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PONTIFICIA UNIVERSIT GREGORIANA

FACOLT DI TEOLOGIA
SEMINARIO TEMATICO: TEOLOGIA DELL'ORIENTE CRISTIANO.
PANORAMA SISTEMATICO (TST205)

Il mistero della Pentecoste perenne


La teologia orientale sullo Spirito Santo
(relazione del seminario)

Professore: Peter Dufka, SJ


Studente: Toni Potrebi
Roma, Aprile 2015

Indice
Introduzione...........................................................................................................3
1. Teologia dello Spirito Santo pneumatologia..................................................3
1.1. La teologia ha bisogno di mistica.............................................................4
1.2. Il nome dello Spirito Santo.......................................................................4
1.3. La divinit dello Spirito Santo..................................................................5
2. La Chiesa come Pentecoste permanente.......................................................5
2.1. La liturgia della Pentecoste la glorificazione della Chiesa....................6
2.2. Lunit e pluralit della Chiesa attraverso lo Spirito................................6
2.3. La tensione fra listituzione e lispirazione...............................................7
2.4. Il primato e necessit dello Spirito Santo.................................................8
3. Lo Spirito come la causa perfezionante nella vita cristiana..........................8
3.1. Senza lo Spirito Santo non esiste la vera umanit....................................9
3.2. Lo Spirito rende luomo spirituale............................................................9
3.3. La dimensione pneumatologica della vocazione alla santit..................10
3.4. Loriente cristiano troppo spirituale e passivo?....................................11
Conclusione.........................................................................................................12
BIBLIOGRAFIA.................................................................................................13

Introduzione
Lo Spirito Santo da sempre era, e sar; lui luce ed elargitore di
luce, vita e creatore di vita viva e sorgente di bont. Cos prega la Chiesa
orientale in un inno liturgico alla festa della Pentecoste. Nella teologia orientale
la concezione della creazione e del destino finale delluomo inseparabile
dalla pneumatologia1. Pneumatologia, o dottrina sullo Spirito Santo, perci
necessaria per fare teologia secondo il modo delloriente cristiano.
Nella teologia bizantina non cerano grandi trattati sistematici della
pneumatologia, e il pensiero sullo Spirito Santo non si sviluppato con una
teologia concettuale, ma piuttosto si vissuta lesperienza dello Spirito Santo
presente nella Chiesa, specialmente nella mistica e nella vita liturgica.
Nellelaborato ci fermeremo piuttosto al trattato Lo Spirito Santo, scritto da
un grandissimo dottore e personaggio spirituale della Chiesa Basilio Magno.
Questo trattato era per tutto il periodo bizantino uno dei testi normativi in
materia di pneumatologia2. Non si entrer troppo nella discussione sulla
divinit dello Spirito Santo la si accetta dallautorit della Scrittura e della
tradizione. Non si tratter neanche la controversia del Filioque, perch riguarda
la natura di Dio piuttosto che lo Spirito in modo specifico3.
Nella prima parte si mostreranno le condizioni di fare teologia dello
Spirito Santo in modo orientale, riflettendo sullesperienza mistica dello
Spirito, sui nomi dello Spirito e infine sulla divinit dello Spirito. Nella seconda
parte si presenter la Chiesa come il mistero della Pentecoste perennea
partendo dalla vita liturgica, riflettendo, poi, sullunit della Chiesa. Si deve
anche dire qualche parola sulla presente tensione fra listituzione e lispirazione,
scrutando limportanza dello Spirito. Nella terza parte, infine, si rifletter sul
ruolo dello Spirito Santo nella vita cristiana. Prima di tutto si tratter sulla
necessit dello Spirito per diventare pienamente uomo luomo spirituale. Ci
fermeremo anche sulla proposta di santit e proveremo a rispondere alla
domanda: la spiritualit orientale troppo spirituale e passiva?
1. Teologia dello Spirito Santo pneumatologia
Gi allinizio del suo trattato sullo Spirito Santo, san Basilio scrive che
per fare bene la teologia necessario laiuto dello Spirito Santo. 4 In tal modo lui
tiene conto che la teologia si fa soltanto con la presenza dello Spirito Santo.

1 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 206.


2 Ibid., 204.
3 Ibid., 204.
4 Cfr.BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 89.
3

Per Basilio, Dio uno spirito e gli eretici sbagliano perch possiedono un
basso concetto di Dio, contrapposto allortodosso concetto di semplice, infinito
e incorporeo5. Paradossalmente un concetto teologico pi semplice pi alto.
Gli eretici con tecniche verbali falsano la semplicit e la spontaneit della
fede6. Lo Spirito daltra parte ci porta sopra lesperienza quotidiana, sopra ci
che sembra vero, ci eleva sopra i concetti derivati dallesperienza comune
quotidiana verso la conoscenza di Dio.
1.1. La teologia ha bisogno di mistica
Nella teologia orientale presente lopinione che lessere personale dello
Spirito rimane misteriosamente nascosto, anche se egli agisce ad ogni momento
importante dellattivit divina: creazione, redenzione, compimento finale 7. La
teologia negativa, apofatica, che tace davanti al mistero, sarebbe il migliore
modo di fare teologia. Parafrasando una sentenza di Basilio Magno ai monaci, lo
spirito orientale direbbe che un teologo deve pi capire che parlare8.
Il silenzio davanti al mistero non ha senso in s, ma esiste per poter
ascoltare lo Spirito che ci parla. San Basilio nota che lo Spirito per natura
inaccessibile, si pu comprendere per la sua bont, ogni cosa riempie con la sua
potenza, ma si comunica solo a chi degno, non seguendo una sola misura, ma
distribuendo la sua operazione in proporzione della fede 9. Per conoscere Dio,
per fare la teologia bisogna quindi impegnarsi nel diventare degni del dono dello
Spirito, ma anche ci vuole la fede della quale misura lo Spirito si comunica.
Colui che non degno e che non ha fede non pu conoscere lo Spirito, non pu
conoscere Dio e fare la teologia. A tali uomini lo Spirito tace e loro non possono
rispondere a Dio con la sua parola perch vivono nel silenzio di Dio ma nel
silenzio nel quale non si trova Dio. La presenza e laiuto dello Spirito Santo
anche il presupposto della vera conoscenza di Dio nella sua immagine
nelluomo, perch impossibile infatti vedere limmagine di Dio invisibile, se
non nellilluminazione dello Spirito10. La Chiesa bizantina, poi, trasmetter
nella liturgia della festa della Pentecoste, la fede che lo Spirito appunto il
migliore rivelatore di Dio trino11.
5 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 105.
6 Ibid., 102.
7 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 205.
8 BASILIO MAGNO, Discorso sullascesi, 51.
9 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 118.
10 Ibid., 180.
11 Cfr. M. NIN, Pentecoste, 112.
4

1.2. Il nome dello Spirito Santo


San Basilio scrive che udire i nomi che si aggiungono allo Spirito, portano
con s una potenza di elevare lanima e il pensiero verso la suprema natura 12. I
nomi dello Spirito ci orientano verso lo Spirito sempre nascosto e sono i
seguenti: Spirito di Dio, Spirito di verit che procede dal Padre, Spirito
retto, Spirito principale. Per il nome che nel modo migliore descrive la
persona dello Spirito Spirito Santo. Questo nome pi dogni altro esprime
lessere tutto incorporeo, puramente immateriale e semplice. 13 Lo Spirito
lessere pi alto e lo conosciamo come una natura intelligente di illimitata
potenza, di infinita grandezza, senza dimensione di tempo e di secoli, elargitrice
dei propri beni14 Dio stesso. La seconda parte del nome Santo ci rivela la
funzione, lagire dello Spirito Santo per essenza. Cio, espresso molto
semplicemente, santificazione. Ed infatti, si pu essere daccordo con san
Basilio quando scrive a lui si rivolge tutto ci che ha bisogno di
santificazione15.
1.3. La divinit dello Spirito Santo
Una delle testimonianze pi forti della fede orientale quella espressa
nella vita liturgica della Chiesa. Per i bizantini, infatti, la liturgia era
lespressione pi alta della loro fede e dellesperienza cristiana 16. Come un
teologo orientale, che nutre la sua fede e teologia dalla liturgia, san Basilio
scrive: se infatti il battesimo per me principio di vita e se il primo dei giorni
quello della rigenerazione, chiaro che la parola pi preziosa fra tutte quella
pronunziata al momento in cui mi stato fatto il dono delladozione filiale 17. E
nella formula battesimale troviamo che lo Spirito unito al Padre e al Figlio e
non v persona alcuna cos impudente da dire il contrario 18. Lo Spirito Santo,
quindi veramente Dio e pu essere glorificato con il Padre e il Figlio, ci verr
inserito nel credo di Costantinopoli.

12 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 117.


13 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 117.
14 Ibid., 118.
15 Ibid.,
16 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 209.
17 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 122.
18 Ibid., 120.
5

2. La Chiesa come Pentecoste permanente


Abbiamo visto come si pu conoscere lo Spirito Santo e abbiamo
affermato che lo Spirito Santo Dio. Adesso vedremo lagire dello Spirito nella
storia, precisamente nella Chiesa. Un teologo serbo ortodosso, Justin Popovi,
ha scritto: Se lo Spirito Santo ha la sua biografia terrena, la sua storia terrena,
ci sono gli Atti degli apostoli19. Questo libro come il tema centrale ha la
crescita della Chiesa giovane, cominciando con la promessa delleffusione dello
Spirito Santo e poi con levento della Pentecoste.
2.1. La liturgia della Pentecoste la glorificazione della Chiesa
Guardando le icone orientali della Pentecoste possiamo notare che licona
della Pentecoste unicona che mostra un evento liturgico gli apostoli sono
radunati come nella celebrazione della liturgia, attorno al trono vuoto, preparato
per Cristo. La presenza di Pietro e Paolo indica la presenza di tutta la Chiesa
radunata dallo Spirito20. La festa della Pentecoste ci ricorda ogni anno che lo
Spirito Santo disceso sui discepoli durante una liturgia, anzi ci ricorda che ogni
liturgia pu essere, e veramente una nuova Pentecoste. Per la Chiesa bizantina
lepiclesi (invocazione dello Spirito Santo) il culmine delleucarestia, il
culmine della liturgia.21 Ed infatti
in tutte le liturgie orientali si sottolinea, in ciascun sacramento, il ruolo dello Spirito
Santo e quindi limportanza dellepiclesi, della sua invocazione in vista della
santificazione del pane e del vino, dellacqua, dellolioOgni ora di preghiera, poi,
nella tradizione bizantina, inizia con uninvocazione dello Spirito che sempre
presente, e ovunque22.

San Basilio, interpretando la liturgia alla Pentecoste del suo tempo nota
che la festa della Pentecoste ci ricorda la risurrezione che noi aspettiamo
nelleternit23. Soltanto nel mistero dello Spirito Santo possiamo vedere la
futura gloria della sua Chiesa. Meyendorff nota che un confronto fra i testi
liturgici della Pentecoste e quelli della festa della Trasfigurazione () mostra
che il miracolo della Pentecoste era considerato una forma ampliata dal mistero

19 J. POPOVI, Dogmatika Pravoslavne Crkve, III., 280., citato in: VUKI, T., Duh Sveti u
istonoj kranskoj tradiciji, Vrhbosnensia 1 (1998), 45.

20 M. NIN, Pentecoste, 114.


21 Cfr. E.G. FARRUGIA, Epiclesi, in E.G. FARRUGIA, ed., Dizionario enciclopedico
dell'Oriente cristiano, 270.

22 M. NIN, Pentecoste, 111.


23 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 184.
6

del Tabor24. Lo Spirito Santo, la gloria di Cristo, che ha illuminato e


trasfigurato il suo corpo storico nella trasfigurazione glorifica anche il suo
corpo in senso lato, cio tutti quelli che credono in lui25.
2.2. Lunit e pluralit della Chiesa attraverso lo Spirito
Se lo Spirito non differisce dalle altre persone nella trinit quanto
allessenza, non differir nemmeno quanto alla potenza. Degli esseri nei quali
uguale la potenza, anche latto devessere assolutamente uguale 26. Il Dio
opera con unenergia, potenza divina, dallunica natura divina. Esiste, per una
distinzione tra le ipostasi del Padre, del Figlio e dello Spirito il Figlio si
incarnato, si fatto uomo, ma lo Spirito rimane uno spirito, non si fa corpo. Nel
mondo creato corporeo lui presente attraverso i suoi doni, sempre rispettando
lintegrit e la ricchezza dellessere creato. Lo Spirito, quindi, agisce nella vita
umana e libera luomo dalla schiavit, ma non distrugge la sua identit e
integrit.
Sui fondamenti della fede in Dio che uno e trino, possiamo conoscere la
Chiesa come una comunit che una, ma nello stesso tempo anche molteplice. Il
Dio trinitario entrando nella storia ha deciso di fondare una comunit per
genere nuova, basata sulla comunione in Dio stesso una comunit creata
dallo Spirito in Cristo in cui la vera libert si riacquista nella comunione
spirituale del corpo di Cristo27. Lunit ecclesiale si basa, quindi, sullunit
dello Spirito, che semplice nellessenza, ma vario nei suoi prodigi. Lui
conserva la sua integrit, ma si comunica, come un raggio solare.28 Come
abbiamo visto, sia la teologia, che la Chiesa sono impossibili senza lo Spirito
Santo, che unisce tutto, pur lasciando che la Chiesa si disperda su tutto il mondo.
Alla festa della Pentecoste possiamo notare che lo Spirito Santo il principio
vitale di unit della Chiesa, anche se fin dalla Pentecoste i Dodici si
disperdono.29
2.3. La tensione fra listituzione e lispirazione
La Chiesa come una e plurale una comunit di credenti, delle persone,
non un astratto Uno, dove tutti perdono la propria soggettivit. Perci
24 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 209.
25 Ibid.
26 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 114.
27 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 211.
28 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 118.
29 Cfr. S. ROSSO, La celebrazione della storia della salvezza nel rito bizantino, 795.
7

Meyendorff osserva che la teologia bizantina era sempre consapevole della


tensione fra la fede come continuit e autorit dottrinali e fede come
lesperienza personale30. Per illuminare e un po richiarire questa tensione
dobbiamo ritornare alla teologia di san Basilio che nel suo trattato sullo Spirito
Santo ci offre un modello della complementariet, scrivendo sulla fede (la
dimensione personale, esperienziale del mistero) e il battesimo (la dimensione
istituzionale del mistero). Lui scrive che
la fede e il battesimo sono i due modi della salvezza, luno allaltro congiunto e
inseparabile. La fede infatti si perfeziona col battesimo, il battesimo si fonda sulla
fede e luna e laltro raggiungono il compimento perfetto mediante gli stessi nomi31.

La teologia orientale sar perci sempre quella che congiunge e non


separa i misteri, le realt che si perfezionano luna con laltra. Perci nelloriente
cristiano non cerano dei problemi nel rapporto fra grazia e natura, e la teologia
orientale era sempre pi ottimista di quella occidentale. Ma non si pu dire che
lottimismo delloriente sia senza fondamento. Questo atteggiamento si radica
nella consapevolezza della presenza dello Spirito nella Chiesa. La Chiesa pur
essendo unistituzione debole, dei peccatori, viene sempre purificata dallo
Spirito, che la purifica dal male per poter rendere gloria e compiere cos il suo
compito della liturgia perenne.32 Perci listituzione e levento, lautorit e la
libert, la gerarchia e la profezia non sono contrapposte, ma sono complementari
e non possibile ridurre il mistero della Chiesa soltanto ad una dimensione. Il
pensiero orientale non porr mai un conflitto fra levento della Pentecoste e
listituzione della Chiesa, anzi la Chiesa verr capita come il mistero della
Pentecoste perenne, il pensiero presente nella tradizione liturgica, come
abbiamo visto.
2.4. Il primato e necessit dello Spirito Santo
Ci vuole, quindi, il cristianesimo istituzionale, per si pu osservare con
san Basilio che non , infatti, possibile adorare il Figlio se non nello Spirito
Santo, n possibile invocare il Padre se non nello Spirito di adozione 33. Senza
lo Spirito non esiste la vera liturgia, non esiste la vera Chiesa che glorifica il
Signore. Nelloriente, per, la dimensione personale, spirituale, pneumatologica
avr sempre un primato sulla religione istituzionale. Trattando sul battesimo
dacqua (la dimensione istituzionale del cristianesimo) Basilio usa largomento
dei martiri non battezzati. Lui conferma che
30 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 211.
31 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 125s.
32 Cfr. BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 179.
33 Ibid., 124.
8

gi alcuni, nei combattimenti per la piet, hanno realmente, e non nellimitazione


soltanto, affrontato la morte per Cristo e non hanno avuto bisogno dei simboli
dellacqua per ottenere la loro salvezza, poich sono stati battezzati nel proprio
sangue34.

La teologia apofatica e mistica, quella dello Spirito Santo sar sempre pi


accolta nelloriente, perch pi daccordo con lo spirito orientale. Per si dovr
sempre tener conto che anche lunit assolutamente specifica che si realizza
nella koinonia eucaristica per eccellenza un dono dello Spirito35. Lo Spirito
vuole la Chiesa istituzionale, vuole guidare la comunit cristiana mandando i
suoi doni.
3. Lo Spirito come la causa perfezionante nella vita cristiana
Adesso vedremo lagire dello Spirito Santo nella vita umana, cristiana,
nella vita dei credenti che sono chiamati a diventare santi. Dallo Spirito luomo
conosce i misteri, comprende le cose nascoste, dallo Spirito luomo ha la
somiglianza con Dio e infine da qui proviene il pi alto dei desideri: divenire
Dio36, come ha scritto Basilio Magno. Soltanto alla luce dello Spirito Santo si
pu veramente conoscere lultimo scopo della vita umana, in oriente visto come
diventare luomo spirituale, simile con lo Spirito Santo, il quale si riceve.
3.1. Senza lo Spirito Santo non esiste la vera umanit
Loriente cristiano pensa che anche sul piano naturale, nellagire etico c
bisogno dello Spirito se si vuole agire bene. Pur avendo una visione pi
ottimista che alloccidente, loriente cristiano sar sempre consapevole
dellinfermit e debolezza del mondo creato, colpito con il disordine proveniente
dal peccato. Perci si pu dire che lo Spirito, lo desiderano ardentemente tutti
quelli che vivono secondo virt: dal suo soffio sono come rinvigoriti e aiutati a
raggiungere il fine loro proprio anche secondo natura37. Se un uomo vuol essere
veramente uomo, ha bisogno dello Spirito, che fonte di ogni vita umana.
Prenderemo le parole di Justin Popovi che ha espresso molto drammaticamente
la necessit dello Spirito Santo nella vita umana. Lui scrive:
Senza lo Spirito Santo la mente umana diventa una malattia, una morte, un inferno;
cos anche lanima, anche la coscienza, anche la volont. In una parola: se luomo

34 Ibid., 137.
35 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 211.
36 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 119.
37 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 118.
9

non perfeziona e non compie se stesso attraverso Dio attraverso lo Spirito Santo,
lui tutto diventa linferno.38

Il compito, quindi, di ogni cristiano sta nel purificarsi dalla bruttezza che
si impastata per il peccato, ritornare alla bellezza nativa e restituire per cos
dire allimmagine regale lantica forma per la purit, questo il solo modo di
avvicinarsi al Paraclito39. La parola ritornare (apokatastasis), qui usata significa
la restaurazione delle cose nel loro stato originario dal quale si erano
allontanate40. Il comprendere la salvezza come il ritorno allo stato originario
delle cose render possibile, poi, che la spiritualit orientale sia molto attenta
alla bellezza che purifica e rende nobili i nostri sensi.
3.2. Lo Spirito rende luomo spirituale
Per opera dello Spirito si attua la nostra restituzione al paradiso, la salita al regno
dei cieli, il ritorno alladozione filiale, la libert di chiamare Dio Padre nostro, la
comunione alla grazia di Cristo, il chiamarsi figlio della luce, il partecipare alla
gloria eterna, e, in una parola, essere nella pienezza della benedizione, durante
questa vita e nella futura.41

La restituzione, la creazione nuova che ci porr nel rapporto originario con Dio
si compie, quindi per opera dello Spirito. Altre grazie qui dette si acquistano
attraverso la vita sacramentale e nella tradizione bizantina sar molto forte la
coscienza che tutti i battezzati diventano pneumatofori 42 i portatori dello
Spirito Santo. Questo atteggiamento presente nella tradizione del sacramento
del battesimo, con il quale si riceve anche il sacramento della cresima. Alla base
dellidea dei pneumatofori sta la fede che tutti quelli che sono battezzati
diventano gli uomini spirituali, simili allo Spirito che portano in s, perch sono
in comunione con lui.
Basilio descrive lazione dello Spirito cos:
Illuminando coloro che si sono purificati da ogni sozzura, per la comunione che
hanno con lui, li rende spirituali. E come i corpi limpidi e trasparenti allorch un
raggio li colpisce diventano anchessi scintillanti e riflettono da se stessi un altro

38 J. POPOVI, Dogmatika Pravoslavne Crkve, III., 275., citato in: VUKI, T., Duh Sveti u
istonoj kranskoj tradiciji, Vrhbosnensia 1 (1998), 43.

39 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 119.


40 E.G. FARRUGIA, Apocatastasi, in E.G. FARRUGIA, ed., Dizionario enciclopedico
dell'Oriente cristiano, 59.

41 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 137.


42 M. NIN, Pentecoste, 114.
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splendore, cos le anime che portano lo Spirito (pneumatofore) illuminate dallo


Spirito diventano esse stesse spirituali e riversano la grazia sugli altri.43

Qui si rivela anche la missione e lo scopo della Chiesa che non riceve lo
Spirito per s, ma allo scopo di compiere il disegno di Dio nella storia umana e
nel mondo intero44. Il disegno divino di riversare la grazia attraverso la
Chiesa sul mondo colpito, mettendo tutto il mondo nelle relazioni originarie,
ricostruire i rapporti che erano allinizio, quando Dio ha creato il mondo e ha
visto che era molto buono45.
3.3. La dimensione pneumatologica della vocazione alla santit
La vocazione cristiana ha lunico e il pi alto scopo, rispondere alla
proposta di rassomigliare a Dio, per quanto sia possibile alla natura delluomo.
Ma la natura non esiste senza conoscenza e la conoscenza dipende dagli
insegnamenti46. La conoscenza si acquista facendo la teologia, ma in modo
orientale, come abbiamo mostrato nel capitolo primo. La perfezione, la
somiglianza allo Spirito Santo si pu chiamare anche la santit, perch
lattributo per eccellenza dello Spirito e la santit non esiste senza lo Spirito 47.
Da solo, soltanto con lagire personale non si pu mai essere santi. Lo Spirito si
paragona ad una luce nella notte del mondo e perci impossibile condurre
fino alla fine la vita conforme alla legge senza lo Spirito48. Forse queste sono
alcune ragioni per cui nella teologia orientale non si mai sviluppata una
teologia morale come in occidente. Nelloriente cristiano, per, linvito alla
santit possiede il carattere mistico, escatologico e perci massimalista 49
spesso chiamato perfezione.
3.4. Loriente cristiano troppo spirituale e passivo?
Lo scopo supremo della vita cristiana la consapevole e personale
esperienza dello Spirito Santo50 Alloriente, inoltre, lapproccio alla salvezza
delluomo interamente fondato sullesperienza personale, responsabile e libera
43 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 119.
44 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 213.
45 Cfr. Gn 1, 31
46 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 87.
47 Ibid, 141.
48 Ibid, 142
49 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 215.
50 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 215.
11

di Dio51. Questa esperienza, come abbiamo visto, presuppone lunit con


lumanit deificata di Ges nel mistero della Chiesa. Ma si pu forse porre la
domanda: la spiritualit orientale ereditata da Basilio troppo spirituale,
mistica, soggettiva troppo lontana dal mondo?
San Basilio scrive che coloro che camminando fra le cose della terra, si
elevano al di sopra di esse, sono proclamati degni del dono dello Spirito
Santo52. Come capire lespressione elevarsi al di sopra delle cose della terra?
Come una fuga a mondo? In parte s, perch mondo ferito dal peccato, ma
come abbiamo visto la Chiesa ha ricevuto da Dio il compito di santificare il
mondo. Si deve, allora essere presenti nello stesso mondo. Nel suo Discorso
sullascesi Basilio d al monaco il consiglio di sempre indossare larmatura
dello Spirito di Dio e lottare contro lavversario nellinfermit della carne53.
La vera spiritualit non fugge dal corpo, ma lo perfeziona, santifica, sempre con
larmatura dello Spirito di Dio. Abbiamo visto anche limportanza
dellesperienza personale di Dio, ma se prendiamo luomo nella sua integrit,
lagire pratico una condizione necessaria dellesperienza. Basilio capisce la
vita cristiana, che una via, come
il progresso verso la perfezione, fatto con continuit e con ordine nelle opere della
giustizia della luce della conoscenza, sempre procedendo in avanti, protesi oltre ci
che lasciamo, fino a che raggiungiamo il beato fine, la conoscenza di Dio, che il
Signore di per s dona a coloro che credono in lui.54

Per essere cristiano ci vuole, quindi, una continuit nellagire secondo la


luce della conoscenza (un dono dello Spirito) e una crescita personale.
La vera spiritualit orientale ha una forte dimensione soggettiva,
personale, ma non soggettivista, perch nella teologia bizantina sar sempre
presente latteggiamento che in nessun luogo al di fuori della comunit
sacramentale della Chiesa possibile conseguire la vita divina che veramente
libera55. La comunit ecclesiale come il mistero della Pentecoste perenne un
privilegiato, forse lunico posto, dove dimora lo Spirito di Dio.
Conclusione
Nella prima parte abbiamo visto la necessit dello Spirito Santo per fare la
teologia in modo orientale, mistico. Per ci non vale soltanto per i teologi
51 Ibid., 214.
52 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 166.
53 Cfr. BASILIO MAGNO, Discorso sullascesi, 55.
54 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 112.
55 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 214.
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ortodossi, ma per tutti i teologi. Se la teologia vuole essere fedele a Dio, deve
essere donata dallo Spirito e deve ascoltare le parole, con le quali il Dio si
rivelato nella Sacra Scrittura. Il cristianesimo fondato sul vangelo di Cristo e
nella teologia bizantina sar sempre presente la coscienza che soltanto
mediante lo Spirito la Chiesa pu conservare la coerenza e la continuit con
lautentico vangelo cristiano56. Non si pu vivere, quindi, nemmeno fare la
teologia cristiana, se non con la presenza dello Spirito.
Il cristianesimo orientale, inoltre, ci dar sempre la testimonianza della
Chiesa come il mistero della Pentecoste perenne, la testimonianza che per
opera dello Spirito possibile una istituzione umana, debole, varia e dispersa,
ma anche divina, santa e una. Perci la Chiesa orientale sempre vede nel santo
o nel mistico il custode della fede e si affida a lui pi che a una qualsiasi
istituzione permanente, () sperando piuttosto che, se necessario, sorgeranno
dei profeti per salvare lidentit del vangelo57.
Sui sani fondamenti di Basilio Magno prenderemo nella vita spirituale
latteggiamento che congiunge e non separa i misteri, oppure le realt che si
perfezionano luna con laltra. Vedendo la malvagit del mondo non dobbiamo
mai perdere la nostra fede e la fiducia nella presenza dello Spirito Santo. Le
parole di san Basilio, vecchie pi di sedici secoli, ma molto attuali, perch
provengono dalla teologia come ascolto dello Spirito, testimoniano:
Sembra che il male si sia stabilito in noi in modo tale che siamo divenuti pi
irragionevoli degli stessi esseri privi di ragione, poich questi, quando sono della
medesima razza, si associano tra di loro, mentre noi facciamo la guerra pi feroce ai
vicini. Per tutte queste ragioni conveniva tacere, ma la carit ha tirato nel senso
opposto, la carit che non cerca il proprio interesse, ma vuole vincere ogni difficolt
di circostanze e di situazioni.58

Infine lo Spirito sempre rimane nascosto e si pu soltanto sperare con san


Basilio che il Signore conceder che o per mezzo nostro o per mezzo di altri si
completi ci che manca, secondo la conoscenza elargita dallo Spirito a chi ne
degno59.

56 J. MEYENDORFF, La teologia bizantina, 213.


57 Ibid., 216.
58 BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, 200-201.
59 Ibid., 201.
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BIBLIOGRAFIA
BASILIO MAGNO, Lo Spirito Santo, Roma 1993.
, Discorso sullascesi, in: BASILIO MAGNO ISAIA DI SCETE
IPERECHIO MARCO LEREMITA, Sentenze spirituali, Roma 2011.
FARRUGIA, E.G., ed., Dizionario enciclopedico dell'Oriente cristiano, Roma 2000.
MEYENDORFF, J., La teologia bizantina, Genova 1984.
NIN, M., Tempo di Dio. Tempo della Chiesa. Lanno liturgico bizantino, Genova
Milano 2011.
ROSSO, S., La celebrazione della storia della salvezza nel rito bizantino, Citt del
Vaticano, 2011.
VUKI, T., Duh Sveti u istonoj kranskoj tradiciji, in: Vrhbosnensia 1 (1998), 3755.

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