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La prima guerra mondiale stata per molti versi un conflitto diverso da tutti gli altri

conosciuti dalluomo: alienazione, risposta al mondo industriale, vita parallela, guerra


di trincea. Innanzitutto stato il primo conflitto combattuto a livello mondiale,
partendo da questo presupposto si comprendono i vari effetti della prima guerra
mondiale, che non sono solo mutamenti territoriali e di politica internazionale ma
anche psicologici sui soldati e caratteriali della societ.
Molti veterani alla fine della guerra erano convinti di aver vissuto nellesperienza del
conflitto una sorta di vita parallela, quindi tornare alla vita civile risultava molto
difficile. Una delle risposte allestraneazione dalla vita civile furono le associazioni di
veterani: ritualizzazione e ricordo dellesperienza di guerra, dei camerati caduti e della
comune identit (ad esempio la difficile vita in trincea).
Molti soldati, soprattutto i volontari, nella guerra hanno avuto unesperienza di
radicale discontinuit alla base dei pi seri problemi psichici evidenziati alla fine del
conflitto:
- Gli effetti della guerra sulla personalit sono colti esclusivamente sotto laspetto
negativo della disintegrazione dellidentit formatasi nel corso del rapporto con
gli altri (genitori, figli, amanti). AVVIENE UNESTRANIAZIONE DALLA SOCIETA,
SONO RESI ESTRANEI DALLE PERSONE E DALLE COSE DEL LORO PASSATO.
Vi sono due modelli per definire il rapporto fra esperienza di guerra e normale vita
sociale:
1. Il modello scarica pulsionale, secondo questo la guerra scarica le tensioni
accumulate nelle societ. A questo modello si pu obbiettare che la guerra non
solo espressione di istinti aggressivi, perch se questo vale soprattutto per le
guerre antiche, nella prima guerra mondiale il confitto si combatte
essenzialmente in trincea, quindi difensiva e spersonalizzante.
2. Il modello di continuit culturale, cio la guerra unesperienza aggressiva ma
intrinseca alla rimozione dellaggressivit nella societ. Per molti soldati sono
passivi in combattimento, per quanto riguarda gli altri si potrebbe sostenere che
hanno una struttura psichica mal riuscita?
In Germania lo scoppio della guerra fu visto come lopportunit di liberazione dalla
societ borghese, moderna e industriale, infatti molti consideravano la vera nemica la
Gran Bretagna essenza del nemico borghese.
Gli ambienti giovanili borghesi vedevano unopportunit per risolvere lambiguit della
borghesia tedesca, perennemente in fuga da se stessa.
Era convinzione che la guerra sarebbe durata poco (questa era diffusa in tutti i paesi
inizialmente coinvolti nella guerra), da questo si possono capire i molti volontari
allinizio del conflitto, molti di questi erano anche convinti che la guerra avrebbe
distrutto lordinamento economico:
- Molti giovani borghesi andarono in guerra volontari per fuggire alla vita
meccanicizzata, al materialismo, convinti di partecipare a un conflitto bucolico,
avventuroso, un conflitto quindi umano.
GUERRA VS VITA DI OGNI GIORNO, NORMALE, COMODA, MATERIALE E
TECNICIZZATA.
NELLA REALTA LA GRANDE GUERRA FU UN CONFLITTO SOPRATTUTTO
TECNICIZZATO, INDUSTRIALE, DISUMANIZZATO.
Se le cause della guerra possono essere trovate nelle tensioni endemiche della societ
in fase di modernizzazione, quelle della grande partecipazione non vanno ricercate
soltanto nello sfogo di energie ma anche nel desiderio di fuga dalla societ
individualizzante moderna.
Molti studiosi hanno studiato lesperienza di guerra come rito di passaggio, infatti
come molti riti di passaggio lesperienza di guerra:
I.
unesperienza di apprendimento non verbale

II.

Diventa conoscenza acquisita tramite esperienza, quindi elemento definito


della personalit
III.
Questa conoscenza
- DISGIUNTIVA, separa cio coloro che lhanno vissuta da coloro che ne
sono rimasti fuori
- Di SEGMENTAZIONE, separa cio un prima e un dopo
Il modo in cui i soldati hanno interiorizzato lesperienza di guerra utile a capire
perch questa divenne pragmatica per loro anche in ambito civile alla fine del
conflitto.
Molti combattenti si abituarono a trasporre ogni cosa nellesperienza di guerra perch
essa divenne capace di comprendere tutto: politica (questa come la guerra allo
stesso tempo stasi, caos, costrizione e frammentazione di energie), famiglia e sesso.
Per comprendere la natura spersonalizzante della guerra si pu utilizzare una metafora
considerando e paragonando le trincee della prima guerra mondiale al labirinto, topos
della societ occidentale dal Minotauro in poi, infatti idonea a rappresentare la
natura frammentata, disintegrata e disgiuntiva del paesaggio in cui i soldati erano
inseriti: il movimento allinterno della trincea crea ansia riguardo alla direzione da
prendere, la sensazione di essere persi, i continui mutamenti dovuti ai bombardamenti
creano disorientamento e confusione.
La Grande Guerra anche DISILLUSIONE cio avvilimento spirituale e sociale,
rassegnazione allonnipotenza della realt materiale (industriale e tecnologica) gi
sperimentata dalla classe operaia, una disillusione agli antipodi del suo senso nella
religione cristiana.
Questa disillusione quella che provarono soprattutto i volontari borghesi, il loro
idealismo e incoscienza si contrappone alla rassegnazione del soldato semplice
operaio, bottegaio, portuale, bracciante
I volontari borghesi erano sbeffeggiati e presi in giro dal soldato semplice, e tra questi
si cre molte volte una frattura:
Il soldato-operaio vedeva nella guerra un nuovo insieme di mansioni di
fatica, costrizione, sporco, un vissuto gi sperimentato nella vita civile,
mentre il soldato-giocatore (cio che mette in gioco il bene pi prezioso, la
vita, come fa un giocatore dazzardo) vede nella guerra una rinuncia agli agi
della vita borghese, ai suoi consumi e alla sua ricchezza. Viene cos
sbeffeggiato e sperimenta la solitudine che in molti casi rimarr alla fine del
conflitto.
Ma cosa pi importante il soldato-giocatore prova un forte senso di
DISILLUSIONE perch la guerra si rivela distorta e concentrata nella
meccanica quotidianit della vita industrializzata, e la vita delloperaio viene
a rappresentare il modello per quella del soldato.
I soldati che combatterono nella prima guerra mondiale sperimentarono per primi la
realt dellindustrializzazione in termini militari:
- Cristallizzazione dello sviluppo economico e tecnologico
- Trasformazione tattica, esigenza di una realt difensiva
LA POTENZA DELLA TECNOLOGIA PARALIZZA IL MOVIMENTO UMANO,
INTENDENDO CON QUESTO LA POTENZA DI FUOCO DIFENSIVA SULLE TRUPPE
ATTACCANTI, DA CUI LA CONFUSIONE DEI COMANDANTI E LA DISILLUSIONE DEI
SOLDATI ANDATI IN GUERRA CON UNA CONCEZIONE OFFENSIVA.
La guerra di trincea viene percepita come prodotto diretto dello sviluppo tecnologico:
fucili a lunga gittata, artiglieria a tiro rapido costringono al trinceramento (questo
porter al tiro indiretto dellartiglieria).
I soldati e lo stato maggiore si rapportano in maniera differente alla superiorit del
fuoco difensivo, se per i secondi un ostacolo tattico da superare, i primi vedono in
questo la netta separazione tra ci che possibile e impossibile fare.

Di fatto lartiglieria non risolve il problema dellimmobilit della guerra, cos nel corso
del conflitto la tattica difensiva e la stessa idea di trincea subirono varie
trasformazioni:
1. Allinizio del conflitto la tattica imperante la difesa della prima linea di trincee,
irrazionale, omicida, legata e vecchie tattiche militari.
2. In seguito viene adoperata la difesa elastica per questa la prima linea di trincea
deve essere mantenuta con meno ostinazione, abbandonata nel caso di
sfondamento nemico per essere riconquistata in seguito dalle forze fresche
delle seconde e terze linee.
3. Verso la fine del conflitto prende piede la teoria della difesa in profondit.
Frammentazione della struttura geometrica, dissoluzione della compagnia in
unit pi piccole e indipendenti, la linea viene sostituita da una rete di trincee.
Esempio la battaglia di Verdun nella quale i soldati devono nei meandri del
labirinto creati dai bombardamenti massicci, TEMPO E SPAZIO PERDONO
SIGNIFICATO NELLA REALTA CAOTICA DEL CAMPO DI BATTAGLIA, i sopravvissuti
diventano gli eroi della guerra che modella la virt militare e la personalit del
soldato.
La personalit del soldato da aggressiva diviene difensiva, in risposta al nuovo
universo della guerra dominato dalle macchine.
Citando un autore si pu affermare che la guerra non sia necessariamente
unesperienza alienante:
Da una parte la propaganda di guerra il cui fine situare latto di violenza
allinterno di un orizzonte morale tramite lidentificazione del nemico come
qualcosa di non umano cio idoneo a ricevere latto ostile
Dallaltra parte laddestramento militare il cui fine che il sodato si cali nella
parte dellaggressore (listruttore), in questo modo il carattere della recluta
viene ristrutturato in personalit offensiva
La guerra di trincea erode le concezioni diffuse del soldato come aggressore, produce
un tipo di personalit, la PERSONALITA DIFENSIVA, modellata sullidentificazione con
le vittime di una guerra dominata da aggressori impersonali: acciaio e gas.
- Lattitudine del soldato verso il nemico cambia, mentre quella verso i chi
rimasto a casa subisce una netta separazione, militarismo e pacifismo di questi
sono basati su visioni false della realt.
Molti soldati si identificano con il nemico, anche lui subisce la vita di trincea e le
sopraffazioni del vero aggressore, la tecnologia industriale. Da qui si possono
comprendere le numerose tregue, fraternizzazioni e altre forme di sospensione e
mitigazione del conflitto tra soldati di fronti opposti.
La rottura della personalit offensiva nella guerra difensiva una delle maggiori cause
delle nevrosi di guerra, ma mentre queste sono di per s individuali, mentre gli accordi
che limitarono le ostilit della guerra furono numerosi. Questi accordi non scaturirono
da tradizioni umanitarie o dal rispetto militare bens dalle stesse condizioni della
guerra.
- QUESTE RISPOSTE SONO DA CONSIDERARE COME UN AMMIREVOLE ESEMPIO
DELLA SOLIDARIETA UMANA E ANCHE ALLA BASE DELLALIENAZIONE DEL
SOLDATO, DELLA SUA MANCANZA DI SCOPO. LIDENTIFICAZIONE CON IL
NEMICO STA ALLA BASE DELLA SEPARAZIONE FRA I SOLDATI E GLI STATI
MAGGIORI E LA PATRIA.
Minore la soglia ostile nella guerra, maggiore sar lodio delle truppe verso lo stato
maggiore, pi queste venivano assorbite nella routine della realt di trincea pi
cresceva la loro distanza dallo stato maggiore e dallattitudine militaresca. Mentre
ancora maggiore fu la distanza fra fronte e patria, il soldato prova estraneazione dai
vincoli e convinzioni che sostengono una nazione in guerra (FRONTE DI TRINCEA VS
FRONTE INTERNO)

Un altro tipo di estraneazione il soldato la subisce nellimmagine del soldato-guerriero:


coraggio, onore, sacrificio, eroismo sono concetti, simboli illusori e distanti; la
rimozione di questi simboli del carattere offensivo comporta la trasformazione di base
del soldato, il soldato di trincea umile, paziente, tenace, il suo fine la
sopravvivenza.
Il carattere della guerra fa si che la personalit del soldato sia permeata dal ruolo di
soggetto passivo, non pi lagente della violenza, sostituito dalla macchina e dal gas.
Il volontario che sta nella trincea si accorge subito e dolorosamente dellillusione di
considerare se stesso e i suoi camerati come attori della causa nazionale, sono
costantemente nella situazione di rischiare la morte senza che possano dar prova del
loro valore (soldato paziente di fronte alla morte).
Lunico sforzo per ottenere un minimo di sicurezza legare con il nemico, e legare con
i camerati che con lui condividono la realt di trincea. Lestraneazione collettiva del
ruolo militarista porta alla sensazione di avere una personalit nascosta, non
comprensibile agli esterni alla vita di trincea, questa contribu alla vitalit e alla
coesione dei gruppi veterani.
Il soldato passa dalla concezione di s come attore doffesa per conto della volont
nazionale a quella di anonimo operaio, di proletario in uniforme che cerca di salvare la
pelle, liberando cos un inconscio fatto di fantasie e sogni e nevrosi.
PARADOSSO/ANOMALIA:
- La Prima Guerra Mondiale fu la prima guerra moderna, cio industrializzata e
tecnicizzata; nonostante ci produsse miti, fantasie e leggende riconducibili a
mentalit pi arcaiche.
Il folklore della guerra fu ideale per porre sotto luce infame il nemico, anche se il vari
resoconti di crudelt del nemico non erano veri.
Miti e leggende erano la risposta del combattente alla realt di guerra, per colmare il
divario fra le aspettative iniziali e la loro sconcertante realt.
La guerra impone al combattente una coscienza sensoriale ristretta e frammentata,
difficile per lui distinguere il vero dal falso: limpatto della guerra di trincea
sullapparato sensoriale dei soldati il punto da cui partire per comprendere le
necessit di immaginazione, le fantasie e i miti.
Le condizioni della guerra imposero un nuovo tipo di coscienza generale, la guerra
port i partecipanti a essa a orientarsi verso nuovi miti, alla rinascita del culto, del
sacrificio dal carattere universale, una sorta di REGRESSIONE VERSO UNA MENTALITA
PIU ARCAICA.
Molte teorie riguardo alla produzione immaginaria di guerra dicono che miti, leggende,
credenze sono particolari di una fase dello sviluppo psichico culturale, se individui in
massa si orientano verso questa direzione avviene una regressione a una fase
culturale e psichica anteriore:
- la guerra opera una regressione psichica verso un luogo dove non operino realt
coattive, costrittive.
Partendo dal presupposto che il mito una speculazione inconscia che intrattiene una
relazione complessa con la cultura che lo crea:
- esso allevia le contraddizioni, ristruttura gli elementi di conflitto della realt
- opera un processo di selezione, categorizzazione e ricombinazione rendendo
possibile in un ordine discorsivo i fatti della vita economica, sociale e
tecnologica
- gli elementi tratti dallambiente circostante sono ristrutturati secondo un certo
numero di schemi: geografico, cosmologico, gustativo e come per lesperienza
di guerra, certi elementi sono privilegiati, ad esempio gli aviatori e i soldati di
trincea considerati i nuovi eroi, le retrovie forniscono spunti per lo sviluppo di
temi bucolici mentre le prime linee per levocazione del carattere demoniaco del
mondo tecnologico.

Partendo dal mito dellaviatore importante capire linterazione fra dimensioni


tecnologiche e naturali della guerra riguardo allossessione che si viene a formare sia
nelle truppe sia nello stato maggiore: IL MOVIMENTO.
Sia il mondo bucolico che quello tecnologico forniscono strumenti idonei al passaggio
mitologico fissando differenti immagini della mobilit:
il turno di riposo nelle retrovie offre una mobilit oziosa, esterna al labirinto
delle trincee, mentre il ritorno al fronte evoca incubi e ansie
leroe del mondo bucolico non il giardiniere ma il pastore nomade, non legato
alla terra come il primo; la macchina positiva nel momento in cui accelera,
rafforza il movimento, negativa se appare come fattore immobilizzante
Il sistema di trincea produce un profondo disorientamento nella maggior parte di
coloro che presero parte alla guerra, generando il bisogno di una visuale complessiva
coerente, come quella dellaviatore. La sensazione di smarrimento nel labirinto di
trincee anche una metafora per gli effetti che la guerra di trincea ebbe sullapparato
sensoriale dei combattenti.
Innanzitutto la difficolt nel memorizzare lesperienza: linvisibilit del nemico, la
necessit di trovare un riparo nella terra, lintrico del sistema difensivo, il frastuono del
fuoco di sbarramento, gli spostamenti diuturni, sono tutti elementi che sconvolsero le
strutture stabili necessarie alla definizione della sequenzialit dei problemi che via via
il soldato chiamato ad affrontare.
In questo modo lUDITO diventa superiore alla vista per distinguere il reale e il
pericolo.
Molti combattenti posti di fronte alla drammatica realt della guerra divennero
superstiziosi, cio si trovarono a recitare formule scaramantiche, rituali, fantasiose per
cercare di avere un minimo di controllo sulle forze che lo dominano (ad esempio i
rituali recitati per sviare la granata in arrivo):
da qui il PARADOSSO/ANOMALIA, limpressionante violenza tecnologica costrinse
i combattenti a regressioni verso forme di pensiero e di comportamento
magiche, irrazionali, mitiche. Il soldato prova un profondo senso di impotenza di
fronte alla violenza governata dalla tecnologia.
Il frastuono del bombardamento connesso al deteriorarsi del campo visivo in trincea
provocarono lalterazione del proprio stato di coscienza, facendo emergere nel
combattente ansie, immagini animistiche, quindi la sia difesa ultima contro la brutalit
della guerra fu il paradosso, la fantasia lugubre e deprimente, oppure la nevrosi.
La guerra per molti combattenti divenne priva di significato:
lo spazio in cui fu combattuta, la trincea, era troppo limitato per poter apparire
come carico di significato storico-mondiale, da qui la separazione fra azione e
suo significato, lideale iniziale non si accordava pi con le sue reali dimensioni
spaziali
uno dei miti pi significativi della guerra fu la prospettiva aerea dellaviatore, il mito
del volo, lavventura aerea, erano lultima sponda del comportamento cavalleresco,
questultimo per altro un concetto compensatorio che racchiude e mantiene aperti i
significati e le finalit per i quali molti erano entrati in guerra.
Laviatore combatte una guerra pre-industriale con armi tecnologiche e moderne ma
ereditando i valori della cavalleria medievale: assumendo la prospettiva aerea il fante
avrebbe potuto distanziarsi psichicamente dalle condizioni della guerra, ordinando
finalmente il labirinto di trincee in modo organico, laviatore era in grado di
destreggiarsi fra le aspettative annientate dalle condizioni della guerra di trincea, era
identificabile non anonimo.

La fanteria e il genio zappatori hanno in comune lelemento della terra, sono


interscambiabili e lunica differenza tra loro sta nei termini utilizzati da essi stessi per
definire rispettivamente il loro rapporto con la terra:
1- il fante si autodefinisce un troglodita, un cavernicolo; i soldati ebbero la
sensazione di vivere in un mondo pre-civilizzato; animali che si scavano la tana;
2- al pari dellaviatore, lo zappatore diviene una figura di immaginazione
alternativa, poich come lareo sorvola il regno del fuoco egli ci scivola sotto.
*
Il simbolismo della macchina non si riferisce solo alla tecnologia, fornisce il materiale
per una importante questione: in che misura luomo sta guadagnando o perdendo
controllo su se stesso e sul suo ambiente, da uomo automa (quindi
autoregolamentante e autodeterminante) a macchina che sfrutta lenergia
trasformandola in lavoro, moderno, industriale, di autoregolamentazione:
- figura del robot, quindi inumana, gli uomini moderni usano limmagine del
meccanismo autonomo per rappresentare lautocontrollo.
Limmagine del meccanismo autonomo raramente considerata un mito, ma viene
visto come qualcosa cui si deve sottostare, ha un posto di rilievo nella letteratura di
guerra: gli uomini sperimentano la guerra come estraneazione dal proprio agire,
perdita di controllo, svilimento, la loro autonomia smarrita e le energie represse
investite in unastrazione LA GUERRA MECCANISMO AUTONOMO DI MACELLO.
Alcuni combattenti, tra cui Ernst Jnger, non si rassegnano allo status di individui
qualsiasi, sofferenti passivi dello strapotere materiale: recuperare la potenza perduta
identificandosi proprio con quel meccanismo autonomi della guerra.
Per Jnger la guerra produttrice delluomo tecnologico, insensibile e imperturbabile
come la stessa macchina da guerra (madre della sua generazione).
- Jnger offre limmagine di violenza sistematica da attuare dopo il fuoco di
preparazione, lo strapotere inibitore del fuoco dartiglieria, il sistema di trincee,
limmobilismo della guerra sono allorigine dello straripamento violento.
In campo sociale luomo che emerge dalla guerra nemico acerrimo della borghesia
ma la attacca con lo sguardo, a parole, lenergia compressa ma la scarica si disperde
nella fantasia.
La nevrosi di guerra, come quella in tempo di pace, era la fuga, tramite la malattia, da
una realt percepita come intollerabile e distruttiva. Se prima dellindustrializzazione il
pi comune disagio psicologico legato alla guerra era la nostalgia di casa (intensa
forma ansiosa di separazione), larco di sintomi isterici manifestatosi su scala enorme
durante la Prima Guerra Mondiale fu senza precedenti. La nevrosi si legata alla
nuova struttura della guerra ma anche come risposta alle nuove tecniche di disciplina,
controllo e dominio, difatti molti ufficiali si opposero al riconoscimento del trauma da
esplosione come legittima ferita di guerra: dare alla nevrosi i privilegi di malattia
avrebbe incrinato la disciplina delle truppe di prima linea. La nevrosi, per lo stato
maggiore, non una condizione particolate del soldato ma codardia e mancanza di
disciplina, lopinione pubblica invece la considerava ormai come trauma legato alla
guerra e quindi il soldato da comprendere e sostenere. Solo con laumento enorme dei
casi di nevrosi nei soldati, gli ufficiali iniziarono a ritenerla effettivamente una malattia.
La guerra di trincea, di posizione, non offriva sbocchi reali allaggressivit e allostilit
delle truppe, cos lo sfogo fu dirottato verso altri obiettivi: stato maggiore, autorit,
politici.
Riconoscere la nevrosi come sintomo, ferita, di guerra vuol dire riconoscere anche il
compromesso implicito nel sintomo: abbandonare il fronte e la sfera dellobbedienza
militare.
La nevrosi anche funzionale allautorit militare perch comprende un vasto arco di
comportamenti devianti, indisciplina e dissenso, quindi un mezzo efficace per

lisolamento del deviante e per il trattamento su base individuale in un contesto


medico e non giudiziario.
Lufficiale medico oltre ad essere un dottore, quindi che cura le malattie, anche
portavoce ed esecutore dellautorit e della concezione militarista propagandata.
Nello studio e nella cura delle nevrosi di guerra si possono distinguere due scenari
terapeutici:
1- TRATTAMENTI DISCIPLINARI
a. Si inseriscono nellOTTICA MORALISTA, per i medici che utilizzarono questi
metodi la terapia serve a chiarire le questioni morali legate al conflitto fra
dovere pubblico del soldato e intenzioni del paziente.
b. I medici agivano istituendo scenari terapeutici simili a processi.
c. Molti di quelli che usarono questi trattamenti leggevano il sintomo alla
stregua di degenerazione biologica o come carattere ereditario, quindi il
soldato viene marcato di inferiorit morale.
d. Il sintomo viene rimosso dal contesto della guerra, la nevrosi evasione
dal dovere manifestatasi con sintomi fisici (il fingersi malato).
e. Simulazione e nevrosi vengono separate e determinate nel corso del
trattamento che prevede ad esempio somministrazione del dolore,
isolamento e restrizioni alimentari.
f. Obiettivo della terapia non il sintomo in se quanto la volont che il
paziente aveva investito nel presunto ripudio del suo ruolo pubblico, il
conflitto di base da sciogliere quello tra io pubblico ed io privato.
2- APPROCCIO ANALITICO
a. Connesso con il metodo psicoanalitico, legare le esigenze dellindividuo
con gli imperativi della realt nella mente.
b. La critica al trattamento disciplinare centrata sulla disumanit dei suo
procedimenti che hanno un effetto distruttivo sui pazienti.
c. Scopo della terapia analitica rimuovere il sintomo dallambito morale, la
nevrosi non una scelta consapevole poich il soldato nevrotico non era
in grado di prendere decisioni; Il soldato non rinuncia n al suo desiderio
di sopravvivenza n agli ideali e imperativi che lo inchiodano al fronte.
d. Il sintomo espressione non della volont del paziente ma il segno di
conflitti inconsci, quindi simbolo di drammi interiori e precedenti alla
guerra.
e. Tra i trattamenti il pi utilizzato fu lipnosi, questa fa regredire il paziente
allevento (o eventi) che stanno alla base del sintomo.
f. I medici analitici sono pi consci dei costi umani della guerra, la terapia
indusse il medico a riflettere sulle implicazioni morali e psichiche del
massacro in corso.
Molti terapeuti e soldati di linea pensavano che la guerra meccanizzata spingesse gli
uomini oltre i limiti della loro esistenza, partendo da questo presupposto cos difficile
ritenere il paziente responsabile della sua malattia, la nevrosi il logico risultato delle
inaudite condizioni di combattimento.
LE DIFESE PSICHICHE DEI COMBATTENTI SONO DEMILITE DALLA COMBINAZIONE DI:
- Livelli inediti di violenza impersonale e meccanizzata,
- Consapevolezza che la guerra era una creazione umana, e uomini erano
coloro che stavano dietro ai meccanismi che immobilizzavano il soldato,
- Casualit della morte, delle violenze, delle mutilazioni.
La variabile significativa dellincidenza della nevrosi non era il carattere del soldato ma
il carattere della guerra: nel 1918 la guerra torn di movimento e lincidenza della
nevrosi croll, quini essa era legata alla guerra di trincea e agli stati emotivi da questa
generati.
Tra i retaggi della guerra uno dei pi importanti fu il vincolo del singolo con gli uomini
della sua unit

La regressione produce uomini bisognosi di sicurezze e attenzioni, bisogno


combinato con la rabbia e lostilit verso la societ che li aveva posti nel ruolo
di vittime, cos si spiega, ad esempio, perch nel 1932 il 36% dei veterani che
ricevettero la pensione di invalidit dal governo inglese fu iscritto come caso
psichiatrico di guerra.
Lidealizzazione della PATRIA, cio delle persone e delle cose del passato, permisero al
soldato di mantenere il senso di una possibile continuit.
Questa idealizzazione per molto spesso crollava allimpatto con la
smobilitazione, con la disoccupazione, con la povert e con la estraneit di ci
che un tempo era familiare, delusione che scatena stati ansiosi, alimentando
rabbia e amarezza.
Crollo dellideale di patria: fine della visione piacevole e dellimmagine di un io
sicuro. La patria il rifugio di fantasie di sicurezza e stima di s, il crollo del suo
ideale porta alla rimozione dellultima difesa contro la dolorosa consapevolezza
della realt di guerra.
La letteratura di guerra scarsa nel primo decennio dopo la fine del conflitto.
La Grande Depressione avvicina il reduce al civile.
Riguardo lo spirito del 1914, alla base della vasta acclamazione della guerra come
mezzo per trascendere la realt civile, vi era la convinzione della polarit tra pace e
guerra, di due condizioni/realt distinte:
In verit la guerra fu la negazione dellesistenza di due realt distinte
ESISTE SOLTANTO UN MONDO INDUSTRIALE
VETERANO:
- coloro che considerano la societ moderna in termini di alienazione, egoismo,
conflitto di classe (socialisti o conservatori che fossero) vedevano in esso un
compagno o un camerata, formato nellagone della solidariet naturale,
speranza per soluzione alle tensioni capitalistiche. Il veterano ebbe modo di
utilizzare questa immagine di s per mostrarsi migliore ai politici, e migliore
rappresentante della nazione;
- quelli che consideravano la societ in termini di civilt, cio insieme di
limitazioni etiche, inibizioni e coercizioni sugli istinti asociali primitivi, vedevano
nel veterano un individuo primitivizzato regredito, pericoloso per la societ
quindi da reintegrare e rieducare. Usando questa sua immagine di uomo
violento richiedeva attenzioni, stima appoggio normalmente attribuiti a chi ha
sacrificato il proprio interesse personale per quello collettivo.
Dellimmagine del veterano camerata, uomo comunitario incline alla pace di classe
quindi avrebbe svolto un ruolo conservatore nella societ; invece considerando
limmagine del veterano come uomo violento quindi da utilizzare in qualsiasi contesto
politico rivoluzionario o reazionario; infine limmagine del veterano come compagno
ma socialista non perch conosca Marx ma perch socialisti-istintivi.
Caratteristiche socialiste della guerra:
- eguaglianza della truppa
- cameratismo
- proletarizzazione del soldato
- uniformit delle condizioni di vita
La vita oltre le classi, cio nella truppa, produce il senso di cameratismo e lincapacit
di collegare esperienza sociale della guerra con i problemi sociali e politici della
societ post-bellica:
da qui le definizioni contraddittorie di chi desiderava fare dellesperienza di
guerra la base per un attacco contro la societ borghese/liberale
nazionalsocialismo, nazionalismo-rivoluzionario, radical-conservatorismo.

Molti reduci furono molto pi uomini violenti che camerati o compagni, numerose
violenze furono commesse dai reduci di ritorno in patria o in attesa di tornare, uomo
dazione non di parola, estraniato dalle norme sociali.
Lo spirito del 1914 era quello della trasformazione della societ in comunit,
unificazione di interessi differenti in un destino comune
- civile, io privato scambiato con identit pubblica e comunitaria
- volontario, impersona la trasformazione, fondeva il proprio io privato nella
persona collettiva nazionale
- trincea, cambia latteggiamento del soldato verso la nazione e il proprio status
pubblico, la liberazione dalla societ borghese viene percepita come
morte/abbandono/distacco; dopo 4 anni di guerra la nazione non era pi una
comunit.
La rabbia e lamarezza del reduce vengono anche da un altro fattore, lincontro con il
pescecane, il borghese/industriale arricchitosi con la guerra; leconomia del sacrificio
assorbita nel mercato di merci, capitali e lavoro:
la societ capitalistica non aveva smesso di esistere con la guerra, questa fu la
pi grande delusione per chi sperava che la guerra potesse condurre ad una
trasformazione spirituale collettiva, da qui la violenza dei veterani, le richieste
di risarcimento, la diffidenza verso i civili.
Le organizzazioni dei veterani cercarono di coniugare la consapevolezza dellingiustizia
subita con richieste economiche e politiche.
Nella societ industriale la marginalizzazione temporanea di milioni di uomini porta
alla perdita del loro posto di lavoro, lo status nella societ altro non che il premio
conseguito nella competizione per la ricchezza; cos gli esclusi dal mercato non si
reintegrano nella societ.
La guerra poteva essere percepita solo come proletarizzazione, unico valore positivo di
questa il cameratismo, ma questo nel senso di condividere in comune lo status di
vittime impotenti.
Il tentativo dei soldati di sviluppare unidentit dalla guerra stessa e di trovare una
patria al fronte ebbe conseguenze psicologiche gravi, poich lidentificarsi con il
proprio battaglione costantemente decimato, i camerati rimpiazzati da reclute, la
morte di un soldato amico assunse le sembianze di un lutto infinito.
La morte di un camerata non pu pi essere giustificata dal sopravvissuto con la
consolazione che questa preservasse la vita della societ, ogni scomparsa
compensata dallintensificazione dei legami con chi rimaneva ma la successiva morte
avrebbe comportato la pi dura e meno sopportabile estinzione di se stessi; la propria
morte sarebbe stata allora ben accolta, la soluzione ad un continuo stato di perdita
luttuosa.
La sostituzione di unastrazione, la patria con un oggetto damore, il camerata, porta
alla fissazione sul morto e un insieme di identificazioni che perdurarono nella pace:
parate, commemorazioni, canzoni di guerra, cerimonie.
La reazione di coloro che aderirono alle associazioni combattentistiche di guerra:
fu possibile per il veterano prendere atto delloffesa psichica e morale ricevuta,
accettarla come segno distintivo, affermare la propria precariet sociale come
permanente e organizzare questa ambiguit di status in un gioco di estorsione
politica e sociale.
Cos coloro che interiorizzarono la guerra furono destinati a ripetere lolocausto della
grande guerra, perch erano individui sradicati dalla loro matrice sociale.

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