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Il pane dal cielo, quello vero

Gv 6,30-47
30In quel tempo dissero a Ges: Quale segno tu compi perch vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I
nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo.
32Rispose loro Ges: In verit, in verit io vi dico: non Mos che vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio
che vi d il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio colui che discende dal cielo e d la vita al
mondo. 34Allora gli dissero: Signore, dacci sempre questo pane. 35Ges rispose loro: Io sono il pane della
vita; chi viene a me non avr fame e chi crede in me non avr sete, mai! 36Vi ho detto per che voi mi avete
visto, eppure non credete. 37Tutto ci che il Padre mi d, verr a me: colui che viene a me, io non lo caccer
fuori, 38perch sono disceso dal cielo non per fare la mia volont, ma la volont di colui che mi ha mandato. 39E
questa la volont di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo
risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti la volont del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui
abbia la vita eterna; e io lo risusciter nell'ultimo giorno.
41Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perch aveva detto: Io sono il pane disceso dal cielo. 42E
dicevano: Costui non forse Ges, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come
dunque pu dire: Sono disceso dal cielo?.
43Ges rispose loro: Non mormorate tra voi.44Nessuno pu venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha
mandato; e io lo risusciter nell'ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque
ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perch qualcuno abbia visto il Padre; solo colui
che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verit, in verit io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Quale segno compi perch vediamo e crediamo in te?. La folla incalza Ges, lo copre di richieste, desidera saziare la
sua fame. Ges ha appena invitato gli interlocutori allunica opera degna di Dio: Che crediate in colui che egli ha
mandato (Gv 6,29). La vera opera in fondo di Dio stesso: linvio del Figlio unigenito per amore dellumanit. Dio ha
tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3,16). Luomo chiamato solo a rispondere a questopera
di amore, uscendo dalla sua cecit.
sorprendente che, nonostante Ges abbia appena compiuto il segno del pane, la folla, non sazia, chieda altri segni, un
segno dal cielo (cf. Mt 16,1), un segno in grado di stare alla pari di quelli compiuti in passato da Mos, anzi di superarli.
Ges non cade nella trappola, non si presta al gioco dei miracoli. Sa che i miracoli non hanno mai portato nessuno
alla fede; tuttal pi suscitano meraviglia, ma una meraviglia sterile, che resta bloccata su stessa, finch non si apre alla
presenza personale e paterna di Dio che chiama e attira fuori.
La petulanza con cui questi uomini allinizio pretendono da Ges un segno dal cielo pari allincredulit con cui poco
dopo mormorano e non riconoscono che egli precisamente quel segno, quel pane disceso dal cielo (vv. 41-42),
donato dal Padre per la vita del mondo. Alla base c sempre la stessa arroganza delluomo di saper gi tutto: tutto
ci di cui ha bisogno e che pu dargli vita, e che quindi Dio dovrebbe dargli per manifestarsi credibile... C lidea di un
Dio che dovrebbe adeguarsi alle nostre esigenze, un Dio a misura e a immagine delluomo, non un uomo che si
riconosce e si riscopre creato a immagine di Dio.
Per questi uomini scendere dal cielo rimanda evidentemente a un atto straordinario, a un personaggio fuori dal
normale, magari venuto da lontano; ma questo non corrisponde n al senso delle parole di Ges n allo spettacolo della
sua concreta, vicina e fragile umanit. Il vangelo ci invita a convertire lo sguardo. Nellintraprendere lopera della fede,
che tanto delluomo quanto di Dio, occorre essere disposti a veder trasformate le proprie aspettative. dalla concreta
umanit di Ges che si pu risalire al suo essere dono divino disceso dal Padre come Figlio unigenito, non il contrario.
Vogliamo lasciarci attirare da ci che gi ci donato, o vogliamo sempre essere noi ad attirare Dio nelle nostre
logiche? La fede in Ges proprio questo lasciarsi attirare dallamore di qualcuno che non solo dona vita, pane di
vita, ma ci dona la sua vita, e cos nellamore vince la morte. Con lui arrivata lora in cui ormai il Padre attira tutti (cf.
vv. 44-45): la grande rivelazione che si compie sulla croce, quando Ges, innalzato da terra, attira tutti a s (cf. Gv
12,32), e che nelleucarestia noi riviviamo continuamente. Ma come lasciarci attirare, aprendo gli occhi su questa opera
mirabile di Dio (Sal 117,23), su questa cosa nuova da lui fatta (Is 43,19)? Solo vivendo lamore si riconosce e si
crede allamore. Lamore occhio e amare vedere (Riccardo di S. Vittore).
Fratel Luigi

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