

fecero chiamare V. E. simbolo

di libert, mentre io lo dissi simbolo dell'unit. Questa se-

conda definizione

logica,

ma

prima ha

la

dello strano

in bocca mia.

Avendo

accettato la monarchia, per non ingegnare dua-

lismi e per avere unit, giusto, convenevole essere realisti

E ti

dir che io sar tale franca-

Re

sar coll'Itaha. Se egli di-

e buoni costituzionali.

mente, lealmente, finche

il

sertasse la causa nazionale, se

il

principio monarchico

casse al suo compito, allora avrei


la

monarchia per

lo stesso

il

diritto di

motivo pel quale

man-

abbandonare

l'accettai...

Ti abbraccio di cuore

Tuo

aff.mo amico

F. Crispi.

(i)

Nzulo, diminutivo di Vincenzo nel dialetto siciliano.

[Cri^i a Mazzini

64.

I^ondra].

Torino, ig aprile 1862.

Fratello,
I^ibertini

mi diede

a leggere la vostra a lui del 3 corrente.

Voi avreste ragione se

le

condizioni della

Camera

fossero

8o

tutt'altro di quello che in realt esse sono.

poi

Ascoltatemi e

giudicate.

Noi non abbiamo che appena 22 voti


questi

giammai son pronti

alla

Camera, e

da poterci quotidianamente

contare, giacch due terzi dei nostri amici ordinariamente

sono assenti da Torino. Abbiamo poi una maggioranza

parlamentare

ostile alle nostre idee

ed

ai nostri

uomini e

che non sar mai sperabile di convertire.

Con
di

elementi come volete voi organizzare qualche cosa

tali

importante contro

ministero? Se ho fatto e fo la pic-

il

come voi dite, perch non potrei farne altra,


mancandomene i mezzi, ma non ho dimenticata la grande.
Un generale ha bisogno di ufficiali, o per lo meno di solcola guerra

dati,

per impegnar

successo

battaglia

abbandonato a s

con

qualche

stesso, egli

pu per non compromettere

la

speranza di

deve fare quello che

sua riputazione e quella del

suo partito.

Quando

scioglievasi

il

quello di Rattazzi (Saffi

ministero Ricasoli e componevasi

pu

dirvelo) molti dei nostri con-

cepirono buone speranze su quest'ultimo. Io solo mi levai

per rilevarne

Saffi

vizii.

furono coloro che

si

potr confessarvi chi e quanti

associarono a me. Alcuni dei nostri par-

larono di conciliazione, e taluni di loro intervennero alle se-

dute di una sedicente


il

sinistra,

che nomin suo presidente

deputato Mellana, amico intimo

ch'ero io

il

di Rattazzi.

vice-presidente della Sinistra, e da

Ed avvertite
me ne erano

state presiedute le sedute nei primi giorni della

nuova am-

ministrazione.

Facendo quella che voi chiamate


sempre con

me

-piccola guerra,

ho quasi

molti del centro e della destra della Camera,

onde in molte occasioni mi


vale a rovesciare

un

riesce di trionfare.

gabinetto,

ma

Questo non

basta a tormentarlo, ed

a manifestare alla nazione che noi non siamo con uomini,


i

quali sono saliti con basse arti al potere,

(i).

Autori del plebiscito napolitano, ed avendolo accettato

come base

al

nostro diritto pubblico, la nostra lealt c'in-

dica la via da seguire. Noi vogliamo l'unit nazionale col re,


finch

il

re la vorr

scopo che

con noi e

si

adoperer a raggiungere lo

siam proposto. Pertanto dovremo essere

ci

ri-

dovrem chiedere

gidi osservatori dello Statuto, del quale

l'osservanza da tutti, anche dai nostri nemici. Se la monarchia tradisce l'unit e viola lo Statuto, peggio per

convenzione rotta

Io spero ottenere la vostra approvazione al

lyaddove
sapete

sono stato e sono

io

lo stesso culto di

muter d'animo
Vi abbraccio

I^a

mio operato,

avvertitemene, e mi corregger, Voi lo

io sbagli,

Sento per voi

lei.

noi siam liberi di noi.

e vi

di

fede.

do

il

vostro pi devoto amico.

prima, n per mutar di tempi

saluti di

mia moglie.
Vostro
F. Crispi.

Nonostante

il

desiderio di battere la stessa via, Mazzini e Crispi erano

gi divisi. Mazzini dava colpa delle incertezze e delle debolezze dello Stato

monarchica ; Crispi, invece, ne rendeva responsabili gli uomini.


Monarchia era stata accettata da Crispi come forza unificatrice e come
garanzia per l'Unit Mazzini l'aveva subita come un male inevitabile,
all'unit
I<a

perch voluto dal Paese,


tiva continua

sariamente rivoluzionari
G. Agazzini

Ma
il

ma

senza fede che da essa potesse venire

necessaria a compire la rivoluzione.

egli

Siamo

l'inizia-

tutti neces-

scriveva rispondendo a questa lettera {Cfr,

Epistolario inedito, pag. 316-318)

Crispi, cospiratore contro

finch non

fatta l'Italia

governi dispotici, non arrivava sin l mentre

governo nazionale aveva scritto nel suo programma

la liberazione di

Roma

e del Veneto. Il dissidio era profondo e sostanziale. Crispi, clie aveva coo-

perato con Mazzini, rischiando la vita, al trionfo del programma unitario,

come non aveva mai abdicato


da rinunziare

alla propria individualit, cos

alle proprie convinzioni. I,e parole deferenti

non era uomo

con

le

quali

si

chiude questa lettera non mutavano la reciproca posizione. I,a polemica

dopo non fece che rendere pubblico un distacco gi avvenuto.


Imputavano al Rattazzx, ch'era stato a Parigi poco prima di risa-

di tre anni
i)

lire al

Governo, di aver cospirato col contro

il

suo predecessore Ricasol.

82

[Crispi a Garibaldi

65.

Caprera].

Torino, 25 aprile 1862.

Mio
Il

generale!

me

marchese Pallavicino ha chiesto per

al

governo

Mi vien soggiunto, che egU siasi


affinch appoggiate cotesta domanda.

croce di Savoia.
rivolto a voi,

Io non voglio distinzioni di sorta.

Ne

la

altres

trovo abbastanza

nell'amore vostro, nell'amore de' miei concittadini e nel-

l'animo mio pago dei servigi prestati alla Patria. Vi prego

mio generale, ringraziare il comune amico del benevolo pensiero che lo mosse ed a pregarlo a desistere
quindi,

dalle sue pratiche,,

Vostro sempre
V. Crispi.

quando
Grande Ufficiale offei-tagli da Menabrea. Ma eletto presidente della Camera nel 1876, non
pot pi schermirsi. I<a seconda decorazione conferitagli fu appunto quella
del Merito Militare di Savoja, proposta dal Depretis, presidente del primo
Crispi rifiut fin che pot le onorificenze cavalleresche. Nel 1869,

fu istituito l'Ordine della Corona d'Italia, respinse la Croce di

ministero di Sinistra, con la seguente lettera

Roma, 5

febbraio iSyy.

Onorevole Collega,

Permettetemi ch'io mi rivolga a voi per chiedervi un atto di giusta

ri-

parazione.

Sapete che io fui Prodittatore di Sicilia ne ho assimto il Governo quando


truppe Borboniche occvipavano ancora diverse parti dell'Isola ho ab;

le

bandonato il mio ufficio dopo che il Generale Garibaldi era aitrato in Napoli.
Ora fra gli uomini che accompagnarono il Generale Garibaldi nella spedizione cibavi Francesco Crispi. Francesco Crispi fu anzi colui che con Nino
Bixio l'ha consigliata senza Francesco Crispi e Nino Bixio la spedizione
dei Mille forse non sarebbesi fatta. Ma v'ha di pi Francesco Crispi, uno
dei Mille, combatt sotto gli ordini del Generale Garibaldi da Marsala a Palermo e si distinse tanto a Calatafimi, che nell'entrata in Palermo. Egli ha
:

certamente meritata la distinzione che

si

accorrla ai soldati valorosi. Io fui

h
il

capo del Govarno in

Sicilia in

tempi abbastanza prossimi

ai fatti

d'anue

che vi ebbero luogo, per poter rendere ima sincera testimonianza.

Ed per ci che io mi rivolgo a Voi onde vogliate tener conto di questa


mia considerazione, per proporre a S. M., previe le pratiche portate dalle
leggi e regolamenti vigenti, la nomina di Francesco Crispi a Cavaliere del
Merito militare di Savoja.

Aggradite l'espressione della mia alta stima.

S. E. il Ministro
della

Devot.mo

Depketis

Guerra

Vittorio

Emanuele anzich

quella di Ufficiale, e

la

Croce di Cavaliere, volle conferire a Crispi

col motti-proprio, cio senza richiedere

il

parere del

Consiglio dell'Ordine.

[Crispi a Pasquale Calvi

66.

Palermo].

Torino, 29 aprile 1862.

Mio

BUa

caro D. Pasquale,

resta presidente alla Cassazione e

Sig. Galatioto alla Corte di appello di

di lei genero

il

Palermo. Che Iddio

vi aiuti e la felicit sia nelle vostre famiglie.

Io non verr in Sicilia per queste vacanze.

a lyondra a studiarvi nell'interesse del paese

economica della Gran Bretagna. Accettai


ghiera del marchese

Vado invece

la legislazione

l'incarico a pre-

PepoH perch non poHtico, Sar qui

di ritorno alla riapertura della sessione.

Kd

ella

dovrebbe anche venire

alla riapertura della ses-

sione. Assicuratasi la posizione nella magistratura,

che

si

bene

presenti alla Camera, e vi faccia sentire la potenza

del suo ingegno. Ci sono parecchie leggi, nelle quali ella

potrebbe essere utile e dar prova di quello che

vale...

Suo aff.mo amico


F. Crispi.
Pasquale Calvi, antico carbonaro, aveva avuto parte
rivoluzione siciliana del 1848.

Dopo

la restaurazione

notevole nella

borbonica emigr a

Malta, donde influ a mantenere viva in Sicilia l'avversione ai Borboni e a

cospirare per l'Unit repubblicana delle provlncie italiane. Sbarcati

Mille

a Marsala, il Calvi si affrett a ritornare nell'Isola e a sollevare col Fabrizj,


col Raeli ed altri le Valli (provincie) di Noto e Catania. Durante il soggiorno di Crispi a Malta (1853-54) il Calvi non gli si era dimostrato amico.
Tuttavia, nel '60 e dappoi costantemente, Crispi gli accord il suo appoggio
affinch gli fosse data e

mantenuta

posizione nella Magistratiu-a alla

l'alta

quale aveva diritto per l'ingegno e la grande dottrina.

Chi guarder spassionatamente nella vita di Crispi, trover dh'egli fu

sempre pronto a stendere la mano ai suoi nemici quando a


E non gli mancarono mai nemici selvaggi

lui si rivolsero.

[Crispi al Sindaco di Marsala].

67.

Torino, 6 maggio 1S62.

Signor Sindaco,

Rispondo immediatamente

alla vostra pregiatissima del

29 caduto mese.
I^'atto.

del 27

che mi chiedete non pi in mie mani.

maggio 1860,

all'entrare in Palermo,

I^a

mattina

mentre eravamo

impegnati in combattimento coi Borbonici, mi fu rubato


il

baule, nel quale eran la deliberazione marsalese ed altre

carte d'un grande interesse,

(i).

Quella deliberazione era stata adottata a mia istanza da


16 decurioni, assenti

il

sindaco e

presenti soU 11 firmarono,

gli altri

gli eletti.

Dei decurioni

essendosene partiti, non

so se per paura del nemico di cui temevano l'invasione, o

per simpatia

del

regime che andava a cadere. In quella

deliberazione dichiaravasi decaduta la dinastia dei Borboni


a'

termini dell'atto parlamentare del 13 aprile 1848

lont del popolo marsalese di riunirsi

vo-

al resto d'Italia,

Ga-

ribaldi dittatore durante la guerra. In essa si


tutti

comuni

incitavano

di SiciUa a seguir l'esempio di Marsala.

85

Per una prudenza,


volle trascrivere

con me,

recai

facile a capirsi, la deliberazione

nei registri

comune. Pertanto

del

decurioni ne furono

non

si

io

la

lieti.

Credetemi
Vostro

dev.mo

F. Crispi.

proposito dello sbarco dei Mille a Marsala giova conoscere

documenti, ora venutimi sott'occhi, che

si

riferiscono

seguenti

ad uno dei primi

atti

compiuti da Crispi con la correttezza di procedimento che caratterizz tutta


l'azione sua nel 1860
:

Oggi che sono

li

undici del mese di Maggio 1860 in Marsala.

Noi D. Francesco Caronna Decurione anziano f. da Sindaco di questo


Comune, assistito dal nostro Cancelliere Don Antonio Span.
In esecuzione degli ordini del Governo provvisorio di Sicilia e per incaTenente Generale Giuseppe Garibaldi rappresentato
Crispi, ci siamo recati nell'Ofi&cio
Percettoriale gestito dal Sig. Dott. Don Bartolomeo Accardi, il quale ci ha

rico speciale di S. E.
dall'

U iniziale

esibito tutti

il

di Stato

dieci suddetto

Maggiore Francesco

registri di Cassa,

ammontano a

taquattro, provenienti cio

ed abbiamo rilevato che gl'introiti dal

1 al

D.ti Milletrecentodieciannove e gf. cinquan-

Per particolari Agenti


Fondiaria

396,11

356,98

566,45

Macino

Sono

....

'

D.

D. 1319,54

Dico in tutto ducati Milletrecentodieciarmove e gr. cinquantaquattro


D. 1319.54
Da' quali dedotti D. quattrocentoventinove
gr. otto car. otto per valori in numerario
che restano in Percettoria compresa una
fede di credito di D. sessantasei

429.8.8

....

Restano
Quale superiore
car.

due

si

somma

...

D. 890.45.2

di D. ottocentonovanta, gr.

consegnata al Signor UfRziale di Stato

quarantacinque,

Maggiore D. Francesco

Crispi.

I^'Ufnzalc

di Slato

Maggiore

Comunale

Il Cancelliere
Il

Decurione Anziano

Il

Percettore

ff.

Francesco Crispi

Antonio Span

da Sindaco

Bartolomeo Accardi.

Marsala, 11 maggio 1860.

Pai Palazzo Comunale,

Francesco Caronna

86

sottoscritto

Il

dirigente l'Ufficio d'Intendenza del Corpo

Cacciatori

delle Alpi, dichiara d'aver ritirati dall'Officiale di Stato


la

somma

lini,

Maggiore Sig. Crispi


di Ducati ottocentonovanta, grana quarantacinque e due car-

cio in

moneta d'argento ducati trecentocinquantasei

quaranta-

cinque grani, in monete d'oro quattro Napoleoni pari a ducati diciotto, e


il

compimento

in

monete

ci

rame danaro che

il

suddetto Sig. Crispi ha rice-

vuto dal percettore del pubblico Erario.


Il Dirigente l'Off, d' Intendenza

Giovanni Acerbi.

(i)

Circa l'incidente qui accennato

cfr.

Francesco

[Garibaldi a Crispi

68.

Crispi, / Mille.

Torino].
Trescare, ii maggio 1862.

Caro Crispi,
a mio favore col titolo

I^e sottoscrizioni fatte in Sicilia

di

Dono Nazionale

le

riscuoterete tenendole a

mia dispo-

sizione.

Vostro

G. GaribaIvDI.

69.

[Garibaldi a Crispi

Trescorre].

Trescare,

Il

mio amico

Crispi incaricato

mez^i a pr della causa I^aziojiale in

da

me

maggio 1862.

per raccogliere

Sicilia e nel

Napoletano.

G. Garibai^di.

87

[Crispi a Garibaldi

70.

Trescorre].

Generale,

Voi vi preparate ad un'impresa dal cui esito dipenderanno


le sorti

future del nostro paese.

mia opinione in pro-

Gli amici nostri vi manifestarono la


posito,

a Trescorre.
al

5 maggio si raccoglievano intorno a voi


giorno 11 venendo in cotesta (i), obediente

quando

il

Il

vostro invito, alle vostre brevi e decisive comunicazioni,

non

vi celai

miei timori. Pertanto vi feci la interrogazione

pensato

avete

Generale

Un

tutte

dell'impresa

difficolt

le

fatto nel Trentino, o nel Tirolo, attire-

rebbe contro di noi tutta la confederazione germanica.

credono che loro appartengano gU sbocchi delle

I tedeschi

Alpi rezie. Fin dal 1848, quando

il

Parlamento era con-

loro

vocato a Francoforte, eglino, gelosi di cotesta parte del


nostro territorio, vi avevano innalzato
frontiere

Allora

ed avevan

non

ci

sarebbero

perch tutta l'Alemagna

riusciti,

era insorta, l'Ungheria ed


zione.

paesi rumeni e slavi in rivolu-

Tutte coteste nazioni eran molto preoccupate in

casa loro per non potere lasciar liberi


loro azione contro di noi
I^a situazione

sono

segni delle loro

deciso di difenderle contro ogni attacco.

europea oggi non identica. I popoU che

al di l delle Alpi, tra l'Adriatico e

Nero sono

nostri nemici nella

agitati,

ma non

il

Baltico ed

pronti a levarsi in armi.

il

Un

mar
forte

esercito potrebbe esser gettato nella nostra penisola ed io

non credo che siamo

in caso di respingerlo.

Vorreste cacciarvi nel Veneto?

Senza una insurrezione,

istantanea, fulminea, generale, che valesse a


austriaci e a renderli impotenti

ad

circondare

bero nel territorio del Regno, e Rattazzi, che sa


terci

difendere,

essere causa di

ricorrerebbe

morte per

gli

agire, essi si caccereb-

all'intervento,

di

non po-

che potrebbe

la nostra unit nazionale,

ha fortezze che, eccetto

ly' Austria

un

ardito colpo di

mano,

ci

fortunato caso di

il

vorrebbero lunghi assedii per

prenderle. Essa potrebbe, lasciando le necessarie guarnigioni in quelle fortezze, venir diritto in Torino con
di forze, alle quali

il

un nucleo

governo non pu per colpa sua presen-

una valida resistenza. I Piemontesi, che vedono ogni


giorno compromessa la loro egemonia, che ritengono quale

tare

un peso
gere,

le

provincie meridionali, sarebbero pronti a transi-

suddividendo

l'Italia in

due o tre Regni, e cos

gliendo le due vitali quistioni del giorno

scio-

quella del pa-

pato, e l'altra della capitale.

So che spesso avete


hanno vaticinato la
sconfitta. Ma non si pu tentare sempre la fortuna ed oggi
il tentarla potrebbe essere, pi che un errore, un delitto. Noi
Io conosco l'audacia de! vostro genio

trovata la vittoria laddove

siamo

alla vigilia di raggiungere la

mta

e la raggiungeremo, senza pericoli,

biamo

la

prudenza

altri

gli

di attendere e di

dei nostri desiderii

con sicurezza, se ab-

non

affrettare

tempi

che non tarderanno ad esserci propizii.


Generale

Non

disprezzate le mie osservazioni. Contate

per sempre su me, qualunque

sia la vostra decisione.

Stasera partir per Palermo, e col adempier

le

vostre

commissioni.

Qui cessato l'entusiasmo

attendono

le

speranze che

si

delle feste, e si

opere del governo uguali in grandezza

alle

son fatte concepire. Rattazzi lavora a conciliarsi


e

Borbonici

pensa a farne senatori e cavalieri.

Continuatemi
vi

il

vostro amore e fidate sul mio, che non

mancher mai.
Vostro

Napoli, i6 maggio 1862.

F
(i)

Crispi, invitato alla fine di aprile

da Mordini

da

altri

giimgere in I^ombardia Garibaldi, attese l'invito di questi e


scorre l'ii maggio.

sempre

Crispi.

si

amiciaragrec a Tre-

89

[Bertani a Crispi

71.

Palermo].

Genova, i6 sera, maggio 1862.

Caro Crispi,

Furono
Furono

arrestati

ufficiali

presso

La sua casa fu circondata da

lui.

di Garibaldini
Il

Garibaldi.

perquisiti tutti quelli che

erano a Trescore con

carabinieri

Generale dichiar solennemente che per la stessa im-

putazione dovevasi arrestare anche


i

Molti arresti

a Bergamo, Brescia, Milano e dintorni.

lui

o mettere in libert

giovani da lui chiamati.

Bergamo grave dimostrazione per Garibaldi

Viva

di

niero-

l'Italia,

Viva Garibaldi

e la

guerra

Brescia vi fu lotta con morti e

arrestato a Trescorre presso Garibaldi

il

al

grido

fuori lo stra-

Cattabeni

feriti.

bravo ed onesto

patriotta che noi conosciamo. Nullo fu arrestato la sera

dopo a Trescorre e condotto in Alessandria. Gli amici


Garibaldi devono pronunciarsi per lui subito

mente

di

ed aperta-

guidateli voi.

I propositi di inerzia e d'influenza straniera

stanno per

mettersi a riscontro con quelli di iniziativa popolare pro-

mossa da Garibaldi. Fa che


in

s difficili e decisivi

gli

amici non rimangano inerti

momenti.

Addio

Tvio

Ag. Bertani.

72.

{Anna Pallavicino a Crispi

Palerme,

Mon

cher

et

Torino].

le

29 maggio 1862.

bon Ami,

C'est de grand coeur que je vous

donne ce nom, de tout


un grand

coeur que je vous dis que votre dpart a laiss

go

Qui vous connat vous aime

vide parmi nous

une de ces individualits que


une

bonheur de

le

fois,

les

l'on n'oublie plus

approcher.

bonne habitude de vous voir tous


Hier,

j'ai

si

on a

eu,

pris la

maintenant

vous....

re9ue votre bonne lettre de Naples, qui m'a

un grand,

fait

vous tes

Nous avons

les jours et

nous ne savons que devenir sans

grand

trs

plaisir

tchez de

me donner

de vos nouvelles de temps en temps...

Georges vous a crit


indispose
il

me

vous

(je

Commandement de

que

general Avezzana accepte

le

garde nationale de Palerme.

la

me

le

Mon

de cceur, de ce que vous m'a-

aussi, bien

vez crit l'gard du Precursore

en proftera volontier

; il

charge de vous dire encore qu'il a eu des conversa-

tions

trs

autre
notis

pays-ci),

charge de vous faire ses amitis et de vous dire qu'il


prie d'insister afin

mari vous remercie

et

un peu

hier, et aujourd'hui, tant

beaucoup pour sa sante dans ce

crains

il

interessantes

lui

a dit

avec

tout prix

et

entre

nous pouvons attendre Venise, mais

ne pouvons pas attendre

l'avoir

Prince Napolon

le

hientt

informer l'empereur de tout

Rome

Rome, nous devons

I^e Prince,

cela,

a eu

qui naturellement

l'air

de comprendre

notre position en faisant mille demandes sur Garibaldi et


la question italienne

Je vous demande
lettre,

qui est

un

respecte. J 'espre

pauvre
si

vieille

en general.

du decousu de

mille pardons

grifo nnage indigne d'une

femme

cette

qui se

que vous voudrez tre indulgent avec une

femme, qui n'a plus

mal depuis quelques jours,

ni tte, ni yeux. Je vois

j'ai la

vue tellement

affaiblie

me faut toutes sortes de prcautions pour vous crire


comme je vous cris, c'est--dire comme un chat.
J'attends avec impatience un mot de vous, qui me disc
qu'il

que vous avez

fait

bon voyage,

et

que

les

choses ne vont pas

trop mal. J'ai re^u avant hier une lettre de Bellazzi, qui
dit

me

que notre bon General va bien, grce Dieu. Ecrivez-

91

moi quand vous n'avez rien de mi^tix faire et comptez


toujours, cher Ami, sur mon sincre attachement. Marie
vous donne une afEectueuse poigne de main et Ghiron, qui
partage mes ides votre egard, desire tre rappel votre

bon souvenir.
A. Pai,i,avicino,

Anna

Pallavicino, consorte di Giorgio,

aveva conosciuto Crispi a Napoli


il Pallavicino ho dato

in ottobre 1860. Degli attriti di allora tra Crispi e

notizia nel

volume Francesco Crispi, /

[Crispi a Nullo

73.

Mille.

Alessandria].

Torino, 31 maggio 1862.

Mio
I^a
ieri

caro Nullo,

tua del 27 mi trov lontano da Torino, dove son giunto

sera alle i

^. Quindi perdonerai

Insisti pel processo.

torit giudiziaria

ti

Qualora

il

Governo

desistesse e l'au-

mettesse in libert per difetto di prove,

tempo

o inesistenza di reato, avremo


la

della tarda risposta.

dovuta riparazione. Se

modo

la libert ti fosse

per chieder

data dall'auto-

rit amministrativa, chiedi atto dell'escarcerazione e

lasciar la prigione

prima che

Tienmi a giorno
ti

manchi

il

ti

non

fosse dato.

dell'istruzione del processo e, laddove

difensore, disponi di

me, che sar

a' tuoi ordini.

Tuo sempre
F. Crispi.

Il

il 15 maggio a Pauna invasione del Tirolo.

Colonnello Nullo, dei Mille, era stato arrestato

lazzolo, imputandoglisi di far preparativi per

92

Condotto dapprima nelle carceri di Brescia, alquanti giovani tentarono


di liberarlo, i soldati di guardia fecero fuoco e ne uccisero quattro, ne ferirono

sei. Il

processo al Nullo fu abbandonato, d'ordine del Governo, per pru-

denza. Si sarebbe dovuto coinvolgere in esso Garibaldi che aveva in


tera pubblica del i6

maggio dichiarato

conformandosi esattamente

avei'c

Anche per

ai suoi ordini.

a Samico, Bergamo e altrove

si

let-

gli altri arrestati

rinunzi al processo.

[Crispi a Giorgio Pallavicino

74.

una

quel valoroso ufficiale agito

Palermo].

Torino, 2 giugno 1862.

Mio

caro Sig. Marchese,

Appena giunto
e gli esposi

in Torino, vidi

di lei desiderii.

stro delle Finanze

Ne

il

commendatore Rattazzi

ebbi in risposta che

speciale pagasse al 31

maggio

u. s.

De

stato

avvisato

il

Ferrari a recarsi in Palermo per assumervi la dire-

zione di polizia per tutta

quanta verit
Iva

Mini-

400 mila franchi pei

danneggiati e che telegraficamente era


Sig.

il

aveva dato ordine che cotesta tesoreria

rottura tra Garibaldi e

impossibile

la

l'isola.

Sta a

lei

di

conoscere

sia in tutto ci.


il

ministero completa e parmi

riconciliazione.

Rattazzi

gettarsi nella reazione o a ritirarsi.

condannato

Non c'

via di mezzo.

In ogni modo vedremo che uscir dalle discussioni della

Camera.

In attenzione dei

di lei

comandi, con vera amicizia mi

creda

Suo devotissimo
F. Crispi.

93

[Crispi ad

75-

Anna

Pallavicino

Palermo].

Torino,

Mia

Ho

puntualmente

fatto

giugno 1862.

sue commissioni.

le

a mani della signora I^amasa

le

medesima ed ho impostato

della

cara Signora Marchesa,

due

Ho

rimesso

lettere all'indirizzo

l'altra

che andava

alla

figlia.

Ho

trovato Garibaldi a Varese. I^'ho abbracciato per

e pel marchese e

ho detto quanto amore avete per

gli

lei

lui.

Egli vi ricambia di pari amore.

Domani
nistero

apron

si

le

Camere ed avremo burrasca.

mi-

Il

ha rotto completamente con Garibaldi. Alle poche

parole scambiate tra

me

e Rattazzi, che

ho dovuto vedere

per incarichi datimi dal marchese, ne ho ricavato ch'egli


accetta la guerra, quindi

batteremo.

ci

Qui abbiamo avuto ad evitare un duello tra Garibaldi

una parte

e Sanfront. Costui, svelando

presso Garibaldi da parte del


nali

una polemica tra

non

riuscisse

fatale.

il

della sua missione

aveva suscitato nei

Diritto e l'Italie, che poco

gior-

manc

Sarebbe stata una seconda edizione

della sfida Cialdini. Grazie a

volmente,

re,

Dio tutto terminato amiche-

(i).

Tante cose

alla famiglia.

A lei

omaggi

l'amicizia e gli

del

devotissimo suo

F. Crispi,
(i)

Questo

il

verbale col quale fu composta la vertenza

Torino, i giugno 1862.

In seguito alla lettera pubblicata dal Signor Generale Sanfront nella


i Deputati Crispi e Mordini hamio avuta una conferenza ami-

Italie d'oggi,

chevole col medesimo, dalla quale resxiltato che la polemica di questi ultimi giorni fra

il

Diritto e V Italie

non ha dato motivo ad alcxma

delle parti

interessate di dichiararsi offesa.

F. Crispi.

di Sanfront.

Mordini.

^4

[Crisfi al generale Sanfront

76.

Generale

Mi sono
d'ieri,

Godo

Torino].

affrettato a

mandare

appena ricevuta

oM'Italie copia dello scritto

la vostra onorevolissima.

di tutto cuore, e

modo come

ve ne fo

vi siete condotto nella

mie

le

felicitazioni, del

pendenza che mi diede

fortunata occasione di avvicinarvi.

la

Comandatemi, generale,
2

e credetemi

sempre

giugno, luned.

Vostro

B. Crispi.

{Crispi ad Angelo Bargoni)

jy.

Torino].

Caro Bargoni,
Garibaldi qui e partir subito. Comprenderai la ragione
del suo viaggio. Grazie a

finito secondo

stri desiderii e per

contenti.

Dio tutto
dobbiamo esserne

no-

Silenzio intanto su tutto ci.

Ho mandato nomi
i

per

gli inviti ai

deputati.

2 giugno.

Tuo

di

cuore

F. Crispi.

78.

[Crispi a Garibaldi

Belgirate].

Generale,

Avrete visto dai giornali quale lotta mi stato dato sostenere in difesa vostra e dei nostri principii

Mi sono

tro-

05

vato

alla

sinistra, e

Camera

solo contro tutti, attaccato a dritta e a

per vinto,

ma non domato

numero

dal

dei ne-

mici surtimi da ogni lato. Quello che doloroso al mio cuore,


quello che

ha colpito l'anima mia

dotta di Bixio,

al vivo, l'indegna

quale a salvare un Ministero che

con-

ci

perde e

che sar fatale all'Itaha, venuto a denunziare

alla

Camera

cose contrarie al vero. I^e sue'

quantunque

il

contraddittorie, diedero
spinsi

come meglio

il

potei,

dichiarazioni

tracollo alla

ma non

bilancia. Io le re-

potei evitare che 189 voti

Or tra me e Bixio, tra me e


Camera non rimane altro giudidice che voi. Se adempii al mio debito, ditelo francamente,
siccome vostra abitudine. Se credeste non dover essere
dessero la vittoria al Ministero.

il

me

Ministero, tra

pago

di

a la

me, unitevi pur voi

una volta sar vittima

ai

miei accusatori ed ancora

della vostra politica.

Un'altra conseguenza funesta dei discorsi di Bixio


ritratto che

non
quando

voi

siete

ha fatto

uomo

poHtico

voi sfuggite

come

vi pare, a coloro che credono esser

il

lui,

un'angtiilla,

con

risposta fu chiara e categorica. Tuttavia

non

Secondo

di voi innanzi al paese.

voi. I^a

mia

popolo potr

il

credervi. I^e 300 associazioni alle quali presiedete, po-

tranno cadere nel disinganno ove non dichiariate immantinenti che voi siete sempre con gH amici, che

abbandonati, che non


Voi, Generale,
la lettera sugli

li

non

li

avete

abbandonerete.

non avreste dovuto

dirigere alla

Camera

avvenimenti di maggio. Chi ve la consigU

dimenticava voi stesso. Chi la scrisse ignora

la vostra gran-

dezza, la vostra virt. Io capisco che voi la firmaste spinto

da quel sentimento

di concordia

che vi onora ed

vi siete sacrificato in tutte le occasioni.

Ma

il

al

quale

Ministero se

n' servito per combattervi con maggior forza e per

modo

ai suoi difensori di lanciarvi

sto

pi grave attacco che

il

siasi

dar

una smentita. E' quepotuto fare

alla franchezza proverbiale di Garibaldi.

alla lealt,

Q6

Generale, continuatemi

vostro amore e credetemi sem-

il

pre vostro di cuore.


Torino,

giugno 1862.

Francesco

Crispi.

I^a discussione che la Camera fece sugli arresti determinati da una supposta spedizione nel Tirolo, dur quattro giorni, dal 3 al 6 giugno, e fu vi-

vacissima. Crispi prese pi volte la parola per sostenere

una sua proposta


da ogni parte,

d'inchiesta e per difendersi dagli attacchi che gli vennero


e anche dal generale Bixio.

non

Aveva

difeso l'affermazione di Garibaldi che

mirava ad una spedizione nel Tirolo, alla quale egli era stato contrario, e aveva dichiarato che il governo era a parte dei propositi del Generale per una impresa oltre il mare. Dinanzi ad una Commissione d'inchiesta
egli avrebbe dato le prove delle intelligenze passate col Rattazzi e degli
aiuti promessi da costui. Ma la maggioranza non volle l'inchiesta e approv
la condotta del governo, il quale tuttavia non commise l'imprudenza di
si

processare

gli

arrestati.

[Garibaldi a Crispi

79.

Torino]
giugno 1862.

Belgiraie, 9

Caro Crispi,

mia

lettera a Tecchio

drete che

non pu nuocere.

Iva

pi meditata

da voi

perch
e per tranquillare

Io dovevo smentire la spedizione nel Tirolo

nessuno doveva sapere ove


i

si

andava

ve-

nostri amici della Germania.

volete poi ch'io dica

amici

Tranquillatevi.

che non abbandoner

Salutatemi

la

miei

signora e voglia-

temi bene.
Vostro

G. Garibai,di.

I<a lettera di Garibaldi

a S. Tecchio, presidente della Camera,

(2

giugno)

contenente dichiarazioni che Crispi non aveva approvato, negava altres

97

che

si

rale

preparasse una spedizione nel Tirolo.

che pretendono rappresentare

pretesto delle ordinate coercizioni

che

xm

un

I giornali

scriveva

il

Gene-

pensiero del Governo diedero a

tentativo d'invasione che stesse per

concetto di quella spedizione non


non avevano altra missione che di eserarmi raccolte non erano che quelle necessarie per

Niente di pi

farsi nel Tirolo.

il

falso. Il

sogno. Quei buoni giovani

citarsi alle armi, e le


siffatti esercizii

[Crispi ad

80.

Anna Pallavicino

Palermo].

Torino, g giugno 1862.

Mia

Carissima Amica,

quest'ora avrete ricevuto la mia del 2 corrente, scrit-

tavi in fretta, causa la discussione alla


del

mese scorso

e la

mia non buona

Camera

pei fatti

salute.

Grazie degli affettuosi sentimenti espressi nella vostra

temo non meritare. Quello che io feci per


marchese nella mia breve dimora in cotesta, fu

del 29 caduto e che

voi e pel

un dolere che sento profondo nell'anima. Fu


me un grave dolore non esserci conosciuti prima.
Avremmo potuto, amandoci (i), essere pi utili all'Italia,

l'effetto di

ed per

anche voi, moglie d'un martire della

alla quale

vete consacrato
Il

il

comando

Guardia Nazionale. E' in conseguenza necessario

rivolgersi a

mi

vostro affetto.

Generale Avezzana non ha voluto accettare

di cotesta

Il

il

libert, a-

un

altro uffizi ale.

discorso del marchese col principe Napoleone, di cui

parlate,

ha

di

buono che

la

Francia conoscer sempre

pi l'animo degli italiani. Esso per non varr a vincere

l'animo dell'imperatore. I francesi non lasceran


presto che noi lo desideriamo.

l'uomo che varr a sciogliere

il

Comm.

Roma

la quistione papale. Il

di Torino una prefettura francese. Qui, nulla


venga ordinato da Parigi. (2).

si

cosi

Rattazzi

governo

fa che

non

Molti degli amici che ebbi l'onore di presentarvi, mi

vono che ancora non hanno avuto


amica mia, che

chese. Guardate,

non cadano

tari

da i8 mesi

braccia

nelle

qua ha perduto

in

il

il

bene

vedere

di

marchese e

il

scri-

mar-

suoi segre-

della consorteria, la quale


tutti

funzionari pubblici

mandati dal continente in Palermo. Confidatevi negU amici


miei, che sono anche amici vostri, e saprete

da loro ci che

conviensi nelle attuali condizioni del paese.

Salutatemi

Marchese.

il

Continuatemi

Ricordatemi con affetto

me una buona

Maria, e date per

la

stretta di

mano

alla

a Ghiron,

vostra amicizia e contate sul mio pi

sincero affetto.

Vostro di cuore
F.

(i)

Crispi.

Per una volta tanto rilevo la predilezione dei nostri patrioiti per

ta-

lune parole che esprimono forti sentimenti. Anche Crispi scrisse talvolta a
Garibaldi frasi
stro

amore

ad amici,

come queste

Simili

abbiatevi

il

mio amore

esuberanti affettuose espressioni

di tanti altri

si

per esempio, di Attilio Bandiera.

mi basta

il

vo-

trovano in lettere
!,'

amandoci

di

questa lettera va inteso con discrezione. D'altronde, la Marchesa Pallavicino aveva nel 1862 varcato i 50 anni di et.
(2) l,a soggezione della poli-

Napoleone III era confessata anche dai moderati.


UOpinione del 29 marzo recava nelle Ultime Notizie Corre voce che il
governo francese abbia fatte al Re delle osservazioni rispetto a' pericoli che
tica italiana alla volont di

potrebbero nascere dagli eccitamenti popolari ai quali diede occasione il


viaggio del generale Garibaldi per l'istituzione dei tiri provinciali e mandamentali

1,'opinione di Crispi sulle intenzioni dell'Imperatore circa

Roma

trova

conferma nella seguente Nota (30 maggio 1862) allora inedita, del ministro
francese Thouvenel all'ambasciatore di Francia a Roma: Jamais le gouvernement de l'Empereur n'a prononc ime parole de nature laisser esprer
au cabinet de Tiu-in qua la capitale de la Catholicit pt, en mme temps,
devenir, de consentement de la France, la capitale du grand royaume qui s'est
forme au-del des Alpes. Tous nos actes, toutes nos ddarations s'accordent,
au contraire, poixr constater notre ferme et constante volont de maintenir
le pape en possession de la partie de ses Etats que la prsence de notre dra-

peau

lui

a conserve

90

[Garibaldi a Crispi

8i.

Torino].

Belgiraie,

15 giugno 1862.

Incarico Francesco Crispi di consegnar^' alla Commissione

esecutiva

15,000 sul fondo Castiglia.

lyit.

G. Garibai^di.

Ricevuta dei suddetti 15,000 franchi.

Per

la

Commission- Esecutiva

Ai^BERTO Mario.

fondo Castiglia

Il

parte per

che

sub

Colonnello

il

democratici, e speso in

fu distribuito ai giornali

prigionieri di

Aspromonte

come

e per taltmi processi,

quello

Acerbi.

dare un'idea delle difficolt in mezzo alle quali procedevano

giornali

demod-atici, spesso processati dal governo e condannati a multe grosse,

valgano queste due lettere

Torino,

Mio

li

io ottobre 1862.

carissimo,

Oggi mi scaduta la cambiale di lire duemila di cui parlai ed entro la


mattina di domani dev'esser pagata inesorabilmente se no, io son perduto,
e l'amministrazione non ha pi credito
sempre per la carta.
Malgrado lettere e dispacci ripetuti a furia ho ancora gli incassi in arre;

trato

e forse

non arrivo a

500

fr.

per

gli operai.

Mi giunge
Addio

Non

Come trovare almeno a prestito


Domani anche sabato e occorrono

far mille franchi.

per questi pochi giorni l'occorrente

sono mai stato in tanta disperazione.

lettera di Bertani che unisco

mi raccomando.

di cuore.

A.

Barconi

Pisa, ig dicembre 1862.

Caro Crispi,

Di

offerte patriottiche versate nelle vostre

strazione del

Diritto

T,.

mani voi deste gi all'ammini-

1,400.

Io vi prego di non domandare la restituzione di quel denaro


essere

un

molto

utile

a sostenere quel nostro giornale.

E quindi

esso

pu

adoperato per

fine patriottico e utile alla libert.

Vi saluto col

solito affetto.

Vostro

G. G.-VRIBALDI

lOO

82

[Giorgio Pallavicino a Crispi

GABINETTO DI

S.

E.

II,

Torino].

PREFETTO DI PAi:,ERMO

Amico Car.mo,
mi occupo

Io qui

che tutto da

di tutto,

ma princi-

farsi,

palmente della sicurezza pubblica ed ho il conforto


che

il

vedere

di

paese, da questo lato, vien migliorando di giorno in

mi risulta che i delitti comuni scemarono notevolmente in questi ultimi tempi.


Vedo spesso, e sempre con piacere, gli amici vostri che
ora sono anche i miei. Schir, fra gli altri, mi utilissimo co'
giorno. Dalle statistiche

suoi lumi e co' suoi consigli.

Tengo
sopra

rimedi
la

le

fila

una cospirazione borbonico-murattiana


scala.

I^'ulcera

profonda

gli

burattini

muovere. Io mi studio

fa

uopo, plaudenti

tal

vedemmo

In piazza noi

eroici.

mano che H

mano.

di

vastissima

richiede

ma non
questa

di scoprire

amici nostri, ho preso ener-

giche misure senza troppo curarmi della stretta legalit

prima

lex salus populi.

scongiurer
d'Italia

pericoli

almeno

Governandomi da

da cui minacciata questa nobile parte

lo spero.

Vi ringrazio della sollecitudine


adempiere
ribaldi

ho

alle

siffatto principio,

mie commissioni. ler

scritto

quale vi piacque

colla

l'altro

ho

scritto a

anche a Rattazzi in questo tenore

Oggi, nella quistione politica,

partito

il

Ga-

d'azione sta

lealmente col governo. B'in balia del governo l'avere in


questo partito un appoggio od un ostacolo, forse insuperabile.

In quel giorno che

luzione,

l'alleato

il

Governo rompesse

diventerebbe nemico

terei a trasmettervi le

mie dimissioni

ed

io

colla rivo-

mi

affret-

Sono prostato dal lavoro incessante e se avessi il tempo


ma non ne ho il tempo.
;

d'ammalare, credo che ammalerei,

Compiangete

il

Anna

nel cuore.

vostro povero amico, ed abbiatelo sempre

Pregandovi

vi saluta.

di ricordarmi alla vo-

una cordialissima

stra gentile Signora, io vi offro

stretta di

mano.
Palermo, 17 giugno 1862

Il vostro

Pali^avicino.

[Clemente Corte a Crispi

83.

Torino].

Milano, 26/6/'6z

Mio

via di Brera.

caro Crispi,

Ti prego di volermi perdonare


quelle tali carte.

Ma

a dirti

misteriosa del Generale,

venni allontanato dagli


cos

3.

il

il

il

mio ritardo

nel mandarti

vero la partenza improvvisa,

modo

inesplicabile col quale io

Ufficiali del di lui seguito,

mi hanno

vivamente commosso da non lasciarmi n mente per

pensare, n energia per lavorare. Oggi solamente comincio

a superare

il

dolore avuto, ed oggi stesso comincier a lavo-

rare.

Non
si

ti

saprei descrivere l'ansiet, l'incertezza nella quale

trovano qui tutti

gli

amici del Generale. E' un continuo

correre dall'uno all'altro chiedendosi


del Generale

Io

ti

che cosa avvenuto

B' andato a Caprera, in Grecia o nel Messico

sar grato di qualunque schiarimento tu

dare di queste faccende

mi voglia

Tuo aff.mo
Clemente Corte.
Garibaldi parti per Caprera con parecchi amici,

quali dovevano sapere

di lui proposito di recarsi in Sicilia. Crispi lo sapeva. 1,'ansiet pubblica


alla quale accenna il Corte si comprende dopo quanto era avvenuto in quei

il

giorni, e date le notizie die correvano

baldina fuori d'Italia.

da molto tempo

di un'impresa gari-

I02

[Peranni a Crispi

84.

Torino].

Caro Amico,
partiranno domani. Sono rimasti contenti del

I Principi

paese e degli abitanti. Se

toglie qualche dimostrazione

si

procacciata da quei grandi faccendieri

sempre

quali

incaricano

si

della riputazione del paese per fare frittate, se to-

gliete questo,

buon senso

il

resto stato buono. Il paese

fatto distinzione tra

il

Governo

ha

col solito

e questi Principi

innocenti per offrir loro una accoglienza cordiale ed


ciosa che

non

credo, disonore ad alcuno.

fa,

Ma

uffi-

son fuochi

fatui che passano per tornare a pi fitte tenebre.,..

Addio

vi abbraccio.

Ci

sterili.

Ma

da dir molto

scrivetemi e non poche parole


ci

stato delle cose, da illuminarci.

da informarne bene

dello

Io vi apro sempre tutto

l'animo mio. So che non siamo d'accordo sopra qualche punto


di base,

ma non

colpa mia.

Avrei rinunziato

alle

mie spe-

culazioni se chi pensa in contrario avesse la carit di istru-

irmi con qualche argomento, se in due anni

sempre venuti in soccorso


ciasse a convenire

mezzi

altri

fatti

delle idee, se la gente

con noi

non

fossero

non comin-

quali siamo stati pochi e senza

che un piccolo organo imperfetto di stampa. Vi

abbraccio. Comandatemi.

V .ro
Peranni.
\_Palermo\ 28 ghig. 62.

P. S. 29.

Il

Generale qui.

diavolo va facendo

Addio.

Il

paese sottosopra

Che

I03

[Andrea Guarneri a Crispi

85.

Torino].
Palermo, i luglio 1862.

Carissimo amico,

Abbiamo
baldi.

per

qui tra noi ed in

mezzo a noi

Generale Gari-

il

Voi potrete comprendere quel che ha fatto

lui.

E' stato un

zioni per lui,

ed

delirio,

egli ci

un fanatismo

ha salutato

paese

il

di culto e di

ova-

col titolo di popolo delle

grandi iniziative, popolo del Vespro, quasi invitandoci ad

una novella grande

iniziativa che tace,

ad un

altro vespro

che certo non avr luogo in SiciUa. Per in questa universale

commozione due cose mi preoccupano

vostri e miei amici che

ed un po'
I^a

noi.

di

con

amano conservare un

sangue freddo. Esse son le seguenti

prima

di evitare a

me

tutti

po' di calma,
:

tutt'uomo una guerra

civile tra

Voi che conoscete l'ascendente magnetico che esercita

Garibaldi in Palermo e sulle popolazioni dell'Isola comprenderete benissimo che

il

governo del Re sotto

placet del Generale, che ci parl del

dirizzo politico dell'isola.

Or a me mancano

elementi di fatto per decidermi se

il

dei

Principi

Reali

l'abbia rotta con


e

quantunque

nudro sempre

un uomo non

la politica

abbia

mi

il

(i)

guito all'arrivo imprevisto di Garibaldi e


tenuti e mille altri incidenti, tutto

veto

ed

il

dell'in-

del tutto gli

Generale d'accordo o

in disaccordo col Ministero; per inchno per

giacche lo stupore

il

governo morale e

secondo avviso,
e del

loro se-

discorsi

da

lui

fa credere che Garibaldi

so se pi gesuita o curiale,
i

suoi misteri, pure

non mi

dell'illusione di credere tutto mistero, tutto

accordo, tutto entente cordiale. In

tutti i casi

mi

permetterete

che io preveda V eventualit del disaccordo. In tal caso son si-

curo che

il

Governo non lascer che

libero arbitrio nell'Isola, e se

non

il

Generale faccia a suo

altro l'alleato

Impera-

I04

non

tore

glielo

permetter.

Ho

scorsi del Generale che appella


teti

corsi

Consul de

le

pori contro

Napoleone con

di-

tutti gli epi-

avvisi telegrafici son

gli

da Parigi

Sono convinto che Rattazzi tenter o almeno

a Torino.

mezzi personali

di

a Parigi, e gli ordini telegrafici

sarebbe inclinato a tentare


i

tutti

pi ingiuriosi ed a quest'ora

da Palermo

Mr.

inteso io

Franca Palerme gettar fuoco da

mezzi termini e pria

di ogn'altro

mi aspetto da un momento

cos

all'altro

veder giungere Bixio, Malenchini, Mordini ed occor-

rendo Depretis, latori di lettere e se siavi d'uopo del Re,


ricorra a voi. Per

non credo neanche impossibile che

Ho

di pi.

timore che

e'

temo

partito della maggioranza alla quale

il

buttato in braccio, contento di cogliere Garibaldi

egli si

in flagranza di insurrezione,

poterlo combattere sette-

di

cento leghe lontano dai portici di Torino, non lo spinga a

combatterlo a fronte scoverta, e voi sapete come Rattazzi


incominci sempre col barcamenarsi tra
poi col buttarsi ai piedi di
la

Francia irritata non

vremo

la

guerra

segno dev'essere
vi invio

due

tra

lo

induca a

siccome

civile.
il

uno

partiti, e perisca

due. Dippi

tal passo.
il

In

temo che

tal caso a-

primo passo a

tale di-

richiamo del Mar.se Pallavicino, cos io

articoli del Corriere Siciliano dai quali scor-

gerete com'egli sia riuscito ad attirarsi la stima di tutti,


gli

uomini del paese che

spirito di conciliazione e

lo

non

come gli uomini che


come egli goda tanta

di partito,

attorniavano Torelli, e finalmente

cordialit presso tutti da essere l'uomo capace

qualche cosa da tutti


baldi in questo

momento

(se

ad ottenere

un nemico

partiti. Inviare

di Gari-

trovano qualche rompicollo

che accetti) mandarci la guerra in casa, o staccare


dal continente e lasciarla sotto
di Garibaldi

ed

alla

come

circondano siano animati da uno

il

l'isola

potere di Garibaldi, o far

un olocausto sanguinoso

alla politica francese

maggioranza della Camera. Impedite, vi scongiuro,

questa tremenda

crisi,

non risparmiate n mezzi, ne

sforzi

I05

a tale scopo. Tutto ci pu essere un mio


timore,

ma

il

pericolo tale che anco

delirio,

un sogno

in questi ultimi anni son convinto che da oggi a

Brescia,

dimani

Palermo

nulla impossibile in politica, e ricordatevi che

non

di

sogni spaventano, ed

n l'amore per Garibaldi uguale a quello dei

Bresciani per Nullo.


I^a

seconda cosa che mi preoccupa, a dir vela anco schiet-

tamente,

le

conseguenze

fatali

che possono scaturire dal-

l'ignoranza completa in cui tutti siamo dei disegni del Generale.

Comprendo che

anco

dovere, di chiudersi;

il

egli

si

altri

completa

mi ha

lo lascia

uomini che amano

Vi assicuro che
di

suoi

hanno

il

diritto e forse

tra l'aprirsi ed

il

tacersi, tra

Generale in contatto profondo cogli uomini

il

buttano ovunque e

che

con

v'hanno mille gradazioni. Questa

la scienza e l'ignoranza

posizione lascia

ed

ma

io

anco senza addentellato

di decidersi e di rendersi conto.

non intendo ragionar

di

me,

ma

l'assenza

vostre lettere a qualunque dei vostri amici

colpito, e lo credo

un

errore che dovreste affrettarvi

a riparare, ed in prova della mia impersonalit in questo


affare vi lascio libero, liberissimo di rispondere o

spondere alla presente.

Ma

perch l'oscurit potrebbe esser fatale

non

ri-

qualche

angolo,

ai disegni del

Generale

fate luce in

ed a qualche cosa che mi preoccupa sempre,


Vi assicuro, carissimo D. Ciccio, che

al paese.

la posizione

pu

di-

ventar gravissima da un istante ad un altro, e poi questi


signori di Torino ignorano noi, e ci che sia Garibaldi tra
noi

ed

destini e gli atti di quest'isola

magnetica

mezzo

hanno una influenza

sulle sorti del continente intero.

secolo e se

non

esperienza di

altro di 12 anni.

Avrete saputo a quest'ora che mio padre stato conservato in Palermo. Io non so se debbo farne a voi
ceri e vivissimi ringraziamenti,

accettarli.

ed in tutti

miei sin-

casi vi prego di

io6

Scusate la cola di questa lunga lettera scritta in fretta


e furia. Riveritemi

mesi fa una

caramente

Mordini

il

al

quale ho scritto

lettera di riscontro che rimasta senza riscon-

tro e credetemi sempre.

Vostro sino, ed

aff.

amico

Andrea Guarneri(2).

(i) I

erano

principi che
figli

di

si

trovavano in Palermo quando vi giunse Garibaldi


Emanuele, Umberto e Oddone.
[2) Ancora

Vittorio

vivente, senatore del

Regno dal

1880.

[Giovanni Raffaele a Crispi

86.

Torino].

Palermo, i luglio 1862.

Caro Ciccio,
...Andiamo a cose pi
di Garibaldi.

BgH me

voglio sapere di che

si

procede di accordo con


per fosse

cos,

le

serie.

Tu

sapevi la determinazione

l'ha detto, e l'ha detto

tratta

ma

Vittorio

ad

altri.

potresti dirmi

Emanuele? Quand'anche

parole pronunziate dal balcone del pa-

lazzo pretorio contro Napoleone, sono assai gravi

perdonami, assai imprudenti. In quale posizione


il

governo

Non

se egli

si

anzi

trover

Non potrebbe approvarlo senza venire a rotNon potrebbe riprovarlo, n osteggiarlo

tura con Napoleone.

nei suoi disegni, perch Garibaldi qui libero di fare quel

che vuole, padrone dell'Isola.

Ne

il

Governo potrebbe aver

mai tanta forza da poterlo dominare. Tu ben conosci il


Generale, sai quanto bisogno egli ha di aver vicino una persona che avesse sull'animo suo tanta forza da saperlo do-

minare

e Pallavicino che c'influisce

un poco,

un

inetto.

I07

Dall'un de'

lati ti desidererei vicino

a I^ui tu solo potresti


dominarlo e temperarlo; d'altra banda sono pi contento
che resti in Parlamento, finche funziona, ove la tua voce
negli attuali

momenti

indispensabile.

Ma

se

il

Parlamento

chiude, corri presso Garibaldi, ed intanto scrivigli tutti

si

giorni

popolo

raccomandandogU prudenza. Tu
sublime nel

che ha di fronte

melma

la

momento

nemico

il

resta a galla e

sai cos'

del pericolo, nel

nostro

passato l'imminente pericolo,

va nell'anarchia

si

il

momento

e oggi la anar-

chia perderebbe irrevocabilmente la Sicilia.

Un

avvertimento debbo darti ed questo.

altro ultimo

Se giungesse un'altra legge, tanto inconsiderata e vessatoria

quanto quella del registro

non potrebbe impedire


I^a forza

magnetica

sogna ristorare
catasto
rifletti

di

Garibaldi scemerebbe. So che bi-

le finanze,

fondiario

e bollo, lo stesso Garibaldi

disordini che sarebbero inevitabili.

ma

darebbe

al

ricordati che la revisione del

governo immensi

che col sistema regionale, che oggi

la Sicilia, l'odiosit di queste

si

introiti

imposte e della loro esazione

cadrebbe sul governo regionale e non menomerebbe


fetto de' popoli all'Unit Italiana

rebbe sino

al

desidera da tutta

il

loro odio

l'af-

non monte-

governo centrale nazionale.

Scrivimi.

Tuo
G.

11

dottor Giovanni Raffaele era patriotta di antica data. Fece parte

del Comitato siculo-napoletano

prima del 1848

e fu esiliato

del Settembrini nella famosa protesta dei popoli delle

dopo

aff.mo

RaffaeIvE.

il

12 gennaio 1848, fu eletto deputato.

zione borbonica,

ma

si

Rimase

tenne in rapporto con

provvisorio del 1860 tenne per breve tempo

Fu

il

gli

Due

come complice

Sicilie.

Ritornato

in patria alla restaura-

emigrati. Nel governo

ministero dei lavori pubblici.

il capo riconosciuto di una frazione regionista reclamante l'autonomia amministrativa, quale era stata proposta dal Minghetti nel famoso

progetto per

le

Regioni.

io8

[Per anni a Crispi

8y.

Torino].

Caro Ciccio,
I segreti dello Stato, delle Societ

non

si

devono svelare ad alcuno,

un

nerale senza

non

sia

rigo,

ed anche del partito

ma mandarne

senza sapere che deve

venuto esclusivamente per dire

Napoleone...

I^e ipotesi, le dicerie, le

qui

Ge-

il

Spero

fare...

male parole a

le

congetture sono varie

molti hanno per un giorno o due creduto che venisse in

onta

governo e per muovere

al

quantunque

il

mondo

me non

pare,

suoi discorsi vi farebbero credere a qualche

cosa di simile... Forse comincia a penetrare la luce

forse

sapendosi che nelle provincie meridionali l'Unit non fa

buono esperimento,

si

voluto

mandare Garibaldi per

rin-

vigorire la fede e predicare la rassegnazione, l'abnegazione,


la

concordia e cose

non essendovi

simili...

Io posso vederci questo, sin ora

altro segno esterno. Dirvi

sia stato accolto superfluo.

come

il

Cosa meravigliosa

Generale

ora se

non deve operare qualche portento, vorrei che andasse via


presto perch l'effetto non scemasse... Se non deve far altro,
egli partito,

giacch

le

il

Governo

si

trover in peggiori condizioni,

cause del male restano e

tivo cessa dalla sua efficacia...


bita ed inaspettata per cui
clissato,

il

aggravano e

si

Ma

il

pallia-

questa apparizione su-

soggiorno dei Principi fu ec-

discorsi tenuti, le voci che lo

precedevano della

cessione di Sardegna, dell'alleanza franco-russa-italiana...

Tutto considerato

mestieri confessare la incapacit di

un

concetto esatto, e non avete intavolato una ipotesi, senza

che opposte considerazioni vengano a distruggerla. Se non

dove Garibaldi bisogna convenire che

che,

cit e che tutti

sono

fallire

sia l'eccentri-

meschini calcoli della logica comune pos-

a fronte della speciale sua politica.

Tutto questo porta a conchiudere che dovrete avere


carit
z

cristiana
luglio '63.

d'istruirmi...

Addio.

PERANNI.

la

I09

[Giuseppe Civinini a Crispi

88.

Torino].

Palermo, 3 luglio 1862.

Onorevole Amico,

Mi

era stato fatto credere che Voi avreste fra breve rag-

giunto qui

Generale.

il

Non

so quanto ci fosse vero

che mi par necessario che voi veniate

so

quanto prima,

le

ragioni per cui

meglio.

che per lettera vi significhi

inutile

m'induco

a pregarvi di ci.

fetto pel

mio paese,

mio paese mi

pel

Vi denno esser noti di

e la stima che

ho per

temere qualche pericolo

fa

voi.

me

l'af-

l'affetto

e la stima che

per voi mi fa certo che voi potreste rimoverli.

ho

Di questa
te vene

con

lettera nessuno

ha

Veniate o no, tace-

notizia.

tutti.

Vi saluto con

affetto.

Vostro

G. Civinini.

[Crispi a Guarneri

89.

Palermo].
Torino, 7 luglio 1862.

Carissimo amico.

Con questo
del

I.

corriere

del mese,

ed

e Raffaele, Tutti e tre

Quando
di

egli

mi

fate le

Garibaldi lasci Torino,

sarebbe andato in
e

ho ricevuto

partecipare

vostra pregiatissima

la

comuni amici Peranni


stesse domande.

altre dei nostri

Sicilia.

Mi

mi

disse che

qui la notizia.

Eseguii l'ordine, finch

non ne avesse parlato in cotesta ed

l'avessero

ripetuto.

da Caprera

proib di scriverne in co testa

vostri giornali

non

Garibaldi non d'accordo coi ministri. Ignoro se egli


lo sia

ancora

ma

Re,

col

dovr credere che,

V. B. non ancora mancato, Veniente con

come prima. Malgrado


sere

Italia

V E

ci,

il

nostro

lui

se l'affetto a

non

programma

sia

intima

e dev'es-

Ogni altro riuscirebbe pericoloso

al-

l'Unit Nazionale.

Quello che vuole Garibaldi lo sapete meglio di me, ed


egli

non ne

Sarebbe glorioso pel nostro paese

fa mistero.

nativo, se esso prendesse l'inziativa per la redenzione di

Roma

e Venezia.

fummo

Noi

primi a proclamare l'unit

con V. B., noi dovremmo esserlo per eseguire sino


miti estremi
Ci fu nel

la tentazione di sostituire altro prefetto

Manc

Non

il

coraggio,

il

ma non

ne fu abbandonata

risultato di tutto quello che avviene in Si-

saprei dirvelo.

ed ha raddoppiato

dobbiamo evitare
guerra

a' suoi li-

dell'unit nazionale.

B' un affare aggiornato.

Quale sar
cilia

programma

Governo

a Pallavicino.
l'idea.

il

le

Il

Governo

prepara alla

lotta,

sue forze in Palermo e Messina. Noi

la lotta.

civile, l'esercito

Il

giorno in cui scoppiasse la

sarebbe disciolto e noi diverremmo

debolissimi innanzi lo straniero.

Non

so se la presente possa soddisfare l'anime vostro. So

per di avervi aperto

il

mio

pensiero...

Vostro
V. Crispi.

90.

[Anna Pallavicino a Crispi

Torino].

Palerme,

Mon

cher

le

8 juillet 1862.

Ami,

J 'espre que vous ne doutez pas de tout le chagrin que


j'preuve de n'avoir pu vous remercier plus tt, des paroles
bienveillantes que vous avez bien

voulu prononcer en de-

Ili

fense de

comme

mon

il

mari.

y en

cie de tout

mon

Vous avez

coeiir

en

temps pour

le faire.

position de plus

en

mon nom

qui voulait vous crire lui


le

agi

hien peu dans ce

et

au

mme, mais

Le pauvre homme

difficiles, la

Ami, en Ami

vritahle

monde

je

vous remer-

nom

de Georges,

qui n'a pas

trouv

une

se trouve dans

situation est grave, trs grave.

Nous attendons avec impatience

ce que le lendemain

va

pays que j'habite, on y est si bon


pour nous (en grand partie nous devons cette bienveilno US apporter. J'aime

le

lance vous) mais de l'autre cot, je serai bien contente

de m'en loigner, car


jour en jour

plus

je crains

difiEcile.

que

la position se fera

de

Aujourd'hui, nous donnons

Garibaldi un dner de 50 couverts

tous les amis que vous

avez eu l'obligeance de nous prsenter, ainsi que vos deux


cousins Maggio,

sont prie d'assister.

Bcrivez mois quand vous avez un

moment

me donner

j'attends de vos nouvelles, avec la plus vive impatience...

A. Pai^lavicino.
[Garibaldi a Crispi

91.

Torino].
Palermo, 8 luglio 1862,

Caro Crispi,
lyC

cose

vanno bene, non

modo bisogna
come uomini

so per cosa faremo.

uscire dal fango, collo stesso

ogni
e

di ordine.

Vi accludo alcuni nomi

di gente

che potrebbero valerci.

Voi non fareste male a fare qui una

Dovendo

Ad

programma

fare

com'io

spero

gita.

abbisogneranno

mezzi,

e perci ci aiutino gli amici che possono. Acerbi che porti

seco quanto pi possa.


Vostro

G. Garibai^di.
Sembra

certo che recandosi in Sicilia Garibaldi

progetto di muover di l per la liberazione di

non avesse un concreto

Roma.

Volle egli piuttosto

112

constatare lo stato degli animi nell'isola, e accenderli per premere sul go-

verno e affrettare

compimento

il

dell'Unit. Probabilmente

non aveva

pre-

visto che l'onda di entusiasmo che la sua persona provoc, l'avrebbe travolto. Sta in favore di questa ipotesi la considerazione che se avesse pensato

prima ad un'immediata impresa su Roma, non sarebbe probabilmente


partito da un punto cos lontano, moltiplicandone le difficolt; e la rendono
vei-osimile le parole di questa lettera Non so per che cosa faremo .
I<'8 luglio, tuttavia, l'idea di fare dovette essere prossima alla matura:

zione.

Dovendo

mezzi, e perci

ci

fare,

com'io spero

aiutino

gli

scrive Garibaldi abbisogneranno

amici che possono

Guardia Nazionale dette occasione a dimostrazioni


straordinarie che furono cos riferite da un giornale di Palermo
Jeri Palermo era deserta. Tutti al Foro Italico.
I numerosi battaglioni di Guardia Nazionale, schierati in linea di battaglia da Porta Felice alla Casina di Cut. I<e Societ democratiche colle
loro bandiere attorno al palchetto, dove in mezzo a distinti cittadini, ad
lya Rivista della

dell'armata, al Prefetto, ed altri fxmzionari disegnavasi la bella figura di Garibaldi col volto raggiante d'insolita avvenenza, e con quel sorriso che ammalia e seduce.
ufficiali

S.

I,a Guardia Nazionale, dopo essersi imioltrata in massa sino al Piano


Erasmo, cominci il suo defil. Allora il popolo proruppe nelle sue solite

acclamazioni che posson tradursi nel fremito del mare, alto, limgo, misurato.

A Roma!

a Venezia! Viva Garibaldi! Viva

rale, insistente,

l'Italia

Una !

fu

il

grido gene-

uniforme, accompagnato da un fragoroso batter di mani.

Allora avvenne tra il popolo e l'Eroe il seguente dialogo, interrotto


sempre da entusiastici evviva, ed ovazioni
Popolo - Viva Garibaldi vogliamo andare a Roma ed a Venezia
:

Garibaldi

Ci che vuole

popolo di Palermo, lo desidera e lo vuole

il

ogni grande citt, ogni pi piccolo villaggio

d'Italia... Il

anima questo popolo io lo ammiro perch non pu


Esso ha un'eco profonda die si ripete in tutt'Italia...
Popolo

Garibaldi

A Roma
-

Si...

ma

sentimento che

essere che generoso...

a Roma a Venezia !.
a Roma... a Venezia!.. Dobbiamo liberare
!

nostri fra-

non parole ;... Coi


fatti e non colle parole noi faremo escire il Bonaparte da Roma nostra...
Egli non vi sta per difendere gl'interessi d'Italia o gl'interessi della religione di Cristo rappresentata dal Papa... Menzogne! menzogne! I<'uomo
del 2 dicembre vi resta pei suoi vili interessi, per una libidine di dominio...
Macchiato dal sangue del popolo di Parigi, egli vi resta perch un tiranno,
telli schiavi...

perch

la

fatti ci vogliono, fatti e

causa la stessa del Papa-Re, cio la rovina

per mantenervi

mezzod

per arrivarvi

il

brigantaggio con che egli

si

fa

d'Italia... Vi resta
capo degli assassini del

d'Italia.

Fatti e non parole, fatti e non vane proteste

perch

da Roma, bisogna parlare il lingiiaggio del Vespro,


laste ai Borboni nel 1848 e nel 1860.

il

il

Bonaparte esca

linguaggio che par-

ii3

A Roma

vi giungeremo,

gramma con

ma

con

le

armi

vi

giungeremo

col santo pro-

passammo il Ticino e sbaragliammo gli austriaci, con cui


sbarcammo a Marsala, e venimmo qui a dividere le sorti di voi, bravi palermitani

cui

non diate retta a chi vi consigliasse un differente


murattismo sarebbe im proconsolato del Nairrimediabile disunione... Del borbonismo non parlo.

Quest'io vi dico perch

programma... Gi vel
poleone,

una causa

di

dissi, il

Voi lo conoscete. Esso significa la cuffia del silenzio, la serviti^, le catene e


la morte
Popolo - Abbasso la politica francese in Roma! abbasso Murati Viva
Roma e Venezia! Viva Vittorio e Italia! Viva Garibaldi!
Garibaldi - Armi, dimque armi, le parole non valgono, bisogna gettare
!

nella bilancia del a diplomazia

nostri ferri arrotati, e la bilancia piegher

in favor nostro... Forti, la diplomazia vorr essere con noi...

Armati saremo

temuti, armati imporremo rispetto... E, imiti al prode esercito, la nuova


crociata del popolo aprir le porte di Roma...

Non

parole perci,

ma

fatti,

fatti.

Popolo

Si, si... fatti, fatti...

armi, armi... Cos andremo a

Roma

ed a

Venezia...

Garibaldi

Due

parole ancora. Colle armi la concordia

buono la concordia
Popolo - Viva la concordia

pu

farsi di

senza essa nulla

la forza, la vittoria sia nella concordia...

Garibaldi

Concordi e

forti di

conserva col valoroso esercito gl'italiani

andranno a Roma, faranno compito il loro programma Italia e Vittorio


Emanuele. Perdoniamoci a vicenda, dimentichiamo le offese, stiamo uniti...
tutti amiamoci, tutti armiamoci, l'odio e il ferro serbiamoli contro lo straniero, e vinceremo... Io ve lo dico, io che non voglio, io che non posso ingannarvi... Armi, ci vogliono, armi, concordia
Popolo - Armi, armi e concordia Viva Garibaldi A Roma, a Venezia
!

e presto

Cosa dire di quello che avvenne dopo questa scena tanto interessante ?
Se Garibaldi in quel momento avesse detto
Seguitemi ; tutti lo avrebber seguito tale era lo entusiasmo di cui era il popolo compreso tale il
;

fascino irresistibile che Garibaldi esercita su tutti.

A
a

stento pot mettersi in carrozza, ed a stento pot la corrozza giungere

l'alazzo.

Tutta

la citt era illuminata,

pavesata.

Garibaldi anch'egli era commosso. Forse esultava nell'anima sua, con-

vincendosi sempreppi del grande amore che


lui, e

delle

il

popolo Siciliano sente per

che come ha sinora saputo, sapr meritarsi ancora


grandi iniziative

il

nome

di

Popolo

114

[Raffaele a Crispi

92.

Torino].

Palermo, 13 luglio 1862.

Rispondo
te

non

plice

verit.

sono
Il

tua del

alla

solo quel che sente

7.
il

It'Unit politica dice sempre di

ma la

suo direttore,

specialmente tra noi,

Cos,

pura e sem-

ringraziamenti

superflui.

Generale mi aveva gi detto

mio nome,
cessi al

vuole sfruttare

si

il

e perci io voglio romperla. Si voleva che io di-

popolo qualche parola perch pagasse la tassa sul

registro e bollo,

ed

io

naro del povero serva

ho risposto no
ai lauti

non voglio che

il

da-

banchetti serviti con cham-

pagne, dei prefetti e dei ministri

mi diceva questo

Egli

a quattr'occhi nella stanza sua da letto, in occasione che io


lo

pregava

di togliere l'espressione

del popolo di Parigi

macchiato di sangue

da un suo autografo che mi dava per

pubbUcarlo subito. Figurati dunque se

posso illudermi

io

e credere al suo accordo col Ministero, e pensa se c'era bi-

sogno dell'aumento della guarnigione qui e a Messina per

mostrarmi

disaccordo tra Rattazzi e

il

il

Generale.

Ma

giusto per questo disaccordo, la tua vicinanza al Generale


di

somma

importanza, e son contentissimo di aver cono-

sciuto ieri che

tuoi amici e

scritto di venire.

compagni

Comprendo, e

di Garibaldi ti

te lo scrissi nella

hanno

mia pre-

cedente, che la tua presenza in Parlamento necessaris-

sima.

Ma non

credo che tarder a chiudersi ed allora corri

senza perdere un istante di tempo... Tra


nerale vi sono uomini che

vedono

chiaro e

hanno

seguaci del Ge-

che

ragionano bene. Sono di questo numero

specialmente Missori e Civinini.


tutti del paese che avvicinano

lare a questi

delle illusioni, altri

il

Ma

essi

non conoscono

Generale, n possono par-

con quella libert che tu

potresti... I^a

tua pre-

i5

senza indispensabile, e

si

spera poter fare in

Generale stia alla cappa sinch tu

modo

che

il

arrivi...

Tuo

aff.mo

G. Raffaele.

[Crispi ad

93.

Anna

Pallavicino

Palermo].

Torino, 15 luglio 1862.

Mia

carissima amica,

Io devo una risposta alla vostra affettuosissima degU 8


corrente giuntami per

mano

amica. Parlando del Marchese

Camera io non ho fatto che il mio dovere, e vi assicuro


che far sempre lo stesso ogni volta che l'occasione mi si

alla

presenter.
Ieri

abbiamo avuto battaglia

Camera

alla

in conseguenza

del discorso di Garibaldi pronunziato in occasione della ri-

vista della guardia nazionale di

me

stare in favore dell'Imperatore. Per

tami sul capo. Risposi come meglio


e le autorit di Palermo, predissi

in Sicilia, laddove

il

Fu una

Palermo.

combinata da Rattazzi con Boggio ed

Alfieri,

fu

scena

per prote-

una tegola cadu-

potei, difesi Garibaldi

danni che surgerebbero

governo prendesse delle misure vio-

lente e reggesse l'isola contro o senza Garibaldi. I^a

fu un'ardua impresa.

I^e

mia

parole di Ga,ribaldi furono abba-

stanza gravi e vi voleva molta arte a difenderle in una Ca-

mera

ostile

come

la nostra.

Vi prego a gettare uno sguardo

darmene

su^ rendiconto ufficiale della seduta e

il

vostro

giudizio.

Dopo

la

seduta mi giungevano

metteste con lettera di Ghiron e tra


copiato di vostra mano.

(i). Il

documenti, che mi
i

quali

marchese

si

ri-

uno era stato


ben condotto,

ii6

non poteva

non doveva

fare altrimenti. Ch'egli

bene dal dimettersi. Bisogna che Rattazzi


E' l

non possa venire per ora in co testa.

io

presenza necessaria alla Camera

Appena

mi metter

vostri. Ditelo a Garibaldi.

si

Quando

pu

molte

il

I^a

mia

fatto d'ieri ne

una

la sessione legislativa sar chiusa, io verr

immediatamente,

parole.

guardi

si

destituisca.

suo trionfo.

il

Duolmi che
prova.

lo

altra

volta

ditegli a voler

le

sue

agisce bisogna usare tutta la forza di cui

si

esser capaci.

Quando

si

parla, bisogna nasconder

cose che sono nell'anima, e spesso

delle

ordini

agli

misurare

tacere

il

virt.

Tante cose

al

Marchese.
Vostro di cuore
F. Crispi.

(i) I

documenti che furono comunicati a Crispi per ordine del Palla-

vicino, sono

seguenti

Palerme, 7

M.

le

Je viens de

juillet

1862.

Prfet,
lire

dans

les

journaux

le

nouveau discours que M.

le

Ge-

neral Garibaldi a cru devoir prononcer hier, en votre prscnce et celle de-

toutes les autorits locales, pendant la revue de la garde nationale.

de le qualifier et me bomerai vous


ne connaissais pas les sentiments de l'Emperevu- pour le pays dont on l'accuse d'tre ennemi, si j e ne craignais pas de
crer des embarras son loyal alli, le Roi V. E., par im clat dont je comprends tonte la gravite, je ne resterais pas une heure de plus dans une ville,
o ni le droit des gens, ni le respect d l'autorit du Roi, ne peut preserJe m'abstiendrai,

Mr

faire cette dclaration

le Prfet,

si 3 e

ver des injures d'im de ses sujets l'Auguste Souverain qui a tant fait poiu'Italie, de qui elle a encore tant attendre et dont ne sauraient trop apprcier l'alliance

ceux qui placent au dessus de sentiments personnels

les droits

de la rconnaissance et l'intrt de leur Pays


Mais sachant quel point Sa Majest l'Empereur pousse la sympatliie
pour la cause italienne et le desir de seconder, dans sa noble mission, un
Roi que vous pouvez nommer avec orgueil le plus honnte et le plus brave
!

soldat de son royaume, je m'abstiendrai d'une demarche qui, je le repte,

pourrait crer aux deux pays des graves embarras, et j'atteudrai les ordres

"7
du gouvemeinait. Mais
Ministre de

Tmin

je dsirarais

vivement, Monsieur

ft instruit par vous des raisons qui

cette rsolution. Je tiens ce

qii'il

le Prfet,

me

que

le

fond prendre

sache que ce n'est ni par faiblesse, ni par

coupable indiffrence que je m'impose l'obbligation de conserver, jusqu'


dcision superieure, ime position que le sentiment profond du devoirpet
Seul me contraindre garder plus long temps.
Veuillez agrer,

M.

le Prfet, l'assurance

de

ma

considration la plus

distingue.

Le Consul General de Franca


PlLLET.

Monsieur

le

Consul General,

J'ai l'honneur de rpondre votre lettre du 7 coiurant. Je ne puis


qu'applaudir la rsolution que vous venez de prendre. Votre dpart pourrait

nous creer des embarras

fort graves

c'est

un danger

qu'il faut conjurer

tout prix. Conformement vos desirs le Ministre de Ttuin sera instruit


par moi de votre conduite la fois digne et prudente. Il saura que ce n'est
ni par faiblesse, ni par une coupable indiffrence, que vous vous imposez
l'obligation de conserver jusqu' dcision superieure votre position actuelle.

M.

Veuillez agrer,

le

Consul General, l'assurance de

ma considration

trs

distingue.
Palerme, 8

juillet

1862.

Le Prfet de Palerme
GiOKGio Pallavicino.

(Telegramma).

Il

Marchese Pallavicino,

S. E.

Governo dolente per

le

Prefetto.

Palermo,

informazioni avute del discorso di Garibaldi

contro l'Imperatore e non comprende come

le

autorit locali abbiano assi-

stito senza nulla osservare trattandosi di un'offesa diretta contro

di

una nazione

che dovr

alleata.

Attendo da

lyci

il

capo

pi precisi ragguagli per vedere ci

farsi.

si parla, mi sembra che non potrebbero


non permette ad alcuno di fare arruolamenti
diritto spetta esclusivamente al Governo. AI<ei, come a tutti i funil cui
zionarli, incombe lo stretto dovere di fare rispettare la legge ed impedire che
venga in qualunque modo violata,

Quanto

agli

arruolamenti di cui

occorrere istruzioni

la legge

R.ITTAZZI.

ii8

Al Ministro

Palermo, iz luglio i86a,

dell'Interno,

Se Torino conoscesse meglio Palermo, forse l'. V. non disapproverebbe


me tenuta, la quale mi fu imposta dalla logica inesorabile
degli avvenimenti. A questi avvenimenti io non ebbi alcuna parte, ma sono
costretto a subirne le conseguenze. Ella non comprende come io assistessi
senza nulla osservare ad una filippica contro il capo di una nazione alleata. Ma
poteva io fare osservazioni trattandosi di un discorso accompagnato dagli
condotta da

la

come

applausi di 50000 spettatori ebbri di entusiasmo ed infiammabili


loro vulcano

il

Ogni osservazione sarebbe tornata inutile, anzi dannosa. Se


l'Oratore avesse ingiuriato il Re, o fallito ai principii proclamati dal Plebi?

scito, io avrei

ima

pericoli di

un

certamente protestato, anche a costo di esporre


rivolxizione

fatto nazionale

diversamente giudicato.

ma

un
Il

non

un

il

paese ai

principio,

non

fatto

nostre leggi.

le

ima rivoluzione
Governo si scostasse da Garibaldi.
conseguenze probabili di una rivoluzione palermitana ?

s'illuda.

Qui esistono

che scoppierebbe infallibilmente se

Ma quali sarebbero le

non

unicamente ministeriale che pu essere


Generale Garibaldi poteva dunque condannare

questo fatto senza offendere


1,'E. V.

l'alleanza francese

tutti gli elementi di

il

I,a rivoluzione di tutte le provincie meridionali, la perdita delle

Due

Si-

supremo che Torino non conosce, e non vuol conoscere.


Io l'ho scongiurato fn'ora questa la mia colpa.
lya coscienza mi dice che ho fatto bene
e sono tranquillo. Se l'. V.
crede il contrario pu richiamarmi io mi giustificher innanzi al Parlamento. Forte della mia coscienza non temo nulla non il giudizio dei contemporanei, non quello dei posteri.

cilie.

Ecco

il

pericolo

GiOKtio Paiola VICINO


lya questione fu risoluta dal Rattazzi col

richiamo di Pallavicino,

il

quale

abbandon Palermo il 31 luglio (Cfr. la lettera n. 99). Gli fu dato a successore, dopo una brevissima missione del prefetto De Eerrari, il generale
Efisio Cugia, che fu nominato anche Comandante Militare dell'Isola.

[T. Riholi a Crispi

9^.

Torino].
Torino, 15 luglio 1862.

Mio
Il
le

caro Crispi,

tuo discorso di

ieri

mie congratulazioni

alla

in Inglese, in tutte le lingue

Pgli pubblicit.

Camera vale un

teesoro.

Abbi

vorrei vederlo tradotto in Francese,


;

vorrei ch,e

ognuno

lo leggesse.

119

Con esso hai mostrato alla Camera, al mondo, a chi ha


senno, che quando vuoi, sai parlare e ragionare al di sopra
quanti sono col.

di

Di nuovo, come espressione

di

stima ed espansione di

cuore, abbiti le mie congratulazioni.


Il tuo

T. RiBOLI.

Nella seduta del 14 luglio Boggio e Alfieri avevano annuncialo di voler


interpellare

il

vi compiva,

desse

Governo circa il soggiorno di Garibaldi in Sicilia e gli atti che


nonch sull'operato del prefetto di Palermo che sembrava

sanzione

discorsi del Generale, presenziandoli. Il presidente del

ai

Consiglio consent a rispondere subito

biasim Garibaldi

disse che

Napoleone

fece l'apologia di

aveva disapprovato

III,

prefetto Pallavicino

il

per avere assistito ai discorsi contro l'imperatore senza protestare e che il


prefetto aveva telegrafato non avere potuto condursi altrimenti e che

sua condotta. Questa lettera


i motivi della
Rattazzi dichiar di voler leggere prima di prendere un provvedimento
ma probabilmente egli l'aveva gi ricevuta, quando parlava in quel modo

per lettera avrebbe spiegato


il

alla

Camera, poich essa portava

mandata a

la

data

dell' 11,

come

si

rileva dalla copia

Crispi e trascritta in calce alla lettera n. 93. Infine

del Consiglio rispose alla

governo, che non

gli

domanda

constava che Garibaldi

che potessero compromettere


Crispi difese con

del Boggio

un

si

intomo

il

presidente

alle intenzioni del

accingesse a compiere atti

la sicurezza dello Stato.

discorso abilissimo Garibaldi e Pallavicino. I<e parole

pronunziate contro Napoleone erano


ricordare che Garibaldi

non

abbastanza vive

ma

im diplomatico, n uomo

bisognava

di Stato. Egli

patriota, un singolare soldato che aveva, usando della libert


consentita ad ogni privato cittadino espresso, idee che, con parole diverse,

un gran

erano state manifestate poco prima da un ministro d'Inghilterra.

verno francese

scriveva lord John Russell

il

2 aprile 1862

Il

Go-

non deve rim-

proverare al governo italiano la mancanza di tranquillit nelle provincie


meridionali, finch la bandiera francese incoragger

un santuario
colle loro

Ma
il

nel quale tutti

bande ad invadere

capi-briganti trovano
le

pacifiche provincie

impossibile far qui di quel discorso pi

lettore agli atti parlamentari.

il

un

papa a mantenere
asilo e si

preparano

Ivmga citazione, e rimando

95

[Crispi a Garibaldi

Palermo]
Torino, 13 luglio 1862.

Mio
Ebbi

Generale

la vostra degli 8 e la

comunicai ad Acerbi.

non

Miceli, che viene in cotesta, vi dir molte cose che

vale lo scrivere.
I vostri ordini furono diramati

ed avranno pronta esecu-

zione.

Io

non vengo, perch

la

mia presenza

ancor necessaria. D'altronde di

me

Camera

alla

non

in cotesta

c' ur-

gente bisogno.
Miceli vi parler della seduta di

ieri.

Il Sig.

Rattazzi

si

svelato in tutto e per tutto.

Vi abbraccio

di cuore.

Vostro
F. Crispi.

[Pallavicino a Crispi

96.

GABINETTO DI

S.

E.

Il,

Torino].

PREFETTO DI PAI^ERMO

Amico Carissimo,
Vi sono molto riconoscente

delle parole

che diceste

alla

Camera in favor mio. I^'amico nostro (i), astenendosi (cos


mi ha promesso) dalle contumelie contro un certo personaggio

(2)...

se ne star pago, d'ora innanzi,

ad agitare

il

paese

domandando con
Romana. Agitazione siffatta io la credo opportuna,
ed un governo sapiente potrebbe proJ5.tanzi necessaria
voce stentorea lo scioglimento della Qui-

stione

121

tarne contro la Francia

ma

il

nostro governo tutt'altro

che sapiente. Torino persiste a voler governare Milano, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo con idee torinesi

Vedremo

presto le conseguenze di questa miserabile politica da fan-

non da uomini. Io non abbandoner

ciulli e

siatene certo

Tante
ed

ma

mio posto,

il

credo che sar richiamato.

Anna

cose, per noi, alla Signora Crispi.

vi saluta

mano.

io vi stringo la

Palermo, i6 luglio 1862.

Il vostro

Pai^i^avicino.

(i)

Il

polo.

Garibaldi.

Napoleone

(2)

III.

19 luglio Garibaldi visitava Marsala, accolto freneticamente dal po-

Da un

firmato

Il

giunto, nel

manifesto del tempo che porta la data

Sindaco Antonino Sarzana

Duomo

si

21 luglio 1862

rileva che Garibaldi entr,

immensa

stivato gi da pi ore per moltitudine

cevuto all'ingresso dal

Capo del Clero con grande compagnia


da un

frate.

ed

ri-

di Sacerdoti

Ivi assistette all'inno ambrosiano e alla benedizione e ascolt


patriottico detto entusiasticamente

appena
.

im sermone

Uscito dalla Chiesa, Gari-

baldi cosi parl al popolo dal balcone della casa assegnatagli

Son passati due anni, diceva, che toccai questa terra coi mille prodi,
che mi accompagnavano. Voi ci accoglieste festosi e veramente festosi,
ed eran momenti di pericolo, e di vero pericolo. Allora eravam pochi, i
nostri nemici eran molti
perci eran momenti di gran pericolo, ma voici
;

accoglieste festosamente, ed io lo ricordo. Quest'accoglienza ci fu di au-

gurio, e nessun paese ne potr togliere la gloria a Marsala.

pochi,

dere indipendenti 25 milioni d'uomini. Quello che sin'oggi stato un voto

Noi eravam
nemico contava un'armata di 120 mila uomini, aveva una squadra
imponente ed era riconosciuto da tutt'Europa. Ma noi qui ci ritemprammo,
e forti nelle nostre aspirazioni, sfidammo i tiranni e li sperdemmo, e fu rono liberi undici milioni di fratelli. Allora sfidammo, ora sfidiamo. Da
Marsala esordi il genei-oso grido di libert, e questo grido valse a ren

il

dovr essere un

fatto.

Ora slam 25 milioni d'uomini

solo voto, e questo voto ve lo dito io qual'

gliere dal vile servaggio

che Siam

ROMA

e tutti
e

abbiamo un

VENEZIA

scio-

nostri fratelli. Questo scopo deve ottenersi per-

forti ed uniti. 1,'Italia ha le cento volte domandata la sua Roma


con reiterate proteste, con dimostrazioni pacifiche ed inermi ma le si
risposto con sotterfugi cabale e menzogne. Oggi le menzogne devon cessare,^e poich non son valsi i pacifici mezzi, che valgano le armi.
;

122

Non

di

tempo

pi

una parte

di soffrire lo straniero sul suolo italiano, ed

dei nostri fratelli. Questa vergogna

non pu

il

servaggio

l'Italia tollerare.

E' vergogna per 25 milioni d'Italiani, e questa deve cessare, e cessare

giorni. Si

MORTE

sorga

il

Roma nostra. (Voci


- (O Roma
Morte) Da

grido

risoner

non

ROMA

del popolo) {nostra, nostra)

Marsala

MORTE

ma

solo nella penisola,

siu-se il

a
o

grido d libert, ed ora

Roma

{Si,

fi

O ROMA

E questo

Morte).

trover im'eco in tutta

grido

Europa ovun-

que il nome di libert non fu profanato. Noi non vogliamo l'altrui, ma


vogliam quel che nostro, s il nostro, Roma nostra - o ROMA, o MORTE

{Si

Roma
Non mi

Morte).
resta che ringraziarvi, o generosi Marsalesi, e lo faccio con

vera emozione, perch conosco

grazie

sola,

vostri cuori.

addio

Addio

Marsalesi. Io vi saluto,

nome mio

io vi saluto. Addio. Vi saluto a

e d tutta la pen-

E il grido d Roma o Morte fu ripetuto furiosamente pi volte dal popolo,


il nuovo programma, che aggixmsero alEmanuele . Il Generale ritiravasi ma era impossibile pel popolo il lasciarlo nuove acclamazioni, nuovi giuramenti di Roma
o Morte lo chiamarono nuovamente a parlare.
S ROIMA o MORTE!!! (Voci: Roma o Morte). Questa una parola
che peser pi sulla bilancia della diplomazia, che le preghiere. Siamo
stufi di pregare. Il padrone della Francia quattordici anni che ci porta
a bada con quattordici anni di menzogne, spergitu-i ed infamie, e quattor dici aimi di raggiri politici ci hanno stufati abbastanza. Vadano via, si vadano via tutte le proteste, le aristocrazie e le preghiere. O il nostro, o

quel grido divenne pei Marsalesi


l'antico

Italia e Vittorio

a;

ti

Napoleone sappia rma volta,


nostri sono i fratelli di

bastonate, (voci frenetiche

Roma

Niimo v'inganni con dirvi che dobbiamo gratitudine al tiranno della


Francia, la dobbiamo bens al popolo francese. Si il popolo francese con
noi, ed nostro fratello, per geme schiavo sotto un despota ed anela

la

Roma

per sempre che


e

s bastonate !!)

Venezia son

nostre,

Venezia.

libert.

Napoleone

un

ladro,

un

rapace,

un usurpatore. Egli non fece la guerra


Noi gli demmo il nostro sangue

ma lavor per s stesso.

del 1859 per l'Italia,

nella guerra della Crimea, gli

voja e Nizza, e voleva altro, lo so io

sua famiglia, ha pronti un principino per Roma, un signorino per Napoli,

e cos via via, lo so io

Egli

ci

pagammo
!

60 milioni,

gli

demmo

in gola Sa-

Egli ha lavorato per ingrandire la

!!

voleva sudditi. Nemico dell'Italia ha mantenuto

il

brigantaggio

a danno delle provinde d Napoli, con scandalo di Europa, credendo cos


snervare l'unione di 25 milioni d'Italiani. Infame !!! Traditore !!'

leone

Non abbiamo
fuori...

Son

felice

mente. Addo

bisogno d preghiere,

fuori

ili

{fuori,

fuori)

il

popolo francese con noi. Napo-

Roma

nostra

{nostra, nostra).

trovarmi oggi con voi, popolo a cui io sono amico giusta,

123

[Bertani a Crispi

97-

Torino].

Tremezzo. i8

1862.

luglio

Caro Crispi,

Avevo

letto

meno

punti pi o

estesi del

in replica alla interpellanza Boggio e n'ebbi

tuo discorso

ben

altra

im-

pressione che leggendolo ieri per intero sul Diritto, cos

mi

piacque e mi piacque molto.


Iv'abilit ti serv

a temprare l'effetto diplomatico delle

parole provvidenziali di Garibaldi ed a ribattere


dei nostri impreteribili

diritti

nale gi antico, gi usato da

fermando

le

mando un

senza

il

Una

bacio di cuore.

ed quella

ben

il

sola

ricon-

per pi inutile furberia parla-

dell'iniziativa che noi

Bravo D. Ciccio, ti
cosa completamente

non prenderemo

concorso del potere dello Stato cui spetta

di dichiarare la guerra.

chiodo

il

senso nazio-

altra diplomazia

popolari ecc.

decisioni

inutile tu volesti ripetere

mentare

spiegandone

il

diritto

tu sai che ci non potr essere

mai, avvegnach o non la prenderemo noi l'iniziativa o


la

prenderemo appunto senza quell'adesione. Di fuori co-

deste cose fanno dubitare del proprio diritto o della tua

approvazione e l'una cosa e

De Boni mi

sera cio per sabato.

lanze Petruccelli.

remo con

l'altra

fanno male.

mi attendete cost per domani


m'immagino che sia per le interpel-

scrive che

Ed

io

esse, spogliati

davvero

come siamo

non so a che cosa


di quei

ver-

mezzi che fanno

tacere le assemblee, dei documenti.

Per
ai

se altro

non havvi

io

rimango per passare a giorni

bagni del Masino in Valtellina e tentare

la guarigione

dei malanni miei. Ti saluto di cuore e saluto la tua Signora.

Tuo
.

Agostino,

124

[Per anni a Crispi

98.

Torino].

Caro Ciccio,
,

ma

....

Il

generale qui, prepara

non so bene

che...

grand'eventi. Qualche apparecchio comincia ad essere

non crede pi che il governo


commedia in

palpabile, la gente

ignori e

molti tendono a credere che sia una

cui

Na-

poleone entri ancora per raccogliere ingiurie. Impossibile

Ma
i

non

la verit

palpiti, l'ansiet del

cinavate e intanto

il

25 e

Governo borbonico

tale e quale quello stato d'agitazione.

ed

egli

ItaUa,

il

cielo fecondi

pare spensierato ed opera e concita e fascina con

sguardo.

vi credeva lontani

Ma

Ma come

va che in Torino,

faccia la caricatura di lui?

si

Siamo noi agitati ed egli ispira calma. RePapa - popoli hanno gli occhi su di lui intenti

suoi disegni.

Imperatori

un fenomeno ed io provo
26 maggio 1860 quando vi avvi-

lascia di essere

non dissennati scrivono aver perduto

mi

si

Come va che
il

lo

dice nell'alta

molti

prestigio, essere la

gente disillusa, dare di volta la sua gran fama e che venga


qui a tentare

le

ultime sue forze e

cadere da s ? Io lo vedo

ieri

che vi attenda chiusa la Camera


zione ardente
3o

il

sera
;

Governo finga per farlo


parlammo di voi pare
ma quando ? I^a posi:

Vi abbraccio

1862.

luglio

Vostro

Peranni.

[Favara a Crispi

99.

Torino]
Palermo,

Mio
Ieri

dopo

telegrafico

il

i agosto

1862.

caro Ciccio,
la

partenza di Pallavicino andai

per segnalarti

la

dimostrazione

all'Ufi&cio

d'affetto

che

m
questo popolo commosso faceva

al

ma

Marchese,

l'incaricato dell'Agenzia Stefani che d'accordo

vi trovai

me

con

se-

gnal l'accaduto, per cui mi astenni dal segnalarti, molto


pi che tu dovevi comunicare
detta Agenzia

(ci

part seguito,

dalla

menso numero

di carrozze
classi

tava commosso

di essi si

buttavano

con distinte signore, ed uomini

non mancava

popolo che

il

fiori nelle

Io,

dove concorsero

mia

piangevano compreso
(i)

io

alle lagrime, e gli

mia

figlia

poi era inconsolabile.

viva Pallavicino

altra

e part

Discesi

direzione.

non so

final-

strinse

la

se per Messina, o

dall'Elettrico

tutti alla banchina, sinch si die


le

noi,

tutti

Marchese, e subito ritorn a terra, dove l'aspettava

una vettura per partire


per

da

astanti

mente arriv Garibaldi sopra una barchetta,


al

battello,

al

furono testimoni di questa scena. Si

grid da tutti a varie riprese

mano

amata

figUa, nella lancia

Separandosi

barchette.

infinite

commosso

Serpi e Righini

lo salu-

carrozze della buona ed

mia moglie

andammo ad accompagnarU

Pallavicino,

Pallavicino era

balconi erano imbandierati e da molti

famigUa Pallavicino.
de'

all'anzi-

Marchese

Il

Piazza Vittoria alla marina, da im-

delle pi scelte

mio telegramma

il

per incarico di Ghiron),

moto

alla

fermammo

ci

macchina; allora

signore cominciarono a salutare la nobile famiglia coi

fazzoletti

bianchi, saluto corrisposto dai Pallavicino

agli applausi,

ed

ai

battimani rispose anche

del vapore salutando

legno

si

colla bandiera

ci

il

ed

Capitano

dur sinch

il

perde di vista. Ora questa dimostrazione sarebbe

stata di tutta la popolazione di Palermo, se la partenza

non

fosse stata inaspettatamente anticipata di

z'ora per la

premura

di Garibaldi,

una mez-

che doveva partire, e

voleva prima di partire salutare l'ultima volta Pallavicino.


Io non posso offendermi del tuo silenzio,

ti dissi

che la pre-

senza di Garibaldi non bastava a non farmelo avvertire.

Il

dono a Garibaldi procede magnificamente, Pallavicino ha

126

dato mille

lire,

S.

Elia

crederesti?)

(lo

per fanatismo

mi mander altrettanto. Manganelli, Ugo,


Trabia, Mule, hanno dato lire cinquecento per uno adesso
giornata

in

v' fanatismo generale

pi

garibaldini

o per timore o per amore son tutti

me.

di

Garibaldi mi ha detto che in molti punti d'accordo col

Re tu ne

dubiti

bi,

Non

non

a chi credere

so quale dei due dice

Io rispetto ed

amo entram-

vero, quale fa politica.

il

puoi credere lo slancio che ha preso questa citt

moderati diventano avventati, una gara di chi pu parprima. Quando si sente come sente il nostro popolo,
quando Garibaldi grida con tanto entusiasmo, Roma e Venezia non possono restare schiave. Io sono in certo modo

tire

il

cassiere del Generale

oltre le

tera e Miceli

mi hanno detto che

consegnate a

me

mi manca

le

somme

somme
il

del dono, Nico-

Generale vuole fossero

che verranno da Napoli. Addio,

la carta.

amico

Il tuo

V. Favara.

(i)

Serpi era generale dei Carabinieri e Righini comandante la divisione

di Palermo.

[Crispi a

100.

Di Maggio

Palermo],

Torino, 2 agosto 1862,

Caro

Ho una

Felice,

tua senza data...

Noi siamo in grande esitazione sugU avvenimenti


testa,

che

il

di co-

telegrafo ci minaccia gravissimi. Siate pru-

denti nel Precursore. Se mai, che Iddio


conflitto scoppiasse, datene

il

non voglia

qualche

racconto senza ampli giudizi.

127

Deplorate

il

battendo

coloro

conflitto' difendete

che

l'hanno

diritto nazionale,

il

sconosciuto,

com-

censurate

la

consorteria governativa che ha potuto esserne causa.

Del
lya

si

per

partir

prudenti.

siate

resto,

Camera

chiuder fra otto giorni. Immantinenti io

cotesta.

Giammai l'anima mia


dremo

Chiunque

da esserne
e

lieta.

delle

come
non

stata affranta

Se comincia a spargersi sangue tra

noi, io

due parti vinca,

al presente.

so dove an-

l'Italia

non avr

Bisogna evitare un conflitto tra popolo

truppa a qualunque

costo...

Tuo

aff.o

F.

come

cugino

Crispi.

raccomandava si evitasse ogni conflitto


ad un'impresa rivoluzionaria.
Garibaldi che aveva una grande idea della sua missione e pensava toccasse
Si vede chiaro

tra l'esercito e

lui

Crispi, che

volontari, fosse contrario

compiere l'Unit, credette di poter evitare

imporre

Governo che l'aveva

il

conflitto e s'illuse di po-

padrone del campo. Il proclama del Re contro le colpevoli impazienze e le improvvide agitazioni
venne il 3 agosto, cio troppo tardi e gli fu dato il valore e la portata di un
tersi

al

altro divieto, quello del 1860,

di Messina.
e Vittorio

Ma

quando Garibaldi stava per varcare

il

lo Stretto

circostanze erano ben diverse. Il governo di Rattazzi,

Emanuele personalmente, erano

Francia verso

IDI.

le

lasciato

Papato, e Garibaldi

lo

vincolati dalla politica della

sapeva.

{Garibaldi a Crispi

Torino].

Alia, 6 agosto 1862.

Caro Crispi,
Dall'amico Cucchi voi e

gli

altri

amici sentirete esatte

notizie delle nostre condizioni.

Oramai sono a

tal

punto

impossibile esitare senza

le

cose che,

danno

non che retrocedere,

della causa nostra.

128

Per

io spero

che voi e tutti

gli altri

la vostra opinione, vi adoprerete

amici, quale che fosse

con ogni modo a favo-

rirci.

Io spero molto da voi, n a voi pu sfuggire l'importanza


della nostra impresa.

Vi saluto

cordialmente

pregandovi

salutare

tutti

gli

altri.

Vostro

Garibai^di.

G.

Relazione di Francesco Clicchi


I^asciai

Generale la notte del 6 al 7 corrente mentre da Alia dispone-

il

vasi a partire per la Vallelunga. In allora la distribuzione del corpo dei vo-

lontari era la seguente. Si marciava in tre colonne. Nel centro dirigendosi


verso Caltanisetta stava la colonna del Generale stesso forte di pi die mille

uomini, cio

quasi 150 del Battaglione detto della Guardia Nazionale di


Palermo, composto di eletti giovani comandati da Menotti e formanti l'avanguardia un 300 scelti volontarii continentali agli ordini del Mag. Be:

descliini

circa 600 volontarii Siciliani sotto

il

comando

di Corrao. Alla

marciava per Bivona e Sciacca la colonna del Colonnello Bentivegna


composta di quasi 800 uomini, tutti Siciliani e divisi in quattro battaglioni.
diritta

Sono attaccati a questa colonna, come Maggiori, Cairoli e Frigyesi. A


sinistra, limgo la costa da Termini in avanti, tenendosi per a monte, marciava la colonna del Col. Trasselli avente la stessa forza e gli stessi elementi
di quella di Bentivegna. Colonnello Corte, capo di Stato Maggiore; Tenente
Colonnello Bruzzesi e Magg. I^ombardi addetti al medesimo. Attaccati al

Quartier generale
simi

altri. Miceli,

supplisce alla

Missori, Nicotera, Guerzoni, Mignogna, Basso e moltisAuditore di guerra, Ripari medico in capo. ly'intendenza

mancanza

che somministrano

di danaro rilasciando dei boni

viveri.

Non

ai

singoli

Comuni

corrono paghe di sorta.

non si difettasse d'armi e caminumero sarebbe certamente pi del doppio. I<a popolazione

1,0 spirito dei volontari eccellente, e se


cie rosse,

il

loro

di tutta la Sicilia assai

ben disposta

pronta a qualimque

sagrifizio

quella di Palermo in particolare ammirabile per slancio e patriottismo,

Guardia Nazionale tutta garibaldina, ed il Gen. Medici non se ne potrebbe certamente servire se volesse adoperarla per misure di repressione.

lya

Il contegno dei Comandanti le diverse colomie mobili e numerosi distaccamenti, fu assai lodevole, poich posero ogni studio onde evitare l'incontro
dei drappelli di volontari che andavano alla Ficuzza ed a Corleone. Fuvvi

un numero non

indifferente di disertori dall'esercito.

Fra

questi, parecchi

129

molti bassi

ufficiali e

ufficiali.

Buon numero

scirono nell'intento e vennero arrestati

di questi ultimi per

dai carabinieri

non

riu-

quali rendono gli

quando entrano in un paese


mettono poscia in coda alle stesse onde preclu-

onori militari a Garibaldi ed ai suoi ufficiali


alla testa delle colonne, e si

dere la via ai disertori che tentano di raggixmgerle. I<o spirito delle truppe
in generale, e degli ufficiali in particolare ottimo
ufficiali della

eccezioni degii

mero

meno sempre

le solite

vecchia armata. Parlai con grandissimo nu-

i quali mentre mi dichiaravano la loro avversione alla diproclamavano altamente non esser possibile un conflitto fra
garibaldini, poich spezzerebbero le loro spade piuttosto che es-

d'ufficiali,

serzione,

truppe e

sere iniziatori d'una lotta fratricida.

La

fiotta divide gli stessi sentimenti,

sempre consegnati a bordo Ufficiali e


citurme. E' falso che Garibaldi si trovi circondato da stranieri che lo influenzino. Io non conosco presso di lui che il Magg. Frigyesi, e due altri
giovani Ungheresi, uno dei quali emigrato ultimamente. In questi giorni
dovr recarvisi, credo, il Polacco Cte. I^ubanski. Fuori di questi io ignoro
e l'Ammiraglio Albini che lo sa tiene

che vi sieno

altri stranieri presso

il

Generale.

{Raffaele a Crispi

102.

Torino].

Palermo,

Caro

Ho

la

il

agosto 1862.

Ciccio,

tua del 2 e

Non siamo

ancora

ti

rispondo.

ai conflitti materiali tra

sangue non ancora colato,

popolo e truppa,

ma il merito non del

che ha fatto ogni sforzo per provocare

governo

buoni

la lotta, bens dei

e prudenti cittadini che fanno ogni sforzo per evitarla. Il

pericolo

dato

di

non

incalzante.

sotto

il

secolari,

passato, e finch Garibaldi in Sicilia circon-

armati,

questo

Ma credi a me,

pericolo

non

governo sardo, non pi possibile. Se

quando

anzi

le dinastie

si riducono a sostenersi colla forza delle

baionette possono riputarsi

come cadute

e pi o

meno

presto

dopo appena due anni


governo, non possono reggersi senza imponente forza,

cadranno,
di

permanente,

sar

t'illudere pi, l'unit Italiana,

le

nuove

dinastie, che

sono da reputarsi per questo solo fatto

decadute. L'odio

130

contro

piemontesi profondo, universale. Se oggi Pa-

lermo sta quieto, fremente per

insinuazioni di buoni e

le

preveggenti uomini ed a fronte di tanta forza di mare e di


terra qui concentrata che potrebbe far la guerra della Ve-

non sar

nezia,

cos

quando

il

Governo sar costretto a

diminuirla, per bisogni che potranno sorgere in altri luoghi.

B pu

Governo

il

tenersi

minacciante, imponente
fetto de' SiciHani

abitanti

No, mio caro amico,

gl'insulti, e le offese

ostile,

sperare di riconciliarsi

noi

l'af-

conosco questi

io

non dimentiavremo un secondo Ve;

B' doloroso sentire ad ogni istante ripetere, confron-

tando

non

Pu

amano ed odiano profondamente

cano mai
spro

sempre su questa attitudine


?

si

condussero

del 1849

"

Borboni non fecero mai questo

n anche dopo

cos,

Eppure non

ricordare da uomini

napoletani

restaurazione

la

vi giorno che questo

non

sentasi

savi ed amanti dell'Unit e pubbli-

camente.
Il

non

voto della Camera nella seduta del


ci

trasmise per non

rilevammo dai

giornali di Napoli, pose

paese contro Ministero e Parlamento,


ribaldi

non seppe valutar bene a

va, a che mira io

non

lo

il

(i).

quali

che

telegrafo

il

colmo

all'ira del

Io credo che Ga-

esponesse

pericoli

un

teatro di guerra.

comprendo,

ma mi par strano

l'Unit Italiana, facendo della Sicilia

Ove

3,

dirci l'interpellanza Ferrari e che

che possa lusingarsi di uscire dall'Isola inosservato, con


tanta gente che

lo segue.

Dio

lo aiuti, e ci aiuti

Tuo

aff.mo

G. Raffaele.

(i)

Re

Si riferisce all'approvazione che la

pubblicato

parte

in

Camera dette

al

proclama del

quel giorno, dopo viva discussione alla quale presero

Giuseppe Ferrari, Rattazzi,

Crispi, Cassinis, Saffi, Peruzzi e altri.

131

[M ordini

103.

a Crispi

Torino].
Napoli, 8 agosto 1862.

Caro amico,
Vieni via subito.

Il

movimento

dell'Isola dei pi serii

per la sua spontaneit, per la sua generalit. Garibaldi ha gi

La

loooo volontari. B' diretto a Catania.

Palermo

decisa di

vimenti

ostili contro

la

popolazione di

dare addosso alla truppa se questa fa moGaribaldi. Bisogna che

il

Ministero dia

sua dimissione.

Provincie nap. sono disposte ad accogliere trionfalmente Garibaldi. Napoli far dal canto suo. Ora si sta riavendo dalla sorpresa avuta alla prima lettura del proclama
lyC

da fare su larga scala in tutta

del 3 agosto. I^'agitazione s'ha

ItaHa. Colle diversioni sole possiamo aiutare Garibaldi e

render possibile una soluzione soddisfacente.

Oggi parto per Pa.lermo.

Tuo
A. MORDINI.

De

Boni,

Safi&, lyibertini

Anzich pensare a dimettersi,

vengano via una

il

volta.

Governo, con decreto del io agosto

sciolse le associazioni emancipatrici, e

con

altri decreti del

17 e del 20 or-

din lo stato d'assedio in Sicilia e nelle provincie napolitane. Fiurono


tres operati

104.

parecchi arresti di garibaldini, tra

\G.

B. Cuneo a Crispi

al-

quali quello dell'Acerbi.

Torino].

Gioved,

li

IO agosto 1862.

Caro Crispi,
Eccoti la circolare sequestrata

(i), e

che non

altro

che

lo scritto letto cost nella nostra riunione, colla differenza

che stata alquanto raccorciata.

132

Noi non l'abbiamo mandata


a sequestrarla nel nostro

ai giornali

ujBficio

dietro

la polizia

venne

presentazione

la

fatta dallo stampatore all'autorit.

Iv'amico
sera

Beppe

qui,

ma non pu

disse d'averti scritto giorni fa

venire, riparte questa

ti

saluta.

Ci duole non poterti rivedere prima della tua partenza


pel

mezzogiorno.

Ad

ogni

clamano

la

modo

ti

auguriamo buon viaggio.

GU

amici re-

tua presenza in Palermo.

Addio.

Per

la

Commissione

G. B. Cuneo.
Miceli

scrive,

ii

agosto:

Sarebbe tempo che Crispi

fosse qui in Sicilia; egli pi d'ogni altro avrebbe potuto esserci utile tanto a tener
e

Palermo costantemente minaccioso,

da Palermo organizzare

per altro

si

l'isola alla

pratica anche dagli

pi di tutti e toglierebbe le

continua resistenza. Ci

altri,

ma

Crispi influente

male conseguenze

di certe gelosie.

Articolo finanze egh avrebbe potuto fare ci che

non fanno che in

(i)

piccole proporzioni

Questa era la Circolare sequestrata

gli

altri

ASSOCIAZIONE EMANCIPATRICE ITALIANA


PRESIDE GARIBALDI - CONSIGLIO CENTRALE
Genova, io agosio 1862.

Alle associazioni democratiche italiane,

Di questi giorni due proclami agitano profondamente l'Italia. H proclama


(i) e il proclama di Torino. Quest'ultimo essendo firmato dai
ministri passibile di discussione; fu gi discusso in Parlamento e noi valendoci dello stesso diritto vi faremo alctme osservazioni
I<a guerra Franco-Sarda del 1859 sottrasse alla Signoria Austriaca gi-an
parte della I^ombardia, poco pi di due milioni di abitanti. 1,'imperatore
di Corleone

dei Francesi se l'ebbe dall'Austria e la regal al Re'di Sardegna,


in conseguenza sottoscrisse

il

trattato di pace di Zurigo, e in

il

quale

compenso

133

pag

Francia 60 milioni e

alla

le

ha cedute

la

contea di Nizza, terra d'Ita-

e la Savoja.

lia,

largamento pagato del suo aiuto. I<a partita


deve nulla, e tanto meno quei Giovani che il pro-

1,'alleato, pertanto, fu

non

chiusa. ly'Italia

clama

gli

Torino dichiara dimentichi

di

facendo segno' di guerra

leati,

talia se vuoisi considerato in

nome

se la Francia, la guerra del '59 fu

miUe anni onde

sciagure di

bili

della gratitudine ai nostri migliori Al-

di Roma. E tanto meno gli deve l'INapoleone l'Impero e pi ancora la Francia

il

im

lieve atto di riparazione alle ineffa-

l'Italia fu

percossa da Carlo Magno, da Carlo

XIV,

d'Angi, da Carlo Vili, da I<uigi XII, da Francesco^I, da I<uigi


stesso Direttorio per

Roma

se l'Impei^o,

Campotormio, dalla Repubblica per

dall'i-

la spedizione di

cento mila italiani morti combattendo per Napo-

i 20 mila francesi morti a Magenta e a Solferino.


seconda parte del proclama di Torino determina i principi fondamentali

leone

valgono certamente

I,

I^a

i quali si riducono alla segunte nozione di fatto


il GoParlamento hanno soli il diritto di compiere la grand-opera
quando l'ora sar giunta.
l'unit d'Italia
Teoricamente, dato uno stato costituito e in condizioni normali e i cui

della Costituzione,

verno e

il

poteri sieno elettivi e la libert lo tuteli,

non v'ha dubbio, quel

diritto

incontestabile.

Ma
non

manca per fermo alcuno

nel caso nostro

di quegli estremi,

foss'altro e visibilmente la normalit delle condizioni

disconoscerlo
Il

Governo e

il

popolo, cacciati

affrontando

prova

il

gli

il

manca

non possono

Parlamento, lo sente e lo dichiara la Nazione.

antichi Principi tiranni, sventando

minaccia del migliore nostro

le

governo di Sardegna

insidie

le

costrinse con ripetuta

alleato,

perplesso ad aggitmgere alle

antiche Pro-

vincie l'Italia centrale. Il popolo capitanato da Garibaldi, sua individuazione


eroica, rovesci la dinastia

una ed

essa fosse fatta

Venne accettato

il

borbonica proclamando

il

Re

d'Italia

a patto che

individisibile.

patto, sancito

soleimemente

grandissimo

il

fatto

i-

da Garibaldi e da quei giovani inesperti ed illusi che viomanomisero la sicurezza della Patria facendosi giudici dei suoi

niziato e compiuto

larono

le leggi,

destini, (2)

senza che per altro allora come oggi fossero chiamati

promotori di guerra

civile,

loro la responsabilit ed

Re

il

ribelli e

senza che allora come oggi s'invocasse contro di

rigore delle leggi.

Sardegna divent Re d'Italia, e il fondamento dell'unit Nazionale fu costrutto a forza di ribellioni e di leggi violate, ossia merc
della rivoluzione. E per rimase integra la dignit della Corona e del Parlalyaonde

il

di

mento.

Roma regna tutRoma abbiamo il

Trascorsero oggimai due anni da quella promessa, e in


tavia

il

Papa

e s'accampano truppe straniere. Invece di

brigantaggio in permanenza, l'anarchia nell'amministrazione,


rovina, lo sgoverno e

ima casta
paese,

il

il

malcontento in ogni parte,

delle antiche provincie del

Regno che

la

le

finanze in

nazione disarmata,

tenta sovrapporsi all'intero

pericolo perpetuo che quanto s' fatto e messo insieme con tante

audacie di popolo e tanto sangue,

si sfasci.

134

In due anni tre ministeri

susseguirono e palleggiarono l'Italia da

si

speranza a speranza, sinch'ella giacque nella disperazione di ottener mai

Roma

dalle loro mani.

questa noi appelliamo anormalit di condizioni.

Comparve ultimo il proclama di Torino


Roma, vi si legge, quel nome al quale intendono concordi i voti e gli sforzi
comuni
Sapr conservare integra la dignit della Corona e del Parlamento per avere il diritto di chiedere all'Europa intera giustizia per l'Italia .
A chi in Europa ? I congressi diplomatici non riconoscono che i fatti
compiuti e Roma Capitale d'Italia ben lungi dal fatto-compiuto. Urge
:

<i

verno

il

Parlamento sono impotenti a conquistare

crediamo che

il

Roma

il

Go-

all'Italia,

noi

ch'essa lo divenga senza indugio poich la Patria in pericolo.

se

diritto di salvare la Patria spetti a chi fonte d'ogni diritto,

all'autore dei plebisciti.

popolo non impedito dagli ostacoli, dalle convenienze, dalle paiure,


Governo e Parlamento,ll popolo capita-

Il

dai protocolli che rendono^paralitici

Roma

nato da Garibaldi sapr liberare


d'Italia

Che v'ha

Due

dal

Papa

e proclamarla Capitale

lo vuole, e gli verr fatto.

di diverso fra

il

moto per Roma

e la spedizione di

Marsala

due misure non simboleggiano la giustizia.


Il Sig. Rattazzi dinanzi in Parlamento adducendo quale motivo del proclama di Torino gli arruolamenti clandestini, disse cosa non vera, poich
pesi e

Garibaldi

non

autorizz e noi amici suoi e coUeghi nella rappresentanza

li

Democrazia Italiana

della

abbiamo segnalati

li

alla

pubblica opinione come

un'insidia.

si

fecero e

si

fanno tutt'ora palesemente, e gli arruolati s'imbarcano


ma non per Garibaldi. Garibaldi non ha uopo di

per ignote destinazioni,


arruolamenti.

Garibaldi interprete della volont del Popolo, quando si

mostra gi aspettato dal Popolo quando marcia seguito dal Popolo.


Oggi il Popolo vuole andare a Roma e Garibaldi ve lo guider.
Pertanto il dovere delle cinquecento Associazioni che mettono capo a
:

questa rappresentanza centrale segnato. Suon l'ora in cui ciascheduna

deve mostrare se abbia compreso

Due

la

sua missione.

obblighi oggi incombono alle Associazioni

di vigilare alla custodia

della libert minacciata dai disegni decembristi del Ministero

e,

memori

del proclama di Corleone, di pensare operosamente al Capitano del Popolo.

Ogni Associazione attinga

le

sue ispirazioni alla carit

all'amore per Garibaldi. Ciascuna faccia

il

della

Patria,

suo dovere.
Pel Presidente G. Garibaldi

Francesco

Crispi.

Federico

Campanella, Giovanni Grillenzoni, C. B.


Cuneo, F. De Boni, Antonio Mosto, Giovanni Nicotera, G. Dolfi,
G. I^iBERTiNi. A. Sacchi. A. Bertani, A. Saffi, B. Cairoli, A. Mario,

Vice presidenti

G. M.\zzoni,
(i)

Proclama

ly.

Miceli,

di Garibaldi.

S.

(2)

Friscia, Segretari: G. Cadolini, B. F. Savi.

Prodama

del

Re

135

[Bertani a Crispi

105-

Bagni

del

Torino].

Miasino in VaUelUna, ij Agosto

'6z, mercoled.

Caro Crispi,
giunto a Morbegno (Valtellina), luogo da dove

Ieri

vengono ricapitate
che ingiungeva
e

il

dava l'ordine

le

lettere,

sequestro deVUnit italiana e del Diritto


di

ci

un telegramma governativo

non consegnare

provenienti

le lettere

Non

da Genova e Palermo. La cosa

certa.

misura parziale per

come certamente sar gene-

rale per

due

le lettere

so per se fosse

periodici.

Io sto cercando altri particolari

se ne avr te

li

parteci-

per colla massima sicurezza. Intanto tu puoi far tesoro


prego

non proferire, n lasciar mai


quantunque m'affido che

della notizia e solo

ti

intendere la parola

Morbegno,

tu colla tua polizia avrai saputo o potrai sapere

il

fatto

da

altre localit.

Per iscrivermi involgi


l'indirizzo

sandro

la lettera in

Prof. Francesco lyonghura

una sopracoperta col- 1. Olmetto St. Ales-

Milano.

Tuo

di cuore

Ag. BKRTAisn.

[Anna Pallavicino a Crispi

io6.

Torino].

Evian,

Voici,

mon

le

i8 agosto 1862.

cher ami, la cocarde que vous m'avez permis

de vous envoyer. Je demande votre indulgence pour l'execution je voudrais vous en faire une autre, mais comme
;

celle-ci

a t faite pour vous je ne puis, selon

mes

ides, la

136

changer. Pardonnez-moi cette petite superstition, elle ne


fait

mal personne, tandis

Puisse

ma

qu'elle fait

du bien moi.

cocarde vous servir de talismane et vous pre-

server de tout accident, de tout malhem:

mes vceux vous

suivent partout, soyez en bien sur.

Avant

d'arriver Aix-les-Bains nous avons trouv la

pluie qui nous a sui vi jusqu'ici

dra
faire

Il

ce

temps humide me ren-

faut s'y resigner. Malgr tout cela

retro uverons notre sante


trois,

traitement d'eau froide bien dsagrable

le

'espre

enfn que

que nous

Evian dont nous avons, tous

grandement besoin.

Faites

nouvelles

bon voyage
le

et n'oubliez pas de nous donner de vos

plus souvent possihle, je vous en supplie...

Anne

Pai,i.a vicino.

[Crispi a Fabrizj].

107.

Torino, iS agosto 1862.

Mio
Malgrado

le

caro

Nicola,

calde e replicate istanze dell'Acerbi

(i)

non avrei indugiato un istante


a venirvi a raggiungere, se mi persuadessi che la mia presenza in Sicilia potesse essere utile a qualche cosa. Or allo
voler essere difeso da me, io

stato

delle cose,

nulla

c' a fare nell'isola

Garibaldi a

quest'ora o ha dovuto essersi imbarcato pel continente o non


tarder.

Inoltre

il

in cotesta, mira al

movimento che ebbe cominciamento


Continente come alla sua mta. Il mio

viaggio in Palermo sarebbe in conseguenza fuori proposito

giacch voi stessi non tarderete a partirne.

E' meglio at-

tender qui notizie per decidersi sul da fare, anzich correre


fino

Palermo

per

doversene immediatamente partire.

137

B poi

mi parrebbe cedere ad un

pregiudizio venendo intem-

pestivamente e quasi per mera compiacenza in cotesta.


lycttere di Sicilia,

ed ultimamente anche l'Unit Italiana

manifestarono che io mi sto qui di buona voglia, per non

avventurare la mia vita. Altri scrissero, che


cordo con Garibaldi

impresa da

io

sono in disac-

quindi rifuggo dal lanciarmi nella

Io non discuto coteste dicerie. I^a

lui tentata.

mia vita precedente mi garantia contro i miei avversari.


I miei recenti discorsi alla Camera spiegarono a meravimie opinioni.

glia le

se rifuggo a difendermi

non devo

neanco venire in cotesta per cedere a una pressione

non ad una necessit

altrui volont e

Bisogna conservar l'ordine in


civile.

Qui

patria.

Sicilia, cio evitare la

ci basta la voce di Garibaldi. Io

da aggiungere

alla

Boggio sono

guerra

non avrei nulla

sua potente influenza.

ministeriali gridano

ad una

pacifica soluzione della

crisi dopo aver gridato la repressione.

di

delle

cessati,

il

GH umori

bellicosi

che un cattivo segno per

Saluto gh amici tutti e

ti

lui.

abbraccio
tuo a^ffmo amico

F. Crispi.

(i)

colonnello garibaldino Acerbi fu arrestato sotto l'imputazione di

arruolamenti clandestini e giudicato dal Tribunale Militare. I<o difesero


Crispi e

Mancini

2)

In verit

il

governo

si

era deciso proprio allora a

una maggiore risolutezza dimodel rigore che dopo parve inevita-

contrastare la marcia di Garibaldi, mentre


strata
bile.

fare

prima avrebbe evitato

NuUa

comprendere a Garibaldi che non

Roma. Con decreto

ma

gli effetti

fu tentato dal Rattazzi, e nepptue personalmente dal Re, per

le

gli si

poteva lasciar libera

la via

su

reale del 17 agosto la Sicilia fu posta in istato di assedio,

truppe regolari non ostacolarono la radunata di oltre 3,000 volontari


i movimenti di quella massa di gente attraverso

nel bosco deUa Ficuzza, e

quattro provincie: Palermo, Caltanissetta, Girgenti e Catania. E'noto che Garibaldi pot imbarcare nel porto di quest'ultima citt, sotto

cannoni di

due fregate della marina militare dello Stato, oltre duemila uomini, su
due piroscafi, il Generale Abatucci, francese e il Dispaccio, della Societ
siciliana Florio.

Ma

la gioia di

Garibaldi di aver portato sana e salva sul

138

sua gente e

la

speranza di rinnovare

troncate due giorni dopo,

il

29 agosto, ad Aspromonte, dove l'eroe popolare

Continente

la

del 1860, furono

gli allori

fu ferito e fatto prigioniero dalle truppe del colonnello Pallavicini.

108

[Campanella

Savi a Crispi

Torino].

Caro Crispi,
Garibaldi

ci fa

mezzo

scrivere da Catania per

di I^aporta

che necessario che tu parta per Palermo senza perdere un


minuto.

Noi

ci

facciamo premura di comunicarti

del Generale, perch tu possa


egli

la

calda preghiera

immediatamente

recarti

ove

desidera.
Genova, 24 agosto 1862.

Fed. Campanei,Lx\
B. Fr. Savi.

D.
il

S.

Iva stessa preghiera ci viene fatta per Friscia,

quale gi partito.

{Savi,

109.

Mosto

Campanella a Crispi

Torino].

Caro amico,
B' probabile che noi tutti siamo arrestati

venga immediatamente per surrogarci.

Non

urge che tu

perdere un mi-

nuto.
Genova, 24 agosto 1862.

B. Fr. Savi

Ant. Mosto
f. caipaneli.a.

139

HO.

[Bertani a Crispi

Torino].

Genova,

sp agosto 1862.

Caro Crispi,
Cadolini t'informer di tutto, e dal tutto io penso che tu
trarrai le

medesime considerazioni che

verremo nel riprendere


guirlo tosto. Il

momento

io

ne trassi e che con-

progetto di cui parlammo ed ese-

il

fuggevole e decisivo.

Dopo

il

pro-

sappiamo a non pi dubitarne dove

clama

di Garibaldi noi

egU

condurr e cosa vuole. Ci per una parte che toglie

ci

ogni incertezza e che


Dall'altra parte

ci

hawi

svincola da ogni sottile riguardo.

suprema importanza

la

di

cogUere

un momento in cui, essendo ormai tutto fuori di legge, il


Re pu far cessare una collisione che, vincitore in tutto,
lo lascerebbe debellato
e pu riunire invece delle forze
;

ch'io credo irresistibili.

Dunque convenendo tu
bito, io ti proporrei

nel proposito,

due cose da

Vedere Sanfront ed ottenere da

del nostro desiderio

subito, a solo,
di stare

terei

con

lui

rispetto alla

male, pu

il

Nazione

Re

come non ne duentro oggi stesso.

che parlando

lui,

modo

violato lo Statuto ed

dall'arbitrio del Ministero per fare

per fare

il

bene assumersi

la responsabilit

nella storia di altri regni costituzionaU, cio decidere

una condotta

Secondo, telegrafar subito a

immediatamente a Torino;

non crede

di venire

Re

una risposta decisiva a costo

atto che d'altronde nei suoi poteri, o per lo

e volere seguita

al

che vorremmo parlargU

che vorr prendersi per l'esame. Ripe-

che essendo stato in ogni

il

un

ed avere da

lui le ore

il

di

gh esponga

farsi

con

meno

da solo

politica.
Saffi a Forl

perch

venga

e credo che io, tu. Saffi (Cadolini

noi) e per la solennit della causa, e

per la gravit delle persone e per la controlleria e sodezza necessaria per

il

pubblico, e

[sic]

non

siavi eccesso

anche per

il

140

riserbo che

Re possa

il

A me

razioni.

o voglia mettere alle

sue

dichia-

telegraferai.

Caro Crispi, parmi che noi non abbiamo altro a fare

andare con Garibaldi o tentare


pronto un indirizzo

alla

Te

lo

stare.

nazione Francese che po-

trebbe essere efficacissimo in ciascuno dei casi e


firmarlo noi tutti.

che

passo che in progetto

uomini come noi non possono, non devono

neutri,

Ho

il

dovremmo

recher e dico te lo recher, perch

non dubito che tu attivi entro oggi l'affare


domani (senza complimenti con te andrei

mi chiami per

alla I^iguria).

Se hai fatto qualche atto per Mordini e Fabrizj non ancora


arrivati, fa ch'io lo sottoscriva.

Uniamoci, mostriamoci ed

che gioveremo

io confido

alla

causa comune. Grazie pel telegramma. I^a Giustizia trionfer sempre. Ti

Addio

mando

la lettera

di cuore e tanti

per Capriolo.

complimenti

alla

Penso megho telegrafare addirittura a

tua Signora.

Saffi

da qui.

Tuo
Agostino.

Mandai a vedere se arrivassero Mordini e Fabrizj e mi fu


il Vapore Il Generale Abatucci fu sequestrato
dal Governo appunto perch aveva a bordo i due Deputati

risposto che

Ma

essi

per

erano sbarcati. Voglio quindi credere, che, selci

rimandarh qui per dove erano

diretti, (i).

Suggella la lettera a Capriolo e falla consegnare sicura-

mente subito

(i)

ne

mando

copia al Prefetto.

Fabrizj, Mordini e Calvino che ritornavano dalla Sicilia

dopo aver

constatato l'impossibilit di evitare quello che avvenne, furono arrestati

inconsultamente, e chiusi nel Castello deU'Ovo di Napoli.

141

[Crispi a Bertani

III.

Genova].
Torino, 30 agosto 1.862.

Caro Bertani,
Rimisi la tua a Capriolo.

Dopo rimmensa

sciagura nazionale che

non credo convenga pi vedere


Vieni per immediatamente
che

vedessimo e

ci

pi in

ci

il

ci

ha

colpito, io

Re.
questa.

in

E'

necessario

parlassimo. Io penso di non andar

Sicilia.

Ti abbraccio di cuore

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

[Alberto Weill-Schott a Crispi

112.

Egregio amico

Al mio arrivo
si

versava nelle strade colle grida

Nazionale che non

gombrava
da

birro.

si

Torino].

ier sera trovai la citt

a Rattazzi ecc. ecc.

fremente

il

popolo

Evviva Garibaldi, morte

Si batt la generale

per la Guardia

presentava a motivo che la truppa in-

le vie e la

Guardia nazionale

di

Vi furono alcuni morti e diversi

Milano non fa

feriti e cos

con-

tinu tutta la notte. Stamane una Deputazione della Guardia nazionale

si

rec dal Prefetto chiedendo

si ritiri la

truppa

e consegnar la Citt alla Guardia Nazionale. I giornali tutti,

anche

la

vittoria

Perseveranza, deploravano l'avvenuto

come

la

chiama

la

pel paese.

Oggi

le

questa

Monarchia nazionale un lutto

Signore vestono a bruno.

142

Sento

al

momento che

l'agitazione

si

riprende

- il

nome

di

Garibaldi troppo popolare tra noi per permettere la gioja

risponderanno non so come

di simili vittorie e se le altre citt


finir...

Scusate se scrivo disordinato,


sione di tanti avvenimenti

ma come si

fa sotto la pres-

Coraggio a speranza.
Milano, 31 agosto 1862.

Vostro aff.mo

A.

Questa lettera sebbene firmata con

la sola iniziale del

mente di Alberto WeiU Schott, siccome si


d rm'idea dello sdegno che la notizia della

nome, certaEssa

rileva dalla calligrafia.

ferita di Garibaldi suscit in

tutta Italia.

[Crispi a Tecchio

113.

Torino].

Caro Tecchio,

Da due

giorni

ha dato l'ordine

mi fan giungere
di arrestar

me

la notizia

e Bertani.

che la polizia

Sappiamo

non

di

aver oSesa la legge e per come semplici cittadini chie-

diamo

la libert individuale

colo 26 dello Statuto.

inviolabiUt,

della

Come

che

ci

vien garantita dall'arti-

deputati abbiam diritto a quella

quale siam tutelati

Statuto medesimo, e

domandiamo che

Camera, impedisca che venga in noi


Prendi,

ti

prego,

le

debite

dall'art.

45

dello

tu, Presidente della

offesa.

informazioni sull'assunto e

avvisami del risultato delle tue pratiche.


Torino i settembre 1862,

Tuo

di cuore

F. Crispi.

143

[C vispi

114.

Bertani a

Caro Sig. Hudson

Siamo

stati avvertiti

arrestarci per

Tonno],

(i),

che

mera misura

Hudson

il

governo ha dato ordine di

di polizia.

In questi momenti

non essendo per noi una guarentigia

di abusi

deputati, vi preghiamo a volerci dare

un

la qualit di

asilo nella

vostra

abitazione.

Qualora
Torino,

consentiate degnatevi d'una parola di risposta

il

i settembre

1S62,

Devotissimi vostri
F. Crispi, Ag. Bertani.

(i)

Sir

I.

Hudson

era ministro britannico.

[Tecchio a Crispi

115.

Torino].

Torino,

il

settembre 62.

(ore 5 pom.)

Caro Crispi,
Il

Massari mi ha poc'anzi consegnata la tua lettera d'oggi.

Tu mi

scrivi che

da due giorni

fan giungere la notizia

fi

che la polizia ha dato l'ordine di arrestare

Panni che tu abbia con

non pu

te stesso la

esser vera, giacch io

d e jeri nei dintorni della


la polizia, se avesse

colto

con grande

Del resto

annunciava

ti

te

prova che

Bertani

la notizia

^ndi liberamente e l'altro

Camera

ed troppo chiaro che

avuto l'ordine di

arrestarti, ti

avrebbe

faciUt.

quando ho veduto

l'arresto di

Mordini

il

telegramma del 22 che

Fabrizj, ne chiesi

il

come

144

il

perch

al

M9

Rattazzi

ed

mi rispose che

egli

il

I^amarmora aveva ordinato quell'arresto perch'essi

vavano

in flagrante reato

Gen.

si

tro-

unico caso (come tu ben

sai)

un deputato

nel quale sia lecito l'arresto di

nel

tempo della

Questa stessa risposta credo che debba valerti

sessione.

di guarentigia che (non

tu versi in flagrante

potendo

reato) la

nemmen

io

sognare

che

voce a te pervenuta non ha fon-

damento.
Se tu
tazzi

lo desideri,

ne chieder particolare contezza

ma, a mio avviso,

Addio

ci

non

al

Rat-

occorre.

di cuore

tuo

//

Tecchio.
P. S.

Del Bertani non so

nulla

ho sentito che, dopo

processo Acerbi s' recato in una sua villa ad Oria o


dossola. Anch'egli quindi assai lontano da' luoghi

il

Domo-

ove po-

trebbe per avventura cadere in flagrante reato.

n.

[Bertani a Crispi

Torino].

3/76/62.

Caro Crispi,

Che ha risposto Hudson


Si

mand

mata
Che

Che rispose
farai tu

rappresentanza a Tecchio

la

Che

fece

Da

quanti

fir-

Dobbiamo starcene neghittosi ed occulti ?


Uniamo il nostro volere e decidiamoci a far
Avrai saputo dell'invito a

me

di

megUo.

da Guastalla per visitare

Garibaldi e la negativa di Rattazzi a Pepoli intercessore.

145

Che pensi tu in proposito


tuo Mancini ed

altri, se credi,

Spingi quanto

perch

puoi l'amico

ottenga una rispo-

si

Avuta questa negativa stamperemo la cosa.


ci combiniamo di viva voce io sono dispoad ogni convegno, come ad ogni espediente per la no-

sta decisiva.

Se tu credi che
sto

stra libert. Potrebbe

il

Ministero impegnare la nostra pa-

rola che ci presenteremo alla

Camera perch decida

nostra messa in giudizio e non isfuggiremo

il

sulla

processo

cessare d'ogni vessazione anteriore.

Rispondi qualche cosa di preciso

al

tuo

Agostino.

117.

[Asproni a Crispi

'

Torino].

Genova, 5J7bre 1862.

Carissimo Crispi,
lyessi

due tue lettere energiche, e

le

momenti come

teco. E' in

me

ne congratulo

questi che la virt civile deve al-

zare la testa e parlare con libert.

Qui arrestano quotidianamente in vasta


imbarcano per ignota destinazione.
insultano

scala. I giovani

Gli sbirri percuotono e

manettati. M'assiemano che

ieri

in via Carlo

Alberto davan pugni e calci crudelmente a giovani poHti

mentre li conducevano in prigione, aggiungendovi lo scherno

Andate sotto

le

mura

di

Roma

Mi procurer

esatti rag-

guagli su questi eccessi per ricordarli in tempi propizii alla


libert, e te

ne informer.

I<a Sicilia fu

Italiano.

grande, quanto rimase piccolo

Anche questo racconter

Bada che

il

Continente

la storia.

Piemontesi lavorano senz'altro col fermo pro-

posito di scindere l'Unit.


// tuo

G. ASPRONI.

146

[Crispi a Garibaldi

ii8.

Varignano].
Torino, 18 settembre 1S62.

Mio
Il

e di

Generale

vostro gran cuore pu solo comprendere

mia moglie per

la

il

dolore mio

sventura che vi ha colpito, la quale

pi che la vostra sventura d'ItaHa. Noi chiedemmo di


venirvi a visitare

di

ma

ci

fu negato. Questa lettera suppHr

manifestazioni di affetto, che

alle

avremmo voluto

farvi

persona.
Il

Governo ha dato gH ordini perch

cesso. Egli agisce in proposito

in Napoli

il

pro-

animo che

ed in Palermo siano

scelti

avvocati non per

difendervi, giacche Garibaldi non ha duopo di difesa,

per impedire che

si

lo

B' bene dunque che immediata-

guid in Aspromonte.

mente

vi sia istruito

collo stesso

commettano

iniquit giuridiche a

ma

danno

vostro e a salvamento dei vostri persecutori.

In Palermo nominerete
Napoli Mancini e

De

avvocati Viola e Puglia, in

gli

Filippo. Io che sono

sempre

ai vostri

non aveva bisogno di offrirvi i miei serpronto ad accorrere in Palermo ed in Napoli

ordini e che perci


vigi,

sono qui,

per cooperarmi con

gli

uni o con

nel vostro inte-

gli altri

resse.

Vi do

affettuosi saluti di

mia moghe

e vi abbraccio di

cuore.

Vostro sempre
F. Crispi.

{Crispi a Ripari

119.

Varignano].

Caro Ripari,

Tu
amare

sei
il

un brav'uomo,

ma

anche tu hai

il

prossimo e non conoscerlo abbastanza.

vizietto

di

147

So che

si

offerto a Garibaldi, e questi accett per difen-

un individuo, schiavo di Capriolo, servo di Rattazzi,


sussidiato dalla Corte. Quanto ci sia male lo comprenderai,
ove tu rifletta che il governo vuol fare un processo tutto
derlo,

a sua difesa e a totale offesa del Generale e de' suoi


pagni.

che

Il

com-

rapporto di Pallavicini che accompagna quello

riferi vasi alle

operazioni miUtari, dovrebbe persuadervi

quale sia lo spirito da cui sono animati

Corona. L'esempio del come

fanno

si

consigheri della

processi agli avver-

sari politici, lo trovi in quello contro Acerbi.

Non

c'

tempo da perdere

le Corti di

Cassazione vanno

a scegliere la Corte d'Assise che deve giudicarvi. Bisogna

quindi che Garibaldi firmi immediatamente


legazioni e tu le
resto.

mandi qui

acchiuse deil

Al presente nissuno agisce per Garibaldi e non vuoisi

una pomposa arringa innanzi

buon

le

Avute queste, faremo

subito.

giudici per vincere,

ma un

inizio delle procedure.

Ti abbraccio
Torino, i8

ymbre 1862.

Tuo
F. Crispi.

120,

[Garibaldi a Crispi

Torino].

Vaugnano,
Delego l'avvocato Feo Crispi deputato
perch mi difenda nel processo penale che

si

al

ig

seti.

1862.

Parlamento

vuole intentare

contro di me.
G. Garibaldi.

148

12

[Crispi alla Signora

1.

Di Benedetto

Palermo].
ybre 1862.

Torino, 18

Onoranda Signora,
I suoi figli

sono sani e

salvi. Raffaele al

Ratti presso Genova, I^uigi e Carmelo


la frontiera francese.

dopo

e
fr.

Furono provveduti

ci restano ancora in

637,50 mandatimi

Ho

Forte di Monte

al forte di

Bard presso

d'abiti e di

mio potere

fr.

danaro

157,50

sui

dalla S. V.

scritto a tutti tre di contare

su di

me e chiedermi

tutto

quello di cui possano aver bisogno, contando anche sulla

mia

borsa.

Coraggio e costanza

Iddio non dimenticher

di lei in questa lotta in cui tutti

sagrifizi

combattiamo pel trionfo

La storia ricorder il
nome come quello d'una madre eroica, che ha dato
figli, le pi pure sue gemme, per la causa nazionale.

di lei

della giustizia e della libert.

ItG:

suoi

dedico la mia pi affettuosa servit e la prego a cre-

dermi
Devotissimo suo
F. Crispi.

Due
i

fratelli della eroica

fatti di

famiglia Di Benedetto erano stati arrestati per

Aspromonte.

[Mancini a Crispi

122.

Torino].
Napoli, 21 settembre 1862.

Egregio amico

Non

ti

ho scritto ne' primi giorni succeduti

in Napoli, perch

mia.

e collega.

li

ho consacrati

L,'ho trovata assai male,

alla

al

mio arrivo

povera e cara madre-

con dolori acerbissimi, pur

149

troppo senza speranza

imminente. Passo
sendo donna di

le

alti

ma non

guarigione,

di

spiriti,

in pericolo

ed

es-

ed ammiratrice entusiasta

di

ore presso

suo letto di dolore

il

come mia moglie, e come gran parte delle donne


mezzod d'Italia, non fa che chiedermi ogni giorno con

Garibaldi
del

ansia affettuosa le notizie dello stato delle sue ferite e conversar

meco

sulle condizioni d'Italia.

Questo mio domestico dolore

fatto pi crudele dallo

spettacolo degli abusi e del disordine della cosa pubblica


in questo paese. Puoi ben immaginare che da mattina a
sera la

mia casa

piena di gente di ogni ceto e di tutte le

gradazioni dell'opinione liberale

vedendo da vicino

con tutti favellando, e

deploro profondamente

le cose,

gli effetti

che qui produce uno stato d'assedio, benedetto dagl'ignavi

ma non

e pusillanimi,
gli

uomini

di

dagh amici della libert e da-

al certo

Mi

senno.

basti riassumere l'impressione,

che qui ho provata, in questa desolante formola

mai tutto

interessi senza necessit

fuse

compromessi
masse

la prostrazione nelle

qui or-

in tutti ad uscire da

uno stato che a

ed incapace

Appena giunto

di durata.

moraU con-

le idee

funzionari pubbUci

e nei

esaltazione cieca ed inabile nei pochi generosi

tollerabile

in discredito, uomini, governo, istituzioni; tanti

tutti per

sembra

qui, rifeci quello

che gi tentai con mio

dove trovai Pulski (ora liberato) e molti

seguitati politici, reputati troppo spinti. Chiesi,

invano, di essere

ammesso

nel

Fabrizj, Mordini e Calvino

fino ad essi

una mia

non soffrono

lettera, e

altro

ma

le

altri per-

ma

fin'ora

Castello dell'Ovo a vedere

ma

ho potuto far penetrare


ne ho

fuori della noja della solitudine, e della


libert,

in-

danno, e senza pubblica salvazione, nel 1849. Visitai


prigioni,

impotenza

continue

notizie

privazione

nell'incertezza

della

ed incessante

variet di deliberazioni sul processo, sono all'oscuro della

I50

mandami un

sorte loto riserbata. Se vuoi loro scrivere,


glietto, e tenter di farlo

bi-

con sicurezza recapitare.

Intanto mi pare palese

il

progetto del Ministero

sotto-

porre ad ogni costo a processo Garibaldi, per poter prolungare la sua detenzione ed a lui aggiungere questi Deputati

ed alcuni

altri

pochi

ma

tradurli avanti

giurati, che

pos-

sano prevedersi compiacenti, cio Torinesi o Alessandrini!

questo indegno abuso ha cooperato la codardia di questa

C. di Cassazione,

nuto

da

in brev'ora a fare

il

almeno un giorno
n

qui,

cui

componenti sopra un telegramma ve-

Torino, e j&rmato Rohecchi


desiderio di
di

(!!),

si

tempo, senza consultare chicchessia

ne cost. Io ne sono ammalato

di tristezza, e di

rossore per la magistratura di questo povero

una specie

di scrivere

dimostrare

mander

le

illegalit

vimento

un

solo e

il

lo

medesimo

nel Diritto, senza alcun

salvo a provocare in seguito

un mo-

di voti ed adesioni legali di reputati giureconsulti

di ogni provincia d'Italia. Cosi sperabile arrestare

pimento

Penso

tante di questa deliberazione

n)!' Opinione

comento, o adesione

paese.

di appello ai giureconsulti italiani, per

a te, con preghiera di farlo in

giorno comparire

precipitarono

Lamarmora, senza prendersi

di

il

com-

questo eccesso di potere, pel quale necessario

concorso delle Corti di Cassazione di Palermo e di Milano.

Ho

veduto

il

deplorabile verdetto di cotesta C. di Assise

nel giudizio a carico del Diritto, che era preveduto, e la a-

sprissima condanna che eccede ogni previsione.

Milano

secondo i tempi.
avremo miglior fortuna
Fra due giorni mander a Bargoni tutte le bozze stenografiche rivedute della mia difesa Acerbi. Ma ti volgo due
.

preghiere
le

che abbi

stampe

bont

la

che ottieni

il

di

rivedere accuratamente

necessario favore di fare inserire

in unico foglio di Supplemento ad


difese, altrimenti la lettura

un

tratto le

nostre due

ne sar inutile ed insopporta-

151

In

bile.

tal caso ti pregherei di ordinare la tiratura

a parte

per mio conto di un centinaio e mezzo di esemplari.


Scrivimi col mio indirizzo. Qui cerco riunire, incoraggiare,
resistere

con mezzi

legali alle

quotidiane

illegalit.

sapere delle cose e degli uomini ci che non


nali

dammi

Addio

le notizie

si

Fammi

legge sui gior-

intime del nostro Generale,

arrivederci fra un

mese

...

Credimi sinceramente

Tuo amico
P. S. Mancini.

[Duca

123.

della

Verdura a Crispi

Torino],

Palermo, 22 ymbre 1862.

Cariss. amico,
1/e

fataU conseguenze di un fatto consigliato da coloro la

cui pohtica

il

sentimerto o la poesia e non tengono mai

conto della pubbHca opinione e delle morali condizioni, co-

minciano a

realizzarsi.

Il

tentativo di Garibaldi, mentre

era l'espressione d'un idea nazionale, non poteva sotto al-

cun aspetto aver

felice risultato

io

temo ora poi che

conseguenze abbiano a tornare anche pi


ranza e la malvagit di coloro che
stero

si

abbandona

al presente,

ci

fatali

le

per l'igno-

governano.

non guarda punto

Il

Mini-

all'avve-

nudo le tenere radici della casa di Savoia.


Per aver vinto ad Aspromonte sogna di esser forte ed in-

nire e mette a

crollabile

sente

per l'imbarazzo della vittoria e tenta

consolidarla con la distruzione di tutti coloro la cui esistenza


per esso

un fantasma. Se

la via sdrucciolevole battuta

dal Ministero conducesse a solo suo danno, io lo abbandonerei a s stesso, spianandola

un

ma

a capo di questa via sta

precipizio, e questo minaccia l'ItaUa.

15-

parte siede al consiglio dei ministri, e quel fatale

ly'ira di

dopo

circolo di uomini, che

Plebiscito ha cominciato a

il

tentare ogni sforzo e conato per reagire contro tutti

uomini

della rivoluzione, fa oggi

Palermo

e cost a

supremi

Torino senza studiare

le

fa gridare per opera di tutti

depurare

gli uffici

sono

e stimolo a questo stolto consiglio

personale,
il

ignoranti

A me

dio.

delle

funesto consiglio

fatto di

accolgono

dell'Isola,

italiana

popolo

il

dall'attuale governo e

Italia,

Dopo

Rivoluzione.

altra la via a tenersi, questa

dovea risparmiarsi,

non

get-

ciecamente a corpo perduto nella reazione.

Si cominciato

ingiuste,

sono

Re,

l'in-

funesto perch un suici-

aborrente

Aspromonte era ben

suprema sventura
tarsi

vendetta,

la

Ministri ignoranti del

condizioni

lo dico

nel suo odio confonder tutto


il

duole della nostra condizione, vedo

tutto, la Sicilia intera

grida e

si

settari corrispondenti di

nemici del governo. Sprone

politici dei

vidia e la fame degli impieghi.

facili

gli

qui a

cause degli av-

venimenti, mirando alla sola corteccia esterna


si

sforzi.

sempre

a far piovere delle destituzioni spesso

odiose.

Tra

di quella schiera di

destituiti Cappello. Io

non

uomini che ebbero parte nei con-

sigU di Mordini e di altri per accendere la febbre degli im-

pieghi e stimolare l'appetito

battendo o cospirando, debba essere


rare

una retribuzione od un

uffizio,

deve associarsi uomini interessati

il
il

ma

sono

servir la patria

solo titolo per affer-

penso che

al

stati destituiti alcuni altri, e altri

I^a torre di

liberali, e

amici

Comprendo che

una

realt,

governo

Governo, e come
ancora

Babele non dunque pi una favola

sione dei termini

il

alle patrie istituzioni.

Cappello destituito come nemico


tali

mi opposi. Io
com-

al contrario,

non sono tra coloro che pensano che

sono nemici

lo

saranno.

? I^a

al

confu-

governo

borbonici.
la

definizione

nel dizionario dei ministri elastica

del
;

vocabolo

oggi

si

nemico

chiama nemico

153

governo chi vuole Vittorio Emanuele a Re

al

d'Italia, chi

vuole questa Italia indipendente ed una.


dir

Si

apparenze condannano Cappello;

alcune

negli ultimi fatti

egli

pronunzi per Garibaldi. Ci vero,

si

l'opera di Cappello fu per tutta materiale e di esecuzione.

Ma

quale Sicliano

sia militare o civile

si

neg a Garibaldi, quale funzionario

Cappello non fu che strumento per la

fornitura di qualche oggetto

un

ma non una

errore,

pot essere

e questo stesso

colpa. Ei

come

tutti, (dico tutti

eccezione e vi comprendo le autorit, principalmente

senza

mi-

era certo di uno accordo di Garibaldi col Re, e parteg-

litari)

giando per Garibaldi, oltre di dar sfogo a quel sentimento


universale de' sicihani verso l'individuo, pensava di fare

opera utile
pochi,

che

si

all'Italia e gradita al

Governo

amano

soli partigiani dell'unit italiana, e

agisce

un governo

ma

dei strumenti pi efl&caci al

e a stornare
citt

un

Palermo

perseguita

devoto

al

Plebiscito

Cappello merita laude, e

il

cos

fatto reale che fu egli

della calma,

intempestivo in questa

dovuta quella

dell'isola in-

Un

tera e forse anche di molti punti del continente.


italiano

Governo

il

un governo che

mantenimento

qualunque pazzo moto

alla quiete di

Ed

Sicilia,

Dissi che alcune apparenze

suicida.

stanno contro Cappello,

uno

e infatti, eccetto

l'unit d'Italia con la Monarchia.

persecutore dei partigiani di Garibaldi in


i

prounziarono per Garibaldi maggiormente coloro

non potea

onesto

agire altrimenti.

paese gliene grato,

ma

al di

sopra del paese egU ha la approvazione della propria coscienza. Se

il

governo non facesse

la piccola politica, e sa-

pesse valutare l'importanza de' fatti, avrebbe premiato e

non punito Cappello.


Intanto quale la condizione creata a quest'uomo
vero e rovinato dalla
soffr

12 anni, per

immol

il

mano

di quel

governo per

il

quale sciup patrimonio, per

sino la propria famiglia. In questo

Po-

quale
il

ei

quale

momento egH

154

moralmente abbattuto dal

ma domani ? Domani

colpo,

la

voce del risentimento comincer a echeggiare nel suo cuore


consigliandogli a pascersi della speranza della vendetta

vendetta

un governo ingrato

contro

Antico

e parricida.

cospiratore, torner alle sue abitudini, e ignorando che nei

governi liberi e costituzionali

il

cittadino dove far prevalere

proprie convinzioni nei comizi elettorali, torner a co-

le

una guerra

rare

ma

a tentoni senza fine e senza scopo,

spirare

futuro

al

circostanze

le

per prepa-

governo fino a che nell'incertezza del


potranno additargli una

eventuali

bandiera e seguirla.
Cappello
telligenza

Ho

uomo

pari

ma non

onesto, liberale unitario,

all'onest,

ha

in-

un furbo pu padroneggiarlo.

udito io molti, e tra quei che pretendono essere dei po-

liticanti dire

verno

che bisogna lavorare a rovesciare l'attuale go-

e risposto

me

da

bisogna edificare, mi
cosa,

ma

si

ma

che

che la vendetta pur qualche cosa.

Son persuaso che nel


pello,

che abbattere non tutto,

contrarisposto che da cosa nasce

ma

momento

la vostra parola

comando.

I ministri

impedire che

il

voi poco potete per Cap-

sempre

eficace,

ed

io

ma

non possono ora retrocedere;

posto venga da

altri

preso:

ve

lo rac-

bisogna

tempo

il

far

molto, e l'opera nostra locale, quella che forse verr cost a


probabile rovescio del Ministero attuale

esercitare Medici,

il

posto vive sempre la speranza.

Nel pro-

far cosa

gradita al

vuoto

infine

pugnare

la

il

causa di Cappello

io

credo

Generale.
1^0 stato di assedio qui si eterna. Si viola

domicilio,

il

arresta, si deporta. Infine, ogni libert morta.

Oh

governo inetto e imbecille

Vostro aff.o

Verdura.

si

155

[Crispi a Giuseppe Costantino

124-

Palermo].

Torino, 22

settembre 1862.

Caro Peppino,

Mi chiedete

consigli.

Eccoli

franchi,

espliciti,

al

mio

solito.
Il
le

Ministero, lo so, precipita in continui errori e disgusta

popolazioni,

le

quali desiderano

il

minor male per uscire

da questo caos. Ebbene, bisogna calmarle coteste popolazioni e dir loro che la posizione precaria e la libert ritor-

ner in onore. Bisogna dir loro che questo Ministero non

pu durare lungo tempo e che cadr, e ne verr uno migliore.


Noi, grazie a Dio, non siamo come ai tempi del dispotismo,
che bisognava svellere una dinastia per divenir

non essendo

nastia

gli errori dei ministri,

non sar opera

non potendo

liberi. I^a di-

essere partecipe di tutti

bisogner solo atterrar questi,

difficile.

il

che

Rattazzi, assediato dall'opinione

pubbHca, che ogni giorno diviene sempre pi sua nemica,


cadr. Chi verr dopo di

sono

Camere

le

lui,

far meglio. In ogni

arbitre del paese

Basta che

modo non
gli

elettori

mandino buoni deputati perch sia fatto il bene del popolo.


Mi dite che i borbonici rialzarono la testa. I^o credo. Tuttavia io non li ritengo forti abbastanza per discendere in
campo e vincere. Perch essi vincano, bisogna che noi
diamo loro la mano. Or noi non commetteremo tale errore.
Pertanto io scrivo sempre di aver calma e pazienza. Dipende
da noi l'avvenire.

quaU

ci

Non

lo

roviniamo con imprudenze,

Se

il

Borbone vincesse, non terrebbe

visto

suoi padri alle prove. Se noi

le

promesse.

Abbiamo

avremo pazienza,

reazione passer e godremo di quella libert che oggi


toglie.

le

costerebbero lagrime e sangue.

la

ci si

156

Da

molto tempo

perch metta l'opera mia

turatamente
e

tanto essi

quillo.

di

Or

convenga che rimpatrii,

io rifletto se

alla pacificazione del paese.

Sven-

sono talmente inimicato coi ministri attuali

io

me

ne vogliono, che non mi lascerebbero tran-

non

preferisco far per lettera quello che

potrei

persona.

Saluto

vostri e vi abbraccio.

Vostro

aff.o

F. Crispi.

[Crispi a

125.

Mancini

Napoli].

jbre 1S62,

Torino, 23

Caro Pasqualino,

Come

avrai saputo, noi

condannato a 18 mesi

Abbiam

abbiam perduto,

interposto ricorso in Cassazione.

ribaldi migliora.

Non pu

Diritto stato

il

La

fr.

di

multa.

salute di

dirsi ch'egli sia fuori pericolo,

abbiam ragione a sperarlo.


Sarebbe mai vero quello che
sere stato deciso

duemila

di carcere e a

giornah

da cotesta Corte

non crederlo finch non avr

di

ci

annunziano

Ga-

ma
es-

Cassazione? Io voglio

letto la decisione.

Come

po-

trebbe legittimarsi questa delegazione di poteri da una Cassazione ad un'altra?


tivo.

L,a.

Cotesto sarebbe

un vero

atto legisla-

Cassazione pu scegliere, a giudicar Garibaldi, la

Corte di Assise che vorr

ma non pu

delegare ad altra

Corte di Cassazione di fare in sua vece quella scelta.


Garibaldi ti ha scelto suo difensore. Tu comprendi l'immensa responsabilit di assumerne la difesa. Comincia
dunque ad agire in cotesta, afinch la giustizia abbia libero
e regolare

il

suo corso. Spingere l'istruzione laddove

awen-

157

nero

gli

ultimi fatti, far radicare,

come dicono

petenza nel distretto giurisdizionale

primo tuo dovere e

il

e con quella sapienza che

E la
E la
figlio

buona

ti

fa

com-

tuo

solito

zelo

maestro nel foro italiano.

madre come sta?

e cara signora Lauretta, e le tue figlie

che teco in cotesta

Che

Un

signora tua

adempirai col

lo

qui, la

di cotesta Cassazione,

ed

il

tuo

dei nostri colleghi arrestati

tuo rigo mi sar gratissimo.

Tuo
F.

[Mancini a Crispi

126.

devotissimo
Crispi.

Torino].

Napoli, s6 seitemhre 1862.

Carissimo amico,
Ti ho scritto una lunga lettera ma la tua del 23 che oggi
mi giunge, non ne fa motto. Acchiusi la lettera a Cesare
OUva mio cognato ti prego di prenderne conto sia dal
mio scritturale in casa mia, sia dallo stesso Oliva al Mini;

stero di Grazia Giustizia.

Ho

udita con raccapriccio la durissima condanna del

Diritto.
lo devi

Conoscendo con quanto valore ed intelligenza tu


aver difeso in unione

di

Vare, ne inferisco la penosa

conseguenza che questa sentenza deve


delle disposizioni in cui

tura in Piemonte, se andasse innanzi


cesso a Garibaldi e

farci

troveremmo Giurati
il

argomentare
e

Magistra-

proposito del pro-

suoi coimputati. Speriamo ottener

giustizia avanti la C. di Cassazione.

Ti ho scritto gi della ignobile compiacenza di


C. di Cassazione,

ed era sul punto

di inviarti la

razione da stamparsi cost quando

mi giunse

questa

mia Dichianella tua let-

158

mi ha fatto l'onore di
darmene spiegazione per
entrambi noi, come erasi stabi-

tera di oggi l'annunzio che Garibaldi


scegliermi suo difensore. Ti prego

mia norma.

Ha

lito ?

Ha

ha dichiarata
I^a notizia

ma non
al

egli scelto

egli forse

la

sostenuto un interrogatorio, ed in esso

sua scelta

I^o

ha fatto con qualche

lettera ?

che tu mi dai, mi pure comunicata da Genova

ne so pi che tanto.

Non avevamo

noi fatto dire

Generale, che interrogato dichiarasse di rinunziare a tal

rispondere in pubblico nel dibatti-

diritto, di riserbarsi di

mento,

di

non credere

di

solamente per questione

avere a ricorrere a difensori, e che,


di

competenza o

formaht, se

di

dovesse assegnare un avvocato officioso, egli ripone la

gli si

sua fiducia nel tale e tal altro

su quel che accaduto e

Ti

prego di illuminarmi

di fare in guisa

che io abbia alcun

documento ed autorizzazione in forza di cm possa oppormi


alla iniziativa di qualunque istruzione altrove che nei digiurisdizionali delle Corti di Catanzaro, Catania e

stretti

Palermo, e formalmente proporre l'eccezione della inviolabilit

suoi

parlamentare

per l'autorizzazione

Camera. Sono gi in rapporto

della

comoagni nel Castello dell'Ovo

indispensabile

(celato)
;

con Fabrizj

ed anche per

lever l'eccezione della nullit dell'arresto

tuo confidenziale avviso per intendere se

anzi

dopo

essi sol-

bramo

il

la dichiara-

zione della C. di Cassazione di Napoli, che ha sottratta questa

competenza a tutte

le

Corti del Napolitano,

elevare quella eccezione innanti la

si

possa ancora

Corte di Napoli, luogo

dell'avvenuto arresto. Io ne dubito grandemente.

Aspetto sopratutto

le

delucidazioni e

documenti, che

ho chiesto, perch invece di pubblicare senza qualit, e


come potrebbe fare chicchessia, una Dichiarazione contro

ti

l'operato della C. di Cassazione di Napoli, preferirei, con la

veste legale di difensore, dirigere un Ricorso ragionato alla


C.

di

Cassazione di Milano, e dare a questo ricorso la mag-

giore pubblicit. Rispondimi subito.

159

Iv'articolo di uno dei passati numeri del Diritto, che suppongo opera tua, pone in aperta luce le illegalit del prov-

vedimento della

C.

di

Cassazione Napolitana. Io ne sono

umiliato e

vergognoso per questi Magistrati, alcuni dei


quali vennero in casa mia nella sera stessa in cui avevano

commesso

quella bassezza

scacciarli,

biasimando

ed

ho fatto poco meno che

io

apertamente

presenza di molte persone.

Ho

la loro

potuto

codardia

(a stento)

alla

procurarmi

copia del Dispaccio telegrafico spedito dal Ministero dell'Interno, a

quanto pare,

colla firma di Robecchi, direttore del

Ministero di G. e G. pel Ministro assente. B'

un documento

singolarissimo. B' anche importante sapere che dal tenore

Rappresentanza scritta del P. M. sorgono nuovi

della

gomenti per

Ma

la

ineficacia

di tutto ci parler nel ricorso alla C. di Cassazione di

Milano, se sar in grado di farlo, dopo

Dimmi

pure se la Corte

di

il

tuo riscontro.

Cassazione di Palermo (pari-

menti invitata) abbia deciso e come. Senza


tenza resta

ed

alle C. Corti Siciliane,

stero falHto. Ci spiegherebbe

il

il

di ci la

compe-

tentativo del Mini-

ritardo e l'incertezza.

Addio, mio ottimo amico. Mia madre sta assai male


io

ar-

ed irregolarit deUa decisione.

ed

ne soffro di riverbero, a segno che sono anch'io febbri-

citante.

Domani

alfine

dar compimento all'opera della re-

visione delle bozze stenografiche della difesa Acerbi

cautela sotto indirizzo a


dirizzate a te

Ti rinnovo

non siano
le

ac-

mander per maggiore


Nisco, temendo che le lettere in-

chiuder quelle bozze a Bargoni, e

le

inviolabili

preghiere gi date in proposito nella

mia

precedente.

Ho
glio.

avuto anche una bambina inferma, che ora sta me-

Ti abbraccio con sincera amicizia.

Tuo
P.

S.

affez.mo

Mancini.

i6o

[Crispi a

127.

Mancini

Napoli].

Torino, 27 settembre 1862.

Caro Pasqualino,
Ti

scrissi

il

23 volgente. Oggi ricevo

la

tua del 21

rispondo

immediatamente
Qui

si

parla altra volta di amnistia. Se ne dice causa

rifiuto della

almeno

della delegazione datale da quella di Napoli. Cos


dice, e forse se

si

il

Cassazione di Milano a riconoscere la legalit

ne fa sparger la voce per esaltare

gistratura piemontese e per deprimere la

la

ma-

napolitana, la

quale sciaguratamente ne ha dato l'occasione.

In caso

di amnistia,

deputati dovrebbero uscire di pri-

gione dove, ai termini dell'art. 45 dello Statuto, non pote-

vano
e

essere rinchiusi. Tuttavia

non lasciare che su loro

pesi

devono

insistere pel processo,

sospetto d'un reato. E' quello

il

che tu dovresti loro consigliare, e se vuoi potrai far loro


sapere che anche questa la mia opinione.
Garibaldi migliora ogni giorno al di l d'ogni aspettazione de' suoi medici. Parla poco, scrive colla matita
di

potersi ristabilire ed

al paese. Egli

spera

essere altra volta e meglio utile

d'una serenit d'animo che rivela

la

purit

della sua coscienza. Alquanti amici sono andati a vederlo


e

ne ritornarono

lietissimi.

A me

fu recisamente negato di

visitarlo.

Sar soddisfatto

il

tuo desiderio in quanto alla

cazione della tua difesa per Acerbi.

Ne avr

Avr anche cura

tuo appello

di

sulti italiani contro

Gli amici

ti

il

pubblicare

il

pubbli-

io tutta la cura.
ai

giurecon-

vergognoso voto di cotesta Cassazione.

salutano

Tuo

aff.o

amico.

F. Crispi.

i6i

[Crispi a Giuseppe Puglia

128.

Palermo].

Torino,

27 setierabre 1862

Caro Pappino,

Milano non ha ancora deciso

I^a Corte di cassazione di

in ordine alla delegazione avuta dalla Cassazione napolitana. Ti dir anzi, che le carte di questa giunsero

appena

ieri.

Qualunque cosa sar decisa in Milano, i magistrati sinon han dovere di obbedirvi. Molto meno poi gl'imputati han dovere di accettare una competenza che non
ciliani

viene dalla legge.

Qui acchiusa una delegazione


Inoltre troverai

il

nel forte di Bard.

di Garibaldi per te e Viola.

domanda

duplicato d'una

Tu

ne presenterai una

nerale di Palermo ed altra la terrai perch

dei prigionieri

Procuratore Ge-

al
si

presenti al Pro-

curatore Generale di Catania, o a quell'altra autorit giudiziaria che opinerai. Il lavoro dev'essere di fissare la

com-

petenza in cotesta. All'uopo agirete anche presso la Cassazione di SiciUa, laddove

si

vogHa spingerla a

ripetere la

vergogna di quella di Napoli.

In passata

ti scrissi le

mie idee

circa la competenza. I^a

giurisdizione dell'autorit giudiziaria di Sicilia, giacch


ivi

avvennero

tinente

Qui

non

si

Se mai

si

ci

fatti

che dan materia

al

processo

nel con-

fu che la cattura.

parla altra volta d'amnistia sui casi


attua, Garibaldi credo

non

dell'agosto.

l'accetterebbe.

Tuo

a-ff.mo

amico

F. Crispi.

P. S.

Viola scriver colla posta.

l62

[Crispi a Viola

129.

Palermo].

Torino, ag settembre 1862.

Mio

caro amico e maestro,

Garibaldi l'ha scelto a suo avvocato insieme a Puglia,

quale verr ad informarla dello stato delle cose. Al

il

mento non

vi che

ad impedire che

Corte

Suprema

di

Palermo ripeta
ci

competenza

le

vergogne

di quella di

fu che la cattura di Garibaldi

ma in Sicilia avvennero i fatti che danno materia al


Non altro che abbracciarla di tutto cuore.
Suo

[M ordini

a Crispi

processo.

aff.

F.

130.

mo-

sia tolta

e che in conseguenza la

all'autorit giudiziaria siciliana,

NapoU. Nelle Calabrie non

la

amico

Crispi.

Torino],

Castel

dell' Ovo,

29

sett.

186 a.

Caro Ciccio,

Non avendo
ponendo che

saputo anche nulla sul conto nostro e sup-

la nostra detenzione possa

ancora durare

ti

prego di mandarmi per la Posta quei bilanci del 63 che per

avventura sono

stati distribuiti.

Nicola e Salvatore

si

uniscono meco per ringraziarti di

tutto ci che hai fatto a favor nostro.

quanto possibile fare ancora e tu


lyC nostre nuove sono buone.
Presenta
gli

Siamo persuasi che

farai.

nostri complimenti alla tua Signora e saluta

amici. Ti abbraccio fraternamente

Antonio.

163

[Mancini a Crispi

131.

Torino].

Napoli, 30 settembre 1862.

Amico Carissimo,
Ricevo

Mi
fatti

la

tua del 27.

affretto

me

da

a risponderti, che per quanti sforzi siansi

e da ogni altra persona

per visitare Fabrizj,

e gli altri colleghi arrestati, finora stato ostinatamente

negato a

ancora ebbi una ricisa negativa, bench

tutti. Ieri

mostrassi

un telegramma

deva necessario

mi ren-

della famiglia Fabrizj che

parlargli.

Cattivo preludio della generale

amnistia da te presagita, e della quale sinora sappiamo qui


nulla.

Del resto se prevale l'avviso della generale amnistia,


perch uscirebbe Conforti dal Ministero

dopo

Quanto

al

tuo suggerimento

di amnistia, far di trovar

veggo come, uscendo

ne uscirebbe

a'

modo

di carcere

deputati arrestati in caso

Ma non

di comunicarlo.

con

la accettazione dell'am-

possano poi rinunziare alla stessa e chiedere

nistia,

cesso.

inescusabile debolezza subiti e consentiti ?

gli atti di

Dovrebbero avere

pro-

il

la costanza di ricusarla e di

rima-

nere in carcere, facendo per valere avanti la Corte competente l'eccezione di nullit ed illegalit del loro imprigiona-

mento.

Dimmi

se la intendi cos.

A quest'ora avrai ricevuta la seconda mia lettera

aspetto

pronta risposta, per decidermi a trasformare l'appello


giureconsulti in

un

Qui nuUa ancora

si

Sono

sa del preteso rifiuto di quest'ultima.

tra consulti medici, tra medicine, ed

troci spasimi di

a'

ricorso alla C. di Cassazione di Milano.

mia madre incomparabile,

continui a-

e poi fra le tante

persone che vanno e vengono di casa mia, cos che ho rossore a dirti che

per

non ho saputo trovare qualche ora Ubera

finire la revisione delle

Acerbi.

Veggo terminata

bozze stenografiche del processo


sul Diritto la pubbHcazione de'

164

verbali del dibattimento


di tali

si

che far di affrettare l'invio

bozze (spero tra due giorni)

Bargoni.

al

Ti abbraccio
a-ff.mo

P. S.

[Crispi a

132.

M ordini

amico

Mancini.

Napoli].
Torino, 3 ottobre 1862

Caro Antonio,
Grazie dell'affettuosa tua del 29 caduto.

Nissun bilancio del 1863


di

pi

si

nissuno, di quelli che

sin'oggi alla Segreteria della

mi ha promesso

che,

appena

ancora distribuito. Ti dir


si

dicono stampati, giunto

Camera.

Il

avutili, te

direttore della stessa


li

mander.

Si parla dell'amnistia, nella quale sarete compresi

anche

voi deputati rinchiusi in Castel dell'Ovo. Si amnistiano

Avrete voi da imputarvene

colpevoli.

gione,

ma

insisterei per

Tante cose a

ha bisogno

te,

un

Io uscirei di pri-

processo.

a Fabrizj ed a Calvino. Se alcuno di voi

su

di denaro, tiri

me

fino a

200

fr.

Tuo
F. Crispi.

[Crispi a

133.

Mancini

Napoli].
Torino, 3 ottobre 1862.

Caro Pasqualino,

Ho
Con

la

la

tua del 26 caduto.

mia

tua del 21.

del 27

Non

tuo desiderio,

ti

ti scrissi

ma

annunziavo

la ricezione dell'altra

lungamente, siccome sarebbe stato

credo averti scritto abbastanza.

165

Garibaldi

non

per istruirgli

stato interrogato, e nulla ancor

si

fatto

processo. Si volea far precedere la delibera-

il

zione della Cassazione di Milano, la quale mancata ai desideri! del Ministero. I^'attitudine di

questo supremo magi-

strato avr forse anche influito sulla concessione d'un'amnistia

che dicesi verr pubblicata domenica 5 corrente.

Dopoch

si

parl della decisione della Cassazione di

Na-

Garibaldi a volere scegliere due avvocati

consigliai

poli,

uno in questa, al quale sempre


ti saresti aggiunto. Bisognava tanto in Palermo che in Napoli fare in modo che si suscitasse con atti locali un conflitto

in Palermo, due in Napoli ed

laddove la prevenzione

di giurisdizione,

(?)

non

fosse stata

possibile.

me

Per

la decisione di co testa Cassazione del 15

settembre

non ha vigore legale. Quel magistrato non poteva abolire


una giurisdizione che gli d la legge, e i magistrati di appello non hanno il dovere di obbedirla in ci, e le parti interessate possono, volendo, non acconsentire al suo giudicodice penale e

zio. Il

il

codice di procedura penale furono

che non esistono

pubblicati nel mezzogiorno con riforme

nel settentrione del Regno. Queste riforme sono tutte fa-

vorevoli agli imputati,


Iva

Cassazione

dell'art.

760 del codice

non possono esseme privati.


doveva contenersi nei limiti

quali

napolitana

di proc. penale.

risdizione sua e quella delle Corti


tale atto che vale

punita,

essere
I^a

cedura

I^eggendo
penale,

sarai della

di giustizia.

Essa dovrebbe

dei fatti, di cui Garibaldi autore, la


gli art. 15, 17,

riavvicinandoli

19 e 25 del codice di proe

rilevandone

mia opinione. Nulla Garibaldi

egU vi fu catturato,
cessato.

la giu-

non obbedita.

competenza

Sicilia.

un diniego

Annullando

da essa dipendenti, fece

ma ci non

lo

spirito,

fece in Calabria

motivo perch vi fosse pro-

166

Di volo
mie

idee.

e cos

Tu

come mi vengono

alla

le valuterai, l'esaminerai

mente queste sono

le

a tua guisa. I^a Cas-

sazione di Palermo non ha imitato quella di Napoli

inde

trae del Ministero e dei suoi,

Garibaldi migliora sempre. Questo dovr far

I^a salute di

piacere a te, a' tuoi ed a tutti gli amici dell'unit.

tuo ricorso, io credo che, invece

a proposito del

dirigerlo alla Cassazione di Milano,

di

converrebbe dirigerlo

a quella di Napoli, e provocarne una deliberazione a sezioni


riunite. Riflettici

un poco.

Duolmi che tua

mamm

ancora sofferente.

sia

I/'acchiusa a Mordini.

Tuo

aff.o

amico

F. Crispi.

[Mancini a Crispi

134.

Torino].

Napoli, 5 ottobre 1862.

Carissimo amico,

Ho

modo

potuto trovar

di corrispondere co' nostri col-

leghi imprigionati, a dispetto delle difficolt governative.

Ho

quindi potuto avere riservatamente la lettera ed

menti che

ti

mando, pregandoti

di far pubblicare sul Diritto

commenti. I^eggendo
fatti

contro

Bbbi

le

docu-

di conservare la prima, e

secondi, con gli opportuni

apprenderai la verit dei

la lettera

tante calunnie.

contemporaneamente

Mordini e Calvino,

altra

quaU scelgono

Abbine prevenzione. Spero per


stituir alla libert presto.

lettera

te e

me

de'

colleghi

a loro difensori.

altro che l'amnistia

Dopo

di

che rimarr

li

re-

la discus-

sione parlamentare e giudiziaria della illegalit del loro arresto.

i67

Non ho mancato
dichiarazione che

mani

nelle

Comandante

del

una specie

di formulare

di protesta o

colleghi abbiano a sottoscrivere e deporre

momento

Forte, al

del

della

Essa gi in loro potere per servire all'oc-

loro liberazione.

correnza.

Sappi che

il

l'istanza del P.

documento stampato
M. presso

la C.

monco ed incompleto. Manca

sul Diritto contenente

di Cassazione di Napoli,

della parte pi importante,

cio della Consulta dell'Ufficio in cui

passano a rassegna

si

tutte le cause delle illegaht della pretenzione Ministeriale,


e

nondimeno

siderazione,
il

M.

P.

si finisce

per chinare

il

capo, sulla ignobile con-

raccomandata da certa dottrina francese, che

organo di trasmissione

degli ordini del

Governo

ed inconscio)

(passivo

quasi che

il

Governo avesse auto-

rit di trasmettere ordini alle Corti giudicanti

occasione
integrit

ti

mander

io

il

documento

e tu ne avrai occasione ad

nella

Per sicura

sua preziosa

un magnifico

articolo

sul Diritto, completivo dei precedenti, e potrai testualmente

stampare

omessa nella pubbhcazione anteriore.

la parte

Mamm

sempre male. Addio in tutta

fretta.

Aff.mo amico
P.

S.

Collega

Mancini.

Nicola Fabrizj scriveva la seguente lettera al Mancini, interessante spe-

cialmente perch spiega


Sicilia

motivi che condussero

lui,

Mordini e Calvino in

4 ottobre 1862.

Egr. Collega,

Le due

copie in azzurro erano preparate sino dal 23 dello scorso 7bre,

nella lontana speranza di

un qualche incontro

fortuito che potesse farvele

avere con una mia lettera della stessa data, mentre vi credeva a Torino.

Sopprimo

la lettera, e principio questa, restando bens in

d'incontro, che sarebbe

il

primo

offertocisi in tutto

ugual aspettazione

questo tempo di deten-

zione.

Se avete avuto una mia di ieri, con altra di Mordini e Calvino, vi avrete
non ebbi delle vostre tre lettere se non quella del 29 7bre, conse-

letto che

gnatamisi la sera del 3 8bre.

i68

Siete gi informato della soppressione della lettera diretta a Tecchio il


30 Agosto, di cui avete copia A., con altra di una nostra protesta in ugual
data al Prefetto di Napoli. I<a stessa copia fu diretta il 17 ymbre a Poerio,
e sino al 23

Al

il

Non

non ne sapeva

Presid.

foglietto

parola.

narrazione di fatto, e della soppressione del Costituto.

faccio osservazioni che voi meglio e pi sapientemente di

sulla portata legale di quella condotta delle autorit, in

competenza

ma

me

farete

una quistione

di

noto, pel senso doloroso che ne risento, la portata della

mutilazione dei documenti alla pubblicit, cos lasciando sussistere


bio della flagranza che la esposizione di fatto distruggeva.

Non

il

dub-

vi dico poi

della negativa, sotto pretesto di aversi spedito originalmente al Ministero,

mentre poi in questi quaranta giorni di reclusione


cambiano e ricambiano titoli d'accusa, mettendo
in moto le inquisizioni fiscali a vedere di trovarne pur uno che possa reggere.
E per Dio mi dolgo della mistificazione patria, perch pi cittadino di
loro, risento dolore della tristezza di ogni italiano Si volle umiUare un atto
della copia del Costituto,

e isolamento nostro,

si

di abnegazione, quale fu quello che ci condusse in Sicilia


il

e se ne studia

modo purch possa servire ad vma forma di vessazione.


A me pare di somma importanza che quella nostra lettera del 30

mezzo

Tecchio,

il

rispedita

il

17

ag.

settembre a Poerio in copia, rimessa in corso

il

2 Sbre inviandola al Gen.

I,amarmora perch voglia

ignorata, n sia ignorata rispetto a

secondo luogo poi mi sembra urgente

lei la
il

inviarla,

non rimanga

soppressione che ha subita. In

richiamo del Costituto, 29 ag".

le di

cui espressioni confrontano colla nostra esposizione a Tecchio e dalle qual

invece divergono tutte

In quanto poi

al

le

pi strane e variate voci sparsesi a nostro carico.

merito dei nostri fatti in Sicilia state pur certo che non

dissimulandoci sino da principio, all'atto del partire da Torino, la delicatezza della posizione, nella quale per a dir vero
slealt di partito,

noi

fummo

senso che non fosse quello

Nostro scopo
tica nel

fu,

della

non

non comprendevamo

farli

la

propendere in alcun

attenuazione di condizioni pericolanti.

che di tm'incidente non ne uscisse una complicanza poli-

tempo che

mento, non

fermissimi a

ormai in corso non suscettibile di troncaanco l'oggetto che dall'incidente passeggiero non ne

l'incidente era

pei- escluso

restasse rancore per rappresaglie funeste su' luoghi percorsi.

Cercammo

la

temperanza nel presente per ragioni anco della mitezza del futuro. A questo
pensiero di concordia si inform la nostra condotta, le di cui testimonianze
scegliemmo principalmente nel colore politico non identico al nostro.
Questo cenno pongo qui per premunirvi contro ogni calunnia, non gi
come difensore, sebbene come cittadino e collega presso cui ci caro

solo

essere conosciuti interamente.


guire,

avremmo

non nuova

Se avessimo avuto

altro scopo

da perse-

nascosta la medaglia di deputati e vestita la camicia rossa,

alle nostre spalle.

Finisco per oggi col dirvi di nuovo la nostra riconoscenza alle vostre spontanee premiure verso noi.
Affezz.o

N. Fabrizj.

log

[Crispi a Raffaele

135.

Palermo].
Torino, 8 ottobre 1862.

Caro Giovannino,

Sono

alle

tue dei 28 settembre e 2 corrente.

quest'ora avrai letta l'amnistia e ne avrai valutati

Prima di finire il mese sar tolto lo stato d'assedio,


novembre sar riaperta la sessione legislativa. Queste

termini.
in

sono

le notizie di oggi,

talune delle quali date da

nistro. All'apertura della


liani

Camera bisogna che

un Mi-

tutti

sici-

deputati intervengano. B' quistione d'onore, oltrech

dovere.
Iva situazione politica

veruna concessione.

Il

non muta.

I^a

mezzogiorno, dicono, per conoscerne


che e

riferire all'augusto cugino.

pu andare.

ci si

siamo

I^a

forti in armi, e

Francia non far

Napoleone

principe

A Roma

per bisogna mettersi

tornare a guerra. Perci bisogna

tempo

nel

per ora non

il

ci

non

diplomazia non ce lo permette,

E' debito degli italiani ordinare lo Stato,

Dipender da

viaggia

condizioni poHti-

le

cuore in pace.

farsi forti e poi

e calma. ly'avremo

noi.

mia del 29 settembre ti consigliai venire sul ContiOr necessit che tu faccia questo viaggio. Il 16 cor-

Colla

nente.

rente

si

tratter innanzi la Corte di Assise di Torino-un pro-

cesso contro

dura

siete

il

Diritto, nel quale tu, Turrisi, I^aloggia e

chiamati come testimoni.

Il Diritto

Ver-

accusato di

aver fatto l'apologia del reato commesso da Garibaldi. Noi

intendiamo provare, che

Garibaldi

non commise

alcun

reato.
I^a salute di Garibaldi

stazionaria.

Domani

io e

mia

moglie andremo a visitarlo. Quindi ritorneremo in Torino.


Ti abbraccio di cuore

Tuo
F.

Crispi.

lyo

[Crisp al

136,

Duca

della

Verdura

Palermo].

Torino, 8 ottobre 1862.

Carissimo amico,

La vostra

del 29 settembre

mi

stata gratissima.

Voi de-

lineate nei giusti termini la situazione politica. Tuttavia

bisogna venire

al rimedio.

Bisogna far opera

di conciliazione

per ristabilire l'ordine nel paese. lya quistione nazionale


superiore a quella dei Ministri e per deve esserci a cuore.

vanno

I ministri se ne

con loro spariscono

le

colpe dai

me-

desimi commesse. I^a Nazione resta, e noi dobbiamo darci

opera perch

si

uomini onesti,

rassodi e divenga

potente.

Su questo

veri patrioti, si riuniscano e aiutino la

gli

mo-

narchia pel compimento dei voti nazionali. Dir anche dippi

Il

si

riuniscano e perdonino

le offese ricevute.

caso di Cappello doloroso. Potr esser riparato,


sia

I^a destituzioni si

sono fatte non per colpe in uf&cio,

il

antipatie personali. Il
stri.

ma

momento. Io pure sono impotente.

non credo che ne

mio nome non

Forse potrei nuocere.

Non

ma

per

simpatico ai mini-

altro che abbracciarvi.

Vostro af.o
F. Crisp.

[Crispi al deputato Friscia],

137.

Torino,

Mio

1862.

ottobre

carissimo Saverio,

Alla tua dei 28 caduto giuntami per mezzo privato.


Il

Parlamento sar convocato verso

la

met

di

novembre.

Rattazzi spera in quel tempo poter comunicare

buona

notizia da parte del potente alleato.

qualche

171

Malgrado
ministero

elementi dei quali la Camera composta,

gli

non

Provincie meridionali se mai


favorevoli. Se

il

se ne fida abbastanza. Bgli fa esaminare nelle

prefetti e

le elezioni

potessero essergli

suoi amici gHene daranno sicurt,

nessun dubbio sullo scioglimento della Camera,


Quello che io chiedo a voi tutti di cotesta, di trovarvi
in Torino alla riapertura della sessione. Ci di tutta necessit.

Al nostro partito poche cose restano a

I casi di agosto,
lia.

compromisero l'unit

Fortunatamente

la crisi nel suo

dire.

e la libert d'Ita-

termine e nulla avvenne

che possa farci temere dell'avvenire del nostro paese.


borbonici,

municipaH, e quanti volevano

al trattato di

costanze.

l'unit Nazionale fu scossa,

uscita integra. I^e violenze,


del partito

per noi.

moderato sono

Dopo

l'Italia ritornata

ViUafranca, non seppero profittare delle

mio avviso

quest'altra prova

il

cir-

ma

ne

incostituzionalit

gli arbitri, le

stati

gli errori delle

un elemento

lyuogotenenze,

di
ci

dispotismo provvisorio.

nuova forza

voleva ancor

Non

possono

tirarne che disordine e odio.


II

nostro compito d'incoraggiare

nostri

ad aver fede

nella stella d'Italia, tenendosi forti al plebiscito.

promettiamo

una magnifica posizione con

I^a reazione

aux abois

il

non pu

Non com-

imprudenze.

reggersi e deve lasciare

terreno a noi, uomini della libert e della legge.

Queste mie idee credo bastino a


nimento. Abbiamo fatto tanti
della pazienza.

Evitiamo

farti capire

sacrifizii

le occasioni,

che

il

mio propo-

facciamo quello

ministeriali de-

sidererebbero cogUere contro di noi. CancelHamoci pel

mo-

mento, e lasciamoli soH, Stiamo a guardarli, registrando


solo le opere loro.

Ti abbraccio.

Tuo af.o amico


V. Crispi.

lyC violenze, gli arbitri, le incostituzionalit fxirono

davvero dispensate

con grande larghezza. Stato di assedio, arresti arbitrari, vessazioni

alla

172

libera stampa, interdizione delle associaizioni popolari

contento contro
dichiarava di

il

governo.

Un

considerare e trattare

entro cinque giorni non

propagarono

il

mal-

decreto del Generale Cialdini del 31 agosto

come

briganti

Garibaldini

quali

ad un'autorit militare. Un'ordinanza del 1 ottobre del Colonnello Eberhardt, comandante le truppe
Chi
nella provincia di Girgenti, conteneva un articolo 7 cos concepito
sar colto indebitamente portatore, o semplicemente detentore di armi,
sar fucilato . Altrettanto ordinavano il Generale Brignnne a Palermo e
il Generale Ricotti a Catania. Presso Barcellona, a Fantina, la Colonna
Trasselli che non aveva potuto seguire Garibaldi in Calabria, circondata dalle
truppe regolari, depose le armi senza resi^^tenza. Il maggiore delle truppe
ordin che i disertori uscissero dalle fila ne uscirono dieci giovani, nulla
sospettando due di essi non potevano esser considerati come disertori
perch erano congedati. Furono circondati uno fugg, due si precipitarono
si

fossero costituiti

dalle vicine rocce, uccidendosi

gli

altri

furono fucilati senza ombra di

giudizio.

[Bertani a Crispi

138.

Torino].

Miasino, i3Jsb.l62.

Caro Ciccio,
Per
bilire.

l'affare del Diritto

uomini

Cairol e vi siano
la corsa

ti

dir

di cifra.

di giorni a sta-

come convenga

vi sia

Combinati con Angelo per

a Belgirate o soltanto ad Arona dal 20

Io avviser

Tu

non hawi urgenza

D'altronde Bargoni

gli altri di tenersi pronti. I^a

23 inclusivi.

al

corsa

ti

far bene.

rimarrai dove vorrai, con me, con Cairoli o sul battello

o nel lago come pi

tu vegga
pensi.

il

dove

hawi

gna vedere

piacer. Ci che pi urgente

Generale. Egli aggravato.

lya palla

infuori dei

ti

due

dentro e rovina.

tu

sai

Non hawi

si

come

che
io la^

altro partito

o trarnela dal disotto del malleolo esterno

indizio di

rammolhmento

o amputare. Biso-

ci che convenga.

Fra tanti consulti con uomini

di vaglia
dopo le contemia chiamata o no presso il ferito senza che
una parola mi venisse mai di l dopo il telegramma Gua-

stazioni sulla

173

che contestasse

stalla

dopo tante mostre


i

impudenti assertive ministeriali

le

di suscettivit professionali

conoscendo

con convizioni quasi irremovi dopo


Gherini n chiamato,

colleghi in parte amici

bili circa il

da

farsi

la visita del

n inviato d'autorit, io non vedo conveniente e per lo meno


vedo meno utile e di troppa responsabilit per me l'andar
l senza esservi invitato da una parola del Generale o dai
colleghi in suo nome, o con suo nome. B' triste imbarazrazzo

il

mio,

ma

dovendo

far accettare

un

partito severo,

bisogna mettersi in condizioni da non imporlo.

Tu
per

il

puoi giovarti di queste mie osservazioni e

suo contegno e colla tua prudenza

Di ritorno

dal Varignano scrivimi e

riflessioni

non mancare po^

all'appuntamento per Belgirate.

Tuo
Agostino,

[Garibaldi a Crispi, ect

139.

Torino].

Varignano, 21

I Signori Francesco Crispi, Giacinto

sono da

me

Bruzzesi, e

ott.

62.

Acerbi

pregati di volersi incaricare dell'esame dell'am-

ministrazione tenutasi nella Legione


coi fondi che

rimarranno

Romana

(i)

e supplire

ai debiti contratti pei bisogni di

quel Corpo.

G. Garibaldi.

(i)

Cosi Garibaldi aveva battezzata la

raccolta per liberare

Roma.

massa dei volontarii che aveva

74

[Crispi a Gaetano Sangiorgi

140.

Palermo].

Toriuo, 23 ottobre 1862.

Caro Gaetano,

Ho

la

tua del

Tu mi

15.

consigli a visitar la Sicilia per

coadiuvar l'opera di conciliazione.

Fu

cotesto

siero l'indomani della catastrofe garibaldina.

il

mio pen-

Questo stu-

pido ministero per, per diffidenze impossibili a

credere,

me

arresto,

Era stato

ne imped.

appena avrei

dato ordine

mio

del

Sempre cos
non potendo acquistarmi, mi calunniano e mi tormentano. Senza la mia fede nel trionfo della libert, senza la
mia costanza e la mia abnegazione, io non so cosa sarei
divenuto. Ci sono momenti in cui il corpo stanco, l'animo
lasciato Torino.

I miei avver-

sari,

addolorato,

chiedono pace. Vorreste che non l'accettino

anche dal nemico coloro che non hanno una fibra atta a
resistere ai continui colpi ?

Hai
ad un

desiderio ch'io venga in

Camera non tarder ad

tardi, giacche la
tres

il

Palermo e m'inviti con calore

viaggio, che tu credi riuscirebbe utile. Oggi ormai

successo ne sarebbe incerto dopo

dal Ministero.

cumulo

Il

risultato, per rappacificare

vincitori

del

Bisogna che

giorno smettano
il

paese

la fede nel

si

le

al-

rovine prodotte

d'odii cresciuto, e per ottenere

un buon

tomi

Oggi

aprirsi.

il

paese, bisogna che

da una stupida

rassicuri sul suo avvenire, e

regime costituzionale.

ci,

reazione.

che

ri-

prima condi-

zione la cessazione dello stato d'assedio e la restaurazione


dell'impero della legge. Questa condizione,

ad

ottenersi,

dipende da Torino, e forse dal Parlamento.

Ho

scritto e scriver

ci abbia giovato

sogna che

un

sempre

poco.

consigli di pace. Credo, che

Non mi

la Sicilia cessi di essere

stancher di

farlo. Bi-

arena di private vendette.

m
l/Si

denunzia ed

e l'interesse

pugnale dovrebbero sparire ad una volta

il

di patria divenire

cittadino. Se gli

uomini

guida a tutte

opere del

le

intelligenti lo vogliono, le molti-

ma

tudini seguiranno. Il popolo minuto in Sicilia rozzo,

buono

di istinti

E qui

fo punto.

il

galatuomo

Ho

il

suo tristo duce.

scritto troppo, e forse oltre

il

bisogno.

te individualmente dir, che ti conservo l'antico affetto

anche se in poHtica non fossimo sempre d'accordo.


T'abbraccio.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

[Crispi al marchese Costantino

141.

Palermo],

Torino, 23 ottobre 1862.

Caro Pappino,

Sono

alle

tue dei io e 17 volgente

Potr forse non conoscere

lo spirito

pubblico in SiciHa,

quanto voi che vi abitate. Tuttavia non credo esser molto


lontano dal vero.

tormentata dal mal governo,

lya Sicilia stanca,

dente, incerta
priet,

ne

alle

dell'avvenire.

persone

Non

ci

sicurezza

diffi-

alle

pro-

quindi irritazione generale. Orbene,

domando bisogna predicar pace o provocare un movimento ? Io sono per la pace, n cesser di consigliarla, qua-

io

lunque cosa dicano coloro che fanno


paci ad ogni
Il

Governo

e ne pagher

modi

censori e sono inca-

buona opera.
di

Torino ha molti peccati verso

il fio.

Ma

siccome

si

la

Sicilia,

pu ben combatterlo

nei

legaH, e vincere senza pericolo, vai meglio appigUarsi

a questi.

176

Io conosco, meglio di prima,


in qua ogni sorta di giudizii
calunnia, n lode, che

si

miei conterranei. Dal 1860

sono pronunziati su me.

Non ci

non mi abbian diretto. Sono rimasto


il mio cammino, e non allonta-

imperturbabile, seguendo

Non

nandomi d'una

linea dallo stesso.

blici uffici.

mia sola ambizione


al compimento dei

Iva

de' miei giorni

ciano tutti lo stesso

voglio croci, n pub-

di dedicare

il

destini nazionali.

resto

Fac-

Addio, caro Peppino. Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.o

F. Crispi.

{Crispi a Raffaele

142.

Palermo].

Torino, 23 ottobre 1862.

Caro Giovannino,

Sono

alle

tue dei 16 e 18 volgente.

Su Garibaldi
di

De

troverai qui acchiusa la

mia

lettera e quella

Boni. Bertani convinto dell'esistenza del proiettile,

e opina sempre per l'amputazione del piede.

Mi

chiedi

buon governo. Far ogni opera perch

dato. Intanto facciamo

il

possibile per

mantenere

ci

sia

l'attuale

regno e la sua costituzione.


I^e

Camere

si

apriranno verso

sta notizia fu data a

me

la

met

di

Novembre, Que-

e agli altri commissarii del Bilancio

dal Ministero delle Finanze.


M'inviti a visitar la Sicilia.

dopo

il

Era cotesto

disastro di Aspromonte.

Ne

fui

il

mio pensiero

impedito

dall'atti-

tudine ostile del Ministero. Era stoltezza venire per farmi


imprigionare. Oggi tardi.

supphre con esatte relazioni

Potreste per tu e
sul paese.

gli

amici

177

I^a

tua lettera a

me

testa. Potrai averla al

Sono

tanti

sui casi del 27 gennaio 1850 in co-

mio ritorno in

giudizi dati su di

me

Patria.

in Sicilia dal 1860 in poi

che non mi fanno pi alcuna impressione. Io non sono, n


sar mai,

ministeriale.

Questo per non

giustifica

ch'io

debba essere rivoluzionario ad ogni costo ed anche contro


ragione. Coi Borboni la rivoluzione era una necessit, perera altro mezzo per liberarsene. Oggi perch

ch non

ci

rischiare

con mezzi violenti quello che abbiamo acquistato,

mentre

la legge ci

d i mezzi per progredire

Coloro che parlano di rivoluzione, bene avvertirU che


farebbero

meglio occuparsi a mandare buoni deputati in

Torino, e a scegliere migliori consigUeri municipali e provinciali.

Niente altro per oggi che abbracciarti.

Tuo
F.

[Crispi a

143.

aff.o

amico

Crispi.

Mordimi.
Londra,

novembre 1862.

Caro Antonio,
Io non so se giunger a

tempo per concertarci prima

l'apertura del Parlamento.

qualunque epoca
alla discussione

del-

Posso per assicurarti che, a

io giunga, sar

pronto a prender parte

che s'impegner sui casi di agosto e sulla

quistione internazionale. Quindi vi serva ci di regola.

Credo che

il

governo, a prender tempo, intender riman-

meno remota cotesta discussione, comunicando documenti, o proponendo qualche dilatoria.


dare a un'epoca pi o

Ad

evitare ci e a fare che la lotta

sia

tosto impegnata.

lyS

sarei d'avviso, che tu, Fabrizj e Calvino chiediate

tamente che
Voi non

la

Camera

si

immedia-

occupi del vostro caso speciale

potete sedere in mezzo ai vostri colleghi sotto

d'un insulto. Tra voi da una parte e


bisogna che
prigione,

si

sappia chi sia

ma non

stia nei termini e

il

il

il

(i).

peso

ministro dall'altra,

colpevole. Voi siete usciti di

avete accettato, n accetterete l'amni-

secondo

le

forme prescritte dallo

art,

8 io

del Cod. di proc. penale. Voi dovete anzi rifiutare ogni grazia e chiedere che a voi

venga fatto

il

processo.

Ma

dovete

altres chiedere, nell'interesse della dignit della rappresen-

tanza nazionale, insultata nelle vostre persone, che

si

pro-

ceda contro coloro che manomisero la guarentigia parla-

mentare sancita

nell'articolo

Mettetevi d'accordo su di

45 dello Statuto.

ci.

Io non mancher di concor-

rere al sostegno dei vostri diritti.

Addio, carissimo Antonio.

Tuo

di cuore

F. Crispi.

Nella seduta della Camera del 27 novembre

(i)

deputati Mordini,

Fabrizj e Calvino pronimziarono nobili discorsi di protesta per la violenza


patita.

{Crispi a Raffaele

144

Palermo].

"
Torino, 3 dicembre 1862.

Caro Giovannino,
tua dei 27 ottobre mi giungeva quando io ero in I^on-

1,3.

dra.

Appena

baldi,
Il

il

qui di ritorno,

mandai l'acchiusami a Gari-

quale spero, a quest'ora,

ti

avr risposto.

Ministero caduto dopo 11 giorni di discussione sulla

poUtica generale e prima che fosse stato emesso un voto

m
dalla Camera. Delle questioni,

meno

malgrado

il

lungo discorrere,

quella sull'arresto dei deputati, nissun'altra venne

completamente dibattuta.
dell'atto

di

accusa,

dalla Sinistra,

Avevo

cendo un ritratto

Io doveva parlare a sostegno

ch'ero stato incaricato a


in

delle

animo

una

di fare

sventure sicule.

annunziato che aveva date

le

Il

presentare

requisitoria, fa-

Ministero avendo

sue dimissioni,

nostri amici,

mio avviso, decisero che non bisognava presentar


pi l'atto di accusa. Quindi non fu possibile dare alla pocontro

il

vera Siciha la soddisfazione d'un reclamo per

Oggi progetto
zione di

Re, da

lei.

di Rattazzi rendere impossibile la

un ministero parlamentare. E' suo

lui consigliato, agisce in tali intenti,

forma-

desiderio, e

il

che fosse for-

mato un ministero amministrativo. Ove questo ministero


si formasse, si farebbero votare a questa Camera le leggi
d'imposte e qualche legge d'ordine interno e poi la manderebbero

al diavolo.

Rattazzi tornerebbe quindi sulla scena

nuove elezioni, dalle quali egU


avrebbe una Camera pi ligia ai suoi voleri.
politica, farebbe le

Fu chiamato
tal ministero.

tino,
solini.

Torrearsa, e

neg

alla

nissuno di loro riusc. Oggi

una volta

si

lusinga

composizione d'un

Quindi fu chiamato Cassinis, e poscia

Che ne verr

Usciti

si

si

S.

Mar-

parla del conte Pa-

dalla costituzione, difficile rientrarvi.

Ti abbraccio di cuore

Tuo

aff.o

F. Crispi.

i8o

1863-1865.

Propaganda

patriottica

La

meeting in Parma per


al

Re

e difeso

da Crispi

dente Vegezzi-Crispi

Sicilia detesta

la

Mario,

Il

Polonia

il

Governo

Alberto

Mazzini

una spedizione in Oriente


apocrifa

Aurelio Saffi

Aspromonte

Monarchia

sidio a Nicola Fabrizj

I Garibaldi

e la

?-

affidata

Inci-

Dimissioni

L'attentato

Crispi dissuade Garibaldi da

Bertani, I<'Opinione e la lettera mazziniana

a Crispi da Garibaldi

Polemica tra Crispi, Mazzini

pubblica

e la Sinistra

Lorenzo Valerio e un appello alla concordia

dei debiti di
Sicilia

processato per offesa

La Nuova Europa

e Stansfeld

un

Crispi presiede

malcontento e la guerra pel Veneto

di Garibaldi e di altri deputati della Sinistra


di Pasquale Greco,

Mario

e i

Crispi espone

La

liquidazione

Cassinis per la

mazziniani per l'opuscolo


il

Re-

suo intimo pensiero sul dis-

Adesioni a Crispi di Bertani e di Enrico Cialdini

pensione dei Mille

Un

meeting a Milano presieduto

da Crispi.

[Crispi a Fabrizj

145.

Modena],
Palermo, 22 gennaio 1863.

Caro Nicola,

Sono

Ho

alle

tue pregiatissime.

predicato e predico a voler essere prudenti e non u-

scire dalla legge.


patiti, l'ho

Ogni mezzo violento per riparare

combattuto e non lascer

bisogna confondere

n per far guerra


sto.

gli errori dei ministri col

agli

ai torti

di combatterlo.

Non

regime attuale,

uni conviene mettere in pericolo que-

Molto meno dovremmo render risponsabili

gli

uomini

i8i

che attualmente sono

al

potere

decessori. Iva libert che ci

farci progredire e a rimediare


bili

da ogni rivoluzione.

quantunque l'azione ne

delle colpe

danno

feconda d'ogni bene,

I^a libert
;

solo ci metterebbe in condizioni


ci

un moto incomposto non


da perdere

la

ma

libert,

tornerebbe pi indietro del 1815.

Ho

raccolto

pi distinti cittadini, provocndo la for-

mazione d'una societ che avesse per iscopo


diritti del

la tutela dei

popolo. ly'ho fatto per riunire quanti buoni ele-

menti sono nel paese, affinch fossero, innanzi


di

basta a

danni che sono insepara-

lenta

dei loro pre-

le leggi attuali

guarentigia contro l'arbitrio, e innanzi

freno allo irrompere delle masse. Difendendo


cittadini la

nuova societ impedir

vendette e avvezzer

il

le

le

masse,

governo

il
i

di

diritti dei

private e pubbliche

paese al rispetto delle leggi. Gi

gli

prima riunione andranno

statuti furono approvati, e alla

a nominarsi gH ufficiaU che rappresenteranno la nuova societ. Io

me

ne prometto tutto

il

bene.

ly'amministrazione Rattazzi ha cagionato danni gra-

Immensi sono gU

vissimi a questa terra infelice.

mulati contro

uomini del settentrione, ed anche contro

gli

quelle provincie.

odii accu-

calmare

sono messo a difendere

il

gli

animi, pi d'una volta

Piemonte,

il

mi

quale mal vuole as-

sociarsi alla consorteria alessandrina e alle sue

male opere.

Ci baster per farti comprendere quanta volont di conciliazione io abbia

messo e metta per prevenire nuove

gure e per rappacificare


ci

l'Isola.

scia-

Fa' tu lo stesso a Torino, poi

adopreremo perch fosse fatta

giustizia

agh

offesi.

Ove

l'o-

pera nostra riescisse vana per malvolere dei ministri, ritor-

neremo a combatter
decessri

questi, siccome

combattemmo

pre-

Tuo

di cuore

F. Crispi.

l82

[Crispi a Garibaldi

146.

Caprera].

Torino, 3 febbraio 1863.

Mio

Generale!

Giunto da Palermo, dove

poco

stetti

men

che un mese,

credo mio dovere dirvi qualche cosa della povera isola che
voi chiamaste a libert e che

vostri successori ricaccia-

rono in una servit peggiore di prima.

di

Dal nuovo regime quella popolazione nulla ha ottenuto


che potesse esser lieta. Nissuna giustizia, nissuna sicu-

rezza personale, l'ipocrisia della libert sotto


il

quale non ha d'itaHano che appena

carceri e le

nome.

Ho

ho trovate piene zeppe d'individui

moti\o per

rano

il

loro

trattamento

la

il

notte, sudici,

il

visitate le

quali igno-

quale sono prigionieri. Che dirvi del

Dormono

pavimento, senza lume

sul

pessimamente, privi d'ogni con-

nutriti

forto morale, senza

un governo,

una voce che

li

consigli e

educhi onde

li

fosser rilevati dalla colpa.


I^a
al

popolazione in massa detesta

paragone trova pi

il

governo

tristo del Borbonico.

che non siamo travolti in quell'odio noi, che

prima del mutato regime

Essa

d'Italia,

che

Grande fortuna

fummo

causa

ritien voi martire, noi tutti

vittime della tirannide la quale viene da Torino e quindi


fa grazia della involontaria colpa. Se

rona non mutano regime, la

Sicilia

ci

consigUeri della Co-

andr incontro ad una

catastrofe. K' difficile misurarne le conseguenze,

ma

esse

potrebbero essere fatali alla patria nostra. I^'opera nostra

dovrebbe mirare ad evitare cotesta catastrofe, affinch non


si sfasci il

mano

il

nucleo delle provincie unite che al presente for-

regno di

mezzi ch'esso

Con le forze di questo regno e coi


potremmo compiere la redenzione
occupar Roma. Sciolto cotesto nucleo,
Italia.

ci offre,

della penisola e

noi

rimandata ad un lontano avvenire

la costituzione d'Italia.

i83

Della vostra salute, alla

buone

notizie,

vi salutano

Abbiatevi

temi

il

come
i

quale tutti c'interessiamo, ho

che spero sempre migliori. Di Palermo tutti


vi

amano.

complimenti

di

mia moglie

e voi continua-

vostro affetto e credetemi


Vostro ora e sempre
F.

[//

147.

Comitato per la Polonia a Crispi

Crispi.

Torino].

Parma, 23 febbraio 1863.

Onorevole Deputato Crispi,


I sottoscritti vi pregano di voler assumere la Presidenza

dell'Assemblea popolare da convocarsi in

Parma

scopo

allo

di far qui pure atto di simpatia e di solidarit alla

della Polonia. Il popolo

Parmense ha

il

causa

dovere di unire la

propria voce a quelle che gi sorsero da altre generose citt


italiane a favore della eroica

uropa con
di

fiotti di

sangue

si

Nazione che nel nord dell'Eribattezza a libert.

B la

voce

questo popolo, suoner, speriamo, potente di convin-

zione e in

modo degno

di chi sa

comprendere

l'alta

signi-

ficazione dell'atto che sar chiamato a compiere sotto gli

auspici vostri.
sottoscritti che fissiate Voi, egregio

De-

giorno della convocazione perch abbiano

ad

Attenderanno
putato,

il

indicarlo ai loro concittadini.

Conte Cesare Negrisou


Petit-Bon Giovanni Consigi,i Dr. Ciriaco
Dr.
Manfredo Guerreschi Dr. Celestino
Aw. Antonio Oliva Riva Dr. Salvatore

Tambbi.i.1 Dr. Giulio

Faei,i,i

(seguono altre 28 firme).

i84

[Crispi al Comitato di Parma].

148.

Torino, 27 febbraio 1863.

Signori,

E' molto lusinghiero per l'animo mio l'invito che mi fate

andare a presiedere in Parma

di

che intendete

la riunione

tenervi per esprimervi la vostra simpatia a favore della Po-

Accetto di gran cuore l'onorevole incarico

lonia.

condizione io vi richiedo ed che

mente
Se

il

una

sola

meeting stia politica-

nei limiti di quello di recente raccoltosi in Milano.

lo credete

potremo

fissare la riunione per 1*8

marzo.

Vostro af. concittadino


F. Crispi.

{Crispi al medesimo].

149.

Torino, 5 marzo 1S63.

Amici,

Quando

ricevetti

il

vostro grazioso invito a presiedere

meeting che intendete tenere in

Parma

il

all'interesse della

Polonia, corsi col pensiero alla causa che pot far cadere su

me

la vostra scelta.

Kra a mia

voi chi saprebbe meglio di

me

notizia che avete in

mezzo a

dirigere un'assemblea. Quindi

dovetti ritenere, che ci faceste per dare alla riunione


significato che merita d'essere

Io personalmente non credo avere sufiicienti


onore.

Ma

al

mio nome

si

riannodano

tanza che non possono andare

minandomi

obliati.

fatti

titoli

a tanto

di tale

impor-

Avete dunque, no-

alla presidenza del vostro meeting, voluto

rare cotesti fatti, avete voluto

Polonia da quella

dell'Italia.

un

grandemente apprezzato.

non dividere

la

ono-

causa della

i85

Essendo

io

nato in

avrete facilmente ricordato

Sicilia,

che dall'Isola mia nel 1848 e nel 1860 part la grande

ini-

ziativa popolare dalla quale surto questo regno di 22 milioni di cittadini,

che prova agli stranieri la politica esistenza

Uno

della nazione italiana.

Garibaldi, a firmare

il

dei Mille, io fui

programma

di

il

primo, dopo

Marsala e non sar

l'ultimo a difenderlo. Nel Parlamento, e fuori ho chiesto

coloro che

hanno

il

ho reclamato contro
coteste libert, ho per continuato

pieno esercizio di tutte

le libert e se

offeso

a dar l'esempio di un severo rispetto alla legge.


Nelle nostre istituzioni esiste

germe

il

del

progresso

e tocca a noi di svolgerlo e farlo fruttare. E' in conseguenza

nostro dovere di tenerci stretti alle medesime e di

non

ri-

correre a mezzi violenti per migliorare le condizioni politiche della patria nostra. I destini d'Italia

compiuti

nostri padri e noi

rivoluzioni perch ormai

vamento. Sia dunque

il

non

non sono ancor

siamo passati traverso troppe


si

desideri impedirne

meeting di

Parma un

il

rinno-

attestato della

nostra fede illimitata nella libert, del nostro culto alla


legge.

Vi stringo fraternamente

la

mano.
F. Crispi.

Il

meeting fu tenuto

il

15

[Alberto

150.

marzo

e riusc ordinatissimo.

Mario a Grippi

Torino].

Firenze,

21 aprile 63.

Villa Grossi fuori porta

Romana.

Caro Amico,
Il

27 d'aprile devo presentarmi davanti

ai

giurati per

offesa al Re.
I/'offesa

sarebbe racchiusa nelle seguenti parole della mia

rinuncia alla rappresentanza parlamentare:

i86

Non

Roma

mi ripugna invincibilmente

accetto perch

fede a chi vers

di giurar

sangue di Garibaldi sulla via sacra di

il

Vuoi venire a difendermi

Ci sar anche Carcassi.

Puoi venire senza grave tuo disturbo


pregher di parlarne

Veramente

ma

tardi,

non abbisogna

al

Se non puoi,

Deputato Mancini e

al

ti

Brofferio.

per te e per gU altri materia che

di studj.

Bada per che

sono povero e non posso retribuire

io

miei difensori che di gratitudine la quale sar molto sincera


e duratura.
I miei rispettosi saluti alla

una

stretta di

mano da

tua consorte e tu aggradisci

Jessie e dal tuo

Alberto Mario.
151.

[7/

medesimo a Crispi

Torino],
Firenze,

24 aprile 63.

Caro amico,
In questo punto ricevo la tua e

nima

della

ti scrissi il

ti

ringrazio con tutta l'a-

prova singolare d'amicizia che vuoi darmi. Come


dibattimento avr luogo

Sin da domani

il

sar persona ad aspettarti alla stazione.

ci

Io abito una villetta fuori di porta


lettera ti giunge in
sorte, Jessie

ed

tempo

io vi

e tu voglia

Romana. Se questa
condur teco

preghiamo entrambi

la

con-

di essere nostri

Abbiamo due stanze libere. Vi invitiamo con coraggio,

ospiti.

perch

il

sito

una meraviglia.

In ogni caso verrai tu, non vero


Aggradisci di nuovo

meno

mattino del 27.

miei

ringraziamenti e quelli

non

cordiah di Jessie.

Tuo
AivBERTo Mario.
II

processo

si

svolse

il

27 aprile dinanzi alla Corte di Assise di Firenze.

Alberto Mario, eletto deputato di Modica, aveva diretto al Presidente della

187

Camera
rano
a

una

e ai suoi elettori

seguenti periodi

Non

accetto

lettera di rinuncia al

mandato, nella quale

Perch, repubblicano, non devo rinunziare

alla volont della

nazione che sollev sugli scudi la Casa di Savoja

e,

in giorni

turbati da profondi disinganni, cercai di compiere

il

debito

bera guerra di popolo condotta da Garibaldi

ma

mia

alla fede di tutta la

un Parlamento monarchico. M'inchinai

vita sedendo in

e-

non ancora
mio in ima lisubito di poi mi trassi

in disparte;

perch mi ripugna invincibilmente di giurar fede a chi vers


gue di Garibaldi

e l'eroe cadeva col

di Savoja sulla bandiera

nome

del

Re

il

san-

sul labbro e colla croce

perch dovrei giurar fede a uno Statuto dianzi impunemente fatto


a brani e di cui appena rimane intatto
perch Parlamento quale dev'essere e sar sinch rappresenta
una frazione
cittadinanza italiana;
perch, in ima parola, non credo
dalla monarchia.
il

frontispizio.

il

della

fattibile l'Italia

1,'Italia sar fatta dalla libert,

che significa rivoluzione, che significa forza.

Nella sua difesa Crispi neg che vi fosse stato nel Mario l'animo di offendere, e nelle di

stampa per

Ixii

parole

un

pericolo sociale

ricord altri processi di

veramente gravi a Sovrani, chiusi con l'assoluzione degl'imputati ricord ai giurati di Firenze i tempi della servit politica, i
sacrifici compiuti per emanciparsi da una tirarmide corruttrice, terminando
con queste parole Un verdetto di colpabilit in im processo clie concerne
la libert della stampa sarebbe oggi in antitesi col pensiero che allora vi
guid nel sollevarvi in nome della libert .
offese

I giurati assolsero.

152.

[Il

medesimo a Crispi

Torino].

Firenze, 3 luglio 63.

Caro amico,
Col mezzo del procuratore del

Re di
Non

curatore ricever la mia querela.

Firenze cotesto protrascrissi la

che mi mandasti perch non posso firmarla quale


per

es.,

gl'interessi e le

minuta
Per me,

tendenze della monarchia sono in

antitesi perfetta con quelli del popolo e sono

profondamente

convinto che per far l'ItaHa bisogna disfare la monarchia,


la quale

non

si

disfa

con l'insurrezione e con

la

guerra nel

i88

Veneto,

ma

conquistando all'interno voto e

con l'agitazione

legale, sin

che vale, poi

prima

fucile

coll'illegale.

Ci posto incaricai l'avvocato Carrara di stendere una


querela contro l'Opinione etc. perch essa

samente dei

che secondo

fatti

mi appone

fal-

sono consi-

le leggi vigenti

derati crimini e passibiH di pene.

dibattimento del mio processo da lungo tempo com-

Il

posto,

ma non

c' danari per

fossi letteralmente

comperare

la carta.

povero l'avrei comprata

Se

io

in ogni

non

modo

sta sicuro che sar pubblicato.

Tu e i tuoi

amici dovreste cercare di aiutare la

ropa nell'interesse vostro. Sin che voi


posti

non andrete mai

Per diventare possibiU

al potere.

bisogna che abbiate chi vi combatte in


pi avanzati. Nel fondo voi

altri,

Nuova Europa

nome

di principj

l'Unit Italiana,

Mazzini siete entro la cerchia Monarchica.


noi della

Nuova Euavam-

altri sarete agli

Non

ci

il

Diritto,

siamo che

al di fuori. Aiutateci affinch pos-

siamo combattervi vigorosamente. Noi vi chiediamo aiuto


pel trionfo delle nostre idee

ma

beneficio prossimo sar

il

tutto vostro. Se avete senso profondo di politica mandate

N. Europa qualche migUaio

alla

dire che siete ancora all'abbici.

Quindi conto che

la

N. Europa

Salutami rispettosamente
il

di

Ma

la

franchi,

se

no vorr

avete troppo ingegno

vi avr ausiliarj.

tua consorte e

ama sempre

tuo
Al,BERTO.

153*

[P- ^- Vegezzi a Crispi

Torino].
Torino, i8 genn. 1864.

Pregiatissimo Collega,

Voi mi avete rimbrottato vivamente per una parola a


cui

veramente

io

non posi mente

nel disputare.

i89

Dopo che
mi diedero

il

mi avete

voi

lasciato, gli altri miei colleghi

resto dei rimproveri in

dicendomi che

io

modo

doveva assolutamente

pi vivo ancora,

farvi le scuse

mie

che non avevo badato all'espressione che io usava, e doveva


ripeterne la protesta.

Compio questo, che mi

si

dice do-

ver mio, e vi protesto altamente e schiettamente che non

ho posto attenzione nel calore della parlata

alla

sconve-

nienza di una espressione che Dio sa se io usava

badando

al

luogo in cui furono nati

sari.

miei Colleghi che avevo avver-

Ditemi come debba fare per cancellare

offesa

io

la involontaria

mi professo pronto, ma non punitemi troppo seve-

ramente o credendo che


voi, o per

vostri

io

mancassi in avere

compagni

cui

fra

professo ormai vecchia amicanza

conto

di

stima per

Mancini

oweramente

cui

respingen-

domi dal novero di coloro che desiderano l'amicizia vostra.


Imponetemi il castigo anche all'errore involontario, ma non
vogliate dire io non -perdono , non vogliate dirlo.
Spero che ripensando vorrete essere meno severo, e

la-

mi consoli coll'idea che mi direte che avete


dimenticato una sventura mia.
Debbo dirlo o in foglio od a parole una vostra risposta
mi tranquilH.

sciate che io

Vostro Collega
F. S. Vegez/j.
Il

deputato Francesco Saverio Vegezzi era stato ministro delle finanze

nell'ultimo ministero presieduto

da Cavour.

[Crispi a Veggezzi

154.

Mio

Torino].

caro Collega,

I^a V. lettera

mi consola ed

io accetto la v. spiegazione

siccome m. debito, e ritengo come non avvenuto


stoso incidente.

il

disgu-

Igo

Ho
roso

avuto per voi ogni affetto e mi sarebbe stato dolo-

non continuar velo.

il

Credetemi dunque, ora come prima.


Vostro
F.

[Crispi a Raffaele

155.

Crispi.

Palermo].

Torino, 26 del 1864.

Mio
Sono

Tu

alle

caro Giovannino,

tue dei 14 e 22 volgente.

hai completamente ragione. I^'Italia

salvata dagli

non pu

essere

uomini che la governano e col sistema di am-

ministrazione nel

quale fatalmente

persistono. Io

ti

ag-

ad una catastrofe, spintavi dai suoi

giungo che

l'Italia corre

reggitori e

da coloro che essendosi messi

alla testa delle ul-

time rivoluzioni dovrebbero pi che ogni altro tener cara


l'esistenza dei 22 milioni di cittadini in

un potente nucleo

nazionale.

Dopo giugno 1862

non sono stato

io

in relazioni politi-

che con Garibaldi. Io quindi non so quello ch'ei voglia e dove


miri. Il suo ultimo proclama, stato qui sequestrato, spirava

un grande sentimento

tutti gli Italiani. I^a parola democrazia, che sola


scitar sospetti,

tutti

liberali a

non

vi era

formare

il

neanco pronunziata
fascio

pret, o finse d'interpretar male


riale

di

Peruzzi ed

il

chiamava

di concordia, alla quale ei

romano.
il

Il

poteva su;

invitava

governo inter-

proclama, e la ministe-

sequestro ne fanno testimonianza.

Corrono voci vaghe, esagerate dagli organi del potere mi-

mal determinate. Nel fondo credo che nulla c' di


ma gU animi sono talmente esaltati che basterebbe
poca esca ad accendere un grande incendio.

nato, o

positivo,

191

Quantunque

giovani

molti

appaiano

veneti

per virt di popolo o di esercito. I^a guerra contro

sia essa

ha bisogno non

l'Austria che tosto, o tardi deve farsi,

mente

di battaglioni ordinati,

della nazione. Questi

Non

indomiti

mi spaventa,

e vogliano muoversi, l'azione a questi tempi

due

fattori

ma

non

puossi far guerra se

unanime

del concorso

non possono

disgiungersi.

pacificato

mezzogiorno

il

Se scoppiato un moto nel Veneto,

della penisola.

sola-

nostre

le

truppe forzate ad accorrere dovran lasciare Napoli e


cilia,

stando

in coteste provincie,

tremo veder ripetere


sempio

ci di che

come

cose

le

Si-

sono, po-

Milanesi diedero fatale e-

allo sfasciarsi dell'impero napoleonico.

tale del regno italico si grid allora

viva

l'

Nella capi-

Austria

Na-

Palermo, stanche e malcontente, potremmo sentir

poli e

un grido anche pi infausto.


]> ultime votazioni mi confermano

profferir

I^a

gran maggioranza degH elettori

parte

da per tutto, meno un

ballottaggio. Ci importa
zioni o quel ch' peggio,

si

in tale convinzione.

astenne dal prendervi

collegio di

una grande

Piemonte,

ci

fu

sfiducia nelle istitu-

un abbandono

del

campo

al

primo

occupante.

Tu

m'inviti ad andare in SiciUa e consigli di far partire

Io non so se Mordini

Mordini per Caprera.

me

in Caprera

del resto

il

mio amico

valga pi di

trattenuto a Fi-

renze da domestiche sventure.

Per

me

sarei pronto a

qualunque

quello della popolarit, se

sacrifizio

compreso anche

mai vero che l'opera mia potesse

giovare a qualche cosa in cotesta. Nulladimeno, replica-

tamente

nelle

due

lettere,

tu mi chiami in Palermo, mentre

Gasperino I^oiacono mi scrive che impotente

io

sarei

ricondurre la pubblica opinione sulla buona via. Io ho fede


nel tuo giudizio,

il

comune amico

ed a conoscerne

nelle masse,

egH ragione

ma

soUto a penetrare

le intenzioni

Riflettici e scrivimene. Io

non avrebbe

ho vissuto abba-

192

stanza, e questo avanzo di vita, che pi volte fu messa in


pericolo per la causa della libert e della nazionalit, ap-

non risparnon inutilmente o mala-

partiene al mio paese. Tuttavia, se son pronto a


miarla, voglio farne

mente

buon uso

sciuparla.

Io non so donde derivi,

preoccupato quale
il

ti

assicuro che l'animo

lo era nello aprile 1849.

Farmi

mio
difficile

ritorno al passato, e gravi ragioni esistono, perch

non

possa o non debba sfasciarsi questo giovane regno, comunque


paresse decrepito per immoralit e vizi politici dopo 3 anni

Per

di vita.

simi,

una

e provo

sotto

il

la

mia mente

folla di neri

il

funestata

da pensieri amaris-

presentimenti mi tien preoccupato,

bisogno di distrarmi, perch temo soccombere

peso delle morali inquietudini.

qui basta, perch la lettera molto lunga.


.

[Aurelio Saffi a Crispi

156.

Con l'antico affetto


Tuo F. Crispi.

Torino].

I^ondra, 12 Grafton Street

Bond

Mio
So che

ti

Str.

W.

caro amico,

lamenti di me, imputando a contraddizione

l'essermi deciso a rinunziare al

mandato

di rappresentante,

dopo avere disapprovato le altrui dEciisS|ioni. Hai ragione


in parte ma in parte ho ragione anch'io. Scrissi disappro;

vando, prima che la idea delle dimissioni fosse tradotta


in fatto.

zione di

Rinunziai quando, seguita per quelle la dissolu-

non piccola parte

non avrei potuto

della Sinistra, io personalmente

fare alcun frutto

rimanendo

anzi

mi

sa-

193

trovato in una situazione non dissimile da quella degli

rei

angeli caduti

Le

di

Dante

A Dio spiacenti

situazioni personali in politica

ed

ai

nemici sui

non dipendono soltanto

dalla volont e dalla elezione dell'individuo,

ma

ancora dalle

circostanze e dagli antecedenti. Per questa seconda parte

voi siete in una posizione diversa dalla mia, e potete eser-

neir arringo parlamentare, quella influenza, che

citare,

nelle condizioni fatte alla Sinistra dalle rinunzie,

io,

non avrei

potuto. Certamente, era mio concetto che la opposizione


ritirarsi dall'ufficio suo,

per quanto triste fos-

sero le votazioni della maggioranza.

Era questa anzi una

non dovesse

ragione di pi per far risaltare sempre pi viva alla coscienza del paese, coU'antitesi della parola e de' voti della

minoranza, la mala opera del Governo e de' suoi sostenitori


in Parlamento.

Tali atti possono avere

un valore

effettivo alla vigilia

una opinione
quando non hanno opportunit, n potenza di mutare la situazione generale. Ma, avvenuto lo scisma, la questione diventava, almeno per me,
di

una

rivoluzione, e fra le manifestazioni di

certa e favorevole.

Non

cosi,

pi personale che poHtica.

mia

tale fu difatti

informava

la

dizione,

mio consigHo derivava,

il

lettera di rinunzia.

il

motivo che

Pi che da contrad-

se vuoi,

da un senso do-

loroso di quella impotenza collettiva che nasce dalla

canza d'idee precise, di riflessione e


politica de' partiti
lo studiare e fare
le

mie deboli

il

senso

il

di

quale mi fa ormai preferire

debito mio,

come individuo, secondo


comune dove non

facolt, al procedere in

vera comunanza, ne via certa dall'oggi

Passando ad
ch

la

man-

maturit nella vita

altro, parecchi

al

domani.

amici inglesi desiderano (dac-

tua interpellanza sull'affare Greco non fu data con

qualche dettaglio che dal giornale domenicale L'Observer),


che tu scrivessi a qualche persona autorevole di qui, per

esempio a James Stansfeld, un sunto incisivo de'


13

fatti

da

194

te narrati e delle prove su cui fondi le tue affermazioni.

Una
(e

pubblicata ne' principali giornali inglesi

tal lettera,

a tal uopo non vorrebbe esser troppo lunga) farebbe senz'al-

tro un'ottima impressione, in contrasto coi resultati, quali

che siano, del prossimo giudizio innanzi


rigi.

alle Assisie di

Pa-

Gli amici inglesi s'incaricherebbero di tradurla e farla

pubblicare. Se tu sei disposto a scriverla, bisognerebbe che


ci fosse subito,

onde poterla avere in lyondra

ne' giorni

in cui sar discussa la causa, cio dal 25 febbraio in gi.

Addio, mio caro Crispi


risci

per

dini,

me

e per

gli

altri

conservami

mia moglie
amici

la

il

tuo affetto. Rive-

tua Signora, salutami Mor-

e credimi

con sincera stima ed

amicizia.
tuo aff.mo dev.mo

Aurelio Saffi.
Un'indirizzo

di Stansfeld

il

W.

35, Thorloe Square

I^e dimissioni di taluni

la

prepotenza del Governo,

ogni infamia

seguente

I^ondon.

deputati di Sinistra in segno di protesta contro


il

in grazia della

quale, secondo Benedetto Cairoli, commetteva


maggioranza di cui disponeva, erano state ar-

gomento di polemica nella stampa liberale. In una riunione la Sinistra aveva disapprovato il partito delle dimissioni in massa, che sarebbe stato
interpretato come abbandono del programma del 60 Italia e Vittorio Emanuele . Ma Garibaldi cedendo a xm moto irriflessivo di dispetto, si era
dimesso; e pochi lo avevano seguito, il Cairoli tra questi che pur deplorava
scrivendo a Crispi, lo scandolo della discordia in famiglia alla vigilia di
gravi decisivi avvenimenti.

[Crispi a Saffi

157.

lyondra].

Torino, 28/2/64.

Mio
Ieri sera

caro Saffi,

27 mi fu consegnata una tua senza data, che

credo sia stata scritta molti giorni addietro, giacch mi do-

195

manda una
siderando

prima

lettera a Stansfeld

elle

oggi

gli

giungerebbe tardiva,

Parigi essendo terminato,

mando per

il

Con-

del 25 del mese.

mi dispenso

processo in

il

dallo scriverla. Ti

rendiconto della Camera del 23 gennaio,

il

quale forse potr servirti, ove la quistione del complotto

Napoleone sar ancor

contro

discussa

nei

giornali

di

cotesta.

Greco per tutto

tempo che fu a Torino era ogni giorno


volte in lunghi colloquii, massime

il

fu pi

alla questura,

nell'agosto scorso, con Peruzzi e Spaventa. Parl con

Non

tare alla vita di Napoleone.


stri amici,
zia,

IVli-

e con altri della stessa parte del suo concetto di atten-

celi,

che

lo

trovato seguito fra

no-

spiarono e lo seppero intimo con la poU-

and a Pavia dove tent ed ingann

Como

poscia a Varese ed a

il

povero ScagUone

in quest'ultima citt avrebbe

rovinato un altro giovinetto, se questi non ne fosse stato

prevenuto a tempo.

non

Io

so

come

non posso confidare


che

quando Mazzini abbia potuto cono-

Sono convinto per circonstanze che conosco

scerlo.

alla posta e

per prove da

complotto di fabbrica poliziesca

il

prima

di lasciar l'Italia

ebbe danari

me

che

che

raccolte,

Greco

il

sui fondi segreti, coi

quali fece le spese della sua residenza a Varese e de' suoi

viaggi nella Svizzera. Che Mazzini sia caduto in agguato,


io

non

lo credo,

ma

ci che sarei desideroso conoscere, e

tu potresti assicurarmene.

Andiamo ad altro argomento.


Le stesse ragioni, per le quali tu avversavi

concetto

il

della dimissione della Sinistra, militano contro la tua in-

dividuale dimissione. Tu, pel

buon nome che godi

nel no-

stro paese, pe' tuoi studi, per la tua intelligenza, per la


dei tuoi

che

modi potevi

essere utile in

bont

Parlamento. Aggiungi

dimessi non rinunziarono a riprendere la vita parla-

mentare.

196

E' dolorosa questa anarchia nel partito in

momento

cui esaurite le forze degli uomini di parte moderata,


se cerca

uomini intorno

il

in

pae-

ai quali potesse raccogliersi e dai

quali potesse esser guidato.

Addio, caro

SafiS

tante cose anche dalla parte di mia

moglie, alla tua, ai coniugi

Stansfeld, ai

coniugi Ashurts

una stretta di mano al nostro vecchio, che sempre amiamo,


malgrado che io per mezzo de' suoi intimi di Milano e di

Napoli

sia bersagliato.

Tuo
F.

[Crispi a Gaspare Lojacono

158.

di cuore
Crispi.

Palermo].

Torino, 3/ 3/6 4-

Caro Gasperino,

Voi

vi nutrite d'illusioni, e spesso di notizie, che false

o esagerate giungono in SiciHa. Io non so in che sperate,


qual' la divinit tutelare che vi aspettate per trarvi trionfanti dal lutto in cui vedete caduta la patria nostra. Per

me non

aspetto nissuno e

le

mie speranze non escono dal

reale.
Il

il

tempo deUe

rivoluzioni finito.

tentativo infecondo

Garibaldi del 1862 avrebbe dovuto convincervene. Se

di

tempo

ste

delle rivoluzioni

sciaguratamente ritornasse, que-

dovrebbero correre tutta l'Kuropa e cangiar

la faccia

del continente.

Per

me

ritengo nostro dovere valerci delle nuove

tuzioni che sono larghe abbastanza, educare

il

isti-

popolo a

valersene, ed attendere dal naturale svolgimento delle stesse


il

nostro benessere.

nostri interessi

La Camera non

corrispondente

ai

Lavorate con petizioni, con meetings, con

197

tutti

modi

lettori per

legali

meno

il

Re

la sciolga e si appelli agli e-

migliore.

Camera

esiste, agite in

politica
scia

Camera che volete

peggiore

Camera,

la

Intanto

muter.

modo che

l'a-

possa nuo-

che la sua potenza lo permette. Se

di quello

l'opera vostra sar efficace, avrete

battere una

Mutata

conseguentemente

governativa

zione

finch questa
cere

a che

mandarne una

un motivo

di pi per

della indifferenza religiosa

un vuoto nell'anima

Per quanto concerne


diaria, io vi dir che,

com-

I^'in differenza

rovesciare.

questa la-

quella vi mette la disperazione.

la legge attuale sulla

imposta fon-

ove ne uscissimo vincitori,

ministero

il

sarebbe rovesciato. Qualunque ministero venisse dopo, trascinerebbe

il

paese in una

parlamentare.

crisi

per riu-

volont basta. Sono 72

scire vincitori, questa volta la

de-

putati delle antiche provinde che concordi voteranno contro

ministero. Se

il

cos pochi in

non fossero

della Sicilia affluissero alla

ed

deputati della Sinistra

conseguenza della dimissione, se

agli emiliani

Camera, grazie

che sono contro

il

deputati

molti toscani

ai

ministero, la legge sarebbe

rigettata.

Un

caro ed affettuoso saluto.


Vostro
F. Crispi.

[Saffi a

159.

Crispi

Torino].
landra, 12 Grafton Street

Bond

Str.
6

Mio

W.

marzo 1864.

caro Crispi,

Ebbi la tua del 28 febbraio. Ti avevo scritto la mia senza


ma pure troppo tardi
data non molti giorni innanzi

perch

ti

giungesse in

tempo

e del resto

il

ritornare allora

198

Qui

sul soggetto ne' fogli inglesi era forse superfluo.

l'opi-

nione pubblica, anche ammettendo che Greco abbia avuto


relazioni

con Mazzini, ha sospettato sin da principio che vi

un

fosse nel fondo

intrigo di polizia.

siccome gl'indizi

messi innanzi dall'atto di accusa di Parigi non farebbero

prova

del

nessuna Corte

sufficiente per

terra, cos

di Giustizia in Inghil-

sentimento generale d a Mazzini

il

not found guilty

Quanto a Stansfeld

benefcio

il

sua franca

la

e generosa risposta alle interrogazioni inquisitorie fattegli


nella
salto,

Camera
e

giovato.

Uno

no corrotta
questo

l'ha posto al disopra d'ogni as-

lunge dal nuocergli, sembra avergli

me-

de' grandi vantaggi di questa Societ

quella del Continente, e naturalmente di-

di

sposta a tenere
si

Comuni

dei

l'incidente,

per

vera

d'un uomo onesto,

parola

la

appunto che tra un indizio non certo

gazione dell'accusato,

e la dene-

preferisce credere a questa piut-

si

tosto che a quello. Questo

modo

vedere dett a lyord

di

Russell la sua risposta all'interpellanza fattagli nella Ca-

mera

dei lyords.

cesso di Parigi

Secondo ogni probabilit adunque

pro-

il

non avr alcun seguito in Inghilterra

ma

nella continuazione del giudizio contro Mazzini in Francia

da aspettarsi che

Procuratore Imperiale faccia ogni

il

sforzo per aggravare

l'accusa e compromettere

sempre

pi quanti, anche a torto, vi furono compUcati, conforme


al

metodo francese nelle procedure


mi chiedi rispetto all'agguato

zini posso dirti assai poco, e pi

particolare,

ma non

essendo

me non

Maz-

per induzione, che per altro.

Vidi Mazzini parecchie volte, dopo che


fu conosciuto

Intorno a

criminali.

teso da Greco a

ci che

egli

il

complotto

entrato con

me

di Parigi

in alcun

piacque interrogarlo in proposito.

L'ho trovato sempre tranquillo e preoccupato pi della


guerra nella Venezia, che

mente, e in
in

dell'afiEare

modo abbastanza

animo che quel

tristo

che

lo

tocca personal-

serio e spiacevole.

abbia fatto con

lui la

A me

sta

parte dell'e-

199

vendicatore,

roe

del

pronto a sacrificare, come

martire

Agesilao Milano, la propria vita nell'attentato

e sono con-

vinto che Mazzini non fu primo a chiamarlo, ne lo istig

sebbene possa averlo ascoltato pi che

dell'uomo

al carattere

non si conveniva. E dai


Camera, come dall'insieme delle

e alla natura del caso

fatti

esponesti alla

circostanze,

che tu

risulta chiaro che, sotto questa brutta storia, v' stata un'a-

zione
di

un viluppo profondamente immorale

provocatrice,

polizia.

Ora, dopo quanto pu sentirsi e dirsi contro l'assassinio


poUtico,

perch la violenza privata sostituita

alla lotta

aperta nelle grandi questioni di Hbert e d'indipendenza


getta un'ombra sulle medesime e demoralizza
s

perch

grandi

delitti pubblici,

smo personale che usurpa


sciarli

vii prezzo,

potere sovrano,

megHo

la-

perch

diritti rivendicati

a cos

anzich dall'energia morale di tutto un popolo

rado fruttano e

pu

popoU

grandi arbitri dell'egoi-

punire dalla naturale e progressiva reazione della

coscienza universale

si

il

si

mantengono

dopo questo ed

dire, resta nel caso presente,

altro che

una grave questione,

ed qual nome debba darsi all'opera

di coloro,

impiegano agenti segreti a sorprendere e raggirare

quali
altrui,

per trarne argomento ad infamare un avversario, o a screditare

un

tali arti,

dopo

partito.

Una

polizia e

un Governo, capaci

sono indegni di una nazione che

si

rispetta.

ci che si seppe delle tue rivelazioni alla

suno pi dubita che

Ora questa

di usare

E qui,

Camera, nes-

arti siffatte siano state usate.

questione di moralit e di sicurezza per-

sonale, la cui gravit

non

menomamente

alleviata dalla

questione dell'attentato. Con tal sistema di circuizioni e di

nefandit di polizia, ogni cittadino, anche

il

pi aHeno da

ogni maniera di cospirazione, pu essere fatto segno di persecuzioni e di vendette da parte degli agenti del potere, e
delle spie.

Avrebbe adunque

la rivoluzione itaUana cacciato

200

Borboni, per lasciarci in casa, come prima o peggio,

infamie della polizia borbonica

non puoi

dovresti riprendere l'argomento, se

in Parlamento,

fuori per le stampe, pubblicando fatti e documenti.

anche a

me

le

Molti qui pensano che tu

pare

che tu renderesti con ci un grande servigio

alla

causa della pubblica tutela degli onesti d'ogni partito,


contro

le insidie di

una

polizia e di

un sistema, che tende a

precipitare l'Italia nel fondo d'ogni bassezza.

Addio, mio caro Crispi, tutti

Di que' che

ti

tacere, tanto triste

tante

salutati

da te

ti

risalutano.

megHo

bersagliano da Milano e da Napoli


il

parlare delle loro personalit

cose alla tua Signora da parte nostra

Addio

ama

il

tuo

Saffi.

Circa l'attentato di Pasquale Greco e le difese di Mazzini pubblicate

proemio di A. Saffi al volume XIV degli Scritti


I<XXIII e seguenti. Crispi port la questione
Camera e propose ima inchiesta parlamentare, che non fu voluta.

nei giornali di lyondra Cfr.

il

di Giuseppe Mazzini, pagg.


alla

{Crispi a Garibaldi

i6o.

Ischia].

Torino, 7 luglio 1864.

Mio
Impegni

Generale!

professionali

Mordini per venire con

m'impediscono

lui

ad

Ischia.

di
s

associarmi

che sento

il

a
bi-

sogno di vedervi e parlarvi. Fo dunque per lettera quello


la mia patempo e voi l'accogliate con amicizia.
Da tutto ci che mi dato di conoscere, ho ragion di credere che voi siete caduto in un agguato, dal quale ragion

che avrei fatto di viva voce, con la speranza che


rola giunga in

di patria richiede che vi liberiate. Desidererei ingannarmi

ma

sciaguratamente voi

cipizio.

siete in

una via che porta

al pre-

Voi, Generale, non dovete,

non potete

lasciare l'Italia.

Se quest'anno passer in una tregua forzata, impossibile


che non iscoppii la guerra

al

1865 e che

il

nostro paese non

abbia bisogno di voi, che solo, senza aiuti stranieri, sapete

condurre

Che

il

popolo

alla vittoria.

vostro forte animo, impaziente d'indugi, sappia

il

attendere in patria

il

momento

ultime battaglie nazionali

le

zione per voi

il

favorevole per combattere

Io lo comprendo, l'aspetta-

pi duro sFgrifizio, giacch troppo

si

aspettato con la spada nel fodero. Tuttavia voi dovete an-

che questo

alla patria alla quale avete dedicato tutta la

vostra esistenza.

Dopo

di riprendere le

armi

pu bastare

oggi

il

1849 l'ItaHa stette io anni prima

e riconquistare quella potenza, che

compimento

al

de' suoi destini.

Io non continuo in ulteriori osservazioni. Fui breve nell'accennarvi

pericoli e

non mi estender nel notarvi tutto

venga a persuadervi

ci che

della necessit che

vincoli che vi legano ed evitiate

Mordini sa abbastanza, e sapr

rompiate

una catastrofe nazionale.

riferirvi tutto ci

che non

puossi e non convien dire per lettera.

Vi do

saluti di

mia moglie,

e vi bacio

con tutto

il

cuore.

Vostro af.mo
F. Crispi.

ly'andata di Garibaldi a Ischia fece credere ch'egli

si

disponesse a ca-

moto polacco-ungherese contro l'Austria, al quale si interessava anche Vittorio Emanuele. Crispi non s'illuse come il Mordini, il Caipitanare un

roli

ed

(Cfr.

pagg.
il

altri

amici suUa opportimit di un'azione di Garibaldi in Oriente.

Proemio di A.

CXI

titolo

e soldato

Il

Saffi al voi.

XIV

e segg., e la biografia di

degli Scritti di

Antonio Mordini

Risorgimento Italiano e l'azione d'im

Giuseppe Mazzini,
Rosi sotto

scritta dal

patriota cospiratore

pagg. 296-308). In una lettera del 16 luglio

scrivendo a Crispi, da Napoli, accennava agli intrighi che


allontanare dal Generale
cesso al 1860. In quel

Nicola Fabrizj,
si

ordivano per

suoi veri amici, giuoco questo gi fatto con suc-

tempo intermediario

nuele era xin tal Porcelli. Scriveva

il

Fabrizj.

tra Garibaldi e Vittorio

Ema-

E' corsa una sfida tra Porcelli

dopoch

e Guerzoni,
il

il

primo disse

al Generale le pi

malvagie calunnie, die

Generale ascolt e fece conoscere a Guerzoni quasi volendone

giustifi-

cazione. All'arrivo del Porcelli, Guerzoni diedegli quei titoli di mentitore

che meritava.

Da

Ma

ci la sfida.

pi doloroso, dopo quello di veder

il

messi a paro due uomini tanto diversi, che


tutti

scienza di s stessi e che invece


tanto

si

vuole isolare

migliori amici, che sarebbero umiliati se

importante

trigo e di

temono l'umiliazione

la

pi spudorata

per mezzo dell'in-

[Crispi a Bertani

li.

GenoYQ.].

Torino,

Mio

duello fra te e

me.

A me

Ho

tuoi ordini. Quindi, ove

a'

accada

unisci Corte, o Missori

(i).

al

Procuratore G.le Vigliani. Mi fu fatto dubitare,

che per la questione di falsit bisogna ricorrere

Genova, luogo

messo

che

Dina debba aver luogo, puoi contare su

presentato la dichiarazione del Borelli con una nuova

domanda
di

20/7/64.

caro Agostino,

Io sono sempre
il

loro la co-

di quel prestigio che

alle cose nostre, ai nostri principii,

ima cabala

Generale da

il

non bastasse

il

il

ai

magistrati

quale ritengono come quello in cui fu com-

reato. Risposi, che ignoto sia, se

citt serv a riunire

falsarli,

un altro fu commesso il
compi vasi colla stampa
Bertani, calunniato

il

altra

e se in un ptmto pi che in

reato.

del

Genova

certo per, che

documento

finto autore, e

di falsit criminale, devesi procedere

falso

il

reato

che, se

che siccome

il

non

reato

anche senza l'istanza

della parte privata.

Di Garibaldi non te ne parlo. Gli avvenimenti ogni giorno


mi dn ragione. I partiti non s'intitolano da un uomo essi
non si devono presentare al paese che con un progranma
di principii. Bisogna una buona volta finirla. Garibaldi
;

un gran
non

soldato, e

egli solo

non

altro. Inoltre

convien osservare che

autore della sua gloria.

I^a

spedizione di Si-

203

non sarebbe avvenuta senza

cilia

ed

di noi,

non sarebbe

egli

casi del mezzogiorno. Dir finalmente, che

grande senza

tutto ci che

hawi

governo dittatoriale

di censurabile nel

conseguenza de' suoi errori e della poca sua fede ne' suoi
amici, che furono da lui compensati con forti amarezze.

Or

ci posto, bisogna costituire

modo che

partito in

il

si

regga da s e che non dipenda da un uomo.

Di Gargini ebbi una


'

lettera insignificante. C'

un

processo,

che finir quando vorr Dio. Al tuo passaggio da Torino

ne 'arleremo e parleremo di molte altre cose ancora.


Ti abbraccio col solito affetto.

Tuo

di cuore

F. Crispi.
Dina, direttore dell'Opinione, aveva pubblicato

(i)

una

lettera falsa attribuita a Mazzini. Il Bertani,

querelato

mera

Dina,

il

ma

la querela

il

20 giugno 1863

nominato in essa aveva


,

non ebbe seguito perch fu

ritenuto, in Ca-

di Consiglio del Tribunale, che la falsit della lettera

vata e che mancasse

dur a lungo sui giornali, e trascese negli

fosse pro-

polemica

insulti.

[Crispi a F. Perroni-P aladini

162.

non

la diffamazione. Preclusa la via giudiziaria, la

Palermo].
Torino, 27/7/64.

Caro D. Ciccio,
L'ho detto pi volte, l'ho
tribuna

legge e

non

libert, e

io credo

scritto,

l'ho

proclamato

alla

che noi dobbiamo essere difensori della

gridatori di rivoluzione. Il paese

non pu averla che con

la

ha bisogno

di

pace negli animi, la

quale impossibile uscendo dai confini dello statuto. Questo statuto al certo

cato

Su

ma

ci altra volta

ancora.

non dovr

essere immobile, pietrifi-

perch sia base di progresso bisogna rispettarlo,-

fummo

di

accordo e credo che

lo

siamo

204

Fui contrario
opera

per

agli tdtimi progetti di Garibaldi e feci ogni

impedirne

quello che scriveva

ignoro chi esso

da voi

Tuttavia

l'attuazione.

un corrispondente

inesatto

del Precursore (che

inesatto che la protesta pubblicata

sia),

e dal Diritto sia stata redatta in

una riunione,

nella

quale eravamo io e Mordini. Quella protesta nacque in Ge-

nova, e non so chi realmente ne sia l'autore. Io e Mordini

n'ebbimo notizia quando n'ebbero notizia tutti

Una

spedizione di Garibaldi in Oriente

gli altri.

un concetto

senza possibilit di successo. Essa potrebbe esser motivo


all'Austria di attaccarci fuori

quantunque meriti tutte

tempo.

lodi,

le

non

Il

nostro

esercito,

abbastanza forte

per fare da solo la guerra dell'indipendenza, e con Garibaldi


lontano dalla penisola mancherebbe

il

trebbe condurre

campo

Il

popolari sul

le forze

solo

ministero scisso pi che non lo sia

uomo che

po-

di battaglia.
il

Parlamento.

E' ancora in questione lo sciogUmento della Camera. Biso-

gna che
Sicilia
cati,

ci

prepariamo, costituendo

un Comitato

elettorale.

bisogna chiedere

indipendenti,

onesti,

Se

in

ogni provincia di

comizii saranno convo-

medesimi che mandino deputati

ai

capaci

di

zione, affinch l'Italia possa compiere

All'estero la reazione

suoi destini.

riordinata.

si

l'amministra-

riordinare

Napoleone sembra

essersene accorto, e ritira le sue truppe dal Messico, per poter aver le

mani

metta d'accordo
Il

libere in
col

Europa.

Non

difficile ch'egli

si

governo della Gran Bretagna.

General Menabrea, ministro dei lavori pubblici, par-

tito per la Francia. Vuoisi

a Vichy. Cosa vogliono

che sia andato dall'Imperatore

signori

ministri, io

non so com-

prenderlo.

Vi abbraccio

di cuore.

Vostro aff.mo
F. Crispi.

205

[Crispi a Lorenzo Valerio

163.

Como].
Torino, 27I7I64.

Caro Lorenzo,
Grazie del magmj&co regalo, del quale sapr far tesoro.

Le

l'accompagnano ricordano vincoli

parole, che

non ho mai dimenticati

zia che

riprendessero e divenisser feconde


paese.

Giammai, come

oggi,

riuniti

ad unico scopo

di amici-

e relazioni che amerei

bene

pel

ho sentito

con concordia

si

nostro

del

il

bisogno di veder

di

vedute gH onesti

patrioti italiani.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

I^'amicizia tra

quest'ultimo.

privo di relazioni,
cordia

(Cfr.

n.

il

Valerio e Crispi risaliva ai primi giorni dell'esilio di

Quando
il

nel 1849 Crispi giunse a Torino scarso di mezzi e

Valerio lo accolse nella redazione del giornale La Con-

Francesco Crispi: I Mille).

[Valerio a Crispi

164.

Torino].

Como, 30

1864.

luglio

Caro Crispi,
Iva

tua lettera mi ha fatto grande

piacere, per

quella

franca aspirazione alla concordia la quale sola pu salvare


il

paese dall'ultima rovina. Se io credessi che l'opera mia

potesse giovare per ci

l'offrirei intera. lyC

mie relazioni pas-

sate coi migUori della Sinistra, le presenti cogli uomini del

potere forse potrebbero giovare allo scopo. Forse gioverebbe

anche

la

bizioni.

mia posizione

In ogni

modo

io

di Senatore

che mi toghe dalle am-

prego perch

il

tuo voto

si

compia.

2o6

Ti prego di scorrere
parte politica e di

Addio. Io

il

mio

libro, di

dirmene poscia

il

esaminarne anche

tuo parere.

ho amato sempre perch

ti

la

ti

ho sempre co-

nosciuto franco ed onesto fino alla midolla e sono


Uio aff.mo amico

I/ORENzo Valerio.

[Crispi a Garibaldi

165.

Caprera].

Torino,

18/S/64.

Alio Generale!

Mordini e Tamajo mi han

riferito,

che un certo

De An-

Palermo abbiano creduto dover

dreis e alquanti sellari di

ricorrere a voi contro la distribuzione fatta ai creditori del

somme messe

1862 d'alcune

missione. Cotesti reclami


si

facevano

De Andreis
male

mi ricordano

Dittatore contro

al

a disposizione della vostra com-

sellai

il

che

quelli

al

1860

suo segretario di Stato.

non furono da me dimenticati, e fan


non dirigersi a me, che

di far appello al vostro cuore, e

ho mente ed elemeiati baste voli da valutare


Io vi ho scritto pi volte

le

le loro ragioni.

deplorevoli condizioni della

liquidazione dei debiti e dei crediti di quella fatale impresa

che ebbe cos sciagurata

fine.

Nulla fu possibile ricavare

da Corrao, da Forgioni, dal console britannico


dalla

carta che in

di Catania,

quella citt doveva essere

realizzata

e che tutti negarono riconoscere. Nei conti mandatici

coloro che maneggiarono danaro, tutti

rone Favara,

si

rirono e noi

vedemmo

ci

I debiti che ci
ci

meno

dissero creditori. I^e attivit

si

da

l'onesto ba-

dunque spa-

soperchiati da' debiti.

presentarono, furono di due ordini

furono di coloro che dissero di aver consegnato armi,

vestimenta, ed
altri si

diedero

altri oggetti

come

comperati per vostro mandato

incaricati di fornire oggetti,

serirono aver comperati per voi,

ma non

che as-

aver potuto con-

207

stante

segnarli,

da Catania

partenza

vostra

la

questi

ultimi chiedevano che prendessimo le merci e pagassimo,


o nella negativa risarcissimo

nota degli

altri,

note

Nelle

ma

dei

il

pregiudizio sofferto. Presimo

c'interessammo unicamente dei primi.

trovammo

creditori

In alcuni, e tra costoro

il

De

Andreis,

prezzi

esagerati.

fu peggio

ci

costui

ebbe a confessarmi, che malgrado tenesse in mano una


cevuta
che

egli

dati

dopo

consegnato oggetti,

avesse
la

ri-

questa era stata redatta prima

di vostro carattere,

che appaiono stati

ma

vostra partenza da Palermo,

s'ignora da

chi ricevuti. Ci basta per la moralit dei creditori.


I

danari a nostra disposizione essendo stati

debiti

da pagare, noi

credito rispettivo.
se

abbiamo

avevano

tutti lo stesso diritto e

dovevamo

modo. Se avessimo usato


avremmo dato motivo a giuste lagnanze.

tarli dello stesso

di

proporzione del

divisi in

pagando, non abbiamo guardato

creditori fossero poveri o ricchi. Innanzi a noi

tori

li

Noi,

al disotto dei

mira fu

il

credito di ciascuno; e sulle

credi-

tutti trat-

delle preferenze,
Il

somme

nostro punto

che abbiamo

maneggiato, abbiam dato a ciascuno quello che

gli

com-

peteva in proporzione del suo credito.


I^e

somme

fin

termini. Eccovi
toccata

oggi da noi distribuite, lo furono nei seguenti


il

nome

d'ogni creditore e la cifra che

l'ottavo del credito

d'ognuno

Rietmann

L.

4,820

Giarraffa

Duroni

4,655
3,016
1,820
1,000

De Andreis

....

Damiani

Sellari

Rammacca

Enea
Pedone

Totale

568
401
143
76

L. 16,499

gli

208

I soli che ancora non si sono pagati, perch le loro cambiali


non sono ancora a me giunte, sono i sellari, Rammacca e

Pedone.

danaro pronto e se col prossimo corriere non

Il

daranno segno

di vita, incaricher alcuno dei nostri amici

di Palermo, perch

Appena saranno

li

paghi e ne

ritiri

realizzate altre

ricevuta.

somme,

far

una nuova

distribuzione sempre nelle proporzioni medesime.

Al momento bisogna che


quanti

creditori

Dandovi

saluti

di

si

me

rivolgono a voi, dovete a

si

tacciano

voi,

dirigerli.

mia moglie ed abbracciandovi,

vi

prego credermi sempre.


Tutto vostro
F. Crispi.

[Garibaldi a Crispi

i66.

Torino].
Caprera, 22

Mio

agosto

1864.

caro Crispi,

Vi ringrazio per
bene ogni cosa

la vostra lettera del

e spero condurrete a

14 corr. Voi faceste

buon porto

quella

spinosa faccenda.

Ditemi
al

Re

il

non sarebbe tempo

pagamento

quelle del 60

di chiedere al

di quei debiti

furono spese per

ne raccolse qualche profitto

Avvisatemi

s'io

debba

Governo od

che in sostanza come


Stato e
cui
Stato
di

lo

ricorsi

lo

voi

far

tale

proposito.

Un

V.ro sempre

caro saluto alla Signora.

G.

N.B.
sono in

Il

Tutti

mano

Governo

gli

oggetti per cui

del governo

infine intervenne

anni furono saldati tutti

dopo

Garibaldi.

contrattammo

debiti

ecc. ecc.

la

guerra del 1866. Cosi dopo quattro

debiti di Aspromonte.

209

[Cassinis a Crispi

167.

Torino].

Torino, V 11 settembre 1864.

Mio

caro Crispi,

mattina ebbi la gradita lettera tua del 6 e pi tardi

Jeri

la cassa degli aranci, di pui ti

avevo fatta preghiera. Credeva

La

trovarci la nota del debito mio.

porterai teco adunque,

intanto abbiti mille e mille ringraziamenti.

Ducimi

l'udire le brutte cose

che mi

dici sullo stato

mo-

non credo che la posizione sia o


non in ogni altra parte
d'Italia. Mettiamoci anzi tutto, caro Crispi, ben bene in
capo cotesta verit anche nella sventura avrem fatto un

rale del tuo bel paese. Io

migliore, o peggiore in Sicilia, che

gran passo quando sarem giunti a persuaderci, che, quali


siano le difficolt, esse sono comuni, esse sono eguali per

ogni provincia

saremo pi

forti tutti, e

pi uniti a scon-

giurar la tempesta, a salvar la nave.

io mi sono,
non veggo pi n destra,

che pur moderato, moderatissimo qual

Sai,

e qui

mi perdoni

il

Guerrazzi, io

sinistra, e prego, e

piango e grido, perch tutti quanti

siamo, e per quanto in noi, di cuore e di senno

a far questa

mondo

Italia,

ci

mettiamo

restituire questa antica regina del

sul suo seggio, se

non maestra,

sorella

almeno, e

leggiadra sorella delle grandi Nazioni dell'uno e dell'altro


emisfero.

Tu

quando

vuoi tu sai adoperare queste due potenze santis-

il

hai cuore, mio Crispi, hai civile saviezza, e

sime dell'umana individualit. Di pi tu hai autorit in Sicilia.

Perch non riuscirai a porre in accordo quei tuoi con-

cittadini, che tu stesso lamenti cotanto divisi


gli

awierai su quel sentiero, unico,

debbono
14

solo, diritto

Perch non
che seguir

popoli destinati a raggiungere una stessa meta

2 IO

Ma
oltre

la carta sta per

confini di

lei.

mancare

e la

mia penna trascorre

Perdona questa orazione, tu mi v'hai

tratto.

La mia

Il

Visconti tace ancora.

ti

stringo affettuosamente la

salute buona. Sta sano

mano.
L'amico tuo

e collega

G. B. Cassinis.

Il

Camera dal maggio 1863 al settembre 1865.


da Torino a Firenze, cess dall'ufficio con la chiusura

Cassinis fu Presidente della

Trasferita la capitale

della Vili legislatura e gli succedette

il

Mari.

[Crispi a Fabrizi

168.

Modena],
Torino, 3 del 1865.

Mio
lyC

caro Nicola,

cose che tu accenni sulle condizioni del nostro

sono vere ed io

le

paese,

sapeva. Questi signori disfanno tutto,

per tenerci servi di Bonaparte e per condurci ad una nuova


catastrofe.

Che ne dice

il

tuo Cialdini

Uniamoci, tu mi
per

me

dici.

perch no

Malgrado l'ultima stampa

bevera di contumelie, non sar


e che mi negher a ricomporlo.

io

Tu

di

Ha mancato

forse

Mazzini che mi ab-

che diserter
sai le

mie

il

partito

idee, che d'al-

tronde sono pubbliche e a tutti note. Su queste riordiniamo


le nostre fila e

T'abbraccio.

potremo prevenire una grande sventura.


*

w
Tuo
F, Crispi.

ili

[Crispi a

169.

Favara

Palermo].
Torino, igjils.

Caro Nzulo,
Alle tue del 31

Xbre

e del 12 corrente.

Scrivo un opuscolo in risposta alla lettera di Mazzini. E'


tutto

un programma

politico che io svolger

Se

di farlo per togliere tutti gli equivoci.

ranno che

io sia nel vero,

cano, e vedremo a che riusciranno.

non potremo

Da

sta.

uscire dalla

amici crede-

mi seguano. Se saranno

francamente

spieghino

avviso,

sto

necessario

gli

Io

per

me

di

oppo-

republi-

vessillo

il

opino che

monarchia senza romperci

la te-

parte mia non voglio esser causa d'una sciagura

nazionale.

Quello che mi ha colpito nell'anima

il

modo

quale fui trattato da un uomo, che avr sempre

il

incivile col

mio

affetto

perch so aver fatto grandi cose per la unit itahana.

me

ne rincrebbe non per

tare,

ma

per l'individuo che

le

che so di non meri-

le ingiurie,

ha lanciate. Poteva com-

battere le mie opinioni, farsi avversario delle mie idee, dichiarare non degna di lode la

mia condotta. Gli era per


vietato versar contumelie sopra un suo amico ed accusarlo
di sentimenti indegni di

un onest'uomo.

Addio.

Tuo

aff.o

F. Crispi.

[Crispi a Giorgio Asproni

170.

Napoli],
Torino, 2j2f'6s.

Caro

Mi giunge

A sproni.

inatteso

il

articolo che credo tuo.

num. 57 del Popolo d'Italia con un


Te ne ringrazio e ti rispondo imme-

212

numero 1215 del rendiconto


parlamentare, nel quale il discorso mio del quale ti occupi.
Voi avete pieno il diritto di discutere, ed ove non vi convengono, di censurare le mie idee; non avete per il diritto di
diatamente, rimettendoti

il

falsarle.

non ho mai detto, che il governo possa essere su basi


soHde senza Roma. Ho detto, rispondendo ad uno dei convenzionisti^ che col pretesto di Roma, non bisogna rimettere
Io

all'avvenire la soluzione d'ogni problema di interna


nistrazione.

essere

il

Ho

soggiunto poi chiaramente che

nostro punto obbiettivo, che non dobbiamo arre-

starci nel nostro lavoro di

prema

quistione

da

dobbiamo dare

ci

ammi-

Roma debba

non

emancipazione finch questa su-

sia risoluta,

ma

che indipendentemente

stabilit alle nostre politiche istitu-

zioni, sviluppare e consolidare le libert entro

Stato che rappresenta

il

Al deputato Bertea,

limiti dello

pensiero italiano.

quale m'interruppe

il

dicendo che

con parole cos risolute che

bisogna rassegnarsi,

io risposi

bastano a chiarire

vero senso di quello incidente Ti prego

il

a leggerle e a giudicarmi meglio.

Fu sempre
privilegio

ne

privilegio di falsare

non

invidiabile, dei

miei discorsi alla Camera,

giornali

Non me

moderati.

curai...

Non

credo che voi, democratici, vogliate associarvi ad

una guerra indecente contro un uomo

il

cui passato

dovrebbe

essere potente garanzia per l'avvenire.

Io non ho giornali amici, e

non ne chiedo. Avviene quindi

che, lanciata una menzogna contro di me, corre senza verun


ostacolo. B' deplorabile,
la

mia

via, e

ma non mi

pura, e non aver mancato

che fui

non

scoraggio. Continuer

ne avvenga quel che dovr; so aver la coscienza


a'

miei doveri. Sono oggi quello

al 1860, quello ch'ero stato al 1848.

Sul mio petto

isplende alcuna croce, ne militare, n civile; nulla ho

chiesto, e nulla, offertomi,

ho accettato dal governo

d'Italia.

213

Continuo a vivere, quantunque


prima, col lavoro che non mi

migliori condizioni di

in

manca

grazie

ad un nome

ser-

bato intemerato e che intemerato scender nel sepolcro.

Non potranno
si

dicono progressisti, la loro

come

mi combattono. Ti
come sono dai giornali i quali
voce non mi spinger indietro

dire lo stesso coloro che

assicuro poi che, maltrattato

avvenuto

che

di altri,

nemici di libert. Se questo


gliano, giacch

hanno da

fare

Abbracciandoti intanto

ti

irritati,
il

reagirono e divennero

desiderio dei puri, essi sba-

con un uomo

di granito.

prego a credermi sempre


tuo aff.mo

F. Crispi.

{Crispi a Menotti Garibaldi

171.

Caprera],

Torino, 28/ 2/6 5,

Caro Menotti,

Appena mi ebbi
stro I^anza,

la

quale

il

cui egU veniva

tua pregiatissima, mi recai dal minisi

mostr dolente della posizione in

messo dalla vostra domanda.

Egli

mi

di-

chiar che, se avesse preveduto che tu e pap avreste do-

mandato la pensione dei Mille, egli avrebbe proposto alla


Camera delle speciah e pi elevate pensioni per voi. Mi manifest che ove fosse sicuro che non le rifiutaste, andrebbe
a proporre al Parlamento una apposita legge per voi. Risposi, e credo avere interpretato l'animo vostro, che Gari-

baldi

non avrebbe

accettato, n accetterebbe speciali di-

stinzioni e ch'era suo pregio confondersi con tutti gli altri

che chiede la pensione dei Mille, perch data dal Parlamento


egli

che rifiut

ghilterra, per

il

vitalizio

che volevano costituirgli in In-

sentimento di dignit nazionale.

214

Il

ministro va a dar

documento,

me

Basso

ne avvertir affinch

Niente altro a
zati a seguire

il

dirti.

data la pen-

gli ordini, percli vi sia

sione. Se per Canzio, Froscianti e

Dopo

possa provvederlo.

io

la vostra

vorr qualche

ci

domanda, siam

for-

vostro esempio.

miei e di mia moglie a tutta la famiglia di Ca-

I saluti

prera. Ricordaci

con

padre

affetto a tuo

al

quale stringerai

per noi caramente la mano.

Tuo
F. Crispi.

[Crispi a

172.

Favara

Palermo].

Torino, 28l2l6s.

Caro Nzulo,
I^'opuscolo in risposta a Mazzini

B' sotto

Venne un
tutta una
zini, al

mai

po' grosso di pagine:


storia.

quale

non

se

altri

libro, nel

Ne

si

svolge

la

pensano come me,

avrai fra breve una copia.

ne va a lembi

partiti

sfasciano per

si

ri-

pi logici e pi fecondi di bene pel paese.

Io non so quello che avverr fra

le

nostre popolazioni, e se

a riordinare lo Stato bisogner traversare

un cammino

perto di cadaveri; quello di cui sono convinto

cadute dinastie non


federazione rester

ci

si

si

co-

che per le

speranza di risorgimento, e che la

come un

ricordo

mini, che poterono recare imbarazzi,

a vincere. Torino

quale

che io narro, fanno onore, stabilisco or-

mia e degh amici che

di fronte al paese.

comporsene

un

Spero non dispiacer. Senza offendere Maz-

fatti

la posizione

Iv'Italia

non ancora pubblicato

torchi qui, e se ne fa un'altra edizione in Napoli.

di

un progetto

ma non

piegata umile dinanzi

di

uo-

ebbero forza

decreti del Par-

215

lamento e

tutti

comuni

loro antica capitale

si

del

Piemonte distaccandosi dalla

strinsero al Re, che oggi simbolo

Se questo avviene qui, sotto

di unit.

le Alpi,

vuoi che

l'I-

tema degli autonomisti di Siciha? Possono sorgere delle


difi&colt, pu anche la Sicilia fare delle enormit; ma ritornare autonoma non mai.
Io non posso che censurare il governo italiano. Esso stato
stoHdo, impreviggente, e le popolazioni hanno ragione di
lagnarsene. Nulladimeno se abbiamo diritto a mighorarlo,
non convenienza demolirlo o per lo meno lavorare a demolirlo. Cos operando, non faremo che aumentare il disordine
ed allontanare sempre pi quel tempo in cui le istituzioni
talia

consolidate saranno feconde di benessere.

Basta

fin qui di politica generale.

Come

avrai saputo, abbiam salvato la Cassazione di PaCon una manovra della quale tardi i nostri avversarli
accorsero, abbiamo ottenuto un trionfo. lya commissione

lermo.
si

aveva chiesto

la soppressione della Cassazione

toscana

Bog-

gio, in aggiunta, toglieva la siciliana; io proposi l'abolizione

di quelle di

Torino e Napoli. Scossi da questa proposta, Bog-

gio ritir la sua proposta, e di accordo volevano distruggere


la Cassazione di Firenze,

af&nch poscia in Firenze venisse

distrutta quella di Palermo. Per difender la seconda difesi


la prima,

che rimase contro la volont del Ministro...

Addio.

Aff.mo tuo
F. Crispi.

173.

\Bertani a Crispi

Torino].
Viaggiando sul Verbano.
17 Aprile '65.

Caro Ciccio,

Ho

letto la tua risposta a Mazzini, (i) e

Carlo, (2) che oggi

non vado che a

domani

I^ocarno.

la

dar a

2X6

Alea jacta

est

Tu

ti sei

messo

al

chiaro e sul sodo. Hai

semplificato la posizione per te e per molti, sei battezzato

adesso soltanto per ministerializzabile. Sarai

capo

il

sinistra governativa, cio possibile al governo.

non puoi

una

Sar d'uopo

costituire cos un'estrema sinistra che s'accordi

dica e faccia ci che tu

di

con voi e

pi. I^'ultima parola nx)n

tua onorevolissima lealt non torr mai

detta, e la

a'

repubblicani di entrare e star bene in Parlamento.


Io credo che hai fatto opera buona e reso

un

servigio alla

patria ed alla causa della libert. C' qualche contradizioncella.

Ma mi manca

la carta

per scriverne e

il

lapis, in

man-

canza d'inchiostro, a bordo pu essermi infedele. Fra 8


d sar ancora

fermo in Genova. Ti raccomando

il

tranquillo

possesso del mio feudo.

Grazie d'ogni tua premura

Tuo sempre
Agostino.

(i) lya

famosa lettera intitolata

la data del i8

marzo 1865.

(2)

Repubblica o Monarchia?

[Enrico Cialdini a Cri spi

174.

che porta

Carlo Cattaneo.

Torino].

Gran comando
DEL
IV Dipartimento militare
Bologna, 28 aprile 1865.

Onorevole Signore,
lya ringrazio della cortesia

che mi ha usato mandandomi

la sua rimarchevole lettera a Giuseppe Mazzini.

so a

meno

Non

pos-

di applaudire a quanto Ella dice e di felicitarmi

di essere in

molte cose d'accordo con un

Uomo

della sua

217

tempra

mentre, a dir vero, ebbi luogo di temere

il

con-

trario.

Dissi varie volte a Mordini e Fabrizj, antichi amici miei,

che reputo

mento
di

un

prospero e completo svolgi-

utile, necessario al

delle

nostre libert costituzionali l'organizzazione

serio Partito progressista,

dubbi, senza reticenze


desse e riunisse

gli

il

il

quale, accettando senza

principio monarchico

uomini

pi

politici

compren-

avanzati, rappre-

sentasse e sostenesse in Parlamento le idee ed

principii

un Partito progressista
quale l'intendo, quale lo vorrei, di un Partito che senza
uscire dalla cerchia costituzionale, ne dal terreno monar-

loro. lya

Spagna

offre l'esempio di

propugna per sempre

chico,

dottrine pi liberali ed

le

voti della filosofia e della umanit.

Un
mai

partito progressista che

non potesse

essere sospettato

di tendenze repubblicane, che avesse

chiaro,

nettamente

formulato

un programma

praticamente possibile,

che presentasse uomini capaci ed accettabili per attuarlo


arrivando

al potere,

non sanno dove

raccoglierebbe tutti quelli che oggid

sedersi,

perch

diffidano

sempre

della

Sinistra e sono spesso in disaccordo coi centri e colla Destra.

presenza di un partito progressista in tah condizioni

Iva

rassicurerebbe

l'animo

di

molti,

stabilirebbe l'equifibrio

indispensabile per la sincera e leale applicazione del sistema

governativo, renderebbe pi facile

allargando

il

campo

il

compito della Corona

costituzionale e facendo pi spedita

e possibile, a seconda dei casi, la successione dei Ministeri.

Nel

meccanismo

costituzionale

Partiti necessaria al

l'esistenza

delle idee, dall'attrito delle opinioni diverse


tilla

dei

diversi

bene del paese, giacch dal cozzo

emerge

la scin-

che rischiara la coscienza del popolo ed illumina

criterio

della Nazione.

il

Quindi nell'assieme generale della

cosa pubblica torna utile del pari chi eccita e chi modera,
chi spinge e chi frena. I^a terra viene fecondata tanto

dal

2l8

quanto dalla pioggia che

sole che la scalda e l'asciuga,

bagna e

la

la raffredda.

ci riflettendo

si

capisce

come

l'odio,

disprezzo,

il

calunnie dei partiti siano folHe ed ingiustizie. Di-

l'ira e le

scutiamo

ma

serviamo

la

rispettiamoci, giacch per vie diverse tutti


Patria,

tutti

l'amiamo

bench con mezzi e per vie talvolta

e la

vogliamo

felice,

differenti.

Non pretendo darle consigli, ma bens dire francamente il


mio modo di vedere ad un uomo che cos francamente pensa,
parla e scrivf

che per qualit di mente e di cuore, per e-

nergia di carattere e posizione politica potrebbe, volendo,

tradurre in pratica quel mio desiderio, qualora lo trovi,

quanto pare a me, saggio ed opportuno.

Qualunque
Iva

sia

caso ch'Ella faccia delle mie parole,

il

prego di gradire coi miei ringraziamenti l'assicurazione

della

mia

distinta considerazione.

Devotissimo suo

Enrico

[Crispi a Fahrizj

175.

Ciai^dini.

Modena].

Torino, 27/5165.

Mio

Nicola,

caro

Sulla riunione popolare di Milano del 21,

annunziata

l'hanno

senza

dirne

giornaH o

particolari,

hanno

mentito.
Il

lungamente,
Il

20

sarei

me

19 del mese, vennero da

Sig. Trivulzi.

io

Mi invitarono
feci le

alla

il

deputato Bargoni ed

suddetta riunione. Esitai

mie obbiezioni, e

doveva essere

in

il

finii

per consentire.

Milano per disputare in Cassazione

dunque rimasto col

pel

21

sarei stato

con

loro.

Alla riunione, essendomi stata data la presidenza, m'interdissi di fare

un

discorso. Il presidente, che

ha

il

primo

la

219

parola,

se

pregiudica

ne usa,

devono

oratori che

gli

se-

guirlo perch toglie loro parte degli argomenti che devono

svolgere.

Mi

dunque a poche

limitai

come proemio

parole,

materie ch'erano oggetti del meeting.

alla trattazione delle

Dissi che, invitato a presiedere quell'assemblea popolare,


esitai

molto prima

di accettare. I^e riunioni

pi potenti mezzi, sotto


le opinioni.

un governo

sono uro dei

di libert, per

maturare

B' necessario quindi, ch'esse sian spontanee l

dove sorgono, abbiano l'impronta del luogo e non sembrino un'importazione. Nulladimeno avuto riguardo all'ar-

gomento da trattare ed
che da tutti

Ha per

tempo

al

in cui siamo, riflettendo

nostri nemici vuoisi dare a credere che l'Ita-

disfarsi,

pensai che la presidenza di

interpretarsi quale

un segno

morali e politici che

ci

della causa nazionale.

un

cittadino

quella assemblea avrebbe potuto

della estrema Sicilia in

di

quel vincolo

rende tutti solidarii

d'interessi

pel

trionfo

Quindi accettai.

Dissi quindi alcune parole su Milano dal lato della co-

scienza e dal lato delle virt popolari, rivelatesi nelle lotte

contro Barbarossa e ripetutesi nelle Cinque giornate. Rin-

gH animi sul nostro avvenire e notai che l'Italia


non mancher a s stessa. Qui una voce dal fondo della
con Garibaldi, soggiunsi che quella
sala avendo gridato
interruzione mi giungeva grata. Il programma di Garibaldi
il mio, ed io non potr dimenticare il suo nome quando si
francai

tratta d'una gloria nazionale.

GH oratori ebbero
lero.

Censurarono

il

pienissima libert e parlarono

Parlamento tanto, che

come

vol-

la Perseveranza

l'indomani disse parole severe.


Riassunsi dappoi

aveva detto che

il

varii

mezzo

discorsi,

di

quello cio che V. E. e Garibaldi


rivoluzione,

osservai

che

andare a
si

siccome Brofferio

Roma

mettano

l'oratore

non

quella parola accennare alle barricate,

ma

un

solo,

alla testa della

intendeva
al

con

movimento

220

il popolo della sua calma, dissi come


buon senso egli abbia provato, che han torto coloro
che temono di lui, quando usa della libert. Han torto i

delle idee. Ringraziai

col suo

reazionari che credono aver noi troppa libert, e coloro

che, discreditando le attuali istituzioni, gridano che Ubert

quando

ce ne sia poca. Quella stessa riunione provava che,

sappiamo valercene, libert ce ne abbastanza per progredire.


Poscia proposi le due risoluzioni, che avrai letto nei

Di seguito

giornali e che furono accettate con entusiasmo.


chiesi che gridassero

Viva

Garibaldi, e conchiusi,

l'unit italiana,

Viva

prima

invitandoli,

di

Re, Viva

il

sciogliersi,

mandare un saluto fraterno a Torino.


Ti ho fatta questa severa e precisa esposizione del mio
operato, perch

mene?

il

giornalismo lo ha falsato.

I miei avversari

fanno

il

Devo

loro mestiere,

irritar-

ma non

per

questo io debbo mancare al debito mio.

Andiamo ora a cose pi


10 non posso approvare
tura,

ma

sono

il

gravi.
le trattative, (i).

complemento

Sono una sven-

della convenzione del 15 set-

tembre e del trapiantamento della capitale a Firenze. Ci


trovi tu rimedio ? Quale questo rimedio ? Indicamelo ed
io sar
11

con

te.

17 novembre io stigmatizzai la Convenzione.

dissi quello ch'era nel

mio cuore,

e le

mie parole

(2).

Io

di allora

furono origine a tutto ciche mi accaduto dappoi. Se

ci

Mi avrai sempre

al

da far qualche cosa, imponi e seguir.

tuo canto, purch con noi non sia Mazzini. Tra

l'uomo non

ci

mando

Ti

pu

me

e quel-

essere pi amicizia.

Corsari che

mi

hai chiesto.

Ti abbraccio col solito affetto.

Tuo

di cuore

F. Crispi.
(i)
(2)

in

Accenna alle trattative dirette tra il governo italiano e il Vaticano.


Convenzione italo-francese del 15 settembre 1864 per lo statu-quo

I<a

Roma.

221

[Crispi a Fabrizj

176.

Modena].
Torino,

Mio

caro Nicola,

Rispondo prontamente

Duolmi che

la

mia

penosa impressione.
zini, e ci

ylsfSs.

vada

tua

d'ieri.

lettera ultima ti abbia prodotto

Ma che

mezzo

di

alla

la

vuoi

mia

Bisogna

testa

Gli

finirla

ho

una

con Maz-

scritto priva-

non mi dia conveniente risposta, per un mese lascer da banda ogni privato interesse,
e lo batter finch egH e i suoi si taceranno come fecero
tamente e crudelmente

ov'egli

con Mario.
Quello che scrissero di

me

sul contegno tenuto a

Milano

una menzogna. Io credeva avertene convinto con la mia


del 27 scaduto. Ma vedo che anche le menzogne penetra

rono nell'animo tuo come una verit.


B' una menzogna che io abbia approvato

con Roma.

come vuoi che

le

io le approvassi,

trattative

quando

riunione tenevasi per protestare contro le trattative

la

Chi

te lo rifer, fraintese, o mentisce a disegno.

Riassumendo

il

discorso di Oddo,

il

trattative disse che patteggiando con

scerebbe, osservai che

non

trattare,

ma non

il

quale parlando delle

Roma,

l'unit

si

sfa-

miglior partito per l'ItaHa, era di

per questo la nazione vi perirebbe.

Ricordatevi, soggiunsi, che la iniziativa fu presa dal papa,


il

non si sarebbe mosso,


stabiht del Regno d'Italia.

quale

alla

al certo

concetto

Cotesto
trattative

Tu

sarebbe

esso

se

non avesse creduto

un'approvazione

delle

sai, se io ti

amo, e

se apprezzo

tuoi giudizii, e quanto

non dovrai dimenticarlo. Non credere dunque anche tu quello che non ,
e criticami le idee mie e non le presunte.

interesse io

metta nel tuo

affetto meritato

2^
Sei in errore nel supporre che io abbia alluso alle rivelazioni di Miiller (i).

non per

Di quelle non posso

la posizione politica nella


i

e non devo parlarne


non ne avr mai, ma per
quale mi trovo. Non mi bastano
:

affetto a Mazzini, al quale

satelliti

del Mazzini, dovrei anche

dei cortigiani

attirarmi

il

vespaio

Calmati, amico mio e rivolgi

tuoi sguardi a quei signori

di Milano e di Napoli, che ispirati dall'uomo di

I^ondra

si

son messi in mente di sempre provocarmi.

Del resto

io ti

confermo

la

mia

del 27.

Stasera partir per Firenze.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

(i)

mezzo

Circa le intelligenze passate tra Vittorio


del Diamilla-Miiller, cfr.

Scritti di

il

Proemio di A.

Emanuele
Saffi al

e Mazzini, per

volume

XIV

degli

Giuseppe Mazzini.

{Crispi a Fbrizj

177.

Modena].
Torino, 7I6I65, {ore 5

Mio
Ricevo

p.}.

carissimo Nicola,

l'altra

tua e voglio risponderti prima di partire

per Firenze.

Non ho

nulla da modij&care.

so e l'ho scritta pensatamente.

La mia

Una

lettera aspra, lo

sola cosa

ho fatto per

devozione alla tua amicizia ed di aver ritirato una lettera

ad un inglese il quale
mi aveva promesso che gUel'avrebbe fatta giungere a
mani proprie. B' una lettera terribile, che gli avevo diretto
particolare a Mazzini, data sin da ieri

per recidere ogni quistione con

lui.

Nulladimeno prevedo

22 3

che avr a pentirmi di questo atto. Vedrai come ritorne-

me

ranno contro di

gli attacchi,

mi

to a fare quello su cui oggi

dire;

ma quando

arresto.

mie opinioni,

Senti: finch criticavano le

ed allora sar forse costret-

io

non ebbi nulla

cominciarono a calunniarmi ed a dipin-

paese quello che io non sono,

mio sangue mi mont


Tu non
i giornali di Mazzini, e per non puoi
farti un'idea delle ingiurie che mi hanno lanciato.
E' loro proponimento far credere al popolo che io sono un
rinnegato, che ho mutato di principii per febbre di potere,
che ambisco e per giungere non so dove sarei capace di ogni
germi

al

il

leggi

al viso.

bassezza.

Or bene,

in qualche

modo

essi

hanno raggiunto

lo

scopo e la tua lettera n' una prova perch anche in cotesta


vi sono di coloro che, credono che io

non

sia quello

che ero

altra volta.
ly'altro

attuah

il

giorno

il

istituzioni.

sistema cui

si

Popolo d'Italia faceva un articolo contro le

Come

convertito Francesco Crispi.

mani ancora in polemica colla Nazione


un intercalare anche per Crispi,
It'

Unit del

giugno

proposito del meeting di


scrive nella cui

fioca

Questo

l'indo-

credi ch'egli conchiuda?

di Firenze e tosto

piena zeppa di contumelie a

Milano

Il

signor Crispi

voce e stentata

ci

essa

parve leggere l'av-

vilimento per aver rinnegato la fede primiera coll'opuscolo

Republica a Monarchia, tent come presidente di riassumere


i

discorsi dei diversi oratori. In tale riassunto

generale poca esattezza

non

so quale precetto di Mazzini, che invertii

frase,

che

lo feci

notammo

in

qui ad imputarmi che io tacqui

non so quale

a ragion pensata, con mahzia, ed altri com-

plimenti dello stesso genere.

Se Mazzini fosse un uomo


onest, queste bricconate

leale, se

non

le

conosce pi che ogni altro, ed ha


farmi rispettare.

Ma

egli e

avesse un briciolo di

permetterebbe. Egli mi
il

dovere di rispettarmi e

suoi vogliono uccidere la

mia

224

riputazione e

lever

il

ma

te,

non ho mutato

ma non

nato due volte

come

si

non

ci

arriveranno. Taccio oggi

mi spingono a riprendere la penna,


non resteranno

salvi che

gli onesti.

in nulla ai miei principii. Io

sco cariche, ne posti


paese,

se

sipario e dei mazziniani

solamente
Io

assicuro che

ti

per affetto a

ambisco

il

Ho

avvici-

labbro alla tazza del potere, e la respinsi


il

veleno. Del resto l'Italia condannata

a dover essere governata dai


il

non ambial mio

ancor utile

per tirarne alcun compenso.

respinge

Cotesto

di essere

solo

essere discreditate e

mezzo
il

tristi

col

o dagl'inetti.

quale

le istituzioni

possano

paese tenuto in quella perenne agi-

tazione che fa la fortuna degl'intriganti.

Vuoi

altro

? Il

capo mi pesa pi per l'affluenza dei pensieri,

che per la lunga lettera. Kn'ora hai trionfato su di me,

ma non

hai trionfato mai, n trionferai sul Sig. Mazzini.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

[Crispi a Ignazio ?

178.

Palermo].

Torino, 21I26J65.

Caro Ignazio,
I^a lotta

tiva.

con Mazzini ebbe cominciamento per sua

inizia-

Fui costretto dalla mia dignit a rispondergli, e

cosa avrebbe potuto terminar

l,

ove colui che

il

la

primo diede

fuoco alla miccia non avesse continuato co' suoi giornali,

non a discutere le mie idee, ma ad ingiuriarmi, a provocarmi,


a falsare ogni mio concetto.

225

Io non ripeter

me

e che

avere

il

cose scritte quotidianameiite contro di

le

anche oggi trovansi nei giornaU che

monopolio della difesa dei

diritti del

si

spacciano

popolo. Avre-

dovuto leggerle prima

di darmi consigli e di chiamarmi


ad una concordia da Arcadi. Risposi con la mia lettera del
5 giugno la quale non ingiuriava niente il Mazzini, ricordando

sti

un fatto vero e non contrastato da lui.


Cotesta lettera fu approvata da moltissimi amici miei.
Mazzini, quale cospiratore non fu mai republicano, e ci
sua gloria. Nell'interesse dell'unit italiana ora invoc la

monarchia ed or

la repubblica,

duto che l'una o


tere

il

l'altra

forma

secondo
di

abbia cre-

ch'egli

governo valesse a scuo-

paese ed a compiere l'emancipazione nazionale.

Oggi

egli di

avviso che ogni esperimento con la monar-

chia fatto e che solamente la repubUca pu darci

Venezia. Nulladimeno

ci lascia

sperare, che, ove

il

Roma

Re impren-

desse la guerra contro l'Austria, sarebbe altra volta col Re.

non duopo

Ch'io pensi diversamente


la linea tracciatami in

il

dirlo. Io

seguo

maggio 1860, ne per questo sento

di

aver disertato la bandiera del popolo. Con quali intendimenti

propugni le mie opinioni, che non sono d'oggi ne nuove,


mi ripugna l'animo a dichiararlo, perch potrebbe sembrare
una difesa. I^e calunnie non mi colpiscono, vengano esse da

io

da nuovi. Costante ne' miei

antichi avversarii o

propositi,

fedele alla bandiera dell'imita nazionale, l'indomani

mi ha

dato sempre ragione.

Quanto non

me

al 1860,

si scrisse,

non

si

disse e

non

da amici e da nemici! Allorch

ci a patire e che

si

videro e toccarono con

si

fece contro di

la Sicilia

mano

brutta amministrazione alla quale fu dannata, tutte


si

comin-

danni della
le

voci

levarono per proclamare che avevano avuto torto nel com-

battermi.

Avverr

lo stesso

da qui a qualche anno per

che oggi voglio inaugurata


13

la politica

226

Che ne ho ottenuto dall'opera mia?


Non ho una croce, non ho uno stipendio, vivo del mio lavoro. Sar lo stesso per l'avvenire e non tutti potran dire
altrettanto.

Salutami tuo padre.


F. Crispi.

[Crispi a

179.

?].

Torino, sz/js.

Mio

caro

Duca,

Grazie della tua afEettuosissima in data del 19 volgente


e della comunicazione che

Tu sei un uomo

mi

dai.

di cuore, e ti assicuro

che

il

tuo affetto non

cade su terreno infecondo. Anche io sento, e nei momenti


che corrono ogni manifestazione di amicizia mi giunge per
ogni

modo

gratissima.

Hai dovuto accorgerti come siasi organizzata una indecente


camorra contro

di

me. Dopo essere stato assalito da Mazzini

senza un pretesto che potesse legittimare

doveva tacermi, e perch


il

il

risposi ai suoi botoli

suo attacco, io

hanno esaurito

vocabolario delle ingiurie e delle villanie.

Io capisco che per essere realista bisogna essere col Re.

Non capisco affatto che, distaccandosi da Mazzini, un galantuomo debba essere dichiarato disertore deUa bandiera
popolare, idrofobo monarchico, rinnegato ecc.

Siamo proprio un popolo


abitudine.

di cattolici, se

col papa, o all'inferno

essere stata proclamata

non

di fede di

e questa bestemmia,

dopo

in religione viene proclamata in

poHtica.

Io cospirai fino al 1848, e poscia presi la via dell'esiHo senza

avere avuto contatto con Mazzini.

I^a

mia intimit con

lui

22^;.

fu dal 1856 al 1860.

Donde

venuto ch'egli sia

e che io debba esser con lui

come uno schiavo

mio maestro,

alla catena?

Ti abbraccio di cuore.

Tuo af.mo
F. Crispi.

\Carlo de la Varenne a Crispi

180.

Torino].

MonCher Ami,
J'prouve

le

besoin de vous adresser

mes

flicitations sur

vos succs lectoraux, non moins que sur l'attitude

politi-

que que vous avez rsolument prise cette anne.

Vous connaissez depuis longtemps mes sentiments

cet

endroit. Votre excellente lettre Mazzini a f ait de vous l'hom-

me

ncessaire. Maintenant, le Tierce-Parti doit venir

et faire ce

que Cavour a

fait

avec

raison, sinon encore d'inclination.

lui

Ce n'est pas

un vieux rve de mon imagination;


veuille

prenne ainsi

que tonte
!

la

seulement

c'est l'opinion trs-con-

vainque de quiconque en France s'occupe des

Dieu

Vous

en 1853: un mariage de

affaires d'Italie.

Dputation Pimontaise

Vous ne pouvez dominer

la situation

le

com-

qu'avec

eux; ilsnepeuvent tre forts que par vous.


J'irai vers le milieu

pour voir de prs

de dcembre faire un tour Florence

les choses.

Je serai heureux de vous y ren-

contrer. Adieu...
Paris, 6 novembre 1865.

Votre tout devou

Chari^es

de

I.A

Circa l'amore all'Italia di questo ottimo francese


spi

I Mille.

cfr.

Varenne.
Francesco Cri-

228

[Amilcare Mattiucci a Cris-pi

l8i.

F'irenze],

Onorevole Signore!
I^a gioja

che

si

spande oggi tra questo popolo, onorato

della invidiabile presenza vostra, chiaro indizio del desiderio

con cui vi attendeva, del piacere con cui ora vi accoglie, della
speranza che in Voi ardisce di collocare. Orgoglioso di avervi
a propugnatore de' sentimenti suoi all'assemblea nazionale,
convenne all'urna elettorale spontaneo e concorde, vin-

cendo per ben due volte

la

gara sopra chi al vostro

nome

il-

lustre, gloriosamente provato nelle lotte parlamentari, ne

preponeva
I

altri

a noi sconosciuti.

compresi

Tifernati,

della

viva

scenza, onorano in Voi l'uomo che

indelebile

colla

ricono-

eccellenza

delle

virt politiche rese all'Italia eminenti servigi, e dopo averla

eroicamente difesa col braccio, ne propugn coll'altezza dell'ingegno


II

pi sacrosanti

diritti.

ci rammenta i fasti d'una rivocome per miracolo, e questa fausta


pensiero che in un giorno non lon-

vostro nome, o signore,

luzione gloriosa compiuta

ricordanza

ci

conforta nel

tano vedremo

il

completo trionfo della libert della nostra

patria ancora profanata dalla presenza dello straniero.

Piacciavi intanto, quasi arra dei grandi onori che vi aspet-

tano, avere a grado l'omaggio che vi tributano

gli

abitanti

di questa Citt, iscrivendovi alla loro cittadinanza, in

moria della vostra venuta

fra essi, la quale

maniera n con maggiore dimostrazione

me-

n in pi degna

di affetto ci

dato

di festeggiare.

Possano questi legami


meglio

di leale fratellanza rafforzare vie

nostri nobili intendimenti e condurci alla

meta ago-

gnata.

voi,

quantunque

eletto

Rappresentante

al

Nazionale

Consesso dal paese che vi diede la culla, non dubiterete di

229

accettare

il

clamammo

mandato da noi che vi salutammo ospite,


sperammo protettore.

vi ac-

cittadino, vi

Dal Municipio

di Citt di Castello, i6 novembre 1865.

Sindaco

Il

Amii,care Mattiucci.
Onorevole Signor
Avv. Francesco Crispi
Citt di Castello.

Crispi era stato eletto deputato di Citt di Castello

il

29 ottobre.

A pro-

una lettera del


suo programma,

posito delle elezioni generali del 1865 giova ricordare che in

14 ottobre diretta A' suoi amici di Sicilia

propugnando riforme

Crispi indic

radicali. Egli voleva, tra l'altro

il

assicurata la vita

degl'impiegati dello Stato con buoni stipendi e garantito

loro avvenire

il

emancipato il pubblico ministero dalla dipendenza del potere esecutivo e data alla magistratura quell'autorit che
le viene tolta dal Governo con le traslocazioni e con gli onori resa ai Munidalle arbitrarie destituzioni

imposta la rendita di tutti gli individui in proporzione


dei proprii averi, dispensandone coloro che ritraggono il necessario alla
cipi la polizia

mano

vita dall'opera della

o dell'ingegno

dichiarate

autonome

le

uni-

versit e data alle provinde ed ai cornimi l'istnizione inferiore, aggiungen-

dovi

l'insegnamento

gratuito e obbligatorio

separazione

del

assoluta

potere legislativo dall'esecutivo, e per esclusione degli impiegati dalle

Camere

membri

divieto ai

del

Parlamento di accettare pubblici

che hanno asstmto imprese o preso appalti

ineleggibilit di coloro

uffici,

nell'in-

Senato elettivo e non emanazione del principe ea 21 anni compiuti che sappiano leggere e scrivere;
mandato legislativo perch l'aula parlamentare sia accessibile

teresse dello Stato

il

lettori tutti gl'italiani

retribuito

a tutte

il

le intelligenze

manifestare

comune.

il

diritto di associazione e di ritmione e quello di

propri pensieri

con la stampa, sotto l'impero della legge

230

1867.

Crispi

offre

annuente Garibaldi, l'appoggio

Cialdini,

Cialdini si sente esautorato dall'ultima


Cialdini su Crispi
visita

il

Bovio

Veneto liberato

un

collegio pugliese

Romano
-

Garibaldi dissente

Crispi ottiene che

zienze di Garibaldi

un

il

una Spedizione

Generale torni libero a Caprera


-

Non

tuto impedirla, Crispi aiuta l'azione garibaldina nell'Agro

Comitato Centrale

e corrispondenze del

surrezione di

Roma

Sottoscrizioni straniere

dio di casa Ajani in


di Villa Glori

una

pro-Roma

Il

il

relazione di Cucchi

Atti

L'intervento francese

Comunale

di Torino

Monterotondo

di Garibaldi
-

L'ecci-

Bertani descrive l'episodio

Mentana

campo

Arresto di Garibaldi

Un

ten-

Crispi e

-Al

Vari-

Crispi prepara la difesa giudiziaria di Garibaldi.

[Crispi a Enrico Cialdini

182.

Romano

Gli zuavi francesi inferociscono sui nostri feriti

proclama garibaldino del 3 novembre

gnano

Gadda

del Consiglio

Ministero Menabrea

tativo di governo republicano nel

Impa-

avendo po-

Rattazzi aiuta segretamente l'in-

I fucili del Prefetto

Batter e la sottoscrizione

Garibaldi

portafoglio mi-

Rattazzi fa arrestare Garibaldi a

Evasione di Garibaldi da Caprera

Giudizii di

a Crispi

Rattazzi offre e Crispi rifiuta

Sinistra

della

di guerra

Crispi scrive a Garibaldi per dissuaderlo da

nisteriale

nell'Agro

Sinalunga

offre

campagna

Bologna].

Firenze,

Generale

febbraio

1867.

Occupato qual commissario pel disegno di legge che

il

ministero ha presentato in favore della Chiesa cattolica,

non posso allontanarmi un istante da Firenze onde venirle


a ripetere di viva voce quello che per bocca amica le fu
esposto sulle condizioni del paese, e sulla necessit di costituire

il

partito progressista in

Italia,,

231

Il

paese,

dopo

la soluzione del

problema veneto,

si

trova

in gravi disordini all'interno, senza amministrazione, senza

con un malcontento generale nelle popolazioni,

danaro,

insidiato dalla reazione clericale, la quale tenta tutte le

vie per

rapirci

libert,

onde poscia scomporre quella


provvidenzialmente

abbiamo

una

posizione,

onde prevenire

pericoli e rad-

che

nazionale

doppiano

non

ultimi sette anni,

quasi

tempesta,

la

le difficolt.

provvedano.

la

raggiunta. Ogni ora che passa senza prendere

unit

si

si

accrescono

Urge che i patrioti si raccolgano e


pu provvedere coi mezzi usati negli

ma necessario ricorrere

a misure radicali,

che praticate a tempo possono salvar tutti e tutto.


Io e la migHor parte dei miei amici abbiamo rivolto gli
occhi

su

lei

crediamo

eh'

EUa

vorr

nostri desiderii. Pacificamente e con

corrispondere

buone

leggi c'

ai

una

buona battaglia a combattere, e le assicuro che la vittoria


non sarebbe meno splendida di quella che ci attendevamo
fronte

di

allo

EUa dovr

straniero.

essere

il

capitano

In attenzione d'un suo riscontro mi creda


Devot.mo suo
F. Crispi.

[Cialdini a Crismi

183.

Firenze].

GRAN COMANDO
DEI,

DIPARTIMENTO MH^ITARE
DI BOI^OGNA
Bologna, zi febbraio 1867.

Stimat.mo
ItSL

Sig.

di Lei lettera del 7

Crispi,

mi giunse

ier l'altro

a sera soltanto.

Ci ho pensato sopra quasi due giorni per risponderle.


ci

il

Da

ritardo di questa mia.

Ringrazio Lei e gU amici suoi della fiducia di cui mi onorano, alla quale per

dere come

si

non mi sento

vorrebbe.

in grado di corrispon-

232

L'ultima campagna mi ha esautorato per contraccolpo,


bisogna riconoscerlo, e ritomai a casa pi debole di quanto
il

prima della guerra. Manco

fossi

parlamentare,
fede in

me

Insomma
di

manco d'ambizione e

uomini

io

oggid.

sono vecchio e sfiduciato e

gagliardi e fidenti

come

Oltrecci vivendo ritirato dal


essere

quel ch' peggio di

stesso per osare grandi cose, quali sono neces-

indispensabili

sarie,

di esperienza e di abilit

pienamente conosciuto.

e taU quistioni gravissime

l'Italia

ha bisogno

la giovent.

mondo

politico

non posso

vi sono sul tappeto tante

intomo

alle

quali importerebbe

anzitutto intendersi e cader d'accordo per non trovarsi

poi in disaccordo pi tardi. Alla quistione finanziera


lacciano quelle di

un nuovo organamento

si al-

dello Stato, delle

riduzioni dell'Esercito e della Marina, e tengono dietro la

quistione di

Roma, che

incalza, quella d'Oriente che

avanza

e quella delle alleanze, tanto nel supposto che l'Imperatore

muoia

di Francia viva lungamente, quanto nell'ipotesi che


presto.

Per ultimo, posso avere motivi per credere che

non pensa e non amerebbe


attuali momenti.

ricorrere all'opera

la

Corona

mia

negli

Queste ragioni ed altre che ometto mi consighano a dirle

francamente di non fare assegnamento alcuno su di me,

non sentendomi capace di quanto gl'interessi d'Itaha reclamano da un futuro Ministero.


Quando anni sono le scrissi esortandola ad organizzare
su base indubbiamente monarchica e governativa
tito

il

par-

avanzato. Ella applaudendo al pensiero rispose non

sentirsi

con forza di

pi vecchio, pi stanco e
litiche

Non meravigH dunque, se io


di I^ei meno atto aUe lotte po-

farlo.

provi eguale o maggiore sfiducia.

233

Ad

ogni

modo

di credermi

le

sono grato della sua lettera e la prego

sempre e

di cuore

devotissimo suo

Enrico Cialdini.
Certamente questa lettera fu scritta in un momento di depressione d^
spirito. Il Cialdini

mostr

non

egli stesso nel

si

Garibaldi, poi di costituire


Il

un ministero.

grande concetto nel quale

da quanto ne scriveva

come diun accordo con

sentiva tagliato fuori della vita pubblica

corso di quell'anno, prima tentando

circa lui

il

Duca

di

anno avanti

Gaeta teneva
Mordini

al

Crispi, risulta

Bologna, 14 maggio 1866.

Amico Carissimo,
Occupato di faccende esclusivamente militari non leggo giornali, non
vedo quasi niun uomo politico, ricevo poche lettere private e quindi non so
bene quanto succede. Come, perch e da chi sia stato attaccato Crispi
cosa che ognoro. Duolmi per, e molto, che ci sia accaduto, tanto pi che
mi dici esseme Egli rimasto addoloratissimo. Vorrei poter dargli qualche
conforto. Ma non ho da offrirgli altre consolazioni fuorch quelle dei dannati.
Puoi dirgli ch'ebbi io pure la mia parte, e non lieve, di dispiaceri.
Son per certo che la robusta mente e l'animo cittadino di Crispi hanno
tal tnpra da sfidare la velenosa influenza delle ingiustizie, delle gelosie,
delle calunnie, dei disinganni.

Un uomo, qual'Egli non pu a meno di riflettere e di capire che non


propugnano grandi principii, non si difendono grandi cause senza combattere e che non si combatte senza rischio di restare ucciso o ferito. Ma
a conti fatti non pu esser dubbia la scelta per gente come noi. In politica
si

come

in guerra meglio cadere fra morti e feriti di quello che vivere fra co-

dardi ed imbelli. Sta poi nella natura dei forti affetti e delle gagUarde convinzioni di crescere in faccia agli ostacoli, d'ingigantire in proporzione de'
sacrificii

che costano e dei dolori che recano. Figlio prediletto della madre

sempre quello nel cui parto soffri maggiori spasimi.

Io quindi sono tranquillo in quanto all'amico tuo, perch se conosco


poco personalmente il Crispi, ho per di lui im concetto sicuro come uomo
politico e come cittadino. So tutto ci ch'Ei vale, bench forse Egli ignori
quant'io lo stimi.

Sono informato che Rattazzi combatte a oltranza il nostro progetto


Me ne duole e tanto pi che non sono ora in misura
lottare. Mi si assicura per che il Barone tien fermo. Sappimi dire cosa
sia per aria. Ho qualche cattivo presentimento. C' chi d pessimi

di tregua e coalizione.
di
ci

consigli.

proposito di ci preoccupatevi

ehe esorta sempre

il

Re

un

po' della stranezza di Garibaldi,

(non mancher di farlo rivedendolo) a mandare

234

Parlamento al diavolo, a pigliarsi pieni poteri, a scuotere il giogo de'


a farsi dittatore e via dicendo. Vedi capriccio del destino Garibaldi passa per mille volte pi liberale di me.

il

Ministri,

Addio

scrivo a Nicola

Saluta Crispi e credimi


Aff.tno

tuo

ClALDINI.

[Fahrizj a Crispi

184.

Firenze].
Firenze, 16 febbraio 1867.

Caro

Ciccio,

Sono un po' malato. Perci

ti

mando

l'accluso biglietto

che tu leggerai e mi rimanderai collo stesso mezzo.

Per quanto per ora

il

caso pratico cui riguarda non abbia

luogo, per bene che

il

parere dell'amico sia tenuto in

conto pei casi avvenire.


I/'interpellanza a cui risponde era nel senso che alcuni

amici

occupavano a vedere di rendere possibile

si

la

com-

binazione di cui parla. I^a risposta fu questa.

Addio.
affez.

N. Fabrizj.

[acclusa nella precedente].

Caprera, 12 febbraio 1867.

Mio

Non

caro Fahrizj,

approvo

solo

ma

credo impossibile

trovare una

migUore combinazione ministeriale della Cialdini

Bixio

Crispi.

Vi rinvio

raccomandata

graziandovi di cuore per

le

la petizione di Riggio, e rin-

parole vostre gentili.

Sono sempre

vostro

G. GaribaIvDI.

235

[Giovanni Bovio a Crispi

185.

Firenze].

Rispettabilissimo Signore,

Perdoni ch'io oso

la

seconda volta importunarla. Trat-

non lieve momento, e quelli che col


stanno alto hanno il dovere di ascoltar tutti.

tasi significarle cose di

merito loro

Se mai per

le

condizioni estraordinarie ed infelicissime

povera SiciHa

in cui versa la

dessero impossibili, o

il

ivi le

popolo non

Ubere votazioni

si

ren-

presentasse all'urna

si

stanco de' suoi patimenti, Ella potr scrivere subito

ai

suoi amici di questa Provincia di Bari, anzi dovr farlo,

perch noi subito proporremmo

il

in qualche Collegio che vuol rovesciare

a qual

nome

nome

suo
i

malvoni e non sa

volgersi. S'Ella poi sicuro della

in altra parte, e

rispettabile

sua elezione

vede pericolare qualche nome generoso e

meritevole del suffr aggio popolare, ce lo significhi tosto


e noi ci

adopreremo unguihus

et rostris.

Forse avrei potuto

questa volta conoscerla da vicino, per l'amore che mi han

dimostrato alquanti amici di altro Collegio di questa Protrentesimo anno e avuto di

vincia, se avessi

compiuto

che

sostentarmi

convenevolmente a Firenze.

Ma megHo

cos,

perch posso continuare in qualche

modo

que' poveri

il

I^ mandai un saggio nel Verbo Novello che


mi ha fatto in qualche guisa conoscere neUa mia Provincia.
Persuaso dagU amici a concorrere per la Cattedra di Diritto Penale, vacante in Bari (giacch chi concorre non chiede
studi di cui

ma

impieghi,

premio

al merito)

di Pubblica Istruzione

non pure

cortesemente

salutato,

letterati

e valevolissimi che difficilmente


de' concorrenti.

Prego

I^ei,

se

io presentai al Ministero
il

mio hbro, gi da molti

ma

altri

titoU numerosi

pu avere chiunque

altro

vede che nessun altro ha pre-

della mia
un pochino perch mi

eguaH

sentato opera migliore

e titoli

di vegHare

sia fatta la giustizia e

non

altro.

I titoli miei si

ai miei,

trovano nel Ministero sotto

la

236

data del 6 Gennaio corrente anno, e sono


soltanto. Iva chiedo perch molte volte
la chiedo

modo

qualche

la chiedo

solo

preti

Se

suol fare;

si

quelli

chiedo infine, perch

che fanno guerra

dopo aver proclamato

altro che preferire

sono

allo stallo de' professori,

Ministero ha preso l'avviso di preferire

in aspettativa,

si

perch io potrei essere

la

debbono ascendere

ma con maggior diritto anche


il

giustizia

pubblica istruzione in questa pro-

alla

vincia con la liberissima parola

non

non

ma

perch molti concorrenti sforniti di merito

recati a Firenze per brigare


utile in

non mi

tali ch'io

sento necessit di chiedere grazia a nessuno,

il

concorso,

detti professori in caso di

ai preti.

professori

non pu

parit. In

ogni altro caso deve rispettare la religione de' concorsi


spesso violata. B' vero che

nuoce, perch

ha

il

il

giudizio del Ministero

giudizio degli

abitatori della Provincia

gi sentenziato a chi quella Cattedra

sono stato invitato a concorrere da'


del Iviceo di Bari

ma

non mi

credo che

il

si

spetta, ed io

medesimi professori
Ministero non vorr

farmi questo oltraggio immeritato.

In ogni

modo

sarebbe pur giovevole ch'Ella a qualche

amico raccomandasse che mi sia fatta ragione, o che almeno vigilasse un pochino per me. Questa medesima preghiera io gHela feci a qualche illustre deputato, che promise

adoperarsi vivamente per


della Camera,

me

non sapendo

se

ma

dopo

lo

sciogHmento

quegH amici sieno o no

ri-

masti in Firenze, mi sono avvisato di rivolgermi a I^ei. O


che possa o no per me occuparsi, non tralasci (in caso che
il

crede) di scrivere a noi

opportunamente

sul

primo punto

ho dettato ad istanza di molti votanti.


Accetti sempre la mia stima, e mi continui la sua bene-

della lettera, ch'io

volenza.
Trani, .3 Febbraio 1867.

All'Illustre Francesco Crispi.

^^^ devotissimo
Giovanni Bovio,

m
[Canzio a Crispi

i86.

Firenze].
Venezia,

Carissimo

La partenza

marzo 1867.

Crispi,

del Generale per

Udine ha preceduto

di

mezz'ora l'arrivo della carissima tua, perci mi fu impos-

immediatamente quanto mi

di poter eseguire

sibile

I^a consegnai per, acclusa in

ger

una mia, ad uno che raggiun-

Generale questa sera ad Udine.

il

EgH

direttamente. Io e Teresita restammo qui

Padova

dici.

ti

risponder

precederemo a

l'arrivo del Generale in quella citt -

non amando

portare Teresa nelle Vallate delle Alpi Friulane tanto pi


poi viaggiando

Nulla

ti

come viaggia

il

Generale

volando.

dir del viaggio del Generale e delle varie acco-

ghenze avute nelle varie citt che

visit.

ma per temo molto del risultato.


siasma, ma non ci comprende ancora v'

dibile,

Sorpassa l'increIl

Paese

si

entu-

ancor molta

illu-

sione pel Governo, spinto al punto che malgrado i discorsi del

Generale

RicasoH

Da

il

paese crede ad un perfetto accordo fra

lui e

parte nostra poi,

si

manca di tatto, di buon senso,


un po' di quella antica malizia

e pi che importa ancora di

ItaHana. Bisogna convincersi che oramai

il

paese stanco

i soHti nomi dei soliti imbecilli.


un nome nuovo. Saremo obbHgati a

di sentirsi sempre a ripetere

Venimmo

qui senza

proporre anche Pantaleo

Teresita saluta la tua Signora unitamente a me.


il

Ama

tuo
S.

Garibaldi faceva
all'Italia,

in tutti

veniva

un viaggio

la volta di

discorsi del Generale.

Dopo la congiunzione di questo


nome della sospirata capitale era

nel Veneto.

Roma

il

Canzio.

23B

[Cesare Parenzo a Crispi

187.

- I^^irenze],

Rovigo,

marzo

i86y.

Caro Crispi,
Io vi ringrazio innanzi tutto della fiducia che

mi dimo-

strate coU'offrirmi la direzione d'un giornale che sorgerebbe

sotto ai vostri auspici.

alla vostra fiducia io

debbo

ri-

spondere francamente sia per quanto riguarderebbe la condotta del periodico stesso, sia per quanto riguarda la mia
posizione personale.

Comincer dal ragionarvi di questa. Io sono


amministrazione

alla Dire-

mante-

zione del Sole.

I^'

nermi in posto

fino alla fine del

non intervenga

disdetta, fino alla fine del 1868. Per corri-

spettivo essa

mi ha dato 300

tutte le economie che

preventivato al

si

obbligata a

si

1867

lire

e,

ove nel novembre

mese

al

oltre

verificassero nell'anno sul passivo

gennaio. Per darvi chiara l'idea di questa

tP

seconda condizione vi cito xm esempio. Al


preventivato per

il

'67

un passivo

nuovi abbonati, minori spese,


bre

liquidasse in 20.000

si

Per

al i.

all'8o%su

gennaio 1868

il

gennaio

il

si

Se tra

passivo al 31 dicem-

8000 Hre sarebbero per mei

lire,

preventivo passivo non sarebbe

naturalmente di 30.000 Hre,

Nel programma

ecc.,

di 30,000 Hre.

ma

fissato s'era

di sole 20.000.

convenuto che

la

poHtca

avrebbe avuto nel Sole un'importanza secondaria e

si

sa-

rebbe invece curata la parte economica, finanziaria, industriale.

Avvenuto

azionisti

lo

sciogHmento della Camera molti degli

volevano che non s'entrasse nel campo elettorale.

Io sostenni che una tale idea sarebbe stata la morte del giornale e

il

mio parere

trionf.

rifiutano a pagare le azioni, e


esistenza.

Ad

ogni

Senonch ora
il

dissidenti si

Sole minacciato nella sua

modo anche ove

continuasse io

impegno formale e posso abbandonarne

non ho

la Direzione.

239

Ma
del

intendiamoci

nuovo

(e

qui entro nella qmstione dell'indirizzo

periodico). Io accetterei la Direzione d'un gior-

nale che s'ispirasse a voi e a chi altro voi indicaste

capo della Sinistra


le bizzarrie e le

dono
tito

non

come

vorrei impazzire a difendere tutte

stranezze di molti dei nostri amici che sie-

ammetto che nel parammetto che lo


assurdo, ma un partito deve

sui banchi dell'opposizione. Io

non

ci

abbiano ad essere

scatto fatto dal Diritto sia


organizzarsi pi o

divisioni,

meno compattamente,

e questi soU ispirare

un

avere

giornale. Il giornale

suoi capi,

insomma deve

esser organo delle idee complessive e concordi del partito,

non

difensore di tutte le idee, di tutti gli atti dei singoli

il

compongono

individui che

il

partito.

Intesi su questo punto, sar facile intendersi sul resto.

Non
se

mi

faccio questione

d'interesse.

Tuttavia vi sarei grato

diceste press'a poco le basi su cui

a fondarsi,

il

il

giornale andrebbe

formato, la durata probabile ecc. ecc.

Se mi volete a Firenze telegrafatemi a Rovigo, dove


ster fino a mercoled.
tizie,

Ove non abbia

re-

vostre lettere e no-

andr a Milano.

In attesa vi

mando un

saluto di cuore
Vostro

Cesare Parenzo.

Questa lettera di Cesare Parenzo, che da giornalista divenne dappoi


avvocato-principe e senatore del Regno, allude alla direzione del giornale
della Sinistra che fu fondato tre mesi

a primo

[M ordini

88,

Caro
Lessi

dopo

col titolo

La Riforma, ed ebbe

direttore Antonio Oliva.

ieri

a Crispi

Firenze].

Ciccio,

sera con vero piacere la tua

a primo scrutinio nel tuo fedel Collegio

dupHce elezione
di Castelvetrano

^40

e in quello di Maglie. Grandi speranze ripone in te l'Italia

ed

io

son certo di vederle realizzate.

Sta sano e credimi


Pisa, 14 marzo 1867.

Tuo

Amico

aff.mo

A. MORDINI.

B. Cipriani stato abbandonato dai suoi Elettori del


Collegio Santo Spirito. Bisogna pensare a trovargli
legio che
dirglielo

prima,

potr

momento opportuno

al

perch

recalcitrerebbe.
riescire

[Garibaldi a Crisfi

189.

Una

un

ma

renda giustizia a quest'ottimo amico,

Col-

senza

tua parola

efficacissima.

Firenze].

S. Fiorano, 20

marzo 1867.

Caro Crispi,

Non

sar

il

22 a Firenze

potrei sono un

tantino

anche che volessi non

lo

modo

se

incomodato.

In ogni

sar bisogno sar sempre con voi.


Vostro sempre

G. GaribaIvDI.

[Crispi a Rattazzi

190

Firenze].

Egregio Signore,
1

miei amici ritengono che la Sinistra non debba andare

agli affari fino al giorno in cui la

Corona non l'abbia

tamente chiamata, e che andandovi debba


uomini che indichino

al paese

diret-

associarsi

ad

rotta ogni soHdariet col

passato.

Invitato da

I^ei

voti ottenuti alla

senza altro titolo che quello dei 142

Camera

nella elezione del Presidente, io

241

debbo rispettare le esigenze di coloro che mi diedero cotesti


voti. Solo, non potrei fare il bene che vorrei per essere una
forza necessario che io abbia l'ausilio degh uomini coi
;

ho comuni le opinioni e gl'intendimenti.


Quand' Ella adunque non abbia a pormi sott' occhio
altre considerazioni, io mi troverei obbligato, per le obbiequali

zioni che

mi

si

fanno e per l'opposizione che vedo sorgere

non voler contare su

da

ogni parte, a pregarla di

la

composizione del nuovo Gabinetto.


Desideroso intanto che

le

si

daremo

il

per

possano trovare nella Camera

persone competenti a comporre

curarla che gh

me

di

il

Ministero, devo assi-

nostro appoggio in quelle leggi che

abbiano per iscopo di trarre

miserande condi-

l'Italia dalle

quah caduta.
Per parte mia non posso che

zioni nelle

I^ei

da

ringraziarla dell'onore

compartitomi e dirmi coi sensi della maggiore stima


7 aprile 1867.

Devotissimo suo
F.

Crispi.

Questa lettera appartiene al periodo della gestazione del Ministero Ratche fu poi costituito il io aprile. Crispi invitato a parteciparvi, si

tazzi,

riserv d'interpellare gli amici e fini col declinare l'offerta.

precedente, nel giugno,

Anche nell'anno

Ricasoli aveva tentato di attrarre Crispi al Go-

il

verno offrendogli il portafogli della giustizia. I^'essersi allora rifiutato sinanco di aver un colloquio col RicasoU perch riteneva impossibile ogni
accordo, fu buon consigUo alla vigilia della guerra, egli non avrebbe potuto
modificare il corso degli avvenimenti e avrebbe subito le conseguenze di
responsabiht altrui. Per in aprile '67, con Rattazzi risoluto a governare
con le idee liberali e a cancellare gli errori del 1862, Crispi avrebbe fatto
prevalere le riforme democratiche ch'erano mature nella sua mente, orga;

nizzato lo Stato e indirizzato la questione di


dette a esigenze ideali di partito.

governo

sia per l'infiuenza

Ma

Roma

la Sinistra

che la politica estera

alla

sua soluzione. Ce-

non poteva andare


(leggi

Napoleone

allora al

III), eser-

citava sulla politica intema, sia per le tradizioni regionali e dinastiche,


sia per

partito.

zione

pregiudizi radicati contro l'origine democratica dei migUori di quel

Prima

di diventare partito di governo, la Sinistra dovette dar cau-

porsi sotto la direzione di uomini che

non avevano precedenti

ri-

242

voluzionari e appartenevano al fedele Piemonte. Rattazzi fu riconosciuto


il 1867 capo della Sinistra, e morto lui, nel 1873, fu levato sugli scudi
Agostino Depretis. Quando finalmente la Destra fu esaiirita (18 marzo 1876)

dopo

Crispi che era stato la vera mente del suo partito, primo sempre nei momenti pi agitati della vita nazionale, fu lasciato in disparte
!

[Rattazzi a Crispi

191.

Firenze].

Egregio Signore,

Non

posso nascondere la dolorosa impressione, che pro-

le

me

duce in

la di lei lettera,

del di

ed

io

che ricevo in questo momento.

mi aveva dato mi

ch'Ella

Iv'affidamento,

assenso ad accettare

lei

da due

giorni

wA

portafogHo della giustizia

il

affatico per

comporre

questa assicurazione. Ora

partendo da

non intende pi

di associarsi

assicurava

il

gabinetto

EUa mi

dice che

ad uomini, che abbiano qualche

soHdariet col passato. IMi permetta di osservarle, che a-

vrebbe in

tal caso

meno

non

cos

e lasciato

A
che

il

v' divergenza di

essere difficolt di persone

momento

mi sembrava, che

quando

si

quale sia
flette

si

lascia

il

di

lei

se v'era

sfuggire l'occasione

un

adesso,

grande, che

conoscendo

patriottismo, vorrei sperare che, se

primo pensiero. Io ne

la

attender ancora sino a stasera

Non

vi dovesse

fosse necessaria, preci-

sopra a mente pi tranquilla,


al

risposta.

Ad

dissimulo

potr presentare.

Questa convenienza mi pare

nare

le

programma non

in cui la conciliazione

samente questo. Se
so

non

questa considerazione,

ne duole grandemente pel Paese. Parevami, che

quando non

non

al-

paese senza ministero.

parte poi

me

potuto dirmelo immediatamente, che

sarebbero perduti due preziosissimi giorni,

si

si

determiner a

ci ri-

ritor-

scongiuro vivamente, ed

alle ore

io,

ricevendola, riterr definitivo

una decisiva
il

rifiuto.

ogni modo, e mentre L,e sar sempre riconoscente

dell'appoggio che Ella

si

dichiara disposto a darmi, avr

243

in

qualunque evento

aver fatto tutto

la soddisfazione di

me

quanto dipendeva da

per cercare di promovere una

conciliazione, che potrebbe tornare di grandissimo vantag-

gio alla Nazione.

La prego

intanto di credermi coi pi sinceri sensi di con-

siderazione
Firenze, y aprile 1867.

Dev.mo Suo
Rattazzi.

U.

[Cri spi a Rattazzi

192.

Firenze].

Egregio Signore,

La combinazione
rompendo

ficarmi

impossibile.

co'

Ed

io

non debbo

miei amici dai quali

sacri-

potrebbe

sol-

tanto venirmi la forza per fare del bene.

Non

ma

per avversione ad un accordo,

per

convinzione

profonda che oggi una coahzione ammazzerebbe gl'individui


e

non sarebbe

utile

alla

patria,

la

prego a permettermi

che io insista nella risoluzione manifestata nella mia lettera


di stamane. In ultimo

devo osservarle che Ferraris non ac-

cetterebbe la posizione che

gli si

vuol fare.

Mi creda
7 aprile '67

ore 4 p.

m.

Dev.mo

suo

F. Crispi.

I,a rinunzia di Crispi

dalle seguenti lettere

ebbe l'approvazione di Garibaldi, come

a Fabrizj

Mio

I nostri
fogli,

si

scorge

S. Fiorano, 8 aprile i86y.

caro Fabrizj,

amici di Sinistra che avessero la debolezza di accettare porta-

sarebbero politicamente perduti. I^a Sinistra se va al Governo deve an-

darvi compatta, senza uno solo dei vecchi e sdruciti elementi e colla cond-

244

zione di esser libera a fare

bene del paese

il

se no,

no

per fare

essa deve poter subito sciogliere le tre quistioni principali e vitali

stione papale

2* Esercito

3^'

non possa

Bilancio. Ov'essa

al potere in quella guisa, meglio

si

il

bene

i* qui-

esser accetta

astenga.

Sempre Vostro
G. Garibaldi

5. Fiorauo io aprile 1867.

Mio

caro Fabrizj,

Io non dubitavo del nostro Crispi e della Sinistra, e spero porter frutto
la

generosa risoluzione. Per la vita


Vostro

G. Garibaldi

proposito di quella

6 aprile

aveva da

crisi

ministeriale e di Crispi,

il

giornale L'Italie del

Parigi, 2 aprile, la seguente informazione

On

est tou-

de savoir comment se constituera definiti vement le


l'on espre toutefois, que le baron Ricasoli russira
ministre italien
c'est ce qu'on dsirerait. Il a t question ici d'ime
rallier Mr. Rattazzi
entente de Mr. Rattazzi avec Mr. Crispi. On en parlait mme bien daus les
jours assez inquiet

ici

salons

du Palais-Royal.

lyC feu s'teint,

I^e

dans l'eau

rpartit Mr. de Girardin

prince dit
,

C'est accoupler l'eau et le feu

ajouta Mr. Ollivier.

Il la fait aussi

bouiUir

[Giuseppe Pisanelli a Crispi

193.

Firenze].

Caro Crispi,

Oggi ha cessato di vivere Carlo Poerio.

Io, forse

domani,

quando sar annunziata la sua morte, dir poche parole,


a me e ad altri sembra conveniente che sia pure s degno

ma

nome

ricordato

da qualcuno che

siede all'altra parte della

Camera.
Spero che tu vogha
25

farlo.

aprile '67.

Af.mo
Pisanelli.

La salma

accompagnata da Firenze a Napoli da Crispi,


Ayala e altri. Alle solenni esequie di Napoli,

di Carlo Poerio fu

Pisanelli, Scialoja, Cavalli,

245

Crispi port

saluto della rappresentanza nazionale chiudendo

il

scorso con queste parole

Fu

suo

il

di-

detto con amaro sarcasmo che sia un mito

il

Carlo Poerio del quale

era stato scritto nei libri.

Carlo Poerio pot sembrare

un mito a

coloro che lo conobbero

1858, rotto gi dalle catene e dalle amarezze della politica, trascinare

che di giorno in giorno


anni addietro, che lo
il

si

spegneva.

vedemmo

despotismo dei Borboni,

amici, fu

una

verit.

Ed

il

Ma

dopo il
una vita

per noi che lo conobbimo ventisette

lottare con costanza ed abnegazione contro

Carlo Poerio quale era stato dipinto da' suoi

innanzi a questa verit noi

gliamo esempio di concordia ed amore per

l'Italia in

ci

prostriamo e ne to-

un tempo

in cui la con-

cordia e l'amore sono tanto necessarii pel consolidamento della unit nazionale.

questa verit la Camera dei deputati ha reso un ultimo tributo


Camera ed a nome de' miei colleghi sento il dovere

di affetto, ed io per la

di darvene pubblica testimonianza

[Crispi a Garibaldi

194.

Castelletti].

Firenze,

Mio

mi hanno confidato
momento intomo alla

Cairoli e Cucchi

questo

agita in

I detti amici
la

18 giugno 1867.

Generale,
il

pensiero che vi

quistione romana.

mi affermano che voi intendete

affrettarne

soluzione.

Generale

vorevoH

le

I^e

condizioni del paese oggi

condizioni d'Europa

ci

iniziativa popolare avente lo scopo di

cerchia

redenta

dell'Italia

il

non

ci

sono fa-

sono contrarie.
fare

entrare

Patrimonio di

S.

Una
nella

Pietro,

sarebbe inefficace e metterebbe in pericolo la nostra posizione.


i

Noi potremmo subire un secondo Aspromonte ed

nostri awersarii poHtici lo desiderano e lo cercano.

Generale

ve ne scongiuro

desistete

da ogni impresa,

prevenite che accada, se lo potete. Impeditela se


tenti senza di voi

altri la

Rattazzi non gode la fiducia della Santa Sede, ed a Parigi si

chiedono prove deUa di

e pel

Papa.

lui

buona volont pel Clero

246

Alla

Camera

la

Destra l'osteggia e

la Sinistra

non

l'ap-

poggia.

Un'insurrezione ora nel territorio pontifcio darebbe occasione al ministero di associarsi la Destra, di sconfiggere
la Sinistra, di amicarsi

il

Papa, di mettersi d'accordo con

Napoleone. Potrebbe inoltre dar pretesto a nn colpo di


Stato che

vagheggia e che non

si

osa ancora eseguire.

si

Non neanco difficile che un moto infelice provochi un


nuovo intervento straniero, contro il quale non so come
potremmo difenderci.
In

Roma

raccoglie al presente tutto l'episcopato cat-

si

toUco con quanti chierici sono sotto

moto potrebbe
alla

hbert della Chiesa, un insulto

cia,

dopo

mania,
la

sua

le sconfitte

si

sua influenza.

la

ai congregati.

moraH provate

Il

come un attacco

considerarsi dalle potenze

I^a

Fran-

nel Messico ed in Ger-

getterebbe con entusiasmo su noi per rilevare

influenza

intemazionale

negU

problematica

resa

ultimi quattro anni.


Riflettete tutto ci. Chi vi scrive

mosso dall'amore per

la patria nostra, e dall'ardente desiderio

non perda

il

In ultimo,
che l'atto

metterebbe

il

che

il

vostro

nome

meritato prestigio.

mie preghiere partono dalla convinzione

le

quale

si

premedita, una volta manifestato,

la scissura nel nostro partito.

Vi stringo con afietto

la

mano.
Vostro di cuore

F. Crispi.

Quando Garibaldi
zi

il

in febbraio

venne da Caprera sul Continente,

e ini-

suo lungo viaggio nel Veneto, aveva in mente di prendere l'iniziativa

per la liberazione di

Roma. In quel momento

gli

amici suoi pi autorevoli

giudicavano inopportuna una invasione del territorio pontificio da parte

romani primi ad insorgere


ove fosse stata vittoriosa
o avesse dato argomento a repressioni eccessive, avrebbe potuto offrire occasione a un intervento del Governo italiano. Dapprima sembr che il Genedei volontarii, ritenendo che dovessero

contro

il

essere

governo teocratico. Insurrezione

siffatta,

247

aveva

a questo concetto.

rale aderisse
scritto

Nicola Fabrizj, oltre un mese innanzi,

Mio

Sono intieramente d'accordo con voi


fascio.

il

Romane. Io ho

circa alle cose

cato di ragranellare ogni elemento di quelli anche

mare

S Fiorano, io maggio 1867

caro Fabrizj,

cer-

pi eterogenei per for-

Sar bene die v'interessiate di tale quistione come la prin-

cipale delle presenti nostre, supplendomi in ogni circostanza. Poi compiacetevi di vedere Montecchi, oggi

uomo

anima

del Comitato d'emigrazione, e Cucchi

nostro pi utile che mi conosca per qualtmque incimibenza.

Con

affetto

sempre Vostro
G. Garibaldi

[Garibaldi a Crispi

195.

Firenze].

ig

Castelletti,

Mio

Siciliani

contro

giugno

i86y.

caro Crispi,

Quando partimmo per


gliato

la Sicilia, io dissi

ad insorgere,

ma

Non ho

giacch l

consi-

combatte

si

nemici dell'ItaHa, dovere nostro d'aiutare

fra-

teUi.

Oggi
ficio
i

io

sono nello stesso caso, e se sul territorio ponti-

pugner contro

si

il

Papato,

io

procurer d'aiutare

nostri.

Un

caro saluto alla signora dal sempre vostro

G. Garibaldi.

Seguirono tre mesi di attesa.

Come

nel 1860 e nel 1862, conosciutesi

nel paese le intenzioni di Garibaldi, la giovent era in fermento e

accorrevano e

tarii

si

organizzavano. In settembre

gli

im Diario di Crispi si leggono queste note


20 settembre: Visita a Garibaldi. I,a Martini - 21 detto

cipitarono. In

ribaldi
detto

Suo

25 detto

arresto

Da

volon-

22 detto

avvenimenti pre-

Visita

a Ga-

Colloquio con Garibaldi. Sua partenza per Arezzo

a Sinalunga

24

Rattazzi. Partenza di

detto

Lo conducono ad

Lemmi, con questo

- 23
Alessandria -

biglietto pel Signor

248

Comm. Mayr,

prefetto di Alessandria

Il

Signor Prefetto di Alessandria

conceder al signor Adriano I<emmi

il

generale Garibaldi nella Cittadella.

signor I^emmi sar

Il

permesso di parlare liberamente col


latore del pre-

il

sente viglietto.

U. Rattazzi
-

<i

26 detto

Generale accetta. I<emmi telegrafa a Crispi due parole

Il

Contratto firmato

che volevano dire

appena sar

offerto al Generale

Garibaldi di ritornare a Caprera, egli accetter . - 27 detto : Il Generale


giunge a Genova e s'imbarca. Piccola dimostrazione. Fabrizj non la trova

imponente

[Garibaldi a Crispi

196.

Firenze].
27 settembre i86y.

bordo dell'Esploratore

Caro Crispi,

Dopo ben maturo esame sulla situazione io vedo un


modo di rimediarla a soddisfazione della Nazione e

solo

Governo.

del

Invadere

Non

Roma

creda

il

Essa perdoner

Ed
ma

oggi
si

non

sente

coli' Esercito

Governo
le

modo.

ma non

la

sua degradazione.

si

sente oltraggiata,

oltraggiato

quando acclamato

subito.

Nazione Italiana

sue miserie,

solo la

Italiano

di contentar l'Italia in altro

l'Esercito,

Alessandria,

in

se

dalla intera guarnigione, io avessi detto

una parola che suonasse lavacro delle vergogne italiane,


ufficiali e soldati mi avrebbero seguito dovunque.
Pesi cotali considerazioni

il

Governo, e

si

persuada che

con pochi giorni d'energia, esso tutto accomoda,

si

dha

estema

la

Nazione intiera

di volerlo inceppare,

bambini, e certo

come

forse

il

dove

vi fosse minaccia

con-

noi solleveremo sino alle donne, ai

mondo vedr

risoluzione

di

popolo,

non ha veduto ancora.

Rispondetemi subito.
Vostro

G.

Garibaldi.

249

(Telegrammi)
[Crispi a Garibaldi

197.

Caprera].

settembre

3o

Generale

1867.

Garibaldi,

Caprera.
Ottime disposizioni,
Impossibile

seguenze.
d'interessi

e spero

non tarderete a vederne conavvenimenti

precipitare

in

vista

impegnati.

intemazionali

State tranquillo.
Col corriere avrete particolari.
Crispi.

[Crispi a Garibaldi

198.

Caprera],
30 settembre 1867.

General

Garibaldi,

Caprera.
Col vapore prossimo amici verranno a trovarvi per rendervi conto dello stato delle cose in ordine al mio tele-

gramma

di stamane.

Crispi,

[Garibaldi a Crispi

199.

Firenze].

ottobre

1867.

Francesco Crispi, deputato

Firenze.

Conforme avviso vostro e promessa


Vogliate

io

sono qui.

mandar vapore per condurre me

continente.

Garibai,di.
(iV,

B. di calligrafia

spedito per

dante

il

di

Crispi

mezzo del ministero

Principe

Questo telegramma fu

della guerra dal

Umberto ancorato

alla

Coman-

Maddalena),

250

[Garibaldi a Crispi

200.

Firenze].
Caprera

iSy.

ottobre

Caro Crispi,

Conforme

ai vostri consigli io

sono qui, e spero che pen-

serete a tener parola, facendomi ricondurre sul Continente.

Vostro

G. GaribaIvDI.
Garibaldi era stato rimesso in libert senza condizioni, per l'intervento

ma

di Crispi,

era stato portato a Caprera

da una nave

dello Stato

non

probabile che Crispi gli avesse anche ottenuto dal Rattazzi la promessa di

mandargli dopo pochi giorni altra nave dello Stato a riprenderlo, mentre
i

volontari,

di accusare

passando la frontiera pontificia, davano argomento alla Francia


Governo italiano di violazione della Convenzione del settembre

il

1864, e di assumere, quindi, un'attitudine inquietante.

[Rattazzi a Crispi

201.

Firenze].

Caro Crispi,

Se potete fare un passo

al Ministero Interni

mi

farete cosa

grata,

avendo qualche cosa d'urgente a comunicarvi. Scu-

sate

disturbo.

il

ottobre

Di cuore credetemi

i86y.

V. a-ff.mo

U. Rattazzi.
{Telegramma)
[Crispi a Garibaldi

202.

Caprera].
4

ottobre

1867.

Generale Garibaldi,

Caprera.

Fra

tanti sacrifizii fatti pel bene d'Italia vi scongiuro

aggiunger quest'altro, di ritardare ancora

il

vostro ritorno

sul continente.

Giungeranno amici Caprera per rendervi conto

di tutto.

Crispi.

J5I

[Crispi a Garibaldi

203-

Mio

Ho

Caprera]

Generale,

ricevuto

Certo,

vostri telegrammi e le vostre lettere.

associandomi

ritornare a Caprera,

agli

amici per consigliarvi a

altri

feci

lo

per togliervi dalla Cittadella

d'Alessandria dove la vostra salute alteravasi e per facilitare

mi

avvenimenti

che tutti

affrettiamo col cuore. Iddio

punisca, se io abbia avu.to altre intenzioni ed abbia a-

gito con altro scopo.

Guastalla e Fabrizj

vengon cost per informarvi

stato delle cose e per dirv quello che

Voi Hbererete

Roma da

Caprera.

momento sono pi

sacrifizi al

Ritenuto

nell'isola voi

aveva e date
neit che non

al

moto

vostro arresto,

vostri

potenti della vostra spada.

Governo una forza che non


Roma lo stampo d'una sponta-

date

di

Il

dello

abbiamo ottenuto.

al

avrebbe avuto se foste rimasto sul con-

tinente.

Voi foste grande nelle battaglie contro

Non

vi

vogHon nuovi titoU

il

mondo.

alla vostra gloria.

grande e potentissimo se moderando

Voi

siete

del vostro

gli slanci

cuore saprete mantenere la calma necessaria per lo svolgi-

mento
Il

vi

del gran fatto che render

Roma

aU'ItaUa.

paese vi sar riconoscente del nuovo sacrifizio che tutti

chiediamo.

Credetemi come sempre


Firenze, 5 ottobre i86y.

Vostro
F.

In realt

il

aff.mo

Crispi.

Ministero, giovandosi delle agitazioni del paese e dell'atto

di rigore compiuto sulla persona di Garibaldi, tent di vincere la resistenza


di

Napoleone III

e di ottenere la facolt di far occupare

Roma,

verificandosi

talrme circostanze, dalle truppe italiane. I<a Francia fu irremovibile.

252

[Cirillo

204-

Monzani a Crispi - Firenze]


Ai

MINISTERO

5 di ottobre 1867.

DEI^l, 'INTERNO

SEGRETARIO GENERALE

IL

Caro Amico,
Il

Rattazzi mi dice di avvisarti che

tamente

al G.le Pescetto,

il

di venire tosto a lyivorno.


tasi

un avviso

ieri

fu scritto immedia-

quale diede ordine al Messaggere

Spero non tarder. Intanto aspet-

dell'arrivo dal Pescetto, e

appena giunger

ne sarai avvertito.

Tuo aff.mo
Monzani.

Addio

205.

[e. s.].

Caro Amico,
Ti avverto che
disposizione.

GH

Messaggere giunto a I^ivorno e sta a

il

amici possono partire quando vogHano in

giornata.

Se tu vuoi passare da Rattazzi un momento,

gli farai

piacere.

Addio.

Ttio aff.mo

Monzani.
206.

[e. s.].

Caro Amico,
Ti

mando

la lettera pel

tu consegnerai

alle

del Messaggere che

Tuo

Addio.
5 ottobre

Da un

Comandante

due persone che dovranno imbarcarsi.

diario di Crispi

aff.mo

MONZANI.

1867.

Partenza di Fabrizj e Guastalla sul Messaggere - 6 deMo : I^oro


arrivo a Caprera. Rattazzi entra nel sistema - 7 detto : I<oro ritomo in Firenze alle IO p. m. - 8 detto : Fabrizj e Guastalla riferiscono a Rattazzi il
5 ottobre

risultato della loro missione.

253

207-

[e. s.].

Caro Amico,
Rattazzi mi dice di avvisarti che

ti

aspetta alle 3 se puoi

Addio

ripassare.
6 ottobre

1867.

Tuo aff.mo
MONZANI.

208.

[e. s.].

Caro Amico,
Rattazzi avrebbe bisogno di vederti. Se puoi venire

Il

un momento

al

pi presto

gli farai

cosa grata. Addio

8 ottobre i86y.

Tuo aff.mo
MONZANI.

[M ordini

209.

a Crispi

Firenze].

Barga,

ottobre

1867.

Caro Crispi,
Ti prego far rimettere
il

alla

amministrazione della Ridorma

qui unito vaglia.


Il

26 passato mese mandai a Cairoli la mia adesione

vostra protesta per l'arresto di Garibaldi.


risposto Benedetto credo ch'ei

Ad

ogni

modo mi

non

alla

Non avendomi

fosse allora a Firenze.

ero premunito contro questo caso facendo

pervenire detta mia adesione anche al Diritto.

Ho

visto con piacere l'annunzio del Comitato Centrale

di Soccorso.
i

ferri.

Certamente bisogna adesso arroventare tutti

Se esciamo bene da questa questione di

Roma

bi-

254

sogna dire che abbiamo proprio presa e che teniamo per


ciuffo

il

Fortuna.

la

10 spero, voglio anzi ritenere

perch

la

maggior frutto
di

possibile.

mia mogHe non mi

s'altro

che tu ritroverai

il

modo

parte nostra ricavi dagli avvenimenti tutto

il

Mi duole che per il prossimo parto


non

sia possibile di venire cost,

fos-

che per informarmi con precisione dello stato delle

cose.

Ti stringo

la

mano
Tuo
A.

210.

Comitato centrale di soccorso a

[Il

? -

a-ff.mo

Morbini.

Roma]
II ottobre i86y.

11

Manifesto del Comitato romano stato oggetto di me-

raviglia e di dolore.

Di meraviglia, perch non com^prendiamo certe apparidisparizioni e riapparizioni di Comitati in un momento in cui l'azione dev'essere immediata.
Di dolore, perch il manifesto ci rivela gU sforzi di un
partito che non ha il caraggio di dirsi reazionario, ma che
zioni,

lavora per impedire

il

congiungimento di

Roma

all'Italia

nello scopo di lasciar Firenze capitale della penisola.

Prevenite
tate

patrioti

contro

basse manovre,

gh agguati che possano esservi

tesi

sven-

da avversari co-

dardi e senza fede.

Ormai l'Europa aspetta


tico,

se

la vicina fine

del

papato poU-

ed esige di conoscere se noi siamo un popolo

viviamo

di agitazioni infeconde, le quali

serio,

non hanno

altro

risultato che quello di spossare la nazione.

La

situazione politica

aiutare
alle

il

governo

sue forze.

ci

favorevole. Napoleone

pontificio,

Ma non

il

non pu

quale resta abbandonato

crediate per questo, che

il

governo

255

occupar Roma, se invece di agire starete

italiano possa
inerti.
Il

Coloro che ne aspettano la liberazione v'ingannano.

nostro esercito non entrer in

Roma, che a

rivoluzione

cominciata.

Se avete mezzi che bastino all'azione, non indugiate a


muovervi. Incominciate, e da tutte parti d'Italia accorre-

ranno uomini e mezzi per aiutarvi a vincere.


Oggi ogni indugio farebbe pericolare

successo.

il

Vostri

Questa

lettera,

che traggo da una minuta autografa di Crispi, rende l'eco

del biasimo che colp

il

moderato Comitato romano

sin dal principio dell'in-

surrezione, ed importante altres perch stabilisce quali erano l'undici di ot-

cio prima dell'evasione di Garibaldi da Caprera,

tobre,

21

che avvenne

il

propositi e le speranze dei patrio tti del Comitato Centrale di Soccorso

magna pars. Questo Comitato si era costituito appena


romana cominci ad accennare a cose serie. Teneva le sue riucasa di Benedetto Cairoli, in Piazza S. M. Novella, 21. Ne fecero

del quale Crispi fu


l'insurrezione

nioni in

parte sin da principio Crispi, Cairoli, Gius. Dolfi, I<a Porta, Miceli, Gua-

OUva, Corte, De Boni, e quindi anche Giorgio Pallavicino.


Per l'intelligenza di molti dei docximenti che seguono, stimo opportuno

stalla,

riferire alcimi

dello Stato

brani della relazione che

novembre

29

il

generale Nicola

Fabrizj,

Capo

Maggiore del Corpo insurrezionale, fece a Garibaldi, in data


'67

I^a evidenza della continuata

occupazione francese, la quale masche-

ravasi mediante la legione d'Antibo, evidenza gi in

modo

solenne rivelata

a nostra tuniliazione nazionale coU'ordine del giorno del generale Diunont


e

confermata dalla lettera dell'imperiale ministro della guerra maresciallo

aveva scossa l'opinione pubblica in Italia, risvegliandola dal letargo


avea potuto generare e mantenere nell'animo di molti, in seguito a quella Convenzione di settembre, che altri
molti, ed io con quelli, giudicarono fin dal principio come atto violatore
del diritto nazionale, non meno che del diritto internazionale.
Oggi poi documenti di servizio trovati sui cadaveri dei legionari antiboini, rendono materialmente e legalmente incontrovertibile il fatto che la
Convenzione fu im inganno all'Italia per parte della Francia, mentre costituiscono la prova che il soldato della I^egione resta sempre soldato dell'esercito francese che si trasferisce di corpo e che presta il solo giuramento
Niel,

di quella fiducia che l'equivoco solo

del soldato di ogni altro corpo dell'esercito imperiale

la Constitution et

fidelit

l'Empereur

je jure obissance

256

Ora a quel troppo

giustificato risentimento della coscienza pubblica

partecipava principalmente la gran maggioranza della popolazione romana


che

sentiva delusa nella lusinga, da partigiane arti coltivata per oltre

si

mezzo

sette anni, di essere congiunta alla grande famiglia italiana, per

di patti procedenti dalla sola azione diplomatica. Infatti quella rivelazione

che dichiarava come la formazione di gran parte delle forze pontificie at-

mentre offendeva

tingesse alla sorgente d'im esercito dei pi poderosi,

coll'umihazione dell'inganno la fede nazionale, reagiva suUe aspirazioni

dimostrando sempre pi

alla riscossa,

tempo correva

e sarebbe corso tutto

farsi ardua l'impresa, per che il


a beneficio dell'accrescimento delle

forze alle simulate bandiere pontificie.


I pi distinti fra

mandati dai

cittadini

romani o viventi in

loro amici politici rimasti in

Roma,

esiglio,

o espressamente

accresciuti tutti nelle loro

schiere dal concorso d'uomini rinsaviti dalle troppo lunghe illusioni precedenti,

mento

si

coUe armi

liberarsi
II

diressero al generale Garibaldi invitandolo a capitanare

movi-

il

nel proposito deciso di alzare la bandiera dell'unit nazionale, per

dall'oppressione

generale Garibaldi,

le

franco-clericale.

tante volte primo nelle intraprese nazionali,

ultimo generale romano rimasto colle armi in pugno nel 1849, lieto e volenIl concetto sul quale il generale Garibaldi aveva

teroso accett l'offerta

determinato impemare l'impresa diretta alla liberazione di

Roma

e delle

sue Provincie, era quello dell'azione dei romani combinata coll'appoggio

largamente nazionale immediato o contemporaneo, atto ad imprimerle di

Roma. Gaandamento riconosceva la soluzione pi logica ed efficace,


dinanzi all'Europa, come nel rapporto nazionale, di quella che si vo-

subito

carattere di rivendicazione del diritto della nazione su

il

ribaldi in questo
cos

luto semplicemente chiamare questione romana, coU'intendimento di fare


di

Roma

in

mezzo

all'Italia

un municipio autonomo, condannato dall'ina subire una schiavit, sostenuta dal-

feriorit delle proprie forze locali

l'accozzaglia

armata mondiale

dal dominio cosmopolita sotto

e dipendente poi nei rapporti con l'estero

primato francese.

il

ci

aggiimga che

si

mil e difficolt

governo italiano, impacciato dalle


della situazione officiale e diplomatica, nulla potr fare

mai per Roma,

se

l'illustre

patriota era convinto che

non preceduto

il

e sospinto dall'impulso

nazionale

ed era

convinto del pari che Roma, sfibrata dalle persecuzioni politiche, priva

da xma propaganda funesta di aspetu appoggio non meno pronto che efficace, talch al

della giovent migliore, illanguidita

tazione,

ha bisogno

di

diritto del Plebiscito

dovea negli

italiani aggiimgersi l'impulso

della neces-

Roma

per provarsi

spontanea, indipendente. Sorga

sit per un'iniziativa

degna dinanzi al mondo delle sue tradizioni, e del posto che


affermi contemporaneamente l'Italia
nale le ha decretato
;

popolo suo

la coscienza del proprio diritto neU'accogliere

il

voto nazio-

col fatto

Roma

del

nella fa-

miglia, fronteggiando per essa la prepotenza straniera.

Questo era

il

pensiero, questo

E per dar anima

il

proposito del generale Garibaldi.

a questo duplice concetto, mentre accordi intemi


maturavano, un'agitazione pacifica preparatoria era personalmente da
e vita

257

lui suscitata, agitazione cui

rispondeva vivamente

polazioni dall'ima estremit all'altra d'Italia,

il

quando

sentimento delle po-

di

im

tratto

il

generale

Garibaldi fu arrestato a Sinalunga e condotto alla cittadella d'Alessandria,


poi tradotto a Caprera
Allora

che

il

il

figlio,

mandato

Colonn. Menotti Garibaldi, assumeva quella missione

del padre confermava e facendo perno del proprio valore

all'impulso generale,
vita

il

si

cacciava con

soli

venti uomini a lui devoti per la

3 ottobre sul territorio contrastato, scegliendo

la sinistra del Tevere,

tiera del regno,

come

seguendo

a sfera della sua azione

quella che offre la linea pi breve che sulla froncontrafforti degli Appennini,

si

dirige su

Roma.

Al grido di guerra muoveva immediatamente numerosa la giovent


liana

ita-

211.

[Jessie

W. Mario

a Crispi

Firenze].

Preg.mo Signor Crispi,


Stocchi di Sinalunga, lyuigi Agnolucci

Il Sig.

l'ospite

figlio del-

del Generale ed altri sinalunghesi sono rinviati a

un pubblico

da aver luogo

giudizio

i8 corrente sotto l'im-

il

putazione di essersi poco dopo l'avvenuto arresto del generale Giuseppe

Garibaldi posti a capo di una turba di

popolo commettendo violenze contro


lit e

sfogando odii

politici e

la

pubblica tranquil-

vendette contro

il

Dott. An-

selmo Medici e Angiolo Papini generalmente tenuti per


avversi al partito garibaldino.

Questi imputati vi pregano di assumere la loro difesa ed


io vi trasmetto la loro
Firenze,

domanda.

ottobre '67

Vostra

Jessie Mario.

[Nicola Fahrizj a Crispi

212.

Firenze].
Terni, 13 ottobre 1867.

Caro Ciccio,

Quando mi parlasti del Corpo che Ghirelli dovea orgami dicesti che era affare fuori di ogni ingerenza

nizzare,

17

258

nostra, e che traeva per ci mezzi suoi ed armi d'altra ori-

Avvisami

gine.

subito, anco,

se occorre, telegraficamente,

se questa la esatta verit.

Mentre

sai in quali strette ci

ruolamento tumultuario,

troviamo, dopo

il

loro ar-

oggi dicono che fu inteso con

loro di far loro dare armi, e le

dimandano.

Risposta subito.

armi non vengono le munizioni, saremo


Roma, e pel di fuori. Qui meno le poche
che si fanno, un mighaio e mezzo di cartuccie al giorno,
che vogHono dire un tiro per looo uomini, non se ne possono

Bada, che se

colle

in grossi impicci per

avere.

Sollecitudine d'invio.
ly'

inconveniente

essere decisivo oltre

mancanza delle munizioni pu


danno che gi si soffre pel ritardo,

della
il

Affez.

NlCOI^A.

Armi,

Armi,

munizioni

Arrivano giovani, e

altri

abbondanti.

sono in moto.

P. S. Bisogna che finiscano gl'impedimenti lungo la Unea

Anco ieri furono arrestati alcuni, tra cui


Mosto. Sembra che a Foligno sopratutto sieno

dello stradale.

un amico
;

di

rigori.

Bisogna scioghersi da

Il Ghirelli

di volontarii.

come

tali

impedimenti.

ebbe realmente mandato da Rattazzi di organizzare mi corpo


Da lui ricevette, per mezzo di Crispi, il denaro necessario,

risulta dalle quietanze che trascrivo qui appresso.

natvualmente, mettersi col corpo organizzato sotto

Comando supremo

gli

Avrebbe dovuto,

ordini di chi aveva

il

voUe invece essere indipendente e fu elemento di disordine. Tantocch la Mario studiando parecchi anni dopo la Campagna
;

259

del 1867 diceva

per guastare
Il sott.

Tutto ancora mistero. Perch Rattazzi pag Ghirelli

piani di Garibaldi

ha ricevuto

dal Sig.

Dep. Crispi

9500 (Dico

lire it.

'L,.

9500)

it.

Firenze, io ottobre i86j.

Gio

Filippo Ghirelli.
13 ottobre

Ricevute altre

lire

quindicimila

Ricevute altre

lire

quindicimila

Gio

'67.

Filippo Ghirelli.

Gio: Filippo Ghirelli.

{Fabrizj a Crispi

213.

Firenze].

Terni,

13

ottobre

'67,

Caro Ciccio,

Bada.

un

Legione romana

cos detta

I^a

tranello per servire all'ambizione di

eterogenei,

quali

Ghirelli,

il

prende

che danno

ai capi stessi

male, quando non s'intendesse che


ogni superiorit a loro. Oltre
ieri

sera,

il

resto

capi sono di ricordarsi che la di-

pendenza assoluta ed unica,

presente,

Romani,

una ventina

l'ambizione e l'interesse di terzi-

coli' associarsi

I^e istruzioni

senonch

tre individui

e socii, entro cui di

cio delle prov. pontificie ve ne sono


si

non

due o

il

n ci sarebbe

vogliono eliminare

prendere tutto ci che era

un

aprirono

essi

arruolamento

pubblico

S Prefetto creduto fatto


nostro. Quella gente tende a dominare il moto, e forse a
alla locanda,,

che dispiacque

limitarlo, giusta le viste del

al

Comitato Nazionale di

Roma

un duaUsmo. Bisogna far sospendere


loro i mezzi Hmitandoli al bisogno di un mille uomini, che
la forza ammissibile in un corpo volante. B invece bisogna
e consorti, a creare

convergere tutti
bisogna

mezzi disponibih

al

centro nostro, ove

pure render moralmente predominante

organico politico militare, onde concertarvi


positivo.

l'elemento

un andamento

26o

qui pure debbo avvertire, che

poti scorgere un

cerio

volont di monopolio

la

quale ecciiamenio

tal

ma

oggi potrei smentirmi,

dopo

ieri

tua partenza
di cui forse

che mi die a supporre un po' di


Intendi che parlo del Comitato.

locale.

Infatti credo che la corrente verso Ghirelli e C.ni sia stata

favorita dal

Comitato per sbrigarsi in qualunque

del personale presente.


le

non vorrei che

armi nostre. Oggi vedr come vaimo

sesto e direzione, bene

no verr

se

teco o con fochi amici sul da


Ieri sera

il

vava imbarazzato per


dal Generale

mi

S. Prefetto

vi andassero anco

le cose,

di corsa

Se prendono

ad intendermi

farsi.

cerc. I^o vidi, seppi che si tro-

richiesta di munizioni.

la

questa mattina sapr

il

una contraddizione che implica responsabilit


nato,

tempo

il

che ormai la privazione dell'uomo impulsivo

prezioso,

il

Andava

risultato.

Bisogna che tu persuada chi di lagione che

che

modo

far sembrare,

respingere

di

mentre

danno

prosegue nel corso incammi-

si

motore, immeschinisce, crea equi-

il

voci, e irrita per tutto che

si

pregiudica nella privazione

della principale forza motrice.

Ricordati di far rimarcare

maneggi entro

Roma

consorteschi nel Comitato Nazio-

nale e d'altra sorgente pei Coccapiellier, e

gli

spargitori

maUpromuovere un

di false notizie, quali tu sai, I, vi fu qualche cosa di

gno, e combinato. Credo che

si

trattasse di

che da poter reprimere, e di poca possibilit di successo,


e

si

annunciasse come fatto.

Finisco. Star a ci che

dei

sulla

fama precoce onde

che non
bazzarsi.
i

decider da

si

puramente necessarii.

pochi

si

superassero

con inteUigenza

restar responsabile delle difficolt

s,

pongo

lo strom-

cumulate a mia disposizione

mezzi. Se tra questi vi fossero

o mancando, anco camicie


alle

te,

non vogho mettermi

e poi tra le difficolt

Se decidete pel

plementariamente

Io

un

seicento camicie rosse,

bleu da marinari,

prime,

sarebbe

ma

solo sup-

importante.

Una

26l

delle cose

mancate

nato e diretto.

quella dell'impressione di fatto combi"

trasportarcela

Il

pu molto

giovare.

po-

giova ad assicurarsi l'uniformit dalle defezioni. Qualche

pu

piccola risorsa che

essere

messa a mia personale dispo-

sizione dipende dal fatto pel quale

mi

trovassi gi sul ter-

e supplementariamente ampliare a titolo

reno d'azione,

di riserva pei casi urgenti. Vuoisi sollecitudine e ordina-

mento, a non lasciar divergere e sperperare. Se pensassi


affermativamente pel noto progetto, non sarebbe necessario

neanco

che l'intero Comitato

lo

conoscesse. Baste-

rebbero quei che dispongono di mezzi, ed hanno rappresen-

tanza di mandato del Gen. Garibaldi, I,a qualifica, la


cordi, terrei presso

me

il

documento, e irromperei

tempo e luogo.
non debbo recarmi a Firenze)

ri-

col di-

chiarare la facolt a

Mandami

(se

promesso in sostituzione di

ci che

mi hai

che mi ha tolto mio nepote.

ci

Questo subito.

Sono le 6 a. m. Se vi sar altro da scriverti te lo avviser.


motivo di credere che si faccia speculazione grossa
sul cambio delle monete, cio che si ricompri in piazza l'ar-

Ho

gento che

si

ai capi. Infatti

ho veduto

cassetti dei ven-

ditori nelle botteghe piene di argento minuto. Crederei che


si

sorvegli

P. S.

s'impedisca.

I fucili

che mercoled

da Poggio Mirteto non

(senza

munizioni),

quelli

si

avranno se non

di

Spoleto oggi

Rodimanda armi a noi; ci


mantenere la gente, che non credo

(senza munizioni). Ti repHco che la cosiddetta lyCgione

mana

di tutt' altri che romani,

che fa di bene di
che possano

Bada
al

essi conservare.

freddo, tiitto

Ho

verificato

ordinari.

Il tempo si fatto buono,


dimanda pronta risoluzione.

seriamente.

che l'argento

stringer

abbonda anco nei tempi

202

P. S.

persona che

I/a

mandavano lomila

Comitato militare,

tato

il

sola

cartuccia.

ieri

portava

la notizia

che

si di-

dopo aver consulche non poteva disporre di una

cartucce, dichiar,

Questo mette in grandi inquietitudini.


Spedite subito munizioni.

non manchino

Bada che anco

[Giuseppe Gadda a Crispi

214.

gli altri fucili

di munizioni.

Firenze].

Perugia, 13 ottobre i86y.

Carissimo Amico,

Ho

parlato subito con questo Procuratore

frattanto

si

convenuto che

onde

cattura,

il

si ritiri

subito

il

Generale e

mandato

di

tuo amico pu essere scevro da precauzioni.

Ti saluto di fretta e di gran cuore

Aff.mo amico

Gadda.

[Crispi a G.

215.

Gadda

Prefettura di Perugia].
Firenze, 14 ottobre 1867.

Caro Gadda,
Avesti un telegramma

ieri

ed altro oggi. Credo che ba-

stino per garantirti. Intanto dovr osservarti che le


nizioni

non furono pi

giungerti

di

mu-

inviate, e spero che lo saranno al

questa mia.

Te ne scongiuro per quanto ami l'Italia, rompi gl'indugi


fa che nel giorno di domani vadano le munizioni richieste

al destino.

Non

lo scoppio. Io

tale atto.

Se

si

aspetta che l'arrivo delle medesime per

devo ancora una volta pregarti a compiere


va tu medesimo, o chiama uno de'

possibile,

263

tuoi sottoprefetti, o
e credo che

manda

non avrei

Pacini all'oggetto. Fa' presto,

il

altro a dirti.

Ti abbraccio di cuore

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

[Gadda a Crispi

2i6.

Firenze].

Carissimo Amico,

Al mio giungere qui ho spedito ottomila stampati come


di intelligenza.

Tanto per tua norma


Perugia, 15 ottobre 1867.

Aff.mo amico

Gadda.
[Di calligrafia di Crispi

fucili di Spoleto]

Nessuna prova migliore

di questa che

il

ministro Rattazzi sotto

ajut l'insurrezione. I fucili dovevano essere introdotti in

Gadda,

parecclii anni dopo,

neg

il

fatto,

ma

Roma.

Il

mano

senatore

questi documenti lo rendono

incontrovertibile.

[Niccol Botta a Crispi

217.

Firenze]

Poggio Mirteto, 14 ottobre 1867.

Stimatissimo Signore ed Amico,


Ieri

alle

12 m. Menotti lasci Nerola, e

testa di 600 armati, stante

su MonteHbretti

si

spinse alla

900 accampati a Montorio,


da forte

sul far della sera vi fu attaccato

nerbo di truppe papaline, e

come

si

il

combattimento andato

accenna nell'annessa copia del bullettino stamani

spedito dallo stesso Menotti. Iv'urgenza ch'egli ha di cappotti o coperte, di tasche a pane, e scarpe, indicibile; io

264

sono a quattr'ore di distanza da

somma

con

e ne sento

lui,

lamenti

frequenza, senza che vi possa riparare, se da

Terni e Firenze non pensate

Pertanto qui

si

danaro su tutta

difetta di

ha tutto paralizzato per

provvedermi.
la linea.

Terni

difetto di mezzi. Poggio Mirteto,

esaurite le sommarelle che la carit di pochissimi nostri

amici aveva somministrate, per piena di buona volont

che

sia,

ha pochissimo a provvedere.

modo

possibile

arrivi dei volon-

armati sono continui, e

tari inermi molti, vari altri

presenza qui m'impone

B gU

mia

la

dovere di provvedere nel mighor

il

viveri per tutti, le guide e scarpe agli ar-

mati per mandarli avanti.


Stamattina, dopo minute ricerche e assicurazioni sin-

ho trovato

cere di larghe ricompense,

Roma,

aprire la corrispondenza con


istruzioni statemi date a
di

Temi

la

persona sicura pei

giusta

dalla S. V.

4 delle

l'art.

l'ho provvista

danaro e domani avr una prima risposta che mi

ter spedire al G.le Fabrizj a

Dal

sin qui detto la S. V. vedr, che

sono necessarii, e che

domani saranno
Il Sig.

I^.

un po'

Roma

esaurite.

io

ho preso

un negoziante

Ferri

miei concerti collo stesso

di

risult?,

campagna, per ora

essere

essere

ho
non

gli

che, scoperte anche dalla Polizia Papalina,

per
il

.d^

fidate cose
ci

possano

dannose.

Sottoprefetto Mosca, che un posa piano della forza

di 400 cavalli,
nire le

mente

venuto qui

ieri.

Egli ha cominciato a riu-

armi della Nazionale del suo circondario, ha fatto

richiedere dal
cie,

mi

Ferri andato a stabiHrsi, colla sua Signora fran-

siccome da alcune informazioni nu

Il

di fondi

500 statemi pagate a Temi,

a Passo Corese, speranzoso di aprire corrispondenze

cese,

con

le

afiret-

Temi.

mi
al

Comandante

il

70 Granatieri io mila cartuc-

assicura tra quattro giorni spedire tutto officiai

Sotto Prefetto di Terni, per

il

dippi a praticare.

265

10 preverr Cairoli Enrico e Fabrizj appena sar effet-

tuata siffatta spedizione d'armi e munizioni a Terni. Intanto Fabrizj mi fa grandissima premura, come se
dessero da

me

le cose.

dipen-

Questo per ora.

Accolga un affettuoso abbraccio dal

Oss.mo aff.mo amico

N. Botta.
ore II

Mosca

stato

chiamato da Gadda a Perugia,

spaventato e dissemi tremante

improvvisamente

y^

ant.

partito

che siano mutate

le

cose

Io l'ho incoraggiato ridendo, e gU ho

farlo Prefetto di Roma.


Duolmi che l'assenza del Mosca
armi per Roma.

promesso

ritarda la partenza delle

Questa sera 13 a Monte

Papalini, Zuavi, e

li

Noi abbiamo 15 o 20
12
la

lyibretti

abbiamo

fummo

Nerola.

attaccati dai

respinti.

fuori

combattimento, 7 morti

nuovamente
montagna per man-

papalini con perdite pi serie. Io ripiegai

colonna su Nerola per non tenere la

canza di coperte.

M. Garibai,di

[Crispi al Comitato di Grosseto]

218.

Firenze,

14

ottobre

1867.

Onorevole Comitato di

Grosseto.
11 Sig.

Francesco Fianca essendo stato incaricato da que-

sto Comitato Centrale di riordinare, equipaggiare e

dare

il

corpo di volontari

pitano Franzo] a,

cotesto

al

presente sotto

gli

coman-

ordini del Ca-

Comitato pregato a volergli

266

prestare

mezzi di cui possa abbisognare e ad avvisarcene

per nostra norma.

Ve ne

ringrazio in

nome

d'Italia.

Pel Comitato
F.

[Crispi a Fbrizj

219.

Crispi.

Temi].

14

Firenze,

1867.

ottobre

Caro Nicola,

provveduto per

Si
lettera.

Tu

ti

le

munizioni telegraficamente e per

Se non furono spedite oggi,

verai ulteriormente. I/ascialo fare.

cato

di

dipendere da Menotti,

tutte le altre bande. Voi


cili,

lo

saranno domani.

me

occupi molto del Ghirelli, e temo che

che furono spediti

non
al

gli

EgH

quale

dal

ne

scri-

del resto incari-

dipenderanno

dovete nulla, ed

Parabbi e che

300 fu-

scrissi

ti

fargli

consegnare, furono destinati per lui dalla persona da cui

furono dati. I^a banda dal Ghirelli provveduta di mezzi

per tutta la campagna, la quale non pu esser lunga.

Domani compir la mia promessa. Avrai la pistola con


un amico che verr in Temi.
Manderemo domani della polvere. Doveva oggi aversi
risposta alla ferrovia onde tutto andare in regola e senza
pericoli.

Ho

preso

le

necessarie misure pel Constato nazionale.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

220.

{Benedetto

C airoli

a Crispi

Da

Mio
Ti

mando

Firenze].

casa, ore 9

[13

ottobre"].

carissimo Ciccio,
la lettera

giuntami in questo momento dal

Generale Comandante, che non avendo fin'ora potuto dare

267

una

battaglia fece

in giornata

un proclama. Bisogna tuttavia trovare

quanto domanda.

rono trecento

fucili,

Il

messo dice che

primi parler con Cadolini nel caso sia giunta


rino

per

le altre,

simo,

far

la

reclamate anche dal Checco

occori

merce da To-

come quemio caris-

(i),

di morte (sono parole sue) tu devi,

stione di vita

gli

25000 cartuccie, 6,000 francM. Per

opera buona ed ottenerle a qualunque costo,

dalla fonte ufficiale.

E' quanto

ti

avr detto

fatto inutih ricerche. Se


in

tempo

al Checco.

non partono

Verrei io da

che l'ottimo GiuHo

tore,

urgentissime.

Ti

CadoHni che per ha

lo stesso

oggi,

Ad amoli, devo

vedr pi

non giungeranno

ma come

te,

dir

ti

il

la-

attendere a cose

tardi.

// tuo

Be;nede;tto.

(i)

Francesco Cucchi, che

si

221.

trovava in Roma.

[C. S.].

da

casa, ore 12 [15 ottobre].

Carissimo Ciccio,
I/'

amico Cariolato, latore di questa

l'ultime notizie.

di ore

lo

riga, viene di l col-

Importa che tu sappia tutto senza ritardo

mando

quindi da te e da Adriano. Far in

che qualcuno parta in giornata


lato con Cadolini perch

spero Bassi.

provveda

Ho

l'essenziale.

modo

gi par-

Anche da

Temi vennero messi con domande urgenti, cos da Acerbi,


al quale mandiamo Calvino. Verrei da te subito, ma impossibile per attendere al resto. Ti vedr pi tardi.
Il tuo

Benedetto.

268

[Crispi a Fbrizj

222.

Temi].
Firenze, 15 ottobre 1867.

Caro Fahrizj,
nostro collega Carbonelli,

Il

vuole prender parte

alle

il

quale, com' ben naturale,

operazioni che

vanno ad impegnar-

si

nelle provincie vicine, viene cost, e tu che rappresenti

il

Comitato penserai a collocarlo o nel corpo

che

od

riordina,

si

in altro

Bagnorea

di

corpo di nuova formazione.

CarbonelU conduce con s alcuni patrioti genovesi,

Il

quali ne

tra

ad

altre

riconoscerai parecchi che

hanno partecipato

campagne.

Ti stringo

mano

la

Tuo
F. Crispi.

[Crispi a Fahrizj

223.

Temi].
Firenze, 15 ottobre 1867.

Mio

caro Nicola,

Sapevo quello che mi


nale.

per completare

Non

scrivi nella

tale oggetto ieri ed oggi fu

si

le

tua lettera addizio-

mandato

necessario

il

provviste col dove comincer

pensato

mai a trasportare

in

Temi

il

il

moto.

Comitato

non disse il vero. Qui ci molto


tempo per adempiere a tutti gli

Centrale. Chi te ne inform,


lavoro, e

non

basta

ci

il

impegni.
Coteste autorit locali sono addolorate del tuo discorrere aperto circa

il

contegno del Governo. Se

dovesse entrare nella lotta,

con

l'esercito

permette

la

lo

il

non avrebbe bisogno

di mostrare ch'egli

formazione di corpi di volontari. Al

egH come colui che

si

Governo

farebbe immediatamente

lascia forzare la

mano

momento

e che

si

op-

209

pone unicamente a tutto

Da

messo.

ci

che legalmente non per-

parte nostra bisogna rispettare

apparenze.

le

ti prego ad usare quelle forme che non ti mancano


quando vuoi.
Qui siamo sopraffatti dall'affluenza di volontarii che chiedono di arruolarsi. Non sappiamo dove metterli, n che

Sul che

fame. Oramai chi arruolato, basta. Direi anzi che chi


dentro, dentro

ed oggi non bisogna,

siamo, far altro che affrettare

il

momento

al

in cui

movimento. Ogni nuova

banda non giungerebbe a tempo.

Abbiamo

spedito fucih e ne spediremo domani. Stasera

spediamo della polvere.

vi

Cappotti non ne possiamo avere.

Ho

comperato coperte,

scarpe e sacchi a pane, e H avrete domani.

Non

ma

indicativamente e nel

altre

bande da provvedere.

chieder oggetti in massa,

numero

Qui abbiamo

neceSv=ario.

governo francese ha fatto nuove minacele.

Il

Ti abbraccio di cuore

Tuo

aff.mo amico

F. Crispi.

[Francesco Fianca a Crispi

224.

Firenze].

PitigUano,

16

ottobre

i86y.

Ill.mo Signore,
Il

Ho

nostro Franzo] a rimase prigioniero in Acquapendente.

rimesso la lettera ad esso diretta da V. S. al Generale

Acerbi, che riunisce


visato

come

il

Sig.

le frazioni

sparse dei volontari.

della marcia di 200 giovani

peranno

il

confine,

Fabrizj pass di qua


ordini.

Ho

av-

Acerbi della spedizione di equipaggiamento

Abbiamo

quali questa notte rom-

ed occorre armarH.
;

Il

Sig.

Generale

cerco rintracciarlo per pormi ai suoi

notizie,

sebben non dettagliate, che

270

nostri

abbiano battuto

papalini.

In

d'avviso

attesa

per l'effettuata spedizione, ho l'onore di segnarmi.

Di V.

S.

Dev.mo Servo
F. Fianca.

[Crispi al Comitato di Temi].

225.

Firenze,

16

ottobre

1867.

Onorevole Comitato,

Terni.
Il

Generale Fabrizj

e coi mezzi necessarii.

dito per
sia

Temi

ritoma cost

BgU

e quello che

abbastanza.

Ad

ogni

colle debite

istruzioni

vi dir quello che stato spesi

spedir domani. Credo che

modo

ci

avviserete se avrete altri

bisogni.

Noi avremmo bisogno di conoscere quale


oggetti comperati

da voi e

distribuiti

sia lo stato degli

ai volontarii.

Allo

stato aggiungerete nota degli oggetti ottenuti per private


contribuzioni, o per altro

modo. Per

armi coperte, sacchi a pane

gli

oggetti io intendo

ecc.

Vostro
F. Crispi.

[Crispi al conte Ghirelli].

226.

Firenze, 16 ottobre 1867.

Egregio Sig. Conte,

Urge che

entriate in azione. Ogni indugio ci pregiu-

dizievole, per ogni verso.


I volontarii

non possono rimanere lungo tempo

Perdono quello amore


di fronte al nemico.

alle

armi che

da nostro

si

inerti.

coltiva col pericolo

lato bisogna agir subito

per Hberare l'ItaUa da una agitazione che prolungandosi

271

potrebbe recare la paralisi


chiedono

gl'insorti

aiuti, e

corpo

nel

sociale.

Del resto

Menotti non pu intraprendere

un'operazione importante senza

concorso di tutte

il

le altre

forze.

Per quanto concerne

le

siccome necessario che vi sia unit,

sorvegHanza

la direzione e la

da intraprendersi'
Comitato ne ha dato

operazioni

al

il

generale Fabrizj.

Da

lui

riceverete le debite istruzioni.

Buon

successo e credetemi
Vostro

F. Crispi.

227.

[Raffaele

Di

Benedetto a Crispi

Firenze].

Caro amico,

Noi questa notte passeremo


cinque, tutti giovani che

ci

il

confine.

Siamo trenta-

conosciamo. Io sono stupefatto

dell'agitazione che esiste in Napoli. I volontari a carovane

partono giornalmente e tutti radunano mezzi che inviano


agli

insorti.

I^a

Nazione piomber tutta in Roma, se

il

governo non pensa di presto presto precederlo. Noi abban-

donammo

l'idea della spedizione dalla Sicilia,

ciolata sar

molto

numero

il

ma

alla spic-

dei volontari che accorrer

da quella parte.
Volete che vi parli sincero

Mi pare che

in Firenze siete

troppo freddi per non saper misurare la terribile agitazione


di tutta Italia, e

n governo, n
Intanto

io

il

quaU conseguenze potr

fruttare senza che

nostro partito potr arrestare.

bramerei che mio fratello

lyuigi

per la via di

Napoli venisse a raggiungerci per non essere separati.

Vi abbraccio e sono
Vostro aff.mo amico

RAFFAEI.E Di Benedetto.
Il

maggiore Raffaele Di Benedetto non torn pi

lermo; fu ucciso a Monte

S.

Giovanni, in una

alla casa

sua a Pa-

fazione nella quale 29

272

volontarii

si

trovarono a combattere

circondati. I<a

contro

le

madre

infelice

contro

400 zuavi che

aveva perduto

altri

due

figli

avevano

li

combattenti

truppe borboniche nel 1860.

228.

Cnsp{].

[Cairoli a

ore 6 [17 ottobre].

Mio

carissimo Ciccio,

Oliva sa dalla solita sorgente

che stanotte parte

Roma,

insciente

il

il

ufficiale,

ma non

cercata,

Reggente del Gabinetto del Re per

Ministero. I^a notizia di tale importanza,

che non abbiamo creduto indugiare un

momento

a dartela.

Tuo aff.mo
Benedetto.
{Crispi al Direttore della (.(Riforma

229.

).

Firenze, ly ottobre 1867.

Caro Oliva,
I/'intervento francese

non

nalmente arrivano in Marsiglia

pi

cacciatori d'Africa e

sotto fnte spoglie di reclute. B'

che

si

fa dal

Governo Imperiale,

zuavi

un intervento mascherato'
quale osa lagnarsi delle

il

bande garibaldine entrate eludendo


Arrivano

dubbio. Intanto gior-

la vigilanza governativa.

altres dei milioni pel Ministero delle finanze del

papa. Oggi ne giunsero per due miHoni. Battete forte su


questo argomento.

Ed

Prevedete la possibilit della guerra.

non chiamare subito


cito

pie' delle

battete sul

le classi ?

Alpi

Revel

(i),

che per

alleanze al disotto della posizione.


la Francia,

difesa.

da

ma

le

sue idee, per

Non

modo

le

sue

bisogna attaccare

bisogna trovarsi pronti ad

Bisogna vincere ad ogni

forti.

allora perch

Perch non muovere un eser-

una energica

bisogna battersi

273

Richiamate Garibaldi. B' tempo che


I^a prigionia dello eroe

manca

il

Governo

Io liberi.

d'ogni motivo. E' necessario

prepararsi agli eventi.

Pel governo

il

dilemma

questo

reprimere la rivoluzione

e farsi reazionario, o mettersi alla testa della rivoluzione,

E' guerra nazionale


Ci siamo intesi

Ed

mezzi

trovano...

si

Vi abbraccio
Vostro

F. Crispi.
(i)

Ministro della guerra.

[Ai Comitati di Soccorso].

230.

COMITATO CENTRAXE DI SOCCORSO

PER 1,'INSURREZIONE ROMANA


[Confidenziale].

Roma
fate che

Appena ne

sta per insorgere.


il

paese altamente, nei modi

avrete la notizia

legali,

esprima

la

sua

vada a Roma, Capitale d'Italia.


Confidiamo nella vostra prudenza ed energia.

volont che

si

Firenze, 17 ottobre 1867.

F. Crispi

A.

[C air oli a Crispi

231.

Cairow

B.

OuvA

- 1,.

- Iv.

I^a

Porta

MlCEW.

Firenze].

Da

casa, ore 3.

ly ottobre.

Carissimo Ciccio,
Io non

mi son mosso

in conformit a
io
le

da

di casa,

n uscir poich

ti

attendo

quanto hai detto all'AdamoU. Sarei venuto

te se tu avessi voluto,

definitive intelligenze

ma

prima

necessit prendere insieme


della partenza dell'amico.

274

Ho

pure persona fidata che parte per Terni; e devo comunialtre

carti

notizie.

Ti prego pure di consegnar subito la nota delle offerte


giunte a

onde completare quella da pubblicarsi

te,

oggi.

Cos pure indicherai l'ammontare della decima Hsta della


Gazzetta del Popolo, che tu ieri hai portato con te.
// tuo

Benedetto

[Fianca a Crispi

232.

Firenze].

Dal

confine,

17 ottobre 1867.

Ill.mo Signore,

Spedisco ad impostare la presente per significare che qua


Voltore giunto Jacopo SgaralHno con idi volontarii.
Med. dichiara aver ordine di portarsi domani ad Acqua-

al
Il

pendente
Il

oggi col

al

16

800 andavano in

momento

volontarii;

nostri condotti

nostri n

dell'attacco

non

da Acerbi

papahui.

si

trovarono presenti che 300

carabinieri tutti

me

numero

carabinieri;

di fuoco e la perdita di qualche


si

salvarono con la fuga.

quantit di volontarii gittarono

sendosi presentati a

in

ad attaccare 120

S. I^orenzo

dopo quattr'ore

valoroso giovane

Una

vi sono

fatto d'armi che ieri accennavo a V. S. questo. Nella

notte dal 15

al

non

il

fucile,

ed oggi

es-

per ottenere nuovamente l'arma-

mento, gH ho dichiarato che tornino a prendere quello che


gli

fu

consegnato.

Per mezzo di questo Comitato spedii ad Acerbi

anche ricevuto riscontro


relativamente

alla

non ho

sono ancora mancante di notizie

concertata

giorni che entrato Fabrizj,

spedizione

effetti.

non posso avere

Sono 3

di esso notizia.

Devotissimo
F. Fianca.

275

[Crispi a Delanoire

233-

Parigi].
Florence ly ottobre iSy.

Mr. Delanoire,

Passy
Je viens de recevoir votre honore

un mandai de 50 francs sur


aussi de Mr. Reinach l'avis

Paris.

du 12 courant,

la poste italienne.

y-joint

Je recois

que vous avez verse chez

lui

francs.

450

me

Comit

I^e

charge de vous faire ses remerciments.

Votre offrande n'a pas de prix car

elle

nous vient de

la

France, qui nous mnace d'une nouveUe intervention dans


l'intrt

de

la

Papaut.

Agrez, Monsieur, l'hommage de

mon

estinie et

de

mon

dvouement.
F. Crispi.

lyC offerte

ingenti.

afluivano al Comitato di Firenze

Ecco qui mia

ma

lettera di Francesco Cucchi

anche le
da Roma

richieste erano
:

18 ottobre, ore io sera. I^a nostra situazione quasi disperata per mancanza d'armi. Quelle tanto aspettate da Temi non le avremo pi per la
bella idea del Ghirelli di rompere la ferrovia. Quindi restiamo con niente.
<i

A qualunque

costo per domenica sera incominceremo e siate sicuri che per

faremo seriamente. Vi manderemo notizie col mezzo Bujelli


a Corese mediante espressi, perch prevediamo di non poterci prevalere
del telegrafo gi rotto. Siccome da ogni parte, durante l'azione, partiranno
da qui notizie d'ogni sorta, v'avvertiamo che le nostre saranno sempre
firmate Checca o Giuseppe. In mancanza d'armi, diviene anche pi sensibile
il bisogno di danaro. Perci abbiamo tirato a vista su WeiU-Schott, Gviastalla e Comp. tma tratta di loooo lire scegliendo questa Ditta come conosciuta e non sospetta. Prevenite Enrico e la Casa che sar necessario mandino
l'accettazione immediata di questa prima e che rispondano affermativamente per telegrafo a qualimque banchiere di Roma li richiedesse se accettano dal Sig. Zogno girate a Benedetti altre consimili di cambio per 20000
lire. Addio. Checca. A rivederci o in Campidoglio o sotto la Rupe Tarpea,
la parte nostra

cosi

mi
18

dice Guerzoni qui presente.

ottobre are

11 Yz pam. In seguito alla mia di un'ora fa vi prevengo

che siamo avvertiti dalla Ditta Tomasini e Marignoli banchieri in Roma,


che potrete farci pervenire 'L,. 50000, o pi se vi pare, depositando alla Banca
Nazionale la somma suddetta e facendo dalla Banca telegrafare a detta Casa
di aprire qui

un

credito di tale

somma a Pietro Feoli.

Addio. Checca

[P. S.

234.

Mancini a Crispi

Firenze].

Berlino, 18 ottobre i86y.

Carissimo,

Perch chiuderti meco in ostinato silenzio mentre corrono cos gravi eventi per la nostra patria

Perch non

avvertirmi, n interrogarmi sulla parte che io potessi pren-

dere all'opera

comune

In Parigi, ed in Germania poteva

pure far qualche cosa

io

bench ignaro dello

e per Dio,

stato reale delle cose, delle intenzioni vere di chi cost dirige gli affari, ignaro finanche di ci che succede sul terri-

torio pontificio,

cui avvenimenti sono

mente narrati nel modo


ed

ci,

il

legrafici

il

sempre ed unica-

pi scoraggiante pe' nostri ami-

pi favorevole alla truppa papale, ne' dispacci teche partono da Roma,

quasi mai contrapposti

a' quah non se ne vedon


da Firenze, tuttavia qualche

altri

cosa credo aver fatto in pr della causa comune.


Circostanze affatto estranee alla politica

mi posero

in

contatto personale col Rouher, col Cavallette, col Moustier e

Baroche

col

(che

ebbene

mi tenne

io credo, e

gli stessi

pranzo con molti

mia presenza a

uomini

altri

Parigi

meco

il

cred

il

Girardin

propositi a te tenuti e m'invit a

non fu

politici e

inutile

giomaUsti) che la

e che le

mie franche

parole valsero ad intiepidire alquanto certi ardori papaHni

che in que' giorni appunto creavano


incontrastabile.

Qui ho fatto

affatto personale,

come

il

all'Italia

resto,

quello di che

si

un pericolo

perch un governo

bea oggid

la

Fran-

cia, non offre garentie che escludano da un giorno all'altro


mutamenti improvvisi di risoluzione, e basta la volont
di un uomo perch fatti altrettanto deplorabiH che quelli

di cui fu teatro

Ho

il

Messico,

si

tentino pi o

meno

in Italia

ragione di pensare che se la Francia andasse ancora una

volta a

Roma

senza impegnarsi in un conflitto armato

col regno d'Italia, la Prussia

non prenderebbe alcuna parte

277

ma

che laddove la Francia incontrasse

nostri soldati e

battesse con noi, e penetrasse nel nostro territorio,

marck farebbe entrare

si

Bis-

in lizza per noi contro la Francia

la Prussia con tutta la Confederazione del Nord.

Vorr dimque Napoleone

III,

con un atto di cieca

follia

destar la scintilla di questa conflagrazione e dopo aver aiutato l'unit italica e la Germanica a formarsi, eccitarle

entrambe contro
bile,

la

Francia e contro di s

Mi pare

incredi-

anche quando truppe francesi s'imbarcassero a Toper uno spauracchio

lone, forse

Ti stringo

al

!...

cuore
tuo aff.mo
P. S. Mancini.

D. S.

Sono invitato a pranzo

Bismarck
delle cose

per domani dal Conte

puoi immaginare se l'intratterr di altro che


nostre.

[Crispi a Ghirelli

235,

Nami].

{Telegramma)
18

ottobre

1867.

Conte Ghirelli

Narni,
Siete pregato recarvi a

Temi per

intendervi col deputato

Fabrizj.

Crispi.

[Agnetta a Crispi

236.

Firenze].
Terni,

Caro

Ti accludo una nota da


roli.

il

20 ottobre 1867.

Ciccio,

Roma

diretta a Benedetto Cai-

Per bisogna osservare che col secondo

sono decisi ad
passare.

agire. I^e

armi non poterono in

altre

nuove

modo alcuno

278

In punto partono Enrico e Giovanni con

ove giungeranno domani notte


sulla stessa direzione

Pi,

(i).

una Colonna

di

altri

65 per

Roma,

cercato spingere

si

800 uomini. Speriamo

che giunga a tempo.


Il resto

Perdio,

a la grazia di Dio.

mandate armi e denaro.

Tuo
Carmei.0 Agnetta.
(i) I

due

porte di
cfr.

fratelli Cairoli,

primo

il

Roma. Su questo

ucciso, l'altro ferito

Villa Glori di Pio Vittorio Ferrari, che giovanissimo fu

gni dei Cairoli (erano in tutti 78 e non 65

come

Villa Glori, alle

Campagna

nobilissimo episodio della

dice

l'

uno

del 1867

dei

compa-

Agnetta) ed ora

prefetto del Regno.

[Cipriani a Crispi

237.

Firenze].
Terni, so ottobre 1867

insurrezione; romana
corpo sanitaeio

Amico

carissimo,

Io scrivo per portare nottole ad Atene, ripeter con antico

come

adagio, gi ricordato,

mera

dal nostro Mancini.

fine dalla parte di


rotabili,

ti

un giorno

alla

concentrano

al

sovverrai,

Le truppe

si

Poggio Mirteto marciando

Cacon-

sulle strade

essendo interrotta la ferrovia. Fino a questa sera

per nisstin ordine vi per passare


gi a Botta per

le Lit.

il

confine.

strade

muoversi tenuto
per accidente

scritto

1000 e dopo domani spero potergliele

consegnare in persona. Fabrizj, interrotta


ornai per le

Ho

ordinarie.

la ferrovia, invia

Intanto Menotti non pu

da forte nerbo di truppe, e se


un movimento, non pu essere da

in scacco

Roma

esso soccorsa. Credi

fa

alla,

sincera stima ed amicizia.


del tuo

Kmiwo

Cipriani,

279

Cm/)z

[Botta

238.

Firenze].

lio

Mirteto,

ai ottobre 186 y.

Stimatissimo Signore ed amico,


Dispacciai

ieri

Roma

entro

Generale Fabrizj, pregandolo a voler

al

modo

telegrafare in

secreto alla S. V. la proroga del

me

a stasera, e ci secondo

ne scrisse

moto

ieri stesso

Cuccili.

Guttierez,
il

da

lei

Porta

I^a

statomi

18 a sera, merc vettura apposita che

Corese, entr a

uno scontro tra due grosse pattuglie


quale

ieri

l'altro

pontifici

ieri

sera

falde

alle

furono

entro Palombara, dov'era

Menotti

raccomandato,
trovai

di

picchiati,
il

di

rimarco, salvo

insorti e papalini

Monte

Calvario,

e costretti

nella

ritirarsi

loro corpo principale.

accamp

nelle

sarebbe un avvicinarsi, per quanto

montagne
gli

di I^icenza

riesci to possibile,

a Roma. Frighesy colla sua banda forte di


circa e

a Passo

Roma.

Dopo Nerola nessun combattimento

avvenuto

gli

400 uomini

due spingarde, seguito dalla cosdetta Legione romana

stata lasciata sul confine dal GhirelU, in atto in cui

200

toscani di quest'ultimo corpo se ne tornavano addietro per

paura,

raggiunse

solamente

ieri

Menotti.

Cipriani sempre a Terni, gli ho richiesto occorente pei


feriti

che trovansi nello spedaletto provvisorio di Scandri-

glia, e

stesso

mi ha gi spedito una cassa col bisognevole, che ora


accompagno al dono del Comitato di signore, consi-

stente in filacce e bende, e invio alla sua destinazione.

Fra un'ora andr a Passo Corese, per intendermi con


persona statami indicata dal Gen.le Fabrizj per
il

segnale pi rapido, che

rezione dentro

Roma,

si

e poterla quindi

grafarla a Terni, e Terni a

concertare

potr avere circa alla insur-

lyci.

immantinente

tele-

28o

Vado

a invitare

Dott. Cipriani a recarsi qui, e quindi

il

a Scandriglia e Poggio Nativo, per regolar bene


sanitario

So

chee sso Cipriani ha

dalla S. V. e spero vorr

It.

il

servizio

looo statemi spedite

domani recarmele

di

persona.

Cai desi arrivato ora qui, dopo avermi chiamato a Canta-

me non

lupo, vuole da

Sta fresco
l'ho

!!

so quante diavolerie.

quest'ora ossa

sono, perch la polpa

ci

pegnorata in Sabina.

Un

abbraccio cordiale dal

Suo

obb. aff.

N. Botta.

D.

Mi esimo

S.

vendo

V.

alla

Mellana a Crispi

[Filippo

239.

di scrivere a Cairoli e I^a Porta, scri-

S.

Firenze].
21 ottobre '67.

Car.mo,

Appena

sarai alzato vieni subito

da Rattazzi che

ti at-

Ore 2 dopo mezzanotte.

tende.

(Di calligrafia di Crispi

E' stata sospesa

la partenza della flotta).

Aff.mo
MEI^IvANA.
da Caprera attraverso sei navi da guerra in croDi essa fa cenno il Diario di Crispi nelle brevi note die

I^'evaslone di Garibaldi
ciera, notissima.

seguono

3 1 ottobre Arrivo di Garibaldi dalla Sardegna sotto fnte spoglie


ed in vettura privata
I carabinieri annunziano di averlo veduto suUo
Smentiscono la notizia. Dalla Maddalena, la polizia instradale di Pisa
:

forma che Garibaldi ancora


dini vuol vederlo.

mia a prendere

il

22

nell'Isola. Il

ottobre, 6

caff. Alle 6 e

Ministero ne avvisato

mezza arriva

Cialdini.

Non

d'accordo. All' 1.40 Garibaldi parte con treno speciale.

venga arrestato

33

mezza: Mia

ottobre,

11 e

Rifiuto.

Cial-

possono mettersi

Cialdini chiede che

Commedia. Telegrammi su tutta


visita

antimeridiane: Garibaldi viene in casa

a Cialdini. Rottura

Maddalena anmmzia che Garibaldi ancora a Caprera

la linea.

I^a polizia della

28l

[Ordine del giorno del Comitato Centrale].

240.

Firenze, sa ottobre 67.

Tutti

Ducato

onde

di Castro

mettersi sotto

il

confine

dell'antico

recarsi nel vicino territorio,

sono

Corpo del Comandante generale Acerbi

invitati a recarsi al
e

passano

che

volontarii,

suoi ordini.

E' pregiudizievole

al

buon

esito delle operazioni

militari

l'isolamento di piccoli corpi di volontarii. Iv'interesse della

causa ch'essi difendono impone la costituzione di corpi

quaU siano

forti

per numero e unit di comando.

Pel Comitato:
F. Crispi.

[Proclama del Comitato Centrale].

241.

COMITATO CENTRAI,E DI SOCCORSO


PER I,A INSURREZIONE ROMANA

Roma
si

insorta. I nostri fratelli

si

battono da due giorni

battono anche per noi, malgrado

governo

ly'abbandonarH

francese.

il

veto insolente del

vergogna

sarebbe

rovina.

Garibaldi trovasi gi al

Se

il

non pu

governo

oscilla

l'Italia sacrificare

Voi comprendete

prontamente

campo

di Menotti.

nell'adempimento del suo dovere


il

proprio diritto.

la necessit di un'agitazione che risolva

la crisi attuale.

Firenze, 22 ottobre 1867.

Il

G.
ly.

Comitato centrale

Pali^avicino
IvA

F,

Crispi

PORTA -A. OivivA -F.

B. Cairoi,i

De

Boni.

282

[Crispi

242.

Fabrizj -Teim].

Firenze,

23

ottobre

67.

Caro Fabrizj,
In conseguenza di due telegrammi giuntici dalla frontiera

sappiamo che

Roma

insorta e che

da due giorni

cittadini

battono. Sinora saltata la caserna degli Zuavi in seguito

si

ad una mina praticatavi dai


intanto

si

Cialdini,

nostri. (i) Il Ministero Rattazzi

dimesso per volont dell'Imperatore. Gli succede

quale,

il

sordo a'miei consigli, assume l'incarico

comporre un Ministero conservatore. E' un'ambizioso,

di

che non sa quello che fa e che fra giorni sar sciupato. (2)

Napoleone richiede
rinunzii

un manifesto

quale

col

governo

il

ad ogni intervento a Roma, chiusura dei Comitati,

divieto ai volontari di passare la frontiera.

In tutte

le lettere

dovuto esaurire

tu chiedi danaro.

la cassa per

dato a Tringali 32/m.


faresti

bene a dargli

tu se non

sei

lire

sulle

e ne

15/m.

domanda

lire

partito ancora per

abbiamo

noi oggi

contentare Menotti.

Abbiamo

altre 8/m. che

in tuo potere.

Roma,

faresti

tornartene in Firenze, dove potresti rendere utiU


Io ho rotto col Cialdini

ma

bene a
servizii.

tu essendo ancora suo amico

potresti evitare ch'egli cada nella reazione.


Ieri sera egli chiese l'arresto di Garibaldi. Gli fu

da

colui che

non aveva pi

interesse a farlo.

negaro

Domani essendo

ministro, sa Dio quello che far.

Ti

abbraccio

di

cuore.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

Un bollettino del Comitato cosi


Roma da due giorni si batte.

(i)

I<a

diffondeva

le

notizie di

caserma degli zuavi in piazza Sora, minata e assalita dal popolo,

saltata in aria.

I^

Roma

citt coperta di barricate, l'insurrezione trionfa.

283

comunicazioni telegrafiche sono sempre intercettate.

I,e

Garibaldi appena giunto a Temi, parti pel confine. Ora, alla testa di

cinquemila volontari, marcia su Roma.


23 ottobre (ore 5 pom).
(2)

Rattazzi era dimissionario gi da qualche giorno, da quando cio ap-

governo francese aveva deliberato di mandar truppe a Roma


Papa e di chiedere che l'Italia facesse altrettanto. Se allora
i soldati italiani avessero occupato Roma prima che vi giimgessero i francesi
come sembra avrebbe fatto Crispi (Cfr. lettera a Mancini del 26 otprese che

il

in difesa del

tobre, n" 253)

forse

si

sarebbe trovata una soluzione dell'ardente questione.

Invece, durante la crisi la Francia ebbe


di battere con forze soverchianti

mondo

badire dinanzi al

la

tempo

il

sua egemonia

suoi disegni,
ri-

sull'Italia.

\Bertani a Crispi

243.

di compiere

volontari di Garibaldi a Mentana, di

Firenze].
ore 9 34 [25 oifobre].

Mio

caro Crispi,

Vai stasera in via Cavour


a prendere

al

Comitato

qual'ora

Puoi venirmi

Io sono in pena e vorrei andarmene. Qui non


profittevole.

proclami

I^a

temperanza nella scelta

ammorza

Hai novit

l'ardore

gi

dei

si

fa cosa

nomi

nei

scarso.

Tuo
Ag. Bertani.

[Crispi a G. B. Bottero

244.

Torino].

Firenze, 23 ottobre 1867.

Caro Bottero,

Roma
vi scrivo

insorta
i

da due

cittadini

si

giorni, e forse al

momento

in cui

battono ancora coi mercenari del

Papa.
Iva citt

coperta di barricate, la caserma degli Zuavi

saltata in aria per

una mina praticatavi durante

spirazione. Garibaldi

si

avvicina alla citt eterna.

la co-

284

Il

Ministero Rattazzi intanto fu obbligato a

ed un Ministero Cialdini
gliere

dimettersi,

succede con obbligo di scio-

Comitati, d'impedire l'affluenza dei volontarii, di

non intervenire

gli

scopo

allo

di evitare l'intervento

francese.

Roma avevamo promesso non solo di


come abbiam fatto, ma che l'esercito sarebbe
quei di

24 ore dopo scoppiata l'insurrezione.


zione

non pu

aiutarli

andato

seconda

I^a

condi-

avverarsi, e forse per difetto degli aiuti mi-

litari l'insurrezione

vedere in tutti

pu

Bisogna prov-

essere schiacciata.

modi, agitando

il

paese

dando

all'opi-

nione pubblica, tutto lo slancio onde imporre al governo la

Roma

liberazione di

Essendoci messi
sorti n'erano gelosi.

alla testa del

Da

movimento romano

con-

qui una guerra continuata,insistente

contro a Rattazzi, ch'era con noi e che fece per noi quello

che pot nella nuova posizione

ad

atterrarlo; atterrandolo

ufficiale.

hanno

Essi sono riusciti

Roma

tolto a

il

mezzo

pi pronto per essere liberata.

Vedete gU

altri

deputati e concertatevi con loro per trovare

quello che convenga di meglio in questi momenti. Preparatevi inoltre

inaugurata

a resistere alla reazione che possa essere

dal

nuovo

ministero.

Credo che potrebbe essere


la

pronta

convocazione

del

utile

il

chiedere nei giornali

Parlamento.

'

Devotissimo vostro
F. Crispi.

[Crispi

245.

Carmelo Agnetta

Terni].

Firenze, 33 ottobre 67.

Caro
Rattazzi
tero gli

Carmelo,
si

dimesso, e

ho fatto firmare

il

a Montepulciano. Siccome

prima

ch'egli lasciasse

il

minis-

decreto per la tua traslocazione


gli

succeder un Ministero rea-

285

zionario

tu

perch cos vuole l'Imperatore

necessario che

Prima

in Firenze per regolare la tua posizione.

ri torn

da cotesta, necessario

di partire

stabilire le corrispondenze

che c'invia Buglelli da Passo-Corese. Buglielli un impienostro, e mandava le notizie al Ministero.


mandi a me per telegrafo e per lettera
mandi ogni giorno. Noi abbiamo bisogno di conoscere

un amico

gato,

Bisogna che
e la

corso

il

le

insurrezione.

della

Siccome

nuovo Ministero va a

il

sciogliere

Comitati,

membri di cotesto di Terni a non


lasciarsi sorprendere. Tengano le carte, la armi e gU effetti
che possiedono in guisa da non farseli sequestrare. Usino
necessario avvertire

tutta la precauzione per

insomma tutta

Tringali ritorna con tutti


dare.

Abbiamo

speriamo

giungono

Durer

dei
?

mezzi che

esaurito la cassa
un'altra

rifarci

Abbiano

oggetti che arrivano.

gli

prudenza, onde non essere

la

volta,

ma

gli

colti in fallo.

abbiam potuto

da domani innanzi

perch giornalmente

ci

mezzi.

I/O sa Iddio.

Se comincia la reazione,

prevedere dove arriveremo.

difficile

Ti abbraccio di cuore.

Tuo
F.

aff.o

Crispi.

[Crispi a Costantino -Y2^&xrm\.

246.

Firenze, 23 ottobre 67.

Caro

Peppino,

Alle tue dei 20 e 21 volgente, nella prima delle

un

vaglia di L.

altra

testa

il

mandato

500 inviate da cotesto Comitato e nella


della

deputazione

sar fatto

un cenno

l'insurrezione

ed

quaH era

Banca

in lire 4000 speditoci da co-

provinciale.

Alla

di ringraziamento.

cittadini, si

medesima

A Roma

domani

scoppiata

battono coi mercenari del

papa. I^a citt coperta di barricate, e la caserma degU

286

Zuavi saltata in aria in conseguenza

di

una mina che

vi

era stata praticata dagli insorti.

Intanto, per espressa volont del Capo dello Stato, che


l'ha

promesso a Napoleone,

Roma. Ed un Ministero

oggi

non interverr
compone coU'espresso

l'esercito
si

carico d'impedire l'invio d'aiuti a

Roma

in
in-

e per la chiusura

dei Comitati. In tale stato di cose bisogna organizzare la

mezzo

resistenza e per

gare

il

di pubbliche manifestazioni obbli-

governo a mandare

l'esercito alla liberazione di

Roma.

Preparatevi intanto a non farvi sorprendere nella chiusura


dei Comitati.

Nascondete

le carte,

il

danaro, tutto ci che

possedete, affinch nulla vi sia sequestrato.

Niente

altro,

perch mi manca

il

tempo

e vorrei

dirti

molte altre cose

Tuo

aff.o

F. Crispi.

[Botta a Crispi

247.

Firenze],

{Telegrammi)
Poggio Mirteto, 24 ottobre 6y,

Roma
polati.

continua vivissima agitazione con attacchi inter-

Generale stasera Montemaggiore, teste prime colonne

romane insorti Monterotondo.


Truppe papaline impotenti reprimere moto malgrado
essere concentrate dentro quasi tutte.

Vorrei andare avanti

Posso

Botta.

248.

[Crispi a Botta

Poggio Mirteto],
da Firenze, 24

ottobre.

vostro posto finche non sarete sostituito

Mandatemi giornalmente notizie per telegrafo e per lettere

Restate

al

287

Avvisate Buglielli Passo Corese mandare

me

non

al

Ministero le notizie che ricever da Checco.


Crispi.

[Crispi a Fahrizj

249.

Terni].
Firenze,

24 ottbre

6y.

Caro Nicola,
Alla tua d'ieri.

Domani verr
potrai prendere

Per

me

io

CairoU, e se vuoi, appena egli sar giunto,


quella risoluzione

che

ti

parr migliore.

credo che tu dovresti ritornare in Firenze. Te ne

tuo Cialdini, che lavora

scrissi ieri e te lo ripeto oggi. Il

a comporre un gabinetto e che


Depretis ed

altri dello stesso

rivolto a Correnti, a

si

stampo,

si

impegnato a

re-

primere lo slancio nazionale per Roma. Bgli potr andare


alla reazione. Si sa

come

si

comincia,

B* necessario che qualche amico

Tu

potrai

esser

ma non

dove

lo consigli e lo

si

va.

arresti.

quello.

Ti abbraccio di cuore,

Tuo

aff.o

amico

F. Crispi.

P. S. Prima di lasciare Terni avvisa

mandar

notizie che a me. Egli le

ha date

[Crispi a Buglielli

250.

Buglielli

a non

al Ministero.

Terni].
Firenze, 24 ottobre 6y.

Caro Signore,
Ella ha dovuto ricevere due miei telegrammi.
d'ieri io la
le

pregava a voler dirigere a

notizie che le giungeranno

Con

me

Con quel

personalmente

Roma.
un apposito

dai nostri amici di

quello d'oggi la pregava a voler inviare

288

Roma

individuo a

per raccogliere

mento insurrezionale
avr negato

particolari del

sera.

movi-

Spero che non mi

favori che le ho domandati.

Viene cost
fisser la

marted

di

il

mio amico, l'Aw. Muratori,

(i)

sua residenza a Passo Corese nello scopo

tare ed eseguire cotesto servizio di

il

quale

di concre-

corrispondenze. Ella

essendo un Regio impiegato, ed avendo mutato

il

Ministero

nuovo non essendo favorevole di aiuti a Roma, il mio


amico sar l'organo di trasmissione e per telegrammi e

ed

il

per lettere di tutti

gli

avvenimenti romani. Per noi cotesto

servigio della pi grave importanza, e bisogna che sia

regolarmente

fatto

continuatamente.

Qui gH awersarii della insurrezione romana, o per meglio


dire di

Roma

nel vostro
di

Roma

quanto

capitale,

telegramma

negano
di

fatti quali

vengono esposti

stamane. Scrivete

ai vostri

si

una

e,

possa, esatta.

Diteci inoltre, se la insurrenzione cess, o

fu

amici

che ne diano un'esposizone particolareggiata

se piuttosto

sosta.

Credetemi,
Devotissimo
F. Crispi.
(i) Angelo Muratori, l'illustre avvocato e uomo politico, giovanissimo
aveva preso parte alla guerra dell'anno precedente tra le fila dei garibaldini
ed era stato ferito a Monsuello. Nel 1867 lavor prima nel Comitato Centrale, poi fu mandato al campo, come in questa e in altre lettere seguenti

ricordato.

251.

[Cfispi a Canzio

7 Monter tondo].
Firenze, 23 ottobre 67.

Caro Canzio,
Riceverai dal latore della presente la sciabola ed un
binocolo da

campo che

Non

compera fu fatta

so se la

hai chiesto al I^emmi pel generale.


in guisa da meritare la vostra

289

approvazione.

breve e

Ad

difi&cile

modo

io credo

che basti per questa

altro, scrivete e

ve ne provvederemo.

ogni

campagna.

Se avete bisogno di

Siamo qui pronti

e lavoriamo ogni giorno per soddisfare

a tutto quello che possa essere necessario per voi.

Un

saluto a tutti

gli

amici,

un bacio

Generale.

al

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

[Botta a Crisfi

252.

Firenze].

Passo Corese, 25

ottobre

1867.

ore 7 Yz p- m.-

Gmo. Signore ed amico.


Trasmetto
a

modo

zoni

V.

I.

qui alligata copia d'una lettera

di dispaccio telegrafico, stata

allo

Oggi

alla S.

le

spagnuolo

consegnata da Guer-

Kschanes.

ho telegrafato circa

alla presa di

Monte Rotondo.

Sul far della sera la notizia stata rettificata nel

seguente

Ore
Il

modo

Generale

Gl'insorti

Garibaldi ha circondato

occupano

il

locale

Monte Rotondo.

dei Cappuccini

case dei dintorni. Gli antiboini tengono fermo, e

dono da tutte

le case.

Stanotte

si

vittoria degli insorti assicurata

5 3/4.

parecchie
si

difen-

cercher penetrare. I^a

domani

il

risultato

per mio telegramma. Io d'ordine di Fabrizj nel giorno


sto a Corese per spingere avanti armi e munizioni. Star

fermo giusta suo dispaccio. Con

affetto,

Suo oss.mo
N. Botta.
19

290

[Fabrizj

253-

Crispi

Firenze].
Terni, 25 ottobre 1867.

Caro Ciccio,
Ti ho telegrafato qualche ora

Non
il

ti

ho parlato

di notizie

telegramma, limitandomi

fa.

perch non fosse impedito

alle

funeste

come

quelle che

non avrebbero avuto ostacolo Come ti indicai, il S. Prefetto


mi diede certa la morte anche di Giovanni CairoU, per cui
ti pregai di far s che Benedetto non arrivasse a conoscere
tutta la sua sventura a Terni. Spero che avrai provveduto

spedendo persona a sostituirmi ond'io possa procedere


1/6 notizie sono che

dopo quattro ore

di fuoco

oltre.

Monte Ro-

tondo abbia capitolato. Ci fu telegrafato dalla soUta sorgente. Pochi

momenti sono un altro telegramma dimandava


il servizio di ambulanza a Corese Ho avviso

urgentemente

(non uf&ciale,

ma per

attinenze mihtari) che gi

movimento

zioni di opposizione nel

arrivate per avere effetto,

dei

ma che sinora le autorit

non ne siano informate Prendo rapidamente


pi opportune.

le disposi-

volontari sieno
politiche

le disposizioni

Addio.

Tuo

aff.

mo

NlCOIvA.

[G.

254.

Mio

Ho

B.

Bottero

Crispi

Firenze].

caro Crispi,

Abbiamo organomi sul giornale


Domani avr luogo

parlato. Tutti pienamente concordi.

nizzato

un Comitato

d'oggi,

di cui

vedrete

che agir vigorosamente

un meeting promosso da quel Comitato. Stasera


strazione

stata

impooentissima.

la

dimo-

I^ truppa simpatica.

Vi scrivo dopo uscito dalla tornata del Consiglio. Abbiamo


votato,

come Genova, 5000

I^r.,

di

prima

offerta. S'

opposto

291

Reve] con abile discorso fondato

(diss'egli)

1.

sulla

incompetenza

perch la quistione era politica,

Consiglio

del

io l'avessi

nascosta sotto

sebbene

puntolini dei

feriti.

Revel dichiar nettamente che non voleva provocare

la

Francia perch temeva che la cessione del Piemonte

potesse esserne la conseguenza

(e

in verit crescono

dati

per argomentare che Visconti-Venosta e soci della Consorteria

pensassero di risolvere la quistione di

cessione

del

Me

Piemonte

ne

avvertono

Roma
molti

colla

amici

francesi).
TI

nostro Ferraris rispose con molto brio dimostrando

anzitutto che

il

trovato dei

feriti

non era tanto fuor di luogo


le vane paure d'una

poich ect. etc. Dissip in seguito

occupazione del Piemonte,


il

suo dovere

il

quale del resto avrebbe fatto

etc.

Revel rephc dicendo che, in caso d'invasione, egU


di

militari

che avevano sempre conbattute

degli antichi Principi di

Savoja

parte alla resistenza. Solo

si

alla insurrezione,

sulle Alpi,

opponeva

al

perch voto politico,

Ara senza sotterfugi accett


reno, e sostenne che

le

figlio

battagHe

avrebbe preso

voto d'un concorso


etc.

la quistione sopra questo ter-

un Municipio come Torino, antica

Capitale del Regno, aveva non che diritto, dovere di pro-

muovere un voto pohtico

in

una circostanza

cosi solenne;

e diede gi senza misericordia sui consorti e sod.


Si stava par venire ai voti

quando Chiaves propose che

ciascuno di noi facesse di sua tasca un'oblazione di 20

lire.

Ara comprese a mezzo l'epigramma. Rispose accettando


ma mantenendo anche quella della

anche questa proposta,


Giunta perch

il

Municipio desse

il

nome essendo questo

suo dovere strettissimo dopo la rimostranza del


Io mi opposi a che la proposta Chiaves

fosse

'64.

messa

ai

voti essendo assai pi violenta ed illegale di qualunque


altra e

mi meravigliai che

quelli stessi

che avevano votati

292

famosi pranzi politici per

le

annessioni (da 5000 a 6000

ciascuno) ora facessero difficolt per votare

Chiaves rispose che

patrioti feriti.

sussidio a

si

dovettero

pranzi

dare per decoro della Capitale, e che ne voterebbe di

grado ancora adesso se l'annessione di

Ho

ancora a Torino.
richiedere

citt

ragione

migilior

Roma

mia volta

risposto a

Roma

decoro della

non mancare nel

di

Torino e pel decoro di Torino,

la

nome

di

Roma

stessa e

5000

Ho

io

non pi

in Torino, o in altra

posticcia.

(ed anco

Il Consigilio

approv

cipali e

e che
al

desideravo in

sione)

che restavo fedele

di

plebiscito, in

capitale

buon

avesse luogo

il

novero de' Municipi che soccorrono l'insurrezione

quanto all'annessione

fr.

un

le

vot a tenore

prima

di

il

pubbhco

di

offerta

quanto

come era

coi suoi segni di ade-

nazionali

ed antimuni-

s'era fatto a

Genova, Lire

dichiarazioni

stata combinata.

voluto darvi un sunto della seduta perch vediate

che la discussione fu conforme alla gravit delle circostanze,

ed energica nel senso della resistenza

allo straniero.

Tre

soU voti su 41 furono contrarj.


lyO

pubblico eccellente. Duole la caduta del

spirito

cessato Ministero tanto pi

quando

si

toccato con

mano

che era appoggiato dal vostro partito.

Per

crede che ogni male non viene per nuocere, in

si

questo senso che ora l'amalgama dei nostri potr essere


pi sincera e pi facile per necessit.
Rattazzi a nostro avviso ha avuto

non dare
ogni

la

modo

dovuta importanza

caduto

al

il

solito

suo torto di

governo personale.

Ad

bene e c' molto da sperare essendo

alleati.

Noi, ve l'abbiamo detto in altre lettere a Cairoli, navi-

gheremo
goni.

nelle

Non

acque del Comitato, e potete ritenerci tetra-

lasciateci

mancare

istruzioni,

non mancheremo

293

al debito nostro.

lamento

dal

Ara

Ferraris,

Faremo proporre

la

convocazione del Par-

medesimo.

meeting

Presentate

etc. vi salutano.

nostri rispetti

agli amici, e credeteci


Torino, 25 ottobre i86y.

Irremovibili,

per s

per

G.

[Fahrizj

255.

a Crispi

gli

amici

1^ truppe che

fino

da

ieri

sera confidenzialmente

cercato,

movimento pi

si

mi

le

12. m., sino

sino

da questa notte,

provvedere pel

di

esteso che fosse possibile.

poche munizioni che ancora

Sono

sulle spine

baldi

per

sai

se

ci

le

restavano ed armi che ho

moto.

in

Come

da

sono messe in moto sul far del giorno.

per dubbio di una generale sbandata, e sopratutto per

messo

si

M. che oggi avreb-

bero eseguito ordini di repressione dopo

Ho

8bre 1867.

Ciccio,

fece sapere da chi in confidenza collo S.

questa mattina

vostro

Firenze].

Terni, 26

Caro

il

BOTTERO.

B.

ho contrattato una fornitura a nome

no andava male

assai,

di Gari-

bench non vada benissimo

le solite irregolarit e lentezze.

Mentre

io

mi abnego attendendo

all'ordine del Generale,

che mi vuole qui, e fatico da disperato, organizzando l'inorganizzabile,

sopprimendo inconvenienti,

contenendo,

e lavorando sino alla estinzione delle forze,


si

debba

dire nella

Riforma che

pochi minuti organizz

il

il

tutto, e

ecc.-

non so perch

Generale Garibaldi in

mosse

coi migliori.

Il

Generale Garibaldi, con quella benevolenza che forse fa


valutare troppo anco

il

poco fatto con amore e attivit

294

mi ordin

di restare

per

bisogno di continuare.

od

ordini di organizzazione
Si sono

alla

(che forse

Perch

ai

approvando l'organizzazione.

disorganizzeranno,

si

18

quali

dei

ma

che furono

armati (compreso Acerbi).

miei amici poHtici fu sempre cos ripugnante

qualche serviziuccio

riconoscere

di

il

meglio organizzati 25 battaglioni con Acerbi

marciando

organizzati)

molto bene che avevo fatto ed

il

Generale Garibaldi organizza dando

Il

fatto

con abnegazione,

restando a fare quello che essi non volevano, e vivendo

modestia

di

Ho

coscienziosa

Non ho nuove
ieri

scritto all'individuo, Ti

Puoi ideare

mander

di Paolino (i)
il

mio

dopo

il

copia.

combattimento

di

stato.

Quando sar sgombro


movo subito. Forse oggi

Terni da materiaU ed uomini,


o dimani.

Seguita a spedire qui fermo alla stazione della via ferrata,

anco

le lettere

raccomandate

Ieri sera ti telegrafai


Il

al

Comitato.

per impedire l'arrivo di Benedetto.

Sottoprefetto assicura la morte anco di Giovanni

T'ab-

braccio.

Aff.mo

Nicola.
(i)

Paolo Fabrizj, ora Senatore.

256.

[Fabrizj

al

Comitato di Firenze].

Terni,

Onorevole

Onde
si

cotesto

li

26 Sbre 1867.

Comitato,

Comitato possa calcolare

le

forze

trovano in azione, e quelle di gi organizzate,

che

lo scri-

vente ha creduto bene di rimettere uno Specchio dimostrante

approssimativamente

l'effettivo

dei

Volontari.

295

che

Si fa osservare inoltre

il

calcolo fatto l' piuttosto

minore che maggiore del vero Effettivo, per quelle colonne


per che
delegato

si

organizzarono avanti che

all'organizzazione

dei

sottoscritto

il

fosse

BattagHoni.

Rileveranno ancora da detto prospetto

Corpi che

si

trovano ancora disarmati e quindi la quantit di armi che


occorre

per la forza

ci che necessita per


della cifra

Tra

Corpo dei Volontari, per

fino

da

usciti

rapporto

dimani tutti

Terni

successivamente

Campo, trattenendo a poca distanza

il

il

la sollecitudine

ad ora provvedere.

la giornata d'oggi e l'alba di

saranno
per

il

numerica del personale a quanto

ha potuto

loro

presente.

prospetto poi pu dar loro un'esatta idea di

lyO stesso

Corpi

incamminati

quelli

che sono

provveduti di Armi, sino a che queste non arrivano.

N. Fabrizj.
257-

[Crispi

Carolina

Phillipson

Giffard

I/)ndra],

Firenze, 26 ottobre 1867.

Egregia
lye

fo

Signora,

nome

pi vivi ringraziamenti, in

Garibaldi e del Comitato Centrale, per

rimesse da

lei

le

pei feriti della insurrezione

In questi momenti in cui

la

Francia

ci

del Generale

20

lire

sterHne

romana.

minaccia d'un nuovo

intervento, la voce amica dell'Inghilterra ci conforta nella


lotta

che

continuare

abbiamo intrapresa, VogUa, egregia Signora,


nell'opera

generosa e

del popolo britannico sul

va a commettere contro
Sono

con

la

pi

nuovo

richiamare l'attenzione

assassinio

Napoleone

che

l'Italia.

alta

Devotissimo suo

stima,

F.
Carolina Giffard Phillipson, nobilissima

dama

Crispi.

imparentata con

alta aristocrazia britannica, fu calda amica d'Italia, ed ebbe

Garibaldi che la ricambi di viva gratitudine.

un

la

pi

culto per

296

{Crispi al Comitato di Ginevra).

258.

Firenze, e 6 ottobre i86y.

Al Comitato Centrale

di

soccorso

per la insurrezione romana in Ginevra,

anche

Grazie infinite,

nome

de' miei colleglli,

della

soscrizione che avete aperto nell' interesse della insurre-

zione romana. Vogliate inviare a

Siccome

un

si

fa

somme

raccolte e

maggiormente sentire

aiuto pei nostri fratelli

della Hbert.

le

nel giornale la Riforma.

Francia ha deciso d'intervenire in Italia a

la

favore del Papa, oggi


di

me

Ne terremo nota

che raccoglierete.

Fate dunque che

quali
si

si

il

battono per

raccolgano e

bisogno
la

causa

ci

sian inviati

difesa

del nostro

tutti

mezzi che possano giovare

alla

paese.

Un

saluto fraterno.

Pel
F.

Crispi.

[Crispi a?].

259,

Firenze,

Egregio

VogUa avere
che mi indichi
la

Comitato

somma

la
il

Pregiatissimo

compiacenza

modo secondo

z6 ottobre 1867.

Signore,

di telegrafare al BugUelli,
il

quale io debba spedirgli

Adempier immanmio dovere.


Il Generale Cialdini non riuscito a comporre un gabinetto.
Re ha richiamato il commendatore Rattazzi, il quale
della quale si dice creditore.

tinenti al

Il

riordiner

Ho

il

suo ministero con elementi nuovi.

voluto avvisarla di

ci,

perch non l'ingannino notizie

che vi possa essere un mutamento di

non abbandoner Roma,

e la

politica.

S V. che ha

Rattazzi

fatto continua-

297

mente opera

son sicuro che non vorr

patriottismo,

di

stancarsi.

Mi creda

devotissimo
F. Crispi.

[Angelo Muratori a Crispi

260.

Firenze].

{Telegramma)
Terni,

26 ottobre 1867.

Terminato oggi combattimento Monterotondo


nostra

400

zuavi prigionieri

Vittoria

tre pezzi artiglieria

Domani saremo Co rese.

Angelo Muratori.
[Crispi a Costantino -VsXervuo].

261.

Firenze, 26 ottobre 6y

Peppino,

Caro

I/'insurrezione

appena cominciata, e Garibaldi,

entrato in iscena, ieri vinse

quindi non
la

si

gli

Zuavi papalini,

tiene contenta di ci, e

stamane

I^a

alle

il

quale

Francia

6 partita

squadra corazzata da Tolone per Civitavecchia.


Ci fu

un momento

illegittime esigenze.

ministero

in cui

Fu

si

voleva contentarla nelle sue

tentato anche la composizione d'un

reazionario.

Grazie a Dio

prestare. Cialdini

Nissuno

uomo

di

Stato

ha dovuto rassegnare

il

ci

si

voluto

mandato, e Rat-

tazzi stato richiamato a Corte per riprendere l'ammini-

strazione

del paese.

Dopo tutto

ci tu comprenderai benissimo che

lungi di esser morto, vive di

buona

il

Comitato,

salute, e voi dovete

aiutarci con forza maggiore in vista d'un prossimo inter-

vento francese.
Ti

abbraccio di cuore.

Tuo

aff.o

F. Crispi.

Relazione di Francesco Cucchi

202.

al

Comitato di Firenze.
26 ottobre
ore II mattina.

Ieri verso le 2% ebbe principio un fatto degno veramente di Roma.


In Trastevere presso S.ta Rufina, una cinquantina d'animosi giovani sta-

vano in una casa apprestando armi e munizioni, decisi d'incominciare prima


tm serio ed ardito movimento. Il Governo presenti il fatto ed un numeroso drappello di gendarmi si present per ima perquisizione. Fu allora
che cominci im combattimento dei pi accaniti perch al primo colpo gli
zuavi della. Caserma di S. CaUsto accorsero in soccorso dei gendarmi. Vive
e ben nutrite fucilate, bombe Orsini e quant'altro veniva in mano ai difensori fu rovesciato da quella casa e da altre vicine occupate dal popolo su
quei feroci mercenari che dopo un'ora e mezza di combattimento veimero
respinti con gravissime perdite. Vi fu una mezz'ora di sosta nella quale
da tutta Roma accorsero le truppe e si riprese con maggiore accanimento
di sera

la lotta.

Fu

eroica, disperata la difesa,

scente del nemico e la totale

mancanza

ma

il

nimiero continuamente cre-

di mxmizioni per parte dei

nostri

decise deUa lotta che continu corpo a corpo sulle scale della casa, e

da ima

stanza nell'altra. Quanti si trovavano in quell'ultimo rifugio vennero barbaramente passati a filo di baionetta, donne, fanciulli, fra cui l'intera
famiglia Ajani ed i feriti stessi. Fu scena d'orrore indescrivibile. Il gran

numero

di zuavi che giacevano

attestavano

il

Questa mattina

il

stessa,

morti o

feriti nelle

vie adiacenti e nella casa

valore e l'accanita difesa del popolo.

popolo fremente visita

luogo del combattimento e

il

s'appresta a nuovi fatti egualmente arditi e generosi. Forse non


la

passer

giornata.

Bollettino

Romani

Da

{da originale di Cucchi).

3 giorni, senz'armi, senza mimizioni, colla sola ispira-

zione del vostro dovere, colla sola forza del vostro coraggio, voi portate lo

sgomento

e la

morte in una numerosa

e feroce soldatesca trincerata e pronta

Roma

nei suoi campi e dimostrate all'ItaUa e al

mondo che

non ha potuto ancora intimare un'aperta

battaglia, sa scrivere col proprio

se

inerme e

sangue la generosa protesta del martirio.


Nella prima notte del 22 scoperti e rapiti

marvi, forzaste

il

pochi

fucili destinati

ad

posto nemico ad aprirvi la porta S. Paolo, affrontaste

soluti la guardia del

Campidoglio e vendicaste

arri-

vostri morti atterrando

mano poteva raggiungere. Parte della Caserma


minata dalla vostra arte, seppellendo sotto le sue ruine buon
numero di Zuavi. In tutti gli scontri corpo a corpo, il nemico cedette ai
vostri colpi. Dovimque, le vostre bombe Orsini recarono il terrore e la strage

quanti nemici la vostra


Serristori croll

nelle

file

nemiche.

Nella notte del 23 quando il nemico era gi sulla guardia osaste attaccare a S. Pietro e Damaso le pattuglie che scortavano i prigionieri, glieli

299

strappaste di mano. Ai Monti

il

sangue zuavo riga ancora

le strade.

Ri-

petta, al Clementino, a Piazza Sforza Cesarini, in molti altri luoghi Ufficiali e

Soldati perirono per vostra mano.

Governo Pontificio

Roma

ignara che

vana speranza di far credere all'Europa


da ima settimana stretti in imo

nella

sia tranquilla vi tiene

stato di assedio di fatto senza osare proclamarlo di diritto

non poteva a lungo continuare


alla fine

ma

l'inganno

in faccia alla vostra coraggiosa disfida e

vostri oppressori furono costretti

a confessare pubbUcamente

la

vostra resistenza e la loro paura.


Ieri lo

Stato di assedio e

il

disarmo generale erano intimati, mascherati

per da tma di quelle ipocrisie che sono

il

carattere distintivo del governo

Roma assediata e disarmata non gi perch romani combattano


muoiano, ma perch un' accozzaglia forestiera introdottasi di soppiatto

dei Preti.
e

turba l'ordine pubblico ed atterisce ima guarnigione di migliaia di soldati

Menzogna Erano Romani i fucilati ai piedi del Campidoglio e al Foro Romano, Romani i 200 prigionieri di Porta S. Paolo, Romani la vecchia e il
fanciullo massacrati alla Caserma di Sora. Ma perch la scellerata bugia ap!

parisse pi evidente e solenne era mestieri che

more

della sua fama, scendesse in

campo, e

il

popolo di Trastevere, mei pochi fucili che aveva

afferrati

ima rocca, sfidasse tutto


ad una mortale battaglia.

in suo potere, fatta d'una delle sue case


pontifcio alla piena luce del sole,

Erano 50 contro

le migliaia,

arma

fecero d'ogni strumento

ma

ore resistettero. Il popolo inenne tentava soccorrerli,

l'esercito

e per quattro

tutti gli sboc-

chi erano chiusi e impossibile avvicinarsi ai combattenti.

Alfine la ragione del


la

numero

prevalse,

Zuavi che gi avevano coperta

strada dei loro cadaveri giunsero a penetrare nella casa e non accorda-

rono quartiere ad alcuno. Nessuna ferocia paragonabile

alla ferocia di co-

paravano loro dinanzi erano


passati a ll di baionetta. I^a famiglia Ajani, donne e bambini tutti scannati,
nessuna parola di resa fu accolta i feriti furono massacrati come i combatcotesti crociati del Vicario di Cristo.

Quanti

si

Papa Re potr benedire la strage e ringraziare il Signore.


Romani Era necessario dare allo stato d'assedio una risposta di sangue
e voi rispondeste
era necessario porre fra noi e il Papato tma barriera di
cadaveri e basterebbe uno solo degli sgozzati di Transtevere per testimoniare al mondo che fra Roma e i suoi tiranni non v' pi conciliazione
tenti. Il

possibile.

Se questo non basta, se


toria

non

quanti

il

ci arridesse, la

l'Italia

non

s'affretta

ed esita ancora, se

colpa non sar nostra, noi

nostro dovere e questa pagina non morr.

Garibaldi alle nostre porte, l'intervento

avremo

Ma

la vit-

fatto tutti

sperate e credete.

francese scongiurato

tutta

governo e popolo, hanno rivolto gli intenti e le forze ad una sola mira,
a Roma non saremo abbandonati, impossibile che l'indugio si prolunghi,
impossibile che da tanto conflitto non esca la proclamazione di Roma
Italia,

Capitale d'Italia.

Roma, 26

ottobre 1867.

J^a.

GIUNTA INSURREZIONALE ROMANA.

300

[Bertani a Crispi

263.

Firenze].
26, sabato

Terni.

Caro Crispi,
Eccoti

bollettino pubblicato oggi qui.

il

Le voci

di ieri

erano dunque desiderii, o v' errore sullo stampato. Co-

munque vi ha una vittoria. Sono per soli 400 uomini


Non si sa il nmero dei feriti e morti nostri.

morto o prigioniero in un assalto fallito


contro Viterbo. Bra arrivato un messo di col mentre io
Dicesi Acerbi o

parlava con Fabrizj che era irrequieto pel suo nipote che

non era
Ci

ma

coi Cairoli,

trovammo

Enrico

bens a Monter tondo.

a tavola con uno della

piccola

banda

di

Cairoli.

Erano

72.

Enrico

li

aveva avvisati che l'impresa pi

che arrischiata era disperata. Enrico fu

il

Capo, Giovan-

comandando una squadra.


Si imbarcarono a passo Corese circa le 3 pom. del 22.
Al posto convenuto non trovarono gli uomini che attendevano dal Comitato. Procedettero, disarmarono un distaccamento di pochi finanzieri destinati al Porto. Erano
nino combtteva sotto di

armati

di

daga e

fucile

lui

che dovevano cedere

in citt, restavano per essi

ma

revolver.

agli insorgenti

Presero di forza

senza sangue un cascinale ed in localit vicina trova-

rono

di

che

rifocillarsi.

zione che attendeva

La

piccola

banda era

al rancio, in altra

divisa in por-

che vegliava

al din-

nanzi del cascinale ed in una terza che stava dentro questo.

Dalla scolta avanzata circa


dei

le

5 fu avvertito l'avvicinarsi

L'avanguardia a 150 passi fece fuoco. Corse

zuavi.

tosto Enrico coi suoi e Giovannino dal cascinale e per in-

coraggiare

gli

coraggiando

altri

tutti,

si

cacci

disperatamente

innanzi in-

ma una palla lo colp al mento e lo atterr.

Gridava ancora imprecando e incoraggiando e scaricando


suo revolver quando fu trafitto a terra da un colpo di

il

30I

baionetta. Giovanni vicino spar tutti

suoi sei colpi di re-

volver a pochi passi accanto al fratello, cui furono dati

mentre

colpi di calcio di fucile sul cranio. Ferito anch'egli

imprecava fu

testa e cadde sul fratello dal cui

ferito alla

abito trasse alcuni oggetti e l'orologio. Si rialz, scomparve,

gli

amici pi lo rinvennero

niero, ly'attacco

trovarono

altri

due morti

rimasero a curarli

militi

credono perci prigio-

lo

dur 20-25 minuti. Sul campo ripercorso

vennero a Corese fra

furono raccolti

ad ogni evento,
raccontommi

disposti

di lasciarmi

di qui a Corese per carrozza;


dice,

si

altri

Ma

passare.

partiremo

Roma

vogliono io ore

ci

all'alba.

un piccolo ospedale capace

l'ac-

come giunsero

a Roma. Tenter domani mandare un messo a

con preghiera

si

alcuni

feriti,

quali quello che

caduto. Saranno liberi circa 30. Io non so


fino

mi

di

si

pochi

fond,

feriti.

medici credo siano tutti col; qui trovai nessuno.

Da

andr o domani stesso o posdomani mattina

campo

al

Corese
di

Garibaldi.

Qui

la

truppa lasci

il

posto e

si

rec a Corese

oltre

il

confine non c' soldato.

Ripartirono 3 battaglioni di volontarii, due armati, uno no.

Non

n coperte. Arrivano volontarii ogni

vi sono scarpe

momento,

e sono taluni armati

col consenso governativo.

come l'anno

scorso in Brescia

Per Fabrizj mi assicura che

erano arrivati ordini a Ricotti di opporsi


crede che la vittoria
tare contegno.

seconda

Ma

io

jeri

ai volontarii e

Monterotondo abbia fatto munon credo n alla prima n alla

di

fase.

Di cartuccie un membro del Comitato qui presente mi


dice che ne arrivarono due casse - se ne attendano altre.
Di Nicotera ancora non si sanno nuove. Di Salomone
non potei raccogliere notizie. Parmi che qui ne se sappia

meno che altrove un rimpiazzante.

Fabrizj sta bene

conta partire

attende

302

Mi

il

Addio
se vi

Non

che avevansi gi 24 battaglioni.

disse

cedermi

suo cavallo caff perch lo tiene per

Ciccio, saluta gli amici.

Da

Corese

ti

vuol

se.

telegraferemo

saranno notizie che ne valgano l'incomodo del tuo

BugUelli.

Non

ebbi notizie del

Ti raccomando
di

Di Cap

aver scritto a Cialdini come

Speriamo nella

(?)

per Scibona(?).

l'affar

Nicola mi dice

doveva.

si

stella di Garibaldi.

Tuo
Agostino.

[Crispi a

264.

Mancini

Verona].
26 ottobre 1867.

Firenze,

Mio

caro Pasqualino,

Ti scrissi a Parigi, e quantunque non

quanto avrei desiderato,


delle cose nostre.
sideri,

Ed

ora

la
ti

mia

ti

lettera diceva

manifestassi

abbastanza

scrivo a Verona, siccome tu de-

pregandoti innanzi tutto

che tu voglia ritornare

in Firenze.

Io fui contrario, e non l'avrai dimenticato, a toccare per

ora la quistione romana. Pregai Garibaldi, lo scongiurai

ma

Venne l'afiare di Sinalunga,


]> bande cominciarono, l'insurrezione scoppi quantunque con poco successo, il paese
si pronunzi da una parte all'altra par la fine del papato
politico. Che cosa bisognava fare ? Aiutare il moto perch
a desistere;

fu impossibile.

e poi l'arresto a Caprera.

non ripghasse
Iva

altra volta

con maggiori

eccessi.

Francia oggi minaccia intervenire, e forse sar inter-

venuta quando avrai questa mia.


a comporre tm Gabinetto e non

Francia

il

tempo a discendere

la posizione

Il Cialdini,

che accettando

riuscendovi, ha dato alla

in Italia, pregiudic talmente

che noi da otto giorni siamo senza governo.

303

L'atonia generale

e,

mentre

tutti si

chiedono quello che

bisogna fare, nissuno sa quello che convenga e nissuno

si

adopera a trovare una soluzione.

Quando

francesi saranno a

Roma,

e lo saranno fra poco,

certamente non avran nulla guadagnato.

Ma

noi

senza

danaro, senza esercito, senza flotta, senza una mente di-

una Citt che serva

rettiva, senza

di centro e

che sia di guida

avremo dato lo spettacolo della nostra


impotenza e potremo forse cadere nell'abisso.
citt minori,

alle

In questo

momento

di esecuzione.
il

coraggio

vuoisi audacia di propositi e rapidit

Ce ne sar

Chi l'uomo che possa averne

Vieni dunque

al

pi presto. Ti abbraccio di cuore.

Tuo

af.o amico

F. Crispi.

[Bertani a Crispi

265.

Firenze].
Terni, 27 ottobre 67.

mattina.

Mio

caro Crispi,

Di Acerbi meno cattive nuove. Di Giovannino nessuna


di certe.

Sento da Oliva

le

notizie politiche. Se posso far

qualche cosa che valga la mia assenza dal campo e dai


contorni

di

Roma, chiamami.

I bisogni del servizio sanitario sono gravi.


fitto di L.

75

il

d per 6 cavalli bardati e

Ho

fissato

il

due uomini, senza

altra sx)esa.

Ho

dovuto provvedere un cavallo qui per

un aiuto

chiesto quindi a Fabrizj


lire,

avendo

io

di

servizio.

gi disposto per cose urgenti parte dello

avuto, e parte lasciatolo a mia disposizione cost.

Alea jacta

est

He

qualche centinaio di

davvero

noi

non

ci

smentiremo.

304

Addio. Ti telegrafer appena

mato

di tutto

lo

possa.

Ma

tienmi iufor-

anche come Commissario davvero.

Tuo
Agostino.

uomo

Bisogna trovare un
venire qui a suppUre

ambulanza. Rivolgiti perci

ricevimento degli oggetti di


al

fidato e contabile che possa

Paganori incaricato del deposito e

il

Dr. Pietro Castighoni, impiegato con Scibona

nori vuol andare

al

In questo punto Fabrizj mi d


borsate da

te.

Anche

[?].

Paga-

campo.

1,.

500 che desidera rim-

due membri giovani del Comitato

pei feriti di Firenze specialmente Cianchi e Borgiotti sa-

rebbero ottimi allo scopo.

Mandaci subito dirigendo qui i tre furgonetti per servizio


sanitario che sono nel magazzino del Comitato Fiorentino

ma

pei feriti,

sono dei volontari.

[Crispi

266.

Batter

Torino].

Firenze, 27 ottobre 67.

Mio
Bravi

Ed

caro Dotter,

promotori

or dovete aiutarvi ed aiutarci maggiormente in con-

seguenza del nuovo Ministero regalato

ebbe l'incarico

mandovi

il

Gualterio. Voi

ficato di questo

nistrazione

Oggi

di costituire

nome ed

il

all'Italia.

dovrete comprendere

esser convinto che la

non sar amica

Menabrea

gabinetto e lo costitu chia-

di libert,

il

signi-

nuova ammi-

di nazionaUt.

piazza Pitti era in istato d'assedio. Tutti

la

gli

sbocchi muniti di soldati, ed impedita la circolazione. Alla


frontiera

si

telegrafato di arrestare

volontarii ed alle

stazioni di sequestrare le armi. Alla truppa ch' sul confine,

305

non

difficile sia

dato l'ordine di combattere

volontarii

dicevasi che ormai l'ordine sia partito.

Vuoisi

in

modo

tal

arrestare l'intervento francese. In

verit non ci voleva molto

l'intervento v' di fatto coi

soldati venuti di Francia per ingrossare l'esercito del Papa.

paese sopporter tutto

Il

Dovremo
e

danaro

Ed

oggi che la

potremo sospenderne
te

agli

la soluzione o scioglierla

dirvi che devesi agitare

e che

vostro pensiero.

il

il

Ma

io sento

Il

il

bisogno

paese perch l'Italia abbia

ad aiutar Garibaldi

si

debba usar tutta

denza onde non essere sorpresi dalla polizia


denaro dev' essere spedito

membri

contrariamen-

non avete bisogno che mi rispondiate,

questi quesiti

Roma,

non aiutarlo con armi


quistione romana venne suscitata,

nazionali

interessi

perch prevedo
di

questo

lasciar solo Garibaldi, e

di

la pru-

Gualterio.

personalmente ad uno

del Comitato e la armi e le munizioni

dei

rimettersi

non appaia quello che sono.


comanda 22 battagilioni della forza ciascuno
media. Ne ha appena un mighaio non armati.

in guisa che

Garibaldi
di

500 in

E
le

volontarii

devono mangiare, devono

far la guerra

con

cartuccie.

Ci siamo intesi

Saluto gU amici e vi abbraccio.


Vostro aff.mo
F. Crispi.

[Fabrizj a Crispi

267.

Firenze].
Terni, 27 Sbre 1867.

Caro Ciccio,

Sono ancora
si

scritto.

qui,

sempre

sulle

mosse,

e ancora ignaro

non mi scrive, e di cui non mi


Per Faustini mi assicura di non aver avuta

dell' essere di

Paolino, che

3o6

nessuna trista nuova, avendo saputo tutti

quelli

che erano

feriti.

T'assicuro che questa inchiodatura mi tormenta.

momento sopraggiungono nuove

Ho

dovuto ridare denaro

mandano

disperatamente

fanno pagare

fucili,

porto. Bisognerebbe che

ogni

Comitato ed anco a Bertani.

al

Iv'invio dei materiali costa

quei che

Ma

necessit.

il

e pi, tutti

costo del tras-

Comitato Centrale facesse una

il

circolare diretta ai Comitati di Soccorso provinciali pregandoli di voler soddisfare, potendo,

Comitato

al
il

noli degli invii che

fanno

di Terni, poich impossibile di sostenerne

peso intero, mentre deve provvedere a tutta l'ammini-

strazione

del

Campo.

D'altronde a notare che

fucih e la maggior parte delle

munizioni non costano se non che la cura di prenderli

mentre

le

spese vere sono quelle dei trasporti, dai luoghi

d'invio a Terni e da

qui, a furia di carri costosissimi, a

Corese.

Ti ho telegrafato per sapere a quale delle due versioni


dovessi attenermi, ossia tra ci che riferiva Tringali e ci che

diceva in una lettera di Miceli e I^a Porta, come ultima

si

notizia al Generale in data di ieri sera, spedita mediante

cio che

espresso,
ritirato
Il
il

per dar

il

dopo chiamato Rattazzi questi

si

sia

posto a I^amarmora.

fatto che questa sera

francesi saranno a

Roma,

nostro esercito fuori della frontiera a sentirne la notizia

Tiriamo avanti per

la solita via

e
!

Spero finalmente d'an-

darmene.
Bisogna suscitare vivamente

il

Paese, bisogna soccorrere

dei mezzi necessarii chi combatte, e accrescerne le forze.


L,a

disperazione

a stimolare

il

dovrebbe

sentimento

salvarci.

Bisogna

dell'esercito,

cominciare

con vigore.
NlCOI^A.

307

268.

[Crispi

a Fbrizj

- Tl'erni].

Firenze, a 8 ottobre 1867.

Caro

Nicola,

Abbiamo um Ministero Menabrea con Gualterio all'inAbbiamo quindi quanto di peggio si poteva attendere.
Io non so come il paese possa ricevere questa notizia. So
unicamente cbe non avremo che del male da cotesti signori.

terno.

Usate tutte

le precauzioni, e valetevi d'ogni

mezzo per

nascondere armi, munizioni ed oggetti che servono

mandar

lontaria Se potete

ai

vo-

tutto al di l del confine, sarebbe

anche megho.
Io non so se

francesi s^'ano a Civitavecchia.

Non

governo italiano promise di non intervenire.


anzi, che le truppe siano

So che

il

difi&cile

chiamate a combatter Garibaldi.

Per danari non siamo in buone condizioni, ed abbiamo


moltissimi

Bertani,

obblighi.

pel

servizio

sanitario,

si

rivolga a Cipriani che n' provvisto.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

affo,

amico

F. Crispi.

Uno

dei primi atti del Ministero Menabrea- Gualterio fu di sciogliere

Comitato centrale di soccorso, che protest vivacemente

[Crispi

269.

Botta

il

(31 ottobre).

Poggio Mirteto].
Firenze, a 8 ottobre 1867.

Mio

A
Egh

caro Botta,

quest'ora dev' essere a Passo Corese Angelo Muratori.


incaricato d'informarci di ci che avviene al

ed in Roma.
tuirti,

(l)

Potr rendere

ove tu creda

campo

altri servigli, e forse sosti-

di raggiungere Garibaldi.

3o8

Abbiamo un Ministero reazionario. Io non so


Son convinto che pel tempo che dura nuocer

Non

nazionale.

difficile

combattere Garibaldi
Prendete tutte
le

le

di

causa

ch'esso invii le nostre truppe a

che avviserai

precauzioni, perch

armi e tutto ci che serve

Guardatevi, e sorvegliate

se durer.
alla

alla

nostri.

non

vi sorprendano

provvista dei volontarii.

passi dei vostri nemici e dei

amici.

tiepidi

Informati, se fra
fossero stati

fratelli

72 capitanati da Enrico Cairoli vi


Nicola e I^uigi Vacchelli.

Dammene

conto.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.o

F. Crispi.

(i)

Da

il Muratori si rec a Roma per introdurvi armi


Comitato Centrale dello stato degli animi.

Passo Correse

e per informare

il

[Botta a Crispi- Firenze].

270.

Poggio Mirteto, z8 ottobre 1867.

Gmo. Signore

amico,

D'ordine del nostro Fabrizj io da

sei giorni sto a

Corese ritornando solamente

la sera in

pondenza tanto

awegnacch

telegrafica,

Passo

questa per la corrisquella di Corese

solamente stazione governativa, quanto postale poich,

a motivo dell' interruzione della linea ferroviaria,


riere parte

Ho

da P.o Mirteto tutte

le

mattine

il

bisognato assentarmi per tre giorni da questa

denza, poich

il

delle

m.

resi-

Generale Garibaldi da Monte Rotondo con

suo autografo mi ordinava a recargli


nicazioni

cor-

alle ore 5 a.

quali

io stesso tutte le

disponeva Passo Corese, e 300

comufucili,

e tuttoch nella notte del 26 al 27 stavo per cadere con tutto

309

materiale nelle mani dei Zuavi

il

quali ebbero l'audacia

di arrivare alla stazione di

Monte Rotondo dove

3 dei nostri poveri feriti

giorno precedente,

il

uccisero

pure sono

condurre sane e salve armi e munizioni sino

riescito a

al

campo.
Ieri alle ore i p.

Rotondo
sei

Le

il

Generale usc da Monte

5000 volontari, e and ad occupare

tutte di Fossonuovo rimpetto

le colline

di

m. me presente

alla testa di

migilia

truppe

dalla

a distanza

occupavano Poggio

che

regolari

Mirteto,

Farfa, Fara, Castelnuovo,

Bocchignano,

Montopoli,

Roma

Citt.

sta-

nuovo su Terni, dove Ricotti


buona parte delle
ristabilito il suo quartier Generale
truppe suddette che accampavano a Corese verranno a riocmattina sono marciate

di

cupare

le posizioni sudescritte.

B' un movimento retrogrado

bello e buono.

Continuano intanto

Battaglioni di volontarii armati,

provenienti da Terni, a sconfinare marciando senza novit


traverso

attendamenti

gli

Ieri sera

Roma

dei

regolari.

crebbe lo stato

popolo armato andava gridando per


I particolari della

poich so che

ed

io taccio

il

le

dell' agitazione, e

strade

armi, armi

il
.

presa di Monte Rotondo non descrivo

Generale ha ordinata l'apposita relazione,

unicamente

allo

scopo di non cadere in qualche

contraddizione, che potrebbe avvenire tra le due relazioni.

Se Klla potesse favorirmi qualche precisa notizia circa


allo

stato

attuale

male, giacch
1/6

stringo

il

delle

Generale

la

mano

cose poHticamente,

me

ne richiese

non farebbe

ieri.

affettuosamente.

Obss.mo aff.mo amico


N. Botta.

3IO

[Bertani a

271.

Cm^*

-Firenze].

Corest, 28

Mio

ottobre, 9 mattina.

Crispi,

caro

Sappiamo ora le nuove del Ministero. Dunque reazione.


Cipriani, come gli spettava, fu con ordine del giorno
di Garibaldi nominato capo medico. Io andr a Monterotondo oggi stesso ad ajutare in qualche modo e vedere
Mosto.

Muratori

ha telegrafato per

ti

Buglielli.

Alla stazione di Monterotondo una pattuglia di Zuavi,


la sera della vittoria di Garibaldi, entr

Fu

5 feriti nostri.

vi erano

loro intimato dal Capitano dei Zuavi

avevano un prete con

di confessarsi,

furibonda

essi.

Dopo

confessati

ammazzeremo. E infatti confessati per forza


due furono ammazzati a colpi di revolver, gli altri tre furono
trafitti da molti colpi di baionetta, ma per fortuna non furono
ferite immediatamente mortali, e poterono essere trasportati
ieri qui. >Si stanno ora curando le ferite. Su di uno sonvene
fu detto loro

32, su

due

vi

altri 17.

Tutte di baionetta. Due sono in grave

stato. Cos corrisposero

feriti, cos

neutralit dei
i

francesi alle nostre cure pei loro

Nerola. Cos alle convenzioni internazionali per la

feriti di

rispondono

campioni armati dei preti,

ai

doveri dell'umanit

rappresentanti della nazione

che pretende essere a capo della civilt Europea.

Questo non fu impeto subitaneo e non fu opra di


soldati.

Ma

fu

nella stanza dei feriti,

siamo

feriti e vostri prigio-

quand'uno dei nostri


nieri, rispose

gli disse

a quelle parole con un colpo di revolver che

per fortuna non tocc


forzata. Corse

il

il

ferito.

tempo per

Poi

si

intim

la confessione

essa, e quindi colla

meditata

ferocia maggiore di quella dell'assassino e dei lyoyola

zarono

due

zotici

un Capitano che entrato

coi revolver e

menarono

ammaz-

tanti colpi di

baio-

3"
netta.

Due

nette,

all'uno poco sotto la seconda costa a sinistra, al-

l'altro

all'epigastrio e

feriti

narrano che a loro furono

aiutavano a comprimere
di

zuavi infierivano ad

non

feritori
il

ma

soli,

ferro per entro.

altri letti. I^a

zare con la baionetta era incomoda,

bajone-

infitte le

zuavi

altri

Altri gruppi

ammaz-

posizione per

ma la ferocia

suppliva.

Addio, addio, sono inorridito. Fra poco parto per la mia


missione.

Tuo
Ag. Bertani.

[Angelo Muratori

272.

Crispi

Firenze].

Monterotondo, 29 ottobre '67.

Mio
Ieri

caro Sig. Ciccio,

ho veduto

che

Garibaldi

rideva dell'opposizione

governativa. Bgli persuaso che entrer presto a

ed in tutti
ebbe

casi diceva che

la notizia

Roma
il

che questa sera scoppier

e quindi partito per Castel Giubileo

Tevere

si

arriver a

Roma,

scenderemo a Firenze. Oggi

Roma

il

movimento a
di l

passando

da Monte Mario. Bertani

vuol che vada altra volta a Corese per raccogliere notizie


e torner subito questa notte,

avviandomi anche

giungere Garibaldi. Naturalmente

non

le

che

io a rag-

le

ho date

far pubblicare almeno per ora.

Io spero molto in
tari!

le notizie

un colpo

di

mano, quantunque

volon-

sono in piena disorganizzazione ed affamati. C' gente

che da due giorni non mangia.

rivederci

presto e riami

sempre
il

suo far la vita


Ajstgei^o,

312

[Bottero a Crispi

273*

Firenze].
2g/io/67.

Torino,

Caro Crispi,
Bene. Continuer a mandare

denari per mezzo di Ti-

nivella all'indirizzo di Cairoli o

membro

I^aporta o di altro

vostro

al

a quello di

del Comitato secondoch indi-

cherete.

Teneteci informati e faremo,


L'esito del meeting fu stupendo.

Tuttavia non

aspettavamo all'infame proclama.

ci

''

Se aveste veduta Torino stamane l'avreste ammirata.


Persino
cato.

il

vecchio Sindaco Galvagno era indignato, stoma-

Bra un

urlo di furore

probabilmente
alla

da tutte

prevedeva

le parti. Il

aveva

tutto,

Re

fatto

che molto

telegrafare

Contessa di Mirafori di andarsene a Pollenza. I^a gior-

nata

s'

passata in imprecazioni. I Comitati

nicipio per vedere che cosa fosse

mandate, e

Fummo

si

sono meglio

abbiamo tenuto seduta privata

organizzati. Alle tre

io stesso

da

al

fare. I^e proteste

ho consigliato di aspettarne

tutti concordi nella esecrazione

Mu-

erano

l'esito.

degH uomini e

delle

cose che avvengono.

Intanto

si

prepar la petizione

del Comitato per

sera

viva l'esercito

Re

abbasso

morte

il

Ministero

ai traditori

la

Vittorio

(5,000 persone)

ma

Viva

Emanuele,

echeggiare

viva

le

Garibaldi

vie, un'altra,

la citt

la republica, morte a
etc. etc.

fece
;

met

pi veemente, inalbe-

bandiera rossa, e percorreva

pertamente

e la dichiarazione

mentre questa percorreva alcune

meno numerosa
rava

al

Capitale in permanenza.

una immensa dimostrazione

vie delle grida

Ma

Roma

gridando a-

Napoleone, a morte

Ci in piena Torino. Vi furono scene violente al ghetto,


sotto

il

consolato di Francia etc. Mentre la prima dimo-

313

conservava

strazione

tradizione

la

costituzionale,

la

se-

conda trascendeva a qualunque cosa. Era evidente che in


n'eran promotori

parte

agenti

provocatori,

ma

sarebbe

come ho detto nel giornale, la concitazione degli animi non fosse ad un diapason elevatissimo.
Se domani Menabrea non destituito, qui si preparano
giorni tetri. Non sar nostra la colpa. Abbiamo avvertito,

stoltezza negare che,

aiutato.

Se sono

sordi, al diavolo.

Alla Veneria due batterie erano tenute in pronto.

Fu

dato ordine

di uscire,

ma

Nazionale.

Il

al battaglione di bersaglieri qui di

rispose che

si

facesse chiamare la Guardia

nostra patriotica guarnigione ha

resto della

pur tenuto un ottimo contegno.

Viva l'Esercito

Fu

gridato con entusiasmo

Caritatevolmente
il

il

San

Gonzaga del Ministero,

I^uigi

Reverendo Bertol Viale aveva dato ordine che

buissero a ciascun soldato 50 cartuccie

mani saremo da capo.


Saluto a nome degU
Dite a
roH.

nome

stanza

Il

Piemonte

amici, e a

del Piemonte

si distri-

Prevedo che do-

intiero ci seconda.

nome

mio, gU amici.

una parola

di conforto a Cai-

Al dolore di quella eroica famiglia ho veduto parte-

cipare anche

pi reazionari. E' un omaggio al martirio.

Vi accludo due gazzette, nella tema d'esser sequestrato


in seguito agli ordini draconiani ricevuti per telegrafo dalle

Da

autorit di qui.

quelle potrete vedere quale sia la solfa

megHo andare

che battiamo per

d'accordo.

Pronti a qualunque estremo abbracciamo voi e gU amici.


Torino,

39 ottobre 1S67.

Vostro aff.mo

G. B. BOTTERO.

P. S.

che

la

Ricevo
contro

Orsini

lettere di giovani che si offrono di far


.

Naturalmente

chicchessia.

da

rispondo

causa Nazionale non ha mestieri di assassinj poUtici.

Il fatto

per un segno de' tempi

314

[Bertani a Crispi

274-

Firenze].

2g/8bre/67, Monterotondo.

Caro Crispi,
Io mi sono deciso a seguire

Hd

ribaldi.

fin

dove possa

vuol tentare un gran

egli

le sorti

di

Ga-

colpo. Stasera parte

per quelle vicinanze.

Che

fa in Italia

si

puoi contarci.

che

tutto per

Il

ci consigli ?

tutto. K'

il

Il

messo

tempo

fidato,

di decidersi.

Tua
Ag. Bbrtani.

[Crispi a Botta

275.

Poggio Mirteto].
Firenze,

30 ottobre 67.

Caro Botta,

Ebbi

Non

ebbi la lettera del 28.

terno
egli

tuo telegramma

il

si

d'ieri

dopo 11 ore del suo

Il Sig.

diverte a schiudere

le

invio.

Gualterio, essendo all'in-

mie

lettere.

Naturalmente

crede necessario di tenerci nell'ignoranza degU avve-

nimenti.

Riscrivi

dunque quello che mi avevi

scritto,

ed

ogni volta che dovrai darci notizie, scrivi a due o tre amici

aUa

volta.

lettere a

Non

sarebbe male anche che tu indirizzasti

I francesi

sono sbarcati a Civitavecchia, e noi siam qui

in piena reazione.
l'alta

le

mia mogUe.

Torino, in tutte le principali citt del-

Itaha, dimostrazioni contro

Francia, contro

il

il

Ministero, contro la

contegno del nostro governo.

Ti abbraccio di cuore.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

315

[Botta a Crispi

276.

Firenze].

P. Mirteto, 30 ottobre 1867.

'

Cmo. Signore ed amico.

Ed

eccoci

da capo. Or ora

la truppa, e

cavalleria presente in tutti questi

segnatamente

la

comunelli della Sabina,

MagHano
movimento accennerebbe a Civita Ca.,
e Viterbo, quindi potrebbe significare una mossa atta a impedire che Acerbi da Viterbo si potesse unire al corpo volontari del Centro. E' a mio credere un primo atto di repressione del nuovo ministero, il quale, visto i nomi che lo
compongono, suona dispotismo, reazione, colpo di Stato.
Da stamattina il cannone ha tuonato dalla parte di Roma
ha ricevuto ordine

di marciare in tutta fretta su

e Pontefelice. Siffatto

le

mosse seguite

Forno Nuovo

ieri

dal Generale Garibaldi, dalle alture di

nella valle,

potuto attaccare

Roma da

mi fan congetturare che avesse


Porta Salara, Stanotte ne sapr

qualche cosa, per non so se


dispacci politici, o altro che
ai

nuovi e rigorosi ordini che

Ora

torit poHtiche.

vincersi che le

il

al telegrafo

si riferisce

ieri

accetteranno pi

Roma,

in seguito

sera furono dati dalle au-

nostro venerando Nicola vorr con-

mie premure a stabiHre un dizionario con-

venzionale non sono state un capriccio.

Anche
sulle

le

speranze che

armi nascoste presso

venute meno.

Il

Romani
la casa

nostri

avevano fondato

Alani in Trastevere, sono

giorno 26 forte nerbo di truppe papaUne

assaHrono la casa suddetta. Un'ostinata resistenza di pochi


trasteverini inermi imped per qualche ora l'accesso dei papalini,

ma

le forze crescenti di

costoro vinsero,

le

armi fu-

rono sequestrate e della povera famigha Alani, chi sfuggi


alla ferocia dei

zuavi fu trascinato in prigione e suppliziato.

In punto vengo a sapere, e ci colla massima segretezza,


che

il

Generale Scaletta da parte del Generale Ricotti co-

3i6

mandante la Divisione esistente su questa parte di frontiera, ha ricevuto ordine di tenersi pronto a marciare per impedire che entri Garibaldi a Roma.
Alle II di stasera partir per Po Corese per cercare di

mettere in salvo 500 fuciH che tuttavia sono in potere di


E' mio intendimento portarli in una casa pochi

Buglielli.

passi al di l della frontiera e se far in


il

Sono gi pervenute
arrestati
il

bello

vi sia

tempo ne armer

comandato da De FiHppi proveniente da Temi.

batt.

le

analoghe disposizioni, perch si^no

volontari che cercano ancora di sconfinare,

si ,

solito scherzo cio

il

ma

che gU ufficiah dell'Esercito regolare credono che


:

dirsi

una

cosa, e farsene un'al-

continuano a lasciar passare. Ci sembrami durer

tra, e

poco.

Mi farebbe cosa grata


l/SL

tutto partecipare pure

ai nostri

Porta e Miceli.

Coi sensi del pi vivo attaccamento sono


oss.mo

aff.

N. Botta.

[Crispi a Batter

277.

Torino].
Firenze,

30

ottobre

6y,

Caro Bottero,

Ho

vostra di

la

ieri

e due numeri della Gazzetta, e ve ne

ringrazio di tutto cuore.

Abbiamo

l'intervento misto. I francesi sono sbarcati a

Civitavecchia e marciano su

carono

il

confine, e

Roma.

I nostri soldati var-

vanno ad occupare

le

minori citt dello

Stato Romano. Scopo di questo intervento di combattere e vincere Garibaldi. Poscia si tratter perch
resti al

mento.

Papa

e l'ItaUa

provveda

al

Roma

suo splendido sostenta-

317

La Convenzione di settembre morta, e con essa venne


meno il protocollo che vi annesso. Firenze non ha ragione
di essere la Capitale del regno, perch la scelta di essa citt

fu condizione al

Salviamo

il

proviamo che
il

popolo

non intervento.

paese da una vergogna che pesa su tutti


se

il

governo accetta

lo detesta e l'osteggia.

nefattore,

il

quale,

dopo

essersi

due Provincie e con denaro,

il

dominio della Francia,

Finiamola con questo

be-

pagato con l'annessione di

si

soddisfece e

si

sazia ogni

giorno colmandoci d'insulti e facendoci pesare ancora

il

be-

non pu rimanere sotto un incubo che la


schiaccia, e se non la schiaccia la soffoca.
Torino dia l'esempio, come lo diede altre volte, e provi
al mondo che l'Itaha non popolata unicamente di codardi,
e che scorre del sangue generoso nelle vostre vene. Noi qui
siamo in una palude. Non credibile in quale atmosfera

neficio.

Iv' Italia

viviamo.

Faremo stampare

e correre per le firme la nostra peti-

zione per la convocazione del Parlamento. Ksauriamo con


tutti

mezzi l'agitazione

Vi do

saluti

legale.

degh amici di qui e miei per voi ed

nostri

di cost.

Vostro

aff.o

F. Crispi.

[Canzio a Crispi

278.

Firenze].
Monterotondo, 31 ottobre 67.

Mio
Grazie

le

caro Crispi,

pi sentite per l'invio del cannocchiale, del cen-

turino e delle spade.


Il

cannochiale giunse a buon tempo. Affatto sprovvisti

di buoni

eravamo

nel campo. Col tuo

ho potuto,

distintamente gU uffiziaH francesi percorrere

ieri,

vedere

ranghi delle

3i8

loro
i

compagnie distribuendo non so che cosa da

fumavano

soldati poi

La

...

distribuzione del bere

Ieri

bere. Tutti

certamente roba benedetta.

sigari e

si

faceva ripetutamente.

fecimo con buona parte delle nostre forze una rico-

gnizione a due miglia, se non meno, da Porta Pia.


sull'Aniene

Immed.te

non

ancora saltato,

Zuavi e

gli

Il

ponte

ma bens solamente minato.

Antiboini appena accortisi della

nostra presenza nel Castello dei Pazzi da quella parte

Mamolo

dalla parte di Ponte

Le nostre truppe erano state disposte in modo


da loro vedute, perci varie volte tentarono

zione su noi.

da non

essere

attaccarci

tenendosi sempre a certa rispettiva distanza

sprecando per cartucce inutilmente

un

lanciarono colonne in ricogni-

nostri

non fecero

colpo, e
comportarono da vecchi soldati per sul
del giorno stanchi
questa commedia che durava
si

di

finir

dal mattino, fecero varii colpi sui pi arditi che di troppo

avvicinarono ai nostri

e allora fu

Noi ripigUamo posizione su queste


terotondo, Mentana, Tivoli.
I nostri soldati alla lettera

non parUamo

una fuga

forti posizioni di

mancano

che di sola carne.

merce troppo preziosa e questa

Il

Mon

di tutto, dei fucili

Laceri, senza scarpe, affamati,

e fortuna averne

si

generale.

non cibandosi,

pane nel nostro campo

campagna romana non

for-

nisce che poche migHaia di razioni al giorno.

Sento che

il

Governo detto Nazionale principia

le

rap-

presaglie su noi e sui nostri effetti. Be. issimo.

Dei proclama reale

uso a cui son destinati

volontari nostri re fecero quel tale

fogU quotidiani appena

letti

mi

capisci.

Giunse Bertani, Fabricius

Lentulus.

Giunsero

batta-

ghoni Missori, EUa, Meyer.

Di quel che vuol

Lo

fare

il

Generale per ora so nulla.

spirito delle nostre

sero sarebbe migHore.

truppe eccellente. Se mangias-

3^9

Menotti, Riedotti e

il

Generale stanno benissimo. Mosto

non perder la gamba. Uziel pure forse salveremo.


Che si dice cost di quel buffone di Prodittatore di Viterbo?

Ormai passa

limiti

Saluti.

tuo di cuore

Canzio.

S.

Se costass

si

fanno

le

barricate

[Fabrizj a Crispi

279.

avvisateci

Firenze].

Monterotondo, i nov. 67.

Cariss. Ciccio,

Sono presso Garibaldi da due giorni


a Castel Giubileo all'alba di

avendolo raggiunto

ieri l'altro

a Villa dei Pazzi, ove (a dirla vera) ci

mento un

il

Generale

si

un mo-

in

era spinto

mattina con pochissimi a una riconoscenza, che trov

la
i

po' serio, poich oltrech

e marciato con lui

trovammo

papahni

allo stesso oggetto entro

il

palazzo, talch fu

caso che egli stesso non fosse a una lotta personale


rettivi

due battagUoni che aveva sotto mano,

vi

un

poi di-

fummo

at-

taccati con dimostrazioni da due parti, sortendo i papalini


da Ponte Nomentano e Ponte Mammolo. Il Generale, al
soHto, non perdendo il suo sangue freddo fece tenere la

truppa coperta, non lasciando che tirasse un


fucile, talch,

mentre

si

attendevano

rinforzi,

sol colpo di
il

nemico che

simulava sempre attaccarci di fronte manovrando sul fianco,


cio attaccandoci dalla frana con quelli venuti dal ponte

Nomentano, ne impose a modo che

la ricognizione

certo

dovette molto istruire.


Nelle ultime ore del giorno eravamo gi forti per

che

ci

avevano raggiunto.

Ma

le

truppe

certo che a cos poca distanza

320

da Roma, devesi ben poco favorevolmente giudicare del


valore dei nostri nemici per non avere essi fatta una vigorosa sortita reale.

Ma

la parte comica, , che, essendoci ri-

tirati la notte,

aUa mattina, senza riconoscere, attaccarono

a cannonate

palazzo Pazzi e

il

il

il

casale

dove aveva dormito

Generale, Pare per che scopo fosse dei papaUni di trasci-

narci sotto le artigherie forse postate gi. Certo che

manovre comiche che


rissime,

mezza

ci

le

facevano dinnanzi erano singola-

sospendevano a

cio di simulati attacchi che si

via.

Il fatto

eminente quello della giornata di

dopo l'entrata dei


tiere di

Roma

francesi, ieri sera stessa ai

ieri,

poich

Monti (quar-

ben noto) quei popolani, sembra per emula-

zione al fatto di Trastevere, attaccarono


cisero quindici, lasciando essi

Zuavi, e ne uc-

due dei proprii

Riceverai informazioni di ci che

si

terreno

sul

pensato, ed in via

di fare.

Riguardo a quistione economica


gola, sono ridotto a

I/.

io

con

possa essere necessario. Bada a ci che

mente, e pu darsi caso che

un estremo pu

Ho

quella

ti

dico, riservata-

mancanza

sia

fatale-

essere grande risorsa.

avuto risposta da
che egU

cio,

miei conti in re-

possesso, per qualche caso, che

servarmi riservatamente in

4,000, che crederei che tu dovessi con-

Cialdini, che

mi

dice solo

calunniato nelle sue intenzioni

non trover giuste

che

io

Ha

raccomandato a Riboli

le

espressioni della

due parole,
;

che spera

mia

lettera.

delle espressioni di fiducia pel

generale Garibaldi,

Mi

riserbo di scriverti pi estesamente, e chiaramente

Aff.mo

Nicola.

321

[Bertani a Crispi

28o.

Firenze].

Monierotondo, i/gbre/67.

Caro Ciccio,

Dacch

scrissi

ti

per mezzo di Muratori la posizione

cambiata. Allora, mio caro Ciccio, ho cominciato a andare


in fondo

ho raccolto amici firmammo una

Preparammo
gi conosci.

il

risoluzione.

proclama che Garibaldi firmerebbe

Spedimmo messaggeri

che tu

ad

in tutte le provincie

amici noti per organizzare una difesa e siamo adesso raccolti in

Comitato esecutivo per

Ora bisogna aiutare

Se

preziosissimo

la

le

provincie insorte.

valanga e

il

tuo aiuto

ci

sarebbe

pu lavorare questa fatica


Il centro
caduto, mandalo

Benedetto

di vindicazione del fratello

adesso presso Garibaldi.

Abbiamo specialmente bisogno


lia,

di

un messo per

la Sici-

autorevole e pronto a partire.

Roma

In

seguita

francese, anzi

il

l'insurrezione

malgrado

di che cominci furono

l'intervento

ammazzati

in

com-

battimento 15 Zuavi. ly'emulazione tra quei di Trastevere e


quei di Monti ha deciso questi ad
valore quello del 24 8bre che
narrato,

ma

non

un

fatto

so se

la

che uguagHa in

Riforma abbia

che Guerzoni ha descritto ed inviato per essa.

Mandaci giornaU, messi


morto adesso

Mostrati

giornalieri e fidati
il

Non

farti

Crispi che fu scintilla e faro rei

'60 per l'isola nativa e per la resurrezione italiana.

Attendo Muratori.

Tuo
Agostino.

Il

27 ottobre

si

era costituito, con

programma

Menabrea-Gualterio, e nello stesso giorno


taliani

aveva dichiarato che

la

il

di reazione,

il

Ministero

Re, in un suo proclama agl'I-

bandiera irmalzata nelle terre vicine

alle

322

nostre

non era

costituzione di

I^'intervento

la sua.

esasperarono

d'Italia

campo

il

un governo

francese e questa

garibaldino, e parecchi

pensarono alla

insurrezionale, che naturalmente avrebbe avuto

colore repubblicano. Questa lettera del Bertan accenna a tale


di propositi che

che segue

Re

parola del

movimento

ebbero un principio di attuazione nella deliberazione

AI

POPOW

DELLE PROVINCIE ROMANE INSORTE.


Per dare maggiore unit ed

efficacia ai vostri voleri

Onde raggiungere pi prontamente la liberazione di


iia,

proclamo
I^a

e istituisco

im Comitato esecutivo

ed ai vostri sforzi

Roma

Capitale d'Ita-

delle Provincie insorte.

sua missione principale sar di apparecchiare e fornire tutti

necessari alla

secondo

Guerra Santa contro

gli

oppressori di

l'amministrazione

principii della libert e della giustizia

mezzi

Roma, dirigendo
della

pubblica cosa.

Ogni citt, gi capuoluogo di Provincia, costituir altrettanti Comitati


a libero suffragio fra i pi insigni e provati cittadini, i quali faranno
capo al Comitato Centrale, da me istituito, da cui riceveranno norme ed

scelti

indirizzo.
Il

di

Comitato Centrale continuer a funzionare fino alla rivendicazione


e alla proclamazione di vm Governo pennanente mediante i

Roma

plebisciti.

Monterotondo, z novembre i86y.

H Comitato

Centrale di sopra menzionato composto dei seguenti, colla

facolt di aggregarsene altri in caso di bisogno.

Nicola Fabrizj Boncompagni Piombino


Menotti Garibaldi Giuseppe Guerzoni Felice Ferri
Giuseppe Ferri Giuseppe Missori Vincenzo Caldesi Stefano
Rovere.
Canzio Duca Lante
Agostino Beri ani

Alberto

di

Mario

della

Giuseppe Garibaldi.

[Canzio a Crispi

281.

Firenze].
Monter! ondo, 1/11/67.

Caro Crispi,

Come

vedrai noi siamo perfettamente nelle idee tue e

bisogna per
e su

pure
contate
armi
non
Su noi
Le
degli amici di cost

Qui

si

fa serio assegno su te

fare, agire virilmente


gli

le

amici del Comitato

cediamo, n

le

cede-

5^5

remo a
nostra

chicchessia

se

non quando

completata l'miit

e rivendicato l'onore ItaHano

si

codardamente

schiaffeggiato dalla Dinastia Savojarda.


amici Bertani Missori
fecimo una radunanza
Mario Guerzoni Menotti Caldesi Fabrizj
bistrattato

fra

Ieri

Il

convenuto

lo saprai.

Avanti con coraggio

l'avvem're per

noi.

Ama

il

tuo

S. Canzio.

[Riboli a Crispi - Firenze].

282.

Mio

caro Crispi,

Vengo da Monterotondo

poi quella di

idea
Il

notificai al

Cialdini, che ti dir a

Generale in extremis

si

Generale la tua

voce poi una mia.


;

terr alla tua. Essa la pi lo-

gica.

Vedremo che faranno


Intanto

il

le citt

ItaUane.

Governo, colla speranza dello sciogHmento di

quel Corpo e del ritorno del Generale dai confini romani,


lascia libera la ferrovia sino a

I proclami qui inclusi

per

altri

ti

Monterotondo.

diranno

le

sue intenzioni

e poi

mezzi avrai altre notizie.

Con questa

d pure ricevuta delle Hre trecento per


viaggio a Torre Alfina nell'occasione che portava ordini
ti

il

al

Generale Acerbi e Hre tremila.


Ci per tuo e mio discarico.

Del resto sono due mesi e mezzo che


e fatico per la causa nostra.
forter e attuer in ogni

Ora ritomo

modo

giro, viaggio,

spendo

in patria e di l con-

e con ogni

mezzo

la

tua idea.

Sempre
Firenze, 2 novembre 67,

tuo affmo

D. T. RiBOW.

324

[Carlo Matteucci a Crispi

283.

Firenze].

nov. 1867.

Caro Crispi,

Voi potete rendere ancora un grande servigio

all'Italia

persuadete Garibaldi a retrocedere e tornare a Caprera, a

rimandare

volontari alle case loro. Tutto quello, o molto

di quello che voleva, lo


far,

come

di certo

ha

ha ottenuto, e se

fatto,

un grande

la

questione

passo,

si

romana

deve

al

suo

eroismo, al suo grande animo.


Farsi

ammazzare ora da una

palla francese

troppo grande verso s stesso, verso


e ci ch' peggio di tutto

l'Italia,

seminar in

una crudelt

verso l'Umanit,

ItaUa

un germe

eterno di divisioni e di agitazioni.

Oggi

il

Morto

morto.

Andate

primo, e l'eroe degli Italiani.

e persuadetelo.
// vostro

Matteucci.

284.

[Crispi al Direttore Gen. della P. Sicurezza].

Firenze, 2/11/67.

Pregiatissimo

Signore,

Grazie della risposta, quantunque non sia soddisfacente.

Vi ripeto quello che vi

Quando

al

1858

dissi a voce.

fui espulso

da

Parigi, ebbi

comunicato un

decreto ministeriale del quale mi fu richiesta e diedi ricevuta.

La

polizia, nei paesi civih,

ha

le

sue

forme anche ne-

gH atti arbitrarii, senza di che non se ne pu pretendere


secuzione.

Capisco che

il

Sig.

Gualterio fa buon

l'e-

mercato

325

delle leggi e delle forme, e

non vuol

lasciare vestigio delle

grandi opere sue. NuUadimeno, quando s'invocano


ticoli

gli ar-

del codice penale, e s'imputa ad onesti cittadini

reato che

non hanno commesso,

si

deve avere

il

un

coraggio

di scrivere e dar copia dell'ordinanza che lo dichiara e la

quale in realt non fa che proibire l'esercizio d'un diritto


garantito dalla nostra legislazione.

Noi non siamo


supreme autorit

in Russia,

dello Stato

Abbiamo ancora uno

in Turchia,

quantunque

studino ad imitarne

si

le

gli usi

Statuto, fin oggi non aboUto e che

se continuamente violato dai nostri ministri, puossi per

chiederne sempre l'osservanza.

nome

Ci posto, a

de' miei amici e

mio chiedo

notifica-

zione legale di quello che fu detto esserci stato ordinato,

onde conoscere

Umiti della pretesa interdizione e sapere

da

Senza di che non

regolarmente quello che

si

avendo scienza legale

quanto chiedete, non abbiamo ob-

bHgo

di

esige

noi.

legale di cedere alla vostra volont.

Avvertitene

il

sig.

ministro, e

datemene pronta

risposta.

Colgo questa occasione per dirmi.


Devotissimo vostro
F. Crispi.

Non so a quali intimazioni del ministero dell'Interno a Crispi e forse al


Comitato per l'insurr. romana si riferisse questa lettera.
Prima di partire da Firenze per raggitmgere Garibaldi, Crispi confer con
Menabrea ed ebbe da lui promessa che non sarebbero stati posti ostacoli
al libero ritomo del Generale a Caprera. Tra le carte di Crispi si trova un
foglietto sul quale di calligrafia del Presidente del Consiglio dei ministri
si
B

leggono queste tre parole

Potete partire

Menabrea

Esse significano:

recatevi liberamente da Garibaldi per indurlo a rientrare, secondo gli ac-

Ma il ministro Gualterio fece arrestare Garibaldi a Figline, violando l'impegno assimto dal Menabrea. D'onde lo sdegno di Crispi che si
manifest nel telegrammi che pubblico qui appresso, e in un altro addiritcordi presi.

tura offensivo che tacciava

il

Menabrea

di rnalafede,

326

[Proclama di Garibaldi].

285.

Corese, 3 ghre 1867.

Agli Italiani,

Romano

L'intervento imperiale e regio nel Territorio


alla nostra missione la

tolse

sua mta speciale

la liberazione di

disponevamo oggi

di allontanarci

Roma.
In conseguenza noi

ci

dal teatro della Guerra appoggiandoci agU Appennnini

ma
di

Roma

e con tutte

Guardia

l'Esercito Pontifcio intieramente libero dalla

e sue forze riunite ci attravers

il

passo.

Noi fummo obbligati


condizioni nostre
ziare all'Italia

I pontifici

non

un nuovo

si

ed

il

Francese

Campo

ebbimo

ne

manterremo spettatori

nostro

della

il

non potere annun-

di battaglia con gran-

delle considerevoli.

Ora

soluzione che

l'Esercito

problema

Romano,

daranno

e in caso che questa soluzione

voto della Nazione,

il

trionfo.

ritirarono dal

dissime perdite e noi


ci

di combatterlo e considerando le

trover strano

si

al

non avvenga conforme

al

Paese trover in s stesso nuove forze

per riprendere l'iniziativa e sciogHere esso la vitale questione.


G. Garibaldi.

Nell'originale

sono alcune
parole

di questo

correzioni

di

proclama dettato da Garibaldi a Canzio, vi


mano di Crispi. Esso cominciava con queste

Gli avvenimenti dell'intervento francese e dell'occupazione per

nostro esercito del territorio Romano...


il

passo

detto

sercito

Garibaldi aveva dettato

>

Dopo

al nostro

le altre

parole

divisamento

ci

il

attravers

Verso la fine era

manterremo spettatori della soluzione del Problema che l'Enostro e il Francese daranno alla questione Romana . I<e ultime
Ora

ci

parole erano

...pef^

riprendere l'iniziativa di quella vitale questione,

Crispi raggiunse Garibaldi la mattiiia del 3

novembre,

327

[Crispi al deputato Oliva Firenze],

286.

(Telegrammi)
Numi, 4/11/67.
ore

9,45

Via Terni,

Garibaldi in conseguenza intervento francese e italiano

aveva deciso concentrare

tutti

TivoU per

suoi corpi in

Attaccato nella sua marcia da forze preponde-

discioglierli.

ranti fu costretto ritirarsi

sera nemici.

Dopo

Monterotondo dove aspett

fino

la loro ritirata si ripieg in bii-on ordine

per Corese, dove, lasciato l'incarico dello

scioglimento

al

Generale Fabrizj, part stamattina con convoglio speciale


Firenze.
lyo

accompagnano

figli

e gli amici

Crispi.

287.

[Crispi a Raffaele Ruhattino

Genova].

Numi,

Mandate

vi prego

un

4 nov.

1867,

battello a I^ivomo per ricondurre

Garibaldi a Caprera.
Crispi.

288.

[Crispi al gen.

Menahrea

Firenze],

Il

nov.

Z867,

generale Garibaldi ritoma a Caprera


Crispi.

328

[Crispi a Menabrea

289.

Firenze].

4 novembre, s,35 pom..

In

nome

d'Italia evitate

uno scandalo.

Fidate in me.
Garibaldi non parte che fisicamente violentato.
Crispi.

290.

[e.

ly' arresto

sono

s.].

di Garibaldi e l'ordine di

condurlo alla Spezia

atti inqualificabili.

Prego rivocarli e lasciar che

il

Generale torni tranquillo

a casa sua.
Aspetto risposta telegrafica.
Crispi.

291.

Il

ed

il

[e.

s.].

Gualterio dovrebbe sapere che noi procediamo diritti

Generale va a lyivorno onde imbarcarsi per Caprera

Inutile apparato di carabinieri.

Crispi.

292.

[Rubattino a Crispt].
Genova, 5 nov.

{urg.).

In seguito vostro telegramma mandai vapore Piemonte


a lyivorno ove trovasi attualmente

Telgrafatemi quali

disposizioni.

Rubattino.

329

[Crispi a Rubaitino

293-

Genova],

SI11J67.

Grazie del favore.


Ministero avendo

Il

prigioniero,

Garibaldi

arrestato

non abbiamo pi bisogno

tenendolo

del battello,

Crispi.

[Fabrizj a Crispi

294,

Firenze].

5 nov. 67.

Cariss. Ciccio,

Un

amico mi fa credere per comunicazioni riservate avute,

che in Consiglio dei Ministri sia stato deciso l'arresto dei


graduati superiori del Corpo dei volontari.
Sia o no, credo opportuno di rimetterti intanto

conservandone mille

(tremila)

fare anco

e forse pi

1,.

3.000

(poich debbo

miei conti di cassa per aver dato dell'oro mio)

dico lire mille per pendenze da soddisfare e dar conto del


resto.

Ho dimandato

gi da un'ora e pi

il

permesso

di visitare

Garibaldi e non ho avuto risposta.


Infine credo opportuno di rimetterti questo danaro. Se

mai, per caso, venisse


fare perch

In

il

il

processo,

Generale non

vedremo cosa

si

debba

resti sprovvisto.

fretta.

Aff.mo

Nicola.

Il

vute

Comitato ebbe (credo) oltre a


;

ti

dar conto di tutto.

io mila.

Ho

le

rice-

330

[Bertani a Crispi

295-

Firenze]

9 gmbre 67, Miasino.

Mio

caro Crispi,

Se domani la salute

me

lo perm.etter ti

alcune famiglie. Fa' tu intanto che


grati

mi

romani

Cardona

mander alcune

Mentana per

notizie circa l'ambulanza di

si

tranquillizzare

chiegga dei D.ri emi-

Bonafoglio

Maggiorani

appartenendo

assistettero in quell'ambulanza

quali

essi

alla

colonna Frigesy che era all'avanguardia e fu fortemente


strapazzata.

Ti mander alcuni oggetti dei


segnati affinch tu

li

deponga in luogo dove

deposito centrale. Sarebbe bene che Cipriani


di ci e pubblicasse

me

che furono a

feriti

appena ne abbia

nella

con-

se ne faccia
si

incaricasse

Riforma

le in-

formazioni.
Fatti

gna

miei conti trovai dissipate in questa breve campa-

le lire mille

che mi ero portate per ogni evento delle 3

che mi prestasti. Mi faresti quindi grazia se sotto qualsiasi

ma

titolo,

specialmente per

spese

mi

facessi rientrare in

buona parte

io

assolutamente perdere oltre tutto

di

della
il

servigio

sanitario

somma non potendo


mio bagaglio anche

dei danari.

Attendo quindi da te qui un qualche provvedimento,


giacch intravedo a Genova avr

mille

impegni cui sod-

disfare.

Pel resto, anzi per

il

tutto,

siamo

intesi. Finito

baldinismo ognuno deve agire secondo


zioni

le

il

Gari-

proprie convin-

politiche.

Tuo
i

di cuore stanco e sfinito

Ag. Bertani.

331

[Canzio a Crisfi

296.

Firenze],

Varignano, lo/iifj.

Mio

Carissimo Crispi,

Considerato e paragonato
il

il

regime

sedentario

a cui obbligato da messer Gualtiero nel


possa risentirne seriamente
ed
morale
sottopongo all'approvazione tua ed a quella

troppo

more
suo

il

fisico

ti-

il

delli

amici

seguenti proposte.

le

Se credete
resti qui
tirarsi

prera

necessario

bon.

Se no,

quando

dando

di l fino al

per
il

il

lavoro

ci gli venisse offerto

egli la

Ripeto
senza

sua parola d'onore

sempre

cauzione di

libero

ri-

Ca-

non muoversi

di

all'Isola

le ciarle di

processo

sarebbe disposto a

s.

Se non credete troppo necessaria sua pre amerei vederlo Caprera malgrado
uche dal Colonnello
vennero

passeggiata
palazzo
avanti
Egli
di

cost,

la

in

io

molte offerte
sare della

egli

venturo marzo.

ritirandosi

offrire seria

che

vostro

Generale sarebbe disposto a

Qualora poi fossero vere o fondate


egli

che

di vita attivissima

Generale teneva in campagna e questo

le

fatte

gli

di

rifiutossi

il

sempre.
Parla cogli amici e

fammi avere pronta

risposta.

Salutaci caramente Menotti e Ricciotti

S,

297,

Canzio,

[e. s.].

Varignano, io/ 11/67.

Mio

carissimo Crispi,

Ti confermo la mia di

Governo

ieri

aggiungendoti che qualora

persistesse a tenerci qui

il

Generale pronto

il

332

dopo aver prima tentato


la protezione

del Console

cittadinanza italiana

a mettersi sotto
rinunziando

mezzi di fuga

Americano

Protezione che gi

alla

ci

venne accor-

data.

Altro non aggiungo.

Pensate alla salute sua.

Tuo
Canzio.

S.

[Berfani a Cns/)t- Firenze].

298.

Miasino, 11 gre 67.

Mio
Eccoti

le

nel d 3 e 4

ordine

caro Crispi,

carte dei feriti ed altri oggetti a

gmbre

me

consegnati

dai feriti stessi o da chi ne ricercava per

tasche.

le

Parmi che questi oggetti


trebbero esser consegnati

tutti di cui pubblico la

nota po-

come Capo

del ser-

al

Cipriani

vizio Sanitario e centro naturale per ogni ricerca.

Sar bene
cogliere

altres ripetere l'invito sulla

Riforma per rac-

dati anche verbali sui feriti e morti.

Mandai

ieri

ad Oliva una prima parte

di altre reminiscenze

dell'ambulanza di Mentana.
Ti unisco la seconda ed ultima,

ma

prego Guerzoni col-

l'unito biglietto affinch corregga le bozze toccando

dove oc-

corra la dicitura perch io scrissi in fretta, malandato e

senza rileggere. Ti prego quindi di fargli avere

il

biglietto

in tempo.

Cos

ti

prego a far ristampare nel giornale la mia narra-

zione corretta

come

la rimandai, giacch

il

Bottero sempre

poltrone vi ha atteso troppo poco, mi ha lasciato tre o quattro punti oscuri e

come

p. e.

che

ci

mi

fece dire cose

accompagnasse

non vere e gravi errori


una compagnia

ai confini

333

mentre fu una

di Zuavi,

sgmo

di Granatieri del

dataci ap-

punto per proteggerci dai Zuavi.


Ripubblicando

la narrazione si

notizie

successive

Al Guerzoni noto

un nuovo

pu

seguire

far

dalle

dell'ambulanza.

Mandami

le varianti.

Bisogna agire intanto che

il

un

ferro caldo

Ma

sposto ad ogni strazio di me.


sponibile col riacquistare

subito in grazia,

da Deputato.

libretto per viaggi

ed

ora devo

sono di-

io

rendermi

di-

po' di forza.

Ti abbraccio con affetto

Tuo
Agostino.

N. B.

Raccomando
sempre

incisivi e

che

gli articoli

col titolo che previene

l'attenzione e fornisce facile

mezzo

[Crispi a Canzio

299.

primi siano brevi,

il

lettore,

ne ferma

alla citazione.

Varignano]
Firenze, i2liil67.

Carissimo Canzio,
Gli amici

si

adoperano perch

prigionia del Generale


torni a Caprera.

con

noi,

ma

cessi al

essi

Nelle condizioni in cui

ed in previsione

di quello

periale contro tuo suocero,

pi presto l'ingiusta

non vogliono che


si

egli ri-

trova la Francia

che potrebbe l'odio im-

nissuno lo crederebbe sicuro

nella sua piccola isola. Ci posto, a preferirsi che resti nel

continente.

Un

altro pericolo intanto ci sovrasta, e vi presta occa-

sione la cittadinanza americana reclamata da tuo suocero,

Menabrea

lo

vorrebbe spedire in America. La notizia, lan-

ciata dai giornali francesi, fu data da


Il

Menabrea a Fabrizj.

Signor Conte crede che bisogna dar pegno alla Francia

534

che la tranquillit non sar pi turbata in


ritiene,

Italia.

ci egli

che non abbia altro rimedio che quello di tener Ga-

ribaldi per alcuni anni lontano dalla penisola. I^'espediente

singolare,

ma

noi

dobbiamo scongiurarlo. Te ne avverto

per vostra norma.

Dunque conchiudo, che bisogna


dere di andare a Caprera

uomo a cui
mano dal

bandito d'Italia un

Una

stretta di

pazientare e non chie-

molto pi bisogna evitare che


l'Italia

deve

la

sia

sua unit.
tuo aff.o

F. Crispi.

[Garibaldi a Crispi

300.

Firenze].

(Telegrammi)
spezia, 13I11I1867.

Ho

bisogno di vedere Menotti e Ricciotti

Mandateli

subito.

Vostro
G. GaribaIvDI.

[Crispi a Garibaldi

301.

quest'ora

partiti col

vostri

figli

Varignano].

devono esser cost essendo

primo convoglio del mattino.


F. Crispi.

[Fabrizj a Crispi

302.

Firenze].

Da

casa tua, ig gmbre [67].

Caro Ciccio,
Questa sera incirca

alle

9,

l'amico che desider parlar

teco sar al tuo studio, ove giusto quanto m'autorizzasti,


ti

troverai

ad

aspettarlo.

335

Gli replicai ch'egli

trattasse colla franchezza confiden-

ti

che meco suole usare, che tu avresti trattato ugual-

ziale

mente.

Mi conservai
stimando

uomini

nella proposizione che gli

nostri,

credono

l'altro

giuocatore di vantaggio, impe-

gnato in una corrente

fatale,

complice della situazione.

lui,

Tuo
N1C01.A.

il

[Nota di mano di Crisfi). Il 19 sudd. alle 9 p. m. venuto


Generale Senatore. Parlammo per due ore sull'argomento

d'una
Il

Il

crisi possibile

20

il

d'un ministero possibile.

d personaggio avrebbe scritto al Re.

Generale senatore era Cialdini.

fu nullo

Una

nabrea rimpast

risultato di questa conversazione

crisi ministeriale si verific alla fine di


il

ministero escludendone

[Canzio a Crispi

303.

il

decembre,

ma

il

Me-

Gualterio.

Firenze].
Varignano, zz/ii/?.

Mio

rigor di posta

mata
Il

carissimo

poco o nulla

(i)

Crispi,

ti

rimando

Governo realmente tent

per se non imbrogliarlo

l'istanza del Generale

dico perch

ti

fir-

non ho tempo.

e tenta ancora mille mezzi

almeno accordare

la libert a certe

Per

pensa e pensateci bene


Qui
Generale non pu n deve
questa mane manifestommi
timori suoi

condizioni che

il

Generale sdegnosamente respinse.


il

starci

sui

certi

suoi malanni. Egli di pessimo umore.


Saluti.'

S.

(i)

Probabilmente allude

inviatagli

da

Crispi.

ad tma istanza per

C ANZIO.

sollecitare

il

processo,

336

[Crispi a Canzio-Va.rigna.no].

304.

Firenze, 22/11/67.

Mio
Ebbi
messo
Il

tua

la

d'ieri

con l'acchiusa

istanza, la quale

ha

la confusione nell'autorit alla quale fu presentata.

processo stato un pretesto per allungare la prigionia.

tempo

e dar

Oggi noi

li

Siccome
e

caro Canzio,

stancare

ai ministri d'intrigare e

il

Generale.

stringiamo.
si

parla d'una istruzione penale, fatta a Rieti

Perugia, inviami una lettera del Generale nella quale

egli

m'incarichi della sua difesa presso le autorit giudi-

ziarie dipendenti dalla Corte di appello

ampie

facolt.

Inoltre egli scriva

una

lettera al Presidente della

dichiarando di rinunziare

putato
per

le

di

Andria.

Me

mandato

al

la invii

Camera,

legislativo qual de-

onde servirmene

al

bisogno

necessit del processo.

Duolmi che
siamo

d'Ancona, dandomi

il

Generale sia di malumore. Assicuralo che

alla fine della

commedia

gualteriana. Il generale deve

aver avuto giorni pi brutti e ne ha saputo uscire. Egli ha


tutto dedicato all'Italia, e l'attuale prigionia non sar senza
profitto pel nostro paese.

Quando

romana, dovette prevedere

tutti

egli si
i

butt nella impresa

rischi

che avrebbe in-

contrato. I francesi vennero con l'intenzione di arrestarlo


e condurlo in Francia.

Lo credevano

in Mentana, e resta-

mattina del 4 gbre. Menabrea


luogotenente dello imperatore nella brutta opera che ha
rono delusi non trovando velo

la

assunto contro Garibaldi, costretto a cedere innanzi a


noi. Garibaldi

non tarder ad

esser liberato.

Credimi
tuo aff.o

F.

Crispi

337

[Garibaldi a Crispi

305.

Firenze].

Vaugnano,

Qs/iilSy,

Caro Avvocato,

Vi prego

assumervi la mia difesa presso

di

accordandovi

le

Autorit

le

Ancona

Giudiziarie dipendenti dalla Corte d'appello di

pi ampie facolt.
Vostro

G. Garibai^di.

Avvocato

Sig.

Francesco Crispi

Firenze.
ly 'arresto

confermato da un'ordinanza della Camera


novembre.

di Figline era stato

di Consiglio del Tribunale di Rieti in data 12

In essa era ritenuta l'invasione del territorio pontificio fatta nell'ottobre dai volontarii a capo dei quali era Garibaldi e la connessione tra
tativi del

giugno e

il

susseguente movimento dell'ottobre

ten-

che l'arresto era

avvenuto nella flagranza del reato poich perdurava il movimento invasivo;


gli atti suddetti avevano posto il Governo in pericolo d'una dichiarazione

che

di guerra.
Crispi nel lungo atto di opposizione all'ordinanza (contenuto in otto

grandi pagine) sostenne:


1)
il

ly'incompetenza dell'autorit giudiziaria di Rieti, non essendo quello

luogo del domicilio, n dell'arresto, n della consegna dell'imputato

2)

Nessuna connessione tra

il

tentativo di giugno e

ogni caso l'incompetenza del Tribimale di Rieti,

romano non essendo


rotondo, Mentana;
il

contro

in

territorio

3)

Velletri, Orte,

ma a
Monte-

nessuna flagranza di reato perch tutto era

come constat

la Gazzettjjfficiale del 5; e

fu trovata che constatasse la flagranza dell'atto che s'imputava;


colo 174 (pericolo di dichiarazione di guerra)
e lo Stato Pontificio

il

state consiunate nel suo distretto giudiziario,

4 novembre,

fatti dell'ottobre

le ostilit

Bagnorea, Montelibretti, Montemaggiore, Viterbo,

minato

non

si

trovavano in

tali

non era

ter-

nessxm'arme

4) 1,'arti-

applicabile. I^'Italia

condizioni givundiche di esi-

stenza che la loro rispettiva autonomia fosse da entrambi riconosciuta e


rispettata.
tificio

dal

Il

Re

Re

d'Italia

non riconosciuto dal Papa, n


avendo dichiarato l'imita e

d'Italia. I plebisciti

dell'Italia dalle Alpi ai mari, lo

lo

Stato Pon-

l'indivisibilit

Stato che dicesi pontificio giuridicamente

compreso nel consorzio nazionale. E' impossibile che il Papa dichiari la


guerra al Re perch gli negato dalla convenzione 15 settembre 1864 (articolo 3.) di avere un esercito che possa offendere il Governo Italiano. Il
pericolo di una dichiarazione di guerra dunque immaginario .

338

[Garibaldi a Crispi

306.

Firenze].

Varignano, z6 novembre 67.

Caro Crispi,

Mi conducono oggi
genze del processo.

Mi

scriverete l

in Caprera

ove risponder

Un caro saluto

alla

alle esi-

Signora dal V.ro


G. Garibai^di.

[Crispi a Canzio

307.

Varignano].

Firenze, 26/11/67.

Caro Canzio,

Non

so se questa

annunziando che

ti

il

giunger in tempo, la Gazzetta Ufficiale

governo ha ordinato

ritorno del ge-

il

nerale a Caprera. Spero, ove ci avvenga, che

accompagnati dal Camosso.

Bbbi

sarete

una consimile
meco nel lavoro

la lettera del Generale. Pregalo a farne

a Mancini,
Il

non

(i)

il

quale

si

offerto associarsi

Generale deputato

atti della

Camera.

tata che secondo


l'occasione.

assolutamente,

d'Andria.

I^a rinunzia

il

>

ly'ho

desunto dagli

sua non deve esser presen-

bisogno e quando

io

ne sentissi venuta

per persuadertene, come io debba servirmene


ti

quilla, precisa, in

chiedo una lettera del Generale, tran-

poche parole, diretta

alla

Camera, nella

quale egli chieda di venire a dar ragione del suo operato

Tu

all'Assemblea I^egislativa.

comprenderai l'importanza

di quest'ultima, la quale anch'essa

dovrebbe essere presen-

tata secondo l'opportunit.

Sono dunque due


quale

il

le

domando l'una, nella


mandato l'altra con la quale

lettere che

generale dimette

il

339

chiede d'essere ascoltato. Dovete fidarne a

me

l'uso

non

curarvi d'altro.

Noi dobbiamo combattere


farlo

cia

con

tutti

dovete

modo

modi.

I^a

nostri awersarii, e

guerra legale

lasciarla preparare a

dobbiamo

non ve ne dispiac-

me

e lasciarla fare nel

ch'io creder migliore.

Ci siamo intesi

Godo che

il

Generale sia migHorato in salute, e tu ab-

bine cura. I^a sua salute preziosa per tutti

versi.

Credimi.
tuo af.o

F. Crispi,

(i)

Il

Camosso o^a l'ufficiale dei carabinieri che aveva arrestato Gaaccompagnato al Varignano.

ribaldi e lo avea

[Crispi a Canzio

308.

Caprera]
Firenze, 3 o/i 1/6 7

Caro Crispi,
che precede, non fu impostata, perch quando

Lia lettera

era gi scritta giungeva

telegramma che annunziava

il

la

vostra partenza per Caprera. Nulla ho da mutarvi. Dir


soltanto, che
rale essendo

registri della

deputato

Camera erano

Fabrizj mi ha riferito che


cesso per l'arresto arbitrario.
ti

mando

che

il

Gene-

il

Generale vuole fare


soddisfare

il

il

pro-

suo desiderio

un'istanza al Procuratore del Re, ed una procura

gli farai

me la
Ho

erronei,

di Ozieri.

firmare e

mi

spedirai.

Del

resto, lasciatene a

cura. L'istanza sar presentata, e faremo

il

giudizio.

ricevuto la lettera del Generale del 26 cadente. Gli

scriver in ventura.

340

Non

mandarmi

dimenticarti a

la lettera per

caricandolo ad associarsi meco nella

bunali e

le Corti del

Regno, Bgli

si

voro, e da oggi in poi firmer con

me

difesa

meco

Mancini

innanzi

in-

Tri-

associato nel la-

tutti gli atti che pre-

senteremo.

Ti acchiudo un indirizzo del Municipio pel

dopo

Generale,

la vostra partenza. Gli risponderete.

Scrivimi come sta


molestarvi.

Me

il

Generale e se

la polizia

continua a

lo abbraccerai.

Tuo

a'ff.o

Crispi.

Desumo da una minuta

autografa di Crispi

Garibaldi per l'arresto arbitrario

///.

denunzia firmata da

Signor Procuratore del Re

presso

u.

la

il

Tribunale Correzionale di Firenze,

Giuseppe Garibaldi, deputato al Parlamento Nazionale, il 4 novembre


verso le 6 del mattino rientrava presso Passo Corese nel territorio del

s.

Regno, ed insieme a parecchi amici montava in im convoglio speciale della


ferrovia romana. Giunto a Nami faceva telegrafare al Sig. Rubattino di Genova per chiedergli vm battello a vapore che da I,ivomo lo trasportasse
a Caprera.

Figline,

il

convoglio fu fatto fermare e presentatosi allo istante

Cav. EJduardo Camosso, luogotenente dei Carabinieri, costui intim


resto.

tente,

il

l'ar-

Avendogli chiesto se avesse im mandato regolare dell'autorit compenon ne present, anzi confess di non averne.

ly'istante essendo sceso dalla vettura,

il

Camosso ripet l'intima

dell'ar-

resto e l'ordine di seguirlo nel luogo di custodia che in appresso avrebbe


fatto conoscere. Il Garibaldi osserv che

non avendo commesso alcun reato

ed inoltre essendo deputato, non poteva essere arrestato. Egli soggiimse che
non avrebbe consentito alla ingiimzione, e che se si persistesse nell'esecuzione dell'atto arbitrario, avrebber dovuto trasportarlo a forza.

Dopo un lungo
quattro carabinieri

dibattito,
si

il

Camosso

rifiutandosi

ad ogni ragionamento,

avvicinarono allo istante, lo tolsero da dove era seduto,

lo sollevarono sulle braccia e lo trasportarono sino alla carrozza

nata. Scorsi alcimi minuti,

il

bersaglieri e carabinieri. I,o istante fu condotto al

a vista sino al 26 novembre


Caprera sul battello V Esploratore.
e guardato

lui desti-

treno prese la sua via preceduto e seguito da

Varignano ed

ivi chiuso

scorso, giorno in cui fu condotto a

341

ly'istaxite

non sa compraidere

lo

scopo pel quale

il

Camosso

siasi reso

colpevole delle violenze pi sopra narrate, e se e quali complici abbia po-

tuto avere. Certo

si

che per cotesta serie di atti nei quali

ha

persistito pel

corso di 22 giorni, mentre ai termini degli art. 223 e 605 del Reg. gen. del
12 ottobre 1822, egli chiamato a rispondere anche ai suoi Superiori,

ha

45 dello Statuto del Regno giusta gli art. 183, 190 e 361 del
Cod. pen. in vigore nelle provincia toscane imputabile di un odioso rea-

violato

l'art.

ptmizione del quale non pu sfuggire al giudizio

to, la

dell'Ili.

Tribunale

correzionale di Firenze.

Per cotesti ed
ragione, l'istante

altri

si

motivi da dire o da addiure come e quando sar di

querela contro

il

Sig.

Eduardo Camosso, contro

gli

autori

fautori e complici del reato di arresto arbitrario e di arbitraria detenzione,


reati previsti dagli articoli del Codice Penale sopra citati.
la punizione del

fautori, complici,

appena

gli

per ora

gli autori,

saran conosciuti.

Si costituisce parte civile in giudizio contro


il

Domanda

Camosso, riservandosi di fare altrettanto contro


il

prevenuto e chiede all'uopo

risarcimento dei danni ed interessi.

Fa

quindi istanza alla S. V. Ill.ma affinch voglia richiedere al Presidente

di cotesto

111.

Tribxmale di spedire ordinanza di citazione diretta contro

prefato Cav. E. Camosso per comparire in

una

il

delle prossime udienze del

prelodato Tribunale per l'ascrittagli imputazione. I^'istante per

gli effetti

del giudizio elegge domicilio in Firenze nello Studio dell'aw. F. Crispi in

via delle

Mm-a a Porta Romana, Casa

Caprera, dicembre i86y

>.

Firmi.

342

1871-1886.

Bixio chiede publicamente un

certificato

a Garibaldi

diCrisp per potere legittimare gli ultimi due suoi

a Crispi

Cavallotti

ministro dell'interno
baldi

e il

Augusto Murri

verso

scienze

le

restituzione di

Dimissioni

Mezzacapo

Nizza

all'Italia

la vera storia del

e la

vincolo nell'amore

campi di

un suo Proemio

Papa a

1882

Crispi

ciale della

il

Milano

battaglia

Re

e la
-

matrimonio di Crispi

Polemica

Caval-

Ruggero

L'on Badaloni

Crispi e gli avvenimenti

di I^auria

Correnti-Crispi

Camera in suo favore

Filippo Turati e Dario

nomina a Grande

Crispi

La

Uffi-

vedova Sciesa.

Caprera].

Firenze,

Mio

Gambetta

Garibaldi ricorda a Crispi

Mazzini

[Crispi a Garibaldi

309.

Gari-

alla nostra Italia che ebbimo la fortuna

Freycinet partecipa a Crispi la

Legion d'onore

Gari-

Crispi, Bertani, Marcora, Cavallotti e le

agli Scritti di

Crispi e

missione di Crispi del iSyy

Questi si dimette da Deputato. Dimostrazione della

egiziani del

Emanuele

favore del nuovo

il

Crispi

Zanardelli e la provincia di Brescia

Bonghi

buon cuore di Crispi

di servire insieme sui

Saffi e

Bologna

reclamo del generale Carini

Quintino Sella e

societ democratica e progressista di


l'antico loro

Carducci deputato

-per la cattedra di

Garibaldi promette di appoggiare Crispi

L'abolizione del m-acinato


lotti e il

Un

Crispi a Pisanelli

figli

Correnti pei funerali di Vittorio

suo progetto pel Tevere

baldi contro Depretis e

Garibaldi invoca Valuto

15

del

1871.

Generale,

Voi mi affidaste
rado Dodoli e degli

Jacopo Sgarallino, di Corcompagni accusati di avere

la difesa di
altri

loro

attentato alla vita del Generale Austriaco conte di Crenneville.

Credo farvi cosa grata, annunziandovi che

assoluti

dalle Assisie

Io fui r ultimo a

spondere

alle

di

essi

furono

Siena.

parlare, perch'ebbi

l'

incarico di

repliche del Procuratore Generale del

Re

ri-

343

Siena finch

stetti a
siglio.

giurati entrarono in

Camera

di

Con-

Vi soggiungo per che Ceneri e Mancini fecero

prime difese

adempirono strenuamente

Auguro a voi fehce successo


Mia mogHe

vi saluta

ed

parte

la

nella guerra che combattete.

abbraccio di cuore.

io vi

Vostro
F.

[Bixio a

310.

le

loro.

aff.

Crispi.

Cm/>t- Roma].
Wiirzburg,

novembre, 1871.

(Baviera).

Caro Crispi,
Siimi gentile di far pubbHcare

le

guono, e che dirigo pubbhcamente

Mio

al

che

se-

Generale Garibaldi.

Illustre Generale,

de' Conti rifiuta

I^a Corte

poche righe

la pensione,

liquidare

di

cui credo d'aver diritto, a' termini di legge, perch dice che

non
al

provato che io mHtassi in Italia dal 28

1849

2 lyUglio

stesso

anno

stesso

e finalmente dal

Marzo 1848

15 Aprile 1859 ^^' ^^ Agosto dello

<3-1

4 Maggio 1860

al

io Giugno

anno.

Com'ella vede, mio Illustre


riconosce la

Campagna

di

Capo, la

Roma

dei Cacciatori delle Alpi del 1859

'

non mi
Campagna
Campagna

Corte

del 1849

la

neppure

la

di Marsala del 1860.

Quanto
al

alla

1^

parte della

Campagna

1848, ho scritto

I^gion Man-

Generale longoni che mi fu Capo nella

tovana

Non posso far

lo stesso

per Zambeccari a Vicenza

ed a Treviso perch quel valent' uomo non

pi.

Rimane

mio Capo in tutte le rimanenti Campagne che la


Corte non mi riconosce, vogUa pubbhcamente dichiarare

che

I^ei

s'io

mi trovai

fra' suoi

combattenti.

Suo sempre

Nino Bixio.

344

[Garibaldi

311.

Crispi

Roma].

Caprera,

Mio
Prima

13

giugno 1874.

caro Crispi,

devo entrare nelle vostre buone grazie,


vado a chiedervi per me molto interessante.

di tutto io

poich, ci che

Principier col ringraziarvi per l'invio periodico della vostra pregiata

Riforma che avrei dovuto fare da molto tempo.

Poi vi ricorder, che ho una donna, con due bambini,


schio e

femmina

Dacch foste tanto buono per andare a Como,


mio divorzio,
non comparso nessun indizio

lit

ma-

e che sarei fortunato di poter legittimare.

trattar del
di probabi-

per poterlo ottenere?

Vi prevengo che per compiere

il

dovere suddetto, io sarei

pronto a farmi protestante, Turco, ecc.

Sempre V.ro
G. Garibai^di.

[Pietro Ellero a Crispi

312.

Roma].

Bologna, 17 gennaio 1877.

Illustre Signore,
1,3.

ringrazio della gentile sua, dalla quale sento con pie-

cere com'ella riconosca la gravezza de' presenti problemi


sociali e

nutra

il

desiderio di sciogUergU ne'

modi

pacifici e

legittimi.
Il

desiderio l'ho anch'io vivissimo:

ma non

la fiducia che

co' presenti ordini poHtici a solo servigio di un'anonima,

spietata e ingorda borghesia, e colle fazioni e cogH assurdi

divenuti poteri e arcani di stato,


italiano provvedere.

si

possa pi al bene del popolo

Debbono naturalmente

lasciati in tutto quell'oblio e quel disprezzo,

teorici essere

che meritano,

-:^^^> </!=.^2^^

C^^^.

^^

y^^^
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-:::?^:22-^

.^

J>i!^

^.

-^ ^^^^^

'^-^

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.^^<a^

345

quando

principii

non reggono pi

ne

la societ,

forti pro-

positi gli uomini. I pratici per altro cotanto ciechi e


sibili

innanzi

alle

calamit,

addensano, saranno

solamente

alle

prime

essi

impas-

alle delusioni e ai dolori,

che

si

pi in grado di contrapporsi non

ma

furie della disperazione,

Non do

pi giusto e regolato sdegno popolare?

anche

al

ad

consigli

alcuno; tanto pi che ormai credo le cose doversi piuttosto


svolgere secondo le leggi inflessibili e inesorabili della storia,

che contenere cogli umani accorgimenti.


nit verbosa

una voce libera e potente

Ma

se in tanta va-

risonasse, a propugnare

causa dei ceti oppressi e insieme della nazione vilipesa,

la

sarebbe almeno un omaggio reso

ranza che

tal

voce risoni

alla giustizia.

alla fine in

nella spe-

certe aule, se

non pi

nella speranza della sua efl&cacia (che minacciato di sper-

pero

fin l'ultimo

patrimonio de' poveri) io rimango


Devoto

[Felice Cavallotti a Crispi

313.

riverente

Pietro

E1.1.ER0.

Roma].
31 gennaio [7577].

Eccellenza presidenziale! ?

Prego

il

nostro chiarissimo e carissimo Presidente a volere

oggi per norma, in principio di seduta rammentarsi che


al

gli

ci

mondo, anzi precisamente nell'Aula, il sottoscritto che


vuole un mondo di bene, e che bramer avere la parola

per fare a

nome di parecchi suoi colleghi della Camera e a nome

de' suoi concittadini,

una partecipazione

alla

Camera

stessa

e pregarla a volersi fare rappresentare alla solenne pietosa

cerimonia della traslazione delle ossa scoperte dei


del 6 febbraio

con cui Milano dopo 24 anni ne onora

martiri
la

me-

moria.

Credo che la Camera che ha voluto assistere


del

Duca

di Galliera

ai

funebri

che ha dato a Genova 20 milioni, non

346

vorr negare di esser presente

Febbraio che han dato

alle

all'Italia

tarde esequie di que' di

qualche cosa pi di 20 mi-

lioni... la testa.

E stringendo intanto la mano


modo

verr in ogni

al

a trovarlo un

mio carissimo Presidente

momf nto

innanzi che

si

apra la seduta.

Con

Fewce Cavallotti

saluti cordialissimi.

Onorevole di Corte! {olona).


Crispi era Presidente della

Camera

dei deputati.

[Giosu Carducci a Crispi

314.

Mio

Non mi
gione, che,

Roma].

Onorevole Signore,

sono presentato ancora alla Camera, per la ra-

non avendo ancora

la sorte deciso fra

professori

che han da restare e da uscire, mi pare di essere un deputato


provvisorio, e

non mi piacerebbe

Questo era debito mio


e anzi

mi scuso

di

di uscire

significare a I^ei,

come

dopo entrato.
a presidente

non averlo fatto prima. Se nonch,

se que-

sto sorteggio- si avesse ancora da aspettar lungamente,

vin-

cer questo mio non so se pudore od orgogUo, e verr a


fare l'ofi&cio mio. I^e sarei, onorevole signore, molto obbligato, se volesse

farmi avere qualche notizia in proposito.

Sono con stima

e rispetto pienissimo,
devotiss.

suo

Giosu Carducci.
[Augusto Murri a Crispi

315.

Roma].

Bologna, 23 febbraio i8yy.

Egregio Signor Presidente,

Quanto io le sia grato della sua lettera non dico, perch


non mi verrebbe fatto: quel che peggio poi si ch'ella
troppo in alto ed
ci che ora

io

troppo in basso per poter sperare che

non sanno

dire le parole sapessero

un giorno

dire

347

fatti.

Nullameno

ella voglia accettare

desiderio, che

il

sincero e vivissimo.
Il

Ministro ha ragione rispetto a Napoli: ha torto quanto

a Bologna: io non sono qui

come caduto

dalle nuvole: ci sono

perch ho sostenuto nel 74 un esame solenne, che mi frutt


il titolo d'eleggibile ad ordinario: il concorso era per ordina-

nonper straordinario: fu dunque ingiusto il Bonghi quando


mi mand in quest'ultima qualit, pi ingiusto anche il mantenermici oltre i due anni. Il mio precedessore Concato conrio,

corse nel 59 a Pavia e fu dichiarato non eleggibile: nel 60 fu

mandato ordinario a Bologna! Ma ci m'importa solo, perch


mia posizione non fissa m'espone alle insidie e mi ruba la

la

tranquillit indispensabile agli studi B' poi curioso che nell'ottobre passato

il

Senatore Magni m'offr la nomina d'or-

dinario a Padova; perch a

Padova

s,

a Bologna no

rebbe mai quasta una concessione fatta


Scusi, se parlo troppo aperto,

ma

io credo

ai

Sa-

miei nemici

che

s.

Buon

per

me che ho trovato difensori della sua potenza: se no un giorno


o l'altro m'avrebbero fatto qualche soverchieria solenne.

Questo timore mi spinse ad essere un po' importuno,


sicuro,

non

il

l'as-

desiderio d'avere qualche migHajo di lire di

pi: che vuol ella, egregio Signor Presidente?

quando

s'in-

contrano awersarii cos intriganti, cos disonesti, cos avidi


di prepotenza,

come questi pochi che qui ho trovati, una

legge

di dignit personale impone o di restare vincitori o di la-

sciar libero

il

campo; questa pertanto per

me

la lotta per

come insegnante, che per forcattedra non morirei n di fame n

l'esistenza: parlo di esistenza

tuna rinunziando

alla

d'inazione. Scusi la lunga cicalata, saluti le Signore ed ac-

colga

gli

auguri del mio animo profondamente grato.

da Bologna, ii maggio

'77.

Devotissimo

Augusto Murri.
Pubblico questa lettera perch contiene qualche notizia
della carriera

universitaria dell'illustre clinico.

interessante

348

3i6.

[Cesare Correnti a Crispi

Roma].

Caro Crispi,

Un

minuto non

ti

spiaccia di darmelo. Voi fate quel conto

me, che del terzo

di

pie'

che non avete.

pubblico mi d colpa d'essere un vostro


trombettiere od amico, ve

io,

Errore

non aver

il

Roma

re storici,

alla storia, e al

Ma

Re

morti,

cosa fatta capo ha;

il

che non vuol dire che uno spro-

Altro sproposito mandare

teon una forma pagana, un

E per questo
coeli,

che

il

le

le

sue conseguenze.

esequie nel Panteon.

nome pagano,

Il

Pan-

un'idea pagana.

preti vi ci lasciano imbarcare.

Non avete r.4ra

Campidoglio, chiesa nostra, vasta, in postura

pittoresca? lyasaUta una difficolt,

anzi le due scalee, permettono

Emanuele a

ebbe ed avr

non debba avere

posito fatto

re Vittorio

i Re vivi,
Re passati si dovevano lasciare
passato che un gran governatore d'avvenire.

dormire colla sua famigUa.

ma

voglio dir chiare.

le

andar

lasciato

Ma il
trombettiere. Ed
fate bene.

ma superabile. La

scalea

un colpo d'occhio magnifico,

fianco della chiesa, l'antico tempio di Giove trionfatore,

v'

un vasto

rispiano,

dove

si

potrebbero allogar gh ipo-

gei futuri.

Ma

passi tutto. Saranno utopie. Quello che

mi preme

che almeno la funzione non degeneri in confusione, e la tragedia sublime, di cui siamo

il

coro,

non abbia intermezzi

comici di retroscena.

Dunque, badate all'uniforme. Se gl'impiegati saranno


ammessi tutti, o in deputazione, si escludano almeno quellj
che non hanno uniforme, sicch non vi sia una mischianza
sconveniente di persone in uniforme che parranno uscieri,

con persone in abito nero, che parranno deputati.


posito

di

membri

del

invisibile a distinguerli,

Parlamento, baster

la

a pro-

medagUa

non sar conveniente qualche

altro

349

segnale, p. es. la fascia tricolore,

viene ai

Membri

la pi bella delle decorazioni

Non

trascmrar le

devono avere
lana. Miserie,
s difficile

che

Ma

Non abbiamo
la

le

Poi in gran

persone in

le

decorazioni o solo
il

lutto e

le

deco-

come

se

cos si evitano gli screzi e quello che

evitare in codeste scene,

Fate portar

con tutte

le

guanti neri, e la cravatta nera di seta o di

prelati queste cose le

la

devono portare

se

e che sarebbe

minuzie. Avverti, se

uniforme devono avere tutte


razioni nazionali

messa a tracolla come con-

un corpo sovrano,

di

il

Ricordatevi

ridicolo.

sapevano far bene.

Tanto meglio.

precedenti.

Corona Ferrea davanti

Inventateli.

carro funebre,

il

solennit. Ci vi gratij&cher la I/)mbardia.

pompa

la

corona d'alloro mandata dall'Im-

peratore Guglielmo, e quant'altre corone vi sono. Poi la

spada che
delle

gli

fu donata dopo S. Martino. Poi

bandiere

le

grandi citt portate o precedute da araldi divisati

coi colori delle citt stesse. Poi gli araldi della SS.

Corona

ziata, di S. Maurizio, della

Queste solennit se non parlano

Annun-

d'Italia. Infine aiutatevi,


ai sensi e

insieme alla im-

maginazione sono una facchinata e una fanfullata.


Ti ho seccato

Tal sia di

quanti pi biglietti puoi per

Camera.

ricordati che

te.

le

les

Mandami

P. S.

per

Iv'invio dei biglietti

pagamento

absents ont toujours tort


C.

infine.

in

due prossime sedute della

Correnti.

mi prover che hai

Di nuovo mi raccomando istruzioni minute

le ore,

letto sion
e precise

pel vestiario, per le precedenze.

Questa lettera certamente del gennaio 1878 e


di re Vittorio

Emanuele

II,

morto

il

9 di quel mese.

si riferisce ai

funerali

350

[GarihakU a Crispi

317-

Roma].

Caprera, 22 gen. '78.

Mio
Il

caro Crispi,

detto mio progetto sui lavori del Tevere consiste nei

seguenti

Deviazione

2.

Costruzione

un

di

Roma.

a levante di

edifcio regolatore dai

Sassi di

Giuliano a Tor di Quinto.

S.

Roma

di

innondazioni

dalle

chiunque

mia

malaria colpisce

la
-

figlia

Colp la

citt.

Sovrano

il

Cobden

figlia di

essa

pu

colpire

quella di Potter

una

che perdetti in Caprera e a migliaia indigeni e

ne afiluirebbero

stranieri di cui

non temessero
Ora

preservazione

risanamente della

malarica vi fu nella malattia del Re

Complicazione

quando

due lavori saranno

di questi

I risultati

dell' Aniene

1.

coi

m.olti

di

pi a

Roma -

se

la febbre.

una padronanza

suddetti voi avrete

lavori

assoluta del Tevere

mantenuto sempre

allo stesso livello

non pi piene che inondano ed infestano le cantine della


citt bassa - non pi quelle schifose e pestifere melme
che

si

scoprono abbassando

della citt coi loro sbocchi


II

fosso a levante

acque dell'Amene
di pi tutti

gU

della

ma

il

fiume.

il

coi

magnifici lungo-Teveri

si

scolo

ed a

una palude

cavazioni che

Chiamate

di

levante

infesta

il

come

rappresentanti

che

si

dell'aria.

a ponente

il

Tevere con

Teverone
lo

provano

Amadei

presentateli al collega dei lavori pubblici che


nostro.

solo le

Roma

fanno per fondamenti di case

miei

fiume.

non

superfluo di quelle del Tevere

scoli della parte orientale di

due canali

rebbe d'esser

infine le cloache

riceverebbe

citt

perdono oggi nel terreno con infezione

Roma

Bd

al di sotto del livello del

cessele es-

etc.

I^andi

stimo amico

351

ampie

Bssi vi daranno pi

informazioni

se colla

valida vostra influenza potete iniziare quei lavori grandiosi,

Roma,

degni di

per

il

dell'Italia, e del

Roma -

vedere

mondo, poich

comincer realmente un'era

tutti voglian

progresso

di

nostro paese.

Sempre Vostro
G.

[Giacinto Carini a Crispi

318.

Mio

-'R.om.s.'].

amico,

rincrudimento della mia

Il
si

unico

Garibai^di.

vecchia

ferita

braccio

al

fatto talmente forte in questi giorni da costringermi

a tenere

Ho

il

letto.

pensato tutta la notte

pi concesso
di cedere alla

che

il

poich

dormire

il

non mi

Generale Mezzacapo, obbligato forse

tua alta influenza e a dover forse anco secon-

dare la benevolenza del nuovo Principe in mio favore, non

modo

lascier di cercare ogni

mia dignit

tabile per la

di rendere illusoria e inaccet-

ormai vecchio ed an-

di generale

ziano, quella concessione che proporr di

Non
alla

sarei sorpreso se, ostinandosi a

tua proposta per

la presidenza del

f armisi.

non voler cedere

Comitato dei RR.

Carabinieri, venisse fuori colla transazione di

membro

di

un Comitato qualunque

maggiori generali
Divisione,

come

vacante, mentre

sono stati da
nelli

di

nominarmi

ove non sono che

rimettermi al comando

di

una

quella di Catanzaro, attualmente lasciata


i

comandi

delle

prime Divisioni del Regno

lui affidati a Generali

ch'erano ancor Colon-

quand'io ero Tenente Generale, comandante di una

delle primarie divisioni


Il

come

Generale Mezzacapo non

nominare Senatori del Regno

quella di Perugia.
si

fatto

scrupolo

suo fratello Carlo ed

di

far

il

G-

352

non avevano avuta alcuna parte nella


d'Italia, ne messo mai piede neUa

nerale Sacchi, che

politica rivoluzionaria

Camera

dal 48 al giorno d'oggi, che sono stato alla

meno una
nerale

Camera

in tutte,

sola legislatura, che conto 17 anni di grado di Ge-

Depretis e

mia dignit personale

Questo sfogo

me

!.,.

Nicotera non han trovato alcuna

osservazione da fare, forse perch a

volto

che

e militare

Altro che quanto richiedesi dallo Statuto

Eppure
alla

me

dei Deputati, senza tenere alcun conto di

bene o male ero stato sempre nel campo politico

il

me

tacere

parso pi

permetto con

lo

conforme

perch

te,

sul tuo

impressa tutta l'onest che apporti nell'eser-

sta

tuo alto mandato, come dal tuo cuore traspare

cizio del

quel sentimento di amicizia, che non cambia per cambiare


di eventi

Ad

modo perdonami, ne avevo

ogni

Roma, 28 genn.

proprio bisogno.

'78.

Tuo

a'ff.mo e riconoscentissimo

G. Carini.

[Luigi Ferraris a Crispi

319.

Roma].

Torino, 31 gennaio, iSyS.

Caro

Cris-pi,

Permettimi che
Collega (che tale

Iddio

mi

trovo in una sufiSciente

in stabili)

una

discreta clientela,

onestamente quel po'


zionata
di

non

ma

Ministro

al

al

due minuti per leggere queste poche righe.

di trovare

Io

rivolga,

considero ancora e ritornerai, vogUa

pi tardi che tu possa desiderare), per pregarti

il

mi

io
ti

l'affetto

questo

mondo

di

altre

di
-

ben

di

merc

Dio

persone

convinzioni

agiatezza

700 m.

(ly.

la quale

mi

una famiglia

feci

affe-

esperienza delle cose

della

vacuit

di

certi

353

splendori
vinciale

Non

comunale dal 1848 - Consigliere Procinque volte deputato eletto da Torino.


;

Consigliere

assolutamente

voleva

Sindaco

esser

desistetti

da questo proposito, quando a torto od a ragione,

me

se

ne fece un dovere di posizione personale.

So tutto quello che

si

passato

quello

so

che tu hai

fatto per benevolenza verso di me.

Benevolenza della quale


ziarti.

non posso abbastanza

ringra-

Ringraziamenti che non credo dovere a taluno fra

tuoi colleghi.

Bpperci

ieri

Ora accetto
dato

sera,

aveva risoluto

tenter

mi sia
mi sono imposto,

quello che

tutto

fare

di

non mi ricorder che

non accettare.

di

dei doveri, che

dimentico tutto, tranne che la tua amicizia.


a suo

Scriver,

tempo, ufficialmente.

I^a

prima volta,

che tu mi potrai dar qualche minuto di udienza, parleremo


tutto.

di

Credimi intanto quale mi dichiaro

Tuo

aff.mo

1,.

[Garibaldi a Crispi

320.

Amico

Ferraris.

'R.oma.].

Caprera, s/F^/'yS.

Mio

caro Crispi,

Depretis che ha mancato a tutte le


Mezzacapo che intavol l'assurda e ridi-

sono

I reprobi

sue promesse

cola idea delle fortificazioni.

Mi

troverete

non merita

acerbo,

di essere

ma

che

volete

questa

essere floridissima ove troviate dei coUeghi che

Mancini, Brin ecc. vogliano fare


23

Italia

tenuta nella miseria mentre potrebbe

il

come

voi.

bene a qualunque costo.

354

Vi ringrazio per Bargoni che sar una buona scelta

raccomandazione

e per la

tutto impegnate anche


riosissima

il

di

lyandi ed

Amadei

giovane Sovrano

e sopra-

all'opera glo-

Tevere.

del

Sempre

Vostro

G. Garibai^di.

[Alessandro Castellani a

321.

Crispi

Roma].

Roma,

7 febbraio,

88,

Signor

Onorevole
1,3.

gran parte
fetto.

Ho

raccomandazioni da

alle

Permetta che

io la ringrazi

saputo pure che nel

recentemente

trattato

1,.

Tevere, e che

si

Anche questo

I^ei

anche in nome dei miei

Consiglio

dei

dell'esplorazione

si

del

presa qualche deliberazione favorevole.

si

rivela a chi la

riconoscenza a
i

lei

I^ei

Roma

capitale

comprende, ed piedistallo

sublime per chi sa presentirne, agevolarne

Aggradisca

Ministri

archeologica

dovuto, ne sono certissimo, alla sua energia

Roma

vilizzatrice.

dovuta in

fatte al Signor Pre-

personale, e all'alto concetto che Klla ha di


d'Italia

1500 pel Mo-

Comitato.

del

colleghi

di

Mentana. Questa deliberazione

di

1878.

Poli.

Ministro,

Provincia ha dato un sussidio

numento

via

la missione ci-

do ogni lode e mi faccio interprete della


dovuta dagli

spiriti colti di

ogni paese.

miei pi cordiali saluti e mi creda.

Suo dev.mo
Alessakdro Castei,i,ani.

355

[Agostino

322.

Depretis

Crispi],

Z3/2/7S.

Caro Crispi,

Ho

parlato con Mezzacapo

nessuna

mi

di cui

entrare negli Stretti


tinopoli. Il

che

Sultano chiese

I^a

vuol

inglese

flotta

entra, la Russia occupa Costan-

e, se

alla

l'invio della flotta, e alla

Regina Vittoria

di

sospendere

Russia di soprassedere all'occu-

Domattina bisogna

pazione.

assicurato

Bisogner per che ne parUamo insieme,

scrivesti.

cose d'Oriente s'aggravano.

lyC

m'ha

che

ha ancora stabihta sull'argomento

disposizione

ci

vediamo.

Credimi

Tuo
Depretis.
Notizie migliori

pare imminente la flrma dell'armistizio.

voto imminente

Iv'attenzione generale sul

mento

del

parla-

inglese.

Ti aspetto domani a mezzogiorno.

Dal 26 dicembre 1877 al 7 marzo Crispi fu ministro dell'interno.


Questa lettera si riferisce alla situazione creata daUa guerra russotxurca,

cui risultati furono regolati nel Congresso di Berlino.

[Quintino

323.

Sella

Crispi].

Sabbafo sera.

Caro
Oggi

il

Re

Crispi,

ricevette l'Accademia

cortesia e tanto favore che io


I.

fui dal

Di ringraziarne

dei

mi sento

I^incei

con tanta

nel dovere

vivissimamente

Ministri.

Ceppino, ed ora mi rivolgo anche a

te, dalla

Gi
cui

356

bocca ministeriale
volenza

prime parole udite furono

le

di

bene-

all'Accademia.

2. Di proporti di mandare per l'Agenzia Stefani un


telegramma come l'annesso, migliorato ed emendato come

meglio di

me

tu saprai

nuovo Re

consiglio che deste al

Il

scienze,

alle

il

lettere,

alle

opportuno, e
che

fare.

si

alle

pu senza

arti

di

mostrare favore

molto

savio,

molto

cortigianeria mettere in rilievo

suo primo atto personale od uno dei primi

un premio

sia

a favore delle scienze.

Kd

ora scusa se

ti

scrivo troppo sovente.

Tuo
Q.

Cm^^'- Roma].

[Garibaldi

324.

aff.mo
SEI.I.A.

Caprera, 20 febbraio '78.

Mio Caro

Crispi,

Menotti vi avr detto che


vi

e lo far

non

sono disposto ad appoggiar-

Comunque, dovete

certo che voi farete bene.

non farmi perdere

di

io

solo perch vi sono amico,

la

manifestazioni popolari.

stori voi potete chiuderlo in

turbato

mondo
ture.

il

possibile

Il

miei amici di evitare

Conclave degli impo-

un cerchio

di ferro e

non sar

credo bene per che l'Italia faccia sapere

io

al

che essa moralmente emancipata da codeste btut-

Circa agli altri benefizi per cui


e vi loder, essi
dei

perch sono

fare

poca popolarit che mi resta

ciocch succederebbe se io pregassi


le libere

ma

il

ponno cominciare

paese

due ostacoli ministeriali incompatibili

Nazionale
pi idonei

che sono Depretis e Mezzacapo

ciocch

il

giovane

sar grato

vi

coll'invio a casa

Sovrano

loro

colla prosperit
-

con ministri

pu

realizzare

357

immediatamente

attuare una diminuzione d'imposte sulla

miseria e quindi far cessare l'emigrazione vergognosa di

contadini

nostri.

Autorizzandomi,
sinch ecc.

zitto

potr

ancora,

scrivervi

no star

se

[sic.].

Sempre

Vostro

G. Garibaldi.

[Armando Ruiz a Crispi

325.

RoinsL].

Paris, 2

Monsieur

Rome

de fa^on premptoire

M. Gambetta a
la

Savoie

ofert

pour

fiance

dans

la

d'une

tre

mme

de

garantir

que

Mr. Crispi la restitution de Nice et de

dtacher

quand

empars

sont

se

de la Gazetta d'Italia qui afErme

l'Italie

de

Mr. Crispi a rpondu textuellement que


ces provinces

1878.

de Clichy.

Ministre,

le

Nos journaux ractionnaires


correspondance de

fvrier

Rue

41,

elle

l 'Alle

magne

l'Italie

que

reprendrait

voudrait, qu'il n'avait aucune con-

dure du regime rpublicain en

quand

et que l'Italie obtiendrait

elle

France,

voudrait Nice et la

Savoie par une alliance contre la France et non par une


alliance avec la

France

J'avais crit Farini avec


fait.

Ma

lettre a

arri ver

prire

Rome

de

vous signaler

le

aprs son dpart pour

Bucharest.

Nous

ne

vous

et perfide invention,

importunerions
si les

tinuaient en abuser.

pas de cette

absurde

journaux de l'ordre moral ne con-

Dans

l'tat actuel et le public

9ais ignorant la valeur exacte

de la Gazetta

publique jrangaise a riposte dans son

fran-

d'Italia, la

numero

R-

d'hier matin.

358

Mais
de

la

calomnie venant

dans

la qualifer,

d'un journal

les

d'Italie,

nous vous serions obligs

termes qu'elle mrite, par l'organa

comme

italien autoris

Riforma,

la

cela

et

plus tot possible.

le

Je

Monsieur
et

que

l'occasion

saisis

de la mission dont
le

je

me donne

l'accomplissement

pour vous renouveler,

suis charg

mes bien

Ministre, l'assurance de

dvous

respectueux sentiments.
A. Ruiz.

Armand Ruiz

Roma

era stalo in

insieme a Gambetta, del quale era

intimo amico, poco prima.

[Giuseppe Zanardelli a Crispi

326.

Roma].
[Brescia, s/s/'?^]-

Caro
Sento

Crispi,

che

destinato a Brescia

il

Prefetto

eh' era a

Mantova. Con quale sorpresa mi sia giunta la notizia puoi


immaginartelo
lasciato

ricordando

che

mi avevi detto

a reggere la Prefettura

il

avresti

Consigliere delegato

che nel caso decidessi per di provvedere alla vacanza


avressimo parlato sulla scelta del funzionario, e da ultimo
che

avresti

accettato l'Arabia, giusta

tenuti col Della Rocca,

il

discorsi

da

me

quale Arabia era da noi gradito.

invece capita quest'altro senza alcuna parola, intelligenza

o precedente indizio n con me, n con alcuno dei deputati

deUa provincia, mentre pur vi hanno d'essa 9 deputati


di Sinistra, a cui non certo n pu essere indifferente

ma

interessantissima la scelta del rappresentante del Go-

verno nel proprio paese.


certo in tal

modo

larti in nulla sul

I^o stesso

Nicotera non procedeva

capisco che tu dici

tuo antecessore,

ma

io

non voler model-

credo che in questa

parte nessuno de' nostri amici saprebbe lodarsi della


renza,

anche fatta astrazione dalle precorse

diffe-

intelligenze.

359

a parte tale questione d massima, accennando a quella

delle persone, io

Ghinosi che

Non

ho in memoria

dunque che con un

discorsi

con cui tanto

il

Cadenazzi dello Scelsi mi dissero coma.

il

annuncio

increscevolissimo

che oggi parto per Roma, ove noi dovremo avere l'abnegazione di fare ogni sforzo per darvi quell'appoggio che

vale neppure

ci

golare
fra

pi giusti riguardi, gh

andamento dell'amministrazione,

funzionari del Ministero ed

medesimo deve appoggiarsi,

il

atti

pi

al salutare

partito su cui

partito che,

non

utili al re-

il

come

accordo

Ministero
accennai,

qui ottenne nelle elezioni generali di avere nove mandatarii

Con verace amicizia abbimi

proprii sopra dieci deputati.

tuo

a-ff.

G. ZANARDELtLI.

G. Zanardelli

era stato ministro

dei

pubblici fino al 25 di-

lavori

cembre 1877. Questa lettera conferma ima cosa nota, cio che lo Zanardelli
consider sempre la provincia di Brescia per tm suo feudo. Quando gixmse
a Roma, Crispi era dimissionario.

Monzani a Crispi

{Cirillo

327,

Roma].

Caro Amico,
se da parecchi giorni non fossi
Adempio ima commissione ricevuta.
Madama Rattazzi, memore dell'amicizia che tu avevi
pel povero Urbano, mi scrive queste parole da I^isbona:
Nous avons tous
appris ici avec im rel chagnn l'in-

Sarei venuto a vederti

indisposto di salute.

cident Crispi.

pu

Toutes

les petites

battre cet
le

Comment

laisser les choses

homme

en

lui

qvii

arriver l

est
?

si

intelligent

haines vont s'veiller pour tacher d'a-

qui est un de leurs,

un de ceux qui ont

plus de coeur et de talent qui vous reste, et

est

a-t-il

C'est bien regrettable.

l'Italie,

n'en

pas assez riche yraiment pour faire de ces hecatomb^g-

36o

vous

l.

Si

lui

que

le

si je

voyez, serrez lui la main pour moi, et dites-

pouvais

lui tre utile,

chose auprs de nos jouniaux ou

de moi.
I^e

ho

ou agrable en quelque

ailleurs,

esprimendole

di gi risposto

provato per l'accaduto che ha tolto

uomo

il

dolore

il

alla

ma

io

da

me

il

solo

Sinistra

che poteva ancora rialzare e ristorare

pitate sorti. M'inganner,

peut disposer

sue mal ca-

le

vedo con dolore

la Sinistra

non ho troppa fede nelle deboli ed inesperte mani


nelle quaH venuta. E'triste il pensare che in due anni
si sciup e si logor miseramente un grande tesoro di simfinita e

patia

Ti

di

fiducia

saluto

di

cuore

Tuo

ai 2 3 marzo '78.

[Francesco Perez a Crispi

328.

aff.mo

MONZANI.

C.

Napoli].

Napoli, 30 marzo 1878.

Carissimo Francesco,

Dopo

la

nuovo Ministero sono venuto

formazione del

per ben tre volte alla tua casa, onde rivederti e parlare

un
Iv'

po' insieme della

ultima volta

non

lieta

ieri l'altro

ed esprimerti a voce

condizione presente del Paese.

per darti l'addio

della partenza

sensi della mia gratitudine per

le

prove datemi di affetto e di fiducia durante questi ultimi


tre mesi. I^a

mia disgrazia ha voluto che non

In compenso delle
delle guerre che

mai

ti

trovassi mai.

amarezze

avute per

la

siasi vista,

porto con

me

pi
il

sleale

conforto

della tua fraterna amicizia della quale sono stato e sono

sempre orgoghoso.

uomo

di Stato

tristi,

eminente che

che vollero impedire all'unico


resti oggi

a quella che fu gi

36i

la Sinistra [sic], si

avranno fatto

avvedranno

al paese,

fra

non molto quanto male

e quanto fugaci saranno

le

gioie

d'una feminile vanit soddisfatta.

Me

ne duole, non per te

il

di

nome

cui

rester imperi-

turo nella grande epopea del risorgimento italiano,

Paese che

cammo
Il

ma

pel

insieme sin da' primi anni, e cui dedi-

tutta la nostra vita.

pessimo tempo di mare m'ha impedito fin'ora partire.

Come
il

amammo

si sia

alquanto rimesso partir per Palermo. Inutile

dire che col sono tutto a tua disposizione.

Forse nel maggio

ritorner.

Intanto

ricevi l'abbraccio

di cuore del tuo

Fr. Perez.

Francesco Perez,

ministro dei lavori pubblici

illustre letterato, era stato

nel Ministero Depretis-Crispi.

[Crispi a Giuseppe Pisflg//'- Napoli].

329.

Roma, 16 maggio, i8y8.

Caro Pisanelli,

Sono due mesi


contro di

me

mezzo che provocai un procedimento

sulle assurde

ed infami imputazioni fattemi

da una stampa senza cuore e senza


il

S.

coscienza. Per mettere

magistrato al riparo d'ogni sospetto d'influenza diedi a

M.

le

mie dimissioni da ministro,

e con rincrescimento del

quah, a mia istanza

le

Re accettate, provocarono

la

caduta

del gabinetto Depretis.


Il

Procuratore Regio di Napoli, ed

fecero indagini

che

1854 tr^

minute e

laboriose, e

il

giudice istruttore,

provarono in fatto

al simulacro di matrimonio avvenuto

^6

6 la

Montmasson non fu presente

il

27 Xbre

il

parrocco,

362

n era munito

di delegazione del diocesano

prete al quale

il

si

era ricorso

di

Malta e che nell'ultima, quella della Floriana, nel cui

che

io

territorio

non

stetti

alcima delle parrocchie

fui domiciliato in

per

due mesi, non era domiciliato

soli

27 dicembre sudd. perch stato espulso

da quella

isola

il

il

18 del mese istesso

che quel simulacro di matrimonio era stato praticato


Marchetti e non alla Flo-

alla Valletta, in casa del prete

riana

che nei

registri

della

parrocchia

quell'atto

firmato n dal Marchetti, n dal parroco, e per ne


la regolare attestazione

non fu

manca

che in Palermo non fu fatta la pubblicazione prima del

27 Xbre 1854
i

tre mesi dal

leggi

Ile la

trascrizione dell'atto di

mio arrivo

Malta entro

in Sicilia, giusta l'art. 180 delle

napolitane.

civiH

Se ne deduce o per

meno

lo

se

ne dovrebbe dedurre

che canonicamente e civilmente non fuwi matrimonio.


in conseguenza

bisogna concludere,

che

il

Ed

matrimonio del

22 gennaio 1878 poteva legalmente celebrarsi da

me

e dalla

Barbagallo e quindi per inesistenza di reato bisogna conservare

gli

atti in

archivio.

Sciaguratamente mancato
giustizia, e

di

il

coraggio per cotesto atto

siccome Destri e Sinistri insieme congiurati

vogliono alla mia persona, han fatto tutto


gettare

da

pendere

Ma

una macchia
principio,
il

sul

per lavarsene

la

mani,

procedimento e rimettermi

studiata

megHo

la

il

possibile per

mio nome.

cosa,

al

volevano sosgiudice

civile.

trovarono che la eccezione

non reggeva, e l'abbandonarono.


Poscia surse una favola, un mio matrimonio del 1845,
che nqn fu mai. Volevano dire nullo quello del 1854, perch

363

ve n'era un'altro anteriormente.

Fu provato

documenti

coi

che io non fui ammogliato.

Ed

....

ora

ad una

Ora non

Mi dicono che pensino

so.

Non

scappatoia per non decidere secondo giustizia.

basterebbe

prova,

la

e quindi per cotesto

vi

sarebbe

insufficienza

d'indizii,

motivo non esservi ragione a procedere

contro di me.

Io lasciai il ministero il 7 marzo di quest'anno, n'ebbi


abbastanza noie, e lascio ad altri di ambire il potere. Ma
io voglio giustizia, e la chiedo intiera e

mio nome,

sull'avvenire

dopoch fu provata

la

di

mia

non onesto che

figHa resti

sul

l'incertezza

mia innocenza.

Io fo appello alla tua lealt,

tua

alla

moralit, al

tuo

amore pel buon diritto. Fa' quello che puoi per dare coraggio
a coteste anime paurose. Fa' che io esca dalle angustie di
un processo, che mi tormenta tanto l'anima, quantunque
abbia pura la coscienza da ogni macchia.

Tuo

aff.mo

F. Crispi.

malincuore sollevo

di Crispi,

ma

ii

velo che copre questo episodio della vita intima

credo di non poterne fare a meno.

ly'accusa di bigamia che gli fu lanciata nel 1878,

enorme scandalo,

ma

non soltanto lev un

indubbiamente sulle sorti del paese. I^e spine


domestiche di Crispi erano note da anni a parecchi quand'egli credette
suo dovere di regolarizzare nuovi rapporti nati da quella fatalit che preinflu

siede agli eventi imiani, disgraziatamente era ministro,

successore di Giovanni Nicotera,

petto lasciare

il

il

potere. I^'argomento offerto

magnifico, e non se lo lasciarono sfuggire.

Napoli

Rocco de

da
Il

tutta Italia, protest che

uno sciame

gli effetti

quel ch' peggio,

con grande

complotto fu organizzato a

bomba da

maestro,

di giornali, destri e sinistri, di

dello scoppio erano deleterii,

croce con l'acqua benedetta e grid ad

dis-

Crispi ai suoi nemici parve

Zerbi, direttore del Piccolo, lanci la

con parole di grande dignit

e,

quale aveva dovuto

si

fece la

tma voce vade retro Satana. Realmente, in pochi giorni, essendo morto il primo re d'Italia e radimatosi in
Roma italiana il primo Conclave in seguito alla morte di Pio IX, Crispi
aveva dimostrato tali qualit di statista ch'era facile prevedere che avrebbe
consolidato la sua posizione al Governo. EJra quindi un pericolo per gli

364

ambiziosi

quali nelle vita politica

non vedono che

la soddisfazione d'in-

o di vanit e bisognava eliminarlo. Costoro trovarono


senza cercarla molta gente disposta a secondarli. Crispi ebbe sempre molte
antipatie perch non fu mai in politica uomo di transazioni, n seppe tacere
teiessi personali

il

biasimo, n blandire l'orgoglio di alcuno. Combattendo efficacemente la

Destra per quindici anni, non


e

quanto

ai suoi

mi guardi Dio

si

era certamente reso benevolo quel partito;

amici della Sinistra egli poteva ben ripetere

dagli amici

il

sua
avevano sempre evitato di
riconoscerlo capo sentivano la sua superiorit, non lo amavano. Coloro che
amarono Crispi furono gl'ignoti, i cittadini che non ebbero annebbiato il
giudizio da prevenzioni personali, che lo videro sempre sulla breccia in difesa della libert e insieme del principio di autorit, ispirarsi a ideali supe.

Si erano serviti della sua autorit, dei suoi studi, della

capacit tattica nelle lotte parlamentari

ma

pubblico bene, per la grandezza della patria.

riori pel

Quando

fu lanciata la

bomba,

Crispi era

da molto tempo separato da

Rosalia Montmasson. Questa singolare figura di donna, che fu capace di


affrontare eroicamente rischi mortali, ebbe

da

natiu-a difetti di carattere

tempi eccezionali. Nel 1855 Crispi, dopo due anni di


convivenza, tent di rimandarla a casa di suo padre, in Savoja e perch
vi fosse ben ricevuta si prest a un simulacro di matrimonio negli ultimi

appena

tollerabili in

permanenza in Malta, quando gi contro di lui


un decreto di espulsione. Non pensava di abbandonarla,

giorni angosciosi della sua

era stato emesso

ma

dovendo emigrare in Inghilterra o in America, giudic miglior partito


da solo. Invece, dopo due mesi da che egli era giimto
a lyOndra, la Montmasson lo raggiimse col. Finito l'esilio, sopraggiunti,
dopo tanta tempesta, i giorni della calma e dell'agiatezza, alle buone qualit
mancarono le occasioni per manifestarsi e le meno buone vennero a galla.
I^ rudezza del carattere, la mancanza di tatto nei rapporti sociali, la gedi affrontare l'ignoto

losia,

talune sue bizzarre manie, resero

domestica di Crispi,

compagna
ed

il

per tale l'aveva presentata al mondo.

Per parecchi anni Crispi sub

il

1870

Tamajo

dolorosa la esistenza

dei giorni tristi, che quasi tutti credevano sua moglie legittima

egli stesso

Bertani,

man mano

quale pur aveva pensato di non separarsi pi dalla

la

lo

vedevano e

il

martirio

gli

amici suoi intimi, Fabrizj,

lo confortavano. Poi,

quando

e fu dopo

sua pazienza fu esaurita e senti di non poter continuare nella

sua vita di lavoro intellettuale senza la pace necessaria, con l'intervento


degli amici stessi si separ totalmente dalla Montmasson, e intese con
quella separazione di riacquistare l'intera libert. I,a lettera che segue del
1875, precedente cio di tre anni ai colpi dei Nicotera e dei

De

Zerbi

Roma, 9 Xbre

Tu

Mio

iSys-

caro Bertani,

sai quali

le origini,

sono

le

mie condizioni domestiche. Non ne indaghiamo

che del resto tu conosci meglio d'ogni altro, perch ne fosti osser-

vatore sagace e critico severo. Ti parvero anzi mirabili

il

mio

silenzio e la

365

mia pazienza, con cui coprivo una vita di lavoro e di amarezze, che non
traspari mai e della quale generalmente non si os dubitare.
lyO stato mio in questi ultimi tempi divenuto intollerabile, tanto
che per la gravissima malattia onde son travagliato dovetti lasciar la casa
mia per aver cura. Io spero guarirmi subito, ma non basta a me di ricuperar
a me pi d'ogni altra cosa necessaria la pace.
Perch io la riabbia invoco l'opera tua, e ti do all'uopo pienissimi
poteri. Se pi- tu non riuscissi, io son deciso rivolgermi ai Tribxmali, ed allora

la salute,

abbandonerei

mia controversia domestica.

alla giustizia la decisione d'ogni

Ti dissi quello a cui son disposto.

Non

fo quistione d'interessi, e quan-

tunque nulla io debba per legge, son pronto di assicurare a colei, la cui
connivenza non mi pi compatibile, un onesto vitalizio finch io viva.

Nuli' altro

ho a

dirti.

Afido

me

stesso al ^tuo

affetto

ed

alla

tua

prudenza.

Tuo

di cuore

F. Ckispi.

Moralmente, Crispi usci dalle distrette come poteva uscirne, giovandosi


matrimonio di Malta. Ma la sua risoluzione non fu im atto
improvviso, n una cattiveria. I^egalmente, egli fu giustificato dal Magis-

della nullit del

trato,

il

quale riconobbe

1878 nella quale

1860

suo stato libero con una decisione del 25 maggio

quando

Egli certo che

Sicilia nel

il

fanno queste considerazioni

si

il

Montmasson comparvero

Crispi e la

in

levarono sospetti in tomo alla natura delle loro relazioni.

si

altres che dopo alquanto tempo quei sospetti cessarono, e la Montmasson fu riconosciuta universalmente come moglie del Crispi ma certo
del pari per le deposizioni degli onorevoli Fabrizj, Tamajo, Bertani, Damiani,

E' certo

Indelicato e Muratori che nei frequenti dissidii domestici

nava apertamente

alla

assai spesso nei colloquii confidenti faceva intendere

che alla stabilit di quel nodo mancavano

pimento

il

Crispi accen-

creduta nullit del matrimonio di Malta, che


agli

egli

intimi amici,

condizioni essenziali, l'adem-

Montmasson cangiasse
prorompeva in queste
parole ma infine una carta straccia quella che ci unisce ! Che diventata
impossibile la loro convivenza per decenni rancori, il Crispi da ima partdiceva che avrebbe impugnata innanzi ai magistrati competenti la vah*-

il

delle quali faceva dipendere dal fatto che la

tenore della vita

che talvolta nello scoppio

dell'ira

dit di quelle nozze, e la Rosalia dall'altra parte affermava che

monio era

Vcilido,

ma

poi

fini coll'accettare la

che parecchi anni prima del matrimonio di Napoli richiesto

Deputato Muratori a spiegare il significato


la Montmasson non era sua moglie, e che non
perch, fra le altre cose,

il

Prete che

li

il

matri-

proposta della loro divisione


il

Crispi dal

di quelle frasi, gli rispose che


esisteva

un matrimonio fra loro


ddV autorizzazione

aveva uniti mancava

necessaria per assistere a quelle nozze.

che

Finalmente
il

il

Deputato Fabrizj aggiunse essere suo convincimento


il secondo matrimonio, sapendo invalido il primo.

Crispi contrasse

365

i quali avvenivano in epoca remota e


non sospetta indica abbastanza che il Crispi non ignorava che le nozze di
Malta erano state, come egli stesso racconta, im simulacro di matrimonio,
ordinato ad appagare il desiderio della Rosalia, ed a sottrarsi cosi alle sue
premure incessanti .
Dopo il crucifige del 1878, qualunque altro sarebbe scomparso. Crispi
non si abbatt lo sosteneva la grande forza che mai lo aveva abbandonato
nei momenti pi difficili della vita, la coscienza della sua integrit morale.
E perdon anche a chi voUe perderlo. Il De Zerbi ebbe da Im segnalati
benefci sin sul letto di morte. Il Nicotera, prima di morire raccomand la

I<aonde tutta questa serie di fatti

sua

famiglia

Crispi

[Napoli, 13 giugno,

1,3.

scrivi

Appena sar morto


mia famiglia. Compio l'obbligo
Riamatemi

penultima volta che vidi Nicotera mi disse

a Crispi

e digli che gli

raccomando

la

pietoso, certo dell'altezza del cuore vostro.

Duca

A
il

i8g4'[.

Amico,

Egregio

di Noja.

questa lettera Crispi rispose lo stesso giorno che la ricevette, cio

15 giugno;

Informatemi

Sono pronto ad aiutare

la famiglia del

povero Nicotera.

[Crispi a Fahrizj],

330.

Napoli,

Mio

Ho

la

tua

luglio

1S78.

caro Nicola,

d'ieri.

Roma

Io non verr a
internazionale.

ti

n pel macinato, n per

dir

la quistione

motivi di tale mia decisione.

Pel macinato io son contrario a tutti. L'Italia per avere

un

bilancio normale bisogna che giunga a ricavare altri

due nto milioni


riduzioni,

dalle imposte.

Non

ed ove se ne facciano,

il

tempo delle
paese ne avr amare

quindi

il

delusioni.

Per la quistione internazionale ogni discussione

alla

Ca-

mera non produrr un pratico risultato. A Berlino a quest'ora


tutto risoluto e non si pu influire sul Principe di Bismarck.

367

Del resto, bisogna che


che

Parlamento ed

il

il

gli

eventi precipitino.

Bisogna

paese sappiano quanto valgono

uomini a cui fu affidato

il

gli

potere, perch possano fare

il

confronto tra costoro e quelli che sono stati ingiustamente


e disonestamente avversati.

9 ed

Il

come

12 marzo parlai a Cairoli,

il

deve ad un

si

amico. Gli dichiarai che avrebbe potuto disporre di


avrei fatto per lui tutto ci che

me

mi avrebbe chiesto

e che

nell'in-

teresse del partito.


Costituitosi

il

primi colpi ed

V onesto

Cairoli fu

gabinetto e presentatosi alla Camera,


pi duri furono a me.

un tessuto

io

Cairoli,

It'onesto

si

ripeterono

Senato,

al

credendomi morto e sepolto per un

mi tenne come uomo

doveva contare. Non una parola

si

del-

non poteva difendermi.

incidente tutto personale,

non

programma

d'ironie e di sarcasmi, di attac-

chi ingiustificati a me. I^e offese

dove

Il

sul quale

d'affetto e di stima

verso di me.
Il Diritto

segu lo stesso contegno.

Quando non poteva

mi confondeva coi ministri del passato. Presidente


Camera e Ministro onorai il partito.
Venne la quistione dei decreti. Quanto veleno contro di
potevo polverizzarli
me ed io mi compressi
per non
irritare maggiormente gU animi.
Che dir della Sinistra ? Togline 506 amici miei carissimi,
ferirmi,

della

nel suo complesso fu indifferente verso colui ch'era vissuto

per

lei.

tempo,
stigio.

Ho
la

Ne

rischiato la vita,

ho speso

mia tranquilHt per dare


fui

il

mio danaro,

al partito

nome

il

mio

e pre-

pagato con indegni scoppi di gelosia ed anche

con crudeli calunnie.


Cotesta una fotografia del passato e non ho detto tutto,

perch avrei molto da aggiungere. E' necessario, quindi, che


io resti lontano e se

il

mio contegno non basta, vedr

se a

368

Novembre non mi convenga prendere una

risoluzione pi

decisiva.

Non

mano

altro che stringerti cordialmente la

// tuo

F.

aff.mo

Crispi.

I^'amarezza di Crispi per la lotta feroce della quale era stato l'oggetto in

quei mesi, traspare in questa lettera diretta al suo pi caro Amico. ly'ironia
verso
giarsi

ima reazione comprensibile ma sarebbe ozioso l'induprove di stima da Crispi date al patriotta lombardo,

Cairoli

il

a ricordare

le

anche dopo quell'anno di angosce.

[Ruggero Bonghi a Cm/)^ -Napoli].

331.

Caro Crispi,

Oggi

al

mio ritomo

del 7 settembre.

Te ne

pur detto poco della

Un

da Venezia

trovo la

editore qui ristampa l'articolo, sul quale tu

scritto,

con alcuni

altri,

mi pare che tu abbia

e ne

fa'

ragione.

im

di fatti, attesta che la

Corregger dove

libro.

tua missione, se

non ha punto turbato

le

mi hai

C' soprattutto tm'osser-

vazione che m' sfuggita, e che giusta.

cos,

tua lettera

Mi son persuaso, che avendo


tua missione, ne dovevo anche dir meno.
ringrazio.

si

Il

Libro Verde,

deve cliiamare

nostre relazioni estere

anzi

governi forestieri pajono invogliati a introdurre discorsi,

quali dalla parte nostra, neanche sin

il

Depretis al governo

Io intendo

il

non stato dato

quando rimasto
seguito.

tuo riserbo e te ne lodo.

Per quando tu

creda di scrivermi una lettera, sulla parte che


nella condotta de

la

diplomazia itahana,

carla, io sarei lieto di darle

articolo

ti

concerne

voglia pubbli-

luogo nella ristampa del mio

n mi permetterei di contradire o annotare, o com-

mentare, come

si sia, le

tue affermazioni.

369

Di quello che tu m'hai

scritto

chiaro

che non far,

senza tua licenza, nessun uso.

Ama

tuo

il

Milano II

1878.

seti.,

Bonghi.

[Crispi a Bonghi -M.TlQ.n6].

332.

Napoli, is settembre, i8y8.

Caro Bonghi,
Grazie della tua risposta.

Puoi pubblicare

la

ancora che io ritorni


verai che
e Sinistra

mi
-

del 7,

lettera

alle cose del 1877, e

limiti a

fatte

mia

quanto

ti

ho

poche eccezioni

Non

tempo

pensandoci appro-

scritto. I partiti.

Destra

sono stati ingiusti con

me. Mi han condannato prima di avermi inteso, e godo di


leggere nella tua deU'ii che intendi correggere

Con

grato

tuoi giudizi.

animo
l/affP tuo
F. Crispi.

Il

viaggio che Crispi fece all'estero in agosto-settembre 1877

(Cfr.

Fran-

cesco Ceispi, Politica Estera, Cap I) dette argomento a molte favole che
anche il Bonghi si era prestato a divulgare. I<a lettera del 7 settembre
smentiva alcune di quelle favole. Il Bonghi la stamp nel suo volume sul
Congresso di Berlino e la

crisi

d'Oriente.

\Felice Cavallotti a Crispi

333-

Roma].

Roma, 26

aprile 1879.

Carissimo Crispi,

Nel partire per Milano,

mente

ne hai tanto
24

colla fiducia di saperti completa-

tuo buon cuore poich


una preghiera per un carissimo amico mio.

ristabilito,

raccomando

al

370

K' questi

il

capitano Giuseppe Bizzoni del 130 reggimento Ca-

valleria Monferrato

non

se

ti

fratello di Achille Bizzoni

al quale,

fosse troppo grave disturbo, lascio detto di prendersi

mio nome

la libert di presentartelo a

cinque minuti affinch

esponga

ti

e di chiederti per lui

caso suo. I^'amico capi-

il

tano Bizzoni, un bravo e vecchio soldato, coi pi splendidi


stati di servizio, e

amato

ufficiali e superiori

e stimato

da tutti

suoi colleghi

stato or ora collocato in aspettativa

per una di quelle disgrazie che cascano come tegola, sul capo

qualunque galantuomo,

di

da cui nessun galantuomo

quando capitano, pu

salvarsi.

informato di tutto

caso e potr confermarti egli stesso

particolari che

il

il

Bizzoni

ti

L'amico collega Majocchi

esporr. Majocchi anzi

gi pure assunto di interessarsene

io

si

per ho pensato che

anche un tuo consiglio, una tua parola potrebbe essere

al

povero Bizzoni di ajuto pi che tutt'altro grandissimo


e che tu stesso, udita la cosa, e

modesta

domanda che

la

torno al caso,

in quanto sia possibile,


signori di lass. Se

Bizzoni a

menti

te,

li

il

sia ragionevole e

Bizzoni di una inchiesta in-

difficolt a

mettere in mezzo,

una buona parola tua presso quei

non conoscessi

cuore non l'avrei fatto


il

fa

non avresti

quanto

perch

mi dispenso

dalle

tuo animo e

il

li

il

tuo

conosco, nel rivolgere

banalit dei

riassumo tutti in una stretta di

ringrazia-

mano

affet-

tuosa del tuo sempre

Aff.mo
FeIvICE Cavai^lotti.

334.

[Crispi a

un Ministro

greco],

Rona, 18 giugno iSjg.

Caro Sig. Ministro,

Vogha presentare
S.

miei

cordiali

ringraziamenti

E. Delyannis pel gentile pensiero onde fu ispirato nel

37i

farmi avere un ricordo di Jannina, la citt che con insolito

accanimento vuoisi lasciare schiava della Turchia.

Difendendo

sua completa

la Grecia e la

sostenendo che l'Epiro e

la

ricostituzione,

TessagHa debbono far parte

regno ellenico, io non ho adempito che ad un voto del


mio cuore. Sin dalla mia giovine et ho amato la Grecia
come la mia seconda patria, e si assicuri, Sig. Ministro,

'del

che io sarei

felice se,

Mi

prima di morire, potessi vedere

la

Ubera ed indipendente come l'Itaha.

di lei classica terra

creda, Sig. Ministro

Suo
F. Crispi.

[Crispi a Berfuni

335.

Miasino].

Napoli, r7 ottobre 1879.

Mio

caro

Bertani,

Io non ho fatti da
di Sinistra.

Non ho

scrivere

personalit,

tico delle guerre infide e


Sinistri

e tu facendo appello al
al debito

gruppi

la fusione dei

risentimenti, dimen-

crudeh che mi furono fatte dai

mio programma non muta,


1867 non mi potrai dire che io abbia

pi che dai Destri.

mancato

per

non ho

Il

mio. Se leggi la Riforma, vedrai, quantun-

non vi scriva, ch'essa richiede il riordinamento dello


Stato negU stessi modi e negli stessi termini di prima.
Del resto appena alla Camera sorger un'importante quesque

io

tione la tratter siccome

ho

fatto

sempre per ogni

altra.

Posso con orgoglio affermare, che non ho mai smentito il


mio passato. Deputato o Ministro ho chiesto sempre le me-

desime cose.

Non mi

vollero

al

potere,

mi combatterono

mi

ca-

lunniarono, quando ero disceso dal culmine della potenza


sociale,

fu vilt

ma non poterono

abbattermi, e co'

372

miei 60 anni e col lavoro incessante e continuo sono forte

come prima.
ed han

mi sento di poter contimi vogliono male -

I^avoro, combatto, e

nuare ancora.

coloro, che

mi

torto, perch io voglio

vollero e

bene a tutti

sar

un rimorso

ed una minaccia.
Credo incapaci

per pochezza

mancanza

fetto di studii e per

Nulla puossi sperare da

al governo.

che guardarli ed attendere.

non tarderanno a

e questi

di ingegno, e per di-

di volont

Ivi

coloro che sono

ed a noi non resta

loro,

aspetto ai momenti

venire.

Vedremo,

difficili

se sapranno,

o chi sapr gettarsi nel fuoco per ispegnerlo.

Non
o che

pu

la Camera, cui
I^a colpa

avviene.

pochi saranno

elezioni,

tanto nei gregarii. Or

il

quello che

di

non sanno

fan trascinare da pochi intriganti. Se

si

nuove

darsi la colpa

coloro che

di

si

guidarla,

faranno

mutamenti e questi

le

sol-

marcio nei capi, e questi torneranno

sempre.
Allo schizzo del mio
e che

mi

Mi

permetterai.
pericoloso.

un

solo

carattere,

che

una
quando mi

trascrivi nel poscritto,

fate offesa

perch

quale esempio ne avete

ma, quando anche

ingiustamente fattemi

e n'ebbi

da

Avesti ragione di

con

te.

rispondere

che,

Hawi

offese

dal mio labbro

altri.

da

respinto

tutti,

termini.

programma rester quale bandiera


morremo senza vederne cominciare l'attua-

resto, cotesto

Forse

avverr per
liana.

E sar con te, se tu sarai sempre nel programma

dell'avvenire, e
zione.

mi

molti segreti

fui colpito per

deUa Riforma, e non vorrai oltrepassarne


Del

Ho

tutti

nulla usc, che fosse di pregiudizio agli

sarei

delineato,

dite che io sia amico

amico cui abbia fatto del male

nell'anima mia

avete

sola osservazione

gli

avvenimenti saranno pi

le istituzioni,

Dal 1815

al

1859

forti

di noi,

come avvenne per

l'unit

principi si opposero

alla

derazione, e vennero espulsi e l'ItaHa

si

ed

ita-

confe-

compose ad unit

373

di Stato. Oggi si

posto

oppongono

riforme che possono dar

alle

democrazia col Re, e pu succedere che l'una

alla

vinca a dispetto dell'altro ed assuma la sovranit del paese.

Quando

1860 da Torino venivano consigli contro

al

a Garibaldi,

progrediente marcia dei volontarii,

manca mai

l'intuito dell'avvenire,

finisca

avvenga

lo stesso

nel suo letto ed a

per suo

figlio

Siamo presentemente

IX

ma

nelle

popolo oggi

il

si

Roma.

chi potr

si

visitassi
;

Itaha.

l'alta

poi,

non

la

si

numero gh
massa dei miei awersarii appartiene

vostre Provincie.

Or

ho bisogno

io

di cuori che battano per

me

va

amici.

cercati, e dove sono in piccol

Camera

era

cui

Mamiani, con una

In verit io sono contrario ai viaggi poHtici

Alla

si-

trova meglio di allora.

e Brambilla vorreste che io

dove non

Spero, che

esseme

condizioni in

sul finire del 1848 col Ministero

differenza che

Tu

non

Emanuele mor

Vittorio

Pio

frase che

Temo, egli disse, che Vittorio Emanuele


come Pio IX. Fortunatamente l'unit fu fatta, e

dimenticher mai.

curo

una

sfugg

la

non

cui

di faccie

alle

che ridano e

e fidino in me. Nissuno indizio

ancora che mi persuada del contrario.

Ed

or,

mio caro Bertani,

mi congedi da te.
come uomo, e come amico

lascia che io

mi metto a tua disposizione e


come cittadino. Se posso essere utile a qualche cosa
te e pel paese, contaci che mi troverai.
Io

Il tuo aff.mo

e per

amico

F. Crispi.

336.

[Giuseppe Marcer a Crispi

NapoU].

Milano, 25

ottobre,

1879.

Carissimo Crispi,

Sono

incaricato di

preghiera che sono per


lo crederai facilmente

sinceramente

farti

me

una

comunicazione ed una

cagione di vivissima gioja, e

sapendo quanto

affezionato.

io ti sia

sempre stato

374

comunicazione che jersera

Iva

le

rappresentanze delle

Societ Democratica e Progressista di Milano


imite per

patriottico, destinato a manifestare in

concorso di tutte

le frazioni

le

sono

ri-

solenne e col

il

programma

della

vera

nell'interesse deU'istessa unit,

fine,

incertezze e dubbiezze che

ogni fiducia anche fra noi verso

il

desiderato da

hanno

ornai scosso

ministero. Si vuol dare

insomma una benevola intimazione a


subito all'accordo

modo

del partito la volont di questo

che sia attuato sinceramente


Sinistra e sia posto

a tutte

si

provvedere in comune ad un gran banchetto

di provvedere

Cairoli

tutti

gU

onesti, accordo

che per essere sinonimo di forza, non pu ottenersi senza

una radicale trasformazione del Ministero. Il banchetto


adunque si vuol dedicato a te, principalemente, e vi si inviteranno

Bertani,

Avezzana,

etc.

Parecchi

vicine.

pochi)

1'

della democrazia

lite

Naturalmente

non vogliono che tu

tori di discordia, e

altri

per

lombardi vi saranno

deputati

vratutto vi sar
citt

ZanardelH ed

per

gli

pure,

ma

so-

milanese e delle

amici tuoi

(e

non sono

per fomenta-

e gli altri passiate

il

Fabrizj,

es.

banchetto avr luogo soltanto

nel caso che le adesioni siano moltissime, e che le cose in-

somma

possano riuscire conformemente

questa condizione

ecco la preghiera)

ti si

esclusi, possibilmente

il

de' Morti) perch nei

troppo

alle satire.

i.

la

te-

banchetto

prima settimana

di

(giorno de' Santi) e

tempi che corrono

il

novembre,
2.

(giorno

presterebbero

si

Rispondimi subito perch

significherebbe metter tutto

Scusa

(ed

dovrebbe

se accetti. Il

nersi in altro de' giorni della

allo scopo.

domanda per mio mezzo

il

tuo

rifiuto

a dormire.

malagrafia causata dalla fretta. Addio


'Li'aff.mo tuo

G. Marcora.

375

[Beriani a Crispi

337-

Napoli].

Miasino (Prov. di Novara)


e6/8bre/'7p.

Mio

caro Crispi,

Partirono poc'anzi da

mi

non

ch'io

me Marcora

apponeva

Vedi,

Cavallotti.

impossibile

cosa

inutile

desiderando la tua venuta fra noi.

Volevi un invito e

solenne.

In I^ombardia

l'avesti

molto

significantissimo

scrii,

non

inquieti ogni di,

ma

si

decisi nell'ora che conta

e l'ora scocca.

malcontento pel contegno del Ministero

Il

quass

e bisogna usarne o

o come strumento di ehminazione.


chetto non

universale

come stimolo a cambiar


-

registro

Invitando te al ban-

vorrebbe immediato ariete demolitore,

ti si

ma

possente sussidio e consiglio, e segnacolo di certa successione, poich si

Dunque a
remo

ha fede nelle tue idee e nella tua fermezza


ed allora parle.

rivederci presto e a Milano,

di poUtica.

Abbimi sempre per tuo


aff.mo amico

Bertani.

Ag.

[Giuseppe

338.

Mar cor a

Cm^j

-Napoli].

Milano, 5 nov. 1879.

Mio

carissimo Crispi,

Iva difficolt di

da

te indicato,

altri

che

si

poter scegliere,

nel

periodo

di

una giornata egualmente comoda a

volevano invitare, e pi di tutto

tempo

te e agli

dubbi

sorti

nell'animo di parecchi sull'opportunit della cosa per le

376

notizie contraddittorie ogni giorno recate dai giornali sulle

pratiche che cost

fanno e nelle quali appare

si

quello di Bertani e d'altri,

al

consigliato la

Societ Democratica

incaricata dalle

provvedere

hanno

il

tuo nome,

Commissione

Progressista

di

noto banchetto ad abbandonare per ora

progetto, salvo a riprenderlo

fosse pure fra giorni

il

se le

circostanze muteranno. Io, interpellato dalla Commissione


in proposito,
le stesse

ho creduto

ragioni che

di approvare tale deliberato, per

prima mi avevano indotto ad appog-

giare e lodare l'idea del banchetto. Io


voleva che

fatto fosse in ogni caso

il

vero amico tuo

degno

di te e della de-

mocrazia, epper tale che pel numero e pi ancora per la


qualit degli intervenienti, non potesse

o giudicato

come

mai venir sospettato

effetto d'artificio o di

stessi invitati o di taluni di essi

suggerimento negli

e ci, naturalmente

non mi

pareva pi possibile d'ottenere quando una parte dei promotori ondeggiasse nel dubbio. Quello per di

animo

lieto, ti

ostili

posso assicurare

d'indole personale

siderazioni

ha menomamente

ormai vivissima
gioranza del

la

si

con

cui,

che nessuna delle con-

apparse ne' giornali a

influito

sulla

fiducia in te da parte della gran

partito democratico,

te

decisione, essendo

negletto

mag-

sempre dagli

ignorantissimi agenti mandati qui sinora dai Governi di Sinistra

....

Tutti

gli

amici frattanto

ti

ringraziano

della

cortese

premura con la quale avevi accettato l'invito e per mio


mezzo ti pregano a voler mantenere la stessa buona disposizione pel caso non improbabile in cui si dovesse riprendere

Una

il

progetto.

stretta

di

mano

cordialissima
dal tuo

G.

aff.mo

Marcora.

377

[Garibaldi a Crispi

339-

Roma].

Caprera, 23/1880,

Mio

Da

carissimo ed illustre Crispi,

mutuo amore per

molti anni vincolato a voi nel

questa nostra Italia che ebbimo

fortuna

la

servire

di

insieme sui campi di battaglia, io vi devo la generosa cooperazione al compimento del sacro mio dovere che mi ha
costituito oggi felice e tranquillo sulla sorte dei miei cari.

Con somma gratitudine sono per

la vita vostro

G. Garibaldi.

{Cesare Correnti a Crispi

340.

Roma].
6/6

Roma

\_i88o\.

Caro Crispi,
Io credo che tu

momenti
d'onore,

difficili,

ti sia

venuto spontaneo a fianco ed abbia risposto

ad amici e nemici. Non

di te

ma come una
un

non avrai potuto dimenticare com'io in


ti facevano desiderare un testimonio

che

guardar

dalle

altro dovere di

tuoi

non

fini,

amico e

non conosco

la

di patriota. Io

d'intenzioni

Ma

gli effetti.

sai.

Non

io

sono costretto a

condotta politica sono

un giuoco disperato

dirti

che gH

tuo

tu

sai,

di forza cosmica.

Tu non

puoi parlar

che devi interrogare.

effetti della

esiziali alla patria.


il

so a

deve bastare l'esame

ti

di coscienza, la coscienza pubblica

Ora

la politica,

una specie

tempesta e guidala, se
guarda

non

travaglioso della nostra

tue intenzioni, non indago

le

di logica

senza

ne potessero derivare.

che voglio creder generosi.

un problema

Scatena

me

momento

che tu miri in questo


vita pubblica,

lealmente

coraggiosamente,

conseguenze che

alle

Ora ho un

poche consolazioni

compiuto

dovere

come un beneficio
della mia vita, come

lo ricordo

nome che

Bada.

tua attuale

Tu

risplende fra

giuochi
i

nomi

37

gloriosi del rinascimento nazionale, e che tu puoi trasmettere

intemerato e santo alla creatura che tu ami (noi padri

viviamo
figli)

il

col pensiero nel secolo venturo,

tuo

nome

sta per diventare

il

secolo dei nostri

un nome esecrato ed

l'abbiam detto tante volte


per miracolo concordia deve per colpa
mostrarsi incapace
vivere insieme noi

esecrabile. Se l'Italia risorta

ed tanto vero
tua e nostra

avremmo

di

di

ma

uccisa non la patria soltanto,

fin la

speranza

d'una patria.

sarai tu, tu Francesco Crispi, che dirai all'Italia: o

lasciamiti governare, o ricadi in braccio

ad un'obligarchia

impotente, contro la quale io susciter poi

furori d'una

opposizione sviata dall'orbita legale e gi fin d'ora decli-

nante a guerra
Crispi

civile

tu credi d'aver

il

tatto e l'ardimento politico e

confondi l'audacia con la forza. Tientelo bene in mente.


ly'Italia, ch'io

rarti,

conosco, quella che aveva imparato ad ono-

quella con cui io sono in colloquio da tanti anni,

non sopporter
che

le si

lo

stupro violento della questione personale

vuole imporre.

posto anche che tu abbia

il

senso

momento, io che ho il senso storico,


non dureresti che un giorno giorno nefasto, e
un nome detestabile ai secoli un nome il quale

politico e la fortuna del


ti

ripeto

lasceresti

suoner maledizione sul capo innocente che tu potresti


circondare colla pi fulgida delle aureole. Figlia del pacificatore della fazioni, del fondatore dell'unit, del legisla-

tore del suffragio popolare. Qual diadema


Catilina

Se non

quale sventura
fossi

terrori, sarei

malato

di febbre,

Ma

Ma

figha

di

di strazio e di profetici

venuto questi giorni da

forse a pugnalarti

te,

non so a

far che,

proprio, vogliam consumare l'or-

rendo suicidio della Patria

Il tuo

Cesare Correnti.

370

[Crispi a Correnti

341-

Roma].

7 giugno i88o.

Caro
I^a

tanto

Tu
lo

Correnti,

tua lettera mi prova che anche tu


i

sei fuori strada,

tuoi giudizi sono errati sul conto mio.

vaneggi quando credi che io ambisca

il

Non

potere.

ambisco, e nulla far per riprenderlo. I^'ebbi due volte,

e lo lasciai senza

rammarico

e senza rimorsi; al i86o,

gettai le basi dell'unit nazionale in Siciha


aiutai coll'opera

mia

al

quando

1878, quando

svolgersi di avvenimenti che re-

lo

starono celebri nella storia del mondo. N'ebbi sempre calunnie, in premio, ed ingratitudine, e vidi
tori elevarsi e

miei persecu-

godere dei miei dolori.

Questi ricordi soltanto bastano per farmi sentire


rore di un'autorit della quale

il

non posso desiderare

ter-

il

rj.

torno e per obbligarmi a vivere semplice cittadino.

Se

Camera sono

alla

il

un governo

censore di

il

quale

procura la decadenza dell'Italia nostra, non lo per intenti


personali, o per altri
il

non meno umili

senso morale ne offeso, e perch

il

Lo

scopi.

fo perch

cuore di patriota san-

guina in vista dei pericoli ond' minacciato

il

nostro av-

venire.

Posso
tacere,

loro

Tu
della

posso

cancellarmi,

non mai. Col

sparire

silenzio io

dalla

vita

politica

mi renderei complice

di co-

quali sono causa del disfacimento della nazione.


sarai

pago

di quello

che oggi accade nelle alte sfere

pubblica amministrazione, e guardando alla fazione

pi che alla patria, sarai pronto ad applaudire.

Non

posso

mia creatura un nome


che per codardia non osa rilevare le

seguirti, e se lo facessi, lascerei alla

esecrato,

come

colui

di

colpe di ministri

quali sacrificano per ambizione e vanit

pi vitali interessi della patria e del Re.


Il tuo

F, Crispi.

38o

P. S.

Siccome

nelle ore

fisicamente io sto bene verr a vederti

pomeridiane

di oggi.

{Correnti a Crispi

342.

Roma].

7/6 18S0.

Crispi,
1/0.

tua lettera rompe quel poco

m'ostinava a conservare per

pu durare

Iv'amicizia

d'un antico

giovare, anche in

ma

aspri dissentimenti,

l'illusione

speranza ch'ie

di

filo

ad un patto.

affetto.

mezzo

pi

ai

tu hai violato

il

patto fondamentale, la stima. Tu, tu che sai quanto io sia


stato dopo

1876 severo, esigente, insistente con tutti

il

Ministri, tu hai potuto scrivere che io

pago

di quello

cede nelle alte sfere sono pronto ad applaudire


Ministri, o

almeno a non

momenti

di passione

inutile che tu
lare di tua

Ma

le

e chi

tu mi accusi di

venga a visitarmi,

mano

parole che

il

Io non voglio scendere a difesa.

se

per tutti,

saziet, e
nistro,

non ha

vilt, tu.

non

ho aci

suoi

perci

vieni per cancel-

tuo cuore deve sconfessare.

Tu

conosci la storia intima,

Ho aiutato, vero, tutti ho lavorato,


ma ho detto la verit a tutti, l'ho detta a

com'io la conosco.
vero

che suc-

alle colpe de'

rivelarle per codardia. Io ti

cusato vero, d'orgoglio passionato,

non ho mai taciuto

le verit

acerbe a nessun mi-

nemmeno a te. Ma di noi poco importa. I^a questione


Non questione de' Ministri attuali, non

ben'altra.

neppur questione
Destra fosse
facile

esser

giusti,

non veggo che

mo

di

Destra o

forte, e la

bisogno di

di Sinistra. Volesse

operosi e

magnanimi.

disordine, imprudenza,

rifarci

il

Dio che

la

pubblica opinione l'aiutasse. Ai forti

Ma

dapertutto

impotenza

sangue. V' uno spiraglio.

Abbia-

La riforma

elettorale ch'io avrei voluta ultima a corona dell'edificio

che abbiamo immaginato

insieme e di cui

ci

fu impossibile

3Si

di tracciar
lattia,

neppure

le

entrata in una

prime
crisi

consente. Nessuno nella

deve far subito.

linee, si

I^a

acuta, vuol rimedj eroici.

Camera pu

Il

maRe

opporsi. Discordia con-

cors.

E' un ultimo miracolo.

pu

Si

discorrere con te su questo andare

a trovarmi.

Tu mi

hai scritto

Allora vieni

come un Catone a un

corti-

giano sfiaccolato e gaudente. Troverai l'antico Correnti,

che voi invano avete voluto spegnere sotto un beretto da


notte, e

uomo

un

titolo d'Eccellenza.

Ma

sopratutto troverai un

che sa quanto ingiusto ogni giudizio sugli uomini,

che non s'arroga di sentenziar amici e nemici, che non pre-

tende a singolarit di sapere,

ma

che cerca di viver colla co-

scienza pubblica e nella coscienza pubblica, e di vedere la

condizione delle cose come tutti,

meno

quelli che

sono in

giuoco, tutti la vedono con formidabile e inutile concordia.

Correnti.

[Cairoti a Crispi

343.

Roma].
Venezia, 15 giugno [1880].

Mio

carissimo amico,

Sono in viaggio da due

giorni, e jeri soltanto vidi

annun-

ciata la tua dimissione, deplorata da amici e da avversarli,

perch quanti senza distinzione di partito apprezzano

l'in-

gegno, la dottrina e l'abnegazione dovevano essere doloro-

Ma tu non vi
non respingerai le nostre esortazioni, ritirandoti
dal campo parlamentare non vorrai fare un vuoto irrepara-

samente

colpiti dall'improvvisa risoluzione.

persisterai,

bile nelle nostre

Ad

file,

e quindi portare

esso hai consacrato

cuore, della volont

t'impegna

al sacrificio.

le

un danno

al paese.

gagliarde forze della mente, del

tutta la tua vita, che

Anch'io sotto

il

un esempio,

peso delle domesti-

3^2

che sventiire, quasi vinto dalla disperazione, avido di

poso e

voleva deporre la croce

di solitudine,

ma

ri-

obbedii

vostro consiglio ha dissipato

a te ed agli altri amici, e

il

miei dubbj. Sono sicuro

che

Mamma,

vivesse

se

mia povera

la

amava tanto, aggiungerebbe la sua esortati mando quindi la mia nel suo santo nome e con
chiudo queste poche righe, che scrivo di furia, nel mo-

zione
esso

che

ti

mento

della partenza.

Ma

prorompono dal cuore per giun-

gere al tuo.

Quando

Roma

lasciai

Me

eri assente.

ne avvert

il

nostro

ottimo Nicola, mentre io era avviato a casa tua. Ebbe


carico di portare

il

mio cordiale saluto a

te

ed

l'in-

alla gentiUs-

sima tua Signora.


Ricordati che una vostra visita a Gropello o a Belgirate
fra le pi soavi consolazioni che invoca
Il tuo

Benedetto.
Questa e

le

cinque lettere che seguono

si

riferiscono alle dimissioni

da

deputato date da Crispi, con lettera al Presidente Fariui del 14 giugno.


Il motivo di esse manifestato nel seguente telegramma aU'on. Roberto
Galli che lo

aveva interpellato

Nelle condizioni del paese e della

Camera

le

mie dimissioni sono una

necessit.

Se

il

ministero ha le idee della Sinistra,

riordinarsi sotto di lui. Se

non

il

le ha, tolto

partito potr indubbiamente

ogni pretesto

a'

miei nemici

che io sia un ostacolo al regolare andamento del governo.

Ho
al

fatto abbastanza per l'ItaUa ed

riposo

Non
di

a sessant'anni posso aver

diritto

furono, probabilmente, estranee alla risoluzione di Crispi le lettere

Cesare Correnti che precedono.


I<a

Camera nella tornata

del

giugno all'unanimit decise di non pren-

dere atto della rinuncia, dopo discorsi degli on. Nicotera, Mancini, Tajani,

Di Rudini,

Cavallotti, Zanardelli,
alle

e Cairoli pel governo, tutti inneggianti

grandi benemerenze di Crispi verso

col decreto di
ufficiale di

Re

il

paese. Mancini ricord che Crispi

Salemi aveva dato a Vittorio Emanuele


d'Italia

il

primo battesimo

che pi tardi avvenimenti meravigliosi ed

generale del popolo italiano,

gli

conferm

di Crispi fa troppo parte della storia della

il

Cavallotti disse che

consenso
il

nome

Nazione perch se ne possa com-

3%
prendere l'assenza nell'Aula dei rappresentanti della Nazione

Camera non poteva rinunziare al


di

essa

consiglio di

una

delle

e che la

tempre pi gagliarde

Contemporaneamente l'on. Finocchiaro- Aprile telegrafava da Palermo,


per mandato di tutte le Societ patriottiche e politiche di quella Citt,
confidando che volesse recedere dalla risoluzione presa.

[Domenico Favini a Crispi

344.

Crispi recedette.

Roma]
Roma, i6l6[8o.

Caro Crispi,
Ieri sera,

uscendo dalla seduta, mi fu consegnata la tua

del 14 scritta

da Trani. So che con essa tu

meditato lungamente e dal quale

non

le

effettui

un disegno

mie preghiere verbali

giunsero, giorni sono, a dissuaderti.

Ma

so ancora che

dovere di patriotta se ancora una volta non

io

mancherei

ti

pregassi di riflettere intorno alle conseguenze della tua

al

grave risoluzione.

Tu, or son venti giorni,

me ad

suadere
rifiutato.

Mi

accettare

ti

un

unisti agli altri amici per perufficio

che avevo recisamente

piegai davanti alle vostre rimostranze, alle

necessit della situazione.

Fa' tu un sacrifizio
zioni che io

alle esigenze dell'unit e delle istitu-

molto francamente

ti

misi innanzi giorni sono.

Questo prego vivissimamente, questo aspetto da


tera se

che la

te.

non dar lettura della tua letnon quando malauguratamente tu mi confermasti


mia preghiera fu inascoltata.

Intanto

ti

prevengo che

Ti stringo la

io

mano
Tuo
D.

aff.mo

Farini.

384

[Crispi a

345-

F urini

Roma].
16 giugno z88o.

Caro Farini,
lya

tua posizione e

Ti pregammo, e

mia sono

la

sono essere in ugual


ti

modo

assai differenti e

non pos-

giudicate.

pregherei anche oggi, di accettare la

Presidenza della Camera, perch nell'altissimo

ufficio

degnamente

conquistata

la

servire la patria. Sei giovane,

ti sei

benevolenza e la stima dei colleghi, e ninno meglio

pu

esercitare su loro la

puoi

di te

dovuta autorit.

un semplice deputato, e al par di me ne avete


I^a mia carriera poUtica non finita, ma
il mio ritiro dal Parlamento pu essere un bene, ed in cuore
pu essere applaudita da molti, certamente da coloro che
per avere la pace vorrebbero la morte di quelli i quaH venIo sono

507 in Montecitorio.

gono dalla rivoluzione.

Non

volermi dunque del male

se persisto nella

mia

ri-

soluzione.

Sono sempre con

affetto
il

F.

[Cavallotti a Crispi

346,

tuo

Crispi.

Roma].

Carissimo Crispi,

Non mi
scatole

arrischio di venirti a

ma

rompere un'altra volta

alle parole detteti ieri e

ter jer sera ripetere,

non

so

le

che t'avrei voluto po-

non aggiungere un ultimo scon-

giuro che viene dal cuore e dal pensiero del nuovo debito
di affetto

che

ti

mostrazione onde

aggiunse, verso Palermo, la splendida diil

popolo palermitano festeggi esultante

385

l'onore della tua rappresentanza, assegnatogli dalla sorte dell'urna.

Io lo so, caro Crispi, che le mie parole son troppo povere

per aver peso, e che non dei pi giovani

Ma

maggiori.

e anche pi in l di

perch

tivamente che tu

stai

di cui si serviranno

intendo

dove

le

ai

volte vede tanto in l

arrivi lo

sguardo dell'esperienza,

cuore sente istintivamente

il

dar consiglio

il

alle

vera

l'ajffezione

le

cose e io sento istin-

per commettere un grosso errore

tuoi nemici.

quanto pi misuro e

amarezze legittime del tuo animo, tanto pi

sento che non

ti

chiameresti Francesco Crispi se la lotta

morah che l'accompagnano non t'avessero fatto


che sei, e non t'avessero data la responsabilit del

e le prove

quello

nome che

porti.

In ogni modo

la Camera far il suo dovere


non obbHgarla ad esercitarlo.

quello di

Io

non dico

altro, lascio ai

maggiorenti

il

tuo mi par

dirti le

LI

ragioni

non potevo dirti che una parola col


mano, dettata da una vera e profonda amicizia.

dell'alta poUtica, io

cuore in

Ogai

sempre
il

Fewce

[Zanardelli a Crispi

347.

tuo

Cavai,i,otti.

Roma].
16 giugno 1880.

Carissimo,
Farini

mi partecip

la lettera di dimissione

mandatagli,

coU'annuncio, in via privata, che saresti irremovibile anche


innanzi

qualunque deUberazione della Camera.

I^a notizia

mi rec grandissimo rincrescimento tanto da

coDsigUarmi a non porre tempo in mezzo a scriverti per evitare tanta jattura per

*i

il

partito liberale.

386

Io comprendo benissimo
a quel passo

versiamo

Ma

la difficolt di portarvi efficace

fare

utile rimedio.

Camera

Puoi lasciarlo sopratutto ora che

Per averla buona

si

il

tratta

che sola pu assicurarne

quella legge elettorale

l'avvenire
il

ed

d'altra parte, puoi lasciare senza di te alla

partito liberale
di

motivi che poterono indurti

la vista delle condizioni deplorevoli in cui

tua autorit,

la

tuo concorso sono indispensabili e se tu

ci

il

tuo ardore,

manchi sar

per tal riforma un danno incalcolabile, dacch in molte cose


il

tuo intervento pu essere decisivo.


Quello che dico della legge elettorale, se non in eguale

misura, vale anche per

questioni di libert e di

altre

le

dignit e grandezza della patria. Egli perci che parmi


dovresti affrontare ogni sacrificio del presente in vista dell'avvenire, di

un avvenire

stenze attuali.

Non

dubito che

quenti ed autorevoli

impedire che
parola, se

convinta

altri

molti pi di

adopreranno ora

si

ci sii tolto

meno

in cui rendere impotenti le resi-

ma io

me elome ad

volli subito

mandarti questa

non meno

sincera, sentita,

efficace certo

di qualsiasi altra.

al pari di

Mando

questa lettera alla Ca-

mera, ove sapranno dove dirigertela, ignorando se tu sia a


Trani, a Napoli od a

Roma.

Mille afifettuosissime cose

dal tutto tuo

Zanardelli.

348.

[F afini a Crispi

Roma].
Roma,

j 7/6/' 80.

Caro Crispi,
Stasera verr da te e tu sai con quale cuore io adempir
l'incarico affidatomi dalla

Camera. Io spero che tu non sa-

prai resistere alla voce di tutti

tuoi colleghi che

ti

chia-

387

mano

compiere

il

tuo dovere per quella patria che tu con-

tribuisti efficacemente

Ama

a costituire.

il

Tuo
D. Farini

349.

[Sa-ffl

a Crispi

Roma].
%na, 12 aprile, 1882.

Caro Crispi,
Soddisfo a un grato debito che mi corre con voi,

dovi
in

il

volume undecimo

questi giorni.

Non

mandan-

degli scritti di G. Mazzini, uscito

volli

importunarvi pi oltre

colle

bozze di stampa, perch, come vedrete, io mi sono attenuto


fedelmente, nella parte che vi riguarda, alle importantis-

sime notizie che mi vennero dalla vostra cortesia e per


cose

di

Sicilia

in generale,

ai

le

documenti fornitimi dagli

attori e testimoni de' fatti. Per ci che riguarda

il

lavoro e

grintendimenti di Mazzini e di Bertani in Genova, ho dato


la parola (secondo la frase d'uso) a loro stessi,

splendida di veracit e d'amor patrio


il

ed parola

per ci che riguarda

governo piemontese e Cavour, non ho fatto altro che ad-

durre, a giudizio de' loro atti, le attestazioni della storia


ufficiale della loro politica.

lume non

n poteva

l'assunto, che

Naturalmente

essere, per la

un abbozzo incompleto

una contribuzione parziale

il

Proemio

del vo-

natura e pei limiti del-

un gran quadro,

di

di materiali

per la Storia del

pi glorioso periodo della Rivoluzione itahana, un accenno


alla iniziativa

tutta popolare del

moto che

della Patria. E, nel tutto insieme, spero di

ingiuria al vero, malgrado le lacune

fece l'Unit

non aver recato


un sog-

inevitabiH in

getto di tanta mole, e le inesattezze involontarie ch'altri,

388

meglio informato
che che

sia di ci,

rabile franchezza

di

me, possa riscontrarvi qua e

avr caro che voi

me

l.

Ma,

ne diciate, con ineso-

com' vostro costume, quello che ve ne

sembra.

Non

Riforma abbia,

so se la

Un'accurata rassegna
cos autorevole,

sin qui, parlato del

mi farebbe

volume.

medesimo, in un Giornale

critica del

piacere,

metto davvero vanit d'autore,

non per me che non

ma

ci

per la materia in s

stessa.

Ho

indugiato due o tre giorni a mandarvi in piego rac-

comandato

Roma,

il

volume, per esser pi certo che vi trovi in

di ritorno dalla

la Sicilia

Festa de' Vespri. Festa nella quale

ha dato ancora una volta

all'Italia

splendido esem-

pio d'amor patrio e di senno civile.

Addio, caro Crispi. Gradite un cordiale e riconoscente


saluto

dal

vostro

Devot.mo
A. Saffi.

[Crispi ad Alberto

350.

Mario

Roma].

Roma, II gnigno, 1882.

Mio

caro Mario,

K' un errore voler la cremazione del cadavere di Garibaldi,

ed

io insisto

per la sua conservazione.

Caprera tu essendo stato del mio avviso, mi dispia-

cerebbe un tuo articolo nella Lega in senso contrario.

mettere legna
in

al

fuoco, e pensiamo piuttosto

un modo pi degno

la

memoria

Non

ad onorare

dell'eroe.

Tuo amico
F.

Crispi.

E' noto che nel suo testamento Garibaldi manifest la volont di essere
cremato. Son sue testuali parole queste Molta legna per il rogo .
:

389

[Cnspi a

351-

?].

Roma, 23 giugno 1882.

Onorevole Sig. Senatore,

Quello che scrive

Sig.

il

OUivier una sua invenzione.

Sin dal 3 febbraio 1878, giorno in cui ebbi notizia che

Pio

IX

era infermo, fui in rapporto con alti dignitari della

Chiesa. In previsione della di lui morte la polizia prese le


necessarie misure, perch l'ordine pubblico fosse mantenuto.
Il

quantunque nessuno

ghavano

agenti

nelle vicinanze del Vaticano.


il

Papa era agonizzante, un corpo

truppe fu collocato nella Piazza


Il IO,

state tri-

GU

turbare la tranquillit, e cento carabinieri sorve-

7 febbraio, saputo che

Il

se ne fosse accorto.

ebbero ordini severi contro coloro che avrebbero

di poUzia

potuto

da parecchi giorni aumen-

pubbUca sicurezza erano

e le forze della

plicate,

di

Roma era gi stato

presidio in

tato,

domanda

lizia nella Basilica

di

di S. Pietro.

Monsignor TeodoH,

il

servizio di po-

fu fatto da noi, e tutto procedette ot-

timamente.
18 febbraio

Il

cardinaU entrarono in conclave.

19 furono fatti due scrutimi senza alcun risultato.

Il

Il 20, al

voti

terzo scrutinio,

richiesto

Vicario fu

il

dalle

il

Cardinal Pecci ebbe

costituzioni

il

apostoliche.

primo ad inginocchiarsi, e

gli

numero
Il

dei

cardinal

altri lo segui-

rono.
I^a

proclamazione fu fatta dal Cardinal Caterini

mezzo pom. Dopo


si

il

bacio del piede,

il

papa

alle

all'i

quattro e 05

present dalla loggia interna della BasiUca e dette la

benedizione urbi

et orbi.

Nell'interno del

Tempio eran

sol-

dati e carabinieri, e nella piazza le solite truppe.

Dicono che

ma

papa volesse presentarsi dalla loggia esterna


non lo permisero.

il

cardinali

390

Il

ministero aveva ordinato che, ove

sentato, le truppe gli rendessero

cardinale

Monaco

meoni non ha tralasciato


scenza in tutte

le

di

papa

si

fosse pre-

Simeoni sono

I^a Valletta e

possono confermare quello che ho

il

onori reali.

gli

scritto.

Il

vivi, e

cardinal Si-

manifestarmi la sua ricono-

occasioni per

il

modo come

le

cose sono

procedute.

Questa

la verit.

devotissimo

Il

F. Crispi.

[Crispi

352.

Cavallotti

Milano].

Napoli, 30 settembre 1882.

Caro

Cavallotti,

Ritornato dalla SiciHa, trovo, nel giornale Pro Patria di

Napoh, una tua del 22 corrente a me diretta.


Io non vogho battermi con te. Invece di averti avversario,
ti

vorrei

compagno

nelle lotte della hbert, pel trionfo di

quei principii in difesa dei quaU

ti levi

I tuoi giudizi sarebbero esatti se

promesse.

mento

Il

movimento

a torto contro di me.

non

militare egiziano

fossero erronee le

non fu un movi-

nazionale; e gl'Inglesi, interessati a reprimerlo,

non

ricorsero alla favola del Krumiri.

Arabi pasci non n un soldato n un patriotta.

I^a

sua

vita ufficiale lo attesta; l'ultima battagHa lo prova sino all'evidenza. Egli fu

un agente

sione era stata di aboHre


la diretta autorit del

il

del panislamismo, e sua mis-

Kedivato, di raccogHere sotto

Gran CaUffo

tutti

musulmani

di

Egitto.

Arabi pasci non seppe battersi n seppe morire, imperocch la morte pu essere anch'essa una soluzione per colui che
alla patria

ha dedicato

la

sua vita. Sconfitto a Tel-el-Kebir

391

ne fugg

se

al Cairo

di Alessandria;

ed

ei

ma

dove voleva ripetere gl'incendii e le stragi


il suo intame disegno non ebbe esecutori

dovette chiudere

la

sua carriera, implorando la mi-

sericordia del vincitore.

Se fosse stato soldato e patriota, se la nazione fosse stata


con

lui,

egli si

sarebbe ritirato in armi nell'Alto-Egitto ed

avrebbe continuato la guerra contro

lo straniero.

questo

presentivano col desiderio coloro che, illudendosi sul valore

un santo
un Garibaldi.
Il Kedivato un avviamento all'autonomia dell'Egitto
panislamismo, come il cattolicismo, la negazione di

di cotesto volgare ambizioso, credettero, violando

nome, trovare in

lui

il

ogni nazionaUt. Rimettere

Mehemet-Ali

al

1840

arabi sotto

gli

aveva

li

sottratti,

il

Turco, a cui

spegnere quello spi-

rito di civilt che in 42 anni penetrato nella terra dei Faraoni, erano atti di barbarie di fronte ai quali

non poteva

restare immobile l'Europa,


Iv' Inghilterra

protettrice del Kedivato, perch in gran

parte fu opera sua e perch suo interesse, e sarebbe anche

il

nostro, sottrarre quel paese agl'intrighi ed alle corruzioni


della Porta

Ottomana. Questa volta

latore del diritto, e lo straniero


vit.

ed

Tu

il

cannone non fu vio-

apportatore di schia-

Gladstone e Granville sono una garanzia di Hbert,

agli arabi di

agU Arabi

non

ti

Egitto non avverr quello che avvenuto

della Tunisia.

lagni che l'Italia nostra vede ogni giorno farlesi

intomo pi

angusti,

il

cielo

ed

il

mare, pi stretta la cer-

te

chia di ferro che la serra, e ogni giorno pi restringersi nel

Mediterraneo

gli orizzonti della

pur troppo ragione,

ma

non ne

vita

mia

intomo a

lei

Ed

hai

la colpa.

non mia, ma di coloro che dal marzo 1878 in


hanno fatto una poUtica contraria a quella che ho indamo
sostenuto alla Camera e fuori. Al 1878 i ministri respinsero
le proposte inglesi per un accordo nella difesa dei comuni inI,a colpa

poi

392

teressi nel Mediterraneo e nel

mar Nero

e quest'anno respin-

un intervento

sero le proposte inglesi e le mie preghiere per

armato

dell'Italia e dell'Inghilterra in Egitto. Questi rifiuti

cagionarono

Ed

avverti,

dell'Italia

danni che tu deplori.

amico mio, che

1878 ed

al

gl'Inglesi lo chiesero

al

1882

fossero rivolti alle altre potenze. Al 1878 essi


l'interesse dell' ItaHa a

concorso

il

a preferenza e prima che

si

avevan capito

non permettere che l'Austria occu-

passe la Bosnia e l'Erzegovina ed eran pronti ad opporvisi

o per

lo

meno

a chiedere e sostenere che

penso. Al 1882 se

ci fosse

dato un com-

fossimo uniti a loro nulla avrebbero

ci

patto senza di noi ed

il

nostro concorso ed

il

nostro consenso

sarebbero stati per la libert e l'indipendenza dell'Egitto.

Se rAustria,padrona della Bosnia e dell'Erzegovina,


ger a Salonicco, se la Francia

si

Gran Bretagna

la Tunisia ed occuper la Tripolitania, se la

assicurer

il

spin-

si

annetter definitivamente

suo predominio in Egitto, oggi vano

dolercene

il

siccome fu inprevidenza, anzi ingenuit l'averle lasciate

Bisognava impedire, e
ed ardita

impedire

si

che

poteva, con una politica oculata


ci

avessero stretto in una cerchia

di ferro, che ci avessero tolto nel Mediterraneo

mare

ai

quaU abbiam

il

cielo

E di cotesti danni, tutti siete imputabih.


quegh

I/O

sono

scrittori e quei poeti, quei giornalisti e quei

quaU sostenendo

la

ed

poUtica del governo

si

ministri

sono

lo

deputati

aHmentano

lusioni e difendendo in astratto le sane teorie di libert,


si

avvedono che

il

diritto.

perch non seppero profittare delle buone fortune;

fare.

nella pratica o sono state neglette o

si

d'il-

non
son

lasciate violare.

Bisogna provvedere a tempo ed a tempo operare, se non


si

vogUono piangere le conseguenze

deUa nostra

teorici,

perch

inerzia.
il

della nostra imprevidenza

Bisogna esser pratici e non solamente

pensiero impotente quando non seguito

all'azione. Nella quistione egiziana

siete stati tutti bizantini.

393

nulla avete detto e nulla avete fatto perch l'Italia seguisse


la via

che

le

era indicata da' nuovi

interessi

dalle

sue

tradizioni.

dopo

ci abbiti

cordiali saluti del

tuo aff.mo

F. Crispi!

Questa lettera fu pubblicit nel 1882.

I^a

ristampo nondimeno, per

la sua importanza.

Primo Levi

[Crispi a

353.

Roma].
29 ottobre 1882.

Caro Levi,

Da parecchi mesi i giomaU si sono occupati

di

me, ed hanno

annunziato come una realt tutto ci che loro piacque di

presumere sul conto mio.


vicina

il

giorno in cui

rompo

il

silenzio

Ho

lasciato dire,

saran ripresi

ma

ora che

si

av-

lavori parlamentari,

ed apro intero l'animo mio.

Io non sono contento del Ministero attuale ma non fui


mica contento di coloro i quah con o senza Depretis hanno
governato negU ultimi 7 anni Ci l'ho detto e ripetuto a
;

voce, ed ora lo scrivo perch ne resti memoria.

Fin 'oggi fu fatta una poUtica di Destra da coloro che ascesero al potere nel

nome

maggio

della Sinistra. Il voto del 19

ne fu una consacrazione.
I^e finanze scosse e

con un

deficit

ognora crescente,

pubblico portato a circa 9 miliardi


i

comuni prossimi

il

debito

le ferrovie disordinate,

al fallimento, l'esercito debole, l'armata

incompleta, la pohtica ecclesiastica umile ed incerta, vacillante e senza prestigio la pohtica intemazionale: ecco

frutti

dell'amministrazione itahana dal 1860 al 1883.


Molti chiedono l'ordinamento di una opposizione di Sinistra,

per giungere ad ottenere un Governo che sia degno

394

della patria nostra. Anch'io ne sento la necessit;

ma

per

aderire e cooperarmi a cotesto ordinamento, bisogna inten-

programma che a suo tempo dovremmo

dersi sul

Siccome ogni opposizione pu da un giorno


nire Governo, bisogna che

il

attuare.

all'altro dive-

paese sappia quello che essa

vuole e quello che farebbe.

GH

amici miei

si

fanno un merito di parecchi

atti della loro

amministrazione, che io deploro.

L'imposta sul macinato era un'imposta crudele, e doveva


essere abohta

il

ma

state fioride;

giorno in cui

le

nostre finanze sarebbero

questo giorno non venuto ancora.

Molti lodano la legge di abolizione del corso forzoso dei


bighetti di Banca, e preparano onori al Ministro che ne fu
il

promotore.

Il

ma

corso forzoso teoricamente aboHto;

in fatto risentiam.o un nuovo peso per l'aumento del debito


pubblico, mentre nel corpo economico della nazione la car-

ta-moneta

infiltrata, allargandosi

si

come una macchia

d'oHo sul vestito di una povera donna.

Se

la legge di abolizione del corso forzoso

se fino al giorno

d'oggi

non

pass inosservata,

ne sentirono

se

gli effetti, ci

buon senso aUe prese abitudini, alla sobriet, alla


saggezza del popolo. Se ima guerra, se una rivoluzione
che
devesi

al

nissuno

potrebbe impedire

siccome

scoppiando ingenerassero,

naturale la diffidenza ed

dubitassero

un momento

il

di credito e riflettessero che la carta

soluto
si

un

forzoso

non ha

in

ed
il

il

le

asso-

conseguenze della legge di abolizione del corso

Parlamento dovrebbe forse intervenire per

ri-

vigore la legge- del primo maggio 1866.

Io non p osso dimenticare

le

nostre umiHazioni a Berlino

e l'abbassamento dell'Italia nella Tunisia. Io


siero che,

modo

corrispettivo metalHco nelle nostre Banche, allora

vedrebbero

chiamare

sospetto, se gl'itaHani

della sohdit dei nostri istituti

ove scoppiasse

molto lontana

la

guerra

la quale

tremo

al

pen-

non credo

sia

noi non potremmo sostenerci vaUdamente.

395

Ci posto, ai giornali

a tutti coloro

quali

si

sono occupati di me, ed

quali vorrebbero l'ordinamente dell'Opposi-

zione parlamentare di Sinistra, dir che, in primis

omnia, bisogna intendersi sul programma.


l:

me non

siccome a

necessario

si

sappia

piacciono
il

nome

et

ante

Vado anche

al di

triunvirati, e

Capo

del

le

pentarchie

al quale

dovremmo

obbedire.

Alctmi pensano che, insistendo

queste mie idee, io

rendo impossibile ogni accordo ed assumo

la responsabilit

di perpetuare l'attuale situazione poUtica.

tuale situazione poUtica


il

popolo ed

il

non

l'opera mia; e,

Re che tengono

In verit

l'at-

comimque

sia,

mani i destini della


quale devon procedere, per

nelle loro

Nazione, conoscono la via sulla


disfarsi dei cattivi ministri.

Cordialmente vi saluto.
Aff.mo vostro
F. Crispi.

[Benedetto Cairoli a Crispi

354.

Roma].

{Telegramma).
Groppello, 12/5/1884.

Mancando tu, manc ieri superstiti mille, raccolti intomo


monumento duce, uomo che fu tanta parte subHme ardimento,
sua preparazione. Parole tue, lette banchetto dato Municipio,

coperte vivi applausi.

Affettuosi saluti.
Cairoi.1.

[Giuseppe Ceneri a Crispi

355-

Roma].

Bologna, 31 maggio '84.

Caro ed

Duolmi

di

Illustre amico,

non poter

assistere

domani, perch obbligato

a partire, al discorso che Klla far in commemorazione di

396

Garibaldi. Presente,

non

venire, per tributare

il

mora

e per far

avrei certamente mancato d'intermio omaggio al grande che si commeplauso a un discorso che, fatto da I^ei, ne scol-

pir con maschia e vigorosa eloquenza la maestosa figura,

da

Lei, che nella

massima

dire senza jattanza

jiays

delle imprese garibaldine,

magna

fui

pu ben

Aggradisca che come bolognese Le esprima la mia riconoscenza, e

come amico

le stringa

affettuosamente la mano.

Suo
G. Ceneri.
{Crispi

356.

Fasi

Monza].

{telegramma).

Campo

General Fasi, Primo Aiutante di

di S.

M.

il

Re

Monza.
II agosto 1884.

Sua Maest

stata ingannata.

Ruggiero Loria,

il

cui

nome

fu dato alla nave test va-

rata a Castellammare, fu traditore alla Patria ed al

Re

famoso pirata.

Con

affetto.

F. Crispi.
il Re aveva telegrafato al
nuova forza della Nazione, frutto del
che la nave avesse sorti degne del nome

In occasione del varo del Loria (o Lauria)


Ministro della Marina salutando la

genio e del lavoro


glorioso

357.

facendo voti

che portava.

[Crispi al Ministro Brin

Roma].

Palermo, 14 agosto 1884.

Caro Brin,
Il

varo del Ruggiero Loria riuscito mirabilmente, e pel

Heto avvenimento alla festa della Nazione

si

associato

il

397

Non

Re.

posso intanto nascondervi che, del dispaccio regio,

a voi diretto

mi colpiron le parole colle quali dinome dato alla nave ed alla medesima augudegne di quel nome. Lettolo, spedii immediata-

il

cevasi glorioso

ravansi sorti

9 del mese,

il

mente al Generale Fasi in Monza il seguente telegramma:


Sua Maest stata ingannata. Ruggiero Ivoria, il cui
nome fu dato alla nave test varata a Castellammare, fu
traditore alla Patria ed al

Re

famoso

pirata.

Ruggiero Loria fu valoroso ammiraglio;

Non

ma non un eroe.

era della stoffa dei Garibaldi.

Nella guerra dei Vespri e sotto

pugn

e vinse; avido com'era,

non

primi due re Aragonesi


rispett la

roba

altrui;

sotto Federico disert, passando al nemico.

Io non vogHo giudicare la condotta di Federico e molto

meno

Giacomo suo

quella di

infame

il

la Patria, alla quale

Sotto

il

di

primo,

il

dobbiamo

la nostra vita.

ministero Acton v'indicai l'errore di costui nel-

l'aver dato alla

di

fratello; inconsiderato

secondo. Io penso per che al di sopra dei principi

nave

in costruzione a

Castellammare

il

nome

Ruggiero Loria. Quando ritornaste ministro vi pregai

mutare quel nome


Se

Fiato sprecato!
Rug-

nostri marinai chiedessero ai loro ufficiali chi fu

giero Loria, essi dovrebbero tacere, o mentire alla storia

per poterne dir bene.


I nostri soldati

dovranno

ispirarsi alle vere glorie della

patria ed al pi puro civismo.

Non mancano nomi

di eroi

quando il medio evo ed i tempi nuovi


chiedete nomi ed esempi alla Roma antica

nelle nostre istorie; e

non

li

offrissero,

alla inesauribile

Roma, che pure ebbe

il

suo Coriolano,

meno

fortunato di Ruggiero Loria ed abbastanza maledetto.

Credetemi
L'aff.mo Vostro
F. Crispi.

398

[Pasi a Crispi

358-

Palermo]

Monza, 14 agosto 1884.

Egregio amico,
Il

nome

di

Ruggero Lauria da darsi

alla

nave

test varata

fu proposto dal Vice-Ammiraglio Acton Ferdinando all'epoca


in cui era ministro della Marina,

dei ministri.

Durante

consenziente

lo spazio di tre

il

consiglio

anni impiegati alla sua

costruzione ninno sollev opposizione a quel nome, bench

cialmente si conoscesse esserle stato destinato e se S. M.

ne accord l'autorizzazione

fama

fatto compiuto,

mai fu vinto

nelle battaglie navali

da

non essendo ormai ammissibile alcun

in contrario,

ho quindi stimato conveniente

non dare comunicazione a S. M. del ricevuto telegramma.


Sono lieto intanto dell'occasione che mi si presenta per

esprimervi
vi

evidentemente spinto dalla

combattute.

provvedimento
il

Re

del valore incontestato dell'Ammiraglio I^auria, che

in venti anni di guerra

esso

lo fu

uffi-

il

sensi di particolare stima ed affetto con

quali

sono

Dev.mo amico
Fasi.

[Crispi a Pasi

359.

Monza].

Palermo, jp agosto 1884.

Amico

La

pregiatissimo,

vostra del 14, giuntami col corriere di stamane, merita

una pronta

risposta.

Nell'est del 1882 essendo io in Castellammare, nel villino dell'on. Acton, allora ministro, questi
uffiziale

per invitarmi a visitare

il

cantiere.

mand un suo

399

IvC

due navi,

allora in costruzione, erano

Lauria. Plaudii al

condo

ed

Venuto

il

nome

Savoja ed

il

nome

il

il

del se-

ministro lo seppe.

Roma, ne

in

del primo, censurai

parlai a Brin, e ne feci scrivere nella

Riforma.

Quando, dopo

l'ultim^a crisi del Gabinetto,

mutar nome a

ministro, lo pregai a

non ebbe
offendere

Brin ritorn

quella nave

ma

egli

coraggio di proporlo in Consiglio, temendo di

il

suo predecessore.

il

Siccome vedete,

il

tema non

nuovo

Acton e Brin ne

furono avvertiti in tempo.

Ruggiero Loria

di Lauria,

sempre finch pugn per


tore, la

sua stella

battaglia gloriosa,

offusc, e

si

dopo

poco importa

la patria e per

ch'egli

Re

il

vinse

eletto. Tradi-

non potrete ricordare una


disertato al nemico

avea

difendendo la causa degli Angioini e di Bonifacio Vili.

Umberto
stia

fu detto

il

Re

leale, titolo

meritato dalla dina-

che oggi regna. Bisogna dunque onorare

e maledire

Mi

soldati leaH

traditori.

ripeto coi sensi di particolare stima ed affetto


il

dev.mo vostro
F. Crisfi.

[Filippo Turati a Crispi

360.

Roma].
Milano, Via Ges,
3 febbraio

1885.

Chiarissimo Signor Deputato,


Cavallotti

mi ha comunic*ato

la

sua pregiatissima lettera

in risposta al desiderio nostro di avere


firmatarii

dell'appello

Mi acqueto
ringrazio

parole

suo

nome

tra

a favore dei proscritti di Russia.

alle ragioni in

delle

il

quella lettera specificate e

cortesi

all'mdirizzo

del

La

redattore

40O

materiale del manifesto,


chiuso esemplare,

il

s' fatto

assennate osservazioni da

come

dotto,

quale, com'Blla vedr dall' ac-

un dovere

di tener conto delle

I^ei fatte al

gU equivoci cui Ella accennava. Neppure


che

l'Italia

ha

testo e v*

intro-

fu possibile, qualche modificazione per evitare

pensiamo

noi, certo,

abbia raggiunta la sua ultima mta

festo nostro non parla che di una meta raggiunta,

il

il

mani-

che non

esclude, anzi impHca, che altri passi restino a fare, e noi

noi

tutti,

sappiamo
Poich

gregari, Ella

duce, di

in quale senso

egregio

Ella,

firmare cogH

ci

nostre schiere,

delle

essere fatti.

signore,

pur non

per non dare pretesto

altri

nemici, tuttavia

una

devon

consentendo

alle

mahgnit dei

volle lasciar sperare qualche coopera-

zione a un'impresa che

il

suo cuore di patriota non pu

non applaudire, oso dunque inviarle alcune copie della circolare e nel tempo stesso affermare la speranza che il giornale

La Riforma vorr

Mi
gnarle

aiutare la nostra iniziativa.

molto cara, egregio signore, l'opportunit di rasse-

sensi della

mia antica divozione

e della

mia nuova

riconoscenza.

Suo obbl.mo
Dr. Filippo Turati.
Nella lettera del 12 gennaio scritta al Cavallotti era la frase
sato la camicia di forza della Monarchia

la

ho indos-

quale fu, in una delle sue irose

polemiche del 1890, citata isolatamente dal Cavallotti stesso (e anche alterata col sostituire Casa Savoia a Monarchia) per porre in dubbio la
sincerit politica del ministro Crispi. Questi, invitato
festo esteso dal Turati,

aveva

a firmare un mani-

scritto precisamente cosi

mia non conviene pi scrivere senza agire. E, dovendo agire,


ho i miei metodi. I nomi onoratissimi, e quasi tutti di amici miei, suonano
nel paese - forse a torto - come di radicali ed io povero me, sono radicale
di un modo diverso.
Da 25 anni ho indossato^la camicia di forza della Monarchia, e non posso
strapparla finch non mi abbia convinto che sia incompatibile con la libert
e l'unit della Patria. Or su questo sono ancora impenitente.

All'et

vi

Voi

siete liberi,

padroni di voi, e tutti quelli che avete finnato il manivi legge, a diritto o a torto

non avete vincoli. Ed il pubblico appena


ritiene in im campo diverso dal mio.

festo

4ol

pei

Ora

termi

mio nome accanto

11

tristi,

per

gli invidiosi,

al vostro

parrebbe mia stonatm-a, mi pretesto

per tutti coloro che hanno interesse a combat-

[Dario

361.

Papa

a Crispi

Roma].
Milano, 33 marzo.

Illustre Signore,

Ho

telegrafato ai miei amici e colleglli della Riforma

perch mi procurassero l'onore di parlarle.


Essi
del

Non
una

mi rispondono che l'hanno pregata telegraficamente

favore.
dubiti, illustre signore, che io voglia annoiarla

intervista.

Non me ne

anch'io di quelli che

ci che altrimenti

autorevole

Ben

hanno

fiducia in Lei, prendo ardire

mio, che connesso con la politica, a chiederle

dall'ufficio

non

oserei, di sentire cio la

Sua parola

forte.

inteso, se la S. V.

fissarmi

con

intendo. Soltanto, poich sono

ne ha

il

tempo, e se

le

piacer di

momento in cui venire a vederla.


caso mi creda col maggiore ossequio

il

In ogni

dev.mo suo

Dario Papa

[Crispi a Guido Baccelli

362.

Roma].

Palermo, a 8

Mio
Grazie

della

Il colera

ottobre,

1883.

caro Baccelli,

tua lettera amica.

poHtico pi

difEcile

a guarirsi

in ItaUa del colera

morbus.
Il

male ha

il

suo germe in alto

e le plebi cominciano a

comprenderlo e per la cecit dei cosi detti uomini poHtid


26

4o2

si

preparano brutti giorni

un

intuito

ignoranti

quale

il

alla Patria nostra. I^e plebi

manca

hanno

alle classi superiori, corrotte

ed

e di ogni manifestazione del malessere sodale

imputano

il

capo dello Stato.

Camera si vive di antipatie e simpatie e


lasciami
dirlo
ha ragione il Bonghi, nella sua lettera al ViscontiVenosta del 20 ottobre, quando scrive che, nelle attuah
Alla

condizioni parlamentari,

governo

pensiero soltanto di vedere al

il

mighori non

Un tempo
tinente, sia

dicevasi che
il

tollerabile.
il

Governo Parlamentare, nel con-

governo delle mediocrit.

Il

nostro paese ha

dato sanzione a cotesta massima, e l'onorevole Depretis,


che ha

deHrio, e

il

tore, l'ha

Se

alla

non

l'ingegno,

la

volont di un Ditta-

messo in pratica.

Camera

si

raccogHessero cinque o

sei

valentuomini,

potrebbero, se non altro, servir di protesta in tanto abbas-

samento morale ed
questo

intellettuale della patria nostra.

Ma anche

difficile.

Ti stringo cordialmente

la

mano.
L'a^.mo tuo
F. Crispi.

Crispi

si

trovava a Palermo in occasione del colera che infieriva in quella

llustre citt.

Per l'opera spiegata

gli

fu conferita la medaglia d'oro da quel

Ministero che giudicava tanto severamente.

[De Freycinet a Crispi

363.

Roma].

Paris,

le

12 mars 1886.

Monsieur,
Je

me

flicite d'avoir

vous annoncer que Mr. le Pr-

sident de la Rpublique, voulant vous donner

un tmoi-

gnage particulier de sa bienveillance l de son estime, vient


sur

ma

proposition, de vous conirer la dignit de

Grand

4o5

Officier de l'Ordre national de la lygion d'honneur.

Je suis

heuretix d'avoir eu l'occasion d'appeler sur vous une

marque

de distinction laquelle vous vous te acquis tant de

titres,

et je m'empresse de vous transmettre les insignes et le brevet

qui vous sont destins,

Recevez, Monsieur, avec mes flicitations

ma

de

les

assurances

haute considration.

Le Prsideni du Conseil
Ministre des affaires trangres

De
[Crispi a

364.

Freycinet.

De Freycinet -Vaig].
Rome,

Monsieur

du 12 mars,

de

avril,

1886,

de

France

brevet et

m'a remis, avec votre

les insignes

de Grand Officier

d'honneur.

I^gion

la

le

Ministre,

le

l'Ambassadeur

Mr.
lettre

le

mu du tmognage de bienveillance et d'es"


bien voulu me donner Mr. le Prsident de la

Je suis trs
time, qu'il a

Rpublique. Je

lui

en

suis reconuaissant, et je suis recon-

naissant aussi vous, Mr. le Ministre, pour avoir propose


qu'il

me

soit

done cette marque de distinction.

lyes flicitations

que

je re90is

de mes conci toyens et de

tous mes amis de France, pour la haute dignit qui vient

de m'tre confre,
lectif

du peuple

me dmontrent que

fran^ais a t interprete

du

l'acte

comme

chef

l'expres-

sion des sentiments de cordiaUt qui existent entre les

deux

nations.

J 'espre qu' mon prochain voyage Paris


permis de pouvoir prsenter personnellement,
Prsident de la Rpublique et vous,

mes remerciments.

il

me

sera

Mr.

le

mes hommages

et

404

de

En attendant veuillez, Mr.


ma haute considration.

le

Ministre, agrer l'assurance

F. Crispi.

[De Freycinet a Crisfi -

365

Roma ]

(particuHre)

PaHs,

Monsieur

le

15 avril 1886.

le

Dput,

Je suis trs sensible votre lettre du 5ct. dont

je

ne man-

querai pas de donner connaissance au Prsident de la Rpublique. C'est avec la plus vif plaisir que je re^ois l'anno nce

de votre prochain voyage Paris.

Agrez l'assurance de mes sentiments de haute considration.

De

Freycinet.

Questa onorificaiza fu conferita a Crispi in seguito ad un suo viaggio


di abordaggio dinanzi a quella Corte
d'Appello. Crispi ebbe cordiali accoglienze e vinse la causa.

ad Aix per patrocinare una causa

[Jessie

366.

Cm^t-Roma].

White Mario a

LenMnara,

i.

giugno 1886.

Carissimo amico,

Vi ringrazio vivamente per

il

parere che avete dato a

E vi

saremmo
gratissimi se potete suggerire qualsiasi cosa che pu evitare
una seconda elezione in questo collegio. Voi non avrete
voce

al figlio di

creduto

alle

I^emmi per

il

Dott. Badaloni.

calunnie intorno agli

eletti, tutti

sone quanto Voi e Nicotera, tutti dedicati

alle

egregie per-

riforme so-

405

ma nel senso di Mazzini e di Bertani. In quanto


Dottor Badaloni, se voi volete dare un degno successore
all'amico che tanto vi amava aiutate Badaloni una perla

ciali vero,

al

in tutti

da due anni in modo indegno dai

sensi, bersagliato,

Marchionisti, al punto di dimettersi dal posto di medico-con-

dotto che aveva a Trecenta,


e dai ricchi, che

non

si

ma tanto l

adorato dai poveri

ha voluto assolutamente accettare

la

sua dimissione, l'hanno costretto a mettere un sostituto. Egli


inoltre
il

ha fatto uno splendido rapporto

sulla pellagra

che

Consiglio di Rovigo tiene nascosto. E' oratore rarissimo,

tant' vero che, venuto a fare


cittadella,

una conferenza a I^endinara,

anzi feudo del grande Segretario delle Finanze,

Giuseppe Marchiori, cre tale entusiasmo che qua non

mai

quando

visto da

che Garibaldi fu
l'ultimo,

vi

il

si

si

elesse Garibaldi deputato. Il fatto

primo Deputato

di I^endinara,

spiega l'intenso interesse

lotta, visto che la lotta per Bertani nel

dopo l'operazione raccorci

di

ch'io

Bertani

prendo nella

1882 e quella fatta

mesi la vita di Alberto.

mi conoscete troppo di supporre che io scriverei una sola


riga per una persona indegna di essere successore ai cari e
voi

grandi estinti.

Vi scrivo sopra altra carta intorno ad un altro argomento


importantissimo.

Sempre vostra con

affetto

jEssiE V^. Mario.

367.

[Luigia Sciesa a Crispi

Roma].
Milano, ^/zt/Si.

Dal giorno
ciata per

della fucilazione di

me una

mio marito incomin-

vita di patimenti e di lotte colle pi estre-

me

necessit, che dur 35 anni. Prostata dai dolori e dalla


grave et non invocavo pi che la morte, troppo tarda a

venire e sarei scesa

n<-lla

fossa senza

rammarico confortata

4o6

dal pensiero che vinta la causa per la quale

tissimo

Amatore

Ella ha voluto
dagli agi

il

mio

dilet-

si sacrij&c.
i

miei ultimi giorni sorrisi dalla pace e

grazie dal cuore. Cos

ha legato

il

suo nome,

il-

lustre per sapere, senno e patriottismo, a quello dello oscuro,

ma

intemerato martire popolano.

Vedova lyUiGiA SciESA.


All'On. Deputato Avv. Francesco Crispi.

E' notissima la figtira del popolano milanese Sciesa, il quale esortato,


per aver salva la vita, a palesare i nomi dei suoi complici nella cospirazlne

contro

il

dominio

austriaco, rispose alzando

la

spalla

Tiremm

innanz
Pubblico questa lettera come attestato della cosiderazione che Crispi
ebbe per i patriotti e per le loro famiglie. Potrei pubblicare centinaja di
altre lettere simiglianti. Crispi

da ministro, chi

si

non respinse mai, da privato

rivolse al suo cuore.

cittadino

407

1887-1890.

Farini e Minghetti
in cento

lotte

Re Umberto

glorioso e

Cattedra dantesca in

e la

e il segreto delle lettere in


e

chiama Crispi

Cavallotti

Bovio

Austria-

impavido precursore

Roma

Il

duca Caetani

Torino del 25 ottobre 18 Sj

Il banchetto di

San Giuliano per i patriota catanesi del 1860 - La Massoneria saluta, plaude, ringrazia

L'on. di

Giudizi di Correnti su Depretis


Crispi

Canonico

Il Senatore

denza dell'Albania

Klnoky

Nicola

e vigore al

Mar selli

e Cavalletto

cattoliche all'estero

e la

sulla politica di chi

M.

Roma -

L'indipen'

Alleanza

Mordini

Augurii di

e i radicali

guerra del 1886

Una

sapienza

lettera di

L'attentato Caporali:

il

Re
Re,

Crispi non consente al patronato regio sulle missioni

: il

conte Revel e Rattazzi

parola di lode di Crispi

Baccelli e

e la Triplice

Principe ereditario

Umberto su Cialdini
Bovio

e la politica estera di Crispi

L'ordine di S. Stefano a Crispi e la soddisfazione di

li

beve

/ buoni vini

Camperio, l'esploratore Casati


-

Verdi

scrive

si dice fiero di

Bismarck,

progetto per la

il

e l'avvenire

una

influiscono

Elogi di Bovio alla politica di Crispi

Francesco Ferrara e

zione degl'italiani all'estero

r>,

Guido

Banca Unica

dell'Eritrea

La

prote-

Crispi e la legislazione sociale, secondo l'on.

di S. Giuliano.

368.

\p. Farini a Cris-pi

Roma].
Roma, 25

febbraio '8z.

Caro Crispi,
Grazie della buona memoria, del dono, della troppo gendedica. Ho letto la commemorazione (i). E mi apparso
un Minghetti pi uomo d'azione, pi creatore che, anche
a non uscire dal suo partito, egli veramente non fosse. Setile

gu, e

non senza esitanze,

le

altrui volgarizz assai spesso


i

audacie altrui
:

esempio

nei del tuo bellissimo discorso.

le

le ispirazioni

Regioni. Questi

scusami.

4o8

legger con gran piacere


il

il

diario dei mille, e sovratutto

mio padre
bozze che mi

colloquio che tu avesti con

Ti sono gratissimo delle

Ma

anticipazione con tanta amicizia.

io

il

9 dicembre 1859.

offri

di leggere in

sono certo che dalla

tua penna, come non usc mai, non uscir parola meno benevola per la memoria di chi pure tanto fece per la patria

quantunque

volgo lo abbia quasi dimenticato.

nostra

I miei

reumi mi hanno tenuto in

in casa da pi
di tutto

giorni.

il

Perdona

se

letto e tuttora

non

ti

mi tengono

ho prima ringraziato

ed accetta una cordiale stretta

mano.

di

Tuo

aff.mo

F. Farini.

(i)

369.

Di Marco Minghetti,

[Angelo

De

Romano

al Collegio

{16 gennaio 1887).

Gubernatis a Crispi

Roma].

Firenze, 3 maggio 1887.

Illustre Signore,

Quantunque

la

mia voce non

sia

che una in mezzo

ai

trenta milioni di voci che applaudiranno alle belle parole


dette da Voi sull'arte e sulla Casa Savoja a Venezia, l'umile

autore del Sursum Corda, per se e per quanti itaUani sen-

tono come noi, ve ne ringrazia e vi benedice.

Esse alzano veramente

governo sapiente,

il

cuori e tracciano un'ideale di

solo che

convenga

al

nostro popolo

e al nostro paese.

Cos possiate in tutte le altre amministrazioni spirare

il

vostro bel fuoco e spingerci tutti per la forza di una potente idealit, a migliori destini.
//

vostro

De

riverente.

Gubernatis.

A9

[Bovio a Crispi

370.

Roma].
Napoli, g luglio '87.

Illustre amico,

Scrivo all'amico, perch a nessun ministro ho mai parlato di me.

Coppino ho

All'on.

scritto queste parole

Ho

letto nei

una terna di candidati alla cattedra dantesca


D'Ancona, Zumbini e Carducci: D'Ancona un pedante,

giornali

sordo a Dante. Zumbini artista colto. Carducci l'uomo

universalmente indicato

Vigilate voi afi&nch della cattedra di

contrapporre a quella di Pietro, non

Di

me

si

Dante che

faccia

intesi

un impiego.

ricordo che ai deputati dev'essere applicata la

legge comune, la quale vuole obligatorie le cattedre organiche.

Bd

organica la cattedra di Diritto Pubblico compa-

rato, che io continuer a sostenere gratuitamente.

Sarebbe lieve riparazione


alla libera

Con

al

molto danno fatto da Coppino

o privata docenza.

affettuosa leale stima


Il

vostro.

Giov. Bovio.
Illustre F.

P. S.

Crispi.

Dopo che

il

Coppino avr nominato

tesco, io dar nell'Universit di

Dante per provare che

il

prof,

il

NapoU poche

dan-

lezioni

su

proponente quella cattedra aveva

coscienza della proposta.

371.

[Duca Caetani a Crispi.

Roma].
36 luglio 1887.

N.

Cottenbacher Et.

Bayreuth

Germania.

Eccellenza,

Allo scopo unico di divertirla, le dir,

che trovandomi

con tutta la mia famiglia a leandro nel Tirolo Austriaco,

4IO

ho fatto l'inattesa scoperta

di essere l'oggetto di

amorose

cure per parte della Polizia. Venuto in Germania per pochi

me

giorni ho perfino veduto che tutte le lettere a

erano sfacciatamente aperte. In prova di

due enveloppes, una

di

mia moglie

e l'altra di

dirette

mando
una mia bam-

che

le

bina, la quale per ischerzo aveva scritto fuori;

riservatis-

Anche un telegramma spedito da Franzenfest a leandro


quale figuravano dei nomi di cani, fu reso assolutamente

sima.
nel

inintelligibile

credendo quei

che

pubblica

codesti

vigili

custodi della sicurezza

nomi nascondessero

forse

terribili

macchinazioni contro l'unit dell'Impero.

Basta

Se non

fossi

uno sfegatato fautore

della triplice

alleanza ed un'anti-irredentista fino all'ossa avrei di che


esser

un poco indulgente verso

la

molesta e malsana imbe-

cilUt che spinge l'Imbriani alle sue subcontinue interpellanze.

Riceva, Eccellenza,

miei

cordiali

saluti

mi abbia

sempre per

Dev.mo suo
O.

[Crispi a

372.

Re Umberto

Monza].
Roma, IO

Sire

Acchiudo

Caetani.

agosto 1887.

le

copie

dei

due

telegrammi

fattimi

dal

conte Nigra.

Siccome

dissi

a V. M.

ricevuta la risposta

Vienna,

gli

nel

negativa

mio dispaccio
del nostro

telegrafai insistendo perch

del

9,

dopo

Ambasciatore a

egU avesse voluto

accettare l'invito di entrare nel gabinetto^

4"
gli mannon avrebbe avuto tempo

Nigra nella sua prima risposta temeva che

II

casse la base parlamentare e che


di farsela.

che dalle ultime deliberazioni del Senato e della

Scrissi

Camera, dopo parecchie votazioni appariva evidente che


noi

godevamo

e che

dopo

la

quella fiducia

la

ci fosse

Essendoci mancato

germi

della

fiducia

proroga nulla

rappresentanza
ci

nazionale

iaduceva a credere che

venuta meno.
il

Nigra, io non saprei a chi rivol-

per ora e parmi siamo costretti ad attendere che

una designazione
Questo stato a

ci

venga dal Parlamento.

me

grandemente e per

pesa

la

grave

responsabilit e per lo ingente lavoro. I due ministeri

mi

assorbono tutta la giornata e temo di non bastare e sopra


tutto di non potere adempiere, siccome vorrei, al doppio

difficile ufficio.

Mi conforta

il

pensiero che V. M. sapr

continuarmi la sua alta fiducia e che sapr compatirmi.


Agli ordini sempre di V.

M.
Il devotissimo servo

F. Crispi.
(i)

Questa lettera dimostra che Crispi

degli affari esteri

non per

[Cavallotti a Crispi

373.

tenne

anche

il

portafogli

libidine d potere, siccome fu detto.

Roma].
Milano, 26/8 /'87.

Carissimo Crispi,

Tu
clita

hai fatto lo gnorri e

non mi hai mandato

la

tua in-

firma ad onorare l'elenco degli associati alla mia rac-

colta, (i).

Forse non mi vorrai pi bene,

ma

me non

im-

porta perch io te ne voglio lo stesso, e quindi faccio lo


gnorri anche pi di te, inviandoti,

come

niente fosse, tre o

quattro schede programmi della Raccolta, che tu potrai

412

infliggere a chi credi degli amici tuoi, pi meritevoli del supplizio.

Quando

poi

mi avrai

fatto sapere che sei vivo, allora sot-

toporr umilissimamente al tuo alto giudizio, col patto di

non rubarmele,

mie idee peregrine

le

sulle gesta presenti

della politica italiana.

Con

affettuosa stretta di

mano
il

tuo sempre

Felice

(i)

Cavai,i,otti.

I<a raccolta dei suoi lavori politici e letterari, in

[Luigi

374.

Roux a

Crispi

prosa e in versi.

Roma].
Torino, 6 jmbre '57.

Caro ed

illustre collega e

Ministro,

Avrete gi ricevuto lettere e telegrammi a riguardo della


riunione tenutasi oggi

ha saputo

e se chi vi

ha

scritto o

e potuto ritrarvi la fisionomia

avrete capito che

il

telegrafato

dell'adunanza,

concetto della vostra venuta a Torino

ha destato vera commozione, aspettazione orgogUosa,


rei

Il

io

di-

meglio un entusiasmo sincero.

Comitato esecutivo vi mander

anche a nome

tero,

dell'on. Berti e

annunziandovi

la cosa,

l'invito ufficiale

ma

specialmente dell'on. Bot-

debbo

farla precedere

da

al-

cune brevi notizie.

anzitutto

il

carattere dell'adunanza vuol essere inter-

pretato nel senso nazionale unitario

non come dimostra-

zione di partito, n ristretta unicamente al significato di

una dimostrazione parlamentare. Sebbene

eletto

a Presi-

dente un vecchio parlamentare, l'on Berti, tal nomina non

ha altra significazione
Berti,

se

non

quella che viene dacch

anche amico e collega vostro,

il

il

deputato pi an-

413

ma questa nomina
come nessuna designazione

ziano della rappresentanza piemontese

non pu

interpretata

essere

speciale o elezione di capo della deputazione di queste Provincie.


Il

Dott. Bottero mi disse che vi avrebbe scritto anche lui

ma mi

privatamente,
ficarvi

quanto

ho

io

incaric frattanto anche lui di signi-

scritto sopra.

Per quanto spetta all'epoca del convegno


si

Comitato

il

rimise alla vostra scelta e lasci a noi della Commissione

l'intenderci e pigliare vostri ordini.

Quello che certo

gli

che la cosa riuscir certamente

bene.

Al convegno saranno invitati naturalmente tutti


stri,

anche

in special

modo

Mini-

Deputati e Senatori delle altre provincie


si

vorrebbe per la presenza dello Zanardelli.

Intanto, per quanto abbiate agio e

tempo a

scegliere

il

giorno della vostra venuta, bene per vi proponiate fin d'ora


di restare

almeno due o

tre giorni a Torino, e sarebbe con-

veniente diceste a noi privatamente in via approssimativa


per qual'epoca probabile la vostra venuta.

Scusate queste mie insistenze

sono ispirate dal desi-

derio di far cosa grata a voi e di render servizio al


paese.

Con devozione

mio

e affetto.

Ohh.
I^UIGI

[Cavallotti a Crispi

375.

Roux.

Roma].

Meina [Lago Maggiore), 10/9/ 1887.

Carissimo Crispi,

Ho

ricevuto qui in ritardo nel mio ritiro la cara tua carto-

lina, dalla

quale rilevo

come qualmente prima

di tutto

tu

uno sprecone e butti via il tuo in cattivi libri anzi, di


opere pessime, come se una copia non fosse anche di troppo,

sei

414

non

ti fai

scrupolo di pigliarne due e incoraggiar per tal guisa

malsana

la letteratura

contro l'altare e

mente tu non
lo sei,

allettatrice degli instinti sovversivi

trono.

il

Punto secondo

dici di essere in collera

altro che

guaio che pi

lo sei
ci

rilevo

me

e la tua cartolina

penso, e

meno trovo che

come qual-

ma

meco,

lo

viceversa

prova, e

il

ragione abbia di

non trovare in me la coerenza degli atti,


con quel che dico e scrivo. Mi vorrai almeno usare la indulgenza di ammettermi che questa coerenza che tu non trovi
e non vedi, io qui nella mia mente, devo vedercela, nel mio
esserlo.

pensiero

Tu

ci

dici di

deve

un galantuomo.

non sarei pohticamente


non credo che tu voglia
n' vero ?

essere, altrimenti

arrischiare fin qui la affermazione. Sar

rente inconsapevole

dunque un incoe-

ma deve essere una inconsapevolezza

ostinata, perch la coscienza anche oggi

ben

mi

dice che se

avessi dato un solo voto diverso da quelh che diedi, avrei

votato nei risultati pratici, contro

sono questi scopi

Dio buono

gli
il

scopi miei.

quali

portafoglio no certo.

Sono quelli che brillano pure innanzi al tuo sguardo aquiUno e alla tua fronte nuvolosa la libert e il trionfo della
democrazia come tu benissimo dici - questa santa libert
che ti ha visto suo glorioso e impavido precursore in cento
:

lotte e nel cui

nome avevo appreso

a voler bene al tuo quan-

Com' dunque che uniti nello scopo,


lavoro ? Ecco la domanda che tu mi fai e

d'ero ancora piccino.

siam
che

divisi nel

io

dopo averla vagliata entro

a te per la risposta. Questo

il

di

Con una

cuor mio, torno a girare

problema

Basta, speriamo che a Novembre,


ragione

il

il

direbbe Amleto.

problema non abbia pi

essere.

stretta di

mano

affettuosa
Il tuo sempre

Fewce

Cavai,i,otti.

415

[Mancini a Crispi

376-

Roma].

Capodimonte, ig settembre 1887.

Carissimo Amico,

Da

queste mie campagne seguo con vivo interesse quanto

fai nella vita pubblica, e

non dubbie
successi,

ti

con vivo desiderio che

del tuo valore,

le

pruove

ed anche una sorte propizia

faccia potente del pubblico favore, e

ti

al

salvi dal

destino consueto de' Ministri ItaHani d'incontrare ostacoli


e talvolta immeritate o eccessive censure. Io considero

consolidamento del tuo Ministero, come pegno

di

il

durata

dell'autorit liberale del nostro partito di Sinistra, e sorgente


di

futuri benefizi pel paese

mano

Ti stringo affettuosamente la

Tuo
P. S.

aff.mo

MANCtNI.

[Antonino Di S. Giuliano a Crispi].

377.

Parigi {Hotel d'Albe), 5

Illustre Sig.

ott.

'87.

Presidente,

Opportuno momento per rendermi interprete

del

desi-

derio di molti patrioti catanesi parmi quello in cui a capo


del governo sta

I^ei,

che ebbe

cospicua parte nella gloriosa

epopea del risorgimento nazionale.


I Catanesi

che fecero parte del battaglione

zionale mobilizzato

mosse

alla

con animo

volta

il

di

quale (noti la data)


Siracusa,

il

presidiata

di

guardia na-

J settembre 1860
dai

Borbonici,

d'assaltare quella fortezza e ne ottenne la resa,

chiedono la medaglia commemorativa

delle

guerre

per

l'indipendenza Nazionale. I^e mie pratiche a tal uopo presso


i

precedenti Ministri della Guerra non ebbero finora esito

favorevole perch da apposita commissione militare fu dichiarato cessato lo stato d'assedio di guerra in Sicilia al

4i6

31 agosto 1860 ad eccezione della sola zona circostante


alla cittadella di Messina.

Da

ci l'assurda conseguenza che spetta la medaglia a

quelli che repressero


di

torbidi di Bronte, eseguendo

pura polizia contro volgari malfattori, e non

un

atto

batta-

al

gUone mobiUzzato che con fortunato e temerario ardimento


mosse contro una fortezza occupata dal nemico.

che

noti

luzione era

il

settembre

che

tutt'altro

generale della rivo-

l'esito

accertato

Garibaldi

an-

era

cora in Calabria e di lui non giungevano che notizie contradit-

Borbone aveva adunato

torie

cito

nella

il

militari,

forte e

ognuno avrebbe creduto pi

esercito regolare e

dunque un vero atto

di guerra,

dubbio,

sendo ancora

anzi

di pochi eroi

d'un
fu

che richiedeva un grande

una fortezza come

con probabilit contrarie

non potea
mani nostre o

l'esito della guerra,

rente che Siracusa fosse nelle

eser-

criterii

facile la vittoria

numeroso che quella

coraggio, l'affrontare in tali condizioni

Siracusa,

numeroso

pianura Salernitana, e giudicando con

es-

essere indiffedel nemico.

E' quindi proprio ingiusto ed assurdo non considerare

come un

un episodio che poteva avere con-

fatto di guerra

seguenze importanti e che, se non fu sanguinoso, ci

a cause politiche, non gi per mancanza

combattere da parte dei

nostri,

sol perch ottennero egualmente

Io

mi

rivolgo perci a

interposizione presso
le difficolt di

il

I^ei

il

si

deve

di risoluzione di

quah non combatterono


loro intento.

affinch colla sua autorevole

Ministero della Guerra, superando

pura forma che s'oppongono

al soddisfaci-

mento del legittimo desiderio di tanti benemeriti cittadini,


vogUa far loro ottenere quella ricompensa morale ch'essi
hanno coscienza d'avere altamente meritato.
Mi creda, col massimo ossequio.
Suo Dev.mo
A. Di

San

Giui^iano.

Principe

OTTONE

DI BISMARCK.

417

[Mancini a Crispi

378.

Roma].

Castelbaromia, f ottobre 1887.

Amico

Ben tornato

caro,

dal tuo rapido ed opportuno viaggio

conosco gH antecedenti posso apprezzare


reso al paese, e l'utilit che
tica dell'Italia in

Rivedendo

il

pu derivare

il

Senza

vagare nelle fantasticherie de' novellieri del giorno,

io

servizio che

che
hai

poH-

alla posizione

Europa.

Principe di Bismarck e la sua eccellente fa-

miglia, che avvicinai fin dal 1867, avrai potuto sperimentare


nella vita intima la loro semplicit e cordialit.

IvUned prossimo andr con la famiglia a Capodimonte

per passarvi questo resto di ottobre.

rivederci presto.

Credimi con sentimenti di vero ed immutabile amico

Tuo

aff.mo

P. S. Mancini.

[Paolo Boselli a Crispi

379.

Roma],
z8

ottobre

1887.

Ill.mo Signore,

Sono qui a Torino avviato a Cumiana,

e qui vidi parecchi

amici.
I^a disposizione generale di

del 25

non potrebbe
sentimento

questo paese per l'avvenimento

essere migliore. C' in tutta la sua idea-

Piemonte del 1859, del


1860, risorto e rivolto all'uomo che meglio e pi altamente

lit

il

raffigura quei

patriottico del

tempi

eroici, quell'energia di vita nazionale.

Tutto riuscir a meraviglia.


e

utile

alla

sar un fatto memorabile

patria.

Voglia credermi sempre con devoti e cordiaU sensi


S.

obb.

aff.

P. BOSEI^Iyl.

37

4i8

380

[Il

Re a

Crispi

Roma].

{telegramma).

Da

Monza-Reggia, zi/io/'Sy.

S. E. Cav. Crispi

Presidente Consiglio Ministri

Ho

letto

con grandissima soddisfazione

Roma,
la relazione del

Conte De lyaunay.
BUa, mio primo ministro, non poteva e non doveva per

non giusto sentimento

modestia privarmi di cos impor-

di

tante comunicazione che mi stata graditissima.


I giudizi

che esprime su

sono appunto
I/ci,

quelli che

e sono lieto per

fermati da

uomo

il

di

I^ei

Principe

il

Bismarck

da gran tempo mi ero formato di

Nostro paese e per

me

di vederli

tanto illustre ed autorevole.

Me

con-

ne feUcito

adunque pi con me che con Lei.


I^ stringo con affetto la mano

A ifezionatissimo
Umberto.

381.

[//

Re a

Crispi

Roma].

[Telegramma).
Monza,

il

26/10/1887.

S. E. Cav. Crispi

Presidente Consiglio ministri


I^a ringrazio di

ho

letto

avermi mandato

Torino,

l'intero

con grande soddisfazione. Conosco

suo discorso che


le lietissime

ac-

coglienze che esso ebbe dall'eletta adunanza di ieri sera e


le

ne porgo

le

mie affettuose

siva alta e patriottica di

lei

felicitazioni.

Spero che

la inci-

parola abbia eco simpatica e

profonda in tutta Italia e sia guida al sentiero di quella


vita seriamente operosa che rende forti e gloriosi i popoli.

4*9

Auguro che il successo dei fatti corrisponda ai meriti di


che un avvenire felice per il bene del paese e suo sorga
a cancellare dall'animo di lei persino il ricordo delle ama-

lei e

rezze passate.

Ricordi che la mia gratitudine e la mia amicizia la accom-

pagneranno ovunque e sempre.


A-ff.mo

Umberto.

[Correnti a Crispi

382.

Roma].
is/ii sera [1887].

Caro Crispi,

Sono tentato

scappar via stasera

di

perch ritornare

in quell'aula donde fui cacciato dal voto popolare, e ritor-

narvi

come senatore muto,

pena troppo grave.

Ma

verti d'una cosa che


le

mi

appena

tollerato,

sta sul cuore. Gioved

tornate della Camera,

suo discorso

novizio,

mi

parta o rimanga, io devo prima scri-

cominceranno

e necessariamente Biancheri nel

presidenziale dovr parlare anche dei morti,

e perci anche di Agostino Depretis.

Mi

non aver pronunziato in tempo

discorso

tivo di Depretis a Stradella

e,

il

a dir

si

fa

vero,

una colpa

di

commemora,
ne

sento

ri-

morso. Per Minghetti e per Sella, per I,anza, per Rattazzi,


fin

per Mellana, fin per Giovanola, fin per Bertani furono

votate onoranze solenni, statue, monumenti.

con un

felice discorso

Tu

stesso hai

lodato Minghetti. Ora viene una bella

occasione, un'occasione naturale per pagare colla tua au-

torevolissima parola

il

mio debito verso Depretis. Nel

scorso di Torino, dove levasti al cielo


leghi, fosti scarso nel ricordare

di-

meriti dei tuoi col-

l'uomo che resse per quasi

dodici anni, ministro, presidente del consiglio, capo dell'op-

posizione liberale,

il

governo del regno; l'uomo che tradusse

4^0

in leggi pressoch tutti

progetti annunciati dai suoi discorsi

l'uomo che affront quistioni

elettorali,

difficilissime

come

quelle della riforma elettorale, delle ferrovie, del riordina-

mento

dei catasti, e che ci diede

tempo

prove pi

di fare le

variate sull'opinione pubblica e sulla costituzione parla-

mentare.
I^'Italia

con

anche fu trattata da pupilla, usc

se

lui,

per infine dalla minore et: e impar a


tare, a pesare le difficolt. Certo,

riflettere,

Depretis che

il

ti

a dubi-

prescelse

due volte a suo collaboratore, e che l'ultima volta sapeva


chiamandoti

di preparare,

al ministero,

il

suo successore,

aveva un metodo pedagogico che ora sarebbe intempestivo,


e che tu hai saviamente corretto,

tempo anche a costo


maturare

le

di

metodo

il

guadagnar

di

perderne una buona parte,

di lasciar

questioni e di stancare le difficolt. Cos

dato grand'agio a ponderare e concepire pi

ci

ha

risoluti pensieri,

lasciando riposare le forze, e rinfiammarsi a forza di compri-

merlo

il

vigor vitale. Vivere dodici anni senza scosse ruinose,

stare dodici anni in osservazione studiando il corso dei pensieri

e la pendenza degli interessi, fu un'utile preparazione a

cose maggiori. Egli


le

avrebbe osate

minare

grandi cose non

dubbi, ed aspettare

la linea della

dirizzata,

le

che

ha

fatte, e forse

risolvessero

si

sua politica era giusta

ma

le

non

perch la sua sapienza consisteva nel ru-

che non iscoccava mai

da

s.

Ma

era una freccia ben in:

concordia all'interno,

alleanza coi forti all'estero, pace coi pacifici, tolleranza cogli

irrequieti,

monarchia

liberale,

democrazia ordinata e

calma, neutraht colla Chiesa neutrale, mostrar


senza mordere: ecco

domani.

Tu

il

programma

vi aggiungerai

denti

di ieri, d'oggi e forse di

certamente

una

scintilla

di

fuoco vitale, un raggio di successi fortunati, e a tempo e

luogo

lo scocco. Il

povero Depretis non ebbe fortuna, che

stando quatto. Egli, l'uomo della cautela e del posa piano

mor ucciso, pu

dirsi,

dal dolor di sentirsi incolpato di due

421

disastri: I^issa

Dogali!

Una

parola di rispetto e di com-

pianto per l'uomo che aspett pazientemente


casioni, che

non

arrischi

condannato a subire

mai n tent

buone oc-

le

la fortuna, e

la responsabilit di

che fu

due sconfitte na-

zionali.

Ma

Io aveva preparato la commemorazione.

non ho pi

tribuna n come Deputato, n come Senatore. Mi rimane


la piazza e la

stampa.

Ma una

tua parola varr megUo d'un

mio volume.

Cesare Correnti.

{Cavallotti a Crisfi

383.

Roma].
Milano, j-iB-'Sj.

Caro Crispi,
(I^ presente s'intende che confidenziale).

Ragioni domestiche poco allegre e necessit di lavoro mi

han tenuto assente

alla ripresa dei lavori della

Camera

visto

che io non sono un professore o un Colonnello o un ConsigUer d'appello che per venire a Montecitorio allegramente
tralascia di far le lezioni o di

comandar

la

manovra o

di

presiedere le udienze senza perdere per questo dello stipendio un quattrino. Quello appunto che dissi in

Camera

quella

volta che trattai la questione, e che per deferenza a Zanardelli e

la

a te,

ritirai

Camera quel

a tuo invito

mio ordine del giorno (bench


buon viso) per associarmi al

il

d gli facesse

tuo progettino di legge sulla indennit,

dopo quel d dorme

il

quale da anni

sonni beati della tomba.

Ma

non

di

questo che volevo parlarti. Piuttosto del progetto di legge


sui ministeri,

il

quale mi ha fatto risowenire che quando

questo progetto fu per la prima volta presentato da Depretis

a scopi

correttivo e

parlamentari, io proposi al

progetto

un

annunziai che nella discussione avrei proposto

422

un emendamento, per

quale fosse tolto ai ministri e sot-

il

sosegretari di Stato di votare in causa

almeno

propria,

quando
Camera giudica il Governo.
Quella mia proposta era ispirata dal fatto continuamente
rinnovantesi, come tu licordi, in ispecie negli ultimi tempi
nelle votazioni sopra ordini del giorno di fiducia, cio

la

barca del Ministero (gi facente

di votazioni nelle quali la

acqua da ogni parte)


e Segretari

si

salvava per

soli voti dei Ministri

Dapretis

e dalla previsione, se

meneddio noi richiamava a inaugurare


Paradiso, che data questa

Camera nessuna

pi possibile, una volta che aumentati


segretari 24 voti in causa propria, di

cumulanti

le

il

campava

Do-

trasformismo in

lotta sarebbe stata


i

Ministri e sotto-

membri

del

Governo

funzioni di giudice e di parte, portassero in

ogni votazione di fiducia le loro due

dozzine

di

palline

bianche.

Appena annunziata
i

la

ma

idea,

ministeriali, tra cui VOpinione,

turalmente
fogli

la

liberali,

combatterono

giornali la

subodorato

ma

discussero

autorevoli

suffragi

coprire la povert dei miei mezzi

penne del pavone,


pi illustri, e

sanno

mento

io

mi

rivolsi

ad uno

che nella materia

perch mi fornisse

Questo

di

cominciando dalla Riforma, mi sostennero.

In principio della discussione volendo naturalmente

Camera

na-

lo scopo,

mi desse

di

dei m^iei colleghi

maestro di color che

esempi costituzionali in argo-

in proposito

illustre collega

il

alla

colle

oratorii

il

suo avviso.

che veramente pu

dirsi in simili

mio autore, mi

rispose, credo

questioni lo mio maestro e

il

da Padova, dove era per un processo, con una letterina preziosa che serbo, incoraggiandom.i alla proposta, osservan-

domi che

in Italia

abbiamo

il

precedente favorevole bench

unico del Parlamento Siciliano, e del resto ponendo gentil-

mente a mia disposizione

la

sua vasta biblioteca e

suoi

lumi per provvedere di argomenti costituzionaU la proposta,

423

che secondo

scrivevami,

egli

fondava sul principio

si

ele-

mentare della divisione dei poteri.

Quel mio

tu

illustre collega forse

adesso mi dicono

una

trovi in

si

tanto pi che

lo conosci,

posizione molto elevata,

nuovo il suo paCamera alla

e io sarei quasi tentato di interrogar di

rere e di fondarmi su di lui per ripresentare in

discussione

Mi

della

tua legge

trattiene per

mio antico emendamento.

il

che ne

dici ?

dal

farlo

pensiero

il

che se quel mio emendamento, tanto pi appoggiato a una


autorit cos poderosa, e colla festa che a destra

bero intorno passasse,

Ministero Crispi

il

gli

fareb-

coi venticelli

che spirano dalle votazioni per la Giunta del Bilancio e con

24 voti

di

meno

a una prima votazione

di fiducia

ri-

schierebbe di chiudere negozio.

Questo
difficolt

lo scrupolo

mio in un momento

in cui

non ho

imparzialmente a riconoscere (poUtica nordica a

parte) che qualcosa di cambiato in meglio su per gi nell'aria lo si senta, e


il

che molti miasmi non ammorbino pi

naso e che intorno

namento atmosferico

al

nuovo Ministero un notevole

Beninteso che con questa Camera, se


conti con

lei,

e a voler procedere con lei

ci si

ostina a fare

perch anche

la miglior volont, impossibile fare politica

sana con corpi parlamentari

sorti

malsane.

Ma

intanto

rebus

sic stantibus

Roma

d'amore e d'accordo,

non sar che un risanamento momentaneo


con

risa-

ci sia.

da

origini

buona

corrotte e

confesso che sono

esi-

come parrebbe mio


dovere di logica (e chi sa che qualcuno non me ne faccia addebito) il mio emendamento d'allora e sostenerlo. Se mi risolvo a non farne nulla, almeno tu che sai da quale insigne
alleato sarei nella mia proposta assistito, almeno tu da illogico e immemore non mi trattare e di' anche a Primo I^evi
che non accusi certi giacobini della estrema di aver fatto

tante sul venire a

a riprendere

424

sin qiti dV accademia.

che

ci

Ma

convieni piuttosto dentro di te

sono nell'estrema sinistra di quelli che

non sarebbero

venuti nella Sala rossa persuasi che l dentro in quell'ora,

non

fosse (nell'interesse stesso del Governo)

estrema,

ma

che credono di essere pi

il

posto della

pratici, limitandosi

a fare quel che la estrema sinistra per pi anni (anche con


Depretis fino all'aprile 1883) fece sempre e senza che la

secondar disinRiforma l'accusasse d'impastar nuvole


teressatamente ogni intenzione di bene e mai dimentica della
:

propria

bandiera,

fisso

l'occhio

ai

progressi immediati,

appoggiare senza comprometterla ogni opera di governo


che vi

awii.

si

Scusami

la chiacchierata, e

abbimi

aff.mo

Felice Cavai,i,otti.
Credo che un certo piatto di maccheroni mi aspetti ancora, del quale restai in credito

il

giorno della interpellanza

sulla esposizione di Parigi.

[Lemmi a Crispi

384.

Supremo Consiglio dei 33

Roma].

.".

PER LA Giurisdizione Italiana


Illustre Venerato e caro Fratello,
Il

Supremo

Consiglio dei 33

semblea ricordando

.-.

riunitosi ieri in solenne as-

Fratelli che in questi ultimi

tempi be-

nemeritarono dell'umanit e della patria, con voto unanime


deliber che a Voi, Illustre, Venerato e Caro Fratello, in

nome

di tutto l'Ordine dei I^iberi

comunicati
e sapiente

sfondete

saluti, plausi e

Muratori ItaHani, fossero

ringraziamenti per la energica

opera con la quale, come Capo dello Stato, traprincipii massonici di hbert e di giustizia nei

vimenti e riordinamenti del consorzio


Iv'indi pendenza restituita alle

che, e nel

tempo

mo-

civile.

urne amministrative e poHti-

stesso eccitato con nobile esempio

il

senti-

'^y.

425

mento

dovere negli

del

abbandonata condotto a termine


il

all'infanzia

codice sanitario, iniziato

il

sotto

provveduto

elettori;

vostro predecessore, dal compianto

Bertani;

F.

umani i regolamenti della prostituzione


concessi con
legge comunale e provinciale

riformati e resi pi

presentata la

larga generosit soccorsi e pensioni alle vedove e agli orfani dei patriotti

data sincera e prudente opera

nimento della pace


civile la lotta

contro

Illustre Fratello,
il

fra
il

popoli

Pretendente del Vaticano,

bene a ragione

mante-

al

rinvigorita con sapienza

Voi,

proclamato in tutto

siete

paese instauratorc delle pubbliche libert, rivendicatore

della forza e del decoro della nazione.


Il

tutti

Supremo
i

Massoni

Consiglio dei 33
d'Italia, a

.-.

interprete dei sentimenti di

Voi perci rivolge

le

pi sincere e

pi affettuose congratulazioni, e vi esorta a perseverare nel

ben tracciato cammino verso


luce risplender

il

vostro

nome

schiusi e assicurati alla patria


rati dalla

mta dove di maggior

quell'alta

di-

destini che le furono prepa-

audacia dei suoi cospiratori, dal

statisti, dal

vedranno

glorioso, e si

senno dei suoi

sangue de' suoi martiri e dalla virt de' suoi

di-

fensori.

Roma, U 25 giugno 1888.

Or.', di

Il Delegato

Sov

Gr

..

..

Commendatore

Adriano I^emmi
All'Illustre
Il

Fratello.

Francesco Crispi 33

.'.

.-.

.-.

Roma.

[Tancredi Canonico a Crispi].

385.

Roma, 21

agosto

1888.

Eccellenza,

Quando

lessi l'ultima

V. E. era gi partita.

sua

Nota

al

Governo francese,

426

Permetta che, nella trentamilionesima mia parte


zione Italiana, gliene esprima

Dopo che

ha riconquistato

l'Italia

volta che uscita da

di

Na-

miei pi vivi ringraziamenti.

un Ministro

la

sua unit, la prima

degli Esteri italiano

una

parola cos netta, ferma, stringente e dignitosa.


Ella pu essere certa di avere l'appoggio cordiale di quanti

hanno

in pregio

Possano

gli

coraggio e la nobilt del carattere.

il

eventi secondare l'impulso vigoroso che l'ar-

dita sua iniziativa

ha dato

allo spirito del paese,

svegliando

poco a poco tanti lethaeo perfusa papavera somno


I

pi distinti ossequi del


suo dev.mo
T. Canonico.

{Due albanesi a

386

Crispi],

Eccellence,

Ayant eu l'honneur
en 1879, ^ Rome,

d'tre prsents Votre Excellence

comme

dlgus de la nation Albanaise

pour protester contre l'annexion d'une partie de l'Epire,


c'est--dire de la Basse-Albanie la

Grece et pour demander

l'Europe civilise l'intgrit de l'Albanie et l'amlioration

de son tat, nous prenons la libert de nous adresser Votre


Excellence pour vous exposer

le dsir et les

sentiments des

Albanais.

Nous ne doutons pas que Votre Excellence a autant


d'amour et d'afEection pour
que pour
ainsi

que

l'Italie

le desir et les

ne doivent pas

la

mre patrie de

ses aeux

aussi l'tat et les intrts de l'Albanie

sentiments de la nation

I^ui tre

par Votre Excellence et

Albanaise

inconnus. Les discours prononcs


la politique actuelle

du Gouver-

nement Italien nous ont donne comprendre


ment que Votre Excellence dans les occasious

suffisampoliti ques

427

d'aujourd'hui

n'a pas oubli de ranger, auprs les intrts

du grand Btat qu'BUe


nation qui se

glorifie

dirige, les intrts

de la pauvre

de savoir que son sang coule

dans

du plus grand Diplomate et du plus grand


Patriote du monde. Intrts de vie ou de mort, car il
s'agit de la rsurrection ou du dmembrement de l'Albanie.
Nous n'ignorons pas les efforts tents contre nous par
nos voisins, qui pour arracher un lambeau de notre pays

les veines

ne reculent devant aucune intrigue et veulent nier jusqu'


l'existence de l'Albanie et de la nation albanaise.

Mais cette nation est

la seule qui ait

oppose pendant long-

temps une nergique rsistance aux

conqurants

Turcs.

Cette rsistance hroique s'est maintenue jusqu' nos jours;


et

si les

Schkipetars par leur caractre

fier

et belliqueux

ne se sont pas laiss subjuguer aussi vilement que leurs

eux qui ont senti le plus le fardeau du joug


eux
qui ont les plus souffert la suite des insuret ce sont
voisins, ce sont

rections reitres qu'ils ont t

obligs

de soutenir pour

obtenir leur indpendance, alors que les Grecs, les Bulgares


et les autres nations

pas

mme

du

presqu'le des Balkans, n'avaient

conscience de leur existence.

En

consquence

l'Albanie mrite l'indpendance plus qu'aucune nation des

Balkans, et nous esprons qu'elle se montrera la plus digne

de la faveur de l'Europe et la plus capable de se gouverner


elle

mme.

lycs

Albanais n'ont jamais cesse de manifester leur m-

contentement l'gard du Gouvernement Ottoman et leur


dsir

pour l'indpendance. Aujourd'hui

en Mirdite et dans
et Chrtiens sont

les

l'un

tre

a Kossovo,

en pleine rvolte.

Nous sommes heureux de


prte

mme

montagnes de Scutari, Musulmans

rsolue pendant

voir

la

question

d'Orient

que Votre Excellence est

des principaux Diplomates qui dirigent la politique

generale, et nous ne doutons pas que ce que nous entendons

428

sur l'avenir de l'Albanie est vraie et


licitations, et

ii'est

d qu'

ses

sol-

soyez sur, Excellence, que l'Albanie n'oubliera

jamais que c'est Vous qu'elle devra son existence et son


indpendance.
Agrez, Bxcellence, l'assurance du dvouement et de la

reconnaisance des vos trs humbles serviteurs

Mehmed Ali Vmio


Abdui, Fraschery.
Costantlnople,

P.C.

le

35 Septembre 1888.

Le 5 novembre 1887

j'avais

eu l'honneur de Vous

adresser une autre lettre, qui, je n'en doute pas, serait par-

venue Votre Excellence.


Abdui, Fraschery.

[// Cancelliere

387.

d'Austria Ungheria a Crispi].

Votre Excellence,

J'prouve une trs sincre satisf action de pouvoir annoncer


Votre Excellence

mon

que Sa Majest l'Empereur et

auguste Maitre, reconnaissant

Excellence pour

le

les

mrites de

raffermissement des troites

d'ami ti tablies entre l'Autriche-Hongrie et

que

le

Roi,

Votre

relations

l'Italie

ainsi

concours clair et loyal qu'EUe ne cesse de prter

la politique conservatrice et pacifique qui forme la base

de notre alliance, a daign confrer Votre Excellence la

Grand Croix de l'ordre de St. Etienne.


En exprimant Votre Excellence mes

flicitations les

plus empresses de cette haute distinction,

de constater l'accord cordial

e suis

existant entre les

heureux
trois

Ca-

binets sur les grandes questions politiques et de pouvoir

noncer la conviction

mme

qu'en

continuant suivre avec la

fermet et modration la ligne tracce notre p-

420

litique

franchement conservatrice et pacifque, nous rus-

sirons

auss l'avenir

par uotre union de prserver nos

pays des dangers qui pourraient


dfendre,

Je

s'il le

du

Monsieur

Ministre, pour vous

le

de la grande

vif plaisir et

satisf action

prouv d'avoir eu l'occasion de serrer


Excellence Eger et d'y raffermir par

amicai l'accord

en

les

faut.

saisis cette occasion,

assurer

menacer ou de

les

si

que

j'ai

main Votre

la

un change

d'ides

heureusement tabli entre nous.

Agrez, Votre Excellence, l'assurance de

ma

plus haute

considration.
Vienne,

le

27 septembre 1888.

KAi,noky.

[Nicola

388.

Marselli

a Crispi

Roma].

Caserta,

Illustre

Ed

Ministro

e caro

ottobre

1888.

amico,

ora che alle storiche feste per la venuta dell'Impera-

tore di

Germania

succede

mi

e l'attivit del lavoro,

all'uomo di

triplice alleanza

ha dato una

lyontano da

io

di

mandare una

forte

Stato che alla politica della


cos vigorosa intonazione,

Roma, perch ho

gata e del Presidio,

qui

il

comando d'una

Bri-

Vi sono stato vicino col cuore,

credetemelo, nessuno pi di

iSyo-yi ha

raccoglimento de' pensieri

il

sia lecito

mano

stretta di

del

ao

chi

scrisse gli

e,

Avvenimenti

gioito per tutto quello che negli scorsi giorni

accaduto.

Ed

un'altra forte stretta di

mano Vi mando a

proposito

Scuola Militare in Caserta,

dell'inaugurazione della

nella

Reggia di Vanvitelli. La scuola riuscita ben altra da quella


che avevo immaginato

ma, ad ogni modo,

io

non posso

450

dimenticare che quando fu presentato alla Camera

di-

il

segno di legge per la creazione di un grande Istituto Militare nel Mezzogiorno d'Italia, chiesi l'aiuto Vostro per l'at-

tuazione di cosiffatto pensiero nazionale, e Voi con un discorso improvvisato ed assai efficace contribuiste moltis-

simo a fare approvare quel combattuto progetto.

Con profondo ossequio

con molto

affetto sono

Vostro

N. MarsEi,!,!.

[Principe

389.

Camporeale a Crispt].
Palermo, 23

ott.

88.

Caro Crispi,

Ho

molte cose a

dirvi,

ma

prima

nermi dal congratularmi con voi


ferma ed oculata che ha rialzato
di

quanto non

Siciliano e

di tutto

non posso

aste-

e col paese per la politica

prestigio del paese pi

il

lo sia stato dalla costituzione del

Regno. Come

come amico vostro me ne congratulo

me

ne

compiaccio...
aff.

ma

amico

Paolo di Camporeale.

[Crispi alla Regina

390.

Monza].

{Telegramma).
Roma, ij/ii/88
ore

A
le

M.

la

Regina

Mi permetta V. M.

che, in

presenti

S.

nostri

omaggi ed

pleanno del suo augusto

Monza,

nome mio
i

figlio.

g,3o ant.

e dei miei colleghi,

pi cordiali auguri pel com-

Regina

madre, son sicuro

431

si

degner accogliere con benevolenza l'espressione dei nostri

devoti sentimenti pel giovine principe,

il

quale, fedele alle

un

tradizioni de' suoi gloriosi predecessori sapr reggere

giorno con sapienza e con vigore questa Italia che sin dai

primissimi anni ha imparato ad amare.


Crispi.

[Lemmi a Crispi

391.

Roma].
31 dicembre 1888.

Mio
lya

zione

caro Crispi,

tua energia,
ti

il

tuo ingegno e la potenza della tua intui-

fecero ottenere dei grandi successi e chiudi l'anno

con una votazione splendida, giusto compenso all'occhio


tuo pratico e decisivo.

riuscirai a raddrizzare le sorti della Patria

perch

sei

sulla via diritta di ogni cosa nobile e vera.

Salute sempre vegeta: amici veri attorno a

tua famiglia, sono

gli

te, felicit alla

augurj pel nuovo anno


del tuo vecchio

amico

Ap. IvEMMI.

[Crispi a Cialdini

392.

lyivorno].

Roma,

Mio
I^e

4 gennaio 8g.

generale,

restituisco,

ringraziandola sentitamente,

il

fascicolo

delle lettere particolari per Tunisi.


I,a lettura dei

documenti mi ha convinto

dei nostri governanti e come,


si

della inabilit

con un contegno pi corretto

sarebbe potuta evitare l'occupazione della Reggenza.

Or tocca a me

di subirne le conseguenze.

432

Spero di vederla

il

pi presto in

Roma

e di poterle strin-

gere la mano.

Con

gli

auguri cordiali pel nuovo anno mi grato intanto

ripetermi

Suo dev.mo aff.mo


F. Crispi.

[Michele

393,

Amari a

Crispi],

Roma, 18

del

i88g.

Caro Amico,

Mi

si

dice prossima

una infornata

in obbligo di ricordarvi
e in tutta l'Europa

il

come

nome

come

mi sento

principe degli studi linguistici.

Il

un galantuomo. Proposto
fu scartato per insistenza non so di chi

pi importante mi pare che


credo da Baccelli,

di Senatori. Io

dell'Ascoli riverito in Italia

egli

israelita!

Scusate l'ardire e credetemi sempre


Vostro aff.mo

M. Amari,
Graziadio Ascoli fu nominato Senatore pochi giorni dopo questa lettera,
il

26 gennaio.

[Enrico Ferri

394.

Crispi].

{Riservata),

Roma, 26
Illustre

del

i88g.

Signor Ministro,

Mi permetto di dirigerle una franca parola.


Avendo veduto che si parla di nuovi Senatori, il mio affetto
e la mi a venerazione per UDO dei miei maestri mi determinano
a proporle

il

nome

di Pietro Ellero.

433

Cultore illustre di scienze giuridiche e sociali,

suonerebbe bene

all'inizio della

guriamo feconda

di

buona

provvedimenti

Comunque, m' grata

il

suo

nome

sessione, che tutti au-

sociali.

l'occasione di dirmi

Suo dev.mo ed ohhl.mo

Enrico Ferri.

S. E. Francesco Crispi

Presidente del Consiglio dei Ministri.

Vedo ora, in quanche giornaleil nome dell'Ellero


P. S.
Mi auguro che la notizia si avveri.

Pietro Ellero fu nominato senatore con decreto della stessa data di

questa lettera.

[Bovio a Crispi

395.

Roma],
Roma, 27 gennaio i88g.

Illustre

Un

giorno parlandosi di senatori da nominare, io vi pro-

nome di un uomo che onora la scienza, la cattedra e


nome italiano all'estero, il prof. Arnaldo Cantani. Mi

posi
il

Ministro amico,

il

v.

rispondeste:

Non nomino

Ora leggo molti nomi

senatori: lo ricorder.

Senato e

di candidati al

Cantani che ha reso tanti servigi

il

nome

di

allo Stato, alla provincia,

a Napoli, nei Consigli di sanit, tanti servigi agli ospedah


alla scienza, alla cattedra io

natore,

Semmola

nomati

di

Napoli

fede che sia

Con

leale

,
il

non

lo leggo.

Tommasi

era se-

Cardarelli deputato, e de' medici ri-

pi dotto sar

una pura dimenticanza

il

dimenticato

della

Ma

ho

stampa.

stima

Giovanni Bovio.
Illustre

Crispi Presidente del Consiglio.

Anche Arnaldo Cantani


26 gennaio.
28

fu compreso nel niunero dei senatori nominati

434

[Pietro Ellero a Crispt].

396-

Napoli, ZI gennaio Sg.

Eccellenza

Poich

la

Maest

al dolce servigio

patria,

contesomi

de' cittadini, io accolgo coll'animo


la

nomina partecipatami

vita degli stati, io auguro

Principe sempre pi

il

la forza, e nella libert,

ne

seguano

immortali) la felicit e la gloria d'Italia.


il

possibile per

suffraggio

e riconoscente

sua de' 27 del pre-

colla venerata

dimostra nel popolo, che

dal

commosso

sente. Dalla incrollabile fiducia, che

tutto

bont mi richiama

del Re, per sua sola

della

che la

(legittimi frutti e

Da

parte mia io far

dimostrarmene degno mentre a

signor Presidente, che interpreta


generoso, godo di attestare

un pensiero

s forte

lei,

e s

miei sensi riverenti e grati.

D evotissimo

suo

Pietro E1.1.ER0
Senatore del Regno.

[Principe di Bismarck a Crispi].

397-

{Telegramma).
Berlin,

1/4/1889.

Son Excellence Monsieur Crispi


President du Conseil - Rome,
I^es

annes finiront par entamer mes facults, mais sans

jamais atteindre l'amiti qui nous

lie.

Je remercie Votre

Excellence des voeux et des bonnes paroles de son telegramme


et j'y retrouve avec plaisir les expressions des sentiments que
je

voue

la personne et la patrie de votre Excellence.

Bismarck.

435

[Alfredo Baccarini a Crispi].

398.

Roma, 13/4/89.
Illustre

Tempo
secondo

Presidente,

mandai a Voi, quale Ministro

fa

verbali

le

intelligenze,

l'elenco

dell'Interno e

dei

salvatori

di

Garibaldi nel 1849 P^^ Comune di Ravenna. I^'elenco contiene le note personali e lo stato di famiglia ma a comple;

mento parrai utile unirvi anche l'accluso opuscolo illustrativo.


Sempre ai vostri ordini se e quando vogliate conferire
in proposito, mi riconfermo colla usata alta stima ed amicizia.

Dev.mo
A. Baccarini.

[M ordini

399.

a Crispi

Roma].
14 luglio iS8g.

Caro Crispi,
Sto per andare a Barga,

ma

prima

di partire voglio

con

sincerit d'amicizia esporti alcuni miei pensieri.

Quando

ci

vedemmo

ieri l'altro io dissi

eccoci qui due

Destinati a scomparire presto tu


Pur troppo vero Bisogna dunque, dico

della vecchia guardia


ripigliasti

io

Tu

adesso, pensare al poi.


eccelse cose

molte

per la patria hai operato

pi potrai se

ti

basti,

come

fin

qui

desidero,

spero ed auguro, per parecchi altri anni la vita. Dall'indirizzo della politica estera lecito aspettare onore, gloria,

aumento

di

potenza all'ItaUa. Potr dare

utili l'indirizzo

dato alla politica intema

sempre pi crescente del radicalismo


No, quando

ganda

la si lasci

clericale ,

sia

effetti altrettanto
Si,

quando l'onda

fermata e n' tempo.

ancora avanzare. Vedi

dentro casa in ispecie,

meno

la

propa-

temibile di

436

quella radicale.

schiere, l'audacia

greta che palese.

ma

pure erronea,
chi

un

favore di questa sta, oltre

numero

il

delle

grande e l'attivit grandissima, cos se-

Ne

accresce poi la forza, l'opinione, sia

molto diffusa per che nel Governo man-

sufficiente riscontro di convinta opposizione,

ne

sia

convenientemente organizzata la difesa nei molteplici rami


della amministrazione. Se tu gridi all'errore, ai calcolati e

interessati inganni, io sar

l'opinione che
i

con

te,

ma

ci

va prevalendo sempre pi

non distrugger

nelle file di tutti

sinceri amici dell'ordine di cose fondato dai plebisciti.

Entrare in particolarit, ricordare tutte

le

manifesta-

zioni radicali avvenute da un anno e mezzo ad oggi


elettorali, segnalare

ed

ziaiuole

il

violento linguaggio e le

esplosioni di collera dei maggiori fra

programma

e piaz-

radicali, riferirsi al

dei pi pacifici pubblicato dal Bedeschi, che in

ogni giorno vuol essere strappato un brandello dell'autorit


regia tanto che giunga

il

giorno del

tramonto,

placido

tener conto che la stampa della Capitale quasich tutta


radicaleggiante ed a te nemica,
quella

Provincie, tutto

delle

come pure

questo

in gran parte

inutile a scrivere

perch troppo risaputo. Rimane questo solo che tu hai una

immensa

responsabilit di fronte all'Italia ed al nostro

Re

che in te ha collocato ogni sua fiducia. Francesco Crispi

il

quale ha solennemente affermato a guisa d'assioma che la


Monarcliia

ci

unisce mentre la Repubblica

ci

dividerebbe,

non pu e non deve tollerare che il radicalismo cresca tanto


da condurre inevitabilmente, fatalmente alla guerra civile, ossia, come tu stesso dicesti in sul finire del nostro
colloquio, alla distruzione della patria.

Pensaci su un momento.

con

te tiitto

il

maggioranza

Ferma

l'onda radicale ed avrai

paese liberale monarchico e nella Camera una


sicura,

convinta,

salda,

soddisfatta

della politica estera tua che di quella interna.

tutto

il

Re

ti

sar riconoscente.

tanto

prima

di

437

Ho

scritto in fretta

come

cuore ha dettato. Noi patrioti

il

quando

disinteressati, e vecchi amici,

ci

parliamo dobbiamo

parlare a cuore aperto, pronti a soccorrerci vicendevolmente

in tutto quello che possibile, d'opera e di consiglio.

rimanga

conforto grande di credere che

il

le

ci

intenzioni

sono bene interpretate.


Se da
sia

me

pu occorrere qualche cosa ora o

ti

capace di

poi ch'io

fare, disponi.

Tuo

affezionatissimo

Ant. Morbini.
[Crispi a Cialdini

400.

lyivorno].

Roma,

Mio

Generale

Mi accingevo

E dovevo

a scriverle, allorch

due cose.

Spagna gradisce

di

seconda
di

riferisce

si

1889.

agosto

mi giunse la sua d'ieri.


la Regina Reggente

prima che

I^a

nomina ad Ambasciatore.

la di I^ei

ad una

risposta, che

I^a

avevo promesso

darle.
Il

dirle

palazzo dell'ambasciata a Madrid propriet italiana,

va mobiliato a spese

dell'erario regio.

Resta inteso che in caso


nel

Regno per prendere

che sono mobilizzati.


zio la

spada

di

il

di

guerra V. E. dovr ritornare

Comando

I^'Italia

di uno degli eserciti


non potrebbe lasciare nell'o-

Enrico Cialdini.

Fortunatamente siamo ritornati ad uno stato


Ignoro se durer
gli sforzi

ma

lo spero, e

di

calma.

da parte mia far

tutti

perch non scoppi la guerra.

un cenno

Col desiderio di
dell'

E.

di risposta,

mi

ripeto,

V.
Devotissimo.
V. Crispi.

Molti giudizi severi su Enrico Cialdini sono stati prontinziati.

cuno non infondato.

Ma

di quale, degli

uomini maggiori,

la storia

qual-

pu

lo-

438

dare tutti

gli atti ?

Quello che pu dirsi con piena siciurezza questo, che

nella sua lunga esistenza

dalle guerre di Spagna dove

si

rec per

ammae-

strarsi nell'arte militare, all'ambasciata di Parigi, che fu l'ultimo ufficio

pubblico da lui effettivamente tenuto.


zionali di

mente

Enrico Cialdini rivel doti ecce-

e di carattere. Siille responsabilit sue nella

del 1866 e circa le

campagna

divergenze col re Vittorio Emanuele per la condotta di

pubblichiamo im giudizio inedito che non potrebbe essere pi autoUmberto. Esso contenuto nella seguente lettera di-

essa,

revole, quello di re

retta al generale Bettole- Viale, ministro della guerra

Monza,

Ho

Reggia 2 agosto z88g.

ricevuto la sua lettera di cui I<a ringrazio. Sono lieto che

Cialdini abbia accettato

il

comando

di

il

Generale

un'armata ovxmque questa fosse de-

ad operare.
Mi pare superfluo ritornare sulle postume pubbUcazioni di telegrammi
dei quali non si pu determinare precisamente n il concetto, n l'importanza, se non risalendo al momento ed alle circostanze in cui sono stati
scambiati. Certamente non onesta n patriottica l'opera di coloro che ne
stinata

faimo oggi argomento di discussione.

E per se ci pu, ma per pochi istanti,

turbare la passeggera opinione pubblica gazzettiera, non ha davvero nes-

suna presa sull'animo mio, n su quello di tutti coloro che amando la patria
venerano la memoria di Mio Padre e s'inchinano allo splendido passato
del Generale Cialdini. Quando per fossero avvenuti fra Mio Padre e ed
il Generale Cialdini gli urti che oggi si vogliono con basso animo risollevare,
Io, il solo che ha il diritto di parlare e scrivere nel nome del Re Vittorio
Emanuele, mi faccio sicuro interprete del pensiero e del sentimento Suo
affermando che Vittorio Emanuele, oggi vivente, insisterebbe al pari di

me
il

perch

il

suo ingegno,

Generale Cialdini riponga al servizio del paese e dell'esercito


il

I<a autorizzo

suo valore,

la

sua esperienza.

a trascrivere tutto ci

al Generale Cialdini, cui porger

affettuosi saluti.

Mi

creda con sentimenti di viva amicizia


aff.mo

Umberto.

401.

[Cialdini a Crispi

Roma].
Livorno, 14 agosto i88g.

Eccellenza,

Alcune lettere a

me

mi rendono informato
troverei.

dirette
della

da vecchi amici

di

Madrid

pessima accoglienza che vi

439

La voce

corsa, ch'io dovrei tentare di attrarre la

Spagna

nella triplice alleanza, solleva a priori l'opinione pubblica

contro di me, poich la gran maggioranza vuol conservare,


nel caos di

una conflagrazione Europea,

tralit, consigliata

la pi stretta

neu-

pur anche dalle condizioni finanziarie

dello Stato.

La mia nomina
ai

poi sarebbe considerata

sentimenti religiosi della Spagna e

come un

oltraggio

produrrebbe un'al-

zata di scudi cattolici contro lo scomunicato che ha com-

battuto contro

il

Prego dunque

Sacro Pontefice.
l'.

V. di rinunciare all'idea di mandarmi

a Madrid, ove la mia presenza riuscirebbe probabilmente


funesta agl'interessi nostri
col

meno

conosciuta,

ove qualsiasi altra individualit,

non avendo commesso

miei peccati,

p trebb 'essere meglio accetta e pi facilmente in grado di


servire la politica del Regio Governo.

Comunque
che rinuncio
S.

M.

il

Re

sia,

stimo dover mio di dichiarare

definitivamente

all'onore di

all'.

V.

rappresentare

presso la Real Corte di Spagna.

Voglia gradire l'. V. l'espressione dell'ossequente e grato

animo mio.
Devotmo obbmo

Enrico

[Crispi a Cialdini

402.

Livorno].

Napoli,

Mio
Io

Generale

Ciaijdini.

z6 agosto

89.

non posso nasconderle che mi ha

fatto

una penosa

impressione la sua del 14. Ormai, con mio grave rammarico,


sento non dovermi opporre alla volont dell'E. V.,

non per questo approver i motivi onde stata mossa.

ma

440

Ignoro quale sar l'avvenire della Spagna

con animo sicuro ch'essa pu aver bisogno


alleate

non queste

In quanto

ai

di

sentimenti cattolici delle popolazioni spa-

delle pagine gloriose della vita

battuto

il

dell'B.

potere temporale del papa

di dolersene

potenze

lei.

gnuole, ho molte ragioni per dubitarne.

una

affermo per
delle

figli

di coloro

Comunque

non hanno ragione

che nelle ultime guerre

civili

massa

preti

bruciarono chiese e conventi e fucilarono in


e frati per aver difeso

Don

Carlos.

Mi creda intanto con vero

affetto.

Devotiss.

F.

[Il

403.

Re

sia,

V. l'aver com-

a Crispi

Suo

Crispi.

Napoli].

(Telegramma).
Monza, 13/9/89.

Rattazzi mi ha comunicato

bene

si tratti di

il

di Lei

telegramma.

cosa non grave e mi rassicuri

non posso tuttavolta per

il

sincero

il

Seb-

vigore suo,

affetto che

le

serbo

sottrarmi ad una viva impressione. Desidero perci che


Ella mi dia subito direttamente sue notizie e

tanto

le

mando

in-

pi cordiali saluti coi voti che inspira una forte ami-

cizia.

Aff.mo

Umberto.

Questo telegramma allude


di Enrico Caporali.

alla ferita riportata

da Crispi nell'attentato

>/

mm.^asmmtatmi3im,

GIUSEPPE VERDI.

441

404-

{e s.)

{Telegramma).
Monza, ig/g/Sg.

Regina

lya

alla quale per espresso

municato nei giorni

suo desiderio ho co-

scorsi a Stresa le notizie di I^ei m'in-

carica di mandarle ora le sue felicitazioni per la salute cos

prontamente ricuperata e

di esprimerle in

nome suo

e del

nostro Vittorio l'ansiosa parte presa al pericolo che Ella

ha scampato e
lyC

stringo la

sentimenti del loro sincero affetto per

mano con viva

I^ei.

amicizia.

A ffezionatissimo
Umberto.
[Bovio a Crispi

405,

Napoli].

Napoli, I ottobre 188 g.

Con animo sinceramente

lieto

ho appreso

la vostra

rigione, e letto le vostre libere parole al Sindaco.


il

desiderio di rivedervi per

che a voi corre per

Leggerete nel

fini

frenato

non confondermi con certa

folla

elettoraU.

Roma

modo

colloquio riferito in

Ho

gua-

di oggi

poche parole del nostro

vero che onora voi e me.

Non mi

dorr di qualunque partito voi seguiate, perch in questa


lotta

come

nelle

altre sento

di

comportarmi impersonal-

mente.

Con

leale

affettuosa stima

Vostro

G.

Bovio.

[Cavalletto a Crispi].

406.

Padova, add

ottobre

i88g.

Eccellenza,

Mi rallegro con V. E. della ricuperata sua salute, ma pi


mi rallegro col nostro paese che da V. E. attende la conti-

442

nuazione di una politica interna ed estera, che all'interno


favorisca

il

civile e giusto progresso e all'estero

rispettato e onorato
I

il

nome

mantenga

italiano.

nemici della Patria combattono con ogni arme questa

politica,

che ad

essi

impedisce di asservire

l'Italia al partito

rivoluzionario francese, o alla proteiforme setta gesuitica,

che impera nel Vaticano.


nemici, per

fini

Gh

contrarii

le insanie dei nostri

attentati delittuosi

di

cotesti

momentaneamente d'accordo,

scimiottanti

le

aberrazioni dei

centi liberali dello scorcio del secolo passato,

sedi-

danno forza

alla politica dell'B. V.,

che voglio sperare concilier tutti

ed onesti

devozione immutabile

leali

italiani nella

Re

al

e alla Patria.

Gradisca V. B. queste mie cordiali congratulazioni e

miei voti.

Suo dev.mo

Alberto Cavalletto, Dep.


[Bovio a Crispi],

407.

Napoli, 21 settembre 8g.

Illustre Presidente,
II

Deputato Ungaro non mi ha favorito nessuna

Con la vostra autorit personale

nistro

lasciato

risposta.

da parte

il

Mi-

potevate nel tempo della vostra dimora tra noi

unire tutto

il

partito liberale per le prossime elezioni napole-

tane, escludendo
fatto.

colpiti dalla inchiesta, e

non

zia napoletana e

non

lo

avete

la

democra-

l'avete curata. Ci porter

danno a

Vi avrebbe secondato, in questo proposito,

Napoli, alla parte Hberale, ed

al

Governo.

Parlo oggettivamente. Oggi finisce la mia azione personale


e comincia l'opera del Comitato. Sparisco io e spero

non spa-

riscano le mie buone intenzioni.

Con

leale antica

stima abbiatemi

Vostro

Giovanni Bovio.

443

[Crispi a Bovio].

408.

Napoli, I ottobre 1889.

Onorevole Deputato Bovio,

Non sono ancora bene ristabilito in salute e oggi per la prima


volta sono uscito di casa dopo l'attentato alla

mano

di

un individuo che

Per Napoli,

il

Governo

lazione che precede


elettori

compiere

il

il

si

del

Re

disse la sua parola nella re-

decreto del 23 dicembre 1888, Sta agli

da

loro dovere e

della Citt e della Provincia. Il

da fare e deve tenersi estraneo


contendono

si

Bisogna che

il

mia vita per

disse repubblicano.

essi

dipende l'avvenire

Governo

null'altro

aveva

alle parti politiche, le quali

potere locale.

le parti politiche si ordinino,

che conquistino

con l'onorabilit e la capacit delle persone l'opinione pubil mio impulso. Se questo non l'hanno
non sanno farlo, peggio per loro.
Non ho visto il deputato Ungaro, non so ci che avrebbe

blica senza attendere


fatto, se

dovuto chiedermi e ignoro quindi quale risposta attendevate

da

lui.

Sempre con

affetto

Vostro
F. Crispi.

[Rattazzi

409,

(junior) a Crispi].

Monza,

E cerno
S.

M.

il

il

i88g.

gradito molto la comunicazione del tele-

Parigi, che

ziarla, inviandole
Il

ottobre

e caro Presidente,

Re ha

gramma da

34

pure

ha ritenuto, e m' incarica


i

di ringra-

suoi pi affettuosi saluti.

Generale Revel mi ha mandato copia del ricorso che egU


senatore Rossi

desiderebbero

di

rassegnare personal-

444

mente a S. M. il Re; ma riconoscendo


una risposta concludente se prima non

di

non poter sperare

noto a S.

M.

l'opi-

nione dell'K. V. cariss.ma mi ha incaricato di sottoporre


l'acclusa copia di ricorso all'esame di
di

rimandarmela o farmela rimandare

sua decisioni, ed superfluo


col consenso di S.
l'istanza,

M.

il

dirle

I^ei.

al

Abbia

la

bont

pi presto con

che tutto ci io

I^e

le

chieggo

Re, che gi ha preso cognizione del-

riportandone impressione non sfavorevole per

esplicite dichiarazioni riguardo

al

Vaticano

alla

le

razza

francese.

Prenda cura della preziosa sua

salute, e

mi abbia con im-

mutabile e devoto affetto.


dell'K. V.

Dev.

a-ff.

U. Rattazzi.

[Crispi a Rattazzi

410.

Monza].
Roma, 27

Amico
Quello che
S.

M.

il

il

ottobre 1889.

carissimo,

Conte Revel chiede un atto

Re non pu

farlo che per

mezzo

di

con

governo, e
la

firma di

un Ministro responsabile.
Il Re, come uomo, deve avere una religione, imperocch
io non ammetto ch'egU sia ateo e razionaUsta. Come capo del
potere esecutivo, come capo dello Stato, protegge tutte le
religioni, tutela tutte le libert.

Or non pu

il

Re assumere specialmente

missioni cattoliche all'estero, in virt della


torit,

S.

perch andrebbe in offesa a tutti

Stampa s'impossesserebbe del


Re intenzioni non sue.
Avevo detto al Senatore A. Rossi che

lici.

I,a

M.

il

patronato delle

Sua Sovrana Augli istituti

acatto-

fatto per imputare a

il

il

governo era pronto

a proteggere all'estero l'Istituto delle missioni cattoliche.

445

siccome protegge, ed suo dovere, tutti

Ma

e tutte le associazioni di cittadini.

cittadini italiani

tutto questo

non ha

che fare col patronato regio.


Soggiunsi che eravamo pronti a riconoscere, a garentire,
a sussidiare anche

abbiamo

le

scuole dei missionari cattolici, siccome

fatto per le scuole private all'estero, purch le

missioni accettassero la sorvegUanza dei nostri Consoli,

metodi scolastici e

libri di testo

approvati dal Ministro

della pubblica istruzione.

Pi

di

Posto

questo non possiamo fare, n dobbiamo fare.


ci,

il

Conte Revel

si

rivolga al Ministro degli affari

Sua domanda sar esaudita. Qualora creda che


istanza diretta a S. M. il Re possa avere lo scopo da me in-

esteri e la
la

dicato, provvedere convenientemente.

Una

stretta di

mano

dal
vostro aff.mo

F. Crispi.

[Crispi a Verdi

411.

Busseto].

{Telegrammi).
Roma,

ijliijSg.

Giuseppe Verdi

Busseto

voi che avete fatto la mighore delle politiche, quella del-

l'arte,

l'omaggio sincero di un uomo, che, anche per merito

del vostro genio, altero di essere italiano.

Francesco

{Verdi a Crispi

412.

Crispi.

Roma]
Busseto, iSjiijSg.

la mia dell'arte; ma qualunque essa siasi


pu meritare una parola di lode dall'uomo che

Povera politica
ne son

fiero se

446

regge con tanto senno e tanta energia le sorti del nostro amato
paese.
lyode a voi.

Giuseppe Verdi.

[Crispi al Sindaco di Salemi].

413.

{Telegramma).
20 j 1 2 jSg.

lya

Re ha accordato
nuovo vincolo d'amore fra

preferenza che la Maest del

glorioso

comune

riesca

al

vostro

la Sicilia

e l'augusta patria italiana.

Facciano

nome

cittadini di Salemi che

il

principe che porta

del nostro sovrano, possa crescere lieto di

gli ricordi

un

titolo

il

che

grandiosi fatti del Risorgimento, e sicuro che,

occorrendo, saprebbero gl'Italiani rinnovarli.


Crispi,

Si riferisce al titolo di

al figlio del Principe

Conte di Salemi dato dal

Amedeo

Re

su proposta di Crispi

e della Principessa I<etizia.

{Ottone di Bismarck a Crispi].

414.

Friedrichsruh,

Chr ami
J'ai t

le

7 janvier

iSgo.

et collgue,

vivement touch de

la nouvelle

preuve de Votre

amiti en apprenant que Vous m'avez f ait expdier une caisse

de Votre excellent vin

que

la

d'Italie,

que j'apprcie d'antant plus

quaUt suprieure du vin de l'anne dernire m'en

fait anticiper les

avantages. I^s bons vins ne sont jamais

sans influence sur la qualit de la poHtique du buveur.


Iv'envoi vient d'arriver

en bon tat aprs avoir

fait

un

dtour de chemin cause pa la similitude des noms de lyauen-

burg et de I^uneburg.

447

Je prie Votre Excellence bien de vouloir accepter mes


plus sincres remerciments et d'agrer la nouvelle assurance

de mes sentiments

le

plus dvous

Tout vous
V. BlSMARCK.
[Bovio a Crispi

415.

Roma].
Napoli, 14 febbraio go.

Amico

illustre,

Considerate la parte della Camera nella quale io siedo,

il

mio carattere aborrente dal sollecitare favori, e leggete l'armio nel Roma di Buenos-Aires (i) che vi mando. Quale
intimo vostro ha mai scritto di voi cosi?
ticolo

Amate

il

vostro

G. Bovio.
In questo giornale

(i)

(n.

del 7 gennaio 1890), esaminando

pronunziato da Crispi a Palermo, osservava

il

discorso

Non si pu negare che dice alcune cose ardite e tali che altro uomo
Governo in Europa non direbbe. I,o Stato italiano deve es&&:^razionaUsta;
non laico, come diciamo noi, ma razionalista addirittura. In questa affermazione riappare tutto l'uomo della rivoluzione. Dice in altro luogo che la

di

lotta tra' partiti dev'essere d'idee; che questa lotta egli la vuole

governo non deve opporre


se

hanno

idee,

alle idee la violenza.

Invita

e che

il

suoi awersarii,

costituirsi in opposizione.

Dice in altro luogo, e questa mi pare per un uomo di Governo l'affermazione pi ardita, che l'espressione naturale del diritto militare non
l'esercito permanente, ma la nazione armata.

[Guido Baccelli a Crispi],

416.

Eccellenza,
I/a

Societ pel bene economico di

approvato
stra

il

il

cittadino illustre,

il

Capo

sereno nell'affermazione degli

mento

e la

Roma, dopo

discusso ed

suo statuto, riconoscendo nella Eccellenza Vo-

Nazione verso

Governo giusto forte e


obblighi che hanno il Parla-

Roma

del

Capitale d'Italia, I^o saluta.

448

applaude, pienamente fidente nella fer-

1^0 ringrazia e lyO

mezza

dei suoi propositi

Roma, 14

febbraio i8go.

Il presidente della Societ

Guido Baccelli.
[Francesco Ferrara a Cri spi

417.

Roma].

Venezia, ly /4/go.

Carissimo amico,

Mi son messo
da destarmi
ghito,

al lavoro,

la voglia di

come sono,

di far

ma

lo trovo cos ingarbugliato,

abbandonarlo, se non

fossi cos inva-

cosa che possa riuscire completamente

giovevole al vostro intento. Vi sono molti punti sui quali

mi sarebbe indispensabile interrogarvi presenzialmente a


fine di conoscere

il

partito a cui vorreste appigliarvi.

ci per via di carteggio,


assai lungo. Vorrei

non ne usciremmo che

in

dunque risolvermi a un atto

far

un tempo

eroico; tor-

nare cost, ove, libero da ogni altra occupazione e potendo


vedervi e consultarvi di frequente, spererei di spicciarmi

con

la

massima

sollecitudine possibile.

Se cos sembra anche a voi, occorrerebbe una vostra


tera in forma privata, con la quale

mi

let-

invitiate a recarmi

cost per motivi di pubbHco servigio, lettera che io possa


presentare al Cons. direttivo per ottenere

il

corrispondente

congedo.

B' soverchio lo aggiungere, che in ci non entra alcuna


restrizione mentale

tutto, s'intende, a

mio

carico.

Fra

di tanto

proseguo nel mio lavoro, aspettando un vostro cenno

di

risposta.

Vogliatemi sempre bene, quanto io ne voglio a voi.


//

dev.mo aff.mo

a.

ed am.

Fr. Ferrara.
L'illustre

economista era stato incaricato da Crispi di formulare im proBanca luiica di emissione. Questa let-

getto di legge per la fondazione della

44

efa conferma dichiarazioni di data posteriore, specialmente fatte da Cri-

Banca Romana,

spi diurante lo scandalo della

circa

suoi propositi di rior-

dinamento bancario.

[Manfredo Camperio a Crispi

418.

La Santa

di

Roma].

Monza,

li

18 maggio z8go.

Onorevole ex Collega,

A
dici

giorni arriver in Italia

il

Cap. Casati che or sono un-

anni io inviava sul fiume delle Gazzelle (Sudan Egizo)

ove si combatteva quella eroica campagna contro


sotto
Il

il

comando

Casati part

nostro

del

come

negrieri

Gessi-Basci.

reporter del

commerciale l'Esploratore e dopo

la

mio giornale geograficomorte gloriosa di Gessi,

pass delegato della Societ d'Esplorazione Milanese allora

me

da

Il

presieduta.

Casati nella sua carriera militare

brigantaggio e

come

Dopo 19 anni
gilia di

avere

il

ufficiale

si

distinse contro

il

ai rilievi topografici.

di servizio attivo nei bersaglieri ed alla vidiritto

ad una pensione

semplice puntiglio e tanto

come

addetto

le

si

dimise per un

istanze del suo Colonnello

quelle del Ministro della Guerra, affinch restasse al

servizio, nulla valsero. I^a Sfinge africana lo attirava colle

sue pene e le sue glorie.


Ora, ritornato fra noi, con una splendida pagina di sacrifizi

e di rara modestia,

non Vi pare che sarebbe

cellare quella demissione e fargli passare

il

gradi

caso di scan-

come

se fosse

restato al servizio in questi undici anni, assegnandogU la pensione? Potrebbe poi essere utilizzato nelle colonie o nel co-

mitato africano.
Casati non ha mezzi di sussistenza

medico condotto nel nativo villaggio

suo padre, morto, era


di

Ponte d'Abbiate

nella Brianza e le sorelle per vivere fanno ora le


a

maestre.

45

Non

una raccomandazione che Vi

sarebbe contraria

faccio

perch

oggi,

mie abitudini ne Voi l'accettereste;

alle

una semplice esposizione di fatti.


Certo sarei venuto a Roma e andato a Napoli per
riceverlo, ma forti cause morah e di salute mi vietano tale

soddisfazione, e poi, a dire

membri

il

vero,

non

vorrei trovarmi coi

Societ d'Esplorazione, di cui sono

della

presidente fondatore,

ma

bens

niente ascoltato.

giacch mi sono permesso di esporvi queste idee sul Ca-

sati,

lasciate che riguardo alla nostra bella Colonia Eri-

quanto disse

trea io ripeta qui

colazione in casa mia prima

gha era
Il

lo

Stanley ad una modesta

quando

di partire,

la

mia fami-

al completo...

Congo

ma quando

disse lo Stanley,

ora non vale

sar fatta la ferrovia che unir

il

un

basso

-penny

all'alto

Congo, ove questo re dei fiumi interrotto da una serie di cateratte, lo Stato del

Congo sar la pi

ricca colonia africana

Belgio sta ora costruendo quella ferrovia difiiciHs-

il

sima con parecchie

gallerie e vi

sono impiegati molti

italiani.

possiamo dire della nostra Colonia Eritrea:

1^0 stesso noi

essa diverr uno splendido possedimento commerciale ed

quando

agricolo

sia costrutta

da Monkullo a Keren, passando per

circa i6o chilometri

Steppa del Sceb e


dei

Mensa

una ferrovia economica

di lire

la

la valle del lyebka, tra gli estesi altipiani

a Sud, e degli

Habab

a nord. Questa ferrovia sti-

mata, grosso modo, da ingegneri e

mi trovai

di

lo scorso inverno,

ufiiciali del

Genio coi quali

non costerebbe pi

di

14 miUoni

corre tutta in terreno facile, innalzandosi gradata-

mente.

Monkullo 15 metri

met 865 metri s.

1.

Tale tracciato ha

m.,
il

s.

1.

m., Ain 450 metri

Keren 1450 metri s.

al

nord

s. 1.

m. (vedi

m. Qelaschizzo).

vantaggio su quello diretto di attraver-

come

Mensa al sud e gli


non s'incontrerebbe che una sola galle-

sare e toccare paesi colonizzabili

Habab

1.

45 i

ria di

poche centinaia

Keren.

metri

di

al

I^a diretta invece, di circa

Keren, vero che utilizza


di Saati,

ma

il

monte Mascialit

al

nord

di

130 chilometri|da^Monkullo a

tronco strategico gi in attivit

dopo Saati attraversa paesi difficilissimi e

sterili

e vicino a

Keren

di metri

riescirebbe quindi di nessuna utilit per le colonie

vi

un

salto rapido di parecchie centinaia

ormai a detta di

agricole le quali

tutti coloro che

diato sul posto, anderanno a svilupparsi a

Sud

hanno stuNord della

Mensa e Habab e lungo tutta la


dell'Anseba da Keren fino alla sua foce nel Barka.

valle del I^ebka, nei paesi

valle

I^a spesa poi per la linea diretta

sarebbe di molto superiore

all'altra.

Avendo

parlato

in

Massaua con parecchi negozianti


che fa molto commercio con

italiani e di Trieste, piazza

Massaua, credo che sar

facile trovare

una societ che

in-

traprenda quella ferrovia quando ne venga assicurato un


interesse sul capitale.

La

ferrovia Monkullo-Keren

l'difice

sar

couronnement

il

de

che Voi attraverso a tante lotte contro ignoranti e

gente di malafede avete cos coraggiosamente innalzato, a

onore e vantaggio del nostro povero paese.

Mi hanno
tonelli,

fatto

uomo

immenso

piacere

le

pubbliche lodi all'An-

raro per energia, intelligenza e perseveranza,

molto pi che parecchie volte in questi ultimi tempi dovette


nei rapporti col

comando

di

Massaua

far tacer

proprii

sentimenti per ubbidire agli ordini del Governo.


Vostro aff.mo

M. CampErio.
\Cnspi

419.

Mio
Poich

il

le

ministro Brini.
lunedi 28 luglio [1890'].

caro Brin,

Vespucci dal Callao non pu andare a Buenos-

Aires ch'entro

ritaUa,

al

un mese, vai meglio mandare due navi

quali

dal-

giungerebbero pi presto a destinazione.

45i

Nell'Argentina abbiamo tutto un popolo nostro e nella


guerra selvaggia dei due partiti dobbiamo garantirlo.

Ho

detto pi volte che bisogna tenere due stazioni navali

nei mari americani

Senza

di

questo

non possono

ed in

quelli delle Indie.

nostri

commerci ed

essere tutelati ed

il

nome

nostri connazionali

d'Italia

non pu essere

rispettato.

Fo

appello al tuo patriottismo.

L'aff.tno tuo

F. Crispi.

[Giuseppe Manfredi a Crispi

420.

Roma].

Firenze, iS ottobre 1890.

Eccell.mo Presidente,

Nel 1866 Napoleone

III,

rispondendo ad un memoriale

della Societ Nazionale Italiana sul Trentino, scrisse che

non l'avrebbe potuto ottenere, se non ristabilendo


buone relazioni con l'Austria. Mi ha ricordato la lettera

l'Italia
le

dell'Imperatore

il

Conte Festi che ne ha copia e sa dove tro-

vare l'originale. Se non la conosce, e pu giovare o piacere


all'. V. di averla, ci

benevolmente

Me

le

la

comandi.

Ad ogni modo

prova del desiderio

degni accogliere

di servirla.

professo con profondo ossequio.

Dev.mo ed obbl.tno
G. Manfredi.

421.

[Di S. Giuliano a Crispi

Roma].

Catania,

Illustre Sig.

Mi permetto farle omaggio


mia conferenza di Milano

della

in pari data le invio.

dicembre

z8go.

Presidente,
del

resoconto stenografico

sulla questione sociale, che

453

Ho

voluto apposta aspettare che fosse trascorsoli periodo

elettorale.
lya legislazione

sempre per
fessato

me

convincimento che

il

compito precipuo

moderno abbia per

lo Stato

mate-

di migliorare le condizioni morali e

lavoratori delle offcine e dei campi, nei limiti del

riali dei

possibile, e di

ch'essi

a favore delle classi lavoratrici stata

oggetto di studio speciale, e ho sempre pro-

rimuovere

le

cause legittime di malcontento

possono avere.

Ella con alto intuito d'uomo di Stato, ha gi iniziato in

una feconda opera

tal senso

propone

legislativa, che si

condurre a fine, malgrado tutti

gli

ostacoli che vi frappongono

Modesto gregario,

e vi frapporranno inveterati pregiudizi.

io sar lieto di recare a questa alta missione ch'ella

triotticamente assunto,

il

mio scarso ingegno m'ha

di fare.

Accolga

sensi della

mia

alta stima

ed osservanza.

Suo
A. di

[Tommaso

422.

Villa a Crispi

mando

dev.tno

San Giurano.

Roma].

Toritto,

Amico
Ti

ha pa-

tenue contributo della mia atti-

il

vit e di quegli studi speciali che

permesso

di

febbraio x8gi.

carissimo,

la Gazzetta del -popolo di ieri

ticolo assennatissimo che riassume

perch tu legga

esattamente

l'ar-

giudizi che

corrono sul disgraziato episodio della seduta del 31. Sono partito

da

torno

Roma
nella

hanno imitato

citt col conforto che

certi nostri

zione. Il voto del 31 stato

fare

ma

col cuore riboccante di indignazione,

mia

tutti

ri-

almeno

amici nella loro sfacciata evolu-

un voto

di dispetto di cui si

un'arma insidiosa a tuo danno.

avjrebber potuto vincerti

non

ti

hanno vinto

viso

seppe

aperto

cojl'insidi^,

non

454

mando un

Ti

sentimenti di

affettuoso saluto e l'espressione dei miei

devota ammirazione.

Tuo

a-ff.

T. Vii,i.A.

[Canonico a Crispi

423.

Roma].
Roma,

febbraio 18 g.

Eccellenza,

Col medesimo sentimento di simpatia col quale la salutai


alla

sua entrata

Chiunque ama
spi

suo escirne.

al potere, I^a saluto al


l'Italia,

non pu avere per Francesco

Cri-

che affetto e gratitudine.

Di V. E.

Dev.mo
T.

[Arnaldo Cantani a Crispi

424.

Canonico.

Roma].
Napoli, s/afiSgi.

Illustrissimo Signore,

Sono veramente dolentissimo del voto della Camera che


lasciare il Governo del paese, per

ha deciso V. Eccell. a
il

cui bene io spero ancora, che V. Eccell. possa e voglia ri-

prendere
sere,

le redini

abbandonate. Che se ci non dovesse es-

non resterebbe che

conservi intatti al paese

mente

speranza

la
i

beni da

nella politica estera,

lei

che

il

suo successore

assicuratigli, special-

da V. Ecc. cos gloriosamente e

con tanta fortuna condotta.

Mi abbia sempre, quale

fui e

sar con alta stima e profondo

ossequio,

Dev.mo obbl.mo
AjiNAi,DO Cantani.

455

[Gaspare Finali a Crispi].

425.

Roma,

Rester in

momento

ufficio, sin al

febbraio 18 g.

della consegna, per la

quale ho tutto predisposto.

Nel cessare

dall'ufficio

riconoscenza verso di
servi assunto

I^ei,

sento pi vivo

il

sentimento di

che mi stim non indegno d'es-

mi tengo grandemente onorato che

l'Eccel-

lenza Vostra mi abbia ora dichiarato la sua soddisfazione,

Faccio poi un fervido voto, anzi esprimo la fiducia, che


l'amicizia nostra durata trent'anni fra tante

vicissitudini,

per la memoria dei due anni passati nel Mimstero, col costante proposito di ben servire

il

Re e l'Italia, divenga ognora

pi vivace e pi salda.
I^a

prego a gradire la espressione di questi miei sentimenti

mentre con perfetta osservanza mi confermo.


dev.mo ohh.mo

Gaspare Finali.

[Antonio Gallenga a Cn's^t

426.

Roma].

Caro Crispi,

Sebbene quasi sempre dal lato opposto della Camera,


io credo

che tra noi debba essere quella stima che

sempre

fra loro

due galantuomini. Con

vi prego di leggere nel


del corrispondente da
talia,

ed un articolo

l'Italia

sore.

di

Naturalmente

Times

Roma,

devono

di ieri, gioved,

una

lettera

sulla Demoralizzazione dell'I-

fondo intitolato
si

si

questo preludio

Uw

pericolo per

parla di voi e del vostro succes-

Voi avete condotta saviamente ed eroicamente

politica estera.

Ma non

di ci che tratta

il

la

giornale inglese.

In Parlamento, nelle Finanze, nell'economia pubblica, nell'amministrazione della sicurezza pubbUca etc. in tutto vi

456

marcio e ormai nulla pu pi nascondersi tra quegli

il

esteri che
odii,

sono

Che

migliori nostri amici.

che l'America

la

Francia

che l'Inghilterra

ci disprezzi,

ci

ci

com-

pianga, naturale. Io non so che nuova razza di generazioni


si

sviluppi nell'Italia libera. Purtroppo voi della

Sinistra,

sopratutto quell'antipatico di Depretis allargaste troppo la

mano.

Ma

con tutto ci non

la politica

il

peggio. E' la

Mafia, la Camorra, la Malavita, le statistiche criminali,


coltello, la prostrazione delle

l'egoismo, l'ignavia, l'avvilimento generale di

da cui

si

il

menti, la corruzione dei cuori,

una nazione

sperava tanto. Io ho scritto in Inglese e in Italiano,

e nessuno

ha mai voluto badarmi. Adesso vi verr

la

le-

zione da pi scrii censori. Vogliali Cielo ch'essi sappiano


farsi sentire.

The

Falls,

Vostro sempre.
Chepstow England, ag maggio [px],

A. Gai^IvENGA,

427.

[Crispi a Giuseppe Tasca-Lanza

Palermo].

Napoli, ai agosto 18 91.

Carissimo collega ed amico,

Voi avete costituito l'Associazione Democratica, e ve ne

do lode. Bisogna per, ch'essa

metta all'opera e che

si

occupi di tutto ci che possa interessare


ly'Italia

democratica.

codici non riconoscono


di

uguagHanza, che sono

mettono differenza

Non
crazia e

I^e

classi,
il

il

nostre istituzioni ed

ed

ispirati

nostri

a quei principii

portato del nostro secolo, non

di diritti fra

si

nostro paese.

am-

diversi cittadini.

c'illudiamo per sul significato della parola demo-

non

si

ammettano

esclusioni.

Non dividiamo

ghesia dalla plebe, e lavoriamo perch

si

compia

la bor-

la fusione

dell'una e dell'altra costituendo l'unit morale del popolo.

457

I^a plebe

deve ricordarsi che tutto quello eh ' avvenuto in

questo secolo nel nostro paese, fu opera della borghesia:


a

lei si

devono

l'unit nazionale, la indipendenza della patria

dallo straniero, la libert dei cittadini. I^a plebe deve quindi

esser riconoscente alla borghesia, e dev'esser contenta che

dato un posto nel banchetto della vita.

le sia

Certo,

doveri della borghesia non furono ancora com-

ed a

piuti,

lei

compete quella parte del riordinamento so-

che deve assicurare

ciale

alla classe operaia

il

dovuto. Giova per riflettere che nella

l'

economica, alla quale assistiamo e che noi

dobbiamo prevenire

Deve

tori e vinti.

stessi

operiamo,

non vi siano vincimassima antica la quale

conflitti, afinch

applicarsi quella

canone di giustizia

benessere che

trasformazione

a ciascuno

suo

il

diritto.

Evitiamo, che sia sostituito un despotismo ad un

altro.

modo

stesso

I^a

plebe non deve schiacciare la borghesia, nel

che la borghesia non ischiacci mai la plebe, anzi ne fu ausilio

Con

tutela.

questi sentimenti

al lavoro, e far la

V Associazione democratica

si

metta

fortuna del paese.

Lboremus.
Vostro aff.o
F. Crispi.

^.y'

[Boselli

428.

a Crispi

Napoh].
Cumiana, 13

Con un saluto

meno

esatto

lyiguria.

cordiale e devoto le
di

glielo

uno

mando

dei discorsetti che

mando perch da

il

seti.

sunto

pi.

pi o

vado facendo in

quei miei concittadini,

da quella folta e gagliarda giovent, fu applaudito molto


e di cuore lo squarcio che le indico

con un segno.

Sentendo quell'applauso, che mi pareva


di pensieri e di opere,
il

mio animo

si

secondo

le

l'eco di tre

anni

sue patriottiche ispirazioni,

rivolto a lei lontano

sono certo che

s'ella

458

fosse stata presente quell'applauso le avrebbe data un'in-

tima, alta e viva soddisfazione.

Mi occupo
mia, dove

il

dell'ambiente della I,iguria, pi direttamente

radicalismo lavora e

clericali

non disarmano.

maggioranza, la grande maggioranza, patriottica.

I^a

In lyiguria la politica alta e forte e previdente davvero,


si

comprende.

farebbe bene

se guerra vi dovesse essere, la

suo dovere.

il

fuoco del patriottismo non spento. I^a poesia del

Il

nostro risorgimento spira negli animi


fervido.
le

I^iguria

Ne ho

la

il

culto della patria

prova toccando, come mi piace

fare,

note pi vibranti di quella sacra poesia, ne' miei discor-

non resisto alla tentazione di mandarle il sunto


di questo, appunto perch nell'effetto che ebbe, ho sentito uno di quei patriottici consensi che mi pare debbano
setti.

naturalmente venire a
Si
alle

goda Napoh bella

lei.

voglia porgere

miei complimenti

Signore e ricordare sempre con benevolenza


l'aff.

obb.

s,

P. BosEixi.

[Crispi a

429.

Primo Levi

Roma].

Napoli, 4lgbreli8gz, (4 potn.).

Caro Levi,

Stamattina vi mandai la lettera diretta da

me

al gior-

nale di Breslavia. Avvertite ancora una volta, che la mia

una

risposta.

Il plebiscito

per Nizza ha lo stesso valore di quello votato

dal popolo francese al 14 dicembre 1851, col quale

crava
si

il

colpo di Stato e

pu uccidere

si

si

consa-

riconosceva che con la violenza

la Repubblica.

459

Napoleone impose

I/uigi

alla

la cessione di

Nizza come patto

approvazione delle annessioni dell'Emilia e della To-

scana.

Non

Cavour, forzato, vi ader.

bisogna dimenticare, che Napoleone

formalit di delimitazione di frontiere,

guenza
talia.

attese tutte le

le quali

delle cessioni territoriali, per riconoscere

eran conse-

il

Regno d'I-

Napoleone riconobbe il regno d'Italia il 15 giugno 1861,

cio 3 mesi dopo che era stato proclamato dal Parlamento,


I/'Inghilterra lo riconobbe cinque giorni dopo.

Dite poi a cotesti repubblicani che

quando sono contro


libert.

il

plebisciti

sono

nulli,

diritto di nazionalit e contro la

Siccome vietato

il

suicidio all'uomo, vietato alla

nazione.
Il plebiscito del

la forza brutale.

riprese

il

14 dicembre aveva

Quardo questa

il

valore che

forza venne meno,

gli
il

dava

popolo

suo diritto e la repubblica legittimamente fu pro-

clamata in Francia. Senza

avuto alcuna ragione

di ci la repubblica

di sorgere

Non sappiamo, n dobbiamo

il

non avrebbe

4 settembre 1870.

discutere, se l'Alsazia e la

Lorena fossero tedesche o francesi ma se fossero francesi


neanche un plebiscito poteva privarle del loro carattere
;

nazionale.

In Francia

fa politica di dispetti e risentimenti

si

signori repubblicani dovrebbero andare a scuola

parlare del diritto di nazionalit,

pu

il

ed

prima

di

quale eterno e nissuno

distruggere.

Vi saluto.
L'aff.

vostro

F. Crispi.

Questa

le lettere

seguenti furono scritte a Primo I^evi perch se ne gio-

vasse nelle polemiche che l'insigne pubblicista sosteneva nell'antico giornale della Sinistra,

La Riforma,

46o

[7/ deputato di

430.

Nizza a Crispi].
Paris,

le

IO nov. 1891.

Chambre
des dpdts

Monsieur,

Vous avez demand, dans une lettre public par la Riforma


du 6 novembre et qui me vient seulement aujourd'hui sous
les yeux ce qu'aurait dit la France, si, au congrs de Rome,
cot de la question de l'Alsace-Iyorraine, on eut soulev
la question de Nice.

Gomme

deput de Nice

je

prends la libert de vous re-

pondre.
lya

France n'est pas l'Allemagne, Monsieur

elle le droit, elle

En

ayant pour

ne craint pas qu'on en discute.

1860, Nice s'est donne la France par

Depuis 30 ans

trat.

elle le

un

libre con-

confirme, en refaisant tous les

jours dans son coeur le plebiscite de 1860.

Kn
une
ne

1870 rAlsace-I^orraine a t

proie. Il

s'est

n'yeut pas de

prise,

comme on prend

plebiscite alors, mais, depuis,

il

pas passe de jour que l'Alsace-I/^rraine n'ait re-

un plebiscite de protestation contre la conqute.


Vous voyez donc, Monsieur, que les deux questions, au

fait

lieu de s'exclure, s'appellaient et

ment rapproches pour


respectueux

qu'elles eussent t utile-

l'difcation

des

hommes

de la Justice et du Droit des nations

d'tat

Raiberti.

[Crispi a Raiberti

431.

Parigi],

Napoli, 14 novembre 1891.

Signor Deputato,

Ho

la vostra del io.

nella lingua del

Ed

essendo voi nizzardo, vi rispondo

mio paese,

461

Rispondendo
gliai

alla

General Anzeiger di Eresia via, consi-

che non conveniva toccare la quistione delle naziona-

lit al

Congresso della pace di Roma. Discutendo cotesto

argomento, ne sarebbe sorto un vero


zieri si

ed

dissidio,

conferen-

sarebbero allontanati dallo scopo della loro riunione.

Voi date molta importanza


blicano ci

non

per

ai plebisciti e

un repu-

corretto.

I plebisciti violatori della libert o contrarii al diritto di

nazionalit sono nulli, per vizio sostanziale nulli. Si reg-

gono finch
il

la forza materiale

popolo pu rompere

sostiene

li

quo e pu riprendere sovranamente


Se

cessano quando

vincoli che lo legano al patto ini-

sua autonomia.

la

plebisciti avessero la eficacia

che voi vi apponete,

dovreste rispettare il plebiscito del 14 dicembre 1851 col quale


il

popolo francese, sorpreso ed abbattuto, approv

di stato di lyuigi

plebiscito

Napoleone e ne accett

una formula

il

colpo

la dittatura. Il

cesarea, contraria alla sovranit

popolare. Rifletteteci un po' perch con la vostra teoria

dareste ragione ai bonapartisti

quali chiedono l'appeUo

al popolo.

Iv'esistenza e la indipendenza delle Nazioni

essere soggette allo arbitrio dai plebisciti.

vono

non possono
]> Nazioni vi-

di diritto naturale, eterno, immutabile,

di armi,

n per volont

alcuna

mutazione.

ne per forza

di plebi cotesto diritto

pu

F.

[Crispi a Levi

432.

Vi mando
e la
le

mia

Crispi.

Roma].
Napoli,

Mio

ricevere

14

novmbre 1S91.

caro Primo,
la

risposta.

lettera

direttami

Prima che

la

dal

Tribuna

deputato Raiberti

le annunzii,.

falsando

mie parole, secondo l'onesta sua abitudine, giova pubbli-

462

La mia

carie.

mattina

led

risposta partita oggi


;

sar a Parigi merco-

dunque stamparla

potrete

nel foglio

della

sera.

Al 1860

miei avversarli, essendo io ministro di Garibaldi,

non ostante

decreto del 13 maggio, pubblicavano

il

nei

giornali che io, d'accordo col Mazzini, voleva fare la repub-

blica

poscia dissero e ripeterono che voglio la rivoluzione

e la invoco.
Il

1848 ed

barricate,

a cacciare

il

ma
i

1860 non
per

le

si

ricordano soltanto per

le

fortunate

arditezze popolari che al 18^8 valsero

Borboni, al 1860 a spingere

l'Italia

per la via

dell'unit.

Certamente
dimenticato

se

continuano a governare coloro che hanno


della rivoluzione italiana,

le tradizioni

scopi, la grandezza alla quale

seriremo all'interno,

ma

ci

miravamo, non

suoi

solo c'immi-

umilieremo sempre pi

di fronte

all'estero.

richiamare dunque

Il

le

origini

della rivoluzione, vale

richiamare la ragione della nostra esistenza.

Noi non ab-

biamo altre tradizioni. I^'unit ha la vita di 20 anni e la


monarchia la vita di 30 anni. I^'una e l'altra sono giova.ni
ed i governi che si sono succeduti dal 1860 iv poi nulla hanno
fatto per rendere forte e rispettata l'unit, gloriosa la

mo-

narchia.

E quando un ministro grida da Milano, dalla citt memorabile

di

per

le

giornate di marzo, la miseria e la umilt

governo,

gli si

il

tempo

di ricordare al

come base

popolo che la via che

addita lo porta alla perdizione e che bisogna attinger

forza al 1848 ed al 1860.

Milano

ci

siamo

sentiti dire parole

di

applauso

alla

Francia, la quale nulla fece e nulla proclam a favore del


diritto nazionale. Si pose

Nizza,

si

domand

un nuovo suggello

scusa, perch

il

alla cessiote di

popolo ebbe l'audacia

4^3

di protestare contro le offese fatte a Vittorio

due ottobre da fanatici

Bmanuele

il

francesi.

Destra ha ripreso la sua politica vigliacca e paurosa,

I^a

la quale non, solo toglie ogni possibilit di progresso,

ma

ci

fa indietreggiare.

Con

saluti cordiali a tutti gli amici.

L'aff.mo

vostro

F. Crispi.

433-

s.].

[e.

Napoli, is novembre i8gi.

Caro Primo,
Ieri

ho sbagliato

giorno

conto.

il

marted mattina, ed

La mia

lettera sar a Parigi

pu averla quel

signor Raiberti

il

medesimo. Quindi potrete quella sera stam^parle

tutte e due.
Il

Ponti parl del

accenn

valoroso soldato

e l'Opinione d'ieri

1866.

al

Per coloro che ignorano

la storia

contemporanea, l'elogio

e la data potrebbero far sorgere qualche dubbio.

Bisogna domandare
e

dove

si

Al 1860

dove

si

battuto

il

marchese

(i),

battuto valorosamente ?

giovani della sua et cospiravano, e molti erano

stati arrestati

da Maniscalco, ed

prigionieri

30 maggio 1860.

il

io

li

liberai in

un cambio

di

Gli stessi suoi coetanei al 1860, al 1862 ed al 1866 seguirono

Garibaldi. Narciso Cozzo, suo amico personale, mor


al

Volturno
Il

Angelo Muratori

al

da eroe

1866 fu ferito a Monsuello.

caso del 1866 sarebbe onorevole dimenticarlo.

Nelle giornate di settembre


della rivolta,

fu

visto

con una carabina sulla

il

il

primo ed

il

secondo giorno

marchese, sindaco del Comune,

spalla...

I^'insurrezione, fattasi generale, se

lazzo Reale, dove stette chiuso finch

ne fugg verso
il

il

pa-

Gen. Cadorna pot

464

liberare la citt dagl'insorti. Ricasoli


la

Destra costruiva

era

suoi valentuomini

tempo

il

- gli

daglia d'oro al valor civile. Il marchese pag

una

relazione,

diceva

stampata nella Gazzetta

le

non poteva

materno

Dal

me-

la

premio con
quale

Ufficiale, nella

essere altra la sua vita.

boia.

il

lato paterno,

borbonismo. Queste

il

tradizioni.

Suo nonno materno,


al

il

Palermitani manutengoli ed invocava

la supina ignoranza, dal lato

in cui

mand

di cui

il

marchese porta

nome,

il

1841 propose una risposta vigliacca a soluzione della qui-

stione degli zolfi

dopo
pose

con l'arbitrato

sciolta poi

che aveva dignit di

lo cacci via.

re,

popolari della Toscana e dell'Emilia, pro-

le vittorie

e non fu ascoltato

seppellendolo dopo

il

la pubblicazione della costitu-

nominato da Francesco,

zione. Cacciato Satriano, fu

nonno materno

presidente

1841

via,

quando
che

ci

diede

resti arbitrarli, tra

pi innanzi, e tra

Del

resto,

i
i

un

al

il

dis-

detto

principe

25 giugno 1860.

il

1'

onore di presiedere un'ammi-

le fucilazioni dello aprile e gli ar-

quali quelli dei nobili, dei quali parlai

non poteva

quali

due suoi

batterono contro
gio 1848, ed

marzo

fu deciso di darsi la costituzione al po-

polo napoletano. Egli ebbe


nistrazione

del Consiglio

Don Antonio Statella,

del marchese.

del Cassero. Stette al potere dal 16

And

e Ferdinando,

Al 1860 Satriano,

zii.

essere

il

marchese.

Generali, fratelli del nonno,

popolo nelle strade di Napoli

altro zio,

il

materno anche questo,

15

com-

mag-

fratello

della madre, cospir nel 1849 pel Borbone, essendo pretore


di

Palermo (Sindaco) e consegn


Il

valoroso soldato, che

ha

la Citt al

nemico.

tali tradizioni di famiglia, gio-

vane, nulla poteva fare per la patria.

Ed

ora basta.

Ho

scritto

troppo.

L'aff.

vostro

F. Crispi.

(i)

Antonio di Rudini.

4^5

[c.s.].

434-

Napoli, i6 novembre i8gz.

Mio

caro Levi,

Poich Bonfadini loda l'opera di Rudin del 1866, e la


gazzetta siciliana

continuo

ne vale pubblicando

se

Non avvenne mai

Palermo che

in

nelle insurrezioni

Ne

sindaco assumesse un contegno politico.


in questo secolo

daco rimase

non

al

Municipio per adempiere

il

ricordiamo tre

al 1820, al 1848, al 1860. In tutte,


alle

il

sin-

sue funzioni

contrario, n favorevole, rispettato da tutti. Al 1848

fu pi volte mediatore tra

Fu un

Governo e

il

gl'insorti.

caso nuovo quello del Rudin, di prendere la cara-

bina, della quale neanco

Ne

quell'articolo,

la storia d'ieri.

si serv,

e di mostrarsi minaccioso.

venne, per conseguenza, l'abbandono del Palazzo di

Citt, e l'assenza per otto giorni, cio finch l'esercito regio

occup Palermo, della polizia urbana, dell'annona, di ogni


ufiicio
Il
il

amministrativo, col danno della pacifica popolazione.

popolo distrusse

il

casino del marchese alla Olivuzza ed

palazzo di Palermo ai quattro Cantoni.

pi tardi, non so perch e con quel titolo

non era

il

colpevole

risarc

il

danno

in

Ed

il

perch
ly.

il

Comune
Comune

172.123 con deli-

berazione consiliare del 12 dicembre 1867.


Il

marchese prese

il

danaro,

ma

vendette

le

sue propriet

rinunziando al domicilio antico. Questo abbandono della


citt natia

prova

il

suo odio per essa, o almeno la di

lui

convinzione che non ne era amato.

In verit

cordando

le

il

Bonfadini non diede prova di prudenza

Nella mia lettera alla General Anzeiger

prendere come base

pace

lo statu

lettere
30

ri-

gesta del 1866.

quo

alle

dissi,

discussioni pel

territoriale.

che bisogna

congresso della

I,o stesso io dissi

neUe mie

a Desmarest per la costituzione degli Stati-Uniti

466

Dando

d'Europa.

in conseguenza ai plebisciti lo stesso va-

lore dei trattati, io

con

la

non intendo

I^a tolleranza nostra


i

suscitare

dissidio

per Nizza e Corsica, devono averla

francesi per l'Alsazia e la I^orena.

un

un nuovo

Francia.

Noi chiediamo una posa,

silenzio alla soluzione di questioni,

il

cui esame, la cui

discussione potrebbero essere causa di dissidii.


L'Italia fortunatamente
unit.
il

La

ha un doppio

natura, che la cre

plebiscito che la riconobbe,

quia nata
Il

ho detto pi

resto,
;

titolo

dalle Alpi ai

fondendo

per la sua

due mari

un

setti Stati in

awersarii non hanno ragioni per combatterci.

solo. I nostri

Del

una

volte, che la nostra nazione esiste

non aveva bisogno dei


come formola del

plebisciti per essere.


diritto

plebiscito,

pu ammettere. Se

si

ammettesse,

assoluto,

non

si

tiranni e gli usurpatori

avrebbero trovato la formula omicida della libert e della


nazionalit.
lo statuto, la legge,

Il plebiscito,

il

trattato intemazio-

nale contengono la formula del diritto convenzionale, del


diritto

temporaneo, imperocch nel diritto scritto nulla

havvi di perpetuo, altrimenti


I miei awersarii

si

rinnegherebbe

non hanno che

il

progresso.

dire di solido contro di

me. Potranno ingiuriare, calunniare, mentire,

ma

non

ra-

gionare per persuadere. Del resto, io sono quel che sono e

tassi

mia sventura spuntasse il giorno che fosse necessario


al potere, non avverrebbe mai che io affretquesto giorno, rinnegando il mio passato, rinunziando

alle

mie convinzioni.

se per
il

mio ritorno

Certamente non

si

corre nelle riforme legislative,

si

va

ma

non bisogna dimenticare la mta.


Ultimamente hanno scovato, che al 1878 io interrogai

a passi misurati

il

Consiglio di Stato circa l'efficacia della legge sulle guaren-

tigie pontifcie

e quel consesso la disse statutaria. Il Cor-

4k
fiere della Sera,

una

Moniteur de Rome, credettero aver fatto

il

scoperta.

s'ingannarono.

Io non credo immutabile lo Statuto, e per nissuna legge

fondamentale dello Stato immutabile.

avnso, e fu dolente
Consiglio di Stato.

Ma

B Mancini fu del mio

che io aveva consultato

1878

al

il

anche questo non ha importanza.

Fortunatamente, contro la volont di Visconti- Venosta


e dei suoi Colleghi, la I<egge sulle guarentigie legge dello

Stato e ne subisce

le

condizioni.

alcime potenze straniere, tra

le

Grazie al Vaticano e ad
quali la Germania, quella

non divenne patto internazionale. Il Parlamento


non ha vincoli da rispettare, e quando verr il momento
legge

potr fare quello che creder utile


Saluto

gli

all'Italia.

amici tutti e vi stringo la

basta

mano
L'aff. vostro

F.

Crtspi.

[Crispi a Ferdinando Martini].

435.

Roma, 27 dicembre 18 g.

Mio
Vi

caro Martini,

dissi d'aver letto

rapidamente.

vostro libro sull'Africa. ly'ho letto

il

povero avvocato

il quale anche a 72 anni


deve lavorare per vivere, ha poco tempo da spendere, tanta

Il

la copia dei libri che gli passan dinanzi,

son lieto che voi, non amico della nostra impresa

afri-

cana, siate diventato africanista. E' una conversione che

abbiamo

fatto

ambidue

io

prima, voi dopo.

Io combattei acerbamente l'impresa di Mancini limitata

a Massaua,

ma

poscia riflettendoci e studiando,

mi

convinsi

che se ne potesse trar profitto.

Voi
si

la

combatteste sempre, anche quando

le sorti d'Italia

eran migliorate sulle aride sabbie dell'Eritrea

batteste sotto la

mia amministrazione. Andando

la

com-

sui luoghi,

mutaste opinione,

da

v'invaghiste tanto dell'opera nostra

esservi ricordato, in un'et

non pi giovane,

di esser

poeta.
I ministri italiani

che io

iniziai,

spero anche oggi

That

is

sapranno giovarsene, compiendo quello

ed attuando quello che ho desiderato e che


?

the question.

Con questo, chiudo mandandovi, pel capo d'anno, augurii


di patria.
Aff. vostro

F.

Crispi.

{Cavalli, Cucchi, Miceli a Crispt].

436.

{Telegramma).
Roma, aylsIiS^s.
Crispi

inaugurante monumento che Palermo innalza

Garibaldi nel glorioso anniversario del 27 maggio, rappre-

senta pagina di storia dei Mille che parla in tutta la sua

grandezza

al cuore della nazione.

CavaIvIwI

Cucchi

Mandiamo
-

Francesco Micew.

[Ignazio Florio a Crispi

437.

saluti

Roma].

Palermo, 7 giugno 1S92.

Eccellenza,

Mi

si

presenta occasione di aver ricorso alla bont ed ami-

cizia di cui Ella

mi onora, per

indirizzarle

una

preghiera.

Si porta candidato nelle prossime elezioni comunali

il

mio cognato. Principe di Trabia, appoggiato da diversi


amici, i quali han dovuto lottare col partito democratico
che

gli fa la

guerra servendosi del suo organo che

Giornale di Sicilia.

il

nostro

469

meno

render

derio del

Ove
del

la

modo

in

mio congiunto
per

sommo

valore

Lei adesione alla riuscita del desie mio.

E. V. volesse esaudire

telegrafo

avrebbe

difficile la lotta,

la espressione della di

maggiore

la

mia preghiera, servendosi


obbligherebbe

sollecitudine,

tutto particolare chi ha l'onore di prefessarsi


della

E. V. Dev.mo

I.

[Crispi a Ignazio Florio

438.

(Telegramma)

Fl^ORIO.

Palermo]

I/ietissimo che Pietro

Lanza di Trabia entri nel muniun nome illustre che lasci

cipio palermitano, ricordando

per l'opera

affetti indelebili nei cuori dei nostri concittadini

umana

e virtuosa esercitata nel 1837.

Occorrendo autorizzo pubblicazione.


Crispi.

[Principe di Trabia a Crispi

439.

Roma].

Napoli, 23 giugno pa.

Signor Cavaliere,

Avendo
che

l',

saputo, in ritardo perch assente da Palermo,

V. ha appoggiato la mia candidatura a Consigliere

Comunale, mi affretto ad esprimerle

il

mio animo ricono-

scente per la sua cortesia e colgo quest'occasione per esternarle la

mia perfetta osservanza ed

alta considerazione.

Dev.mo

Pietro

IyAnz;a Princ, di

Trabia,

470

Hohenlohe a Crispi].

[Cardin. Principe di

440.

Villa d'Est e, Tivoli, 13 agosto iSga.

Eccellenza,

Giunto questa mattina in questo paradiso terrestre


(senza Eva)

voglio subito mandarl^e

ringraziamenti
ieri

sera

che

vi

legger

per

il

dall'ottimo

il

la

pi vivi e cordiali

Suo prezioso libro, consegnatomi


Primo I^evi, tanto pi prezioso,

dedica

dal

scritta

mio

buon

padrone

libro in questi giorni qui in questa pacifica e salu-

bre dimora, dove conto di restare tutta la settimana entrante, salvo qualche scappata per affari a

Roma. Domenica

21 corr. dobbiamo augurare ogni feUcit a Sua Santit es-

sendo festa di San Gioacchino, e poi spero di respirare un

poco d'aria migliore a Quisisana, dove


del Vasto

mi ha

Mi auguro
il

di

la vecchia

Marchesa

invitato.

vederLa presto

alla testa del

Governo, per

bene di questa seconda mia patria, e con

la

mi confermo

di

amicizia, rispetto e venerazione

pi sincera

Vostra Eccellenza
Aff.mo servo

Gustavo Cardinai^e di Hoheklohe.

[Crispi a Levi -

441.

Roma].
Napoli,

Mio
I

ed

trattati,

Sono

plebisciti,

di

rivendicazione dovr
alla storia

ghe siano francesi

le

leggi,

nazionalit

atti di autorit

mente

agosto

iSga.

caro Levi,

principio

il

16

ed

che violano la libert

non costituiscono

che s'impongono, e che


distruggere.
alla geografia,

le terre al di

il

Cavallotti,

diritto.

giorno della
contraria-

ha potuto riconoscere

qua del V^ro

e che la patria

471

di Garibaldi
tristi,

non

A noi,

sia pi italiana, (i).

permesso soltanto

il

durante

tempi

silenzio.

Natio quia nata, ricordatevelo.

Noi non siamo


ed impediscono

lavoro lento

previdente e nazionale.

grande e quale deve


tale,

rumoreggiano

irredentisti di mestiere che

il

ma

fecondo della diplomazia

Abbiamo per

essere.

mente

in

l'Italia

Se non giungeremo a costituirla

trasmetteremo in testamento

ai posteri

il

dovere di

compiere l'opera da noi cominciata.


Ci in risposta al vostro articolo su Nizza, ed abbiatevi

una

stretta di

mano
L'a-ff.o vostro

F. Crispi.
(i)

In occasione della inaugurazione della statua di Garibaldi a Nizza.

[Crispi a Barzilai

442.

Roma]

Napoli,

15

settembre

i8ge.

Caro Collega,

Giunto in Napoli, dopo una breve assenza, trovo una


vostra senza data, e subito rispondo.
Jeri fui di passaggio in

avrei in

un breve

potrei parlare

il

Roma,

e se ci fossimo visti, vi

colloquio spiegato

motivi pei quali non

20 corrente nella festa che volete celebrare.

Io non sono ateo.

Non combatto n

coloro che credono in

Dio, n coloro che non vi credono. Sono per la libert di


coscienza, e per la libert dei culti.
intolleranti
gli

uni e

della

fede

ed

Sono contrario

agl'intolleranti

gli altri ribelli allo spirito

umano,

della

agli

ragione,

partigiani del

despotismo.
I/'articolo

me

secondo del vostro statuto non pu essere da

accettato.

Ammetto che

religiosa in

bisogna combattere

pregiudizii,

non ammetto che debba combattersi


qualunque modo si manifesti.

le superstizioni;

l'idea

472

Giordano Bruno non era ateo. Le sue opinioni eran


provate dalla Curia pontificia

Dio

in

ma

il

martire

ri-

credeva

Ed

Panni aver detto abbastanza.


stretta' di mano.

ora abbiatevi

una

Devotissimo
F.

[Crispi a Carducci

443.

Crispi.

Bologna].

Napoli, 35 settembre i8ga.

Carducci carissimo,

Ho

letto

vostri versi magnifici.

In tempi oscuri,

vati furono educatori di popoli, se

vero quello che scrissero

Greci.

perch storia contemporanea


assonnata,
servaggio.

Noi per ricordiamo,


che quando

era

l'Italia

poeti la scossero e la spinsero a rompere

Auguro

Musa

alla vostra

l'atonia invadente

ci fa

il

eguale fortuna, oggi che

dubitare delle sorti della Patria.


Vostro di cuore
F. Crispi.

[Augusto Righi a Crispi].

444.

Verona, lafio/ga.

Egregio Amico,

.,

Vi scrivo una riga per

felicitarvi colla

parte pi affet-

tuosa dell'anima, del vostro compleanno verde di forza


sica,

intellettuale e morale. I^a

colo anticlericale di

un atto eminentemente

civile,

uomo

politico superiore, nel vero senso della parola.

religiosit

nell'uomo istintiva, organica, come la ses-

e d'un

La

Roma

fi-

vostra ultima lettera al Cir-

sualit, la propriet e la famiglia

come

le

aberrazioni del

nichiUsmo non attenteranno certamente con

efficacia

alla

473

riproduzione dell'umanit, volendo sopprimere la prima,


la sessualit, cos
giosit, sotto le
festa.

nessuna teorica varr a sopprimere

mille forme con cui questo istinto

la reli-

mani-

si

All'uomo politico spetta unicamente indirizzarla

bene, al miglior utile sociale.

Non mi

al

dilungo, vi felicito di

quelle belle e savie parole che sono degne di voi.


Il

vostro tempo prezioso, e perci vi stringo senz'altro

mano, augurando a voi ed


nel mentre mi protesto
la

alla vostra famiglia ogni felicit

Dev. Vostro

Augusto Righi.
[Barzilai a Crispi

445.

Napoli].
Roma, 15

ottobre

iSga.

Illustre Collega,

Innanzi tutto, credo doverle far


blicazione

non autorizzata

della

le

Sua

mie scuse per

Giordano Bruno. Credetti dover mio comunicarla


glio direttivo dell'Associazione,

ma

sarebbe stata pubblicata, ed essendo assente da

non credo Ella

si

pub-

al Consi-

non immaginavo che

giorno della conferenza non potei impedirlo.


trattandosi di idee che Ella

la

lettera all'Associazione

Ad

Roma

il

ogni modo,

non tiene certo a nascondere,

possa essere soverchiamente dispiaciuto

della pubblicazione.

vengo ad una cosa molto importante e delicata che mi

riguarda. Ella sa probabilmente quale guerra a coltello

hanno dichiarata alcuni


solo perch giunto alla
di avere in

me un

cosiddetti

Camera ho

mi

radicali intransigenti,

disilluso la loro

speranza

compiacente fantoccio da muoversi a lor

non solo mi hanno contrapposto nello Zucun candidato che si proclama repubblicano-rivoluzionario, ma hanno messo in opera tutti i mezzi per far scendedere in campo un moderato-intransigente, il Silvestrelli,
capriccio. Essi

cari

474

per confessione esplicita di alcuni capi

al quale,

Monarchica, l'avvocato Marucchi

messo

tra

questi,

dell'

Unione

hanno pro-

loro voti in caso di ballottaggio.

So da fonte sicura che

essi,

come arma

dell'ultim'ora,

rimetteranno fuori stolidamente la vieta questione della

mia naturalit

e dei famosi obblighi militari che io (neces-

sariamente) non avrei adempiuto in Italia


Potrei

facilmente procurarmi delle

dichiarazioni retro-

spettive e risolutive dagli uomini del Governo,

temente se
essi

io

mi

servissi di simile

mezzo

ma

eviden-

di confutazione,

parlerebbero di compiacenze al preteso

candidato mi-

sisteriale.

A lyci pertanto,

superiore ad ogni sospetto di compiacenza

e costituito in situazione di indipendenza assoluta,

mi

per-

metto rivolgermi perch voglia scrivermi una parola che


all'occasione possa essere resa di ragione pubblica.
Si rinnover l'accusa,
stok degli

(l'on.

Brin mi assicurava che lo

argomenti polemici del quale

si

sarebbe disfatto lo

Chauvet, ora a disposizione del Bizzoni), che io aspettai


il

28 anno non a caso, per chiedere la cittadinanza italiana.

Ora Ella

ed im giorno mi ha detto di saperlo, che

sa,

fin

dal

1882 io chiesi la naturalizzazione italiana al Depretis,

il

come era sua consuetudine, mise agU atti la domanda,


che rinnovai pi tardi quando col mezzo dell'amico Fortis
quale,

potei rivolgermi a
Si ripeter

I^ei.

pure che

la

cittadinanza stessa

mi

fu irregolar-

mente concessa.

Ma
la

mia

io so

che in occasione delle polemiche sollevate dopo

elezione, Ella assunse informazioni a Trieste dal con-

solato e seppe che

il

decreto era stato regolarmente e ragio-

nevolmente concesso.
I^a verit

che potei luminosamente dimostrare in seno

Giunta delle

elezioni, ove,

come EUa

sa,

alla

la questione fu

sollevata e che male potrei documentare oggi nei pubblici

475

fogli,

senza compromettere gravemente

famiglia che stanno a Trieste, questa

nata combinazione

come

noi,

talora accade,

nei registri della I^uogotenenza

missione, naturalmente,

persone di mia

le

che per una fortu-

fummo

messi

austriaca e contro questa

non protestammo mai.

Io faccio dunque appello alla di

I^ei lealt

ed alla di

I^ei

bont, perch voglia colla autorit di chi ha dovuto veder


cose da presso ed ha concesso un decreto di naturalit

le

a ragione veduta, di scrivermi una parola su quei due punti

mi

della quale io
assoluta,

varr, del resto, solo in caso di necessit

non rifuggendo

in ogni caso anche

pubblica-

alla

zione integrale dei documenti che posseggo se proprio


tirassero per

Mi perdoni

mi

capelli.

mi creda con

alta stima ed affetto

suo dev.
BARZII.AI.

[Crispi

446.

ad Arquati

Roma].

Napoli,

novembre

1892.

Egregio Signore,
Iv' onorevole

al 1882, cio

va

allora

il

Salvatore Barzilai chiese la naturalit italiana

appena arrivato in Roma.

Il

Depretis, che regge-

ministero dell'interno, non credette esaudirne la

domanda.
Al mio avvento
chiesta

da

me

mazioni sul di

al potere, egli ripet l'istanza e,

dopo un'in-

ordinata, essendo risultate favorevoli inforlui conto,

non

decreto alla firma di S. M.

il

esitai a presentare

il

relativo

Re,

Sono devotissimo suo


F. Crispi.

476

[Barzilai a Crispi

447-

Napoli].
Roma,

novembre i&ga.

Illustre Collega,
I/'

amico Arquati ha ricevuto

me

Io le aveva scritto che

la cortese

sua

lettera.

ne sarei servito solo nel caso

di necessit e poich la necessit

non venne,

l'ho

messa

nel-

l'archivio delle carte preziose.

Riceva una cordialissima stretta di mano e tanti


per

le gentili

saluti

Signore
dal suo dev.
S.

[Guerci

448.

aff.mo

Barzilai.

a Crispi],
Parma, 39 Xbre i8ga.

Signore,

Ill.stre

Mi compiaccio
d'anno

ma per la

di augurarle buon fine e buon principio


non per servilismo n per impromesse di favori,

venerazione che sento

pei pochi che

mi ricordano

la

fra tanto strazio d'ideali,

mia

Italia

magnanima ed

eroica.

Con profondo

rispetto.

Guerci
[E.

449.

Nathan a

ing. Cornei,io.

Crispi].

Roma,

L'onorevole Conte Antonelli


accettato di inaugurare
di

Marzo

Romano

e di Aprile

le

si

ci

6 febbraio 1893.

comunica come Klla abbia

Conferenze che nei prossimi mesi

terranno nel

Salone del Collegio

a benefzio della nostra Associazione.

Risposta diversa non

ci

attendevamo dal patriottismo

della S. V. tanto pi che le idee e gli interessi altamente


m.orali
si

e patriottici di cui la Societ

fatta organo

Dante Alighieri

non ebbero mai pi strenuo

propugnatore della

S.

V.

e pi efi&cace

4n
he porgiamo

perci

nostri pi vivi ringraziamenti per

veramente preziosa, che

la cooperazione

la S.

V. ha voluto

accordarci e I^a preghiamo di volerci con tutta sua

como-

dit indicare l'epoca in cui intende tenere la conferenza, ed


il

tema

di essa.

Accolga

nostri rispettosi e cordiali ringraziamenti

Per

il

Consiglio Centrale

E. Nathan, Vice Presid.


[Guido Mazzoni a Crispi].

450.

Padova, R. Universit 24 febbraio i8g3.

Eccellenza,

dar

I giornali annunziarono, pochi giorni fa, che V. E.


alla

Dante

Alighieri

Roma un

in

con una

efficace aiuto,

conferenza in favore della nobile istituzione.

Il

Comitato

Padova, che uno dei pochi operosi del Regno, e che,

di

anche per

ha gi potuto adoprarsi

la ragione dei luoghi,

utilmente per gl'intenti comuni, Le porge calda preghiera di

qua

ripetere

conferenza medesima.

la

per merito della

come

il

Fogazzaro,

il

illustri,
il

cesco Crispi

che

ci si

Dante

Carducci,

Alighieri
il

Lessona, e molti

modo che
;

il

tre anni

Panzacchi,

il

""1

altri dei migliori.

Padova,
Giacosa,

A Fran-

di volgerci senza l'occasione

presenta cos opportuna.

con animo fidente

Da

ha avuto conferenzieri

Martini,

non avremmo osato

spiacer ad ogni
cosi

Vostra Eccellenza non

Comitato padovano

e dell'ardita

domanda

I^e si
ci

volga

scuser

l'intendimento nostro.

A me

poi,

personalmente, questo

oficio

perch sono ammiratore caldo e costante di


patria.

tanto pi grato,
I^ei,

onore della

con reverenza mi dico

Suo

devoto

Guido Mazzoni.
(Presidente del Comitato
della

Dante

padovano

Alighieri).

47^

[Deputato Merlani a Crispi].

451.

(Telegrammi).
Torino, 29/3/93.

Deputato Crispi,

Roma.
lyeggo

giornale Secolo probabile vostra querela contro

Deputato

giornale Torinese pubblicante infami calunnie.

Torinese e

Avvocato Foro Torinese

offro miei servigi col-

lega e illustre patriota.

Meri^ani
[Crispi a Merlani],

452.

Roma, 29/3/93.

Avv. Merlani,

Deputato

Torino.

mia gratitudine a voi, ma permettetemi l'orgoglio di


creder non esser necessario all'et mia ricorrere all'autorit
giudiziaria per ottenere quella giustizia che il paese non mi
I<a

negher.
F. Crispi.
[Piero Lucca a Crispi

453.

Roma].
Vercelli,

14/ 5/93.

Illustre Collega,

permettete che
rente

si

io

vi rivolga

una preghiera

inaugura a Palestro l'Ossario che

Il

raccoglie

avanzi dei caduti de' tre eserciti combattenti nella

randa giornata del

un numero unico
la pubblicazione

'59.

di

degna

In quella occasione

della patriottica

pubblicher

commemorazione

si

di riprodurre gli auto-

eminenti illustrazioni del patriottismo, dei

personaggi che furono

gli artefici

Non

questo

potevo

si

gli

memo-

giornale di circostanza. Per rendere

vorrebbe avere la fortuna e l'onore


grafi delle pi

28 cor-

attuare

della nostra redenzione.

pensiero

Voi, tanto pi essendomi nota la vostra

senza ricorrere a
squisita cortesia,

47^

e ricordando ognora

benevolenza

la

che

pi

in

occa-

mi avete dimostrata. Ebbi gi due preziosi autografi, di Mac-Mahon e di Canrobert i quali ricordano con
pietoso pensiero i loro compagni d'armi. Mi fate ancbe voi
il grande favore di mandarmi qualche vostra parola, un
sioni

vostro pensiero che sar preziosissimo perch inspirato al

vostro costante ed antico patriottismo

E mi

fate

il

grande

favore di accontentarmi prima del giugno 21 corrente

Abuso,

confido che lo scopo patriottico


ringrazio sin

d'ora,

e colla

?....

ma

benevolenza,

lo riconosco, della vostra cortese

mi far perdonare. Io

vi

mia maggiore considerazione

affettuosamente io vi saluto.

Piero IvUCCa.

[Paolo

454.

C arcano a Crispi - Napoh].


Da

Anche

il

mesi senza

Como, slyhrefgs.

pi devoto degli amici pu lasciar scorrere


farsi

vivo con lettere,

ma non

potr mai essere

sconoscente o immemore.

17 settembre corrente sar inaugurata a

Il

(sulla

lapide

commemorativa

della

una

magna

della

vita e storia,

come

Tipograia Elvetica

quale Francesco Crispi ben conosce

Capolago

casa che fu gi dello sventurato Col.o Repetti)

pars.

promotori comaschi e

ticinesi,

non osano

invitare V. E.

a intervenire in persona alla solenne cerimonia.

Ma

nostro

dovere di rendernela avvisata. Io poi vado sicuro di non errare tenendo per certo che in quel giorno Ella sar fra noi
pensiero.

col

E
e

sono

voti

lieto della bella occasione

per rinnovarle ossequii

affettuosi.

Devotissimo

Paoi,o Gargano.
Depvtato.

[Canzio a Crispi

455-

Caro ed

illustre

Napoli].

Amico,

Nessuna notizia poteva tornare pi cara


quanto sono geloso,

Ho
poi

alla

cui,

vedi

un paio di giorni.
stampa prima e la popolazione

la ritardo per

qui disposto perch la

mantenga

mio cuore

al

compagni d'arme

e torner certamente cara ai

commemorazione un

alto carattere pa-

e null'altro.

triottico

Quanto

morazione del Generale allo scoprimento del


Poi

in citt.

il

la commemonumento

prevengo che Barrili far

al discorso, ti

muover verso

corteo

dove sar

lo Scoglio

tutto preparato per la commemorazione.

nome

Io a

dei Mille dar

dizione. Tu, se credi, e

il

saluto a Te, decano della Spe-

mi pare

il

momento

per dire un'alta

parola al Paese, dovresti soggiungere un solo accenno, una

qualche cosa.

frase,

Ed

ora una parola per intenderci.

Qui

ti

si

preparer una villa a Quarto per la

un appartamento

morazione

d'onore

Mille.

Fammi

all'Hotel. Ti

comme-

saranno guardia

avvertire se hai qualche cosa in

contrario.

Tante

e tante cose di

nuovo dal vecchio amico


S.

Canzio.

Genova, 5 ottobre pj.

456.

[Antonio Fradeletto a

Cm^z- Napoli].
Venezia, io novembre 18 g 3.

Illustre

1/3.

Signore,

Lega fra gl'insegnanti

organizzando un corso
nei mesi di

Lega

decembre e

di

di Venezia,

che

io presiedo, sta

conferenze, che avranno luogo

di gennaio,

a beneficio parte della

stessa, parte della nostra Palestra marziale

una no-

481

bile instituzione

che mira a ritemprare la fibra della giovent

cittadina con la ginnastica naturale e col maneggio delle

armi. All'invito nostro hanno promesso d'aderire alcuni tra


gli

uomini pi eminenti

speriamo, anche

il

nelle scienze e nelle lettere

Carducci.

I^ei

verr,

pure, illustre signore,

a I^i patriotta e statista, rivolgiamo fervida preghiera


di recarsi tra noi.

forte

Venezia saluterebbe certo con festa

itahano, l'ammirando superstite

cos vicina a noi se

si

numerano

anni e cos lontana se

gli

il

d'una generazione
s

considera l'eroico ardimento delle sue imprese. I temi sono


liberissimi.
sia di

Di qualunque argomento Ella volesse trattare,

educazione nazionale, sia dell'epoca di cui fu tanta

parte, sia del passato sia dell'avvenire d'ItaUa, la parola

sua sarebbe ascoltata con riverenza.

Non

ci rifiuti

l'invocata

adesione, e attorno alla sua persona Ella vedr raccogliersi


il

fiore

dell'intelligenza e

Mi perdoni

la libert e

del patriottismo veneto.

mi creda con profonda osservanza


di Lei dev.mo
Prof.

[Ottone di

457.

Antonio Fradei^tto.

Bismarck a Crispt].

I^elegramma).
Frieirichsruh, 12/12/1893.

Son Excellence Monsieur Crispi

Roma.
Je suis trs sensible vos bonts constantes et la qua-

nte de vos vins.

Et en ami personnel

souhaite bonne chance

si

et poHtique, je

vous rentrez dans

vous

la galre ofiS-

cielle.

Von Bismarck.
Crispi rissunse

il

governo

il

15 dicembre.

482

[A. G. Barrili a Crispi].

458.

Genova, 15 dicembre iSgs.

Eccellenza,

Non

voglio che

mandai

la

mia modesta voce

evviva e delle speranze rinate.

Ma

se

coro degli

al

anche mancasse oggi,

Francesco Crispi, ben sa come alto ell'abbia tuonato in onor


suo davanti al simulacro di Garibaldi, or fanno
i

due mesi

presaga anima mia

appunto

Per la patria che ha mestieri del suo buon senno e della sua

indomata energia, mando


caldi,

all'insigne"

amico

Il devotisssimo

Anton

ed aff.mo

Giui^io Barrili.

\Pietro C. Crispi a F. Crispi].

459.

Paro,

Pregiaiissimo
Nell'isola

ig

giunti ed oriunda

dicembre

1893.

Signore,

Greca di Paro stabiHta durante

numerosa famiglia
la

auguri pi

gli

prorompenti dalla pi intima parte del cuore.

sei

di Crispi suddivisa in diversi

dagH antichi

Crispi direttori di

secoU una

rami con-

Egeo sotto

dominazione Veneziana. Questa famigHa ora annovera

ira loro deputati, presidenti della camera, sindachi, professori, direttori di lycei, ufi&ziali, proprietarii e varrii altri pri-

vilegiati

e tutti quanti ci

cognome con

le sorti dell'Italia, e

alla sua patria,

ma

lusinghiamo

di portare lo stesso

quale pi volte fu chiamato a diriggere

I^ei, il

non solamente

offerto sublimi servizii

anzi alla Grecia dichiarato spesse volte

energicamente la sua simpatia in circostanze

critiche.

Or dunque, io membro della stessa famigHa, sentendo


che siete di nuovo favorito come presidente del ministero,
tanto da mia parte che in nome della maggior parte dei miei
parenti, colgo

il

destro di feUcitarvene, giacche la Vostra

483

grandezza reputiamo sempre come onore della nostra


miglia e vantaggio
Della

Vostra

della

eccellenza

rispettevole

servo.

Pietro

[Luigi Bodio a Crispi

.460.

S.

Atto eroico fu l'assumere

direzione del

la

C. Crispi.

Roma].

Ossequi ed augurii di salute a

questi

fa-

Grecia.

E. Crispi.

Governo

in

momenti supremi.

Augurii di riuscita

Suo
Iv.

[Ettore

461.

P edotti

devoto

Bodio.

a Crismi].
Torino,

31 dicembre iSgj.

Eccellenza,

Fui oltremodo dolente che nel momento

mi

sia

mancata

la possibilit di ossequiare

di lasciare

Roma

ancora una volta

l'Eccellenza Vostra. Sarei stato felice di poterle rinnovare


l'espressione della
di

mia profonda gratitudine, per la prova


l'. V. mi volle dare con

immeritata altissima stima che

la fattami offerta del

V. E. tutto

il

portafogho della guerra

dispiacere da

me

momento

in cui l'. V.

Governo

I^ei

a
ri-

collaboratore

come l'uomo invocato

grande maggioranza del Paese


redini del

di ridire

provato per aver dovuto

nunciare all'onore insigne di essere di


nel

riprendeva in

dalla

mano

le

d'Italia.

Tornato a questa mia sede non osai indirizzare subito

a V. E. uno

scritto,

perch pensavo

alle

moltissime e gravi

occupazioni dell'E. V. Ora per, e tuttoch ogni minuto


del giorno sia

sempre per Lei prezioso,

io spero

che l'. V.

484

sapr usarmi venia se mi prendo la libert di soddisfare ad


un legittimo (e doveroso) desiderio quello di porgere al:

l'.

poich ebbi

V.

persona

e conoscerla di

tanto

di avvicinarla

augurii

miei rispettosi e caldi

alla Patria,

che dall'E. V., a ragione,

attende.

si

ai di I^ei pensieri e

Navighiamo
celloso

gran buona ventura

Augurando a V. E. auguro

pel novello anno.

che in cima

la

in

un mare

irto di scogli e sinistramente pro-

possa la vigorosa

voto nocchiero guidare

mano

dell'attuale esperto e de-

la travagliata

nave

d'Italia a

buon

porto, con quella fatidica fortuna che trentaquattr'anni or

sono sospingeva
della

Sua

Ma non

Piemonte ed

Sicilia.

lasci l'.

si

V.

il

Lombardo verso

e perdoni la libert che

ancora queste poche parole

di aggiungere

carit che

il

le spiaggie

mi arrogo

non

lasci per

tocchi all'Esercito ed alla Marina, che deUa

Patria sono la migHor parte e la maggiore, forse ormai


l'unica, tutela

Coi sensi del pi vivo ossequio e della pi affettuosa

am-

mirazione mi onoro segnarmi


V. dev.mo osser.mo

dell'E.

M. Generale Ettore Pedotti.

[Cavallotti a Crispi

462.

Roma].
Roma, 18/ 1/9 4.

Caro Crispi,
I casi della poHtica

troppo
del

ma

sui casi di cuore ci si

Colonnello

Comandante

possono dividere e dividono

pu

parlare.

pur

La vedova

A. Mosto, dell'eroico tuo commihtone e

dei Carabinieri Genovesi,

mi

dice aver

messo

sottosopra inutilmente cielo e terra per arrivar a parlare


col capo del governo,

ed venuta da

me

per domandarmi

poich versa in condizioni dolorosissime e avrebbe delle

485

-carte

da

come poteva

offrirti

fare. Io le

ho detto che

pi semplice era di amiunziarsi non al capo del Governo

ma

la

a Francesco Crispi, tout court, come la vedova di Mosto,

e che con questo


l'accesso

Ho

libero

avuto torto

Con un

nome avrebbe

fino

trovato indubbiamente

te.

saluto cordiale

non

politico.

Aff.mo

FEUCE

CAVALIyOTTI.

[Sen. Alfieri di Sostegno a Crispi].

463

Firenze, 22 gennaio 1894.

Eccellenza,

Permetta che

ai sentiti

ringraziamenti

dell' Istituto

morazione del compianto ministro Genala.


l'espressione rispettosa e

personale

profondamente sincera

opportunit per

me

aggiunga
della

mia

per avermi onorato della di I^i

riconoscenza

rappresentanza in quella occasione.


la

io

di

Comme-

Scienze Sociali per avere Ella gradito l'invito alla

Non

di dichiarare a

saprei trascurare

Vostra Bccellenza,

come nella modesta e ristretta sfera di azione politica che


mi pu spettare, nei momenti gravissimi nei quah alle
espertissime sue mani, alla sua mente d statista ed al
suo cuore
della

di

patriota sono affidare le sorti dell'Italia e

Monarchia, io accompagni coi pi ferventi miei voti

e con piena devozione l'opera sua e dei colleghi suoi.

Di Vostra Eccellenza

L^, ossequenttsstmo
.

Casino AijfiERi di Sostegno.

[Crispi a Cavallotti])

464.

giovedi,

Caro

15

febbraio.

Cavallotti,

Dal 18 gennaio in qua sono stato infermo ed questo


anotivo pel quale tardai a rispondere alla tua lettera.

il

486

Manda da me

vedova Mosto. Potr

la

esser ricevuta alle-

ore i8 oggi o domani.

Una

stretta di

mano.
Aff.mo tuo
F. Crispi.

[Cavallotti a Crispi

465

Roma].
Roma, 16

1894.

febbraio

Caro Crispi,

Non mi son

fatto vivo per

non

essere importuno,

ti

degli augurii nella tua malattia. Cos

ho seguito del cuore e

avrei voluto seguirti nella politica

Abbiti riguardo perch la tua fibra robusta,

sogna sfidar

ma

ma non

bi-

le leggi dell'et.

Ti ringrazio della cordiale risposta per la disgraziata ve-

dova

di

Mosto che a quest'ora sar da

sbagliato

nel

Non ho

di volgersi a Crispi e

datole

consiglio

te gi venuta.

non

a S. E.

Vedo

avvicinarsi con rammarico l'occasione che ci tro-

ver ancora divisi

ma

vincimento di quanto

troppo profondo e sincero

ti dissi

viva la coscienza di averti detto


convincerti,

non

sostenitore di me.

avresti

benedizioni popolari

il

vero.

avuto un

Se io avessi potuto

pi tenace affettuoso

avrebbe portato

desto consigUo, di quelle che

Ti ricambio la stretta di

con-

profondamente sento, che pi

sento,
ti

il

nell'ultimo colloquio e troppo

ti

il

mio povero mo-

porter Sonnino.

mano

abbimi

Tuo

aff.mo

Fei^ice Cavali^otti.

INTERMEZZO
LA QUESTIONE MORALE

Cavallotti scrisse

il

buon cuore

un

ritratto di

Crispi per essere salvato da

fare Herz.

Come
zione

Il

Il sogno

Le ragioni

francese sull'Italia.

di

conoscevo

lo

una condanna

un

>

patriot-

quali parole

Cavallotti ricorre a

al carcere

il

Un

accenno alla

falso di Cavallotti

L'af-

un'intesa franco-italiana del gallofobo Crispi.

dell'odio

Un

Con

la dottrina.

Cario Cattaneo

precedente del 1845,

Crispi conobbe Herz.


-

ma non

sin dal 1869, e ne aveva esaltato l'onest e

carattere e il

dedicava nel z86q

Banca Romana

FELICE CAVALLOTTI

Sono anni che combatto Crispi,

Lo conosceva almeno
tismo,

DI

Storia
-

documentata

Cernuschi

documento eloquente

chia portoghese profetizzata da Crispi nel

La

i8go

famosa decora-

caduta della monar-

Perche Cernuschi

Spezia

cava informazioni sulle fortificazioni della

Nella famosa sua epistola

della

l'egemonia della Repubblica

cer-

Fouquier-Tinville

Agli Onesti di tutti

Partiti

Felice Cavallotti sentendo qualche


del 22 giugno 1895
imbarazzo al ricordo della deferente amicizia dimostrata a
Crispi

per un ventennio, credette liberarsene scrivendo

Sono anni che combatto Crispi, ma non lo conoscevo,


non l'ho conosciuto prima dell'autunno e del dicembre
scorso... Quando entrai nella Camera a trent'anni sapevo

volevo bene per

di lui le sue pagine parlamentari

quelle e per ci che credevo delle sue pagine di storia,

non avendo pensato ad appurarle mai .


risalii ad altre indagini, di altri fatti

gli

890,

Poi,
:

cos

dopo il
come a

furia di sentirlo vantare eroe autentico delle patrie battaglie,

voci autentiche, per davvero, delle battaglie si destarono .


fu tentata, questa giustificazione trov poco
credito
dico presso gl'imparziali, che dell'altra gente non
mette conto parlarne
poich era noto che il deputato di
Corteolona, per inclinazione raccoglitore paziente di dati
biografici, traeva grande forza dalla conoscenza intima delle
persone con le quali aveva rapporti
cosicch parecchie
sue lande spezzate erano tali perch egli aveva posto

le

Quando

488

ipoteca sulla loro riputazione.

Ma

ora

le

tardive asserzioni

trovano pi di una smentita patente nelle lettere contenute


in questo volume.
Crispi sin dal 1860 si era trovato sul primo piano della
scena politica, e avversario formidabile qual'era stato per
sedici anni di tm partito onnipotente come la Destra, la sua
vita pubblica e privata era stata esposta all'universale.
Tralascio le polemiche d'ogni forma e misura fatte intomo
a lui sulla stampa costituzionale e altres sui giornali mazziniani quando, nel 1864-65, si accentu il suo dissidio con
Mazzini non mi fermo neppure sui processi per diffamazione che Crispi fece e vinse pi volte. Ricordo invece
che nel 1869 l'inchiesta sulla Regia Cointeressata dei tabacchi ebbe origine da una testimonianza di Crispi in tm
processo contro il Gazzettino Rosa, ch'era proprio un giornale del Cavallotti, e questi non pot ignorare le furibonde
diatribe delle quali l'autore di quella testimonianza fu
l'oggetto. E neppure gli pass inavvertito lo svolgimento
di un altro processo dello stesso 1869, a danno di Ausonio
Franchi, per la pubblicazione dell'Epistolario La Farina,
nel quale i fatti del 1860 e le benemerenze patriottiche di
Crispi rifulsero a luce meridiana, nonostante i contrasti
;

e gli arzigogoli della difesa del Franchi. Il Cavallotti fu, anzi,


cos

ammirato del vigore sereno

di Crispi

che gU invi una

fotografa del Cattaneo morto, con la seguente dedica

Questo ricordo di Carlo Cattaneo a Francesco Crispi in


cui ne rivive la tempera, con aletta, Felice Cavallotti .
Della probit e del patriottismo di Crispi aveva, dunque,
precisa conoscenza da molto tempo, e quando nel 1895 il
Cavallotti disse di volere risentire le voci autentiche delle
battaglie , egli fece soltanto una jrase punto sincera, e si
affann invano intomo ad una dimostrazione impossibile.
Crispi le aveva lui, nel suo archivio, le voci autentiche

delle battaglie

(Cfr.

le

lettere 65 e 339),

ma non

volle

incomodarle.
lo conosceva ? Ma aveva detto il contrario pochi
prima, il 19 settembre 1887, quando gli scrivevo
... questa santa libert che ti ha visto
(Cfr. lettera 375)
suo glorioso e impavido precursore in cento lotte, e nel
cui nome avevo appreso a voler bene al tuo quand'ero
ancora piccino .

Non

anni

.^^x.^
CARLO CATTANEO
sul letto di

morte

(Dono

di Cavallotti a Crispi)

^.
^/^ '-^v^-yjlf'^.

T^

</t^t,^i'''t/t>i-^'yt>A,

'

489

io conosceva... E in una lettera a Giosu Carducci,


marzo 1895, stampata nel Secolo di tre giorni dopo,
perorando per la grazia a Giuseppe De Felice, condannato dal
tribunale militare, il Cavallotti scriveva Ebbene, guarda
in questi ultimi d, da Palermo e da
fonte ineccepibile mi

Non

del 12

<i.

mandavano queste testuali parole dette dal tuo povero


grande patriota edfamico al principe di S... suo futuro
grande elettore, il quale le avrebbe fedelmente riferite
a chi voleva e non voleva sentirle
Stu Cagliostro (De
Felice) avi a muriri 'n galera... Sorvolo sulla soave deli catezza del pensiero... Tu che
portando alle sue gioie
domestiche la gloria del tuo nome non hai e non puoi
aver rinunziato a un pi alto ufi&cio del poeta, quello di
sposare la causa dei perseguitati... trova ora la parola
alta perch non sia spinta tant'oltre la vendetta di un
si

cuor

cattivo

E' dimostrato

nemmanco
tare

(Cfr. lettera

483) che Crispi non

di dire quelle parole sul

da questo caso come

per ineccepibili

il

De

Felice e

si

si

sogn

pu consta-

Cavallotti amasse battezzare

che alimentavano la sua aberrazione.


Ma dimostrato altres che il ci^or cattivo che egli attribuiva
a Cri pi nel 1895, fu un'altra frase, coniata per accreditare una cattiveria inesistente. In CrisDi, al contraiio, egli
Hveva conosciuto il cuor buono, e se ne era giovato per s e
per i suoi amici. Il 25 aprile 1879, ponendo sotto la protezione di lui il fratello del suo amico Bizzoni, gH scriveva
(Cfr. lett. 333) lo raccomando al tuo buon cuore, poich
ne hai tanto
E sino alla vigilia della sua campagna, il 18
gennaio 1894, consigliava alla vedova dell'eroico Mosto di
rivolgersi non al Capo del Governo, ma a Francesco Criap,
le fonti

>..

tout

couH

(Ctr.

lett.

462).

cuor cattivo in Crispi non l'avea supposto neppure


quando gli chiese, in un circostanza solenne pel suo onore,
una cosa illecita. Nel gennaio 1888, Crispi era Presidente
dei Ministri, e a Milano si dibatteva contro Cavallotti e il
Secolo un processo per diffamazione e ingiurie. I^e cose si
mettevano male per Cavallotti, il quale corse a Roma,
e si present a Crispi perch lo salvasse da una condanna
per difiamazione, che avrebbe portato la pena del carcere,
oltre il resto. Il 19 di quel mese Pirro Aporti scriveva ad
un intimo di Crispi, ad Adriano I^emmi (trascrivo dal suo
Il

490

autografo) E' finito poco fa il processo Cavallotti e spira


aria pessima. Ti prego e ti scongiuro di fare cost opera
afi&nch una parola autorevole parta per Milano ad impe:

dire una condanna, o quanto meno una condanna per diffamazione. Sarebbe cosa orribile, e pi partigiana che giu ri dica
I^a sentenza si pubblica luned, e solo l'inter vento di Zanardelli o di Crispi pu renderla tollerabile
per la pubblica opinione.
Di fretta, tuo Pirro Aporti
Il Lemmi credette di dovere avvertire Crispi, e lo avvert
Mio caro Crispi, ]>ggi l'acclusa
con questo biglietto
d' Aporti, e se puoi salva Cavallotti .
Non so quale accoglienza presso Crispi avesse cotesto
appello. So solamente che Cavallotti e la democrazia milanese non credevano allora che Crispi avesse il cuor cattivo
e noto che la sentenza, venuta fuori il 23 gennaio, ritenne
solamente l'ingiuria, e il Cavallotti se la cav con la condanna
a 150 lire di multa, che naturalmente furono pagate dal
Secolo. Cos egli conserv la sua riputazione, per mortificare, pochi anni dopo, quella di Crispi.
Rievocare le accuse che Felice Cavallotti accumul contro
Crispi, e confutarle una ad una mi porterebbe troppo lontano in questo mio lavoro ch' gi troppo voluminoso.
Molte di quelle accuse, del resto, vennero ribattute esaurientemente, quando furono formulate, dagh amici di Crispi,
sebbene questi, sdegnando difendersi, negasse sempre di
dar loro i documenti che possedeva.
Non voglio entrare nella selva selvaggia dei fatti della
Banca Romana che da soli richiederebbero un libro. Dir
soltanto che i rapporti avuti da Crispi con quell'Istituto di
credito
ch'egli aveva in mente di sopprimere con la creazione della Banca Unica di emissione (Cfr. lett. 417) e lo
dichiar anche nella seduta 20 dicembre 1892 della Camera,
furono trovati corretti dalla
ricordando l'anarchia bancaria
Commissione d'inchiesta sulle Banche, la quale tante deplorazioni ebbe a fare, e che invano il Cavallotti tent
gettare una sinistra luce sulla cambiale del 29 dicembre
asserendola di favore e clandestina mentre, invece, presentata
regolarmente, fu accettata dalla Commissione di sconto e il
28 marzo 1893 pagata alla scadenza, siccome risulta da una
dichiarazione 21 dicembre 1894 del I/)nghi, Delegato della
B;:nca d'Italia per la liquidazione della Banca Romana.

<(

'^'^;

491

Poche parole,
che

ma

buone, merita

uomo

Crispi era, ah antiquo,

il

precedente del 1845

Cavallotti cit per dimostrare che in materia di affari

il

Ne

fa fede

mento

scriveva

di pochi scrupoli.

il

Cavallotti

un vecchio

istru-

dicembre 1845, da tempo giuntomi


nel suo autentico originale, dal rogato notaio Francesco
Marchese, al quale annesso l'allegato seguente .

notarile

del

qui trascriveva

un

tengo in

mio potere

di ducati 300,

denaro del Cav. Giuseppe Vassallo Paleologo che mi obbhgo pagarlo al Sig. Avv. D. Francesco Crispi, qualora
infra quattro mesi dalla data del presente otterr im posto
di Consigliere d'intendenza in una delle provincie del regno
delle Due Sicilie. Scorso tal termine senza che il real decreto o real rescritto di elezione siasi emanato, i suddetti,
ducati trecento saranno da me restituiti al cennato Signor Cav. Vassallo...... Questo documento porta, nella
pubbUcazione del Cavallotti, (Cfr. giornale Don Chisciotte
del 22 giugno 1895) la firma di Giuseppe Vassallo Paleologo .
Ma come ammissibile che il Giuseppe Vassallo Paleologo tenesse in suo potere i 300 ducati, per restituirli eventualmente a Giuseppe Vassallo Paleologo, cio a s medesimo ? Chi teneva il denaro doveva essere un terzo Si tratta
qui di un errore di stampa ? No. Siamo di fronte a un falso
del Cavallotti. Non il Vassallo, ma nientemeno che il...
Marchese di Rudin era il depositario della somma e il
Cavallotti non volle esibire questo nome a ragion veduta,
sia perch l'atto sarebbe sembrato non illecito se il Marchese vi si era prestato, sia perch si sarebbe veduta la mano
che aveva fornito il documento, quella, cio, di Antonio Starabba Di Rudini, istigatore del Cavallotti in tutta la cosiddetta questione morale e figlio del Marchese predetto.
Quell'allegato
poich l'affare cui si riferiva non ebbe mai
cominciamento o non ebbe soluzione
doveva, infatti, trovarsi nell'archivio di Casa di Rudin. Fatte ricerche nell'Archivio Notarile di Palermo, fu trovata solamente la Copia
autentica di atto del giorno 26 dicembre 1845, ricevuto dal
defunto Notaro Francesco Marchese Marchese , copia
autentica che il Cavallotti ebbe sott'occhi, come assicura qui:
sopra con le parole da tempo giuntomi. Non pubblicando
questo istrumento dal quale il nome di chi aveva il tengo
in mio potere sarebbe venuto fuori, il Cavallotti credette di;

ce

492

nascondere a tutti la sua manovra. Il documento era davvero rivelatore, poich in esso detto che, presenti
Il Signor Cav. Dott. D. Giuseppe Vassallo Paleologo...
e l'illustre Sig. Cav. D. Franscesco Paolo Starrabba dei
Principi di Giardinf-lli, Marchese di Rudin, Gentiluomo di
camera e maggiordomo di settimana di Sua Maest
(Dio
Guardi)... a richiesta df;l primo stato oggi stesso
dal suddetto Signor Marchese Rudini sottoscritto un tengo
in mio potere registrato li
26 dicembre 1845 libro 2.
voi.

ecc.

(i).

Ecco un piccolo saggio della buona fede che


metteva nella sua battaglia per la moralit !

Rimane

Cavallotti

il

questione subiettiva, cio se Crispi facesse


la promessa di un compenso per
procurare un impiego. Si pu osservare che nella convenzione passata tra il Vassallo e il Rudin, Crispi citato,
ma non interviene ed ben lecita l'ipotesi che si trattasse di un atto preparatorio ad una proposta che s'ignora
se fosse fatta o se Crispi accettasse. Siamo in verit, dinanzi
ad un indizio, non ad una prova. Ma se pur si volesse passar
sopra a questa obiezione, il fatto costituirebbe uno scusabile errore giovanile, il quale non si presta alle conseguenze
che perfidamente ne furono tirate. Non vi nella storia un
grande uomo cui non si possano rimproverare degli errori
o delle debolezze. Se il padre del Conte di Cavour non avesse
potuto o voluto pagare al figlio la forte somma (45 mila
lire) che questi nel 1840 perdette giuocando alla Borsa, il
grande diplomatico piemontese avrebbe avuto nella sua giovinezza una macchia ben altrimenti importante e l'averla
evitata non fu merito suo.
la

bene nel 1845 ad accettare

E vengo all'affare Herz che fu veramente la grande ^accusa alla quale posero mano e cielo e terra. Cavallotti con
l'arte sua migliore foggi il vile metallo, ma questo gUelo
(i)

Della' capziosit nella pubblicazione del

documento

offre la contro-

prova il volume che riun le varie epistole del Cavallotti dove il nome d
Giuseppe Vassallo Paleologo ripetutofn calce al jdetto allegato, ma * predistra
ceduto da un visto : il quale doveva servire a fornire la scusa di
zion se il ^trucco fosse 'stato scoperto. Per l'effetto era stato raggiunto
quando l'epistola agli onesti venne sui giornali senza quel visto.
;

493

iddii a spasso dell'Olimpo politico italiano ;


contributo straniero.
Crispi fu accusato di aver venduto una decorazione italiana per 50 mila lire a uno straniero, a Cornelius Herz, nel
momento che lasciava il potere tenuto per quasi quattro
anni. Vi fu chi credette davvero che si macchiasse di una
cos turpe azione un vegliardo di 72 anni, alla cui probit
per quasi mezzo secolo tanti valentuomini avevano reso
omaggio,
da lyorenzo Valerio a Cesare Correnti e a Mazzini, che lo videro nella lotta contro la povert durante
l'esilio,
da Garibaldi ad Alberto Mario, ad Agostino Bertani, a Nicola Fabrizj, che lo seguirono nel governo e nella
vita pubbUca dal 1860 in poi ? Ma non era ovvio pensare
che in quattro anni di autorit indiscussa
dal 1887 al
coi dissidi italo-francesi che ebbero grandi ripercus1891
sioni nelle Borse, se fosse stato un disonesto Crispi avrebbe
avuto mille mezzi per farsi ricco a miUoni ?
I^a questione morale non ebbe punto di mira il risanamento morale della nostra vita pubblica per un'opera
simile male sarebbe stato scelto il momento della campagna, e maggiore garenzia di loro avrebbero dovuto
dare i moraHzzatori. Con quel pettegolezzo bugiardo e
feroce , come lo defin Giosu Carducci, si volle assassinare
la riputazione di un uomo per rimuovere un ostacolo inflessibile ad ambizioni personali non giustificate dal merito
e ad una pohtica estera funesta.
Si profitt di uno scandalo che non ci toccava, quello della
Societ pel Canale di Panama, dando qualche conforto
all'amor proprio dei francesi nelle supposte compromissioni

fornirono

n manc

gli
il

di

stranieri.

enigmatica
odioso dopo

non parve

dell'Herz,
il

ignobile giovarsi

per quel che

suicidio di

della

figura

aveva acquistato

di

Giacomo Reinach.

Certamente, non fu una fortuna per Crispi l'essersi incontrato in Cornelio Herz, e l'aver sperato che costui potesse

essere

uno strumento

efficace

del

ravvicinamento

franco-italiano. Si spiega anche come, nata cotesta speranza,


Crispi non desse importanza a qualche riserva, non riguardante l'onest, dell'ambasciatore Menabrea, il quale, scienziato egU stesso, dava l'Herz per un grande scienziato,
per un uomo che aveva ottenuto la Legion d'onore sul
campo di battaglia, per un ambizioso nel migHor senso della

494

Ci che politicamente doveva interessarlo era la


Cornelio Herz potesse esercitare sugli uomini del governo in Francia fermo su questo punto, il rimanente era secondario. L'uomo di Stato non tenuto ad
essere troppo esigente circa le qualit dei suoi agenti, quando
questi sieno capaci di giovare, e Crispi conosceva abbastanza
i costumi politici francesi per non meravigliarsi dell'influenza
allegata dall'Herz e attestata da Giacomo Reinach.
I^e relazioni che Crispi ebbe con l'Herz sono interessanti
parola.

influenza che

da
documenti che trascrivo testualmente
28 settembre i88g. - Alle ore 5 pom. si a me presentato
il dott. Cornelius Herz, il quale si disse ben conosciuto dal
Generale Menabrea.
all'infuori dei castelH in aria del Cavallotti, e risultano

una

serie di note e

che si presentava a me col desiderio di trometter l'accordo tra l'Italia e la Francia. Egli
amico e pu esercitare tutta la sua influenza su gli uomini
politici i quali oggi hanno il governo della Francia.
Risposi che nulla di meglio poteva essermi proposto.
La pace tra l'Italia e la Francia era nei miei pi ardenti
desiderii. I/O prova la mia pazienza agh attacchi continui
ed irragionevoli della stampa.
Il Sig. Herz mi parl della sua intimit col Jacques Reinach, la di lui fratellanza col Reinach della Rpublique,
genero al Jacques. Si mostr fiducioso nell'opera sua e m'incoraggi ad agevolargli il compito che intendeva assumere.
Allora io dissi, che tutto questo era bello e buono, ma che
in affare di tanta importanza bisognava formulare un progetto. K Fatemi un progetto ed io lo studier con tutta la
benevolenza dissi al mio interlocutore.
Il Sig. Herz conchiuse, cbe sarebbe ritornato alla fine di
ottobre con un progetto. Avrebbe condotto con s il Sig.
Jacques Reinach, il quale a Lugano a diporto.
H Sig. Herz dichiar che, presentandosi ame, egli era venuto
spontaneamente, di sua iniziativa, senza incarico di alcuno .
-^'Egli dichiar

var

modo

di

{Telegramma).
*

Ressman, Ambasciata
Si presentato a

mora cost

78,,

me

me

Napoli, 29 settembre

d'Italia

'8 g.

Parigi.

il detto Comeh'us Herz, il quale diHenri Martin. Egli dice esser cono-

495

ammia norma.
Il Signor Comelius Herz sarebbe un milionario e sarebbe
amico dei principali uomini politici, i quali in Francia sono

scinto dal Conte Menabrea. Chiedetene conto al nostro

basciatore per

ali potere.

Crispi
n

Si'jnoY

Parigi IO ottobre 'Sp.

Presidente,

Interpellai il Generale Menabrea sul Dottor Comelius


Herz. Gli ozii di S. Cassin permisero al Generale di rispondere ampiam^ente.. con un volumetto che mi pregio di tramettere qui unito a Vostra Eccellenza (i). Malgrado giudizi indubbiamente troppo benevoli, del lungo discorso il
dif&datevene.....
senso breve compendiasi nella parola
:

Il

Suo pi

affezionato servitore ed
C.

(i)

Eccolo qui, integralmente,

farnetic

il

il

Ressman

famoso rapporto circa

il

Cavallotti sfidando Crispi a pubblicarlo (io sfido

amico

quale tanto
il

signor Cri-

Menabrea pur avendo


fatto degli elogi deU'Herz non osava pronunciarsi per una cosi alta onori|(Cfr. I,ettera agli onesti). Di onorificenze non ve ii'
ficenza italiana
tma parola E /non poteva esservi perch le informazioni non erano state
chieste in vista di rma onorificenza da conferire:
a produrlo

spi

perch in esso

diceva

lui

il

t>.

Nota

tifico I<a

ottobri z88g.

Dottore Cornelius Herz, fondatore e direttore del periodico scien-

'sul

I^umire Electrique in Parigi. Informazioni raccolte dal Generale

L. F. Menabrea.

Il

Dottore Comelius nacque nel 1845 in Francia a Besangon 'Ma. nella


fu, dai suoi parenti, condotto negli Stati Uniti di Ame.

sua prima giovent


rica

dove ricevette

la

sua educazione letteraria e scientifica ed acquist


Ritorn in Francia per seguirvi

la cittadinanza americana. E' israelita.


i

corsi di Medicina.

Durante

nell'Esercito Francese,

si

la

guerra Franco-tedesca

distinse nella

campagna

'egli

prese servizio

della Loire, sotto

il

Ge-

Chanzy e si merit 'la croce della I^egion d'onore. Dopo la guerra ritorn in America e si stabili a S. Francisco dove fece parte del Consglio Sa-

nerale

nitario nel quale egli esercit grande influenza. Spinto

traprendente,
sione, evolse jil

e pi specialmente verso la Elettricit che

campo

alla

,'da

imo

spirito in-

Dottore Herz, a cui non bastava l'esercizio della sua professuo pensiero verso le applicazioni della scienza alla indiistria,

il

sua attivit.

gli

sembrava

offerire

im largo

496

Durante

suo soggiorno in

il

officina di Macchine, e

S.

Francisco

macchina elettro-magnetica

T/H

egli

aveva fondato una grande

trovava gi mischiato in varie grandi imprese.

si

di

Gramme

(la

quale macchina non

altro che quella del professore italiano Pacinotti inventata molti anni prima

che

Gramme

producesse la sua sotto ir proprio nome, usurpando cos la glo-

modesto professore italiano

ria del

al quale 'per fu reso giustizia nella espo-

sizione elettrica di Parigi nel 1881), quella macchina, dico, attrasse la parti-

colare attenzione del Dottore Herz che venne nuovamente in Francia per
acq uistare il brevetto di Gramme per usufruttar lo negli Stati Uniti di America.
Ottenne una prima concessione per l'esercizio de' telefoni. Egli fu il primo,
od imo de' primi, ad introdurre in Francia il telefono di Graham Bell, ed imprese a perfezionare quel sistema 'collo scopo di operare la trasmissione delle
parole a grandissima distanza simultaneamente ai dispacci telegrafici. Il
Dottore Herz riusc nel suo doppio intento mediante varie ingegnose disposizioni, e fu il primo a fare la prova di trasmissione a grande distanza. Il

sistema Herz fu poscia perfezionato dal Signor


gli

vendette

il

Il ^dottore

Comelius Herz fu

il

Commendatore

dopo

la quale egli fu insignito

della I^egion d'onore. I<e principali disposi-

'di

quella esposizione [furono in ^buona parte effettuate a sue spese e

non

solo per lo |scopo scientifico, ma/sovratutto per le applicazioni In-

zioni
ci

Belga, che

principale promotore della esposizione di

Elettricit che ebbe luogo in Parigi nel 1881,

della Croce di

Von Russelberg,

suo Brevetto.

merc le quali egli -tende a costituirsi una fortuna colossale per cui
ha dovuto sostenere vive lotte nelle quali i giorni tristi si sono alter-

dustriali

finora

nati ai giorni di trionfo.


I<a 'trasmissione della forza colla elettricit,

tro-magnetiche ossia

Dynamo (denominazione

mediante

le

macchine

elet-

abbreviata) fu oggetto /di

importanti esperienze fatte dal Dottore Herz a proprie spese, a Monaco


in Baviera

egli vi destin

tmo stuolo

trov un giovine piemontese

fortuna v'incontr

il

Il risultato di quelle

il

d'intelligenti ingegneri fra

dottore )che lo

esperienze dimostr che

mezzo 'dell'elettricit era

quali

si

venuto in Parigi per trovare


prese temporariamente al suo servizio.

Sig. dejVilly che

il

trasporto della forza per

indtistrialmente attuabile; per cui la Casa de Roth-

schild di Parigi appoggiata a questi 'risultati, deliber di rinnovare a proprie

Monaco coll'intendimento, ove/queste fossero confermate, di costituire tma Societ con privativa per l'utilizzazione di quel

spese le sperienze di

sistema.
I<e sperienze fatte

ciet di cui

Ma

a Creil presso Parigi, riescirono soddisfacenti la sofar /parte il Dottore Herz, fu costituita.
;

doveva naturalmente

quando

si, tratt di formarne la amministrazione e di ripartirne i futuri


Casa di Rothschild si 'riserv la parte del leone, 'ed il Dottore
Herz fu quasi messo in disparte. Da ci nacquero tra essi vivissime conteste
dopo le quali, gli spiriti essendosi calmati d'ambe le parti, il Dottore fini

benefzi, la

per accomodarsi merc una

che

gli

fu corrisposta per

il

somma

di parecchie centinaia di mille franchi

suo concorso.

497

Egli ide di costituire in Francia una societ


esclusiva del suo telefono a tutti

a quel progetto parecdii fra

anonima per l'applicazione


aveva interessato

servizi pubblici. Egli

uomini pi influenti del Parlamento, e cerIl progetto era bene avviato, un


disegno di legge da presentarsi al Parlamento era in pronto per la creazione
di tale societ coi relativi privilegi, l'approvazione ne sembrava assicurata,
quando una crisi ministeriale mand a monte quel disegno, e croll con essa
l'edificio cosi abilmente architettato dal quale la societ, ed in conseguenza
il Dottore, si ripromettevano immensi benefizii.
Gli rimangono per i suoi brevetti d'invenzione per i quali egli deve tal
gli

cato di associarvi importanti capitalisti.

volta

litigare.

Iv'idea di

compiere qualche grande opera pubblica, balena ancora al suo

un canale attraverso la peniima comvmicazione diretta tra VOceano In-

spirito. Cos egli si accinse all'impresa di aprire

sola di Malacca per stabilire

diano ed
Il

Mare

il

della Cina.

dottore Comelius Herz ha anch'egli

il

suo periodico

questo la Lu-

mire electrique, specialmente destinato alle publicazioni che


alla scienza

ed

costante col

mondo

alle applicazioni della elettricit,

si

riferiscono

ed a metterlo in rapporto

della scienza e della industria. lyO scrivente del presente

rapporto essendo associato a quel periodico, ebbe occasione di vedere qual-

che volta

il

Dottor Herz che

gli

propose di suggerire al Governo italiano-

l'adozione del suo sistema telefonico

mantenne

nella

massima

come per

la Francia. Il riferente si

riserva a quel riguardo, e

quantunque avesse gi

sentito molto parlare del Dottore Herz, egli volle sapere in quale considera-

tenuto da alcimi

uomini pi altolocati nella scienza


tal uopo al dotto Signor
Bertrand membro dell'Istituto di Francia segretario generale dell'Accademia
delle scienze, ed inoltre al Signor De Freycinet che aveva avuto alcuni rapporti con lui. Il Sig. Bertrand rispose che riteneva il Sig. Herz come un
uomo di molto ingegno, intraprendente e sempre pronto a concorrere generosamente col proprio danaro a tutte le opere benefiche o di utilit pubblica,
ma che non sapeva in qual modo provvedeva alle importanti spese alle qtiali
Sottostava. Il Signor Freycinet a sua volta si espresse ne' migliori termini
al suo riguardo e disse che sarebbe certamente rimeritato per i servizi resi
alla Francia in diverse occasioni, ed infatti fu poi creato Grande Ufficiale
zione

fosse

e nella

della

Legion d'Onore.

Dopo che
di Francia
Italia. I<a
si

fra gli

amministrazione in Francia. Si rivolse a

il

disegno di legge per la costituzione della Societ telefonica

non ebbe

seguito,

non

fu pi oltre quistione di stabilirne

una

in

fortuna del dottor Herz parve risentirne una grave scossa. Egli

assent per qualche tempo, poi ritorn in Parigi con apparenze assai pi

prospere

per cui non ha guari fece in Parigi l'acquisto di un bellissimo

Hotel in imo de' nuovi quartieri pi eleganti. Bench la di lui fortrma sia
stata soggetta a frequenti vicende e si trov pi volte in procinto di un
intiero naufragio egli non tralasci mai di pubblicare la sua Lumire electrique ricorrendo

tutti coloro che

potevano contribuire a sostenerlo coi

proprii scritti e

le

proprie ricerche, malgrado

Come

le

gravi spese che

gli

incom-

uomini d'ingegno che lottano per la fortima


11 Dottor Herz incontr fieri avversarli, ma anche sinceri amici. Non risulta
che egli abbia tentato il giuoco di Borsa si anzi attenuto alle cose d'industria ed alle grandi imprese. Il Dottor Herz ricerca la conoscenza de' personaggi influenti non solo in Francia, ma in tutti i principali paesi. Cosi
egli si mostr desideroso di conoscere S. E. Crispi che oramai ha presa ima
cos alta posizione fra gli uomini di Stato attuali.
Sembra che il Dottor Herz voglia tentare i grandi affari economici;
ma prima di prendere impegni con lui, bisogna assicurarsi che egli sar in
grado di mantenerli, poich gli accaduto, pi volte, di molto promettere
senza essere in grado di compiere le sue promesse. Per bisogna rendergli

bono a

tal

uopo.

tutti gli

questa giustizia che nulla gli si addebita che sia contrario all'onest; gli si
rimprovera solo di lasciarsi alquanto trasportare dalla immaginazione

mentre

lo si riconosce

Chambery [Savoia] 8

propenso ad obbedire a sentimenti generosi.


ottobre iSSg,
ly.

Menabrea

F.

Roma

luglio

Albergo di

Caro

'go.

Roma

Presidente,

Sono arrivato, e come ho fatto il viaggio unicamente per


parlarvi non ho altro da fare che di rendermi ad un appuntamento che vorrete avere la compiacenza d'indicarmi come
e quando megUo vi piace.
Mi dico nuovamente l'amico vostro
dev.

ed obb.^

Jacques Reinach.

6 luglio i8go
Si a me presentato alle 5
pom. il
barone Jacques Reinach.
EgH mi disse, che veniva, per incarico officioso dei signori Freycinet e Ribot, aUo scopo di vedere se fosse possibile combinare qualche accordo tra la Francia e l'Italia.
Gli risposi, che in genere nulla di meglio mi si poteva do-

mandare

ma

siccome in politica bisognava esser pratici,

vorrei sapere qualche cosa di positivo per poterlo esaminare

e rispondere.
Il Reinach cominci allora a discorrere deUa posizione
della Francia in Tunisia non sostenibile
della necessit
di migliorarne le condizioni.
;

Soggiunsi allora che la quistione della Ttmisia non si pu


toccare in ItaUa senza suscitare l'agitazione nel paese. Se

499

Cairo li

lasci sorprendere al 1881, sr

si

occupare

la Tunisia, cotesto

francesi poteron

fu possibile per le condizioni

si trovava allora l'Italia. In Italia per


sempre viva ed i francesi devono imputare
a quella occupazione i malumori ed i risentimenti che tengono ancora divisi i due paesi.
In Tunisia l'Italia ha una popolazione di 50 m. o 60 m.
individui
i suoi cittadini hanno col grandi propriet, tutto
col italiano. Di francese non vi che l'esercito ed il governo. Il Reinach allora riprese
Volete
togliercela ?
Possiamo andarcene ? Non essendo ci possibile, e dovendo
starci, megho di trovar modo ad un accordo.
Voi negoziate a Parigi per la regione dei Somali e vi si
dar tutto quello che chiedete.
Ed io Ma l nulla voghamo. I^a Francia vuole da noi.
Ed il Reinach Avrete quello che chiederete. Ma per Tu-

particolari in cui
"la quistione

bisogna intenderci.
Nella Tunisia vi faremo le medesime condizioni che saran fatte all'Inghilterra in un trattato di commercio. Gi
si tratta tra la Francia e l'Inghilterra.
nisi

Ed

io

Tutto ci nulla mi

dice.

Fatemi un progetto,

lo

studier, l'esaminer, e se vi trover le basi sufficienti per


trattare, tratter.

Signor Freycinet mi disse che quando


che quel
nastro vi avrebbe stretto indissolubilmente alla Francia.
Ed io E' possibile. Ma i francesi, non io, han rotto
Il

Reinach

mand

vi

allora: Il

la I^egion d'onore voi gli rispondeste

con me.
Il Reinach

Va bene

non ritenete impossibile l


uno o due mesi, ritorner con un

e poich

trattare, io ritorner fra

progetto concreto.

luglio.

Il

ritorno a Parigi.

prese a dire

Reinach venuto ad annunziarmi il suo


prima di riprendere i discorsi di ieri,

Dovreste

farmi un favore, il quale agevoler le mie


pratiche col ministro Freycinet. Voi dovreste dare ad un
suo intimo amico, il Dottore Herz, il cordone mauriziano.
qual titolo ?
Egli fu decorato della legione d'onore, dov' Grande
Uffiziale
distinto scienziato, e potete vedere da questa

,5oo

il conto in cui tenuto (e qui mi dette


a leggere una lettera del 30 marzo 1888 del detto Ministro);.
Potete darmene una copia ?

lettera di Freycinet

Eccovela
data molto lontana; ma qualunque essa
!

(i).

I^a

sia,

per

noi italiani poco importa. Bisognerebbe che il vostro amico'


fosse una grande illustrazione europea
o per lo meno che
;

avesse fatto qualche cosa per l'Italia.


A Freycinet fareste un grande favore. Egli tiene a
veder decorare il suo amico da voi.
Herz potente presso Freycinet e nessuno pi di lui
potrebbe agevolare le trattative fra i due governi.
Va bene ci penser. Potr dipendere in gran parte
da quello che combinerete con Freycinet e Ribot.

Francia non possono restare nelle condizioni'


ricomporre
ritornare amici. Fate quel che potete.
i loro dissi dii e di
Ritornate in Italia con buoni progetti e potremo allora,
occuparci anche di decorazioni .
Iv'Italia e la

in cui sono

e giova all'un paese ed all'altro di

(i)

Da

copia di

mano

del Reinach.

Paris, 30 mars z886

Monsieur

le

Docieur Cornlius Herz

Savant

eciricien,

Monsieur,
Il m'est bien agrable de voiis faire connaitre que Mr. le Prsident de lai
Rpublique voulant vous donner un temoignage particulier de sa haute
bienveillance, vient sur ma proposition, par un Dcret en date du 28 de
ce mois, de vous confier la Crois de Grand Officier de l'ordre National de
la I,gion d'Honneur. Je me flicite d'avoir t mme de faire valoir les
titrcs que vous vous tes acquis cette marque de distinction et je m'empresse de vous transmettre le Brevet et les Insignes de l'Ordre.
Rcevez, Monsieur, le? assurances de ma haute considration.

Le Prsident du Conseil
Ministre des Affaires Etrangres
C.

DE Freycinet.

5ot

Roma, 13

luglio

z8go.

Caro Reinach,
E' impossibile dare la grande decorazione mauriziana.
^Bisogna contentarvi di quella della Corona d'Italia.

Ditemi un

si

od un no per mia norma.


Aff.mo vostro
F. Crispi..
Parigi,

luglio

22

'90.

Caro Crispi,
vostro collega di qui [Freycinet] si messo a ridere
gli ho detto che non si pu. Egli dice che si pu benissimo fare perch si tratta di un forestiero ed egli ve lo
Il

quando

-domanda.
D'altronde come
ha gi il cordone di Grande Ufi&ciale
della legione d'Onore, e^^li dice che vi l'abitudine di dare
dopo un grado superiore.
Dunque vi prego con insistenza se volete farmi un piacere ed un favore di dare il Mauriziano, ben sicuro che poco

dopo mi vedrete a Napoli.


Conto

mando

sulla vostra amicizia per fare quello che io vi do-

e vi saluto

con tutta amicizia.

Jacques Reinach.
Roma, 28

luglio

i8go.

Caro Reinach,

Ho le vostre del 22 cadente.


10 non so come procedono le cose cost.

Ma

noi poveri

monarchici abbiamo norme che dobbiamo osservare.


Quando si propone una decorazione Mauriziana, bisogna mandare al Gran Magistero una nota nella quale devono
essere indicati i meriti del decorando o i servizii prestati
al paese. Per gli stranieri si supphsce con una lettera del
Ministro ItaUano residente nel paese in- cui il decorando.
Per la Corona basta la proposta del Ministro al Re. H
Ministro giudice dei meriti.
11 vostro raccomandato ci render dei servizii
edubito.

ranno

Rimettiamo
resi.

l'afEare al

tempo

in cui

non ne

servizii sa-

Tr

Vostro

aff.mo
F. Crispi.

502

6 agosto

i8go

Mercoled..

Caro Crispi,

Sono arrivato

qtando potr vedervi e dove


Tutto

vostro.

Jacques Reinach.

Caro Jacques,

Potete venire stasera o domattina.


Aff.mo.
F. Crispi.

7 agosto i8go
Alle 9 del mattino arriva Jacques Rei
nach. lyE sua lettera del 30 luglio non indicava lo scopo

della visita.

Che
venuto a fare in Roma,
Venni per
miei ma
tempo stesso per vedervi
siete

gli dissi.

affari

al

e parlarvi.

25 luglio mi avete scritto, che non era possibile dare


la grande decorazione Mauriziana.
Vi scrissi quello che era necessario che voi sapeste,
10 non posso proporre al Re di decorare uno straniero,
che nulla ha fatto per l'Italia e di decorarlo col massimo
grado nel principale ordine equestre della monarchia.
In una lettera di Menabrea detto, che il vostro amicosi battuto al 1870 sotto il comando del Generale Chanzy,.
e che fu decorato sul campo di battaglia. Ci gli fa onore,
ma per l'Italia nulla egli ha fatto.
ma egli pronto a rendere importanti
1/3 comprendo
Il

ad Herz

servizii all'ItaUa, e lo potr, nelle condizioni politiche nelle

quali oggi egli

si

trova.

Signor Herz intimo di Freycinet, presidente del Consiglio dei Ministri ed ha grande influenza sugli altri ministri francesi e sui principaU uomini poHtici del nostro paese,
tanto da poter cooperare utilmente con me a far cessare il'
dissidio tra la Francia e l'Italia.
In luglio io vi mostrai una lettera di Freycinet ad Herz,
e ve ne lasciai copia. Avete potuto vedere da quella in qualconto il detto Ministro tiene il suo amico.
Il diploma dovreste mandarlo allo stesso Freycinet, ili
quale sarebbe lieto di rimetterlo a mani del dottore.
11

503

Sentite, Jacques
ci penser e vedr se possibile,
tenendo presenti il rapporto di Menabrea e la lettera di
Freycinet, di fare un'eccezione pel vostro raccomandato.
Ma questo non basta. Bisogna fare qualche cosa per l'Italia. Il 6 luglio mi avevate promesso, che sareste ritornato
con un progetto di accordo tra la Francia e l'Italia. I Signori
Freycinet e Ribot sarebbero forse pentiti di trattare con me ?
-Niente affatto. Studiamo un modus vivendi commerciale e qualche temperamento che possa migliorare la posizione in Tunisia tra gl'Italiani ed i Francesi. Herz pu moltissimo su Freycinet. In casa sua il i6 marzo 1890 fu com:

posto l'attuale Ministero.


Nulla io posso promettere per ora. Ne parler col Re,
esponendo a S. M. le cose che mi avete detto. Non vi dissimulo per, che sarebbe pi facile ottenere la decorazione
pel vostro amico dopo aver concluso qualche trattato col
vostro governo. Alla firma dei trattati molto facile la distribuzione delle decorazioni. Allora proprio sono meritate pei servizi! che si son resi.
Dopo altri discorsi di nissun carattere politico, Jacques

si

congedato

4 Rue de la Bourse.
Parigi, 26 settembre go.

Caro Crispi,

La nota cosa
tizie

piace qui e spero vedervi con buone nocosa farete sino il 15 ottobre a fine di

Scrivetemi

regolarmi, dove potr incontrarvi, perch anch'io ho da


muovermi colla famigha. Quando avr la cosa per H, mi

preme molto

e mi agevoler molte cose.


Aspetto due righ? vostre e mi dico come sempre l'amico

vostro

Jacques.
Caro Reinach,

Meno

l'otto ottobre

Roma, 29

settembre 1890.

giorno del banchetto

di Firenze
durante il mese sar tra Roma e Napoli.
Intanto dovr dirvi con mio rincrescimento, che i vostri
amici sono con me cattivi. Qui, cost, dapertutto dove c'incontriamo li trovo a me awersarii.
Altro che modus vivendi
Vostro affmo
!

F. Crispi.

504

Parigi,

Caro Crispi,

I ottobre 90.

Vi vedr o in Roma od a
Grazie per la vostra lettera
e vedrete che le cose andranno bene, ve lo dico
Andrebbero ancor meglio se io avessi la nota cosa
io
cosi poco per voi e tanto per me e per lo scopo che abbiamo
in vista tutti e due
Tutto vostro e con tutt'affezione
Napoli

Jacques.

Ho detto a Ressman quello che mi ha detto qui Ribot,


ma non voglio che si immischia nella faccenda per ora .
Alla fine di ottobre

Reinach fu

il

in Italia e

non man-

carono certg mente nuove premure. Finalmente, quando


in conseguenza del voto parlamentare del 31 gennaio 1891,
Crispi fu sul punto di ritirarsi dal Governo, col pensiero
all'avvenire della sua politica e anche cedendo alle ripeil quale si vantava di essergU
tute insistenze del Reinach
sottopose alla firma del Re il decreto
amico da 30 anni
che conferiva all'Herz l'ambita decorazione. Questo deCrispi, siccome risulta
creto fu firmato il 5 febbraio

dalla Gazzetta Ufficiale, dette le dimissioni

il

6, e

cess dalle

sue funzioni il 9.
Il giorno 8, il Primo Segretario del Gran Magistero Mauriziano, On. Domenico Berti, invi all'on. Crispi la copia
dico la copia, poich i diplomi originali si
del diploma
afinch la
cons-^rvano nell'Archivio del Gran Magistero
facesse pervenire all'interessato. Mancatogli il tramite ufciale, quel documento doveva essere spedito direttamente
da Crispi. ly'indomani di una crisi ministeriale non una
giornata d'ozio, e Crispi che il 7 aveva tekgrafato al
Reinach per dargli la notizia, per un po' si occup d'altro.
Il 15 febbraio il Reinach, ad un telegramma del 7 com Grazie molto faceva seguire
posto di due sole parole
un biglietto postale nel quale rinnovava i ringraziamenti, e
chiedeva per qual via e quando il decreto sarebbe arrivato a Parigi ed essendo quella la prima volta che gli
scriveva dappoich Crispi era tornato alla vita privata, sog Scrivetemi
se siete disposto ad interessarvi
giungeva
come avvocato ai miei affari cost e cos vi metter al
corrente .

505

Il

17 febbraio, Crispi rispondeva

Roma, 17

febbraio x8gi.

Caro Jacques,
I

documenti pel vostro amico sono in casa mia, nel mio

li dar a voi.
Poich lo volete, tenetemi come vostro avvocato.
Ora che ho cessato di essere ministro, il governo francese
non pu aver pretesti contro l'Italia e dovrebbe cominciare ad abolire la tariffa differenziale. Se si rifiuta, prova
-che non all'uomo, ma al paese l'odio ed un fatto che gli
nuocerebbe nella pubblica opinione italiana.
I miei omaggi alla vostra signora.

cassetto e

L'aff.o

F.

Crispi.

l'on. Berti comunicava confidenzialmente a


seguente rapporto dell'Ambasciata di Parigi, consigliandolo a non dar corso al diploma
Il Dottor Herz uno dei pi
intraprendenti affaristi
-conosciuti
si serve di tutti i mezzi per giungere al suo
scopo e principalmente col compromettere le persone che
possono servire ai suoi intenti. Fra i tanti mezzi da lui usati, con atti di generosit egli tiene gli altri a sua disposizione. Fra le sue industrie ha quella dell'acquisto dei brevetti di invenzione. E* mescolato in moltissimi affari, non
tutti di esito felic?', ma talvolta buoni.
Perci lo si vede un giorno disporre di milioni ed il giorno
seguente esposto a cedere il suo mobilio sequestrato in pegno per mancanza di qualche migliaio di lire. Egli ha per
lina specialit, quella cio dell'appHcazione della elettricit
ch<^ fu la base dei suoi successi e della sua influenza scientifica, che mantiene col suo giornale La Lumire elctrique .
Egli fu un istante prossimo a fare una fortuna colossale con
un nuovo sistema di telefoni. Aveva interessato a quell'affare moltissimi personnaggi influenti nel Parlamento, ma
l'opposizione fu pi forte di lui e non riusc. E' israelita,
nativo di Besangon. Giovane ancora, si rec negli Stati
Uniti d'America, dove si fece fare Dottore in medicina e s'immedesim, coli' affarismo di quel paese. Venne poi in Francia
-e all'epoca della guerra Franco-tedesca serv come chirurgo
II 5
Crispi

marzo

il

5o6

nell'Esercito e fu insignito della croce di Ufficiale della Legion d'Onore. Fu promotore della Esposizione di elettricit in Parigi, che dice fatta in parte a sue spese, e ne ri-

port la Croce di Commendatore nello stesso Ordine. Inseguito al suo tentativo per lo stabilimento di un
sistema telefonico in Francia venne creato Grande Uffiziale
dello stesso Ordine. Il Dottore Herz un uomo misterioso
un giorno in bassa, un altro in alta fortuna. I^a giustizia
per non ebbe finora nulla a dire contro di lui. Egli si vanta
di tenere tutti i governanti nelle sue mani.
11 Signor di Freycinet non sa chi abbia potuto servirsi
del suo nome per raccomandare il Signor Herz, ha dichiarato
di essere in tutto estraneo alla faccenda e chf non vuole esservi mischiato in alcun modo.
La concessione della Gran Croce Mauriziana produrrebbe effetto deplorevole sarebbe meglio pr'ma di consegnargliela di aspettare che se ne sia patentemente reso
mep'tevole, per non compromettere il prestigio dell'Ordine .
fine, in

giorno 5 marzo appunto, Giacomo Reinach


e visitava Crispi.
Mi telegrafaste il 7 febbraio che il decreto per Herz
era stato firmato
Sicuramente. Ma non siamo pi nelle stesse condizioni di allora. Il Re, al quale avevo esposto h cose dettemi
da voi, firm volentieri il decreto. Essendosi per interpellata l'Ambasciata italiana di Parigi, questa diede brutte
informazioni sul conto del vostro raccomandato tanto che
dovetti obbedire, siccome era mio dovere, all'annullamento
IvO stesso

giungeva in

del

diploma

Roma

Ed ora nulla
Caro Jacques,

possibile

rimedio potrete trovarlo voi pu troI^e decorazioni si danno in consevarlo il vostro amico
guenza di servizi prestati. Che il vostro amico faccia qualcosa per l'Italia.
Il giorno seguente il Rtinach tornava da Crispi per intrattenerlo dei suoi affari di Roma era accompagnato dal
Signor Cimo ne Weill-Schott, e dal suo rappresentante in
Roma. Il Reinach possedeva una vasta zona di terreni lungo
il Tevere, di contro a quella che poi divenne piazza d'Armi
aveva anche altri terreni al Macao e talune questioni per teril

507

una delle quali col marchese di Rudin. I^a


propriet ai Prati di Castello era sotto espropriazione da
parte del Comune, e il Reinach ne sperava una somma che
s'avvicinava al milione.
reni venduti,

Parlando di compensi Reinach interpell Crispi con queparole

ste

Ora che

siete il mio avvocato, come dovr trattarvi ?


Con una Kccellenza non potremmo regolarci come un av-

vocato qualunque

Kd

un

come Jacques Reinach

soggiunse
Weil-Schott
dovrebbe regolarsi con gli avvocati megHo
che non facciamo noi poveri diavoli.
K avvicinandosi a Crispi, il Weill-Schott gli disse all'o-

il

recchio

cliente

Jacques ha una fortuna venti milioni.


Fortunato
rispose
Reinach
E rivolgendosi
Fate come meglio credete Ricordatevi intanto che
onorarii
1887 qualche cosa me ne dovete.
dei due. Parlano ancora dei
7 marzo nuova
di

Crispi.

lui,

al

fino al

di

visita

Il

medesimi

affari, e nel

Schott dice a Crispi

mentre

si

congedano, Cimone Weill-

Dovendo regolare

i conti con me, Jacques vi mander,


occorrente pei vostri onorarii.
In un estratto del conto corrente di Giacomo Reinach
presso la Casa Figli WeiU-Schott, che ho sott 'occhi, si
legge che il 21 marzo 1891, a mezzo vaglia, fu mandata al
Reinach la somma di 50,000 lire. B' cotesto il vaglia che
sarebbe stato il prezzo del mercato indegno, secondo il

da

me

la

somma

Cavallotti.
Il lettore

giudichi.

Mi fermo qui perch quanto precede basta a documentare

Non potrei seguire passo


passo quell'accusa nella sua romanzesca architettura e nulla
aggiung'^rei discutendo l'attendibilit degU argomenti da

la falsit dell'accusa del Cavallotti.

Cavallotti addotti, e di documenti che, al solito, egli

come

stamp

pur non avendo alcun carattere

di autenl'ambasciatore Tornielli, in
giugno 1894, dopo lunghe investigazioni scriveva che dovevano considerarsi come semplici millariterie le pretese

ticit.

ineccepibili,

Circa

quelli

francesi,

ricerche fatte negli archivi francesi della

Camera

e giudizia--

5o8

per preparare sunti di documenti, ecc. e che erano ati documenti sul Panama contenuti nei tre volumi pubblicati per ordine della Camera.
in quei tre grossi volumi nulla vi che giustifichi le ipo-

rii,

.tendibili soltanto l'Inchiesta e

tesi del Cavallotti.

Quali

le

cause dell'odio che accec

nella lotta feroce sino all'assurdo

il

Cavallotti e lo gett

L'amico che aveva per un ventennio curato ogni forma di


o che paragonasse il carattere di Crispi a quello

deferenza,

un uomo tenuto per sommo come Carlo Cattaneo, o che


adoperasse frasi rettoriche come quella de il ruscello
ricorre al mare riconoscendo la sua pochezza dinanzi alla
di

maestro di color che sanno in gius costituCrispi ridivenne ministro, cominci


a scostarsi. Nel 1888 una grave indiscrezione commessa dal
dottrina del

zionale

quando

Cavallotti irrit Crispi. Questi, nel febbraio di quell'anno,


in una visita che ne ebbe alla Consulta, gli aperse l'animo
il Cavallotti si affrett a pubblicare, col proprio nome, in
;

una

lettera al Secolo, le confidenze gelose che

non erano

Un

deputato
ancora vivente, scriveva
a quest'ultimo il 25 febbraio E' anche a tutti spiaciuta
la pubblicazione che Cavallotti ha permesso avvenisse nel
Secolo massime per la firma sua. Crispi gli aveva parlato della Triplice Alleanza e della Francia come sentiva.
Il Cavallotti non sepp*. resistere alla tentazione di far cosa
grata ai suoi amici francesi.
La politica di Crispi di fronte alla Francia fin col rendere fredde anche le relazioni personali. Alla vigilia delle
elezioni generah del 1890, il Cavallotti si rec a Parigi e
appena ritornatone annunzi che Enrico Cernuschi contribuiva con 100 000 franchi alle spese elettorali del partito
radicale. Si disse allora che quella somma proveniva dal
'Governo Francese, e si grid contro l'oro straniero .
'Giovanni Bovio, nel primo impeto della sua generosa natura, telegraf al Comitato del partito esortandolo a restituire quel denaro in nome di tutta la democrazia, prvifervudo
al dei aio la sconfitta. Ma il Cavallotti non volle comprendere l'errore di mescolare lo straniero nelle nostre contese
interne, e si ostin nella difesa che quel denaro era itaUano.
state fatte per essere afi&date alla pubblicit.
radicale,

amico

di lui e di Crispi,
:

509

Cernuschi, in verit, era nato in Italia, ed aveva avuto


onorevole parte negli avvenimenti nazionali del 1848-49 ;
ma era vero altres che aveva dipoi ripudiato la Patria. Dopo la caduta della Repubblica romana ad opera
delle armi francesi, egli abbandon l'Italia per sempre, e
fin col chiedere, ed ottenere con decreti del 31 gennaio 1871,
il godimento
dei diritti civili e la nattualizzazione in
Francia (Cfr. Bulleiin des Lois de la Rpuhlique Frangaise,
pagg. 690-691). E questa sua condotta non era solamente
nella logica dei suoi affari
poich dal nulla, in terra strariera, aveva raggiunto una fortuna cospicua
ma era
altres nella logica delle sue convinzioni. Poich, repubblicano-federalista predisse nel 1861 (Cfr. Risposta all'accusafattami del Signor ministro Cavour) che l'Italia non avrebbe
mai avuto Roma, e che, d'altronde, l'Italia non era in
Roma e dopo che Roma fu dell'Italia, deplor il grande
avvenimento, facendo oscure profezie. (Cfr. Le Siede di
Il

marzo

Parigi, II

Quel denaro
e

1871).

Alpi non poteva portare fortuna,,


1890 furono decimati. Ma il

d'oltre

radicali nelle elezioni del

non

Cavallotti

rinsav.

vincoli esistenti tra parecchi repubblicani

alcuni repubblicani itaHani dei quali

francesi e

fece duce,
rinsaldarono nell'occasione della inaugurazione della statua
di Garibaldi a Nizza (ottobre 1891) dove convennero i
rappresentanti delle due democrazie, e della francese, oltre il Cernuschi, i deputati Deloncle, Pichon, Rane, Rivet,
e altri. Fu firmato allora il documento del quale pubblico
il

Cavallotti

si

si

il

la

(i), e fu da quel giorno intensificata in Italia


propaganda anti-monarchica e anti-tripli cista, nonch

fac-simile

(i)

Eccone

Nice

la trascrizione

Hotel des

Iles

Britanniques

?e

cnq octobre mlhuitcentqiia-

trevingtonze.
lyes rpresentants et dlgus des dmocraties italienne et frangaise,
qui se sont.rendu Nice poiir l'inauguration du monumenta Garibaldi, pour

confirmer

les

promesses que souvent et depuis long-temps se sont

faites,

et ratifier les accords d'hier (quatre octobre) signent la presente convention.


I^a ligue

des gens latines, pour la confderation des tats imis rpubli-

cans d'Europe, est le but auquel se vouent les deux dmocraties, et pour
lequel elles promettent se consacrer avec toutes leurs forces.

510

l'organizzazione del malcontento.

mato

Governo

Quando

Crispi fu richia-

molta strada era stata


fatta, e la barriera ch'egli pose subito con grande energia
ad ulteriori progressi di quel movimento rivoluzionario, fu,
naturalmente, considerata dal Cavallotti come una sventura.
Nessuna speranza aveva egli che Crispi, volontariamente o involontaiiamente, si prestasse al trionfo del suo
programma e poich vincerlo non era possibile sul terreno,
parlamentare, profittando degli scandali bancarii e imbastendo nuove calunnie, tent di abbatterlo sul terreno peral

alla fine del 1893,

souale.

Dell'appoggio da parte fraacese in quella


feroce,

campagna

segni nelle varie epistole sono manifesti.

Delle

speranze concepite, d qualche barlume un rapporto 28 giugno 1894 del Console generale d'Italia a Nizza, marchese
Silvio Carcano, che deve trovarsi al Ministero dell'Interno,
nel quale detto
Invece mi consta che ad un ex sotto-uficiale dell'esercito italiano gi di guarnigione alla Spezia ed ora qui residente, egli con insisti-nza domand spiegazioni sul conge:

di smontamento dei pezzi d'artiglieria di quella piazza,


tempo di bombardamento, e lo istig a recarsi col per
studiare e riferire. Verso la met del corrente mese quell'ex
iifliciale fu invitato da
.a recarsi con lui a Monaco dove

gno
in

Ma
il noto cospiratore.
prosegu per Ventimiglia lasciando il sotto-uficiale

sarebbe arrivato pi tardi


il

I,es

dmocraties italienne et fran^aise s'aideront mutuellement avec

tou3 leurs efforts

des

moraux

en Italie

et

pour

ga.

Si par aventure le

pour combattre et detniire les obstaune active et perseverante propagande

et materiels,

particulireuient pour taire


elles

confirment

les

conventions etablies vive voix.

mauvais gouvemement

pour mettre en rvolte

les

et la misere en Italie finissent

populations, les reprsentants de la dmocra-

mouvement avec quel que soit moyen


au but commun.
I,a presse dmocratique du Comi t fran^ais sera la disposition de
dmocratie italienne et poiur ^a il se former tm fond special confi

tie frangaise

s'engagent d'aider

le

polir bien l'alimenter et l'adresser

la

M. H. Cemuschi, qu'il en pourra disposer selon les circonstances et les demandes.


Enfn, pour bien s'entendre et plus facilement, les deux dmocraties
choisissent pour leurs reprsentants M. M. Cemuschi et Cavallotti.
Felice Cavallotti.

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5"
Ritornato a Monaco e saputo
a Monaco in attesa di
non vi era arrivato, consegn al sotto -ufi&ciale
che
.

una

lettera per

Mentone.

Il

il

Cernuscbi Enrico, tuttora residente in

sotto-ufiSciale

and

e consegn la lettera al

Cernuschi, che trov unito ad un signore di et matura e


decorato. Fu interrogato circa il forte Castellano della Spezia, i nomi dei superiori del reggimento a cui aveva appartetenuto, le istruzioni e le particolarit del servizio. Delle
risposte prendeva nota il signore sconosciuto. Il Cernuschi
si mostr edotto delle pratiche tentate dal
presso
l'ex sotto-ufficiale per la cessione del di lui congedo militare (mio rapporto 8 giugno corrente n. 17051/309). Il Cernuschi ed il signore sconosciuto parlando tra loro in fran.

cese dissero che sarebbe stato meglio adoperare tutt'e due,


forse alludendo al loro interlocutore e ad un secondo, ma
soggiunsero che sarebbe convenuto mettere aUa prova l'individuo a loro presente. Indi lo regalarono di lire 5 peri
sigari ed il Cernuschi scritto frettolosamente un bigUetto
ghelo consegn perch lo portasse a
... ly'ex sottoufficiale arrivato aUa stazione di Nizza trov.
.che lo
attendeva ed a cui dovette rimettere quel biglietto.
Rilevasi da quanto ho esposto che presentemente si ha
interesse a trovare chi procuri notizie miHtari sulla Spezia
che il ... incaricato di cercare il soggetto idoneo ed
un. congedo militare, e che a preparare e condurre l'operarazione di spionaggio si adoperano il Cernuschi di Mentone
e
di qui .
.

...

Del resto, Crispi conosceva e seguiva con attenzione da


anni i piani del nemico. In una lettera confidenziale al conte
Nigra del 4 dicembre 1890, egli vi accennava con le seguenti parole
Finch la Francia in repubblica
ed ormai questa
essa sar semforma di governo col sembra consolidata
pre una minaccia per le monarchie in Europa. La Russia
deve capirlo, essendo ormai Parigi l'asilo dei nihilisti
e le due penisole, l'Italica e l'Iberica, lo sanno per la propaganda morale e gli aiuti finanziari dati ai partiti sovversivi
dal governo del finitimo territorio.
Noi in Italia siamo abbastanza forti il sentimento monarchico nelle nostre popolazioni profondo, e resiste al:

512

l'apostolato rivoluzionario. Ci battiamo e non ci faremo vin-

Non bisogna per nascondere a noi stessi che il Vaticano accenna a valersi dei radicali, e si visto nelle elezioni. Il cardinale I^avigerie, nella sua nuova fase, lavora
d'accordo col Papa. I cardinali in parte dissentono, ed
anche il clero francese non compatto
ma ignoriamo
quello che ne potr avvenire pi tardi.
lyC monarchie pericolanti, sonora portoghese e laspagnuola,
cere.

prma

la

pi della seconda.

Ove

esse

cadessero, e a

I^i-

sbona e a Madrid la repubblica fosse proclamata, nessun


dubbio che cotesto sarebbe il principio di una trasformazione
politica che la Francia interessata ad apportare in Europa .
Vi qui, come ognun vede, la profezia della caduta della
monarchia portoghese a venti anni di distanza.

a Crispi era rimasta inavvertita la psicologia del Ca-

vallotti.

disse

seduta della Camera del 14 giugno 1889,

Nella

Io ho ammirato l'on. deputato Cavallotti come


valente poeta ieri per, mi permetta di dirlo, dovetti convincermi che in lui vi la stoffa di un futuro Fouquier Tinville {commenti). Egli sar un grande accusatore il giorno
.

proclamato
il Governo ch'egli desidera potr essere
per ora mi permetta che io auguri all'Italia che quel
tempo non venga, che non venga il giorno in cui egli possa
esercitare il suo ingegno per mandarci alla ghigliottima {si
che

ma

ride)

Cavallotti credette nel 1895 venuto il giorno di mandare


ma s'ingann. Crispi fu pi forte
alla ghigliottina Crispi
Il

suo onore, ma sdegn di scendere


suo accusatore che considerava strumento inconscio di quella politica con la quale la Repubblica francese
tentava di rinnovellare l'egemonia dell'Impero sull'Italia.
E vinse l'audacia degli uni e la vilt degli altri, e continu
l'opera sua di governo, che nel risanamento della finanza
dello Stato, con l'aiuto prezioso di Sidney Sonnino, ebbe
forse la pagina migliore.
Sotto l'usbergo del sentirsi puro pens come Goethe
Essi credettero di raggiungermi coi loro colpi, ma io ero
gi lontano .
di lui.

Sub

lo strazio del

al livello del

513

1894-1900.

Finali

e l'u

Unit prossima a dissolversi

tentato di

Paolo Lega

seppe Bandi a Livorno

cane custode

il

Guglielmo II per Crispi

Con Dio

e col

Re per

Ferd. Martini

L'at^

Uassassinio di Giu-

la Patria

la favola del gregge indotto

La Sala Rossa

gra Gallenga Batter e

Marcora, Imbriani, Brusco

Costantino Ni-

dai lupi e

licenziar-

Biancheri

e la presi-

denza della Camera dopo

le elezioni del iSgs - Giudizii di Carducci su


Malachia de Cristoforis - Alfredo Oriani - La questione
armena - Un Comizio per la Grecia - Bisogna cacciare il Turco dall'Europa
Carducci scrive : tanto pi vi amo quanto pi i vili e gli stolti vi offendono

Gugliemo Ferrer

Sguardo desolato

al passato in

una

lettera alla

zione siciliana della Rivoluzione del 1848

{28 die. iSgg)

il

secolo che

Moglie

La commemora-

Crispi quasi cieco scrive al

comincia dar potenza

[Finali a Crispi

466.

e.

Re

grandezza all'Italia

Roma].
Cesena, 18 marzo 1894.

Che

il

Illustre e caro

amico

forte e santo

amore

sopravviva soltanto

d'Italia,

in noi vecchi, dal fato inesorabile ridotti a cos picciol nu-

mero

L'Unit ha

troppo spesso
Il

Deputato

unitaria,

fatto

ma
di

mala prova

quel che

ti

un

discorso che odo

scrivo passa

ogni

segno.

questo collegio, posto nella regione la pi

non ha dubitato

di

annunziare non a

me ma ad un

amico, nel quale credo, come se l'avessi udito colle mie


orecchie

Ha

che l'Unit Italiana prossima a dissolversi.

parlato di preparativi in SiciUa, Sardegna, Piemonte,

e Lombardia. Egli voce di quella combriccola milanese,


colla quale

Codronchi

Visconti Venosta

si

si

trovava male

trova bene.

e colla quale

neppure

514

All'amico mio che

gli

patriottica, rispondeva in

opponeva

il

sentimento e

nome d'una

la fede

'pretesa scienza

po-

ltica utilitaria.

Milano vi qualcosa, che fa ricordare quella fazione

aristocratico-plebea,

che nel 1814 atterr

iniqua e insana impresa, che


allo

il

Regno

italico

povero Gonfalonieri espi

Spielberg.

Forse queste cose gi


,

il

sai, e vigili e

provvedi. Se questo

abbi questa mia confidenza come un semplice sfogo del-

l'animo.
Il tuo

G. FlNAI,!.
[Crispi a Finali

467.

Cesena].
Roma,

Mio

che mi dai mi addolora molto.

lya notizia

Non

zg/3/i8g4.

caro Finali,

ebbi fede nel deputato al quale alludi,

ma non

avrei

creduto mai ch'egli abbia potuto profferire la brutta be-

stemmia.

Continueremo a lottare
lya

e,

spero, con fortuna.

Sicilia questa volta fu salvata dal pericolo che la

minacciava

se le altre parti d'Italia, daran segno di seces-

sione, ci batteremo, per vincere

nemici della unit.

Ormai la nostra vita di combattimento e non ci stancheremo fino all'ultima ora nostra.
Fa buona Pasqua.
L'aff.mo tuo
F. Crispi.

468.

[//

Re a

Crispi

Roma].

{Telegramma).
Venezia, 8 aprile 1894.

S.

M. l'Imperatore lascer Venezia domattina portando

seco la migliore impressione di questa Citt che ha

cosi

515

degnamente rappresentata

l'Augusto

nell'onorare

l'Italia

nostro alleato e amico. L'Imperatore nei vari colloqui avuti

con

me mi ha

parlato di

I^ei

sempre con sentimenti

di viva

simpatia e di alta considerazione.

Mi compiaccio
nevolenza di
cordiale

di esprimerle la particolare e

M. l'Imperatore

S.

meritata be-

e di confermarle la

mia

amicizia.

A ffezionatissimo
Umberto.
[Finali a Crispi].

469.

maggio 1894.

Illustre e caro amico,

Non
nuto

al

seppi l'ora del tuo ritorno


Ministero per salutarti,

perci stamane sono ve-

ma non

t'ho trovato.

Per te la chiassosa dimostrazione stata di sicuro

.....

l'insTilto di

villana auretta

D'abbronzato guerriero in
I

federalisti

hanno voluto

sxilla

guancia,

insultare

te,

pi illustre

il

rappresentante dell'Unit.
II

giorno tre di giugno prossimo sventoler a Cesena,

Romagna,

nel cuor della

vessillo dell'Unit

il

fede di noi

vecchi, e magari nostro testamento.

Ti stringo ben di cuore la

mano
Tuo
G.

Crispi tornava

da Milano, dove

rato dimostrazioni

radicali e

socialisti gli

avevano prepa-

ostili.

[G.

470.

aff.mo

Fentai,!.

Marcer a Crispi

Roma].

Milano,

li

16 giugno 1894,

ore g

pom.

Caro Crispi,
In questo

momento apprendo

dal giornale

fame attentato che ha messo in pericolo

la

La Sera

l'in-

tua vita preziosa.

5i6

ma

Ti ho telegrafato abbracciandoti,

sento prepotente

bisogno di scriverti che oggi, come sempre,


con te. Tutta la

mia famiglia

che

buona

da

me

edu-

cata alla ormai vecchia scuola del dovere e del sacrificio


divide con

me

sai

che

ti

di saperti

amo, e

ti

incolume.

stimo e che

il

mio

venuto meno anche quando per ragioni

ho rispettato,

fui travolto nella lotta

affetto

sai

del

mio

Bpper non dubiterai

mai

al pari di te

dicesti di

cesco Crispi).

che hai creduto di

solo

io

non

politiche, che io

perch sono
che
sono
E tu
una coscienza (Giuseppe Marcora come tu

fare.

l'indignazione per l'attentato, e la dolcis-

sima commozione

Tu

il

mio cuore

il

Fran-

dei miei sentimenti e

affetto.

Il tuo

Marcora.
In quel giorno Paolo lyCga attent alla vita di Crispi tirandogli a bruciapelo con la pistola.

Cm^i- Roma].

{Matteo R. Imhriani a

471.

Napoli, iyl6jg4.

[Telegrammi)

Francesco Crispi

Roma

Dall'avversario pi tenace della Triplice e degli stati d'assedio accogliete gli augurj

pi sinceri e sentiti e disinte-

ressati.

Imbriani.
[Crispi a Imhriani

472.

Napoli].

Roma, 18/6/94.

Deputato

Vi ringrazio per

non

n dalla

Imbriani

Napoli.

gli augurii,

triplice,

n dagli

ma

permettete vi dica che

stati di assedio che furono

517

mossi

gli

attentati di Paolo I^ega e di Caporali,

scuola insensata che vizia

ma

da una

invece di educarle alla

le plebi,

virt.

Crispi.

[Brusco-Onnis a Crispi].

473.

Genova, 27 giugno 1894.

Caro

Crispi,

Permetti al tuo vecchio amico che unisca a quelle


la

Nazione

le

di tutta

sue espressioni del profondo disgusto per

nefando attentato

cere congratulazioni per lo

il

vittima e delle sue sin-

di cui sei stato

scampato

pericolo.

Se vi alcuno che abbia sempre fatto caldissimi voti per


la

tua conservazione sono certamente io che ho appreso da

te e col tuo

esempio quanto

la virt del sacrificio

trionfo, e che dal

con

te per

il

si

possa amare la Patria e quanto

per affrettarne la liberazione ed

1860 in avanti ebbi la fortuna

comunanza

nostro Paese completa

il

di avere
di affetti

e di intenti.

Io

ti

ho sempre amato non solo come caro amico,

colui che unico e solo

aveva

le

con mano ferma e capace dirigere


ItaHa attraverso a tutte

ma come

qualit e le virt per potere

le insidie

destini della nostra

che

le

tendono

suoi

nemici aperti e nascosti.

Non

posso adunque che ringraziare la Provvidenza di

aver fatto

il

vero miracolo di scamparti dall'attentato e di

averti conservato alla Patria, agli amici.

Credimi ora e sempre


Aff.mo amico

Aw. Enrico

Brusco.

518

[Gatii-Casazza a Crispi].

474Illustre
Iva notizia

Venerato Amico,

che stamane, in lyivorno, un vigliacco

sino proditoriamente pugnalava a morte

compagno d'armi

dei Mille

il

il

carissimo Bandi, empie

l'animo di tutti di orrore, di piet, di indignazione.


noi, suoi vecchi commilitoni,

suo valore brillantissimi fra

assas-

nostro valoroso

che ricordiamo

gh

Ma

per

atti del

tanti che illustrarono le gloriose

giornate della epopea garibaldina del maggio 1860, per noi


cotesto annunzio di tremenda sventura di famiglia

ne sono commosso come davanti


diletto fratello

ma

al

pensiero di quel che

il

forto, penossissimo del

foste

il

sala, e

io

deve passare

un

nell'animo vostro, venerato amico, al cospetto di

esecrando misfatto, d

cadavere di un mio

il colmo alla mia tristezza, allo sconmio cuore. Considero come a Voi, che

principale iniziatore della

memoranda impresa

di

Mar-

che guardate noi con senso d'orgoglio e tenerezza pa-

terna, al sapere di

un Giuseppe Bandi, uno

dei migliori della

spedizione, fulminato dal pugnale d'un giovane figUo di questo

popolo, per la cui libert tanti eroismi hanno sfavillato al sole


d'Itaha, debba destare nell'anima generosissima e fiera e pur

tanto gentile, un senso di desolante raccapriccio, d'incomparabile dolore. Se in quest'ora cotanto solenne di mestizia

una parola d'un vostro vecchio


affettuosissimo camerata, ognor sempre vivo agli entue di glaciale scoramento,

siasmi santi dei giorni pi cari al nostro ricordo


il

pu

lenire

vostro cordogho, confortarvi all'opera di riscossa, ben

degna

di Voi, contro

e della Civilt, io

nuovi e peggiori nemici della patria

m'onoro

di porgercela

caldo affetto, con devozione fighale.

vincendo

il

dal

cuore, con

Permettetemi, che,

sentimento del raccapriccio, che tutto mi turba

per lo abbominevole misfatto e per la perdita del valoroso

amico, io vi stringa la

mano

nobilissima ad espressione di

519

illimitata fede nella vostra energia, nel vostro impareggiabile

patriottismo.

Tutto

vostro

Roma,

I luglio 1894.

Affezionatissimo Dev.mo

Gatti Casazza.

S.

[Bovio a Crispi].

475.

Roma,

luglio

94.

Illustre amico,

Includo la lettera minatoria che mi


o anarchico, o nemico personale a
sia,

da compiangere, e credo che

chiedeste.

me

prete

qualunque

ignoto,

pu

la sola libert vera

medicare questi mali.

Con antica stima,


G.
Bovio aveva ricevuto un
pugnale con

la scritta

foglio nel quale era

Questo sar

il

[Crispi a

476.

rozzamente disegnato un

pugnale che

ti

deve

Anche tu

sei

caro

il

cuore

settembre 1894.

Adriano,

caduto nello agguato teso dai miei avversari.

Voi sviate la quistione e date forza


Patria. Gli anarchici

hanno

al

coloro che

vero nemico della

scritto sulla loro bandiera

Dio, n Capo. Io chiamai a raccolta tutti


tutti

ferire

Lemmi].
Roma, 18

Mio

Bovio.

vogHono salvare

gli

societ

la

nenti pericoU, scrivendo nella nostra bandiera


col Re, per la Patria. I/a formula

gica di quella di Mazzini dopo

il

uomini onesti,

dagU immicon Dio e

una conseguenza

lo-

plebiscito del 21 ottobre 1860.

520

questo grido di allarme voi vi opponete supponendo

un mondo nuovo contro

reazioni politiche ed

me

della libert che nessuno pi di

Col vostro

contegno, od

conquiste

le

sapr e potr difendere.

allontanandovi da me, voi aiu-

tate l'anarchia, che si^fa avanti colla dinamite e col pugnale.

Me

ne duole,

ma non

per questoindietregger dalla via

che ho impreso a percorrere.


Ti abbraccio.

L'a^.mo tuo
F.

[Costantino Nigra a Crispi

477.

Crispi.

Roma].
Milano

novembre 94.

Caro Presidente,
I/a ringrazio della

sua buona lettera. Mi propongo

dar^ fra alcuni giorni a


visita sar per I^ei.

il

Parleremo

Vengo da Monza dove


Re in buone disposizioni

l'opera di

I^ei.

Ho

sperano in

I^ei

naturalmente

la

di an-

mia prima

delle cose d'Istria e d'altro.

passai tre giorni.


di spirito, e

Ho

trovato

molto fidente nel-

poi parlato con molte persone, e anche con

alcune che di solito non

Il

Roma,

per

il

le

sono favorevoli.

migHoramento

I^e

une e

le altre

delle sorti del paese.

quale, da quanto posso giudicare, parrai sia proprio con

I^ei.

Questo pensiero deve darle coraggio.

Adunque nella speranza di vederla fra pochi


mando intanto di qui i miei pi cordiali saluti.

giorni, le

Suo dev.mo amico


Nigra.
[G. di

478.

Hohenlohe a Crispi

Roma].
18 dicembre 1894.

Ecc.mo Signor Presidente, Amico Carissimo,

Prima

de' grandi ricevimenti,

si

venire confidenzialmente, cos V. E.

permette

agli

amici di

mi permetter

di of-

521

frirle gi in

questi giorni

nuovo

SS. feste e l'anno

mi-^n

auguri affettuosissimi per

lunga vita e salute per

mia

patria, che pure seconda patria

struosi partiti rossi e neri.

poco per questa

ma

vittoria,

il

vittoria sopra

le

bene della
i

mo-

dispiace di poter fare cos

V. E. non ne ha bisogno, e

lavoreremo ciascuno nella nostra sfera per una cosa sol?

la

verit e della giustizia!

vittoria della

Implorando

le

benedizioni celesti per I^i, per

per la Sua Signora e tutti

cari sposi,

Suoi, ho l'onore di confermarmi

Di Vostra Eccellenza

Dev.mo

servo ed amico

G. CarDINAI^E di HOHENI.OHE.

[Antonio Gallenga a Cnspi

479.

Roma].

The Falls Chepstow, 22

de. 94.

Caro Crispi,

Dacch siete al potere vi ho scritto spesso, ma sempre breve


per non annoiarvi. Sebbene amico, non partigiano, credetti

uomo che

e credo voi

il

Checch

pensi della proroga parlamentare dai 30 mihoni.

si

solo

resti all'Italia, e

d'Italiani

che vi stanno intorno,

approvo

fatto e

il

il

da

io,

farsi, e ci

uno

Dio

sia

con

dei pochi assenti,

che credeva volesse

Io mirava ad una Dittatura Crispi, e

ci

voi.

siam

farsi.

vicini, sia in

parole, sia in fatti


I

due malanni

d'Italia, a

due funesti errori


l'abolizione

della

uno

In

siamo a dover vergognarci


io

ci

universale,

Valtro

Da essi siam venuti ai


somma se non ci salva Crispi,

di

essere Italiani

muoio, e non mento, e

Se questo mio scritto

mente non

suffragio

pena capitale.

Giolitti e agli ZanardelH.

son vecchio,

mio credere, furon cagionati da

il

vi

vedrem pi

il

ciel

sembra vero,

in questo

mondo,

Crispi, io

ne attesto.

vi resti

ma

possibil-

anch'io,

come

522

ho potuto, ho amato
ho passati 85 anni.

e servito l'Italia e

bench sano, e vegeto

voi siete quello che parecchi anni fa venuto al Ministe-

ro dell'Interno sotto Depretis, a

me

corrispondente del Times

raccomandaste d'esservi amico.

Ed amico

vostro io mi dichiaro adesso, senza pi esserne

richiesto.

A. Gai,i;enga.

\BoUero a Crismi

480.

Roma].
Torino, 26 Xbre 1894.

Caro Crispi,

Ricambio

auguri sperando nella vostra vittoria finale.

gli

Sono ottimista,

ma

sforzi degli avversari.

veggo purtroppo dove

Mi par

tendono

gli

d'assistere allo svolgimento

della favola del gregge indotto dai lupi a licenziare

il

cane cu-

stode.

Faccio
guardia

il

mio dovere

gl'illusi

di libero cittadino per mettere in

se poi destino che l'Italia ricada nel nulla,

non ne avrem noi

il

rimorso.

Coi pi cordiaH saluti.


Il vostro

G. B. BOTTERO.

481.

\A. Cavalletto a Crispi

Roma].
Padova,

26/12/1894.

Eccellenza,

Di tutto cuore partecipo

alle gioje

queste compensino e confortino


alla rea coalizione che,

il

domestiche di V. E.

suo forte animo a resistere

combattendo iniquamente V. E.

tenta al bene e alla salute della Patria Nostra.

at-

523

Chiarita la iniquit e la malafede dei nemici di V. E.

mancher

le

il

trionfo, e la devozione riconoscente

non
della

nostra Nazione.

Voglia poi gradire

miei voti per la fehcit presente e av-

venire di V. B. e della sua famiglia.

Mi raffermo cordialmente
Suo aff.mo e dev.mo
Alberto Cavai,i,etto.

[Ferd.

482.

Martini a Crispi],
30 Xbre g4.

Caro Crispi,

Buon anno.

B
vi

non

vi meravigli o vi spiaccia che gli auguri e

vengano da chi intervenuto

atto di pentimento

alla Sala

alla Sala

Rossa,

perch mi parve e mi pare che se


e governo, ci
ti, il

troviamo nelle non

Governo abbia anch'esso

la

ci

tutti,
liete

Non

Rossa.

saluti

faccio

fui e ci tornerei

paese parlamento
condizioni presen-

sua parte nelle cagioni che

questo stato di cose hanno provocato e condotto.

Ma

se dissento

da

certi atti,

non muto, non dimentico,

non rinnego antichi sentimenti

di personale amicizia

in certi punti, oppositore politico,

non partecipo a quanto pu

se,

a voi recare ingiuria od affanno.

Ricordo che un anno fa, per il matrimonio della mia


voi

mi mandaste un

saluti

ed auguri

affettuoso

schietti

telegramma

ed affettuosi del

Queste cose che dico ora a

ed

per, vi

mando

figliola,

mander

pari.

voi, dir ai miei

giorno in cui mi sembri non immodesto il parlare

brerebbe oggi.

io

di cuore

il

elettori

il

come sembuon anno.


:

Vostro

Martini.

524

\Crispi al Principe di Scalea

483.

Palermo].
Roma, 15 marzo

Mio

1SC15.

caro Principe,

Suo nipote, Alessandro Tasca, pubblic nel suo giornale


S. del condannato De Felice,

che io discorrendo col principe

avrei detto: questo Cagliostro dovr morire in carcere. Alcuni

maligni han dato a credere che


avrei avuto

Ho

il

il

personnaggio, col quale

colloquio, sarebbe stato

lei.

ritenuto che cotesta fosse una favola.

Non sono n triste, n imbecille, ed il principe di Scalea


un uomo abbastanza serio perch gli uomini di buon senso

non dessero importanza alle malignit di un ragazzaccio.


Nel governo del mio paese mi lascio guidare dalla mia coscienza e da un sentimento di giustizia che non mi ha mai
abbandonato.
IvC

ne ho scritto perch la ridicola invenzione parte da un

suo congiunto.

Ed

io

intanto mi ripeto
Devotiss.mo suo
F. Crispi.

[Carducci a Crispi

484.

Roma].

Bologna, 23 maggio 18 55.

Caro

ili.

amico,

Pericolante qui il secondo collegio, dove sarebbe gran ver-

gogna che trionfasse


che

si

adoperano a

il

Matteuzzi Marescalchi. Tra quelli

persuadere e preparare

vora efficacemente Raffaello Sangiorgi.

Ho

al

meglio

la-

caro che lo sap-

piate e ricordiate.

Del

resto,

combattiamo con fidanza.


Vostro

Giosu Carducci.

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525

VenUmiglia,

2 S/sfg 5

{Giuseppe Biancheri a Crispt].

485

Carissimo Amico,

Mi

caro anzitutto mandarti le mie pi calde, affettuose

congratulazioni
quali

il

per

molteplici

le

elezioni

trionfali

colle

Paese volle manifestarti la sua riconoscente devo-

zione e protestare contro le ingiustizie che

immeritamente

hanno amareggiato. Colla sincerit dell'anima che sa essere


te sempre benignamente apprezzata, ti scrivo per assi-

ti

da

non mi sentirei di riassumere la Presidenza della


Camera quando, per nuova testimonianza deUa tua benevo-

curarti che

lenza, tu potessi avere intendimento di ripresentarmi canufficio.

Al peso degli anni soverchi s'ag-

dolori d'un

reuma che spesso mi tormenta,

didato all'accennato

giungono ora

mi costringe a tenere

il

letto

tralascio altri acciacchi penosi

effetti della vecchiaia.

Fisicamente non potrei pi assolutamente sostenere


dure prove che impone l'Ufficio della Presidenza

ho

il

al

me

profondo convincimento che non potrei pi essere

Governo n

alla

le

utile

Camera. Sento che ogni energia in

sfumata, mi sento impotente a frenare

a rintuzzare

le

moralmente

le irose passioni,

malvagie improntitudini e la mia insufficienza

o inconsapevolezza, potrebbe riuscire di grave danno, meritarmi specialmente

tuoi giusti rimproveri ed io ne avrei

l'animo traftto.

Aggiungo ancora che ormai sono preso in diffidenza dagli


agitatori della

Camera ed a

contenerli

non

potrei pi fare

assegnamento su quella personale influenza che dapprima


esercitavo.

Ti chieggo venia, mio caro Crispi, se mi permetto di esporti

un'ultima considerazione
scorso ed

ammirata

la

ho attentamente

robustezza della tua

letto

il

tuo

parola,

di-

l'eie-

526

vatezza dei tuoi pensieri,


sti

ho compreso

tua indignazione,

Mi

pare, per che

l'alto

pariottismo a cui

pienamente

il

non

ti

inspira-

giustificato lo scoppio della

legittimo sfogo del tuo

risentimento.

fossero opportune le censure fatte alla

defunta Camera. Dalla stessa eletto due volte alla Presidenza

non posso non


e

esser posto in

una situazione molto

delicata

imbarazzante quando, come a prevedersi, sieno messe

in discussione le accennate censure. Sono certissimo che


il

tuo

fine, delicato sentire

apprezzer questa mia eccezio-

nale condizione.

Se adunque, per nuova prova della tua benevolenza, tu


avesti divisato di propormi alla Presidenza della

mera,

io ti

nuova Ca-

prego caldamente a smetterne l'intendimento

poich non mi sentirei, n fisicamente n moralmente, di

mi dorrebbe fortemente

reggere alle difficolt dell'ufficio e


di

doverne far rinunzia.

Appena

occorre ch'io

ti

assicuri che ti

vivamente grato, che verr


terti attestare col

alla

rimango egualmente,

Camera

mio modesto voto

la

e sar lieto di po-

mia sincera ricono-

scente devozione.

Ti invio, dal cuore,


della tua salute,

rata

miei pi fervidi voti per la prosperit

miei auguri caldissimi d'ogni da te deside-

contentezza ed ognora mi onoro altamente

di po-

termi dire
tuo

af.mo amico

G. BlANCHERI.

[Camperio a Crispi

486

Roma].

La Santa

di

Monza, 7/3/96.

Caro Crispi,
I^a lotta

patria.

Ed

infame personale contro


ci che

fitta delle nostre armi.

mi accora

di

di

Voi lotta contro

pi

pi che

la

la scon-

527

Barattieri poi framezzo

una

a-

buone qualit

di soldato

aveva

tale ridicola vanit che gli toglieva la stima e l'affetto

Nessuno mi toglier dal capo, conoscendo l'individuo, che fu la nomina di Baldissera a suo sucdi chi lo circondava.

cessore che lo spinse al dissennato proposito.


Il

processo lo dir.

Frattanto, caro Crispi,


sulla

come

vi telegrafai, contate

sempre

profonda stima e salda amicizia del vostro


Aff.o

M. Camperio.

Roma].

[Giacinto Bruzzesi a Crispi

487.

Milano, IO marzo i8g6.


Illustre,

Carissimo amico.

tu pure puoi ripetere Padre perdona


E' storia eterna.
Per subita prepotenza straniera sul Calvario
Aspromonte
volle Garibaldi
a morte
disinteresseguaci suoi cacciati con Lui nella prigione dei malCome

Cristo

non sanno quello che fanno

loro, che

di

ferito

si

sati

fattori

mentre eglino onoravano

lyC stesse

forme ed

prepotenze ora

altri

strumento

talch ambiziosi

han pervertito

Disonorano

ciatamente

sotto

altre

e denigratori resi

la patria

il

cuore, e gridano

la

viva Me-

tradiscono e sono sfac-

liberi.

Tu, vivi sano


grandezza

l'Italia.

altra veste

dell'intrigo straniero, trascinano oggi al dehtto

gl'incauti, cui

nelik

inganni

in

all'affetto di chi

d'Italia,

Ti stringo forte

ha

sofferto

che non pu tardare

la

mano ed abbiami

il

davvero per

per la vita
aff.mo amico

G. Bruzzesi.
34

la

d della giustizia.

528

48S

a Carducci

[Crispi

Bologna].

Roma, 13

aprile iSg6.

Caro ed immutabile amico,

mi ono-

Grinsulti plebei, cosparsi di maligne menzogne,


rano, perch attestano che nulla possono

Ho

contro di me, che sia vero.

servito

miei nemici dire

mio paese, siccome

il

era mio dovere, e nulla in coscienza ho da rimproverarmi.

Superbo

dei

dell'afEetto

giudizio di coloro che

gnano

miei amici, aspetto tranquillo

romanamente amano

di associarsi a quegli stranieri,

perch sanno che

io

mi odiano,

quali

non mi piego a tutto

il

l'Italia e disde-

ci che possa nuo-

cere alla grandezza della patria nostra.

Abbiatevi un bacio fraterno.


Vostro
F. Crispi.
Questa lettera fu provocata dalla comunicazione dal Carducci fatta
Crispi dello scritto che segue

a.

Bologna, 11 apr. z8g6.

Un

cosi detto

numero imico

In memoria

intitolato

di Aurelio Saffi

a cura della Fratellanza Pensiero ed Azione mi mandato con nota speciale su certe parole di Guglielmo Ferrer accennanti Francesco Crispi.
e

me.

A chi manda e a chi ha scritto rispondo subito

Se

non conoscessi

io

Ferrer superata solo


noscessi

pame

il

la leggerezza del giudizio

dall' orgogUo di

che nel signor Guglielmo

ima vana dottrina

se io

di intemazionali sofisticherie

rer ragione delle sue scempie parole.

compiango l'ingegno

anche chiedere

io potrei

Ma

io

ciar-

Signor Fer-

al

conosco l'uomo

non co-

da xm

difetto iu lui del sentimento italiano fatto pi ottuso

conosco e

e la cultiua annebbiati dall'involuzione continua d'un

dottrinarismo ciarlatano. Io non faccio

romantici e feudali che non convengono a

morte devoto a Francesco

Crispi,

il

paladino di nessuno (vocaboli

me ):

io fui,

sono e sar fino alla

perch questo statista ha

il

concetto pi

alto e pi forte dell'unit italiana, che l'amore la fede la religione della

mia

vita.

come a meglio

mancarono troppo presto gli anni


prolimghino molto a Francesco Crispi

saldare quella

a Camillo Cavour, cos fo voti,

si

per difenderla dalle insidie e dalle offese tuttod


d'amorfi che Dio confonda. Cos pensando, io

dementi

impudiche ingiurie

di

crescenti di polimorfi e

mi vergogno che

le ignoranti^,

Guglielmo Ferrer sieno scritte in italiano

Giosu Carducci

5^9

Pubblico questa invettiva perch un piccolo capolavoro.

Il

Ferrer

mente deve aver fatto giustizia delle violenze


combattendo Francesco Crispi, si compiacque nell'et

stesso nella maturit della sua

verbali delle quali,

giovanile, e riconoscer probabilmente che l'indignazione del grande poeta


e cittadino

non era ingiusta sebbene veemente.

489

[Malachia

De

Cristo foris a Crispi

Roma].

22

Amico

Iv'indignazione

alla

muovono

quale

accusatori sale al suo maggior grado

possono tacervi che tutta

un

Io sono

iSg6.

pulviscolo nel

la

provano e

mondo

errori,

ma

giudici

forsennati

vostri

e gli amici vostri

la

ma

si ribella.

di questi

non

dividono con Voi.

politico,

tadino onesto che contro la disonest

commessi

aprile

e Fratello carissimo,

sono un

cit-

Potete aver

non possono esseie


mero sfogo della

coloro che denigrano patrioti e patria per

loro ira e contro ogni verit. Questi sono ciechi

vedono che, anzich uccidervi,


elevano

e la giustizia

vi

pu tardare,

non

si

av-

danno maggior vita, vi


ma non gi esser morta

per Voi e per l'amministrazione che avete presieduta.

L'animo vostro
tato

mi

lusingo

forte,

non

ben

soffrir

altre

da

dure prove ha soppor-

queste, che

non meritano

tanto.

Era un bisogno dell'animo mio questo sfogo


amico e

fratello

fatto

come

con fratellanza ed amicizia vi stringo la

mano.
V.

De
490.

[Alfredo Oriani a Crispi

Caro ed

illustre

lo

Napoli].

amico,

Permettetemi di mandarvi
il

aff.

Cristoforis.

il

mio ultimo

libro

lo credo

pi nobile fra quanti ho scritto e per questo appunto ve


offro.

530

Se potrete leggerlo varr fra di noi come una conversazione

se

ve ne mancher

cordato uno fra

il

tempo, vi avr nullameno

ri-

Mi-

molti, che vi rimpiangono caduto dal

nistero.

non si possono che scrivere liun Parlamento avvalla sotto un Rudin, il pi leggero

Triste tempo, nel quale


bri, e

di tutti

Ministri possibili

E' leggero e non buono.

modo laamano
ammirato come uomo

Spero potervi vedere fra non molto; ad ogni

sciatemi ormai al mio vecchio posto fra coloro che vi

come amico

e vi

hanno

cosi spesso

di Stato.

Mille saluti.

Vostro
Faenza, 23 giugno g6.

Alfredo Oriani.

[Crispi a Saverio Fera

491.

Firenze],
Napoli, 3 febbraio iSgj.

Caro

Ebbi

reverendo Fera,

la vostra del 17

gennaio

continui,

dopo aver lasciato

politica attiva.

Ed

oggi

il

se

e,

spondere, dovrete comprenderne

non mi

motivi.

potere,

mi

affrettai a ri-

Per

11

mesi

ritirai dalla

vita

scrivo a voi personalmente con

preghiera di non dare pubblicit alla mia lettera.


I^a causa, dal vostro
i

Comitato patrocinata, sacra.

Ma

governi, che dovrebbero interessarsene, sono insensibili,

ed

popoli impotenti. Avreste dovuto desumerlo dal fatto,

che la voce di Gladstone nella libera Inghilterra rimase


inascoltata, e
ly'

non trov eco nel continente.

Armenia, spartita in due,

in peggiori condizioni della

Polonia. ly'Europa cos crudele verso quella nazione, che

riconosce per la

medesima im

non

territorio politicamente suo.

531

Nel trattato di Berlino del 1878


delle

dovrebbero

che

citt,

appartenere

senza ammettere una patria per

le

61 di quel trattato

tions,

al

potenze,

le

beneplacito

della

riforme, che essa avrebbe dovuto fare.

La Sublime Porta

l'art.

all'Armenia,

Armeni,

gli

allora riunite in congresso, affidarono

Turchia,

dispose dei porti e

si

s'engage a raliser

detto nel-

amliora

les

qu'exigent les besoins locaux dans les

les reformes,

provinces habites par les armeniens

L'avete capito

sans plus de rtard,

dans

les

provinces

pay

habites

les

ar-

meniens.

Sono passati 18

anni, e gli assunti impegni della Turchia

onde furono

si esplicarono nelle carneficine e negl'incendi,

desolate le provincie abitate dagli Armeni.

Al 1895 partirono per l'Oriente le squadre delle grandi


e tutti
la sola Inghilterra vi aveva 18 navi

potenze

credettero, che giustizia sarebbe stata fatta a quel popolo

Sapreste dirmi quale fu

oppresso.

spedizione militare

il

risultato

di cotesta

Le corazzate ritornarono nei

loro porti,

e si ripeterono le stragi.

Dopo

ci che sperate voi dell'opera dei comizi a pr del-

l'Armenia, e specialmente dei comizi Italiani


Ci vogliano armi e denaro per

tit.

una impresa

di tanta en-

non potrete raccogliere che aspiquali non valgono a correggere, od

voi, coi Comitati,

razioni e speranze, le

a punire

governi

L' Italia-Governo

tristi.

ha molti guai

in casa sua per

non po-

tere spendere la sua azione a beneficio degli altri popoli.

La

Francia, che in altri tempi fu creduta aver la missione

della redenzione delle nazioni oppresse, repubblica, conti-

nua

le tradizioni

della Polonia,

con

lo czar.

dei suoi re, ed oggi, passando sul cadavere

va a Mosca a

stringersi in fraterno

amplesso

532

L'Inghilterra ha la potenza, e forse avrebbe

redimer l'Armenia

di

ma

sola

il

desiderio

non vorr impegnarsi

in

una guerra.

La Russia non pu

sciogliere

prendersi l'altra met,

interesse di

il

armena,

quistione

la

perch ha mezzo popolo armeno sotto

suo impero. Avrebbe

ma

l'Buropa non

lo

consentirebbe. Del resto lo czax, dopo aver assonnato

il

attendere

il

sultano

fattosi

suo protettore,

preferisce

momento opportuno per attuare i suoi disegni


Quando verr l'ora estrema dell'eterno malato,

in Oriente.
forse la di-

plomazia avr un pensiero per l'Armenia.

Ed

ho detto abbastanza, e non avevo intenzione

di scri-

vere siccome ho fatto.


Carlo Alberto, quando cospirava, aveva inciso in capo
alla
astre.

carta sulla quale scriveva ai suoi amici

Povero

re,

invoc

il

nata di nubi, non era pronta a ricever

Caro Fera,

suo astro quando

J'attends
l'Italia,

la luce, e fin in esilio.

l'ra delle nazionalit fu chiusa a Berlino nel

1878, ed oggi anarchici e preti ne impediscono

predicando
si

le

confondono

mon

semi-

il

risorgere,

lusinghiere teorie della umanit, nella quale


i

popoli di ogni razza, d'ogni lingua e d'ogni

religione. Coteste teorie, lo sapete,

sono

la

negazione della

patria.

Sanguina
cos crudeli

il

cuore

Gli orrori della Bulgaria

non furono

come questi dell'Armenia, e trovarono


un congresso europeo che proclam

vendicatore, ed

pendenza

lo

czar

la indi-

di quel popolo.

Aspettiamo, non incitiamo, quando l'opera del bene non


sicura dei suoi risultati. Pensiamo ai casi nostri, affinch

meglio

costituiti e

bastanza

forti

veramente

liberi,

per dare la libert agli

Verr questo giorno

Non

potessimo essere ab-

altri.

lecito disperare.

Devotissimo
F. Crisp.

533

[Duca Verdura a Crispi

-492.

Napoli].
2il2li897.

Comitato cittadino per

Il

bile

tare

Nazione greca, da

me

Deputati di Palermo

il

Comizio a favore della no-

presieduto, ha deliberato d'invial

Comizio che

si

terr gioved

25 corr. in Piazza Castelnuovo, a rendere pi imponente la

manifestazione della cittadinanza.

Per questo ho l'onore di pregarla perch voglia mandarci


la

Sua autorevole adesione, ove non potesse, com.e sarebbe

vivo desiderio del Comitato, intervenire personalmente.

Con

perfetta osservanza.

Dev. Suo

Della Verdura.
[Crispi al

493.

Duca Verdura

Palermo]
24/3/97.

{Telegramma).

Duca Verdura,

Senatore

Palermo.

Vostra lettera giunsemi oggi vigilia del giorno in cui terrete comizio.

Duolmi non potervi

Ne

intervenire.

lodo lo scopo.

Confido che delibererete sia chiesto

siccome fu chiesto ed ottenuto per noi

Devesi

all'

Inghilterra se

il

non intervento

al 1860.

non fu impedito a Garibaldi

lo

sbarco in Calabria.
Oggi, caso identico, medesimi dovrebbero essere
blighi della

Ove

le

gli

ob-

Europa.

potenze vogliano intervenire, lo dovranno per la

redenzione delle nazioni oppresse, e non pel mantenimento


di

una barbarie che vive

d'incendii e di assassinio

F. Crispt.

534

Napoli].

[Generale Corvetto a Crispi

494-

Alessandria, 21/3/97..

Eccellenza

mia Carissima,

Avantieri sera io era a desinare dal mio antico illustre

desinare

amico Verdi
il

di famiglia

Vostro telegramma. Stavamo per

Voi

pendo

lo

quando

gli

giimse

appunto parlando di

quanto male ne dicessimo, potete immaginare sa-

uomo

sentimenti per Voi di Verdi e dell'umilissimo

qui sottoscritto.
il d di S. Giuseppe pi di 300 telegrammi, ma
ha recato maggior piacere del vostro. EgU appena apertolo, mi disse: indovinate? Risposi un nome
alto
ma egli leggete . Era proprio commosso nel ve-

Verdi ebbe

nessuno

gli

dersi da voi ricordato

che egli non

commove

si

facil-

mente oggimai.
Gli dissi che vi avrei scritto del piacere che

gramma

gli

lecito scrivervi.... Ma....

per

il

quale

il

vostro tele-

aveva procurato, e per questo mi sono

il

fattO'

anche un po' per ricordarmi a Voi,

mio rispettoso

affetto

come

la

stima mia

incancellabile, infinita.

Povera

Italia

Vostro

aff.mo

Corvetto.

495.

[Crispi a C. Sancerme

Parigi].
aprile,

iSgj

Signore,

lya

mia opinione

sulla quistione d'Oriente l'ho manife-

stata nella lettera del 22 febbraio diretta al signor Ottone

Guerlac della vostra

citt.

Bisogna cacciare

il

Turco d'Europa

535

una confe-

e costituire nel territorio da lui oggi occupato,

derazione di popoli liberi con Costantinopoli capitale. Cos


la penisola balcanica sarebbe redenta dalla barbarie otto-

mana ed

il

Russo non avrebbe pi

pretesto di farsi

il

il

pro-

tettore dei cristiani.

Quello che importa sapere, questo


civile

un governo,

il

quale abbia

iniziativa per risolvere cotesto

La

sola,

che

lo

la

problema

le

santa Italia ed Inghilterra.

vostra Repubblica, contrariamente

francesi, segue la politica dello czar

che

havvi nel mondo

coraggio di prendere la

potrebbe, sarebbe la Francia, sicura che

la seguirebbero nell'opera

Ma

il

non abbiano

genti balcaniche

I/' accordo

europeo

fallito. I^e sei

nute in Candia contro

gl'insorti,

ed

alle tradizioni

quale interessato a

il

libert

ed autonomia.

potenze sono interve-

dopo

ufziali tedeschi,

aver organizzato l'esercito ottomano, l'han condotto alla

nuove violenze e nuove

vittoria che ingener

Parigi ed a

Roma

carneficine.

Parlamenti hanno approvato

loro

governi, che tenevano a non dividersi dagli altri nell'azione

comime
isolati, e

in Oriente. Essi distaccandosi

temevano di restare
un atto iniquo che

preferirono di essere associati in

ribadiva la schiavit dei popoh.

Ed

or io

domando

avete valutato

quanto danaro ha speso

la

quanto

sangue

mantenendo ancora l'islamismo in pieno vigore


una civilt della quale possiamo lodarci ?

fin

oggi,

Ed

questa

Fate di questa lettera

Francia dal tempo dei crociati

l'uso che volete,

ed abbiatevi in-

tanto la espressione dei miei migliori sentimenti.

Francesco

Crispi.

536

[Carducci a Crispi

49^-

Roma].
i6 maggio i8g7

(Roma).

Caro Crispi,

Debbo

partire subito per Bologna, senza avere

pia-

il

cere e l'onore di salutarvi personalmente.


Zanichelli vi ringrazia, onorato che abbiate pensato a Lui

Il

per

la

stampa del libro su i ventisette mesi del vostro governo.


il volume nel modo e nel tempo che

E' pronto a stampare


vorrete serbando

il

pi assoliito e scrupoloso segreto per-

sonale.

L'aw.

Pigozzi verr a

Roma

anche subito, se voi volete.

Io vi prego, per tutto ci che io possa, di contare su

che tanto

offendono

piti
;

Vi am-o, quanto pi

vili e

gli

me

Vi

stolti

perch ricordo sempre quanto avete fatto per

r Italia.
Vostro

Giosu Carducci.

[Crispi alla Moglie-].

-497.

Napoli,

Lina mia

Non
siamo

ti

la

scritto,

cosi vicini, che

accanto
Io

ho

mia mente un mare


si

Quando
se

che

dirti.

poi

pare che fossimo in due camere, l'una

all'altra.

quando son
in burrasca

solo, e lo

dove

le

sono sovente,

idee

si

accaval-

urtano. Pensando a quello che avviene, e questo

-per aver servito

ie

perch non sapevo

non vivo, vegeto.

lano e

30 giugno iSgj.

il

nel 1848

non vi restai

paese,

mi

mi pare

di sognare.

gettai nel vortice della rivoluzione

naufragato fu un miracolo quando

in

mag-

537

gio 1860 spinsi

Garibaldi a capitanarci

ed a Palermo

palle

savo non

le

mia

alla

e se a Calatafm

non mi colpirono fu un

felicit

ma

personale,

caso,

pen-

redenzione

alla

non chiesi mai compensi, anzi li


rifiutai
ma non avrei immaginato che i miei concittadini
mi avrebbero abbeverato d'ingiurie e di calunnie. Eppure
della patria nostra. Allora
;

cos e ci avviene

terno ed

dopo aver distrutto

il

patrimonio pa-

risparmi della professione, ed esser caduto in

una posizione economica che rasenta la miseria.


Ti lagni che non ti scrivo. Ma che cosa vuoi che
dica, amor mio ? E' possibile vivere come vivo ?

io ti

Tuo Ciccio

498.

[_S

malore Paterno a Cri spi

Napoh].

Roma, 18

ottobre 18 gy.

Eccell.mo mio Signore,

Ho

dovuto

ordinarie
stabilito

sario

lasciar Palermo, perch le

mi chiamavano

Roma. Per ho

lasciato tutto

per la solenne commemorazione del 50" anniver-

del 12 gennaio,

ConsigUo Comunale di

Tra

in

mie occupazioni

le altre

compresa l'approvazione fatta


1,.

50 mila per

le

spese

dehberazioni prese dal Comitato vi quella

di far collocare diverse lapidi che

uomini principali

rammentino

di quel glorioso periodo.

fatti e gli

Tra queste

una, e la pi importante, dev'essere collocata ove


il

dal

occorrenti.

si

lapidi,

riuniva

Parlamento, e nessuno credo pi di Lei indicato per det-

tare la iscrizione che deve

mandare

ai posteri l'opera di

quella patriottica Assemblea. Se Ella accetta la preghiera

che

L,e

do a nome

di tutto

il

Comitato, gliene saremo grati

e pi di noi la SiciHa e la Storia.

538

In attesa di un suo gentile riscontro, colgo l'occasione per


rinnovarle

sensi di profonda stima.

Suo devotissimo
E. Paterno.
Ecco

le epigrafi

dettate da Crispi e incise nel

Il 23 APRILE

marmo

1848

AI Borboni
ostinatamente spergiuri

l'ultimo Parlamento siciliano


QUI riunito

SOLENNEMENTE PROV
CHE ANCHE PEI RE
SUONA
l'ora SUPREMA
DELLA GIUSTIZIA
QUANDO HAN VIOLATO
LA RAGION POPOLARE.

23 APRILE 1848
apr la via
alle patrie rtvendictvzioni

Il

Giuseppe Garibaldi Dittatore


DODICI ANNI dopo
primo IN Italia
PROCLAM IL REGNO UNITO
DI VITTORIO Emanuele
CITTADINO E SOLDATO
ETERNA FIAMMA IL DIRITTO
N SI SPEGNE
PER VIOLENZE OD INSIDIE.

[Vico Mantegazza a Crispi],

499.

Roma,

s gre

1897.

Eccellenza,

Mi permetta,

Eccellenza, d'esternarle, la pi grande

ammi-

razione per la serenitc on la quale Ella ha assistito e preso

parte alla seduta di

ieri.

Coloro che

si

onorano

d'ess^j-g

539

considerati

come amici

suoi vi

hamio

assistito trepidanti,

non perch temessero, ma per l'impressione penosa che faceva un uomo come I^ei costretto a difendersi dalle basse
accuse di

una

ciurmaglia, nella quale

si

distinguono per mag-

da I<ei beneficate
banco dei ministri

giore accanimento persone

che ce ne sono anche al

quando era

al

e
sanno
o gente che
tutti

potere la strisciavano come tanti servitori.

Ella forse trover che non c'era bisogno che io manifestassi quest'ammirazione.

contegno abbia imposto

Ma

io

che ho veduto come

come questa ammirazione

unanime

fosse

e anche in quella della stampa, obbedisco a

l'animo nel mandarle un deferente

il

suo

pi feroci avversari,

agli stessi suoi

tribune,

nelle

un bisogno

del-

saluto.

Con ossequio
Vico Mantegazza.
[Paterno a Crispi

500

NapoH].
Palermo, 30 dicembre gy.

E cerno
Giunsi
coi

ieri

Signore,

a Palermo ed

ieri stesso

ebbi una conferenza

componenti del Comitato pel 50 anniversario del 12 gen-

naio. Ripetei la proposta, gi concretata, di offrire

chetto ai superstiti del Parlamento Siciliano,

meraviglia trovai dubbj ed incertezze. Mi


nel dubbio che fosse intervenuto
stabilire,

il

si

Re non

ma

disse
si

un bancon mia

prima che

poteva nulla

perch con la presenza di S. M, sarebbe stato scon-

veniente dare banchetti. Feci osservare che la venuta del

Re

era impossibile se non altro perch nessuno lo aveva in-

vitato: ed allora
sito di

mi

si

disse che

avendo

il

Sindaco

dare un banchetto ai Sindaci delle citt

il

propo-

sorelle, ai

Senatori e Deputati, ogni altro banchetto avrebbe creato


imbarazzi.

Era

facile convincersi

da questi

discorsi che durante la

jnia assenza erano stati presi degH accordi, ond'io fui obbli-

540

gato a dichiarare che non ammettevo equivoci e volevo


troncar corto con discorsi equivoci, perch

tempo

il

strin-

geva. Allora uno dei componenti del Comitato disse che


l'offrire

mi banchetto

ai superstiti del

significava offrirlo a Crispi, che

che

lato di ci,

quale

'politica alla

il

Sindaco

avevano gi par-

quindi di una

manifestazione

Comitato voleva rimanere estraneo, e

il

meno

tutti furono,

compreso

trattava

si

Parlamento del 1848

giornali

di uno, di accordo in questo concetto,

Amato che

e che soggiunse che fino a quel

intervenne in quel momento^

momento

la

commemorazione

era rimasta estranea alla politica, e che tale doveva rima-

nere sino alla

fine.

che ebbe luogo,

Comitato

Credo inutile

ma

(Scalea,

tutta la discussione

riferirle

un accordo precedente

ripeto vi era

fra

Benso, Palizzolo) e Sindaco. In questo

ho creduto di conferire stamane con Oliveri e

stato di cose

qualche altro amico ed abbiamo stabilito che sotto la presidenza dell'Oliver!


offrirle

si

un banchetto

costituir

un Comitato

nel quale Ella far

il

e desiderato discorso. Meglio cos, perch

troveremo

Non

le

sorride

il

tutti pi liberi

cittadino per

suo tanto atteso


in tal

modo

ci

ed in posizione pi netta.

nascondo che dietro quello che avvenuto a


pensiero di dimettermi da

membro

me

del Comitato

ma prima di farlo aspetto un suo consiglio.


Bd in attesa, sono lieto confermarle sensi della maggiore
i

considerazione.

Devot.mo

Suo

E. Paterno.
501.

[e. s.].

Palermo, i gennaio i8g8.

Ecc.mo mio Signore,


Ricevo ora
dice.

la

sua graditissima del 31, e far come Ella

Intanto non ho perduto

costituito

il

Comitato per

tempo

offrirle

il

stamane abbiamo

banchetto

promotori.

541

sono Oliveri, Scalea, Ruggieri, Turrisi ed

altri

adesioni

le

ricevute sono gi numerosissime nella classe pi eletta della


cittadinanza.

posso

da

fin

stabilire

il

banciietto

Il

sar

giorno in cui
altre

delle feste e le

un vero

successo, questo

Aspetto sue disposizioni per

ora assicurarle.

tenuto presente

farsi,

che potranno

stabilirsi

programma

il

per

la

venuta

del Principe di Napoli.

Non mancher
Mi creda

col

di tenerla informata di tutto.

maggior ossequio.

Suo Dev.mo
E. Paterno.
502.

[e. s.].

Palermo,

Il

alla

mia aspettativa

socialisti

sono sicuro che staranno

Spero domani

farle

avere

la reazione

ancora viventi.

I^e

a firma di Olivieri

il

un

risposta su questo punto.

noi abbiamo fissato

giorno 14, perch nelle sere precedenti vi sono

quaU

discorso,

grande numero di coloro che chiedono

d'intervenire, sar dato al Politeama

pegni,

chiedo l'autorizzazione di scrivere nel-

una pronta

banchetto, per

pochi

pochi Deputati del 1848

Tinvito a questi ultimi che Ella pronunzier


e la prego di

al posto.

.'l'invito

saranno invitati anche Verdura ed

il

ormai completa nella pubblica opinione, ed anche

Il

iSgS.

gennaio

banchetto che Le sar offerto va assumendo una im-

portanza anche superiore

mio Signore,

Eccell.mo

la serata di gala, ecc. ecc.,

per

si

im-

altri

aspetta

l'ar-

rivo del Principe per fissarne definitivamente la data.


lye sarei
il

grato se volesse farmi conoscere con anticipazione

giorno del suo arrivo.

Con

la

maggiore

considerazione

Devot.mo Suo

E.

Paterno.

542

[Carducci a Crispi],

503.

{Telegramma).
Palermo, 12 gennaio 18 g8.

Francesco Crispi

Nel giorno che

Palermo.

dall'Isola tua e dall'Italia tutta hai

di assertore e propugnatore glorioso dell' unit,

spettoso

il

saluto dell'amico che

ammir

ti

premio

venga

forte e

ri-

grande

nel soffrire.

Giosu Carducci.

[Crispi a

504.

Re Umberto

Roma].
Napoli, 28li2 jiSgg.

Sire,

E' da circa un mese che l'operazione subita agli occhi

mi

un

costringe ad

politica

Forse

riposo forzato dalla professione e dalla

ancora un mese trascorrer prima che

la

cecit sia completa per sottopormi all'operazione definitiva


della cateratta.

Di questo

mi toghe
annienta

triste stato

la
la

possibilit

mi dolgo

mi

addoloro, perch

mia

famiglia,

in pr del paese,

mi priva

d'essere utile alla

mia modesta opera

del piacere di potere, seguendo la consuetudine, presentare


di persona a V.

Devo quindi
non

M.

gli

auguri del mio cuore pel novello anno.

dettare questa lettera.

la sostanza degli

Muta

la

forma,

ma

auguri e V. M. che conosce l'animo

mio, accogher con benevolenza questa lettera che Le e-

prime

sentimenti miei insieme ai voti di benessere e pro-

sperit.
Il secolo

d'ItaHa

che

spegne diede

alla

Vostra Dinastia

il

Regno

quello che comincia dar potenza e grandezza.

543

Queste sono

ha dedicato

le aspirazioni

ed

desiderii d'un vecchio che

tutta l'opera sua alla Monarchia Unitaria senza

di CL l'Italia non

pu aver

vita.

Accolga V. M. l'espressione della mia devozione e mi creda

sempre

Suo umile

servo e cugino

F.

[Il

505.

Re

a Crispi

Crispi.

Napoli],

{Telegramma)
Roma, i/i/igoo.

[Cavaliere Francesco Crispi

Gli auguri di Lei furono

che mi ha

sempre

cari al

mio cuore

teste espressi colla sua lettera,

profondamente. Deploro che

mi privino

Napoli].

le

e quelli

mi commossero

condizioni della sua vista

del piacere di stringerle la

mano

in questi giorni,

ma

ho piena fiducia che presto potr rallegrarmi della sua


guarigione. Intanto I^a ringrazio dei voti che forma per la
Patria e per

lunga

me

prospera

li

ricambio coll'augurio sincero di sua

conservazione.

Umberto.
[Crispi al Senatore Paterno

506.

Egregio

Palermo].

amico,

Consentite che io esprima a Voi e ai

colleghi

mio vivissimo compiacimento per

la

tutti

del

vittoriosa

Comitato,

il

campagna

elettorale cos efficacemente condotta in Palermo.

Di vittoria avrei voluto mandarvi l'augmio

non me ne mancarono gh eccitamenti


35

sincero

ma mi

astenni di

544

proposito per

non interrompere

divieto fatto a

il

me

stesso

mescolarmi a gare municipali nella Citt che con tanta


costanza di consensi mi ha conferito e rinnovato sempre
di

l'altissimo onore di rappresentarla in Parlamento. Invian-

dovi, ora, il mio plauso di Hbero cittadino, sento di adempiere


un dovere, perch la lotta test chiusa cos trionfalmente

nelle speciah circostanze in cui si trova

esorbita dal

campo

oggi TltaUa

dei dissidii amministrativi e riveste

uno

spiccato carattere politico.

Purtroppo,

il

partito nostro,

grande partito democra-

il

tico-costituzionale, quello che diede l'unit e la libert alla

Patria, appare sconfortato

ed awihto

sicch

possibile

all'audacia di nuovissime demagogie rappresentarlo in veste di reo d'ogni colpa, di

nemico d'ogni

libert, di

propu-

gnatore palese ed occulto d'ogni pi biasimevole sopruso.


Accuse, oh,

quanto ingiuste

divisioni, le

ma

l'ardimento dei nemici

non conosce

delle nostre libere istituzioni

ambizioni di persone,

confini, e le nostre

le inimicizie,

il

non com-

pleto disinteresse di alcuni, la smania di pervenire di altri,

hanno reso possibiU non poche vittorie degh avversarli,


mentre con noi la grandissima maggioranza del Paese la
quale non si lascia sedurre dai luminosi miraggi di abiU
quanto attive propagande.
Occorreva un esempio per rilevare

per ridarci la fede in noi stessi

quest'esempio

sia

stato

Palermo, nella storia


il

12 gennaio 1848 e

offerto

d'Italia,
il

animi

depressi,,

ed, io sono orgoglioso che

dalla

citt

di

Palermo.

la citt delle iniziative

aprile 1860

ly'iniziativa vostra, di questi

gli

giorni,

ne fanno fede gloriosa,


dimostra che se sono

spariti dalla scena della vita quasi tutti coloro che per la re-

denzione della Patria rinnovarono eroicamente gl'impet


del Vespro, anche la

tadini buoni,

nuova generazione

volenterosi,

della loro responsabilit

ed

devoti
i

alla

ha" in

Palermo

loro terra,

cit-

conscii.

loro doveri sono tanto

mag-

54^

giori

quanto pi elevata

la loro condizione sociale e larga,

pertanto, l'influenza di cui possono legittimamente disporre


l'iniziativa vostra

Palermo

si

ha dimostrato che non impunemente a

pu tentare

di falsare

il

sentimento della grande

maggioranza popolare, senza che questa reagisca forte della


sua coerenza,

presidiata

dall'assistenza

generosa

di

chi

sente l'orgoglio di essere nato da cos nobile terra. Ogni

tempo ha
se

le

sue battaglie, e tutte sono ugualmente belle

ugualmente inspirate

battuta in Palermo, ha

al

il

bene della Patria. Questa, com-

valore di una iniziativa esemplare

essa dice ed insegna alle altre citt italiane che concordia


di

sentimenti e sacrificio di interessi personali possono al-

lontanare per lungo tempo ancora quei dissensi civiH e poUtici che

ziose

mirano a compromettere ed a perdere

conquiste

Voglia

rivoluzione

della

le

pi pre-

nazionale.

fortuna d'Italia che insegnamento cos alto non

la

sia perduto. Spetta agli

uomini che hanno cura di coscienze

poHtica educazione predicare l'imitazione di que-

civili e di

sta lotta nella quale, contro tutti

d'ogni risma e colore,

glia in falange serrata,

giorni gloriosi

della

nemici della Patria,

difensori seppero scendere a batta-

animati da un solo intento come

leggenda

garibaldina.

Hoc

ai

opus, hic

labor.

E
di

a Voi

luti di chi,
il

comporre

e ai vostri colleghi tutti


il

fascio vittorioso,

prima

di chiudere

supremo conforto

da tutti

suoi

che aveste la virt

riconoscenti e devoti sa-

agU occhi aUa

di sapere la

vita,

vorrebbe

Patria adorata e difesa

figli.

F. Crispi.

546

[Crispi a

507.

Re

Vittorio

Emanuele]
21/12/900/.

A
Iv'unt
di

S.

della

M.

il

Re

d'Italia -

Romn

Patria nostra conquistata dalla Dinastia

Savoja e dal popolo italiano sar completata nel nuovo

secolo col benessere e con la grandezza cui la nazione


diritto di aspirare.

gere la

Sar gloria del Regno

mta da tutta

di

V. M.

il

ha

raggiun-

Italia desiderata.

Devotissimo cugino
Crispi.

Francesco Crispi mor

certamente

.fi

l'ultimo

suo

l'ri

agosto 1901. Questo augurio alla Patria fu

pensiero.

INDICE
LETTERE CONTENUTE NEL VOLUME

I^ettera

i.

2.

Giuseppe Ferrari
Agostino Bertani
Adriano I<emmi

i>

3.

4.

Ferrari

5.

lycmmi
Crispi

6.

7.

Crispi

8.

a Crispi

a
a Garibaldi
a
a Crispi
i>

9.

IO.

II.

12.

13.

lycmmi
Antonio Mordini
Giovanni Acerbi
Mordini
Mordini
Mordini

14.

Garibaldi

15.

Maurizio Quadrio

16.

Crispi

17.

Benedetto Cairoli

18.

Garibaldi

19.

Crispi

20.

21.

22.

Bertani
Bertani
Bertani

23.

Crispi

24.

Bertani

25.

Crispi

)i

26.

Crispi

I)

27.

Crispi

28.

Crispi

29.

30.

Garibaldi
Garibaldi

a
a
a
a
a

a
a
a
a
a
a
a

Quadrio
Crispi

Garibaldi
Crispi

Bertani
Crispi

Bertani

Bagnasco
Peranni
Garibaldi
Crispi

13 ottobre

548

I<ettera
>.

Crispi

Bertan

33-

Crispi

al Direttore della

34-

Crispi

ari

35-

Crispi

36.

....

40.

41.

Mordini

37..

38.
39-

Garibaldi
Bertani
44- Bertani

45.

Mordini

46.

Saffi

47.

Bertani

48.

Crispi

49.

Bertani

50.

Crispi

51-

Crispi

52.

Crispi

53-

Crispi

43-

....
....
....
....
....

42.

a Crispi

al Ministro

..

56.

57-

58.

59-

60.

61.

Gustavo

62.

Crispi

a
a
a
a
a
a
a

63.

al

64.

65.

66.

67.

a Mazzini
a Garibaldi
a Pasq. Calvi
al Sind. di Marsala
a Crispi

....
,

di

Cavour

Bertani

Garibaldi

70.

Crispi

71.

Bertani

72.

Anna
Crispi

75.

76.

Crispi

17-

Crispi

29

20

28

gennaio

(?)

29
24 febbraio

(?)

Garibaldi

Interno
Di Maggio
I,uigi

...

i?.)

Bertani
Rattazzi
G. di Cavour
Crispi

dello

....
Maggio

Felice di

Baron Vinc.
Favara

marzo
II
II
14
17
19
20
27
16 aprile
19
25
29
6 maggio
II
II
16
16
29
31
8

j)

73-

14
16
16

Gaspare lyOJacono

74-

19 novembre
13 dicembre

....

Crispi

....

a Garibaldi
a Crispi

Pallavicino

a Nullo
a Giorg. Pallavicino

ad Anna
al Gen. Sanfront
ad Angelo Bargoni
.

...

....

agosto

7 ottobre

55-

68.

'

lyuigi (?)

r86i

31
2 settembre

54-

69.

luglio

13

....
....
....

29

a
a
a
a
a
a
a

23
24

Gazz. del Pop.


Acerbi
al Dir. della Gazz.
del Pop.

Garibaldi
Bertani
Bertani
Bertani
Bertani

I)

a Garibaldi
a Crispi

31.

32.

giugno

.,

1862

549

78.

Crispi

Garibaldi

79.
80.

81.

82.
83.

Garibaldi
Giorgio Pallavicino
Corte

84.

Peranni

85.

Guameri

86.

87.

88.

Giovanni Raffaele
Peranni
Giuseppe Civinini

alletter

a Garibaldi
a Crispi
ad Anna Pallavicino
a Crispi
.

Crispi
.

....
.

9
9

1)

....
.

giugno
7

15
17
26
28

luglio

....
a Guameri
a Crispi

89.

Crispi

90.

Anna

g.

92.

Garibaldi
Raffaele

93-

Crispi

94-

T. Riboli

95-

Crispi

96.

Pallavicino

97-

98.

Bertani
Peianni

99.
100.

Favara

lOI.

102.

Garibaldi
Raffaele

103.

Mordini

104.

Cuneo

105.

Bertani

106.

Anna Pallavicino

107.

Crispi

108.

109.

Campanella e Savi
Savi Mosto e Cam-

no. Bertani

))

III.

112.

113.

114.

115-

116.

117.

118.

119.

120.

a Bertani
Alberto Weil-Schott a Crispi
Crispi
a Tecchio
Crispi e Bertani
a Hudson
Tecchio
a Crispi
Bertani
Asproni
Crispi
a Garibaldi
Crispi
a Ripari
Garibaldi
a Crispi

121.

Crispi

122.

Mancini

Pallavicino

....

....
.

13
ad Anna Pallavicino 15
a Crispi .... 15
15
a Garibaldi
.... 16
a Crispi
18
a
8

....
....
....

Crispi
.

a Di Maggio
a Crispi
.

....
....

123.

Duca

124.

Crispi

125.

Crispi

126.

Mancini

127.

Crispi

di

6
7

....
Verdura

....

18
18
.... 19
Di Benedetto 18
a Crispi .... 21
22
a
a Giuseppe Costantino 22
a Mancini ... 23
a Crispi .... 26
... 27
a Mancini
alla Sig.

"

agosto

....
....
....

1)

Crispi

a Fabrizj
a Crispi

....

13
18
18
24
24
29
30
31
settembre

....

panella

...

1862

550

Inciter 128.

Crispi

129.

130.

....

a
a
a
a
a
a
a
a

131.

Mordini
Mancini

132.

Crispi

133.

Crispi

134.

Mancini

135.

Crispi

136.

al

137.

al

138.

139.

Bertani
Garibaldi

140.

Crispi

141.

142.

143144.

y>

145-

146.

147.

....

Comitato

Parma

....

Crispi

Crispi

di

....

Crispi

148.

149.

Crispi

))

150.

Alberto Mario

151.

Il

152.

Il

153.

154.

F. S. Vegezzi
Crispi

155156.

Aurelio Saffi

157.

Crispi

158.

Crispi

159.

Saffi

medesimo
medesimo

160.

Crispi

161.

Crispi

162.

163.

164.

Valerio

165.

Crispi

166.

Garibaldi

167.

Cassinis

168.

Crispi

169.

170.

171.

172.

173.

174.

Bertani
Enrico Cialdini

175.

Crispi

176.

Crispi

....
.

....

1)

....
.

Mordini
Mancini

Crispi

Raffaele

Duca di Verdura
Deputato Friscia

a Crispi

27 settembre 1862
29
29
30
ottobre

ottobre

13

....

a Gaetano Sangiorgi

Il

Viola

....

Giuseppe Puglia

11

55^

a Fabrizj
a Ignazio (?)
...
a (?)
Varenne a Crispi

lettera i77-

Crispi

178.

Crispi

179.
180.

181.

Carlo de la
Amilcare Mattiucci

1)

182.

Crispi

183.

Cialdini

184.

Fabrizj

185.

186.

Enrico Cialdini

....
....

Giovanni Bovio
Canzio
187. Cesare Parenzo
Mordini

Crispi

....
.

....

Garibaldi

190.

Crispi

191.

Rattazzi

192.

Crispi

193-

Giuseppe PisanelM

194.

Crispi

195-

Garibaldi

196.

....

a
a
a
a
a
a

Rattazzi
Crispi

Rattazzi
Crispi

Garibaldi
Crispi

Garibaldi

197.
198.

Crispi

199.
200.

201.

Garibaldi
Garibaldi
Rattazzi

202.

Crispi

203.

Crispi

204.

Cirillo

s
.

Crispi

....

Monzani

a Garibaldi

a
a Crispi

205.
206.

207.

208.
210.

Mordini
Il Comitato di Fi-

2H.

Jessie

212.

Nicola Fabrizj
Fabrizj
.

209.

renze

213
214
215
216
217
218
219
220
221
222
223
224
225
226

(?)

W. Mario
.

Crispi

Giuseppe Gadda

Crispi

Gadda

Gadda

Crispi

Niccol Botta

Com. di Grosseto
a Fabrizj
al

Crispi
s

Benedetto Cairoli

Francesco Fianca

a Fabrizj
a
a Crispi

Crispi

al

Crispi

al conte Ghirelli

Crispi

y>

Com

di

Temi

20
6

Giugno

novembre

1865

552

227

Raffaele di Benedetto

Benedetto Cairoli

a Crispi

228
229

Crispi

al Direttore della

230

Crispi, Cairoli

ai

231
232

Cairoli

233

Crispi

234.
235-

P. S. Mancini
Crispi

236.

Agnetta

237-

Cipriani

a Crispi

a
a Delanoire
a Crispi
al Conte Ghirelli
a Crispi

I^ettera

...

Riforma

Fianca

....
....

Botta

Filippo Mellana
Ordine del giorno del
Comitato Centrale
Proclama del Comit.
Centrale
Crispi

245-

246.

247.

Botta

248.

Crispi

249.
250.
251.
252.

Botta

....

Fabrizj
254- G. B. Bottero
255- Fabrizj
253-

a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a

.a

Fabrizj
.
G. B. Bottero
.

Crispi

23

Carmelo Agnetta
G. Costantino

23

Crispi

Botta

24
24

Fabrizj
PuglieUi

Canzio
Crispi

al Com. di Firenze
a Carolina Giffard

Philipson

Com.

Ginevra

258.

al

259260.

Angelo Muratori

261.

Crispi

a (?)
a Crispi ....
a G. Costantino

Relazione di Fr.
Cucchi
263. Bertani

17
17
17
17
17
18
18
20
20

23
23

256.
257-

....

239240.

244.

....

238.

242.

Comitati di Soccorso
.

241.

16 ottobre
17

di

24
24
25
25
25
25
26
26

26
26

26
26
26

di Firenze

26

262.

264.

Crispi

265.

Bertani

266.

Crispi

267.

Fabrizj

268.

Crispi

269.

....
....

270.

Botta

271.

Bertani

....

al

Com.

a
a
a
a
a
a
a
a
a

Crispi
Crispi

26
26
27

Bottero

27

Crispi

Fabrizj

27
28

Botta

28

Mancini

Crispi

28
28

1867

553

jl^ettora 272.

Angelo Muratori

a
a
a
a
a
a
a

29 ottobre
a
29

29

30

30

30

Crispi

273.

274-

Bottero
Bertan

275.

Crispi

276.

Botta

1>

277.

Crispi

278.

Canzio

279.
280.

Fabrizj
Bartani

281.

Canzio

282.

283.

Riboli
Carlo Matteucci

284.

Crispi

285.

Proclama di Gari-

286.

Cr-'spi

287.

Crispi

288.

ad Oliva
a Rubattino
al Conte Menabrea

289.

al

290.

al

291.

al

292.

Rubattino

293.

Crispi

294.

295.

Fabrizj
Bertani

296.

Canzio

297.
298.

Bartani

299.

Crispi

300.

Garibaldi

301-

Crispi

302.

Fabrizj

303-

Canzio

Botta
Crispi

Bottero
Crispi

31

novembre

a (?)

bald

a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a

304.

Crispi

305.

Garibaldi

306.

307.

308.

309-

310.

311-

!)

a Crispi
a Rubattino
a Crispi

Crispi

Bixio
Garibaldi
312. Pietro Ellero

313-

Felice Cavallotti

314-

Giosu Carducci
Augusto Murri

315316.

317.

318.

319.
320.

321.

Cesare Correnti
Garibaldi
Giacinto Carini
.

IvUigi Ferraris

Canzio
Crispi
Crispi

Canzio
Crispi

Canzio

Garibaldi
Crispi

Garibaldi
Alessandro Castellani a
.

13

Garibaldi

19

1867
1)

554

I,ettera 322.
'

323-

324-

325.
326.

Agostino Depretis
Quintino Sella

a Crispi.

a
... a
Garibaldi

Armando Ruiz
a

Giuseppe Zanardelli a
a
Cirillo Monzani
a
Francesco Perez

a
Crispi
a Giuseppe Pisa.

327.
328.

329.

330.

331-

Ruggiero Bonghi

332.

Crispi

"

333-

Felice Cavallotti

334-

Crispi

335-

Crispi

i>

336.

Giuseppe Marcora

337338.

Bertani

Giuseppe Marcora

339340.

Garibaldi
Cesare Correnti

341342.

Crispi

13 febbraio
20
20
3 marzo
25
30

nelli

....
...
.

....

Correnti

343-

Cairoli

344-

Domenico Farini

345346.

Crispi

347-

Zanardelli

j>

348.

Farini

349-

Saffi

...
...

Cavallotti

350.

Crispi

351.

Crispi

352.

353-

354-

a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a
a

Fabrizj

un Ministro Greco

361
362

363.

De

364.

Crispi

365.
366.

De

25

-26

Freycinet

370.

natis

Bovio

23 gennaio

a
a

giugno

1880

7 giugno

Crispi

7 giugno
15 giugno

-16
-16

Farini

I)

Crispi

16

17

12 aprile

II giugno

23

30 settembre
29 ottobre

12
31

Brin

1 1

14

maggio

agosto

marzo
marzo

5 aprile

15

1884

12

14

Crispi

19

28 ottobre

1882

Guido Baccelli
.

3 febbraio

a Crispi

novembre

Correnti

a De Freycinet

JessieWhite Mario a
a
367. I^uigia Sciesa
... a
368. D. Farini
369. Angelo De Guber-

25

Freycinet

.
.

a Crispi
a Pasi
a Crispi

1879

18 giugno

Crispi

Dario Papa
Crispi

a Cavallotti
a Primo I<evi
a Crispi

Filippo Turati

17 ottobre

al Ministro

Bertani

Crispi
.

maggio

357
358
359
360

26 aprile

Crispi

al gen. Pasi

Crispi

15

356.

Crispi

Bonghi

Pasi

11 settembre

"

Crispi

Benedetto Cairoli
355- Giuseppe Ceneri

2 luglio

ad Alberto Mario
a (?)

.a

1878

j)

1885

1886

giugno
9 dicembre

25 febbraio

maggio

9 luglio

1887

>

555

I^sttera 371.

Duca Caetaai

a Crispi

Crispi

a Crispi

372.

373-

Cavallotti

374-

lyuigi

375-

Cavallotti

376.

]\'Iaucini

377-

Ant.di San Giuliano

378.

Mancini ....
Paolo Boselli

379380.

381.

382.

Cesare Correnti

383-

Cavallotti

3''4.

2 6 luglio

Re Umberto

Roux
a Crispi

....

Re Umberto

...
.

Adriano I^emmi
385. Tancredi Canonico

386.

Dtie Albanesi

387-

Khioky

Nicola Marselli

Prmc.di Camporeale
390.

Crispi

391-

I^emmi

392-

Crispi

Regina
a Crispi
a Cialdini
a Crispi
alla

....

Michele Amari
394- Enrico Ferri
393-

395.

Bovio

396.

Pietro Ellero
Principe di Bis-

397-

marck

....

Alfredo Baccariui

....

399400.

Mordin

401.

Cialdiui

402.

Crispi

403-

Re Umberto

a
a
a
a

Crispi

....
.

Cialdini

Crispi
Cialdini
Crispi

404.

Bovio

405.
406.

Alberto Cavalletto

407.

Bovio

408.

409.
410.
411.
412.
413414.
4I5.
416.
417.

418.
419.

420.

a
a
Crispi
a Bovio
a Crispi
Rattazzi junior
Crispi
a Rattazzi
Verdi
a Crispi
Verdi
al Sindaco
Crispi
Principe di Bismarck a Crispi
a
Bovio
a
Guido Baccelli
Francesco Ferrara a
Manfredo Camperio a
a B. Brin
Crispi
Giuseppe Manfredi a Crispi
.

Salemi

556

I,ettera 421.

422.

423-

Di

S. Giuliano

Crispi

Tommaso Villa

3 febbraio

Canonico
424. Arnaldo Cantani
425- Gaspare Finali
426. Antonio Gallenga

427.

Crispi

428.

BoselU

429.

Crispi

"

430.

Raiberti

431.

Crispi

432.

"

433-

434-

435.

436.

Cavalli, Cucchi,

437438.

Ignazio Florio

439-

440.

Principe di Trabia
Principe Card, di

441.

Crispi

442.

Crispi

443-

444.

Augusto Righi

Barzilai

445446.

447-

Barzilai

448.

Guerci

449450.

Emesto Nathan

451-

Dep. Merlani

452.

Crispi

453-

Piero I,ucca

454-

455456.

....

Crispi

I^evi

4
IO

novembre

14
14

novembre

Crispi

I<evi

27 dicembre

Crispi

....
....
.

458.

459460.

^wi.

Ettore Pedotti

462.

Cavallotti

463.

C. Alfieri di Soste-

464.

Crispi

465-

Cavallotti

1)

466.

Finali

467.
468.

Crispi

lyuigi

Bodio

Re Umberto

-23

lycvi

Salvatore Barzilai
Carducci

a
a
a
a
a
a

25

12 ottobre

15

Crispi

Crispi

15 settembre

1892

Arquati

j)

12 agosto

Crispi

a
a Merlani
a Crispi

-16

gno
.

7 giugno

Guido Mazzoni

27 maggio

a
a
a
a
a
a
a

....

A, G. Barrili
Pietro C. Crispi

a Crispi

a
a Florio
a Crispi

Primo

16

Crispi

a Ferd. Martini

Paolo Carcano
....
Canzio
Antonio Fradeletto
457- Ottone di Bismarck

G. Tasca-I^anza

15

Hohenlohe

a
a
a
a

1891

29 maggio
21 agosto
13 settembre

a Raibarti

Miceli

dicembre 1890

novembre

29 dicembre
6 febbraio 1893

24

29 marzo

29

14 maggio
5 settembre

5 ottobre
IO novembre
12 dicembre

15
19

25

31

18 gennaio

-22

1894

Cavallotti

15 febbraio

Crispi

16
18 marzo

19

Finali

Crispi

8 aprile

557

getter 469

1)

472.

473-

Finali

Marcer
471. M. R. Imbriani

470.

a Crispi

16 giugno

17

18

27

Crispi

E. Brusco-Onnis
474. Gatti-Casazza

a Imbriani
a Crispi
.

.....

Bovio

477.

478.

479480.

481.

482.

Costantino Nigra
G. di Hohenlohe
Antonio Gallenga
G. B. Bottero
A. CavaUetto
F. Martini

483.

Crispi

484.

485.

a Crispi
Carducci
Giuseppe Biancheri

486.

Camperio

487.

Giacinto Bruzzesi

Crispi

a
a lycmmi
a Crispi

y>

faris

Alfredo Oriani

491.

Crispi

a Crispi
-

a Saverio Fera
Verdura a Crispi
al Duca della Ver

492.

Duca

493-

Crispi

494.

Generale Corvetto

495496.

Crispi

497.
498.

Crispi

dvira

Carducci

....

Senatore Paterno
499- Vico Mantegazza
500- Paterno

501.

y>

502.

"

303.

Carducci

504.

Crispi

505.

Re Umberto

506.

Crispi

j.

507.

28

7 marzo

IO

1895

))

1896

13 aprile

22

Moglie

a Crispi

a Re Umberto
a Crispi
al Senatore Paterno
,

al

marzo

30 giugno
18 ottobre

16 maggio

24

1897

aprile

....
....
.

23 giugno
3 febbraio

21

....

marzo
23 maggio

21

a Crispi
.
a C. Sancerme
a Crispi
alla

15

....

490.

Cristo-

della

30

a Carducci

De

Crispi

Malachia

18 dicembre

1)

novembre

22
26
26

luglio

18 settembre
9

al Princ. di Scalea
.

1094

475476.

maggio

novembre

30 dicembre
1898
I geimaio
5

1898
28 dicembre 1899
1900
I gennaio
23 settembre
12

Re Vittorio Emanuele

-31 dicembre

464 5

4 3

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Connecticut

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