Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
V E S U V I A NA
a n i n t e r nat i o na l j o u r na l
o f a r c h a e o lo g i c a l a n d h i s t o r i c a l
studies on pompeii
a n d h e r c u la n e u m
2 2010
pisa roma
fa b r i z i o s e r r a e d i t o r e
mmx
Amministrazione e abbonamenti
Fabrizio Serra editore
Casella postale n. 1, succursale n. 8, i 56123 Pisa,
tel. +39 050542332, fax +39 050574888, fse@libraweb.net
I prezzi uiciali di abbonamento cartaceo e/o Online sono consultabili
presso il sito Internet della casa editrice www.libraweb.net.
Print and/or Online oicial subscription rates are available
at Publishers web-site www.libraweb.net.
I pagamenti possono essere efettuati tramite versamento su c.c.p. n. 17154550
o tramite carta di credito (American Express, Visa, Eurocard, Mastercard)
Uici di Pisa: Via Santa Bibbiana 28, i 56127 Pisa,
tel. +39 050542332, fax +39 050574888, fse@libraweb.net
Uici di Roma: Via Carlo Emanuele I 48, i 00185 Roma,
tel. + 39 06 70493456, fax + 39 06 70476605, fse.roma@libraweb.net
Autorizzazione del Tribunale di Pisa n. 11 del 20 maggio 2006
Direttore responsabile: Fabrizio Serra
Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, ladattamento, anche parziale
o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo efettuati, compresi la copia fotostatica,
il microilm, la memorizzazione elettronica, ecc., senza la preventiva autorizzazione scritta della
Fabrizio Serra editore, Pisa Roma. Ogni abuso sar perseguito a norma di legge.
Propriet riservata All rights reserved
Copyright 2010 by Fabrizio Serra editore, Pisa Roma
Stampato in Italia Printed in Italy
www.libraweb.net
issn 2036-8089
issn elettronico 2037-6065
S O M M A R IO
Luigi Pedroni, Pompei, porto di Acerra in Strabone
Annarita Sorriento, Oltre la domus: sistemazione e manutenzione dei marciapiedi lungo Vico di Modesto e lInsula Arriana Polliana
Fabrizio Pesando, Quadratariorum notae Pompeianae. Sigle di cantiere e
marche di cava nelle domus vesuviane
Lara Anniboletti, Compita vicinalia a Pompei: testimonianze del culto
Abstracts
9
15
47
77
139
C OMP I TA V I C I NA LI A A POM PE I:
T E S T I M O N I A N Z E D E L C ULTO
La r a A n n i b oletti
1. Pompei: la documentazione archeologica
1 I saggi stratigraici condotti nello spazio antistante le nicchie, presso vi 2, 16-21; vii 15, 8; ix 7, 20; ix
8, 3; ix 8, 8 e ix 9 (e), sono stati eseguiti dalla sottoscritta nel periodo 2005-2006 nellambito del progetto
interuniversitario I primi secoli di Pompei (cofin 2004-2006), coordinato dal prof. Filippo Coarelli, Universit degli Studi di Perugia e dal prof. Fabrizio Pesando, Napoli LOrientale, ai quali va il mio pi sentito
ringraziamento per aver seguito questo progetto di ricerca. Un ringraziamento particolare va inoltre al prof.
Mario Torelli per la costante e proicua disponibilit alle discussioni sullargomento. Per la pubblicazione
dei contesti archeologici indagati, vedi Anniboletti 2007; Eadem 2008a; Eadem 2008b.
2 La deinizione di tali apprestamenti cultuali non necessariamente costituiti da strutture architettoniche
con il termine di sacelli sembra la pi indicata: vedi Fest. 318L, dove sacella dicuntur loca dis sacrata sine tecto; stesso signiicato riveste il termine in Gell. 7, 12, 5: locus parvus deo secratus cum ara. Per il problema
terminologico dellutilizzo delle parole sacrarium e sacellum, vedi Bassani 2008, pp. 53-58.
3 Si tratta di monete della zecca di Ebusus (o pseudo Ebusus) raiguranti Bes (met ii-inizi i sec. a.C.),
pubblicate in Ranucci 2003, Ranucci 2008a, Idem 2008b, a cui si rimanda per le schede numismatiche, il
problema della datazione e della circolazione monetaria.
78
lara anniboletti
condotto posto al di sotto del davanzale delle nicchie e collegato ad un sistema di
raccolta, a protezione del quale, in origine, era probabilmente collocata una copertura in materiale deperibile.
Pi frequentemente si tratta di una sorta di cassetto ugualmente ricavato nella
muratura e dotato di incavi di scorrimento,1 in un caso di una teca formata da lastre di calcare addossate alla facciata.2
A ianco dello stipite della porta, in corrispondenza delledicola, era laltare per
il sacriicio che, in alcuni casi, stato trovato allinterno dellabitazione, in giacitura secondaria.3
Agli apprestamenti sacrali, articolati in complessi nicchia e altare, dovevano
eventualmente connettersi mense per la celebrazione del banchetto, come dimostra il rinvenimento presso i contesti di scavo ix 9, (e) e ix 8, 8 di lastre di reimpiego,
pertinenti a trapezai di epoca ellenistica.
Nel caso di ix 8, 8, la presenza di due simmetriche basi in muratura addossate
al ianco dellaltare, lascia supporre lesistenza di una struttura pi articolata connessa al sacello, come una sorta di cappella coperta.
I contesti di scavo hanno permesso di chiarire come lallestimento di tali complessi religiosi, databile in base alle associazioni stratigraiche e ai reperti rinvenuti
alla tarda et sannitica, preveda speciici rituali di consacrazione, attestati da fossette votive o da pi complesse cerimonie di puriicazione dello spazio su cui i sacelli insistono.4 Nel caso di vi 2, 16-21 stata rinvenuta una fossetta contenente una
kylix miniaturistica, mentre una fossa di scarico, situata in prossimit del sacrario,
ha restituito una grande abbondanza di reperti, databili tra la ine del iii secolo
a.C. e la tarda et repubblicana, funzionali alla preparazione dei cibi e al loro consumo o a cerimonie rituali di oferta, come la numerosa suppellettile miniaturistica. Tra gli oggetti del riempimento della fossa si segnala un frammento di coro1 Nel caso della domus vii 15, 8 documentato un cassetto arcuato, intonacato e tamponato, che ospita
al suo interno due piccoli incavi di scorrimento collegati alledicola stessa, dentro ai quali sono state rinvenute quattro monete residuali, databili tra la ine del iii e lultimo quarto del ii secolo a.C.,vedi Ranucci
2008a. Un vano rettangolare rivestito di intonaco, analogamente obliterato, si trova al di sotto delle nicchie
ix 9, (e) e ix 7, 20, in questultimo caso, allinterno del lungo condotto cilindrico funzionale allo scivolamento, si conservano due monete bronzee di Massalia (o pseudo-Massalia), cronologicamente inquadrabili tra
la seconda met del ii e il primo quarto del i secolo a.C., per le quali vedi Ranucci 2008a.
2 Il deposito votivo rinvenuto presso la domus vi 2, 16-21 formato da quindici monete bronzee, databili
tra la ine del iv e gli inizi del i secolo a.C. Per la schedatura completa delle monete vedi Ranucci 2003; per
la problematica della circolazione monetale a Pompei vedi Ranucci 2008a e Idem 2008b; per il contesto
stratigraico vedi Anniboletti, Domus vi 2, 16-21. Sagio F, in Coarelli-Pesando 2004, pp. 293-296; Eadem,
Domus vi 2, 16-21. Sagio F, in Coarelli-Pesando 2005, pp. 149-152; Eadem, Progetto Regio vi . Sacello del Vicolo
di Narciso (vi 2, 16-21), in Guzzo-Guidobaldi 2005, pp. 381-382; Eadem 2007, pp. 1-10; Eadem 2008a e Eadem
2008b.
3 Unara in tufo con corpo a dado parallelepipedo e base a fasce progressivamente aggettanti, stata rinvenuta nella domus vi 2, 16-21; il fatto che frammenti di tufo rivestiti di intonaco e impiegati nella tamponatura della nicchia siano pertinenti proprio a questo altare, permette di supporne la collocazione in funzione
alle attivit cultuali del sacrario, vedi Anniboletti-Befani, Le indagini nellinsula 2 della Regio vi , in Anniboletti et alii 2007, pp. 4-5. Allinterno della dimora ix 9, (e), si conserva un altare in tufo, originariamente
disposto dinanzi alledicola, molto simile allesemplare precedente da cui si diferenzia per la presenza del
coronamento a pulvini, vedi Anniboletti 2007; Eadem 2008a e Eadem 2008b.
4 Per la pubblicazione esaustiva dei contesti di scavo e la discussione sui reperti archeologici, si veda
Anniboletti 2008a e Eadem 2008b.
80
lara anniboletti
58 a.C. con la lex Clodia de collegiis1 che ricostituisce i collegia compitalicia dando loro una conigurazione giuridica. Tuttavia essi furono nuovamente aboliti da Cesare e inine ripristinati da Augusto, privati ormai di qualsiasi possibilit dazione
politica e limitati ad unesclusiva funzione religiosa. Singolare appare, in tale ottica, la sincronia con la dismissione dei sacelli pompeiani agli inizi del i secolo a.C.,
anche se un collegamento diretto con lo scioglimento dei collegi di Roma, ancorch stimolante, resta una mera congettura, mentre una connessione con cambiamenti di propriet in seguito alla fondazione della colonia sillana a Pompei, appare
unipotesi pi plausibile.2
La documentazione acquisita permette di storicizzare aspetti di una religiosit
non uiciale e poco testimoniata sia dalle fonti letterarie, sia dalla realt archeologica e contribuisce alla conoscenza di un panorama religioso pi antico. A livello
ideologico e religioso esso costituisce la scansione dellarea urbana, sul cui preesistente tessuto si inserisce e modella luicializzazione della riforma di Augusto
che, tra il 14 e il 7 a.C., con lintroduzione dei Lares Augusti e del genio del principe,
trasforma il culto dei Lari in culto pubblico.
I piccoli sacelli individuati a Pompei sono morfologicamente assimilabili ai larari domestici delle domus ma, a diferenza di questi ultimi, legati al culto dei Lares
Familiares e ubicati allinterno delle dimore,3 la loro posizione in unarea esterna
alla casa, rappresenta una singolarit non soltanto spaziale, ma anche ideologica.
Sembra improbabile, infatti, che il Lar Familiaris, garante della continuit religiosa
domestica e della cellula familiare in connessione ad uno spazio sacro di carattere
privato, possa estendere la sfera della propria tutela al marciapiede di una strada
pubblica.4
Il carattere ambivalente di tali sacrari, ubicati in uno spazio pubblico, ma connessi ad unabitazione privata, pu spiegarsi considerandoli espressione di un culto legato alla collettivit, intermediario tra la religiosit domestica privata della familia e quella pi uiciale dellassemblea dei cittadini.
Diretto il richiamo ai sacelli compitali, dedicati in epoca repubblicana ai Lares
Compitales, venerati nel compitum, centro religioso localizzato presso lincrocio
viario dove posizionata la cappella, e punto di riferimento del vicus urbano, dotato di uno speciico nome identiicabile spesso con quello della via principale.5
1 Per unampia trattazione del problema, vedi Fraschetti 1990, pp. 204-273.
2 utile ricordare in tal senso che sono noti a Pompei casi in cui il larario viene chiuso in seguito ad un
cambiamento di propriet, fenomeno spiegabile anche con il fatto che, nei testi giuridici dellepoca imperiale, i Lari deiniscono lo stesso domicilium. Vedi Thomas 1996, p. 44.
3 I lararia si impiantano in origine principalmente negli atri oppure in zone limitrofe come il vestibolo o
i cubicola vicini, pi tardi anche nella cucina, nel peristilio e nel giardino, vedi Boyce 1937, pp. 10-18. Per una
recente disamina degli spazi cultuali nella casa vesuviana, vedi Bassani 2008.
4 I marciapiedi sono porzioni di spazio pubblico la cui manutenzione aidata direttamente ai residenti,
sulla questione vedi Zaccaria Ruggiu 1996; Saliou 1999, p. 198.
5 A Pompei sono noti circa 30 compita posti agli incroci stradali, anche se la loro mancata seriazione cronologica rischia di appiattire in ununica prospettiva una realt di gran lunga pi articolata e complessa dove, accanto a rare stratiicazioni di et repubblicana, convivono per la maggior parte santuari posteriori alla
riforma augustea e legati al culto imperiale. Il problema, gi sollevato da Boyce 1940, p. 113, sembra aver
trovato una parziale soluzione nella creazione di un corpus di sacelli compitali di Pompei in Van Andringa
2000 che costituisce, in tal senso, un punto di partenza. Il meccanicistico rapporto instaurato tra i santuari
82
lara anniboletti
Fig. 2. Pompei.
Sacello presso lingresso della domus i 6, 12.
Fig. 1. Pompei.
Sacello presso lingresso della domus i 5, 20.
1 Van Andringa 2000, n. 13, p. 54. Dimensioni altare: 1,05 0,65 0,60m.
2 Frhlich 1991, F8, p. 309; Spinazzola 1953, p. 248, ig. 275.
83
84
lara anniboletti
scene religiose, oggi del tutto scomparsi. Secondo Frhlich la pittura presenta
tre fasi decorative:1 ad un momento iniziale appartiene una testa di proilo,
(forse Minerva elmata), posta al di sotto
di una ghirlanda; pertinente ad un secondo momento la igura di Ercole
accompagnato da Mercurio, mentre la
igura alla loro sinistra, appartenente
ad una terza mano di intonaco, identiicabile ancora con Minerva, al di sotto della quale compare un uomo togato
intento ad un sacriicio (vedi infra).
I 12, 7 (Fig. 7) a destra dellingresso
della domus i 12, 7 si conserva una nicchia ricavata nella muratura in opera
incerta della facciata, posta ad unaltezza ragguardevole forse per proteggere
le statuette che dovevano esservi allogFig. 9. Pompei. Sacello presso lingresso
giate. Ledicola con copertura a timpadella domus di D. Octavius Quartio (ii 2, 2-5).
no rivestita da un intonaco bianco.
I 14, 4: (Fig. 8) una nicchia arcuata,
posta allaltezza di circa 0,80m, ricavata presso lo stipite destro dellingresso
dellabitazione, costruito in opera a blocchi di calcare con specchiature in opera
incerta di scapoli calcarei. Lo zoccolo della facciata dellabitazione ediicato in
opera incerta di lava.
II, 2: (Fig. 9) presso langolo NW dellinsula collocato un altare formato da un
grande blocco di calcare del Sarno2 appoggiato al paramento in opera quadrata
1 Frhlich 1991, F12, p. 311, tav. 50,4.
2 Inserito come sacello compitale nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 20, pp. 59-60. Dimensioni: 0,89 1,10 0,60 m.
85
di blocchi di calcare. Laltare, che iancheggia lingresso di una bottega appartenente alla grande domus di D. Octavius Quartio (ii 2, 2-5), ampia residenza estesa
per tutta linsula, conserva pochi frustuli dellintonaco di rivestimento.
II 4, 6: (Fig. 10) presso lentrata della domus di Iulia Felix si conserva unelegante
nicchia strettamente connessa alla porta della casa, ricavata nella muratura in opera incerta della facciata. Ledicola, che presenta il muro di fondo rivestito in laterizi
e il davanzale formato da blocchi aggettanti in tufo, inquadrata lateralmente da
due piccole semicolonne tufacee poste su basi modanate.
VI, 12: (Fig. 11) a met altezza del perimetrale orientale della Casa del Fauno1
(che occupa tutta linsula vi 12), in una viuzza secondaria che sbocca su Via della
Fortuna, collocato un altare costituito da un blocco di calcare, addossato alla parete esterna dellabitazione. Laltare, posto sul marciapiede in unapposita base in
cocciopesto funzionale al superamento del dislivello tra i due tratti del cordolo,
conserva tracce di un originario intonaco di rivestimento, in fase con la muratura
contro cui si appoggia, che stata inglobata in una rifasciatura successiva. La collocazione della struttura religiosa al limite tra due tipi di paramento ediicati con
diverse tecniche costruttive, lascia ipotizzare che in origine, allaltezza di tale tratto, potesse esservi unapertura nella muratura, funzionale allaccesso agli ambienti di servizio della grande domus.2
VII, 1, 18: (Fig. 12) lungo la Via Stabiana, nel pilastro daccesso di un vestibolo
contiguo allingresso postico delle Terme Stabiane, costituito da un blocco di calcare, ricavata una piccola nicchia rettangolare, posta a 1,50m di altezza.
VII 1, 42: (Fig. 13) presso il pilastro angolare che costituisce lo stipite di due grandi aperture disposte tra loro ortogonalmente, di accesso ad un piccolo vano co1 Inserito nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 4, p. 50. Laltare tipologicamente identico a
quello presso il citato sacello ix 8, 8.
2 Presso laltra faccia del muro, allinterno della dimora, si trova un cubicolo comunicante con latrio
secondario tetrastilo. La constatazione della lontananza dellaltare dallincrocio stradale (una quindicina di
metri) e il fatto che anche nel lato opposto della viuzza non sia presente alcuna apertura pertinente agli
ediici retrostanti, autorizza a connettere laltare con la Casa del Fauno.
86
lara anniboletti
87
Fig. 14. Pompei. Sacello presso lingresso della domus vii 7, 21.
1 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 37, p. 68.
2 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 26, p. 62; vedi anche Bakker
1994, n. 15.
88
lara anniboletti
IX 14, 2-4: (Fig. 17) il sacello collocato allaltezza dellincrocio che separa le
insulae 10 e 14, strettamente connesso allingresso dellabitazione di M. Obellius
Firmus. Laltare, costruito con scapoli di calcare,1 conserva parte dellintonaco di
rivestimento ed appoggiato alla muratura su cui ricavato lo stipite della porta,
la cui porzione originaria ediicata in blocchi di calcare su uno zoccolo di caementa di lava. Sul pannello retrostante, presso la facciata della grande domus, era
afrescata una scena religiosa (vedi infra).
1. 2. Pompei: pitture religiose presso le facciate di abitazioni
Associati alle strutture cultuali quali altari e nicchie, a Pompei sono presenti dei
pannelli dipinti con scene religiose, disposti presso le facciate degli ediici, in connessione allingresso della casa.2
Le pitture sono riferibili alla festa dei Compitalia in onore dei Lari: mostrano la
celebrazione del sacriicio compiuto dai magistri e presenziato dal Genio, alludono
simbolicamente al banchetto, raigurano i ludi compitalicii, che a Pompei prevedevano combattimenti gladiatori e, in
un caso, testimoniano ludi scaenici.3
Tali quadri ricorrono sia nei sacelli
compitali localizzati ad incroci viari, sia
in allestimenti cultuali prossimi allentrata di abitazioni, mostrando gli stessi
soggetti pittorici, con identit perino
nei dettagli iconograici.
La scena religiosa maggiormente attestata la raigurazione di un sacriicio eseguito dai quattro magistri in toga,
ritratti o nellatteggiamento di preghiera che precede limmolatio (con mano
destra sul petto o con ambo le mani levate, palmo aperto e dita separate), o in
quello delloferta (con le mani tese sopra allaltare),4 accompagnati o meno
da un tibicen:
- sul pannello retrostante laltare posto
allangolo tra Via di Stabia e Via delFig. 16. Pompei. Sacello lungo la viuzza
che sbocca sulla Via di Stabia (insula ix 2).
la Fortuna, presso il sacello compitale
1 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 11, p. 52 (Dimensioni: 1 0,52
0,48 m).
2 Nei casi in cui le scene religiose dipinte in facciata e disposte da un lato allaltro dellingresso costituiscono lunica testimonianza del culto, ipotizzabile che unarula o un treppiede portatile fossero collocati
al di sotto il giorno della festa per oiciare ai riti cerimoniali.
3 Vedi Piccaluga 1965, p. 64: i ludi in occasione dei compitalia comprendevano vari tipi di gare, come
combattimenti gladiatori, corse ippiche, ludi scaenici con attori teatrali. Vedi anche Prop. El. 1, 22, 3-4; Verg.
Georg. 2, 381-383. Per un inquadramento della problematica, vedi: Boyanc 1972, p. 291; Flambard 1977, p.
142 sgg.
4 Per il rituale del sacriicio romano si veda Scheid 1992.
89
Fig. 17. Pompei. Sacello prossimo allingresso della domus di M. Obellius Firmus (ix 14, 2)
e pannello dipinto presso la facciata dellabitazione.
90
lara anniboletti
Fig. 18. Pompei. Sacello compitale ix 11, 1 e dettaglio della scena di sacriicio.
92
lara anniboletti
- nel riquadro alle spalle dellaltare poggiato alla facciata della domus di M. Obellius Firmus (IX 14, 2-4), la raigurazione ripartita in due zone: al centro del comparto superiore, disposti in semicerchio attorno un altare circolare, vi sono cinque
piccole igure che rappresentano le due coppie di magistri togati con il capo velato
e con il tibicen al centro. La scena iancheggiata da due grandi Lari, nel consueto
schema iconograico con situla e rithon sollevato, dietro ai quali si dispongono due
piccoli pilastri. Nella parte superiore sono sospese due ghirlande, disposte in modo simile anche nel comparto inferiore. Nella zona mediana, scandita dalle due
grandi linee verticali formate dai cespugli, igura un altare circolare con oferte di
uova, su cui convergono i due serpenti agathodemoni afrontati. Nella faccia anteriore dellara sospesa una igurina, nel registro inferiore sono chiaramente visibili due salsicce appese e la testa di un maiale.1 (Fig. 17)
- laltare che marca il sacello compitale situato allangolo SE dellinsula IX, 12
(Fig. 19) conserva lo strato di intonaco di rivestimento, in cui sono raigurati sulla
faccia destra uno spiedo con pezzi di carne; su quella sinistra tre salsicce sospese
ad un chiodo e unaltra inserita in uno spiedo, accanto ad un braciere di cottura;
mentre sulla faccia anteriore sono afrescate due teste di porco afrontate. La muratura posteriore, su cui si addossa laltare, scandita da pannelli posti su pi livelli: immediatamente sopra allara, igura una scena con magistri e tibicen in atto di
oiciare il sacriicio, accompagnati da due serpenti che iancheggiano un altare
circolare. Nei due riquadri del registro superiore sono dipinti, rispettivamente,
una coppia di gladiatori (un sannita e un trace) in atto di combattere e una scena
raigurante una libazione compiuta dal genio capite velato che sorregge con una
mano il corno dellabbondanza e con laltra una patera, da cui versa un liquido su
un tripode bronzeo.2 Da ambo i lati due Lari con rhyton e situla inquadrano la scena. Nello strato di intonaco sottoposto, appartenente ad una fase precedente, era
afrescato lo stesso soggetto, ma con personaggi di taglia minore. Limmagine del
combattimento gladiatorio, a margine del quale era dipinta la clava di Ercole,3 potrebbe alludere alla partecipazione dei magistri allorganizzazione di un munus.4
Oltre questultimo esempio altri pannelli religiosi relazionabili alla facciata di
abitazioni, conservano scene con rappresentazione di combattimenti gladiatori,
collegabili allo svolgimento dei ludi compitalici:
- il pannello al Museo di Napoli,5 attribuito al sacello III, 11,6 mostra una consueta scena di sacriicio con i quattro magistri iancheggiati dai lari; sul registro inferiore raigurato un serpente in prossimit di un altare su cui sono delle oferte
e, in un simmetrico riquadro, un combattimento di gladiatori.
tidiana costituita da porzioni di cibo (Varro. ap. Non. 544.1M.=872L.), frutta (Hor. sat. 2, 5, 12), vino
(Plaut. Trin. 39), corone loreali (Plaut. Aul. 385-386) e, talvolta, incenso (Tib. El. 1, 3, 31).
1 Frhlich 1991, F29, p. 317; Helbig1868, Nr. 42; Van Andringa 2000, n. 11 p. 52.
2 Liconograia del Genio sacriicante mutuata dal consueto schema del Genius patrisfamilias proprio
dei larari domestici, esplicitando il forte legame che unisce le due sfere frutto di un comune rituale.
3 Hasenhor 2003, p. 201, nota 190.
4 Van Andringa 2000, n. 16, p. 57; Frhlich 1991, F71, p. 339, tav. 58,2.
5 Frhlich 1991, F24, p. 315.
6 Van Andringa 2000, n. 12, p. 53.
93
Fig. 19. Pompei. Sacello compitale situato allangolo SE dellinsula ix, 12.
94
lara anniboletti
Fig. 20. Pompei. Pannello dipinto presso la Casa delle Quadrighe (vii 2, 24-26)
e pannello dipinto presso la facciata della casa i 8, 10 (vii 2, 24-26).
Alle pitture che riproducono gare svolte in occasione dei Compitalia possono essere forse connesse scene con raigurazione di altri tipi di ludi:
- dalla Casa delle Quadrighe VII 2, 24-26 proviene un pannello igurato, installato probabilmente presso la facciata esterna dellediicio1 in cui, poste su pi piani, sono raigurate cinque quadrighe in corsa viste in prospettiva (una parzialmente scomparsa) e dipinte in un movimento circolare. Le quadrighe sono
condotte da agitatores, ciascuno rappresentato da un colore di fazione diverso (blu,
rosso, verde, bianco).2 (Fig. 20)
1 Pompei: pitture e mosaici, a cura di G. Pugliese Carratelli, vi, 1996, pp. 683-717, ig. 60, Roma, Istituto
dellEnciclopedia Italiana, 1990-1999.
2 Bloom 2002, n. 28, p. 39, tav. 3, p. 38, secondo cui la presenza del nome Mopsurus, dipinto al di sotto
della linea del terreno, potrebbe corrispondere al vincitore della gara. La scena caratterizzata da un vivace
realismo:una delle quadrighe sembra compiere una brusca virata e cadere allindietro.
96
lara anniboletti
Fig. 21. Pompei. Pannello dipinto presso il larario della cucina della Casa del Maiale (ix 9, b/c)
e pannello presso il larario della casa ix 13.
scena di Genio libante, decorato da una testa di maiale, da spiedi con salsicce e
da pezzi di coste. Salsicce secche e cinque uccelli appesi per il becco sono sospesi
a dei chiodi, mentre al di sotto un treppiede e una pentola ardono sul fuoco. Il larario presso la parete E della cucina della domus V 4, 31 mostra cibi e utensili del
banchetto; cos come nella cucina della Casa di Pansa (VI 6, 1),2 presso i pannelli
posti ai lati delledicola iancheggiata dai lari e decorata da un Genio libante, sono
dipinti a sinistra una lepre appesa, uccelli di cacciagione, un maiale e pezzi di carne
disposti in un piatto; a destra uno spiedo con salsicce, un prosciutto e una testa di
maiale. Anche nel larario della cucina della casa di A. Octavius Primus (VII 15, 12),3
si trovano raigurazioni di una pentola a due anse posta sopra un tripode su cui
arde il fuoco, una testa di maiale, uno spiedo con pezzi di carne e salsicce. Nella
cucina della domus I 10, 184 al di sopra delle pentole e del fuoco, un pannello afrescato con la scena dei Lari e del genio e con un prosciutto appeso; schema ripetuto
anche in una villa di Terzigno dove la testa di maiale e gli altri simboli del banchetto, sono raigurati a ianco della consueta scena di sacriicio.
Le pareti della cucina della domus di Sutoria Primigenia (I 13, 2)5 mostrano, ai lati
di una nicchia-larario, afreschi con spiedi e pezzi di carne, un prosciutto e salsicce.
Sulla parete di fronte collocata, invece, una scena sacriicale posta su due registri
e dotata di una maggiore complessit rispetto alle stereotipate rappresentazioni
del sacriicio domestico, che pu fornirci forse una chiave interpretativa. (Fig. 22)
Nel comparto superiore, inquadrato dai Lari coronati, sovradimensionati rispetto
alle altre igure, si trova un gruppo di personaggi, disposti su due livelli e igurati
frontalmente, che la corta toga identiica come schiavi. Nel registro inferiore, in
primo piano verso sinistra, il paterfamilias e sua moglie, capite velato, compiono
unoferta su un altare: si tratta dellinvito iniziale (praefatio) con cui la divinit
1 Frhlich 1991, L53; Boyce 1937, n. 119.
3 Frhlich 1991, L93, p. 290, Boyce 1937, n. 335.
4 Frhlich 1991, L18, p. 257, tav. 26,3.
97
Fig. 22. Pompei. Pannello N presso il larario della cucina della domus di Sutoria Primigenia (i 13, 2).
invocata tramite incenso e vino, cui segue limmolatio, il sacriicio vero e proprio,
esplicitato proprio dalla raigurazione delle carni di maiale. Un tibicen suona il
lauto, un camillo sorregge ghirlande per gli dei e un altro conduce il maiale per
il sacriicio, che porta al collo una campanella. Alla scena, un particolare rito sacriicale compiuto in onore dei Lari, assiste la totalit dei membri della familia
compresi i servitori, presentati nel classico atteggiamento di preghiera, con la mano alzata presso il petto. Ai Lari oferto il sacriicio di un maiale, cui segue un
banchetto, dove parte dellanimale immolato mangiato e parte posta come riserva di cibo della familia sottoforma di insaccati (prosciutto, maiale, salsicce).
ipotizzabile che la festivit domestica inusualmente raigurata in tale contesto, sia
coincidente con la grande festa dei Lari compitali, celebrata proprio alle calende
di gennaio, periodo propizio alluccisione del maiale, esplicitando un chiaro legame tra i Compitalia e la sfera religiosa familiare.1 Nel riquadro parietale presso il
sacello domestico della cucina della domus di M. Obellius Firmus (IX 14, 2-4) sono
raigurati, al di sotto dei Lari che iancheggiano il genio centrale dipinto sul fondo
1 Proprio per la sua particolarit la scena stata oggetto di svariate interpretazioni, vedi Jashemski 1979,
pp. 118-119 secondo cui sarebbe riferibile ai Caristia e Giacobello 2008, pp. 100-101 secondo cui si tratterebbe
dellautentica rappresentazione in forma completa del culto domestico, cui rimandano le molteplici pitture
di larario.
98
lara anniboletti
Fig. 23. Pompei. Larario della cucina della domus di M. Obellius Firmus (ix 14, 2-4)
e particolare della scena.
della nicchia, il maiale e, nel lato opposto, una scena di banchetto con dei personaggi in abiti servili seduti attorno ad una tavola rotonda: un convitato tiene una
coscia di pollo, un altro si serve da bere con un simpulum, mentre colui che sembra
presiedere lassemblea solleva i calici.1 (Fig. 23) Anche in questo caso la scena fa
riferimento ad una festa religiosa domestica legata ai lari e al sacriicio del maiale,
che potrebbe coincidere con i Compitalia.2
Da un pannello dipinto proveniente dal larario domestico della casa IX 13,3 posta a N della domus di Giulio Polibio, proviene unaltra scena caratterizzata da un
intenso realismo. Due grandi serpenti afrontati convergono verso una nicchia
centrale, mentre sul registro superiore sono afrescati i lares ludentes; al di sotto
delledicola si scorgono tre igure, il Genio con toga e cornucopia in mano, aiancato da due igure femminili isicamente ben connotate e con intenti ritrattistici,
vestite con abiti drappeggiati di cui, quella a destra, con capelli a crocchia, regge
un piatto, quella a sinistra, con capelli raccolti e scriminatura centrale, sorregge
un kantharos. La rappresentazione allude alla celebrazione di un sacriicio nel seno
della familia, a cui prendono parte anche un uomo con corta tunica e patera in mano e una donna con veste lunga e braccia levate, che avanzano pi in basso dal lato
100
lara anniboletti
La festa dei Compitalia sarebbe caratterizzata dunque dallo svolgimento di un
duplice sacriicio: quello uiciale presso lincrocio dellinsula, celebrato da tutto il
quartiere o, meglio, dalla totalit del vicus, e da un altro di carattere pi privato,
organizzato in seno alla famiglia, ma allargato alla partecipazione di alcuni vicini.
1. 3. Un coevo contesto cultuale: i sacelli di Delo
Un puntuale termine di confronto per i sacelli pompeiani sono le pitture liturgiche
e i complessi nicchia-altare di Delo, databili tra la ine del ii e linizio del i secolo
a.C. che, posti in diversi quartieri della citt, sono addossati allo stipite di ingresso
delle abitazioni.1
A Delo, citt amministrata in epoca tardo-ellenistica da Atene, ma caratterizzata da una cultura cosmopolita frutto della vocazione commerciale del porto franco, risiedono un gran numero di famiglie, liberti e schiavi provenienti dallItalia e
dalla Campania stessa.2
Nonostante la realt religiosa dellisola appaia soggetta e permeata da diverse
inluenze come la tradizione greca, la cultura italica e gli inlussi orientali,3 le sorprendenti coincidenze tra Pompei e Delo lasciano ipotizzare che alcuni altari addossati alle facciate delle abitazioni siano stati costruiti per iniziativa dei singoli
proprietari, secondo una tradizione propria dei numerosi mercanti italici che formavano una prospera comunit.
I sacelli delioti, collocati presso la porta di ingresso di una domus, sono costituiti da uno e, a volte due, altari in muratura posti specularmente ai lati dellentrata, ciascuno associato a una nicchia sovrapposta e accompagnato da scene religiose afrescate sulle pareti limitrofe.4 I molti strati sovrapposti di intonaco
ravvisabili nei pannelli igurati ripartititi da un lato e laltro della porta, testimo1 Per lo studio dei complessi religiosi di Delo unopera fondamentale resta quella di Bulard 1926a,
che contiene una minuziosa descrizione di 23 gruppi di pitture e riferisce i sacelli, in base ai confronti con
i larari domestici pompeiani, al culto dei Lares Familiares. Lopera di Bruneau 1970 dimostra come le scene religiose siano piuttosto pertinenti alla cerimonia dei Compitalia e, come tale, connesse al culto dei Lares Compitales amministrato nellisola da Kompetaliasti (collegio formato dai liberti delle famiglie italiche
di Delo), equivalenti ai vicomagistri italici. Questa ipotesi, tuttavia, non sembra tenere conto di tutte le
caratteristiche delle pitture deliote; una recente rilettura dei contesti (Hasenhor 2003) ha messo in luce
aspetti che, a mio avviso, presentano notevoli somiglianze con le testimonianze cultuali individuate a
Pompei.
2 Per la presenza di italici a Delo e sul loro iorente commercio con lOriente, vedi Cassola 1970-71, pp.
305-322; Coarelli-Musti-Solin 1982, pp. 3-150.
3 Secondo Hasenhor 2003, p. 197, gli esempi delioti sarebbero frutto di un sincretismo religioso e di una
reinterpretazione locale del culto. A tal proposito lautrice, che non conosce i dati recenti sui contesti pompeiani, ricorda lesistenza di una tradizione greca, scarsamente documentata da un punto di vista archeologico, che prevede il posizionamento di altari allesterno delle abitazioni: a Priene si conoscono tre case che
dispongono di un altare presso la porta, di cui uno dedicato a Zeus Olympios che, collocato al limite tra spazio
pubblico e privato, permetteva agli abitanti di associarsi, sacriicando per casa. A Magnesia, in occasione
dellinstallazione della statua di Artemide Leucofriene nel suo tempio verso il 150 a.C., un decreto prescrive
che siano celebrati da ciascun abitante dei sacriici davanti alle porte, secondo le risorse della casa, su degli
altari costruiti dagli abitanti, ricoperti di stucco.
4 Hasenhor 2003, p. 188; p. 198: su 27 altari attestati a Delo (ma vengono presi in considerazione solo
quelli che conservano pitture), 10 sono collocati immediatamente a destra della porta (ig. 18, p. 241); uno
soltanto si trova a sinistra, in un caso associato a scale per il cenacolo superiore (ig. 17, p. 241).
101
niano una certa sollecitudine nel rinnovare le pitture in connessione con lo svolgimento dei Compitalia, reiterando lo stesso motivo o, pi raramente, cambiandone il soggetto.1 Un certo schematismo formale caratterizzante gli afreschi
comporta che certi spazi siano riservati a speciiche tematiche, sia in seno al
medesimo complesso pittorico (dove lo stesso tema riproposto su pi intonaci
sovrapposti), sia da un insieme allaltro, dove determinati soggetti sono destinati
ai riquadri dellaltare o ai pannelli della facciata della casa.
Le raigurazioni sono relative alla celebrazione di una festa dei Lari, al sacriicio del maiale e alla disputa dei giochi (ludi scaenici) compiuti in onore delle divinit il giorno dei Compitalia. Sulla zona mediana del corpo di molti altari di Delo2
afrescata una scena desinente sulle facce laterali, in cui davanti ad un altare circolare personaggi con toga praetexta e capite velato (due, tre o cinque), compiono
il rito sacriicale. (Fig. 25) Tipici anche i gesti degli inservienti, talvolta accompagnati dal nome iscritto al di sotto del personaggio:3 il popa conduce il maiale, un
camillo porta oggetti cultuali, il tibicen suona il lauto.
1 Un esperimento compiuto su intonaci della Maison de la Colline e basato sulla resistenza dei materiali,
la patina e il degrado dei frammenti, ha dimostrato che le immagini erano rinnovate in media ogni cinque
anni, vedi Hasenhor 2003, p. 195.
2 Hasenhor 2003, p. 172, (igg. 1-4).
3 Hasenhor 2003, p. 174: si tratta di nomi di origine greca, iscritti nellalfabeto greco o latino.
102
lara anniboletti
Il soggetto del sacriicio del tutto simile a quello gi esaminato a Pompei dove
ricorre nelle raigurazioni presso le facciate degli ediici in connessione a sacelli.
Lanalogia evidente perino nei dettagli iconograici, come le ghirlande appese
che incorniciano la scena, la benda e la campanella del maiale trascinato dal popa,
il piatto con primizie di frutta portato dal camillo, latteggiamento di preghiera
dei magistri. (Fig. 26) Unica, signiicativa eccezione costituita dalla mancanza,
nei quadri di Delo, della igura del Genius e dei serpenti, con ogni probabilit dovuto allanteriorit dei complessi pittorici in questione, non ancora contaminati
dalla riforma augustea e dallintroduzione del culto del Genius Augusti.1
I destinatari del sacriicio, i Lari, sono afrescati sulla facciata degli ediici cui gli
altari si addossano, o entro un unico pannello semplicemente afrontati tra loro,2
o ciascuno posto in un lato della nicchia,3 secondo il noto schema iconograico dei
lares ludentes.4 (Fig. 27) Nei complessi privi di altare i lares igurano ugualmente a
ianco della porta di casa, o entrambi in un solo versante o ciascuno afrescato in
un lato contrapposto dellapertura.5
1 Vedi Frhlich 1991, p. 16. Nelle scene religiose dei larari pompeiani, eseguite nella maggioranza dei
casi dopo la riforma del culto da parte di Augusto del 7 a.C., il genio coincide con il Genius Augusti; tuttavia,
nei casi in cui i dipinti siano anteriori a tale momento, la presenza del Genius va rapportata, in ambito domestico, al pater familias, mentre nei pannelli dei compita, rivestirebbe la funzione simbolica di rappresentazione antropomorica del genius loci. Anche la presenza di serpenti nelle pitture pompeiane riconducibile
allo stesso ambito, vedi Boyce 1942, pp. 13-22.
2 Bezerra de Meneses-Sarian 1973, pp. 93-97.
3 Bulard 1926a, n. 27, p. 154, tav. 17,2; n. 23, p. 126, tav. 11,2; n. 18, i, iv, v strato, pp. 109-110, tav. 9.
4 Hasenhor 2003, p. 174, igg. 5-6, 8, pp. 229-230, 232. Le uniche diferenze con le raigurazioni di Pompei
consistono nel berretto frigio che le divinit indossano, nella testa coronata e, soprattutto, nella palma appoggiata sulla spalla che i Lari reggono con la mano sinistra, spiegabile, secondo Hasenhor 2003, p. 199,
con uninluenza del locale culto di Apollo Delio. Questa ipotesi potrebbe chiarire anche la frequente disposizione di palme come sfondo paesaggistico nelle pitture deliote, documentata anche nella raigurazione
del larario della domus ix, 13 a Pompei, vedi Fig. 21 (Frhlich 1991, L 110, p. 298, tav. 50,2).
5 Hasenhor 2003, igg. 7-8, pp. 231-232.
103
Fig. 27. Delo. Insieme n. 27, Maison 1D du Quartier du Stade (disegni da Bulard 1926a).
Alcune scene dipinte sugli altari o sui pannelli delle facciate illustrano, come
a Pompei, elementi relativi al banchetto che doveva seguire la festa: un personaggio munito di culter avanza verso la testa di un maiale; un altro porta gli
spiedi su cui sono inilati pezzi di carne;1 un uomo presenta la testa di porco su
un piatto.2
Un rilevante numero di temi raigurati riferibile allo svolgimento di ludi
compitalicii: nella maggior parte dei casi sono rappresentati dei lottatori afrontati che, con braccia tese in avanti e gamba piegata, eseguono i preliminari della
lotta al pancrazio;3 i personaggi afrescati con i pugni chiusi praticano, invece,
il pugilato.4 (Fig. 28) La forte incidenza di scene di lotta rappresentate
sullaltare su cui afrescato il sacriicio, indica chiaramente che questi combattimenti dotati di un valore rituale, sono connessi alla festa in onore dei Lari,
evidenza documentabile a Delo in misura molto maggiore rispetto al contesto
pompeiano. Vicino ai lottatori, (dietro, ai loro piedi o frapposti ad essi) sono
spesso raigurati tre soggetti, unanfora, una palma e un maiale, interpretabili
come premi dei concorsi,5 talvolta dipinti in successione paratattica in un pannello separato.
Lesistenza di gare burlesche connesse ai ludi, analogamente a quanto ipotizzato per i Ludi Osci a Pompei, testimoniata da una scena in cui un gofo personaggio munito di spada e bastone in mano, in procinto di colpire un uomo che fugge,6
riferibile alla lotta comica dei paegniarii,7 avente la funzione di intrattenere gli
1 Bulard 1926a, nn. 26-27, pp. 156-157, tavv. 25,1-25,2.
2 Hasenhor 2003, ig. 2, p. 226; Bulard 1926a, n. 27, p. 155, ig. 62, p. 152; tav. 27,1.
3 Bulard 1926b, pp. 97-150.
4 Hasenhor 2003, ig. 11, p. 235.
5 Hasenhor 2003, p. 178 spiega che anfore dolio costituivano il premio dei gareggianti nelle Panatenee;
la palma ben nota come onore concesso ai trionfatori dei giochi panellenici e, in questo caso, potrebbe
evocare quella che portano i Lari; il maiale connesso al sacriicio e simboleggerebbe la porzione spettante
ai vincitori.
6 La scena dipinta nel peristilio del Magasin aux Colonnes, vedi Bulard 1926a, n. 6, p. 72, tav. 1,3.
7 Bulard 1926b, pp. 124-128.
104
lara anniboletti
Fig. 28. Delo. Pannelli con raigurazioni di lotta e di concorsi ippici (disegni da Bulard 1926a).
spettatori durante le pause degli spettacoli circensi oferti al popolo. A questo genere si connette anche la raigurazione di un uomo stante, con un grosso ventre,
che tiene le braccia in avanti ad imitazione di un lottatore, accompagnato dal nome KAAMOPYA.1
Una sola pittura posta a sinistra della porta di unabitazione2 in cui due avversari sono afrontati a testa nuda e armati di uno scudo, interpretabile come combattimento gladiatorio3 che, come attestato a Pompei, plausibile connettere a
munera oferto dai magistri in occasione dei ludi compitalici. La raigurazione di
due cavalieri, vestiti di corta tunica e con corona di foglie, i cui cavalli al galoppo
si inseguono,4 confermerebbe anche lesistenza di concorsi ippici, in accordo con
le testimonianze della citt vesuviana. (Fig. 28)
1 Il personaggio, raigurato nellabitazione di fronte alla Maison de la Colline, sarebbe identiicabile secondo Bezerra de Meneses-Sarian 1973, p. 85, igg. 13, 15, 16, con latleta Kalamodrus di Cizico, conosciuto
da un testo di Ateneo per aver gareggiato con il re Mitridate del Ponto in un concorso di grossi mangiatori
e bevitori. La sua professione potrebbe a buon grado averlo condotto a partecipare ai ludi compitalici di Delo.
Vedi anche Hasenhor 2003, p. 179, ig. 11, p. 235.
2 Bulard 1926a, n. 27, p. 153, tav. 17,1.
3 Bulard 1926b, pp. 124-126: uniscrizione di Delo che ricorda la vittoria di un italico accompagnato dal
disegno inciso di un gladiatore, attesta lesistenza nellisola di questo genere di combattimenti.
4 La pittura posta a sinistra della porta dingresso dellabitazione di fronte alla Maison de la Colline,
vedi Bezerra de Meneses-Sarian 1973, pp. 80-82, igg. 7-8; Hasenhor 2003, p. 180, ig. 15, p. 240.
106
lara anniboletti
Kompetaliastai,1 secondo il modello oferto dal mondo romano, in cui i ludi compitalicii sono giochi pubblici, organizzati da magistri appositamente nominati per
loccasione.2
2. I Compitalia e i Lares Viales :
testimonianze letterarie ed epigrafiche
Si parlato della festa dei Compitalia cui le pitture religiose localizzate presso la
facciata di ediici di Pompei e Delo fanno riferimento; festivit del primo giorno
dinverno, tra la ine di dicembre e gli inizi di gennaio,3 in cui a Roma si sacriica
nei compita ai crocicchi delle strade e i vici sono in festa.
Una prerogativa di tale festa di non essere una cerimonia n del tutto privata,
n del tutto pubblica, ma di appartenere al novero dei popularia sacra,4 insieme di
ricorrenze religiose e riti festivi cui partecipano tutti i cittadini e che, pur avendo
un carattere domestico, sono ascritte ai sacra publica.5 Questa caratteristica implicitamente messa in rilievo anche dalla formula con cui il pretore, essendo i Compitalia una festa mobile inserita tra le feriae conceptivae,6 annuncia ogni anno il giorno in cui la cerimonia avr luogo per il popolo romano.7 I Compitalia sono
collegati dalla tradizione ai sovrani etruschi e fatti risalire ad unepoca in cui
ignota la giustapposizione fra publicus e privatus. Una teoria sullorigine del culto
dei Lari riconduce tale festivit ad arcaiche ricorrenze cultuali di carattere rurale:
i contadini e gli schiavi si riunivano, allinizio dellinverno, presso i compita dei pagi,
modesti santuari agresti elevati presso i conini di propriet limitrofe,8 dove i Lari
venivano spontaneamente venerati dalle famiglie della zona con oferte sacriicali.
Con lo sviluppo della vita cittadina tale festivit sarebbe stata importata dalle campagne e, adattandola ai bisogni della vita urbana, trasferita nei quartieri della citt,
ubi plures viae competunt.9 In netta contrapposizione la teoria secondo cui lorigine andrebbe ricercata nel culto domestico del Lar Familiaris in quanto personii1 Hasenhor 2003, p. 196 sostiene che i ludi potessero essere celebrati anche presso le corti porticate delle
abitazioni, aspetto che sarebbe testimoniato dai soggetti delle pitture interne alle case.
2 Fraschetti 1990, pp. 247-250.
3 Per una trattazione dellargomento vedi Delatte 1937, p. 105 sgg; Johnston 1939, p. 342 sgg.; Meslin
1970, pp. 46; Dumzil 1989. La festa, in origine a carattere preminentemente agricolo, era celebrata verso
il solstizio dinverno, alla ine dei lavori dei campi (Plin. nat. 19, 6; Auson. fer. lat. 17; Macr. Sat. 1, 9, 27;
Macr. Sat. 1, 16, 6), in et repubblicana i Compitalia erano celebrati alle Calende di Gennaio (Cic. ad Att. 2,
3-4; Cic. in Pison. 4, 8).
4 Questo si desume dalla qualiicazione tecnica della festa fornita da Antistio Labeone, Ant. Lab., apud
Fest. 298L. I lararia sono identiicati con i Compitalia in Fest. 253L: Popularia sacra sunt, ut ait Labeo, quae
omnes cives faciunt, nec certis familiis attributa sunt: Fornacalia, Parilia, Lararia, Porca praecidanea.
5 Fest. 284L2: publica sacra, quae publico sumptu pro populo iunt, quaequae pro montibus, pagis, curis, sacellis:
at privata, quae pro sigulis hominibus, familiis, gentibus iunt.
6 Varro. ling. 6, 25.
7 Gell. 10, 24, 3: Die noni popolo romano quiritibus compitalia erunt.
8 G. Wissowa, s.v. Lares, in Ausfhrliches Lexicon der griechischen und rmischen Mythologie, Hg W. H.
Roscher, ii.2, coll. 1868-1898 Hildeschein, 1897; Wissowa 1912, p. 167 sgg.; J. Hild, s.v. Lares, in Dictionnaire
des antiquits grecques et romains daprs les textes et les monuments, eds. Ch. Daremberg, E. Saglio et alii, ii, 2,
1904, pp. 937-949.
9 Varro ling. 6, 25. Sabbatuci 1999, p. 28: si tratta dei vici, detti cos per la loro capacit di denominare
un rione (vicus).
108
lara anniboletti
110
lara anniboletti
nute presso antichi percorsi viari e, a volte, in corrispondenza di ponti su iumi. Si
tratta di dediche private, iscritte in are in pietra, rivolte ai Laribus Vialibus come tutori del cammino e dei viaggiatori che transitano le vie, interpretabili come trasposizione uiciale di numina indigeni preposti alla stessa funzione.1 Una sopravvivenza nellarea di questo tipo di ritualit, connessa a culti presso la strada,
desumibile anche dalla testimonianza di San Martn Dumiense, vescovo di Braga
nel 561 d.C., che condanna come demoniaca lusanza pagana di accendere lumi
ad petras, ad arbores, ad fontes et per trivia,2 cos come Vulcanalia et kalendas observare.3 A questo gruppo assimilabile una dedica privata di Caius Salius ai Lares
Viatores proveniente dalla Gallia Narbonese;4 unaltra iscrizione simile dalla Dacia
(Sarmizegetusa) intitolata a Fortuna Redux e ai Lares Viales per il rientro felice da
una spedizione militare.5 Si menzionano, inine, due epigrai, la prima, iscritta su
un altare proveniente dalla Britannia, che testimonia lesistenza di una divinit
preposta alla tutela di vias et semitas,6 la seconda dallAfrica Proconsolare, di pi
incerta lettura.7
2. 1. Culto presso la porta delle abitazioni: testimonianze letterarie ed epigraiche
Esistono varie testimonianze letterarie di un antico culto dei Lares presente presso
la porta delle abitazioni private: Omnis habet geminas hinc atque hinc ianua frontes
e quibus haec populum specta, at illa larem, aferma Ovidio,8 testimoniando lesistenza, se non di un sacello, di un ruolo religioso che la porta dellabitazione svolge in
relazione alla presenza dei Lari. Nella stessa direzione indirizza il signiicato della
metonimia ad primos Lares, usata da Properzio per indica la soglia di casa.9 S. Girolamo, polemizzando contro luso ancora radicato in epoca cristiana di collocare
1 Acua Castroviejo 1971, p. 357; J. M. Blzquez-Martnez, 2003, pp. 405-416;Rodrguez Garca
1999, pp. 147-151; Malecot 1971. possibile che il culto dei Lares Viales, importato dai Romani come
confermerebbero i medesimi attributi delle divinit, sia stato sovrapposto ad unessenza cultuale indigena,
percepibile nel carattere di alcune dediche. stato anche rimarcato il sincretismo tra la divinit indigena di
Lugus, collegata ai lares e a sua volta protettore dei viaggiatori, e Mercurio, paredro di Lara-Tacita e genitore
dei lares secondo il mito ovidiano (Ov. fast. 2, 607).
2 De correptione rusticorum, 16: Nam ad petras et ad arbores et ad fontes et per trivia cereolos incendere quid est
aliud nisi cultura diaboli? Divinationes et auguria et dies iddum observare quid est aliud nisi cultura diaboli?
Vulcanalia et kalendas obseruare mensas ornare et lauros ponere et pedem observare et fundere in foco super truncum
frugem et vinum et panem in fontem mittere quid est aliud nisi cultura diaboli? Mulleres in tela sua Minervam
nominare et Veneris diem in nuptias observare et quo die in via exeatur adtendere, quid est aliud nisi cultura diaboli?
Incautare herbas ad maleicia et invocare nomina daemonum incautando quid est aliud nisi cultura diaboli? Et alia
multa quae longum dicere.
3 Per uninterpretazione comparitivistica di questo uso vedi Johnston 1939, pp. 342-356.
4 cil xii 4320: C(aius) Salius Ste[---]|Magnis et viator(ibus)|de suo restitu[it].
5 cil iii 1422: Fortunae|Reduci Lari|Viali Romae|Aeternae|Q(uintus) Axius Aelia|nus v(ir) e(gregius)
proc(urator)|Aug(ustorum. Duorum). Liscrizione va confrontata con la notizia del sacriicio di due arieti fatto
nel 214 d.C. da parte dei fratelli Arvales, in onore dei Lares Viales e della Fortuna Redux, votato per Caracalla
partito per una spedizione in Nicomedia, vedi J. Hild, s.v. Lares, in Dictionnaire des antiquits grecques et
romains, cit., iii, 2, 1904, pp. 937-949.
6 cil vii 271: Deo qui vias et semitas commentus est T(itus) Irdas s(ingularis) c(onsularis) f(ecit) v(otum) l(aetens)
l(ibens) m(erito). Q(uintus) Varius Vitalis b(ene)f(iciarius) co(n)s(ularis) aram sacram restituit, Aproniano et Bradua
co(n)s(ulibus).
7 cil viii 9755: [Laribus?] Vialibus. Callimorphus, Liberalis Au[g]us[ti] disp(ensatoris) vi[k(arius)].
8 Ov. fast., 1, 136.
9 Prop. El. 4, 9.
112
lara anniboletti
stanti le singole case davanti alle porte, confermando lesistenza un luogo di culto
dedicato ai Lari presso gli ingressi delle dimore, i cui riti riguardano gli abitanti del
vicinato, cio sono eseguiti a loro reciproco favore.
Nel racconto di Servio Tullio coloro che si riuniscono sono legati da un tipo
luido, ma non meno forte, di socialit e non sembrano portatori di strutture aggregative diverse dalla loro vicinitas, in nome della quale onorano i Lares cui pertengono gli spazi comuni.
Unaltra importante fonte chiarisce lorigine spontanea di una religiosit domestica connessa alla porta di casa e implicante un rapporto di sodalit tra i vicini.
Persio1 descrivendo ironicamente la celebrazione dei Compitalia da parte di un Sabino avaro, cita la frase quandoque iugum pertusa ad compita igit, spiegata dallo
scolio2 quotiens diem festum aratro ixo in compitis celebrat, timens seriolam vini aperire, acetum potat. Compita sunt loca in quadriviis, quasi turres, ubi sacriicia inita agricultura rustici celebrant. Merito pertusa, quia per omnes quattuor partes pateant, vel vetusta. Aut compita proprie a conpotando, id est simul bibendo, pertusa autem, quia
pervius transitus est viris et feminis. Vel compita sunt non solum in urbe loca, sed etiam
viae publicae ac diverticulae aliquorum coninium, ubi aediculae consecrantur patentes,
ideo pertusa ad compita; in his fracta iuga ab agricolis ponuntur velut emeriti et elaborati
operis indicium, sive quod omne instrumentum existiment sacrum. Vel compita dicuntur,
ad quae plura itinera competunt.
Secondo lo scoliasta dunque i compita in forma di quasi turres sono luoghi collocati ai quadrivi dove gli agricoltori celebrano sacriici al termine dei lavori agricoli. I compita non solo sono dei luoghi nella citt, ma anche viae publicae ac diverticulae che dividono propriet coninanti, dove vengono consacrate edicole in cui
i contadini sono soliti appendere iuga fracta, ovvero gioghi rotti. Come dimostrato dalla Holland, tuttavia, bench sia menzionato dai poeti luso di issare al
muro gioghi spezzati, non esiste alcuna notizia di un impiego di iuga come oferte
alla divinit,3 dato che farebbe supporre limpiego in questo passo del termine
iugum in unaccezione diversa dal signiicato originario di giogo per animali. Il
lemma presenta infatti unestensione semantica nel senso di trave,4 ino a designare anche una costruzione che, realizzata con due assi verticali su cui poggia
unarchitrave orizzontale, stigmatizza la forma di unapertura.5 In Persio il termine non indicherebbe, dunque, loferta come interpretato dallo scoliasta, ma
designerebbe i sacelli stessi quali iuga fracta, in virt della conigurazione che presentano. Tale costruzione corrisponde efettivamente alla forma pi spontanea
1 Pers. Saturae, 4, 28.
2 Schol. Pers. 4, 28.
3 Holland 1937, pp. 431-441. Il verbo usato nellaccezione di appendere il giogo ad un chiodo suspendo
e non igo, che impiegato nel signiicato di sospendere oggetti votivi al tempio, di piantare alberi o ancorare
fermamente qualcosa a terra. Sono da considerare poi due ordini di cose: in primo luogo sembra improbabile che un agricoltore possa annualmente aver disposto di un giogo rotto, poich tali attrezzi agricoli erano
costruiti con legni selezionati e resistenti e venivano usati per intere generazioni. Il secondo motivo
rappresentato dal valore delloferta che, in uneconomia a carattere agricolo, appare esosa per un parcum
deorum cultor.
4 Vitr. 10, 8, 19.
5 Fest. 394L, s.v. sub iugum mitti: lespressione indica il fatto che lesercito sconitto fosse costretto a passare al di sotto di una struttura provvisoria (iugum) realizzata con delle lance accostate.
114
lara anniboletti
laltare. Lassociazione di Ercole, nume tutelare domestico,1 e di Liber Pater ricordata anche da alcune iscrizioni in cui le due divinit svolgono il ruolo di protettori della propriet.2 Il sacriicio oiciato da Ercole nel ruolo di divinit protettrice del nucleo e dei beni familiari compiuto in onore dei Lares Vicinales, numi
domestici garanti del rispetto dei reciproci conini dei vicini. In questo contesto la
presenza dei due fauni simboleggerebbe la cornice di riferimento, che costituisce
il limite tra la sfera di Faunus/Silvanus,3 deinito tutor inium e talvolta detto anche
Lar Agrestis, e luniverso domestico civile pertinente ai diversi gruppi familiari sorvegliato dai lari.4
Una conferma in questa senso pu essere oferta dal ciclo di festivit di febbraio
presenti nel calendario numano, in cui i Lares Familiares, i Lares Compitales e Terminus sono posti in connessione tra loro da feste di natura espiatoria e di carattere
parentelare. il caso dei Ferialia dedicati al culto dei parentes morti che Ovidio,
fornendo una spiegazione eziologica, connette a Tacita Muta,5 la quale avrebbe
concepito i due gemelli preposti ai compita nel viaggio verso gli inferi. I Lares
Compitales, abitanti primordiali del luogo che permettono agli attuali abitatori di
viverci e di operare, emergono a livello spaziale o territoriale, costituendo il fondamento della natura stessa della festa, che ha per oggetto il passato come fondamento di quel che nasce.6 Il giorno successivo del 22 febbraio, durante la festivit
dei Caristia o Cara Cognatio destinata a rinsaldare i legami tra i familiari vivi, il banchetto solenne dedicato al culto dei Lares Familiares7 che, in questo caso, emergono a livello temporale poich simboleggiano gli antenati garanti di un diritto
trasmesso nellambito di una gens. Non casuale, ma ordinata secondo una logica
che compone un ciclo dei Lari, appare la festa conclusiva dei Terminalia del 23
febbraio, dedicati al dio che salvaguardia la sacralit dei termini e dei conini, in
onore del quale si compiono riti pubblici e privati.8
1 Coralini 2001, p. 20: lErcole protettore della casa e dei suoi abitanti va considerato come il risultato
di una sorta di processo di sempliicazione della sua personalit e funzione, per largomento vedi infra.
2 G. Wissowa, s. v. Liber, in W. H. Roscher, Ausfhrliches Lexicon der griechischen und rmischen
Mythologie, 18841, 19652, Hildeschein, 11.2, 1876, pp. 2026. Liber Pater, garante degli iura civilia, associato ai
Lari poich nel giorno dei Liberalia del 17 marzo, celebrati in suo onore, aveva luogo anche la vestizione
della toga virile da parte degli adolescenti che la indossavano dopo aver depositato la praetexta e la bulla
presso il sacello dei Lari domestici, decretando il passaggio allet adulta. Il rito, a carattere uiciale, prevedeva un sacriicio ai Lares Familiares e un altro a Libero sul Campidoglio.
3 Bakker 1994, p. 202.
4 da rilevare, inoltre, lesistenza di una tradizione che istituisce un rapporto di parentela tra Ercole e
Silvano, vedi Verg. Aen. 8, 357; Ov. fast. 1, 235 sgg.
5 Secondo la descrizione di Ovidio (Ov. fast. 2, 571-616) la ninfa Lara/Tacita, punita da Giove con la
perdita della lingua per aver raccontato alla sorella Giuturna dellamore che Giove nutriva per lei rendendone vano il tentativo di sedurla, fu inviata agli Infere, violentata durante il viaggio da Mercurio che la
accompagnava, avrebbe dato alla luce due gemelli, i Lares Compitales.
6 Sabbatucci 1999, p. 87.
7 Ov. fast. 2, 619-622. Tibullo (Tib. El. 6, 10. 17 sgg.) aggiunge che essi erano venerati sugli altari domestici
ofrendo loro uva, grano, favi e focacce, ma anche vino, incenso, iori.
8 Ov. fast. 2, 679 ss.: il rito pubblico aveva luogo al sesto miglio della Via Laurentina e consisteva nel
sacriicio di una pecora presso la pietra miliare in quel punto. Ov. fast. 2, 639 sgg.: i riti privati prevedevano
il sacriicio di agnelli o porcellini da latte eseguiti dalle famiglie che avevano terreni coninanti l dove una
pietra o un ceppo segnava il conine.
115
Fig. 30. Pompei. Cippo da vii 4, 11, con iscrizione m. tvlli. m. f. |area privata .
Due ordini di monumenti vanno considerati in questa sede per il possibile signiicato della loro rappresentazione iconograica, relazionabile ad un culto dedicato, stricto sensu, a divinit preposte alla salvaguardia dei limiti delle propriet e,
in unaccezione pi ampia, tutori della sfera di pertinenza della familia, di cui la
porta dellabitazione costituisce il limite di appartenenza. Un cippo in pietra
lavica, proveniente da Pompei e rinvenuto presso la via, sulla parte sinistra della
strada (vii 4, 11), accanto al tempio della Fortuna Augusta, conserva il titulus M.
TVLLI. M. F.|AREA PRIVATA.1 M. Tullio, dedicante del tempio della Fortuna
Augusta,2 che fece costruire a sue spese e su un terreno di sua propriet, riserv,
in un terreno adiacente allo spazio sacro, una piccola casa per il custode dellediicio o per il personale preposto al culto.3 (Fig. 30) Il cippo, trovato nella sua posizione originaria presso la viuzza a S del tempio stesso, presenta sul corpo un bassorilievo raigurante una porta a due battenti chiusa, iancheggiata da due altari
a corpo parallelepipedo con foculus superiore, sormontati da ghirlande. Il soggetto
igurato riproduce limmagine simbolica del luogo di culto localizzato presso la
porta dellabitazione, e va relazionato, come ricordato dal titulus stesso, alla funzione del cippo, elemento di demarcazione tra unarea pubblica e una propriet
1 cil x 821.
2 Marco Tullio, iglio di Marco, ricordato nelliscrizione dedicatoria presso il Tempio della Fortuna, visibile sulla sommit delledicola che ne ospita la statua. Egli fu per tre volte duovir iure dicundo, duovir quinquennalis, augur, tribunus militum a populo ed ediic il tempio su un terreno di sua propriet, a proprie spese,
cil x 820: M. Tullius M. F. D. V. I. D. Ter. Quinq. Augur. Tr. Mil.|A. Pop. Aedem Fortunae August. Solo et Peq. Sua.
3 Thes Cra iv, s.v. cippus, n. 4, tav. 16, ig. 1. La dimora comprende una serie di stanze tra cui una cucina,
che potrebbero costituire anche degli annessi al tempio, dotati comunque di carattere privato.
116
lara anniboletti
privata. La raigurazione trova inoltre
espliciti confronti con la morfologia dei
complessi nicchia-altare di Delo, dove
sono testimoniate una o due are iancheggianti lentrata della casa.
Il secondo monumento un mosaico
tardo antico con rappresentazione calendariale delle stagioni e delle attivit
agricole proveniente da Saint Romainen Gal,1 presso lantica Vienne, che mostra la personiicazione di Gennaio e
una scena religiosa di ambiente rurale
connessa ai Compitalia,2 la festa-simbolo
del primo mese dellanno. (Fig. 31) Nella raigurazione un attendente porge
Fig. 31. Saint Romain en Gal. Mosaico
un oggetto cultuale ad un uomo di alta
con raigurazione delle stagioni:
statura, vestito di una lunga tunica
inverno, scena di sacriicio ai Lari.
drappeggiata e con il capo coperto, che
allunga la mano al di sopra dellaltare.
Tra loro posto un treppiede, collocato presso lingresso di un ediicio domestico
con tetto a spiovente e inestra aperta sul ianco destro. Il pannello igurato cronologicamente molto distante dalle pitture dei sacelli compitali urbani di Delo o
Pompei, in cui igurano scene religiose stereotipate e a carattere pi corale. Tuttavia, al di l della diversa destinazione che separa gli afreschi campani dal mosaico
di Vienne, in questultimo il sacriicio ai Lari sembra riferirsi ad una cerimonia diversa, concomitante con i Compitalia, ma celebrata nel quadro pi ridotto della famiglia e del vicinato, presso un altare disposto a ianco della porta di ediicio.
2. 2. Ritualit presso la porta delle abitazioni: testimonianze letterarie
Grande valore cultuale attribuito nel mondo romano alle porte, deinite giuridicamente Res Sanctae3 e investite di un primario ruolo religioso poich, sia intese
come porte della citt, sia nellaccezione di porte dellabitazione, garantiscono il
collegamento tra entit costitutive dello Stato romano. Gli ingressi urbici segnano, a livello pubblico, il conine tra lurbs e lager, ovvero tra lo spazio ritualmente
inaugurato e il territorio non integrato, cos come gli accessi delle abitazioni
costituiscono il limite tra la familia e i cives, ossia tra lambito privato e quello
pubblico.
Lo stipite della porta, connesso alla cerimonia di dedicatio dei templi, che
consente la creazione di uno spazio inauguratum, garante, di per s, di una volont religiosa di antica memoria, poich attraverso limposizione della mano
dellaugure sul ianco dellingresso e la pronuncia di formule rituali, che un luogo diviene templum, ovvero consacrato alla divinit. A questo rituale si riferisce
1 Lancha 1990, pp. 213, tav.113b.
3 Dig. 1, 8, 1.
118
lara anniboletti
, a sua volta, preposta alla salvaguardia della parte interna della soglia, cui si
contrappone anteticamente la ninfa Carna, che presiede allo ius dei cardini e tutela la parte superiore e visibile della soglia. La simbolica struttura architettonica
della porta si rivela, nella visione arcaica della religione romana, un microcosmo
abitato da personaggi importantissimi del mito latino, eroi fondatori, demoni
primordiali dello spazio esterno, delle feste di ine danno e dei rituali di fondazione.
Le fonti attestano numerosi rituali legati a particolari eventi della famiglia e divenuti desueti in epoca imperiale, nei quali evidente la speciica connessione
magico-simbolico con la porta dingresso dellabitazione, sentita come barriera/conine tra due mondi. Comportamenti scaramantici in prossimit dellingresso sono tramandati dagli autori antichi: la soglia non va mai varcata con il
piede sinistro1 ed cattivo presagio inciamparvi;2 scrivere arseverse sulla soglia
scongiura il pericolo degli incendi;3 una barba di lupo appesa alluscio tiene lontane le fatture damore.4 A livello familiare, ogni circostanza della vita domestica
prevede la prescrizione di norme di culto, che scandiscono le tappe antropologiche e sociali delluomo, come la celebrazione del matrimonio, la nascita, la morte e i riti di passaggio o i cambiamenti di condizione sociale, aspetti collegabili alla sacralit della porta. Scopi protettivi ha luso di battere per tre volte la porta
con un ramo di corbezzolo, segnare la soglia, aspergendo con acqua incantata gli
stipiti (postes), per tenere lontane le strigae che, in sembianza di uccelli notturni,
entrano di soppiatto nelle case per divorare gli intestini dei neonati, come si soliti fare alle calende di giugno, quando si festeggia Carna.5 necessario, inoltre,
ofrire le intestina di una maialina di due mesi, supplicando la dea di accettarle al
posto di quelle del bambino e inine di apporre sulla porta un ramo di biancospino.6 La dea Cardinis, infatti, corrispondente femminile di Giano dal quale, essendo stata sedotta, aveva ricevuto la capacit di tenere lontane le peride streghe
con un ramoscello di alloro, ha il potere di aprire ci che chiuso e chiudere ci
che aperto. Sotto la soglia vengono deposti tre granelli di incenso7 durante il rito compiuto in onore di Tacita Muta, la madre dei Lari. La nascita collegata alla
porta attraverso un rito puriicatorio relazionato da Varrone8 con le divinit agricole e con latto della generazione umana,9 compiuto presso lingresso dellabitazione per impedire che il demone Fauno, penetrando durante la notte del parto,
insedi la puerpera e il neonato. In questo rituale i guardiani della soglia sono im1 Sil. It. 7, 172; Petr. Sat. 30.
2 Cic. div. 2, 40, 84; Tib. El. 1, 3, 19; Ov. Met. 10, 452.
3 Afranio in Fest. 18 M.
4 Plin. nat. 28, 157, Hor. Sat. 1, 8, 42.
5 Ov. fast. 6, 101-168. Tale divinit aveva un tempio sul Celio (Macr. Sat. 1, 12, 31).
6 Ov. fast. 2, 131-140; 6, 155-166.
7 Ov. fast. 2, 571-616.
8 La testimonianza varroniana tramandata da Agostino (Aug. civ. 6, 9): tamen mulieri fetae post partum
tres deos custodes commemorat adhiberi, ne Silvanus deus per noctem ingrediatur et vexet, eorumque custodum signiicandorum causa tres homines noctu circuire limina domus et primo limen securi ferire, postea pilo, tertio deverrere
scopis, ut his datis culturae signis deus Silvanus prohibeatur intrare, quod neque arbores caeduntur ac putantur sine
ferro, neque far conicitur sine pilo, neque fruges coacervantur sine scopis; ab his autem tribus rebus tres nuncupatos
deos, Intercidonam a securis intercisione, Pilumnum a pilo, Deverram ab scopis, quibus diis custodibus contra vim dei
Siluani feta conservaretur; Non. 528, 13-15 M.= 848L.Vedi anche Carandini 1997, pp. 160-163.
9 De Marchi 2003, p. 140.
120
lara anniboletti
connessi ad atti di fondazione o di espiazione.1 In tali contesti il ricorso a pratiche
cultuali destinate a deinire lo spazio occupato teso a consolidare lintegrazione
della comunit, e dotato di una funzione puriicatrice e proilattica. Signiicato
espiatorio attribuibile al sacriicio dei cani compiuto presso le mura degli abitati
in corrispondenza di porte e attestato archeologicamente sia ad Ariminum che a
Paestum,2 cos come valore protettivo riveste lesposizione presso le porte monumentali di protomi di divinit, signa pertinenti alla presenza di un nume. La consacrazione di innanzi allingresso di una citt costituisce uneicace forma
di difesa contro esterne potenze ostili, rendendo i varchi impenetrabili alle partes
adversae grazie allinvisibile presenza di un nume.3
2. 3. Interpretazione religiosa: i compita vicinalia a Pompei
Nellambito di un contesto gi pienamente urbanizzato, i Lares Viales sono stati
messi in relazione con un luogo fortemente connotato in senso religioso come la
porta delle abitazioni, poich ipotizzabile che a loro fosse reso un culto nellambito dello spazio in cui esercitano la loro giurisdizione, e precisamente presso le
sedi stradali su cui sono allineate le case, estendendosi inevitabilmente il loro raggio dazione dalle vie alle facciate delle dimore.
La stessa intrinseca natura dei Lari, divinit di frontiera, rende giustiicazione
della loro presenza nello spazio liminare tra la casa e la via, coincidente con la porta dellabitazione.
I contesti cultuali documentati su varie facciate di case a Pompei e a Delo
potrebbero consentire, dunque, lidentiicazione come compita vicinalia, dedicati
ai Lares nellepiclesi di Lares Viales e interpretabili come espressione di corporativismo di quartiere, operante nel quadro delloriginaria suddivisione zonale della
citt.
Lesistenza del compitum vicinale testimoniata da Varrone in riferimento allantico rituale romano del matrimonio: la sposa, al momento di entrare nella
nuova abitazione, doveva ofrire un asse nel compitum vicinale di riferimento;4 i
Lares Vicinales sono i dedicatari del citato altare ubicato nella Piazza dei Lari ad
Ostia. (Fig. 28)
Stante la diicolt di una deinizione esatta del termine compitum vicinale, la
sua scansione religiosa parrebbe deinirsi una realt distinta dal compitum posto
agli incroci, rispetto al quale potrebbe costituire unarticolazione inferiore, la cui
genesi spontanea spia di una minore uicialit. Questa ipotesi spiegherebbe
alcune incongruenze percepibili nel rapporto tra la suddivisione dello spazio
urbano di Pompei e la distribuzione dei sacelli compitali nei vari quartieri della
citt. In un recente studio i complessi religiosi localizzati negli incroci delle insu1 Un esempio di intervento rituale, chiaramente connesso alla chiusura di una porta daccesso realizzato
in epoca ellenistica, stato recentemente rinvenuto a Pompei presso la domus ix 7, 2-22, vedi Giglio 2008,
p. 345; di signiicato analogo appaiono i frequenti ritrovamenti di piccole monete bronzee al di sotto delle
soglie rifunzionalizzate.
2 Robert 1993, pp. 121-123; 136-137.
3 Pugliese Carratelli 1965, pp. 5-6.
4 Varro. De vita populi romani i, 25 ed. Riposati, Milano 1939 (= Non., p. 531L).
122
lara anniboletti
al 429 a.C., dove sono menzionate pratiche sacriicali di tipo domestico compiute
dalla popolazione sia nei vici, sia nei sacella prossimi alle abitazioni.1
Sembra necessario, dunque, operare una distinzione tra sacelli compitalizi stricto sensu e altre realt cultuali ad accezione sovrafamiliare, ma strettamente connessi ad una religiosit domestica quali i compita vicinalia. Tali associazioni di
strada articolate nelle strutture superiori dei vici urbani potrebbero costituire organismi religiosi immediatamente superiori alla famiglia, fondati su un dinamico
rapporto tra i vicini, cio linsieme degli abitanti di una via, di uninsula, o di una
parte del quartiere.
Sulla scia della documentazione archeologica di Pompei e Delo dunque ipotizzabile che durante i Compitalia alcune famiglie, riunite in una forma di associazionismo, partecipassero non soltanto alle cerimonie uiciali presso lincrocio
stradale espressione della totalit del vicus, ma che celebrassero il sacriicio su un
altare disposto dagli stessi proprietari presso la facciata della casa, allo scopo di
onorare con oferte le divinit tutelari della strada e dei vicini. La festa, rappresentazione della stessa vicinitas nel senso di struttura aggregativa sorretta da rapporti
eminentemente solidaristici, prevede una celebrazione alle porte di abitazioni, nel
quadro della famiglia e del vicinato allo scopo di onorare con oferte gli esseri divini protettori della strada, dei reciproci conini e dellinsula. Attraverso il contributo di ciascuna casa si compiono riti e sacriici comuni che riguardano gli abitanti
del quartiere in relazione agli spazi collettivi.
possibile che le monete residuali, rinvenute nelle varie nicchie a Pompei, siano state deposte insieme alle altre oferte proprio in occasione della festa: la pratica di ofrire donativi monetali alle divinit domestiche infatti testimoniata nel
centro vesuviano anche dai rinvenimenti di assi e sesterzi nei lararia familiari posti
allinterno delle abitazioni e ancora funzionanti nel 79 d.C.2
Varrone ci fornisce, in tal senso, unimportante indicazione quando, riferendosi
al rituale romano arcaico dellunione celebrata sotto forma di coemptio, menziona
che la sposa al momento di entrare nella nuova abitazione, era solita dare un asse
al marito, deporne un altro presso il fuoco dei Lares Familiares e ofrirne un terzo
nel compitum vicinale: nubentes veteri legi romana asses III ad maritum venientes solere
pervehere atque unum, quem in manu tenerent, tamquam emendi causa, marito dare;
alium, quem in pede haberent, in foco Larium familiarium ponere; tertium<quem> in
sacciperione condidissent, compito vicinali solere reservare.3 La citata testimonianza
1 Liv. 4, 30, 9-11: animos quoque multiplex religio et pleraque externa invasit novos ritus sacriicandi vaticinando
inferentibus in domos quibus quaestui sunt capti superstitione animi, donec publicus iam pudor ad primores civitatis
pervenit, cernentes in omnibus vicis sacellisque peregrina atque insolita piacula pacis deum exposcendae.
2 In alcuni casi le monete sono state rinvenute allinterno della nicchia cultuale assieme a statuette e oggetti, vedi Boyce 1937, nn. 67, 108, 220, 458. In Bassani 2008, p. 138 vedi lindicazione delle monete rinvenute
in vani ed ediici a destinazione cultuale. Per il signiicato apotropaico delle monete poste sotto la protezione divina e usate come talismani o simbolo di ricchezza e prosperit in ambito domestico, vedi Bassani
2008, pp. 138-139.
3 Varro. De vita populi romani i, 25 Milano, Riposati, 1939 (= Non., 531L.). Ciascuno dei tre assi aveva un
signiicato particolare: uno al marito, simboleggiava la primitiva vendita della donna trasformatasi poi in
una inzione giuridica di compera da parte delluomo; laltro, deposto sul focolare dei Lari domestici della
nuova casa, indicava loferta della nupta come pedaggio agli dei, sotto la cui protezione veniva a porsi.
124
lara anniboletti
Anche di Ercole esistono due schemi iconograici impiegati indiferentemente
allinterno dei sacrari o nelle immagini in postibus: il prototipo, derivato da modelli
prassitelici, lo stesso per entrambi i tipi (in posizione stante e nudit eroica, poggiante sulla gamba destra, avvolta allavambraccio la leont), ma, mentre in una
rappresentazione (dexioumenos) leroe in posizione di riposo appoggiato alla
clava e regge uno skyphos nel braccio disteso, nellaltra Ercole presentato come
libans, con la clava sollevata e appoggiata allomero, in atto di sacriicare.
Nel caso dei lararia il signiicato della presenza di Ercole rimane ambivalente,
dal momento che leroe pu svolgere il ruolo apotropaico di guardiano della porta
e, per estensione, della casa, ma pu anche simboleggiare il successo economico
della famiglia.1 In alcune pitture di sacelli familiari, tuttavia, sembra possibile cogliere un ulteriore aspetto legato ad un particolare culto rivolto alleroe, che diviene lunico attore dei quadri religiosi ed rappresentato, al pari dei Lari, in atto di
compiere un sacriicio a s stesso.2
Negli afreschi presso la facciata degli ediici, a Pompei come a Delo, Mercurio
raigurato presso lo stipite destro e Ercole a sinistra dellingresso dellabitazione; talvolta le divinit sono accompagnate dai rispettivi animali sacri, il gallo e il
maiale. In tale contesto la loro funzione di theoi propylaioi posti a tutela della porta
appare indubbia. Analizziamo i contesti in cui a Pompei compaiono i due eroi:
Nel pilastro W dingresso dellabitazione i 3, 24,3 raigurato, posto al di sotto
di una ghirlanda, Ercole che regge con la mano destra uno skyphos alzato e con la
sinistra una clava. Nello stipite E, contrapposta la igura di Mercurio con petaso
e borsa.4
1 Questo il senso della presenza del dio, accompagnato dal porcellino, tra i Penati dellabitazione v, 4,
3, dove inserito in una sorta di processione paratattica dei numi tutelari della famiglia insieme a Mercurio,
una Vittoria che lo incorona, Minerva libante e, al di sopra, Bacco, Venere Pompeiana e Fortuna. Allo stesso
modo va spiegata lesistenza di numerose statuette bronzee del dio associato ad altre divinit, rinvenute nei
larari, come quelle di Ercole, Mercurio, Apollo, Esculapio presso ledicola del larario della Casa delle Pareti
Rosse viii 5, 3-7, in cui sono raigurati i Lari e il Genio; quelle di Venere, Ercole, Priapo e i Lari presso vii
15, 3, inine, quelle di Ercole, Mercurio, Venere nella Casa di Trebius Valens (iii 2, 1).
2 il caso del larario nel giardino dellediicio ii 1, 19 (Frhlich 1991, n. L 39, p. 265, tav. 29,4; Orr 1978,
pp. 169 ss.) dove, a lato di unedicola con timpano, raigurato leroe come dexioumenos con testa coronata;
ugualmente, nel muro di fondo di una nicchia del giardino della Casa del Cenacolo v 2, h, dipinto Ercole
libante, accompagnato da un maiale, presso un ara circolare su cui arde una iamma (Frhlich 1991, n. L
48, p. 268, tav. 32; Boyce 1937, n. 108). In unabitazione vicina a Porta Nocera (ii 8, 6), Ercole dispone di una
cappella dotata di altare, alloggiata nel giardino, presso il grande triclinium estivo; un sacriicio compiuto da
Ercole dipinto in un pannello a carattere religioso presso il larario della cucina di vii 4, 26-27 (Frhlich
1991, n. L 85, p. 286, ig. 7; Boyce 1937, n. 273; Coralini 2001, P 084, pp. 201-202.). Nella raigurazione del
sacello domestico presso la cucina della domus di M. Obellius Firmus ix 14, 2-4 (Frhlich 1991, n. L 111, tav.
48,1, p. 299; Boyce 1937, n. 68), vedi Fig. 23, a lato delledicola presente leroe accompagnato da un maiale,
cui fa da pendant, sul ianco opposto, un Lare (ma appartenente ad una fase pi recente e contemporaneo
al Genius), mentre, sul registro inferiore, afrescata una scena di banchetto e un serpente agatodemone.
Inine, presso il sacellum della Villa suburbana delle Colonne a Mosaico (Frhlich 1991, n. L 112, tav. 48,2,
p. 300; Boyce 1937, n. 479), al di sotto di un altare con serpenti avvolti, posto un pannello con una successione paratattica di quadretti che riproducono simboli del sacriicio, rispettivamente un popa che conduce
un maiale, la clava di Ercole, il gallo (di Mercurio) e un grande skyphos.
3 Per le fasi dellabitazione vedi Pompei: pitture e mosaici, a cura di G. Pugliese Carratelli, i, 1990, p. 82 sgg.,
Roma, Istituto dellEnciclopedia Italiana, 1990-1999.
4 Frhlich 1991, n. F3, p. 306; Boyce 1937, n. 1, p. 110.
125
Le pareti del vestibolo della Casa del BellImpluvio (i 9, 1)1 presentavano una
pittura con scena religiosa articolata in due gruppi di divinit contrapposte.2 Presso il versante E, inquadrati da una ghirlanda, sono raigurati Ercole e Mercurio:
il primo, di cui resta la testa di proilo e il braccio sollevato, accompagnato da un
maiale e si dirige verso Mercurio, vestito di una corta tunica con clamide e petaso
in testa, dipinto in atteggiamento di corsa, con le mani protese in avanti a reggere
due sacche. Fanno da pendant nella parete W la igura stante di Giunone, accompagnata da unoca, con una lancia nella mano destra e una patera nellaltra e Minerva con corazza e gorgoneion, intenta a compiere una libazione su un altare
circolare, con a ianco le scudo e la lancia. (Fig. 32)
Presso entrambi i lati dellingresso dellabitazione i 12, 10-11, ascrivibile al periodo sannitico, erano posti dei pannelli igurati con scene religiose oggi del tutto
scomparsi, e menzionati da Frhlich3 che riconosce nel dipinto tre fasi decorative:
ad una prima mano di intonaco appartiene una testa di proilo (forse Minerva
elmata) posta al di sotto di una ghirlanda; pertinente ad un secondo momento,
la igura di Ercole stante con la clava appoggiata a terra, che leroe regge con il
braccio destro, accompagnato da due personaggi di cui, quello alla sua destra con
volto di proilo e avambraccio proteso in avanti, identiicabile come Mercurio. La
igura a sinistra delle due divinit, appartenente ad una terza fase, identiicabile
1 Pompei: pitture e mosaici, cit., p. 919 sgg.: limpianto dellabitazione databile al ii secolo a.C.
2 Frhlich 1991, n. F6, p. 308, tav. 52,1-2; Boyce 1937, n. 3, p. 110; Coralini 2001, P. 014, pp. 153-154.
3 Frhlich 1991, n. F12, p. 311, tav. 50,4; Coralini 2001, P. 023, p. 178.
126
lara anniboletti
Fig. 33. Pompei. Pannelli nei pilastri di entrata E e W presso Via di Nola, Regio iv.
con Minerva rappresentata di proilo, con elmo dorato e costume bruno, posta al
di sopra di un uomo togato intento al sacriicio che tiene un braccio alzato. Davanti alla facciata posto un altare in calcare del Sarno (vedi supra). (Fig. 6)
Il civico ii 1, 1 un thermopolium comunicante in origine con la contigua abitazione in ununica propriet dotata di un settore commerciale e di uno abitativo.
Presso la facciata della bottega si contrappongono su entrambi gli stipiti di accesso
due riquadri afrescati che raigurano quello W, Ercole barbuto coronato dalloro,
visto di tre quarti, che regge uno skyphos e ha un mantello avvolto nellavambraccio;1 sul pilastro E dipinto Mercurio di proilo nel consueto atteggiamento di
corsa con la tunica svolazzante, avente caduceo e borsa nelle mani.
Nei pilastri E e W di due entrate contigue della Regio iv disposte lungo la Via
Nolana2 sono raigurati Mercurio e Ercole3 che inquadrano la igura centrale di
Bacco, simbolo dellattivit economica svolta. Mercurio stante, completamente
nudo ad eccezione del mantello che ricade sulla schiena, indossa in testa il petaso,
con il braccio disteso regge il caduceo, con laltro, proteso in avanti, tiene il marsupium, mentre ai suoi piedi presente un gallo. Specularmente posto Ercole
1 Frhlich 1991, n. F14, p. 312; Boyce 1937, n. 5, p. 110.
2 Frhlich 1991, n. F27, p. 316, tav. 55,1-3; Boyce 1937, n. 30, p. 112; Coralini 2001, P. 047, p. 192.
3 Lo stesso signiicato va attribuito alla rappresentazione di Mercurio e Ercole ai lati di Bacco presso una
parete della taberna vinaria di Ercolano (Insula Orientalis ii, 9), vedi Frhlich 1991, n. L120, tav. 51,2, p. 302;
Orr 1978, n. 41, p. 202.
128
lara anniboletti
Fig. 34. Delo. Insieme n. 22, Maison dit des Dauphins (da Bulard 1926a).
129
Fig. 35. Delo. Insieme n. 25, Maison C insula i del Quartier du Stade (disegni da Bulard 1926a).
sui ianchi della porta della domus o entrambi sullo stesso lato,1 potrebbero confermare lesistenza di una doppia valenza cultuale riconducibile alla venerazione
dei lares e di unaltra divinit come Ercole.2 Conferma a tale ipotesi ravvisabile
nella raigurazione posta a destra dellingresso della Maison C dellinsula i del
Quartier du Stade di Delo, in cui si trovano anche un altare e una banchina.3 Nel
grande pannello afrescato Ercole coronato, associato a due piccole igure di
lottatori e a premi del concorso, quali un prosciutto e una voluminosa anfora,
1 Bulard 1926a, nn. 12, 17, 22, 23; Bezerra de Meneses-Sarian 1973, n. 55.
2 anche possibile che in assenza di strutture cultuali isse Ercole, dipinto entro una nicchia o in un
pannello a ianco dellingresso, possa essere onorato tramite altari portatili o bruciaprofumi, disposti in
corrispondenza delle immagini delleroe.
3 Hasenhor 2003, p. 184, ig. 1, p. 235; Bulard 1926a, n. 25, p. 137, tav. 13,1.
130
lara anniboletti
conservate ai suoi piedi.1 Secondo la Hasenhor alleroe, che presiede alle gare
nellambito dei ludi compitalicii, sono rivolti i sacriici. (Fig. 35) Tuttavia, mentre
risulta abbastanza chiara nelle raigurazioni di Delo e Pompei lesistenza di una
pratica devozionale di tipo domestico associabile ad Ercole,2 lipotesi di gare svolte in suo onore resta, a mio avviso, una congettura scarsamente argomentabile,
almeno per i contesti vesuviani.3 Pi probabilmente, essendo la lotta e il pugilato
le attivit sportive per eccellenza in Grecia, dove Eracle noto come protettore
dei ginnasi e degli efebi,4 la connessione del dio con i concorsi dei ludi compitalicii,
potrebbe essere un apporto deliota agli aspetti originari del culto.
Va inine menzionato che anche nelle dediche votive del collegio deliota dei
K, la divinit pi rappresentata dopo i Lari proprio Ercole, a cui
viene oferta una statua e un altare, in una perfetta corrispondenza tra il culto domestico, praticato a titolo privato dalle famiglie di origine italica, e quello uiciale,
amministrato dai rappresentanti dellinsieme della comunit italica.
La coppia divina, inoltre, pu avere giocato anche un ruolo nel patrocinio di
particolari settori della citt, assurgendo a protettrice dei vicini di un quartiere, che
tributavano alle divinit uno speciico culto.5
3. 1. Ercole e Mercurio: theoi propylaioi
LHercules romano, nato dallincontro fra Heracles greco e Ercole italico, nonostante la parziale perdita di importanza dei suoi sacra publica, vede raforzarsi il suo
ruolo nei sacra privata, sia nei culti delle gentes patrizie, sia nellambito della devozione popolare. Al successo del culto erculeo nella sfera religiosa domestica contribu di certo lEracle greco nella misura in cui, la tradizione dei culti gentilizi si
innest sul modello dellimitatio Herculis dei dinasti ellenisti.6
1 Altri esempi confermano tale associazione: a sinistra dellentrata posta di fronte alla Maison de la
Colline, sul registro superiore di quattro dei sette intonaci sovrapposti (B/2, B/3, B/4, B/5) rappresentato
Ercole; su due di essi (B/4, B/5), sono dipinti dei lottatori (vedi Hasenhor 2003, p. 185, ig. 11, p. 235); nel
complesso n. 22 (Bulard 1926a, pp. 119-120, tav. 10,2; Hasenhor 2003, p. 185, ig. 12, p. 236) due combattenti
sono eigiati al di sotto della nicchia di Ercole, cos come nellinsieme n. 2 (Bulard 1926a, p. 60, tav. 2,1;
Hasenhor 2003, p. 185, ig. 9, p. 233), Ercole si trova a sinistra della porta sul secondo strato di intonaco e i
due avversari afrontati si conservano nella medesima posizione sul primo strato.
2 Lipotesi avanzata dalla Hasenhor 2003, p. 202, secondo cui il motivo della scarsa documentazione
a Pompei di gare in onore di Ercole, andrebbe attribuito al divieto della celebrazione dei ludi issato dal
senatoconsulto del 68 a.C. in seguito ai tumulti urbani, giochi rimessi in vigore solo da Augusto.
3 La testimonianza pompeiana di una clava dipinta su un pannello con scena di combattimento gladiatorio, presso il sacello allangolo di ix, 12 (Van Andringa 2000, n. 16; Frhlich 1991, F 71, p. 339, tav. 58,2)
non sembra argomento suiciente.
4 Bruneau 1970, pp. 403-409. Heracles solitamente connesso a giochi ed agoni sportivi oltre che venerato nei sacelli dei ginnasi (come il dromos spartano); leroe inoltre spesso associato ad Hermes.
5 In relazione a tale ipotesi si menziona, ad esempio, che presso il compitum di Via S. Martino dei Monti
a Roma, uniscrizione ricorda lerezione di una statua in onore di Mercurio del 10 d.C., ex stipe quam populus
Romanus K. Ianuariis apsenti ei (Augusti) contulit. Vedi G. Gatti, Di un sacello compitale dellantichissima regione
Esquilina, BCAr,1888, pp. 221-232. Lepigrafe messa in relazione con la notizia di Svetonio (Svet. Aug. 57)
che Augusto distribu in quelloccasione molte statue vicatim.
6 Il fenomeno, collocabile tra il iv e il iii secolo a.C., stato ampiamente dibattuto da Coralini 2001,
p. 200 sgg., a cui si rimanda per la trattazione del complesso argomento che esula dagli interessi speciici di
tale studio e alla bibliograia precedente.
1 Pind. N. 3, 22.
2 Coralini 2001, p. 20. NellErcole domestico non sembra esservi traccia della complessit presente nella mitologia delleroe, di cui si conciliano i diversi (e a volte opposti) aspetti della personalit della igura
eroica e divina.
3 il caso, ad esempio, della rappresentazione della grande clava dipinta nellangolo SE dellinsula ix, 13,
o della clava delleroe che igura dipinta presso il pilastro dentrata della bottega i 11, 1. Esempi di tale funzione si ritrovano a Delo, dove, incastrati sulle facciate, vi sono clavi scolpite in blocchi di granito, vedi Bruneau, 1970, p. 404.
4 Marquardt 1889, p. 78.
5 Varro. ap. Saerv. ad Aen. 10.76: nobilibus pueris editis in atrio domus Junoni lectus, Herculi mensa ponebatur.
6 Harmon 1978, p. 1597.
7 Fest. 229L.
8 Macr. Sat. 2, 2.
9 cil x 3799 = ils 3443.
132
lara anniboletti
lumit della dimora.1 Anche larula in tufo posta di fronte alla nicchia-larario ricavata nel muro perimetrale del giardino dellabitazione ii 8, 2-3 di Pompei, sulla cui
fronte, in bassorilievo, scolpita una clava, riveste lo stesso signiicato.2
gi stata richiamata lattenzione sullassociazione tra Ercole e i Lares Vicinales
nellaltare di Ostia, dove la scena descrive un sacriicio compiuto dal dio, comparabile alle pitture di larari in cui leroe rappresentato come soggetto-oggetto del
sacriicio. (Fig. 28)
I casi in cui limmagine di Ercole, nume tutelare domestico, compare in postibus
presso la facciata di unabitazione, si inseriscono dunque nel solco di una lunga
tradizione che consiste nel raigurare o evocare leroe-dio3 accanto allingresso di
un ediicio nel suo ruolo di anteportanus,4 attraverso un suo attributo o uniscrizione. Ad Ercole, che in dallorigine e su tutti i piani, della religione, della poesia,
delle arti igurative, appare connotato, pur nellambiguit della sua polivalenza,
anche in senso salviico e salutare, si addice particolarmente lessere posto a guardia di un passaggio, di accesso ad una citt, ad un complesso pubblico, ad una casa
privata.5 Superluo appare elencare le numerose le testimonianze letterarie ed epigraiche che nella tradizione greca e romana esplicitano la funzione di Mercurio
quale , e e il suo ruolo protettivo in favore dei
viaggiatori o dei commercianti che erano i viaggiatori per antonomasia. Lassociazione di Ercole-Mercurio, posti da una parte e dallaltra dellingresso di una dimora, sembra signiicare dunque proprio la volont di assicurarne la protezione
attraverso lesplicito richiamo ai theoi propylaioi Heracles/Ercole, Hermes/Mercurio del mondo greco-romano.
Conclusioni
Riassumendo la complessa questione, le testimonianze archeologiche di Delo e
Pompei testimoniano lesistenza di un culto praticato alle porte delle abitazioni,
di cui possibile scorgere echi nelle testimonianze letterarie ed epigraiche, che
ne deiniscono la ritualit.
Il tentativo di connettere loggettivit dei dati archeologici alla soggettivit
dellinterpretazione della documentazione antica, ha permesso, se non di elaborare una ricostruzione storica globale, di sottolineare una pluralit di fattori rituali
1 Adembri-Taglietti-Granino Cecere 2002. Lepiteto di Sospitalis, non altrimenti testimoniato, proprio per la sua peculiarit si rivela una scelta da parte del committente che sotto lala protettrice del dio desiderava porre la domus Galloniana.
2 Coralini 2001, P042, p. 174: alta 35 cm la piccola ara a base quadrangolare presenta una modanatura
inferiore e superiore, sulla fronte conserva il rilievo in forma di clava. Vedi anche Pompei: pitture e mosaici,
cit., iii, pp. 316-319; pp. 318-319, igg. 2-3.
3 Per garantire la protezione di un intero ediicio lazione rituale doveva avvenire nei pressi della porta,
o tramite una formula iscritta sulla soglia stessa, o incisa in un disco di argilla da appendere accanto allingresso, o da utilizzare allinterno come amuleto, vedi Coralini 2001, p. 20, nota 44.
4 cil v 534.
5 Vedi Mackenzie 1979, pp. 200 ss. Sulla valenza dellErcole guardiano di un passaggio basti citare, a
titolo esempliicativo, il rilievo dellEracle arciere della Porta di Eracle e del Sileno a Thasos, nonch le erme
ammantate della Porta di Ercole a Efeso.
134
lara anniboletti
criicio di ringraziamento al ritorno, cos come coloro che intraprendono un
viaggio per terra si rivolgono a Mercurio, il dio delle strade, appellato anche con
gli epiteti di Viacus,1 Vialis e Trivius, e ad Ercole, nellepiclesi di Salutaris o Defensor, come divinit propizia.
I Lari, come spiriti guardiani e Ercole e Mercurio, quali divinit protettrici del
cammino, si invocano prima di partire, le loro immagini si portano con s, si rende
loro omaggio presso i simulacri che si ergono lungo le vie e, al ritorno dal viaggio,
si compiono cerimonie solvendo i voti promessi.
Le due divinit, protettrici dei passaggi e delle strade, divengono metaforicamente tutori dei viaggiatori, assommando e, in unottica diacronica, sostituendo,
le loro funzioni a quella di esseri divini preposti a tali domini, quali i Lares Viales.
Bibliografia
Acua Castroviejo 1971 = F. Acua Castroviejo, Los Lares Viales en la Galicia romana,
Actas do ii Congresso Nacional de Arqueologia, Coimbra, 1971.
Adembri-Taglietti-Granino Cecere 2002 = B. Adembri, F. Taglietti, M. G. Granino Cecere, Hercules Sospitalis da una villa del suburbio romano, Atti della Pontiicia
Accademia Romana di Archeologia. Rendiconti, 74, 2001-2002, 2002, pp. 127-176.
Anniboletti 2005 = L. Anniboletti, poster, Progetto Regio vi . Sacello del Vicolo di Narciso
(vi 2, 16-21), in Guzzo-Guidobaldi 2005, pp. 381-382.
Anniboletti 2007 = L. Anniboletti, Testimonianze preromane del culto domestico a Pompei: i compita vicinalia sulla facciata di abitazioni, in www. fastionlie.org/docs/FOLDER-it2007-83.pdf.
Anniboletti et alii 2007 = L. Anniboletti, V. Befani, R. Cassetta, C. Costantino,
M. Antolini, T. Cinaglia, P. Leone, R. Proietti, Pompei: Progetto Regio vi - I primi secoli di Pompei-Agiornamento 2007, in www. fastionlie.org/docs/FOLDER-it-200784.pdf.
Anniboletti 2008a = L. Anniboletti, Aspetti del culto domestico di epoca tardo-sannitica:
i sacelli sulle facciate di abitazioni pompeiane, in Guzzo-Guidobaldi 2008, pp. 209-222.
Anniboletti 2008b = L. Anniboletti, Gli scavi presso il marciapiede delle abitazioni, in F.
Coarelli, F. Pesando, Progetto Regio vi : I primi secoli di Pompei - Campagna di scavo
2006 - Le ricerche dellUniversit degli Studi di Perugia, RivStPomp,18, 2007 [2008], pp. 108110.
Bassani 2008 = M. Bassani, Sacraria. Ambienti e piccoli ediici per il culto domestico in area
vesuviana. Antenor, Quaderni, 9, Roma, 2008.
Bakker 1994 = J. T. Bakker, Living and Working with the Gods. Studies of Evidence for Private Religion and its material environment in the city of Ostia (100-500 AD), Amsterdam, 1994.
Bezerra de Meneses-Sarian 1973 = U. Bezerra de Meneses, H. Sarian, Nouvelles
peintures liturgiques de Dlos, in tudes dliennes, bch, suppl. i (1973), pp. 77-109.
Blum 2002 = C. Blum, Fresques de la vie quotidienne inscriptions peintes en Campanie, Bullettin de liaison du cepmr 13, Paris, 2002.
Boyanc 1952 = P. Boyanc, Les pnates et lancienne religion romaine, rea, 54, 1952, pp.
109-115.
Boyanc 1972 = P. Boyanc, Etudes sur la religion romaine, Rome, 1972.
1 Da uniscrizione citata da Grutero noto un Deo MercViac.
135
Boyce 1937 = G.K. Boyce, Corpus of the Lararia of Pompeii, maar, 14, 1937.
Bruneau 1970 = P. Bruneau, Recherches sur les cultes de Dlos lpoque hellnistique et
lpoque impriale, befar, 217, 1970, pp. 585-621.
Bulard 1926a = M. Bulard, Description des revtements peints sujet religieux, in Exploration archologique de Dlos, ix, 1926.
Bulard 1926b = M. Bulard, La religion domestique dans la colonie italienne de Dlos,
befar, 131, 1926.
Candida 1979 = B. Candida, Altari e cippi nel Museo Nazionale Romano, Roma, 1979.
Carandini 1997 = A. Carandini, La nascita di Roma. Di, Lari, eroi e uomini allalba di una
civilt, Torino, 1997.
Cassola 1970-71 = F. Cassola, Romani e Italici in Oriente, DialA, 4-5, 1970-71, pp. 305-322.
Coarelli-Musti-Solin1982 = Delo e lItalia. Raccolta di studi, Atti del Colloquio 1-2 June 1979
Institutum Romanum Finlandiae, a cura di F. Coarelli, D. Musti, H. Solin, OpuscFin, 2,
1982, pp. 3-150.
Coarelli-Pesando-Zaccaria Ruggiu et alii 2003 = F. Coarelli, F. Pesando, A.
Zaccaria Ruggiu et alii, Progetto Regio vi . Campagna di scavo 2002 nelle insulae 2, 9 e 14,
RivStPomp, 14, 2003 [2004], pp. 289-309.
Coarelli-Pesando 2004 = F. Coarelli, F. Pesando, Il Progetto Regio vi . Campagna di
scavo 2003, RivStPomp, 15, 2004 [2005], pp. 144-179.
Coarelli-Pesando 2005 = F. Coarelli, F. Pesando, Il Progetto Regio vi . Campagna di
scavo 2004, RivStPomp, 16, 2005, pp. 166-207.
Coralini 2001 = A. Coralini, Hercules domesticus. Immagini di Ercole nelle case della
regione vesuviana (i a.C.-79 d.C.), Studi della Soprintendenza Archeologica di Pompei, 4,
Napoli 2001.
Delatte 1937 = L. Delatte, Recherches sur quelques ftes mobiles du calendrier romain, ac,
6, 1937, pp. 105-121.
De Marchi 20032 = A. De Marchi, Il culto privato di Roma antica i. La religione nella vita
domestica, Forli, 20032.
De Marchi 20032 = A. De Marchi, i. Il culto privato di Roma antica ii. La religione gentilizia e collegiale, Forli, 20032.
Dubourdieu 1989 = A. Dubourdieu, Les origines et le dveloppement du culte des Pnates
Rome, in Coll. e . f . r . 118, Rome, 1989.
Dumzil 19742 = G. Dumzil, La religion romaine archaque, Paris, 19742.
Fine 1932 = J. V. A. Fine, A note on the Compitalia, ClPh, 27, 1932, pp. 268-273.
Fiorelli 1873 = G. Fiorelli, Gli scavi di Pompei dal 1861 al 1872, Napoli, 1873.
Flambard 1977 = J. M. Flambard, Clodius, les collges, la plbe et les esclaves. Recherches sur
la politique populaire au milieu du i er sicle a.C., mefra, 89, 1977, pp. 115-156.
Flambard 1981 = J. M. Flambard, Collegia Compitalicia: phnomne associatif, cadres territoriaux et cadres civiques dans le monde romain lpoque rpublicaine, ktema, 6, 1981,
pp. 143-166.
Foss 1997 = P. W. Foss, Watchful Lares: Roman household organisation and the rituals of
cooking and eating, in R. Laurence, A. Wallace-Hadrill (eds.), Domestic space in the
roman world: Pompeii and beyond, in JRA Supplementary Series, 22, Portsmouth 1997
Fraschetti 1990 = A. Fraschetti, Roma e il principe, Roma, 1990.
Frhlich 1991 = T. Frhlich, Lararien und fassadenbilder in den Vesuvstdten, Untersuchungen zur volkstmlichen pompejanischen Malerei, Mainz Am Rhein, 1991.
Giacobello 2008 = F. Giacobello, Larari pompeiani. Iconograia e culto dei Lari in ambito
domestico, Collana Il Filarete, Universit degli Studi dii Milano, Milano, 2008.
136
lara anniboletti
Giglio 2008 = M. Giglio, Indagini archeologiche nellinsula 7 della Regio ix , in Guzzo-Guidobaldi 2008, 341-348.
Guzzo-Guidobaldi 2005 = Nuove ricerche archeologiche a Pompei ed Ercolano, Atti del
Convegno Internazionale, Roma 28-30 novembre 2002, British School of Rome, a cura di P. G.
Guzzo, M. P. Guidobaldi, Roma, 2005.
Guzzo-Guidobaldi 2008 = Nuove ricerche archeologiche nellarea vesuviana (scavi 20032006), Atti del Convegno Internazionale, Roma 1-3 Febbraio 2007, Palazzo Venezia, Sala del
Mappamondo, a cura di P. G. Guzzo, M. P. Guidobaldi, Roma, 2008.
Harmon 1978 = D. P. Harmon, The Family Festivals of Rome, in anrw ii, 16.2, Berlin-New
York, 1978, pp. 1592-1603.
Hasenhor 2003 = C. Hasenhor, Les Compitalia Dlos, bch, 127, 2003, pp. 167-249.
Helbig 1868 = W. Helbig, Die Wandgemlde der vom Vesuv verschtteten Stdte Campaniens,
Leipzig, 1868.
Holland 1937 = L. A. Holland, The Shrine of the Lares Compitales, Transactions and
Proceedings of the American Philological Association, 68, 1937, pp. 428-441.
Jashemski 1979 = W. Jashemski, The gardens of Pompeii, Herculaneum and the villas destroyed by Vesuvius, New York, 1979.
Johnston 1939 = L. D. Johnston, The Lares and the Kalends Log, ClPh, 34, 1939, pp. 342356.
Laing 1921 = G. Laing, The Origin of the Cult of the Lares, in ClPh 16, 1921, pp. 124-140.
Lancha 1981 = J. Lancha, Recueil Gnral des Mosaques de la Gaule, x Suppl. Gallia.
iii .-Province de Narbonnaise.2.Vienne, Editions du Centre National de la Recherche Scientiique, Paris, 1981.
Latte 1960 = K. Latte, Rmische Religions Geschichte, Munich, 1960.
Mackenzie 1979 = M. W. Mackenzie, Hercules in the early Roman empire, with particular
reference to literature, in Diss. Cornell University iv, 1967, Ann Arbor, 1979.
MacMullen 1986 = R. MacMullen, Les Rapports entre les classes sociales dans lEmpire
romain, Paris, 1986.
Marco Simn 2007 = F Marco Simn, Within the conines of the Romano-Celtic world. The
gods of the roads, in Auf den Spuren keltischer Gtterverehrung. Akten des 5. f.e.r.c.an .Workshop, Graz 9.-12 Oktober 2003, Wien, 2007, pp. 197-205.
Meslin 1970 = M. Meslin, La fte des Kalendes de janvier dans lempire romain, Collection
Latomus, 115, Bruxelles, 1970.
Orr 1972 = D. G. Orr, Roman Domestic Religion: a study of the Roman Household deities
and their shrines at Pompeii and Herculaneum, Maryland, 1972.
Orr 1978 = D. G. Orr, Roman Domestic Religion: The evidence of the Household Shrines, in
anrw ii, 16, 2 Berlin, 1978, pp. 1557-1591.
Palma 1988 = A. Palma, Iura vicinitatis. Solidariet e limitazioni nel rapporto di vicinato
in diritto romano di et classica, Torino, 1988.
Perfigli 2004 = M. Perfigli, Indigitamenta. Divinit funzionali e Funzionalit divina nella
Religione Romana, Anthropoi. Studi e materiali di Antropologia storica del mondo antico (2),
Roma, 2004.
Pesando 2000 = F. Pesando, Ediici pubblici antichi nella Pompei augustea: il caso della
Palestra Sannitica, mdai (r), 107, pp. 155-175.
Pesando 2005 = F. Pesando, Il progetto Regio vi : le campagne di scavo 2001-2002 nelle insulae
9 e 10, in Nuove ricerche archeologiche a Pompei ed Ercolano, Atti del convegno internazionale,
Roma 28-30 novembre 2002, a cura di P. G. Guzzo, M. P. Guidobaldi, Roma, 2005, pp. 73-96.
Pesando 2006 = F. Pesando et alii, Il Progetto I primi secoli di Pompei. Campagna di scavo
2005, RivStPomp, 17, 2007, pp. 48-56.
137
138
lara anniboletti
*
Luglio 2010
(cz 2 fg 21)
www.libraweb.net
Per ricevere, tramite E-mail, periodicamente, la nostra newsletter/alert con lelenco
delle novit e delle opere in preparazione, Vi invitiamo a sottoscriverla presso il nostro sito
Internet o a trasmettere i Vostri dati (Nominativo e indirizzo E-mail) allindirizzo:
newsletter@libraweb.net
*
Computerized search operations allow bibliographical retrieval of the Publishers works
(Online journals, journals subscriptions, orders for individual issues, series, books, etc.)
through the Internet website:
www.libraweb.net
If you wish to receive, by E-mail, our newsletter/alert with periodic information
on the list of new and forthcoming publications, you are kindly invited to subscribe it at our
web-site or to send your details (Name and E-mail address) to the following address:
newsletter@libraweb.net