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EMILIO CHIRONE, PIER PAOLO POGGIO

Il Museo dell’Industria a Brescia

Premessa anche come strumento per


l’evoluzione culturale e scientifica
Uno dei problemi connessi alla Storia del territorio, compreso il settore
dell’Ingegneria, e della Tecnica in della ricerca sui fondamenti e lo
generale, è il reperimento di una sviluppo delle tecnologie.
adeguata documentazione. Lo scarso
interesse che nel nostro paese ha
caratterizzato fino a pochi anni or
sono lo studio degli aspetti storici
della tecnologia ha portato alla
distruzione dei reperti fisici, con la
rottamazione di macchine ed
attrezzature e con l’avvio al macero
dei disegni e di altra documentazione
cartacea, salvo poche lodevoli
eccezioni. Del tutto insufficiente è
stata anche l’attenzione per il
patrimonio immateriale, i saperi
tecnici taciti e codificati, che hanno Fig. 1. Una delle macchine del Museo:
alimentato lo sviluppo industriale1. impastatrice
Il progetto del MUSIL, Museo (Ditta Luzzini, Brescia, inizio ’900)
dell’Industria e del Lavoro di
Brescia, mirante alla valorizzazione Idee e progetti
ed alla illustrazione del patrimonio di Il progetto ha dovuto confrontarsi
archeologia industriale e di documen- con un contesto ricco di sollecitazioni
tazione materiale delle origini della e contraddizioni, ha preso forma
vocazione industriale bresciana, attraverso verifiche continue, in un
costituisce un elemento fondamentale lento processo di assestamento e
di inversione di tendenza e di radicamento.
conseguenza un punto di riferimento L’ìdea del Museo dell’Industria e del
indispensabile per la storia della Lavoro comincia a farsi strada negli
tecnica, dello sviluppo industriale ed anni Ottanta2 e diventa concreta con
ovviamente dell’ingegneria a questo l’Accordo di Programma del 20053.
sviluppo connessa. Le finalità, alla base del progetto sin
Il Museo, ora in fase realizzativa dall’inizio, si possono così
dopo le difficoltà iniziali, si propone sintetizzare:
- rapporto esplicito con l’archeologia rapporto con il territorio resta
industriale, evidenziato dalle scelte decisivo da più punti di vista, non
progettuali e architettoniche, che ultimo il fatto che il Bresciano ha i
manifestano l’attenzione per la titoli per proporsi quale laboratorio
memoria e la storia dell’industria; per la conoscenza e la divulgazione
- ruolo attribuito alla storia sociale del modello italiano di industrializza-
del lavoro e dell’industria, così come zione, sia in sede storica sia per la
al rapporto tra scienza, tecnica e sua attuale dotazione imprenditoriale-
società; manifatturiera.
- articolazione del museo sul
territorio, attraverso la costituzione di Le sedi ed i contenuti
un sistema museale policentrico
facente capo ad un unico ente di
gestione.
La sede di Brescia è stata quindi
concepita come il centro di un
sistema, il polo principale di un
ideale distretto, non solo
archeologico-industriale ma manifat-
turiero, contiguo e partecipe
dell’Italia a industrializzazione
diffusa, ma anche radicalmente
diverso, perché erede di tradizioni
Fig.2. La sede MusIL di Rodengo
plurisecolari, specie nella lavorazione
dei metalli, e perché direttamente e
I diversi poli museali costituenti il
massicciamente coinvolto nel primo
MusIL sono stati in parte realizzati o
ciclo dell’industrializzazione italiana.
sono in via di completamento, e si
Sulla base di una tale impostazione,
può gia cogliere la fisionomia
le finalità perseguite dal MusIL
complessiva del sistema e
(l’acronimo che è stato scelto in fase
comprendere i rapporti tra la Sede
di lancio delle attività) è di far
Centrale e quelle “periferiche”, ed
conoscere, e di studiare,
anche che con un contesto territoriale
l’industrializzazione come evento e
particolarmente interessante per la
processo tuttora attivo, che fonda la
cultura materiale e imprenditoriale,
modernità contemporanea.
per la storia del lavoro e
Per collezioni e finalità il Museo va
dell’industria.4
ben oltre la realtà locale, ma il
industriale, privilegiando nel primo
caso il fascino dei grandi fenomeni
naturali indagati dalla scienza
(atmosfera, ciclo dell’acqua, natura
dell’energia), nel secondo la
dimensione antropologica del lavoro,

Fig. 3 - L’ex Centrale di Cedegolo, in


Valcamonica, sede del Museo
dell’Energia Idroelettrica

La prima sede completata e aperta al


pubblico nel 2008 è il Museo Fig. 4 - La sala turbine nel Museo
dell’Energia Idroelettrica di di Cedegolo
Cedegolo, al centro della nel contesto di opere colossali
Valcamonica, realizzato in una (grandi impianti metallurgici, dighe,
imponente e solida centrale condotte forzate, etc.). Lo sviluppo
idroelettrica degli inizi del dell’offerta museale e delle attività
Novecento. È stato pensato come dovrà avvenire articolando
tassello indispensabile del progetto l’impostazione iniziale, grazie anche
complessivo, proprio perché ad ulteriori spazi disponibili, da un
l’energia idroelettrica ha reso lato attraverso laboratori in cui
possibile lo specifico processo approfondire le suggestioni e le
italiano di industrializzazione e informazioni fornite dal percorso
perché la questione energetica non museografico, dall’altro radicando
può non costituire uno degli assi maggiormente il museo nel suo
portanti di una istituzione che si contesto, a partire dal ruolo che
prefigge di indagare e divulgare l’energia idroelettrica ha avuto
conoscenza tecnico-scientifica, sul nell’industrializzazione della valle
tema industria-modernità, sia in (siderurgia, cotonifici, industrie
chiave storica, sia indirizzando chimiche).
l’attenzione sugli scenari che ci Il Museo del Ferro di Brescia, è stato
stanno davanti. inaugurato negli anni Novanta
Il Museo è stato progettato e attraverso il restauro dei locali di un
realizzato individuando due assi antico maglio, in una zona periferica
principali nella narrazione ed di collegamento tra la città e la
esposizione: quello tecnico- Valtrompia (territori di antica
scientifico e quello storico- vocazione manifatturiera). La
struttura, ha visto due interventi
Il terzo polo museale, in pratica quasi
completato, aperto al pubblico in
Rodengo Saiano nel 2009, ha
caratteristiche diverse dai precedenti;
il suo rapporto con la Sede Centrale è
molto stretto, ponendosi come una
sorta di proiezione esterna o sede
distaccata e come centro operativo
del MusIL sino all’apertura della
Sede Centrale, mantenendo poi le
proprie funzioni specifiche
Fig. 5 - Il maglio del Museo del Ferro
soprattutto come deposito e
laboratorio per le collezioni.
principali: il ripristino del maglio
(ora perfettamente funzionante e
molto utile per attività dimostrative)
e la realizzazione di una grande ruota
idraulica, partendo da un disegno
d’epoca, con produzione di energia
elettrica5.

Fig. 7 - Il “magazzino visitabile”


a Rodengo Saiano

Realizzato all’interno di un moderno


edificio di tipo commerciale, su oltre
4.000 mq, è articolato in tre parti
funzionali: a) il magazzino, con
annessa officina; b) gli uffici, con i
laboratori per la documentazione,
Fig. 6 - La ruota idraulica sul canale specie cinematografico-audiovisiva;
della fucina di S. Bartolomeo c) la mostra permanente “La fabbrica
del cinema”, avente come obiettivo
Il Museo del Ferro svolge una di far conoscere al vasto pubblico i
efficace attività, soprattutto didattica, segreti della tecnica cinematografica.
anche per la curiosità che suscita lo Particolarmente significativa questa
svolgimento dal vivo di un’attività sezione dedicata alla cinematografia,
millenaria e di forte impatto, nel sia per l’ampiezza e l’interesse delle
contesto della città e di un territorio apparecchiature raccolte (sono quasi
fortemente urbanizzati, oltre che per completamente presenti i macchinari
il suo significato storico.6 della Gamma Film di Roberto
Gavioli, legata alla realizzazione di ricche in assoluto di eccellenze in
cortometraggi pubblicitari7 e del campo manifatturiero, con numerose
Cinestabilimento Donato di Milano, PMI di ultima generazione8.
anch’esso operante nel settore
pubblicitario e della post-produzione, La Sede Centrale del MusIL
legato in modo significativo allo
sviluppo industriale italiano) sia per
le possibilità di intervento interattivo
dei visitatori, particolarmente dei più
giovani.

Fig. 8 - Due immagini della futura sede


centrale del Museo

L’idea di un Museo dedicato al


Fig. 8 - Una titolatrice per cartoni mondo dell’industria elaborata in un
animati (Gamma Film di Gavioli) contesto di studi sull’archeologia
industriale spiega la scelta di puntare
Struttura dell’edificio e su un edificio e un luogo densi di
organizzazione degli spazi si memoria storica, ma colpiti da una
prestano a iniziative di carattere rapida e radicale trasformazione, che
temporaneo, quali mostre ed eventi. ha lasciato poche tracce del tempo
Il sistema MusIL trova così in delle fabbriche, per un secolo
Franciacorta, un luogo già di per sé presenza dominante di quella parte di
ricco di valenze turistico-culturali, città. Brescia ha un rapporto denso e
una sorta di grande vetrina, senza con complesso con la propria storia di
ciò tradire in nulla la sua vocazione, città industriale, sicuramente con
in sintonia con il tessuto poche propensioni per la pura
imprenditoriale della zona, tra le più rievocazione nostalgica del passato,
sia pure nobile, del lavoro, delle Nel caso del MusIL il rapporto con il
industrie, delle imprese. La scelta, passato industriale non sarà
già illustrata, della dimensione puramente conservativo né una
territoriale e del coinvolgimento di semplice citazione. Il progetto
un’area vasta e diversificata, con architettonico prevede un’autentica
identità policentriche orgogliose della rivitalizzazione e nobilitazione della
propria storia, ha consentito di fabbrica dismessa, sfruttandone e
stimolare un centro dubbioso di rispettandone la vocazione funzionale
fronte ad un’operazione considerata utile alle esigenze del museo,
troppo legata ad un’identità da cui si consentendone un utilizzo flessibile e
voleva prendere congedo, pur con fortemente articolato al suo interno,
tutti gli omaggi del caso. al limite realizzando più “musei” e
Su questo sfondo, certo non più “mostre” dentro uno stesso
ininfluente, idee fondanti ed obiettivi museo.9
del museo sono stati Rispetto ad un edificio costruito ex
progressivamente messi a fuoco e novo, ci sono sicuramente dei vincoli
definiti, senza tradire l’impostazione e dei costi, ma il valore aggiunto
iniziale, nella consapevolezza che giustifica la scelta, a parte il grande
l’immagine del MusIL si gioca vantaggio della posizione ottimale
principalmente attorno alla sua Sede rispetto al centro cittadino e alla
Centrale. viabilità di accesso. Nell’ottica del
Proprio l’edificio destinato ad Museo il valore aggiunto deriva dalla
ospitare la Sede Centrale del MusIL fruibilità e leggibilità, in termini
ne è testimonianza: siamo di fronte storico-industriali, del reperto
ad una fabbrica medio-grande, ad alta monumentale costituito dalla fabbrica
densità di lavoro, non solo nei periodi stessa. Una scelta impegnativa che
di mobilitazione bellica, circondata, differenzia nettamente il MusIL da
sino a poco tempo fa, da altre altri musei della tecnica, incentrati
fabbriche cittadine, a loro volta sulle macchine e indifferenti al
contigue ad altri insediamenti contenitore, cioè al contesto e in
industriali sulla direttrice per Milano, definitiva alla dimensione storica in
non tutti dismessi, con una superficie senso proprio, che invece è fondativa
complessiva dell’ordine di oltre un dell’identità del MusIL e di come
milione di metri quadrati. questi si rapporta all’evoluzione della
Prima ancora che per i suoi contenuti, tecnologia, ritenendo che essa sia
il riuso della ex Metallurgica incomprensibile, illeggibile e non
Tempini rientra nella problematica comunicabile, se rinserrata in sé
europea e nord-americana del riuso e stessa, astorica, avulsa dal contesto
rivitalizzazione delle aree industriali sociale, culturale, ambientale. La
dismesse, da sottrarre al destino del scommessa consiste nel coniugare la
degrado. conoscenza della evoluzione
tecnologica (sempre più inscindibile un’altra caratteristica distintiva del
da quella scientifica e legata a qualità MusIL: l’ambizione di essere e
e quantità dei reperti fisici) con sempre più di diventare un centro di
quella del contesto sociale, un ricerca e di divulgazione, di didattica
obiettivo al cui perseguimento può e di formazione, costruito su solide
dare un grande apporto il lavoro sul basi documentarie, con una forte
patrimonio immateriale, sui saperi attenzione per la cultura
che rendono possibili, attivano e dell’industria, la storia della tecnica e
rinnovano le macchine e le tecniche. del lavoro, gli intrecci complessi tra
Considerando la ripartizione degli industrializzazione e modernità,
spazi disponibili, la superficie delle operando sui tempi lunghi, senza
aree destinate alle Esposizioni badare alle mode ma con una forte
permanenti (mq 5.500) è circa un attenzione all’attualità, ai problemi
terzo della superficie totale10. È un che sono veramente attuali perché
dato che sottintende scelte progettuali esprimono le grandi scelte e gli
e gestionali che debbono essere scenari che disegnano il mondo,
evidenziate. In primo luogo la sempre più costruito dalla tecnica e
dimensione relativamente ridotta dalla scienza, sempre più espressione
degli spazi destinati alle mostre di una civiltà delle macchine.
permanenti è giustificabile solo In fondo, per l’Italia, molto avara di
tenendo conto di quanto già detto del attenzioni per i musei dell’industria,
MusIL come sistema policentrico. sarebbe una sorta di ritorno alle
Le sezioni tematiche individuate e di origini, quando negli anni
cui è in corso il progetto di pre- dell’unificazione nazionale i musei
allestimento concernono: Energia, industriali tennero a battesimo la
Metallurgia, Meccanica, Tessile, cultura politecnica, culla delle punte
Tipografia. Accanto alle esposizioni avanzate della nostra tardiva
permanenti sono previsti laboratori industrializzazione.
didattici e per esperienze dal vivo. Il
Museo comprende poi due sezioni
speciali: una dedicata al Cinema,
l’altra al Novecento italiano, facendo
leva sulle ricche collezioni messe a
disposizione dalla Fondazione Luigi
Micheletti, l’ente che per primo ha
promosso il Museo di Brescia.
Gli ampi spazi previsti per la
conservazione e l’utilizzo della
documentazione, di gran lunga Fig. 9 - Un reperto di forte impatto
superiori alla media dei musei di visivo: autoblinda FIAT Ansaldo, del
analoghe dimensioni, denotano 1941
Rilevanti, accanto agli spazi per le sulla piazza che separa il museo
attività culturali, sono gli spazi di dall’ex laminatoio, destinato ad uso
transito e di servizio. Tali spazi, in promiscuo.
particolare la hall d’ingresso e il In questo caso l’obiettivo è di
foyer verso uno “specchio d’acqua”, richiamare l’antica atmosfera del
dialogheranno direttamente con la luogo, valorizzando le notevolissime
galleria denominata “vetrina foto d’epoca della collezione Negri,
dell’innovazione”, nella prospettiva con scorci primo-novecenteschi degli
di dare visibilità al meglio della interni ed esterni delle fabbriche che
produzione e della tecnologia, in occupavano l’area oggi interessata da
chiave conoscitiva, con l’obiettivo di radicali processi di abbattimento e
coinvolgere, attraverso esposizioni riedificazione, eccettuato l’edificio
per loro natura temporanee e a del Museo, di cui si evidenzierà le
frequente rotazione, non solo il caratteristiche di compatibilità
pubblico degli addetti ai lavori, ambientale.
inevitabilmente di nicchia, ma tutti
coloro che possono essere interessati
al progresso tecnologico.
Un richiamo forte ma isolato alla
dimensione propriamente museale,
sarà dato da un reperto d’epoca di
dimensioni monumentali collocato
nella zona d’ingresso.

Fig. 10 - Una foto d’epoca


Fig. 11 - Due esemplari dalle collezioni
Una diversa destinazione è prevista del Museo: in alto, un torchio litografico
per lo spazio denominato “Stoà” , a stella di fine ’800 (Mandelli, Milano);
corrispondente al corridoio che si sotto, un telaio a schede perforate degli
affaccia da un lato verso le anni ’60 del secolo scorso (prod.
Esposizioni permanenti e dall’altro Galileo).
In una posizione intermedia tra gli di promozione e di riflessione sulla
spazi di transito e le Esposizioni innovazione tecnologica; g) svolgere
permanenti si viene a trovare lo la funzione di osservatorio sulle
spazio per una “Mostra temporanea” trasformazioni del lavoro e
con una superficie utile di oltre 1.000 dell’industria.
mq, concepita in termini modulari Nel quadro illustrato un elemento di
per consentire usi differenziati a criticità è il ritardo con cui si sta
seconda delle esigenze. L’arco procedendo nella realizzazione della
tematico possibile è senz’altro ampio Sede Centrale. Di sicuro il suo
ma la gestione dovrebbe privilegiare completamento consentirebbe di far
il forte rapporto che lega l’arte fare al sistema un salto di qualità;
contemporanea alla tecnologia, esistono infatti le premesse per un
rivolgendo costante attenzione a tutte ampliamento controllato, e in buona
le forme espressive, in primis la misura già prefigurato, che
fotografia, che comportano l’utilizzo consentirebbe al sistema MusIL di
di strumenti tecnici moderni e fanno competere alla pari con i più
ricorso alla multimedialità. importanti musei europei della
tecnica e dell’industria, arrivando
Conclusioni all’appuntamento dopo aver
sperimentato formule gestionali a
Riassumendo, è previsto che il museo costi estremamente ridotti, se
venga allestito e operi avendo ben confrontati con strutture analoghe, e
chiare le proprie finalità, così tenendo conto del ruolo che può
riassumibili: a) fungere da centro svolgere nella diffusione della cultura
propulsore di un sistema museale che tecnico-scientifica, della cultura
si prefigge di far conoscere la storia industriale e del lavoro, a fronte della
dell’industrializzazione italiana, a necessità di rinnovare il capitale
partire dal caso emblematico di umano e sociale che ha consentito in
Brescia e del Bresciano; b) passato notevoli risultati ma che sta
tramandare e, per quanto possibile, esaurendo il suo ciclo.
conservare il patrimonio materiale e
immateriale della civiltà industriale;
1
c) promuovere lo studio della storia Va segnalato che in genere, dato che gli
studi di storia dell’industria sono per lo più
della tecnica, dell’industria e del retaggio delle Facoltà di Economia,
lavoro11; d) promuovere, anche l’attenzione è rivolta ai documenti di carattere
presso il grande pubblico, la gestionale ed amministrativo piuttosto che a
diffusione della cultura tecnico- quelli strettamente tecnologici.
scientifica; e) fungere da laboratorio 2
l’idea iniziale è legata ai nomi di Luigi
permanente per le istituzioni Micheletti ed Eugenio Battisti. Cfr. AA.VV.,
formative; f) fornire alle aziende, alle Museo dell’Industria e del Lavoro. Una
università e centri di ricerca una sede
proposta per la città, Fondazione Luigi pubblicità, l’industria dei beni di consumo,
Micheletti, Brescia, 1989. fornisce un contesto storico-culturale,
elementi di memoria, spunti di curiosità ad un
3
L’accordo coinvolge oltre alla Regione pubblico molto più variegato e sorprendente
Lombardia ed al Comune di Brescia, di quanto non appaia.
l’Università degli Studi, la Provincia ed altri 9
enti pubblici e privati il progetto è il risultato di un concorso
internazionale vinto dagli architetti Jan
4
Ad esempio, si sta sviluppando il sito Kleihues e Klaus Schuwerk.
www.musil.bs.it per creare un “portale” 10
come interfaccia del “Sistema bresciano dei includendo una Biblioteca moderna, gestita
musei dell’industria e del lavoro”, di cui la dal Comune, ma concepita in termini di piena
Fondazione MusIL si fa promotrice. integrazione con il Museo dal punto di vista
dei contenuti
5
La realizzazione di impianti funzionanti e 11
fruibili a scopi didattici e dimostrativi pone di già ora la struttura del Museo opera a
fronte a gravi problemi per quanto riguarda le supporto al corso di “Storia delle Tecnologie”
norme di sicurezza. Quelle vigenti (e attivato presso la Facoltà di Ingegneria.
logicamente valide) prevedono interventi,
accessori e strutture evidentemente
incompatibili con il mantenimento delle
condizioni originali. Occorre pensare ad
interventi legislativi ad hoc, come d’altra
parte già avviene per le auto d’epoca che
logicamente non sono assimilabili a quelle di
produzione corrente.
6
il canale che muove le ruote idrauliche del
Museo del Ferro è lo stesso che dava forza
motrice alla Metallurgica Tempini, ora Sede
Centrale del MusIL, e le cui acque tuttora
scorrono sotto di essa.
7
La Gamma Film è stata una delle maggior
aziende produttrici di film d’animazione, fra
cui i famosi “Caroselli” per la televisione, ma
anche all’avanguardia sotto l’aspetto
tecnologico, con innovazioni e brevetti per
macchine ed attrezzature
8
L’elemento che maggiormente caratterizza
è il rapporto con una grande realtà
commerciale come l’Outlet di Franciacorta,
che vanta circa tre milioni di clienti all’anno.
La collocazione in tale contesto di un museo è
un’esperienza nuova per l’Italia, con risvolti
inesplorati. La scelta di un’offerta museale,
che privilegia il cinema, la televisione, la
3° Convegno Nazionale di Storia dell’Ingegneria
Napoli, 19-20-21 Aprile 2010

Il Museo dell’Industria a Brescia


EMILIO CHIRONE, PIER PAOLO POGGIO

Il progetto del MUSIL, Museo dell’Industria e del Lavoro di Brescia, mirante alla valorizzazione ed alla illustrazione del patrimonio di archeologia industriale e di documentazione
materiale delle origini della vocazione industriale bresciana, rappresenta un punto di riferimento indispensabile per la storia della tecnica, dello sviluppo industriale ed ovviamente
dell’ingegneria a questo sviluppo connessa. Il Museo, ora in fase realizzativa, si propone anche come strumento per l’evoluzione culturale e scientifica del territorio, compreso il settore
della ricerca sui fondamenti e lo sviluppo delle tecnologie.

Musil Sede Centrale


La sede centrale del Musil nascerà a Brescia (l’apertura del cantiere è prevista per il 2010)
in una fabbrica metallurgica sorta nella prima periferia industriale della città, fra Otto e
Novecento, oggetto del grande progetto di riqualificazione urbana che sta ridisegnando
quest’area ex industriale a ridosso della città storica. Considerando la ripartizione degli
spazi disponibili, la superficie delle aree destinate alle Esposizioni permanenti (mq 5.500)
è circa un terzo della superficie totale. Gli ampi spazi previsti per la conservazione e
l’utilizzo della documentazione denotano un’altra caratteristica distintiva del Musil:
l’ambizione di essere e sempre più di diventare un centro di ricerca e di divulgazione, di
didattica e di formazione, costruito su solide basi documentarie, con una forte attenzione
per la cultura dell’industria, la storia della tecnica e del lavoro, gli intrecci complessi
tra industrializzazione e modernità. Nei depositi del Musil sono immagazzinate più di
2.000 macchine e una vastissima mole di materiali documentari. Si tratta di centinaia di
tonnellate di reperti industriali che spaziano dal settore cinematografico e televisivo al
metalmeccanico, al tessile, al tipografico.

Musil Rodengo Saiano


Il terzo polo museale, aperto al pubblico in Rodengo Saiano nel 2009, ha caratteristiche
peculiari; il suo rapporto con la Sede Centrale è molto stretto, ponendosi come una
sorta di proiezione esterna o sede distaccata e come centro operativo del MusIL
sino all’apertura della Sede Centrale, mantenendo poi le proprie funzioni specifiche
soprattutto come deposito e laboratorio per le collezioni. Realizzato all’interno di
un moderno edificio di tipo commerciale, su oltre 4.000 mq, è articolato in tre parti
funzionali: a) il magazzino, con annessa officina; b) gli uffici, con i laboratori per la
documentazione, specie cinematografico-audiovisiva; c) la mostra permanente “La
fabbrica del cinema”, avente come obiettivo di far conoscere al vasto pubblico i segreti
della tecnica cinematografica. Particolarmente significativa questa sezione dedicata
alla cinematografia, sia per l’ampiezza e l’interesse delle apparecchiature raccolte sia
per le possibilità di intervento interattivo dei visitatori, particolarmente dei più giovani.

Musil - Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo


La prima sede completata e aperta al pubblico nel 2008 è il Museo dell’Energia Idroelettrica
di Cedegolo, al centro della Valcamonica, realizzato in una imponente e solida centrale
idroelettrica degli inizi del Novecento. È stato pensato come tassello indispensabile
del progetto complessivo, proprio perché l’energia idroelettrica ha reso possibile lo
specifico processo italiano di industrializzazione e perché la questione energetica non
può non costituire uno degli assi portanti di una istituzione che si prefigge di indagare
e divulgare conoscenza tecnico-scientifica, sul tema industria-modernità, sia in chiave
storica, sia indirizzando l’attenzione sugli scenari che ci stanno davanti. Il Museo è stato
progettato e realizzato individuando due assi principali nella narrazione ed esposizione:
quello tecnicoscientifico e quello storicoindustriale, privilegiando nel primo caso il fascino
dei grandi fenomeni naturali indagati dalla scienza (atmosfera, ciclo dell’acqua, natura
dell’energia), nel secondo la dimensione antropologica del lavoro, nel contesto di opere
colossali (grandi impianti metallurgici, dighe, condotte forzate, etc.).

Musil - Museo del Ferro


Il Museo del Ferro di Brescia, è stato inaugurato negli anni Novanta attraverso il
restauro dei locali di un antico maglio, in una zona periferica di collegamento tra la città
e la Val Trompia (territori di antica vocazione manifatturiera). La struttura, ha visto due
interventi principali: il ripristino del maglio (ora perfettamente funzionante e molto utile
per attività dimostrative) e la realizzazione di una grande ruota idraulica, partendo da
un disegno d’epoca, con produzione di energia elettrica. Il Museo del Ferro svolge una
efficace attività, soprattutto didattica, anche per la curiosità che suscita lo svolgimento
dal vivo di un’attività millenaria e di forte impatto, nel contesto della città e di un territorio
fortemente urbanizzati, oltre che per il suo significato storico.

museo
Università degli Studi di Brescia
fondazionemusil dell’industria
Dipartimento di Ingegneria Via Cairoli 9 25122 Brescia Italia e del lavoro
T. 030 3750663 - F. 030 2404554
Meccanica ed Industriale
fondazione@musil.bs.it - www.musil.bs.it
brescia
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