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I SAGGI DI
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| I SAGGI DI
Annunciazioni
i tutte le annunciazioni che popolano la storia umana e le sue svariate tradizioni, al semiologo non interessa la fonte in s, il numinoso che allumano si rivolge per significargli di volta in volta la propria presenza, intenzione, sensibilit; interessa, piuttosto, il modo in cui a seconda delle epoche storiche, dei contesti culturali,
delle vicende sociali, ma anche delle sensibilit individuali, uomini e donne hanno utilizzato i materiali del mondo, quelli dellimmanenza, per forgiare i significanti del divino. Ovvero, specularmente, il modo in cui hanno immaginato, e creduto con fermezza,
che tali materiali divenissero dun tratto appannaggio di una divina intenzione di comunicare, stoffa della rivelazione, parole annuncianti. Al teologo, non al semiologo,
spetta immaginare la ricostruzione della totalit a fronte della quale si dipana il messaggio divino nella sua vicenda immanente. Al semiologo tocca invece un compito che
insieme pi modesto e pi costrittivo; innanzitutto raccogliere e inventariare queste tracce: in quali circostanze gli uomini e le donne hanno raccontato e raccontano
di un loro incontro con il divino? Utilizzando quali segni? Piegandoli a quali necessit comunicative? Il compito successivo, pi arduo, analizzare questi segni, con gli
strumenti di cui dispone la metodologia semiotica, per capire se si possano in qualche modo catalogare, suddividere in tipologie, distribuire in atlanti che, anche al di
l e a dispetto delle differenze dorigine storica e confessionale, manifestino nondimeno dinamiche comuni nella costruzione e nellelaborazione del linguaggio.
Lexia
LEXS
assimo Leone docente di semiotica e semiotica della cultura presso il Dipartimento di Filosofia dellUniversit di Torino. stato ricercatore invitato presso il CNRS di Paris e il CSIC
di Madrid, professore Fulbright presso il Graduate Theological Union di Berkeley, professore
Endeavour Research Award nella Monash University di Melbourne, professore Faculty Research Grant presso lUniversit di Toronto, professore invitato Mairie de Paris" presso la Sorbona e professore invitato presso l'cole Normale Suprieure di Lione (Collegium de Lyon). Le
sue ricerche si concentrano sulla semiotica e sulla semiotica della cultura. autore di tre monografie: Religious Conversion and Identity The Semiotic Analysis of Texts, Routledge, Londra e New York 2004; Saints and Signs A Semiotic Reading of Conversion in Early Modern
Catholicism, Walter de Gruyter, Berlino e New York 2010; e dellopera in tre volumi Smiotique
de lme, Presses Acadmiques Francophones, Berlin et al. 2012. stato curatore di quindici volumi collettivi e autore di circa trecento articoli su riviste specializzate in italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, bulgaro, cinese, lettone, persiano e altre lingue.
In copertina
Deborah Bell, The Annunciation, 1995, tecniche miste su carta,
Washington, DC, National Museum of African Art
euro 52,00
ARACNE
ISBN 978-88-548-6392-7
Lexia
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Massimo Leone
ANNUNCIAZIONI
PERCORSI DI SEMIOTICA DELLA RELIGIONE
Tomo 1
Prefazione di
Ugo Volli
I SAGGI DI LEXIA
Direttori
Ugo V
Universit degli Studi di Torino
Guido F
Universit degli Studi di Torino
Massimo L
Universit degli Studi di Torino
I SAGGI DI LEXIA
Massimo Leone
Annunciazioni
Percorsi di semiotica della religione
Tomo
Prefazione di
Ugo Volli
Copyright MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
via Raffaele Garofalo, /AB
Roma
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Indice
Prefazione
Introduzione generale
Parte I
Ontologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Libert: metafisica e fisica
Capitolo II
Infinito: natura e cultura
Parte II
Pneumatologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Rivelazione: trascendenza e storia
Capitolo II
Legge: mediazione e immediatezza
Capitolo III
Anima: volatilit e raffigurazione
Capitolo IV
Grazia: volont e predestinazione
Annunciazioni
Capitolo V
Conversione: permanenza e cambiamento
Parte III
Topologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Ascesi: luogo e vuoto
Capitolo II
Tempio: realt e virtualit
Capitolo III
Citt: omofilia ed eterofilia
Capitolo IV
Processione: stasi e movimento
Capitolo V
Caduta: dannazione e salvezza
Parte IV
Somatologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Corpo: interiorit e manifestazione
Capitolo II
Reliquia: intangibilit e commercio
Capitolo III
Transustanziazione: rapporto e identificazione
Capitolo IV
Miracolo: fede e scienza
Indice
Capitolo V
Digiuno: ascesi e ricetta
Parte V
Simbologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Emblema: logos e logo
Capitolo II
Vessillo: separazione e racconto
Capitolo III
Preghiera: tradizione e invenzione
Parte VI
Crittologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Profezia: indeterminazione e destino
Capitolo II
Enigma: ignoranza e intellegibilit
Capitolo III
Glossolalia: comprensibilit e mistero
Parte VII
Iconologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Volto: visibilit e contatto
Annunciazioni
Capitolo II
Velo: nascondimento e immaginazione
Capitolo III
Reliquiari: ostensione e occultamento
Capitolo IV
Diagrammi: immaginazione e trascendenza
Capitolo V
Fotogrammi: trapasso e resurrezione
Parte VIII
Fonologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Tazieh: performance e sacrificio
Capitolo II
Campana: prossimit e distanza
Parte IX
Assiologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Tentazione: forma e forza
Capitolo II
Morale: rigore e lassit
Capitolo III
Fondamentalismo: rigidit e mutevolezza
Capitolo IV
Violenza: interpretazione e uso
Indice
Capitolo V
Estasi: fuoriuscita e dimora
Parte X
Teleologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Comunit: convivenza e conflitto
Capitolo II
Tradimento: necessit e rottura
Capitolo III
Ospitalit: divisione e accoglienza
Conclusioni
Indice analitico
Ringraziamenti
Prefazione
Sacro ci che una societ, una cultura, unecumene, un popolo riconoscono come la dimensione (fisica, mentale, metafisica) da
cui dipendono i valori; santo ci o colui che li realizza nella vita,
religione la pratica che ci lega e ci fa partecipare a queste realt, comunicandocele. Pur nellimmensa variet dei riti e delle fedi (o della loro
assenza), non si conoscono esempi di culture in cui manchino dispositivi sociali per svolgere il compito fondamentale di decidere e diffondere
i valori su cui si misurano i fini individuali e collettivi. Teologia, sociologia, storia, psicologia hanno naturalmente voce nel comprendere
questi meccanismi, giustificarli, classificarli, spiegarne levoluzione,
criticarli. Ma chiaro che in questa dimensione religiosa vi sempre un lato essenziale che riguarda la comunicazione e il senso, un
aspetto semiotico.
Non sto richiamando qui solo il fatto che per realizzarsi il sacro e
il santo devono necessariamente generare in una forma o nellaltra
un discorso religioso, dunque vestirsi di segni, come si esprime Massimo Leone in questo libro con unefficace metafora. che il senso
stesso del mondo e delle persone, come viene percepito socialmente,
dipende da quel sistema di valori che il sacro manifesta ed esprime.
Ogni teologia, proprio per poter essere un logos, ha natura semiotica;
ma ogni semiotica, se scava sufficientemente a fondo nei propri oggetti finisce con incontrare una base teologica, o almeno religiosa, un
fondamento obbligante da cui ogni valutazione dipende. Se tutto il senso
narrazione e ogni narrazione acquista il proprio carattere orientato
dal rapporto con qualche cosa che si vuole o si teme, si insegue o
si fugge ci che si usa chiamare oggetto di valore , lorigine
e il fondamento dei valori, cio il sacro, la garanzia ultima del senso.
Naturalmente questo sacro pu presentarsi anche in maniera del tutto
laica, come umanit, giustizia, potere, vita; ma non sar comunque
solo un oggetto del mondo, avr sempre un carattere di trascendenza.
Non vi senso che non origini in una trascendenza.
Prefazione
Prefazione
Introduzione generale
Annunciazioni
Di fronte a questo titolo, al lettore con una qualche familiarit con la
cultura cristiana verranno subito in mente raffigurazioni pittoriche
celebri di uno degli istanti pi toccanti del racconto evangelico, quando un messaggero della trascendenza annuncia a unignara vergine
che accoglier lincarnazione umana del divino. Lirrompere del sacro
nei destini della storia attraverso la luminescenza dellarcangelo, e la
sua parola tersa e definitiva; la gamma di emozioni sul volto e nel
corpo della fanciulla, dalla sorpresa allo sgomento; lo spazio di una
cameretta che diviene improvvisamente tempio, squarcio atemporale nella tessitura della quotidianit: i grandi artisti della cristianit,
primo fra tutti lAngelico, ci hanno lasciato immagini straordinarie
di questo avvenimento, visioni potentemente evocatrici del mistero
dellAnnunciazione.
Il titolo per parla di annunciazioni al plurale, oltre che minuscole,
perch non solo dellAnnunciazione cristiana intende occuparsi, e
non solo di quella raccontata nei Vangeli e raffigurata dagli artisti, ma
piuttosto di tante, variegatissime annunciazioni.
Il libro parte dal presupposto che il sacro non mai nudo.
Non di una trascendenza scevra da ogni determinazione umana
che gli individui, i gruppi, e le culture fanno e tramandano lesperienza, bens di una sacralit perennemente rivestita, abbigliata, acconciata
(Eco ) . La metafora vestimentaria vuole suggerire lessenza dellapproccio semiotico alla religione, al sacro, alla trascendenza. Di
tutte le annunciazioni che popolano la storia umana e le sue svariate tradizioni, al semiologo non interessa la fonte in s, il numinoso
che allumano si rivolge per significargli di volta in volta la propria
presenza, intenzione, sensibilit; interessa, piuttosto, il modo in cui
a seconda delle epoche storiche, dei contesti culturali, delle vicende
. I riferimenti bibliografici sono inseriti alla fine di ciascun capitolo.
Introduzione generale
Introduzione generale
Introduzione generale
Introduzione generale
Definizioni
Nello studiare le annunciazioni del sacro, un primo ostacolo in cui il
semiotico simbatte quello, caro a molte discipline, della definizione. Se la semiotica della religione studia i segni con cui gli uomini
fanno parlare gli dei, come circoscrivere il dominio di questi segni?
Come identificare quali formule del senso possano essere annoverate
nellambito della religione e quali no? E poi, come dissipare la grossolanit di un approccio che non riconosca distinzioni fra religione,
sacro, trascendenza, numinoso, divino?
Come noto, nello studio dei fenomeni religiosi si sono delineate
due tendenze di definizione, una sostanziale, laltra situazionale (Filoramo ). Nel primo caso, si spesso preteso di aver penetrato e
descritto il carattere essenziale del sacro. Note definizioni sostanziali,
come quelle di Rudolph Otto (), Gerardus van der Leeuw ()
e Mircea Eliade (), possono essere considerate tentativi di riprodurre il modo in cui un credente evoca certe qualit dellesperienza
associabili con il sacro. Da questo punto di vista, il sacro stato identificato come una manifestazione misteriosa, terrificante o potente
della realt, piena di significato ultimo.
Al contrario, unanalisi situazionale, che si pu far risalire allopera
di mile Durkheim (), ha situato il sacro come nesso di pratiche umane e progetti sociali. Aderendo allintuizione di Arnold van
Gennep sul ruotare del sacro (), gli approcci situazionali hanno
sostenuto che nulla inerentemente sacro. Il sacro da questa prospettiva non pieno di significato ma significante vuoto. Come ha proposto
Claude LviStrauss (), esso sarebbe un valore di significazione
indeterminata, in s vuoto di significato e perci suscettibile di recepirne uno qualunque. A tal riguardo, allora meglio intendere il termine
sacro come una forma aggettivale o verbale, un segno di differenza
che pu essere virtualmente assegnato a qualunque cosa attraverso
lattivit umana della consacrazione. Come termine situazionale, dunque, il sacro non n pi n meno che un complemento nozionale al
continuo lavoro culturale di sacralizzazione dello spazio, del tempo,
delle persone e delle relazioni sociali.
La divergenza fra una definizione sostanziale e una situazionale del
sacro forse particolarmente evidente nellanalisi dello spazio sacro.
Mircea Eliade riteneva che il sacro irrompesse, si manifestasse o appa-
Introduzione generale
Riferimenti bibliografici
A D. () Annonciation / nonciation: remarques sur un nonc pictural
au Quattrocento, Versus. Quaderni di studi semiotici, numero monografico su Semiotica della pittura: microanalisi a cura di O. Calabrese,
, gennaioaprile: .
B . () Problmes de linguistique gnrale I, Gallimard, Parigi.
Introduzione generale
Annunciazioni
P I
Introduzione
Annunciazioni
Introduzione
da un lato sullimmaginazione metafisica dellontologia che lo sottende, e dallaltro sullanalisi fisica dei meccanismi che ne sostanziano
lemersione a partire da tale sostrato.
Il primo capitolo della prima sezione ipotizza che il linguaggio
sia essenzialmente infinitudine. Capacit, forse solo umana, di elaborare costruzioni simboliche infinite a partire da un numero finito
di materiali simbolicamente inerti. allora concependo lontologia
del linguaggio come ontologia dellinfinito che il senso religioso pu
essere a sua volta circoscritto quale manifestazione fra le pi alte del
principio a fondamento del linguaggio, e al contempo dellumano: nel
senso religioso, insomma, gli esseri umani coltivano, come forse in
pochi altri ambiti della civilt e dellesistenza, il gusto dellinfinitudine
che al tempo stesso li distingue e li condanna.
Dal nesso tra infinitudine del linguaggio e infinitudine del senso
religioso derivano conseguenze essenziali per la definizione del lavoro semiotico. Come si gi sottolineato, la semiotica non si cura
di ontologie, ma di fenomenologie del senso. Tuttavia le seconde
non possono non presupporre le prime, ed esserne inesorabilmente
influenzate. Porre lontologia del senso religioso quale epitome del
linguaggio inteso come esercizio dinfinitudine significa situare la
fenomenologia allinsegna di due concetti: potenzialit e libert.
Da un lato, se il linguaggio si esercita a partire da un orizzonte
dinfinitudine, ogni manifestazione del senso non comprensibile e
delucidabile se non sullo sfondo di una negativit potenziale illimitata:
il senso di ogni detto, di ogni espresso, scintilla che si accende nel
vasto cielo di una notte infinita, gravida di tutte le scintille che si
sarebbero potute accendere al suo posto ma che invece rimangono
nelloscurit. Laccesso allinfinitudine insomma fonda il linguaggio,
e con esso lumanit, eppure tale accesso sempre viziato dal fatto
che ogni manifestazione prodottasi grazie ad esso ineluttabilmente
finita. Gli esseri umani possono elaborare infinite catene di simboli,
ma solo potenzialmente. Di fatto, essi rivelano soltanto frammenti
finiti dellinfinitudine, somma dannazione.
Dallaltro lato, se ogni manifestazione del senso, pur nella sua finitezza, si staglia sullo sfondo di una potenzialit infinita, allora ne
decorre che ogni scintilla di senso gode, pur nella sua finitudine, di
una sconfinata libert. Gi nella negativit essa si esprime: giammai il
linguaggio obbliga a dire, esso ne d piuttosto lopportunit. Dietro
Annunciazioni
Introduzione
Annunciazioni
Introduzione
Annunciazioni
Introduzione
Annunciazioni
cercano di addomesticarlo, le sue grammatiche, non sono mai semplicemente natura; sono, al contrario, sempre cultura, negoziazione
simbolica in cui il vivente non pi solo di fronte alluniverso ma
lo esplora a mezzo di ipotesi simulacrali necessariamente condivise
nonch perennemente cangianti.
In terzo luogo, questa filosofia del senso religioso istituisce lopportunit, ma anche il problema, di uno scardinamento dei confini
definitori abituali del concetto di sacro. Se il fondamento del sacro
il linguaggio, inteso come facolt dinfinitudine, allora in ogni fenomeno semiotico pu rilucere, in un certo senso, questo barlume di
sacralit; manifesta dunque il sacro ogni significazione in cui lumano eserciti efficacemente la propria natura dinterfaccia dellinfinito,
istituendo significazioni che lo evocano pur nella loro finitezza, che
lo catturano senza scadere n nellabisso di una potenzialit eslege
n nel vicolo cielo di una meccanicit insensata. I discorsi del sacro
sarebbero dunque da questo punto di vista evidentemente molto
astratto assai prossimi a quelli della poesia, dellarte, e di tutte quelle forme di semiosi il cui principio fondamentale poggi sul desiderio
di costruire un equilibrio perfetto fra abbraccio di uninfinita libert e
consapevolezza di una finitezza necessaria.
Produrre una fenomenologia che discenda senza salti n ostacoli
da questa ontologia del sacro, prodotto a sua volta di una precisa ipotesi metafisica, impresa assai ardua: come distinguere fra diverse
grammatiche del sacro, e come categorizzarle? Come osare disporle
in unassiologia che ne valuti la corrispondenza con un telos? E poi,
passando dalla metafisica del senso religioso alla sua fisica: come descrivere, analizzare e giustificare il cambiamento culturale, inteso in
questo quadro come levoluzione di forme sempre nuove di addomesticamento dellinfinito? La storia del senso religioso pu forse
essere riscritta naturalisticamente, come storia dei tentativi che una
specie vivente, quella umana, ha prodotto senza interruzioni al fine
di regolare laccesso degli individui e dei gruppi a una cognizione
simbolica potenzialmente senza limiti?
Sarebbe bellissimo poter sostenere che il presente libro si lancia e
riesce in unimpresa di tal portata, ma non cos. Ricollegare quanto
si scrive nei primi due capitoli, quelli sulla metafisica e lontologia del
senso religioso ovverosia le ipotesi di una sua filosofia evoluzionista
alla miriade di forme significanti colle quali il sacro si manifesta
Introduzione
Capitolo I
Annunciazioni
e che dal punto di vista linguistico coincide con lesercizio della ricorsivit. Gli esseri umani, e forse anche qualche altra specie vivente,
possono ricombinare in modi infinitamente diversi un numero finito
di elementi (Leone ; Leone b; Leone c; Leone In stampa).
Lespressione pi lampante di questa capacit si trova nel linguaggio verbale, ove un numero esiguo di fonemi, tra loro contrapposti
per determinati tratti distintivi, possono essere ricombinati in serie
infinitamente lunghe e varie. Tuttavia, il linguaggio verbale non
che la manifestazione pi cristallina di questo accesso a una potenzialit infinita che caratterizzerebbe lumano, dato che tale accesso
sarebbe allopera in ogni aspetto dellesistenza umana, o perlomeno
in ogni aspetto di essa che sia dotato di senso. Luomo tale, secondo
questangolatura filosoficolinguistica, perch pu rappresentarsi e
costruire infinite alternative rispetto allambiente percepito, senza limiti apparenti che non siano quelli delle energie e del tempo di tale
sperimentazione.
La nozione di libert umana, sempre in questo quadro di riflessione
filosofica sui meccanismi profondi del linguaggio, sarebbe dunque
una conseguenza del rapporto privilegiato che la specie umana intrattiene con linfinito. soltanto perch lessere umano pu porre
linguisticamente infinite varianti del reale, o meglio elaborarne infinite attualizzazioni alternative ognuna parto di un diverso percorso
potenziale che tale essere non schiavo della necessit. Il suo collocarsi nel tempo e nello spazio, infatti, cos come il suo dar luogo a
movimento e azione in rapporto allambiente circostante, non mai
necessario, perch sempre sotteso da unintenzionalit che, avendo
accesso a un infinito potenziale, e dunque a un potenziale infinito,
costantemente soggetto a una scelta. In altri termini, secondo questa
prospettiva filosoficolinguistica lessere umano non schiavo se non
della libert. Esso schiavo della responsabilit delle sue scelte, con
tutto ci che ne consegue sul piano morale (Leone b).
Il primo contributo che le discipline del senso possono offrire a una
riflessione sulla libert religiosa dunque la considerazione che essa
in realt il portato, ma forse anche lespressione pi pura, di unemancipazione dalla necessit del reale, dalla sua univocit, emancipazione
che emerge probabilmente come espediente adattivo per meglio controllare il rapporto con lambiente, prefigurandolo in modi molteplici
prima che essi si realizzino di fatto, ma che produce quale sottopro-
Annunciazioni
Annunciazioni
sensi, lambiente. Anche pregare da soli, per esempio, sia pure nella
vuota solitudine di un deserto, comporta una struttura interiore della
significazione che inevitabile che si costruisca con gli elementi forniti da una certa tradizione, sia pure labile, sia pure lontana (Leone
g).
A maggior ragione, quando la credenza prende corpo non solo
nel tempo e nello spazio al di fuori del foro intimo del fedele, ma
soprattutto nella condivisione che questi instaura con il passato di
una tradizione, con il presente di una comunit, e con il futuro di
unescatologia, allora ancor di pi la libert religiosa non si esercita
solo come principio astratto e inalienabile di esplorazione dellinfinito,
ma anche come costruzione di un mondo simulacrale fatto non gi di
spazi, tempi, e attori, ma di luoghi, calendari, e celebranti.
Le discipline del senso hanno dunque lambizione di osservare,
descrivere, analizzare, e interpretare i modi in cui le religioni, grammatiche dellinfinito, adottano i materiali del mondo, a cominciare
dal tempo e dallo spazio ma senza negligere il corpo, le forme,
i colori, e in generale tutto ci che manifestabile ai sensi ritagliandoli e articolandoli per edificare la propria presenza nel mondo,
una certa casa dellinfinito che i fedeli di una determinata comunit
sono invitati ad abitare. Il modo in cui le culture religiose plasmano
il linguaggio verbale entro la sintassi, la semantica, e la pragmatica
di specifici discorsi spirituali quelli dei testi sacri, del rito, della
preghiera fornisce senza dubbio lesempio pi ricco, e forse anche il pi studiato, del modo in cui la libert religiosa si traduce in
significazione. Tuttavia lo stesso meccanismo di trasformazione della
materialit sensibile dellambiente in superficie espressiva di una certa
grammatica dellinfinito si riscontra in ogni molecola di senso di una
certa cultura e tradizione religiosa, a cominciare, come si detto, da
una certa immaginazione del rapporto fra interno ed esterno, intimo
e pubblico, spirituale e mondano, unimmaginazione fatta di pensiero
visivo interno ma nondimeno influenzata dalla percezione che una
determinata comunit di fedeli ha del mondo e delle sue forme.
Se il primo contributo delle discipline del senso a una riflessione sulla libert religiosa consisteva nellenfatizzarne il legame con
la nozione dinfinita potenzialit, e dunque nel negare ogni limite al
modo in cui lumano pu liberamente esplorare linfinito attraverso i
dispositivi di senso di cui cognitivamente dotato, il secondo contri-
Annunciazioni
Annunciazioni
allora inevitabile che una dimensione essenziale di queste auspicabili metagrammatiche, di questi depositi di regole, ma soprattutto
di tattiche per lo scambio simbolico interculturale sia una dimensione
giuridica: ove lesercizio assoluto della libert religiosa genera conflitto, violenza, e morte, non pu darsi se non un metalivello che limiti
tale stesso esercizio, in quanto la morte, o il dolore che vi conduce, ne
sono lassoluta negazione; se luomo intrinsecamente libero perch
capace di esplorare infinitamente il potenziale, allora luccisione delluomo lo priva di ogni potenzialit, lo riduce dun colpo alla necessit
assoluta della natura cieca, alle leggi fisiche della decomposizione.
La violenza dunque prodromo allimplosione dellinfinito, e ogni
esercizio della libert religiosa che vi conduca produce di fatto una
negazione di s stessa.
Lassolutismo della libert religiosa richiede quindi per definizione
di essere contrastato da una metagrammatica che soppesi con attenzione i limiti intrinseci di ogni formazione simbolica, a partire da quelli
che si sono appena evidenziati. Alla filosofia del diritto spetta di sviluppare una riflessione sui fondamenti di questa misurazione, eppure
ogni costrizione giuridica della libert religiosa che ne scongiuri lo
sfociare in violenta prevaricazione della libert religiosa altrui non
pu non configurarsi come esercizio normativo guidato dalla comprensione dei meccanismi fini della significazione religiosa (Leone
c).
Non infatti in astratto che la libert religiosa pu essere normata. Ogni tentativo di costruire unarchitettura giuridica attorno alla
metafisica della libert destinata a snaturarla, a esercitare la stessa
violenza che simpone nella prevaricazione fra culture religiose. Laspirazione dellumano allinfinito deve rimanere un asintotoguida
della concezione della libert religiosa anche per quanto riguarda la
riflessione giuridica sulla gestione dei suoi codici (Leone d).
Al contrario, al livello pi concreto della fisica della libert religiosa, del suo estrinsecarsi in grammatiche, codici, segni, testi, discorsi,
linguaggi, ma soprattutto del suo paradossale rapporto con i materialia
e i sensibilia attraverso cui costruisce le sue retoriche, che una riflessione giuridica pu condurre ad assetti normativi che non frustrino la
specificit del religioso, la quale anche la specificit dellumano. Bisogner accettare, innanzitutto, che ogni cultura religiosa , in quanto
linguaggio, inchiodata allesigenza della condivisione; come pure alla
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Riferimenti bibliografici
L M. () La religione tra libert e oppressione, in M. Flores (a
cura di), Diritti umani: Cultura dei diritti e dignit della persona nellepoca
della globalizzazione, voll., UTET, Torino, , .
(b) Conflitti religiosi, in M. Flores (a cura di), Diritti umani:
Cultura dei diritti e dignit della persona nellepoca della globalizzazione,
voll., UTET, Torino, : .
(c) Violenza religiosa, in M. Flores (a cura di), Diritti umani:
Cultura dei diritti e dignit della persona nellepoca della globalizzazione,
voll., UTET, Torino, : .
() Agency, Communication, and Revelation, in M. Leone (a
cura di), Attanti, attori, agenti: Il senso dellazione e lazione del senso; dalle
teorie ai territori / Actants, Actors, Agents: The Meaning of Action and the
Action of Meaning; from Theories to Territories, numero monografico di
Lexia, , dicembre, Aracne, Roma.
(b) The Paradox of Shibboleth: Immunitas and Communitas in Language and Religion, in G. Gallo (a cura di), Natura umana
e linguaggio, numero monografico di RIFL: Rivista italiana di filosofia
del linguaggio, , ; accessibile online allindirizzo http://www.
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Capitolo II
.. Strutturalismo e alternativa
Il concetto di alternativa essenziale nello strutturalismo. Il valore di un
elemento dipende strettamente dalla possibilit che esso sia sostituito
da un elemento alternativo. Un elemento che non pu essere sostituito
da un altro non suscita alcun valore in termini strutturali. La forma
pi elementare di sostituzione la negazione: il valore di un elemento
scaturisce dalla possibilit che la sua presenza possa essere sostituita
dalla sua assenza. Gli operatori linguistici di negazione cristallizzano
questa dinamica nel linguaggio verbale, ma lespressione linguistica
della negazione questa forma elementare di alternativa non
la sola. Gli esseri umani possono esercitare un controllo volontario
sulle palpebre per eliminare intenzionalmente la percezione visiva di un
oggetto. Aprendole e chiudendole esperiscono il valore di un oggetto
percepito come risultante dalla possibilit che esso non lo sia pi.
La negazione la forma pi elementare attraverso cui gli esseri
umani esperiscono lidea di valore come basata sullalternativa, ma
non lunica. Questa idea pu essere esperita anche come basata
sulla possibilit di sostituire un elemento con uno differente. Ma
quando lidea del valore di un elemento concepita come basata sulla
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Annunciazioni
.. Motilit e natura
Spiegare il carattere adattivo della capacit umana dillusione con
riferimento alla motilit comporta diversi vantaggi. Il primo: suggerire
che questa capacit non esclusiva della specie umana ma di tutti
quegli esseri che sono toccati dalla motilit. Collegare illusione e
motilit implica la possibilit di concepire un continuum a un estremo
del quale vi sono esseri di motilit minima , come le pietre nei
quali la capacit di esperire la potenzialit anchessa nulla , mentre
allestremo opposto vi sono esseri la cui motilit massima, come
per esempio i delfini, la cui la capacit di esperire la potenzialit
anchessa massima .
Lidea di questo continuum trae ispirazione sia dal modo in cui
Heidegger ordin gli esseri a seconda della loro ricchezza di mondo
() classificazione assai criticata per il suo antropocentrismo e
in parte superata dal filosofo tedesco in una fase successiva del suo
pensiero , sia dalla fonte dispirazione dello stesso Heidegger, gli
scritti di von Uexkll (). Ma non bisogna articolare questo continuum in maniera troppo schematica: a una motilit crescente non
sempre corrisponde una pi sofisticata concezione della potenzialit,
poich vi sono in natura esseri estremamente mobili, per esempio le
meduse, la cui capacit cognitiva di elaborare le potenzialit alternative
insite nella motilit assai scarsa; vero per il contrario: in natura
a una motilit decrescente spesso corrisponde una meno sofisticata
esperienza dellalternativa.
La motilit, anche quella dei vegetali, comporta una qualche forma,
sia pur estremamente elementare, di ponderazione della potenzialit,
e anzi la vita stessa capacit di navigare, in forme pi o meno elaborate, fra potenzialit alternative, possibilit di cambiare posizione
rispetto allambiente per meglio adattarvisi: dallorientarsi delle foglie
verso la luce sino alle sofisticate movenze dei danzatori; la cognizione
. Qui la parola essere usata nella sua accezione ontologica, e soprattutto
heideggeriana, in riferimento a ci che .
. Nellevoluzione, una maggiore complessit biologica conduce a una maggiore
indipendenza da fattori ambientali (Adami et al. ); ma il concetto stesso di complessit
ambiguo, e spesso interpretato antropocentricamente. Qui invece non ci si riferisce a un
concetto generico di evoluzione della complessit ma alla capacit di controllare la motilit
attraverso dispositivi di navigazione della potenzialit sempre pi sofisticati.
Annunciazioni
Se fino a poco tempo fa le meduse erano considerate come protoplasma senza alcun sistema nervoso centrale, le osservazioni di Albert
hanno mostrato che esse sono in grado di esercitare un controllo sulla
propria motilit. Condotta per diversi anni sulle meduse luna della
Roscoe Bay, la ricerca di Albert partiva da una domanda semplice: se
le meduse non sono in grado di controllare i propri movimenti, come
possibile che ve ne sia una popolazione residente? La marea che
spazza quotidianamente la baia, muovendo enormi volumi dacqua,
dovrebbe spostare le meduse come se fossero plancton, spingendole
verso loceano aperto. Invece Albert ha scoperto che le meduse non
fluttuano passivamente nellacqua. Con larrivo della bassa marea cavalcano londa fino a che toccano la ghiaia, quindi simmergono per
raggiungere acque pi calme. Rimangono poi nelloasi di acqua calma
fino al ritorno dellalta marea, quando riemergono e vengono portate
di nuovo nella baia. Inoltre, grazie a rilevatori di salinit, in estate
le meduse evitano lacqua dolce riversata nella baia dallo sciogliersi
delle nevi, immergendosi in profondit fino a trovare acqua di salinit
sufficiente. Infine, esse possono anche aggregarsi in banchi, e attraverso firme molecolari sullesterno della propria campana distinguere
uninnocua compagna da meduse predatrici che potrebbero divorarle:
se una medusa luna viene toccata da una predatrice, fa dietrofront e
schizza via .
Linteresse di queste osservazioni non risiede nellidea che le meduse sono in grado di significare e comunicare in modo simile agli
esseri umani, e che dunque tutti gli esseri viventi siano coinvolti in
un unico processo di semiosi universale. Questa idea non tiene conto
della differenza che corre fra la gestione della motilit delle meduse e
quella degli esseri umani. Entrambi sono dotati di un dispositivo di
rilevazione delle potenzialit, cui consegue la capacit di controllare la
motilit rispetto allambiente, ma solo i secondi dispongono della possibilit di una gestione simulacrale, simbolica, anticipatrice, illusoria
delle alternative di movimento. dunque solo nel secondo caso che
lecito parlare di semiosi cos come la definisce la semiotica contemporanea. Linteresse di queste ricerche consiste invece nellopportunit
di risituare lorigine del linguaggio in un percorso di lunghissima
durata attraverso il quale levoluzione delle specie umana coincisa
. Si vedano le informazioni pionieristiche di von Uexkll sulla biologia marina ().
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indipendente dallevoluzione dei dispositivi cognitivi per il controllo della motilit. Al contrario, la ricerca futura e i dati empirici che
caratterizzeranno il linguaggio e, pi in generale, la semiosi come
un dispositivo particolarmente sofisticato di controllo della motilit
e navigazione della potenzialit tenderanno a corroborare lipotesi.
Le ricerche sullevoluzione dei neuroni specchio saranno cruciali in
questo processo di falsificazione/corroborazione. Qui si proposto
un primo abbozzo di struttura euristica per la ricerca biologica, cognitiva, semiotica, e filosofica sullorigine evolutiva e sulla natura del
linguaggio e della religione.
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P II
Introduzione
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Introduzione
Capitolo I
Tutte le immagini contenute nel volume sono riprodotte per soli scopi scientifici.
. Si legga Smith , p. : With its ordered and formal composition of a line
of Victorian buildings and veranda posts, the painting has been compared [. . . ] to the
metaphysical and architectural paintings of the Italian artist, Giorgio de Chirico; [Con la
sua composizione ordinata e formale di una schiera di edifici vittoriani e pali di verande,
il pittore stato paragonato [. . . ] ai dipinti metafisici e architettonici dellartista italiano,
Giorgio de Chirico].
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culture gli esseri umani esperiscono una realt il cui senso non
comprendono pienamente. Essi intuiscono a volte che questa realt
come un velo, il quale allo stesso tempo nasconde e indica uno strato
segreto sottostante. Tuttavia, non possono rimuovere questo velo
senza lintervento di unagentivit trascendente. Nella tipica scena
di rivelazione, un agente trascendente agisce in modo tale che, per i
suoi destinatari immanenti, ci che prima era velato improvvisamente
si disvela. Questo contatto tra tascendenza e immanenza pu avere
luogo attraverso diversi mezzi e canali, ma implica sempre un quadro
comunicativo, una tricotomia tra un agente trascendente che rivela,
un destinatario immanente della rivelazione, e un elemento sia rivelato
che rivelante il cui statuto quello di ossimorico ponte tra immanenza
e trascendenza.
De Chirico e Drysdale espandono il dominio della rivelazione:
essi immaginano, dipingono, e raccontano una scena di rivelazione
senza agentivit trascendente. La realt ancora nasconde e indica
uno strato segreto sottostante, ma ci che lo disvela non un agente
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[Dio] non ci era mai stato rivelato; Dio era stato rivelato a loro. . . Gondarra riflette sulla cultura spirituale degli aborigeni australiani dal punto di vista di qualcuno che ha abbracciato la tradizione
religiosa giudeocristiana e trova che il passaggio dalla prima alla seconda implica uno slittamento nellontologia della rivelazione. Se nella
tradizione religiosa giudeocristiana, come si suggerito prima, questa
ontologia implica un agente trascendente che compie lintera opera
semiotica della rivelazione, nella cultura spirituale degli aborigeni
australiani esso non pu essere identificato agevolmente, e lopera
semiotica della rivelazione piuttosto appannaggio di quegli agenti
immanenti che ne decodificano la rivelazione, anchessa immanente.
Lesistenza di uno strato metafisico soggiacente a quello fisico della
realt subodorato, ma nessun agente trascendente rimuove il velo
che allo stesso tempo costituisce e separa i due strati; piuttosto, i segni
del primo sono identificati e decodificati nel secondo .
Se il passaggio dalla cultura spirituale degli aborigeni australiani
alla tradizione religiosa giudeocristiana implica uno slittamento dalla
rivelazione immanente a quella trascendente, gli artisti metafisici
mirano a un passaggio diametralmente opposto. Data limpossibilit
moderna di abbracciare lontologia di una rivelazione trascendente
dopo la nietzscheana morte di Dio, gli artisti metafisici cercano di
recuperare il senso della rivelazione attraverso una nuova ontologia
immanente, nella quale nessun dio rivela niente a nessuno, ma la
realt stessa suggerisce la sua propria rivelazione a coloro che sono
capaci di interpretarne i segni.
Nello spiegare la fenomenologia della cultura spirituale degli aborigeni australiani, lantropologa Franca Tamisari cita una frase di
Czanne che MerleauPonty scelse come epigrafe del suo saggio Lil
et lesprit: Il paesaggio pensa s stesso in me [. . . ] e io sono la sua
coscienza (Tamisari ). Il paesaggio rivela i suoi segreti metafisici
attraverso di me e io sono, allo stesso tempo, lagente, il medium, e
il destinatario di questa rivelazione immanente, di questa rivelazione
senza unagentivit trascendente.
were searching for the truth that the great spirit had handed down to them about land, life
and the law. This search did not clearly reveal God, but clearly revealed His nature and His
way (Gondarra , p. ).
. Si leggano Tamisari ; Bradley ; Paranjape .
Paragonando la cultura spirituale degli ebrei e degli aborigeni, Gondarra intuisce che, sebbene agli ebrei in una qualche fase della loro
storia fu fatto dono dellontologia di una rivelazione trascendente,
la cultura ebraica ancora ricca di elementi che si riferiscono a una
rivelazione immanente, la quale adombra e accompagna quella trascendente. Analogamente, molti teologi contemporanei ritengono
che ci che continua a separare lontologia ebraica della rivelazione
da quella cristiana che la prima, nelle parole dellantropologia linguistica contemporanea, non altrettanto portatile quanto la seconda
(Leone ).
Nel Cristianesimo, e specialmente in alcune delle sue tradizioni
teologiche pi logocentriche, la rivelazione divenuta un messaggio
puramente trascendente, al punto che persino il medium di questa
comunicazione, Cristo, si trasforma nella transustanziazione di una trascendenza disincarnata. La realt immanente, e specialmente la natura,
non rivelano nulla alla maggior parte dei cristiani, giacch questa realt
immanente non altro che lo scenario contingente della rivelazione
essenziale della trascendenza. Visioni alternative del Cristianesimo hanno periodicamente cercato di ancorarne la rivelazione a elementi della
realt immanente, ma pi esse espandevano i limiti della rivelazione,
pi correvano il rischio di essere stigmatizzate come idolatrie feticiste.
La portabilit della rivelazione cristiana, il suo carattere disincarnato, sono inestricabilmente connessi con la storia culturale di questa
rivelazione: concepita come puramente trascendente, la rivelazione
cristiana stata capace di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo,
attraverso lingue, societ e culture. Nel novembre del , teologi
cristiani riuniti attorno a un simposio organizzato dal Vaticano discutevano persino della possibilit di vita aliena nelluniverso, e della
prospettiva di estendere la rivelazione cristiana anche agli abitanti di
altri pianeti .
. La maggior parte dei teologi cristiani interpreta verbum caro factum est enfatizzando
lincarnazione della parola nella carne, ma uninterpretazione alternativa potrebbe enfatizzare,
al contrario, la spiritualizzazione della carne nella parola.
. Vatican Observatory Examines Theological Implications of Finding Alien Life, Catholic
News Agency, online; accessibile al sito http://www.catholicnewsagency.com/news/
vatican_observatory_examines_theological_implications_of_finding_alien_life/; [ultimo
accesso il settembre ]
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Rammenau Berlino, .
Si leggano a tal proposito Sieber ; Verweyen ; Kessler ; Brito .
Dsseldorf Monaco di Baviera, .
Si vedano su questo tema Fineron ; Hammacher ; Gtz .
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Tutte quelle prospettive che confinano il proposito della Rivelazione in
un mero insegnamento dottrinale, inevitabilmente finiscono con lindicare
come contenuto di questo insegnamento solo la relazione, la quale sussistendo prima di ogni Rivelazione deve perci essere chiamata naturale,
fra luomo e Dio .
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velatorio? Come si pu riconoscere ci che Tillich chiama gli eventisegno, gli elementi della realt che, ricevuti come miracolosi da
una soggettivit estatica, parlano della natura ultima dellessere? Una
prima esitante risposta potrebbe essere che accanto a una semiotica
della rivelazione trascendente generalmente concepita dalle tradizioni religiose abramitiche come esegesi umana della parola divina
necessaria una semiotica della rivelazione immanente, un tentativo
di comprendere i modi in cui una tacita realt si rivela, o ancor meglio,
i modi in cui si pu riconoscere e decodificare il linguaggio segreto di
una realt apparentemente tacita.
I pittori metafisici, le tradizioni spirituali che non si concentrano
sullagentivit trascendente della rivelazione, e anche pensatori eterodossi nelle stesse religioni abramitiche invitano tutti a interrogare
la muta realt, per esempio la muta realt della natura, cosicch il
paesaggio parli in noi, e noi ne siamo la coscienza.
Ma c anche unaltra direzione fondamentale verso cui una semiotica della rivelazione immanente dovrebbe volgersi. Nel ventesimo secolo, specialmente dopo le tragedie della Shoah e di HiroshimaNagasaki, questa direzione stata indicata da filosofi di vari
retroterra teoretici e da teologi di differenti confessioni religiose. Tuttavia, forse nella filosofia della rivelazione che Emmanuel Lvinas
formul sulla base della sua sensibilit ebraica per le rivelazioni sia
immanenti che trascendenti che questa direzione brilla perfettamente
limpida.
In Totalit e Infini Essai sur lextriorit [Totalit e infinito: saggio
sullesteriorit] () Lvinas suggerisce che sotto la forma, le cose
sono sempre nascoste. Egli sviluppa questo pensiero attraverso un
paragone tra i concetti di facciata e di volto. larte, egli scrive, che
presta alle cose una sorta di facciata, attraverso la quale gli oggetti
non solo sono visti, ma sono come oggetti che esibiscono s stessi.
Loscurit della materia sarebbe dunque lo stato di un essere senza una
facciata. Da questo punto di vista, il concetto di facciata, che preso a
prestito dagli edifici, suggerisce che larchitettura potrebbe essere la
maggiore delle arti.
Tuttavia, continua Lvinas, in architettura la bellezza costituita
come ci la cui assenza indifferenza, splendore freddo, e silenzio.
. Kaunas, gennaio Parigi, dicembre .
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Capitolo II
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unicamente alla storia; lo anche perch nega che tale senso sia
di propriet esclusiva dellartista. Vi uno scarto profondo, talora
profondissimo, tra ci che lartista intende comunicare e ci che la
sua opera significa. La semiotica dellarte lo sa bene, e sa anche che
soltanto attribuendo allopera lo status non solo di creazione, ma
anche di creatura, che la sua propria significazione pu essere colta e
apprezzata; una creatura che sfugge al controllo totale del suo creatore
e manifesta sensi che, ancora una volta, sono autonomi, scaturiscono
dai rapporti che sinstaurano allinterno dellopera anche allinsaputa
di chi lha creata (Calabrese ).
Infine, lo sguardo del semiotico uno sguardo di libert anche
perch si sottrae alla tentazione di un decostruzionismo che affidi allo
spettatore, e a lui soltanto, lo scettro del senso, o di una sociologia
della ricezione che predetermini le interpretazioni di unopera darte
a seconda dei gruppi, delle classi, degli strati di competenza sociale
cui i suoi spettatori appartengono (Calabrese ).
Libert dal giogo della storia, libert dallimperio dellartista, libert dallarbitrio dello spettatore: in fin dei conti, ed forse questa la
lezione di Omar Calabrese che pi di ogni altra deve essere celebrata,
lo sguardo della semiotica dellarte uno sguardo di libert perch
restituisce il senso di unopera allopera stessa, a ci che essa ci fa
vedere, ascoltare, esperire. Il senso di unopera darte non appartiene
dunque n alla storia, n allartista, n allo spettatore, bens allautonomia di un linguaggio, nellaccezione ampia che la semiotica conferisce
a questo termine. Lopera darte infatti innanzitutto testo: tessuto
di relazioni che esprimono un senso indipendentemente dalla storia
che fa a esse da sfondo, dalla volont dellartista che ha permesso il
loro emergere in una materia, dallo spettatore pi o meno attento
nel coglierle. Il senso dellopera cos concepita, in quanto testo di
relazioni significanti che trascende gli accidenti della sua produzione,
circolazione e ricezione, si propone allora come una delle occasioni
pi fertili che si diano alluomo per afferrare lessenza della libert
intesa come autonomia della creatura rispetto alla creazione, come
frutto della capacit simbolica umana di dar luogo a forme che istituiscono autonomamente le regole della propria intelligibilit, ma anche
come abilit dello spettatore stesso di ricostruire e ammirare questa
autonomia (Calabrese b).
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una serie di pattern espressivi, di regolarit nellallestimento di posizioni, forme e colori, allora lo si pu cogliere pi agevolmente attraverso
laccostamento e la comparazione fra diverse rappresentazioni dello
stesso tema prodotte da Chagall.
Data limpossibilit di sviluppare, nello spazio di un capitolo, unanalisi semiotica completa di unintera serie di opere darte, ci si soffermer, in particolare, su una delle dimensioni che ne compongono il
livello plastico: quella cromatica , da sempre considerata fondamentale
nel linguaggio visivo di Chagall (Chagall ).
La tavola trentasette de La Bibbia di Marc Chagall rappresenta Mos
mentre riceve da Dio le Tavole della Legge (Fig. .) .
.. Enciclopedia dello sguardo semiotico
Nonostante la semiotica dellarte ambisca a proiettare sullopera uno
sguardo libero dalla storia, dallartista, dallo spettatore, sarebbe insensato disconoscere limportanza di questi tre elementi nellanalisi
e nellinterpretazione dellimmagine. La conoscenza della biografia
dellartista, del contesto storico dellopera e delle condizioni della sua
ricezione non sono, come si detto, lobbiettivo proprio della semiotica: la storia dellarte si occupa molto pi efficacemente dei primi due
elementi, mentre del terzo trattano, sia pure in modi diversi ma di
certo pi specificamente della semiotica dellarte, sia la teoria della
ricezione che la critica darte (Calabrese ).
Tuttavia, nello studiare lopera darte la semiotica si trova spesso
nella condizione in cui lanalisi delle strutture significanti dellopera
d luogo a pi ipotesi riguardo alla loro interpretazione semantica.
Disporre di un certo numero dinformazioni sul contesto dellopera,
sulla vita dellartista, sul quadro di condizioni pi o meno accidentali
in cui lopera viene recepita da un certo spettatore, consente non gi
di scegliere linterpretazione corretta, quanto di propendere verso linterpretazione giusta; e non, come si detto, nel senso della giustezza
logicomatematica, quanto della giustizia eticoretorica: si aggiusta il
tiro dellinterpretazione, prediligendo quella che uno spettatore coope. Per unintroduzione alla semiotica del colore si vedano Leone e Agnello .
. Le didascalie complete si trovano in una sezione apposita alla fine del capitolo.
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Figura .
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verso quello opposto: unarea assai circoscritta quasi al centro dellimmagine, di un bianco molto luminoso, e unarea oblunga pi in basso,
di un grigio di saturazione e luminosit intermedia tra le due aree
soprastanti.
Lo spettatore riconosce in questi tre formanti plastici (la macchia
nera in alto a destra, quella bianca al centro e quella grigia in basso a
sinistra) tre figure dellincisione rispettivamente la nube che nasconde il volto di Dio, le Tavole della Legge e il corpo di Mos ma non
cessa di recepire la connotazione semantica che la struttura di questi
formanti plastici proietta sulle figure che essi sottendono. Per averne
una riprova basta procedere a una semplice prova di commutazione
mentale : quale scarto di senso si produrrebbe se la nube che cela le
fattezze di Dio fosse candida, se il corpo di Mos fosse nero come la
pece, se le Tavole della Legge fossero di un grigio sporco?
Ma prima di procedere al livello dellinterpretazione opportuno completare, per quanto possibile, la descrizione e lanalisi della
dimensione plasticocromatica di questa acquaforte. Una linea irregolare procedente dallangolo in basso a sinistra verso langolo in alto a
destra dellimmagine la divide in due aree cromaticamente distinte: a
sinistra unarea pi chiara mentre a destra una pi scura, nella quale
losservatore identificher, attraverso una serie dinferenze complicate
ma fulminee, il monte Sinai. Tale differenza entra poi in risonanza
con il sistema di relazioni cromatiche gi descritto: il grigio scuro
del Sinai appena meno scuro di quello della nube divina, mentre il
grigio pi chiaro dellarea alla sinistra del Sinai richiama quello della
figura di Mos.
Limitare la descrizione e lanalisi della dimensione cromatica di
questa acquaforte a tali indicazioni sommarie significherebbe tradire
il testo e il modo in cui vi si esprime il linguaggio grafico tipico
di Chagall. Questa incisione infatti non si presenta come contrapposizione netta di blocchi cromatici uniformi (grigio scuro versus
bianco versus grigio chiaro, etc.), ma come tensione fra macroaree
cromatiche, ulteriormente complicata dal fatto che esse si presentano come interiormente movimentate dalla tensione fra microaree
cromatiche e di tessitura. Si consideri il blocco nerastro della nu. Le nuove tecnologie di elaborazione digitale dellimmagine consentirebbero di
manipolare lacquaforte per materializzare questa commutazione.
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comunicazione, la dimensione cromatica dellacquaforte vi contribuisce raffigurando la comunicazione della Legge come comunicazione
della Luce, effetto di senso ancor pi accentuato dalla scelta di unacromaticit in cui le uniche differenze salienti sono quelle di luminosit
fra diverse sfumature di grigio.
Le Tavole della Legge sono allora un oggetto luminoso che un Dio
dalle braccia candide nascosto da una spessa coltre di nubi nerastre
attraverso la quale filtra, tuttavia, il lucore divino consegna a un
Mos di corpo grigio, di cui per le braccia, e soprattutto il volto,
silluminano al momento della consegna. I raggi cornuti sul capo di
Mos proiettano la Luce delle Tavole, la Luce di Dio, al di l della
cortina nerastra del Sinai, verso un altrove quello al di l della linea
obliqua che corre lungo lincisione pi chiaro, di una tonalit di
grigio assai simile a quella che caratterizza la parte del Sinai al di sotto
della nube divina. Insomma, i grigi di questacquaforte di Chagall
sembrano raccontare lepisodio biblico delle Tavole della Legge come
un episodio di mistica della Luce, in cui un Dio luminosissimo ma
invisibile sceglie di comunicare una parte della propria Luce al grigio
mondo degli umani attraverso la Legge, solo aspetto visibile della
Luce divina, la cui trasmissione a Mos ne rischiara il corpo e lo rende
canale di comunicazione.
In questo racconto per sfumature di grigi non bisogna trascurare
che il grigio scurissimo tendente al nero non caratterizza soltanto
la nube che cela il volto di Dio e un Sinai non ancora rischiarato
dalla Luce della Legge, ma anche i caratteri ebraici che inscrivono
la Legge sulle Tavole. Mos, infatti, non rappresentato da Chagall
come lo scriba di Dio, come colui al quale Dio detta la Legge perch
sia trasposta in una scrittura umana, bens come colui che riceve da
Dio una Legge gi messa nero su bianco dalla scrittura divina . Che
loscurit del nascondiglio di Dio caratterizzi anche la sua scrittura
non forse casuale: come la coltre nerastra di Nubi vela e rivela a
un tempo il volto divino e la sua Luce, cos loscura scrittura divina
rivela la Legge ma al tempo stesso la vela, la consegna agli umani e
alla fallibilit delle loro interpretazioni.
. Si veda Leone .
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Figura .
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Figura .
Figura .
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delle Tavole della Legge meriterebbe unapprofondita analisi semiotica, e non solo per quanto concerne la dimensione cromatica, bens
per tutti i livelli in cui pu scomporsi la generazione del loro senso.
Ognuna di queste opere, infatti, pare proporsi come laboratorio teologicovisivo (Leone ), in cui un certo allestimento delle forme,
dei colori, delle posizioni, delle tessiture, come pure delle figure, del
discorso, della narrazione, fa emergere una variante del rapporto fra
gli attori in gioco (Dio, Mos, la Legge, talvolta anche lumanit) e dei
valori che essi incarnano (la trascendenza, limmanenza, la norma,
etc.). Tuttavia, nonostante queste varianti, o forse proprio attraverso
di esse, traspare un certo modo di concepire la consegna delle Tavole
della Legge e di organizzarne la rappresentazione visiva che proprio di Chagall, un modo che sarebbe difficile da cogliere senza la
trasversalit e la serialit dello sguardo semiotico.
Nella litografia qui riprodotta, per esempio (Fig. .), ricompare la
triangolazione fra blu, rosso e giallo tipica delliconografia chagalliana
della consegna delle Tavole della Legge, eppure questa volta sono la
Tavole ad assumere un colore celestiale mentre il volto e il corpo di
Mos sinfuocano di rosso.
Figura .
Figura .
Figura .
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Figura .
Figura .
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con incisioni, acquarellate a mano dallartista. Stampa: Parigi: Imprimrie Nationale de France, per il testo e il volume ( dicembre ).
Parigi: Maurice Potin, per incisioni (). Parigi: Raymond Haasen, per incisioni (). I rami, biffati dopo la tiratura, sono
stati donati da Marc e Vava Chagall al Museo Nazionale del Messaggio
Biblico Marc Chagall di Nizza. Fonte: Pontiggia : .
Fig. .: Marc Chagall. . Mos infrange le Tavole della Legge. Acquaforte.
x mm. Illustrazione n. de La Bibbia di Marc Chagall, voll.,
illustrazioni. Parigi: Triade (ditions Verve). delle incisioni sono state rilavorate fra il e il . esemplari dellopera sono stati
stampati su Montval, di cui numerati da a ; fuori commercio,
numerati in numeri romani da I a XX. Tutti gli esemplari sono firmati a
inchiostro nero dallartista. Dellopera sono stati tirati inoltre album
con incisioni, acquarellate a mano dallartista. Stampa: Parigi: Imprimrie Nationale de France, per il testo e il volume ( dicembre ).
Parigi: Maurice Potin, per incisioni (). Parigi: Raymond Haasen, per incisioni (). I rami, biffati dopo la tiratura, sono
stati donati da Marc e Vava Chagall al Museo Nazionale del Messaggio
Biblico Marc Chagall di Nizza. Fonte: Pontiggia : .
Fig. .: Marc Chagall. . Mos e le Tavole della Legge. Progetto di poster
non stampato. prove. , x , cm. Fonte: Cain : ill. .
Fig. .: Marc Chagall. . Mos e le Tavole della Legge. Litografia. , x
, cm. copie, stampate su carta Archer, numerate e firmate. Poster che pubblicizzava i numeri dedicati a La Bible di Marc Chagall della
rivista Verve: an Artistic and Literary Quarterly (a cura di . Teriade).
Fonte: Cain : ill. .
Fig. .: Marc Chagall. . Mos e le Tavole della Legge. Litografia. , x
, cm. Pubblicata nella rivista Verve: an Artistic and Literary Quarterly, nn. (a cura di Triade). copie della litografia sono state
pubblicate separatamente su carta Arches, numerate e firmate. Fonte:
Cain : ill. .
Fig. .: Marc Chagall. . Mos e le Tavole della Legge. Litografia. , x
, cm. Pubblicata nella rivista Verve: an Artistic and Literary Quarterly, nn. (a cura di . Teriade). copie della litografia sono state
pubblicate separatamente su carta Arches, numerate e firmate. Fonte:
Cain : ill. .
Fig. .: Marc Chagall. . Mos e le Tavole della Legge. Litografia. , x
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Capitolo III
La soggettivit pu essere studiata e compresa non solo come concetto filosofico o caratteristica psicologica ma anche, e forse essenzialmente, come costrutto semiotico che le societ e le culture delineano
e forgiano attraverso complesse accumulazioni di segni. Questi, si
tratti di simboli, icone o indici, isolati o intrecciati a comporre testi o
persino galassie testuali, delimitano i confini e dunque il senso delle
soggettivit; allo stesso tempo, consentono loro di manifestarsi e
divenire oggetti tangibili nelle arene sociali. Pertanto, questi stessi
segni possono essere analizzati per ritrovarvi i limiti e le identit di
tali soggettivit e il gioco complesso che essi intraprendono e mantengono con unepoca storica, un contesto sociale, un retroterra
culturale e, non ultimo, le caratteristiche, i limiti, e le identit di altre
soggettivit .
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Questo capitolo si concentra in particolare sulle soggettivit religiose, sul modo in cui le culture religiose che animano determinati
gruppi e societ instillano negli individui lidea della loro unicit
spirituale, unidea che poi interagisce con la consapevolezza di s
a tutti i livelli. Lipotesi che motiva il capitolo che le religioni abbiano giocato un ruolo di primo piano nel nutrire il concetto di
individualit umana, specialmente attraverso il potente meme (e la
potente figura) culturale dellanima. Variamente denominata, articolata nella sua semantica interna e rappresentata attraverso diversi
dispositivi, lidea di un principio spirituale che isola lindividuo e ne
determina lunicit non solo nella dimensione immanente ma anche
in quella trascendente sembra caratterizzare una vasta maggioranza
di culture religiose. Allo stesso tempo, levoluzione di questa idea
corre strettamente parallela a quelle di altri principia individuationis
della sfera secolare. La sfida del semiologo che voglia comprendere le societ attraverso i loro segni , perci, quella di raccogliere
un corpus coerente di simboli, icone, indici e testi che manifestino
questidea dellanima, compararli attraverso le epoche e le civilt
religiose e ideare alcuni criteri per il loro arrangiamento tipologico
(Leone a, specialmente il vol. ).
Non vi forse nulla che definisce pi profondamente il core business
dei semiologi del tentativo di mostrare le determinazioni culturali di ci che sembra non porre problemi ed essere quasi naturale
(Parmentier , pp. ). Lidea di individualit spirituale cos
radicata in molte civilt contemporanee, siano esse ispirate dalla religione o meno, che quasi impossibile immaginare unepoca nella
quale gli esseri umani non avessero unanima, o meglio non concepissero s stessi come corpi che forniscono un involucro sensoriale
a un principio spirituale che li anima e individua. Laffermazione del
della teoria dellenunciazione di Benveniste, si veda Ono ; per unefficace sintesi di
questa tradizione di studi, si vedano Manetti e ; per un interessante approccio
fenomenologico alla semiotica dellenunciazione, si veda Coquet ; su Benveniste
et la soggettivit, Powell . Altri approcci semiotici alla soggettivit si trovano in
Queiroz e Merrell ; Kockelman ; Sonnenhauser ; e Cobley .
. Per meme qui si intende unautonoma particella di senso che circola in una
cultura considerata come sistema semiotico; un meme , perci, in una semiosfera, ci
che un sema nel piano semantico di un testo. Sulle definizioni di semiosfera e sema,
rispettivamente nelle semiotiche di Jurij M. Lotman e Algirdas J. Greimas, si legga oltre
il Preludio metodologico.
Cristianesimo della sua teologia e del suo immaginario attraverso lOccidente ha avuto un impatto profondo sul consolidamento di
questo meme culturale ( Jttemann, Sonntag, e Wulf ). Tuttavia la
ricerca storica, insieme con lindagine strutturale, mostra che lidea
cristiana dellanima non scaturisce magicamente dal nulla ma piuttosto da una complessa rielaborazione di un accumulo labirintino di
materiali culturali preesistenti, di segni, discorsi e testi che, plasmati
dalle civilit precedenti, furono riforgiati nello straordinario ordito
culturale della nuova religione.
.. Preludio metodologico
I semiologi della cultura pattinano su ghiaccio sottile. Essi devono
stabilire il profilo, e dunque i limiti, di una civilt; individuare e selezionare alcuni artefatti culturali in quanto testi di tale civilt; analizzare
questi testi cos da determinare se essi condividono un denominatore
comune in merito a un particolare oggetto culturale (in questo caso,
la concezione e la conseguente rappresentazione della soggettivit);
comprendere e descrivere i tratti strutturali di tale denominatore comune al fine di elaborare uno schema tipologico che possa essere
in seguito confrontato con quelli relativi ad altre civilt, i loro testi e
le loro concezioni e rappresentazioni dello stesso oggetto culturale.
In altre parole, essi devono costruire una comparazione tipologica di
determinazioni culturali. Di conseguenza, essi corrono costantemente
il rischio di fissare in maniera arbitraria i limiti delle civilt, di estrarne
a capriccio i testi per confermare le ipotesi e i pregiudizi iniziali del
semiologo in un circolo vizioso ermeneutico e di sviluppare tipologie
e confronti che forzano brutalmente la complessit della storia entro
schemi strutturali riduttivi.
Per quanto riguarda largomento specifico di questo saggio,
veramente possibile isolare, analizzare e descrivere la semiotica delle
soggettivit greca, ebraica, e cristiana? Osservando queste tre civilt
in maggior profondit, le loro frontiere culturali, i loro testi e le loro
concezioni e rappresentazioni non esplodono forse in una variet
pirotecnica di sfumature che resistono a ogni tentativo di tipizzazione strutturale? Inoltre, la stessa nozione di soggettivit, e ancor
pi quella di soggettivit religiosa, non forse inutilizzabile come
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Il testo verbale propone una definizione intrecciando insieme diverse isotopie greimasiane, sia quelle ritrovate nelle molteplici stratificazioni della cultura cristiana, sia quelle da questa assorbite da civilt
anteriori o parallele e rielaborate. La xilografia che accompagna il
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storia del Cristianesimo, ma non nasce affatto con esso. Sia dalla
cultura greca che, in modo diverso, da quella ebraica, il Cristianesimo
ha ereditato lidea di un principio soggettivante che ha i caratteri
della volatilit, nel senso della leggerezza, dellagilit, della tensione
verso lalto e verso letereo, ma anche nel senso di una sconcertante
fuggevolezza.
.. Segni della psych greca
Il ruolo che il concetto di psych ricopre nella semantica della cultura
greca si ritaglia in modo diverso rispetto a quello dellanima cristiana
(Collignon ; Roscher , , pt. , pp. ; IcardGianolio
). Eppure, la seconda riceve dalla prima non solo lisotopia della
volatilit ma anche alcune delle figure che la incarnano. Eredita, soprattutto, un tratto che larchetipo dellanima trionfante del Ripa in un
certo senso occulta: sia nelliconografia greca di psych che in quella
cristiana dellanima la figurazione non emblematica ma narrativa;
loccasione di rappresentare il principio vitale umano, infatti, non
astratta ma legata al racconto della morte. nella sua narrazione
visiva, o meglio in quella del passaggio dalla vita alla morte, che questa
iconografia emerge e si consolida come risposta al mistero inquietante
di una soggettivit che svanisce (IcardGianolio , p. ; si veda
anche Chantraine , , s.v. psych).
Di qui il proliferare delle figure della volatilit, molte delle quali anche
la cultura greca prende a prestito da civilt anteriori. Sin da epoca arcaica
compaiono sirene funerarie come quelle ateniesi ora rispettivamente
al Museo Nazionale di Atene (Fig. .) e al Louvre (Fig. .), entrambe
dotate di grandi ali e zampe e code duccello (Salinas ).
La seconda, una figurina in terracotta risalente al I secolo a.C.,
presenta una postura peculiare, che si ritrova anche nella statuaria
arcaica . Unabbondante letteratura, stimolata dalla monografia di
Georg Weicker Der Seelenvogel in der alten Literatur und Kunst (,
si veda anche Weicker ), ha dimostrato che queste sirene fune. Lo scopo principalmente comparativo del presente capitolo e i limiti di spazio che
gli sono imposti non consentono unanalisi semiotica articolata di tutti gli artefatti inclusi
nel corpus ma piuttosto un accenno ai risultati di queste analisi; i dettagli di tali procedure
devono perci essere celati nello sfondo del capitolo.
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Figura .: Sirena funeraria, I sec. a.C., terracotta, altezza , cm, Parigi, Museo
del Louvre, sigla di inventario Myr (scoperta dallcole Franaise dAthnes
nel ). Fotografia riprodotta da Baumeister , col. .
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Figura .: Sigillo in argilla, periodo arcaico, casa micenea a Kato Zakros, Creta
orientale (scoperto dalla British School of Athens nel ), in un disegno di mile
Gillieron. Riprodotto in Hogarth , p. .
Figura .: Anfora attica a pancia a figure nere, firmata dal vasaio Exkias,
a.C., altezza , cm, diametro ,, Parigi, Museo del Louvre, sigla di inventario
F (trovata a Vulci nel ). Fotografia riprodotta con il permesso dellagenzia
fotografica della Runion des Muses Nationales, Louvre, Parigi.
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Figura .: Immagine sul lato posteriore dellanfora a pancia con figure nere.
Fotografia riprodotta da Gerhard , p. .
Liconografia di psych come sirena alata o animale volatile troppo vasta e articolata perch la si esplori qui in maniera esaustiva,
tanto pi che ha fatto gi oggetto di una letteratura abbondante.
Rimane per da approfondirne una particolare configurazione, assai
. Si vedano a tal proposito Turcan e Vermeule , .
. [Ihr] unberechenbares und geheimnisvolles Kommen und Gehen aus dem und
in den Raum, in welchem man den Sitz der Unsterblichen whnte, lies sie vor anderen
Tieren geignet erscheinen, dem Menschen ber den Willen der Gtter oder ber das
Dunkel der Zukunft Andeutungen zu machen (Schrader , , p. ).
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significativa quanto alla luce che getta sul rapporto fra i due immaginari, distinti ma intrecciati, della psych greca e dellanima cristiana.
Unanfora di provenienza siciliana (Fig. .) presenta sul lato posteriore, a destra, una scena che stata unanimemente interpretata
come Eos che sottrae il cadavere del figlio Memnone dal campo di
battaglia, affinch il suo uccisore Achille non ne faccia strazio. Sul
lato anteriore, invece, compare una scena che da molti stata decifrata come quella di due demoni che trasportano il cadavere di un
guerriero, anche se sullidentit di questultimo, lo stesso Memnone
ovvero Sarpedone, non v accordo .
In ogni modo, ci che interessa in questa sede che, in entrambe
le scene, psych che abbandona il cadavere del guerriero ucciso raffigurata in forma di essere volatile, una specie di colomba nel primo
caso, una figurina di guerriero con lancia e scudo nel secondo. Di
questidolon occorre sottolineare almeno tre aspetti. Primo: esso
non rappresenta in effigie unidea generica di psych, bens una psych
. Helbig (, p. ) opta per Sarpedone: Vi si vedono sulla parte nobile due
giovani alati, in piena armatura, con elmo, corazza, gambali, spade ed asta, i quali portano
colle mani un giovane ignudo ucciso nella battaglia, Ipno dunque e Tanato che salvano
il corpo di Sarpedonte. Si riconosce nel corpo di questo il rosso del sangue che stilla
dalle ferite, luna delle quali si vede sulla coscia, laltra sul petto, mentre sopra di lui
svolazza nellaria l delleroe, alato, in piena armatura, con scudo ed asta; si
vedano anche Meier e Reinach , p. .
. Si veda la voce Aidolon nella Threskeutike kai ethike enkyklopaideia, voll., Ath.
Martinos, Atene, , vol , s.v.
specifica, guerriera, che cio mantiene del corpo cui era associata i caratteri individuali. Secondo: la postura e la direzionalit della figurina:
essa pare schizzare verso lalto, lancia in resta. E terzo: cos come la
colomba nella scena gemella, anche questo idolon guerriero sembra
fuoriuscire direttamente dalla bocca aperta del cadavere.
Questa configurazione non un unicum ma si conserva, per
esempio, nella scena incisa su uno specchio etrusco (Fig. .).
Eduard Gerhard (, pp. , ) la interpreta come una Entfhrungsscene (una scena di rapimento), quella di Eos che rapisce
Cefalo; ma forse possibile decifrarla come una scena di sottrazione
di cadavere, quella di Eos che risparmia alla salma di Memnone le sevizie di Achille, specie se si legge come psych luccello rappresentato
nellarea in basso a destra dello specchio, anche qui in corrispondenza
della bocca del defunto .
. Si veda la voce Memnone nellEnciclopedia Treccani dellArte Antica, http://www.
treccani.it/enciclopedia/
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Figura .: Frammento di kylix, Museo Nazionale di Palermo, numero di inventario , in un disegno di Carmelo Giarizzo. Fotografia riprodotta da Hartwig
, p. .
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Nel secondo caso, invece, analogo a quello dellanfora della Collezione Bourguignon (Fig. .), la figurina alata non appare affatto ostile
ma sembra invece accompagnare, se non personificare, la psych del
guerriero sconfitto che ne abbandona il corpo.
Non vi modo, qui, di approfondire ulteriormente lambito vastissimo dellimmaginario e delliconografia greci di psych. Basti sottolineare che, gi sulla base di questi pochi esempi, si delinea una
tipologia che, mutatis mutandis, riaffiora successivamente nelliconografia cristiana dellanima condensata dal Ripa. Spetta al semiotico
descrivere questa tipologia non solo in prospettiva diacronica ma
anche con piglio strutturale.
Si coglie innanzitutto un discrimine fra rappresentazioni generiche di psych ad esempio le sirene alate o gli altri volatili, in cui
la corrispondenza analogica fra lidentit del defunto e quella della
sua psych in fuga inesistente o assai blanda, tantevvero che non
v legame alcuno fra il genere del defunto e quello delleffigie del
suo principio vitale e raffigurazioni che, pi tardive, sono invece
simulacrali, nel senso che attribuiscono allidolon che abbandona il
corpo unidentit analoga a quella del defunto . Nel primo caso il
corpo di psych ne enunciazione per cos dire oggettiva; nel secondo,
invece, enunciazione soggettiva, in cui le caratteristiche somatiche
e funzionali si trasmettono e si mantengono nel passaggio dalla vita
alla morte. Come si vedr, anche la teologia, liconografia e limmaginario del Cristianesimo sono prigionieri di questo dilemma: quanta
soggettivit c nellanima dopo la morte?
In secondo luogo, nella serie dimmagini proposta si coglie un altro
discrimine strutturale fra una psych concepita come soggetto attivo,
in grado di fuoriuscire e librarsi autonomamente al di fuori del corpo
morto o moribondo, e soggetto passivo, ovvero addirittura oggetto
di operazioni: una psych inseguita, afferrata, estratta, spostata nello
spazio e nel tempo, nonch soggetta a forze assiologicamente contrapposte, al dissidio tra demoni benigni e maligni, del resto evidentissimo
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malata la vede, trema e apre la bocca (per lo sgomento); lAngelo allora
fa scivolare la goccia nella bocca. per questo che la persona muore, per
questo che la salma si deteriora, per questo che il volto diviene verdognolo?
Alla morte per bocca del Signore, per bacio di Dio, corrisponde
dunque il grado minore di attrito estrattivo che sia concesso agli
uomini nel difficile passaggio dalla vita alla morte. Mentre per i pi
questa avviene quando lAngelo della Morte introduce una goccia
di bile nella bocca del morente, per i pochissimi eletti che muoiono
per bocca del Signore tale direzionalit sinverte: essi semplicemente
restituiscono a Dio, essendone baciati, il soffio vitale che ne hanno
ricevuto .
Sulle implicazioni di questo tipo di morte si sofferma con consueta
profondit Maimonide nel capitolo LI del terzo libro della Guida dei
perplessi, dedicato a Come Dio venerato dalluomo perfetto. Scrive
Rambam:
Il significato di questa espressione [cio per bocca del Signore] che questi
tre [Mos, Aronne, e Miriam] morirono circondati dal piacere derivato dalla
. Una rassegna esaustiva della letteratura sulla figura ebraica del bacio di Dio in
Fishbane ; una curiosa inversione dellassiologia del bacio di Dio si trova nella serie
Herry Potter di J.K. Rowling, la quale annovera fra le sue creature malvagie i Dissennatori
[Dementors in inglese]; essi possono dar luogo al cosiddetto bacio del Dissennatore,
nel quale essi appoggiano la bocca su quella della vittima e ne suggono lanima.
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conoscenza di Dio e dal loro grande amore per Lui. Quando i nostri Saggi
figurativamente chiamano la conoscenza di Dio unita a intenso amore per
Lui un bacio, essi seguono la ben nota formula poetica che egli mi baci con
i baci della sua bocca (Cantico dei Cantici , ). Questo tipo di morte, che
in verit liberazione dalla morte, stata ascritta dai nostri Saggi a nessun
altro che a Mos, Aronne, e Miriam. Gli altri profeti e uomini pii sono al di
sotto di questo livello: ma la loro conoscenza di Dio ra fforzata quando la
morte si avvicina.
(Maimonide, Guida dei perplessi, , LI)
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Larte paleocristiana raffigura Michele e il diavolo che si contendono lanima di Mos, secondo il versetto della Lettera di Giuda;
inoltre, dal quarto secolo ci sono pervenute rappresentazioni verbali
e visive del viaggio dellanima tra i pericoli dellaldil. Nellimmensa
teologia e iconografia cristiane dellanima spiccano per quelle che,
magistralmente studiate da Donat de Chapeaurouge, ruotano attorno
a Luca , , la parabola del ricco e di Lazzaro, qui nella traduzione
Nuova Riveduta:
Cera un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si
divertiva splendidamente; e cera un mendicante, chiamato Lazzaro, che
stava alla porta di lui, pieno di ulceri, e bramoso di sfamarsi con quello che
cadeva dalla tavola del ricco; e perfino i cani venivano a leccargli le ulceri.
Avvenne che il povero mor e fu portato dagli angeli nel seno di Abraamo;
mor anche il ricco, e fu sepolto. E nellAdes, essendo nei tormenti, alz
gli occhi e vide da lontano Abraamo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclam:
Padre Abraamo, abbi piet di me, e manda Lazzaro a intingere la punta
del dito nellacqua per rinfrescarmi la lingua, perch sono tormentato in
questa fiamma. Ma Abraamo disse: Figlio, ricrdati che tu nella tua vita
hai ricevuto i tuoi beni e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora
qui egli consolato, e tu sei tormentato. Oltre a tutto questo, fra noi e
voi posta una grande voragine, perch quelli che vorrebbero passare di
qui a voi non possano, n di l si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego,
dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perch ho cinque
fratelli, affinch attesti loro queste cose, e non vengano anche loro in questo
luogo di tormento. Abraamo disse: Hanno Mos e i profeti; ascoltino
quelli. Ed egli: No, padre Abraamo; ma se qualcuno dai morti va a loro,
si ravvedranno. Abraamo rispose: Se non ascoltano Mos e i profeti,
non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscita.
Le interpretazioni di questo passo evangelico divergono sin dallantichit. Tertulliano, nel settimo capitolo del De anima, vi scorge una
comprova della sua tesi della corporeit dellanima:
A meno che lanima possegga una sua corporeit, limmagine di unanima
non potrebbe possibilmente contenere una figura della sostanza corporale.
[. . . ] Perch ci che incorporeo incapace di essere trattenuto e conservato
in alcun modo. [. . . ] Deve essere un corpo, attraverso il quale la punizione
e il sollievo possano essere esperiti .
. Si enim non haberet anima corpus, non caperet imago animae imaginem corporis.
[. . . ] incorporalitas enim ab omni genere custodiae libera est, immunis et a poena et a
Gli ribatte tuttavia Agostino, che nel ventunesimo libro della Citt
di Dio scrive:
Direi quasi che gli esseri spirituali bruceranno senza un proprio corpo,
come bruciava nellinferno quel ricco, quando gridava: Sono straziato da
questa fiamma. [. . . ] Allo stesso modo era incorporea la fiamma, da cui era
bruciato, la goccia che richiese, come lo sono anche le immagini nel sogno
dei dormienti o ancor di pi gli esseri incorporei per coloro che intuiscono
nellestasi, sebbene abbiano la parvenza di corpo .
Tutta la Cristianit si divide per secoli intorno a tale questione. Segue linterpretazione di Tertulliano Origene nel capitolo VI dellEpistola
ad Gregorium, secondo cui solo di Dio si pu supporre che esista senza
sostanza materiale e senza alcuna relazione con una proiezione corporea . Di pari avviso sono Fausto di Riez, Ilario di Poitiers, Giovanni
Cassiano.
Asseconda invece linterpretazione agostiniana il De anima di Cassiodoro, VI secolo, ove si legge: Luno [Il ricco] non ha parlato con
alcuna lingua corporea, e laltro [il povero] non aveva alcun dito, da
cui potessero cadere gocce e alleviare il fuoco dello scialatore . Cos
pure il Tractatus de animae di Rabano Mauro, dell, o il De Statu
animae di Claudiano Mamerto ; tra i Padri della Chiesa greci, Basilio
nell , (Comprendi attraverso lanima incorporea, che abita in te, che Dio incorporeo) ; e Gregorio
fouella. [. . . ] Per quod enim punitur aut fouetur, hoc erit corpus (Tertulliano, De Anima, ,
PL , b, ).
. Dicerem quidem sic arsuros sine ullo suo corpore spiritus, sicut ardebat apud
inferos ille dives, quando dicebat: Crucior in hac flamma [. . . ]. Sic ergo incorporalis et
illa flamma qua exarsit et illa guttula quam poposcit, qualia sunt etiam visa dormientium
sive in ecstasi cernentium res incorporales, habentes tamen similitudinem corporum
(Agostino, De civitate Dei, , , ; PL , ).
. [. . . ] cum solius Dei [. . . ] id proprium sit, ut sine materiali substantia et absque ulla
corporeae adjectionis societate intelligatur subsistere (Origene,Epistola ad Gregorium, VI;
PG , ).
. Caetereum nec ille lingua locutus est, quam constat esse corpoream; nec ille digitos
habuit, unde cadentibus guttis incendium divitis temperare potuisset (Cassiodoro, De
anima, IV; PL , c).
. Rabano Mauro, Tractatus de animae, PL , ; Claudiano Mamerto, De Statu
Animae, Brepols, Turnhout, .
.
[. . . ]; PG , ; si veda Fedwick , ; per unedizione critica del testo greco,
Basilio e .
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Figura .: Capitello della quarta colonna della navata sud della Basilica di Vzelay,
seconda met del dodicesimo secolo. Fotografia dellautore.
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Figura .: Parete sud della cappella di San Giorgio nel monastero serboortodosso
di Hilandar, Monte Athos, terza scena dal ciclo di affreschi del Canone degli
agonizzanti [ ], attribuito al martire e poeta bizantino Andrea
da Creta. Terzo quarto del quattordicesimo secolo. Fotografia riprodotta da Djuric
, fig. .
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Figura .: Dormizione della Vergine, affresco nella chiesa di San Nicola di Prilep,
Macedonia, circa . Fotografia dellautore.
.. Conclusioni
Il presente capitolo ha solo accennato alle complesse e affascinanti
avventure testuali che si forgiano allincrocio fra cultura greca, ebraica
e cristiana. Del distillato verbale e visivo offerto dal Ripa non si dipanata che una sola isotopia, quella della volatilit dellanima, e rispetto
a questa non si sono trascelti che pochi testi, spesso incentrati sulla
figura della bocca come pertugio del principio vitale. Altre isotopie
andrebbero inseguite, altri testi analizzati, e ognuno di essi andrebbe
meglio situato nel proprio contesto, sviscerato nella sua struttura semantica ed espressiva (Leone , , a). Lo studio insieme
storicoculturale e semioticotipologico degli immaginari religiosi
dellanima fondamentale per comprenderne il lascito nelle successive
concezioni della soggettivit, una soggettivit che esistita ben prima
che la parola corrispondente divenisse chiave nel dibattito moderno e
specialmente postmoderno sullindividualit, lagentivit, il riconoscimento, la responsabilit, e cos via. Uno degli obbiettivi principali di
una semiotica antropologicamente orientata di indicare, attraverso
analisi testuali e contestuali, sincroniche e diacroniche, storiche e tipologiche, che il profilo del concetto di soggettivit altrettanto variabile
quanto la sua etimologia, con numerose metamorfosi nella sua lunga
e complessa evoluzione. Il soggetto, cos come lo concepiscono oggi
alcune societ e culture, non esisteva nella stessa forma in altre epoche
e civilt, non con gli stessi confini, tratti, competenze (Mauss ).
Tuttavia, la storia non mostra fratture assolute nel dispiegarsi del predicamento umano. Tracce delle caratteristiche dellidea corrente e
delle rappresentazioni delle soggettivit possono essere scovate nel
passato, attraverso quella lenta ma continua trasformazione di segni,
discorsi e testi attraverso cui le culture antiche trascolorano in quelle
moderne, e queste nella contemporaneit.
Nel mare magnum di queste espressioni che danno voce allumanit
e ne lasciano le impronte attraverso la storia, il semiologo pu solo
lavorare umilmente con larcheologo, lo storico, lantropologo, ed
elaborare modelli che rintracciano il filo di tali trasformazioni con
coerenza pi cogente, individuando i meccanismi interni, i passaggi
salienti, i salti e le lacune attraverso cui le forme e i concetti mutano
nel passaggio da una civilt a unaltra. Rintracciando il meccanismo
che anima questo concetto non si pu semplicemente partire dal
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Cristianesimo ma dalle sue radici, da Atene e Gerusalemme, investigando in che modo limmaginario cristiano dellanima prende a
prestito elementi dalle ideologie religiose precedenti per costruire la
sua propria articolazione della dialettica fra interiorit ed esteriorit,
distinzione e indistinzione, autonomia e indipendenza.
Assumendo come punto di partenza secondo il modello dellanalisi greimasiana della semantica dei dizionari la definizione
condensata che Ripa offre delliconografia cristiana dellanima, una
delle sue linee di coerenza semantica (isotopie), quella della volatilit, stata esaminata in dettaglio: per i Greci, gli Ebrei, e poi per i
Cristiani, il principio di agentivit che abita il corpo non un tratto
stabile, permanente, bens un elemento fuggevole, la cui scivolosit
enfatizzata soprattutto nei racconti della morte. in queste narrazioni,
infatti, che cercano di rappresentare quellistante ineffabile che il
passaggio dalla vita alla morte, dallesistenza alla nonesistenza, che
limmaginario del principio interiore della vita si manifesta con drammatica urgenza. Se il corpo umano abitato, o persino posseduto
da un principio di agentivit che determina le peculiarit della sua
esistenza, che cosa succede a questo corpo quando la morte viene
a determinarne limmobilit e linesorabile deterioramento? E pi
importante ancora, che cosa succede al principio racchiuso da questo corpo? Quanto dellindividualit dellesistenza umana sopravvive
alla brusca transizione tra la vita e la morte? Ogni civilt risponde a
queste domande con segni, rappresentazioni e racconti differenti, che
cercano di proporre abduzioni su ci che non pu essere n dedotto
n indotto.
I Greci, come stato evidenziato, tendono a raffigurare un principio vitale scevro della gravit del suo ricettacolo corporeo e perci
libero di volare via al momento della morte, un momento che pu
essere euforico o disforico a seconda che tale natura eterea sia concepita come unangosciante fuggevolezza o come liberazione. In ogni
modo, essi raramente rinunciano ad attribuire unincarnazione al
principio incorporeo della vita che abbandona il corpo: una tipologia
variegata di incorporazioni e raffigurazioni di psych deriva da
tale immaginario, ove tutti i segni dellanima greca sono caratterizzati
da volatilit, ma poi variano per quanto riguarda la misura in cui essi
manifestano una corrispondenza somatica tra il corpo morente e la
sua fuggevole psych.
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U P.A. () Studies in the Art of the Kariye Djami and its Intellectual Background, voll., Princeton University Press, Princeton, NJ.
V E. () Aspects of Death in Early Greek Art and Poetry, University
of California Press, Berkeley.
W G. () De Sirenibus quaestiones selectae, tesi di dottorato,
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W K. e H.L. K () The Illustrations in the Manuscripts of
the Septuagint, Princeton University Press, Princeton, NJ (pubblicato per
il Dept. of Art and Archaeology of Princeton University).
e M. Bernab, a cura di () The Byzantine Octateuchs, Dept. of Art
and Archaeology, Princeton University, Princeton, NJ; in associazione
con Princeton University Press.
W J.J.A.M. de () La mort dAlcyone, Annales de lInstitut de correspondance archologique, : .
W A.T. () The Spirit in Early Jewish Biblical Interpretation: Examining John R. Levisons Filled with the Spirit, Pneuma , : .
Capitolo IV
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dolore, che fino quel giorno nellinfermit sua hauee sentito; egli non
istimando le parole, che molti per leuarlo da tal proponimento gli diceuano;
uolle che loo gli fue segato, & in tal modo soddisfece al volenteroso
suo appetito: e (come io stesso una fiata gli udij dire) tutto ci fece, per
poter portare (come in quel tempo susaua) i stivaletti, borzachini alla
gamba giunti, & attillati; ne fu mai possibile leuarlo da questo pensiero,
persuadergli altramente.
(Ribadeneira , s.p.)
Il desiderio di calzare stivaletti attillati spinse dunque Ignazio a sottoporsi a una delicata e penosissima operazione. In seguito, costretto
a letto da una lunga convalescenza, egli chiese ai familiari che gli
fossero consegnate delle opere di letteratura cavalleresca, di cui era
assai appassionato, e che ne avevano ispirato le ambizioni di gloria
militare. Si legge nelle note autobiografiche:
E poich era molto appassionato di libri mondani e falsi, che si suole chiamare di cavalleria, sentendosi bene, richiese che gliene dessero alcuni per
passare il tempo; ma in quella casa non se ne trov alcuno di quelli che egli
soleva leggere, e cos gli diedero una Vita Christi e un libro della vita dei
Santi in spagnolo .
(Ignazio di Loyola , p. )
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una vita religiosa fu pi volte minacciato da quello di una vita mondana. Qui non ci si pu soffermare sui dettagli di questa evoluzione,
che sono purtuttavia centrali per comprendere il peso che la grazia
vi gioca, perlomeno nel resoconto autobiografico di Ignazio; si sottolinea invece, ai fini della lettura iconografica che seguir, ci che
avvenne quando il mutamento spirituale fu completo: egli ricevette
una visione della Vergine con il Bambin Ges.
Le note autobiografiche di Ignazio da Loyola furono rapidamente
occultate dagli stessi Gesuiti, per ragioni che si sono approfondite
altrove (Leone ). Gran parte dellimmaginario agiografico e iconografico relativo alla vita di Ignazio fa invece capo allagiografia
ufficiale preparata da Pedro de Ribadeneira. Nel , lallora Generale della Compagnia di Ges, Francesco Borgia , commission
allagiografo spagnolo una biografia ufficiale del Fondatore. Questa
e altre imprese editoriali e iconografiche analoghe devono essere
collocate nel contesto degli sforzi che, dopo la morte di Ignazio, i
Gesuiti compiettero per divulgare la reputazione di santit del loro
Fondatore, in vista prima del processo di beatificazione, avvenuta nel
, e poi di quello di canonizzazione, che culmin nelle celebrazioni del . Dal Ribadeneira, che aveva conosciuto Ignazio
direttamente e in modo approfondito, aveva cominciato a raccogliere un dossier sulla vita del maestro. La redazione della biografia
ufficiale fu completata nel , ma lopera si pubblic solo tre anni
dopo, nel (Ribadeneira ). Ad eccezione del latinista italiano
Giovanni Pietro Maffei , il quale, su incarico del Padre Generale
Everardo Mercuriano , pubblic una sua propria biografia di Ignazio (Maffei ), il Ribadeneira fu lunico dei biografi (e, dopo il
, degli agiografi) di Ignazio di Loyola a poterne utilizzare le note
autobiografiche. Sia il testo del Ribadeneira che quello del Maffei
furono pubblicati originalmente in lingua latina, perch rivestivano
un carattere ufficiale e si rivolgevano principalmente a un pubblico di religiosi. Entrambi ebbero un enorme successo, ma lopera
dello spagnolo, per ragioni sulle quali non ci si pu soffermare qui,
raggiunse una diffusione di gran lunga maggiore e simpose come
. Gandia, ottobre Roma, settembre .
. Bergamo, Tivoli, .
. Everard Lardinois (Marcourt, Roma, agosto ).
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Figura .
La struttura della composizione visiva piuttosto complessa. Limmagine affollata di figure e dettagli che tuttavia conservano la propria
individualit grazie alla precisione e allabilit sia del disegnatore che
. Le informazioni iconografiche complete sono elencate alla fine del capitolo.
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Figura .
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Figura .
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Figura .
Figura .
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Figura .
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Figura .
Figura .
di castit.
Ma come interpretare il piede del letto? In questa incisione, allorch la visione della Vergine segna il completarsi della conversione di
Ignazio, la testa mostruosa del grifone appare coperta (Fig. .). Non si
tratta di un caso: il senso di tale essere mostruoso e un po aggressivo
si rivela nel confronto fra questa incisione e le precedenti; attraverso
questo piccolo dettaglio il disegnatore ha cercato di superare la diffi-
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Figura .
Figura .
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Figura .
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Figura .
Figura .
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umano.
Questo paradossale mutamento valga come esempio: nella trasposizione fra il nitido linguaggio verbale dei teologi e dei filosofi e
quello opaco delle immagini, le seconde finiscono spesso per esprimere un contenuto proprio, a volte radicalmente differente da quello di
partenza.
Elenco delle figure
Fig. .: Jean Baptiste Barb, da un disegno di Peter Paul Rubens. Ignazio
di Loyola colpito da una palla di cannone durante lassedio di Pamplona. Roma, . , x , cm (con il testo). Incisione su rame n. dalla
Vita Beati Patri Ignatii [seconda versione: S. Ignatii] Loiol Societatis Iesu
Fundatoris. Roma, (a ed.) e (a ed.).
Fig. .: Schema che indica i vettori principali della figura ..
Fig. .: Jean Baptiste Barb, da un disegno di Peter Paul Rubens. Ignazio
di Loyola durante la convalescenza invoca San Pietro. Roma, . ,
x , cm (con il testo). Incisione su rame n. dalla Vita Beati Patri Ignatii
[seconda versione: S. Ignatii] Loiol Societatis Iesu Fundatoris. Roma,
(a ed.) e (a ed.).
Fig. .: Schema che circoscrive alcuni elementi della figura ..
Fig. .: Jean Baptiste Barb, da un disegno di Peter Paul Rubens. Ignazio
di Loyola legge alcune opere agiografiche. Roma, . , x , cm
(con il testo). Incisione su rame n. dalla Vita Beati Patri Ignatii [seconda
versione: S. Ignatii] Loiol Societatis Iesu Fundatoris. Roma, (a ed.)
e (a ed.).
Fig. ..: Jean Baptiste Barb, da un disegno di Peter Paul Rubens. La
Vergine Maria con il Bambino appare a Ignazio di Loyola. Roma, .
, x , cm (con il testo). Incisione su rame n. dalla Vita Beati Patri Ignatii [seconda versione: S. Ignatii] Loiol Societatis Iesu Fundatoris.
Roma, (a ed.) e (a ed.).
Fig. .: Jean Baptiste Barb, da un disegno di Peter Paul Rubens. Ignazio
di Loyola prega nella sua stanza dopo lapparizione della Vergine con il Bambino; un terremoto scuote la cameretta. Roma, . , x , cm (con
il testo). Incisione su rame n. dalla Vita Beati Patri Ignatii [seconda versione: S. Ignatii] Loiol Societatis Iesu Fundatoris. Roma, (a ed.) e
(a ed.).
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ali ejusdem auctoris disputationes: altera de prdestinatione et reprobatione angelorum et hominum; altera de prdestinatione Christi, Ex officina
plantiniana, apud J. Moretum, Anversa.
() De perfectionibus moribusque divinis libri XIV, quibus pleraque sacr theologi mysteria breviter ac dilucide explicantur [. . . ],ex officina Plantiniana, apud Balthasarem Moretum, & viduam Ioannis Moreti, & Io.
Meursium, Anversa.
M, G.P. () De vita et moribus Ignatii Loiol, qui Societatem Iesu fundavit, libri III, Franciscus Zannettus, Roma.
M, L () Concordia liberi arbitrii cvm grati donis, divina prscentia, providentia, prdestinatione, et reprobatione, ad nonnullos prim
partis D. Thom articulos, Apud Antonium Riberium, Lisbona.
() Liberi arbitrii cum grati donis, divina prscientia, providentia, prdestinatione et reprobatione concordia, altera sui partis auctior, ex
officina typ. J. Trognsii, Anversa.
R, P () Vita Ignatii Loiol, Societatis Iesu fundatoris,
libris quinque comprehensa; in quibus initia ipsius Societatis ad annum
usque Domini explicantur, apud Iosephum Cacchium, Napoli.
() Vita del b. Ignatio Loiola fondatore della religione della Compagnia
di Gies descritta dal R.P. Pietro Ribadenera prima in lingua latina e dopo da
lui ridutta nella castigliana, & ampliata in molte cose. E nuovamente tradutta dalla spagnuola nellitaliana da Giovanni Giolito de Ferrari, appresso i
Gioliti, Venezia.
S, L. V () Vita Jesu Christi, G. Huyon, Lione.
S, F. () De divina gratia pars prima, voll., Sumptibus Hermanni
Mylii Birckmanni, Magonza.
() Opera omnia, voll., d. Charles Berton, Parigi.
V, G. () Disputationes metaphysic desumpt ex variis locis suorum
operum, apud Ioannem Keerbergium, Anversa.
Capitolo V
Annunciazioni
menti, a seconda dello spazio, del tempo, degli individui e dei gruppi.
In tale secondo caso, inoltre, lunica via per stabilire quali aspetti della
narrativit siano maggiormente stabili, e quali invece siano maggiormente soggetti al mutamento culturale sar quella di sottoporre le
ipotesi semiotiche sulla narrativit al vaglio critico della conoscenza
storica e antropologica. In altri termini, il solo modo per evitare che la
semiotica nutra dei pregiudizi etnocentrici e cronocentrici sar quello
di sviluppare unantropologia e una storia culturale della narrativit.
Se si sceglie questa seconda ipotesi, altrettanto avvincente della
prima, il percorso generativo di Greimas potrebbe essere reinterpretato come una piramide di livelli di falsificabilit: pi ci si concentra
sulle caratteristiche disposte nei cosiddetti livelli profondi, e pi risulta
difficile immaginare le condizioni culturali date le quali un fenomeno
di senso qualunque non presenti tali caratteristiche. Al contrario, pi
ci si focalizza sugli aspetti situati nei cosiddetti livelli di superficie, e
pi sembra facile ipotizzare variazioni possibili, ovvero circostanze
culturali nelle quali un fenomeno di senso non si manifesti secondo
tali aspetti. Daltro canto, per, il rigore del progetto semiotico dipende dal costante esercizio di unavvocatura del diavolo, che cerchi di
riscontrare delle eccezioni rispetto alla permanenza delle caratteristiche pi stabili della narrativit, ma anche delle regolarit rispetto
allimpermanenza degli aspetti pi instabili.
Data questa impostazione teorica, i fenomeni culturali che si annoverano sotto il nome di conversione religiosa presentano un
indubbio interesse. I tratti strutturali in base ai quali il senso comune solitamente distingue lesperienza e la narrazione paiono infatti
scomparire nella concezione che molte tradizioni religiose hanno
della conversione. In primo luogo, essa di rado pensata come individuale; assai pi spesso, invece, la si concepisce in quanto sviluppo
in stretta relazione con unalterit. In secondo luogo, questalterit
raramente considerata come una che si limita a significare; pi di
frequente, invece, essa immaginata come unalterit che comunica.
A questo proposito si pu persino affermare che lideologia religiosa
tale proprio in quanto non contempera significazione alcuna che
non sia anche comunicazione; in altri termini, non contempera che
alcun aspetto della realt esperita dallessere umano, ad inclusione di
quelli meno intelligibili, come ad esempio il dolore o il male, significhi indipendentemente dallimpulso di unalterit, la quale, spesso
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gone per questi confronti sono stati forgiati dalla storia, e potrebbero
dunque rivelarsi inadeguati per comprendere certi fenomeni di senso
lontani nel tempo e nello spazio.
Scriveva il mistico persiano Rumi in un ghazal dai mille risvolti:
Il discorso una nave e il significato un mare / Entra rapidamente,
cosicch io possa governare la nave.
Riferimenti bibliografici
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() Les Mutations du cur Histoire er smiotique du changement
spirituel aprs le Concile de Trente () Mots et Images, Ethesis,
Friburgo (Svizzera).
P III
Introduzione
Annunciazioni
). Lo spazio infatti non si compone solo di disposizioni topologiche, arrangiamenti formali, configurazioni cromatiche, ma anche
di materiali, ovvero, semioticamente, di articolazioni culturali della
materia del mondo, tutte dotate di precise connotazioni. La domanda
cui dare risposta dunque la seguente: quali sono i materiali dello
spazio ascetico? Lascesi pu forse compiersi in uno spazio costruito
coi materiali della modernit, per esempio in un luogo fatto di plastica? E ancora: quale rapporto le diverse culture religiose impongono
alla relazione fra il vuoto e il pieno nella costruzione materiale dello
spazio ascetico?
Il secondo capitolo, Tempio: realt e virtualit, considera attraverso il prisma di un caso di studio particolare la presenza di luoghi
religiosi nei mondi digitali simulati, per esempio Second Life la
tensione fra due tendenze topologiche contrapposte: quella dimprigionare il sacro, le sue annunciazioni, e dunque i flussi pneumatologici
che ne offrono la significazione allumano, entro spazi che divengano
luoghi concreti, circoscritti; e quella invece di lavorare per sottrazione
topologica, fino allallestimento paradossale di una sacralit utopica,
che significhi e si comunichi per diffusione, nella potenzialit pura,
nella virtualit indeterminata che si manifesta anche nei simulacri digitali, con tutto quello che ci comporta per una tradizione religiosa
come quella abramitica, per esempio in cui la trascendenza deve
farsi tempio, e dunque spazio circoscritto, luogo sacro.
Il terzo capitolo, intitolato Citt: omofilia ed eterofilia osserva il rovescio della medaglia della tensione topologica evocata e descritta nel
capitolo precedente. Che cosa succede quando il divino abbandona un
luogo in cui si era profilata la sua annunciazione? Cosa quando i limiti
topologici imposti alla trascendenza sono cos angusti da tracimare
fino al prodursi di unesplosione, di uno sconfinamento del sacro? Il
capitolo analizza tale questione riflettendo sugli immaginari della distruzione urbana, intesi come racconti che sovvertono quello classico
della fondazione di una citt: mentre in questo si mette in scena un
insediamento topologico della trascendenza nel luogo designato per la
sua vicenda terrena sia esso trascelto dal divino od offertogli dallumano , nellimmaginario della distruzione urbana policlastia,
urbicidio il racconto si sovverte: la divinit abbandona la citt,
segnandone al contempo il disfacimento. Nel mito biblico di Sodoma
si colgono le dinamiche topologiche che reggono tale sovversione:
Introduzione
Capitolo I
Annunciazioni
cui lo spazio significa non solo nei racconti ma anche nelle situazioni
e nelle pratiche sociali, a inclusione di quellambito nel quale lo spazio
diventa materia e sostanza espressiva per eccellenza: larchitettura. Di
spazio che ospita il senso religioso, o il senso del sacro, la semiotica si
occupa allora anche studiando i luoghi del culto, del pellegrinaggio, della
processione, accompagnando questanalisi socio- o etno-semiotica a
quella pi tradizionale di chi, come Michel De Certeau, Louis Marin, o
Giovanni Pozzi, continua ad analizzare il senso dello spazio raccontato,
ma allargando lindagine dalle narrazioni classiche quali i Vangeli ai testi
di pi ellittica fattura, come quelli della mistica.
Spazio del racconto, spazio del culto, ma spazio anche della tradizione religiosa: con il dilagare del modello lotmaniano, che si salda
ad altre esperienze le quali pure intrecciano il sapere semiotico con
quello etno-antropologico , ci si interroga su come le diverse culture,
e quindi anche le diverse culture religiose, plasmano lo spazio e i
luoghi del sacro, sia quelli individuali che quelli vissuti in comunit.
Procedendo dal pi astratto al pi concreto, la semiotica descrive larticolarsi del senso religioso nel suo farsi da annunciazione del sacro sua
enunciazione, allestimento di una mise en scne discorsiva popolata da
attori, collocati in spazi, in cornici temporali definite. Il teatro discorsivo dellannunciazione/enunciazione del sacro indispensabile perch
questultimo si manifesti il sacro non mai nudo di segni ma
al tempo stesso lo declina secondo sensibilit estetiche particolari, le
quali cuciono intorno allincontro tra divino e umano vestimenti che
ne mettano in risalto ora questo ora quellaspetto.
Rispondendo a una vocazione originaria, la semiotica delle culture
religiose dello spazio si pone principalmente la questione dellincontro,
del conflitto, del compromesso fra diversi usi di quella risorsa scarsa
per definizione che lo spazio sacro. Comunit differenti proiettano
sul territorio condiviso della citt reti di segni alternative, le quali comunicano unidentit e al contempo si solidificano in luoghi di culto, riti
pubblici, usi dello spazio collettivo che iniettano nella vuota laicit di
una struttura urbanistica limpronta di una tradizione (Leone ).
.
.
.
.
Leone a; a; a; b; In stampa.
De Certeau ; Marin ; Pozzi .
Singer ; ; Parmentier .
Leone b; a.
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Capitolo II
.. Introduzione
Second Life pu essere definita un software accessibile contemporaneamente da pi utenti attraverso internet che crea una rappresentazione digitale con elevato grado di interattivit e di verosimiglianza
rispetto alla realt non digitale . Ogni utente pu sia interagire con
questa rappresentazione e con gli altri utenti attraverso un simulacro
digitale, sia contribuire alla costruzione e al cambiamento della rappresentazione complessiva. Questo software stato creato da Linden
Lab e lanciato il giugno del .
Non esistono dati statistici completamente attendibili sullutilizzo
di Second Life, anche perch molti di essi vengono messi in circolazione perlopi a scopo pubblicitario. Secondo diverse fonti, nel
Second Life avrebbe contato circa milioni di account registrati.
Tuttavia, anche tale dato, laddove fosse veritiero, sarebbe poco utile
per stimare leffettivo utilizzo di questo software, dal momento che
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Daltra parte, una delle opportunit pi significative che Second Life offre
allo studioso di fenomeni religiosi forse proprio lo stimolo a ponderare il ruolo del corpo nellesperienza religiosa attraverso la constatazione
di come tale esperienza si modifica nel momento in cui il corpo costretto nel suo letto di Procuste digitale. Come cambia, per esempio, la
fenomenologia della preghiera cattolica di fronte a un altare votivo, se
vi ci si inginocchia davanti solo virtualmente?
.. Modalit di accesso allo spazio religioso digitale
Nel quadro di queste premesse sulle condizioni extra-testuali di esplorazione di Second Life adesso possibile prendere in considerazione
il modo in cui il testo vero e proprio degli spazi religiosi virtuali si
presenta agli internauti.
Linternauta pu imbattersi in questi spazi religiosi secondo un continuum dintenzionalit pi o meno elevata. Da un lato del continuum
si situa chi, essendo venuto a sapere nella First Life dellesistenza di
uno in particolare di questi spazi, per esempio attraverso altri media
(stampa, radio, televisione, la stessa internet) o tramite passaparola ,
digita il nome di tale spazio nellapposita finestra di ricerca e, avendolo
individuato, sceglie di teletrasportarvisi deliberatamente. Dallaltro
lato del continuum, invece, si colloca chi capita per caso in uno di
questi spazi. In mezzo al continuum si situano poi innumerevoli sfumature intermedie, per esempio il caso di chi, immettendo la parola
spiritualit nel motore di ricerca di Second Life, avr accesso a una
serie di spazi religiosi virtuali, pur non avendone cercato uno in particolare. Una tale tipologia dinternauti, peraltro valida praticamente
per ogni tipo di esplorazione, sarebbe poco significativa se non la si
rapportasse al punto di vista dellanalisi semiotica: ci che conta non
tanto chiedersi quanti internauti, e quanto di frequente, rientrino in
ciascuna di queste tipologie (come si detto, sarebbe difficile rispondere a tale quesito quantitativo), bens interrogarsi su come ciascuno
degli spazi religiosi in Second Life sia pi o meno chiuso o aperto,
. Si veda Lindemann .
. La creazione di nuovi spazi religiosi virtuali in Second Life ha attirato e continua ad
attirare una notevole copertura mediatica.
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emanano dallo spazio religioso ed dunque inteso predisporre lattraversamento dellinternauta dal profano al sacro. Anche la prossemica
di questo spazio partecipa a tale predisposizione: in questo come nella maggior parte dei paratesti consimili, ledificio di culto si presenta
allinternauta secondo una prospettiva dal basso verso lalto, come a
stimolare latteggiamento cognitivo ed emozionale di riverenza che
normalmente tale prospettiva insieme implica e simboleggia, e che si
ritrova nel linguaggio prossemico di molte culture religiose (a partire
dalla postura fortemente trans-culturale dellinginocchiamento).
Le caratteristiche fin qui evidenziate si ritrovano in molti luoghi
religiosi di Second Life, indipendentemente dalla variet delle culture
spirituali che tali luoghi rappresentano. Si osservi, per esempio, questimmagine catturata durante un avvicinamento virtuale alla chiesetta
cattolica di Santa Caterina (Fig. .): gran parte dello spazio che cir. Nome ufficiale: St. Catherines Church a place to reflect on (Second) life; rotta di
atterraggio in Second Life: , , ; posseduta dal gruppo Dark Pixies.
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tazione religiosa, possono essere fatti e disfatti nel giro di poche ore.
Nel momento in cui questo capitolo viene licenziato, non vi affatto
la certezza che i luoghi religiosi che esso ha utilizzato come esempi
esistano ancora. Tuttavia, sia pure con tutte le restrizioni che simpongono allapplicazione delle scienze sociali ed etno-antropologiche
classiche a un ambito piuttosto nuovo dellagire umano, alcune linee
essenziali sullo spazio religioso in Second Life sono state identificate.
Nella maggior parte dei casi analizzati, si trattato di spazi che si
propongono allinternauta come isolati nel desiderio di assorbire ogni
contaminazione da parte dello spazio profano, come prototipici nel
tentativo di fornire una rappresentazione digitale ideale di una cultura
religiosa, come enciclopedici nellambizione di illustrare, eventualmente a scopo di proselitismo, tutti gli elementi salienti di un sistema di
credenze, come anarchici nella loro incapacit di esercitare un controllo sulla relazione fra internauti e spazio sacro e come parassitari
nellinevitabile (almeno per adesso) rapporto di sudditanza con gli
spazi religiosi non digitali.
Sarebbe un errore, per, sulla base di queste conclusioni, non prendere sul serio il riprodursi, allinterno dei metaversi digitali, di porzioni
pi o meno ampie del panorama religioso della First Life, o considerarlo semplicemente un fenomeno ludico di portata esigua. Se vero
infatti che molti degli spazi religiosi digitali fin qui analizzati segnalano
la difficolt, se non limpossibilit, di costruire una fenomenologia
dellesperienza religiosa che prescinda da unestesia corporea, anche
vero che, da una parte, questo limite come si gi detto stimola
la riflessione sul ruolo che il corpo gioca nelle variet tradizionali di
questa stessa esperienza ; dallaltra parte, spinge invece a immaginare
il carattere liberatorio che potrebbe assumere lesperienza religiosa in
Second Life, specie per chi, per motivi personali (disabilit, per esempio) o sociali (repressione, per esempio), non avesse la possibilit di
accedere a uno spazio religioso (non digitale) senza la mediazione
di un avatar. forse proprio in queste circostanze che Second Life e
altri metaversi digitali analoghi potrebbero rivelare il loro potenziale:
attraverso un uso degli avatar che, piuttosto che dis-incarnare il corpo
religioso, ne attribuisca uno digitale a chi, per diversi motivi, non ne
fosse provvisto.
. Si veda Robinson-Neal .
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Capitolo III
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La parte pi interessante di questa storia che, dopo essere fortunosamente scampato alla totale cancellazione di una citt e dei suoi
abitanti, Cyparis fu assunto dal circo Barnum & Bailey col nome darte
di Ludger Sylbaris, primo afro-americano in uno staff di soli bianchi,
e attravers gli Stati Uniti in lungo e in largo proponendo lo spettacolo
del proprio resoconto di sopravvissuto. Una pittoresca locandina dei
primi del Novecento annunciava questa attrazione (Fig. .).
Essa accompagnava una visualizzazione quasi hollywoodiana della
catastrofe e del suo protagonista con la didascalia seguente: The Only
Living Object That Survived in The SILENT CITY of DEATH where ,
Human Beings Were Suffocated, Burned or Buried by One Belching Blast
of Mont Peles Terrible Volcanic Eruption . Silent city of death: la citt
silenziosa della morte; in questa figura, in cui lisotopia di un testo
urbano chiassoso e vitale si rovescia nel suo esatto contrario, che il
resoconto del sopravvissuto tocca il suo apice; nulla rimane della citt,
fuorch la voce di chi ne racconta la totale cancellazione.
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anche distruggerla ritualmente, privandola della sua qualit istituzionale (Rykwert []: ). Nei Carmina di Orazio si trova un
riferimento poetico che indica quale fosse lo strumento simbolico di
tale destituzione del senso urbano: nel sedicesimo componimento del
primo libro dei Carmina, la palinodia ad amatam puellam, si legge:
irae Thyesten exitio gravi
stravere et altis urbibus ultimae
stetere causae, cur perirent
funditus inprimeretque muris
hostile aratrum exercitus insolens .
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ne eriger le porte!
Figura .: Giosu, , .
. Trad. TOB.
Figura .: Giudici, , .
Con la locuzione e la cosparse di sale la TOB italiana si rif probabilmente al testo della vulgata ita ut sal in ea dispergeret, che per
traduce metaforicamente loriginale ebraico [ way-y
zraha mlach], reso pi letteralmente dalla Settanta con la locuzione
, semin di sale. Perch dunque Abimelech semin di sale le macerie della citt distrutta? Le interpretazioni sono
numerose e disparate. Solo per menzionare le pi recenti, Honeyman
ritiene che il sale servisse ad essiccare il sangue dei vinti al fine di
scongiurarne la vendetta (Honeyman ). Pi convincente, per, la
spiegazione di Gevirtz, il quale, grazie a unattenta comparazione fra
testi ittiti, canaaniti, greci e latini che non possono essere riprodotti
qui conclude che tale semina serviva a consacrare a una divinit il
terreno prima occupato dalla citt distrutta (Gevirtz , p. ).
. Trad. TOB.
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monografico di Lexia -, -.
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Capitolo IV
.. Sinossi
Questo capitolo si prefigge di analizzare i meccanismi fenomenologici e semiotici che caratterizzano la tensione fra rituali e routine,
cos come la dialettica fra la loro efficacia e inefficacia simboliche.
Attraverso quali processi semiotici i rituali acquisiscono la capacit
di addomesticare la frontiera fra un ambiente di appartenenza e
uno di non-appartenenza, dando luogo a un percorso semantico e
a una strategia retorica di acclimatazione e tolleranza, e quindi a un
regime di appartenenza sedentaria? Attraverso quali processi semiotici, al contrario, i rituali perdono questa capacit, volgendosi cos in
semplici routine o, peggio, divenendo incapaci di smussare lintensit
di transizione e lestensione di distanza implicate da una frontiera di
appartenenza?
Il presente capitolo cercher di rispondere a tali domande attraverso unanalisi approfondita della fenomenologia e della semiotica delle
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allinterno del luogo di culto la liturgia regola scrupolosamente la relazione tra la trascendenza e limmanenza, non appena il simulacro del
sacro abbandona il proprio ambiente di appartenenza e intraprende il
suo viaggio processionale attraverso lambiente profano si espone a
tutti i rischi della contaminazione imprevedibile causata dalla drammatica moltiplicazione di agentivit coinvolte nel rituale. La Chiesa
Cattolica, specialmente a partire dal Concilio di Trento, ha reagito a
questo pericolo cercando di esportare il tempio insieme con il simulacro del sacro, vale a dire, attraverso una meticolosa regolamentazione
della liturgia delle processioni religiose. Tuttavia, gli sforzi in questo
ambito sono stati meno efficaci di quelli esercitati per disciplinare, ad
esempio, luso delle immagini sacre. Le processioni religiose essendo
create dalla collettivit dei fedeli e non dallagentivit individuale degli
artisti, per definizione sfuggono a un controllo rigido . Malgrado la
. Zika () suggerisce che i pellegrinaggi sono tradizionalmente rituali che implicano una dispersione di potere, mentre le processioni sono caratterizzate da controllo
centralizzato. Tuttavia, secondo Ashley (: p. , n. ) questo autore semplifica eccessivamente la processione assumendo che essa semplicemente enfatizza sempre la
celebrazione da parte della comunit dei suoi oggetti sacri attraverso uno spazio politico
Annunciazioni
in Spagna alla fine del XVI secolo, racconta che durante una sacra rappresentazione della vita della Vergine, messa in scena per le strade di
Siviglia da una confraternita di attori intorno al , egli fu testimone
di uno scandalo. Lattrice che impersonava la Vergine era lamante dellattore che impersonava Giuseppe. La loro unione peccaminosa era
cos notoria che al momento della scena dellAnnunciazione, quando
la Vergine stupita doveva rispondere allangelo che ella non conosceva
uomo alcuno, il pubblico riceveva tale rappresentazione del dogma
della verginit di Maria, uno dei pi cari ai Cattolici, con una sonora
risata (Green ) .
Il senso di questi due apologhi dovrebbe essere chiaro: quando
il sacro viene rappresentato dal corpo umano corre il rischio di essere esposto a due pericolose occasioni di dissacrazione: la morte e
il riso. Essi sconvolgono entrambi i meccanismi semiotici attraverso i quali il sacro esportato al di fuori delle frontiere del tempio
nellambiente profano di appartenenza, con il risultato di unopposta
importazione del profano nel sacro. Quando la morte e il riso penetrano nellambiente della trascendenza, essi diventano unappendice
di quello dellimmanenza. La processione cessa di essere una strategia
retorica sinestesica di acclimatazione e di tolleranza e diviene, almeno
se si adotta la prospettiva della Chiesa come punto di vista del soggetto statico, una strategia retorica cacofonica dinvasione e desilio. Il
sacro invaso dal profano e il suo simulacro esiliato nellambiente
dellimmanenza.
La trasformazione che, dovuta soprattutto alla moltiplicazione delle agentivit e alla personificazione del sacro, la liturgia subisce quando
esportata al di fuori del tempio attraverso un rituale processionale
particolarmente evidente nelle processioni votive, come quelle che
nel Cattolicesimo celebrano i santi, la Vergine, o il sacramento dellEucaristia. La prossima sezione sar dedicata a unanalisi dettagliata
del modo in cui i meccanismi semiotici della liturgia mutano nel momento in cui sono trasposti nelle strategie retoriche delle processioni
del Corpus Domini.
. Il film La Passione () di Carlo Mazzacurati sfrutta abilmente leffetto comico
insito nella personificazione del sacro evocando tale effetto attraverso la vicenda degli
abitanti di un piccolo borgo che cercano di mettere in scena la Via Crucis sotto la guida di
un esasperato Silvio Orlando. Si veda per esempio la sequenza in cui lattore che impersona
Cristo ride solleticato dal frustino del centurione.
Annunciazioni
.. Processioni del Corpus Domini: dalla sacralizzazione del profano alla profanazione del sacro
Si potrebbe sostenere che lintera liturgia cristiana costruita intorno
allEucaristia. Il dogma della transustanziazione implica il collasso di
ogni distinzione tra lEucaristia come espressione e come contenuto,
e cos pure lillegittimit di concepire questo Sacramento come mera
rappresentazione. Il dogma eucaristico essendo ineffabile, levoluzione della sua liturgia pu essere interpretata come sforzo per costruire
un quadro di comunicazione e, quindi, di comunione, intorno a questo
nucleo centrale inesprimibile.
Come lo indica il liturgista francese Aim-George Martimort, tutti
i segni percettibili che compongono la liturgia cristiana condividono,
secondo una definizione confermata dallultimo Concilio Vaticano, la
medesima natura: essi sono sia sacramenti efficaci che segni percepibili.
Al fine di comunicare il mistero dellEucaristia, in particolare, la Chiesa
ha adottato mezzi espressivi che sindirizzano a tutti i sensi. Simultaneamente, tuttavia, ha sempre cercato di armonizzarli secondo due principi:
la sintesi di tutti gli elementi sensibili e la loro gerarchizzazione.
Per quanto riguarda il primo principio, la Chiesa ha continuamente
cercato di guidare levoluzione della liturgia cos che essa divenisse la
pura espressione di una realt trascendente, vale a dire, la presenza
di Cristo e lazione dello Spirito Santo. Nonostante ci, a seconda
dei periodi storici e dei contesti socio-culturali, si sono verificate fluttuazioni tra una stretta adesione a questo principio una tendenza
caratteristica soprattutto dei periodi di riforma e uninterpretazione pi flessibile. A dispetto delle variazioni, tutti i segni della liturgia
sono stati generalmente orchestrati intorno a un singolo progetto
comunicativo. Innumerevoli esempi di tale evoluzione possono essere
trovati nella storia della musica sacra, delliconografia religiosa, dei
gesti rituali, e cos via.
La gerarchizzazione degli elementi sensibili nella liturgia cattolica
evidente soprattutto nella sua opposizione alla strategia comunicativa
del Protestantesimo. Mentre la ricezione luterana della teologia di San
Paolo enfatizza la relazione tra fede e udito e persino la necessit di
isolare questultimo senso in relazione agli altri , la Chiesa Cattolica
. Si veda la posizione di Kerniy .
Annunciazioni
dinterpretazione teologica, il quale tuttavia non ha impedito la trasformazione della struttura percettiva della liturgia eucaristica quando
essa esportata in un ambiente profano. Durante la processione del
Corpus Domini, per esempio, la vista diventa abnormemente predominante. Molti fedeli finiscono per non accostarsi al sacramento n
prima n dopo la processione, perch si accontentano di entrare in
contatto visivo diretto con il Corpo di Cristo, divenuto da oggetto di
transustanziazione oggetto di spettacolo.
Riepilogando, se la processione del Corpus Domini era stata concepita dalla Chiesa come occasione in cui il sacramento potesse essere
riconosciuto come tale non solo nellambiente sacro di appartenenza
del tempio, ma anche in quello profano delle strade, tale intenzione
in molte circostanze si rivel un boomerang: una strategia retorica
di acclimatazione e tolleranza diede luogo a un percorso semantico
opposto dinvasione ed esilio. Una volta nelle strade, la liturgia eucaristica non poteva controllare la tendenza eterodossa dei fedeli a
trasformare il sacramento in uno spettacolo nel quale il potere simbolico della parola si subordina alla dinamica iconica della visione.
Perci, il contatto fra un simulacro del sacro e un ambiente profano
non risulta solo nella sacralizzazione del secondo, come la Chiesa auspicava, ma anche nella profanazione del primo. La sezione seguente
estender le riflessioni fin qui maturate a proposito del Corpus Domini
alle processioni religiose in generale.
.. La decostruzione della liturgia nelle processioni religiose
Nella maggior parte delle processioni religiose i principi di sinestesia
e gerarchizzazione degli elementi sensibili sono sovvertiti e trasformati in un nuovo quadro percettivo, caratterizzato da dispersione dei
mezzi espressivi e sovversione della piramide sensoriale. Queste due
dinamiche si manifestano nella forma pi spettacolare nella cosiddetta
religiosit popolare, per esempio nelle processioni cattoliche spagnole. Per quel che riguarda specificatamente la prima dinamica, vale a
dire lo sparpagliamento degli elementi sensibili, si tratta probabilmente di un elemento essenziale di tutte le processioni religiose, poich la
traslazione del simulacro del sacro fuori del suo ambiente di appartenenza implica una sorta di dispersione dei segni liturgici. Questo
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individuale di vertigine completamente staccata dallequilibrio collettivo del rituale e della sua liturgia. Le campane cessano di essere
uno strumento acustico per la creazione di unagentivit collettiva
e divengono strumento ludico per il divertimento di unagentivit
individuale (e per la costituzione del suo pubblico).
... Mimicry (mimetismo)
Unaltra delle categorie di giochi di Caillois, la mimicry o mimetismo, caratterizza diverse processioni religiose, la cui genesi, come
stato indicato in precedenza, strettamente collegata allevoluzione delle sacre rappresentazioni e alla loro transizione dallo spazio
interno del tempio a quello a esso esterno. Laddove la Chiesa ha
cercato di espellere la dimensione corporale della rappresentazione
al di fuori delle processioni, per esempio sostituendo i figuranti in
carne e ossa con statue lignee, lestetica della religiosit popolare ha
manifestato una tendenza opposta, enfatizzando il corpo e la sua sensualit idiosincratica piuttosto che lunit della struttura percettiva
della liturgia.
Questa tendenza rimarchevole, per esempio, nellevoluzione della scultura processionale spagnola, il cui realismo estremo (i vestiti,
i gioielli, i capelli, labbondanza di sangue e ferite, lespressivit degli occhi, etc.) potrebbe essere interpretato come una reazione alla
spiritualizzazione della sacra rappresentazione. La stessa propensione a reintrodurre il corpo e i suoi sensi nelle processioni religiose,
sovvertendo cos i due principi di sinestesia e gerarchizzazione della
struttura percettiva, pu essere individuata in molte altre tradizioni
popolari, le quali nella Semana Santa spagnola presentano spesso un
mimetismo estremo e una rimarchevole corporeit sensuale.
A Valverde de la Vera, in Estremadura, la notte del Gioved Santo alcune dozzine di abitanti danno luogo al rituale degli empalaos,
letteralmente, gli impalati. Nascosti nelle proprie case, coloro che
ne ricevono lautorizzazione e lonore dalla confraternita locale che
gestisce questo rituale si fanno legare a pesanti tronchi con corde
spesse e ruvide, le quali immobilizzano le braccia aperte in croce e
i torsi nudi come le spire di un serpente. Nella preparazione della
penitenza, gli empalaos sono assistiti da parenti e amici.
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pugno di potere immanente i trenta pezzi dargento , ma perch personifica la parte sconfitta nella messa in scena agonistica della
battaglia cosmica tra bene e male. Anche in questo caso, la trasformazione della teologia cristiana del male e della salvezza in gioco
agonistico attribuisce unaura profana di contingenza ai partecipanti,
che sembrano capaci di sbarazzarsi del problema metafisico del male con la stessa rapidit con cui fanno fuori Giuda. Lanacronismo
dellusare fucili come strumenti della condanna a morte accresce
involontariamente leffetto parodistico della cerimonia.
A Yepes, nella regione di Toledo, Giuda trattato in maniera
meno violenta: lo si umilia facendolo rimbalzare su una sorta di
tappeto elastico. Qui lilinx (la vertigine) si aggiunge allagon (la competizione) nella giocosa rappresentazione della punizione di Giuda.
Una morte violenta per rogo attende invece Giuda ad Alfaro, nella
Rioja, o in Estremadura. Qui il pupazzo del traditore spesso mostra
i caratteri di questo o quel personaggio politico cattivo (nel ,
per esempio, il Giuda di Torremenga de la Vera, in Estremadura,
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aveva il sembiante di Saddam Hussein). Di nuovo, la contingenza geo-politica della messa in scena inevitabilmente ne diminuisce
latemporalit liturgica: Giuda non pi il simbolo cosmico della
tragica scelta con cui gli uomini rigettano la visita del sacro, ma il capro espiatorio del senso di appartenenza collettiva degli abitanti del
villaggio al loro ambiente profano (Girard ). Da questo punto di
vista, i rituali della messa a morte di Giuda sono tutti reminiscenti
di quelli in cui, in epoca pre-cristiana, si simbolizzava lespulsione
dellinverno e, quindi, della morte, al di fuori del perimetro del
villaggio.
... Alea (caso)
La dimensione ludica dellalea (caso) sottende ci che potrebbe essere definito come divinazione processionale: ogni cosa nelle processioni religiose diviene segno dellatteggiamento capriccioso della
trascendenza verso il fedele. Ogni momento del corteo processionale non pi considerato come elemento delleconomia simbolica
complessiva della liturgia ma come particella di senso staccata dal
suo contesto e trasformata in fondamento di superstizione. Mentre le processioni religiose mirano a significare la continuit fra
lambiente sacro di appartenenza del tempio e lambiente profano
di appartenenza che lo circonda, la divinazione processionale reintroduce il sentimento di una discontinuit fra lambiente sacro e
quello profano e, di conseguenza, la frontiera che li separa.
Gli incidenti che, come stato mostrato in precedenza, inevitabilmente inquinano la liturgia processionale sono interpretati non
come effetti dellineluttabile diluizione dellordine percettivo che la
liturgia subisce ogni volta che viene esportata al di fuori del perimetro sacro, ma come segni della vendetta della trascendenza, come
invasione trascendente dellambiente profano al fine di castigarlo. In
altre parole, configurando gli incidenti processionali come espressione
dellira della trascendenza, i fedeli inconsciamente negano il senso pi
profondo dei rituali processionali, dichiarando implicitamente che la
trascendenza non alberga nel villaggio, ma si limita a visitarlo al fine
di premiarne o punirne gli abitanti secondo una logica pi aleatoria
che morale.
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Nella sua opera teatrale lartista catalano adotta spesso elementi espressivi della religiosit popolare cattolica, sottolineando cos i
principi semiotici che determinano la trasformazione della liturgia
in spettacolo: lintroduzione del caos percettivo e la predominanza
del corpo. Nellimmaginario religioso di Santos questo sovvertimento sensoriale d spesso luogo alla blasfemia, la quale, del resto, egli
rivendica come uno dei motori della sua creazione. Nella performance Caligaverot, per esempio, creata da Santos nel e ispirata alla
Semana Santa catalana, lartista, accompagnato da un tenore e da un
soprano, recita un testo di fronte a una serie di sei immagini disposte
a formare una croce.
Unanalisi ravvicinata di questa performance mostra il modo in cui
essa non fa che intensificare tendenze semiotiche gi presenti nella
religiosit popolare cattolica. Il testo imita la fonetica del Catalano ma
non esprime un significato preciso. Tuttavia, grazie al proferimento di
parole come Deu, alla loro ripetizione, alla combinazione dei suoni,
e specialmente grazie allimmagine di sfondo della performance, il
testo finisce per evocare un contenuto blasfemo. La parola santa e
santificante che domina lorchestrazione sensoriale della liturgia si
volge dunque nel suo opposto, cio in una parola diabolica che non ha
significato alcuno ma significa attraverso lenfasi attribuita alla materia
espressiva, alla corporeit della voce dei cantanti. Il contenuto visivo
che orienta la ricezione della performance intensifica la sensualit della Semana Santa spagnola fino allo scandalo. Il corpo, che la Chiesa ha
cercato costantemente di espellere dalla liturgia e dalla sua estensione
processionale, diventa di nuovo predominante, al punto da frantumare la sacralit del rituale. Ogni parte della croce nellimmagine di
sfondo viene distorta pornograficamente (Fig. .); la testa di Ges
sensualmente abbracciata da una donna con il volto della Maddalena,
mentre il crocifisso trasformato in strumento di pratiche sessuali:
circondato da rossetti, nascosto in un paio di slip, usato come attrezzo
di sodomia, o persino come tacco a spillo.
Altre opere di Santos manifestano la stessa tendenza a mescolare
limmaginario della religiosit popolare cattolica, quello della pornografia, e quello dellerotismo sadomasochista, la cui origine lartista
ogni nuova fase del suo sviluppo artistico abbracciando tutti gli elementi creativi elaborati
in quelle precedenti.
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.. Conclusioni teoretiche
Un apologo finale introdurr le conclusioni teoretiche del capitolo.
Secondo antica tradizione, unimmagine raffigurante la Vergine fu
rinvenuta a Tepeyac, vicino Guadalupe, in Messico, nel . Prima
immagine miracolosa della Mesoamerica, diede luogo alla nascita e
allo sviluppo del culto della Nostra Signora di Guadalupe. Nel ,
una sontuosa processione religiosa fu organizzata al fine di trasportare licona nella prima cappella mesoamericana costruita in onore
della Vergine. Per celebrare leccezionale evento, e secondo la liturgia cerimoniale per la traslazione delle reliquie del Cattolicesimo
della prima modernit, i nuovi cristiani della Mesoamerica offrirono
alla vergine uno spettacolo di mitotes, le loro danze rituali tradizionali, simulando una battaglia tra le popolazioni locali rivali degli
Aztechi e dei Chichimeca. I capi indossavano vestiti cerimoniali
mentre le armate azteche i giaguari e le aquile sfoggiavano
costumi di piume. Essi presero a danzare in cerchio di fronte alla
chiesa, accompagnati dai canti degli anziani e dal ritmo di due tipi di
tamburi. Improvvisamente, un incidente sconvolse larmonia della
processione: uno dei danzatori venne accidentalmente ferito da una
freccia. Trasportato agonizzante di fronte a unicona della Vergine,
gi situata nella nuova cappella, il danzatore guar miracolosamente.
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Figura .: Traslazione dellimmagine della Vergine della Guadalupe nella prima cappella
e miracolo, anonimo, , olio su tela, cm. x , collezione Museo de la Baslica
de Guadalupe.
Una delle immagini pi eleganti dellarte coloniale mesoamericana, eseguita da un pittore anonimo dopo il , narra visivamente
lincidente e il miracolo (Brown , p. ) (Fig. .).
Questo dipinto, in cui larchitettura del nuovo tempio separa nettamente il tempo narrativo presente della grazia e quello passato dellincidente, sintetizza perfettamente la relazione tra, da un lato, lambiente
aperto della religiosit popolare e la sua relazione con le tradizioni
pre-cristiane uno spazio in cui il rituale processionale si volge pericolosamente in ludico mimetismo della guerra e, dallaltro lato,
lambiente chiuso della liturgia. Quando la processione trasporta limmagine santa al di fuori della sua collocazione originale, le forme non
convenzionali e poli-sensoriali adottate per comunicare la relazione tra
il simulacro della trascendenza e lambiente profano che circonda il
tempio scatenano il sovvertimento della liturgia e il riemergere violento
di una frontiera tra il sacro e il profano, una frontiera che si manifesta
sotto il sembiante dellincidente e della morte. Viceversa, solo nellambiente sacro della cappella, dove le tradizioni popolari e la loro tendenza
poli-sensoriale sono sostituiti dallunit, dallordine, e dalla gerarchia
della liturgia incarnata dal personaggio ieratico del vescovo che un
miracolo irruzione del sacro nel mondo profano pu restaurare
la perfezione della trascendenza eliminando gli effetti dellincidente.
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possibilmente in unottica comparativa (si sospetta infatti che vi siano modi molto diversi
di trattare gli incidenti rituali).
. Due direzioni andrebbero esplorate per completare e precisare la fenomenologia
in chiave semiotica dei rituali processionali: da un lato, sottolineare che il punto di vista
adottato da questo capitolo, quello di una liturgia decostruita nella sua esportazione fuori
dal tempio, in un certo senso arbitrario, nel senso che si potrebbe invece adottare il punto
di vista, tipico di molta antropologia della festa, di una liturgia che si costruisce proprio
irretendo le pulsioni eslegi che esplodono invece nella festa o nella processione. In realt i
due movimenti di costruzione e decostruzione liturgica andrebbero analizzati nella loro
continua tensione dialettica, sia storica che semiotica.
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Capitolo V
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strada bianca, nelle notti trasparenti, il solo incontro che facevo era quello
del Reverendo Padre Adone Doni, che a quel tempo, come me, lavorava
tutto il giorno nellantica Accademia degli Intronati .
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nostra sorella gode in questo istante la contentezza piena che Dio concede
ai suoi prediletti, riempiendoli dei tesori della povert.
Avendo cos parlato, il buon San Francesco bevve nel cavo della mano
qualche goccia dacqua e si sollev rinvigorito.
Questo il motivo per cui il nome di Santa Chiara stato dato al pozzo .
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Non si pu analizzare in dettaglio questa poesia, che molto complessa, ma occorre sottolinearne le similarit con il testo scritto da
Anatole France. In entrambi i casi, la struttura interna del pozzo, il
quale contiene uno specchio fatto dacqua, usata quale metafora
della memoria: una metafora estatica per San Francesco, il quale pu
baciare limmagine riflessa di Chiara/la luna; una metafora nostalgica
per Montale, il quale deforma limmagine del suo passato non appena
egli tenta di baciarla.
Le puits de sainte Claire fu tradotto in italiano per la prima volta nel
, quando Montale iniziava la redazione delle sue poesie. Inoltre,
France vinse il premio Nobel nel , e presumibilmente acquis
uneco e una notoriet molto vaste. Tuttavia, non impossibile, ma
almeno improbabile che France abbia storicamente ispirato Montale.
I due autori erano ispirati dallo stesso oggetto del mondo, un pozzo,
cos che i loro testi intrattengono una relazione dintertestualit semiotica. La struttura morfologica del pozzo pu essere usata in modi
differenti. Si consideri il seguente sonetto:
Due gran serpenti avviluppati insieme
Stan dentro una citt, non in foresta;
Vanno sotterra con sue code estreme
E dessi nesce fuori una sol testa.
Questa ha ghirlanda in sue chiome supreme,
Questo sonetto, un esempio tipico di concettismo manierista, sarebbe di assai difficile interpretazione senza un riferimento alla sua
fonte intertestuale: larchitettura di un pozzo. Nel , unarmata
di Lanzichenecchi, assoldata da Carlo V, saccheggi Roma. Il papa
Clemente VII trov rifugio a Orvieto, al confine del regno pontificio.
Questa citt divenne la sede del papa, e fu dunque trasformata in una
roccaforte. Al fine di approvvigionare dacqua la citt durante un eventuale assedio, un pozzo gigantesco fu disegnato e costruito nel centro
di Orvieto da Antonio da Sangallo, fine architetto del sedicesimo secolo. Il pozzo, oggi una delle principali attrazioni turistiche di Orvieto,
misura metri di profondit e contiene due scale elicoidali, abbastanza ampie da consentire agli animali da tiro di trasportare lacqua dal
fondo del pozzo fino in superficie. Questa descrizione architettonica
rivela il significato della poesia, scritta da Francesco Grezzi allo scopo
di celebrare il nuovo pozzo : i due draghi benigni non sono altro che
rampe di scale lungo le quali lacqua trasportata dal sottosuolo fino
al cielo.
Alla fine del diciottesimo secolo, il pozzo di Orvieto divenne il centro di unulteriore relazione intertestuale. Da questo periodo in poi, il
pozzo conosciuto con il nome di Pozzo di San Patrizio. La locuzione, oggi cos nota che viene usata per designare metaforicamente
qualcosa di estremamente profondo, probabilmente fu introdotta in
Italia da alcuni turisti irlandesi alla fine del diciottesimo secolo. Ma
questo solo uno degli esempi pi recenti di come una leggenda irlandese, quella cristiana del purgatorio di San Patrizio, abbia influenzato
il modo in cui la cultura dellEuropa occidentale ha usato i pozzi quali
figure metaforiche. La leggenda, che a sua volta sispira ad alcune pi
. Palazzetti, .
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P IV
Introduzione
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solo incontrare il divino ma anche serbarne memoria sensuale, necessit che trova la sua soddisfazione pi completa nella reliquia, pezzo
di un sacro che si fatto e rimane corpo, lascito della trascendenza
ai sensi e soprattutto al pi sensuale di essi, il tatto. Nella reliquia
la comunit dei fedeli tocca il sacro, ma pu anche spingerne la
circolazione fino al commercio, trasformandolo in feticcio, e dunque
in ombra di s stesso, in moneta. Di questo paradosso si occupa il
capitolo in questione, esplorando i cortocircuiti semantici fra reliquie
e denaro nella storia cristiana, fra segno indicale per eccellenza del
sacro e rottura del patto segnico fra trascendenza e sensi nel denaro,
simbolo proteiforme (e dunque dia-bolico) per antonomasia.
Altro coagulo paradossale della tensione dialettica fra trascendenza
silenziosa e sua annunciazione corporale quello della transustanziazione, mistero cristiano in cui la materia diviene spirito grazie
allefficacia performativa della parola. Con riferimento allopera teologica, linguistica e proto-semiotica della prima modernit cattolica,
il terzo saggio, Transustanziazione: rapporto e identificazione mostra
che la transustanziazione diviene, nellintuizione di alcuni studiosi,
metafora perfetta del linguaggio, inteso come incontro fra una spiritualit indeterminata e una concretizzazione segnica entro limiti precisi.
Come nella transustanziazione il pane e il vino della liturgia eucaristica divengono il corpo e il sangue di Cristo, cos nella riflessione
semio-linguistica della prima modernit cattolica con la semiosi il
versante materiale del segno perde, quasi miracolo eucaristico, la sua
materialit per acquistarne una di qualit differente, per convertirsi
in veicolo di un pensiero impalpabile. La transustanziazione assurge
dunque a modello di una semiosi utopica, perfettibile s ma mai trasparente, in cui il sacro si manifesta ma senza mai poter eliminare del
tutto le scorie e i residui della sua incarnazione.
Gli ultimi due capitoli della sezione spostano laccento sugli assetti normativi che regolano la gestione del corpo in quanto alveo
di manifestazione del divino. Se, come si suggerito, il sacro non
si annuncia/enuncia solo in spazi ma anche in corpi, allora il corpo
umano pu diventare tempio del divino, luogo somatico della sua iscrizione/circoscrizione. Due figure di questa particolare incarnazione
del senso religioso vengono investigate da altrettanti capitoli, trascelte perch corrispondenti a due contrapposti flussi pneumatologici:
nel miracolo, la trascendenza irrompe nella naturalit del corpo per
forzarne i limiti, o meglio per ricostruirli secondo una nuova architettura, che sia veicolo dellagentivit divina e della sua potenza. Col
miracolo, il divino annuncia, nella guarigione dei corpi, la propria
presenza nel mondo; simmetricamente, cacciare il divino dal mondo
implica anche eliminarne le incarnazioni corporali, sfatare la credenza
nel miracolo che, guarendo, trasforma i corpi in modo innaturale e
dunque li rende segni della propria potenza; ecco dunque, al centro
del saggio (Miracolo: fede e scienza), il rapporto fra fede nei corpi e
scienza dei corpi, fra spiritualit del miracolo somatico e medicina.
A una diversa dinamica di agentivit pneumatologica non pi
dallalto verso il basso, come nei miracoli, bens dal basso verso lalto
fa riferimento invece lultimo saggio della sezione (Digiuno: ascesi e
ricetta), in cui non lagentivit divina a manifestarsi e ad annunciarsi
nellinnaturale trasformazione/guarigione del corpo umano, bens
lagentivit umana, attraverso la pratica del digiuno giainista, a
costruire, nel corpo, un tempio per il divino, un vuoto somatico nel
quale il sacro possa annunciarsi e installarsi. Anche questoperazione,
tuttavia, segnata da una tensione fra slancio e regola, fra desiderio
del digiuno assoluto e ricettario che ne organizzi lesecuzione.
Capitolo I
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il complicato vocio che promana dai corpi umani, e dalle forze che
lo espandono verso la libert o lo comprimono verso la dipendenza.
Naturalmente, nel caso del Cristianesimo, la filosofia greca e quella
latina, insieme con le radici ebraiche, hanno avuto un ruolo importante nella costituzione del pensiero cristiano sul corpo, che per ha
maturato tratti propri, del tutto singolari. Dallaltro lato dello spettro
storico, poi, questo pensiero religioso non ha cessato di esercitare
la propria influenza sui corpi con lavvento dello Stato laico, ma si
insinua ancora oggi abbondantemente (sebbene forse in modo pi
surrettizio) nelle pieghe dei corpi. Cercare di riassumere in poche
righe in che modo una religione, o persino pi tradizioni religiose
fra loro diverse, regolano le attivit corporali, significherebbe cercare
di riassumere buona parte del contenuto delle dottrine religiose, dal
momento che tutto limpianto concettuale delle religioni, e persino la
parte metafisica del loro insegnamento, ha nel corpo il proprio centro
di applicazione. In una scelta che necessariamente soggettiva, forse
operazione pi efficace quella di descrivere e analizzare il modo in
cui le religioni lasciano tracce sulla superficie dei corpi, segni visibili
che esprimono unappartenenza; in altri termini, il modo in cui le
religioni scrivono i corpi dei fedeli, o vi si iscrivono.
La religione cristiana, rispetto alla pi antica religione ebraica, da
cui pure deriva molta parte dei propri principi e delle proprie usanze, ha rinunciato alla circoncisione, compiendo una scelta che ha un
importante valore simbolico. Nel passaggio dal Vecchio al Nuovo
Testamento, la legge incisa sulla pietra delle tavole mosaiche stata
sostituita dalla legge inscritta sui cuori, come Paolo non si stanca di
ripetere nel proprio insegnamento. A questo passaggio corrisponde
una interiorizzazione dellappartenenza religiosa che non lascia pi
alcuna traccia sulla superficie del corpo, ma piuttosto ne modifica pesantemente la logica interna. Molti sono i miti, spesso non supportati
da unadeguata conoscenza storica, che circolano a proposito di tale
logica, cio del pensiero che si esprimerebbe nel corpo dei cristiani in
seguito a questa interiorizzazione.
Secondo il pi diffuso di tali miti, il Cristianesimo avrebbe gravemente ostacolato una sana relazione (ma che vuol dire sana?) del
genere umano con la propria dimensione corporea, privilegiando di
gran lunga la spiritualit sulla corporeit dei fedeli. Questo mito corrisponde solo in parte a verit. Vero che il Cristianesimo eredita da
Annunciazioni
dobbligo per quanti vogliano portare sul proprio corpo una traccia
della consapevolezza della morte (come scrive Girolamo a proposito
di Marcella), mentre addirittura blasfemo per una donna non avere
il capo velato o portare la testa rasata. Ma in periodi pi recenti della
storia del Cristianesimo, e soprattutto negli scritti di Francesco di
Sales, sempre desideroso di avvicinare la spiritualit cristiana alla vita
quotidiana, la bellezza del vestiario, soprattutto di quello femminile,
un segno di gioia che la Chiesa guarda con distaccata e compiacente
ironia. Scrive il vescovo di Ginevra a Madame Chantal nelle Lettere:
Che volete? Bisogna pure che le ragazze siano un po graziose .
Da un lato, dunque, la correttezza e la pulizia dellabbigliamento
sono uno specchio della rettitudine spirituale; dallaltro, vi una tendenza a esprimere nel corpo e nelle sue decorazioni il desiderio di
rifuggire la vanit e il gusto per la bellezza fine a s stessa.
Nel comparare la concezione cristiana del corpo con quella di altre
religioni, il modo in cui i vestiti sono utilizzati come segno di un certo
stato spirituale, e quindi come mezzo attraverso cui il corpo esce dal
proprio mutismo per aderire a un sistema di credenze, un oggetto
di analisi che permette di stabilire efficaci paragoni. Nel Cristianesimo,
al di l del rigore delle prime comunit, e fatta eccezione del simbolismo iscritto nei vestiti dellofficiante (dai colori dei paramenti che
seguono il calendario liturgico fino alla foggia del vestiario, segno di
una precisa posizione gerarchica allinterno della Chiesa), i corpi dei
fedeli albergano un numero sempre minore di segni religiosi. Antichi
tab (compreso quello del capo velato) cadono rapidamente in disuso, e, specie nel Cristianesimo protestante, ci si avvicina a una quasi
perfetta interiorizzazione del credo religioso, che trova, persino nella
gestualit della preghiera, poche vie di manifestazione esteriore.
Nella religione ebraica, che ha un rapporto assai pi stretto con la
tradizione, ma anche con la scrittura, i vestiti del rito (per non parlare
di quelli della vita quotidiana presso le comunit ortodosse) sono
molto pi espressivi, e usano i corpi dei fedeli come un pentagramma
su cui tracciare la storia della fede. Nelle tre preghiere quotidiane
che punteggiano la vita religiosa ebraica, e nelle quali il corpo viene
preparato alla scrittura come una pergamena allassorbimento dellinchiostro (si lavano le mani, si pronuncia la benedizione, ci si concentra
. Que voulez-vous? Il faut bien que les filles soyent un petit jolies.
Annunciazioni
sulla preghiera), i vestimenti rituali hanno un ruolo fondamentale, anche e soprattutto per la loro capacit di essere al contempo involucro
del corpo e supporto di scrittura (come una sorta di cuscinetto che
mette in relazione lumano e il divino). Gli indumenti rituali caratteristici della religione ebraica sono il talet, o scialle rituale, e i tefillin, o
filatteri, che trasformano il corpo in una pagina di preghiera. Una delle
tre preghiere obbligatorie del mattino e della sera si chiama Shema
Israel, Ascolta Israele, e si compone di tre brevi passaggi biblici, i
quali sono iscritti allinterno dei tefillin. Nel rapporto fra il corpo, la
preghiera, e lindumento che permette il contatto fra il primo e la
seconda, la posizione esatta dei tefillin sancita dalla liturgia. I passi
biblici di Esodo , -, Esodo , -, Deuteronomio , - e Deuteronomio , - sono cos fissati sulla fronte e sul braccio sinistro, e
legati al corpo secondo procedure di avvolgimento minuziosamente
prefissate (la laniera del filatterio deve essere arrotolata sette volte fra
il gomito e il polso) .
Anche lIslam prescrive un uso religioso del corpo, assai pi incline
del Cristianesimo alliscrizione del messaggio divino negli indumenti
della preghiera e del rito, o persino nella stessa carne. Cos come
nellEbraismo, la circoncisione fondamentale anche nellIslam, i cui
teologi fanno risalire ad Abramo (e quindi a unepoca pre-coranica)
listituzione di questo rituale (si legga il passo del Genesi , -,
in cui Abramo si circoncide e circoncide Ismaele). La circoncisione
iscrive nel corpo del maschio la sua appartenenza religiosa e, secondo
alcune letture simboliche offerte dalla teologia musulmana, ne compie
il distacco definitivo dalluniverso femminile. Il prepuzio mutilato
considerato come reliquia dellanatomia femminile insita nel corpo
adolescente, e prende il nome di udhrat. Questo anche il nome
che si attribuisce alla stessa circoncisione, chiamata a volte anche, in
modo pi poetico, igiene purificatrice. La pratica della circoncisione
non per legata allIslam o allEbraismo in particolare, ma assai
diffusa presso popoli africani che non hanno aderito alla predicazione
di Maometto, e che tuttavia utilizzano la circoncisione come mezzo
di scrittura nel corpo maschile (e precisamente nella parte di esso che
garantisce la fecondit e la procreazione) del legame con la divinit e
. Per unanalisi esaustiva, Volli U. () Culto, preghiera, tefillh, in Leone M., a
cura di () Culto / Worship, numero monografico di Lexia, -: -.
con la stirpe. nellIslam, tuttavia, che questa scrittura sul corpo e nel
corpo si accompagna da un complesso codice rituale: la circoncisione
deve essere praticata tra i tre e i sette anni, in seno a una festa che cada
di preferenza un venerd di Ramadan, specie nella notte del destino
(Laylat al qadr, notte fra il e il giorno di Ramadan, quando la
tradizione fa cadere la discesa del Corano su Maometto). La festa si
compone di canti in onore del circonciso, al quale si offrono doni e
denaro come promessa di una gioiosa vita adulta (un maschio non
circonciso non avrebbe, infatti, alcuna possibilit di trovar moglie in
una comunit islamica tradizionale).
I riti della deflorazione (con esibizione obbligatoria del sangue
dellimene perforato) e della clitoridectomia sono praticati presso
alcuni popoli islamici, come pure presso alcuni popoli non islamici,
ma secondo la maggior parte dei teologi non costituiscono una parte
fondamentale dellidentit islamica (limam Shfi, tuttavia, morto
nell al Cairo, e fondatore di una delle quattro scuole giuridiche
dellIslam, sostiene nei suoi insegnamenti la pratica dellasportazione
del clitoride) .
Il corpo umano, e soprattutto quello femminile, anche quando
stato sottoposto alla perizia scientifica degli anatomisti rinascimentali,
stato letto e interpretato, come dimostrano le incisioni nei trattati
dellepoca, attraverso un filtro culturale largamente influenzato dalla
tradizione e dalla religione.
Molti fenomeni che lOccidente riprova nella religione islamica
andrebbero dunque osservati (ed eventualmente condannati) nellottica di questa prospettiva storica. In questo modo, lausterit di cui
Paolo voleva circondare il corpo femminile nei primi tempi del Cristianesimo unutile pietra di paragone di fronte al proliferare di veli e
censure sul corpo della donna islamica. Gli ultimi eventi storici hanno
reso tristemente attuale il dibattito sugli indumenti, assai variegati,
. Anche in Europa, e perlomeno fino alla fine del sedicesimo secolo, il clitoride
era ignorato dalla maggior parte degli anatomisti, o addirittura considerato come una
malformazione da asportare. Katharine Park, nel saggio The Rediscovery of the Clitoris
(in D. Hillman e C. Mazzio, a cura di () The Body in Parts: Fantasies of Corporeality in
Early Modern Europe, Routledge, New York e London: -) ha dimostrato, attraverso un
minuzioso lavoro di ricostruzione storica, che medici e anatomisti europei hanno praticato
a lungo questo genere di intervento chirurgico; cos facendo, essi si conformavano a
unantica tradizione medica greca e persiana, ritenendo che il clitoride fosse un sintomo di
ermafroditismo, e quindi di omosessualit femminile.
Annunciazioni
sistema delle classi e delle caste, diritti e doveri, riti e divinit, sacrifici
e dipendenze cosmiche. Di conseguenza, il corpo di colui che rinuncia
di solito privo di qualsiasi indumento, carogna, ramo secco, cosa
inanimata; viene nutrito solo perch non deperisca (il suicidio essendo
un atto della volont che fuoriesce dalla logica della rinuncia). ovvio
che una societ di rinunciatari non potrebbe esistere, o sarebbe una
contraddizione in termini. Per rispondere a questa difficolt, linduismo ha introdotto una complessa metafisica che tenta di conciliare
lintuizione dellUno e la necessit del molteplice. Tuttavia, limmagine delluomo nudo che cammina per le strade dellIndia resta un
simbolo forte dellInduismo, della sua tendenza a staccare lanimo dal
corpo o di fare del corpo la sua casa di vetro (come sognano anche i
mistici cristiani).
Rispetto al rigore dellascesi induista, e allo spettacolo sconcertante
del corpo denudato e abbandonato, la spiritualit buddista appare come
una scrittura pi calma, meno spigolosa, una grafia in cui gli angoli
acuti delleccesso sono smussati e arrotondati. La struttura monacale
dellascesi buddista favorisce lintroduzione di una regolamentazione
sociale del corpo assai pi dellascesi solitaria dellinduismo. Il corpo
deve s evitare ogni attaccamento, e quindi ogni inclinazione per il
lusso, ma non viene mai denudato. Un sobrio abito in tre pezzi, grezzo ma pulito, inscrive sul corpo del monaco buddista il programma
della sua filosofia religiosa. A questo proposito, si devono ricordare le
differenze che il clima e i costumi locali inseriscono nella relazione
fra spiritualit e vestiario. I buddisti cinesi, ad esempio, modificano il
tradizionale abito monacale ed evitano di tenere una spalla scoperta,
forse obbedendo a un inveterato senso del pudore oppure al rigore dei
climi pi settentrionali. Labito, infatti, ha nel monachesimo buddista
un ruolo puramente funzionale, e serve a preservare il corpo dalle
intemperie. Un pensiero di pulizia e ordine si inscrive anche nella
tonsura, tradizionale del buddismo, tenuta in cos alta stima che il
rasoio uno dei pochi oggetti personali che al monaco buddista concesso di possedere (anche se in certi periodi della storia del buddismo
cinese, quando si metteva in dubbio la moralit dei monaci, la loro
testa completamente rasata aveva dato luogo a paragoni sconci).
Un rapido raffronto fra le principali tradizioni religiose mostra
come le risposte del pensiero teologico alluso del corpo, soprattutto
allinterno del rito e della comunit religiosa, siano state estrema-
Annunciazioni
Capitolo II
Annunciazioni
stenza materiale, compaiono per la prima volta nel libro della Genesi,
e precisamente nel passaggio in cui Abramo viene presentato ai lettori
(, ): Abramo era molto ricco in bestiame, argento e oro.
Molti secoli pi tardi, un versetto del libro di Giobbe che collega
il possesso di denaro alla benevolenza che Dio accorda alluomo ricco.
Questo passaggio sarebbe certo piaciuto a Weber, e avrebbe forse avvalorato la sua concezione dello sviluppo delletica del capitalismo (Gb
, -): [Il malvagio] ammassa argento come la polvere / e come
fango si prepara vesti: / egli le prepara, ma il giusto le indosser / e
largento lo spartir linnocente. Se il denaro gioca un qualche ruolo
positivo nella Bibbia, per pi facile incontrarlo in contesti di dispregio del benessere materiale. Innanzitutto, chi adora loro e largento
commette peccato didolatria. A parte lepisodio del Vitello dOro,
che testimonia bene dellattitudine del Giudeo-cristianesimo verso il
prezioso metallo, numerosi altri passaggi sanciscono che apprezzare
il denaro pratica pagana, per esempio Esodo ( , ): Non fate di
dargento e di doro accanto a me: non fatene per voi! Questultima
frase si presta anchessa a interpretazioni diverse, fino a giustificare
luso di immagini doro o dargento a guisa di offerte votive al Dio
supremo.
Lo stesso ammonimento si ritrova, formulato in maniera leggermente diversa, nel libro del profeta Isaia (, ): Considererai cose
immonde le tue immagini ricoperte dargento; i tuoi idoli rivestiti
doro getterai via come un oggetto immondo. Fuori! tu dirai loro. Nei proverbi, poi, linferiorit del denaro rispetto ad altri doni
pi spirituali affermata perentoriamente (Pr , ): molto meglio possedere la sapienza che loro, / il possesso dellintelligenza
preferibile allargento. La storia e i maestri del passato insegnano e
mostrano che potenza dello spirito e potenza del patrimonio sono
sovente incompatibili (il caso di Salomone andrebbe considerato a
parte). Questa inconciliabilit meriterebbe pi di una riflessione, ma
basti citare Erasmo in un passaggio dellElogio della follia:
Intanto, per, tutti gli affari della pi svariata importanza vengono trattati
secondo la volont di questi asini. I loro poderi si accrescono, mentre il teologo, dopo aver dato fondo ai tesori di tutta la scienza della divinit, rosicchia
lupini, impegnato in un guerra a oltranza contro cimici e pidocchi .
. Sed tamen horum asinorum arbitrio maxima minimaque negocia transiguntur. His lati-
Annunciazioni
narrativa del racconto (maggio ). Il Tractatus Garsiae (o Trattato di Garsia), che leggiamo in quattro manoscritti di provenienza
tedesca , porta il seguente titolo completo: Tractatus Garsiae Toletani
Canonici de Albino et Rufino.
Al lettore non sfuggir che i due nomi propri (che si riveleranno
essere nomi di santi) a cui il trattato dedicato nascondono, nella
propria etimologia, il nome di altrettanti colori: Albino rimanda al
colore bianco (albus), mentre Rufinus richiama il rosso ( rufus).
La ragione semplice: sotto le mentite spoglie (e di spoglie in effetti qui si tratta) delle reliquie dei santi Albino e Rufino, il canonico
toledano Garsia intende parlare dellamore smisurato della Chiesa
cattolica per il metallo bianco (largento) e per quello rosso (loro). La
traduzione in italiano del testo non pu riprodurre i giochi di parole
delloriginale latino, il cui incipit recita:
Nel tempo in cui Urbano, avidissimo pontefice delle spoglie dei beatissimi
martiri Albino e Rufino, le trasferiva in Roma, raccolte dalle chiese di
Francia, e mentre di sua propria mano le interrava nel pi glorioso dei modi
in saccocce ricamate doro come suole un uomo religioso , Grimoardo,
arcivescovo di Toledo, scopr per caso alcune di queste reliquie. Decise
di trasferirle diligentemente nello scrigno di S. Cupidigia. Pensando che
esse avrebbero fatto piacere al pontefice romano (e infatti egli conosceva la
compunzione delluomo) le port con s a Roma .
Annunciazioni
pi grassi che mai si fossero visti. Quattro di essi tengono fra le mani
un catino doro di mole impressionante, pieno del vino migliore. I
cardinali e il papa invitano lospite a trangugiare a dismisura il vino
offerto, fra citazioni terenziane e oraziane. Il pontefice in particolare
esclama: Siccis Deus omnia dura proposuit (Or., Carm., I, , ): [Dio
ha attribuito una dura sorte agli astemi]. Quindi legge unomelia
dallAnticanone, o Exterminator (parodia di messale o libro liturgico):
O quanto preziosi sono i martiri Rufino e Albino! Quanto devono essere proclamati! Quanto grandemente devono essere lodati! I peccatori che
possiedono le loro reliquie sono perpetuamente giustificati, condotti dalla
natura terrena allattitudine al Paradiso, dal peccato allinnocenza. Abbiamo
visto, abbiamo visto vescovi simoniaci, sacrileghi, e dissipatori delle proprie chiese, venire dal papa, lavati dalla benedizione apostolica grazie alle
reliquie di questi martiri, non pi immischiati nel crimine, senza ritenere
pi nulla della loro antica colpa, ritornare a casa rinnovati come se fossero
rinati. Chiunque, infatti, sia infetto dalle labbra delladultera, chiunque sia
colpevole di omicidio, chiunque sia inquinato dal crimine della fornicazione,
chiunque impallidisca a causa della malattia dellinvidia, chiunque abbia la
reputazione di spergiuro, in breve, tutti i sacrileghi, malelingue, bevitori di
vino, ladri, empi, mentitori, astiosi (che pi?), tutti i detestabili, condannati,
criminali, deportati, sentenziati, infatti, tutti i peccatori che abbiano o ffeso
Dio in parole od opere; che non esitino ad avvicinarsi a sua Santit il Papa
portando le reliquie di questi martiri preziosissimi, che essi possano essere
completamente assolti .
potere delle loro reliquie di redimere gli empi, come nel passaggio
che segue: Venite, venite, arcivescovi simoniaci, vescovi, arcidiaconi, abati, diaconi e priori, offrite al Pontefice romano i due martiri
per mezzo dei quali si garantisce lingresso nella Chiesa Romana
(Thompson , p. ). E quindi: Chiedete perci attraverso Albino,
e vi sar dato, cercate attraverso Rufino e troverete, bussate tramite
entrambi i martiri, e vi sar aperto. Perch chiunque chieda attraverso
Albino riceve, e chiunque domanda attraverso Rufino trova, e a chi
bussa per mezzo di entrambi i martiri, sar aperto .
assai facile ritrovare numerose citazioni evangeliche allinterno
del trattato. Esse sono estrapolate dal proprio contesto e immesse in
uno del tutto differente. La comicit nasce, ancora una volta, dal fatto
che tali citazioni si legano in modo sintatticamente perfetto al nuovo
uso, mentre semanticamente la citazione , come ovvio, aberrante
(nel caso di Mt , -, ad esempio). La prosopopea iperbolica dei
martiri/metalli preziosi continua in un crescendo di grande comicit:
Chi resiste, quando Albino interviene? Chi nega, quando Albino prega? Chi
rifiuta, quando Rufino comanda? Questi sono i due martiri che potentemente conquistano re, imperatori, duchi, tetrarchi, principi e il resto delle
potenze di questo mondo. Questi sono i due martiri che dominano nel
trionfo vescovi, cardinali, diaconi, sub-diaconi, e che io non dimentichi
nessuno persino il papa stesso. Questi sono i due martiri onnipotenti nei
concili, obbediti nelle sinagoghe, trionfanti nei teatri.
Annunciazioni
Annunciazioni
Vade retro, Sathanas, quia non sapis ea quae sapiunt nummi. [Amico,
la povert vada con te in perdizione. Vade retro, Satana, poich non
conosci il sapore del denaro.]
Il povero allora costretto a vendere i suoi miseri beni per pagare
lingresso alla curia, ma ne viene ulteriormente cacciato dagli alti
prelati, scontenti del ricevuto. Un ricco crapulone e omicida riceve
invece laccoglienza della curia, e il papa stesso chiude il racconto
rivolgendosi ai cardinali: Fratelli, vedete, affinch nessuno vi seduca
con vuote parole. Ed infatti vi do lesempio, affinch prendiate nello
stesso modo in cui io ricevo . In un manoscritto del XV sec. dalla
biblioteca di Besanon, la stessa storia raccontata con un sovrappi
di facezie. Il papa allinizio arringa la curia dicendo: Cosa scritto
nella Legge? Che cosa vi leggi? Ama loro e largento con tutto il
tuo cuore e con tutta la tua anima e ama il ricco come te stesso ;
che una chiara deformazione di Lc , : Ges disse: Che cosa
sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi? Costui rispose: Amerai
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima,
con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo
come te stesso. Non opportuno protrarre oltre lesemplificazione,
sebbene numerosi siano i giochi di parole degni di attenzione. Prima
di fornire un ultimo esempio, bene ricordare ai detrattori della
satira quello che Stendhal fa dire a uno dei suoi personaggi, il quale
intende assicurare lamata della fedelt (a prova di avvelenamenti)
del proprio cuoco; dalla Chartreuse de Parme: Sapete che ho fatto
venire un cuoco francese, che il pi gaio degli uomini, e che fa dei
giochi di parole; ebbene, i giochi di parole sono incompatibili con
lassassinato .
Questa frase geniale, che Stendhal non spiega oltre, meriterebbe
un trattato di filosofia. Non si pu purtroppo che accostarle un
sublime esempio di arguzia parodistica, quella del Catechismo della
moneta, da un manoscritto della Biblioteca statale di Leipzig (XV
sec.):
. Fratres, videte, ne aliquis vos seducat inanibus verbis. Exemplum enim do vobis,
ut quemadmodum ego capio, ita et vos capiatis.
. In lege quod scriptum est? Quomodo legis? Dilige aurum et argentum ex toto
corde tuo et ex tota anima tua et divitem sicut te ipsum. Hoc fac et vives.
. Vous savez que jai fait venir un cuisinier franais, qui est le plus gai des hommes,
et qui fait des calembours; or, le calembour est incompatible avec lassassinat.
Annunciazioni
caret, quia nullum accusantem habet; vocativo O numme, precede, loquare, gloriare et
optime recede; ablativo ab hoc habeas tibi, quod alter impetravit qui diu laboravit. Et
plurali declinatur verbaliter: nummo, as, at. Unde qui nummos congregat, sine fine
bibit et regnat per infinita pocula poculorum.
. Avtrofois lon a veu que ce diable dArgent
quoy qutirer luy chacun fust diligent,
Auoit de son vivant une telle puissance
Quil versoit dessus tous sa corne dabondance,
Car ny de grands Prelats les despens dissolus,
Ny des braues Guerriers les glaiues esmoulus,
Ny des fins Courtisans les pompeuses bombanses
Ny les superbes lieux de Messieurs des Finances,
Ny les pieges subtils du venal Officier,
Ny des fins Aduocats le glueux atelier,
Ny les frais axcessifs dvne guerre voisine,
De ce Diable nont peu jamais trouuer la ruine,
Mesme il me souuient qu tous faisait plaisir,
Il alloit librement par tout son desir,
Et nul tant fut chagrin ne leust trouu par voye,
Quil ne leust emmen che luy demener joye,
Mais ores il est mort & du tout trespass,
Dites-en Libera, ou Requiescat in pass.
Riferimenti bibliografici
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cura di R.M. Thomson, E.J. Brill, Leida.
V D. () Critique de la raison mystique: Benot de Canfield: Possession et
dpossession au XVIIe sicle, Jrme Millon, Grenoble.
Capitolo III
Annunciazioni
Annunciazioni
Annunciazioni
delle singole parti ; la metrica, che disserta filosoficamente sulla natura delle sillabe: i loro principi e cause intrinseche ed estrinseche e
dellaccento ; infine la critica, che unintroduzione, a partire dalla
grammatica, alle scienze pi nobili: logica, metafisica e teologia .
.. Lorigine e lo sviluppo del linguaggio secondo la Grammatica
Audax
La metodica la parte della Grammatica Audax nella quale si incontrano le idee pi interessanti per la semiotica contemporanea, specie
per quanto concerne la questione dellorigine e dello sviluppo del
linguaggio e della semiosi. Caramuel disserta prima sulla materia
delle parole, ossia sullespressione , in un capitolo intitolato vocum
articulatio, suddivisione delle parole (Caramuel , p. ), quindi
apre un nuovo capitolo intitolato vocum significatio, la significazione delle parole. Da qui in poi, come si vedr, Caramuel sispira
soprattutto alla semiotica del di Aristotele e del De
doctrina Christiana di Agostino. Tuttavia, con uno stile di pensiero e
di scrittura che caratterizza tutta la sua opera, e che ne fa un filosofo
fondamentalmente moderno, Caramuel non manca di sottoporre le
autorit al vaglio della ragione, di confrontarle con le opinioni degli
autori contemporanei, di introdurre nuove idee e di rigettare quelle
antiche, ove necessario. In particolare, ci che contraddistingue la
semiotica di Caramuel rispetto a quella agostiniana risiede nel fatto
che lautore spagnolo non si interessa tanto ai segni in s, quanto al
. [. . . ] ab omnibus linguis prscindens disputat philosophice de artificio et secundis intentionibus artis grammatic: de partibus orationis: de earumdem numero: de singularum qualitatibus,
causis et usu [. . . ]; Caramuel : frontespizio (in questa citazione come nelle seguenti la
tipografia originale del latino secentesco stata semplificata).
. [. . . ] disserit etiam philosophice de syllabarum natura et ingenio: de principiis et causis
intrinsecis et extrinsecis; de Accentu et loco [. . . ]; ibid.
. [. . . ] examinat et tradit logicam, Physicam, Metaphysicam, et Theologiam [. . . ]; ibid.
. De Dictionum Materia, ceu Pronuntiatione; in questo come in altri casi, il traduttore
posto di fronte alla scelta se rendere i termini usati da Caramuel letteralmente, ovvero
tenendo conto del ruolo che i concetti da essi designati assumono nelleconomia generale
della teoria linguistica e semiotica di Caramuel. Tale seconda opzione stata preferita,
anche a rischio di utilizzare nella traduzione termini che potrebbero suonare anacronistici.
Una traduzione letterale, infatti, spesso non avrebbe reso giustizia alla modernit del
pensiero linguistico e semiotico di Caramuel.
Annunciazioni
olandesi e altre, i timonieri delle navi parlano di stridio delle funi che, sebbene
sia un solo rumore, suole significare cose diversissime. Cos anche il fuoco
provocato dagli specchi indica nella Spagna africana lincursione dei Mauri,
nella Cantabria i mostri marini, nelle citt la festa, perch cos decisero gli
antichi spagnoli. E se ancora mi domandi perch abbiano deciso cos e non in
altro modo, risponder che alla ragione ha prevalso la volont .
Pi tardi la semiotica di Peirce avrebbe parlato dindicalit del suono della tromba in quanto fisicamente causato dal soffio e della sua
simbolicit in quanto richiamo convenzionale per i soldati. Ma Caramuel intuisce altres la possibilit che il suono delle parole funzioni
iconicamente, secondo una logica che pare premonitrice di quella del
moderno fonosimbolismo:
Dunque il suono, in base allaria, ha varie figure che sono analoghe ad altre
cose e che, come accade per il fumo e per le nuvole, sono spesso simili a
vari animali. Dunque, come le nuvole ci offrono spesso immagini di giganti,
. Per non appesantire il testo, da qui in poi si omette loriginale latino.
[. . . ] cos accadrebbe anche per i suoni se, per una certa virt intuitiva, noi
riuscissimo a distinguere laria che ha avuto dal suono una forma da unaltra
aria che ha avuto anchessa unaltra forma (ibid.).
Segue un paragrafo intitolato Habeantne dictiones significationem naturalem?, Le parole sono un segno naturale? (ibid., p. ). Caramuel
ricorda le due maggiori posizioni filosofiche dellantichit:
Per Crisippo le parole di qualsiasi lingua sono segni naturali. Egli riflette
sulla parola ego, e da ci deduce le propriet del cervello e del cuore. Questa
filosofia della parola criticata da Galeno (libri e De placitis) e da tutti gli
antichi e moderni. [. . . ] Io penso che bisogna trovare una via di mezzo; non
dobbiamo attribuire tutto alla natura, e neppure negarlo (ibid.)
La soluzione prospettata da Caramuel si basa sul concetto di combinatoria, unidea che egli aveva sviluppato sia negli studi linguistici
soprattutto durante lapprendimento della lingua cinese sia specialmente nei suoi studi di matematica combinatoria. Scrive Caramuel
nella Grammatica Audax: bisogna dire dunque che nella lingua ebraica,
come nella scrittura cinese, i primi elementi di significato sono convenzionali: poi, una volta che questi siano stati accettati, ne segue che tutto
linsieme delle parole e dei caratteri ha un significato naturale (ibid.).
Lo stesso atteggiamento traspare in altri passi di opere di Caramuel
che trattano del problema dellorigine del linguaggio. Nella Metalogica, per esempio, Caramuel racconta lepisodio di due naufraghi, uno
Spagnolo e un Olandese, i quali, incontratisi su unisola deserta, lentamente elaborano una lingua che, pur non essendo n quella delluno
n quella dellaltro, ne permette la comunicazione(Caramuel b, p.
); e cita pure lesempio del bambino educato da Bernard Campmans, amico di Caramuel che, muto, istruiva gli altri a designare
gli oggetti con un suo proprio codice, e cos si faceva capire (ibid.).
Alfredo Serrai, il maggior conoscitore italiano della bibliografia di
Caramuel, sostiene che:
[. . . ] in tutte queste situazioni Caramuel, invece di supporre la dotazione
di un sistema linguistico completo, e infuso ab ovo, si limita ad ammettere lesistenza di una disposizione naturale ad impiantare delle strutture
grammaticali fondamentali che, a loro volta, guidano poi alla costruzione di
sistemi linguistici progressivamente ampliantisi (Serrai , p. ).
Annunciazioni
Lo straordinario, a volte paradossale connubio di tradizione e audacia che caratterizza Caramuel riluce soprattutto in un altro passo della
Metalogica che tratta del classico tema medievale del linguaggio degli
angeli: anche in questo caso Caramuel afferma che esso si sarebbe
generato e sviluppato secondo le loro effettive necessit comunicative
(ibid.). Insomma, pare che per Caramuel il linguaggio si origini e
si sviluppi come ci che la filosofia del linguaggio contemporanea
definirebbe una seconda natura (McDowell ): il linguaggio
frutto dellinterazione sociale fra esseri umani, la quale a sua volta
possibile grazie alla loro capacit innata di elaborare complesse combinatorie simboliche; tuttavia, ogni combinatoria socialmente prodotta
agisce come una seconda natura sugli individui, condizionando le loro
capacit di elaborare nuove combinatorie.
Due paragrafi ulteriori della Grammatica Audax trattano le questioni
An significatio in reali relatione consistat?, se la significazione consista
in una relazione reale (Caramuel , p. ), e An significatio sit Ensrationis? (Caramuel , p. ), se la significazione sia un ens rationis.
Sono entrambi fondamentali per una storia delle idee semiotiche
sullorigine e lo sviluppo del linguaggio, ma in questo capitolo non
vi spazio per discuterne. invece imprescindibile trattare, sia pur
brevemente, di quella che forse la parte pi originale dellintera
Grammatica Audax, quella in cui Caramuel sostiene che, a suo parere,
significationem esse transsubstantiationem moralem, la significazione
una transustanziazione morale (ibid.). Scrive Caramuel:
Ho sempre affermato che il significato convenzionale una transustanziazione morale della cosa che significa nella cosa significata, sebbene rimangano
soltanto alcuni accidenti.
La transustanziazione fisica accade nel sacramento dellEucaristia, quando tutta la sostanza del pane si trasforma nella presenza di Cristo Signore,
pur rimanendo gli accidenti del pane. Se vorrai ragionare per analogia, avrai
la transustanziazione morale. Per esempio, il Vicario si transustanzia moralmente nella persona del Re che gli d la delega perch, in forza della delega,
re, moralmente e virtualmente (p. ) parlando; [. . . ] da qui dedurrai in
che modo le parole divengano artificialmente e moralmente significative.
una parola che, per materia, ha la sostanza dellaria e per forma
il suono: homo animale razionale. I nomenclatori Greci sono daccordo
sul fatto che la parola si comporti nella comune convinzione
cos come se veramente fosse uomo: dunque concedono alla parola che
virtualmente sia uomo; dunque hanno transustanziato virtualmente quella
parola in uomo. Dunque, sotto le apparenze del suono ascoltabile non sintende il soffio dellaria, che fisicamente sta alla base, ma luomo che sta sotto
virtualmente: che, cio, si comporta cos come se realmente ci fosse.
E poi ancora:
Questa transustanziazione del significato avviene sotto alcuni determinati accidenti, perch come la transustanziazione fisica non richiede la
persistenza di tutti gli accidenti, ma delle caratteristiche, cos neppure la
transustanziazione morale.
Lostia consacrata cambia ubicazione, luogo, tempo, relazioni e gradi
di qualit (ora infatti si fa vedere, ora viene nascosta); forse riceve anche,
pur restando la medesima transustanziazione, alcune qualit; la transustanziazione invece non rimarrebbe se mutassero o la quantit o le qualit
caratteristiche del pane. Cos ugualmente nel segno della parola si richiede
il suono articolato (come appare nella stessa parola che spesso
abbiamo citato); rimanendo questo, possono cambiare altri accidenti (per
esempio, se la voce rozza, soave, aspra, forte, debole, fioca, intensa ecc.)
senza che venga meno la transustanziazione. Ugualmente avviene nel
segno scritto: necessario che ci siano delle linee adatte; non importa se
siano scritte bene o male, purch siano leggibili, e non importa se siano
nere o rosse.
Alla luce di questi passi, la freschezza del discorso teorico di Caramuel risiede soprattutto nel fatto che, a differenza di quanto faranno
i logici di Port-Royal, egli non cerca di evocare la transustanziazione eucaristica attraverso una metafora semiotica ma, al contrario,
cerca di evocare la transustanziazione semiotica attraverso una metafora eucaristica. In altri termini, Caramuel si rende conto che il
linguaggio basato su un meccanismo astratto, difficile da descrivere
e ancor pi difficile da spiegare, e utilizza la metafora che i suoi
lettori meglio conoscono, quella della transustanziazione fisica, al
fine di evocare quella morale. Non sembra vi sia dubbio, tuttavia,
sul fatto che Caramuel concepisca la transustanziazione morale in
modo assai simile a quello in cui i semiotici moderni avrebbero in
seguito concepito la semiosi.
Molte ancora sono le perle, di straordinario interesse per la semiotica contemporanea, e per la sua riflessione sullorigine e sullo sviluppo
del linguaggio, che si ritrovano in Caramuel. allora forse tempo di
riesumare dagli archivi e dalle biblioteche le opere di questo autore
semi-dimenticato, di tradurle nelle lingue moderne, di commentarle,
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Capitolo IV
La maggior parte degli scienziati contemporanei, medici inlcusi, accetterebbe lipotesi che il paziente credente, il quale preghi per la propria
salute, o sappia che i suoi parenti e amici invocano religiosamente la
sua guarigione, possa sviluppare un atteggiamento psicologico positivo, in grado poi dinfluenzare, entro una certa misura e a seconda
dei casi, il decorso della malattia in senso favorevole. Tuttavia, altri
medici e scienziati sosterrebbero che il paziente, consapevole di essere
oggetto delle preghiere altrui, possa in certi casi manifestare uno stato
psicologico contrario, e quindi scoraggiarsi, giacch interpreterebbe
queste preci come un segno della gravit della propria situazione.
forse anche per questo motivo che il sacramento cattolico dellestrema
unzione oggi eufemisticamente denominato unzione degli ammalati. Nonostante ci, date le connotazioni simboliche del rito, molto
probabile che il paziente che lo riceva si senta in fin di vita.
Il cattolico, per, risponderebbe in maniera diversa alla domanda
se le preghiere aiutino a guarire. Sottolineerebbe, senzaltro, che esse
contribuiscono alla salute spirituale dellammalato, sostenendolo nel
dolore e nella sofferenza, sia fisici che psicologici, incoraggiandolo
a uninterpretazione cristiana della malattia e preparandolo, laddove
la guarigione non sovvenga, a una morte altrettanto devota. Per il
credente affermerebbe lefficacia della preghiera non solo sullo spirito,
ma anche sulla materia. Non solo sulla psiche, ma anche sul corpo. La
resurrezione di Lazzaro non sarebbe dunque soltanto un metafora del
rinnovamento assoluto che il Cristianesimo promette ai suoi fedeli
dal punto di vista spirituale, ma anche una promessa letterale: se Dio
vuole, egli pu ridare vita a un corpo, quandanche la scienza o la
medicina lo decretino irrimediabilmente morto. Lattuale Catechismo
della Chiesa Cattolica attribuisce la stessa dualit di effetti, sullo spirito
e sul corpo, alla stessa unzione degli ammalati:
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La grazia fondamentale di questo sacramento una grazia di conforto, di
pace e di coraggio per superare le difficolt proprie dello stato di malattia
grave o della fragilit della vecchiaia. Questa grazia un dono dello Spirito
Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni
del maligno, cio contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di
fronte alla morte. Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo
Spirito vuole portare il malato alla guarigione dellanima, ma anche a quella
del corpo, se tale la volont di Dio .
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Capitolo V
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(ananta sukha), senza nome (akshaya sthiti), senza associazione a casta alcuna
(being vitaraga), esistenza infinita (being arupa) e senza alcun cambiamento
(aguruladhutaa), Dio .
LUvasagadasao (lett., la professione religiosa di un Uvasaga esposta in dieci lezioni) invece il settimo degli Angas, anchesso assai
ricco di prescrizioni concernenti il digiuno, ma a differenza dellAcharanga Sutra si rivolge nello specifico ai giainisti laici piuttosto che ai
monaci (Hoernle ).
per non solo nei testi canonici o nei commentari del Giainismo
del primo millennio (ad esempio nei classici spirituali di Kundakunda,
monaco del secondo secolo), ma anche e soprattutto nei manuali
di condotta per laici (shravakacaras) del Giainismo medievale (dal
quinto al tredicesimo secolo) che ci simbatte nelle codificazioni pi
minuziose del digiuno e in particolare del sallekhana. Dal punto di vista
semiotico interessante notare come ciascuno di questi testi segmenti
il campo semantico del digiuno esiziale in modi diversi. Innanzitutto
essi differiscono nel considerare il sallekhana una pratica eccezionale
o nellincluderlo quale dodicesima e ultima vrata (elemento di autocontrollo) del laico giainista, come fanno lo stesso Kundakunda, o
autori pi tardivi come Devasena (fine del decimo secolo), Vasunandin
(tra lundicesimo secolo e il dodicesimo) e Padmanandin ()
(William , p. ). Il Navapadaprakarana, opera in pracrito con
commentario in sanscrito sulletica giainista, composta nel decimo
secolo da Devaguptasuri, anche detto Jinacandragan.i, una delle
trattazioni pi dettagliate. Dopo essersi soffermato sulle diciassette
forme del suicidio, lautore conclude che solo tre di esse, fuse insieme
nel concetto di sallekhana, sono lecite per il giainista.
Differenze di articolazione riguardano poi il luogo del sallekhana:
secondo il gi citato Devaguptasuri, esso dovrebbe compiersi in un
tempio giainista o in un luogo ritualmente molto significativo, come
quello della nascita, dellordinazione, dellilluminazione, etc.; ove ci
. Trad. dalla versione inglese di J. Srichandran ().
. Il termine occidentale laico traduce solo imperfettamente il termine.
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Figura .
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Accanto a questa articolazione calendariale ve ne poi una intrinsecamente temporale che determina le durate e i ritmi dei digiuni.
Assieme ad altri elementi della complessa combinatoria giainista del
digiuno, essi compongono una tavolozza variegata di pratiche di astensione, cui i fedeli possono attingere per comporre lenunciazione del
proprio percorso spirituale. La festivit di Nav pad prevede digiuno
parziale con un pasto al giorno per undici giorni consecutivi nei mesi
lunari di Chaitra e Aso, dal settimo al quindicesimo giorno; quella di
Paryushan parva da otto a dieci giorni di digiuno; due giorni per il
Diwali.
Esiste poi, accanto al digiuno giainista festivo, che a volte celebra,
come nella festivit di Akshay trutiya, straordinari digiuni del passato compiuti da personaggi particolarmente venerati, un altro tipo di
digiuno, penitenziale, effettuato per purificarsi dal karma negativo accumulato ovvero anche preventivamente, per allontanarne la possibile
insorgenza. Lansan un digiuno penitenziale che si protrae per un
tempo predeterminato; il navkarsi comporta invece lastensione da acqua o cibo nei quarantotto minuti che seguono allalba (altra scansione
temporale tipica del giainismo quella che irreggimenta il tempo della nutrizione allo scopo di limitare la durata e dunque le opportunit
dingestione); nel porasi questa astensione si prolunga per tre ore; nel
sadhporasi per quattro ore e mezzo; nel purimuddha il digiuno viene
rotto solo dopo il trascorrere di mezza giornata; nellavadha, quando
solo un quarto del giorno rimane; nellayambil, si mangiano una volta
al giorno solo determinati tipi di frutta e di verdura, rimanendo seduti
nello stesso posto per non pi di quarantotto minuti (come nei testi
sacri giainisti, il regime dellalimentazione e quello della postura sono
codificati allunisono).
A ognuna di queste modalit di digiuno, la cui precisa denominazione indica lipertrofia dellarticolazione di tale area semantica e
lessicale nel Giainismo, corrisponde sia un significato spirituale determinato che un valore pragmatico e quantitativo di beneficio spirituale,
espresso in termini di anni di karma negativo risparmiatisi: .
con il purimuddha, . con il sadhporasi, . con il porasi, e cos via.
Perch questa biunivocit aritmetica tra tempo di digiuno e tempo
di espiazione preventiva sia efficace, il Giainismo sviluppa altres una
propria metrica temporale, per esempio con lintroduzione del prahar,
ununit di tempo appositamente creata per scandire i digiuni, corri-
spondente alla quarta parte del tempo intercorso fra alba e tramonto.
La funzionalit di una misura di questo tipo rispetto alla metrica oraria
standard consiste nel commisurare le lunghezze dei digiuni allattivit
umana, pre-modernamente supposta come coincidente con la parte
della giornata illuminata dal sole.
Mentre ansan, navkarsi, porasi, sadhporasi, purimuddha e avadha
sono forme penitenziali esterne, il Giainismo contempla anche una
tipologia di penitenze interiori, pure legate alla pratica del digiuno.
Nel sallekhana, per esempio, assume un carattere espiatorio o preventivamente penitenziale non solo lemaciazione esterna del corpo
provocata dal digiuno, ma anche il deteriorarsi degli organi interni
dovuto allassenza di nutrimento.
Vi sono poi tipi speciali di digiuni, da intraprendere in occasioni
particolari, come lastensione dal cibo di due giorni del Vvrshitap; il
vish sthanak tap, che comporta un minimo di venti cicli di tre digiuni
consecutivi in un arco di sei mesi, una forma di astensione che tutti
i tirthankara devono intraprendere nella terza parte della loro vita; il
siddhi tap, che consiste in una progressione di un giorno di digiuno e
un besana (che comporta il mangiare due volte al giorno), due giorni
di digiuno e un besana, tre giorni di digiuno e un besana, fino ad
arrivare a un massimo di otto giorni di digiuno completo seguito da
un besana; una progressione ancora pi austera quella del vardhaman
tap oli, ove si parte con un ayambil seguito da serie di due, tre, quattro,
etc. giorni di digiuno, fino ad arrivare a cento; il tenore di esercizio di
queste e altre forme di digiuno rituale evidente: lintento quello di
abituare il corpo a ridurre progressivamente lassunzione di cibo per
lasciare un tempo sempre pi prolungato alla meditazione.
Nella sofisticata articolazione giainista del digiuno tre dimensioni
ulteriori intersecano quelle gi evocate per costituire la griglia assai
fitta della sintassi, della semantica, e della pragmatica del digiuno
in questa cultura religiosa. La prima dimensione riguarda il tipo di
alimenti che sono ammessi durante il digiuno. Nella variegatissima
tipologia di astensioni giainiste, infatti, non tutte le variet implicano
una rinuncia totale a qualsiasi forma di cibo. Spesso distinzioni tipologiche si determinano attorno alla liceit o meno di bere acqua. Cos,
nellekasanu digiuno nel quale si mangia solo una volta al giorno,
seduti nello stesso posto e nellarco di un massimo di quarantotto
minuti lecito bere acqua bollita, ma solo fino al tramonto; nel
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P V
Introduzione
Una semiotica del senso religioso sarebbe monca se si occupasse unicamente di determinare i propri preconcetti metafisici e presupposti
ontologici, di articolare le dinamiche dellagentivit pneumatologica
(i flussi valoriali che sottendono lannunciazione/enunciazione del
sacro), di analizzarne la messa in scena discorsiva (in particolare gli
spazi e i corpi, prescindendo dalla dimensione temporale, solitamente
congelata nelle annunciazioni del sacro); la semiotica infatti si interessa, vero, di narrazioni, spazi, e corpi in quanto processi semiosici,
ma non deve tralasciare i fenomeni che, per tradizione disciplinare,
maggiormente le competono: i simboli propriamente detti, nelle loro
variegatissime tipologie, ognuna in grado di dire il sacro secondo
una dinamica differente. Ecco dunque un capitolo (Emblema: logos
e logo) sullemblematica del senso religioso, sulla contrapposizione
fra una simbologia del sacro che mantiene viva la fiamma del logos,
comunicandola allumano senza paralizzarla in feticci, e la sua profanazione nel logo, caricatura commerciale del logos, anchilosi del sacro
nel segno-feticcio.
Ma ecco anche, in seconda battuta, un capitolo (Vessillo: separazione e racconto) sui vessilli del sacro, ovvero su quei simboli religiosi a
inclusione dei segni indicali delle reliquie, incarnazione per eccellenza
del numinoso , assunti come veicolo che non solo dice la trascendenza ma, con forza pragmatica e performativa, costruisce attorno a
s unappartenenza, delinea una frontiera, designa un nemico. Dialettica semiotica fondamentale del senso religioso, il vessillo unisce nel
racconto di una comunit spirituale, ma separa anche nellistituzione
di un discrimine simbolico, nellaffermazione di un rapporto esclusivo
fra il sacro e chi ne detiene i segni.
Il terzo e ultimo capitolo (Preghiera: tradizione e innovazione)
diviso in due sezioni interconnesse. La prima cerca di caratterizzare
la semiotica della preghiera e la sua importanza per una generale
semiotica antropologica del senso. Attraverso analisi approfondite di
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riflessioni filosofiche moderne e contemporanee (William James, Sren Kierkegaard, Immanuel Kant, T.R. Miles), cos come degli apporti
dei maggiori fra i pensatori cristiani (Agostino, Tommaso dAquino,
Giovanni Calvino), si individuano tre elementi essenziali della filosofia semiotica della preghiera: linevitabilit della preghiera; la
distribuzione dellagentivit; e lincarnazione del linguaggio. Si
evidenzia una tendenza, nella storia del Cristianesimo come in altre
confessioni, che muove verso una progressiva intellettualizzazione
della preghiera. La seconda sezione del capitolo esemplifica questa
tendenza attraverso un caso di studio: unindagine, dal punto di vista
duplice della storia culturale e della semiotica, sul rosario e su altri
simili dispositivi di orazione.
Capitolo I
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Figura .
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Figura .
Figura .
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Figura .
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Figura .
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Figura .
di oli era ben lontana da quella attuale. Si trattava, infatti, di una sorta
di mitilo, assai meno elegante del pecten jacobaeus, adottato nel
(Fig. .).
Anche dietro questo mutamento c una storia complicata, la quale,
come quella precedente, mescola il sacro e il profano. Allinizio del
ventesimo secolo divenne direttore della compagnia un tale Graham,
nel cui stemma familiare compariva, appunto, questo tipo di conchiglia, detto volgarmente Conchiglia di San Giacomo. Ma perch
questa conchiglia non unaltra occupava il blasone dei Graham?
Perch uno dei loro antenati, chiss in che epoca e in che circostanze,
aveva intrapreso il celebre Camino de Santiago, uno dei pellegrinaggi
pi importanti della religione cristiana. Non questa loccasione per
raccontarne la storia. Basti sapere che esso si dirige, lungo le citt romaniche della Francia e della Spagna, verso Santiago de Compostela,
in Galizia, dove una leggenda medievale voleva che si fossero ritrovate
le spoglie di San Giacomo il Maggiore, secondo la tradizione primo
evangelizzatore della Spagna. Ebbene, come mostra una sterminata
iconografia (Fig. .), i pellegrini che si recavano a Santiago, ma anche
il santo che ne proteggeva le sorti, mostravano fra i simboli del loro
viaggio una conchiglia, probabilmente perch essa era un segno del
fatto che essi avessero raggiunto la meta e toccato le agognate sponde
della Galizia.
Figura .
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Figura .
Capitolo II
.. Introduzione teorica
I termini semi-simbolismo e semi-simbolico non compaiono nello scritto fondatore della teoria glossematica, linguistica e semiotica
di Louis Hjelmslev (Hjelmslev ). Essi sono stati elaborati successivamente, con un ritardo che necessario studiare. In altre parole,
bisogna comprendere per quale ragione, nonostante la loro assenza
nella prima e forse pi completa formulazione del pensiero del linguista danese, questi termini gli siano comunemente ascritti. La risposta
pu essere cercata nella struttura filosofica e stilistica dellopera di
Hjelmslev (). A tal fine necessario intraprendere un percorso
indiretto. Il passaggio hjelmsleviano da cui sono stati dedotti i termini
(e i concetti) in questione ben noto (Hjelmslev , pp. -).
In questo densissimo brano, il semiologo danese cita il matematico
Hilbert come segue:
[. . . ] Voleva considerare il sistema dei simboli matematici come un sistema
di figure dellespressione, trascurando completamente il loro contenuto,
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e descriverne le regole di trasformazione allo stesso modo in cui si possono descrivere le regole di trasformazione di un gioco, senza prendere in
considerazione nessuna possibile interpretazione .
Partendo da questa definizione, si pu formulare deduttivamente quella di semiotica, in maniera coerente con la descrizione che
Hjelmslev d dei sistemi simbolici. Le semiotiche sono strutture interpretabili e, allo stesso tempo, biplane. In questa logica glossematico-linguistica a due variabili, vi per spazio teorico per due ulteriori
strutture: quelle monoplane e non interpretabili, e quelle biplane e
non interpretabili. Si possono riassumere le quattro possibilit nel
semplice schema che segue:
Tabella .: La matrice delle strutture linguistiche possibili nella teoria di Hjelmslev
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Alto
Chioma
Biogenesi delle foglie
Creazione poetica
Basso
Radici
Attivit fisico-chimica
Slancio immaginativo
() per analizzare la morfologia delle piante. Tuttavia egli anche produttore, e non solo analista, di questo tipo di sistemi, poich
sfrutta la medesima articolazione del senso allinterno di alcuni fra i
pi famosi dei suoi dipinti. Come in un gioco di scatole cinesi, poi,
proprio nellanalisi di una di queste opere di Klee che lo storico
dellarte e semiologo Felix Thrlemann () impiega, per la prima
volta in maniera sistematica, il concetto di semi-simbolismo, proponendo uninterpretazione brillante. Al centro dellanalisi di nuovo
limmaginazione con cui Klee interpreta il mondo vegetale; il modo
semi-simbolico, cio, in cui egli lo articola.
Anche Bachelard (Bachelard ) dedica agli alberi, e soprattutto
alla poesia che li utilizza come figure metaforiche, uno studio protosemiotico. Un intero capitolo di Lair et les songes, intitolato Larbre
arien, infatti di grande interesse per ricostruire quale possa essere
il modo in cui lopposizione radici-chioma si trasforma in matrice di
immaginazione metaforica. Lo studio di Bachelard pecca spesso di
una corsa alla definizione archetipica che del resto assai presente
fra le corde del filosofo; egli per analista cos fine e sofisticato che
linterpretazione, sia pure nelle sue ambizioni generali, resta molto
convincente. Nella storia del pensiero semiotico, dunque, come nelle
sue applicazioni, alberi e semi-simbolismo sono strettamente legati,
gli uni prestandosi a essere semiotizzati in una maniera che laltro
assai atto ad analizzare. La ragione di questo connubio risiede sempre
nella morfologia e nella topologia del tronco, come lo stesso Bachelard
ricorda poeticamente:
Tutti i grandi sognatori dinamici traggono beneficio da questa immagine
verticale, da questa immagine verticalizzante .
Lalbero, insomma, quale oggetto morfologicamente e topologicamente verticale, si presta a tutta una serie di giochi sul rapporto fra
basso e alto, fra terra e cielo, fra immanenza e trascendenza. E gioco
un termine significativo perch proprio ai giochi che si riferisce
Hjelmslev quando descrive i sistemi simbolici. Nei testi che saranno
studiati in questo capitolo, non vi ancora gioco simbolico vero e
proprio. Piuttosto, si in quella fase intermedia fra la regola fissa e la
. Tout grand rveur dynamis reoit le bnfice de cette image verticale, de cette
image verticalisante (Bachelard , p. ).
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Santa Veronica Giuliani, D , ff. r-v; vol. II, pp. -, trascritto in Leonardi e Pozzi
, p. .
. Pozzi , et seq.
. Entrato in Gerico, attraversava la citt. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo
dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Ges, ma non gli riusciva a causa della
folla, poich era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, sal su un
sicomoro, poich doveva passare di l.
. Gli scritti della Santa sono intessuti di riferimenti evangelici e agiografici. Scrivono
Leonardi e Pozzi , p. : Battezzata col nome di Orsola, viene educata in un ambiente
saturo di religiosit: letture agiografiche, preghiere in comune, regolate sullo fficio parvo
della Madonna [. . . ].
Questo antecedente filologico, daltra parte, ha anchesso una ragione antropologica, e la sua spiegazione data dalla semiotica dello
spazio (in particolare, di quello arboreo): lo sforzo di salire in alto per
vedere meglio facile metafora dellaffanno di chi cerca di superare
i propri limiti terreni per raggiungere la perfezione celeste. Accanto
a questi due punti di vista (luno semiotico, laltro filologico), ve n,
per, un terzo, di natura storica, e legato alla storia monastica del
Cristianesimo, specie di quello siriano. Lagiografia cattolica annovera
fra i suoi santi eremiti non soltanto gli stiliti (cenobiti della colonna,
i quali pure ritenevano lo stare in alto una forma di avvicinamento a
Dio e di distacco dalle vicende terrene), ma anche i dendriti. Essi erano
monaci che sceglievano di vivere sugli alberi al fine di onorare Dio e
fuggire le tentazioni. Questa tecnica monastica, di cui Italo Calvino d
uninterpretazione laica nel Barone rampante, al centro di uno studio
di Charalampidis () , il quale descrive i dendriti come segue:
Questo gruppo dasceti della Chiesa antica prese il proprio nome dallalbero
e il nome con la sua radice greca usato nelle lingue romanze [. . . ]. I
dendriti risiedevano e vivevano sugli alberi, in piedi o seduti, con una
condotta simile a quella degli stiliti, che vivevano su pilastri, altrimenti detti
chioniti () quando vivevano su colonne (). molto probabile
che alcuni dendriti come nel caso degli stiliti costruissero una sorta di
casetta fra i rami degli alberi per avere un soggiorno migliore .
In una dotta dissertazione, Charalampidis cita numerosi testi, soprattutto maroniti, nei quali si percepisce facilmente la logica che
sottende la scelta di questi eremiti dellalbero: al pari di Santa Veronica Giuliani, essi utilizzano lalbero come un paradigma simbolico
che ne modula la vita spirituale. Questa logica messa in luce, per
opposizione, dai racconti che descrivono la lotta dei dendriti con il
demonio, il quale cerca, spingendoli nel senso inverso del medesimo
paradigma, di farli cadere dagli alberi. In uno degli aneddoti raccontati
. Fondamentale su questo punto anche Delehaye .
. This ascetic class of the ancient Church took its name from the tree and the name
with its Greek root is used in Roman languages [. . . ]. The dendrites stayed and lived on
trees, standing or sitting, training themselves in a parallel way like the stylites, who lived
on pillars or else they were called columnists () because they lived on columns
(). It is very probable that some dendrites as in the case of the stylites built
some kind of a little house among the branches of the trees for their better sojourn
(Charalampidis , p. ).
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In questo saliscendi dagli alberi si constata facilmente labbinamento fra la topologia dellalbero (piano dellespressione) e la relazione
semantica fra immanenza e trascendenza . Luomo di Dio non deve
toccare terra, altrimenti il demonio lo avr battuto. Egli deve restare
sullalbero, vicino al cielo, o al massimo sospeso fra queste due dimensioni, appeso alla sua catena di ferro. Questa logica semi-simbolica, i
cui termini vengono correlati paio a paio, la stessa che dirige lazione
di Veronica Giuliani. arduo pensare che il suo brano sia influenzato
da testi maroniti del V secolo (sebbene misteriose e sempre sorprendenti siano le circolazioni di testi nella civilizzazione cristiana); tuttavia
la semiotica, al contrario della pi rigida filologia, non sempre richiede una vicinanza storica per poter dichiarare una prossimit testuale.
I racconti sui dendriti e quello della Santa, infatti, pur essendo lontani nello spazio e nel tempo della storia sono vicini semioticamente,
come forme prodotte da una stessa matrice.
Inoltre, anche dal punto di vista filologico, e con riferimento alle
abbondanti letture agiografiche di cui si compose leducazione della
santa, un legame storico, di contatto reale fra una persona e un testo
e non solo virtuale fra due testi, pu essere suggerito. Il sistema
. Giovanni, , pp. -.
. La tramontana che minaccia di gettare Veronica Giuliani gi dal pero riveste una
funzione antagonistica, al pari del demone citato nel racconto.
Per avere una conferma dellesistenza di questa struttura semisimbolica allinterno della civilizzazione cristiana, per opportuno
procedere da opposta direzione, per evidenziare il modo in cui la
parodia ne sovverte gli schemi. Fra le novelle del Decamerone del
Boccaccio, ve n una in cui i personaggi salgono su un pero, proprio
. Delehaye .
. Sulla simbologia del noce, De Gubernatis , pp. -.
. Fine del , Galleria dellAccademia di Venezia. Per uno studio delliconografia
dei dendriti, ancora Charalampadi , e bibliografia ivi inclusa.
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come Veronica Giuliani. Nella novella nona della settima giornata, una
donna non soddisfatta dal tiepido marito Nicostrato si invaghisce del
giovane Pirro. Questi promette che ceder alle lusinghe della donna
solo quando ella avr ucciso lo sparviero del coniuge, strappatogli un
bel ciuffo di barba, e cavatogli un dente. Fatte queste cose, Pirro non
solo accontenter la donna, ma far in modo che lamico Nicostrato
assista consenziente al tradimento.
Adempiuti gli obblighi del pegno, la donna organizza la beffa insieme allamante. Ella finge di avere desiderio di pere, e chiede a Pirro di
salire su un albero, mentre il marito le resta accanto. Arrampicatosi
in mezzo alle fronde, Pirro finge di vedere i due coniugi nellatto
dellamplesso, e instilla nellanimo del semplice Nicostrato il pensiero
che il pero sia fonte di maleficio. Lo invita, dunque, a verificare di
persona, e, salito Nicostrato sullalbero, il giovane si sollazza con la
moglie dellamico mentre questi crede di vedere una scena prodotta
dallincantesimo .
. La donna, desiderosa di farlo pi sicuro e parendole ancora ogni ora mille che
con lui fosse, volendo quello che proferto gli avea attenergli, fatto sembiante di essere
inferma e essendo un d appresso mangiare da Nicostrato visitata, non veggendo con lui
altro che Pirro, il preg per alleggiamento della sua noia che aiutarla dovessero a andare
infino nel giardino. Per che Nicostrato dellun de lati e Pirro dallaltra presala, nel giardin
la portarono e in un pratello a pi dun bel pero la posarono: dove stati alquanti sedendosi,
disse la donna, che gi avea fatto informar Pirro di ci che avesse a fare: Pirro, io ho gran
disidero davere di quelle pere, e per montarvi suso e gittane gi alquante.
Pirro, prestamente salitovi, comici a gittar gi delle pere: e mentre le gittava cominci
a dire: Eh, messere, che ci che voi fate? e voi, madonna, come non vi vergognate di
sofferirlo in mia presenza? credete voi che io sia cieco? le quali se pur far volete, voi avete
tante belle camere: perch non in alcuna di quelle a far queste cose ve nandate? e sar pi
onesto che farlo in mia presenza!
La donna rivolta al marito disse: Che dice Pirro? farnetica egli?
Disse allora Pirro: Non farnetico no, madonna: non credete voi che io veggia?
Nicostrato si maravigliava forte, e disse: Pirro, veramente io credo che tu sogni.
Al quale Pirro rispose: Signor mio, non sogno n mica, n voi anche non sognate, anzi
vi dimenate ben s, che se cos si dimenasse questo pero, egli non ce ne rimarrebbe pi
niuna.
Disse la donna allora: Che pu questo essere? Potrebbe egli esser vero che gli paresse
vero ci che dice? Se Dio mi salvi, se io fossi sana come io fui gi, che io vi sarrei suso per
vedere che maraviglie sieno queste che costui dice che vede.
Pirro din sul pero pur diceva e continuava queste novelle; al quale Nicostrato disse:
Scendi gi, e egli scese; a cui egli disse: Che di tu che vedi?
Disse Pirro: Io credo che voi mabbiate per ismemorato o per trasognato: vedeva voi
addosso alla donna vostra, poi pur dir mel conviene; e poi discendendo, io vi vidi levare e
porvi cost dove voi siete a sedere.
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alle lacrime. Dilagarono i fiumi dei miei occhi, sacrificio gradevole per te, e
ti parlai a lungo, se non in questi termini, in questo senso: E tu, Signore, fino
a quando? Fino a quando, Signore, sarai irritato fino alla fine? Dimentica le nostre
passate iniquit. Sentendomene ancora trattenuto, lanciavo grida disperate:
Per quanto tempo, per quanto tempo il domani e domani? Perch non
subito, perch non in questora la fine della mia vergogna?
Questo brano uno tra i pi famosi e importanti della civilizzazione cristiana, ed esercita una grande influenza sulle rappresentazioni della conversione di Agostino. Liconografia infatti lo ritrae
immancabilmente sotto un albero di fico (Fig. .).
Dal punto di vista della tradizione letteraria, poi, Petrarca si riferisce
al fico di Agostino nel Secretum:
Agostino. Finalmente allora, poi che veramente lho voluto, immediatamente
lho potuto, e con una rapidit straordinaria e quanto mai propizia mi sono
trasformato in un altro Agostino, le cui vicende, se non sbaglio, tu conosci
dalle mie Confessioni. Francesco. Lo so bene, n posso dimenticarmi di quel
fico salutare alla cui ombra avvenne questo miracolo .
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Agostino piange sotto la chioma del fico, fuori dalla grazia di Dio.
Il racconto del suo turbamento arricchito dalla tensione di due
elementi contrari: la spinta verticale dellalbero, e la resistenza verso il
basso della chioma . In quanto soglia, per, le fronde possono essere
valicate, cos da passare da un polo dellopposizione semi-simbolica
allaltro. Salire su un albero, quindi, significa sormontare lombra
del peccato per attingere direttamente alla fonte della luce divina. Un
semplice schema consentir di riassumere la logica semi-simbolica
dellalbero:
Topologia
Sotto lalbero
Chioma
Sopra lalbero
Simbologia
Rivelazione,
Conversione
Ignoranza, Peccato
Conoscenza, Grazia
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Figura .: Scuola del Drer, Il torchio mistico, Ansbach, Chiesa di San Gumbert,
circa.
rende possibile lestrema manifestazione del bene (vale a dire il sacrificio cristico), anche in questo caso esso si compie con la salita su
di un albero, quello dellimpiccagione. La tradizione, poi, vuole che
questalbero sia un albero di fico . Non possibile non rilevare un
certo ordine nella comparsa di un albero piuttosto che di un altro. Il
sistema semi-simbolico delle posizioni topologiche (sopra e sotto la
chioma), riceve un contenuto diverso a seconda del tipo di albero su
cui si sale (o sotto il quale si siede), e a seconda dei significati ad esso
tradizionalmente associati. opportuno approfondire questo aspetto
del sistema.
.. Sopra e sotto il fico
Se lalbero il pentagramma di una logica semiotica che associa alla
sua morfologia una griglia semantica omologa, questa griglia cambia
a seconda del tipo di albero in questione. Il fico, protagonista di tanti
racconti e di tante immagini della civilizzazione giudeo-cristiana, un
caso da studiare. Le connotazioni ad esso legate sono numerosissime,
ma possibile, nondimeno, individuare un ordine al loro interno. Nella Bibbia il fico compare volte, in ebraico (tenh), e le restanti
in greco (). I significati sono spesso contraddittori (lo stesso
accade in altre culture, come dimostrano varie ricerche di etnologia
comparata ). Per cominciare, lalbero di Adamo, o albero del peccato
originale, stato da molti identificato col fico , che compare nel libro
. Questa credenza insita nellespressione idiomatica salire a un impiego per la
scala colla quale Giuda sal sul fico. (Battaglia , s.v. fico): Ottenere un incarico, un
impiego con mezzi illeciti e disonesti. Giusti, II : Quando and fuori il Brindisi di
Girella, un avvocato, salito aglimpieghi con la scala colla quale giuda sal sul fico, and a
lamentarsi dicendo che io avevo voluto mettere in ridicolo lui.
. Anche nellambito delle diverse tradizioni popolari e religiose, le connotazioni del
fico sono ambigue, a volte contraddittorie. Thompson , p. : il fico the chief priest
of trees, il sacerdote capo degli alberi; Thompson Balys , sub voce, fig-tree which
stays with the angels, il fico sta con gli angeli; ma in De Gubernatis , pp. -,
che raccoglie moltissime tradizioni popolari concernenti il fico, esso un simbolo fallico,
spesso negativo.
. Covarrubias Orozco , sub voce higo: El padre Pineda, en el libro primero
de su Monarquia Eclesiastica, cap. , alega muchos autores que afirman el rbol vedado en
que Adn pec haber sido especie de higuiera; entre los dems a Procopio Gazeo, sobre
el captolo segundo del Gnesis, a Teodeoreto Cirenense, in Genesim, a Nicforo Calixto,
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en el primer libro de su Historia Eclesiastica, cap. , a Moses Barcefa, Lib. de Paradiso, cap.
, a Filoxeno, obispo Maburguense, De arbore vitae, a Teodoro Antioqueno, a Anastasio
Sinaita in Hexameron, a Orgenes, a Nicoleo de Lyra, a Martnez Cantapetrense, lib. ,
Hipoteposeon, cap. ; [Il padre Pineda, nel primo libro del suo Monarchia Ecclesiastica,
cap. , cita numerosi autori i quali affermano che il vero albero per il quale Adamo pecc
fosse una specie di fico; tra i molti autori, egli cita Procopio Gazeo, sul capitolo secondo
del Genesi; Teodoreto Cirenense, nel Genesi; Niceforo Callisto, nel primo libro della sua
Storia Ecclesiastica, cap. ; Mos Barcefa, Lib. de Paradiso, cap. ; Filosseno, vescovo di
Maburgo, De arbore vita; Teodoro dAntiochia; Anastasio il Sinaita nellHexameron; Origene;
Niccol di Lira; Martnez Cantapetrense, lib. , Hipoteposeon, cap. ]. Anche il dizionario
universale Larousse, sub voce figuier: Quelques thologiens ont cru que larbre dont
Dieu dfendit nos premiers parents de manger les fruits dans le paradis terrestre tait un
figuier, ou plutt une espce de bananier appel vulgairement figuier dAdam. Ce serait,
ce compte, une figue plutt quune pomme quEve aurait mange linstigation du serpent;
ou plutt encore ce serait une banane. On a beaucoup disput, et longtemps, sur cet arbre
de la science, et, vrai dire, on ne comprend pas nettement, daprs le texte hbreu, de
quelle espce il tait. On a cru que ctait un figuier, parce quAdam se couvrit de feuilles de
figuier. Ce qui a donn lieu lopinion plus populaire que ctait un pommier, cest que
la version de la Vulgate appelle son fruit pomum; mais on sait que le latin pomum signifie
fruit en gnral [Alcuni teologi hanno creduto che lalbero di cui Dio proib ai nostri
progenitori nel paradiso terrestre di mangiare i frutti fosse un fico, oppure una specie di
banano chiamato volgarmente fico dAdamo. Sarebbe, dunque, un fico piuttosto che una
mela, che Eva avrebbe mangiato su istigazione del serpente; o piuttosto, ancora, sarebbe
una banana. Si discusso molto, e a lungo, su questo albero della conoscenza, e, a dire il
vero, non si comprende chiaramente, dal testo ebraico, di che specie fosse. Si creduto
che fosse un fico, perch Adamo si copr di foglie di fico. Ci che ha dato luogo allopinione
pi comune che questo frutto fosse una mela, che la traduzione della Vulgata chiama il
suo frutto mela; ma si sa che il latino pomum significa frutto in generale]. Ginzberg ()
raccoglie una leggenda ebraica secondo la quale tutte le piante rifiutarono ad Adamo di
essere utilizzate per coprire le sue oscenit, ad eccezione del fico, che era lo stesso albero
del quale egli aveva mangiato il frutto, dannandosi (, p. , n. ): Lidentificazione col
fico, derivante dal fatto che la prima coppia si copr con foglie di fico dopo la caduta, non
compare solo nelle fonti rabbiniche ma anche nellApocalisse di Mos e in Tertulliano. [. . . ]
Lidentificazione con la mela del paradiso dovuta a un gioco di parole, che fa derivare
N da desider; cfr. Nahmanide, Peru a Lv, , . [. . . ] La mela di Adamo ben
nota in tutta lEuropa (essa compare per la prima volta in Pseudo-Tertulliano, Genesi ),
proviene forse da una traduzione approssimativa della parola ebraica N, che nella Bibbia
significa mela, mentre nei testi successivi indica anche la mela del paradiso, cio etrog. [. . . ]
Probabilmente la teoria gnostica citata dallo stesso autore (Ippolito,,), che paragona Dio
a un seme di fico, strettamente connessa allidentificazione del fico col frutto dellalbero
della conoscenza). [. . . ] Le foglie di fico con cui si coprirono Adamo ed Eva rappresentano
per Ireneo (III, , ) un segno di pentimento perch hanno un effetto urticante. Analogo
significato ha quanto detto da rabbi Meir in Eruvin b. Si pu inoltre rilevare che nelle
fonti rabbiniche sopra citate (cfr. anche Tan. B. I, ) riportata una teoria secondo la quale
la Scrittura si astiene di proposito dal nominare il frutto proibito, cos che luomo non
abbia a odiarlo considerandolo apportatore di morte. Sempre Ginzberg , pp. -: La
prima conseguenza fu che Adamo ed Eva divennero nudi. In precedenza i loro corpi erano
rivestiti di una pelle coriacea e avvolti da un nimbo di gloria, ma appena ebbero violato
della Genesi anche nel celebre episodio della cacciata dal paradiso
terrestre . Nel resto dellAntico Testamento, tuttavia, il fico sovente
usato come simbolo di fecondit, dolcezza, pace e ricchezza (Nm
, ; Dt , ; Gdc , -; Re , ; Re , ; Ger , etc.). Non
mancano, per, riferimenti al fico sterile come immagine negativa del
popolo dIsraele (Ger , ; Os , ; Gl , , Gl , etc.). Nel Nuovo
Testamento, il fico perlopi un albero peccaminosamente infecondo,
come nel celebre passaggio di Mt , . Immagine pi positiva quella di Mt , , mentre Mc , e , riportano lo stesso episodio
del fico sterile. Esso presente anche in Lc , allinterno della ben
nota parabola.
Non questa loccasione per dilungarsi sulle connotazioni neotestamentarie del fico (si rinvia a Leone, ). Si potrebbero discutere
altri passi, per non parlare degli altri testi che compongono limmaginario della civilizzazione giudeo-cristiana: apocrifi, commenti talmudici, scritti patristici, agiografici, mistici, e ancora immagini e altri
documenti visivi, dalla prima iconografia cristiana sino allarte contemporanea. Come al solito, non legittimo evincere uno schema
ordinato di significati da questa congerie cos diversa di testi, ognuno
dei quali diventa contesto per lapparizione dellalbero di fico. Rimane,
tuttavia, il fatto che la logica semi-simbolica che stata precedentemente individuata nella topologia dellalbero si abbina spesso con
il comando loro imposto, il nimbo di gloria e la pelle coriacea caddero ed essi rimasero
ignudi e ne ebbero vergogna. Adamo tent di raccogliere qualche foglia dagli alberi per
coprire in parte i loro corpi, ma sent che essi si dicevano lun laltro: Ecco il ladro che
ha frodato il suo Creatore. Fa che non mi calpesti il pie dellorgoglioso, che la mano
dellempio non mi scacci (Sal , ). Vattene, e non cogliere le mie foglie! Solo lalbero
del fico gli permise di prendere delle sue foglie, perch proprio il fico era il frutto proibito.
Adamo fece come quel principe che sedusse una delle ancelle del palazzo. Quando il re suo
padre lo cacci, egli cerc invano rifugio presso le altre ancelle: lunica che lo accolse fu
colei che era stata causa della sua sventura.
. Agostino fa riferimento a questa circostanza in pi opere, commentando il particolare delle foglie di fico: De Genesi contra Manichees libri duo, PL XXXIV; De Genesi ad Litteram
Imperfectus liber, PL XXXIV; De Genesi ad Litteram libri duodecim, PL XXXIV, liber , caput
: Denique illa conturbatione ad folia ficulnea cucurrerunt, succintoria consuerunt, et
quia glorianda deseruerant, pudenda texerunt; quindi, a causa di un tale turbamento,
essi presero alcune foglie di fico, ne fecero un perizoma, e siccome avevano abbandonato
ci che doveva essere glorificato, coprirono loggetto delle loro vergogna.
. Daprs les rcits des rabbins on sabritait volontiers sous un figuier pour lire et
mditer lcriture. Secondo i racconti dei rabbini ci si riparava volentieri sotto un fico
per leggere e meditare la scrittura., Bibbia TOB, , n. j.
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Capitolo III
: .. La filosofia semiotica della preghiera, ... Inevitabilit della preghiera, ... La distribuzione dellagentivit,
... Lincarnazione del linguaggio, .. La semiotica culturale del
rosario, ... Il rosario come dispositivo di preghiera, ... Lideologia semiotica dei rosari, ... Lintellettualizzazione del rosario,
.. Conclusione, .
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Essi non possono essere facilmente distinti in entit separate n compressi in una singola unit. Tale complessit aumenta quando questi
o simili termini siano considerati in altre lingue. La variegata serie di
fenomeni alla quale essi si riferiscono pu essere studiata secondo approcci assai vari. Tuttavia, nonostante la complessit dellargomento e
la variet delle prospettive, dal punto di vista semiotico la preghiera, il
culto, e il rituale non sono interessanti solo come fenomeni religiosi,
ma anche come oggetti intellettuali che incoraggiano e facilitano la
riflessione su un soggetto pi generale, il quale di importanza fondamentale per la semiotica e le altre scienze umane. Studiare la semiotica
della preghiera, del culto, e del rituale conduce a nuove conoscenze in
unarea di ricerca pi vasta, la quale pu essere etichettata, in prima
istanza, come antropologia semiotica del senso.
Lambizione di analizzare entit caratteristicamente religiose quali
la preghiera, il culto, e il rituale al fine di ottenere nuova conoscenza
sul senso anche in aree non strettamente religiose dellesistenza umana significa sia che alcune delle caratteristiche del culto possono essere
trovate in fenomeni non religiosi, sia che lanalisi semiotica del culto
religioso apporta interpretazioni nuove di alcuni tratti fondamentali
della specie umana, del suo linguaggio, e delle sue culture. Lanalisi
semiotica della religione un laboratorio concettuale nel quale si possono formulare esperimenti mentali al fine di comprendere elementi
che compongono la quintessenza della natura umana. Ci non significa, per, che la natura umana sia essenzialmente religiosa almeno
non nellaccezione comune del termine religione , ma piuttosto
che la religione unespressione di qualcosa che, nella natura umana,
essenziale.
Questo capitolo non offrir una sintesi delle abbondanti conoscenze gi acquisite in materia ma approfondir tre temi in particolare; per
il momento, possono essere evocati attraverso le locuzioni inevitabilit della preghiera; distribuzione dellagentivit; e incarnazione del
linguaggio . Con lo stile di ricerca e di presentazione tipico di questo
libro, tali vasti temi saranno trattati non solo dal punto di vista generale e astratto di una filosofia semiotica della religione (prima parte), ma
. La bibliografia sulla preghiera vasta; sui temi di filosofia semiotica della preghiera
affrontati da questo capitolo si leggano in particolare Di Nola e OConnor ; Phillips
; Leonard ; Brmmer ; Appleton ; Paloma e Gallup ; Sweeney .
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La densit di questa citazione tale da richiedere unanalisi approfondita. Allinizio, James si riferisce polemicamente a una tendenza
di ricerca che, almeno dallIlluminismo in poi, ha cercato di testare
scientificamente lefficacia della preghiera, e in particolare di quella
forma di essa che tecnicamente si definisce petizione, vale a dire,
preghiera il cui obbiettivo principale di indurre un essere trascendente a modificare un certo stato della realt immanente secondo i
desideri dellorante.
La prima istanza di questa tendenza lo studio i cui risultati il
celebre scienziato Francis Galton pubblic nel . Galton analizz
laspettativa di vita media di diversi gruppi inglesi benestanti e scopr
che i membri delle famiglie reali britanniche avevano quella pi bassa.
Data la diffusa tradizione di pregare per la corona, Galton concluse
che la petizione non aveva valore obbiettivo, in quanto non aveva alcun effetto statistico misurabile sulla longevit di coloro che ne erano
beneficiari (Galton ). Come controesempio di studio empirico
sullefficacia della preghiera, si potrebbe menzionare quello condotto
negli anni Ottanta del Novecento dal cardiologo Randolf Byrd presso
il San Francisco General Hospital. Utilizzando un campione di
pazienti in terapia coronaria intensiva, Byrd aveva chiesto ad alcuni
fondamentalisti cristiani born again [lett., rinati] di pregare quotidianamente per pazienti i quali non sapevano di essere oggetto di
preghiere. Byrd ne concluse che:
. We hear, in these days of scientific enlightenment, a great deal of discussion about
the efficacy of prayer; and many reasons are given us why we should not pray, whilst
others are given us why we should. But in all this very little is said of the reason why we
do pray, which is simply that we cannot help praying. It seems probable that, in spite of all
that science may do to the contrary, men will continue to pray to the end of time, unless
their mental nature changes in a manner which nothing we know should lead us to expect.
The impulse to pray is a necessary consequence of the fact that whilst the innermost of the
empirical selves of man is a Self of the social sort, it yet can find its only adequate Socius in
an ideal world ( James (), p. ).
I metodologi potrebbero agevolmente confutare la solidit sia dellargomentazione statistica di Galton contro il valore delle petizioni
verbali, sia le conclusioni sperimentali di Byrd di segno opposto. Tuttavia, lo scopo principale di questi due esempi indicare il bersaglio
polemico di William James: come egli sottolinea al principio del passaggio summenzionato, lefficacia della preghiera non deve essere
studiata in termini di efficacia empirica. Chiedersi se si debba pregare
o meno sulla base delle prove empiriche sullefficacia della preghiera
non ha senso, giacch i motivi per cui gli esseri umani pregano non
sono collegati a questa efficacia empirica ma a una efficacia ideale.
Gli esseri umani pregano perch non ne possono fare a meno. In altre
parole, vi qualcosa di profondamente radicato nellantropologia psicologica della natura umana che spinge gli esseri umani a pregare e
che sempre li spinger in tal senso, a meno che questa natura cambi
in modi che non possono essere previsti al momento.
Tuttavia, evidente che lo stesso James, nellenfatizzare linevitabilit della preghiera, non si sta riferendo a unaccezione semplicistica,
comune del termine. In tal caso, anche la sua ipotesi sarebbe confutata
dai fatti: un fatto che molti esseri umani non pregano. Al contrario,
James pu asserire linevitabilit della preghiera perch la interpreta secondo unaccezione allargata: persino quegli esseri umani che
sembrano non pregare, per esempio perch non aderiscono ad alcuna
fede particolare, di fatto non possono non pregare. Ma cos questa
preghiera cui gli esseri umani sono destinati, se non semplicemente la
forma comunemente religiosa di essa? Alla fine della citazione, James
la definisce con parole sottili ma sibilline: la parte pi intima del s
empirico dellessere umano un S di natura sociale, esso pu tuttavia
trovare il suo Socius adeguato solo in un mondo ideale ( James ,
ibidem).
. Analysis of events after entry into the study showed the prayer group had less
congestive heart failure, required less diuretic and antibiotic therapy, had fewer episodes of
pneumonia, had fewer cardiac arrests, and were less frequently intubated and ventilated
(Byrd , p. ).
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Il nucleo centrale dellidentit umana un nucleo sociale; solo attraverso relazioni sociali, cio, che gli esseri umani possono plasmare
la loro identit. E tuttavia, aggiunge James, la controparte che permette agli esseri umani di forgiare la loro identit attraverso relazioni
sociali pu essere solo un Socius con la s maiuscola, un Socius di tipo
ideale. Che cosa significa? Il senso e la natura di questo Socius saranno chiariti da un secondo approccio, e dalla citazione di un secondo
autore-chiave, circa linevitabilit della preghiera. In un altro celebre
passaggio, tratto da Sygdommen til dden [La malattia per la morte],
Sren Kierkegaard scrive:
[. . . ] Ma il fatalista non ha Dio o, che la stessa cosa, il suo dio necessit.
Nella misura in cui per Dio tutte le cose sono possibili, si pu dire che questo
ci che Dio , vale a dire, colui per il quale tutte le cose sono possibili.
Il culto del fatalista perci tuttalpi unesclamazione, ed essenzialmente
ottusit, sottomissione cieca, egli incapace di pregare. Allora pregare
respirare, e la possibilit per il s ci che lossigeno per il respiro.
Ma che la sola possibilit o la sola necessit forniscano le condizioni per il
respiro della preghiera non possibile pi di quanto lo sia per un uomo
respirare soltanto ossigeno o soltanto nitrogeno. E infatti affinch vi sia
preghiera deve esservi un Dio, deve esservi un s pi la possibilit, o un s e
la possibilit nel senso pregnante; perch Dio il fatto che tutte le cose sono
possibili, e il fatto che tutte le cose sono possibili Dio; e solo luomo il cui
essere stato cos scosso che esso divenuto spirito nel comprendere che
tutte le cose sono possibili, solo costui in rapporto con Dio. Il fatto che la
volont di Dio il possibile rende possibile la mia preghiera; se la volont
di Dio solo il necessario, lessere umano essenzialmente privo di parola
come i bruti .
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senso, non altro che un sottoprodotto della dialettica fra il sentimento della mia infinita libert immanente e il sentimento dellinfinit
potenzialit trascendente del mio Socius. Il senso esiste perch le cose
potrebbero essere differenti da come sono, e la preghiera larena
esistenziale nella quale la natura del senso si rivela agli esseri umani
attraverso la loro relazione con lidea di una potenzialit infinita.
Nella prima sezione di questo libro si cercato di sostenere lidea
che la semiotica dovrebbe essere concepita e definita come la disciplina
che studia le alternative, e che anche la sagace definizione di semiotica
proposta da Umberto Eco, quale disciplina che studia tutto ci che
pu essere utilizzato per mentire (Eco , p. ) dovrebbe essere
interpretata nello stesso senso (Leone ; a; d). Sempre nella
prima sezione, poi, si cercato di giustificare questa tesi con riferimento a una particolare ipotesi sullevoluzione della specie umana,
e specialmente della sua cognizione della potenzialit (Leone b;
b; c; d). Il modo in cui sia James che Kierkegaard affrontano la questione dellefficacia della preghiera conduce alla riflessione
che, come stato indicato allinizio del presente capitolo, la religione
diviene un laboratorio concettuale per esplorare le caratteristiche pi
essenziali della natura umana, a inclusione della capacit che gli esseri
umani hanno di concepire la potenzialit e la libert, e di conseguenza,
di avere accesso al linguaggio.
Vi per un aspetto nel modo astratto in cui James e Kierkegaard
designano la preghiera come apertura esistenziale alla potenzialit e
quindi al linguaggio che probabilmente lascerebbe perplessi quanti
sottoscrivono una definizione del culto tratta dal senso comune. Denudata di tutti i suoi tratti teistici, in James come in Kierkegaard come
nella lettura semiotica dei loro brani la preghiera sembra perdere ogni
contenuto religioso e finire con lassomigliare a qualcosa di simile a
una verbalizzazione (interna o esterna) della speranza. Qual infatti la
differenza fra il sentimento della potenzialit che, secondo le citazioni
sopra riportate, gli esseri umani esperiscono attraverso la preghiera
e un sentimento pi generale di speranza, concepito come adesione
emotiva a unidea di mutabilit del reale?
Annunciazioni
Questo brano mostra chiaramente il modo in cui Agostino distribuisce lagentivit nella sua concezione della pratica semiotica della
preghiera. Lefficacia della preghiera, sostiene Agostino, non consiste
nel fatto che lagentivit immanente degli oranti modifica, attraverso
le parole e gli atti della preghiera, lagentivit trascendente di Dio.
Agostino comprende molto bene che tale concezione della preghiera
sarebbe blasfema, dal momento che rappresenterebbe lagentivit di
Dio come unagentivit che si piega a quella degli oranti. Al contrario,
secondo Agostino lagentivit di Dio non pu essere spinta a nulla,
giacch gi perfetta nella sua determinazione; tuttavia, come nellinterpretazione della preghiera formulata da James e Kierkegaard,
cos pure in Agostino le parole della preghiera sono necessarie per
produrre un auto-potenziamento riflessivo della loro agentivit.
Adottando il quadro teoretico attraverso cui la semiotica contemporanea analizza lenunciazione, il punto di vista di Agostino sulla
preghiera potrebbe essere descritto come segue: lo scopo delle parole degli oranti non di indurre lagentivit di Dio a checchessia.
Al contrario, indirizzandosi a tale Dio, gli oranti producono una rappresentazione simulacrale della sua agentivit potenziale che, a sua
volta, d forza allagentivit potenziale degli oranti. Nel lessico tecnico di Greimas, si potrebbe dire che, in Agostino, la preghiera
sempre embrayage, discorso che fonda la propria agentivit immanente attraverso la rappresentazione finzionale della propria capacit
di smuovere unagentivit trascendente. Essa , come si suggerito
. Nobis ergo verba necessaria sunt, quibus commoneamur et inspiciamus quid
petamus, non quibus Dominum seu docendum seu flectendum esse credamus. Cum ergo
dicimus: Sanctificetur nomen tuum, nos ipsos admonemus desiderare ut nomen eius quod
semper sanctum est, etiam apud homines sanctum habeatur, hoc est non contemnatur;
quod non Deo, sed hominibus prodest. Et in eo quod dicimus: Adveniat regnum tuum, quod
seu velimus, seu nolimus, utique veniet, desiderium nostrum ad illud regnum excitamus,
ut nobis veniat, atque nos in eo regnare mereamur (Lettera a Proba, XI, , trad. Luigi
Carrozzi).
Annunciazioni
La semiotica greimasiana solitamente distingue fra modalizzazioni endotassiche ed esotassiche dellagentivit. Secondo Greimas e
Courts,
[. . . ] designiamo come esotassiche quelle modalit che sono suscettibili
di entrare in relazioni transitive (che cio congiungono enunciati aventi
soggetti differenti) ed esotassiche le modalit semplici (che congiungono
soggetti i quali sono identici o in sincretismo .
Annunciazioni
trascendente infinita e una libert immanente altrettanto infinita, fonda la possibilit del linguaggio e del senso. Kant sembra rovesciare
questa prospettiva, prescrivendo le caratteristiche che il linguaggio
della preghiera dovrebbe possedere al fine di riuscire a provocare
lauto-potenziamento riflessivo esistenziale dellorante. Secondo Kant,
in effetti, la preghiera implica sempre una dialettica tra il desiderio
dellorante, che ci che conta veramente secondo la sua interpretazione demistificante della preghiera, e quelle parole e formule che
non sono altro che il rivestimento inessenziale di questo desiderio.
Ora dovrebbe essere chiaro che la tendenza di pensiero teologico
e filosofico che, da Agostino a Kant e oltre, esalta lagentivit immanente dellorante a discapito dellagentivit trascendente della deit
venerata, fino alleliminazione paradossale della seconda nella filosofia
post-kantiana, conduce non solo a unaffermazione dellinevitabilit
antropologica della preghiera, sostenuta sia da James che da Kierkegaard, ma anche alla definizione prescrittiva del linguaggio della
preghiera.
... Lincarnazione del linguaggio
Questa la terza area di ricerca filosofica e semiotica sulla preghiera
che il presente capitolo intende trattare: lincarnazione del linguaggio.
Secondo Kant, lincarnazione della preghiera nel linguaggio, e specificamente in un rivestimento discorsivo di parole e formule, non necessaria. Ci che conta il desiderio della preghiera, il suo spirito, e la
capacit delle parole e delle formule della preghiera di eseguire lautopotenziamento riflessivo esistenziale dellorante. In altre parole, una
conseguenza logica della polarizzazione dellagentivit della preghiera
verso il suo mittente immanente la progressiva spiritualizzazione
del linguaggio della preghiera. Al fine di esistere semioticamente, la
preghiera ha bisogno di essere significata e comunicata o meglio
ancora, autocomunicata attraverso un certo linguaggio, attraverso
certi codici, formule, e parole. Tuttavia Kant e pi in generale la
tendenza di pensiero che culmina nei suoi scritti si rappresenta
questo linguaggio, e questi codici, formule, e parole come accessori,
come dispositivi espressivi che possono essere separati dal loro contenuto in modo tale che i primi appaiono arbitrari e inessenziali, mentre
il secondo si mostra come necessario e inevitabile.
Non difficile comprendere come lo schema agostiniano, protestante, e kantiano di distribuzione dellagentivit possa produrre una
concezione della preghiera che invoca una spiritualizzazione del linguaggio: con il progressivo svanire dellagentivit trascendente della
deit venerata, la funzione conativa del linguaggio della preghiera
pure svanisce, giacch non vi di fatto destinatario la cui agentivit
il discorso della preghiera debba muovere a una qualche azione. Al
contrario, lembrayage radicale del linguaggio della preghiera, il suo
ripiegarsi sullagentivit immanente dellorante, esalta le funzioni del
linguaggio che sono incentrate sul mittente, vale a dire la funzione
emotiva, ma anche quella poetica, quella che essenzialmente consiste
nelleseguire un riarrangiamento continuo del rivestimento discorsivo
della preghiera.
In parole pi semplici: siccome lo scopo delle mie preghiere non
di convincere la deit ad agire secondo i miei desideri, ma a convincere me stesso che io sto agendo secondo i desideri della deit, ci che
conta nel linguaggio della preghiera non aderire obbedientemente
al codice semiotico della deit, ma elaborare il mio proprio codice
semiotico, quello che meglio produce lauto-potenziamento riflessivo
del mio s attraverso il dialogo con un destinatario trascendente immaginario. Il linguaggio della preghiera si volge perci da collettivo a
individuale, da formulaico a poetico, e nelle circostanze pi radicali
soggetto a una spiritualizzazione completa, a uninteriorizzazione che
sfocia in silenzio orante. Come T.R. Miles scrive nel suo Religion and
the Scientific Outlook, radicalizzando la lettura kantiana della preghiera:
Non dobbiamo preoccuparci se gli atti di dedicazione e impegno implicano
luso del linguaggio parabolico, a patto che, naturalmente, questo linguaggio
parabolico sia riconosciuto per ci che . [. . . ] Discorsi che si indirizzano a
Dio come persona non sono dunque da escludersi necessariamente, a patto
che non siamo sempliciotti a tal riguardo .
C una parola in questo brano che particolarmente interessante per gli scopi del presente capitolo: sempliciotti. Gli oranti non
dovrebbero essere dei sempliciotti, suggerisce T.R. Miles. Dopotutto,
. We need not be troubled if acts of dedication and commitment involve the use of
parable-language, provided, of course, that this parable-language is recognized for what it is.
[. . . ] Addresses to God as a person are not necessarily, therefore, to be excluded, provided
we are not just simple-minded about them (Miles , p. ).
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alla stessa categoria di dispositivi di preghiera cui appartiene il rosario. Per quanto riguarda il modo in cui il rosario funziona, una delle
descrizioni pi efficaci si trova nel saggio The RoseGarden Game: The
Symbolic Background to the European PrayerBeads di Eithne Wilikins:
Un rosario una stringa di tacche, siano esse nodi o grani, i quali devono
essere toccati, o fatti scivolare lungo una corda come le palline di un abaco,
una a una, cos da poter ripetere una certa preghiera, invocazione, formula
magica o religiosa il numero prescritto di volte senza dover tenerne a mente
il conto: sono le dita sulle tacche a farlo .
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Per quanto riguarda la quantificazione, il rosario non si basa unicamente sulla possibilit di ripetere la stessa preghiera pi volte, ma
anche sulla capacit di contare tali ripetizioni. Questo il motivo per
cui il rosario, o altri dispositivi consimili, sono sia una mnemotecnica
del culto che una macchina per il conteggio. Proprio come un abaco,
il rosario consente allorante di accumulare un certo numero di preghiere e di tenere traccia di questa accumulazione. I rosari producono
una contabilit del culto .
Infine, la terza caratteristica strutturale del rosario la sensualit:
non solo dispositivo mnemotecnico, e non solo macchina da conteggio, il rosario anche oggetto materiale che pu essere costantemente
manipolato e tastato, cos da creare una risonanza semiotica fra il ritmo
del corpo dellorante e il ritmo della preghiera .
Ripetizione, quantificazione e sensualit: queste tre caratteristiche
sembrano rappresentare la controparte speculare delle tre tendenze
filosofiche e teologiche descritte e analizzate nella prima parte del
presence results not from its originality but from its repetitiveness and widespread replication.
Replication is, in fact, a critical aspect of Catholic culture. It is the principal means by
which religious practices that might otherwise remain local and ethnic are globalized and
come to embrace the universality of the supernatural, providing practitioners a means
to participate in a worldwide community that [does] not recognize the limits of time and
space; [il ruolo del rosario come mezzo di presenza non risulta dalla sua originalit ma
dalla sua ripetitivit e replicazione diffusa. La replicazione , infatti, un aspetto saliente della
cultura Cattolica. il mezzo principale attraverso cui pratiche religiose che potrebbero
altrimenti rimanere locali ed etniche vengono globalizzate e finiscono con labbracciare
luniversalit del soprannaturale, fornendo agli oranti uno strumento per partecipare alla
comunit mondiale che non riconosce limiti di tempo e spazio]; si veda anche McDannell
(e sul Cristianesimo materiale, Orsi ); Wilkins , p. definisce il rosario come
sort of prayer-wheel with a centripetal action; [sorta di ruota della preghiera con unazione
centripeta]; si veda Wilkins , p. : It is this inevitability, this organic drone, that releases
the mind into detachment; [ questa inevitabilit, questo mormorio organico, che libera la
mente fino al distacco].
. Si legga su questo punto Howard Patton , p. : Under conditions like these,
an instrument for reckoning the account with God is as inevitable as the cashregister
in the mercantile world; [in condizioni come queste, uno strumento che tenga traccia
della contabilit con Dio inevitabile tanto quanto un registratore di cassa nel mondo
mercantile].
. Si veda Winston-Allen , p. : [rosary beads] lend the devotion an added
aesthetic dimension and a certain concreteness, even as simple as the tactile comfort of
something to grasp onto in times of trouble and especially in the final hours; [[i grani
del rosario] conferiscono alla devozione una dimensione estetica supplementare e una
certa concretezza, fosse pure il semplice conforto tattile di qualcosa da afferrare in tempi di
preoccupazione e specialmente nelle ore finali].
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Non chiaro come il rosario si sia sviluppato nella giudeocristianit. Secondo la maggior parte degli studiosi, non sono supportate
da alcuna prova storica n la leggenda secondo ciui il rosario sia stato
inventato da San Domenico ispirato da una visione della Vergine
quale strumento per convertire gli Albigesi, n la controleggenda
. La bibliografia sulla storia del rosario piuttosto vasta; per una sintesi, si leggano
Howard Patton e Millar ; sul rosario nellIslam, Zwemer ; sullo juzu giapponese, un dispositivo per la preghiera buddista simile al rosario cristiano, si legga Hanayama
; si veda anche Kun-dga-rin-chen .
. Goldhizer , p. .
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secondo cui esso sarebbe stato adottato in seguito al contatto con gli
Arabi durante la prima crociata. Secondo i dati storici a disposizione, lintroduzione e lo sviluppo del rosario nella Cristianit si sono
invece dispiegati in cinque tappe.
La forma pi primitiva di rosario cristiano menzionata in relazione alla vita di Paolo di Tebe (c. -), del quale si dice che aveva
adottato un sistema di spostamento di ciottoli al fine di tenere il conto
della propria razione giornaliera di trecento padrenostri. Pi tardi,
lintroduzione di una stringa per legare insieme i ciottoli rese questo
sistema portatile. Anche corde annodate e bastoni intaccati furono
probabilmente la prima e pi primitiva forma di mnemotecnica cultuale del Cristianesimo. Sebbene sia impossibile determinare se queste
mnemotecniche abbiano avuto origine nel monachesimo cristiano o
se vi siano state importate da altre culture religiose, evidente che esse
soddisfacevano una necessit antropologica cross-culturale, quella di
contare preghiere ripetute molte volte senza variazione alcuna significando questo conteggio attraverso un dispositivo materiale. Eithne
Wilkins suggerisce che lo scopo principale di questa tecnica era di creare un ritmo continuo di gesti ed enunciati capaci di creare uno stato di
obnubilamento immune dalle famigerate tentazioni del deserto: Per
un anacoreta impegnato in uno sforzo psichico intenso e sistematico,
era necessario mantenere la stabilit combinando lesercizio mentale
con qualche movimento fisico ritmico .
La seconda tappa importante nello sviluppo del rosario cristiano ebbe luogo nel monachesimo irlandese, il quale adott il rosario a partire
dal monachesimo orientale del deserto ma vi introdusse unimportante novit: al rosario si confer una struttura standard di centocinquanta
grani divisa in tre sezioni. Il primo numero doveva creare un parallelo
tra i grani e il numero dei salmi biblici, mentre il secondo era probabilmente collegato alla teologia della Trinit di San Patrizio. Ancora
oggi, il rosario cristiano mantiene la stessa struttura di quindici decine
di avemarie ripetute in tre sezioni di cinquanta preci luna.
Originatasi come dispositivo cultuale ascetico per la concentrazione
mentale nellanacoretismo orientale, e trasformatosi in mnemotecnica
. For an anchorite engaged in intense and systematic psychic effort, it was necessary
to maintain stability by combining the mental exercise with some rhythmic physical
movement (Wilkins , p. ).
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periodo e rimase praticamente invariata fino a oggi: nel Cristianesimo contemporaneo, il rosario consiste in una stringa circolare di
centosessantanove grani, talvolta con uno o due grani extra per il
padrenostro aggiunti fino ad arrivare al numero di centosettanta o
centosettantuno grani. I centocinquanta grani per le avemarie sono
divisi in decine, le quali a loro volta sono separate da quattordici grani
per il padrenostro e il gloria che si recitano rispettivamente allinizio e
alla fine di ogni decina. Le decine sono poi suddivise in tre sezioni e
dedicate alla meditazione su tre serie di misteri cristiani, anchessi
istituzionalizzati da Pio V nel quindicesimo secolo: i misteri gioiosi,
dolorosi, e gloriosi.
Questa rapida rassegna della storia del rosario, e in particolare di
quello cristiano, mira a fornire alcune informazioni contestuali di
carattere generale rispetto alle quali occorre situare un processo culturale fondamentale nello sviluppo di questo dispositivo cultuale, un
processo che fa del rosario il caso di studio perfetto per lelaborazione di una semiotica culturale della preghiera. Nel momento in cui
questo dispositivo cultuale venne staccato dal suo contesto di creazione originario prima lanacoretismo orientale del deserto, poi
il monachesimo irlandese e continentale e adattato a un pubblico
di devoti perlopi analfabeti, le sue gi menzionate caratteristiche
semiotiche di ripetizione, quantificazione, e sensualit furono vieppi
accentuate, al punto che esse suscitarono preoccupazione e critiche
nella stessa comunit cristiana. interessante analizzare le tracce testuali di questa preoccupazione, specialmente al fine di comprendere
la dialettica teologica, filosofica, e semiotica tra opposte ideologie
della preghiera descritta nella prima parte del capitolo e incarnatasi
nella storia culturale e semiotica del rosario.
Per quanto riguarda la sensualit, a partire dalladozione di massa
del rosario nel tardo Medioevo il Cristianesimo ha manifestato una
forte tendenza a enfatizzare la materialit del rosario, al punto che
questo dispositivo cultuale stato spesso mutato in feticcio o amuleto. Trasformato in gioiello prezioso, arricchito di profumi e altre
caratteristiche sensuali, indossato in modi inappropriati e, soprattutto,
usato in modi non strettamente ortodossi, il rosario stato costantemente soggetto sia agli esperimenti idiosincratici dei singoli credenti
sia ai tentativi istituzionali di condannarli e riformarli. Alcuni esempi
illustreranno questa dialettica.
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.. Conclusione
La seconda parte di questo capitolo ha segnalato due requisiti per
una semiotica culturale della preghiera, del culto e del rituale: il primo analizzare il modo in cui la dialettica tra differenti ideologie
macro-semiotiche della preghiera si incarna nellevoluzione storica
e culturale di specifiche pratiche semiotiche del culto; il secondo
elaborare modelli di tale incarnazione che siano abbastanza flessibili
da accomodare teoreticamente non solo episodi di conflitto culturale
aperto ma anche istanze di riconciliazione. Tuttavia, vi un terzo
requisito che una semiotica culturale della preghiera dovrebbe soddisfare, un requisito particolarmente fondamentale soprattutto nel
quadro di una semiotica antropologica generale. I modelli semiotici dovrebbero essere capaci di promuovere la riflessione su come la
. Sui tentativi di mascolinizzare il rosario e salvarlo dal kitsch e dalla ripetizione,
si leggano Binkley e Westerfelhaus .
. Had two goals in mind: one was to make it clear [. . . ] that Catholics were good and
reliable citizens in a religiously diverse society [. . . ]; the other was to emphasize Catholic
distinctiveness, especially in the matter of devotional piety [. . . ]. The rosary responded to
both goals. On one hand, it was a portable, flexible, vernacular devotion, rooted in basically
biblical episodes [. . . ], and its use could be customized to meet the conditions of Catholics
who, like other Americans, had jobs to work and families to support. On the other, the
stronger Marian focus of the prayer [. . . ] made the rosary distinctively Catholic (Mitchell
, p. ).
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e G.P. Storari, a cura di () Forme e formalizzazione. Atti del XVI Congresso della Societ Italiana di Filosofia del Linguaggio, CUEC, Cagliari,
-.
(a) Rituals and Routines: A Semiotic Inquiry, Chinese Semiotic
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(b) Motility, Potentiality, and Infinity: a Semiotic Hypothesis on
Nature and Religion, Biosemiotics, DOI ./s---.
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cotidiana, in R. De Rugeriis and E. Amodio, a cura di () Semiticas de la vida cotidiana (Colleccion de Semitica Latinoamericana n. ),
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(c) Bacteria, in P. Cobley, D. Favareau e K. Kull, a cura di
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Edizioni Messaggero, Padova, -.
(e) From Theory to Analysis: Forethoughts on Cultural Semiotics, in V. Pisanty e S. Traini, a cura di () From Analysis to Theory: Afterthoughts on the Semiotics of Culture, numero monografico di Versus, .
(In stampa) Homo potentialis: riflessioni semiotiche sulla libert
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L I.M. () Universe of the Mind: A Semiotic Theory of Culture, trad.
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MD C. () Material Christianity: Religion and Popular Culture in
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M T. () Contemplative Prayer, Herder and Herder, New York.
M T.R. () Religion and the Scientific Outlook, Allen & Unwin, Londra.
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P VI
Introduzione
La sesta sezione del libro verte su una questione essenziale della semiotica del senso religioso; che vi sia rivelazione, che un so ffio della
trascendenza sia pensato come in grado dincarnarsi in segni percepibili e interpretabili dallumano, non significa che ogni rivelazione
sia disvelamento. Al contrario, ogni rivelazione anche rivelamento,
evocazione di nuove opacit, semiosi che illumina mentre oscura
e oscura mentre illumina. In altri termini, la semiotica del senso
religioso non pu che concepirlo come il frutto di un processo perennemente parziale, in cui si allude continuamente allinfinitezza
della trascendenza ma senza mai enunciarla nella sua completezza,
neppure nella vertigine semantica dellossimoro, bens procedendo
per percorsi sempre parziali e incompleti, per significazioni che nella
propria concretezza portano il fardello della finitudine.
Il primo saggio della sezione (Profezia: indeterminazione e destino)
si occupa allora di profezia come arte e tecnica dello svelamento, ma
sottolinea subito, attraverso il riferimento alle radici magicoreligiose
della chiromanzia, che lenunciazione del futuro corrisponde sempre
a una pesca nelloceano infinito delle potenzialit, e pertanto a unattualizzazione incompleta, sovvertibile, per quanto agognata. Nella
dialettica fra indeterminazione e destino ci che interessa al semiologo soprattutto lemergere di un codice, di una corrispondenza s
arbitraria ma capace in ogni modo di collegare il sistema virtuale delle
potenzialit future a quello attuale delle linee e dei segni di una mano,
trasformando luno nel significante dellaltro, e dunque mettendo
in relazione un ventaglio infinito di possibilit ontologiche con una
gamma finita di variazioni semiotiche.
Sempre di codici si occupa anche il capitolo seguente, intitolato
Enigma: ignoranza e intellegibilit. Il codice non vi analizzato unicamente come dispositivo semiotico che consente la correlazione
fra due sistemi, quello dellistanza trascendente dellenunciazione e
quello della sua manifestazione immanente, ma anche e soprattutto
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Capitolo I
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Annunciazioni
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Numerose leggende circolarono, fra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo, intorno alla vita di Cocles. Secondo Cardano (De exemplis
centum geniturarum, in Opera, , V, p. ), egli non era che un
barbiere girovago e ignorante che intraprese lo studio della fisiognomica e della chiromanzia con tale zelo che fu poi in grado di scrivere
unopera in latino e divenire, cos, oggetto dammirazione della sua
epoca. Che un grande contributo alla fisiognomica e alla chiromanzia
sia stato dato da un barbiere un fatto sorprendente, ma non inspiegabile: osservare centinaia di volti, scrutarne a fondo le fattezze prima
di procedere al taglio della barba, o dei capelli, deve aver conferito a
Cocles una speciale sensibilit, acquisita empiricamente, nel collegare
i tratti del volto con quelli dellanima. Un autore del diciassettesimo
secolo, lAlidosi (Li dottori bolognesi, ) riporta unaltra leggenda bizzarra: avendo previsto che il proprio fato sarebbe stato quello di essere
ucciso con un colpo alla testa, Cocles portava sempre una placca di
metallo nascosta nel copricapo. Ma lassassino, travestito da venditore
di legname, lo colp alla testa con un fascio di bastoni allorch Cocles
gli apr la porta di casa sua, per farlo entrare. Lo stesso Alidosi cita dei
versi del Pontano che, per quanto scritti prima della morte violenta
di Cocles, gli sembrarono profetici del destino riservato al grande
chiromante, vittima delle sue stesse profezie:
Cur caput armatum galea? latus ense revinctum est?
Vim fati radios dixtinhabere tuos?
Sed video melius fatum est nescire scivisse,
Quano nihil prodest tela nec arma valent.
Vi una corposa tradizione di avvenimenti (e ammonimenti) analoghi nella storia della chiromanzia (o, in generale, in quella delle
arti del futuro): chi, avendo conosciuto il proprio destino, tenta di
sfuggirgli, ne viene colpito in modo ancora pi duro, e spesso con un
vigore accentuato dallironia (celebre la leggenda, diffusa in numerose
versioni diverse, del cacciatore cui un infallibile indovino predice che
morir incornato da un alce; luomo si rinchiude quindi nella propria
e a Pandolfo Malatesta, despota di Rimini, che sarebbe stato spodestato e avrebbe finito i
propri giorni in esilio e in povert, fu imprigionato. Invaghitosi della figlia del carceriere, i
due evasero insieme, ma furono presto riacciuffati e decapitati.
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casa, per poi finire ammazzato dalla testa dalce appesa sul proprio
letto, cadutagli addosso durante la notte).
Cocles intitol il proprio trattato Anastasis, o rinascita, in quanto riteneva di aver risollevato la fisiognomica, e soprattutto la chiromanzia,
dalle polveri delloblio. In realt, come si avuto modo di osservare, la
chiromanzia era gi molto diffusa presso numerosi autori medievali, e
quantunque Cocles proclamasse di aver ricevuto dalle stelle le sue conoscenze, le fonti che egli cita nella propria opera stanno a dimostrare
il contrario. LAnastasis si divide in sei parti: la prima tratta dei principi
generali della fisiognomica; la seconda concerne tutto il corpo umano,
dalla testa ai piedi, e si svolge nella forma di un dialogo fra Cocles e il
discepolo Augustinus; la terza parte discute della relazione dei pianeti
con la fisiognomica, e considera in dettaglio le linee della fronte; la
quarta parte interamente dedicata alla chiromanzia, di nuovo nella
forma di un dialogo fra lautore e il suo allievo. La quinta parte contiene un trattato ascritto da Cocles a Pietro dAbano, mentre il sesto
e ultimo libro del trattato di ordine pratico, e si compone di ben
trecento capitoli, tutti dedicati alla lettura della mano (De chyromantia
parva cum capitulis distinctis et recollectis in chyromantia magna). La chiromanzia, infatti, secondo questautore, una delle pi eccelse arti del
futuro, anche se non affatto la sola: laccompagnano la piromanzia,
lidromanzia, la negromanzia, la vaticinazione e linterpretazione dei
sogni, la spatulomanzia (lo studio delle ossa di una capra macellata di
recente), la litteramanzia, la nomanzia (rispettivamente, la predizione
del futuro tramite le lettere o i nomi), la solmanzia (con i raggi del
sole), la venamanzia e lumbilicomanzia, nonch un metodo assai
poco aulico, la spennatura dei polli come arte del futuro.
Ma quando si tratta di stabilire quale sia la pratica pi affidabile,
Cocles non ha dubbi: la fisiognomica e la chiromanzia sono superiori
a qualsiasi altro metodo, la seconda essendo ulteriormente preferibile alla prima in quanto le linee della mano permangono invariate
durante tutta la vita, mentre i tratti del volto possono mutare considerevolmente. Sulluna e sullaltra disciplina, poi, Aristotele proietta
la sua ombra prestigiosa e rassicurante. Ma se la filosofia del Rinascimento cerca di dare un senso al caos e di spiegare lignoto attraverso il
riferimento alla scolastica medievale e, direttamente o indirettamente,
ad Aristotele e alla filosofia greca, altre culture hanno sviluppato una
propria tradizione chiromantica, indipendente da quella grecolatina
Annunciazioni
punto di vista antropologico, la paura del futuro qualcosa di profondamente radicato nellanimo umano (o nei geni delluomo, se si vuole
adottare una concezione sociobiologica). I filosofi e gli psicanalisti
hanno vieppi sottolineato che lessere delluomo un esserci che
scorre consapevole verso la morte, anche se gran parte dei suoi sforzi
sono tesi a distrarlo da questa verit. La chiromanzia, cos come le
altre arti del futuro, sono uno dei tanti piccoli esorcismi che si praticano quotidianamente per illudersi di avere un qualche controllo
sullesistenza, sullo scivolare inesorabile verso il non essere. Da un
punto di vista psicologico, poi, la chiromanzia, cos come le altre arti
del futuro, prosperano perch soddisfano il desiderio narcisistico di
incontrare un discorso che parli di chi le interpella, e soltanto di essi.
Il successo commerciale degli oroscopi, ad esempio, si basa proprio
su questa geniale trovata di marketing: lo stesso testo dice la stessa
cosa a tutti (o perlomeno, a dodici gruppi di lettori), ma ognuno lo
legge e lo interpreta come se gli fosse diretto in maniera specifica,
individuale (Volli ). In realt, ci che rende unico il discorso sul
futuro non chi lo pronuncia (per quanto affinate siano le sue capacit
retoriche, il chiromante utilizza un lessico piuttosto ripetitivo), ma chi
lo recepisce: non sono le parole del chiromante a essere uniche, ma le
pieghe nel palmo di ciascuna mano.
Queste spiegazioni antropologiche, filosofiche e psicologiche, tuttavia, non spiegano come mai la chiromanzia, nonostante la sua invariata
permanenza nella storia, prosperi di pi in alcuni periodi piuttosto
che in altri. Ancora una volta, trovare le ragioni precise di queste variazioni impresa ardua, che richiederebbe uno studio approfondito,
e che forse sarebbe comunque destinata a fallire. Si possono per
avanzare alcune ipotesi, sperando che non siano troppo facili da falsificare. Storicamente, la chiromanzia fiorisce proprio in quei periodi
nei quali la cultura cosiddetta alta, quella che assai spesso disprezza le
tradizioni popolari, propaganda in varie forme e discorsi il rinnovato
e migliorato controllo delluomo sulla natura, sul caos, sul futuro. Il
Rinascimento e lepoca positivista, ad esempio, cos come lattuale
postmodernit tecnologica e globalizzata, sono periodi di grande
fervore chiromantico.
Questa coincidenza pu essere spiegata in due modi diversi. Da un
lato, si pu ipotizzare che allorch lumanit prende fiducia rispetto
alle proprie capacit e al proprio controllo dellesistente e dellesi-
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stenza, si sviluppano anche le arti del futuro, quasi come una sorta
di arrogante tentativo di estendere il dominio delluomo su tutto il
vasto ambito dellinconoscibile. Daltro lato, per, questa spiegazione
vale pi per lepoca rinascimentale (nella quale le arti del futuro e
le scienze della previsione sono ancora mescolate in maniera spesso
inscindibile, e si influenzano e si alimentano reciprocamente) che per
quella industriale o postindustriale. Il sospetto, infatti, che lattuale
fiorire della chiromanzia, dellastrologia, o di quantaltro, sia un frutto
della paura, pi che della fiducia, una conseguenza del sentirsi profondamente incapaci di controllare la propria vita, piuttosto che della
sicurezza che si trae dallinfallibile (?) precisione delle tecnologie.
Non certo una tesi nuova quella secondo cui uno degli effetti
negativi del progresso tecnologico, e soprattutto del velocizzarsi dei
ritmi di vita (e specie degli scambi comunicativi di ogni tipo) risiede
nel fatto che, se fino a due secoli or sono un individuo si sentiva in
grado di prevedere il proprio futuro nel lunghissimo termine (nato
in un villaggio, vi rimarr sino alla morte, continuer il lavoro di
mio padre, sposer una donna della mia stessa estrazione sociale,
della mia stessa cultura, i miei figli vivranno accanto a me sino alla
morte, etc.), con laumentare della rapidit delle comunicazioni la
porzione di futuro soggetto a controllo si accorciata sempre pi, fino
alla cosiddetta presentificazione attuale: si vive in un presente fatto di
istanti scollegati fra loro, incapaci di prevedere se domani si avr lo
stesso lavoro, si amer la stessa persona, si vivr nella stessa citt, etc.
Lattuale uso (e abuso) delle arti del futuro sicuramente ricollegabile
a questo fenomeno: di fronte alla scomparsa del futuro, il discorso dei
chiromanti uno degli stratagemmi cui si ricorre per risuscitarlo, per
vivere, almeno durante i pochi minuti della lettura di una mano, e in
forma di simulacro narrativo, lillusione di poter proiettare il proprio
io al di l dei confini ciechi di un eterno presente.
Da questo punto di vista, sembra fallace sostenere che la chiromanzia sia sempre esistita, praticamente invariata, dal Medioevo sino a
oggi, giacch questarte del futuro non consiste tanto nelle tecniche
di lettura della mano (queste, s, praticamente le stesse da otto secoli),
ma nei motivi per cui ciascun individuo si rivolge al chiromante. Fino
a oggi, in effetti, si scritta la storia delle arti del futuro come storia di
risposte (quelle degli indovini ai loro committenti); sarebbe forse pi
interessante conoscere la storia della chiromanzia come storia di do-
Annunciazioni
C O. () Chiromanzia di Michelangelo, in A. Gentili, P. Morel, e C. Cieri Via, a cura di () Il ritratto e la memoria. Materiali ,
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C G. () Opera omnia, sumptibus Ioannis Antonii Huguetan, &
Marci Antonii Rauaud, Lione.
C B. (Bartolomeo della Rocca) () Chyromantie ac physonomie Anastasis cum approbatione magisteri Alexandri de Achillinis, impressum per
Ioannem Antonium Platonidem Benedictorum ciuem Bononiensem, Bologna.
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H J. () Die Kunst Ciromantia, facsimile ricostruttivo delloriginale
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libri, opera uero Ioannis Scotti Argentorat. sub., Strasburgo.
L M. (a) Sulla chiromanzia, in G.M. De Maria, a cura di ()
Ieri, oggi, domani: Saggi sulla previsione nelle scienze umane, Roma, Aracne,
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Studies, , : .
P R.A. e R. H () Rodericus de Majoricis: Tractatus Ciromancie, Archives dhistoire doctrinaire et littraire du moyen ge, : .
P L. () Popoli delle discariche: saggi di antropologia zingara, CISU,
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R S., a cura di () Manuali medievali di chiromanzia, Carocci,
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S G. () Bibliografia di opere antiche e moderne di chiromanzia e
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Prandi, Reggio Emilia.
T A. () De Cheiromantia libri III, Excusum in aedibus Iuonis Schoeffer, Magonza.
V U. () Il linguaggio dellastrologia, Bompiani, Milano.
Capitolo II
.. Introduzione
Questo capitolo si occuper di ci che i semiotici chiamerebbero
le condizioni di enunciazione dei graffiti (Leone ), al fine di
riflettere su alcuni aspetti del rapporto fra questa forma espressiva
e il concetto di potere. Si proceder non attraverso una meditazione
filosofica di carattere generale e astratto, ma a partire dalla costruzione
di una serie testuale, cos come dalla ricostruzione di una tradizione
filologica.
.. Il testo biblico
Il punto di partenza di questo percorso Daniele , il passo della Bibbia
nel quale si racconta la fine di Baldassr, ultimo re di Babilonia. Bench
il passo sia notissimo, vale forse la pena rinfrescarne la memoria ai
fini dellesposizione. Essendo di stile assai asciutto, quasi lapidario,
riassumerlo sarebbe per sconveniente. Eccolo dunque per intero,
nella traduzione CEI:
[] Il re Baldassr imband un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e
insieme con loro si diede a bere vino. [] Quando Baldassr ebbe molto bevuto
comand che fossero portati i vasi doro e dargento che Nabucodnosor
Annunciazioni
suo padre aveva asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perch vi
bevessero il re e i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. [] Furono
quindi portati i vasi doro, che erano stati asportati dal tempio di Gerusalemme,
e il re, i suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere;
[] mentre bevevano il vino, lodavano gli dei doro, dargento, di bronzo, di
ferro, di legno e di pietra. [] In quel momento apparvero le dita di una mano
duomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale, di fronte al candelabro.
Nel vedere quelle dita che scrivevano, [] il re cambi daspetto: spaventosi
pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i ginocchi
gli battevano luno contro laltro. [] Allora il re si mise a gridare, ordinando
che si convocassero gli astrologi, i caldei e gli indovini. Appena vennero, il re
disse ai saggi di Babilonia: Chiunque legger quella scrittura e me ne dar
la spiegazione sar vestito di porpora, porter una collana doro al collo e
sar il terzo signore del regno. [] Allora entrarono nella sala tutti i saggi
del re, ma non poterono leggere quella scrittura n darne al re la spiegazione.
[] Il re Baldassr rimase molto turbato e cambi colore; anche i suoi grandi
restarono sconcertati. [] La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entr
nella sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: Re, vivi per sempre! I tuoi
pensieri non ti spaventino n si cambi il colore del tuo volto. [] C nel tuo
regno un uomo, in cui lo spirito degli dei santi. Al tempo di tuo padre
si trov in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dei. Il re
Nabucodnosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, dei
caldei e degli indovini. [] Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva
chiamato Baltazzr, uno spirito superiore e tanto accorgimento da interpretare
sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si convochi dunque Daniele ed
egli dar la spiegazione. [] Fu quindi introdotto Daniele alla presenza del re
ed egli gli disse: Sei tu Daniele un deportato dei Giudei, che il re mio padre
ha condotto qua dalla Giudea? [] Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito
degli dei santi e che si trova in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria.
[] Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per
leggere questa scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci.
[] Ora, mi stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e sciogliere
enigmi. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione,
tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana doro e sarai il terzo
signore del regno. [] Daniele rispose al re: Tieni pure i tuoi doni per te
e d ad altri i tuoi regali: tuttavia io legger la scrittura al re e gliene dar la
spiegazione. [] O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodnosor tuo padre
regno, grandezza, gloria e magnificenza. [] Per questa grandezza che aveva
ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti
a lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e abbassava chi gli
pareva. [] Ma, quando il suo cuore si insuperb e il suo spirito si ostin
nellalterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la sua gloria. [] Fu cacciato
dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie; la sua
dimora fu con gli nagri e mangi lerba come i buoi; il suo corpo fu bagnato
dalla rugiada del cielo, finch riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno
degli uomini, sul quale innalza chi gli piace. [] Tu, Baldassr suo figlio, non
hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza di tutto questo. []
Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a
te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli,
le tue concubine: tu hai reso lode agli dei doro, dargento, di bronzo, di ferro,
di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e
non hai glorificato Dio, nelle cui mani la tua vita e a cui appartengono tutte
le tue vie. [] Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello
scritto, [] di cui questa la lettura: mene, tekel, peres, [] e questa ne
linterpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine.
[] Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. []
Peres: il tuo regno diviso e dato ai Medi e ai Persiani. [] Allora, per ordine
di Baldassr, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una collana doro al collo e
con bando pubblico fu dichiarato terzo signore del regno. [] In quella stessa
notte Baldassr re dei Caldei fu ucciso: [] Dario il Medo ricevette il regno,
allet di circa sessantadue anni.
Annunciazioni
Annunciazioni
Annunciazioni
accanto al candelabro sulla parete i peccati, il giudizio, e la condanna di
Babilonia arrogante, perch in questo modo sarebbe stato loro rivelato il
giorno del Figlio delluomo, e attraverso la sua rivelazione Babilonia sarebbe
stata mostrata loro come la citt del diavolo, del caos, come una meretrice
ebbra del sangue dei santi .
Mentre per gran parte dellesegesi ebraica il graffito divino, decifrato secondo la sua struttura semiolinguistica immanente, accusa Baldassr di aver smarrito la misura del proprio potere e di essere quindi
stato misurato come manchevole, per gran parte dellesegesi cristiana
questo stesso graffito non significa tanto in quanto enunciato ma in
quanto enunciazione, ovverosia come prefigurazione dellintervento
trascendente di Cristo quale giudice e debellatore del diavolo.
.. Liconografia cristiana medievale
proprio ispirandosi a questa esegesi che comincia a manifestarsi la
prima iconografia cristiana del banchetto di Baldassr, come ad esempio in un capitello del vestibolo della basilica benedettina di Vzelay
(Fig. .): qui il graffito divino scompare, perch ci che preme mettere in risalto la mano che lo ha tracciato, una mano che, spuntando
da una nube, punta il dito contro Baldassr stagliandosi sullarco che
lo sovrasta.
Che questa iconografia sia ispirata dal commentario escatologico
a Daniele di Ruperto di Deutz ipotesi suffragata da almeno due
elementi. Il primo: il capitello affianco raffigura la caduta di Babilonia
come prefigurazione del Giudizio Universale. Il secondo: esiste almeno un esemplare di iconografia del banchetto di Baldassr precedente
al commentario di Ruperto di Deutz, uniconografia in cui lepisodio
biblico raffigurato in modo assai pi vicino a quello dellesegesi
. Igitur cum Balthasar rex grande convivium fecisset, et unusquisque secundum
[Col.B] suam biberet aetatem, cum biberet ipse, et optimates ejus, uxores et concubinae
ejus, cum biberent vinum et laudaverunt deos suos, aureos et argenteos, aereos, ferreos,
ligneosque, et lapideos, in eadem hora apparuerunt digiti, quasi manus hominis scribentis
contra candelabrum in superficie parietis, scribentis, inquam, peccatum, judiciumque
et iram secundum peccata superbiae Babylonis, quia secundum haec erit, qua die Filius
hominis revelabitur, et Babylon civitas diaboli, civitas confusionis, sanguine sanctorum
ebria meretrix, eadem ejus revelatione indicabitur.
ebraica. Il folio v del manoscritto della Pierpont Morgan Library di New York contiene una miniatura a tutta pagina raffigurante il
banchetto di Baldassr (Fig. .).
Questa miniatura, tratta da un commentario di Girolamo a Daniele ed eseguita da Magius, miniatore di stile mozarabico che oper
a Tbara, in Spagna, dal al , rappresenta un Daniele aureolato che, come dice la didascalia (
) guarda e al tempo stesso indica una mano che spunta da
dietro un candelabro (), inscrivendo con un calamo
su tre cunei bianchi dellarco mozarabico le parole
; accanto compaiono le didascalie nonch la decifrazione del messaggio:
;
; e
; sotto, un Baldassr incoronato e altri
uomini due dei quali aureolati forse a indicarne lappartenenza
ebraica sdraiati su un divano a sigma tendono le mani verso un
tavolo imbandito mentre un servitore sopraggiunge con due ampol-
Annunciazioni
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ossimorico dei gesti, come quelli di un sovrano ancora diviso fra una
destra che affonda nel desco e una sinistra che reagisce allo spavento;
la straordinaria efficacia di un fermoimmagine in cui i vasi del tempio
di Gerusalemme, quello in mano allancella vestita di rosso e quello
alla destra di Baldassr, rovesciano il proprio contenuto sacrilego nel
momento stesso in cui avviene il prodigio.
Tuttavia, proprio il graffito divino a meritare unesamina particolare. Si ritorna, come evidente, alla scrittura ebraica del messaggio, ma
ci si riavvicina al contempo a un elemento che, ignorando loriginale
del testo biblico, sia lesegesi che liconografia cristiana medievali avevano trascurato, interpretando lepisodio del banchetto di Baldassr in
chiave esclusivamente tipologica e moralizzatrice. Lelemento negletto
il seguente: Baldassr non sgomento solo di fronte allenunciazione
del graffito divino, ma anche al suo enunciato. Ne sgomento perch,
persuaso che questo graffito abbia un senso giacch gli si prospetta
con segni a lui familiari, non riesce pur tuttavia a decifrarlo. nellignoranza semiotica di Baldassr che si manifesta la sua incapacit di
detenere e gestire il potere: egli cieco di fronte al giudizio di Dio.
Simmetricamente, il ruolo di Daniele nellepisodio ha un senso solo
se lo si considera come lopposto narrativo di Baldassr: il primo, al
contrario del secondo, sa leggere la scrittura divina, sa interpretare il
giudizio che essa esprime, e dunque merita il potere, di cui in effetti
sar investito alla fine dellepisodio.
La finezza del dipinto di Rembrandt consiste nel ridare spessore
filologico allesegesi nellimmagine e con limmagine: il graffito divino, infatti, non vi raffigurato nella sua forma decrittata, ovverosia
dopo lintervento di Daniele, bens nella sua forma crittata, ovverosia
prima dellinterpretazione. Rembrandt dipinge langoscia del potente
divenuto improvvisamente conscio della sua cecit. Il Mene mene
tekel upharsin infatti raffigurato secondo il codice gematrico di
Rav Samuel, vale a dire attraverso la sostituzione della direzionalit
orizzontale con quella verticale.
Se ne deve forse dedurre che Rembrandt conoscesse la gematria
e il Talmud? Si d il caso che egli fosse vicino di casa e sodale, nella
Breestraat di Amsterdam, di Menasseh ben Israel, un rabbino portoghese, immensamente erudito e fondatore della prima casa editrice
ebraica di Amsterdam. I filosofi lo ricorderanno probabilmente per
essere stato il maestro di Spinoza. Rembrandt gli dedic persino un
Annunciazioni
Figura .: Menasseh ben Israel () Tseror Hahayim, De termino vitae. Typis &
sumptibus authoris, Amsterdam.
Annunciazioni
Figura .: The New York World. . The Royal Feast of Belshazzar Blaine and the
Money Kings. Disegno riprodotto a stampa.
Annunciazioni
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: .
() Le Repentir: Une nonciation fragmentaire, Nouveaux Actes
Smiotiques, online; disponibile al sito http://www.revues.unilim.fr/
Annunciazioni
Capitolo III
Annunciazioni
xenoglossica o generalmente profetica. Dal punto di vista precipuamente linguistico si tratta di tre fenomeni diversi: nel primo caso, una
combinazione di suoni vocali non ascrivibile ad alcuna lingua nota viene pronunciata dal membro di una comunit religiosa, solitamente in
un contesto rituale, considerata come messaggio divino e, non di rado,
parafrasata nella lingua della comunit da un altro dei suoi membri
o dallo stesso glossolalo. Nel secondo caso, quello della xenoglossia,
la combinazione di suoni riconosciuta da uno o pi membri della
comunit religiosa come enunciato di una certa lingua, la quale per
si suppone non possa essere in alcun modo conosciuta da chi lo ha
pronunciato; la xenoglossia si configura come vero e proprio miracolo
linguistico, la cui occorrenza pi celebre nel Cristianesimo senza
dubbio quella pentecostale. Infine, nel terzo caso, quello della profezia,
gli enunciati che la compongono sono prodotti attraverso una lingua
nota sia al profeta, sia alla comunit cui egli si rivolge. Nella glossolalia
i fedeli ritengono che Dio parli alla comunit attraverso un linguaggio
che egli ha forgiato sia nellespressione che nel contenuto; nella xenoglossia e nella profezia, invece, essi credono che tale linguaggio sia
sostanzialmente umano nellespressione, ma divino nel contenuto.
Un volume pubblicato da mile Lombard nel , De la glossolalie
chez les premiers Chrtiens et des phnomnes similaires, raccoglie le poche
tracce di manifestazioni glossolaliche che si trovano lungo la storia
del Cristianesimo, presso gli Anabattisti e i Valdesi nel quindicesimo
secolo, presso i Camisardi e i Giansenisti nel diciassettesimo, presso i
seguaci di George Fox, oggi noti come Quaccheri, nel diciottesimo.
Tuttavia nel , in Scozia, Inghilterra e Bavaria, in seno ai cosiddetti Irvingiti, che, a quanto pare, la glossolalia divenne una pratica
frequente . Nel Cattolicesimo, invece, perlomeno dallanno in
poi, si fa menzione della xenoglossia nel Rituale Romanum, ma la si
include fra i segni della possessione diabolica.
Oggi la glossolalia immediatamente associata alla denominazione
cristiana che, negli ultimi decenni, nelle sue diverse varianti, ha fatto
registrare la maggiore espansione mondiale in termini di numero
di fedeli: il Pentecostalismo. Il suo sviluppo scandito dalle tappe
seguenti: ) Si origina a Topeka, in Kansas, nel e a Los Angeles
nel come un movimento fondamentalista, incentrato sullespe. Si veda Drummond .
Annunciazioni
Des Indes la Plante Mars. tude sur un cas de somnambulisme avec glossolalie (), compare il seguente ringraziamento a Saussure: Je tiens
remercier trs spcialement M. de Saussure de la patience et de linpuisable complaisance quil a apportes lexamen de nos textes hindous .
A quando pare, Saussure partecip a quattro sedute medianiche con
la giovane svizzera, convocatovi in quanto specialista di linguistica
sanscrita. Tutti i testi delle sue riflessioni, riportate da Flournoy, sono
trascritte in un capitolo di Giulio C. Lepschy intitolato Saussure e
gli spiriti (), mentre un recente libro di Roberto Giacomelli, Lo
strano caso della signora Hlne Smith (), ricostruisce con brio il contesto culturale di questi eventi glossolalici. Stando a quanto racconta
Flournoy, Saussure non solo neg categoricamente che gli enunciati della signorina fossero ben formati in lingua sanscrita, bollandoli
come uno charabia qui tire ses lments do il peut, et les invente la
moiti du temps avec la seule rgle de ne pas laisser percer la trame franaise
sur la quelle il court , ma produsse egli stesso un testo xenoglossico
latineggiante, esplicitando le regole della sua elaborazione. Ecco lo
pseudolatino di Saussure: Meate domina mea sorore forinda inde deo
inde sini godio deo primo nomine. . . obera mine. . . loca suave tibi ofisio
et ogurio. . . . In altri termini, secondo Saussure la medium svizzera
profferiva ci che la sociolinguistica contemporanea definisce, con
termine inglese, doubletalk, ossia uno pseudolinguaggio che adotta
alcune delle regole di reggenza e combinazione del piano espressivo di
una lingua esistente, ma restando al di sotto della soglia che consente
la semiosi tra questa fonazione e un piano del contenuto; unistanza
potrebbe esserne il latino di chi non lo sa studiato da Gian Luigi Beccaria (); ma lesempio pi celebre di doubletalk forse il discorso
in pseudotedesco che Charlie Chaplin pronuncia in The Great Dictator () quando veste i panni del dittatore: ladesione alla struttura
fonetica del tedesco non sufficiente a denotare un preciso contenuto
semantico, ma invece bastevole a connotare la lingua tedesca con le
sue peculiarit fonetiche e la loro coloritura sociolinguistica. Per certi
versi come una caricatura, dove per la permanenza del riferimento
semantico a un volto preciso pi resistente alla distorsione dei tratti
. Flournoy , p. viii.
. Ibidem, pp. .
. Ibidem, pp. .
Annunciazioni
.. Jakobson e la glossolalia
Anche un altro dei padri fondatori della linguistica e della semiotica
moderne, Roman Jakobson, ha lasciato traccia di un suo interesse per
la glossolalia. In Retrospect, testo pubblicato nel quarto volume dei
Selected Writings di Jakobson (), quello che raccoglie i suoi Slavic
Epic Studies, lo studioso compara la fonetica della glossolalia con quella
della poesia orale folklorica. Egli ricorda che gli Archivi del Ministero
della Giustizia di Mosca conservano i verbali di un comitato speciale
che, nel diciottesimo secolo, investigava su alcune attivit settarie, e
in particolare sulla cosiddetta Khlysty, una setta segreta della Chiesa
Ortodossa Russa, che aveva fra i suoi principi teologici la possibilit di
una comunicazione diretta con lo Spirito Santo. Nei verbali si legge
che Ivan urkin, precettore della setta a San Pietroburgo, avrebbe
insegnato a un fedele a pronunziare la combinazione di suoni Kindra
fenda kiraveca durante le rotazioni estatiche. La setta denominava questo comportamento verbale govorenie inostrannymi jazyki, un parlare in
lingue straniere, che sarebbe dunque un antesignano della glossolalia
pentecostale. Dopo aver condotto unineccepibile analisi fonetica degli
stralci glossolalici contenuti nei faldoni, Jakobson conclude che if
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Perci, conclude Samarin, queste combinazioni di suoni presentano aspetti comparabili, se non identici, con quelli che si registrano
nelle societ di parlanti note ai glossolali. In pi, non da trascurare
che i membri delle comunit religiose in cui si verificano fenomeni
glossolalici credono fermamente che si tratti di un linguaggio ispirato
da Dio, senza dubbio influenzati dal fatto che, se la glossolalia manca
di un vero e proprio piano del contenuto, essa per contribuisce ad
articolare il senso cognitivo, pragmatico ed emozionale del rituale
pentecostale.
Un passo avanti verso linterpretazione di questo senso si compie
grazie a Language, Charisma and Creativity, pubblicato nel , in cui
lantropologo Thomas J. Csordas combina la semiotica strutturale,
la fenomenologia di MerleauPonty e il concetto di presa di parola
in Alessandro Duranti (a e b), ma anche la concezione del
linguaggio proposta da Stanley Tambiah (), per considerare la
glossolalia non pi soltanto come un fenomeno da analizzare attraverso le scienze del linguaggio, ma anche come loccasione di un
nuovo punto di vista sul rapporto fra logos e polis, linguaggio e societ.
La glossolalia allora interpretata come eccezionale esempio di quel
carattere di alterit interiore e rappresentazione della forza che la fenomenologia, ad esempio quella di Richard M. Zaner (), considera
come gli aspetti del linguaggio pi trascurati dalle scienze linguistiche.
Unimpostazione analoga, sebbene con diverse presupposizioni e con. Glossolalia is verbal behavior that consists of using a certain number of consonants
and vowels in the constitution of a limited number of syllables that in turn are organized
into larger units that are taken apart and rearranged pseudogrammatically. One might call
these words. These again are strung along to make longer utterances that are set off by
pauses or silence of various durations and cooccur with variations in pitch, volume, speed
and intensity (Samarin , p. ).
Annunciazioni
D A.L. () Edward Irving and his Circle. Including some Considerations of the Tongues Movement in the Light of Modern Psychology, James
Clark and Co, Londra.
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R P. () Operation Shylock: A Confession, Vintage, New York.
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I SAGGI DI
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| I SAGGI DI
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i tutte le annunciazioni che popolano la storia umana e le sue svariate tradizioni, al semiologo non interessa la fonte in s, il numinoso che allumano si rivolge per significargli di volta in volta la propria presenza, intenzione, sensibilit; interessa, piuttosto, il modo in cui a seconda delle epoche storiche, dei contesti culturali,
delle vicende sociali, ma anche delle sensibilit individuali, uomini e donne hanno utilizzato i materiali del mondo, quelli dellimmanenza, per forgiare i significanti del divino. Ovvero, specularmente, il modo in cui hanno immaginato, e creduto con fermezza,
che tali materiali divenissero dun tratto appannaggio di una divina intenzione di comunicare, stoffa della rivelazione, parole annuncianti. Al teologo, non al semiologo,
spetta immaginare la ricostruzione della totalit a fronte della quale si dipana il messaggio divino nella sua vicenda immanente. Al semiologo tocca invece un compito che
insieme pi modesto e pi costrittivo; innanzitutto raccogliere e inventariare queste tracce: in quali circostanze gli uomini e le donne hanno raccontato e raccontano
di un loro incontro con il divino? Utilizzando quali segni? Piegandoli a quali necessit comunicative? Il compito successivo, pi arduo, analizzare questi segni, con gli
strumenti di cui dispone la metodologia semiotica, per capire se si possano in qualche modo catalogare, suddividere in tipologie, distribuire in atlanti che, anche al di
l e a dispetto delle differenze dorigine storica e confessionale, manifestino nondimeno dinamiche comuni nella costruzione e nellelaborazione del linguaggio.
Lexia
LEXS
assimo Leone docente di semiotica e semiotica della cultura presso il Dipartimento di Filosofia dellUniversit di Torino. stato ricercatore invitato presso il CNRS di Paris e il CSIC
di Madrid, professore Fulbright presso il Graduate Theological Union di Berkeley, professore
Endeavour Research Award nella Monash University di Melbourne, professore Faculty Research Grant presso lUniversit di Toronto, professore invitato Mairie de Paris" presso la Sorbona e professore invitato presso l'cole Normale Suprieure di Lione (Collegium de Lyon). Le
sue ricerche si concentrano sulla semiotica e sulla semiotica della cultura. autore di tre monografie: Religious Conversion and Identity The Semiotic Analysis of Texts, Routledge, Londra e New York 2004; Saints and Signs A Semiotic Reading of Conversion in Early Modern
Catholicism, Walter de Gruyter, Berlino e New York 2010; e dellopera in tre volumi Smiotique
de lme, Presses Acadmiques Francophones, Berlin et al. 2012. stato curatore di quindici volumi collettivi e autore di circa trecento articoli su riviste specializzate in italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, bulgaro, cinese, lettone, persiano e altre lingue.
In copertina
Deborah Bell, The Annunciation, 1995, tecniche miste su carta,
Washington, DC, National Museum of African Art
euro 52,00
ARACNE
ISBN 978-88-548-6392-7
Lexia
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Massimo Leone
ANNUNCIAZIONI
PERCORSI DI SEMIOTICA DELLA RELIGIONE
Tomo 2
Prefazione di
Ugo Volli
I SAGGI DI LEXIA
Direttori
Ugo V
Universit degli Studi di Torino
Guido F
Universit degli Studi di Torino
Massimo L
Universit degli Studi di Torino
I SAGGI DI LEXIA
Massimo Leone
Annunciazioni
Percorsi di semiotica della religione
Tomo
Prefazione di
Ugo Volli
Copyright MMXIV
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
via Raffaele Garofalo, /AB
Roma
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Indice
Parte VII
Iconologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Volto: visibilit e contatto
Capitolo II
Velo: nascondimento e immaginazione
Capitolo III
Reliquiari: ostensione e occultamento
Capitolo IV
Diagrammi: immaginazione e trascendenza
Capitolo V
Fotogrammi: trapasso e resurrezione
Parte VIII
Fonologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Tazieh: performance e sacrificio
Capitolo II
Campana: prossimit e distanza
IX
Indice
Parte IX
Assiologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Tentazione: forma e forza
Capitolo II
Morale: rigore e lassit
Capitolo III
Fondamentalismo: rigidit e mutevolezza
Capitolo IV
Violenza: interpretazione e uso
Capitolo V
Estasi: fuoriuscita e dimora
Parte X
Teleologie del senso religioso
Introduzione
Capitolo I
Comunit: convivenza e conflitto
Capitolo II
Tradimento: necessit e rottura
Capitolo III
Ospitalit: divisione e accoglienza
Conclusioni
Indice analitico
Ringraziamenti
P VII
Introduzione
Per la semiotica, licona non solo raffigurazione, rappresentazione visiva. anche dispositivo semiosico della somiglianza. per
somiglianza, infatti sia essa concepita realisticamente o costruttivisticamente, come riferimento al modello naturale o a quello culturale
che significa unicona. Il mistero dellicona religiosa, dellicona sacra, non dunque tanto quello della traduzione visiva di una figura
quanto quello della somiglianza. Come pu limmagine del divino
assomigliare allumano? Come pu limmanenza rispecchiarsi nei
tratti somatici della trascendenza?
Nella cultura cristiana, e nei suoi fondamenti ebraici, tali domande conducono verso il mistero del volto. Nellincarnazione, il divino
assume un volto di uomo, e in questo volto luomo si rispecchia, si
riconosce, sidentifica, pur senza mai poter annullare labisso che separa la trascendenza dallimmanenza. La sezione intitolata Iconologie
del senso religioso si occupa dunque di questo: esplorare i modi in
cui le diverse tradizioni religiose, nei vari contesti storici e socioculturali, hanno concepito, immaginato, e raffigurato (ovvero scelto di non
raffigurare) licona, intesa come luogo della somiglianza fra lumano
e il divino.
Il primo capitolo della sezione (Volto: visibilit e contatto) si apre
allora con unindagine sulle immagini acheiropoiete del volto di Cristo. Come si evince dallanalisi semiotica dei primi testi cristiani, la
figura di una divinit in grado di comunicare ai fedeli esclusivamente
con la parola, e dunque a mezzo di una semiosi simbolica che proprio per meglio esaltare la credenza nulla concedesse alla visione
o al contatto, fu progressivamente sostituita dapprima dalla figura
di una divinit rappresentata, iconica dunque, offrentesi allumano
tramite il conforto della somiglianza, e poi addirittura da una figura
di divinitcalco, impressa come un timbro sul supporto miracoloso
di uniconareliquia, di unicona indicale. Al tempo stesso, il saggio
tratteggia il percorso di questa evoluzione per evidenziarne gli esiti
Annunciazioni
Capitolo I
Annunciazioni
Weil in glcklichem Gedchtnis
Des Korans geweiht Vermchtnis
Unverndert ich verwahre,
Und damit so fromm gebare,
Dass gemeinen Tages Schlechtnis
Weder mich noch die berhret,
Die Prophetenwort und Samen
Schtzen, wie es sich gebhret;
Darum gab man mir den Namen.
Dichter
Hafis, drum, so will mir scheinen,
Mcht ich dir nicht gerne weichen:
Denn wenn wir wie andre meinen,
Werden wir den andern gleichen.
Und so gleich ich dir vollkommen,
Der ich unsrer heilgen Bcher
Herrlich Bild an mich genommen,
Wie auf jenes Tuch der Tcher
Sich des Herren Bildnis drckte,
Mich in stiller Brust erquickte,
Trotz Verneinung, Hindrung, Raubens,
Mit dem heitern Bild des Glaubens.
Goethe, o meglio il suo alter ego testuale, si rivolge al poeta persiano chiamandolo per nome, Mohamed Schemseddin , e gli domanda
la ragione per cui il suo venerabile popolo labbia soprannominato
Hafez: Mohamed Schemseddin, sage, / Warum hat dein Volk, das hehre,
/ Hafis dich genannt? Il poeta persiano, o meglio il suo alter ego testuale creato da Goethe, dopo aver ringraziato linterlocutore tedesco
gli risponde che tale soprannome si deve al fatto che egli custodisce
inalterato il sacro lascito del Corano: Des Korans geweiht Vermchtnis /
Unverndert ich verwahre. Il verso si riferisce alla secolare tradizione
persiana che attribuisce al poeta di Shiraz una memoria prodigiosa,
tale da consentirgli di memorizzare, fra laltro, lintero Corano; Hafez, dallarabo hafiz, il cui significato principale guardiano, ,
infatti, lappellativo che la cultura islamica concede a coloro che si
dimostrano in grado di conoscere e recitare a memoria la totalit del
Corano.
Lalterego testuale di Goethe non affatto intimidito da tale rispo. Qui nella traslitterazione tedesca.
sta; al contrario, egli scorge in essa una conferma ulteriore del fatto
che Hafez sia il suo gemello orientale; come il poeta persiano custodiva inalterato il sacro lascito del Corano, cos il poeta tedesco ritiene
in s la splendida immagine di ci che egli chiama i nostri libri
sacri: Der ich unsrer heilgen Bcher / Herrlich Bild an mich genommen.
I due versi seguenti precisano la natura dellimmagine: Wie auf jenes
Tuch der Tcher / Sich des Herren Bildnis drckte: come su quel telo
dei teli simpresse leffigie del Signore.
Il dialogo immaginario fra Goethe e Hafez, di straordinaria densit,
desta numerosi interrogativi; alcuni di carattere puntuale: quali sono
i testi che Goethe chiama i nostri libri sacri e quale il telo su cui
simpresse leffigie del Signore? Altri interrogativi sono invece di
carattere generale: allorch il testo accosta il modo in cui Hafez custodiva il sacro lascito del Corano e il modo in cui Goethe riteneva in s
limmagine dei nostri libri sacri, quali sono le implicazioni di tale
parallelismo? E ancora, nel momento in cui il testo evoca il rapporto
fra Goethe e questi nostri libri sacri attraverso la metafora delle ffigie del Signore impressasi sul telo dei teli, quali sono le conseguenze
di tale metafora, e come si riverberano sul parallelismo fra Goethe e il
suo gemello orientale?
Probabilmente, il filologo tenterebbe di rispondere agli interrogativi generali cercando una risposta a quelli puntuali, scandagliando la
biografia di Goethe, i suoi scritti e gli scritti a lui dedicati nella speranza di identificare, con un certo grado di sicurezza, questi nostri libri
sacri, questo ritratto del Signore, questo telo dei teli. Il semiotico,
invece, a tali interrogativi puntuali cerca di rispondere nel quadro delle
ipotesi che si formulano rispetto a quelli generali; da questo punto
di vista, i versi di Goethe divengono oggetto di una semiotica delle
culture religiose, e assumono una posizione teorica assai particolare; con Anthony Appiah si potrebbe definirla cosmopolita (Appiah
). Da un lato sono un testo che risulta dallincontro fra due culture
religiose, quella prevalentemente islamica di Hafez e quella prevalentemente cristiana del suo gemello tedesco; dallaltro lato, sono anche
un metatesto, che questo incontro cerca di interpretarlo, di rispondere con mezzi poetici agli stessi interrogativi cui la semiotica delle
culture religiose cerca di rispondere con mezzi teorici: qual il rapporto tra sacralit, testualit, corpo e memoria nella cultura religiosa
cristiana e in quella islamica? Cos, se da un parte il semiotico pu
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meno conosciute . Fra tutte queste tradizioni, quella relativa al re Abgar si presta particolarmente alle analisi di una semiotica delle culture,
in quanto costituisce una sorta di corpus naturale, ovverosia una serie
di testi che, in luoghi ed epoche diversi, raccontano una storia simile in versioni differenti. Analizzare semioticamente queste versioni
e collocarle, con lausilio della filologia, nel loro contesto storico e
culturale, permette di studiare lemergere di un concetto, quello della
sacralit del volto di Cristo, il quale, pur modificandosi, attraversa i
secoli sino a Goethe, divenendo uno dei contenuti semantici dei suoi
versi. Lapproccio semiotico consente di decifrare questa tradizione
testuale in maniera diversa, forse pi ricca, di quanto non lo faccia
la teoria dellarte, che pure se ne occupata sovente, da Grabar a
Bertelli, da Kitzinger a Freedberg sino a Belting o di quanto non lo
faccia la storia delle religioni, da Tixeront allinsuperato Dobschtz,
da Schnborn a Brown sino a Mondzain .
Fra i testi che raccontano la storia, o meglio le storie, del re Abgar,
il pi antico la Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea , unopera
che descrive i primi secoli di sviluppo del Cristianesimo e di cui la
prima apparizione data, stando alle conoscenze attuali, a prima del
. Ecco nella figura . il passo in questione, tratto dal tredicesimo
capitolo del primo libro (Eusebio di Cesarea , , I, , ).
Il re di cui si fa menzione nel brano sarebbe Abgar il Nero, che
regn a Edessa dal a.C. sino al d.C., e nuovamente dal sino
al . A quellepoca Edessa, situata un centinaio di chilometri a est
dellEufrate ove si trova attualmente la citt turca di S anliurfa
era la capitale dello stato di Osroene. Il brano della Storia ecclesiastica
racconta che il re di Edessa era consumato da terribili sofferenze
corporali. Egli apprese del nome illustre di Ges e dei suoi miracoli,
divenne suo supplice e gli fece portare una lettera, per chiedergli la
liberazione dal proprio male:
, . Ges, dal canto suo,
non obbed alla richiesta del re, ma lo onor di una lettera privata,
, promettendo dinviare uno
.
.
.
.
Figura .
dei suoi discepoli presso il re per guarire la sua malattia e per salvarlo
con tutti i suoi sudditi. In effetti, continua il testo di Eusebio, dopo
che Ges fu risuscitato dai morti e sal ai cieli, Tommaso, uno dei
dodici Apostoli, invi a Edessa Taddeo come araldo ed evangelista
della dottrina su Cristo: attraverso Taddeo, tutte le promesse di Ges
ricevettero il loro compimento. Il brano include, a questo punto, una
versione delle due lettere, quella di Abgar a Ges e quella di risposta,
che Eusebio di Cesarea avrebbe tradotto dal Siriaco a partire da alcuni
documenti custoditi presso gli archivi della citt di Edessa.
La semiotica del testo potrebbe analizzare questo racconto da molti
punti di vista diversi, adottando come perno dellanalisi uno degli sva-
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Mentre Ges gli parlava cos, larchivista Hannan, che era pittore del re,
mise in pittura limmagine di Ges con dei pigmenti di pregio e la riport
al re Abgar, suo sovrano. Quando costui la vide, la ricevette con grande
gioia e la colloc con grande onore in una delle stanze del proprio palazzo.
(Ibidem, p. ).
. Concordia, o Messina, o .
. Syr. ns. , fol. I vo a vo, rovo, ro a ro; Van Esbroeck . Versioni
leggermente differenti dello stesso testo sono contenute nel manoscritto della British
Library di Londra, intitolato Acts of Thaddus. Si veda Histoire du roi Abgar et de Jsus , p.
.
Figura .
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In questa versione del terzo tipo, dunque, la comunicazione del sacro fra Ges e Abgar permane legata alla dimensione simbolica di un
resoconto indiretto, quello del corriere Anania; al tempo stesso, la versione recupera una dimensione indicale trasferendola dalla scrittura
di Cristo ove essa si manifestava nella Storia ecclesiastica di Eusebio
alleffigie miracolosa del volto di Ges, allimpronta acheiropoieta
che esso lascia su di un telo. Ovviamente in questa terza versione
il riferimento allincredulit di Tommaso scompare, giacch Abgar
crede ed salvato proprio perch ha veduto, proprio perch Ges
si dimostrato conoscitore dei cuori umani e ha voluto concedere
al sovrano non solo un segno simbolico della propria presenza nella
storia, ma anche un segno al tempo stesso iconico e indicale, una sorta
di fotografia. Inoltre, in questa terza versione anche il potere tauma. Palmer .
. Trad. it. dal testo greco edito da Lipsius , , pp. .
Figura .
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Figura .
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Limmologie mtaphysique mdite, dans leurs personnes prexistantes, la
thophanie primordiale, une surhumanit cleste, craturelle, certes, mais
qui est la Face divine rvle aux hommes. / Cest eo ipso vers cette Face que
les hommes se tournent, lorsquils se tournent vers la Divinit, car celleci
en soimme leur reste inaccessible : elle est labme, le Silence divin, le
Deus absconditus. Ce thme de la Face est dune importance capitale pour
toute la thologie shite; il nest nullement le fruit dune spculation tardive;
il est dj nonc dans les hadth des Imams eux mmes.
(Corbin , , pp. )
Figura .
Esso traduce piuttosto fedelmente un ghazal di Hafez, qui riprodotto secondo una delle pi accreditate edizioni iraniane (Hafeze irazi
( o d.C.)) (Fig. .).
Figura .
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Riferimenti bibliografici
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Capitolo II
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Linterpretazione di Valerio Massimo differisce da quella di Cicerone in quanto si concentra piuttosto sul dolore di Agamennone come
limite del potere espressivo di Timante, e sulla capacit del velo di
trasferire questo stesso potere agli spettatori: vedendo la testa velata,
ciascuno potr immaginare il dolore di Agamennone senza che il
pittore abbia dovuto rappresentarlo esplicitamente. Come Cicerone,
Quintiliano menziona Timante nel contesto di unopera di didattica
oratoria, lInstitutio oratoria, in quanto esempio dellopportunit di
tacere ci che per ragioni etiche o estetiche non pu essere detto:
Non si devono forse dissimulare nel discorso certi dettagli, sia che essi non
debbano apparire, sia che non possano essere indicati come converrebbe!
ci che fece Timante. Avendo a rappresentare il sacrificio dIfigenia, egli
aveva dipinto Calcante triste, Ulisse ancora pi triste, e attribuito a Menelao
il massimo di afflizione che larte potesse rendere; avendo esaurito i segni
dellemozione, non sapendo come rendere convenientemente lespressione
del padre, gli vel la testa e lasci a ciascuno il compito dimmaginarlo a
proprio piacimento .
(Quintiliano, Institutio oratoria, II, , )
. Quid ille alter aeque nobilis pictor luctuosum immolatae Iphigeniae sacrificium
referens, cum Calchantem tristem, maestum Vlixen, [clamantem Aiacem] lamentantem
Menelaum circa aram statuisset, caput Agamemnonis inuoluendo nonne summi maeroris
acerbitatem arte non posse exprimi confessus est? itaque pictura eius aruspicis et amici et
fratris lacrimis madet, patris fletum spectantis adfectu aestumandum reliquit.
. Quid non in oratione operienda sunt quaedam, sive ostendi non debent, sive exprimi pro dignitate non possunt? Vt fecit Timanthes [...] Nam cum in Iphiginiae immolatione
pinxisset tristem Calchantem, tristiorem Vlixen, addidisset Menelao quem summum poterat ars efficere maerorem; consumptis adfectibus, non reperiens quo digne modo patris
vultum posset exprimere, velavit ejus caput et suo cuique animo dedit aestimandum.
Un riferimento pi tardivo a ci che si potrebbe definire, parafrasando Victor I. Stoichita, leffetto Timante, si trova nei Commentarii
ad Homeri Iliadem pertinentes di Eustazio di Tessalonica (Fig. .).
un brano che inverte letiologia del mito di Timante, presentando
non la retorica come imitazione della pittura, ma questultima come
emulazione della poesia:
Omero, non avendo trovato il modo di attribuire al vecchio Priamo leccesso
di sconforto che sarebbe stato appropriato, lo copr con un velo [. . . ]. A suo
esempio, si dice, il pittore Timante, di Sicione, rappresentando il sacrificio
dIfigenia in Aulide, ha coperto dun velo Agamennone.
(SantEustazio di Tessalonica, Eustathii archiepiscopi Thessalonicensis
commentarii ad Homeri Iliadem pertinentes, Ad Il., , )
. Nam Timanthi vel plurimum adfuit ingenii [...] Cum tristiae omnem imaginem
consumpsisset, patris ipsius voltum velavit, quem digne non poterat ostendere.
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Nellaltorilievo di Sluter il velo consente di graduare leffetto Timante a seconda di quanto i corpi gementi emergano dai loro drappeggi, e di creare dunque una corrispondenza fra due ritmi: quello di
una disforia crescente che sprofonda nellineffabilit, e quello dello
spettatore che intuisce questo crescendo e lo completa con la pro-
In seguito, nella seconda met del sedicesimo secolo e nella prima met del diciassettesimo, i riferimenti al mito di Timante divengono assai numerosi. Negli Essais, Montaigne racconta laneddoto
del pittore e del suo sacrificio dIfigenia allinizio del capitolo Sulla
tristezza:
Avendo esaurito gli ultimi sforzi della sua arte, quando venne al padre della
ragazza, egli [il pittore Timante] lo dipinse col volto coperto, come se
nessuna espressione potesse rapresentare questo grado di dolore .
(Montaigne , I, , )
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Pi non dir, n saprei meglio in carte
tanta belt delinear gi mai, [. . . ]
Onde poi chal desir mancando larte
dal suggetto lo stil vinto dassai,
industre imitator del gran Timante,
gli porr del silenzio il velo avante .
Due anni dopo la prima pubblicazione del Della pittura, nelle Due
lezioni Benedetto Varchi fornisce una nuova interpretazione del mito
di Timante, piuttosto influenzata dal racconto di Valerio Massimo. Le
arti sono incapaci di dare una rappresentazione adeguata della natura,
e soprattutto del dolore di fronte alla morte:
Mostro in questo [. . . ] che larte non pu aggugnere alla Natura, perch
potette ben dipignere le lagrime dellAurispice, il dolor degli Amici, il pianto
del fratello, ma non gi laffetto del Padre.
(Varchi , pp. )
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con la quale il dolore estremo si manifesta. Che la riflessione settecentesca sul velo di Timante si concentri perlopi sulla dimensione estetica,
perdendo di vista quella etica che invece era al centro della fortuna
classica, rinascimentale, e cristiana di questo mito, ancora pi evidente in Voltaire, del quale si potrebbe sostenere che incarna addirittura
uninversione di tendenza. Nel suo saggio De lImagination egli scrive:
Certi tratti dellimmaginazione hanno aggiunto, si dice, grandi bellezze
alla pittura. Si cita soprattutto quellartificio con il quale un Pittore mise
un velo sulla testa dAgamennone nel sacrificio dIfigenia; artificio tuttavia
ben meno bello che se il Pittore avesse avuto il segreto di far vedere sul
volto dAgamennone il combattimento del dolore di un padre, dellautorit
di un Monarca, e del rispetto per gli Dei; come Rubens ha avuto larte di
dipingere negli sguardi e nellatteggiamento di Maria de Medici il dolore
del parto, la gioia davere un figlio, e il compiacimento con la quale ella
pensa a questo bambino .
(Voltaire , , p. )
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corre fra ogni sistema e ogni processo, fra ogni langue e ogni parole,
sarebbe impreciso sostenere che limmaginazione non altro che
enunciazione. Al contrario, come si anticipato, limmaginazione
una forma particolare di enunciazione. Nello specifico, limmaginazione quella forma di enunciazione che non pu prescindere dalla
dimensione figurativa del senso. Mentre plausibilissimo concepire
unimmaginazione senza icone, per esempio limmaginazione di un
racconto verbale, assai meno plausibile concepire unimmaginazione
senza figure, tenendo conto che, nel Dizionario di Greimas e Courts, laggettivo figurativo impiegato solamente a proposito di un
contenuto (di una lingua naturale, per esempio), quando questo abbia
un corrispettivo al livello dellespressione della semiotica naturale (o
del mondo naturale) (Greimas e Courts , p. ). In parole pi
semplici, nella semiotica strutturale limmaginazione potrebbe essere
definita come unenunciazione figurativa che delinea e precede la testualizzazione ma non si confonde con essa. Utilizzando una metafora,
si potrebbe dire che limmaginazione sta alla manifestazione testuale
come il disegno di un affresco sta alla sua realizzazione pittorica.
Questa definizione comporta due vantaggi. In primo luogo, insistere sulla dimensione figurativa dellimmaginazione permette di
distinguere il concetto dimmaginario da altri concetti apparentemente molto simili, quale ad esempio il concetto di enciclopedia. Anche
lenciclopedia, perlomeno nellaccezione di Umberto Eco, un sistema di virtualit da cui attinge la realizzazione di un processo semiosico.
Tuttavia, lenciclopedia non un sistema prevalentemente figurativo.
Pu esserlo. Ma pu altres abbracciare contenuti cui non corrisponde
un corrispettivo al livello dellespressione della semiotica naturale. In
altri termini, limmaginario una sovradeterminazione figurativa
dellenciclopedia.
In secondo luogo, insistere sulla dimensione enunciativa dellimmaginazione consente di analizzare il passaggio dallimmaginario allimmaginazione, dal sistema figurativo al processo, come una dinamica
modale. Sostenere che limmaginazione non altro che intenzionalit competente che realizza il passaggio da un sistema di virtualit
immaginifiche a un processo immaginativo realizzato permette di
concepire tale passaggio come sotteso sia da modalit virtualizzanti
che tradizionalmente la semiotica strutturale lessicalizza come dovere e volere sia da modalit attualizzanti che la semiotica
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Tabella .: Le conseguenze etico-estetiche delle modalit immaginative
Figura .: Konrad Witz, ca, Piet, tempera e olio su tela, , x , cm, New
York, The Frick Collection.
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Riferimenti bibliografici
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Capitolo III
.. Senso dellinglobamento
Il gesto, latto, la pratica del coprire sono ovunque (Leone a). Si
coprono i corpi umani dindumenti, e persino le mani, le braccia, le
gambe possono essere utilizzati come schermo di altre parti del corpo
(Leone ). La Bibbia, significativamente, fa coincidere linizio del
cammino dannato ma autonomo dellumanit con un ricoprimento.
Simmetricamente, lesistenza umana comincia con uno scoprimento,
quello dalla placenta (Sloterdijk , excursus ), e con un successivo
ricoprimento: fasciare un infante introdurlo alla cultura (Leone
b). Ma si coprono anche oggetti, dai rivestimenti microscopici di
molecole nella nanotecnologia ai ricoprimenti macroscopici di palazzi
nellarte contemporanea.
Una delle manie della semiotica, che altres il suo maggior pregio,
quella di guardare trasversalmente alla realt e al suo farsi senso,
cogliendovi rimandi obliqui che altre discipline imprigionano entro
steccati pi rigidi. Vale la pena allora chiedersi se dietro tutti questi
gesti, atti, e pratiche del ricoprimento si possa cogliere, attraverso lo
sguardo semiotico, un filo rosso comune. Vi forse unanaloga logica
del senso fra la donna che copre il volto con un velo e lo scultore che,
con un drappo, nasconde la statua prima dellinaugurazione? Fra la
copertina di un libro e il variopinto involucro di sottile plastica che,
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Mentre lentit inglobata perlopi vincolata al termine contraddittorio /non poter percepire/, lentit inglobante perlopi vincolata al
termine sub-contrario opposto /non poter non percepire/. Questo
quadrato semiotico andrebbe in realt sostituito da un diagramma
tensivo che tenga conto di un aspetto fondamentale dellopposizione
inglobante/inglobato: la manifestazione testuale di tale opposizione,
e in particolare la sua sostanza espressiva, condiziona in modo determinante la dialettica fra /non poter non percepire/ e /non poter
percepire/. A seconda della materialit dellentit inglobante, infatti, e
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Questo diagramma tensivo visualizza due percorsi semantici fondamentali: uno che, attraverso un aumento della trasparenza dellentit inglobante e un aumento conseguente della percettibilit
dellentit inglobata, muove dalla copertura allo scoprimento attraverso fasi pi o meno graduali di svelamento; laltro che, attraverso una diminuzione della trasparenza dellentit inglobante e una
diminuzione conseguente della percettibilit dellentit inglobata,
procede dallo scoprimento alla copertura attraverso fasi pi o meno graduali di velatura. Due considerazioni sono urgenti a questo
punto. La prima che la dialettica fra trasparenza e percettibilit,
entit inglobanti ed entit inglobate, non riguarda unicamente le
sostanze espressive della manifestazione visiva ma anche sostanze
espressive la cui manifestazione sindirizzi principalmente ad altri
sensi. Si pensi, per esempio, a come in una sinfonia i suoni di certi
strumenti musicali possono inglobarne degli altri, impedendone
la percezione, e a come invece, attraverso un graduale affievolirsi
dei primi, i secondi siano poco a poco svelati e rivelino il proprio
Annunciazioni
Cromatica
X
Eidetica
Topologica
X
X
Questo diagramma tensivo tridimensionale visualizza il variare dei valori di trasparenza e percettibilit cromatica, eidetica, e
topologica nei percorsi di scoprimento e copertura. Introducendo una quarta componente plastica, quale la testura, per esempio,
la formalizzazione della dialettica inglobante/inglobato ne risulterebbe ulteriormente complicata. Il fatto che, come si osservato
supra, opposizioni topologiche quali alto/basso, destra/sinistra, centro/periferia, superficie/sfondo, etc. sono piuttosto sintagmatiche
mentre lopposizione topologica inglobante/inglobato piuttosto
paradigmatica d luogo a una differenza essenziale fra le prime e la
seconda. Quanto alle prime, consistendo nella realizzazione di due
virtualit di sistema che si manifestano in regime di copresenza
lungo lasse del processo, opposizioni topologiche quali alto/basso,
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dellentit inglobante, e dunque la ricongiunzione fra attante osservatore e percezione dellentit inglobata. A seconda dei casi, leliminazione potr essere reale o immaginaria. Da un lato avremo il gesto
reale che svela un corpo, spacchetta un regalo, scarta un prodotto,
rimuove la patina da un dipinto durante un restauro, abbassa il volume
di una radio durante una conversazione, sciacqua la bocca tra una
degustazione di vino e la successiva, etc. Dallaltro avremo invece il
gesto virtuale che immagina la sagoma di un corpo dietro un vestito,
intuisce la natura di un dono dentro un pacchetto, prefigura la qualit
di un prodotto al di l del suo imballaggio, completa unimmagine
seminascosta, un suono ovattato, un sapore sfuggente, etc.
In altri termini, le figure dellinglobamento spesso si trasformano,
dal punto di vista dellattante osservatore, in figure dellaposiopesi
(Leone a): ostacolando la percezione di unentit inglobata, lentit inglobante invita alla sua propria eliminazione reale (attraverso
il gesto della rimozione fisica) o virtuale (attraverso la pratica del
completamento immaginario). Comunicazioni persuasive dogni
sorta possono dunque sfruttare il legame fra il non poter percepire
(che consegue allinglobamento) e il voler percepire (cui consegue
leliminazione o lattenuazione dellinglobamento) costruendo entit
inglobanti il cui scopo principale in realt quello di aumentare la
desiderabilit delle entit inglobate. Vi forse una versione del desiderio mimetico di Ren Girard dietro questo meccanismo semiotico
astratto (Girard ) .
Lerotismo insito nei vestiti, nei pacchettiregalo, negli imballaggi,
etc. consiste proprio in questa dialettica fra loccultare e il mostrare,
in questo acuire il desiderio di percettibilit ostacolandolo. Inoltre,
il feticismo intrinseco nel desiderio smodato di vestiti, confezioni,
imballaggi, etc. risiede giustappunto nel non saper imputare la loro
desiderabilit a quella dei corpi, doni, prodotti, etc. che essi inglobano. Di fronte allinglobante, normalmente si desidera linglobato.
Di fronte allinglobante, il feticista desidera invece linglobante, come dimentico dellentit inglobata cui esso cerca di trasmettere
desiderabilit (Volli ).
. La questione dellinglobamento viene qui ridotta un po brutalmente a una dinamica di erotizzazione/deerotizzazione. Per una trattazione pi approfondita, Leone
b.
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adotta unaccezione allargata del termine reliquia. Non questa loccasione per tentare una sia pur rapida sintesi di questa storia, del resto
gi ampiamente esplorata dagli storici e dagli antropologi delle religioni . Occorre invece sottolineare che, a dispetto di tale straordinaria
variet storicoculturale, il principio semiotico della reliquia molto
semplice e resta fondamentalmente invariato dal mandilio di Edessa
sino alle chitarre di Elvis Presley: la reliquia identificata, venerata,
esposta, celebrata, protetta, venduta, rubata, desiderata perch non
altro che un segno indicale del corpo del santo (o del sacro). Il suo
valore semiotico deriva interamente dal fatto di aver goduto, in un
tempo pi o meno lungo, di una relazione di contiguit fisica con tale
corpo.
Alcune reliquie possono anche comportare una dinamica semiotica simbolica, come avviene per esempio nel caso in cui il sangue di
San Gennaro significhi non soltanto la contiguit fisica con il corpo
del santo ma anche quella della sua presenza in seno alla comunit cristiana partenopea, oppure una dinamica iconica, per esempio
quando il dito di Santa Caterina sia riconosciuto non solo in quanto
segno indicale del corpo della santa ma anche in quanto immagine
di una parte del suo corpo. Tuttavia, queste dinamiche semiotiche
simboliche e iconiche, pur presenti, sono secondarie, nel senso che
sinnestano sulla dinamica semiotica fondamentale delle reliquie, che
sempre e comunque quella indicale.
questa la ragione per cui iconoclasti dogni tempo e dove che si
siano scagliati contro ladorazione delle immagini a maggior ragione
si sono battuti contro quella delle reliquie (Leone c). Se nel primo
caso il rischio dellidolatria legato al rapporto iconico fra il sacro e
la sua immagine, e al rischio conseguente di venerare la seconda non
come tramite segnico del primo, bens come sua manifestazione, tale
rischio ancora pi grave nel secondo caso, ove dipende dal rapporto
indicale fra il sacro e un pezzo del suo corpo, ovvero fra il sacro e
un qualsiasi oggetto con cui, nella sua vicenda terrena, si sia creato un
vincolo di contiguit fisica.
Se non sono capace di distinguere fra limmagine e il suo prototipo
sacro, ancor pi non sar capace di farlo nel caso delle reliquie, ove il
. Braun ; Grimme ; Gauthier ; Legner ; Diedrichs ; Deuffic ;
Walsham .
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nei libri, sono, almeno dallinvenzione della stampa in poi, riproducibili allinfinito. Le seconde, invece, ossia le reliquie racchiuse nei
reliquiari, sono per definizione non riproducibili, uniche. Se allora
lerotizzazione suscitata dalle copertine cerca di restituire ai libri laura
di unicit che essi hanno perduto nellepoca della riproducibilit tecnica, la deerotizzazione suscitata dai reliquiari cerca di sottrarre alle
reliquie questa stessa aurea, di diminuire il potenziale feticista che in
esse intrinseco.
Ecco perch si riesce facilmente a immaginare un feticista di copertine di libri, che si disinteressi di ci che esse inglobano per desiderarle
in quanto pure entit inglobanti, mentre difficilmente si riesce a concepire un feticista di reliquiari, che si disinteressi delle reliquie per
desiderarne solo le entit inglobanti. Le reliquie, al contrario delle
parole, sono gi feticcio. Ma il feticismo per ci che ingloba il feticcio
non feticismo al quadrato. , al contrario, depotenziamento del
feticismo, deerotizzazione del feticcio. Dal punto di vista semiotico,
un feticista di reliquiari sarebbe altrettanto concepibile di un feticista
di scatole di scarpe.
E in effetti c una similarit forte tra il funzionamento delle scatole
di scarpe e quello dei reliquiari. Al feticista della scarpa la scatola
come se continuamente dicesse: guarda che come me ce ne sono migliaia, ognuna con la sua fredda indicazione di taglia, colore, materiale,
prezzo, tutto per ricordarti che la scarpa che io racchiudo non ha un
valore in s, come tu feticista vai credendo, ma in quanto involucro
del piede, in quanto strumento del camminare. Similmente, al feticista
della reliquia come se il reliquiario continuamente dicesse: guarda
che ci che io contengo non importante in s, ma in quanto segno
indicale del sacro; venera dunque la reliquia se vuoi, ma attieniti alle
mie istruzioni per riferire la tua adorazione di essa alla venerazione
del tutto di cui la reliquia non che frammento .
. Si potrebbe obbiettare che sono invece gli stessi reliquiari a fornire lo statuto di
reliquia alla reliquia, cio a indicalizzarla sacralmente. Ci indubbiamente vero, ma
soltanto se si adotta la prospettiva etic della semiotica strutturale. Se invece si cerca di
comprendere la prospettiva emic del fedele, allora non il reliquiario che crea la reliquia,
ma viceversa la reliquia a creare il reliquiario. Si provi a convincere il fedele partenopeo
che il sangue coagulato di San Gennaro reliquia solo perch inglobato da una particolare
mostranza che ne costruisce lindicalit sacrale, anche grazie ai molteplici discorsi che ne
regolano lutilizzo liturgico: il fedele immediatamente obbietter che il sangue coagulato
di San Gennaro reliquia indipendentemente dal suo reliquiario, adducendo come prove il
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Ricoprire, rivestire, inglobare, costruire strati su strati di forme, materiali, e colori che dividano il fedele dalla reliquia, che interpongano
il sontuoso discorso di un reliquiariomausoleo fra lindice del sacro e
la sua fruizione devota. Da un lato ogni nuovo strato di tale interposizione sembra magnificare il ruolo del potente nel farsi mediatore fra
il sacro e il fedele. Dallaltro, ogni nuova entit inglobante pare allontanare spostando il desiderio erotico non dallinglobato allinglobante,
come nelle copertine dei libri, ma dallinglobante allinglobato il
rischio dellidolatria.
In secondo luogo, tuttavia, occorre sottolineare che tale inglobamento non solo differimento dellerotismo insito nella reliquia, ma
anche sua qualificazione. Da una parte il reliquiario impedisce che la
reliquia sia percepita in quanto semplice pezzo di corpo, ovverosia
secondo il gusto del macabro e del morboso. Lo si comprende perfettamente grazie alle parole che Teofrido di Echternach dedica alle
reliquie in uno dei suoi trattati:
Dio, avendo previsto che luomo non pu vedere e toccare senza nausea
e disgusto il putridume dun corpo umano che imputridisce, nello stesso
modo in cui egli ha velato il suo corpo e il suo sangue sacri del velo del
pane e del vino, [. . . ] cos ha persuaso i figli della Chiesa ad avvolgere e
rinchiudere le reliquie della carne fortunata dei santi nelloro e nei pi
preziosi fra gli oggetti materiali.
(Teofrido di Echternach, Flores epytaphii sanctorum, II, , PL , col. )
. Morto nel .
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Dallaltra parte, il reliquiario indirizza la devozione in senso anagogico, come labate Suger ha espresso in parole chiarissime:
Allorch, nel mio amore per la bellezza della casa di Dio, lo splendore multicolore delle gemme mi distrae talvolta dalle mie preoccupazioni esteriori e
una degna meditazione mi spinge a riflettere sulla diversit delle virt sante,
trasferendomi dalle cose materiali a quelle immateriali, ho limpressione di
trovarmi in una regione lontana della sfera terrestre, che non risiederebbe
tutta intera nel fango della terra n tuttintera nella purezza del cielo e di
poter essere trasportato, dalla grazia di Dio, da questo mondo inferiore
verso il mondo superiore seguendo il modo anagogico.
(Gesta Suggeri abbatis : pp. )
Lo sfarzo dellentit inglobante mira dunque ad attribuire allattante osservatore una modalit estatica, secondo la quale non ci si
sofferma sulladorazione della reliquia ma si passa dalla venerazione
del frammento a quella del tutto di cui essa sia parte che indice. Il reliquiario significa dunque un rimando simbolico a quella Gerusalemme
celeste di cui la reliquia rimando indicale.
.. Prospettive di ricerca
Lipotesi formulata in questo capitolo, che il reliquiario funga essenzialmente da complesso dispositivo discorsivo che cerca di guidare
la venerazione del fedele, mirando a distoglierlo dal feticismo idolatra e a orientarlo invece verso ladorazione anagogica, ancora
troppo grossolana. Bisognerebbe articolarla esplorando diverse direttrici. In primo luogo, occorrerebbe tener conto delle specificit
dei diversi tipi di reliquiario della Cristianit: la chsse (dal lat. capsa) (in certi contesti denominata anche fierte, dal lat. feretrum),
la lipsanoteca, la mostranza, i topiques (o reliquiari topici, come i
bustireliquiario, le testereliquiario, le bracciareliquiario, etc.), le
stauroteche, i regalia, gli scrigni, i filatori, i feretra, etc.: tutti questi
reliquari si differenziano non solo per forma, dimensione, colore,
epoca storica, contesto religiosoculturale, etc., ma anche per il
rapporto semiotico che essi instaurano con la reliquia (ne imitano
la forma, ne ricordano la funzione, ne occultano ovvero ne lasciano
trasparire i tratti, etc.).
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Figura .: Reliquiario di San Francesco Saverio nella chiesa del Bom Jesus a Goa
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Capitolo IV
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compiuto tale che annullarlo, sia pure attraverso una perifrasi, risulta
impossibile o perlomeno strano: come disfare un giuramento, per
esempio? Lo si pu forse ritirare?
.. Lo sbattesimo
Per chi si occupi di fenomeni religiosi oltre che semio-linguistici, di
particolare interesse il caso dello sbattesimo. Il lemma sbattezzare si attesta per la prima volta nella lingua italiana nel , non a caso
in un contesto parodistico, quello delMorgante di Pulci. Di Rinaldo vi
si dice che sbattezar vuol tutti i battezati (IX, , ), ma nel senso di
costringerli ad abiurare la fede cristiana, senza riferimento alcuno
alla possibilit linguistica e rituale di dichiarare e per ci stesso sospingere qualcuno fuori dal Cristianesimo pronunciando unimprobabile
formula io ti sbattezzo. Tuttalpi, la forza illocutiva dellatto sbattesimale onomastica, non sacramentale. Si legge nel Museo scientifico
letterario ed artistico di Luigi Cicconi e Pier Angelo Fiorentino a met
dellOttocento: Che Beppo! Al diavolo questo nome che puzza tanto
di chierica. Io ho gia sbattezzato le mie figliole: ora sbattezzo me
stesso. Romani, io voglio essere chiamato cittadino Tesifonte .
Larchitettura attanziale dello sbattesimo infatti completamente
diversa da quella del battesimo: ci si sbattezza da soli, non si sbattezzati da altri, tanto pi che lo sbattesimo giustamente coincide con
una riappropriazione di agentivit rispetto a quella, di segno inviso,
esercitata dai propri genitori e dallistituzione ecclesiastica quando
la prima non poteva ancora manifestarsi. Inoltre lo sbattesimo di
norma non prevede formula rituale alcuna che si configuri come atto
linguistico, del genere io ti sbattezzo in nome di x, n tantomeno
io mi sbattezzo in nome di y.
In Italia, un battezzato che voglia sancire il proprio distacco totale
dal Cattolicesimo pu richiedere alle autorit ecclesiastiche competenti che annotino nei registri parrocchiali, accanto al proprio nome,
una dicitura che segnali questa volont. Questa procedura non per in alcun modo un atto linguistico comparabile al solenne io ti
battezzo etc. A segnalare ulteriormente la disparit tra latto illocuti. Citato nel Dizionario Treccani della lingua italiana, alla voce Sbattezzare.
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chiaro il motivo per cui litaliana Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti ha dichiarato ufficialmente che nessuna associazione
laica riterrebbe una cosa seria un contro-rito vendicativo: nel parodiare, un po alla Pulci, il teatro pragmatico del battesimo, quello dello
sbattesimo non fa che sancire la propria impotenza: non solo non
si pu invertire la freccia temporale, e disfare come per incanto ci
che si fatto senza che il fatto lasci traccia alcuna, ma non si pu
nemmeno costituire una contro-agentivit, e tanto meno una controsacramentalit, semplicemente attraverso la parodia: solo la Chiesa
battezza, e solo la Chiesa potrebbe eventualmente sbattezzare, ove
mai il proprio ordinamento giuridico e sacramentale lo prevedesse.
E tuttavia la Chiesa non pu prevedere uno sbattesimo, proprio
perch nei suoi presupposti che chi si trovi nel cerchio dellumanit
debba contemporaneamente trovarsi in quella dei battezzandi, poi
dei battezzati. Soprattutto, latto linguistico sacramentale si caratterizza per unagentivit che, amministrata dallistituzione religiosa, ha
tuttavia la sua sede nella trascendenza, alla quale non pu fare ritorno.
Certo, il Codice di Diritto Canonico, ai canoni , , e
prevede la procedura formale dellActus formalis defectionis ab Ecclesia
catholica, ma essa non si configura in alcun modo come sbattesimo.
Anzi, come sottolineava in una nota del marzo il Pontificio
Consiglio per i Testi Legislativi:
il legame sacramentale di appartenenza al Corpo di Cristo che la Chiesa,
dato dal carattere battesimale, un legame ontologico permanente e non
viene meno a motivo di nessun atto o fatto di defezione. Ci si pu quindi
convertire ad altra religione, dichiararsi atei, etc. ma non si pu, nei termini
della logica ecclesiastica, sbattezzarsi n essere sbattezzati.
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fra due estranei bens quello fra due divorziati. Se, come sostiene la
teoria della documentalit, ogni atto sociale un atto iscritto (Ferraris
), disfare ci che stato fatto da un atto linguistico prevede non la
produzione di un atto di segno contrario bens leliminazione di tutte
le tracce in cui il primo stato trascritto. Disfare un battesimo, per
esempio, richiede non solo cancellare il nome e lidentit dello sbattezzando dai registri parrocchiali, ma anche dalla memoria di tutti
coloro che ricordano il battesimo, e dunque luccisione o perlomeno
la riduzione allincoscienza del parroco, del padrino, degli invitati alla
festa di battesimo, etc. Paradossalmente, inoltre, affinch lo sbattesimo sia completo bisognerebbe che lo stesso sbattezzando obliasse
il proprio stato anteriore, con la difficolt che, come sostiene Eco, non
esiste unars oblivionalis (Eco e Migiel ).
La radice ultima dellimpossibilit di un disfare linguistico risiede
dunque nel legame inscindibile fra intenzionalit e memoria: solo
perch ho memoria di ci che stato linguisticamente fatto che io
posso maturare lintenzione di disfarlo linguisticamente, e tuttavia
questa memoria contemporaneamente ostacolo insormontabile a
tale disfarsi. Se voglio sbattezzarmi perch ho contezza del mio
esser stato battezzato, ma questa impedimento indelebile al mio
sbattesimo. Latto di linguaggio un nodo che non pu essere sciolto
perch annodato con la corda della coscienza di s. Unacclamata
canzone di Tony Braxton recita un-break my heart, ma ovviamente
solo nel discorso ottativo che tale disfare pu essere evocato: non si
pu disfare la rottura di un cuore.
.. Come fare cose con le immagini
E che dire delle immagini? Il disfare con queste forse sottoposto agli
stessi vincoli del disfare con le parole? forse cos semioticamente
complesso cambiare di segno la forza pragmatica di una significazione
visiva come di una verbale? Bisogna innanzitutto intendersi sul significato di fare cose con le immagini. La riflessione di un seminario
torinese recentemente dedicato a questo tema si sviluppata a partire
dallultima fatica di Omar Calabrese, sul trompe loeil (Calabrese ).
Esso esempio assai calzante di cosa possa significare fare cose con
le immagini: il trompe loeil propone una rappresentazione visiva illu-
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Nei catechismi pittografici della Mesoamerica, per esempio, compaiono immagini il cui senso io mi pento (Fig. .); cronache della
prima epoca coloniale raccontano di nativi che, convertitisi al Cattolicesimo, si confessavano mostrando al sacerdote il pittogramma
in questione, insieme con altri che rappresentavano i diversi peccati
(Leone , pp. -). un caso in cui lazione sacramentale si
compie non attraverso la forma verbale che la enuncia, ma attraverso
il testo visivo che la raffigura.
Analogo il caso del battesimo quale si celebra nelle parrocchie che
adottano la lingua dei segni, in cui la forza illocutiva del battesimo si
traduce non in un pronunciamento verbale bens in uno gestuale. In
entrambi i casi, tuttavia, si tratta di traduzioni convenzionali, in altre
sostanze espressive, dei performativi religiosi verbali. In altri termini, il
legame arbitrario fra una certa configurazione di segni, sia esso verbale,
pittorico, o gestuale, e il riconoscimento sociale dellespressione di una
soggettivit che tale configurazione garantisce, fondamentale affinch
latto performativo si compia. In questo senso, si possono fare cose con
le immagini s ma solo metaforicamente, secondo unaccezione di atto
assai pi generica di quella della teoria degli atti linguistici.
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Figura .: Pedro de Gante [Pieter van der Moere]. Serie di pittogrammi raffiguranti linizio della preghiera della confessione. Pittogrammi - dal Catecismo
di Pedro de Gante, -. Inchiostro su carta. , , cm. Madrid: Biblioteca
Nazionale Spagnola, MS Vit., -.
Le immagini possono certo fare cose, come dimostra quotidianamente la loro presenza, circolazione, e funzionamento nelle culture. Possono esercitare unagentivit cognitiva, per esempio quando ci
spingono a credere allinnocenza o alla colpevolezza di un imputato;
emotiva, quando ci spingono alle lacrime attraverso la raffigurazione di
un bambino in difficolt; pragmatica, quando il loro comparire ci muove
a prendere decisioni, atteggiare il nostro corpo, compiere azioni nel
mondo. Questa agentivit si esercita sia esplicitamente, come risultato
secondario dellagentivit primaria di chi tali immagini le ha costruite
o ritagliate dal tessuto sociale del reale, sia implicitamente, secondo
uninterna intentio imaginis: non intenzionalmente che un paesaggio a
olio ci incoraggia a rverie sulla nostra infanzia, bens secondo percorsi
che esulano a volte completamente dalle intenzioni di chi lo ha dipinto.
In tutti questi casi si pu certo parlare di agentivit delle immagini, ma tuttavia non di atti visivi cos come si parlerebbe di atti
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Allosservatore occidentale non sfuggir quanto liconografia giainista, nel tentativo paradossale di dare forma allo svuotamento del corpo
e alla liberazione dellanima, sia nondimeno attenta a rappresentarne,
in forma opportunamente stilizzata, il sesso. Nel Giainismo di tradizione Digambara la liberazione dellanima segue rigide regole di genere,
secondo le quali solo lanima maschile in grado di raggiungere lo
stadio dellilluminazione totale ( Jaini ). La donna pu ottenere tale
liberazione, ma solo una volta reincarnatasi in quanto uomo. Diverse e
meno rigide sono invece le vedute del gruppo Shvetambara, per il quale
il diciannovesimo tirthankara, Malli, fu una donna.
Da questultimo gruppo promanano altre raffigurazioni della liberazione spirituale, che pure giocano con lidea del vuoto, ma attraverso un diverso espediente semiotico. Se i siddha in ottone dei Digambara
enunciano visivamente il vuoto attraverso il profilarsi austero di una
silhouette, liconografia Shvetambara promuove una paradossale introflessione dellimmaginazione attraverso il meccanismo semiotico
dellimpronta. Nei paduka, o sacelli dellimpronta, la liberazione dal
giogo del corpo rappresentata attraverso unassenza, quella cui ri-
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Ma qual il senso che gli yantra significano e per ci stesso producono attraverso questo debordamento della dimensione semantica
in quella pragmatica? Secondo Chenet, tale senso in ultima istanza
risiederebbe nella capacit degli yantra di funzionare come objets
transitionnels vocation rintgrative, oggetti transizionali a vocazione reintegrativa: nella costruzione e nellosservazione dello yantra,
ladepto di meditazione tantrica non solo ritrover una proiezione
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Cercando di tradurre in immagine la complessa teologia negativa dellesicasmo, la miniatura prova a rendere la trasfigurazione in
Assoluto della trascendenza incarnata tramite ladozione di una configurazione geometrica, la quale non per pi mera rappresentazione
bens diagramma rituale, sorta di oggetto transizionale a vocazione integrativa, come dice Chenet a proposito degli yantra, in cui
lo sguardo sintrappola e resta come ipnotizzato, procedendo dalla
visione della raffigurazione allassorbimento dellastrazione fino a un
ossimorico e asintotico arrendersi, a una sorta di abbraccio mistico
della forma geometrica come unica materialit possibile che in una
pura vacuit trasfigura una totalit pura (Fig. .).
Lipotesi con cui si chiude questo capitolo dunque che sia possibile riscontrare una corrente immaginativa trasversale a pi culture
religiose e visive, la quale quando deve dar vita non solo a una semantica, ma anche a una pragmatica dellannullamento, lo fa attraverso
immagini che cercano di disfare limmaginazione disfacendo limmagine, prosciugando la generazione del senso e risalendone la china
dalla figurazione del corpo allastrazione del diagramma , fino a
cimentarsi con la sfida ultima della rappresentazione del vuoto. La
semiotica delle culture, in amichevole compagnia delle altre discipline
sincroniche e diacroniche, non deve affastellare tutti questi immaginari in un afflato dindistinzione archetipica, ma invece cogliere
continuit e discontinuit, comunanze e contrasti, non al fine di anne. In order to show the invisible by means of the visible, the painter resorted to
a common repertory of abstract diagrammatic imagery. He rendered the divine light
blazing from the body of Christ as a geometrically shaped blue mandorla encircled with a
corona of radiating beams. Surpassing anything seen in the Byzantine art of the period,
this extraordinarily grandiose configuration expands its overpowering brightness to the
entire picture plane.
. Sulla diagrammatica della trascendenza, si veda Caviness ; per un ardito ma
interessante accostamento fra diagrammatica islamica e computer art, Marks .
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Capitolo V
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direttamente interrogativi metafisici, la cinematografia di Haneke intreccia continuamente immaginazione filmica e questionamenti etici,
ad esempio in Code Unknown () e Cach (), come suggerisce
Alyda Faber nel saggio Religion, Ethics, and Film, scritto per The
Continuum Companion to Religion and Film (ed. Blizek ). Nel penultimo film di Haneke, Das weie Band, Eine deutsche Kindergeschichte
(), la dimensione religiosa poi non solo presente ma preponderante. Tuttavia anche quando Haneke sembra criticare il radicalismo
violento che emerge dalle ideologie religiose, e in particolare dal
perfezionismo protestante, ovvero quando pare riferirsi allambigua
relazione fra Cattolicesimo tedesco e genesi dellhitlerismo, il suo
discorso filmico invita a trascendere le particolarit confessionali e
a portare uno sguardo pi ampio sul fatto religioso nella sua chiave
antropologica, e dunque alla radice ultima dei fondamentalismi e della
loro potenziale violenza.
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Figura .
Figura .
La colonna sonora di Amour scarna ma sistematicamente significativa. Si compone di quattro frammenti da altrettanti brani: lImpromptu
Opus n. e lImpromptu Opus n. di Franz Schubert, la Bagatelle
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Dein Wort mein Speis la allweg sein,
Damit mein Seel zu nhren,
Mich zu wehren,
Wenn Unglck geht daher,
Das mich bald mcht abkehren.
. Arie T
La mich kein Lust noch Furcht von dir
In dieser Welt abwenden.
Bestndigsein ans End gib mir,
Du hasts allein in Hnden;
Und wem dus gibst, der hats umsonst:
Es kann niemand ererben
Noch erwerben
Durch Werke deine Gnad,
Die uns errett vom Sterben.
. Choral
Ich lieg im Streit und widerstreb,
Hilf, o Herr Christ, dem Schwachen!
An deiner Gnad allein ich kleb,
Du kannst mich strker machen.
Kmmt nun Anfechtung, Herr, so wehr,
Da sie mich nicht umstoen.
Du kannst maen,
Da mirs nicht bring Gefahr;
Ich wei, du wirsts nicht lassen.
Come interpretare questo esplicito riferimento alla tradizione cristiana nel film di Haneke, in seno al complesso intreccio di relazioni
che esso intrattiene con gli altri elementi significanti del film? Si tratta forse di un voluto richiamo al contenuto teologico dellinno, per
esempio agli ultimi versi della quarta strofa, che recitano: Es kann
niemand ererben / Noch erwerben / Durch Werke deine Gnad, /
Die uns errett vom Sterben [Nessuno pu ereditare o guadagnarsi
attraverso le opere la tua grazia, che ci salva dal morire]? plausibile
che landamento narrativo del film una disperante vicenda di malattia, sofferenza e morte e quello dellinno di Agricola trovino un
punto di contatto semantico in uninterpretazione lucidamente atra
della morte: come Georges, cos la voce dellinno di Agricola non possiede in s risorsa alcuna per la salvezza, che pu venirgli unicamente
dal soccorso di una grazia trascendente. Il film di Haneke, in questo
Figura .
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Figura .
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Questo aneddoto troppo inusuale per non essere intenzionalmente connesso con la sequenza dei dipinti: la forza ancora misteriosa che sta cercando di fare irruzione nellappartamento di Anne
e Georges, nella loro vita, sar la stessa che, una volta messo piede
nellappartamento, ne strapper simbolicamente tutte le tele. Ecco
dunque precisarsi, nel dialogo intratestuale, il senso della citazione
intertestuale che la sequenza pittorica propone: quando Georges
schiaffeggia la moglie inerte, obbligandola a nutrirsi contro linevitabile morte, i dipinti che il film lascia intravedere alle pareti dellappartamento sono oramai in procinto di svanire, sottratti con violenza
da una forza esterna. Il film ne regala allo spettatore unultima visione, abbinata ai rumori della citt, trasformandoli in una sorta di
album di famiglia: ecco ci che Anne e George hanno visto insieme,
ecco le immagini di cui si sono circondati, ecco la loro memoria, il
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Figura .
per non essere riuscita a porre fine ai propri giorni. Dalla stessa
finestra, in unaltra sequenza, un piccione entra in casa piombando
dallalto, come allimprovviso. Nella sequenza immediatamente
precedente una badante pettina Anne brutalmente, porgendole
uno specchio nel quale linvalida rifiuta con disgusto di guardarsi.
Quindi larrivo del piccione. Georges entra nellingresso, lo vede
becchettare il parquet, chiude la porta della camera di Anne, poi
sospinge il piccione verso lesterno, chiudendo le imposte una volta
che il piccione uscito.
Figura .
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Figura .
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insignificante, ci si deve fondamentalmente a un immaginario di lungo corso dellinteriorit decisamente influenzato dallimmaginario
cristiano in cui la scelta fra i due poli della dialettica corpoanima
possibile in primo luogo perch questi poli sono posti come distinti,
perch si immagina una frontiera fra interno ed esterno, ma soprattutto perch si lascia spazio a un emblematico discorso della rivelazione
che, pur discretamente, sinsinua alla soglia, di per s configurando
lombra di una trascendenza.
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P VIII
Introduzione
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Capitolo I
Questo capitolo ha cinque obbiettivi: () fornire una breve introduzione storicoculturale al Tazieh; () elaborare una descrizione sintetica
della sua struttura semiotica; () individuare il ruolo del discorso musicale allinterno di questa struttura; () sottolineare i sincretismi tra
il discorso musicale e gli altri discorsi che compongono il Tazieh; ()
sostenere lipotesi che nel Tazieh come in altri simili performance,
siano proprio questi sincretismi a produrre un e ffetto di senso che si
potrebbe definire reincantamento del significante.
.. Breve introduzione storicoculturale
Il Tazieh [letteralmente, lutto, cordoglio] una performance caratteristica della cultura sciita, e in particolare di quella iraniana. Considerato da molti come lunica forma drammatica prodotta dallintera
civilizzazione islamica, il Tazieh pu essere definito in prima istanza
come una performance che rappresenta le sofferenze e la morte dellImam Husayn, nipote di Maometto, massacrato con la sua famiglia nel
d.C. nella piana di Karbala, vicino a Baghdad, dai soldati del Califfo
Yazid. La struttura semiotica attuale di questa performance il risultato
di una lunga evoluzione, nella quale sincrociano elementi provenienti
da () le culture iraniane preislamiche; () la cultura religiosa islamica
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che impersona; b) del momento della narrazione nel quale il personaggio si trova; c) del temperamento del performer; d) dellatmosfera
che si crea attorno alla performance.
Quanto al semisimbolismo, i performer che impersonano gli
Ashghya (personaggi cattivi) non cantano, ma declamano le loro parti
con una prosodia melodica simile a quella dei cantastorie. Questa
struttura semisimbolica [Olya VS Ashgya / Presenza di canto VS
Assenza di canto] confermata dal terzo tipo di discorso canoro
presente nel Tazieh: alla fine della performance, tutti gli spettatori
esprimono la loro adesione agli Olya sconfitti (lImam Hussein e il suo
seguito) adottandone la forma espressiva. Il pubblico intero intona
canti religiosi allunisono, battendosi ritmicamente il petto.
Nel Tazieh il canto non accompagnato da musica strumentale.
Questa separazione una conseguenza della diffidenza islamica nei
confronti di tale musica: essa profanerebbe la voce degli Olya. Ma
vi anche un motivo pratico: la musica strumentale iraniana classica
una musica da camera che mal si adatterebbe ai vasti spazi del
Tazieh. Tuttavia, essa interviene separatamente, negli intermezzi o
come colonna sonora di battaglie o duelli. Anche in questo caso,
lopposizione fra strumenti a fiato e percussioni riproduce a livello
musicale lantagonismo cosmico tra gli Olya e gli Ashghya. Gli strumenti a coda, poi, sono sempre esclusi dal Tazieh a causa della loro
connotazione lasciva (Fig. .).
.. Discorso musicale e discorso sincretico nel Tazieh
Due tipi di sincretismo caratterizzano il ruolo del discorso musicale
nel Tazieh:
) Sincretismo semantico: tutti i discorsi che compongono il
Tazieh si riferiscono a una struttura semantica comune, che condiziona larticolarsi delle sostanze espressive secondo configurazioni
omologhe. Lopposizione semantica profonda fra bene e male narrativamente trasposta in quella narrativa fra gli Olya e gli Ashghya,
lImam Hussein e i suoi nemici ha radici profonde nella storia culturale dellIran (cosmologia zoroastriana) e determina una generale
. Secondo la terminologia di Greimas .
Il sincretismo tuttavia non nasce tanto dalla semplice giustapposizione di polarizzazioni espressive, quanto dal fatto che tali polarizzazioni
siano attraversate, in molti casi, da unisotopia comune, lessicalizzabile
nellopposizione [/leggerezza/ VS /pesantezza/]. In altri termini, il
sincretismo semantico del Tazieh consiste nel fatto che leffetto di sen-
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Riferimenti bibliografici
B A. () Drammi popolari inediti persiani sulla leggenda di Salomone e della Regina di Saba, in Id., a cura di () Atti del Convegno
internazionale di studi etiopici: Roma, aprile , Accademia nazionale
dei Lincei, Roma, pp. .
C J. () Le mcnat des reprsentations de taziye: Les prcurseurs de Nseroddin Chh, in J. Aubin, a cura di () Le Monde
iranien et lIslam. Socits et cultures, voll., Droz, Ginevra e Parigi, vol.
, .
Capitolo II
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cos lontano dalla chiesa che gli sarebbe stato praticamente impossibile
giungervi per le funzioni. Cambiava, in e ffetti, la logica liturgica del
suono. La campana non mirava soltanto a condurre i fedeli verso
la chiesa, ma anche a portare la chiesa presso i fedeli, incitarli al
raccoglimento e allorazione privata. Lo spostamento delle campane
verso lalto le inseriva allinterno dellassiologia semantica altobasso,
radicatissima in molte culture, nella quale solitamente le posizioni pi
elevate sono associate alla presenza del potere, laddove quelle inferiori
evocano una situazione di sudditanza.
Il combinarsi del potere dellalto con quello del centro trasform
le campane e i campanili in un punto di riferimento laico oltre che
religioso. Come spiega David S. Landes (), assai di frequente i
campanari venivano pagati perch disciplinassero con i loro rintocchi
non soltanto la vita religiosa ma anche quella profana, segnalando, ad
esempio, lora di inizio e di fine del lavoro. Molte torri municipali a
partire dal Rinascimento si dotarono poi di campane, le quali permisero la comunicazione delle masse non con il potere religioso ma con
quello politico. La centralit sonora delle campane si combin allora
con quella visiva dei campanili, dando luogo a quel fenomeno antropologico che Ernesto de Martino ha descritto con abilit letteraria ne
Il campanile di Marcellinara:
Ricordo un tramonto, percorrendo in auto qualche solitaria strada calabrese.
Non eravamo sicuri della giustezza del nostro itinerario, e fu per noi un
sollievo imbatterci in un vecchio pastore. Fermammo lauto e gli chiedemmo le notizie che desideravamo, ma le sue indicazioni erano cos confuse
che lo pregammo di salire in auto e di accompagnarci sino al bivio giusto,
a pochi chilometri di distanza: lo avremmo compensato per il disturbo.
Accolse con qualche diffidenza la nostra preghiera, come temesse uninsidia
oscura, una trama ordita ai suoi danni: forse lontani ricordi di episodi di
brigantaggio dovevano affacciarsi nella sua immaginazione. Lungo il breve
percorso la sua diffidenza aument, e si and tramutando in vera e propria
angoscia, perch ora, dal finestrino cui sempre guardava, aveva perduto la
vista familiare del campanile di Marcellinara, punto di riferimento del suo
minuscolo spazio esistenziale.
(De Martino , pp. )
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del povero sordo, allora egli ritorn felice, dimentic tutto, e il suo cuore,
dilatandosi, gli fece fiorire il volto.
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Figura .
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scurit sentendo con la mano in che modo il grande oggetto stesse vibrando
silenziosamente davanti a lei. Quindi allimprovviso vi si gett contro con
tutte le sue forze.
La campana schizz in avanti quasi gettandola a terra, e il batacchio incontr la parete con un boato che le fece emettere un grido: era cos vicino
e cos terribile. Salt allindietro e lasci ritornare la campana. Il batacchio
tocc laltra parete, pi debolmente. Prendendo il ritmo Dora si gett di
nuovo sulla superficie che si allontanava e poi indietreggi. Un tremendo
fragore si sprigion dalla campana, che adesso suonava al massimo, dondolando liberamente. Ritorn, la sua grande forma scarsamente visibile, un
immenso pezzo di oscurit in movimento. Dora la tocc di nuovo. Adesso
bisognava solo mantenerla in movimento. Il rumore tuonante continuava,
gridando con una voce che era stata silenziosa per secoli che qualcosa di
grande era nuovamente tornato nel mondo. Il clamore si lev, caratteristico,
penetrante, stupefacente, udibile a Imber Court, nellabbazia, nel villaggio
e lungo la strada, cos si raccont poi, per molte e molte miglia in entrambe
le direzioni .
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vita di campane, ritorna adesso sotto queste volte con lenfasi melodiosa di
Jaurs .
. Jaurs parle des cloches de Ble : . . . les cloches dont le chant faisait appel
luniverselle conscience. . . , et les cloches de Ble se remettent sonner dans sa voix. Tout
ce quelles ont carillonn dans leur vie de cloches, ces cloches, repasse prsent sous ces
votes avec la chantante emphase de Jaurs (Aragon , p. ).
P IX
Introduzione
Se le prime due sezioni del libro nellenunciare le implicazioni metafisiche e i presupposti ontologici della semiotica del senso religioso
ne costituivano la parte introduttiva ma in un certo qual modo
anche quella pi arbitraria meno assoggettabile allo scrutinio della
comunit di studiosi perch frutto dinclinazioni idiosincratiche le
ultime due sezioni, che avviano il libro verso la sua conclusione, sono
anchesse prodotto di unimpostazione alquanto arbitraria, nel senso
che distacca la semiotica dallesercizio impassibile delle sue analisi per
condurla verso esiti che, in linea con i presupposti evocati nelle prime
due sezioni, ne determinano le tensioni valoriali le assiologie e
teleologiche.
Il primo capitolo della penultima sezione, intitolato Tentazione:
forma e forza, si occupa di una tensione dialettica quella fra libero
proliferare del senso e suo imbrigliamento in forme discorsive condivise e cogenti la quale sottende forse ogni semiosi, ma si esprime
al pi alto grado nellimmaginario della tentazione. Se infatti, come si
suggerisce nelle prime sezioni, le culture religiose sono grammatiche
dellinfinito, ogni annunciazione del sacro scaturisce dalla dialettica
fra la forza dirompente della trascendenza e la forma disciplinante
del discorso religioso. Le mistiche dogni tipo sono allora esercizi di
liberazione della forza dalla forma, le quali ambiscono a un contatto
bruciante con il sacro e al tempo stesso rischiano sempre di affondare
nellabisso della sua indicibilit.
I tre capitoli che seguono, adottando casi di studio appartenenti
a culture, epoche storiche e contesti socioculturali assai differenti,
esplorano questa dialettica attraverso lanalisi semiotica delle sue manifestazioni estreme. Da un lato, lo sfaldarsi di ogni codice religioso
nel lassismo morale, in cui il discorso del sacro diviene impostura per
consentire il libero esprimersi del desiderio (come nelle tortuosit
della casuistica stigmatizzate dal Giansenismo, capitolo Morale: rigore
e lassit); dallaltro lato, lirrigidirsi delle forme del senso religioso
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Capitolo I
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Figura .: Seguace di Pieter Brueghel il Vecchio, , La tentazione di SantAntonio, olio su tela, , , cm, Collezione Samuel H. Kress, National Gallery
of Art, Washington.
Ho visto un quadro di Brueghel che rappresenta la Tentazione di SantAntonio, che mi ha fatto pensare ad arrangiare per il teatro la Tentazione
di SantAntonio; ma ci richiederebbe qualcuno pi valente di me. Darei
volentieri tutta la collezione del Moniteur se lavessi, e in pi . franchi,
per comprare quel quadro, che la maggior parte di coloro che lesaminano
considerano senzalcun dubbio di cattiva qualit / .
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della cultura cristiana, fonte a sua volta basata sui testi agiografici dei
Padri della Chiesa. Di questi, il primo a raccontare le tentazioni di
SantAntonio fu Atanasio, vescovo di Alessandria dEgitto. Vissuto tra
il e il , egli scrisse una Vita Antonii in greco nel , subito dopo
la morte delleremita nel . Ma Atanasio non si limitava a inventare,
bens a rielaborare una complessa serie testuale, la cui composizione
materia di dibattito fra gli studiosi. Robert C. Gregg, curatore della
traduzione inglese della Vita Antonii di Atanasio, riassume tale dibattito
nella prefazione allopera: Numerosi suggerimenti sono stati proposti
da studiosi propensi a sottolineare la connessione tra la Vita Antonii e
certi temi e motivi biblici classici. Si sostenuto che la struttura di
base dellopera derivi dal racconto della tentazione nei vangeli.
Altri studiosi, invece, hanno enfatizzato linfluenza della letteratura
classica greca sulle opere di Atanasio. Robert C. Gregg riassume la lista
di probabili fonti: Si sono raccolte prove che indicano la familiarit di
Attanasio con e dipendenza da opere quali La vita di Pitagora, la
Vita di Apollonio di Tiana di Filostrato, la Vita di Plotino di Porfirio, e la
Vita di Re Agesilao di Senofonte .
Le radici genealogiche della Tentation affondano qui, alle porte di
Gerusalemme e Atene . Tuttavia, la chioma di questalbero intertestuale molto pi ramificata. La Vita Antonii di Atanasio si ritrova in
numerose opere di Padri della Chiesa, per esempio nel De Viribus Illustribus di Geronimo . La struttura narrativa dellopera greca diventa
infatti una sorta di archetipo agiografico per ogni biografia di santi
successiva. Parimenti, il portato visivo delle innumerevoli versioni
della Vita Antonii circolanti in ambito cristiano tra il IV e il XII secolo
ricchissimo. Guy Ferrari ne tratteggia le linee principali nella sua
rassegna delliconografia antonina (, pp. ). Al contempo,
leco di Bosch nella letteratura, specialmente in quella ispanica tra il
. A number of suggestions have been advanced by those scholars intent on underlining
the connection between the Vita Antonii and certain classic biblical themes and motifs. It is
argued that the basic structure of the work derives from the temptation story in the Gospels
(Gregg , p. ).
. Evidence was marshaled to indicate Athanasiuss familiarity with and dependence
on such works as the Life of Pythagoras, Philostratuss Life of Apollonius of Tyana, Porphyrys
Life of Plotinus, and the Life of King Agesilaus by Xenophon (ibidem, p. ).
. Per uno studio approfondito delle fonti della Tentation di Flaubert, si vedano Seznec
e .
. Stridone, Betlemme, .
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XIV e il XVII secolo, vastissima. Basti pensare al Criticn di Baltasar Gracin: Fate conto disse il Chirone che stiate sognando a
occhi aperti. Oh come dipingeva bene Bosch!, adesso capisco il suo
capriccio. Vedrete cose incredibili [. . . ] .
Linfluenza di Bosch rimane preponderante almeno fino al ,
quando Tintoretto inventa una nuova iconografia della Tentazione
(Fig. .), destinata a ispirare gran parte delle rappresentazioni di questo tema nel barocco Italiano. Una filiazione parallela invece quella
della Tentazione di SantAntonio dipinta da Matthias Grnewald nel
pannello sinistro dellaltare di Issenheim (Fig. .), che cattur Huysmans al punto di influenzarne profondamente lestetica e ispirargli
lo scritto Les Grnewald du Muse de Colmar (Huysmans ).
Per la composizione della sua Tentation, Flaubert studia e rielabora
gran parte della tradizione precedente or ora descritta per sommi
capi. Per quanto riguarda lispirazione visiva, ha visto il dipinto di
Brueghel il Giovane a Genova e ne possiede una riproduzione di
Jacques Callot (Fig. .); per quanto concerne lispirazione verbale,
studia con meticolosit i testi su Antonio nella Patrologia del Migne.
.. Contagi della tentazione: da Czanne a Ernst
Ma Flaubert non che il punto di partenza, o meglio lo snodo principale, di questa rielaborazione della tradizione visiva e verbale del
passato. Fra il e il , per esempio, Cecil Gray , critico musicale
e compositore scozzese, compone un adattamento per dodici solisti,
coro, e orchestra della Tentazione di Flaubert (Fig. .).
Significativo soprattutto il modo in cui Gray enfatizza, nellintrodurre le sue Analytical and Explanatory Notes to The Temptations of
Saint Anthony, il fatto che SantAntonio una di quelle concezio. Haced cuenta dijo el Quirn que sois despiertos. Oh qu bien pintaba
el Bosco!, ahora entiendo su capricho. Cosas veris increbles [...] (, , p. ); si veda
Heidenreich, (con riferimenti soprattutto alla letteratura ispanica dei secoli sedicesimo
e diciassettesimo).
. Venezia, settembre maggio .
. Wrzburg, ca. Halle sul Saale, agosto .
. Parigi, febbraio maggio .
. Nancy, .
. .
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tato da borghesi che mangiano patatine fritte (Fig. .). Flicien Rops ,
quindi, intorno al , concepisce una rappresentazione ancora pi
scandalosa, uno Studio per la Tentazione di SantAntonio, anche noto
come Donna alla croce, ove compare una donna seminuda crocifissa
(Fig. .) .
. Namur, luglio Essonnes, agosto .
. A proposito di questopera, lo stesso Rops scrisse una lettera allamico francese
Franois Taelmans aggiungendo cinismo a blasfemia: Tutto ci in fondo solo una scusa
per dipingere dal vivo una ragazza carina che ormai un anno fa ci cucin uova e trippa la
mode de Touraine e che, per la prima volta, e dopo molta persuasione, ha accettato di posare
per il suo vecchio Fly cos come la Principessa Borghese pos per Canova. Ho cambiato
solo lo stile di pettinatura; All this is basically only an excuse to paint from life a pretty
girl who, a year ago already, cooked us some eggs and tripe la mode de Touraine and
who, for the first time, and after much persuasion, agreed to sit for her old Fly as Princess
Borghese sat for Canova. I only changed the hairstyle (citato in Arwas , senza numeri
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In seguito Odillon Redon legge Flaubert nel e, spinto dallenorme ascendente che questi esercitava sui simbolisti belgi, consacra
alla Tentation ben tre album di litografie, nel , nel , e nel
(fig. .) . Lo stesso Huysmans descrive e commenta una di queste
versioni, in un articolo dedicato al concetto di mostro (Huysmans
, pp. ).
di pagina).
. Bordeaux, aprile Parigi, luglio .
. Hobbes ; Gamboni , pp. ; Eisenman .
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paragone fra gli sforzi, le conquiste e lo scoraggiamento dello scrittore da un lato e le sofferenze, le vittorie, e le sconfitte delleremita
dallaltro:
Non so come a volte le braccia non mi si stacchino dal corpo, dalla fatica, e
come la testa non mi si riduca in poltiglia. Conduco una vita aspra, priva di
ogni gioia esteriore e ove non c niente per sostenermi a parte una specie
di rabbia permanente, che talvolta piange dimpotenza, ma che continua.
Amo il mio lavoro di un amore frenetico e perverso, come un asceta il
cilicio che gli scortica il ventre. Talvolta, quando mi sento vuoto, quando
lespressione mi si nega, quando, dopo aver scribacchiato lunghe pagine, mi
ritrovo a non aver composto una frase, mi accascio sul mio divano e vi resto
inebetito in una palude interiore di depressione .
In virt di questo accostamento, numerosi interpreti hanno proposto unidentificazione tra Flaubert e il suo alterego letterario Antonio,
in quanto entrambi conducono unesistenza isolata, entrambi sono
a volte tocchi dalla grazia, ed entrambi, infine, sono di quando in
quando soggetti a scoramento (Seginger , p. ). La semiotica di
solito rifugge da tali letture psicobiografiche dagli esiti piuttosto scontati per concentrarsi invece sul testo letterario, eppure vi un livello
superiore dellanalisi al quale sia il testo della Tentation di Flaubert
sia il suo anacoretismo di scrittore possono rientrare nella medesima
costellazione di elementi significanti: il livello della semiotica della cultura, e in particolare quello di unantropologia semiotica delle forme
di vita. In questa chiave, ancora tutta da costruire, lecito ipotizzare
che il rapporto di Antonio con il deserto e le sue tentazioni echeggi
quello di Flaubert con la scrittura e le sue deviazioni, e che luno e
laltro non siano che manifestazioni particolari di una dialettica pi
generale, quella dellordine creatore del discorso, o se si vuole del
logos, alle prese con il caos del reale.
. Je ne sais pas comment quelquefois les bras ne me tombent pas du corps, de fatigue,
et comment ma tte ne sen va pas en bouillie. Je mne une vie pre, dserte de toute
joie extrieure et o je nai rien pour me soutenir quune espce de rage permanente, qui
pleure quelquefois dimpuissance, mais qui est continuelle. Jaime mon travail dun amour
frntique et perverti, comme un ascte le cilice qui lui gratte le ventre. Quelquefois, quand
je me trouve vide, quand lexpression se refuse, quand, aprs [avoir] griffonn de longues
pages, je dcouvre navoir pas faite une phrase, je tombe sur mon divan et jy reste hbt
dans un marais intrieur dennui (ibidem, p. ).
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pensava i sentimenti di entrambi erano inclini al nonegoismo.. . . Disinteressamento / .
In un altro passaggio di Der Wille zur Macht, poi, Nietzsche descrive Flaubert come la quintessenza della decadenza francese: Quella trasformazione caratteristica della quale G. Flaubert lesempio
pi impressionante tra i Francesi, e Richard Wagner lesempio pi
impressionante fra i Tedeschi, mostra come la credenza romantica
nellamore e nel futuro cambia in un anelito verso la non entit negli
anni . Il giudizio di Nietzsche tuttavia non innocente ma
influenzato dallEssai de psychologie contemporaine del saggista francese
Paul Bourget , il quale nel primo paragrafo del capitolo Du nihilisme
de Gustave Flaubert scriveva:
attraverso il suo destino che Flaubert ha visto il destino delle altre esistenze, e, in effetti, la causa dellinfelicit di tutti i suoi personaggi , come in
lui, una sproporzione. Generalizzando questa osservazione, sembra persino
di riconoscere che questa sproporzione non un incidente. Ai suoi occhi
una legge costante che lo sforzo umano sfoci in un aborto, innanzitutto
perch le circostanze esteriori sono contrarie al sogno, in seguito perch lo
stesso favore delle circostanze non impedirebbe allanima di divorarsi nella
piena soddisfazione della propria chimera .
. Flaubert, eine Neueausgabe Pascals, aber als Artist, mit dem InstinktUrtheil
aus dem Grunde: Flaubert est toujours hassable, lhomme nest rien, loeuvre est tout... Er
torturirte sich, wenn er dichtete, ganz wie Pascal sich torturirte, wenn er dachte sie
empfanden beide unegoistisch... Selbstlosigkeit (Nietzsche a, , p. ).
. In francese e in corsivo nel testo originale.
. jene typische Verwandlung, fr die unter Franzosen G. Flaubert, unter Deutschen
Richard Wagner das deutlichste Beispiel ist, wie der romantische Glaube an die Liebe und
die Zukunft in das Verlangen zum Nichts sich verwandelt, in (Nietzsche ,
p. ).
. Amiens, settembre Parigi, dicembre .
. Del nichilismo di Gustave Flaubert.
. Cest travers son destin que Flaubert a vu le destin des autres existences, et, en
effet, la cause du malheur de tous ses personnages est, comme chez lui, une disproportion.
Mme, gnralisant cette remarque, il semble reconnatre que cette disproportion nest
pas un accident. Cest ses yeux une loi constante que leffort humain aboutisse un
avortement, dabord parce que les circonstances extrieures sont contraires au rve, ensuite
parce que la faveur mme des circonstances nempcherait pas lme de se dvorer en plein
assouvissement de sa chimre (Bourget , p. ).
Avendo letto il saggio di Bourget, nellaforisma di GtzenDmmerung Nietzsche esclamava: On ne peut penser et crire quassis [non si
pu pensare e scrivere che da seduti] (G. Flaubert). Adesso ti ho
preso, nichilista! Sedere immobile precisamente il peccato contro il
sacro spirito. Solo i pensieri che vengono dal camminare hanno valore/ . Nietzsche aveva trovato questa citazione che tanto lirritava
nella prefazione di Guy de Maupassant alledizione del delle Lettere di Gustave Flaubert a George Sand. Laforismo dimostra che il
disprezzo del filosofo per lo scrittore simperniava di nuovo sullaccusa
di una mancanza di azione. Limmagine di una scrittura assisa era infatti
lepitome di tale mancanza, unimmagine cui Nietzsche si scagliava
anche in Die frhliche Wissenschaft: Ma perch dunque, scrivi? A:
Non appartengo a coloro che pensano con la penna umida in mano; e
meno ancora a coloro che si concedono interamente alle proprie passioni prima di aprire il calamaio, seduti sulla loro sedia con lo sguardo
fisso sulla carta/ . A tale immagine, Nietzsche contrapponeva quella
celeberrima di una scrittura danzante. Sempre in GtzenDmmerung
scriveva: Giacch non puoi sottrarre ogni forma di danza alla nobile
educazione, labilit di danzare con i piedi, con i concetti, con le parole;
ho ancora bisogno di dire che devi anche essere capace di danzare con
la penna che devi imparare a scrivere?/.
Il proposito filosofico di Nietzsche anche quello di recuperare lazione frustrata dalla scrittura, la forza irretita dalla forma. Una scrittura
ambulante, una scrittura danzante, ma anche la scrittura sanguinante
di Also sprach Zarathustra: Di tutti gli scritti solo amo quello che
scritto con il proprio sangue. Scrivi col sangue: e imparerai che il san. On ne peut penser et crire quassis (G. Flaubert). Damit habe ich dich, Nihilist!
Das Sitzfleich ist gerade die Snde wider den heiligen Geist. Nur die ergangenen Gedanken
haben Werth (Nietzsche b, , p. ).
. In francese e in corsivo nel testo originale.
. Aber warum schreibst denn du? A.: Ich gehre nicht zu Denen, welche mit
der nassen Feder in der Hand denken; und noch weniger zu Jenen, die sich gar vor dem
offenen Tintenfasse ihren Leidenschaften berlassen, auf ihrem Stuhle sitzend und aufs
Papier starrend (Nietzsche , , p. ).
. In corsivo nel testo originale.
. Man kann nmlich das Tanzen in jeder Form nicht von der vornehmen Erziehung
abrechnen, Tanzenknnen mit den Fssen, mit den Begriffen, mit den Worten; habe ich
noch zu sagen, dass man auch mit der Feder knnen muss, dass man schreiben lernen
muss? (Nietzsche b, , p. ).
. Corsivi nel testo originale.
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agli occhi le immagini che cerco . Quindi lo stesso Valry rimprovera a Flaubert di non aver saputo sorvegliarsi allo stesso modo di
Goethe: Questa saggezza non compare nella Tentazione . Foucault,
al contrario, con tipico piglio intellettuale, apprezza la Tentation esattamente per lo stesso motivo per cui Valry la critica: la capacit di dar
sfogo agli scarti dellimmaginazione, ai residui della forza, alla massa
caotica del senso in continua tensione con lazione ordinatrice della
forma del discorso e della scrittura, proprio come il sogno con la vita
cosciente.
.. Teatralit della tentazione: marionette
Foucault aveva compreso che per cogliere appieno il significato di
questa tensione era necessario rapportarsi non solo alla dialettica intertestuale fra la parola di Flaubert e limmagine di Bosch, espressioni
di due forme diverse di fare i conti con il caos dellimmaginazione, ma
anche con una dialettica pi profonda, da leggere in filigrana attraverso la prima, vale a dire quella fra parola e corpo, in particolare corpo
teatrale. Non va dimenticato, infatti, ci che riporta Flaubert a proposito della prima idea di scrivere la Tentation: Ho visto un dipinto di
Brueghel raffigurante la Tentazione di SantAntonio, che mi ha fatto
pensare ad adattare per il teatro la Tentazione di santAntonio .
dunque a un adattamento teatrale che Flaubert pensa in prima istanza.
Ma perch il teatro?
Sempre Foucault scrive che Flaubert da bambino aveva visto spesso il Mistero di SantAntonio che metteva in scena il padre Legrain
nel suo teatro di marionette; pi tardi, vi condusse George Sand . Il
filosofo aveva trovato questinformazione nel colossale saggio biogra. Un nombre infini de figures mithologiques se pressent pour y entrer ; mais je
prend garde moi. Et je naccepte que celles qui prsentent aux yeux les images que je
cherche (Valry , p. ).
. Cette sagesse napparat pas dans La Tentation (ibidem).
. Jai vu un tableau de Brueghel reprsentant la Tentation de SaintAntoine, qui ma
fait penser arranger pour le thtre la Tentation de saint Antoine ((Flaubert , prima
serie (), p. ); corsivo nostro.
. Flaubert, enfant, avait vu souvent le Mystre de saint Antoine que donnait le pre
Legrain dans son thtre de poupes; plus tard, il y conduisit George Sand (Foucault ,
p. ).
Nellesplorare la serie intertestuale che si annoda attorno alla Tentation di Flaubert, precisandone il significato sia testuale che culturale,
interessante investigare lorigine dello spettacolo per marionette del
padre Legrain. Lo studioso polacco di marionette Henryk Jurkowsky
. Au temps de Flaubert et bien des annes aprs sa mort un thtre de marionnettes attirait la foule des enfants. Il tait tenu par un brave homme, le pre Legrain, et il
avait pour enseigne La Tentation de Saint Antoine. La verve du montreur de figurines tait
intarissable et son boniment perptuait, dans sa forme nave et drue, de vieilles traditions
remontant aux mystres de moyen ge (Dumesnil , pp. ).
. Flaubert fut un habitu des spectacles donns dans la baraque foraine. On sait avec
quelle fidlit il demeurait toujours attach aux souvenirs de sa jeunesse: tous les ans, en
octobre, lorsque le pre Legrain montait ses trteaux, Flaubert retournait voir la Tentation.
Il y emmena Tourgueniev, Feydeau, George Sand [...]. Un jour quil avait pris place avec
elle au fond de la baraque, quelquun avertit le pre Legrain. Celuici avant que le rideau
se levt sur le dcor de lermitage, savana la rampe et, aprs avoir fait les trois saluts
comme la Comdie Franaise, pronona ces mots: Mesdames, Messieurs, lauteur est
dans la salle et nous fait lhonneur dassister la reprsentation de son uvre! . Jamais
Flaubert ne fut si heureux! (ibidem, p. ).
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Figura .: Anonimo francese (fine del XVII secolo), Teatro in miniatura con scenografie e personaggi ritagliati in rame e dipinti, cm, Drottningholm
Teatermuseum, Stoccolma.
quella di una sceneggiatura teatrale, ma anche la pletora dei personaggi e la molteplicit sia dei livelli enunciativi che dei punti di vista
imita le complesse prospettive delle incisioni di Callot. Ancora una
volta, Foucault lo intuisce nella sua analisi:
Tra il lettore e le visioni ultime che affascinano le apparizioni fantastiche, la
distanza immensa: regimi di linguaggio subordinati gli uni agli altri, personaggisnodo che si guardano gli uni al di sopra degli altri respingono, al pi
profondo di questo testorappresentazione, tutto un popolo traboccante
di chimere .
. Entre le lecteur et les ultimes visions qui fascinent les apparitions fantastiques,
la distance est immense: des rgimes de langage subordonns les uns aux autres, des
personnagesrelais regardant les uns pardessus les autres repoussent, au plus profond de
ce textereprsentation , tout un peuple foisonnant de chimres (Foucault , p. ).
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Sarebbe tuttavia singolare che in un ambito pi vicino dellaltro alla vita,
colui che maestro in questo ambito, vale a dire il regista, debba in ogni
occasione cedere il passo allautore che essenzialmente lavora nellastrattezza, vale a dire su carta. Anche se la messa in scena non potesse contare a
proprio favore sul linguaggio dei gesti che eguaglia e supera quello delle
parole, qualunque messa in scena muta dovrebbe, con il suo movimento,
con i suoi personaggi multipli, con le sue illuminazioni, con le sue scenografie, competere con ci che vi di pi profondo in dipinti come Le figlie
di Loth di Luca di Leida, come certi Sabba di Goya, certe Resurrezioni e
Trasfigurazioni del Greco, come la Tentazione di SantAntonio di Geronimo
Bosch, e linquietante e misteriosa Dulle Griet di Brueghel il Vecchio ove
una luminosit torrenziale e rossa, sebbene localizzata in certe parti della
tela, sembra sorgere da tutte le parti, e attraverso non so che procedimento
tecnico bloccare a un metro dalla tela locchio pietrificato dello spettatore. E
il teatro ne pullula in ogni dove. Unagitazione di vita bloccata da un cerchio
di luce bianca dimprovviso si apre su bassifondi innominati. Un rumore
livido e stridente di questo baccanale di larve ove delle piaghe di pelle umana
non si presentano mai con lo stesso colore. La vera vita mobile e bianca;
la vita nascosta livida e fissa, essa possiede tutte le attitudini possibili di
unimmobilit innumerevole. teatro muto ma che parla molto pi che
se avesse ricevuto un linguaggio per esprimersi. Tutti questi dipinti sono a
doppio senso, e al di fuori del loro aspetto puramente pittorico essi comportano un insegnamento e rivelano aspetti misteriosi o terribili della natura e
dello spirito.
Ma fortunatamente per il teatro, la messa in scena molto pi di questo.
Perch al di l di una messa in scena con mezzi materiali e spessi, la messa
in scena pura contiene attraverso gesti, attraverso giochi di fisionomia e
attitudini mobili, attraverso un utilizzo concreto della musica, tutto ci che
contiene la parola, e in pi dispone anche della parola .
. Il serait tout de mme singulier que dans un domaine plus prs de la vie que lautre,
celui qui est matre dans ce domaine, cestdire le metteur en scne, doive en toute
occasion cder le pas lauteur qui par essence travaille dans labstrait, cestdire sur le
papier. Mme sil ny avait pas lactif de la mise en scne le langage des gestes qui gale et
surpasse celui de mots, nimporte quelle mise en scne muette devrait avec son mouvement,
ses personnages multiples, ses clairages, ses dcors, rivaliser avec ce quil y a de plus
profond dans les peintures comme Les filles de Loth de Lucas de Leyde, comme certains
Sabbats de Goya, certaines Rsurrections et Transfigurations du Greco, comme la Tentation
de saint Antoine de Jrme Bosch, et linquitante et mystrieuse Dulle Griet de Breughel
le Vieux o une lueur torrentielle et rouge, bien que localise dans certaines parties de la
toile, semble sourdre de tous les cts, et par je ne sais quel procd technique bloquer
un mtre de la toile lil mdus du spectateur. Et de toutes parts le thtre y grouille.
Une agitation de vie arrte par un cerne de lumire blanche vient tout coup buter sur
des basfonds innomms. Un bruit livide et grinant slve de cette bacchanale de larves
o des meurtrissures de peau humaine ne rendent jamais la mme couleur. La vraie vie
est mouvante et blanche; la vie cache est livide et fixe, elle possde toutes les attitudes
Barthes percepisce in maniera molto sottile, quantunque non sistematica, le relazioni fra Flaubert, Artaud, e Nietzsche. Da un lato il
semiologo francese qualifica Flaubert come leroe e il martire della
forma; martire perch, al contrario di Nietzsche, non scrive aforismi e,
a differenza di Artaud, non si abbandona al flumen orationis. Dallaltro
lato, sostiene il semiologo in un passaggio di Critique et vrit, Nietzsche Brucia le regole dellesposizione intellettuale . In Francia,
continua Barthes, Non vi stato alcun Nietzsche per osare discorrere
di lampo in lampo, dabisso in abisso (Barthes b, II, p. ).
soltanto nella teoria del teatro di Artaud che si ritrova lo stesso
stile desposizione, e soprattutto lo stesso rapporto iconoclasta con la
forma. Barthes lo sottolinea, significativamente, ne Le Plaisir du texte:
[. . . ] noi non siamo abbastanza sottili per renderci conto dello scorrimento
probabilmente assoluto del divenire; la permanenza non esiste che grazie
ai nostri organi grossolani che riassumono e riconducono le cose a piani
comuni, mentre nulla esiste sotto questa forma. Lalbero a ogni istante una
cosa nuova; noi affermiamo la forma perch non cogliamo la sottigliezza di
un movimento assoluto .
Sempre Barthes, poi, indicava in Artaud il teorizzatore della liberazione dalla forma, dellinseguimento del movimento assoluto. Ancora
ne Le Plaisir du texte il semiologo scriveva: Se fosse possibile immaginare unestetica del piacere testuale, bisognerebbe includervi: la
scrittura ad alta voce. Questa scrittura vocale (che non affatto la
parola) non la si pratica, ma senza dubbio quella che raccomandava
possibles dune innombrable immobilit. Cest du thtre muet mais qui parle beaucoup
plus que sil avait reu un langage pour sexprimer. Toutes ces peintures sont double sens,
et en dehors de leur ct purement pictural elles comportent un enseignement et rvlent
des aspects mystrieux ou terribles de la nature et de lesprit. Mais heureusement pour le
thtre, la mise en scne est beaucoup plus que cela. Car en dehors dune reprsentation avec
des moyens matriels et pais, la mise en scne pure contient par des gestes, par des jeux de
physionomie et des attitudes mobiles, par une utilisation concrte de la musique, tout ce
que contient la parole, et en plus elle dispose aussi de la parole [...] (Artaud , IV, p. ).
. Brle les rgles de lexpos intellectuel (Barthes , II, p. ).
. Il ny a pas eu de Nietzsche pour oser discourir dclat en clat, dabme en abme.
. [...] nous ne sommes pas assez subtils pour apercevoir lcoulement probablement
absolu du devenir ; le permanent nexiste que grce nos organes grossiers qui rsument
et ramnent les choses des plans communs, alors que rien nexiste sous cette forme.
Larbre est chaque instant une chose neuve ; nous affirmons la forme parce que nous ne
saisissons pas la subtilit dun mouvement absolu (Barthes , II, p. ).
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Impossibile non cogliere in questa esegesi leco della scrittura sanguinante di Nietzsche, come nel passaggio de Force et signification in cui Derrida si riferisce esplicitamente al disprezzo del filosofo
tedesco per la scrittura assisa di Flaubert:
. Sil tait possible dimaginer une esthtique du plaisir textuel, il faudrait y inclure:
lcriture haute voix. Cette criture vocale (qui nest pas du tout la parole), on ne la
pratique pas, mais cest sans doute elle que recommandait Artaud et que demande Sollers
(ibidem, p. ).
. Heureux celui qui ne connatrait Artaud que sous sa forme casse, dissmine,
hraclitenne (la cochonnerie de lcriture nest peuttre que son continu, ce flumen
orationis dont lancienne rhtorique faisait la valeur suprme du style et que Flaubert, pour
son plus grand bien, na jamais pu accomplir (Barthes, inedito, in Id., uvres Compltes
(), voll., II, p. ).
. La premire urgence dun thtre inorganique, cest lmancipation lgard du
texte. Bien quon nen trouve le rigoureux systme que dans le Thtre et son Double, la
protestation contre la lettre avait t depuis toujours le premier souci dArtaud. Protestation
contre la lettre morte qui sabsente loin du souffle et de la chair. Artaud avait dabord rv
dune graphie qui ne partt point la drive, dune inscription non spare: incarnation de
la lettre et tatouage sanglant (Derrida , p. ).
Ma Nietzsche aveva il forte sentore che lo scrittore non sarebbe mai stato in
piedi; che la scrittura sia in primo luogo e per sempre qualcosa su cui ci si
china. Meglio ancora quando le lettere non sono pi delle cifre di fuoco nel
cielo.
Nietzsche ne aveva un forte sentore ma Zarathustra ne era sicuro:
Eccomi circondato di tavole spezzate e di altre incise solo a met. Sono in attesa. Quando la mia ora verr, lora di ridiscendere e perire. . .
Die Stunde meines Niederganges, Unterganges. Bisogna discendere, lavorare,
chinarsi per incidere e portare la nuova Tavola alle valli, leggerla e farla
leggere. La scrittura luscita come discesa fuori di s in s del senso: metaforaperaltruiinvistadaltriquaggi, metafora come metafisica dove
lessere deve nascondersi se si vuole che laltro appaia / .
Lesegesi derridiana di Nietzsche riporta lesplorazione intertestuale l dove era partita, alle tentazioni che il teatro, per il tramite della
pittura, offre a una scrittura assisa; alla strenua resistenza di Flaubert,
criticabile per alcuni, lodevole per altri. Alla fonte di tutto questo percorso o meglio nel punto di mediazione fra Atene e Gerusalemme
da un lato e Flaubert dallaltro sta la Vita Antonii di Atanasio, la
quale per essa stessa un tentativo di teatralizzazione della scrittura.
Atanasio non era affatto un ingenuo agiografo, ma un fine teologo che
consacr tutta la propria vita a combattere leresia ariana. Da questo
punto di vista, la Vita Antonii non altro che il rivestimento narrativo
della tesi teologica secondo cui Cristo lunica fonte di salvezza e
tutte le altre vanno rigettate. Ario aveva composto alcune canzoni
popolari per rendere la sua dottrina pi attraente (PG LXV, col. ).
Atanasio le aveva aspramente criticate, cogliendovi il germe di una
pericolosa immaginazione, ma aveva poi composto a sua volta delle
. Mais Nietzsche se doutait bien que lcrivain ne serait jamais debout; que lcriture
est dabord et jamais quelque chose sur quoi lon se penche. Mieux encore quand les
lettres ne sont plus des chiffres de feu dans le ciel.
Nietzche sen doutait bien mais Zarathoustra en tait sr: Me voici entour de tables
brises et dautres demi graves seulement. Je suis l dans lattente. Quand viendra mon
heure, lheure de redescendre et de prir... . Die Stunde meines Niederganges, Unterganges .
Il faudra descendre, travailler, se pencher pour graver et porter la Table nouvelle aux
valles, la lire et la faire lire. Lcriture est lissue comme descente hors de soi en soi
du sens: mtaphorepourautruienvuedautruiicibas, mtaphore comme possibilit
dautrui icibas, mtaphore comme mtaphysique o ltre doit se cacher si lon veut que
lautre apparaisse (ibidem, p. ).
. In tedesco e in corsivo nel testo.
. Alessandria dEgitto, Costantinopoli, .
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opere teatrali, note come , al fine di controbattere efficacemente la seduzione ariana. Come Giorgio La Piana lo evidenzia
nel suo studio su Le rappresentazioni sacre nella letteratura bizantina,
Dell, che si afferma opposta dagli ortodossi allopera di
Ario, nulla, come si detto, si sa; facile per congetturare, che, se
pure esistette, dovette esser composta sullo stesso modello dellopera
a cui si contrapponeva (La Piana , p. ).
Insomma, la Vita Antonii di Atanasio rappresentava essa stessa
un esorcismo, un esorcismo della forma, in cui il genere teatrale si
contrapponeva alla seduzione delle canzoni di Ario, ma anche un
esorcismo del contenuto, in cui levocazione fantasmagorica delle
eresie serviva a dimostrare, attraverso la narrazione figurata e teatrale,
che fuori del Cristianesimo non vera salvezza alcuna. Per il tramite
di Bosch, dei Brueghel e di Callot, dei Misteri medievali, del teatro
mediceo e di quello delle marionette, il senso di questo esorcismo
giunge sino a Flaubert, che se ne appropria per mettere in scena il suo
proprio agone, quello della forma contro la forza, dellordine contro
il caos, del senso contro la follia. Altri, come Nietzsche e Artaud,
disprezzeranno questo agone e, cedendo alle tentazioni intrappolate
da Atanasio e Flaubert, inseguiranno il senso fino allinsensatezza.
.. Dialettiche della tentazione: Greimas
Ma non il caso di chiudere questa scorribanda intertestuale senza
perlomeno accennare ai due livelli di tentazione che non sono ancora
stati trattati. La di Atanasio ce ne offre lo spunto, e soprattutto il modo in cui vi si riallaccia un grande castigatore di eresie
interpretative e semiotiche, il Greimas di fuori dal testo non vi
salvezza .
Ai lettori di questo capitolo non sar sfuggito che esso non ha
seguito il metodo classico della semiotica, e tantomeno quello della
semiotica greimasiana. Si pu dire anzi che lo abbia spudoratamente
sovvertito, ignorando il testo vero e proprio della Tentation di Flaubert,
e invece lanciandosi a rotta di collo in unesplorazione intertestuale
. Hors du texte, pas de salut; per un lucido commento a questa affermazione, si
veda Marrone .
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Dalla glossematica
Libera nos, Domine
Dalla struttura esosemantica del linguaggio musicale
Dalla totalit sincretica dellemittente
Dalla linguistica generativotrasformazionale
Dal movimento trasformazionalista
Libera nos, Domine
Dalle apparizioni di Chomsky, di Mehler, di Perchomok,
Di Saussure, Cassirer, Troubetzkoy, Althusser,
Di Zolkiewsky, Jakobson, Barthes, Derrida, Todorov,
Da Greimas, Fodor, Chao, Lacan, etc.
Libera nos, Domine
Riferimenti bibliografici
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Gallimard, Parigi, vol. IV.
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Represented in a Study of two Pictures, The Prodigal Son, and the Temptations
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(b) Intervista con Raymond Bellour, in Les Lettres franaises,
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() Der Wille zur Macht (manoscritto non pubblicato in vita dellautore), a cura di P. Gast, Alfred Krner Verlag, Stoccarda.
(a) Nietzsche contra Wagner (), in Id., Nietzsche Werke, a cura
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W J.M. () Craig on Theatre, Methuen, Londra.
Capitolo II
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Dal punto di vista semiotico, luna e laltra non si possono fotografare in astratto, attraverso illazioni pi o meno raffinate sui confini
semiosferici della forma di vita ideologicoestetica di un gruppo socioculturale (tale piuttosto lapproccio di vari generi di sociologia
qualitativa (Berzano, Genova ) ma attraverso lo studio di testi (Volli
; Marrone ): quelli che introducono la novit nella semiosfera, abbigliando il nuovo con forme e discorsi che ne consentano la
ricezione; ma soprattutto quelli che reagiscono a tale introduzione,
attivando schemi passionali condivisi per accogliere o rifiutare la novit
in varia misura.
Ecco allora che quelle congiunture socioculturali in cui un nuovo
elemento di senso irrompe allinterno di una semiosfera culturale
sono straordinarie occasioni per costruire una sorta di barometro
patemico, che misuri il grado e le forme di attivazione emotiva con
cui la societ e le sue diverse collettivit plasmano, attraverso reazioni
che perlopi sfuggono alla coscienza individuale, il gusto passionale
di tale semiosfera.
Fra gli infiniti processi di questo tipo che si potrebbero analizzare,
quelli che concernono il gusto estetico sono particolarmente significativi. La reattivit emotiva delle collettivit infatti spesso legata
alla sensualit, e sono proprio le diverse passioni del gusto a delineare
i confini della forma di vita emotiva caratterizzante una societ nei
suoi vari rivolgimenti storici. Insomma, si appartiene a una comunit
nazionale non solo e non tanto perch si ha il gusto della patria, ma
forse anche e soprattutto perch si ha un modo specifico di gestire
i gusti della patria (Calabrese ; Marrone, Giannitrapani ), di
appassionarsi in rapporto alla dimensione estesica ed estetica delle
proprie vite individuali e collettive. Non dunque forse un caso che
formazioni ideologiche secessioniste, che lavorano sulla decostruzione del gusto della patria, debbano contemporaneamente operarsi per
la disgregazione dei gusti della patria (Leone ).
.. Una passione irrefrenabile
A guisa di esemplificazione, la seconda parte de capitolo tratter di un
caso di studio specifico: lintroduzione del cioccolato nella cultura italiana agli albori della modernit. Tale introduzione dette luogo a una
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sagrada Comunion [Cioccolato e tabacco, Digiuno ecclesiastico e naturale; se questo venga rotto dal cioccolato e dal tabacco, in vista della
sacra Comunione] (Hurtado ) , ove lautore affermava lesistenza
di una bolla papale che avrebbe permesso lingestione di cioccolato
durante il digiuno. In seguito, numerosi teologi europei alimentarono
questa controversia fino a che, nel , il cardinale Francesco Maria
Brancaccio vintervenne con lopuscolo De chocolatis potu diatribe
(Brancaccio ), ove il cioccolato considerato bevanda per se, e non
soltanto per accidens, ed dunque ammesso durante il digiuno, come
lacqua e il vino.
.. La resistenza del Concina
Le Memorie di Daniele Concina sinseriscono in questa serie testuale. Scritte in forma di risposta a un arcivescovo anonimo il quale si
domandava se fosse vero che, durante la Quaresima, un predicatore
avesse affermato che, chiunque beve una chicchera di cioccolato,
commette un peccato mortale e che poi tale predicatore, accusato di
rigorismo, avesse ricusato, Concina vi proclama che, se uno straniero
venisse in Italia, esclamerebbe che il rigorismo criticato dai cosiddetti
benignisti una chimera . Quindi propone un sonetto, in cui il cioccolato parla in prima persona delle sue traversie morali: Colei son io che
per lantica essenza / Ebbi gi col digiun s fiere liti: / Che i maggiori
Teologi smarriti / Non sanno a chi di noi dar la sentenza. // Studian
del pari il gusto, e lastinenza / Nella Scuola ambedue de i. . . / E dice
lun, che i liquidi assorbiti / Frangono, quando v lincontinenza. //
Per sedar laltra i scrupoli consiglia, / Che sia rito civil dellamicizia,
/ Se si prende talor senza vaniglia. // Questa tra linnocenza, e la
malizia / Dottrina media accorda a maraviglia / Il digiuno, la gola,
e lavarizia (Concina , p. ) . Questo componimento, intriso
. Si veda Hurtado , vol. , pp. : De Potione Cocolatica Sumenda, vel non
sumenda in die jeiunii ecclesiastici.
. Canneto, Rome, .
. Non griderebbe, che il Rigorismo spacciato da Benignisti una chimera, che in
pratica nellItalia non si trova (Concina , p. vii).
. Nel testo i Gesuiti non sono menzionati esplicitamente ma evocati implicitamente
attraverso la reticenza del sesto verso, il quale termina con tre punti di sospensione; grazie
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sostrato profondo della cultura italiana, per ragioni storicamente complesse, si oppone a ogni pensiero del rigore morale; oppure se sia stato
proprio lo smacco del rigorismo italiano, il trionfo del benignismo,
che ha contribuito a determinare, nel lungo periodo, la lassitudine
morale della societ italiana.
Certo, vi qualcosa di familiare nel modo in cui Concina cerca
di ridicolizzare gli argomenti dei casuisti a favore del dilagare della
passione culinaria per il cioccolato, finanche in tempo di digiuno. La
storia, letta con lenti semiotiche, ci conferma che la semiosfera italica
segnata da un eterno dissidio fra rigoristi e benignisti, fra chi vorrebbe
regolamentare le passioni dei sensi e chi, invece, escogita argomenti
per sdoganarle anche al di l della dottrina morale e della norma
giuridica. Che nel lungo periodo la seconda tendenza sopraffaccia
la prima non un mistero, ma forse non ci si ancora convinti
che la patria del gusto forse pure questo: unirrefrenabile tendenza
a respingere sempre pi in l, in nome della sensualit collettiva e
delle sue passioni, i confini del disgusto morale, fino a condonarsi
praticamente tutto.
Riferimenti bibliografici
B B. () Dissertatio in casus reservatos Venet dioceseos, apud Joannem
Mariam Lazaroni sub signo S. Cajetani, Venezia.
B L. e C. G () Sociologia dei lifestyles, Carocci, Roma.
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fr/nas/ [ultimo accesso il agosto ].
B F.M. () De chocolatis potu diatribe, per Zachariam Dominicum Acsamitek a Kronenfeld, Roma.
C O. () Passioni e valori: uneconomia dellesistenza semiotica, Versus , numero monografico su Affettivit e sistemi semiotici. Le
passioni nel discorso: .
() Leleganza maschile: per una filosofia della forma del vivere, Consorzio per il festivalfilosofia, Modena.
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Capitolo III
: .. Centralit del testo scritto, .. Immutabilit e monocentrismo, .. Letteralismo, infallibilit e non contraddizione, .. Unicit dellinterpretazione, .. Intraducibilit,
.. Asemanticit, .
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Societ nobile.
Gujarat, Ajmer, .
Organizzazione nazionale dei volenterosi.
Nagpur, .
Per il concetto di semiosfera, Lotman .
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per esempio, dai tanti passi della Bibbia che non si configurano come
discorso storico, ma piuttosto come discorso sapienziale? Qual il
referente reale del frammento testuale Vanit delle vanit, tutto
vanit? Letteralismo non pu dunque significare interpretazione
referenziale del testo religioso, per il solo fatto che molti frammenti
discorsivi allinterno dei testi religiosi non hanno alcun referente reale
esplicito o esplicitamente individuabile.
allora utile il suggerimento di James Barr, secondo cui il letteralismo consisterebbe piuttosto nella costruzione di un discorso
interpretativo secondo cui il testo interpretato infallibile, non pu
sbagliare (Barr , p. ). Ma, ancora una volta, che cosa significa
affermare che un testo infallibile? Che esso non contiene errori? Errori rispetto a che cosa? Nel fondamentalismo cristiano, per esempio,
lidea dellinfallibilit del testo biblico si articola secondo pi direttrici.
Il testo biblico non solo centrale, immutabile e insostituibile, una
sorta di blocco granitico di senso trasmesso da Dio allumanit; non
solo veritiero in ogni sua parte; anche privo di qualsivoglia contraddizione. Cos, Guillaume Ren Meignan , arcivescovo di Tours,
nellinterpretare il significato di Numeri , , in cui lasina parla a
Balaam con voce umana, esprimeva un cruccio per molti versi analogo
a quello di ibn Baaz:
Se le parole dellasina e lapparizione dellangelo sono finzione o sogno,
sebbene le Sacre Scritture le raccontino come fatti, perch lintera storia
di Balaam non dovrebbe essere fittizia e un sogno? Perch allora lintera
Bibbia non dovrebbe essere una mistura di verit e finzione? La porta
aperta a decisioni arbitrarie. Le Sacre Scritture saranno spogliate del loro
carattere sacro; la loro autorit svanir; la Bibbia, essendo divenuta la pi
inaffidabile delle storie, non sar pi la Bibbia .
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non tanto questa o quella traduzione, quanto lidea stessa del tradurre. Cos, un predicatore cristiano fondamentalista bruci sul pulpito
una delle prime copie della Revised Standard Version, sostenendo che
doveva trattarsi di opera del demonio perch si faceva fatica ad arderla
(Bruce , p. ). Pamphlet altrettanto incendiari furono pubblicati
in ogni angolo degli USA con titoli quali La Bibbia dellanticristo, La
nuova Bibbia blasfema, e Quali dita impure hanno manomesso la Sacra
Bibbia, la parola di Dio pura, infallibile, verbalmente ispirata? La frase di
apertura di questultimo pamphlet suggerisce in quale contesto storicopolitico situare tali anatemi: Ogni persona informata e intelligente
sa che il nostro governo brulica di comunisti, o di coloro che approvano e incoraggiano il comunismo (ibidem). In effetti, col passare
degli anni la Revised Standard Version stata gradualmente accettata,
fino a divenire addirittura la base dei commentari biblici di stampo
fondamentalista. Questa evoluzione spinge alla cautela nei confronti
delle speranze di chi, come James Barr, ritiene che il tema della traduzione della Bibbia sia il primo campo in cui i fondamentalisti sono
forzati verso una sorta di ecumenismo (Barr , p. ). Ci pu
avvenire solo se le nuove traduzioni, dopo essere state esecrate, non
vengono poi accettate e ipostatizzate al rango di rivelazione suprema e
immutabile, al punto da essere utilizzate come schermo contro lidea
di ogni ulteriore trasposizione del testo religioso.
Ogni semiotico della cultura sa quali sono le implicazioni filosofiche
del concetto e dellesercizio del tradurre un testo religioso: tradurre
la rivelazione significa accettare, esplicitamente o meno, che essa deve
incarnarsi nel linguaggio umano, e quindi essere soggetta alla variet
delle lingue, alla loro trasformazione nel tempo e nello spazio, alle
istanze che, attraverso la traduzione, i diversi agenti sociali possono
iniettare nella semantica del testo religioso (BeDuhn ). Ritenere
che vi sia un grado zero di questo processo, una versione della Bibbia,
del Corano, di qualunque altro testo religioso, che non sia pur sempre
traduzione di un determinato contesto culturale, di un hic et nunc
storico, equivale, ancora una volta, a negare la natura testuale del testo
religioso. Tuttavia, lesempio dellattaccamento dei fondamentalisti
cristiani anglosassoni alla King James rivela che ci che scardina lo stile
semiotico dei fondamentalisti non tanto il fatto che un testo religioso
sia tradotto, quanto che la traduzione sia pensata come un processo
infinito dinterpretazione, in cui le comunit religiose trasformano
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Capitolo IV
.. Army of God
Chi visiti il sito web http://www.armyofgod.com simbatte in immagini come questa (Fig. .):
Figura .
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soprattutto dalle altre due foto digitali presenti nel sito: la prima di
esse, a sinistra di quella gi descritta, mostra sullo sfondo, leggermente
sfocata, lapertura circolare di un barattolo di vetro, mentre in primo
piano rappresenta una sorta di forcipe che stringe la testa di un feto, perfettamente formata ma staccata dal resto del corpo; la seconda, in coda
alla home page del sito, mostra, di nuovo sullo sfondo di un ospedaliero
tessuto bianco, un feto con il cordone ombelicale ancora attaccato ma
con la testa recisa, deposta a pochi centimetri dal tronco; da un lato
un rimando al legame col corpo della madre, e dunque con la fonte
della vita, dallaltra un richiamo alla recisione di questo legame da parte
del medico abortista: questi ha mozzato la testa del feto prima della
nascita, provocandone la morte, invece di tagliare il cordone ombelicale
dopo la nascita, permettendo la vita del bambino (Fig. .).
Figura .
In tutti e tre i casi, i feti non sono mostrati solo come cadaveri
di bambini uccisi, ma anche come salme sottoposte alle sevizie del
nemico, alla mutilazione, alla decapitazione. Non forse azzardato
sostenere che limmaginario visivo che soggiace a queste rappresentazioni sia ispirato da quello delliconografia bellica. Tale ipotesi pare
corroborata dal modo in cui il sito internet dellArmy of God prospetta
linterazione semiotica fra queste immagini e il loro contesto. In generale, si tratta di uninterazione assai poco sofisticata, che non molti
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loro petti sono segnati con una croce disegnata con un miscuglio di olio
di karit e di ocra; entrano in unaia circolare, dove sono aspersi con
acqua santa (un miscuglio di acqua e olio) a mezzo di foglie di palma; si
chiede loro di dare la propria anima a Dio e si dice loro che essi sono
adesso carichi di malaika ; unaltra croce disegnata sui loro corpi
con ceneri bianche, al fine di proteggerli dalla malattia e dalle ferite;
dopo liniziazione, per tre giorni simpedisce loro di lavarsi o di toccare
noniniziati (Lukermoi ).
Anche gli atti che la LRA compie nei confronti dei bambini sono
accompagnati da una retorica religiosa analoga. Fino alla fine degli
anni Novanta, i leader della LRA sostenevano che il nuovo millennio
non sarebbe mai arrivato, e che allo scoccare del sarebbe giunto
il Salvatore. Era dunque necessario rapire i bambini dai loro villaggi al
fine di salvarli e prepararli al Nuovo Mondo (Behrend , p. ).
Secondo alcune interviste condotte da osservatori di Human Rights
Watch con bambini o giovani adulti sfuggiti alla LRA, linserimento
nella milizia dei piccoli rapiti comporta tuttora uniniziazione durante
la quale essi sono prima brutalmente linciati, poi sottoposti a unzione
rituale: lolio di karit spalmato in forma di croce sulla fronte, sul
petto, sulla schiena, sulle mani e sui piedi dei bambini. Secondo alcuni
sopravvissuti, i miliziani avrebbero esplicitato il significato di questunzione dicendo adesso non sei pi con tuo padre e con tua madre,
ma con lLRA; se te ne vai, ti uccideremo; secondo altri, sarebbe
stato detto loro che lolio avrebbe consentito ai miliziani di trovare i
bambini pi facilmente, se fossero fuggiti via .
LLRA non propaganda la propria concezione dei bambini come
combattenti attraverso Internet, o tramite altre forme di comunicazione analoghe a quelle utilizzate dai gruppi terroristici che operano nella
semiosfera delle comunicazioni globali. LLRA diffonde il terrore, e
il sentimento della violenza efferata di cui sono capaci i bambini che
combattono per questa milizia, attraverso i corpi stessi delle vittime,
orribilmente mutilati. La foto che segue ritrae Lokeria Aciro, una
donna ugandese di quaranta anni, ricoverata presso lospedale Saint
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Figura .
evidente che essa ha come scopo non solo il terrore della vittima che
la subisce, ma anche quello della comunit cui la vittima appartiene.
per questo che la vittima non uccisa. per questo che le parti
pi visibili del suo corpo sono deturpate. La recisione delle labbra e
delle orecchie trasforma il volto della vittima in un muto messaggio
di terrore che circola allinterno della comunit, un messaggio in
cui il senso di un dolore fisico atroce si accompagna a quello di un
dolore psicologico ugualmente devastante, legato al deturpamento
delle fattezze ma anche allincapacit di esprimere la propria sofferenza attraverso la parola. Il volto privato di ogni appendice, di ogni
fisionomia, di ogni umanit, evoca in maniera dirompente il terrore
suscitato dallidea di essere nuda vita a disposizione di un bambino a
sua volta incattivito da violenze indicibili, homo sacer alla merc di un
altro homo sacer (Agamben ).
.. Gods Army
LMIPT Terrorism Knowledge Base registra un gruppo di combattenti
denominato Gods Army, anche noto come Gods Army of the Holy
Mountain. La foto che segue ritrae i due capeggiatori del gruppo,
i gemelli Johnny e Luther Htoo, mentre si consegnano allesercito
thailandese (Fig. .).
La Gods Army nacque in Birmania nel da una costola della
Karen National Liberation Army (KNLA), un gruppo di combattenti
che, da quando il Paese consegu lindipendenza dalla Gran Bretagna
nel , opera in una zona al confine con la Thailandia prefiggendosi di liberare il gruppo culturale minoritario Karen dal dominio
del Governo centrale, considerato come espressione oppressiva della
cultura birmana. Il conflitto socioculturale fra Birmani e Karen comporta anche una connotazione religiosa: nonostante la Birmania non
contempli una religione di Stato, sin dallindipendenza del Paese il Governo ha favorito il buddismo Theravada a danno di altre confessioni,
fra le quali anche il Cristianesimo Protestante di un buon numero di
. Pubblicata in Horn .
. Ufficialmente denominata Unione di Myanmar. Nessuna di queste denominazioni
scevra di complesse connotazioni culturali e politiche.
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Figura .
Karen . Dal , il panorama socioreligioso della Birmania ulteriormente complicato dal fatto che un gruppo di combattenti Karen di
religione buddista, ritenendo di essere discriminati dallorientamento
prevalentemente antibuddista e filocristiano della KNLA, se ne
staccato e ha preso a combattere contro di essa col nome di Democratic
Karen Buddhist Army, probabilmente con lappoggio del governo centrale. Nel lesercito birmano lanci loperazione Spirit King, con
lintento di evacuare forzatamente i Karen da una regione al confine
con la Thailandia, destinata al passaggio di un oleodotto del Consorzio
petrolifero britannico Premier Oil.
in questo contesto che, nel marzo del , Thah Hpay, pastore
protestante birmano del distretto di Htaw Mamaw, nella zona orientale del Paese, condusse due gemelli analfabeti di nove anni, Johnny e
Luther Htoo, dal capo militare della Karen National Liberation Army,
sostenendo che il Signore aveva annunciato loro che essi avrebbero
salvato i Karen. Secondo le dichiarazioni raccolte da Maggie OKane,
il capo militare consegn a questi bambini una pistola con tanto di
munizioni (OKane ). Poco tempo dopo, un plotone di otto uomini denominato Jesus commando, guidato da Luther Htoo al grido
di Gods Army!, si scagli contro una chiesa di Manderlay e ottenne
una prima vittoria. Da questo episodio e da alcuni fortunosi successi
. International Religious Freedom Report : Burma, http://www.state.gov;
ultimo accesso dellautore: febbraio .
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Capitolo V
.. Uno e Due
... Lemersione del senso
Il senso si d per emersione da un Tutto inafferrabile, e lascia immaginare per presupposizione la lacerazione insita in questo
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emergere . La comparsa del Due, ossia dellalterit, frutto consustanziale allemersione stessa, connaturata alla possibilit di unesistenza,
e tuttavia produce la nostalgia dellUno, di un Tutto in cui la mancanza si annulli e scompaiano le inevitabili contraddizioni della dualit
(Greimas ).
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Vicendevolmente, quando la tensione verso lUno tale da mortificare oltre misura quella dualit che fondamento dellesistenza,
si generano istanze dualizzatrici che invertono la tensione lungo il
continuum, cercando di costruire una nuova illusione di assenza del
residuo ed eliminando, nelle forme elaborate, le presupposizioni che
ad esso rimandano (b).
ossia di saturazione del residuo da parte della forma. Tuttavia i cosmologi hanno appena iniziato a configurare possibilit diverse, scenari
variegati che, rapportati alla dimensione generale delle dinamiche del
senso, non darebbero affatto per scontata una sua dissoluzione .
... Breve topologia delle dinamiche di senso
Topologicamente, la forma un insieme dotato di confine, il quale
realizza, per il suo stesso esistere, lesclusione di un residuo nel Tutto
e la produzione di una dualit fra insieme e noninsieme. La dualit
perfetta si ritrova a partire da un insieme il cui centro in posizione
esattamente mediana rispetto al confine, ovvero equidistante da tutti i
punti di questultimo (Lotman ). Viene cos occultata ogni presupposizione a qualsivoglia allargamento del confine. Tuttavia, dato che le
emersioni del senso non possono essere irregimentate immediatamente e perfettamente, e quindi non possono essere organizzate in modo
che il centro risulti sempre in posizione mediana, la dualit perfetta
un asintoto irraggiungibile, e continue presupposizioni del residuo
sono destinate a formarsi. Ugualmente irraggiungibile , daltro canto,
lunit perfetta, in quanto ogni lavoro sul confine dellinsieme esso
stesso produzione di senso mediante una forma, e quindi produzione
di nuovo confine. Sia listanza unificatrice che quella dualizzatrice,
inoltre, possono lavorare in maniera radicale oppure in maniera moderata, a seconda di quale dei due elementi dellinsieme sia oggetto
del lavoro dellistanza: il centro oppure il confine. Ancora una volta,
raro riscontrare una prevalenza assoluta di una delle due modalit,
che invece si situano, di nuovo, come poli estremi in un continuum di
combinazioni variabili (Lotman ).
Listanza unificatrice lavora sul centro cercando di spostarlo, ossia cercando di squilibrare la forma nella sua articolazione interna,
mentre lavora sul confine cercando di eliminarlo, e dunque inevitabilmente producendo un nuovo confine, che magari abbracci una
porzione di residuo pi ampia. ovvio che la prima modalit risulta di
instaurazione di una competenza rispetto alla seconda, performativa. Il
. Illuminante, a tal proposito, lillustrazione di John D. Barrow in Theories of Everything
(), specie nel capitolo dedicato ai principi organizzativi.
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Proprio l dove inevitabile che ci si sporchi le mani con la spigolosit dei fenomeni concreti, ovvero nel passaggio dalla speculazione
teorica alla pratica analitica, si inserisce questa utile citazione. Ecco
a che cosa servir: a insinuare parola dopo parola che si sta solo confezionando lennesimo gingillo, per il quale combattono, e neppure
con troppo vigore, gladiatori prezzolati. LUno e il Due, la determinatezza e lindeterminatezza, questa o quellaltra coppia di mercenari
antagonisti, in che cosa sfuggirebbero alla nomea di teatranti? Cosa li
distingue dallazzuffarsi di apollineo e dionisiaco, classico e barocco,
patriarcale e matriarcale?
. Torino, luglio Montepulciano, maggio .
.. Castaneda e la kabbalah
Si (como el griego afirma en el Cratilo)
El nombre es arquetipo de la cosa,
En las letras de rosa est la rosa
Y todo il Nilo en la palabra Nilo. [. . .]
J.L. B, El Golem.
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Dalle parole dello stregoneguida si evince che gli attori fra loro antagonisti, dotati dello stesso ruolo tematico, sono surmodalizzati secondo
una categoria etica che li assiologizza, determinando come buono don
Juan e come non buoni gli stregoni del passato. Ecco la radice dellopposizione: dinanzi a unimpersonale istanza sanzionatrice che delimita il
doverfare dal non doverfare, gli stregoni del passato vollero fare ci
che non dovevano, derivandone una sanzione negativa e una diminuzione della competenza, mentre don Juan, che si muove rispettoso dei
limiti della stregoneria, non incorre in conseguenze spiacevoli.
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indubbio che questo percorso figurativo sia sorprendentemente isomorfo a quello delineato nella topologia teorica che guida la
presente ricerca. poi interessante cogliere i rapporti tra limpianto
narrativo profondo e la sua figurativizzazione: gli stregoni del passato
erano cos tracotanti da deformare totalmente la propria configurazione energetica, nel ridurla da uovo conchiuso a filamento ininterrotto
che toccasse tutti i possibili fasci di energia delluniverso. In effetti,
topologicamente, la linea curva e ininterrotta quanto di pi lontano
possa esserci da una forma dotata di centro. Pare, perci, che gli stregoni del passato realizzino, in maniera di fficilmente rappresentabile,
lutopia di una fusione col Tutto, di una morte assoluta del senso.
Pagano, daltro canto, il compiersi di questo obbiettivo collessere
insensati nel mondo della Prima Attenzione, col perdere dualit e,
quindi, esistenza. Nel racconto di don Juan si inscrive dunque un monito a che Castaneda, e i lettori con lui, stabiliscano un equilibrio fra
tensione verso il residuo e mantenimento delle condizioni di esistenza,
cos da non correre il rischio di piombare, a furia di spostamenti, nel
luogo della mera insensatezza.
... Analogie strutturali
Prestando adesso fede allobbiettivo della ricerca, si stabiliranno alcune connessioni formali tra un fenomeno di senso quale quello
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programma narrativo duso rispetto a un programma pi generale, che quello nel quale il soggetto Dio pone il soggetto Uomo
in congiunzione con loggetto di valore precedentemente costruito,
modalizzandolo, cos, secondo il sapere.
Ci traspare, come naturale, nellorganizzazione del livello discorsivo: la Torah in potenza, quella virtuale, collocata alla destra di Dio,
luogo sacro e perfetto per definizione. Successivamente, quando si coagula la volont di una comunicazione, loggetto costruito viene a essere
qualificato come incredibilmente sottile, concentrato. Riceve, inoltre,
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Ma c di pi. Lopposizione fra fuoco bianco e fuoco nero corrisponde, nel testo, pure allopposizione fra Torah scritta e Torah
orale, per cui viene a delinearsi un altro livello di senso. La categoria del bianco e del nero appartengono, infatti, alla configurazione
discorsiva tipica del tema della scrittura, per cui al luogo bianco su
cui si scrive si contrappone il colore nero, o comunque il colore di
contrasto, col quale si scrive. A questo punto, per, parrebbe esservi
una contraddizione, in quanto il fuoco bianco, e non il fuoco nero,
a tradurre figurativamente la Torah scritta. Lequivoco si risolve
presto se si considera che latto di scrittura che qui si intende non
quello dellUomo, bens quello di Dio. Poich, nelle concezioni
pi estreme, la Torah Dio, essa originariamente non pu darsi
che come Tutto privo di forma, bianco assoluto senza confini. nel
momento in cui interviene luomo che si produce la Torah orale,
ossia linterpretazione, e questa non pu che sporcare il candore
della scrittura divina, contaminare il fuoco bianco col fuoco nero.
In sostanza, anche la Torah che scritta dallUomo rientra nella
Torah orale, perch non altro che frutto del tentativo, da parte
dellUomo, di riprodurre con i suoi poveri segni grafici lenunciato
divino. Lo scarto modale esistente fra Dio e Uomo, infatti, realizza
una comunicazione imperfetta a priori, sporcata dallinterpretazione
umana.
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.... Il labirinto
Per quanto riguarda il primo movimento, esemplare la lode tessuta da Johann Cristoph Mnnling , nellEuropischer Helikon (),
agli artifici cabalistici. Vi compare scopertamente la coscienza dellesteriorit della retorica cabalistica, denominata significativamente
cabala simplex o communis. Di tale virtuosismo di facciata si trovano esempi pressocch infiniti, sia pure non direttamente rapportabili
a una regolarizzazione della kabbalah. Si pu dire infatti che, in
tutti i casi in cui, nella storia, si sia manifestata una tensione verso
il residuo, listanza regolarizzatrice abbia prodotto questa retorica
senza radici, frutto bizzarro dello scontro fra Dioniso e Apollo.
dato ritrovare virtuosismi di tal fatta in epoca alessandrina, sotto
Costantino, in tutto il tardo impero, nei peyuttim tra il VII e il XII
sec., nel tardo Medio Evo, in epoca barocca, in certo romanticismo, per non parlare dellet contemporanea. Si va dai technopaigniai
alessandrini al celebre O Tite, tute, Tati, tibi tanta, tyranne, tulisti di
Ennio (Ann. Skutsch), per passare ai inni alla Vergine che
furono composti anagrammando lAve Maria, oppure agli straordinari versi onomatopeici (imitano lusignolo) del Bettini , citati nel
Cannocchiale aristotelico:
Quit, quit, quit, quit
Quit, quit, quit
Zzzzz zzz
Quoror ti zqu pipiqu
E poi ancora il sonetto a rime di Luigi Groto ; i madrigali di Gesualdo da Venosa ; la kabbalah musicale di Bach ; le isopsefie di certi
versi shakespeariani, per cui il mostro verbale delle Pene damor perdute,
honorificabilitudinitatibus, d luogo a Hi ludi, tuiti sibi, Fr. Bacono
nati; gli acrostici di Edoardo Cacciatore e di Quirin Kuhlmann ;
.
.
.
.
.
.
.
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della mistica eccentrica, che il paladino di una religione debba profanare il proprio credo per affermarlo, inaugurando unennesima e
bizzarra versione del paradosso del mentitore.
E vi saranno alcuni che, ritenendo che il profeta debba compiere non da solo la propria missione, penseranno bene di cimentarsi
anchessi in questo tuffo verso il male, facendo s che il fingere di
professare una religione quando invece se ne confessa unaltra divenga
regola generalizzata. Coincide con lapostasia, infatti, il sacrificio pi
alto che si pu chiedere a s stessi per la redenzione del mondo. Per
chiudere, si citeranno le parole di un altro profeta maledetto, passato alla storia della kabbalah come diabolicamente assetato di potere:
Jakob Frank . Questi nel Settecento si chiedeva: Se Sabbatai Zevi
doveva attraversare tutti gli stadi di questo mondo, perch egli allora
non ha provato il gusto del potere?
fenomeno assai frequente, e lo si riscontrato nella figura di Sabbatai Zevi, quello per cui listanza mistica, estremizzandosi, tende a
una dissoluzione delle categorie assiologiche che surdeterminano
il senso, conducendo, sul quadrato semiotico, o a una situazione di
negazione di entrambi i termini della categoria, oppure a una loro
contemporanea affermazione. Buono e cattivo, brutto e bello, ma in
definitiva pure certo e probabile, vengono cos negati o coagulati entro
fenomeni di senso per loro stessa natura paradossali e contraddittori,
. Yaakov Frank, Jakob Frank, Jakub Frank; , Korolivka December , ,
Offenbach sul Meno.
. La stessa concezione della necessit di passare dal male per recuperare il bene
tipica di molta gnosi, e si ritrova pure, incastonata magistralmente nella narrazione, in
numerosi racconti di Borges. A tal proposito, esemplare il breve racconto Giuda, in
Finzioni, ove si citano alcuni studi nei quali il traditore di Cristo viene a configurarsi come
eroe, ovvero come colui che, anche a prezzo della propria perdizione, consente il sacrificio
divino; si veda il capitolo Tradimento: necessit e rottura.
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.... Lidiota
Tuttavia, molto pi complessa e affascinante risulta senza dubbio
la sfera dellinsensatezza, frutto ultimo di una tensione spasmodica
verso leliminazione del duale. Si situa a tal proposito la mirabile
esamina, condotta peraltro a mezzo di analisi testuali, di Michel
de Certeau intorno alla follia mistica. La donna chiamata ,
idiota, compare per la prima volta nel deserto egiziano, ai confini del
Cristianesimo. Siamo, come racconta la Storia lausiaca di Palladio ,
nel IV sec., in un convento femminile fondato da Pacomio a
o , nei pressi di Panopoli . E poi ancora Marco il folle ad
Alessandria nel VI sec. (Vita di Daniele); Simeone il folle di Emesa,
in Siria nel VI sec. (Storia ecclesiastica di Evagrio); Andrea Salos a
Costantinopoli nel IX sec. (Vita di costui redatta da Niceforo); per
finire con i folli del Cristo che circolano sulle piazze di Mosca dal
XIV al XVI sec.
.... Vita dissoluta
In ciascuno dei racconti citati compare la figura di un folle, o di una
folle, caratterizzata dalla propria profonda abiezione fisica e morale.
Cos, lidiota della Storia lausiaca la spugna del monastero, mangia
le briciole che trova sui tavoli e beve lacqua delle marmitte che
ripulisce; Simeone anacoreta, avendo raggiunto nel deserto la totale
atarassia, giunto in citt rimbocca o toglie il proprio abito innanzi a
tutti, entra nudo in un bagno di donne, abbraccia ragazzi e ragazze, finge di violare una donna sposata nella propria camera, accetta
laccusa di aver violentato una serva, monta sulla schiena di una prostituta per farsi fustigare da unaltra, sprofonda nella lussuria. Inoltre
mette piede in chiesa solo per disturbare la liturgia, mangia carne a
. Chambry, maggio Parigi, gennaio ; soprattutto nel gi citato
Fabula mistica.
. Palladio di Galazia (Galazia, o anni )
. Esna (Alto Egitto), Pabau, maggio .
. Tuttavia ne I mistici dellOccidente, di Elmire Zolla, nel tomo dedicato al mondo
antico cristiano, Cristina Campo, curatrice della sezione relativa ai padri del deserto, a p.
ascrive a Basilio una storia identica a quella diversamente imputata da De Certeau.
La vicenda analoga sin nei particolari, sebbene muti il luogo, Porfiris, e vi compaia il
nome del saggio, Pioterio.
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Aldil dellillusoria individualit di Henry a livello discorsivo, annotiamo che in esso convivono un Destinante, un AntiDestinante,
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un Soggetto e un AntiSoggetto. Le cose si complicano quando consideriamo che in Henry si inscrive pure lOggetto del racconto. In
sostanza, due Destinanti contrapposti, luno fautore della Determinatezza, laltro dellIndeterminatezza, spingono ognuno il proprio eroe
ad annettersi lOggetto in cui ciascuna delle due istanze inscrive il
proprio apparato valoriale. La difficolt sta nel cogliere come tutto
ci, discorsivamente, si esprima allinterno del singolo attore Henry.
Il Soggetto e lAntiSoggetto che egli sussume vengono modalizzati
dai rispettivi destinanti secondo il dovere, e ne derivano un volerfare
che costituisce la fase virtuale della sintassi antropomorfa.
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Coerente allorientamento timico delle deissi, lenunciazione proietta un Attante Osservatore manifestato dallo sguardo della macchina da presa focalizzato principalmente sul programma narrativo
dellAntiSoggetto.
in tale configurazione, quindi, che pescano i rivestimenti delloggetto duso mediante il quale lAntiSoggetto si modalizza secondo il
potere. A livello di manifestazione, troviamo un Henry che si ubriaca,
che non cura la propra igiene, che irride la forma culturale dominante.
Parallelamente, a livello antropomorfo, lAntiSoggetto si qualifica per
passare dalla nondeterminatezza del dissenso alla indeterminatezza
dellinsensatezza. Questo passaggio si pu cogliere sul piano discorsivo: lassunzione di alcool, se nella sua fase incoativa traduce il dissenso,
nella fase durativa conduce allinsensatezza. Allo stesso modo, il fatto
che Henry viva come una mosca, se da un lato traduce una pratica
dissenziente, dallaltro sottrae Henry ai circuiti di culturalizzazione
del corpo, e lo situa nellambito dellinsensatezza somatica.
.... Lubriaco e gli idioti
Una stessa dinamica profonda, dunque, alla base tanto di Barfly quanto dei racconti sugli idioti paleocristiani: un passaggio dal Due allUno,
dal determinato allindeterminato. Tuttavia, aldil di questa dinamica
comune, che quella fondativa di gran parte della narrativit mistica,
dato riscontrare, fra i due fenomeni di senso, ulteriori parallelismi
legati al livello discorsivo. Lindeterminatezza pu sparpagliare nei
racconti semi legati o alla negazione degli opposti (n luno n laltro,
n il senso n il dissenso), o allaffermazione di entrambi (sia luno
che laltro). Il discorso di Barfly, come quello dei racconti paleocristiani, sceglie il primo percorso. Fenomeni che optano per il secondo
saranno analizzati in seguito. Per inciso, qui si rileva soltanto che gli
assi, quello dei contrari come quello dei subcontrari, sono i luoghi
prediletti della narrativit mistica, che si situa ora nella dimensione del
neutro, ora in quella del complesso. Anche dal punto di vista figurativo
ce molta somiglianza fra luso del corpo degli idioti e quello di Henry:
un uguale nutrirsi di avanzi, un analogo situarsi fra i rifiuti.
.... I rapporti fra gli attori
Altre riflessioni sul racconto emergono dallanalisi dei rapporti fra gli
attori.
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A livello antropomorfo, il Destinante modalizza il Soggetto secondo il volere, mentre unistanza adiuvante gli fornisce una competenza
adeguata. per lAntiSoggetto, alla fine, a prevalere nel conflitto. A
livello discorsivo il percorso figurativo della bellezza, della pulizia, della
laboriosit incontra quello della sporcizia, dellubriachezza, dellinoperosit, e tenta di assorbirlo. Tuttavia, non solo non vi riesce, ma ne
risulta esso stesso contaminato. A livello figurativo, una giovane ragazza,
linda e operosa, prende lubriacone Henry a bordo di una splendida
automobile e lo conduce nella propria casa, ove gli offre un comodo
asilo per coltivare la poesia. Henry rifiuta, fa ubriacare la ragazza e
fa lamore con lei, quindi ritorna nel proprio ambiente. La casa di lei
costituisce uno spazio topico che d corpo allo schema positivo. per
lo spazio valorialmente contrapposto, quello del The Golden Horn, a
divenire utopico: qui ha luogo la performanza glorificante del racconto.
Nel quadrato, si ha il prevalere definitivo dellIndeterminatezza. A livello
antropomorfo, lAntiSoggetto schiaccia il Soggetto e riceve sanzione
positiva dallAntiDestinante. A livello discorsivo, Wanda picchia la bella
ragazza, che vi era giunta per riconquistare Henry, e la scaccia dal bar,
derivandone lapprovazione tanto di Henry quanto degli avventori del
locale. La ragazza risulta variante figurativa rispetto al saggio dei racconti paleocristiani. Anche in questo caso, listanza della determinatezza
viene sconfitta, ma si arricchisce della consapevolezza dellAltro.
.... Il finale
Losservatore viene sottratto, con un piano sequenza girato in soggettiva, dallo spazio diegetico. Sotto i titoli di coda si ripropongono
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Se ci si tuffa fra gli scaffali di una modesta biblioteca, e si raccolgono due o tre volumi che accennino, nel titolo, allalchimia, presto ci
si accorger, leggendoli, che, fatta una scrematura della componente
discorsiva, appare sullo sfondo una medesima ossatura. Il lettore che
non si lasci ingannare dalla ricchezza degli esempi o dalla pletora di
minuziose informazioni potr addirittura, al terzo o al quarto volume,
a seconda della propria pazienza o perspicacia, avere a fastidio questa
campana che sempre riecheggia lo stesso ritornello. Allanalista per, e
Greimas lo suggerisce pi volte, non lecito biasimare la ridondanza,
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Ora, dato che terra, acqua, aria e fuoco sono, nella tradizione
alchemica, determinazioni basilari della materia prima, il compito
dellalchimista risiede nel conciliare da un lato gli elementi della forma
simboleggiati dai triangoli col vertice in alto e dallaltro gli
elementi della materia simboleggiati dai triangoli rimanenti. cos
che si spiega un simbolo come quello, carico di tradizione, del sigillo
di Salomone, ennesima variante figurativa dellobbiettivo alchemico:
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lo considerano espressione delloperare alchemico. infatti il mercurio, o argento vivo, il metallo che consente la maggior parte delle
operazioni dellalchimista, ed ancora Mercurio, o Ermes, a essere
in gran parte della mitologia occidentale il tramite fra mondo celeste
e mondo terrestre. Ogni simbolo, poi, a questo punto, meriterebbe
una trattazione a s stante. Si potrebbe cos spiegare che il rame precede loro come stadio perfettibile del processo alchemico, oppure si
darebbe ragione del convergere di pianeti e metalli nellambito di una
stessa serie simbolica . Daltro canto, ci che qui importa soprattutto annotare come in essa si traduca iconicamente la configurazione
discorsiva della conciliazione, ossia come, in sostanza, determinate costellazioni figurative vengano correlate, in modo alquanto strutturato,
con i temi del livello superficiale sottostante.
... Alchimia ed efficacia simbolica
Lo sguardo semiotico capace di apportare ordine formale alle acute riflessioni di Jung, Zolla, e Burckhardt, e tuttavia sortirebbe ben
misero effetto se, in definitiva, gli strumenti di cui si serve non riuscissero che a dare una mera traduzione organizzata di riflessioni altrui.
Occorre invece riferire lanalisi al concetto di efficacia simbolica. In
molti ci si affaccendati a ricordare che una tale etichetta concettuale
piuttosto il vessillo di un dramma della descrizione, e che a essa non
corrisponde ancora un preciso progetto teorico, e tuttavia in altrettanti
si continuato a imbottirla di esempi sempre nuovi e sempre misteriosamente calzanti, tutti visibilmente accomunati da un comune e
invisibile denominatore.
Il punto di partenza di questa vicenda teorica noto: LviStrauss ,
con il parto assistito descritto in Lefficacit symbolique, allinterno di un ormai celebre numero della Revue des Religions. Si tratta,
senzombra di dubbio, del saggio pi citato da coloro che si occupano
. A tal proposito, ricordiamo che in La fable mystique De Certeau analizza Il giardino
delle delizie di Hieronymus Bosch, e vi ravvede il tentativo di eludere ogni percorso di senso
(a tale conclusione giungono anche Zolla e Ceronetti). Segnala che la forma della linea
curva aperta, che vi assai presente, costituisca un corrispettivo iconico di tale tentativo.
Ci si accorda con una simbologia alchemica che prende la luna a simbolo della perfetta
evacuazione di ogni determinatezza nella materia.
. Bruxelles, novembre Parigi, ottobre .
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Besanon, .
Lenaert Leys (Brecht, ottobre Lovanio, gennaio ).
.
Mondjar, Guadalajara, Alcal de Henares, agosto .
Toms Snchez, Cordoba, Granada, maggio .
Ma non basta. Nicola Baldelli da Cortona , nel libro III delle Disputationes ex morali theologia (Lione, ): lecito uccidere chi vi dica:
. Lorca, Roma, febbraio .
. .
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P X
Introduzione
Lultima sezione del libro propone una riflessione in tre tappe sugli
esiti auspicabili dellevoluzione delle forme del senso religioso. Fedele
ai presupposti e alle precondizioni evocati nelle prime due sezioni,
e coerentemente con gli scenari assiologici presentati nella sezione
precedente, i tre capitoli della sezione Teleologie del senso religioso
prendono posizione rispetto al rapporto fra gli uomini e il sacro.
Posizionamento arbitrario, soggettivo, condizionato, ma informato e
sorretto dai percorsi di semiotica della religione condotti nel libro, esso
sposa una causa, per quanto astratta e formulata nel vocabolario della
disciplina. Il primo capitolo (Comunit: convivenza e conflitto) segnala
le finalit sociali del senso religioso: esso deve consentire agli uomini
di condividere e gestire le diverse grammatiche dellinfinito, ma
senza che tale privilegiato accesso alla trascendenza, che si consuma
nel linguaggio, si tramuti nel suo fantasma opposto, ovvero la sclerosi
dellesclusione, della separazione, della violenza.
Il segno religioso pu sia accomunare che dividere, e il secondo capitolo, pendant del primo, illustra tale dialettica (Tradimento: necessit
e rottura). Come la fedelt alla tradizione necessaria per il perpetuarsi sia nel tempo che nello spazio di un senso religioso abbracciato in
comunit, cos il tradimento parimenti indispensabile perch nella
storia si dia evoluzione, adattamento, cambiamento, accomodamento.
Se la religione linguaggio, e se il linguaggio forma finita del senso
dellinfinito, allora nella religione, cos come nel linguaggio, devono
darsi contemporaneamente tradizione e tradimento, perpetuazione
spaziotemporale della significazione e suo mutamento.
Il risultato ultimo di questo difficile esercizio dialettico non una
sintesi bens una pratica di equilibrismo denominata ospitalit. Il senso
religioso, si conclude nel capitolo Ospitalit: divisione e accoglienza,
deve essere ospitale, non solo verso il divino che accoglie nelle sue
forme ma anche verso lumano con cui queste forme sono messe in
comune, in comunit. Lospitalit richiede una casa, un luogo dellinfi
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nito, le pareti costruite dal linguaggio e dalle sue forme intorno alla
visita della trascendenza. Per richiede anche unattenzione continua
alla sorpresa, e una disposizione incessante a modificare ledificio
della tradizione per accogliervi lavvento dellAltro, di quella parte
dinfinito, inesauribile, che si cela dietro ogni sua manifestazione.
Come nellAnnunciazione cristiana, anche le annunciazioni del
sacro minuscole e plurali, quelle che sostanziano la storia del senso religioso nel cammino dellumanit, devono s recepire la trascendenza
nellumile stanzetta del linguaggio, ma devono anche accordarsi con
umano sgomento allincontenibilit dellinfinito.
Capitolo I
Questo capitolo rielabora Leone M. () In nome di un simbolo, in Golem indispensabile; disponibile al sito http://www.golemindispensabile.it/index.php?_idnodo=
&_idfrm= [ultimo accesso il agosto ]
Annunciazioni
Nel gennaio , Severo sogna una vedova ebrea; ella gli chiede di
coltivare i campi di lei, che sono abbandonati. Una monaca cristiana
dellisola riceve lo stesso sogno. Secondo Severo, si tratta di un appello
divino a seminare il Cristianesimo presso gli Ebrei e invitarli, cos, alla
conversione.
Secondo i Cristiani, la stessa notte Teodoro, capo della comunit
ebraica e illustre cittadino, sogna che nella sinagoga vi un leone.
Spaventato e desideroso di fuggire, nel sogno egli spia allinterno della
sinagoga, e vi scorge un gruppo di monaci intenti a cantare. Fugge
allora dapprima in casa di un uomo chiamato Ruben, poi in quella
di una donna adultera, che lo libera da ogni pensiero stringendolo al
proprio seno. Il febbraio del , i Cristiani marciano da Jamona a
Magona. Severo invia dei sacerdoti presso gli Ebrei per annunciare il
proprio arrivo e per invitarli a un pubblico dibattito. Ma essi rifiutano,
perch vogliono rispettare il Sabato. Severo allora si rivolge agli altri
Cristiani e li arringa cos: fratelli, gli Ebrei nascondono nella loro
sinagoga delle armi di sterminio. Dobbiamo proteggere le sacre reliquie di Santo Stefano. Bisogna assolutamente ispezionare la sinagoga.
Ma gli Ebrei si oppongono strenuamente a questa ispezione. Vi sono
tumulti e lanci di pietre lungo le strade, e alla fine i Cristiani bruciano
la sinagoga. Negli otto giorni che seguono, centinaia di Ebrei sono
costretti a convertirsi al Cristianesimo.
Vi qualcosa di familiare in questa storia. Forse perch da duemila
anni a questa parte le armi sono cambiate pi della retorica che si
adopera per invocarne luso. Ma linsegnamento che opportuno
trarre da questa tragica vicenda anche un altro: non bisogna trascurare il potere che i simboli hanno di unire e di dividere, di cementare
una comunit di persone ma anche di contrapporla violentemente a
unaltra. Si ripercorra la storia degli Ebrei di Minorca secondo questottica, e non importa sapere se i documenti che lhanno tramandata
siano veritieri o meno, imparziali o meno. Se ne trarr una morale
cos come la si ricava da un racconto ben costruito. Luciano era forse
veramente ispirato da Dio, o forse era solo un pazzo. Non lo si sapr
mai. Si sa, per, che Giovanni, vescovo di Gerusalemme, aveva diversi
buoni motivi politici per sfruttare le visioni di questo sacerdote. Santo
Stefano era stato il primo martire cristiano a lottare contro gli Ebrei.
Ritrovarne le spoglie faceva assai comodo in un ambiente in cui la
nuova religione cristiana era in competizione con quella ebraica. Avito
Annunciazioni
Capitolo II
Annunciazioni
che significa: ama il tradimento, odia i traditori. Questo apoftegma augustano, riportatoci da Plutarco sia nella Vita di Romolo ,
sia nei Romanorum apophtegmata , sopravvisse allimpero romano, fu
popolare nel Medioevo nella versione latina amo proditionem, odi proditorem e trova traduzioni equivalenti in molte lingue europee. Il
significato (o uno dei significati) di questo proverbio, e le ragioni per
le quali esso spiega perch il tradimento sia una forma di tradizione,
sono sagacemente illustrati da un aforisma inglese del diciassettesimo
secolo, assai popolare nellambiente forense:
Il tradimento non prospera mai. Per quale ragione? Perch quando prospera,
nessuno osa chiamarlo tradimento .
Le definizioni successive del diritto canonico derivano tutte da questa prima accezione, e distinguono fra eresia formale e materiale, a
seconda che essa sia volontaria o involontaria, e tra eresia interna ed
esterna, a seconda che essa permanga silenziosa nellanimo delleretico o sia espressa esteriormente attraverso segni. Inoltre, si distingue
fra uneresia nascosta, che non manifestata innanzi a testimoni, e
uneresia pubblica, che si esprime di fronte a un numero elevato di
ascoltatori. Il passo successivo nel cammino del tradimento religioso
lo scisma: da San Tommaso dAquino in poi, gli scismatici sono coloro
che respingono lautorit papale. Essi si collocano, perci, al di fuori
della comunit ecclesiastica, laddove gli eretici possono rivendicare di
essere cristiani sia pure ricusando alcuni dei dogmi di questa religione.
La terza e pi grave forma di tradimento religioso lapostasia. Lapostata colui che abbandona la Chiesa nel suo complesso e nega tutte
le credenze del Cristianesimo. Tuttavia, ci che pu essere definito
eresia, scisma o apostasia (e quindi tradimento) da un punto di vista
interno a una religione, normalmente definito conversione se si
adotta una prospettiva esterna, coincidente con quella dei protagonisti
. Infidelitatis species pertinens ad eos qui fidem Christi profitentur, sed eius dogmata
corrumpunt (IIa IIae, q. XI, art. ).
Annunciazioni
Annunciazioni
adottiva, adirata contro di lui, gli rivela la verit sulla sua nascita. Dopo
lamara rivelazione, il piccolo traditore uccide il figlio del re, e fugge
a Gerusalemme. Assai chiaramente, in questo secondo sanguinario
episodio egli associato con la storia e la figura di Caino, traditore
dei genitori. Arrivato a Gerusalemme, secondo la Legenda Aurea Giuda
diventa il braccio destro di Pilato. Un giorno, volendo soddisfare un
capriccio del proprio capo, egli uccide senza saperlo il suo vero padre,
Ruben, e riceve in premio il privilegio di sposare la moglie della sua
vittima, vale a dire la sua vera madre. Cos, nella Legenda Aurea, che a
sua volta compila tradizioni medievali anteriori, Giuda un antiMos,
un Caino e un Edipo prima ancora di diventare il traditore di Ges .
Dallopera di Jacopo da Varagine in poi, il nome di Giuda viene
invocato per condannare qualunque tipo di devianza, e il tradimento
diviene, in molti casi, sinonimo di una disonest che si esercita contro
le sacre (quasi divine) leggi dello Stato. Tuttavia, al fine di comprendere come la semantica del tradimento (nel caso di Giuda, ai danni di
un benefattore della religione) incroci quella del tradimento politico,
o quella della disonest, necessario individuare sia le similarit che
le differenze fra le concezioni medievali del tradimento (e della disonest) e quelle moderne. In generale, le rappresentazioni letterarie
(come i poemi religiosi depoca moderna) veicolano una concezione
secondo la quale ogni forma di devianza dallordine costituito (specie
in seno alla Chiesa cattolica) una sorta di tradimento. Questatteggiamento rispecchiato dal modo in cui il diritto canonico preconciliare
definiva leresia e legittimava le misure che la Chiesa decidesse di
adottare per eliminarla dal proprio seno:
Leretico un fautore di disordine. Come ogni societ perfetta, la Chiesa ha
il diritto di difendersi contro coloro che vengono a provocare il disordine al
suo interno .
Annunciazioni
Nel diritto italiano del Cinque e Seicento, il tradimento si distingue da altri atti che generino disordine morale o religioso, ma
comunque punito con sanzioni severe, spesso efferate. Nel regno di
Napoli, ad esempio, una legge promulgata il aprile sanciva:
Il colpevole [di tradimento] sia passato per le picche e poi squartato, et li sia
confiscata tutta la roba, et applicata al regio fisco.
(Rovito : )
Sanzioni analoghe erano previste nel diritto penale di Sicilia e Piemonte. Il modo in cui le connotazioni del tradimento si mescolano
pericolosamente con quelle della disonest, a dispetto degli sforzi del
giurista e del legislatore, emerge con chiarezza ancora maggiore se
si compara la situazione giuridica italiana con quella anglosassone. A
causa delle differenti tradizioni giuridiche e lessicali, ci che i giuristi
anglosassoni definiscono treason non sempre corrisponde a ci che
i giuristi italiani chiamano tradimento. I semiotici direbbero che
si tratta di un caso di differente segmentazione del tessuto culturale. Seguendo lesempio del diritto romano, quello italiano depoca
. Crimes maiestatis facto vel violatis statuis, vel imaginibus, maxime exacerbatur in milites
(XLVIII,, L. , ).
Annunciazioni
Riferimenti bibliografici
A M. () Le thtre sacr la fin du Moyen ge. tude sur le sens moral
de la Passion de Jean Michel, Droz, Ginevra.
B M. (V N V) () Konstrukcija vyskazyvanija, Literaturnaja uceba, : .
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D C () Dios Roman History, trad. ingl. E. Cary, sulla base
della versione di H. Baldwin Foster, voll., Harvard University Press,
Cambridge, MA; William Heinemann, LTD, Londra.
Capitolo III
Figura .
Annunciazioni
Per Eliade, lidea della sacralit di un certo spazio sempre connessa con la presenza di un centro, che il credente considera come
veritiero e unico. Nella litografia di Escher, al contrario, non vi
centro alcuno. O, per essere pi precisi, vi sono tanti centri quanti
sono gli esseri viventi: donne, uomini, ma anche alberi, piante e fiori.
Tuttavia, la decisione di aprire il presente capitolo con unanalisi di
Relativit di Escher non intende suggerire che Eliade ha torto, che non
vi alcun centro assoluto, e che ogni spazio sacro uno spazio relativo,
la costruzione illusoria di un gruppo di esseri umani. Tale affermazione stata gi avanzata da innumerevoli sociologi e antropologi delle
religioni, da mile Durkheim in poi.
Lobbiettivo di richiamare lattenzione sulla litografia di Escher
differente. Non utile restare invischiati nellannosa dicotomia fra una
concezione sostanziale dello spazio sacro, classicamente rappresentata
da studiosi quali Rudolph Otto, Gerardus van der Leeuw o lo stesso
Mircea Eliade, e una definizione situazionale della sacralit dello spazio, tradizionalmente propugnata da mile Durkheim, Arnold van
Gennep o Claude LviStrauss. Qui si adotta Relativit di Escher non
come la mera illustrazione di una presa di posizione filosofica, ma
. Eliade , (versione inglese di Das Heilige und das Profane, originariamente
manoscritto in lingua francese).
Annunciazioni
Figura .
Figura .
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Figura .
Annunciazioni
Figura .
Annunciazioni
Figura .
Annunciazioni
posito del territorio che una o pi parti considerano come sacro sono
spesso tra le pi accese e inguaribili, in quanto lo spazio sacro una
delle risorse pi scarse e preziose del mondo . Una breve analisi del
poster mostrer che tensioni fra diverse tradizioni religiose possono
generarsi anche nello spazio piccolo, e apparentemente prosaico, di
un francobollo, cos come in quello grande e monumentale di una
moschea. A prima vista, infatti, tutti i francobolli hanno lo stesso
valore nominale, vale a dire centesimi. Tuttavia, la loro disposizione nello spazio del poster verticale e gerarchica: il simbolo del
Natale protestante, ma anche e soprattutto di quello commerciale e
pagano occupa la posizione pi alta, seguito dai simboli del Cattolicesimo Romano, dellEbraismo, del PanAfricanismo e dellIslam.
Lideatore di questo poster avrebbe potuto scegliere una disposizione
differente, per esempio avrebbe potuto collocare tutti i francobolli in
un cerchio, o avrebbe potuto privilegiare lIslam sul Ebraismo, o il
PanAfricanismo sul Cattolicesimo Romano. Tuttavia, alla fine stato
deciso di collocare le immagini dei francobolli in questo e non in un
altro modo.
Questa scelta potrebbe apparire insignificante a molti osservatori,
ma non a un semiotico, il quale vi scorge invece una velata espressione
del diverso peso politico che le varie tradizioni religiose possiedono
nella societ statunitense. E lanalisi del poster potrebbe essere ancora
pi sofisticata, per esempio se si tenesse conto non solo della gerarchia dei francobolli lungo la dimensione verticale, ma anche della
loro disposizione lungo la terza dimensione, quella della profondit.
Il francobollo cattolico, per esempio, appare chiaramente in primo
piano, mentre il dreidel ebraico quasi coperto dalla Madonna di
Lorenzo Monaco. E non bisogna dimenticare neppure che solo poche
tradizioni religiose sono rappresentate da questi francobolli. Che ne
stato di Diwali, per esempio, la festivit Ind, e che dire delle celebrazioni buddiste, Bahai, zoroastriane, e cos via? Esse sono state
completamente escluse dal poster, il cui spazio limitato pu ospitare
solo i simboli di poche tradizioni religiose, ma non di tutte.
Inoltre, questo poster ricorda che le tradizioni religiose non compe. Struggles over territory that one or both parties constitute as holy are often among
the most bitter and intractable, sacred space being among the worlds scarcest and most
precious resources (Lincoln , p. ).
Annunciazioni
tono solo per la sacralit dello spazio, ma anche per quella del tempo, e
che luna e laltra sono, in effetti, connesse in modo inestricabile. Cos,
il poster intitolato Holiday Stamps, dal momento che i francobolli
che esso pubblicizza celebrano i giorni sacri di differenti religioni.
Daltra parte, questi giorni sacri coincidono solo approssimativamente fra loro, e il periodo ufficiale di festivit determinato, in ultima
istanza, dalle celebrazioni della comunit religiosa pi potente, quelle natalizie. Ci si soffermati a lungo su questo poster perch esso
sembra incarnare una delle due caratteristiche delle religioni nellera
della globalizzazione, uno dei due aspetti che si sono gi individuati
in relazione alla litografia di Escher. Da un certo punto di vista, questi francobolli celebrativi sono un segno di ci che si denominato
come un incremento nellespressivit delle tradizioni religiose: non
solo si vogliono esprimere gli auguri per una certa festivit religiosa
per mezzo di una lettera o di una cartolina postale, si vuole che anche il piccolo spazio di un francobollo sia consonante con le proprie
specifiche credenze religiose.
Tuttavia, il desiderio di esprimere pienamente la propria identit
religiosa attraverso lo spazio e il tempo crea spesso conflitti, non solo
nello spazio limitato e relativamente innocuo di un poster, ma anche
in molte altre manifestazioni della vita sociale. Alcuni esempi europei
mostreranno quanto la competizione fra differenti linguaggi religiosi per lo spazio o il tempo stia divenendo significativa nelle societ
occidentali multiconfessionali: in Italia, alcuni genitori musulmani
hanno cominciato a lamentarsi della presenza del crocifisso nelle aule
delle scuole pubbliche; in Francia, stata promulgata una legge al fine
di impedire la presenza di simboli religiosi negli edifici pubblici; in
Olanda, genitori musulmani hanno iniziato a manifestare il proprio
scontento rispetto al fatto che ai bambini si permetta di nuotare nudi
nelle piscine pubbliche; a Granada, in Spagna, i Cattolici hanno richiesto che il minareto della nuova moschea del quartiere musulmano di
Albaicn sia pi basso rispetto al campanile della chiesa contigua; in
tutta Europa, diversi sindacati incoraggiano le imprese a strutturare il
tempo della produzione in modo tale che sia rispettoso delle necessit
rituali dei differenti gruppi religiosi.
Tuttavia, malgrado lincremento di attenzione che i tragici eventi
dell settembre e le sue altrettanto tragiche conseguenze hanno
suscitato nei confronti dei temi religiosi, le societ occidentali sono
generalmente impreparate di fronte a queste nuove tensioni. Politici e amministratori comprendono che la litografia di Escher, prima
immobile e quieta, diviene sempre pi frenetica; ci nonostante, essi
hanno difficolt a trovare la maniera appropriata di evitare i conflitti.
Se si considerano attentamente i conflitti religiosi riguardanti la sacralit dello spazio e del tempo, si ha per limpressione che queste
tensioni siano altrettanto apparenti quanto lincompatibilit di idioletti
prossemici nella litografia di Escher. Come stato sottolineato, il fatto
che si giudichi lo spazio di Escher come cognitivamente impossibile
dipende largamente dalla pertinenza che si adotta, vale a dire il punto
di vista della gravit. Analogamente, ci si potrebbe chiedere se anche
la percezione dei conflitti religiosi non sia influenzata da una sorta di
gravit.
Qual dunque la natura di questa gravit religiosa, e come possibile immaginare una visione alternativa, nella quale la coesistenza di
modi differenti di sacralit nello spazio e nel tempo divenga possibile?
Secondo Cornel West, uno dei pi influenti studiosi contemporanei di
fenomeni religiosi, lo sviluppo dei monoteismi comporta due fasi: la
prima caratterizzata dallemergere dellidea di un dio unico. Questa
non di solito una credenza che crea differenze, ma una concezione
che tende a eliminarle. Lidea che ogni essere umano, indipendentemente dal proprio genere, dalla propria etnia, condizione sociale,
dalle proprie abilit intellettuali, contragga unalleanza diretta con Dio
rende assai difficile lidea di schiavit e quella di sfruttamento. Questa
la fase profetica delle religioni. In questa fase, il linguaggio religioso
parla contro le ingiustizie, e a favore dellequit sociale, economica
e politica. Ma assai presto lo stesso linguaggio fatto proprio dalle
lite di una societ, che adottano la retorica di questo linguaggio, la
sua espressione, il suo significante, ma ne respingono il contenuto,
il profondo valore di liberazione. Questa la fase che Cornel West
definisce costantiniana, con riferimento al modo in cui limperatore
romano Costantino, convertendosi al Cristianesimo e adottandolo
come religione dellImpero, lo trasform in unistituzione gerarchica
devota alla produzione di un discorso meramente sovrastrutturale,
in grado di garantire lo status quo e i privilegi degli oppressori sugli
oppressi.
Nella prima fase, quella profetica, lidea di dio ha esattamente lo
stesso ruolo della prospettiva rinascimentale nella litografia di Escher:
Annunciazioni
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Conclusioni
Conclusioni
Conclusioni
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Indice analitico
Abramo , , , ,
Agentivit , , , , , , ,
, , , , , , , ,
, , ; collettiva , ; distribuzione della , -; divina ; individuale , , ,
; moltiplicazione delle ,
n. ; negativa -; paradossale
; personificazione della n. ;
umana
Abu Nawas
Agilit
Agiografia , -, , n. , ,
n.
Acclimatazione , n. ,
Acharanga Sutra
Achille ,
Agostino di Ippona , n. , ,
n. , , -, n. , ,
, , , n. , , n. ,
; conversione religiosa di -;
iconografia di
Achillini, Alessandro
Agricola, Johannes ,
Acholi
Acirio, Lokeria -
Ahriman
Acquaviva, Claudio , n. ,
Ahura Mazda
Adamo , , , , n. ,
n. , , n.
Akshay trutiya
Abass, Shah
Abbigliamento ; nel Cristianesimo
-; nellEbraismo
AbdAllah ibn Baaz , n.
Abduzione
Abgar ,
Acharanga Sutra
Achemenide, dinastia
Adhan n.
Adorno, Theodor n.
Albaicn
Albano, Sant
Agamas
Agamben, Giorgio
Albert, David J.
Agamennone , , , ,
Africa
Indice analitico
Alberto Magno
Albino (pseudo-santo)
Analisi , , n. , ; storica ;
tipologica
Alcal
Analogia , -
Alchimia , -
Anarchismo
Alcioneo
Anastasio il Sinaita n.
Aldea de Cuenca
Andalusia , n.
Aldil n. , n. ,
Andrea da Creta ,
Andrea Salos
Alectromanzia
Angas
Aleph
Angelico, Frate
Alessandria dEgitto ,
Alessandro il Macedone
Aniane
Aleuromanzia
Alfaro
Ali
Animali ,
Ali Akbar
Animazione n.
Alidosi, Francesco
Annullamento
Alieni
Annunciazione , -, , , ,
, ,
Almeria
Alphitomanzia
Alterit vedi Altro
Anomia ; n.
Anquetil-Duperron, A.H. , n.
Alternativa , , -, , n. , ,
, ,
Ansan
Anti-soggetto
Anticristo
Anselmo dAosta
Antico Testamento vedi Bibbia
Amico, Francesco , n.
Antille
Amin, Idi ,
Antonino da Firenze , n.
Amsterdam
Anabattismo
Anacronismo
Antropocentrismo n.
Indice analitico
Antropologia , , , , ; della
religione ; semiotica , , ,
, ; strutturale , ,
Antropomorfizzazione , n. ,
Anversa , , n.
Apamea
Ape
Apollo
Aposiopesi , ,
Apostoli
Apostolicos
Arriano
Ars oblivionalis ,
Artaud, Antonin -, -
Arte , , , , -, ; artista
; contemporanea ; metafisica
, , ; paleocristiana vedi Cristianesimo; storia dell vedi storia,
dellarte; teoria dellarte -
Artemidoro
Aruspice
Arya Samaj , n.
Apparizione , ,
Ascesi , , , -, , ;
ascetismo monocromatico
Appartenenza , n. , , ;
ambiente di ,
Asemanticit -
Appiah, Anthony
Aquitania
Arabia Saudita
Aragon, Louis
Aragona
Arasse, Daniel
Arbitrariet
Arca dellAlleanza n.
Archeologia
Aso
Aspettualit , ,
Asse (semantico) n.
Assemblee di Dio
Assiologia , , , , , -
Associazione Internazionale
degli Uomini dAffari del
Pieno Vangelo
Astorgio di Faenza
Astragalomanzia
Architettura , , , , ,
n. , ,
Atanasio dAlessandria, S. , ,
n. , , -
Argensola, Leonardo de , n.
Ateismo
Atene , ,
Arihant , n.
Athos, monte
Ario -, n.
Atmosfera ,
Ariosto, Ludovico
Attante , ; osservatore , ,
Aristotele n. , , n. , , ,
,
Army of God -, ,
Aronne
Atto linguistico ,
Attore , , , , ; attorializzazione
Indice analitico
Attualit , , , , , , ,
Bangkok
Auerbach, Eric
Barb, JeanBaptiste , n. ,
Auma, Alice , n.
Barcellona n.
Aumont, Jacques
Bari -
Aura
Australia
Barocco
Austria
Barr, James , ,
Autonomia ,
Barthes, Roland -, n. , -
n. , -, nn. -,
Avadha
Avatar , n. , , ,
Avemaria
Avesta ,
Avito
Ayambil
Ayodhya
Azione
Azor, Juan , n. ,
Aztechi
Babbo Natale
Babilonia
Bach, Johann Sebastian -, n.
Bachelard, Gaston , n.
Bachtin, Michail M.
Bacio di Dio ,
Baena
Baghdad
Bahai n. ,
Baker Addy, Mary
Balaam
Basilea
Basilica
Basilio , n. , n.
Bastiani, Lazzaro
Bastor
Batteri
Battesimo ,
Battista Sforza
Baty, Gaston , n.
Bauny, tienne , n.
Bausani, Alessandro
Bavaria
Bax, Dirk
Beausobre, Isaac de , n.
Beccaria, Gian Luigi
Bcquer, Gustavo Adolfo
Beda
Beebe, James A. n.
Beethoven, Ludwig van ,
Belgio , n.
Bell, Steve
Baldassr -
Bellezza ,
Indice analitico
Belting, Hans
Bloy, Lon , n. .
Boastuau, Pierre , n.
Benjamin, Walter
Bocca , -, , ,
Bentivoglio, Giovanni
Boccaccio, Giovanni ,
Benveniste, mile -, n.
Bologna
Benzi, Bernardino , n.
Bombay
Berdiaev, Nikolaj -, n.
Bonaparte, Josphine
Berenson, Bernard
Bergamo, Mino
Bonaventura da Bagnoregio, S. n. ,
, n. -
Berkeley
Borat
Bertelli, Carlo
Besana
Bettini, Mario , n.
Bhaktapratyakhyanamarana
Bhojana-matra
Borgia, Francesco , n.
Borromeo, Federico
Bosch, Hyeronimus , n. , ,
, n. , , , , n. ,
, , n. , , n.
Bibbia n. , , , , , ,
; King James version , n. ;
King James del XXI secolo ; Revised Standard Version ; dei Settanta
, ; TOB -; Vulgata ,
Boudon, Raymond n.
Bilchavani
Braga
Bile , ,
Biosemiotica
Biosfera
Brandt, Reinhard
Braxton, Tony
Birmania , n.
Bray, Michael -
Birmingham, Alabama
Brentano, Franz
Biyasanu
Bricolage musicale
Blaine, James G.
Brndal, Viggo , n.
Blasfemia , ,
Brook, Peter
Block, Keith
Brown, Earle n.
Bloom, Harold n.
Brown, Robert
Boulez, Pierre n.
Bourget, Paul , n.
Bowie, Mariland
Indice analitico
Calcante
Brunelleschi, Filippo
Caldei, astrologi
California
Bruner, Elaine C.
Callot, Jacques , n. , , ,
-,
Bruno, Giordano n.
Calvario ,
Bruto
Calvinismo
Bruxelles , n.
Calvino, Giovanni , n.
Buddha
Cambiamento n. , ,
Buddhismo n. , , , n. ,
,
Camerata Nova
Buganda
Bukowski, Charles -, n.
Buuel, Luis n.
Camerino
Camisardi
Campagna
Buonanni, Filippo
Campana n. , , -, ,
-
Burckhardt, Titus , -
Campanella, Tommaso
Bureau, Alain n.
Campania
Burnouf, Eugne , n.
Campmans, Bernard
Bush, George
Campo, Cristina n.
Busoni, Ferruccio
Canale n.
Buttitta, Ignazio
Canonizzazione processi di
Byrd, Randolf
Canto n. , , ,
Capelli -
Cappella , , , , ,
Capro espiatorio
Caramuel y Lobkowitz, Juan -, ,
n.
Cage, John n.
Cardano, Girolamo n. , ,
n. ,
Caillois, Roger ,
Crdenas, Juan de , n.
Caino
Caricatura
Calabrese, Omar -, , ,
n. *
Carlo V
Cartagine
Indice analitico
Cash, Johnny
Chabad
Casistica -
Chagall, Marc -, n.
Caso
Chaitra
Cassandra ,
Chapeaurouge, Donat de
Cassiano, Giovanni
Chaplin, Charlie
Cassio
Charalampidis, Constantine P.
Cassiodoro
Chardin, Teilhard de , , n.
Castaneda, Carlos -, n. -
Chteillon, Sbastien , n.
Castielfabib -, ,
Chauvihar
Castiglia
Cheever, John
Chenet, Franois -,
Cheney, Dick
Catechismo -
Chesnais, Jacques
Chevalier, Ernest
Catena fonica ,
Chiara, Santa -
Chicago
Cattedrale n. ,
Chichimeca
Cattolicesimo , , , , ,
n. , , , , , ; Chiesa
cattolica , , , -, , ,
; austriaca ; e cinema ; medievale ; della prima modernit
; teologia del
Cavalleresca, letteratura
Choodamani Nigandu
Ceciliano
Cefalo
Christo e Jeanne-Claude
Cerimonia n.
Cibo -
Ceronetti, Guido n.
Cicconi, Luigi
Certeau, Michel de , n.
Cicerone , , ,
Cervantes, Miguel de
Cielo n.
Cervello ,
Cina
Cesario di Heisterbach n.
Cinema -
Cesena
Cinesica
Czanne, Paul , , n.
Cinetica , , ,
Chiropsalterium n.
Chomsky, Noam n. , n. ,
Indice analitico
Cioccolato -
Circombulazione
Competenza ,
Circoncisione ,
Complessit biologica n.
Citt , , -,
Comportamento
Comunicazione , , , , , , ,
, , , , , , , , ,
; , , , , , -, ,
, -, ; stile comunicativo
Clemente Alessandrino
Comunione
Clemente VII
Comunit/communitas , , , ,
, , , , , , ;
dinterpreti ; monastica
Concentrazione
Conchiglia -
Conchiliologia
Concilio di Trento , , ,
Concilio Vaticano
Concina, Daniele , n. , -
Confessione
Cognizione , , , , , , , ,
cortocircuiti della
Conflitto
Colet, Louis
Congregatio de Auxiliis
Collegio germanico
Congruismo
Collegio romano
Connotazione , ,
Consacrazione
Collin, Jrme
Contaminazione , ,
Collocazione
Contemplatio n. , n.
Colonia
Contenuto , , , ,
Colore -, -, ; grafismo
cromatico ; coloritura
Contesto , , n. , , , ;
analisi del ; narrativo
Coluccio Salutati
Continuit
Columbia
Contraddizione n. , -
Comicit , , n.
Contrariet n.
Commutazione, prova di , n.
Contratto
Confraternita
Indice analitico
Conversione religiosa , -, -,
, ; seconda conversione
Creutzer, Frdric , n.
Corpus ,
Cristianesimo , , , -, -, ,
, , , , , , , ,
, , , , -, , ;
arte paleocristiana ; carismatico
, ; Cattolico Romano vedi Cattolicesimo; evangelico n. ; e
cinema ; e glossolalia ; iconografia , , n. , , ,
; immaginario cristiano n.,
, n. , ; e immagini ;
liturgia ; luterano , , ;
moderno ; orientale -; ortodosso , , ; pentecostale ,
, , ; protestante , ,
n. , , , ; semiosfera ;
teologia , , ,
Corpus Domini -
Cristina di Lorena , n.
Correlazione, metodo di
Corteo ; funebre
Critomanzia
Coscienza n. ,
Crittografia
Cosimo II Medici , n.
Croce , , , ,
Cosin, John
Crocifissione ,
Cosmomanzia
Crocifisso ,
Cromatica, componente ,
Costantino ,
Csordas, Thomas J.
Costantinopoli ,
Conversione semantica
Conversos
Corano , , , , ,
Corbin, Henri ,
Cordoba ,
Corellio Rufo n.
Cornice
Corpo , , , , , , , ,
, , , n. , n. , ,
, , n. , , -, -,
, , ; nel Cristianesimo -
Costituzione
Creaturalit
Cultura , , , n. , , , ;
abramitica ; artefatto ; cristiana vedi Cristianesimo; cambiamento culturale , , ; ebraica vedi Ebraismo; greca vedi Grecia antica; religiosa , , ; testo della;
visiva
Creazione ; biblica , n. ,
urkin, Ivan
Cyberpunk ; post-cyberpunk ;
n.
Courts, Joseph
Covarrubias Orozco, S. de n.
Cowboys
Creativit ,
Credenza , , , , -, , , ,
, , , , , ,
Cyparis, Auguste ,
Indice analitico
Damasco
Denaro , -; e Cristianesimo ;
ed Ebraismo
Daniele ,
Dendriti -
Dante Alighieri , -
Derrida, Jacques n. ,
Danza
Descartes, Ren
Dagoberto
Dastgah
David n.
Davis, Mike
Dawkins, Richard
Dayananda Saraswati , n.
De Castro Palao, Fernando ,
n.
Deserto
Desiderio mimetico
Destinante
Destinatario , , ,
Devaguptasuri
Devasena
Devozione
De Certeau, Michel , , ,
n. e , n.
Dharama abhigrah
De Chirico, Giorgio -, n. e ,
n. , ,
Diabolon
De Filippo, Peppino
De Martino, Ernesto
Debrayage ,
Decani
Decolorazione
Decorum
Decostruzionismo ,
Dedalo , -
Deduzione
Defigurazione , , -
Di S. Elia, Cassiano
Diacronia ,
Diagramma -; tensivo ,
Dialogismo
Diana, Antonino , n.
Diavolo , , , ,
Dickens, Charles , n.
Dickinson, Emily
Differenza , , , n. ,
Digione
Digitalizzazione
Deformazione
Digiuno , -, , -;
rottura del
Deissi (semantica) n.
Dinamica
Delaware
Dione Cassio
Delfino n. ,
Dionigi il Certosino n.
Dioniso , -
Army
Demoni
Disabilit
Indice analitico
Discorso , , , , , n. , ,
; interiore
Dretske, Fred , n.
Discorso mistico
Discorso religioso ,
Disforia , ,
Dislocazione
Drpic, Ivan
Drysdale, Russell -, n. e ,
n. ,
Dispositivo , , , , ;
rituale ,
Du Bellay, Jean
Dubai
Dissennatori n.
Dumesnil, Ren ,
Dissenso
Duniry
Distanza estensione di
Durand de Saint-Pourain , n.
Divinazione , , n.
Duranti, Alessandro
Divino , ,
Drer, Albrecht
Divorzio
Duret, Claude , n.
Diwali ,
Durham
Dizionario
Durkheim, mile ,
Duvihar
Documentalit
Du Bellay, Joachim
Dogma
Dolce, Lodovico
Dolore , -,
Domenicani , , ,
Domenico il Prussiano
Domenico, San
Ebraismo , , , n. , , ,
, -, , , n. , ,
- n. , , , , , , ,
, -, -, -, ; e corpo -; esegesi ; iconografia ;
preghiera ; semiosfera
Donegal
Eco, Umberto , , , , , ,
n.
Donne, John
Economia simbolica
Donnelly, Ignatius
Ecumenismo
Dooner, Pierton
Edessa ,
Doroteo
Edipo ,
Double talk
Edoardo I
Dreidel
Edwards, Ross
Dresda
Effabilit
Indice analitico
Eos ,
Epifanio di Salamina , n.
Epilessia
Episcopaliani
Epitteto
Erasmo da Rotterdam
Ercole, Eracle ,
Eremita
Eremo
Eresia
Ermes n. ,
Ermete
Ernst, Max , n.
Eroe
Erotismo -,
Erotizzazione n.
Escatologia , ; urbana
Escher, Maurits Cornelis -, -
Emblema n.
Embrayage , , ,
Esegesi ; biblica
Emozione
Esicasmo
Empalaos -
Esichio di Alessandria
Empatia
Esichio di Batos
Enciclopedia , , ,
Esilio , , , n.
Engelmann, Siegfried
Esistenza -
Enrico di Saltry
Esodo
Enrico VII
Esorcismo , -, n.
Ensor, James , n.
Esperienza , , , , n. ;
collettiva ; individuale
Enunciato -,
Enunciazione , n. , , , -,
n. , , , , n., , ,
, , , ; visiva
Espressione , , , , , , ,
, , , , ,
Essere n. , , -
Indice analitico
Estasi , , -
Farhat, Hormooz
Esteriorit
Fausto di Riez
Estesia ,
Fede , ,
Estetica , , , ; comunit
-; valorizzazione , - n.
Federico da Montefeltro
Estrema unzione
Fellini, Federico , n. ,
Estremadura , ,
Esztergom
Fenomenologia , , , , ,
, , ,
Eterotopia ,
Ferrari, Guy
Etica , ,
Ferro
Etno-semiotica , , ,
Festa n.
Feticcio , , ; feticismo ,
Euforia ,
Eugippius
Eurito
Eusebio di Cesarea , n. , ,
Eustazio di Tessalonica ,
Eva n. , n.
Evagrio lo Scolastico , n. ,
Evangelizzazione ,
Everett, Daniel n.
Evoluzione, evoluzionismo , , , ,
n. ,
Flibien, Andr
Feydeau, Georges
Fiandre
Fibonacci n.
Fichte, Johann Gottlieb -, n.
Fieldman, Morton n.
Figura n. , , , , , ,
; configurazione figurativa ;
figurativit
Filippo lArdito
Filologia ,
Filosofia della religione
Filosseno di Maburgo n.
Filostrato, Lucio Flavio , n.
Finitezza/finitudine , , , , ,
Faber, Alyda
Facciata -
Faenza
Firenze ,
Falsificabilit -
First Life ,
Famiglia, somiglianza di
Fischer, Eberhard
Fantasma
Fisiognomica ,
Farfalla ; notturna
Fisiologia
Indice analitico
Fisiologo
Frazer, James n.
Fisionomia
Freedberg, Michael
Flaubert, Gustave -, , n.
Fleury-devant-Douaumont
Frohock, Fred M.
Floch, Jean-Marie , ,
Frontiera , , , ,
Florenskij, Pavel n. , n. ,
Fuggevolezza ,
Flournoy, Thodore -
Fulgentius Ferrandus
Folklore religioso
Fulmine
Follia , , , n. ,
Fumetto mistico
Fonazione
Fumo
Fondamentalismo , , -;
islamico
Fuochi dartificio
Fonema ,
Futuro , ,
Forma , , , , -
Forma di vita ,
Foro interiore , , , ,
Forza ; illocutiva ,
Fotogramma
Foucault, Michel , , , , ,
n.
Fox, George
Fracanzano, Francesco
Fragerolle, George n.
France, Anatole -, n.
Francescani
Francesco dAssisi, San , -
Francesco di Sales, San
Fursa, visione di
Gabriele, Arcangelo
Galizia ,
Galle, Philippe , n.
Gallo
Galton, Francis
Gamaliele, Rabbi -
Gandz, Solomon
Garsia -
Gassendi, Pierre
Gathas ,
Gathi , n.
Gaud
Gell, Alfred
Gematria n. , -, ; Mispar
gadol n.
Francia , , n. , , n. ,
Genere (gender) , , n. ,
n. , ; testuale vedi testo
Francklin, William
Genette, Grard
Franco, Francisco n.
Gennaro, San , n.
Francoforte
Indice analitico
Genova , , , n.
Geografia ,
Geomanzia
Gerarchia
Gerhard, Eduard
Gerlach, Luther P. ,
Germania , ,
Geroglifici n.
Geronimo, San , n. , ,
n.
Gerusalemme -, , , , ,
, , , , , , ;
tempio di ,
, ; e linguistica n. ; e
matematica n. ; Shvetambara
Giansenismo , , , -,
Giappone
Gibson, Mel
Gibson, Walter S.
Gilio, Giovanni Andrea ,
Gillray, James
Ginevra
Ginzberg, Louis n.
Ginzburg, Carlo
Giobbe
Gesenius, Wilhelm n.
Gioco -,
Gesto rituale
Gioiello ,
Ges , , , , , n. , ,
, , , , , , , ,
, , , , , , , -,
, n. , , , n. , ,
, , n. ; bambino , ;
corpo di ; e la donna samaritana
; generazione di ; Passione di
; sangue di n.
Gesualdo da Venosa , n.
Giovenale
Gesuiti -, , , , , ,
n.
Giovio, Paolo , n.
Ghavali
Ghazal
Ghelderode, Michel de , n.
Giacobbe
Giacomelli, Roberto
Giacomo di Vitry n.
Giacomo, San
Giainismo , -, n. , ,
-; calendario ; Digambara
, , , ; iconografia del
Giovanni da Modena , n.
Giovanni Evangelista, San , ,
Giove
Gioved Santo , , ,
Girard, Ren
Girolamo, San , ,
Giuda , n. , -, , ,
Giudecca -
Giudizio Universale
Giulio III, papa , n.
Giuseppe, San
Giustiniano
Giustizia
Glass, Philip n.
Indice analitico
Glossematica , ,
Glossolalia , -
Gloucestershire
Gregg, Robert C.
Goa -
Gods Army ,
Gregorio di Nissa -
Gregorio Magno
Gregorio XIV , n.
Gregory, Andr
Greimas, Algirdas J. , , n. , ,
, n. , , -, n. ,
n. , , , , -, , , ,
, , -, ,
Grezzi, Francesco
Grifone ,
Groto, Luigi , n.
Grotowsky, Jerzy
Gotico (stile)
Grnewald, Matthias , n.
Goya, Francisco , n.
Guadalupe
Gozzoli, Benozzo
Guarigione , -
Grabar, Oleg
Guglielmo, San
Gracin, Baltasar
Guido da Bagni n.
Grafema
Gujarat , ,
Graffiti -
Gulu , n.
Grammatica , , , , n. , ;
attanziale ; profonda
Gusheh
Gran Bretagna
Guttinguer, Ulric n.
Gusto ,
Granada
Grants Pass, Oregon
Gray, Cecil , n.
Graz
Grazia , -; congrua ; efficace
-; incongrua sufficiente -;
teologia della
Haasen, Raymond n.
Hafez , -, n.
Haggadah di Sarajevo , n.
Hahnemann, Samuel C.
Hndel, Georg Friedrich
Hanecke, Michael -
Indice analitico
Hannan
Hugues, John
Hanukkah
Hare Krishna n.
Harries, Martin
Hartlieb, Johann
Hartwig, Paul
Havelock, Eric n.
Hawthorne, Nathaniel
Hedgewar, Keshava Baliram ,
n.
Hurtado, Gaspar , n.
Hurtado, Tomaso , n. -,
Husayn , -, ,
Huysmans, Joris Karl , n. ,
Iacopo di Mino n.
Hemacandra
Iconoclastia ,
Heidegger, Martin , n.
Herling, Bradley
Herry Potter n.
Heston, Charlton
Hjar
Hilandar
Idioletto
Hilbert, David , n.
Idolatria , , ,
Idraulica
Hine, Virginia ,
Idromanzia ,
Hiroshima
Ifigenia ,
Hjelmslev, Louis , , -, ,
Hollywood
Ilario di Poitiers
Iliade
Hpay, Thah
Htaw Mamaw
Illuminazione , n.
Illuminismo ,
Hurcal-Overa
Illusione , ,
Hugo, Victor ,
Imber Court
Indice analitico
Induzione
Immaginazione , ,
Infallibilit -
Immagine , , , , -, ,
, , , , , , -;
acheiropoieta -; miracolosa ;
sacra ,
Infibulazione
Immanenza , , , , , , ,
, , , , , , , ,
, , ; ambiente della ;
simulacro della
Immanenza (in Greimas)
Immaterialit
Inedia
Ineffabilit
Infinito, infinitudine -, , , , ,
, , , , ; addomesticamento dell ; grammatica dell -,
, , , , n. ; manutenzione
dell ; sentimento del ,
Inghilterra
Inginocchiamento ,
Inglobamento -
Installazione dellidolo
Immersionismo
Intentio auctoris
Immobilit
Intentio lectoris
Immunit/immunitas , ,
Intentio operis
Immutabilit
Intenzionalit , , , , , ,
Impronta
Inter-naturalit
Improvvisazione
Interattivit
Incarnazione n. , , n. , ,
,
Interazione
Incenso ,
Incidente , , -, , n.
Incoativit
Indagine, Johannes ab n. , ,
n.
India ,
Indiana
Indice , ,
Interculturalit
Interiorit
Interlocutore
Internauta , , ; modello
Internet
Interpretazione , , , , , ,
, -; teologica
Intersoggettivit ,
Indifferenza
Intertestualit , , ; semiotica
; storica
Indipendenza
Intra-naturalit -
Individualit -, ,
Intraducibilit -
Induismo n. , -,
Invasione , ,
Indice analitico
Invenzione
Jain, Jyotindra ,
Inverno
Jaipur
Invisibilit
Jakob Frank , n.
Involucro
Jakobi, Herman
Ipno n.
Jakobson, Roman -
Irnim
James, William -,
Iran e cinema
Jamnagar
Iraq
Jamona
Irene, Santa
Jazz
Ireneo n.
Irlanda ,
Jivani
Ironia
John of Salisbury
Irvingiti
Jok , n.
Isacco ,
Jon, Franois du
Isacco il Cieco , n.
Isidoro di Siviglia
Islam , , n. , n. ,
n. , , , ; e corpo -, ;
e digiuno , n. ; e musica
-; sciita , , ,
Isomorfia
Isotopia , -, , , n. ,
n. , , , bi-isotopia ;
pluri-isotopia
Kabbalah , n. , -, n.
Kafka, Franz n.
Kali
Kamalol Molk
Kampala ,
Kant, Immanuel , -
Kantor, Tadeusz
Israele ,
Karbala , ,
Issenheim
Karen
Italia
Jackson, Michael
Jacobi, Friedrich Heinrich , n.
Jacopo da Varagine , n. , ,
n. , , n. ,
Jacopo da Varazze vedi Jacopo da
Varagine
Karma , , n.
Kayotsarga
Kerostasia , n.
Khlysty
Khnoppf, Fernand , n.
Indice analitico
Khomeini, Ruhollah
Latino (lingua)
Khosrau I Anushiravan , n.
Lautramont
Khula n.
Kierkegaard, Sren n. , -,
Lazzaro , -
Le Brun, Charles
Le Poittevin, Alfred
Kircher, Athanasius , , n.
Kitgum
Kitsch , n.
Kitzinger, Ernst
Legrain, Padre -, n.
Klee, Paul -
Len
Klein, Naomi
Kony, Joseph -
Leone, Frate
Lepanto
Lepschy, Giulio C.
Kuhlmann, Quirin , n.
Leroi-Gourhan, Andr
Kundakunda
Lessicalizzazione
Kwanzaa
La Fontaine, Jean de
La Piana, Giorgio
Laicit
Laidlaw, James ,
Lainez, Diego
Lampsonius, Domenicus , n.
Lessius, Leonard , n. , ,
n. ,
Letteralismo -
Lettura
Levergeois, Louis , n.
Levi Izhak di Berdicev , n.
Landes, David S.
Lvi-Strauss, Claude , , ,
n. ,
Lango
Lvinas, Emmanuel ; n.
Langue ,
Lanzichenecchi
Libero arbitrio
Libert , , , , , -, , ,
-,
Indice analitico
Licolmshire
Lord, Albert n.
Lincoln, Bruce -
Linden Lab
Linden, Philip
Lorenzo Monaco
Linguaggio , , , , , , , , ,
, , , , , , -, , ,
, , , , n. , , ,
, , , , ; arbitrario ;
del cibo ; incarnazione del ,
-; individuale ; motivato ;
origine del ; pseudo-linguaggio
vedi double-talk; spaziale ; spirituale ; verbale , , , , , ,
, , , ; visivo , ,
Lough Derg
Linguistic Turn
Luis de Granada
Linneo, Carlo
Lullo, Raimondo
Lippi, Filippo
Luna ,
Lisbona ,
Luogo , ,
Litteramanzia
Luriia, Alexander R. n.
Liturgia , , , , , , ,
, , ; cristiana ; decostruzione della , , ; eucaristica vedi Eucaristia, liturgia della;
giainista ; virtuale n. ,
Llins, Rodolfo R. n.
Macario lEgiziano
Logica
Macerie
Logo -
Maddah
Logos , -
Maddalena ,
Lombard, mile
Madrid
Londra
Long Beach
Magia
Lorca
Magius
Los Angeles , ,
Lotman, Jurij M. n. , , n. ,
, ,
Lovanio
Luca di Leida , n.
Luce , ,
Luciano
Ludolph von Saxen , n.
Luigi XVI
Lyons, Emily
Indice analitico
Magona
Mahavira ,
Maimonide
Maritain, Jacques
Malatesta, Pandolfo n.
Malattia -,
Marted
Male ,
Martimort, Aim-George
Mle, mile
Martinet, Andr
Malick, Terrence
Martnez Cantapetrense
Malli
Martinica
Mamerto, Claudiano
Martirio
Mandala
Maryland
Marziale, San
Manderlay
Marziano
Manhattan
Mas Barcefa n.
Manifestazione , , , , -, ,
Mastrilli, Marcello
Materia , , , ,
Mano
Mantra -
Materialit -, , , , , , ,
, ,
Maometto ,
Matracas
Maqam
Matter, Jacques , n.
Marco Aurelio
Mauna agiyaras
Marco, Toms n.
Maupassant, Guy de
Marcus, Samuel
Mayeh
Margshirsh
Maynial, duard , n.
Maria de Medici
Mazzacurati, Carlo n.
Maria di Francia n.
McLuhan, Marschall n.
Medici, famiglia
Maria, Santa , , , , -, , , , , -, n. , ,
, , ; dormizione di ,
n.
Marin, Louis , , n.
Matematica ,
Medicina , -; allopatica ;
alternativa
Medioevo , , , , , , ,
; esegesi cristiana medievale ;
misteri medievali
Meditazione , n. ,
Indice analitico
Medium
Meuse
Medusa , -
Mezzo
Michelangelo
Mlis, Georges -, n. -,
Michele
Meme -; n.
Memento mori
Migezio
Memnone , , n.
Memoria , n. , , ,
Migrazione
Milano ,
Miles, T.R.
Menelao ,
Mente
Mnguez, Dionisio
Menzogna
Minogue, Kenneth R.
Mercuriano, Everardo , n.
Minorca -
Mercurio
MIPT -, n. , ,
MerleauPonty, Maurice ,
Mira
Mersenne, Marin
Miracolo , , , , , -
Merton, Thomas n.
Miriam
Mise en abyme ,
Messa
Messaggio , ,
Messico
Misteri medievali ,
Metadiscorso
Mistica , , , , , , ;
unione ,
Mimetismo -
Miserere
Metafora , , ; percettiva n. ;
sensoria n.
Mitchell, Nathan D.
Metalinguaggio , , ,
Mitotes
Metatesto
Mitra ; Mitraismo
Metaverso n. , , n. ,
Mittente
Metoposcopia
Mnemotecnica , , ,
Mito
Indice analitico
Mobilit n.
Mostro
Modalizzazione , , , ;
endotassica ; esotassica
Motilit , n. , ,
Modellamento
Movimento , , , , ,
Moin alBoka
Molina, Luis de , n. e ,
Molinismo
Monachesimo ; giainista ; irlandese
Moto , , -
Muharram ,
Muir, Lynette R. ,
Muller, Catherine-Elise
Mumbai
Murchadh Cuindlis
Mondo naturale
Murcia
Mondo possibile
Murdoch, Iris , n.
Mondzain, Marie-Jos
Murrah, Alfred P. n.
Moneta
Museveni, Yoweri
Monocentrismo -
Monorah
Mutamento spirituale ,
Montaigne, Michel de ,
Montale, Eugenio
Montesino, Ambrosio , n.
Moreno Ocampo, Luis
Morfologia ,
Nagasaki
Morgante
Naghal
Morison, Richard
Nahar, Amarchand-ji
Morone, Giovanni , n.
Nairanjan
Morte
Nanotecnologia
Morte , , , , , , , ,
, , , , , , , , ; angelo della , , ;
campo semantico della n. ; e
soggettivit
Napoleone
Mosca , ,
Moschea , ,
Narrazione , n. , , , ,
, , , , ,
Mos -, , , ,
Nascita
Napoli , , ,
Narrativit , ,
Narratologia
Indice analitico
Nassaredin Shah
Nomanzia
Natale
Nominalismo linguistico
Natanaele
Nudit nellInduismo
Nathn di Gaza
Numinoso , ,
Natura , , n. , , , , , ,
Nuova Guinea
Nuovo Testamento vedi Vangeli
Nav pad
Navapadaprakarana
OKane, Maggie
Navkar
Obote, Milton
Navkarsi
Occultismo n.
Nazioni Unite
Odek
Nazir, Jacob
Odore n.
Nebi , n.
Oggetto -, ,
Necessit , ,
Negativit
Oklahoma City n.
Negazione
Olanda , , n.
Negromanzia
Olfatto
Neri di Bicchi
Ombra
Neurofisiologia ,
Omeopatia
Neurone-specchio -, n.
Omero , ,
New York , n. ,
Omofilia
Niccol di Lira n.
Ong, Walter J. n.
Niceforo Callisto n. ,
Onnipotenza
Nicola, San
Ontologia , , , , n. ,
Nietzsche, Friedrich , -, n. ,
, nn. -, , -, -
Opera aperta
Niger
Nigeria
Ordinazione
Niravana
Ordini mendicanti
Nivi
Orfiche, dottrine
Nodi n.
Origene , n.
Nola
Oris, Juma
Nomadismo
Orlando, Silvio n.
Opposizione n.
Indice analitico
Orlans ,
Pane
Oro
Panopoli , n.
Orosio -
Orvieto ,
Paolo di Tebe
Oscurit
Paolo V, papa , n. ,
Osiander, Andreas , n.
Paolo VI
Osnabruck
Paolo, San , , , , ,
Ospitalit -
Paolo, Santo , ,
Osroene
Parabola
Osservatore implicito
Paradigma ,
Ossimoro , , , , , , ,
,
Paradigma ,
Ostia
Ottateuci bizantini n.
Otto, Rudolph ,
Outing
Paradosso , , , ,
Parata di ringraziamento
Paratesto , , n. , , ,
n. ,
Parigi
Packaging
Pacomio , n.
Parigi, Giulio , n.
Padmanandin
Park, Benjamin
Padrenostro
Parodia , , , -, ,
Paduka
Parole
Paesaggio , , ,
Parry, Milman n.
Paryushan parva
Pahlavi, Reza
Paleotti, Gabriele
Pascal, Blaise , , n. , n. ,
-, , n.
Palestina
Pasqualigo, Zaccaria , n.
Palladio , n.
Passione , ,
Pamplona , ,
Patemizzazione
Pamplona , ,
Patrizio, San , -,
Pan-Africanismo
Paummier, Maurice n.
Panckouke, Charles-Joseph n.
Pzmny, Pter -, n.
Indice analitico
Peirce, Sanders S. , , , , ,
, , ,
Pladan, Josphin , n.
Pelagianesimo
Pellegrinaggio , , , ,
n. , , ; giainista ; islamico
Penitenza
Pentecostalismo vedi Cristianesimo,
pentecostale
Pierre de la Palud , n.
Pietro dAbano
Pietro, Santo , , -, , ,
, , , , ,
Pio V ,
Piombo
Pioterio
Pipistrello
Piromanzia ,
Pentecoste
Pitagoriche, dottrine
Pittogramma
Percorso generativo , , n. ,
, , , , , , ; livelli
profondi del
Peregrinatio Etheri
Performance n.
Performanza ,
Peritesto
Perla
Permutazione
Persepoli -,
Pittsburgh
Pittura di scena -
Placenta
Plastico categoria ; configurazione
, , ; livello , , -;
formante , ; rima plastica ;
plasticit
Platone ,
Plinio il Vecchio , , , ,
Plotino
Plutarco
Pneumatologia -, , ,
Podanpour
Poesia , , , n. ,
Persuasione ,
Poh dasmi
Pesaro
Polanco, Juan de
Petitot, Jean , n. ,
Petizione
Poli-sensorialit , n. , n. ;
cacofonia polisensoriale
Petrarca
Policlastia ,
Photoshop
Pontano
Piccolomini, Francesco , n.
Piemonte
Porasi
Porfirio , n.
Indice analitico
Porfiris n.
Presley, Elvis
Pornografia -
Presupposizione (semantica) n.
Port Royal ,
Portabilit morale
Processionali
Positivismo
Posto
Postura
Potenzialit , , , , , , , ,
, , , , , ; navigazione
della , n. , , n. , ,
n. ; ponderazione della
Processo
Potere n. , n. , , , ,
-
Prodi, Giorgio n.
Potin, Maurice , n.
Profano , , ; luogo
Poussin, Nicolas
Profeta n.
Pozzi, Giovanni ,
Profezia -, -,
Pozzo -
Profumo
Pozzo, Andrea , n. , , ,
,
Pronuncia
Procopio di Cesarea , n.
Procopio Gazeo n.
Profanazione
Propiocezione
Propp, Vladimir J.
Prahar
Prosodia
Pratica , , ; spirituale
Prossemica
Praz, Mario , n.
Prostituzione
Predestinazione
Protesta
Predicamento umano , , , ,
Preghiera , , , , , , ,
, , , , , -; contabilit della , n. ; dispositivi
per la ; efficacia della ; inevitabilit della , -; intellettualizzazione della ; linguaggio della
n.
Pseudo-Ambrosio
Pseudo-Apollodoro
Pseudo-linguaggio vedi double talk
Pseudo-Tertulliano n.
PseudoGiosu lo Stilita
Premotio
Psichiatria
Presa di parola
Presbiteriani
Indice analitico
Psicoterapia
Psych , , n. , -,
Psychostasia , n.
Ratchaburi
Pubblico
Ratto
Puerto Real
Razza
Pulci, Luigi ,
Realizzazione ,
Punto di ascolto
Realt , , , ; aumentata ;
effetto di , ; virtuale
Punto di vista
Purimuddha
Pynchon, Thomas
Pypelinx, Maria
Redon, Odillon , n.
Registro passionale
Regnault, Valre , n.
Regola
Qajar ,
Relativit
Quaccheri
Religione , , , , , n. , ;
e violenza vedi violenza
Quadrato semiotico , - n. , ,
; della veridizione
Religiosit popolare
Quantificazione -
Reliquario -, n.
Quaresima , n. , -
Quinta Essenza
Reliquia , , -, , -;
furto di ; traslazione di
Quintiliano -,
Rembrandt, Pieter ,
Quinto Ennio
Remo
Rabano Mauro
Racconto , , , , , , , ,
, , , , , , , ,
, , , , , ,
Renan, Ernest
Reno , n.
Representamen
Respiro
Racine, Louis
Responsabilit ,
Radif
Resurrezione ; domenica di
Radio
Ragione
Ramadan ,
Rame
Rappresentazione n. , , , ,
, , , ; drammatica ;
visiva vedi Testo, visivo
Reutersvard, Oscar
Revised Standard Version vedi Bibbia,
Revised Standard Version
Indice analitico
Rocaille
Ribadeneira, Pedro de , , ,
Rice, Condoleeza
Rodericus de Majoricis
Ricodifica
Riconoscimento
Rodot, Stefano
Ricorsivit , , , , n. , ,
Roma , , , , ; Roma
antica ; fondazione di
Riduzionismo
Riforma cattolica , ; protestante
, , ,
Rimini n.
Rinaldi, Filippo -
Rinaldo
Rinascimento , , n. , , ,
, , -, , ,
Romolo ,
Rops, Flicien , n. -,
Rosario , , -; intellettualizzazione del
Rosedale, Philip
Rosenzweig, Franz n.
Rossellini, Roberto
Rioja ,
Roth, Philip
Ripa, Cesare -,
Rouen
Ripetizione , , , n. ,
n.
Routine
Ripoll
Rowling, J.K. n.
Riproducibilit tecnica
Rowza ; rowza-khan
Rubens, Jan ,
Rito , ; sacramentale
Rublv, Andrej
Rituale , , , , , n. , ,
-, ; ritual studies n.
Rufino , n.
Rituale Romanum ,
Rumi
Rivelazione , , , , -, n. ,
, ; aborigenizzazione della ;
immanente , ; marketing della n. ; ; ontologia della , ;
teandrica ; trascendente , ;
universale
Rumsfeld, Donald
Rivire, Henri , n.
Sacerdote ,
Sacralit -
Rovine -
Rufino (pseudo-santo)
Ruperto di Deutz -,
Sabbatai Zevi -, n. , n.
Saccone, Carlo
Indice analitico
Sacramento ,
Sanderson, Robert
Sacrificio
Sangallo, Antonio da
Sacro , , , , n. , n. , ,
, , , , , n. , ,
, , , , , ; definizione sostanziale -; definizione situazionale -; grammatiche del ;
personificazione del ; spazio sacro -, , ; testo vedi testo
sacro
Sangue ,
S anliurfa
SantIgnazio, chiesa di
Santa Claus vedi Babbo Natale
Santiago de Compostela
Saddam Hussein
Santo, santit , , , ,
patrono
Sade
Santos, Calres -, n.
Sadhporasi
Santuario , ,
Saeta
Sanzione
Saint Vincent
Saraceni
Saint-Pravy-la-Colombe
Saramago, Jos n.
Saint-Pierre
Saro-Wiwa, Ken
Salamanca
Sarpedone ; n.
Sallekhana , n. ,
Sassanidi ,
Salomone ,
Satana , n.
Salute -
Satanismo
Salvezza , ,
Saturno
Samadhi
Samadhi-maran vedi Sallekhana
Saussure, Ferdinand de , , , ; e
la glossolalia -
Samarin, William J.
Savafidi
Samayik
Sbattesimo ,
San Francisco ,
Scenografia -
San Pietroburgo ,
Schema (semantico) n.
Snchez de la Brozas, F.
Schnebel, Dieter n.
Snchez, Toms , n.
Scholem, Gershom n. , n. ,
Sand, Bobby
Sand, George , , n. , ,
n.
Schnberg, Arnold n.
Schnborn, Christoph
Indice analitico
Schott, Kaspar , n.
Semema ,
Schroeder, Barbet , n.
Semi-pelagianesimo
Schubert, Franz
Semi-simbolismo , -, ,
Schuman, Peter
Sciamanesimo
Scientia media ,
Scienze cognitive
Scienze naturali
Semiosi , , , , n. , , ,
, ; illimitata ; utopica
Semiotica , , dellarte -;
del cinema -; culturale, della
cultura, delle culture , , ,
, ; generativa , , ; del
mondo naturale ; presupposti epistemologici ; della religione ,
, ; stile semiotico ; strutturale vedi semiotica, generativa;
strutturale , , , ; tensiva ; del testo , , , ;
topologica ; visiva
Searle, John
Senofonte , n.
Sebald, Winfried
Senso , , , , , , , , , ,
, n. , , , , , ,
, , -; comune; , ; fenomenologia del ; metafisica del
; percorso di ; percorso generativo del vedi percorso generativo;
religioso , , , , n. , , ,
, , ; unit del n. ,
n. ; urbano
Scienze religiose
Sciismo vedi Islam, sciita
Scippa, Vincenzo
Scolastica, Santa
Scoto Eriugena, Giovanni n.
Scozia
Scrittura , , ; divina ,
Sebastiano, San -
Secolarizzazione , ,
Second Life , -
Sedirac, Bernard de
Segno , , , , , , , , ,
, , , , , , , , ;
eventi-segno ; religioso
Sema , - n. ; nucleare ;
contestuale
Sema
Sensualit , , -,
Semana Santa -
Seleucidi
Semantica , , , , , ;
categoria n. ,
Semeiotica
Sesso
Settanta vedi Bibbia, dei Settanta
Indice analitico
Severo
Sinai -, ,
Shfi, Imam
Sincretismo
Shakespeare, William , ,
Sincronia ,
Shannon, Shelley
Sinestesia , n. , n. , ,
n. , ,
Sharia , n.
Sharma, Subash
Shell -
Shiraz ,
Shiva ,
Singapore
Sintagma , , ,
Sintassi , n. , n.
Sirena , ; funeraria -
Shoah
Sistema , , , , cognitivo ;
simbolico
Shravakacaras
Situazione sociale ,
Siavash
Siviglia
Sicilia
Sluter, Claus ,
Siddha , ,
Siegen
Siena -,
Smith, Jonathan Z.
Sigismondo, San
Significante , , , ; vuoto
Significato , , ,
Significazione , , , , , , ,
, , , , , , , ,
, ; e transustanziazione -
Silenzio , n. , , ,
Sociosemiotica , , -, ,
Sodoma
Sofala
Sofferenza
Silhouette
Soffio vitale -, , n. , ,
n.
Simbolo , , , n. , , , , ,
, , , , ,
Soggettivit , , -, , , ,
, , ; religiosa , ,
Soggetto , ,
Simeone di Edessa
Similarit
Sole
Simulacro , , , n. , , , ,
, , ; digitale ,
Sollers, Philippe , n.
Simulazione n.
Solovv, Vladimir S. n.
Sinagoga n. , -
Solmanzia
Indice analitico
Somiglianza
Stefano, Santo -
Songarh
Stella n. ,
Soria
Stendardo - n.
Sorpresa
Stendhal ,
Sorrentino, Paolo
Stephenson, Neal , n. , n.
Sostanza espressiva , , , -
Stereotipizzazione
Sostanza stupefacente
Sternomanzia
South Bend
Spagna , -, , , ;
spagnolo (lingua)
Stile
Spatulomanzia
Stochhausen, Karlheinz n.
Spazio , , , , , , , ,
, -, n. ; dialetto spaziale ; paratestuale ; politico
n. ; raccontato ; religioso ;
scarsit dello , -; virtuale
Stoichita, Victor I.
Specchio
Stiliti
Stoicismo , ,
Storia , , , , , , , , ,
, , , , ; dellarte ,
, ,
Stream of Power
Speranza
Strindberg, August , , ,
n.
Spettacolo , , ,
Spettatore -, , , , , ,
, ; empirico
Spinoza , , n.
Spiritismo
Spirito , , ,
Spirito Santo , , , , , ,
Struttura significante
Strutturalismo , -, , -, ,
- n. , n.
Struzzo
Surez, Francisco , n.
Suger de Saint-Denis
Suicidio , n.
unyata
S
Suono , , , -, , , -
Sri yantra -
Supereroe
Stagno
Superficie , ; significante
Stampa
Suica n.
Sustris, Lambert
Svelamento
Indice analitico
Svetonio
Televisione
Swedenborg, Emanuel , n.
Tempio , n. , , , , ,
,
Swift, Jonathan
Sylbaris, Ludger vedi Cyparis, Auguste
Tempo , , , , , , , , ,
, , , n.
Tensione , , , , ,
Tazieh , -
Tentazione -
Tbara
Teodoreto Cirenense n.
Tabor
Teodoro dAntiochia n.
Taddeo
Teodoro, Rabbi
Taisnier, Jean n.
Teofrido di Echternach , n.
Talet
Teologia , ; negativa n.
Talmud -, n. , , ,
Teomorfismo n.
Tambiah, Stanley
Tamburo -
Tamil (lingua)
Tamisari, Franca
Tanato n.
Tanner, Adamus vedi Tannerus, Adamus
Terenzio
Triade n.
Teriyama, Shuji
Terminativit
Terra n.
Terrorismo , n.
Tertulliano ,
Tannerus, Adamus , n.
Teruel
Tanzania
Teschio
Tpies, Antoni n.
Tarkovskij, Andrej A. ,
Testimone
Tatto ,
Testo , , , ; drammatico ;
genere testuale vedi genere; verbale , ; letterario ; visivo ,
,
Tattvartha Sutra
Tattvartha-bha[E?]ya
Teatro delle marionette -, -
n.
Tecnologia
Tefillin
Teheran ,
Teleologia , -
Testo , , , , -, ,
n. , , , , , , , ,
, , ; di cultura ; galassia testuale ; genere testuale
n. ; letterario , ; sacro , ,
, ; semiotica del vedi semiotica
del testo; verbale , , ; serie
testuale
Indice analitico
Torremenga de la Vera
Testura ; n. , ,
Tournier, Michel n.
Texas
Tours
Thailandia
Tradimento -
Thom, Ren , n.
Thrlemann, Felix
Tiberto, Antioco
Tibet
Tillemont, L.-S. Le Nain de , n.
Tiller, George
Tillich, Paul
Timante -; effetto Timante
-
Traduzione , , n. intersemiotica , , ,
Trailer
Transizione intensit di
Transustanziazione , , , , ,
-
Tintoretto , , n.
Trascendenza , , , , , , ,
, , , , , , , , ,
, , , , , , , ,
; ambiente della ; simulacro
della
Tipologia () , , , , ,
Trasparenza , ,
Tipologia ()
Tratto distintivo , -
Tirthankara , , n.
Tricasso da Cerasari n.
Tivihar
Trinit , , ,
Tixeront, Joseph
Tromba
Tndgal, visione di
Trompe loeil -
Truffaut, Franois
Todi , n.
Tucci, Giuseppe
Toledo ,
Tudor, David n.
Tolleranza , n. ,
Turchia n.
Tomismo
Twain, Marc -,
Tommaso, San , ,
Twycross, Meg
Topeka
Tyndale, William
Torah , , -, , ,
Uccello
Tinchant, Albert
Indice analitico
Udito ,
Vampiro
Uganda -
Vandali
Vanderveken
Vangeli , , ,
Uguaglianza
Vanit
Ulisse ,
Varanus, Julius
Ultima Cena
Varchi, Benedetto
Umaswati, Acharya
Vardhaman
Umbanda
Vardhamana Mahavira
Umbilicomanzia
Variazione
Uniting Church
Vasquez, Gabriel , n. , n.
Urbanistica ,
Vasunandin
Urbano IV
Velo , , , -; nellIslam
Venamanzia
Uruvela
Venerd Santo , ,
USA
Venere
Utopia ,
Verbale, linguaggio
Utzpak
Verdonck, Rombout
Uvasaga n.
Verdun
Uvasagadasao ,
Uzzah n.
Veronica
Vallabhi
Via Crucis , n.
Valore , , , , ; oggetto di
Vico, Giambattista n.
Valorizzazione estetica
Videogioco n.
Valverde de la Vera
Vienna
Indice analitico
Vigevano -
Vilars, Ionnis -
Villanueva de la Serena
Vino
Vvrshitap
Wagner, Richard , n.
Warburg, Aby ,
Washington
Violenza
Webb, Daniel
Violenza -
Webern n.
Virgilio
Weicker, Georg ,
Virginia
Virno, Paolo n.
West, Cornel
Virtualit , , , , ,
Westfalia
Wichita, Kansas
Visione , -, ,
Wierix, Hieronymus , n.
Vista ,
Wilkins, Eithne ,
Vita , , , , , , , -;
vita-sangue
Wilkins, John
Vitelleschi, Muzio , n.
Wilson, Robert
Vitello dOro
Witz, Konrad
Vittoria
Wolfram, Walter
Volatilit -,
Woltor, Robert
Vollard, Ambroise , n. e
Xenoglossia
Volli, Ugo , n. , n.
William of Malmesbury
Volo ,
Volont
Voltaire , -,
Volto -, , , ; benvenuto
del
Yantra -
Yepes
Yitzhak Saggi Nehor vedi Isacco il Cieco
Yucatn
Von HammerPurgstall, J. , -
Zaccheo
Zand (dinastia)
Zaner, Richard M.
Vrata
Zarirr
Zen, giardino n.
Vuoto , , -,
Zimmer, Heinrich
Indice analitico
Zingari
Zolla, Elmire , n. , n. ,
, n.
Zohar
Zoroastrismo ,
Ringraziamenti
Le riflessioni contenute in questo libro abbracciano un quindicennio di studi, ricerche, insegnamento. A ogni capitolo si intrecciano
istituzioni, biblioteche, universit e centri di ricerca, ma soprattutto
interrogativi, passioni, luoghi e persone. Il mio ringraziamento va
innanzitutto a quelle universit che, nel corso di questi ultimi quindici
anni, sono state quadro stabile di lavoro, progetti, attivit e trampolino
di lancio per viaggi, sinergie, incontri. Partendo dalla fine: lUniversit
di Torino, la mia casa professionale da quasi dieci anni, e in particolare
il Dipartimento di Filosofia e il Centro Interdipartimentale di Ricerche
sulla Comunicazione (), che ho contribuito a fondare. agli
amici e colleghi di che dedico questo libro, come segno di soddisfazione per il cammino percorso insieme. Sono grato in particolare
a Ugo Volli, nostro decano, non solo per lefficacia con cui guida in
tempi non facili una creatura cos complessa e delicata, ma anche per
la generosa prefazione che ha voluto anteporre a questo volume.
Ringrazio poi le Universit lavorando presso le quali i capitoli di
questo libro hanno preso corpo: la Sorbona, lUniversit di Toronto,
lUniversit Monash di Melbourne, lUniversit di Tunisi ElManar,
lUniversit di Berkeley e in particolare il Graduate Theological Union,
lUniversit di Lecce, lcole Pratique des Hautes Etudes nella sezione
di Scienze Religiose, lUniversit di Friburgo in Svizzera, il Trinity
College di Dublino, lUniversit di Parigi VIII Denis Didrot, il
di Madrid, il di Parigi, lcole Franaise a Roma, lcole Normale
Suprieure di Parigi, lUniversit Complutense. Ognuna di queste
istituzioni ha per me il volto di una o pi persone amiche. Il mio
riconoscimento va a Anne Hnault, Denis Bertrand, Marcel Danesi,
Elizabeth Coleman, Abdelaziz Labib, il compianto Alex Garca Rivera
e Lewis Rambo, Giulia Belgioioso, JeanRobert Armogathe, Victor
I. Stoichita, David Scott e Barbara Wright, AnneMarie Christin e
Isabelle SaintMartin, Franois Rastier ed Eric Landowski. Un pensiero speciale va poi alla mia Alma Mater, lUniversit di Siena, e in
Ringraziamenti
Ringraziamenti
I SAGGI DI LEXIA
. Gian Marco D M (a cura di)
Ieri, oggi, domani. Studi sulla previsione nelle scienze umane
----, formato cm, pagine, euro
. Alessandra L
Anime allo specchio. Le mirouer des simples ames di Marguerite Porete
----, formato cm, pagine, euro
. Leonardo C
Soltanto per loro. Un manifesto per lanimalit attraverso la politica e la
filosofia
----, formato cm, pagine, euro
. Jenny P
Lingue angeliche e discorsi fondamentalisti. Alla ricerca di uno stile interpretativo
----, formato cm, pagine, euro
. Guido F
Fondamenti di teoria sociosemiotica. La visione neoclassica
----, formato cm, pagine, euro
. Piero P
Umberto Eco e il dibattito sulliconismo
----, formato cm, pagine, euro
. Antonio S
Le radici della televisione intermediale. Comprendere le trasformazioni del
linguaggio della TV
----, formato cm, pagine, euro
. Gianluca C
Resti del senso. Ripensare il mondo a partire dai rifiuti
----, formato cm, pagine, euro
. Massimo L
Annunciazioni. Percorsi di semiotica della religione
----, formato cm, tomi, pagine, euro