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1- IL TRASLOCO

Erano gi le sette del mattino quando la sveglia cominci a suonare nella stanza di
Sam. Ormai era giunto il giorno del trasloco e finalmente avrebbe abbandonato quella
noiosa citt.
-Hai preparato tutto? Sam sbrigati!
Tesoro,il furgone per il trasloco gi qui! George,aiutami a chiudere questi pacchi!!- La
signora Davis strillava come una matta per la casa; nel frattempo Sam era gi pronta
e non vedeva lora di lasciarsi alle spalle una porta che non si era mai aperta. Non
aveva molti amici nella sua citt, un piccolo recinto di terra che abbracciava la
confinante Wichita, uno dei capoluoghi pi popolati dello stato americano del Kansas.
Sam non amava molto la sua citt perch per prima cosa, sentiva la mancanza del
mare. Diceva sempre che in unaltra vita avrebbe voluto essere un gabbiano per
volare in un cielo disteso su un immenso letto dipinto di sfumature dazzurro, senza
dover chiudere gli occhi per vederne i colori. Laltra ragione per cui avrebbe voluto
scappare era legata a quello che tutti comunemente chiamano cambiamento.
Cambiare scuola, cambiare casa, cambiare strade, cambiare vetrine, negozi, luoghi e
musei, cambiare locali, insegne e spazi verdi ma soprattutto cambiare persone. Sam
aspettava il trasloco da una vita e adesso che era arrivato sapeva che la sua non
sarebbe stata pi la stessa, o almeno lo desiderava. Del resto un cambiamento si
aspetta quasi come un bus di passaggio, sostando tra i marciapiedi della vita sotto i
lampioni della speranza. Probabilmente la sua doveva essere grande quasi quanto
quell oceano che aveva sempre sognato, ma gi prima di andar via sapeva che le
sarebbe mancata Emily, la sua migliore amica e forse anche Duncan, quello che agli
occhi di tutte sembrava essere il ragazzo pi carino della scuola. Sam ne era
segretamente innamorata dal primo anno, senza che lui lavesse mai riconosciuta
almeno una volta in uno di quegli scambi di sguardi tra i corridoi sempre affollati.
Daltronde nessun altro paio docchi poteva distrarlo da quelli dalla sua bella biondina,
cos azzurri e profondi che dun tratto Sam si ritrovava a detestare il mare. Ogni scuola
americana ha il suo bel romanzo adolescenziale dove vi si narra che il capitano della
squadra di football corre dalla sua principessa cheerleader alla fine di ogni partita e
adesso la storia era la stessa, ma almeno per una volta Sam, da accanita lettrice,
avrebbe voluto vestire i panni della principessa. La scuola era un grande castello
popolato di gente importante e gloriosa ma lei, col suo vestito, non ne avrebbe mai
fatto parte. Lasciando stare le fiabe, la vita di Sam era fin troppo semplice per poterne
fare un libro. Pensava a cosa avrebbe mai avuto da raccontare di s in una citt piena
di luci che avrebbero fatto da riflettore sulla nuova arrivata. Chiunque si sarebbe
immediatamente accorto che sotto quella spessa frangetta si nascondevano gli occhi
color nocciola di una ragazza timida e riservata che era arrivata a Pittsburgh dopo un
lungo viaggio, lasciando dietro di s tanti ricordi dispersi nella malinconia della
partenza. Con i pensieri sparsi in quella testa ben nascosta sotto il cuscino, Sam
faceva fatica ad alzarsi, mentre sua sorella Madison, come una iena, le gridava contro
di sbrigarsi. La seccatura mista ad un tono di rabbia nella sua voce dava limpressione
che le luci della speranza nel lampione sotto la sua testa fossero gi tutte fulminate
prima che il cammino avesse inizio.

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