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WIDENER
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ROMA
DA
ASPROMONTE
STORIA
KOMA
CONTEMPORANEA
VOLUME UNICO
FIRENZE
A SPESE DELL' EDITORE
1872
ITALIANA
yXoJL -700. 2^ . io
TIPOGRAFIA FIORETTI
benefica,
stim
Se questo fatto ci
del
suo
affetto
La Francia e V Italia
che
ebbero
comune
le tradizioni, il
la
stirpe,
fiducia
costume,
strinsero
delle
proprie
sorti, e ci
furono
larghi di
verr
sempre pi
armamenti di terra e di
mare.
Cos il regno
le sorti
di
una
con l'impadronirci
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SARNIGO
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8ARNIC0
SARNICO
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14
sarnioo
Mazzini, unite a quelle di viva al Re ed a Garibaldi,
imperocch si ritenevano come mandate fuori da un par
tito sedizioso nemico alla monarchia che poteva riuscire
esiziale alla unit d'Italia.
Il Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro del
l'Interno inviava una circolare ai prefetti nella quale
raccomandava loro di mantenere inviolate le franchigie
costituzionali, di riunire gli animi io un solo concetto del
bene della patria; ma nel tempo stesso di opporsi agli
eccessi ed alle intemperanze.
Dopo di aver lasciato che l'agitazione si diffondesse,
che dalle parole si passasse al prodromo di qualche ten
tativo, il governo dette il segnale della repressione.
A Trescorre, nella locanda stessa ove alloggiava il Gene
rale Garibaldi, fu improvvisamente arrestato il Colonnel
lo Cattabene, ed il giorno appresso tocc la stessa sorte
a Nullo ed Ambiveri ex -ufficiali dell'esercito meridionale
indiziati come autori di arruolamenti clandestini volti ad
una spedizione di volontari nel Tirolo. In p\ri tempo si
procedette al sequestro di munizioni vestimenti ed armi,
si procedette a minute perquisizioni, all'arresto di una
cinquantina di giovani convenuti a Sarnico, e di altri qua
rantaquattro che furono inseguiti e presi ad Alzano mag
giore.
La notizia di questi arresti produsse nel pubblico una
spiacevole e dolorosa impressione. Non appena si seppe
che gli arrestati stavano rinchiusi nelle carceri della pre
tura di Brescia, si adun una folla di popolo, e recatasi
al palazzo Pretorio, chiese tumultuosamente la loro libera
zione. Il prefetto di quella citt commise il fallo di non
chiamare a raccolta la guardia nazionale, che sola avreb
be potuto prevenire un conflitto, ed invece sped alle car
SARNJCO
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SARNICO
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tarsi per che nella generalit, anche nelle classi minute del
popolo, quel tentativo si ritenne per un atto arrischiato
e riprovevole inquantoch fosse tale per natura sua da por
re la nazione a cimento di trovarsi sulle braccia una guer
ra alla quale non era in modo alcuno preparata.
In mezzo a tanta concitazione degli animi si apriva il
Parlamento e vi erano da aspettarsi sedute burrascose,
e tali riuscirono per le acerbe parole pronunziate dai de
putati di sinistsa ; ma la opposizione risult pi rumo
rosa che efficace, inquantoch il Ministro ebbe l'appro
vazione del suo operato con voti 189 favorevoli e 33 con
trari).
Garibaldi non si present alla Camera ; ma come ave
va dichiarato al Prefetto di Brescia di avere egli ordi
nato il concentramento dei volontarii arrestati e dispersi,
cos volle in iscritto ripetere quanto verbalmente aveva
dichiarato, ed invi da Torino al Presidente dell'Assem
blea concepita nei termini seguenti.
Nell'atto in cui la Camera dei deputati ripiglia i suoi
lavori mi credo in obbligo di dare ai miei colleghi qual
che spiegazione intorno alla ingerenza da me presa nel
le cose pubbliche in questi ultimi giorni.
Lasciai Caprera chiamato dal Ministro Ricasoli che
si mostrava disposto ad occuparsi seriamente dell'arma
mento nazionale.
Il nuovo ministero costituitosi poco dopo il mio arrivo
nel continente, mi mantenne il mandato che io avevo avu
to per' promuovere gli esercizi del tiro a segno; mi die
de inoltre larga speranza che esso si sarebbe in ogni al
tro modo energicamente adoperato per ottenere la defi
nitiva costituzione di questa nostra Italia una e indivisisibile qual'essa venne solennemente proclamata coi pie
SARNICO
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sarnico
>
SAP.NICO
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SARNICO
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per se
me
com
comprende
che
qualunque
colpo
fatale
a che
23
essa
medita
questione
romana,
bersa
province
napoletane.
della
Spagna e
truppe
non favori
rico
quei
colpi di
delle
sue
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spose di Cristo espulse dai loro asili, poco meno che con
sumate dall' inedia o prossime ad esserlo ; i religiosi sfor
zati malgrado loro a tornare al secolo ; si cacciano le
mani violente nel sacro patrimonio della Chiesa : e con
una colluvie di libri pessimi, di effemeridi, d'immagini
si muove continua ed asprissima guerra alla, fede, al co
stume, alla verit, al pudore. Ma quelli i quali fanno
tali macchinazioni sanno bene che nella Santa Sede sono
custoditi come in rocca inespugnabile il vigore e la forza
di ogni verit e giustizia atte a fiaccare gli impeti dei
nemici ; e da essa vigilano gli occhi del sommo custode
per scuoprire da lontano le preparate insidie da annun
ziare ai suoi commilitoni. Dal che nasce l'odio implaca
bile, il livore insanabile, e la diligenza continua posta
da uomini scelleratissimi a deprimere la chiesa romana, e
la sua sede, e se fosse possibile a svellerla affatto. Chi
beatissimo Padre, vedendo tali cose, o solo sentendole da
altri narrare potrebbe trattenere le lacrime ? Presi adun
que da un giusto dolore leviamo gli occhi e le mani al
cielo implorando con tutto l' affetto della mnte quello
spirito divino affinch chi in questo giorno santific una
volta e rafforz la nascente chiesa sotto il governo di
Pietro, oggi te pastore, te duce la tuteli, l'amplifichi, la
glorifichi. Ci sia testimone dei voti che facciamo quella
Maria che in questo stesso luogo si ebbe da te solenne
mente il titolo d'immacolata : testimoni queste sacre ceneri
che veneriamo dei santi patroni della romana chiesa
Pietro e Paolo : testimoni le venerande spoglie di tanti
martiri e confessori che rendono santa questa terra che
premiamo : testimoni infine ci assistano quelli stessi santi
che ascritti quest'oggi pel supremo giudizio tuo all'ordine
dei celesti, sono per prendere con un nuovo titolo la tu
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GARIBALDI A PALERMO
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GARIBALDI A PALERMO
GARIBALDI A PALERMO
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GARIBALDI A PALERMO
GARIBALDI A PALERMO
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GARIBALDI A PALERMO
istruzioni
sul
d' Italia,
onta
sanzionando
delle
col
loro
rimostranze
GARIBALDI A PALERMO
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sentire
il fiotto, ed
alleato,
di
dargli la fiducia in s stesso, che completameute mancavagli, e nel tempo stesso di riabilitarlo in faccia all'Ita
lia. Bisognava inoltre stringerlo in tal
posizione
da
rivoluzione e sopratutto
con cui
si denominava
dalla democrazia,
l' agitazione
unitaria
italiana.
Mantenere l'ordine pi completo a qualsiasi costo e lo
statu quo furono i patti con cui venne acconsentito il ri-
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GARIBALDI A PALERMO
t
D PALERMO A CATANIA
sbigottimento e quasi di
terrore,
chiese
spiegazioni
al
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DA PALERMO A CATANIA
DA PALERMO A CATANIA
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DA PALERMO A CATANIA
menti, loch fece dubitare che egli fosse d' intelligenza col
re, il quale firmando il proclama agli italiani altro non
avesse fatto che una finta per deludere la diplomazia este
ra e principalmente l' Imperatore dei Francesi, sdegnato
per le parole che erano stato dette da Garibaldi, ed inqueto per i suoi movimenti.
Ciosciuto il piccolo esercito si proced alla organizza
zione definitiva di esso ; e furono formati :
Due battaglioni di bersaglieri comandati da Menotti
Garibaldi ;
Un reggimento di fanteria sotto gli ordini di Bentivegna; un reggimento di fanteria sotto gli ordini di Badia:
un reggimento di fanteria sotto gli ordini di Frapolli ;
costituenti la brigata Corrao.
Pi tardi formaronsi il 33 ed il 4 battaglione bersa
glieri comandati da Guerzoni e Vigo Pellizzari; la com
pagnia dei Carabinieri Genovesi composta la maggior parte
di Lombardi e di Veneti, e le Guide sotto il comando di
Missori.
Lo stato maggiore era composto :
Dai deputati Nicotera e Miceli ;
Dagli ufficiali Frygies, Enrico Cairoli, Nuvolari e Mar
chese Ruggero Maurigi;
Dal segretario del Generale, Giuseppe Civinini diret
tore del giornale il Diritto ;
Dai dottori Ripari, Albanesi e Basile.
Guastalla, Nullo e Salomone giunsero pi tardi ;
Ma l' acqua mancava nel campo, giacch l' unica fon
tana che esisteva alla Ficuzza erasi prosciugata, e stando
altres per mancare i viveri, il generale divise in tre
corpi la piccola armata indirizzando l' uno, sotto il coman
do di Menotti, a Mezzoiuso, dove Garibaldi contava di
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presidiava
i gari
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DA PALFRMO A CATANIA
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DA GATANI AD ASPROMONTE
senza
il suo
nelle
cento
citt
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Il suo sogno doveva esser breve.
Non
era trascorsa
accorrevano
alla casa
la
Guardia
le
proclama ai
ricadeva sul
ministero, la
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circondalo di barricate, mentre
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consegnerebbero
tutti
\\
,
j
rico-
avere
qualora
Calabria
un pranzo
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DA CATANIA AD ASPROMONTE
impugnava le armi, ordin ad un illustro patriotta catanese che riscuotesse dal ricevitore generalo della provin
cia, dal ricevitore doganale e forse anco da qualche altro
gestore, tutte le somme che erano in loro poter, rila
sciandogliene ricevuta in suo nome. Cos si ottenne, cre
do, tra effettivo e contanti un 300 mila franchi con cui
sopportaronsi la pi parte delle spese di vitto e di equi
paggiamento della Legione.
Garibaldi misurando il pericolo a cui andava incontro
non volle lasciare le terre siciliane, senza dichiarare so
lennemente in un rimarchevole proclama agli Italiani
che il suo invariabile e forse estremo grido sarebbe sem
pre lo stesso, e che nulla potea cancellare dalla sua ban
diera, Italia e Vittorio Emanuele,
I due piroscafi uscivano dal porto, mentre ancora gli
ultimi crepuscoli illuminavano le Cupole di Catania. Il
silenzio e l'aspettativa erano impressi su tutti i volti dei
volontarii, che ammassati l'uno sull'altro volgeano con
tacito accordo tutti i loro sguardi alla fregata Duca di
Genova, sola rimasta in rada, di cui \\n colpo di canno
ne sarebbe bastato a colare la nostra fragile nave. Io era
a poppa seduto sulla cassetta della bussola che presso
al mezzo della nave col signore Puls?ky, che quantuuquo
avesse rifiutata ogni posizione militare pure volle accom
pagnare l'amico suo Garibaldi in questa grave circostan
za, che giudicava con ragione fosse la pi perigliosa del
la sua vita.
L'aria mancava quasi ed era impossibile cambiare di
posto senza che la folla che stringeva da tutte le parti
l'invadesse. Parlava col mio amico della letteratura un
gherese , quando vedemmo apparire sull'osservatorio il
Generale che prendeva il comando della manovra. Ci ar-
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restammo vicino aWAbbatucci, cln pi vcloca erasi fer
mato ad attenderci all'altezza di Aci- Reale, ed a cui dati
degli ordini il viaggio fu
ripreso. In
q lei
momento la
m. la gente
pot
meltorsi in
Mignogna,
il
quartier
altro
napoletano,
generale,
che
mossero per
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da Catania ad Aspromonte
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DA CATANIA AD ASPROMONTE
da Catania ad Aspromonte
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ASPROMONTE
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ASPROMONTE
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>
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ASPROMONTE
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ASPROMONTE
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la
compagnia di al
visita
che
alla
del
governo
furono
quelli
della
na-
suscitare un
grande
questione
si
mentre
sarebbe
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non
il
Napoli
Sicilia
al suo re,
1' uomo che agisce come un' incanto sulle menti giovani
e generose non solo in Italia, ma in tutto il mondo, Ga
ribaldi
forza
non
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un' alleanza pi
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L ITALIA DOPO IL TENTATIVO DI ASPROMONTE
essa sola si riputava degna di esercitarlo; ogni altra na
zione che avesse voluto fruirne diveniva potenza rivale.
Dopo un s meschino resultato dell'arrendevolezza del
governo italiano colla potenza frncese, le accuse e le ire
raddoppiarono contro il ministero Rattazzi, il quale non
solo ognor pi aveva allontanata l'Italia dal possesso di
Roma, ma ne aveva messa in pericolo la unit. La
Gazzetta Ufficiale del regno rispose alla France\ il mi
nistro degli affari esteri invi una nota circolare a tutti
gli agenti diplomatici del regno presso le potenze, nella
quale si spiegavano gli avvenimenti, si dimandava l'aiuto
morale dei gabinetti esteri, e si concludeva: che un tale
stato di cose non era sostenibile, poich avrebbe condotto
il governo del re a conseguenze estreme da compromet
tere grandemente gli interessi religiosi della cattolicit, e
la tranquillit d'Europa.
Alle note successero contro note; e via di seguito, senza
che le condizioni dell'Italia si modificassero in modo al
cuno. Gli animi dei liberali rimasero profondamente esa
cerbati nel vedere come ii scrifizio di due provincie
cedute alla Francia, le umiliazioni sofferte, il pericolo corso
di una guerra civile, e la ferita di uno dei suoi figli pi
cari ad altro non avevano portato che alla proposta di
una federazione di Stati italiani col Pontefice a capo della
medesima. Era questa una amara derisione, che richie
deva per esser sopportata una gran virt nel popolo che
la soffriva. Per fortuna la virt agli italiani non manc,
e la federazione rimase nel di l da venire.
LA FERITA DI GARIBALDI
Una
delle
Aspromonte fu
conceguenze
pi
deplorabili
del fatto
tempo mise in
di
generale
pericolo
si
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LA PERITA DI GARIBALDI
la ferita penetrarono
per quasi
due pollici
addentro
trovando
trasversalmente
delle piccole
scabrosit
in
prossimit
decubito,
da aggravare
e prolungare la malattia.
Due
giorni
dopo
riceveva il
generale la
visita
del
degli
altri.
LA PERITA DI GARIBALDI
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LA FERITA DI GARIBALDI
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96
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T.
s'
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e il primo squillo. Appena eseguito questo, e mentre continuavasi a scagliare pietre, i due
tavano T assessore
partiti
Allora i carabinieri
dalla folla.
cominciarono il
Per la disposizione
che
avevano le truppe
sulla
della
piazza, e che
effetto si produsse
teneva le
anco sopra
doloroso nel
100
101
102
approvata poi in
Parlamento
Dicembre
reale
nell'anno 1864, e
alla
partenza delle
truppe francesi
dagli Stati
romani.
Il tempo mostr quanto avessero ragione coloro i quali
asserivano che la convenzione legava le mani agli Italiani
e lasciava libert ai Francesi di violare il principio del
non intervento quando a loro tornasse di utilit il farlo.
La legione
Antiboina fu un intervento
manente, e la
rioccupaziona di Roma,
mascherato per
per
parte
della
PACE! PACEi
104
PACK ! PACE !
bre, non gli andava a genio, temendo con San Paolo, che
partiti i guardiani, i lupi rapaci sarebbero entrati nell' ovile.
In mezzo a questa atmosfera, l' Italia non poteva nu
trire velleit guerresche. Quindi che il generale Pettinengo ministro della guerra, a cagione di risparmio, so
spendeva la leva del 1866, atto che dette motivo ad in
terpellanze e rimproveri di una parte del Parlamento
quasi fosse indizio dell' abbandono della Venezia alla sua
trista sorte.
Alle accuse rispondeva il ministro allegando la neces
sit di fare economie; non esser da temere un' assalto im
provviso dal lato dell' Austria, perch non potrebbe na
scondere i suoi preparativi, e questi darebbero agio suf
ficiente a provvedere dal canto nostro potendosi in poche
settimane raddoppiare le forze del nostro esercito.
Tuttavia l' aura di pace non fece disarmare, l' Austria
e la Prussia le quali si guardavano 1' un l'altra con oc
chio minaccioso, e finirono poi col ricorrere alla ragio
ne della forza. Dopo di avere insieme combattuto contro
la Danimarca ed essersi appropriati, a danno della confe
derazione, l' Austria, l' Holstein, e la Prussia lo Sleswig,
cominciarono quelle due potenze a scambiarsi note reci
proche di rimprovero di patti violati di mire ambiziose; e
finirono coli' appellarsene al giudizio dell' Alemagna. I gior
nali parteggiavano per l' una o per l' altra secondo che
suggeriva il rispettivo interesse nazionale, e l' impulso
dato dai loro governi. Il Vaterland, diario officioso, au
striaco ispirato dall' arciduchessa Sofia, notava le cortesie
che si ricambiavano fra il re Guglielmo, e Vittorio Ema
nuele col dono reciproco degli ordini cavallereschi. No
tavano la permanenza a Berlino del generale Govone,
onorato e festeggiato da quella corte. Contuttoci si da
PACE ! PACE !
105
~"
i-T~~^^
106
PACE ! PACE !
PACE ! PACE 1
107
10 S
PACE ! FACE !
GUERRA! GUERRA!
1 10
GUERRA ! GUERRA !
GUERRA ! GUERRA !
Ili
tisse per il campo Farini, Berti Domenico, Scialoia, De-Pretis, Cordova, Borgatti e Visconti Venosta.
Riprendendo il Re alla testa del suo esercito
quella
corsi
assalendo
causa
ci fosse grave
al
212
GUERRA ! GUERRA !
GUERRA ! GUERRA !
113
che siete accorsi alla mia chiamata nelle file gloriose del
l' esercito e dei volontarii. Nondimeno quando le potenze
amiche tentarono di risolvere le difficolt suscitate dal
l' Austria in Germania ed in Italia, per via di un con
gresso, io volli dare un' ultimo pegno dei miei sentimenti
di conciliazione all'Europa, e mi affrettai di aderirvi.
L' Austria rifiut anche questa volta i negoziati, respinse
ogni accordo, e dette al mondo una prova novella che se
confida nelle sue forze, non confida ugualmente nella
bont della sua causa, e nella giustizia dei diritti che
usurpa.
Voi pure potete confidare nelle vostre forze, o Italiani,
guardando orgogliosi il florido esercito, e la formidabile
marina, pei quali, n cure, n sagrifizi furono risparmiati;
ma potete anche confidare nella santit del vostro dirit
to, di cui ormai immancabile la sospirata rivendicazione.
Ci accompagna la giustizia della pubblica opinione, ci so
stiene la simpatia dell'Europa, la quale sa che l'Italia
indipendente e sicura nel suo territorio diventer per
essa una guarentigia di ordine e di pace, e ritorner ef
ficace istrumento della civilt universale.
Italiani!
10 d lo stato a reggere al mio amatissimo cugino il
Principe Eugenio, e riprendo la spada di Goito, di Pastrngo, di Palestro, e di San Martino. Io sento in cuore la
sicurezza che scioglier pienamente questa volta il voto
fatto sulla tomba del mio magoanimo genitore. Io voglio
ancora essere il primo soldato della Indipendenza Italiana.
Viva l'Italia. >
11 giorno appresso il Tve partiva da Firenze in mozzo
agli applausi della popolazione prendendo la via di Bo
logna per mettersi alla testa dell'esercito.
v.
45
CUSTOZA
CUSTOZA
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CUSTOZA
CUSTOZA
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CX'STOZA
CUSTOZA
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CUSTOZA
CUSTCZA
zioni intorno alle quali aveva il
piegato tutti
121
governo austriaco im
qua
dell' impero
Austriaco.
L'alleanza colla Prussia fa un motivo di
pi per at
voleva difendere
di
le
sue
dividere
separate. In Italia
riserbandosi,
se l'esito
schiere
vittoriose;
come in
fece, la Venezia.
ivi
'
16
fatti
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CUSTOZA
CUST0ZA
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124
C USTO ZA
CUSTOZA
1 25
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CUSTOZA
CUSTOZA
127
CUSTOZA
128
gotenente
Novelli Cesare Orlandi Giuseppe Ottavi Antonio Paolucci Errico Paselli Augusto
Pekliner Guglielmo Plent Giuseppe, Luogotenente
Romeau Lorenzo Maria Bey di Villarey Onorato, Gene
rale Rionero Giovan Francesco Rossini Emilio
Rozzi Ireneo Lucio Ruffoni
Sacchi En
rico, Luogotenente Santi Felice Serra Andrea, Ca
pitano Sollier Antonio Stoppino Antonio, Maggiore
7 essari Antonio Tommasini Onofrio Torri Cleto
Vanden-Keuvel Carlo Vassalli Enrico Valten
Carlo Watleville de Loins Guglielmo, Luogotenente
Zambelli Claudio Zocchi Giuseppe.
CUSTOZA
129
Bassa forza ;
feriti
2, man
canti 9.
Terzo Corpo d' Armata.
7a Divisione: Uflziali : prigionieri illesi 1. Bassa
forza: morti 4, feriti 10, mancanti 206.
8.a Divisione: Uffiziali: morti 4, feriti 8, prigionieri
feriti 7, prigionieri illesi 2, mancanti 2. Bassa forza :
morti 45, feriti 239, prigionieri 2, mancanti 708.
9.a Divisione : Uffiziali : morti 9, feriti 40, prigionieri
feriti 6. Bassa forza: morti 220, feriti 831, prigio
nieri 24, mancanti 286.
16.a Divisione: Uffiziali: feriti 1, prigionieri feriti 3.
Bassa forza : morti 8, feriti 43, prigionieri 5, man
canti 106.
Cavalleria del corpo d'armata: Uffiziali: morti 1, fo
riti 5, prigionieri feriti 1. Bassa forza : morti 4, fe
riti 12, mancanti 12.
Divisione Cavalleria di riserva.
Uffiziali: feriti 1, prigionieri illesi 2. Bassa forza:
morti 1, feriti 13, prigionieri 1, mancanti 37.
Totale delle perdite.
Uffiziali: morti 61, feriti 165, prigionieri feriti 61, pri
gionieri illesi 50, mancanti 10, totale 337.
Bassa forza : morti 651, feriti 2915, prigionieri
mancanti 4233. Totale 7838.
Totale, ufficiali e bassa forza 8175.
iv.
Tf
39,
131
132
133
134
135
136
137
18
138
BATTAGLIA NAVALE
140
BATTAGLIA NAVALE
BVTTAOLIA NAVALE
141
142
BATTAGLIA NAVALE
BATTAGLIA NAVALE
143
144
BATTAGLIA NAVALE
BATTAGLIA NAVALE
145
49
'"
146
BATTAGLIA NAVALE
a questo per
avere
quei
segnali
che
aspettavano
in
vano.
Il resultato della battaglia di Lissa dest tale indigna
zione che il governo per calmarla dov sospendere
dal
ad
innanzi
ritenuto
per buono
stato
quello
d'imperizia.
Cos l' Italia fu salva ; e furono vendicati i morti
del
BATTAGLIAV NAALB
147
149
150
151
152
153
20
151
155
.156
157
venti colpi
che
lo
un
ca
il
loro
vita
volontari
che
ardimento
rarissimo,
un
Batta
Austriaci si riti
seguente proclama
ai Trentini:
I vostri voti quelli di tutta Italia stanno per
essere soddisfatti.
158
SI VA INNANZI
160
SI VA INNANZI
si
impadronirono
Il
compianto
ed
non
fall.
Non potete immagirarvi il dolore, lo sconforto, la de
solazione in tutti per la perdita di questo ufficiale .supe
riore, che era fra i pi distinti, e i pi reputati del corpo
dei Volontari. Garibaldi, quando ne vide il cadavere,
riacquistato di poi merc una brillante carica alla baio
netta che respinse il nemico, non pot frenare
grima, soggiungendo : morto da quello
una
la
che era : da
meraviglioso
ritorna
Bolognini,
essendo stati
Que-
degli
la
massima
SI VA INNANZI
101
21
1G2
SI VA INNANZI
SI VA INNANZI
163
161
SI VA INNANZI
ed
erano
diretti con
troppa
precisione.
Fu
ufficiali
cos
che
notati
ca
2"
in gran
quarta
compagnia
disperato
studiate,
in
riu
per parte
del nemico;
SI VA INNANZI
- 165
l.
Giunta
battaglione
in
recognizione
ritirata. So
dal
prode
maggiore Dogliotti
ricevuto
fulmi
da tutte
fu generale,
168
SI VA INNANZI
2.
Giuseppe
Mazza
Sinisdralchi
Antonio
Luciano Pacchi
Pavanin
Angiolo Barbanini
Giovanni Sarti
Paolo Seugal
PASSGGIO DEL PO
22
170
PASSAGGIO DEL PO
PASSAGGIO DEL PO
171
172
PASSAGGIO DEL TO
Bocca di
nostre
quali
anch'essi
rispondevano terribilmente.
rimbombavano i 300
pezzi
d'artiglieria (che
dei
paesi
vicini. Dopo
mezzogiorno si rinnov la
avevano mandato
per aria,
Verso le ore 8, sentendo
ritirati verso Mantova, mi
che
gli austriaci
portai
tosto con
si
erano
altri miei
ucciso
PASSAGGIO DEL PO
173
174
PASSAGGIO DEL PO
aveva
varcata
dalla
divisione
Medici sono
176
177
camminando per la montagna in linea parallela a Feltre, riuscire ad Arp altro punto di sopra a Primolano.
Con la mezza divisione che aveva seco si apparecchi a
prendere di fronte le posizioni nemiche, non appena fosse
stato sicuro dal buon esito delle marcie ordinate alle due
colonne giranti. Intanto due pezzi d'artiglieria furono col
locati sull'argine del Brenta in modo s esatto, che i loro
colpi, quantunque a distanza maggiore che 3000 metri
andarono a cadere vicino o sopra la prima opera di for
tificazione costruita dal nemico fra Primolano e Cismone.
Dopo i primi colpi di cannone, gli avamposti Austriaci,
che si trovavano al di l del Brenta si ritirarono lungo
la via; le pattuglie cessarono di perlustrare il terreno
adiacente; sicch una compagnia del 62, passando a guado
il fiume pot occupare. la strada al di l del medesimo.
Allora gli aiutanti di campo del generale Medici che uno
dopo l'altro erano andati a portare ordini alle avanguar
die, rimanendo l, Con circa 20 soldati si spinsero in
nanzi tanto che giunsero alla prima abbattuta custodita
dal nemico ed alla prima opera di fortificazione; giunti
in 4 persone sole, chiesero rinforzo per mantenervisi, e
ottenutolo pensarono sopratutto ad andare innanzi che a
tornarsene addietro. Frattanto, una compagnia del 62 e
tre pelottoni di bersaglieri, si mandavano ad operare una
recognizione, con ordine di procedere sintantoch non si
incontrasse resistenza.
Fu questa piccola avanguardia che giunse a Primola
no; ma appena si affacci al paese, gli Austriaci che non
si erano ancora del tutto ritirati, cominciarono a scari
care contro di essa dalle case e dalle alture ove erano
trincerati. Il fuoco si mantenne vivissimo per qualche
minuto; ma i nostri soldati, inseguirono il nemico alla
iv.
23
'
178
179
180
181
182
183
181
24
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1SS
189
190
191
192
193
2a
194
195
196
198
<
<
<
della pace; l'Imperatore d'Austria aderisce a questa dichiarazione e acconsente alla riunione del regno Lombardo Veneto al regno d'Italia senz'altra condizione che
la liquidazione dei debiti che saranno riconosciuti spettanti a territori ceduti in conformit del precedente stabilito nel trattato di Zurigo. >
Prima di questa convenzione l' imperatore Napoleone
aveva scritto una lettera a Vitttorio Emanuele il d 11
agosto cos concepita:
Intesi con piacere che S. M. aveva aderito all'armi stizio, ed ai preliminari di pace conchiusi fra il re di
Prussia, e l'Imperatore d'Austria. dunque probabile
< che un ra novella di tranquillit vada ad aprirsi per
l'Europa, S. M. sa che io accettai l'offerta del Veneto
per preservarlo da ogni devastazione, e risparmiare
un'inutile spargimento di sangue. Il mio scopo fu sem pre quello di renderlo a se medesimo, affinch fosse
l'Italia libera dalle Alpi all'Adriatico. Padrone dei pro< pri destini il Veneto, potr presto col suffragio univer< sale esprimere la sua volont. La M. V. riconoscer
che in tali circostanze l'azione della Francia si an cora una volta adoperata in favore della umanit e
< della independenza dei popoli. >
Dopo che la Prussia aveva sospeso le ostilit, e aperte
le trattative coll'Austria, il re d'Italia fu costretto a fare
altrettanto, perch non avrebbe potuto da solo sopportare
tutto il peso della guerra che si rivolgeva contro di lui.
E gi un gran numero di truppe austriache avevano ri
preso il cammino d'Italia, dopo che era cessato il pericolo
dal lato di Germania, tanto che quell'esercito sarebbesi
in breve tempo reso molto pi formidabile di quello che
non lo fosse prima della battaglia di Custoza. Fu conve
199
200
20l
efficacia e
pronto
a prendere
di volere
si poteva mantenere.
Il paese vacillava tra la vergogna del cedere, e la ri
pugnanza di una ripresa d'armi non giustificata.
Difatti
di necessit
Tagliamento.
11
generale
le sue
Garibaldi da una
202
204
205
206
Eccellenza
Dacch le grandi potenze si accordano a scongiurare il
pericolo di guerre che allarmano giustamente l'Europa, e
ricercano ansiose un assetto che risponda veramente ai
bisogni del tempo, e assicuri alle Nazioni una lunga ra
di pace, i paesi che trepidano non senza ragione, pel loro
avvenire, ove abbiano coscienza di poter dire un' utile
verit, sono in dovere di alzare rispettosamente la voce.
Il silenzio in questo caso, non sarebbe rispetto, ma colpa.
Questa verit l'hanno sentita le popolazioni, d'oltre Ison
zo, e perci, al gi abituale, mandato che abbiamo di rap
presentarle nel regno d'Italia, ci aggiunsero ora l'incarico
speciale di far sentire le loro ragioni in modo solenne al
cospetto d'Europa.
Esse preoccupandosi del proprio avvenire, si preoccu
pano dell'avvenire della Nazione. naturale perci che ci
rivolgiamo a voi, o illustre generale, Ministro e Plenipotenziaro della Nazione italiana.
I territori cisalpini d'oltre Isonzo, sopra una estensione
di 8000 chilometri quadrati, contano 500,000 abitanti all'incirca.
Non gran cosa per un Consesso che ha spiegata di
nanzi la carta d'Europa; ma i paesi di confine, indipen
dentemente dallo spazio e dal numero, hanno per questa
sola qualit una incontestabile e quasi diremmo fatale
importanza. Ad ogni modo perch non manchino ele
menti sicuri ad un retto giudizio, permettete, Eccellenza,
che ve ne esponiamo per sommi capi la storia. indi
spensabile: saremo brevissimi.
Gli Istriani, originariamente autonomi resistettero come
207
208
209
~W
,-
210
211'
213
215
216
217
28
21 S
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233
30
234
235
TENTATIVI DI CONCILIAZIONE
TENTATIVI DI CONCILIAZIONE
237
238
TENTATIVI DI CONCILIAZIONE
TENTATIVI DI CONCILIAZIONE
239
240
TENTATIVI DI CONCILIAZIONE
produsse, ebbimo
per
ricusare
per
inettitudine
quelle
avesse quell'in
mettere
in
poi
sperare
hanno
recato al nostro
orgoglio
non
terreno pi solido
da cui ci eravamo
incautamente
scostati.
Bisogna dunque ripigliare il viaggio e camminare alla
volta di Roma per un'altra via. Ma camminare, giacch
l'attendere, oltre ad esserci, come credo, dannoso nei ri
spetti finanziar], non sarvir ad altro che a farci perdere
il diritto e la forza di regolare uno scioglimento, che non
TENTATIVI DI CONCI/IAZIONJ?
241
IV.
TT
NUOVI TORBIDI
NUOVI TORBIDI
243
244
NUOVI TORBIDI
NUOVI TORBIDI
245
246
NUOVI TORBIDI
NUOVI TORBIDI
247
248
NUOVI TORBIDI
NUOVI TORBIDI
249
52
250
NUOVI TORBIDI
252
253
scopo
contro
non
sono
se
non
necessario a un go
seguito
immediatamente
per
fare 'un
passo
innanzi
a. danno
dei
repubblicani.
t Un moto in Roma possibile per due modi.
Il primo quello che gi vi accennai: una spedizione
come quella di Marsala...; e sarebbe il migliore dei due.
L'altro una insurrezione interna, una serie di sor
prese sulle caserme e sui punti di convegno
degli
uffi
che
254
255
256
partito mazziniano in roma
d'azione, ridotto a pochi uomini, sembrasse abbandonare
totalmente il popolo romano alle mne de'consorti.
Come dunque potete giudicare (egli continua) l'Antonelli a capo della situazione. Egli ha in mano tutte
le fila con le quali si muovono i liberali, e lo ripeto :
l'unirsi al comitato nazionale equivale a mettersi nelle
mani del ministro di Stato di Pio IX.
Riguardo ai sentimenti della nobilt, voi li conoscete.
Fatti o mantenuti nobili dalla istituzione del Papato,
quei signori non possono pensare un momento ad essere
Italiani, e in prova di ci, dopo la partenza dei Francesi,
quasi, tutti i figli di famiglia appartenenti alla nobilt ro
mana, entrarono nella milizia papalina, rispondendo cos
alla chiamata dell' Antonelli, il quale mirava con questi
dimostrazione a far vedere all'Europa che tutta la nobilt
romana amava la istituzione da cui essa trasse le sue ric
chezze e i suoi titoli.
Quanto al popolo, o per meglio dire alla massa del
popolo debbo annunciarvi con dolore che a Roma, salvo
alcune eccezioni d'intelligenti operai che si sono addot
trinati da s medesimi e chi hanno viaggiato, il popolo
tuttora allo stato di plebe, della quale la pi gran parte
forma il servidorame dei preti.
Si riconosce a Roma ci che vedesi in ogni paese
soggiogato da lungo tempo ad odiosa tirannia. 11 popolo
non sa di esistere: la vita umana per lui si riduce a po
che funzioni della vita materiale, alla nutrizione e alla,
riproduzione nient'altro ecco l'educazione che gli
ha dato il prete. Inoltre aggiungete una parte considere
vole della popolazione che vive dei beneficii della chiesi
contando ogni famiglia uno o pi membri nel clero, e voi
comprenderete facilmente dall' insieme di tutti questi par-
257
nazionalit,
il
tempio
delle
nazioni,
perch
l'Italia,
Ma qual' la situazione del partito di azione in Roma
in mezzo
a questa generale
disorganizazzione ?
Pochi
scissione
ricevute
informa
258
partito mazziniano in roma
che le provinole pontificie anelavano di muoversi, e il
generale, credutolo, appoggi il movimento. 11 fatto che
quando P.... e G...., che comandavano la spedizione, si
presentarono a F.... per aver armi ed uomini essi porta
vano lettere di Garibaldi e di G....
P. . . . proced immediatamente ad armare i giovani
che presentaronsi in folla, e la sera medesima pi di
400 erano pronti a partire. Il giorno dopo, meravigliato
della inazione delle provinole di Roma, il F... si condusse
da Garibaldi dicendo:
Generale, abbiamo traditori fra noi.
Comincio a crederlo, rispose il generale.
Ecco i fatti come mi furono riferiti tanto a Roma
da P.... e da P...., quanto a Terni da F.... stesso. Come
potete di leggieri immaginare, l'azione di quelli che in
gannarono il generale provoc la divisione, e se debbo
dire intiero il mio pensiero la parte avversa mostr forse
troppa inesorabilit nel voler escludere totalmente dall'a
zione colui che era incolpato di tutto. Gli amici di costui
tentarono difenderlo ; gli altri non vollero transigere. Al
lora neppure i primi si piegarono, e da ci infine nacquero
gli odii, i rancori che esistono ancora e che hanno pro
dotta la divisione che voi conoscete. Di pi si rimprover
ancora a quei membri del partito di azione, che avevano
iniziato il movimento, di essersi preventivamente intesi coi
membri del Comitato nazionale, i quali erano stati a tro
vare il generale per persuaderlo d'incoraggiare la insur
rezione! Egli era stato completamente lusingato e lo era
stato a un punto tale che aveva mandato negli Abruzzi
il colonnello S... deputato, per indurre il Comitato di quella
provincia ad appoggiare il movimento. Allora l'amico M..,.
si mise immediatamente all'opera, e mentre attendeva coi
259
2G0
262
263
264
205
iv.
34
2G7
2G8
269
ARRESTO DI GARIBALDI
sua
gita
al
Con
denaro,
del
quale si
ARRESTO DI GARIBALDI
271
avrebbe
abbandonati
e che
si
stancava
di
del
premere
sul presidente del Consiglio dei ministri in Firenze perch si risolvesse a porre finalmente colla sua autorevole
parola un termine a una situazione gi per s medesima
molto tesa, palesando nettamente le intenzioni del mini
stero. Ma Rattazzi, nella speranza ancora che Garibaldi
perfettamente convinto dell' insufficienza de' suoi mezzi
di azione e del poco appoggio che poteva aspettarsi dalle
popolazioni della Santa Sede e del popolo romano in par
ticolare > fosse per abbandonare
il
pensiero
della im
ai
comandanti
territorio
se
progetti
pontificio,
del
di
generale
sottomano
Garibaldi
invece
con
favoris
maniera di
aiuti.
I discorsi per tenuti a Ginevra da Garibaldi, l'agita
zione che ognor pi era cresciuta in Italia
dopo il
suo
si
facevano
negli
alia
fine
272
ARRESTO DI GARIBALDI
ARRESTO DI GARIBALDI
273
partito
la
ogni
Giunta nazionale
ria,
zione
si
romana declin
d'azione,
mallevado
che
allora fu vera
una tattica
una
si
vettura
IV.
particolare
274
ARRESTO DI GARIBALDI
ARRESTO DI GARIBALDI
275
276
ARRESTO DI GARIBALDI
ARRESTO DI GARIBALDI
277
278
ARRESTO DI GARIBALDI
ARRESTO DI GARIBALDI
279
PRELIMINARI DI MENTANA
PRELIMINARI DI MENTANA
231
56
282
PRELIMINARI DI MENTANA
PRELIMINARI DI MENTANA
283
momento che i
il giogo che ci
che attende
284
PRELIMINARI DI MENTANA
PRELIMINARI DI MKNTANA.
285
286
PRELIMINARI DI MENTANA
PRELIMINARI DI MENTANA
287
2S8
PRELIMINARI DI MESTAVA
PRELIMINARI DI MENTANA
289
290
PRELIMINARI DI MKNTANA
PRELIMINARI DI MENTANA
291
Ghirelli
volontari
che
stavano
in
campo
contro
pontifici.
Quasi contemporaneamente Orte veniva tosto
pata da circa duecento zuavi
preceduti
da
soldati
rioccu
pochi
gen
perch
atta a sostenere
tempo perduta
per la insurrezione.
Intanto Menotti si era, verso il pomeriggio del 13 ot
tobre, lasciato a Montelibretti sorprendere dagli zuavi pon
tifici, che avevano silenziosamente scivolato fra gli avam
posti
dei
seconda
volontari, giungendo
giovine
Menotti
credendo
di
avere
da
292
PRELIMINARI DI MENTANA
PRELIMINARI DI MENTANA
293
294
PRELIMINARI DI MENTANA
PRELIMINARI DI MENTANA
295
296
PRELIMINARI DI MENTANA
insidie
da parte
del nemico.
Quantunque le istruzioni che portano la data del 25
ottobre fossero chiare e precise, pare che il Di-Benedetto
ne trascurasse la rigorosa osservanza. La schiera da lui
comandata cadde quindi in mezzo alle fucilate del nemico
nascosto e quasi invisibile.
Sorpresi dal subitaneo assalto i volontari r.oa seppero
resistere e volsero le spalle, invano trattenuti
dal
poco
arren
FUGA DI GARIBALDI DA
CAPRERA
29S
299
300
301
lo
scopo.
Fosse
303
304
305. '
prete,
gorghi i due
fratelli
Gracchi.
Un barcone ed
patria non
Camillo; pensava
al
momento dell'arrivo,
al di
sconfitta
59
306
307
ritor
volon
uno
schioppo
di
to
quelli
La
da quel
la
rifrangeva i
quale
guardando la
via di
308
- - --
/'
=-v
a n
5- ?
o
309
310
311
312
suoi
33
~W
314
Vediamo che cosa accadesse in Roma quando compievasi per opera dei soldati papalini l' eccidio di Vigna
Gloria.
Il comitato chiamato del Centro d' Insurrezione medi
tava lo stesso concetto del Cairoli ; ma dappoich, per le
rigorose misure prese dalla polizia, la introduzione clan
destina delle armi non era pi possibile altro mezzo non
restava che quello d' introdurlo con la forza (risoluzione
disperata) collegando questo fatto con tutte le altre parti
del movimento interno, al quale era dispostissimo di par
tecipare il popolo romano.
Si dovevano disseppellire (cos detto nel rapporto
officiale di quel Comitato) le armi sepolte fuori San Paolo
portarle in una vigna vicina, e nel giorno fissato radu
nare ivi la gente necessaria ad una scorta, armarla, ca
ricare le restanti armi su i carri e tentare il passaggio
della porta, che una mano dei nostri doveva dischiuderci
a forza e assicurarvisi. L' operazione del disseppellimetito
316
317
318
319
320
non
veduto i nostri
alcun
combatt
di
San
Pasquino,
alla
doloroso
un
321
mattina
forze si
del
pre
Roma.
sul
(uu
soccorso
Nonostante
la
battaglione
dolla
intera
resistenza eroica
dieci ; e le donne
stanza, di piano in
Al
322
muro la cui
MENTANA
Il dramma
si
incalzavano e pericolosa
ogni d pi
presentata.
324
MENTANA
MENTANA
325
326
MENTANA
MENTANA
527
328
MENTANA
MENTANA
329
~W
330
MENTANA
MENTANA
331
332
MENTANA
posizioni
dei
Cappuccini, dalle
quali il nemico fu
dovette
ritenersi
che la retroguardia
invece
erano
proceduti in questa
alla difesa,
Garibaldi, esa
MENTANA
333
accamparono
mattino
del
giorno 4,
DOPO MENTANA
DOPO MENTANA
335
336
DOPO MENTANA
DOPO MENTANA
337
iv.
'"
43
338
DOPO MENTANA
DOPO MENTANA
339
340
DOPO MENTANA
le
faccende
penitenti ; che
di
il
mercanzia
di contrabbando,
che
cio
la
repub
abbiamo avuti
DOPO MENTANA
341
di
pochi, ma
un diritto per
estremi ai quali
della
attuale
riesca pi
utilmente
l'animo in
consultata
dai
pace e rinfrancarsi
lo
paurosi
per rimettersi
spirito. Le intenzioni
del
342
DOPO MENTANA
DOPO MENTANA
343
L'ANNO 1870
l'anno 1870
345
Povera Francia! Resist eroicamente per pi mesi;
ma caduta Strasburgo ; resa Metz, battuti in pi fazioni
i suoi nuovi corpi di esercito anco Parigi dov piegare
la fronte al vincitore ed arrendersi. I Francesi erano en
trati trionfalmente in Berlino col primo bro imperatore;
i Prussiani vollero entrare trionfalmente in Parigi col
primo imperatore della riunita Germania.
Come fu 'proclamata la Repubblica in Francia, Gari
baldi, che aveva gi offerto il suo braccio alla Prussia
per combattere Napoleone lo consacr allora alla- difesa
della Francia.
Alla testa di un piccolo esercito, quasi isolato, egli
oper miracoli di valore (cagionando gravi perdite alla
sinistra dell'esercito di Mantenffel) ed ebbe la gloria di
prendere una bandiera al nemico, unico trofeo che rima
nesse, di quella guerra micidiale, alla Francia.
Vediamo ora in mezzo a quei grandi avvenimenti che
cosa accadesse in Roma. Appena dichiarata la guerra dalla
Francia alla Prussia, i soldati Francesi della legione papale
in Roma, cominciarono a disertare per prender parte al
l'azione su i campi di battaglia dov'era impegnato l'onore
della Francia. Caduto l'impero; la repubblica richiam i
soldati Francesi da Roma, per cui il Papa rimase difeso
dalle truppe indigene e da quelle reclutate fra i Belgi, gli
Irlandesi ed altri fedeli campioni della cattolicit. Loch
significava, tolta la bandiera di Francia da Roma, che
egli era abbandonato a s stesso.
In questa situazione di cose incombeva un grave do
vere al nostro Governo; chiuder la porta al disordine e
all'anarchia; garantire l'autorit ecclesiastica del Ponte
fice ; e sodisfare al voto degli Italiani.
Fu dato incarico al Conte di San Martino, inviato in
iv.
346
l'anno 1870
missione a Roma, affinch essendo stata decisa una oc
cupazione delle truppe italiane, facesse appello ai senti
menti di Sua Santit onde evitare uno inutile spargi
mento di sangue. In pari tempo, inviavansi dal ministro
degli esteri ai rappresentanti di S. M. all'estero, note
circolari, nelle quali, recapitolandosi le fasi della questione
romana, notando l'agitazione di alcune provincie appar
tenenti a Roma, ed i pericoli minacciati all'Italia, quando
non si affrettasse a dare una soluzione alla questione
medesima, dicevasi che una occupazione era resa indi
spensabile dallo stato presente delle cose. Soggiungevasi
quindi: Che il Governo del Re, mantenendo espressa< mente in principio il diritto nazionale, si conterr tut tavia entro i limiti di un'azione conservatrice e tutelare
< rispetto al diritto che compete ai Romani di disporre
dei loro destini, e rispetto agli interessi che posano
per ogni stato avente sudditi cattolici, sulle garanzie
< di sovrana indipendenza da assicurarsi al papato.
Circa quest'ultimo subbietto l'Italia, lo ripeto,
pronta a venire ad accomodamenti colle potenze in torno alle condizioni da determinarsi di comune accordo
' per assicurare l' indipendenza spirituale del pontefice. >
Cos a d 11 di Settembre, S. M. il Re a proposta del
Consiglio dei ministri ordinava che in quella stessa mattina
LE RR. TRUPPE ENTRASSERO NELLE PROVINCIE ROMANE ( I ).
348
A
Banco, Monte
San
Giovanni, nei
altri, si
l'agitazione
fu
grandissima,
quantunque
con
sulle
Emanuele. Nello
eminenti sventolavano
Vittorio Emanuele in
Campidoglio!
Viva
furono
dal
popolo
con
manifesti segni di
simpatia e di ossequio.
Nel colloquio che il Conte di S. Martino
ebbe con il
discussione
sulle
del Re ad occupare
il territorio
limitato a dichiarare
Pontificio, si
sarebbe
349
350
351
352
353
45
S54
lato
Bixio, l'agitazione
Allora
il
Municipio
di voler risparmiare pi
volere
l'Italia,
massa
di lasciarsi rin
di gioia e gli ap
Kanzler
chiedendo
libero
negativa
risposta, egli
aveva prese
la citt
356
tempo
il
Generale
quel
sono
la
:
il
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poteva sperarsi e
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per
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fausto
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dei Signori; Moscardini Girolamo; Conti Andrea; Marcocci. Per Velletri, dei Signori; Borgia Conta Ettore;
Novelli Avv. Luigi. Si unirono alla deputazione, i Signorij
Don Fabrizio dei Principi Colonna; Lovatelli Conte Gia
como; Calabrini Marchese Luigi; Galletti Vincenzo; Peretti Paolo; Alatri Samuele; e Don Augusto de'Principi
Ruspoli, i quali furono dalla Giunta stessa di Governo in
vitati a volere aggiungersi alla Deputazione.
Ricevuta da S. M. con pompa solenne, in presenza della
famiglia Reale, dei rappresentanti della Nazione, dei grandi
dignitari dello Stato e della Corte, dei Magistrati ec. ec.
il Duca di Sermoneta, come Presidente della Giunta Prov
visoria di Governo, presentando a S. M. l'atto del Plebi
scito pronunciava le seguenti parole: Roma con le sue
province, esultante di riconoscenza verso la Maest Vostra
gloriosissima, per averla liberata dalla oppressione straniera
di armi mercenarie col valore dell'esercito italiano, ha con
generale plebiscito acclamato per suo Re la Maest Vo
stra e la sua Reale discendenza. Tale provvidenziale av
venimento, dopo s lunga ed amorosa aspirazione di tutti
i popoli d'Italia, compie con questa nuovissima gioia la
istorica corona che rifulge sul capo della Maest Vostra.
Il Re rispondeva;
Infine l'ardua impresa compiuta, e la patria rico
stituita. Il nome di Roma, il pi grande che suoni sulle
bocche degli uomini, si ricongiunse oggi a quello d'Italia,
il nome pi caro al mio cuore. Il plebiscito pronunciato
con s maravigliosa concordia dal popolo Romano, e ac
colto con festosa unanimit in tutte le parti del Regno,
riconsacra le basi del nostro patto nazionale, e mostra una
volta di pi che, se noi dobbiamo non poco alla fortuna
dobbiamo assai pi all'evidente giustizia della nostra
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Italiano al capo
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INDICE
Nuovi torbidi
Dopo Mentana
,
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L'anno 1870
Le truppe italiane nello Stato Pontificio.
.
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