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Testimonianza dell’avvocato Pier Lorenzo Rappelli - 11.11.

2003

Il messaggio di Gustavo Rol

In occasione del centenario della nascita di Gustavo Rol sono state pubblicate lettere di
persone che lo hanno conosciuto e frequentato e che affermano la veridicità degli
esperimenti di cui sono stati testimoni e, al tempo stesso, articoli di persone scettiche,
che non hanno conosciuto Rol, e che lo considerano come un illusionista o peggio un
ciarlatano.

Diversi libri sono stati pubblicati sulla vita e sugli esperimenti di quest’Uomo che
rimangono per molti un mistero inesplicabile.

Vivo all’estero da molti anni ed ho avuto conoscenza dei libri e degli articoli grazie ad
amici torinesi che me li hanno inviati.

Ho conosciuto Gustavo nel 1965, avevo allora 30 anni, e per dodici anni, fino alla mia
partenza dall’Italia per il Costa Rica, con mia moglie Giuliana, l’ho frequentato
quotidianamente.

Non passava giorno senza avere con lui almeno una comunicazione telefonica,
abbiamo partecipato a migliaia di riunioni, molte delle quali si sono tenute in casa
nostra in via Giolitti, abbiamo assistito a migliaia di esperimenti. Frequentando Gustavo
abbiamo avuto innumerevoli occasioni di essere soli con lui, di parlargli, di ascoltarlo,
e di assistere a fenomeni o avvenimenti che non sono conosciuti e che ai nostri occhi
rendono assurde le congetture di trucchi avanzate dagli scettici su quanto Egli faceva.

Ma soprattutto ho conosciuto come pochi Gustavo come uomo, ho apprezzato la sua


sensibilità, la sua bontà, ho visto il suo amore disinteressato per il prossimo, il suo
rispetto per le persone umili, la sua dirittura morale, la sua fede in Dio.

Gustavo mi considerava come un figlio, mi aveva designato come suo esecutore


testamentario e spesso ripeteva che sarei stato il suo successore.
Purtroppo la vita ha voluto altrimenti.
La mia partenza per il Centro America nel ‘77 lo addolorò moltissimo anche se per il
grande pudore che lo contraddistingueva non volle dimostrarlo.

Se oggi prendo la penna non è certo per cercare di convincere gli “scettici”, che in
ogni caso rimarranno tali, ma per rendere un omaggio affettuoso a un Uomo che ha
dedicato la sua lunga vita ad aiutare il suo prossimo non solo materialmente e
moralmente, ma che ha cercato soprattutto di dimostrare a coloro che lo avvicinavano
che esisteva un'altra dimensione più alta alla quale tutti potevano avere accesso.

Devo a Gustavo Rol di avermi aperto orizzonti immensi, di avermi insegnato che il
miracolo è un fatto normale la cui spiegazione non è ancora trovata, di non aver piú
paura della morte, di aver potuto, anche negli anni che hanno seguito la nostra
separazione, continuare il mio cammino spirituale.
Ed è con infinita tristezza che vedo oggi un certo numero di persone che non Lo hanno
conosciuto denigrarlo e definirlo come un imbroglione che, con dei trucchi, avrebbe
per decenni approfittato dell’ingenuità dei suoi amici.

Ho dovuto sforzarmi per leggere le pagine che Lo offendono perchè per me scrivere,
come certi si permettono di fare, che avrebbe fatto trucchi per pura vanagloria, è
altrettanto assurdo e scandaloso che affermare che il Papa vende le indulgenze in un
chiosco di Piazza San Pietro o che Suor Teresa di Calcutta sfruttava i poveri della città
per ottenere il premio Nobel!

Ma purtroppo non poteva essere altrimenti.

Coloro che seguono un cammino verso l’evoluzione e che operano nell’Amore per la
Luce, sanno che le forze opposte mettono loro il bastone nelle ruote e fanno di tutto
per distoglierli dalla loro vocazione. Se non l’ottengono, cercano di rendere la loro vita
impossibile perchè non è facile dedicarsi alla vita spirituale e ad aiutare gli altri quando
si hanno dei grossi problemi.

Coloro che sono stati vicini a Gustavo sanno che la sua vita è stata tutt’altro che facile
e che ha dovuto superare moltissime prove dolorose.

Oggi che non è più fisicamente con noi, la reazione avversa non cessa, anzi si fa
virulenta.
Per me questa è una prova di piú dell’autenticità del messaggio di Gustavo Rol.

Gli “scettici” che lo denigrano, hanno punti di vista, convinzioni e riferimenti


diametralmente opposti a quelli di Gustavo e di coloro che hanno creduto in Lui.
Per i primi, ciò che esiste e che per loro è la verità, è ciò che essi stessi conoscono,
producono o possono riprodurre, verificare per mezzo dei cinque sensi o attraverso
strumenti che, a loro volta, inviano informazioni ai sensi fisici.

Questa è la loro unica verità che è in relazione al loro stadio di evoluzione e di


comprensione dell’Universo e delle sue leggi. Spesso coloro che hanno un tale punto
di vista sono atei o fanno totalmente astrazione dell’idea di Dio e del rapporto di Dio
con l’uomo.

Partendo da tali basi, si propongono di esaminare i fenomeni che definiscono


“paranormali”, (dal momento che considerano normale solo ciò che loro accettano), e
di verificare se corrispondono alle loro conoscenze.

Non trovando ovviamente la corrispondenza, detti “scettici” hanno solo due soluzioni:
o negare puramente il fenomeno, o spiegarlo alla luce delle loro conoscenze.

Per il caso di Gustavo, non potendo negare l’esistenza degli esperimenti, hanno optato
per la seconda soluzione. Nulla di strano, quindi, che un giovane illusionista spieghi i
fenomeni attraverso i trucchi che lui conosce e pratica.
Ma ciò facendo l’autore non solo diffama la memoria di un Uomo che non è più qui
per difendersi, ma insulta l’intelligenza di tutti coloro, ed erano migliaia, che hanno
frequentato o incontrato Rol e che hanno creduto ai suoi esperimenti.
É mai possibile che queste persone siano tutti degli ingenui facilmente manipolabili?

Inoltre, posso affermare che quando le serate si svolgevano in casa nostra e che
Gustavo iniziava gli esperimenti con le carte ( se fra i partecipanti vi erano dei novizi), i
mazzi di carte, una decina, erano i miei, li tiravo fuori io da una scatola in un cassetto
e li disponevo sulla tavola quando tutti erano seduti.

Gustavo non aveva alcuna possibilità di manipolarli o di prepararli prima, a meno che
non si abbia la spudoratezza di dire che io ero il suo complice.
Ma vi sono limiti che l’indecenza non ha il diritto di superare.
Gli “scettici” hanno creato il Comitato Italiano per il controllo delle affermazioni sul
paranormale; iniziativa lodevole laddove si tratti di smascherare un ciarlatano che
pretenda fare dei miracoli. Ma allorquando ci si trova di fronte ad un vero iniziato, con
quali mezzi o conoscenze fare detto controllo?
Il Cicap si ritrova a dover misurare un lago con un bicchiere.

Ora, ciò che è inaccettabile è che nella nostra società, una certa categoria di persone si
sia appropriata della scienza e che, in nome di tale scienza si attribuisca il diritto di
chiedere spiegazioni, di esigere dei controlli, ed infine, di giudicare un Uomo che non
conoscevano e che non potevano capire.

Ma questo si è sempre verificato nella storia. Basti pensare alla Santa Inquisizione che
obbligò Galileo Galilei a rinnegare la teoria di Copernico secondo la quale la terra gira
intorno al sole, e a Giordano Bruno che fu bruciato sul rogo per la stessa ragione.

Se Gustavo avesse vissuto a quell’epoca avrebbe subito una sorte analoga.

Ma chi ha dato a questi “scientifici” il loro potere? Quale Alta Autorità li ha investiti di
tale missione? In nome di quale “scienza” agiscono?

Scientia viene da scire (conoscere). Gustavo Rol ha acquisito delle conoscenze alle
quali i suoi detrattori non hanno accesso. La sua è quindi una “scienza” altrettanto
rispettabile che la loro.
La differenza è che Gustavo non ha mai mostrato dell’agressività, disprezzo o denigrato
persone che non avevano la sua sensibilità.

L’unico atteggiamento dignitoso e corretto da parte di coloro che non lo hanno


conosciuto sarebbe stato di dire: non mi posso pronunciare perchè non ne ho gli
elementi.
Noto invece una violenza nel voler distruggere il mito Rol, come se inconsciamente i
suoi detrattori gliene volessero di non aver loro dato in pasto le sue conoscenze.

Mi ricordano i tre scellerati Compagni che uccisero il Maestro Hiram che rifiutava loro
la parola di passo di Maestro perchè non ne erano ancora degni.
Negli anni che ho frequentato Gustavo credo di essere stato la persona che gli era la
più vicina e alla quale Egli non aveva più nulla da dimostrare. Ciò che ho visto e
vissuto con Lui è talmente meraviglioso e straordinario che mi pare ridicolo che ancora
oggi tante persone insistano a parlare degli esperimenti con le carte.
Desidero richiamare qui l’attenzione non sugli esperimenti ma sull’Uomo Rol.

Sugli esperimenti esistono i libri di Maria Luisa Giordano, di Renzo Allegri e di Remo
Lugli.
Se ne descrivessi qui altri ai quali ho assistito mi darebbe l’impressione di voler ancora
cercare di convincere gli scettici. Sarebbe come entrare nel loro gioco riconoscendo
che hanno diritto ad una spiegazione e sulla quale potranno dare il loro giudizio.

Gustavo non aveva niente da giustificare o da spiegare a nessuno.


Lo ha detto e scritto molte volte che “non vi è un segreto da insegnare o da
tradamandare perchè è una verità che bisogna intuire da soli”.

È un sentimento che ho risentito moltissime volte vicino a Gustavo. Non era il numero
o la straordinarietà degli esperimenti che contava, ma il messaggio che contenevano.

Una volta che vedendo uno solo o più esperimenti si è ricevuto il messaggio sta a noi
di lavorarci su per vedere come riuscire ad integrarlo.
Ma questo pochi lo hanno capito. Molti cercavano nella ripetizione degli esperimenti
di percepire come questi potevano riuscire.
Era la stessa cosa che fotografare i bulloni che fissano l’ala di un aereo per capire le
leggi dell’aerodinamica.

Chi era in realtà Gustavo Rol? Tutti sanno, e molti lo hanno scritto, che era un gran
signore, un uomo colto, buono, sensibile, disinteressato, profondo credente e di un
rigore morale assoluto.

Ma chi era veramente Gustavo? Mi sono posto varie volte la domanda avendo
conosciuto aspetti della sua personalità che forse altri ignorano e avendo raccolto
confidenze che non so se ha rivelato ad altri.

Oggi, a trent’anni di distanza, e alla luce di quanto ho imparato nella vita, posso
tentare una risposta, puramente personale e che non pretende di essere la verità.

Per me Gustavo era una “vecchia amima”, un Essere che essendosi già incarnato
molteplici volte, aveva percorso un lungo cammino verso la presa di coscienza della
nostra vera natura, la natura divina.
A questo stadio gli Esseri conservano un livello di coscienza più evoluto della media,
spesso si ricordano di vite anteriori (Gustavo diceva di avere 2000 anni), e soprattutto
accettano di operare per l’evoluzione dell’umanità.

È quindi possibile che Gustavo abbia accettato di portare il messaggio della Presenza di
Dio nell’uomo servendosi delle facoltà inerenti a questo livello di coscienza sublime
attraverso i suoi esperimenti.
Senza di essi il messaggio non avrebbe avuto impatto alcuno, come l’insegnamento di
Gesù se non avesse compiuto alcun miracolo e la sua Ascensione.

Nelle nostre conversazioni mi ha sempre ripetuto che coloro che chiedevano di


controllarlo o cercavano il segreto dei suoi esperimenti erano orientati in una dinamica
di fare o di come fare, mentre i suoi esperimenti erano spiegabili solo in un certo modo
di Essere.

Mi ha sempre detto che l’ego, il mentale, la coscienza umana non solo non avevano
niente a che vedere con la realizzazione dei fenomeni ma che, ove intervenivano, li
impedivano.

Così penso che quando si concentrava in occasione di un esperimento, contrariamente


a quanto si poteva credere, non era sulla riuscita, ma sull’annullamento della sua
personalità umana e sulla Presenza Divina. Il semplice fatto di chiedergli un
esperimento, anche il più banale gli creava uno stato di coscienza umana che lo
impediva. Mi è successo che mi rispondesse: peccato che tu me lo abbia chiesto,
adesso non posso più farlo.

Ed è per questa ragione e non per altre che si è sempre rifiutato di sottoporsi ai controlli
che gli venivano richiesti. Lo ha spiegato, con la signorilità che gli era propria nella
lettera scritta al Prof.Tullio Regge.

Gustavo ha sempre affermato che tutti, un giorno, saranno in grado di fare le stesse
cose, a condizione che raggiungano quello stadio di cocienza sublime nel quale, per
usare un’espressione di Gesù, “Non sono io che agisco ma il Padre che agisce in me”.
Gustavo diceva la stessa cosa quando affermava “Io sono la grondaia”.

Affermazione non nuova perchè già Gesù aveva detto: Tutto quello che faccio voi lo
farete ed anche più perchè IO SONO con voi.

Ora, si è sempre presa alla lettera questa affermazione comprendendo: io, Gesù, sono
con voi.
Ma se si considera che lo IO SONO è l’affermazione della Presenza Divina, il CRISTO
nell’UOMO, la nostra vera natura, la frase prende un tutt’altro significato.
Se si legge il Vangelo comprendendo l’IO o il IO SONO in questo senso ogni volta che
Gesù lo pronunciò il suo messaggio prende un’ampiezza straordinaria.

Leggete nel Vangelo Giovanni 10,34-38 e nei Sami 82-6, troverete: voi siete degli dei.

È evidente che lo scettico e il non credente sorriderà di queste affermazioni. È il suo


diritto e fa parte del suo libero arbitrio di non crederci.

Non ha invece il diritto di giudicare o di condannare coloro che credono in ciò che
non conosce o non capisce.

Così facendo rischia una responsabilità karmica di cui dovrà rispondere un giorno,
tanto più grave se la diffamazione è fatta con la coscienza di voler distrarre il pubblico
dal messaggio intrinseco degli esperimenti di Rol: Prendete coscienza di Dio in voi e
lasciateLo agire.

Come l’uomo possa integrare la Presenza di Dio è un cammino personale che dura non
solo anni ma molte vite. La comprensione non è a livello mentale o emotivo ma
qualche cosa di più profondo e di definitivo.

È un MODO DI ESSERE che si vive ad ogni giorno ed ad ogni momento.


Ognuno di noi ha il proprio bagaglio di preparazione che dipende dalle esperienze
fatte in questa e in vite anteriori, dalla sua educazione, dalla sua condizione sociale e
famigliare, dalle sue credenze etc.
Ogni alpinista nell’ascensione verso la cima usa i suoi mezzi e sceglie il suo itinerario,
affronta a modo suo le difficoltà. Può decidere di progredire, di sedersi o di
ridiscendere a valle.
Come Gesù, Gustavo ci ha indicato la cima. A noi di fare la nostra Ascensione o di
rinunciare. È il nostro libero arbitrio.

Come si vede, l’abisso fra gli scettici e coloro che credono in ciò che Gustavo Rol
faceva e al suo messaggio è incolmabile.
Ogni dibattito o discussione fra loro è impossibile e si trasforma in un discorso fra sordi
che parlano due lingue diverse.

Ma per il rispetto dovuto ai morti e per la dignità umana sarebbe opportuno che i due
campi, pur mantenendo le loro posizioni si astengano dal giudicare o aggredire.
La tolleranza è la virtù di accettare che altri siano o pensino diversamente da noi.

Pier Lorenzo Rappelli

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