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VESUVIANA

An International, Yearly and Peer-Reviewed Journal


*
Direttore
Fabrizio Pesando
Comitato scientiico
Irene Bragantini (Universit di Napoli LOrientale); Giuseppe Camodeca (Universit di Napoli LOrientale); Paavo Castrn (Helsingin Yliopisto, Un. Helsinki); John
R. Clarke (University of Texas); Filippo Coarelli (Universit di Perugia); Stefano De
Caro (Roma); Jens-Arne Dickmann (Heidelberg Universitt); Maria Paola Guidobaldi
(Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei); J.-P. Guilhembet (Universit
deLyon); Pietro Giovanni Guzzo (Roma); Arjia Karivieri (Stockholms Universitet);
Paolo Poccetti (Universit di Roma, Tor Vergata); Vincenzo Scarano Ussani
(Universit di Ferrara); Florian Seiler (Deutsches Archologisches Institut Berlin);
Jos Uroz Saez (Universidad de Alicante); William Van Andringa (Universit de Lille,
Villeneuve dAscq); Andrew Wallace-Hadrill (Sidney Sussex College, Cambridge);
Anna Paola Zaccaria Ruggiu (Universit C Foscari, Venezia).

V E S U V I A NA
a n i n t e r nat i o na l j o u r na l
o f a r c h a e o lo g i c a l a n d h i s t o r i c a l
studies on pompeii
a n d h e r c u la n e u m

2 2010

pisa roma
fa b r i z i o s e r r a e d i t o r e
mmx

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S O M M A R IO
Luigi Pedroni, Pompei, porto di Acerra in Strabone
Annarita Sorriento, Oltre la domus: sistemazione e manutenzione dei marciapiedi lungo Vico di Modesto e lInsula Arriana Polliana
Fabrizio Pesando, Quadratariorum notae Pompeianae. Sigle di cantiere e
marche di cava nelle domus vesuviane
Lara Anniboletti, Compita vicinalia a Pompei: testimonianze del culto
Abstracts

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C OMP I TA V I C I NA LI A A POM PE I:
T E S T I M O N I A N Z E D E L C ULTO
La r a A n n i b oletti
1. Pompei: la documentazione archeologica

a recente documentazione archeologica di Pompei permette di testimoniare


lesistenza di complessi religiosi costituiti da semplici apprestamenti di nicchia e/o altare posizionati a ianco della porta dingresso della casa, il cui tratto
peculiare lo stretto rapporto con labitazione presso cui sono collocati e, contemporaneamente, la loro presenza in uno spazio pubblico.1
Tali sacelli,2 presenti sulle facciate di domus presso le Regiones vi 2, vii 15, ix 7,
ix 8 e ix 9, mostrano caratteristiche costanti, costituendo un gruppo omogeneo
sia per quanto riguarda la morfologia delle strutture evidenziate (nicchia sovrapposta ad un altare), sia per la dimensione ideologica (lontananza dai crocicchi e posizionamento in zone periferiche della citt, in prossimit di abitazioni modeste),
sia per quanto concerne il parametro cronologico (limpianto dei sacelli inquadrabile in un orizzonte tardo-sannitico in base alla tecnica costruttiva delle murature in cui le edicole sono ricavate, ediicate, nella maggior parte, in opera incerta di lava con gli stipiti delle aperture in opera a blocchi sovrapposti di calcare).
La forte analogia costituita dallubicazione delle nicchie, disposte presso lo stipite destro dellingresso della domus che, nei casi di ix 7, 20 e ix 8, 8, risulta dismesso tramite la chiusura della porta stessa, in relazione alle modiiche strutturali degli ediici abitativi.
Le edicole, rivestite di una fodera dintonaco bianco, sono state tamponate e
defunzionalizzate in un periodo non posteriore allepoca tardo-repubblicana, come testimoniato anche dalla deposizione di una moneta in bronzo presso lincasso del davanzale della nicchia, collegabile alla dismissione dei sacelli.3 La ritualit connessa ai sacrari prevede la deposizione di oferte monetarie, inserite nel

1 I saggi stratigraici condotti nello spazio antistante le nicchie, presso vi 2, 16-21; vii 15, 8; ix 7, 20; ix
8, 3; ix 8, 8 e ix 9 (e), sono stati eseguiti dalla sottoscritta nel periodo 2005-2006 nellambito del progetto
interuniversitario I primi secoli di Pompei (cofin 2004-2006), coordinato dal prof. Filippo Coarelli, Universit degli Studi di Perugia e dal prof. Fabrizio Pesando, Napoli LOrientale, ai quali va il mio pi sentito
ringraziamento per aver seguito questo progetto di ricerca. Un ringraziamento particolare va inoltre al prof.
Mario Torelli per la costante e proicua disponibilit alle discussioni sullargomento. Per la pubblicazione
dei contesti archeologici indagati, vedi Anniboletti 2007; Eadem 2008a; Eadem 2008b.
2 La deinizione di tali apprestamenti cultuali non necessariamente costituiti da strutture architettoniche
con il termine di sacelli sembra la pi indicata: vedi Fest. 318L, dove sacella dicuntur loca dis sacrata sine tecto; stesso signiicato riveste il termine in Gell. 7, 12, 5: locus parvus deo secratus cum ara. Per il problema
terminologico dellutilizzo delle parole sacrarium e sacellum, vedi Bassani 2008, pp. 53-58.
3 Si tratta di monete della zecca di Ebusus (o pseudo Ebusus) raiguranti Bes (met ii-inizi i sec. a.C.),
pubblicate in Ranucci 2003, Ranucci 2008a, Idem 2008b, a cui si rimanda per le schede numismatiche, il
problema della datazione e della circolazione monetaria.

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lara anniboletti
condotto posto al di sotto del davanzale delle nicchie e collegato ad un sistema di
raccolta, a protezione del quale, in origine, era probabilmente collocata una copertura in materiale deperibile.
Pi frequentemente si tratta di una sorta di cassetto ugualmente ricavato nella
muratura e dotato di incavi di scorrimento,1 in un caso di una teca formata da lastre di calcare addossate alla facciata.2
A ianco dello stipite della porta, in corrispondenza delledicola, era laltare per
il sacriicio che, in alcuni casi, stato trovato allinterno dellabitazione, in giacitura secondaria.3
Agli apprestamenti sacrali, articolati in complessi nicchia e altare, dovevano
eventualmente connettersi mense per la celebrazione del banchetto, come dimostra il rinvenimento presso i contesti di scavo ix 9, (e) e ix 8, 8 di lastre di reimpiego,
pertinenti a trapezai di epoca ellenistica.
Nel caso di ix 8, 8, la presenza di due simmetriche basi in muratura addossate
al ianco dellaltare, lascia supporre lesistenza di una struttura pi articolata connessa al sacello, come una sorta di cappella coperta.
I contesti di scavo hanno permesso di chiarire come lallestimento di tali complessi religiosi, databile in base alle associazioni stratigraiche e ai reperti rinvenuti
alla tarda et sannitica, preveda speciici rituali di consacrazione, attestati da fossette votive o da pi complesse cerimonie di puriicazione dello spazio su cui i sacelli insistono.4 Nel caso di vi 2, 16-21 stata rinvenuta una fossetta contenente una
kylix miniaturistica, mentre una fossa di scarico, situata in prossimit del sacrario,
ha restituito una grande abbondanza di reperti, databili tra la ine del iii secolo
a.C. e la tarda et repubblicana, funzionali alla preparazione dei cibi e al loro consumo o a cerimonie rituali di oferta, come la numerosa suppellettile miniaturistica. Tra gli oggetti del riempimento della fossa si segnala un frammento di coro1 Nel caso della domus vii 15, 8 documentato un cassetto arcuato, intonacato e tamponato, che ospita
al suo interno due piccoli incavi di scorrimento collegati alledicola stessa, dentro ai quali sono state rinvenute quattro monete residuali, databili tra la ine del iii e lultimo quarto del ii secolo a.C.,vedi Ranucci
2008a. Un vano rettangolare rivestito di intonaco, analogamente obliterato, si trova al di sotto delle nicchie
ix 9, (e) e ix 7, 20, in questultimo caso, allinterno del lungo condotto cilindrico funzionale allo scivolamento, si conservano due monete bronzee di Massalia (o pseudo-Massalia), cronologicamente inquadrabili tra
la seconda met del ii e il primo quarto del i secolo a.C., per le quali vedi Ranucci 2008a.
2 Il deposito votivo rinvenuto presso la domus vi 2, 16-21 formato da quindici monete bronzee, databili
tra la ine del iv e gli inizi del i secolo a.C. Per la schedatura completa delle monete vedi Ranucci 2003; per
la problematica della circolazione monetale a Pompei vedi Ranucci 2008a e Idem 2008b; per il contesto
stratigraico vedi Anniboletti, Domus vi 2, 16-21. Sagio F, in Coarelli-Pesando 2004, pp. 293-296; Eadem,
Domus vi 2, 16-21. Sagio F, in Coarelli-Pesando 2005, pp. 149-152; Eadem, Progetto Regio vi . Sacello del Vicolo
di Narciso (vi 2, 16-21), in Guzzo-Guidobaldi 2005, pp. 381-382; Eadem 2007, pp. 1-10; Eadem 2008a e Eadem
2008b.
3 Unara in tufo con corpo a dado parallelepipedo e base a fasce progressivamente aggettanti, stata rinvenuta nella domus vi 2, 16-21; il fatto che frammenti di tufo rivestiti di intonaco e impiegati nella tamponatura della nicchia siano pertinenti proprio a questo altare, permette di supporne la collocazione in funzione
alle attivit cultuali del sacrario, vedi Anniboletti-Befani, Le indagini nellinsula 2 della Regio vi , in Anniboletti et alii 2007, pp. 4-5. Allinterno della dimora ix 9, (e), si conserva un altare in tufo, originariamente
disposto dinanzi alledicola, molto simile allesemplare precedente da cui si diferenzia per la presenza del
coronamento a pulvini, vedi Anniboletti 2007; Eadem 2008a e Eadem 2008b.
4 Per la pubblicazione esaustiva dei contesti di scavo e la discussione sui reperti archeologici, si veda
Anniboletti 2008a e Eadem 2008b.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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plastica con testa femminile munita di polos dispirazione magno-greca1 e vari
frammenti modanati di intonaco policromo, pertinenti al rivestimento dellaltare,
tra cui uno con lacerto di iscrizione osca destrorsa, graita a lettere ben deinite.2
Adagiati sul fondo, erano una piccola patera e una sorta di bottiglia in ceramica
acroma, molto simili a quelle che, dipinte nei larari, sono usate per le oferte sacriicali e le libagioni.3
Lo scavo di ix 8, 8 ha evidenziato, invece, che lallestimento originario dellimpianto comport una cerimonia di fondazione con la consacrazione di una fossa
votiva e del piano stesso di alloggiamento dellaltare, dove venne praticata una
lustratio attraverso la combustione di materiali miniaturistici.
Due casi testimoniano la permanenza del luogo di culto in connessione allingresso della casa anche dopo lobliterazione delle nicchie: il complesso ix 8, 8 in
epoca imperiale viene riadattato ad una diversa cultualit, testimoniata dal
pannello con raigurazione di due cornucopiae e liscrizione Salutis/Salutei sacrum,
che iguravano dipinti al di sopra dellaltare allepoca della sua scoperta.4
Il legame che intercorre tra la dismissione del sacello ix 7, 20 e limpianto di un
nuovo contesto cultuale che insiste nello stesso luogo, testimoniato dalla pittura
sovrapposta in facciata con la raigurazione di una scena di sacriicio in cui, accanto ai Lari, compare anche il Genius principis, segno del profondo cambiamento
occorso nel culto domestico posteriormente alla riforma augustea.5
Per quanto riguarda la motivazione della chiusura di tali sacelli a Pompei, la
spiegazione destinata a rimanere su un piano puramente congetturale. Sono
note, nella tarda repubblica, le varie repressioni dei collegi compitalizi che vengono pi volte proibiti, per lo meno a Roma, poich nei disordini delle guerre civili
prendono ripetutamente posizione politica: la contrapposizione tra vicinale e
civico non entra in contrasto ino a quando si mantiene sul piano cultuale, il
dissidio emerge invece, con lintrusione delle strutture rionali nella sfera del
politico.6 La trasformazione dei collegia Larum, associazioni cultuali tra gli abitanti
dei vici a cui i Compitalia sono aidati, in raggruppamenti di partito, porta cos
al loro scioglimento con il senatoconsulto del 64 a.C. e alla loro riammissione nel
1 Busti simili (per i quali si veda A. DAmbrosio, M. Borriello, Le terrecotte igurate di Pompei, Roma,
1990) sono presenti a Pompei anche in contesti abitativi e sono oggetto di culto ancora nel 79 d.C., come il
busto presso il cubicolo della Casa di Cerere, quello rinvenuto in una nicchia presso la parete del viridario
della domus i 2, 20-21 e un altro trovato nel giardino delloicina libraria I 2, 24. La loro presenza, tuttavia,
non sembra direttamente collegabile alla titolarit della divinit venerata nel sacello, ma piuttosto coesistere, in simbolica associazione, con culti di tipo domestico praticati nei larari.
2 La lettura presenta notevoli diicolt a causa della frammentariet delle lettere e per la presenza di uno
strano simbolo (sorta di D rovesciata con K inscritto) non altrimenti attestato come segno alfabetico.
3 Il piattello di argilla grezza usato per le oferte nelle cerimonie di culto domestico chiamato patella
(Ov. fast. 631-4) e le stesse divinit che ne usufruiscono sono detti dei patellarii (Plaut. Cist. 522: dii me omnes,
magni minuti, et etiam patellarii faxint).
4 Per il pannello dipinto, vedi A. Mau, Scavi di Pompei, 1886-1890, Insula ix , 7, rm, 4, 1889, pp. 121-122;
Idem Pompeji in Leben und Kunst, Leipzig, 19082, pp. 238-240. Vedi anche Blum 2002, n. 38, p. 47 la cui localizzazione, per, non corretta. Liscrizione menzionata in cil iv, S. I. ii 3774.
5 Frhlich 1991, p. 335, n. F65.
6 I Compitalia, infatti, parrebbero espressione di una mentalit pi rionale che civica, residuo dellantico ordinamento per curie. Cfr. Sabbatucci 1999, p. 29.

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lara anniboletti
58 a.C. con la lex Clodia de collegiis1 che ricostituisce i collegia compitalicia dando loro una conigurazione giuridica. Tuttavia essi furono nuovamente aboliti da Cesare e inine ripristinati da Augusto, privati ormai di qualsiasi possibilit dazione
politica e limitati ad unesclusiva funzione religiosa. Singolare appare, in tale ottica, la sincronia con la dismissione dei sacelli pompeiani agli inizi del i secolo a.C.,
anche se un collegamento diretto con lo scioglimento dei collegi di Roma, ancorch stimolante, resta una mera congettura, mentre una connessione con cambiamenti di propriet in seguito alla fondazione della colonia sillana a Pompei, appare
unipotesi pi plausibile.2
La documentazione acquisita permette di storicizzare aspetti di una religiosit
non uiciale e poco testimoniata sia dalle fonti letterarie, sia dalla realt archeologica e contribuisce alla conoscenza di un panorama religioso pi antico. A livello
ideologico e religioso esso costituisce la scansione dellarea urbana, sul cui preesistente tessuto si inserisce e modella luicializzazione della riforma di Augusto
che, tra il 14 e il 7 a.C., con lintroduzione dei Lares Augusti e del genio del principe,
trasforma il culto dei Lari in culto pubblico.
I piccoli sacelli individuati a Pompei sono morfologicamente assimilabili ai larari domestici delle domus ma, a diferenza di questi ultimi, legati al culto dei Lares
Familiares e ubicati allinterno delle dimore,3 la loro posizione in unarea esterna
alla casa, rappresenta una singolarit non soltanto spaziale, ma anche ideologica.
Sembra improbabile, infatti, che il Lar Familiaris, garante della continuit religiosa
domestica e della cellula familiare in connessione ad uno spazio sacro di carattere
privato, possa estendere la sfera della propria tutela al marciapiede di una strada
pubblica.4
Il carattere ambivalente di tali sacrari, ubicati in uno spazio pubblico, ma connessi ad unabitazione privata, pu spiegarsi considerandoli espressione di un culto legato alla collettivit, intermediario tra la religiosit domestica privata della familia e quella pi uiciale dellassemblea dei cittadini.
Diretto il richiamo ai sacelli compitali, dedicati in epoca repubblicana ai Lares
Compitales, venerati nel compitum, centro religioso localizzato presso lincrocio
viario dove posizionata la cappella, e punto di riferimento del vicus urbano, dotato di uno speciico nome identiicabile spesso con quello della via principale.5
1 Per unampia trattazione del problema, vedi Fraschetti 1990, pp. 204-273.
2 utile ricordare in tal senso che sono noti a Pompei casi in cui il larario viene chiuso in seguito ad un
cambiamento di propriet, fenomeno spiegabile anche con il fatto che, nei testi giuridici dellepoca imperiale, i Lari deiniscono lo stesso domicilium. Vedi Thomas 1996, p. 44.
3 I lararia si impiantano in origine principalmente negli atri oppure in zone limitrofe come il vestibolo o
i cubicola vicini, pi tardi anche nella cucina, nel peristilio e nel giardino, vedi Boyce 1937, pp. 10-18. Per una
recente disamina degli spazi cultuali nella casa vesuviana, vedi Bassani 2008.
4 I marciapiedi sono porzioni di spazio pubblico la cui manutenzione aidata direttamente ai residenti,
sulla questione vedi Zaccaria Ruggiu 1996; Saliou 1999, p. 198.
5 A Pompei sono noti circa 30 compita posti agli incroci stradali, anche se la loro mancata seriazione cronologica rischia di appiattire in ununica prospettiva una realt di gran lunga pi articolata e complessa dove, accanto a rare stratiicazioni di et repubblicana, convivono per la maggior parte santuari posteriori alla
riforma augustea e legati al culto imperiale. Il problema, gi sollevato da Boyce 1940, p. 113, sembra aver
trovato una parziale soluzione nella creazione di un corpus di sacelli compitali di Pompei in Van Andringa
2000 che costituisce, in tal senso, un punto di partenza. Il meccanicistico rapporto instaurato tra i santuari

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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Tuttavia i compita, pur essendo assimilabili ai sacelli indagati per la dimensione sovrafamiliare, non spiegano levidente connessione che questi ultimi puntualmente mostrano con lingresso delle abitazioni cui si addossano. I lararia, cos come i
santuari di quartiere di Pompei, non rendono dunque pienamente conto di tutto
il panorama religioso, che presenta unarticolazione pi complessa rispetto a questa duplice scansione.
I sacelli esistenti su varie facciate di case sono interpretabili come compita vicinalia che, al di l del signiicato religioso che rivestono e della possibile identiicazione del nume tutelare dedicatario, costituiscono lespressione di un corporativismo di quartiere a carattere eminentemente privato, poich sorretto da rapporti
di vicinitas.
Losservazione del legame che intercorre tra i soggetti religiosi e il patrocinio
di una famiglia lascia intravedere, in primis, articolazioni e gerarchie sociali interne fortemente scandite in seno alla comunit pompeiana. In secondo luogo la
documentazione archeologica restituisce la visione di uno spazio isico in cui si
svolge lattivit rituale fortemente connotato in senso religioso: la porta dellabitazione. Lesame di altri contesti cultuali con simili caratteristiche, individuati
nella stessa Pompei, quindi nei quartieri di Delo, ha permesso di rivelare signiicative coincidenze.
1. 1. Pompei: sacelli presso le facciate di abitazioni
Nella citt vesuviana, oltre al gruppo omogeneo dei sacelli indagati archeologicamente, esistono altri complessi di carattere religioso costituiti da altari, nicchie
e/o pannelli dipinti con scene religiose, localizzati lungo le vie, esternamente agli
ediici residenziali.
La loro ubicazione o allaltezza di un incrocio stradale (nel caso di domus la cui
estensione coincide con quella dellintera insula) o in aree lontane dai crocicchi,
mostra, in entrambi i casi, una stretta connessione con la porta dingresso degli
ediici limitroi.
Anche tali sacelli, ancora in uso nellultima fase di vita di Pompei, costituiscono
una diversa realt sia rispetto ai Lararia, sia rispetto ai Compita, non necessariamente connessi al patrocinio di una domus e quindi di una famiglia.
I 5, 20: (Fig. 1) a destra dellingresso della modesta domus i 5, 20, in una viuzza
trasversale della Via di Stabia, collocato un piccolo spazio sacro, aggettante rispetto alla facciata dellabitazione, costruito in opera quadrata di blocchi di tufo
con capitelli a sof. Alla struttura architettonica, in pessimo stato di conservazione1 e interpretabile come una piccola cappella, si addossa, sul lato orientale esterno, il corpo di un altare in muratura di si conservano le fondazioni; internamente
si scorgono le tracce di un sedile disposto a L.
compitalizi e la suddivisione dello spazio urbano della citt, andrebbe rivisto in una prospettiva diacronica
e alla luce della nuova documentazione archeologica, poich alcuni allestimenti cultuali sembrano infatti,
in certi casi, essere legati alle abitazioni oltre che marcare un incrocio viario.
1 Inserito come sacello compitale nella classiicazione del Van Andringa 2000, n. 28, p. 62.

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lara anniboletti

Fig. 2. Pompei.
Sacello presso lingresso della domus i 6, 12.

Fig. 1. Pompei.
Sacello presso lingresso della domus i 5, 20.

Fig. 3. Pompei. Sacello presso lingresso


della Casa dei Ceii (i 6, 15).

I 6, 12: (Fig. 2) un altare formato da


un blocco di calcare addossato al muro di facciata della casa, in prossimit
dellapertura della bottega appartenente allabitazione.1 Sulla supericie del
monumento si conservano tracce dellintonaco di rivestimento, sulla base
superiore si distingue lalloggiamento
del foculus inquadrato dai pulvini.
I 6, 15: (Fig. 3) presso il lato sinistro
dellentrata della Casa dei Ceii sono collocati due blocchi monolitici in tufo,
forse residui di originari altari. Sul lato
destro dellingresso una banchina.
I 11, 1: (Fig. 4) al di sopra dellingresso del thermopolium, sul ianco sinistro
dellapertura, si conserva una nicchia
rettangolare (0,72 0,55 e 0,30 di profondit) ricavata nella muratura in
opera incerta di calcare della facciata.
Ledicola, rivestita da uno strato di
stucco aggettante dalla parete, sormontata da un frontone triangolare a
rilievo, doveva conservare dipinta al
suo interno limmagine della divinit
dedicataria. Presso il pilastro dentrata
della bottega igurava una clava di
Ercole.2

1 Van Andringa 2000, n. 13, p. 54. Dimensioni altare: 1,05 0,65 0,60m.
2 Frhlich 1991, F8, p. 309; Spinazzola 1953, p. 248, ig. 275.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 4. Pompei. Sacello presso lingresso


del thermopolium i 11, 1.
I 12, 5: (Fig. 5) sullo stipite in opera
testacea che inquadra lapertura della
caupona con annesso thermopolium,
ricavata una nicchia rettangolare, con
piattabanda in mattoni e tegola di archiFig. 5. Pompei. Sacello presso lingresso
trave, che conserva lacerti dellintonaco
della bottega i 12, 5.
di rivestimento.1 Nella cavit absidata,
poggiante sul davanzale della nicchia
stessa, alloggiato un blocco di materiale vulcanico di forma arrotondata, ritenuto una bomba, ovvero pietra residua di uneruzione preistorica, cui
attribuito un valore magico e sacrale.
Secondo Frhlich,2 dipinti presso il pilastro dingresso, iguravano, rispettivamente, nel pannello di destra un grande
busto di Minerva, cui faceva da pendant
a sinistra il busto con la personiicazione di Alessandria e, accanto, la igura di
Fig. 6. Pompei. Sacello presso lingresso
Mercurio con petaso, caduceo e marsudella domus i 12, 10-11.
pium in mano, simboleggiante il guadagno. Sullintonaco del muro si scorgono
dei tituli picti elettorali, tra questi uno esorta i vicini allelezione di L.F. alledilit.
I 12, 11: (Fig. 6) sopra al marciapiede della Via di Castricio, in corrispondenza
dello stipite sinistro dellabitazione ediicato in opera a telaio, collocato un
grosso blocco di calcare, poco discosto dalla muratura della facciata. Laltare, che
conserva tracce di un originale intonaco di rivestimento, in stretta relazione con
lingresso della domus su cui, posti specularmente, erano pannelli afrescati con
1 Inserito come sacello compitale nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 19, p. 59
2 Frhlich 1991, F11, p. 310, tav. 54,4.

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lara anniboletti

Fig. 7. Pompei. Sacello presso lingresso


della domus i 12, 7.

Fig. 8. Pompei. Sacello presso lingresso


della domus i 14, 4.

scene religiose, oggi del tutto scomparsi. Secondo Frhlich la pittura presenta
tre fasi decorative:1 ad un momento iniziale appartiene una testa di proilo,
(forse Minerva elmata), posta al di sotto
di una ghirlanda; pertinente ad un secondo momento la igura di Ercole
accompagnato da Mercurio, mentre la
igura alla loro sinistra, appartenente
ad una terza mano di intonaco, identiicabile ancora con Minerva, al di sotto della quale compare un uomo togato
intento ad un sacriicio (vedi infra).
I 12, 7 (Fig. 7) a destra dellingresso
della domus i 12, 7 si conserva una nicchia ricavata nella muratura in opera
incerta della facciata, posta ad unaltezza ragguardevole forse per proteggere
le statuette che dovevano esservi allogFig. 9. Pompei. Sacello presso lingresso
giate. Ledicola con copertura a timpadella domus di D. Octavius Quartio (ii 2, 2-5).
no rivestita da un intonaco bianco.
I 14, 4: (Fig. 8) una nicchia arcuata,
posta allaltezza di circa 0,80m, ricavata presso lo stipite destro dellingresso
dellabitazione, costruito in opera a blocchi di calcare con specchiature in opera
incerta di scapoli calcarei. Lo zoccolo della facciata dellabitazione ediicato in
opera incerta di lava.
II, 2: (Fig. 9) presso langolo NW dellinsula collocato un altare formato da un
grande blocco di calcare del Sarno2 appoggiato al paramento in opera quadrata
1 Frhlich 1991, F12, p. 311, tav. 50,4.
2 Inserito come sacello compitale nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 20, pp. 59-60. Dimensioni: 0,89 1,10 0,60 m.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

Fig. 10. Pompei. Sacello presso lingresso


della domus di Iulia Felix (iv 4, 6).

85

Fig. 11. Pompei. Sacello associato


alla Casa del Fauno (vi, 12).

di blocchi di calcare. Laltare, che iancheggia lingresso di una bottega appartenente alla grande domus di D. Octavius Quartio (ii 2, 2-5), ampia residenza estesa
per tutta linsula, conserva pochi frustuli dellintonaco di rivestimento.
II 4, 6: (Fig. 10) presso lentrata della domus di Iulia Felix si conserva unelegante
nicchia strettamente connessa alla porta della casa, ricavata nella muratura in opera incerta della facciata. Ledicola, che presenta il muro di fondo rivestito in laterizi
e il davanzale formato da blocchi aggettanti in tufo, inquadrata lateralmente da
due piccole semicolonne tufacee poste su basi modanate.
VI, 12: (Fig. 11) a met altezza del perimetrale orientale della Casa del Fauno1
(che occupa tutta linsula vi 12), in una viuzza secondaria che sbocca su Via della
Fortuna, collocato un altare costituito da un blocco di calcare, addossato alla parete esterna dellabitazione. Laltare, posto sul marciapiede in unapposita base in
cocciopesto funzionale al superamento del dislivello tra i due tratti del cordolo,
conserva tracce di un originario intonaco di rivestimento, in fase con la muratura
contro cui si appoggia, che stata inglobata in una rifasciatura successiva. La collocazione della struttura religiosa al limite tra due tipi di paramento ediicati con
diverse tecniche costruttive, lascia ipotizzare che in origine, allaltezza di tale tratto, potesse esservi unapertura nella muratura, funzionale allaccesso agli ambienti di servizio della grande domus.2
VII, 1, 18: (Fig. 12) lungo la Via Stabiana, nel pilastro daccesso di un vestibolo
contiguo allingresso postico delle Terme Stabiane, costituito da un blocco di calcare, ricavata una piccola nicchia rettangolare, posta a 1,50m di altezza.
VII 1, 42: (Fig. 13) presso il pilastro angolare che costituisce lo stipite di due grandi aperture disposte tra loro ortogonalmente, di accesso ad un piccolo vano co1 Inserito nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 4, p. 50. Laltare tipologicamente identico a
quello presso il citato sacello ix 8, 8.
2 Presso laltra faccia del muro, allinterno della dimora, si trova un cubicolo comunicante con latrio
secondario tetrastilo. La constatazione della lontananza dellaltare dallincrocio stradale (una quindicina di
metri) e il fatto che anche nel lato opposto della viuzza non sia presente alcuna apertura pertinente agli
ediici retrostanti, autorizza a connettere laltare con la Casa del Fauno.

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lara anniboletti

Fig. 12. Pompei. Sacello presso lingresso


postico delle Terme Stabiane.

Fig. 13. Pompei. Sacello presso lingresso


della domus di Caesius Blandus (vii 1, 42-44).

municante con la contigua domus di Caesius Blandus, ricavata una nicchia.1 Al di


sotto delledicola, rivestita di intonaco bianco con decorazione a picchiettatura
policroma, si conserva una piattaforma in muratura sovrapposta al marciapiede,
probabile base dappoggio per oggetti cultuali. Lambiente, al centro del quale
collocata una trapeza in travertino, interpretato come bottega, ma ipotizzabile
una sua funzione cultuale connessa allabitazione. Sulla facciata Fiorelli menziona
lesistenza di due strati dintonaco, decorati da un soggetto religioso,2 oggi del tutto scomparsi (vedi infra).
VII 3, 11: lungo il Vicolo dei Dodici Dei, in corrispondenza del lato sinistro dellingresso postico della domus, la cui facciata realizzata in muratura di opera incerta di lava con stipiti restaurati in opera vittata, collocato un blocco di calcare
del Sarno, probabile altare, posto al di sopra del marciapiede.
VII 7, 21: (Fig. 14) a destra dellingresso della casa, lungo il Vico dei Soprastanti,
si conserva un altare addossato al muro della facciata, costruita in opera quadrata
di grandi blocchi di calcare, con gli stipiti in opera laterizia ricostruiti in epoca postsismica. Laltare, ai cui lati sono disposti due sedili in muratura, formato da un
corpo costituito da un grosso blocco di calcare,3 cui si sovrappone un altro blocco,
disposto di taglio, a formare un piano dappoggio. Per la pittura religiosa che igurava nel pannello al di sopra dellara, vedi infra.
1 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 32, p. 64: la nicchia collocata
a 1,50 m di altezza.
2 Fiorelli 1873, p. 104, n. 5.
3 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 29, p. 63.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 14. Pompei. Sacello presso lingresso della domus vii 7, 21.

3: (Fig. 15) il santuario che marca langolo SW dellisolato collocato in


prossimit dello stipite destro dellabitazione viii 3, 18, realizzato in blocchi di
calcare.1 Laltare, addossato alla muratura in opera incerta di lava della facciata, costituito da un blocco di calcare
sormontato da una nicchia intonacata,
in un apprestamento tipologicamente
analogo a quello di ix 8, 8.
IX, 2: (Fig. 16) a circa tre quarti della
lunghezza complessiva di una viuzza
che sbocca sulla Via di Stabia, presso il
lato meridionale dellinsula, si trova una
nicchia rettangolare, posta ad altezza
duomo e ricavata nellopera incerta di
lava del paramento.2 Ledicola, che conserva la base in tufo, rivestita da uno
strato di intonaco coerente con quello
della contigua parete, dove erano raigurati due serpenti iancheggianti affrontati. Presso il tratto di marciapiede
corrispondente, in posizione simmetrica rispetto ai lati della nicchia, sono ricavati due piccoli incassi funzionali alFig. 15. Pompei. Sacello presso lingresso
lalloggiamento di due altari portatili.
della domus viii, 3, 18.
VIII,

1 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 37, p. 68.
2 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 26, p. 62; vedi anche Bakker
1994, n. 15.

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lara anniboletti
IX 14, 2-4: (Fig. 17) il sacello collocato allaltezza dellincrocio che separa le
insulae 10 e 14, strettamente connesso allingresso dellabitazione di M. Obellius
Firmus. Laltare, costruito con scapoli di calcare,1 conserva parte dellintonaco di
rivestimento ed appoggiato alla muratura su cui ricavato lo stipite della porta,
la cui porzione originaria ediicata in blocchi di calcare su uno zoccolo di caementa di lava. Sul pannello retrostante, presso la facciata della grande domus, era
afrescata una scena religiosa (vedi infra).
1. 2. Pompei: pitture religiose presso le facciate di abitazioni
Associati alle strutture cultuali quali altari e nicchie, a Pompei sono presenti dei
pannelli dipinti con scene religiose, disposti presso le facciate degli ediici, in connessione allingresso della casa.2
Le pitture sono riferibili alla festa dei Compitalia in onore dei Lari: mostrano la
celebrazione del sacriicio compiuto dai magistri e presenziato dal Genio, alludono
simbolicamente al banchetto, raigurano i ludi compitalicii, che a Pompei prevedevano combattimenti gladiatori e, in
un caso, testimoniano ludi scaenici.3
Tali quadri ricorrono sia nei sacelli
compitali localizzati ad incroci viari, sia
in allestimenti cultuali prossimi allentrata di abitazioni, mostrando gli stessi
soggetti pittorici, con identit perino
nei dettagli iconograici.
La scena religiosa maggiormente attestata la raigurazione di un sacriicio eseguito dai quattro magistri in toga,
ritratti o nellatteggiamento di preghiera che precede limmolatio (con mano
destra sul petto o con ambo le mani levate, palmo aperto e dita separate), o in
quello delloferta (con le mani tese sopra allaltare),4 accompagnati o meno
da un tibicen:
- sul pannello retrostante laltare posto
allangolo tra Via di Stabia e Via delFig. 16. Pompei. Sacello lungo la viuzza
che sbocca sulla Via di Stabia (insula ix 2).
la Fortuna, presso il sacello compitale
1 Inserito come compitum nella classiicazione di Van Andringa 2000, n. 11, p. 52 (Dimensioni: 1 0,52
0,48 m).
2 Nei casi in cui le scene religiose dipinte in facciata e disposte da un lato allaltro dellingresso costituiscono lunica testimonianza del culto, ipotizzabile che unarula o un treppiede portatile fossero collocati
al di sotto il giorno della festa per oiciare ai riti cerimoniali.
3 Vedi Piccaluga 1965, p. 64: i ludi in occasione dei compitalia comprendevano vari tipi di gare, come
combattimenti gladiatori, corse ippiche, ludi scaenici con attori teatrali. Vedi anche Prop. El. 1, 22, 3-4; Verg.
Georg. 2, 381-383. Per un inquadramento della problematica, vedi: Boyanc 1972, p. 291; Flambard 1977, p.
142 sgg.
4 Per il rituale del sacriicio romano si veda Scheid 1992.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 17. Pompei. Sacello prossimo allingresso della domus di M. Obellius Firmus (ix 14, 2)
e pannello dipinto presso la facciata dellabitazione.

VI 14, presente una scena di sacriicio eseguito dai magistri accompagnati da un


lautista e inquadrata dai due Lari che versano vino da un rhyton.1
- lafresco presso il sacello IX 11, 1, dipinto sulla parete dappoggio dellaltare
collocato in prossimit della casa di Cn. Audius Bassus, conserva, al di sotto della
pittura di ultima fase, tracce di uno strato precedente risalente forse ancora allepoca repubblicana, in cui sono riconoscibili tre dei quattro magistri con le mani tese sopra lara e, poco distante, la igura di un Genio che regge un corno
dellabbondanza. In uno dei pannelli pertinenti allintonaco di ultima fase, igurano serpenti convergenti verso unara centrale; nel secondo riquadro, iancheggiato dai lares ludentes che sollevano il rhyton, rappresentato il sacriicio da parte dei quattro magistri in toga e capite velato, disposti attorno ad un altare
rotondo su cui sono sospese delle piccole igurine (pilae et eigies).2 Al di sotto
della scena, una tabula ansata, riporta i nomi dei quattro schiavi che fungono da
ministri dellanno, Successus, Victor, Axclepiades, Cosstas. (Fig. 18). Vicino, allin-

1 Van Andringa 2000, n. 6, p. 50; Frhlich 1991, F36, p. 319.


2 Lusanza di appendere pilae et eigies viriles et muliebres ex lana (Fest. 239 L) testimoniata anche dalla
medesima raigurazione sullaltare dipinto presso il larario domestico il cui pannello staccato oggi al
Museo di Napoli (Napoli, inv. 8905: Frhlich 1991, L 98, tav. 10,2).

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lara anniboletti

Fig. 18. Pompei. Sacello compitale ix 11, 1 e dettaglio della scena di sacriicio.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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terno di una grande edicola, sono collocate in sequenza paratattica le immagini
dei dodici dei.1
- la pittura religiosa oggi perduta dipinta al di sopra dellara presso la facciata
della casa VII 7, 21, riprodotta da Mazois2 e oggi completamente evanida, rappresenta tre personaggi disposti intorno al Genius e accompagnati da un camillo, ai
cui lati si dispongono i Lari; in basso igurano serpenti afrontati, mentre unaquila
con le ali spiegate afrescata nel timpano delledicola che racchiude la scena.3
- il pannello che sovrasta laltare allincrocio dellinsula VII, 1, in prossimit della
domus di Caesius Blandus, conserva due strati di intonaco sovrapposto, di cui, in
quello superiore, allepoca di Fiorelli4 si distingueva la raigurazione dei due Lari
afrontati che inquadrano una scena di sacriicio con i magistri disposti intorno ad
un altare rotondo.5
- la pittura religiosa presso il compitum VIII, 3, disposta su pi pannelli aiancati,
mostra, sul livello inferiore, serpenti afrontati convergenti al centro verso un
altare rotondo; a destra si scorgono alcuni personaggi indistinguibili (Lares?
magistri?), mentre il registro superiore occupato dalla raigurazione frontale dei
dodici dei.6
- la scena che decora il sacello compitale allangolo NE di I, 11, in cui si notano
cinque strati sovrapposti di pittura,7 distribuita su due registri di cui, in quello
inferiore, sono afrescati i serpenti, mentre in quello superiore i lares ludentes con
rhyton e situla che inquadrano una igura centrale (genius?) in atto di sacriicare. In
alto posta la tabella ansata con i nomi dei magistri del vicus.
In un caso presente solo la raigurazione dei Lari, del Genio e dei serpenti:
- presso langolo NW dellinsula I, 11, il riquadro afrescato sovrapposto allaltare che marca il compitum, raigura i due Lari che inquadrano un altare rotondo,
su cui avviluppato un serpente.8
- il sacello compitale posto al bivio tra le insulae VI 1 e VI 2 conserva sul pannello
sovrastante laltare, una scena igurata che a Pompei costituisce un unicum: sei personaggi (magistri compiti e assistenti?) sono disposti intorno ad una statua, interpretata come divinit protettrice di un vicus, associata al culto dei Lares.9
In alcuni pannelli dipinti sono ravvisabili raigurazioni di elementi culinari che
alludono simbolicamente al banchetto in onore degli dei, in cui, durante la festa
dei Compitalia, il maiale, animale caro ai Lari, era immolato e consumato:10
1 Van Andringa 2000, n. 14, p. 54, ig. 15, p. 58; Frhlich 1991, F66, p. 335 tav. 60,1-2; 61,2; Bloom 2002,
n. 41, p. 49.
2 F. Mazois, Les ruines de Pompi, Paris 1812-1838, iii, ig. 7.1; Fiorelli 1873, p. 249; Schefold 1957, p. 195.
3 Frhlich 1991, F52, p. 328: egli deinisce il sacello ara Jovis.
4 Fiorelli 1873, p. 104, n. 5.
5 Van Andringa 2000, n. 32, p. 64; Frhlich 1991, F44, p. 324; Schefold 1957, p. 167.
6 Van Andringa 2000, n. 35, p. 65; Frhlich 1991, F60, p. 330, tav. 60,3.
7 Van Andringa 2000, n. 18, p. 59, ig. 21c; Frhlich 1991, F8, p. 309.
8 Van Andringa 2000, n. 17, p. 58; Frhlich 1991, F7, p. 309, tav. 53,1.
9 Van Andringa 2000, n. 1, p. 48;Frhlich 1991, F36, p. 319.
10 Plaut. Rud. 1208: Laribus familiaribus, cum auxerunt nostram familiam sunt domi agni et porci sacres. Sacriici cruenti di maiale e caprini in onore dei Lari sono documentati in Hor. sat. 2, 3, 164-165; Hor. carm.
3, 23, 4; Tib. El. 1, 10, 26-27, ma costituiscono uneccezione legata a particolari eventi rispetto alloferta quo-

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lara anniboletti
- nel riquadro alle spalle dellaltare poggiato alla facciata della domus di M. Obellius Firmus (IX 14, 2-4), la raigurazione ripartita in due zone: al centro del comparto superiore, disposti in semicerchio attorno un altare circolare, vi sono cinque
piccole igure che rappresentano le due coppie di magistri togati con il capo velato
e con il tibicen al centro. La scena iancheggiata da due grandi Lari, nel consueto
schema iconograico con situla e rithon sollevato, dietro ai quali si dispongono due
piccoli pilastri. Nella parte superiore sono sospese due ghirlande, disposte in modo simile anche nel comparto inferiore. Nella zona mediana, scandita dalle due
grandi linee verticali formate dai cespugli, igura un altare circolare con oferte di
uova, su cui convergono i due serpenti agathodemoni afrontati. Nella faccia anteriore dellara sospesa una igurina, nel registro inferiore sono chiaramente visibili due salsicce appese e la testa di un maiale.1 (Fig. 17)
- laltare che marca il sacello compitale situato allangolo SE dellinsula IX, 12
(Fig. 19) conserva lo strato di intonaco di rivestimento, in cui sono raigurati sulla
faccia destra uno spiedo con pezzi di carne; su quella sinistra tre salsicce sospese
ad un chiodo e unaltra inserita in uno spiedo, accanto ad un braciere di cottura;
mentre sulla faccia anteriore sono afrescate due teste di porco afrontate. La muratura posteriore, su cui si addossa laltare, scandita da pannelli posti su pi livelli: immediatamente sopra allara, igura una scena con magistri e tibicen in atto di
oiciare il sacriicio, accompagnati da due serpenti che iancheggiano un altare
circolare. Nei due riquadri del registro superiore sono dipinti, rispettivamente,
una coppia di gladiatori (un sannita e un trace) in atto di combattere e una scena
raigurante una libazione compiuta dal genio capite velato che sorregge con una
mano il corno dellabbondanza e con laltra una patera, da cui versa un liquido su
un tripode bronzeo.2 Da ambo i lati due Lari con rhyton e situla inquadrano la scena. Nello strato di intonaco sottoposto, appartenente ad una fase precedente, era
afrescato lo stesso soggetto, ma con personaggi di taglia minore. Limmagine del
combattimento gladiatorio, a margine del quale era dipinta la clava di Ercole,3 potrebbe alludere alla partecipazione dei magistri allorganizzazione di un munus.4
Oltre questultimo esempio altri pannelli religiosi relazionabili alla facciata di
abitazioni, conservano scene con rappresentazione di combattimenti gladiatori,
collegabili allo svolgimento dei ludi compitalici:
- il pannello al Museo di Napoli,5 attribuito al sacello III, 11,6 mostra una consueta scena di sacriicio con i quattro magistri iancheggiati dai lari; sul registro inferiore raigurato un serpente in prossimit di un altare su cui sono delle oferte
e, in un simmetrico riquadro, un combattimento di gladiatori.

tidiana costituita da porzioni di cibo (Varro. ap. Non. 544.1M.=872L.), frutta (Hor. sat. 2, 5, 12), vino
(Plaut. Trin. 39), corone loreali (Plaut. Aul. 385-386) e, talvolta, incenso (Tib. El. 1, 3, 31).
1 Frhlich 1991, F29, p. 317; Helbig1868, Nr. 42; Van Andringa 2000, n. 11 p. 52.
2 Liconograia del Genio sacriicante mutuata dal consueto schema del Genius patrisfamilias proprio
dei larari domestici, esplicitando il forte legame che unisce le due sfere frutto di un comune rituale.
3 Hasenhor 2003, p. 201, nota 190.
4 Van Andringa 2000, n. 16, p. 57; Frhlich 1991, F71, p. 339, tav. 58,2.
5 Frhlich 1991, F24, p. 315.
6 Van Andringa 2000, n. 12, p. 53.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 19. Pompei. Sacello compitale situato allangolo SE dellinsula ix, 12.

- a sinistra dellingresso che conduce alla domus II 1, 13 un quadretto conserva


un afresco con soggetto di gladiatori afrontati.1
1 Frhlich 1991, F15, p. 312.

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lara anniboletti

Fig. 20. Pompei. Pannello dipinto presso la Casa delle Quadrighe (vii 2, 24-26)
e pannello dipinto presso la facciata della casa i 8, 10 (vii 2, 24-26).

Alle pitture che riproducono gare svolte in occasione dei Compitalia possono essere forse connesse scene con raigurazione di altri tipi di ludi:
- dalla Casa delle Quadrighe VII 2, 24-26 proviene un pannello igurato, installato probabilmente presso la facciata esterna dellediicio1 in cui, poste su pi piani, sono raigurate cinque quadrighe in corsa viste in prospettiva (una parzialmente scomparsa) e dipinte in un movimento circolare. Le quadrighe sono
condotte da agitatores, ciascuno rappresentato da un colore di fazione diverso (blu,
rosso, verde, bianco).2 (Fig. 20)
1 Pompei: pitture e mosaici, a cura di G. Pugliese Carratelli, vi, 1996, pp. 683-717, ig. 60, Roma, Istituto
dellEnciclopedia Italiana, 1990-1999.
2 Bloom 2002, n. 28, p. 39, tav. 3, p. 38, secondo cui la presenza del nome Mopsurus, dipinto al di sotto
della linea del terreno, potrebbe corrispondere al vincitore della gara. La scena caratterizzata da un vivace
realismo:una delle quadrighe sembra compiere una brusca virata e cadere allindietro.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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- afrescata sulla facciata esterna della casa I 8, 10,1 presso il lato sinistro dellingresso, una scena disposta su due registri, generalmente interpretata come insegna pertinente ad una taberna vasaria posta sotto la protezione di Minerva.2 A ianco, parzialmente coperto gi in antico da uno strato di calce, si conserva un
pannello inquadrato da una ghirlanda e pertinente ad una fase precedente, il cui
soggetto costituito da una danza mimica eseguita da due attori pileati tra loro
contrapposti e da un personaggio in maschera.3 La raigurazione, identiicabile
come svolgimento di ludi osci,4 forse relazionabile ai ludi scaenici che avevano
parte nei ludi compitalicii. (Fig. 20)
Lomogeneit dei soggetti tra le pitture presso i sacelli compitali e le raigurazioni presenti sulle facciate di abitazioni, trova confronto anche con lainit di
certe tematiche testimoniate nei larari interni alle domus.
Anche nei pannelli decorativi dei sacelli domestici uno dei soggetti che compare con maggiore frequenza infatti la scena di sacriicio compiuta presso un altare
dal Genius e dagli oicianti del culto, inquadrata dai due Lari e accompagnata dai
serpenti agthodemoni. Un elemento di distinzione costituito dal fatto che, mentre nelle pitture dei lararia sono assenti i magistri, frequente lassociazione al culto di altre divinit del pantheon domestico (i cosiddetti Penates), insieme ai Lares.5
Ugualmente nei larari ubicati nelle cucine di abitazioni,6 sono documentati rafigurazioni di elementi del banchetto prevalentemente riferibili al maiale, in cui i
Lari presenziano alla preparazione dellanimale sacriicato in loro onore. Presso
la Casa del Maiale (IX 9, b/c)7 nelle pareti N e W della cucina, ai lati dellaltare afiancato dai Lari e con serpenti afrontati, sono dipinti una testa di maiale, uno
spiedo con salsicce, un braciere sul fuoco. (Fig. 21) Il larario della cucina presso la
domus I 12, 3,8 oltre a presentare i consueti serpenti convergenti verso unara e la
1 Frhlich 1991, F5, p. 307; Schefold 1957, p. 37.
2 Pompei: pitture e mosaici, a cura di G. Pugliese Carratelli, i, 1990, p. 827: sul lato sinistro, dipinta in
una scala maggiore, visibile Minerva presso un altare, vicino, su due registri, sono afrescati degli uomini,
vestiti di corta tunica e seduti su dei monopodia, intenti alla lavorazione di vasi. Nella scena inferiore, tra i
due lavoratori raigurata una donna con lunga tunica che regge i recipienti.
3 Il personaggio mascherato ricorda il Phersu dipinto nella tomba degli Auguri a Tarquinia, dove
riprodotto il cosiddetto gioco del Phersu, in cui uno dei due duellanti vestito con una specie di corpetto,
il volto mascherato e un berretto conico in testa. La sua arma un cane feroce, tenuto al guinzaglio e aizzato
contro lavversario che rappresentato seminudo, con un sacco inilato sulla testa e con una clava in mano,
roteata alla cieca nel tentativo di colpire il cane.
4 Si tratta di una farsa popolare basata sullimprovvisazione e sulluso di maschere a tipo isso, comunemente identiicata col nome di fabula atellana, la cui designazione tradisce unorigine osca, che risale ai primi
anni del iii sec. a.C.
5 Un comune rapporto con la casa e unainit dinteressi, funzioni e aspetti cultuali, uniscono sotto uno
stesso motivo religioso i Penates e i Lares: entrambi sono deiniti dei privati nellambito della venerazione domestica (Tert. Adv. Nat. 1 10, 76); tutti e due hanno come sede di culto la casa stessa, Cic. rep. 5, 5, 7: Ad
vitam autem usumque vivendi ea discripta ratio est iustis nuptiis, legitimis liberis, sanctis Penatium deorum Larumque familiarium sedibus. Per una trattazione dellargomento vedi Boyanc 1952; Dubourdieu 1989.
6 Secondo Giacobello 2008, p. 64 sgg. i larari propriamente detti sono collocati nelle cucine delle
abitazioni, poich i Lari sono protettori del fuoco domestico, simbolo stesso della casa. I larari ubicati in
diverse zone non possono essere considerati estrinsecazione del culto dei Lari e vengono pertanto deiniti
come secondari.
7 Frhlich 1991, L108, p. 297, tav. 12,1-2; 13,1; Boyce 1937, n. 468, tav. 22,1.
8 Frhlich 1991, L24, p. 258.

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lara anniboletti

Fig. 21. Pompei. Pannello dipinto presso il larario della cucina della Casa del Maiale (ix 9, b/c)
e pannello presso il larario della casa ix 13.

scena di Genio libante, decorato da una testa di maiale, da spiedi con salsicce e
da pezzi di coste. Salsicce secche e cinque uccelli appesi per il becco sono sospesi
a dei chiodi, mentre al di sotto un treppiede e una pentola ardono sul fuoco. Il larario presso la parete E della cucina della domus V 4, 31 mostra cibi e utensili del
banchetto; cos come nella cucina della Casa di Pansa (VI 6, 1),2 presso i pannelli
posti ai lati delledicola iancheggiata dai lari e decorata da un Genio libante, sono
dipinti a sinistra una lepre appesa, uccelli di cacciagione, un maiale e pezzi di carne
disposti in un piatto; a destra uno spiedo con salsicce, un prosciutto e una testa di
maiale. Anche nel larario della cucina della casa di A. Octavius Primus (VII 15, 12),3
si trovano raigurazioni di una pentola a due anse posta sopra un tripode su cui
arde il fuoco, una testa di maiale, uno spiedo con pezzi di carne e salsicce. Nella
cucina della domus I 10, 184 al di sopra delle pentole e del fuoco, un pannello afrescato con la scena dei Lari e del genio e con un prosciutto appeso; schema ripetuto
anche in una villa di Terzigno dove la testa di maiale e gli altri simboli del banchetto, sono raigurati a ianco della consueta scena di sacriicio.
Le pareti della cucina della domus di Sutoria Primigenia (I 13, 2)5 mostrano, ai lati
di una nicchia-larario, afreschi con spiedi e pezzi di carne, un prosciutto e salsicce.
Sulla parete di fronte collocata, invece, una scena sacriicale posta su due registri
e dotata di una maggiore complessit rispetto alle stereotipate rappresentazioni
del sacriicio domestico, che pu fornirci forse una chiave interpretativa. (Fig. 22)
Nel comparto superiore, inquadrato dai Lari coronati, sovradimensionati rispetto
alle altre igure, si trova un gruppo di personaggi, disposti su due livelli e igurati
frontalmente, che la corta toga identiica come schiavi. Nel registro inferiore, in
primo piano verso sinistra, il paterfamilias e sua moglie, capite velato, compiono
unoferta su un altare: si tratta dellinvito iniziale (praefatio) con cui la divinit
1 Frhlich 1991, L53; Boyce 1937, n. 119.
3 Frhlich 1991, L93, p. 290, Boyce 1937, n. 335.
4 Frhlich 1991, L18, p. 257, tav. 26,3.

2 Frhlich 1991, L61, p. 276, tav. 35,1.


5 Frhlich 1991, L29, p. 261, tav. 28,1-2.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 22. Pompei. Pannello N presso il larario della cucina della domus di Sutoria Primigenia (i 13, 2).

invocata tramite incenso e vino, cui segue limmolatio, il sacriicio vero e proprio,
esplicitato proprio dalla raigurazione delle carni di maiale. Un tibicen suona il
lauto, un camillo sorregge ghirlande per gli dei e un altro conduce il maiale per
il sacriicio, che porta al collo una campanella. Alla scena, un particolare rito sacriicale compiuto in onore dei Lari, assiste la totalit dei membri della familia
compresi i servitori, presentati nel classico atteggiamento di preghiera, con la mano alzata presso il petto. Ai Lari oferto il sacriicio di un maiale, cui segue un
banchetto, dove parte dellanimale immolato mangiato e parte posta come riserva di cibo della familia sottoforma di insaccati (prosciutto, maiale, salsicce).
ipotizzabile che la festivit domestica inusualmente raigurata in tale contesto, sia
coincidente con la grande festa dei Lari compitali, celebrata proprio alle calende
di gennaio, periodo propizio alluccisione del maiale, esplicitando un chiaro legame tra i Compitalia e la sfera religiosa familiare.1 Nel riquadro parietale presso il
sacello domestico della cucina della domus di M. Obellius Firmus (IX 14, 2-4) sono
raigurati, al di sotto dei Lari che iancheggiano il genio centrale dipinto sul fondo
1 Proprio per la sua particolarit la scena stata oggetto di svariate interpretazioni, vedi Jashemski 1979,
pp. 118-119 secondo cui sarebbe riferibile ai Caristia e Giacobello 2008, pp. 100-101 secondo cui si tratterebbe
dellautentica rappresentazione in forma completa del culto domestico, cui rimandano le molteplici pitture
di larario.

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lara anniboletti

Fig. 23. Pompei. Larario della cucina della domus di M. Obellius Firmus (ix 14, 2-4)
e particolare della scena.

della nicchia, il maiale e, nel lato opposto, una scena di banchetto con dei personaggi in abiti servili seduti attorno ad una tavola rotonda: un convitato tiene una
coscia di pollo, un altro si serve da bere con un simpulum, mentre colui che sembra
presiedere lassemblea solleva i calici.1 (Fig. 23) Anche in questo caso la scena fa
riferimento ad una festa religiosa domestica legata ai lari e al sacriicio del maiale,
che potrebbe coincidere con i Compitalia.2
Da un pannello dipinto proveniente dal larario domestico della casa IX 13,3 posta a N della domus di Giulio Polibio, proviene unaltra scena caratterizzata da un
intenso realismo. Due grandi serpenti afrontati convergono verso una nicchia
centrale, mentre sul registro superiore sono afrescati i lares ludentes; al di sotto
delledicola si scorgono tre igure, il Genio con toga e cornucopia in mano, aiancato da due igure femminili isicamente ben connotate e con intenti ritrattistici,
vestite con abiti drappeggiati di cui, quella a destra, con capelli a crocchia, regge
un piatto, quella a sinistra, con capelli raccolti e scriminatura centrale, sorregge
un kantharos. La rappresentazione allude alla celebrazione di un sacriicio nel seno
della familia, a cui prendono parte anche un uomo con corta tunica e patera in mano e una donna con veste lunga e braccia levate, che avanzano pi in basso dal lato

1 Frhlich 1991, L111, p. 299, tav. 48,1; Boyce 1937, n. 68.


2 Secondo Giacobello 2008, pp. 102-103 la festa in questione sarebbe quella dei Caristia, che non esplicita
per il legame con il sacriicio del maiale. Limmagine stata interpretata anche come un riferimento ai
Saturnalia (Frhlich 199, p. 33).
3 Frhlich 1991, L110, p. 298, tav. 50,2.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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sinistro. Due divinit assistono alla scena simbolicamente incorniciata da palme, a sinistra Bacco stante con lancia e
tirso appoggiati al petto, che regge
unoinochoe e al suo ianco Mercurio
con petaso e marsupium. (Fig. 21) A questa rappresentazione di personaggi
femminili che presiedono la cerimonia,
fa da pendant un altro quadro dal larario
della cucina della casa di C. Iulius Polybius (IX 13, 1-3)1 dove la zona centrale
occupata da un altare rotondo su cui
attorcigliato un serpente che sorge da
un giardino sottostante, e dai Lari con
situla e rhyton, che inquadrano la scena
da ambo i lati. A ianco dellara sono il
Genio con cornucopia e una donna, la
matrona della casa, in atto di oiciare il
sacriicio e accompagnata da due assistenti, un lautista e un camillo che regFig. 24. Pompei. Larario della
domus di C. Iulius Polybius (ix 13, 1-3).
ge un piatto con oferte di frutta. Al di
sopra igura la tabula ansata, inconsueta
per un larario, che doveva contenere i
nomi dei ministri preposti al culto compitale.2 (Fig. 24) La contaminazione tra il
culto domestico e quello compitale non sembra in tale caso frutto di casualit, ma
piuttosto rispecchia il forte legame che unisce le due sfere e che trova conclusione
nella festa comune del giorno dei Compitalia. Lipotesi trova conferma nella rappresentazione presso la cucina della Villa dei Misteri che mostra un esplicito legame con la festa pubblica. Su uno strato di intonaco di fase repubblicana, conservato presso la parete N in cui ricavata una nicchia al di sopra di unara pulvinata,
raigurata una pompa composta di due cavalieri, di una turba di cittadini e di
un tibicin che si appressa, venendo da sinistra, ad unara centrale; e stanno a destra
di questa un Camillo e unaltra igura.3
La persistenza degli stessi temi religiosi nei pannelli dipinti dei santuari compitali, nelle raigurazioni delle facciate esterne delle case e nello spazio privato dei
larari interni delle domus, dimostra che i diversi ambiti religiosi sono parte di uno
stesso culto. presumibile che durante i Compitalia, alcune famiglie di vicini (intesi come coninanti) partecipassero non soltanto alle cerimonie uiciali presso il
relativo compitum, ma che, per loro spontanea iniziativa, celebrassero il proprio sacriicio presso un altare disposto sulla facciata della loro abitazione.
1 Frhlich 1991, L109, p. 298, tav. 14,2.
2 In altri casi attestata la tabella ansata in ambito domestico, come nel larario della Casa di Ottavio Primo e nella domus ii 1, 1-3.
3 Boyce 1937, n. 481. La descrizione della raigurazione tramandata dal De Petra, in NSc, 1910, p. 141.

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La festa dei Compitalia sarebbe caratterizzata dunque dallo svolgimento di un
duplice sacriicio: quello uiciale presso lincrocio dellinsula, celebrato da tutto il
quartiere o, meglio, dalla totalit del vicus, e da un altro di carattere pi privato,
organizzato in seno alla famiglia, ma allargato alla partecipazione di alcuni vicini.
1. 3. Un coevo contesto cultuale: i sacelli di Delo
Un puntuale termine di confronto per i sacelli pompeiani sono le pitture liturgiche
e i complessi nicchia-altare di Delo, databili tra la ine del ii e linizio del i secolo
a.C. che, posti in diversi quartieri della citt, sono addossati allo stipite di ingresso
delle abitazioni.1
A Delo, citt amministrata in epoca tardo-ellenistica da Atene, ma caratterizzata da una cultura cosmopolita frutto della vocazione commerciale del porto franco, risiedono un gran numero di famiglie, liberti e schiavi provenienti dallItalia e
dalla Campania stessa.2
Nonostante la realt religiosa dellisola appaia soggetta e permeata da diverse
inluenze come la tradizione greca, la cultura italica e gli inlussi orientali,3 le sorprendenti coincidenze tra Pompei e Delo lasciano ipotizzare che alcuni altari addossati alle facciate delle abitazioni siano stati costruiti per iniziativa dei singoli
proprietari, secondo una tradizione propria dei numerosi mercanti italici che formavano una prospera comunit.
I sacelli delioti, collocati presso la porta di ingresso di una domus, sono costituiti da uno e, a volte due, altari in muratura posti specularmente ai lati dellentrata, ciascuno associato a una nicchia sovrapposta e accompagnato da scene religiose afrescate sulle pareti limitrofe.4 I molti strati sovrapposti di intonaco
ravvisabili nei pannelli igurati ripartititi da un lato e laltro della porta, testimo1 Per lo studio dei complessi religiosi di Delo unopera fondamentale resta quella di Bulard 1926a,
che contiene una minuziosa descrizione di 23 gruppi di pitture e riferisce i sacelli, in base ai confronti con
i larari domestici pompeiani, al culto dei Lares Familiares. Lopera di Bruneau 1970 dimostra come le scene religiose siano piuttosto pertinenti alla cerimonia dei Compitalia e, come tale, connesse al culto dei Lares Compitales amministrato nellisola da Kompetaliasti (collegio formato dai liberti delle famiglie italiche
di Delo), equivalenti ai vicomagistri italici. Questa ipotesi, tuttavia, non sembra tenere conto di tutte le
caratteristiche delle pitture deliote; una recente rilettura dei contesti (Hasenhor 2003) ha messo in luce
aspetti che, a mio avviso, presentano notevoli somiglianze con le testimonianze cultuali individuate a
Pompei.
2 Per la presenza di italici a Delo e sul loro iorente commercio con lOriente, vedi Cassola 1970-71, pp.
305-322; Coarelli-Musti-Solin 1982, pp. 3-150.
3 Secondo Hasenhor 2003, p. 197, gli esempi delioti sarebbero frutto di un sincretismo religioso e di una
reinterpretazione locale del culto. A tal proposito lautrice, che non conosce i dati recenti sui contesti pompeiani, ricorda lesistenza di una tradizione greca, scarsamente documentata da un punto di vista archeologico, che prevede il posizionamento di altari allesterno delle abitazioni: a Priene si conoscono tre case che
dispongono di un altare presso la porta, di cui uno dedicato a Zeus Olympios che, collocato al limite tra spazio
pubblico e privato, permetteva agli abitanti di associarsi, sacriicando per casa. A Magnesia, in occasione
dellinstallazione della statua di Artemide Leucofriene nel suo tempio verso il 150 a.C., un decreto prescrive
che siano celebrati da ciascun abitante dei sacriici davanti alle porte, secondo le risorse della casa, su degli
altari costruiti dagli abitanti, ricoperti di stucco.
4 Hasenhor 2003, p. 188; p. 198: su 27 altari attestati a Delo (ma vengono presi in considerazione solo
quelli che conservano pitture), 10 sono collocati immediatamente a destra della porta (ig. 18, p. 241); uno
soltanto si trova a sinistra, in un caso associato a scale per il cenacolo superiore (ig. 17, p. 241).

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 25. Delo. Altari igurati con scena di sacriicio, insiemi n. 23


(Maison lOuest de la Maison des Dauphins) e n. 26 (Maison ic du Quartier du Stade)
(disegni da Bulard 1926a).

niano una certa sollecitudine nel rinnovare le pitture in connessione con lo svolgimento dei Compitalia, reiterando lo stesso motivo o, pi raramente, cambiandone il soggetto.1 Un certo schematismo formale caratterizzante gli afreschi
comporta che certi spazi siano riservati a speciiche tematiche, sia in seno al
medesimo complesso pittorico (dove lo stesso tema riproposto su pi intonaci
sovrapposti), sia da un insieme allaltro, dove determinati soggetti sono destinati
ai riquadri dellaltare o ai pannelli della facciata della casa.
Le raigurazioni sono relative alla celebrazione di una festa dei Lari, al sacriicio del maiale e alla disputa dei giochi (ludi scaenici) compiuti in onore delle divinit il giorno dei Compitalia. Sulla zona mediana del corpo di molti altari di Delo2
afrescata una scena desinente sulle facce laterali, in cui davanti ad un altare circolare personaggi con toga praetexta e capite velato (due, tre o cinque), compiono
il rito sacriicale. (Fig. 25) Tipici anche i gesti degli inservienti, talvolta accompagnati dal nome iscritto al di sotto del personaggio:3 il popa conduce il maiale, un
camillo porta oggetti cultuali, il tibicen suona il lauto.
1 Un esperimento compiuto su intonaci della Maison de la Colline e basato sulla resistenza dei materiali,
la patina e il degrado dei frammenti, ha dimostrato che le immagini erano rinnovate in media ogni cinque
anni, vedi Hasenhor 2003, p. 195.
2 Hasenhor 2003, p. 172, (igg. 1-4).
3 Hasenhor 2003, p. 174: si tratta di nomi di origine greca, iscritti nellalfabeto greco o latino.

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Fig. 26. Delo. Insieme n. 4 Maison au N de ltablissement des Poseidoniastes


(disegni da Bulard 1926a).

Il soggetto del sacriicio del tutto simile a quello gi esaminato a Pompei dove
ricorre nelle raigurazioni presso le facciate degli ediici in connessione a sacelli.
Lanalogia evidente perino nei dettagli iconograici, come le ghirlande appese
che incorniciano la scena, la benda e la campanella del maiale trascinato dal popa,
il piatto con primizie di frutta portato dal camillo, latteggiamento di preghiera
dei magistri. (Fig. 26) Unica, signiicativa eccezione costituita dalla mancanza,
nei quadri di Delo, della igura del Genius e dei serpenti, con ogni probabilit dovuto allanteriorit dei complessi pittorici in questione, non ancora contaminati
dalla riforma augustea e dallintroduzione del culto del Genius Augusti.1
I destinatari del sacriicio, i Lari, sono afrescati sulla facciata degli ediici cui gli
altari si addossano, o entro un unico pannello semplicemente afrontati tra loro,2
o ciascuno posto in un lato della nicchia,3 secondo il noto schema iconograico dei
lares ludentes.4 (Fig. 27) Nei complessi privi di altare i lares igurano ugualmente a
ianco della porta di casa, o entrambi in un solo versante o ciascuno afrescato in
un lato contrapposto dellapertura.5

1 Vedi Frhlich 1991, p. 16. Nelle scene religiose dei larari pompeiani, eseguite nella maggioranza dei
casi dopo la riforma del culto da parte di Augusto del 7 a.C., il genio coincide con il Genius Augusti; tuttavia,
nei casi in cui i dipinti siano anteriori a tale momento, la presenza del Genius va rapportata, in ambito domestico, al pater familias, mentre nei pannelli dei compita, rivestirebbe la funzione simbolica di rappresentazione antropomorica del genius loci. Anche la presenza di serpenti nelle pitture pompeiane riconducibile
allo stesso ambito, vedi Boyce 1942, pp. 13-22.
2 Bezerra de Meneses-Sarian 1973, pp. 93-97.
3 Bulard 1926a, n. 27, p. 154, tav. 17,2; n. 23, p. 126, tav. 11,2; n. 18, i, iv, v strato, pp. 109-110, tav. 9.
4 Hasenhor 2003, p. 174, igg. 5-6, 8, pp. 229-230, 232. Le uniche diferenze con le raigurazioni di Pompei
consistono nel berretto frigio che le divinit indossano, nella testa coronata e, soprattutto, nella palma appoggiata sulla spalla che i Lari reggono con la mano sinistra, spiegabile, secondo Hasenhor 2003, p. 199,
con uninluenza del locale culto di Apollo Delio. Questa ipotesi potrebbe chiarire anche la frequente disposizione di palme come sfondo paesaggistico nelle pitture deliote, documentata anche nella raigurazione
del larario della domus ix, 13 a Pompei, vedi Fig. 21 (Frhlich 1991, L 110, p. 298, tav. 50,2).
5 Hasenhor 2003, igg. 7-8, pp. 231-232.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 27. Delo. Insieme n. 27, Maison 1D du Quartier du Stade (disegni da Bulard 1926a).

Alcune scene dipinte sugli altari o sui pannelli delle facciate illustrano, come
a Pompei, elementi relativi al banchetto che doveva seguire la festa: un personaggio munito di culter avanza verso la testa di un maiale; un altro porta gli
spiedi su cui sono inilati pezzi di carne;1 un uomo presenta la testa di porco su
un piatto.2
Un rilevante numero di temi raigurati riferibile allo svolgimento di ludi
compitalicii: nella maggior parte dei casi sono rappresentati dei lottatori afrontati che, con braccia tese in avanti e gamba piegata, eseguono i preliminari della
lotta al pancrazio;3 i personaggi afrescati con i pugni chiusi praticano, invece,
il pugilato.4 (Fig. 28) La forte incidenza di scene di lotta rappresentate
sullaltare su cui afrescato il sacriicio, indica chiaramente che questi combattimenti dotati di un valore rituale, sono connessi alla festa in onore dei Lari,
evidenza documentabile a Delo in misura molto maggiore rispetto al contesto
pompeiano. Vicino ai lottatori, (dietro, ai loro piedi o frapposti ad essi) sono
spesso raigurati tre soggetti, unanfora, una palma e un maiale, interpretabili
come premi dei concorsi,5 talvolta dipinti in successione paratattica in un pannello separato.
Lesistenza di gare burlesche connesse ai ludi, analogamente a quanto ipotizzato per i Ludi Osci a Pompei, testimoniata da una scena in cui un gofo personaggio munito di spada e bastone in mano, in procinto di colpire un uomo che fugge,6
riferibile alla lotta comica dei paegniarii,7 avente la funzione di intrattenere gli
1 Bulard 1926a, nn. 26-27, pp. 156-157, tavv. 25,1-25,2.
2 Hasenhor 2003, ig. 2, p. 226; Bulard 1926a, n. 27, p. 155, ig. 62, p. 152; tav. 27,1.
3 Bulard 1926b, pp. 97-150.
4 Hasenhor 2003, ig. 11, p. 235.
5 Hasenhor 2003, p. 178 spiega che anfore dolio costituivano il premio dei gareggianti nelle Panatenee;
la palma ben nota come onore concesso ai trionfatori dei giochi panellenici e, in questo caso, potrebbe
evocare quella che portano i Lari; il maiale connesso al sacriicio e simboleggerebbe la porzione spettante
ai vincitori.
6 La scena dipinta nel peristilio del Magasin aux Colonnes, vedi Bulard 1926a, n. 6, p. 72, tav. 1,3.
7 Bulard 1926b, pp. 124-128.

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Fig. 28. Delo. Pannelli con raigurazioni di lotta e di concorsi ippici (disegni da Bulard 1926a).

spettatori durante le pause degli spettacoli circensi oferti al popolo. A questo genere si connette anche la raigurazione di un uomo stante, con un grosso ventre,
che tiene le braccia in avanti ad imitazione di un lottatore, accompagnato dal nome KAAMOPYA.1
Una sola pittura posta a sinistra della porta di unabitazione2 in cui due avversari sono afrontati a testa nuda e armati di uno scudo, interpretabile come combattimento gladiatorio3 che, come attestato a Pompei, plausibile connettere a
munera oferto dai magistri in occasione dei ludi compitalici. La raigurazione di
due cavalieri, vestiti di corta tunica e con corona di foglie, i cui cavalli al galoppo
si inseguono,4 confermerebbe anche lesistenza di concorsi ippici, in accordo con
le testimonianze della citt vesuviana. (Fig. 28)
1 Il personaggio, raigurato nellabitazione di fronte alla Maison de la Colline, sarebbe identiicabile secondo Bezerra de Meneses-Sarian 1973, p. 85, igg. 13, 15, 16, con latleta Kalamodrus di Cizico, conosciuto
da un testo di Ateneo per aver gareggiato con il re Mitridate del Ponto in un concorso di grossi mangiatori
e bevitori. La sua professione potrebbe a buon grado averlo condotto a partecipare ai ludi compitalici di Delo.
Vedi anche Hasenhor 2003, p. 179, ig. 11, p. 235.
2 Bulard 1926a, n. 27, p. 153, tav. 17,1.
3 Bulard 1926b, pp. 124-126: uniscrizione di Delo che ricorda la vittoria di un italico accompagnato dal
disegno inciso di un gladiatore, attesta lesistenza nellisola di questo genere di combattimenti.
4 La pittura posta a sinistra della porta dingresso dellabitazione di fronte alla Maison de la Colline,
vedi Bezerra de Meneses-Sarian 1973, pp. 80-82, igg. 7-8; Hasenhor 2003, p. 180, ig. 15, p. 240.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


105
Nei pochi casi in cui sono conservate, le pitture presenti allinterno delle abitazioni di Delo mostrano, analogamente a Pompei, evidenti ainit con le tematiche delle raigurazioni di facciata.1
Le strutture religiose deliote collegate alle abitazioni e non localizzate come i
compita in prossimit degli incroci stradali, vengono generalmente interpretate
come trasposizione di un culto di tradizione italica in un nuovo contesto geograico. I mercanti italici presenti nellisola e installati in diversi quartieri della citt,
dove la frammentazione e la commistione etnica del tessuto urbano non rendevano possibile una suddivisione in vici e lallestimento dei santuari compitalici, avrebbero cio concepito nuove forme rituali per lo svolgimento della festa dei Compitalia, che prevedevano il posizionamento dei santuari a latere delle singole domus.
La spiegazione fornita, ancorch plausibile, non tiene conto tuttavia dellesistenza, gi nel paese dorigine, di simili tradizioni, come la documentazione pompeiana indubbiamente conferma.
Lanalisi delle ainit dei due contesti dimostra lesistenza di un culto celebrato dallassociazione delle famiglie vicine presso le porte delle dimore, probabilmente nella stessa occasione dello svolgimento dei Compitalia. Che liniziativa
dellediicazione di tali sacelli sia in mano alle singole gentes e non gestita dal
collegio dei Kompetaliastai di Delo,2 testimoniato dallo stretto legame che intercorre tra le scene dipinte e le case, estrinsecato sia dallo spostamento delle
pitture in relazione al tamponamento di una porta dingresso della casa3 sia, ancora una volta, dallomogeneit tematica tra gli afreschi sacri interni ed esterni
allabitazione.
La scelta dei temi pittorici in mano ai proprietari che commissionano ordinazioni ben precise4 e, nella maggioranza, rappresentano divinit e riti legati ai Compitalia, quali il rito sacriicale e i ludi compitalicii.
Pur documentando le fonti letterarie concorsi di lotta svolti nelle vie,5 lorganizzazione pratica ed economica dei ludi non sembra concepibile nel quadro
della famiglia, ma ipotizzabile che sulla realizzazione degli stessi abbia inluito
lamministrazione uiciale della comunit italiana, vale a dire il collegio dei
1 In un pannello dipinto a ianco di una nicchia nel peristilio del Magasin aux Colonnes (Hasenhor 2003,
p. 189, ig. 14, p. 239) afrescata una gara burlesca; sui riquadri igurati presso le scale che conducono alla
corte della Maison de Fourni si trovano un prosciutto, unanfora e una scena di sacriicio (Hasenhor 2003,
p. 189, igg. 20-21, p. 243) inine, in una stanza prossima allingresso della Maison aux Frontons, si conservano
lacerti di una scena di sacriicio e di lotta.
2 questa per contro, lidea di Bruneau 1970, pp. 617-620.
3 Nella Maison ic del Quartier du Stade (Hasenhor 2003, igg. 1, p. 225 e7, p. 231), il legame tra le scene
religiose dipinte nella pareti e la porta degli ediici risulta molto evidente: loriginario ingresso dellabitazione, aperto lungo la via E-W e successivamente spostato lungo lasse N-S, conserva nei pressi della tamponatura una nicchia e un pannello dipinto, cos come ai lati della nuova apertura delle pitture e una banchina
decorano la facciata.
4 Cos sembra potersi dedurre dalle raigurazioni sul vi strato di intonaco dellinsieme n. 25 (Bulard
1926a, p. 137, tav. 14,1) dove, al margine dellintonaco, igura una scritta di scuse per non aver rispettato tutte
le richieste pittoriche dei committenti: e e D.
5 Svetonio, parlando del gusto di Augusto per i lottatori documenta catervarios opiddanos inter angustias
vicorum pugnantis temere ac sine arte (Suet. Aug. 45,5); Orazio evoca circum pagos et circum compita pugnax
(Hor. Epigr. 1,1, 49-51).

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lara anniboletti
Kompetaliastai,1 secondo il modello oferto dal mondo romano, in cui i ludi compitalicii sono giochi pubblici, organizzati da magistri appositamente nominati per
loccasione.2
2. I Compitalia e i Lares Viales :
testimonianze letterarie ed epigrafiche
Si parlato della festa dei Compitalia cui le pitture religiose localizzate presso la
facciata di ediici di Pompei e Delo fanno riferimento; festivit del primo giorno
dinverno, tra la ine di dicembre e gli inizi di gennaio,3 in cui a Roma si sacriica
nei compita ai crocicchi delle strade e i vici sono in festa.
Una prerogativa di tale festa di non essere una cerimonia n del tutto privata,
n del tutto pubblica, ma di appartenere al novero dei popularia sacra,4 insieme di
ricorrenze religiose e riti festivi cui partecipano tutti i cittadini e che, pur avendo
un carattere domestico, sono ascritte ai sacra publica.5 Questa caratteristica implicitamente messa in rilievo anche dalla formula con cui il pretore, essendo i Compitalia una festa mobile inserita tra le feriae conceptivae,6 annuncia ogni anno il giorno in cui la cerimonia avr luogo per il popolo romano.7 I Compitalia sono
collegati dalla tradizione ai sovrani etruschi e fatti risalire ad unepoca in cui
ignota la giustapposizione fra publicus e privatus. Una teoria sullorigine del culto
dei Lari riconduce tale festivit ad arcaiche ricorrenze cultuali di carattere rurale:
i contadini e gli schiavi si riunivano, allinizio dellinverno, presso i compita dei pagi,
modesti santuari agresti elevati presso i conini di propriet limitrofe,8 dove i Lari
venivano spontaneamente venerati dalle famiglie della zona con oferte sacriicali.
Con lo sviluppo della vita cittadina tale festivit sarebbe stata importata dalle campagne e, adattandola ai bisogni della vita urbana, trasferita nei quartieri della citt,
ubi plures viae competunt.9 In netta contrapposizione la teoria secondo cui lorigine andrebbe ricercata nel culto domestico del Lar Familiaris in quanto personii1 Hasenhor 2003, p. 196 sostiene che i ludi potessero essere celebrati anche presso le corti porticate delle
abitazioni, aspetto che sarebbe testimoniato dai soggetti delle pitture interne alle case.
2 Fraschetti 1990, pp. 247-250.
3 Per una trattazione dellargomento vedi Delatte 1937, p. 105 sgg; Johnston 1939, p. 342 sgg.; Meslin
1970, pp. 46; Dumzil 1989. La festa, in origine a carattere preminentemente agricolo, era celebrata verso
il solstizio dinverno, alla ine dei lavori dei campi (Plin. nat. 19, 6; Auson. fer. lat. 17; Macr. Sat. 1, 9, 27;
Macr. Sat. 1, 16, 6), in et repubblicana i Compitalia erano celebrati alle Calende di Gennaio (Cic. ad Att. 2,
3-4; Cic. in Pison. 4, 8).
4 Questo si desume dalla qualiicazione tecnica della festa fornita da Antistio Labeone, Ant. Lab., apud
Fest. 298L. I lararia sono identiicati con i Compitalia in Fest. 253L: Popularia sacra sunt, ut ait Labeo, quae
omnes cives faciunt, nec certis familiis attributa sunt: Fornacalia, Parilia, Lararia, Porca praecidanea.
5 Fest. 284L2: publica sacra, quae publico sumptu pro populo iunt, quaequae pro montibus, pagis, curis, sacellis:
at privata, quae pro sigulis hominibus, familiis, gentibus iunt.
6 Varro. ling. 6, 25.
7 Gell. 10, 24, 3: Die noni popolo romano quiritibus compitalia erunt.
8 G. Wissowa, s.v. Lares, in Ausfhrliches Lexicon der griechischen und rmischen Mythologie, Hg W. H.
Roscher, ii.2, coll. 1868-1898 Hildeschein, 1897; Wissowa 1912, p. 167 sgg.; J. Hild, s.v. Lares, in Dictionnaire
des antiquits grecques et romains daprs les textes et les monuments, eds. Ch. Daremberg, E. Saglio et alii, ii, 2,
1904, pp. 937-949.
9 Varro ling. 6, 25. Sabbatuci 1999, p. 28: si tratta dei vici, detti cos per la loro capacit di denominare
un rione (vicus).

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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cazione delle anime dei defunti della casa. Solo in un secondo momento tale religiosit sarebbe stata portata allesterno presso il compitum dove i Lares Compitales,
avrebbe ricevuto la venerazione di tutto il quartiere in quanto antenati delle familiae del vicus.1
Le modalit di svolgimento della cerimonia, compiuta presso lincrocio stradale, consistono in un sacriicio comunitario del popolo riunito in vici rivolto ai Lares,2 ai quali si ofrono dei porci ingrassati e dolci di miele.3
La festa seguita da un banchetto che riunisce lassemblea dei vicini, invitata a
consumare le parti del maiale immolato, in cui i Lari ricevono loferta degli exta
consacrati sulla iamma dellaltare.
Spettacoli accompagnano i Compitalia,4 contraddistinti dalla particolarit di
svolgersi partitamente nei diversi e singoli compita pi importanti:5 si tratta di rappresentazioni ambulanti (ludi compitalicii), in cui si esibiscono lottatori, artigiani,
attori.6
Opportuna anche una rilessione sulla natura dei Lares e la poliedricit di
aspetti e caratteristiche che assommano; essi non sono n divinit, n eroi divinizzati, ma originari spiriti di antenati che agiscono per la prosperit e la salute della
famiglia, custodendone i beni.7 Il comune denominatore della loro multiforme
natura costituito dallessere protettori degli spazi di loro pertinenza, guardiani
del territorio e dei limiti che racchiudono e deiniscono. Essi, pur avendo uno stesso carattere, esercitano la loro sfera dazione entro diversi conini, in base ai quali
ricevono diferenti appellativi: i Lares Familiares sono i custodi della casa,8 quelli
Compitales sono preposti ai crocicchi, i Lares Viales proteggono le strade, i Rurales
o Semitales sovrintendono alla tutela dei campi e i Lares Praestites o publici,9 garantiscono la sicurezza di tutto ci che resta sotto i loro occhi e proteggono le mura
della citt.10 I viaggiatori che si imbarcano in lunghi viaggi per mare onorano i
1 Samter 1901, p. 105 sgg. Per ulteriori speciiche sulla teoria animistica vedi Tabeling 1932; Waites 1920.
2 Per la suddivisione nelle unit distrettuali dei vici, vedi Flambard 1981, pp. 143-166.
3 Hor. carm. 3, 23, 3-4.
4 Verg. Georg. 2, 381-383: caeditur et veteres ineunt proscaenia ludi,praemiaque ingeniis pagos et compita circum
Thesidae posuere. Secondo Macr. Sat. 1,7, 34-35, i ludi venivano celebrati nei Compita in onore dei Lares e di
Mania, la madre dei Lari.
5 Piccaluga 1965, p. 64 sgg.; Schullard 1981, p. 58 sgg.
6 Una formulazione di Svetonio (Suet. Aug. 31) colloca i ludi compitalici tra alcune vetuste solennit cadute in disuso e ripristinate solo da Augusto: etiam ex antiquis caerimoniis paulatim abolita restituit, ut Salutis
augurium, Diale lamonium, sacrum Lupercale, ludos Saeculares et Compitalicios.
7 La questione del carattere dei Lari piuttosto complessa e dibattuta e strettamente connessa a quella
della loro origine; per un inquadramento del problema, vedi Waites 1920, pp. 261-266 e Tabeling 1932.
Ladiicolt di ununivoca deinizione emerge gi negli stessi eruditi latini, come testimonia Varro. in
Arnob., Adv. Gent. 3, 41: Varro similiter haesitans nunc esse illos Manes et ideo Maniam matrem esse cognominatam
Larum, nunc aerios rursus deos et heroas pronuntiat appellari, nunc antiquorum sententias sequens Larvas esse dicit
Lares, quasi quosdam genios et functorum animas mortuorum.
8 Secondo Giacobello 2008, p. 53 tale forma gemina in sostituzione del Lar Familiaris documentata
solo a partire dallet tardo-repubblicana, in analogia con gli altri epiteti che invece esistono gi dal ii secolo
a.C.
9 De Marchi 1896, p. 45: liconograia dei lares ludentes, due giovani vestiti di corta tunica danzanti e
libanti, la stessa per i Lares Familiares e quelli Compitales, mentre i Lari Praestites sono raigurati seduti in
compagnia di un cane o vestiti di pelle di cane. Sul problema dellimmagine dei lari, vedi recentemente
Giacobello 2008, pp. 89-98.
10 Ov. fast. 5, 127-142. Per un elenco completo degli epiteti sui Lares, vedi Vitucci 1957, p. 398.

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lara anniboletti

Fig. 29. Ostia. Piazza dei Lari,


altare con Ercole e iscrizione ai Lares Vicinales.

Lares Permarini;1 tra i soldati dellesercito imperiale popolare la venerazione dei


Lares Militares2 che rispecchiano i Lari domestici che i legionari hanno lasciato a
casa. In un altare da Ostia sono menzionati i Lares Vicinales,3 noti anche da uniscrizione votiva proveniente da Otricoli.4 (Fig. 29)
Occorre richiamare lattenzione sui Lares Viales, proprio in onore dei quali, secondo Varrone, si celebrano i Compitalia,5 la cui connotazione speciica di tutori
delle strade, rintracciabile nelle fonti letterarie, epigraiche ed iconograiche, rende plausibile lattribuzione della titolarit dedicatoria dei sacelli presenti lungo le
strade di Pompei e Delo, presso le porte delle abitazioni. La deinizione dei lari
fornita da Arnobio li caratterizza come vicorum atque itinerum deos,6 immagine
1 cil xiv 4547. Il tempio pubblico dei Lares Permarini fu dedicato a Roma nel 190 a.C. (Liv. 40, 52, 4-6).
2 cil iii 3460; cil iii 3463. Al loro altare i soldati, al ritorno dalle campagne militari, sospendevano le armi
o le spoglie tolte al nemico. (Ov. trist. 4, 8, 22: miles ubi emeritis non est satis utilis annis,ponit ad antiquos quae
tulit, arma Lares; Prop. El. 3, 30, 21).
3 Bakker 1994, p. 119.
4 cil xiv 2298: [Larib]us Vicinalibus. Da Treviri documentato anche un Genius Viciniae.
5 Varro. ling. 6, 25: compitalia dies attributus Laribus vialibus: ideo ubi viae competunt tum in competis
sacriicatur.
6 Arnob. Adv. Nat. 3, 41: Possumus, si videtur, summatim aliquid et de Laribus dicere, quos arbitratur vulgus
vicorum atque itinerum deos esse ex eo quod Graecia vicos cognominat lau/raj.

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che corrisponde alle funzioni dei Lares Viales, ovvero dei Lari delle strade, esplicitamente invocati dal giovane Carino nel Mercator di Plauto prima di mettersi in
viaggio, come aiuto e difesa delle vie.1 Servio menziona lesistenza dei Lares Viales,
ponendoli in rapporto con il lucus2 e deinendoli manes piorum, nel senso di spiriti
di uomini benemeriti, simili ad antenati divinizzati. I Lares Viales si caratterizzano
dunque come divinit di coloro che vanno o di ci che va, divinit cio del
divenire,3 in contrapposizione a Giove, il dio dellessere. Lesistenza di Lari
nellepiclesi di Viales o Viatorii, custodi delle strade e delle vie testimoniata anche
da epigrai provenienti dal territorio dellagro romano, databili tra la ine della
repubblica e la prima epoca imperiale, che menzionano Lares Viales e Semitales,
distinti da quelli Compitales. Tre altari in tufo rinvenuti appena fuori porta Portuense, al di sotto della carreggiata della strada, recano ciascuno sulla fronte
uniscrizione votiva4 rispettivamente ai Lares Viales,5 Rurales o Curiales6 e Semitales.7 Confrontabile con la precedente unepigrafe su unara in peperino rinvenuta
presso Falerii che riporta ugualmente una triplice dedica ai Laribus Compitalibus,
Vialibus, Semitalibus8 con funzione di protettori dei conini e delle strade.
Diverse iscrizioni di piena epoca imperiale, provenienti dalle province romane,
mostrano lesito inale di tale processo, in cui la recezione del culto dei Lares Viales
legata ad un fenomeno di interpretatio locale. Dallarea iberica, infatti, in particolar modo dalla regione nordoccidentale della Spagna (attuale Galizia e parte del
Portogallo),9 provengono una serie di epigrai databili al ii-iii secolo d.C. rinve1 Plaut. Merc. 5, 2, 22: invoco vos, lares viales, ut me bene iuvetis. Lo stesso signiicato desumibile in
Front. Ad M. Caes. 320: Nunc redeo Romam deosque viales et promarinos votis inploro.
2 Serv. ad Aen., 302: in luco lucum, ut supra diximus, numquam ponit sine religione; nam in ipsis habitant
manes piorum, qui lares viales sunt: unde in sexto nulli certa domus; lucis habitamus opacis.
3 Sabbatucci 1999, p. 89.
4 Candida 1979, nn. 40-42, pp. 95-101. Gli altari si rinvennero nel 1907, in seguito ai lavori per la ferrovia
Roma-Viterbo.
5 cil vi 36812= ils 9251c. Dal testo si ricava che le vie erano sotto la protezione dei Lari (Viales-ViatoresViatorii).
6 cil vi 36811= ils 9251b. Nel testo epigraico la dedica interpretata come Lares Rurales, da un nome conosciuto di un vicus della quattordicesima Regio. Secondo Candida 1979, invece, liscrizione andrebbe sciolta con Lares Curiales. G. Gatti, I Lares Curiales, Bull Com, 36, 1908, pp. 42-47, tav. iv, aferma che Compitum
e Curia, come testimoniato anche da Festo, deriverebbero il loro nome dalla Curia, luogo in cui si raduna
il popolo per la festa in onore di Fors Fortuna, divinit alla quale erano dedicati due templi lungo la via
Portuense.
7 cil vi 36813= ils 9251a. Il termine Semitales viene da Semitae, cio viottoli campestri posti sotto la
protezione dei Lari.
8 cil xi 3079.
9 La distribuzione delle epigrai la seguente: 17 provengono dal Conventus Lucensis (Lucus Augusti, Lugo),
tra cui iscrizioni che menzionano soltanto i Lares Viales come cil ii 5634 o cil ii 2572 e altre che invece testimoniano ex voto in onore delle divinit da parte di personaggi privati, come: Aug[usti] Lar[ibus] Sa|crum
Laribus|Vialib[us] M[arcus] M|annius Varus|[v]eteranus|ducenarius Leg[ionis VII ] G[eminae], pa|ter et ilius|ex
voto. Dal Conventus Bracarensis (Bracara Augusta, Braga), provengono 6 epigrai, tra cui cil ii 2417: Larib(us)
Viali|bu|FL Sa|binus|V|SLM. Dal Conventus Asturiacensis (Astrica Augusta, Astorga), sono note due dediche, cil ii 2572: Aug. sac|rum Laribus|Vialibus (da Lucus Augusti) e cil ii 5734 da Santianes de Tua (Tineo):
Sem(pronius) Cas(sius)|Laribus|Vialibus|ex voto|sacrum. Uniscrizione stata rinvenuta a Civitas Limicorum:
cil ii 2518. Soltanto tre iscrizioni sono riferibili al resto della Spagna, di cui una da Turiaso (Tarazona), cil
ii 2987: [---Ullici|Laribus|Vialibus v(otum) S(olvit. o solverunt) l(ibens o libentes) m(erito); unaltra dal territorium
di Dianium, a N di Alicante: Festivos(!)|Laribus|Vialibus|ex somnio|votum sol|vit, Setla e una terza rinvenuta
presso Granada: T(itus). Papirius|Severus|Laribus V(ialibus) v(otum) s(olvit), da Brcana.

110
lara anniboletti
nute presso antichi percorsi viari e, a volte, in corrispondenza di ponti su iumi. Si
tratta di dediche private, iscritte in are in pietra, rivolte ai Laribus Vialibus come tutori del cammino e dei viaggiatori che transitano le vie, interpretabili come trasposizione uiciale di numina indigeni preposti alla stessa funzione.1 Una sopravvivenza nellarea di questo tipo di ritualit, connessa a culti presso la strada,
desumibile anche dalla testimonianza di San Martn Dumiense, vescovo di Braga
nel 561 d.C., che condanna come demoniaca lusanza pagana di accendere lumi
ad petras, ad arbores, ad fontes et per trivia,2 cos come Vulcanalia et kalendas observare.3 A questo gruppo assimilabile una dedica privata di Caius Salius ai Lares
Viatores proveniente dalla Gallia Narbonese;4 unaltra iscrizione simile dalla Dacia
(Sarmizegetusa) intitolata a Fortuna Redux e ai Lares Viales per il rientro felice da
una spedizione militare.5 Si menzionano, inine, due epigrai, la prima, iscritta su
un altare proveniente dalla Britannia, che testimonia lesistenza di una divinit
preposta alla tutela di vias et semitas,6 la seconda dallAfrica Proconsolare, di pi
incerta lettura.7
2. 1. Culto presso la porta delle abitazioni: testimonianze letterarie ed epigraiche
Esistono varie testimonianze letterarie di un antico culto dei Lares presente presso
la porta delle abitazioni private: Omnis habet geminas hinc atque hinc ianua frontes
e quibus haec populum specta, at illa larem, aferma Ovidio,8 testimoniando lesistenza, se non di un sacello, di un ruolo religioso che la porta dellabitazione svolge in
relazione alla presenza dei Lari. Nella stessa direzione indirizza il signiicato della
metonimia ad primos Lares, usata da Properzio per indica la soglia di casa.9 S. Girolamo, polemizzando contro luso ancora radicato in epoca cristiana di collocare
1 Acua Castroviejo 1971, p. 357; J. M. Blzquez-Martnez, 2003, pp. 405-416;Rodrguez Garca
1999, pp. 147-151; Malecot 1971. possibile che il culto dei Lares Viales, importato dai Romani come
confermerebbero i medesimi attributi delle divinit, sia stato sovrapposto ad unessenza cultuale indigena,
percepibile nel carattere di alcune dediche. stato anche rimarcato il sincretismo tra la divinit indigena di
Lugus, collegata ai lares e a sua volta protettore dei viaggiatori, e Mercurio, paredro di Lara-Tacita e genitore
dei lares secondo il mito ovidiano (Ov. fast. 2, 607).
2 De correptione rusticorum, 16: Nam ad petras et ad arbores et ad fontes et per trivia cereolos incendere quid est
aliud nisi cultura diaboli? Divinationes et auguria et dies iddum observare quid est aliud nisi cultura diaboli?
Vulcanalia et kalendas obseruare mensas ornare et lauros ponere et pedem observare et fundere in foco super truncum
frugem et vinum et panem in fontem mittere quid est aliud nisi cultura diaboli? Mulleres in tela sua Minervam
nominare et Veneris diem in nuptias observare et quo die in via exeatur adtendere, quid est aliud nisi cultura diaboli?
Incautare herbas ad maleicia et invocare nomina daemonum incautando quid est aliud nisi cultura diaboli? Et alia
multa quae longum dicere.
3 Per uninterpretazione comparitivistica di questo uso vedi Johnston 1939, pp. 342-356.
4 cil xii 4320: C(aius) Salius Ste[---]|Magnis et viator(ibus)|de suo restitu[it].
5 cil iii 1422: Fortunae|Reduci Lari|Viali Romae|Aeternae|Q(uintus) Axius Aelia|nus v(ir) e(gregius)
proc(urator)|Aug(ustorum. Duorum). Liscrizione va confrontata con la notizia del sacriicio di due arieti fatto
nel 214 d.C. da parte dei fratelli Arvales, in onore dei Lares Viales e della Fortuna Redux, votato per Caracalla
partito per una spedizione in Nicomedia, vedi J. Hild, s.v. Lares, in Dictionnaire des antiquits grecques et
romains, cit., iii, 2, 1904, pp. 937-949.
6 cil vii 271: Deo qui vias et semitas commentus est T(itus) Irdas s(ingularis) c(onsularis) f(ecit) v(otum) l(aetens)
l(ibens) m(erito). Q(uintus) Varius Vitalis b(ene)f(iciarius) co(n)s(ularis) aram sacram restituit, Aproniano et Bradua
co(n)s(ulibus).
7 cil viii 9755: [Laribus?] Vialibus. Callimorphus, Liberalis Au[g]us[ti] disp(ensatoris) vi[k(arius)].
8 Ov. fast., 1, 136.
9 Prop. El. 4, 9.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


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allentrata della casa un sacrarium tutelare dellabitazione, a cui erano resi onori
sia pubblicamente, sia privatamente, conferma che post fores domorum idola ponerentur, quos domesticos appellant Lares et tam publice quam privatim animarum suarum
sanguinem funderent.1
Lattestazione va connessa con quella molto pi antica di Dionigi di Alicarnasso
che, descrivendo listituzione dei Compitalia arcaici da parte di Servio Tullio, aferma che il re ordin agli abitanti di erigere cappelle in onore degli
in tutti gli e aggiunge che impose, inoltre, che le cerimonie fossero svolte attraverso il contributo di ciascuna casa.2 Festo,3 sforzandosi
di spiegare la natura dei Compitalia arcaici, testimonia lusanza, nella sera precedente la festa, di appendere ai compita pupattole di lana rappresentanti ciascun
membro della famiglia e palle raiguranti gli schiavi, ainch i Lares, divinit
infere, risparmiassero i vivi accontentandosi di quei simulacri. Macrobio testimonia lo stesso rituale, con la signiicativa diferenza del luogo in cui le palle e i pupazzi dovevano essere poste: in singulorum foribus.4
Interessante la deinizione di Dionigi di Alicarnasso dei Lares Compitales come
, cio eroi che stanno sul fronte delle case. Lequivalenza di
Lares con va spiegata con il contesto storico dello scrittore greco che, descrivendo per un pubblico greco unistituzione che conosce, ma di cui non ha esatti paralleli nella sua tradizione, usa il termine in virt di un procedimento
omologico divenuto consueto in et repubblicana.5 Tale incertezza nel trovare
una deinizione univoca evidente in Cicerone che parafrasa Lares con daimones,
senza dirsi sicuro dellesattezza della sua traduzione.6 In Festo sono considerati
Lari animae-hominum redactae in numerum deorum;7 Plutarco deinisce heros oixours il Lar Familiaris.8
Laggettivo riferito ai Lares spiegato dal retore Polluce9 con
lespressione , cio gli spazi anti1 S. Gerol. in Esaiam c. 57, vol. iii, p. 418 ed. Bened. Il testo continua: Ipsaque Roma orbis domina in
singulis insuli domibusque tutelae simulacrum cereis venerans ac lucernis quam ad tuitionem aedium isto appellant
nomine, ut tam intantes quam exeontes domos suas inoliti semper commoveatur erroris. Correlata a questa notizia
uniscrizione (cil vi 6567) che ricorda Bona Dea posta in tutelam insulae.
2 Dion. Hal. Ant. Rom. 4, 14, 3-4.
3 Fest. Paul. 248L2, s.v. pilae et eigies s.v. lanae eigies Paul. 1081: pilae et eigies viriles et muliebres ex
lana Compitalibus suspendebantur in compitis. quod hunc diem festum esse deorum inferorum quos vocant Lares,
putarent: quibus tot pilae, quot capita servorum; tot eigies, quot essent liberi. ponebantur, ut vivis parcerent et essent
his pilis et simulacris contenti.
4 Macr. Sat. 1, 7, 34: Factum est ut eigies maniae suspensae pro singolorum foribus periculum, si quod immineret, familis expiarent. Testimonianza di tale usanza oferta dalla rappresentazione dipinta di altari che
mostrano pupazzi appesi presente sia presso i sacelli compitali (es. Frhlich 1991, F29, p. 317 e F66, pp. 335),
sia anche presso i lararia domestici delle abitazioni (domus i 17, 4; i 12, 8; i 13, 2; vii 2, 20; vii 16, 22).
5 Varro. ling. 6, 3, 24; Varro 9, 38, 61; Non. 538, 6.
6 Cic. Tim. 11, 38: Quos Graeci appellant, nostri, opinor Lares, si modo hoc recte conversum videri
potest, et nosse et enuntiare ortum eorum maius est, quam ut proiteri nos scriber audeamus.
7 Fest. 121L.
8 Vedi Weinstock 1960, pp. 116-117 che riporta una lista di tutti i passaggi tratti dai classici dove il vocabolo heroes usato per designare i Lares. Il Lar Familiaris chiamato , nel senso di colui che si prende
cura della propagazione della specie; in questa accezione il termine greco sarebbe usato come equivalente
latino.
9 Poll. 2, 53.

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lara anniboletti
stanti le singole case davanti alle porte, confermando lesistenza un luogo di culto
dedicato ai Lari presso gli ingressi delle dimore, i cui riti riguardano gli abitanti del
vicinato, cio sono eseguiti a loro reciproco favore.
Nel racconto di Servio Tullio coloro che si riuniscono sono legati da un tipo
luido, ma non meno forte, di socialit e non sembrano portatori di strutture aggregative diverse dalla loro vicinitas, in nome della quale onorano i Lares cui pertengono gli spazi comuni.
Unaltra importante fonte chiarisce lorigine spontanea di una religiosit domestica connessa alla porta di casa e implicante un rapporto di sodalit tra i vicini.
Persio1 descrivendo ironicamente la celebrazione dei Compitalia da parte di un Sabino avaro, cita la frase quandoque iugum pertusa ad compita igit, spiegata dallo
scolio2 quotiens diem festum aratro ixo in compitis celebrat, timens seriolam vini aperire, acetum potat. Compita sunt loca in quadriviis, quasi turres, ubi sacriicia inita agricultura rustici celebrant. Merito pertusa, quia per omnes quattuor partes pateant, vel vetusta. Aut compita proprie a conpotando, id est simul bibendo, pertusa autem, quia
pervius transitus est viris et feminis. Vel compita sunt non solum in urbe loca, sed etiam
viae publicae ac diverticulae aliquorum coninium, ubi aediculae consecrantur patentes,
ideo pertusa ad compita; in his fracta iuga ab agricolis ponuntur velut emeriti et elaborati
operis indicium, sive quod omne instrumentum existiment sacrum. Vel compita dicuntur,
ad quae plura itinera competunt.
Secondo lo scoliasta dunque i compita in forma di quasi turres sono luoghi collocati ai quadrivi dove gli agricoltori celebrano sacriici al termine dei lavori agricoli. I compita non solo sono dei luoghi nella citt, ma anche viae publicae ac diverticulae che dividono propriet coninanti, dove vengono consacrate edicole in cui
i contadini sono soliti appendere iuga fracta, ovvero gioghi rotti. Come dimostrato dalla Holland, tuttavia, bench sia menzionato dai poeti luso di issare al
muro gioghi spezzati, non esiste alcuna notizia di un impiego di iuga come oferte
alla divinit,3 dato che farebbe supporre limpiego in questo passo del termine
iugum in unaccezione diversa dal signiicato originario di giogo per animali. Il
lemma presenta infatti unestensione semantica nel senso di trave,4 ino a designare anche una costruzione che, realizzata con due assi verticali su cui poggia
unarchitrave orizzontale, stigmatizza la forma di unapertura.5 In Persio il termine non indicherebbe, dunque, loferta come interpretato dallo scoliasta, ma
designerebbe i sacelli stessi quali iuga fracta, in virt della conigurazione che presentano. Tale costruzione corrisponde efettivamente alla forma pi spontanea
1 Pers. Saturae, 4, 28.
2 Schol. Pers. 4, 28.
3 Holland 1937, pp. 431-441. Il verbo usato nellaccezione di appendere il giogo ad un chiodo suspendo
e non igo, che impiegato nel signiicato di sospendere oggetti votivi al tempio, di piantare alberi o ancorare
fermamente qualcosa a terra. Sono da considerare poi due ordini di cose: in primo luogo sembra improbabile che un agricoltore possa annualmente aver disposto di un giogo rotto, poich tali attrezzi agricoli erano
costruiti con legni selezionati e resistenti e venivano usati per intere generazioni. Il secondo motivo
rappresentato dal valore delloferta che, in uneconomia a carattere agricolo, appare esosa per un parcum
deorum cultor.
4 Vitr. 10, 8, 19.
5 Fest. 394L, s.v. sub iugum mitti: lespressione indica il fatto che lesercito sconitto fosse costretto a passare al di sotto di una struttura provvisoria (iugum) realizzata con delle lance accostate.

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113
per segnare il termine di poderi coninanti, quale una struttura deperibile rinnovabile annualmente.
Anche laggettivo pervia con cui Calpurnius Siculus qualiica i compita1 riferito
certamente a strutture dotate di un passaggio, non diversamente dai pertusa compita di Persio, spiegati dallo scoliasta quia per omnes quattuor partes pateant,2 sembrano descrivere un allestimento simile. Questo tipo di sacello inteso come iugum,
perfettamente corrispondente alla dei Dioscuri a Sparta, costituita da due
barre verticali e unaltra orizzontale,3 peraltro strettamente connotato in senso
religioso. infatti morfologicamente assimilabile alla struttura del Tigillum Sororium, antico sacello presso il Compitum Acili,4 la cui forma e funzionalit religiose
sono alla base di complesse simbologie divine della Roma primitiva.5 Lo iugum
connesso a sua volta a Janus, di cui la primaria funzione la custodia dellentrata
di un passaggio.6 Nei sacelli o iuga, posti ai conini di propriet, scanditi dallattraversamento di viae et semitae, sono venerati gli spiriti dei Lari, custodi di quei termini, ed organizzata la festa tra coloro che possiedono un fondo vicino. Il passaggio, e quindi la porta, metaforizzano una realt originariamente concreta, che
segnala il conine della propriet, il limite dellappartenenza e del dominio di ciascuna sfera familiare.
utile riportare questa analisi al discorso da cui siamo partiti, relativo agli
di Dionigi dAlicarnasso che, in questottica, assumono un senso
nuovo, coincidendo con i Lari cui dedicato il sacello antistante lingresso dellabitazione, efettivo conine, in ambito urbano, tra le diverse propriet. Proprio la
porta, ereditando gli originari valori identitari e liminari, diviene la sede del culto
rivolto ai Lari quali custodi dei reciproci conini, praticato dalla familia al limite
del proprio ambito di pertinenza.
Conferma a tale suggestione proviene da un altare di Ostia collocato presso lingresso meridionale di un ediicio rettangolare localizzato nella Piazza dei Lari7 e
interpretato come compitum. Lara circolare, di epoca tardo-augustea o claudia,
dedicata ai Lares Vicinales da parte di uno o pi magistri;8 il rilievo che corre intorno
al corpo, raigura una scena religiosa con Ercole stante, in procinto di compiere
un sacriicio dinnanzi ad un altare, accompagnato da un maiale e associato alla
presenza di un thyrsus, attributo di Liber-Pater, posto a ianco di un albero. (Fig.
29) Specularmente convergenti verso leroe, due personaggi, interpretati come
Fauno/Silvano, reggono una situla e guardano indietro in direzione di un Lare
danzante, a cui protendono una delle mani, nellatteggiamento di guidarlo verso
1 Calpurn. Sic. Eclogae 4, 126.
2 Schol. Pers. 4, 28.
3 Vedi Waites 1920, pp. 251-261, che evidenzia i molti punti in comune tra Lares e Dioscuri; sullargomento, vedi anche Giacobello 2008, pp. 95-96.
4 Coarelli 1983, pp. 230-282. La forma del tigillum quella di unarchitrave orizzontale poggiata su due
altari di Janus Curiatius e Juno Sororia.
5 Carandini 1997, p. 504.
6 Holland 1961, pp. 77-91.
7 Bakker 1994, pp. 118-120; n. 1, ig. 17, tav. 81. Lediicio, databile in epoca antonina e costruito in opera
laterizia, presenta una pianta rettangolare e unapertura sul lato S dove, esternamente, posto laltare. Sul
lato orientale della costruzione si aprono altri due ingressi.
8 cil xiv S, 4298:[---m]a(gister/istri) d(e) s(ua) p(ecunia) f(aciendam) c(uravit/uraverunt)|laribus|vicin(alibus/is/iae) sac(ram)|aram marmoream.

114
lara anniboletti
laltare. Lassociazione di Ercole, nume tutelare domestico,1 e di Liber Pater ricordata anche da alcune iscrizioni in cui le due divinit svolgono il ruolo di protettori della propriet.2 Il sacriicio oiciato da Ercole nel ruolo di divinit protettrice del nucleo e dei beni familiari compiuto in onore dei Lares Vicinales, numi
domestici garanti del rispetto dei reciproci conini dei vicini. In questo contesto la
presenza dei due fauni simboleggerebbe la cornice di riferimento, che costituisce
il limite tra la sfera di Faunus/Silvanus,3 deinito tutor inium e talvolta detto anche
Lar Agrestis, e luniverso domestico civile pertinente ai diversi gruppi familiari sorvegliato dai lari.4
Una conferma in questa senso pu essere oferta dal ciclo di festivit di febbraio
presenti nel calendario numano, in cui i Lares Familiares, i Lares Compitales e Terminus sono posti in connessione tra loro da feste di natura espiatoria e di carattere
parentelare. il caso dei Ferialia dedicati al culto dei parentes morti che Ovidio,
fornendo una spiegazione eziologica, connette a Tacita Muta,5 la quale avrebbe
concepito i due gemelli preposti ai compita nel viaggio verso gli inferi. I Lares
Compitales, abitanti primordiali del luogo che permettono agli attuali abitatori di
viverci e di operare, emergono a livello spaziale o territoriale, costituendo il fondamento della natura stessa della festa, che ha per oggetto il passato come fondamento di quel che nasce.6 Il giorno successivo del 22 febbraio, durante la festivit
dei Caristia o Cara Cognatio destinata a rinsaldare i legami tra i familiari vivi, il banchetto solenne dedicato al culto dei Lares Familiares7 che, in questo caso, emergono a livello temporale poich simboleggiano gli antenati garanti di un diritto
trasmesso nellambito di una gens. Non casuale, ma ordinata secondo una logica
che compone un ciclo dei Lari, appare la festa conclusiva dei Terminalia del 23
febbraio, dedicati al dio che salvaguardia la sacralit dei termini e dei conini, in
onore del quale si compiono riti pubblici e privati.8
1 Coralini 2001, p. 20: lErcole protettore della casa e dei suoi abitanti va considerato come il risultato
di una sorta di processo di sempliicazione della sua personalit e funzione, per largomento vedi infra.
2 G. Wissowa, s. v. Liber, in W. H. Roscher, Ausfhrliches Lexicon der griechischen und rmischen
Mythologie, 18841, 19652, Hildeschein, 11.2, 1876, pp. 2026. Liber Pater, garante degli iura civilia, associato ai
Lari poich nel giorno dei Liberalia del 17 marzo, celebrati in suo onore, aveva luogo anche la vestizione
della toga virile da parte degli adolescenti che la indossavano dopo aver depositato la praetexta e la bulla
presso il sacello dei Lari domestici, decretando il passaggio allet adulta. Il rito, a carattere uiciale, prevedeva un sacriicio ai Lares Familiares e un altro a Libero sul Campidoglio.
3 Bakker 1994, p. 202.
4 da rilevare, inoltre, lesistenza di una tradizione che istituisce un rapporto di parentela tra Ercole e
Silvano, vedi Verg. Aen. 8, 357; Ov. fast. 1, 235 sgg.
5 Secondo la descrizione di Ovidio (Ov. fast. 2, 571-616) la ninfa Lara/Tacita, punita da Giove con la
perdita della lingua per aver raccontato alla sorella Giuturna dellamore che Giove nutriva per lei rendendone vano il tentativo di sedurla, fu inviata agli Infere, violentata durante il viaggio da Mercurio che la
accompagnava, avrebbe dato alla luce due gemelli, i Lares Compitales.
6 Sabbatucci 1999, p. 87.
7 Ov. fast. 2, 619-622. Tibullo (Tib. El. 6, 10. 17 sgg.) aggiunge che essi erano venerati sugli altari domestici
ofrendo loro uva, grano, favi e focacce, ma anche vino, incenso, iori.
8 Ov. fast. 2, 679 ss.: il rito pubblico aveva luogo al sesto miglio della Via Laurentina e consisteva nel
sacriicio di una pecora presso la pietra miliare in quel punto. Ov. fast. 2, 639 sgg.: i riti privati prevedevano
il sacriicio di agnelli o porcellini da latte eseguiti dalle famiglie che avevano terreni coninanti l dove una
pietra o un ceppo segnava il conine.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

115

Fig. 30. Pompei. Cippo da vii 4, 11, con iscrizione m. tvlli. m. f. |area privata .

Due ordini di monumenti vanno considerati in questa sede per il possibile signiicato della loro rappresentazione iconograica, relazionabile ad un culto dedicato, stricto sensu, a divinit preposte alla salvaguardia dei limiti delle propriet e,
in unaccezione pi ampia, tutori della sfera di pertinenza della familia, di cui la
porta dellabitazione costituisce il limite di appartenenza. Un cippo in pietra
lavica, proveniente da Pompei e rinvenuto presso la via, sulla parte sinistra della
strada (vii 4, 11), accanto al tempio della Fortuna Augusta, conserva il titulus M.
TVLLI. M. F.|AREA PRIVATA.1 M. Tullio, dedicante del tempio della Fortuna
Augusta,2 che fece costruire a sue spese e su un terreno di sua propriet, riserv,
in un terreno adiacente allo spazio sacro, una piccola casa per il custode dellediicio o per il personale preposto al culto.3 (Fig. 30) Il cippo, trovato nella sua posizione originaria presso la viuzza a S del tempio stesso, presenta sul corpo un bassorilievo raigurante una porta a due battenti chiusa, iancheggiata da due altari
a corpo parallelepipedo con foculus superiore, sormontati da ghirlande. Il soggetto
igurato riproduce limmagine simbolica del luogo di culto localizzato presso la
porta dellabitazione, e va relazionato, come ricordato dal titulus stesso, alla funzione del cippo, elemento di demarcazione tra unarea pubblica e una propriet
1 cil x 821.
2 Marco Tullio, iglio di Marco, ricordato nelliscrizione dedicatoria presso il Tempio della Fortuna, visibile sulla sommit delledicola che ne ospita la statua. Egli fu per tre volte duovir iure dicundo, duovir quinquennalis, augur, tribunus militum a populo ed ediic il tempio su un terreno di sua propriet, a proprie spese,
cil x 820: M. Tullius M. F. D. V. I. D. Ter. Quinq. Augur. Tr. Mil.|A. Pop. Aedem Fortunae August. Solo et Peq. Sua.
3 Thes Cra iv, s.v. cippus, n. 4, tav. 16, ig. 1. La dimora comprende una serie di stanze tra cui una cucina,
che potrebbero costituire anche degli annessi al tempio, dotati comunque di carattere privato.

116

lara anniboletti
privata. La raigurazione trova inoltre
espliciti confronti con la morfologia dei
complessi nicchia-altare di Delo, dove
sono testimoniate una o due are iancheggianti lentrata della casa.
Il secondo monumento un mosaico
tardo antico con rappresentazione calendariale delle stagioni e delle attivit
agricole proveniente da Saint Romainen Gal,1 presso lantica Vienne, che mostra la personiicazione di Gennaio e
una scena religiosa di ambiente rurale
connessa ai Compitalia,2 la festa-simbolo
del primo mese dellanno. (Fig. 31) Nella raigurazione un attendente porge
Fig. 31. Saint Romain en Gal. Mosaico
un oggetto cultuale ad un uomo di alta
con raigurazione delle stagioni:
statura, vestito di una lunga tunica
inverno, scena di sacriicio ai Lari.
drappeggiata e con il capo coperto, che
allunga la mano al di sopra dellaltare.
Tra loro posto un treppiede, collocato presso lingresso di un ediicio domestico
con tetto a spiovente e inestra aperta sul ianco destro. Il pannello igurato cronologicamente molto distante dalle pitture dei sacelli compitali urbani di Delo o
Pompei, in cui igurano scene religiose stereotipate e a carattere pi corale. Tuttavia, al di l della diversa destinazione che separa gli afreschi campani dal mosaico
di Vienne, in questultimo il sacriicio ai Lari sembra riferirsi ad una cerimonia diversa, concomitante con i Compitalia, ma celebrata nel quadro pi ridotto della famiglia e del vicinato, presso un altare disposto a ianco della porta di ediicio.
2. 2. Ritualit presso la porta delle abitazioni: testimonianze letterarie

Grande valore cultuale attribuito nel mondo romano alle porte, deinite giuridicamente Res Sanctae3 e investite di un primario ruolo religioso poich, sia intese
come porte della citt, sia nellaccezione di porte dellabitazione, garantiscono il
collegamento tra entit costitutive dello Stato romano. Gli ingressi urbici segnano, a livello pubblico, il conine tra lurbs e lager, ovvero tra lo spazio ritualmente
inaugurato e il territorio non integrato, cos come gli accessi delle abitazioni
costituiscono il limite tra la familia e i cives, ossia tra lambito privato e quello
pubblico.
Lo stipite della porta, connesso alla cerimonia di dedicatio dei templi, che
consente la creazione di uno spazio inauguratum, garante, di per s, di una volont religiosa di antica memoria, poich attraverso limposizione della mano
dellaugure sul ianco dellingresso e la pronuncia di formule rituali, che un luogo diviene templum, ovvero consacrato alla divinit. A questo rituale si riferisce
1 Lancha 1990, pp. 213, tav.113b.

2 Meslin 1970, p. 48.

3 Dig. 1, 8, 1.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


117
Cicerone1 nella sua arringa accusatoria contro Clodio, imputandogli di non avere
compiuto secondo la giusta usanza, latto di consacrazione che garantisce il passaggio da suolo privato a pubblico;2 mentre Servio,3 commentando un verso delle Georgiche di Virgilio, ci fornisce la spiegazione giuridica di tale usanza: (temlpumtenebit) verbo usus est pontiicali nam qui templum dicabat postem tenens dare
se dicebat numini, quod ab illo necesse fuerat iam teneri et ab humano iure discedere.
Nella religiosit domestica lingresso della casa prevede una sacralit connessa
ad una ritualit sin dai primordi della religione romana, poich nella mentalit arcaica lintera dimora percepita come un sistema sacro, capace di una volont e
di una sorta di simbolica potenza magica da cui dipende la sicurezza di tutta la famiglia. Non solo lediicio domestico in s, ma singolarmente tutti i componenti
di cui esso costituito, sono numina, come sembra percepibile dalla stessa afermazione di Servio: singula membra domus sacrata sunt diis.4
Le stesse parti costitutive della porta sono caratterizzate da una complessa epifania di presenze divine con funzione apotropaico-tutelare di guardiani della soglia: in primis Janus, dio del principio e della ine e protettore dei riti di passaggio
e di inizio, quindi Faunus, Stercutus, Pilumnus e Picumnus. Altri numi, annoverati
quali dii indigetes,5 sono preposti alla tutela dellingresso, come Carna/Cardea (da
cardo il cardine), Forculus (da fores il battente), Limentinus (da limen il perimetro
murario della costruzione) e Portunus (la chiave). Secondo Carandini6 Stercutus,
Pilumnus e Picumnus e Faunus, antichissimi demoni o Lari, costituirebbero un
complesso divino avente come proprio simbolo lo iugum: Stercutus (in collaborazione con Deverra), sovrasta in quanto capostipite gli altri esseri divini ed identiicabile con larchitrave (tigillum), capace di puriicare le impurit. I suoi igli
Pilumnus e Picumnus rappresentano una coppia gemellare metaforicamente coincidente con i due stipiti (postes), mentre Faunus/Limentinus, uno spirito infernale
protettore del terminus, assimilabile alla soglia (limen), da lui insediata e protetta
nello stesso tempo. Tacita Muta / Mania / Acca Larentia,7 linfera madre dei Lari
1 Cic. dom. 119, verbone pontiicis potetis, si is postem tenuerit et aliquid dixerit, domum uniuscuiusque
consecrari posse; Cic. 120, Postem teneri in dedicatione oportere videor audisse templi: ibi enim postis est, ubi
templi aditus et valvae. Cic. 123, An si postem tenuerit pontifex; Cic. 133, Ades, Luculle, ades, Servili, dum
dedico domum ciceronis, ut mihi praeeatis postemque teneatis. Cic. 134, si dixit aliquid verbis haesitantibus
postemque tremebunda manu tetigit, certe nihil rite, nihil casteperfecit.
2 Altre fonti antiche attestano lesistenza di questo rituale: Livio (Liv. 2, 8, 7 tenens postem precationem
peragit et dedicat templum), riferendosi alla dedica del tempio di Giove sul Campidoglio da parte di M. Orazio
Pulvillo; Valerio Massimo (Val. Max. 5, 10, 1 cum in Capitolio Iovi optimo maximo aedem pontifex dedicaret
interque nuncupationem sollemnium verborum postem tenens) e Seneca (Sen. dial. 6, 13, 1 Pulvillus efecit
pontifex, cui postem tenenti et Capitolium dedicanti), in riferimento allo stesso episodio.
3 Serv. ad Georg. 3, 16.
4 Serv. ad Aen. 2, 469.
5 Gli indigitamenta sono antiche formule, redatte in epoca arcaica e conservate nellarchivio dei Ponteici,
in cui rientrano lunghi elenchi di numi elaborati nel corso del tempo. Questi esseri numinosi, frutto della
tendenza animistica della primitiva religione romana, si dividono in due grandi categorie: dii indigetes le divinit pi antiche, originarie di Roma e dii novensiles di aggiunta posteriore. Per una trattazione speciica
del problema, vedi Perfigli 2004.
6 Carandini 1997, p. 504.
7 F. Coarelli, s.v. Campus Esquilinus, in ltur i (1993), ofre uninteressante interpretazione del mito di
Tacita, supponendo che la presenza di Giove rappresenti la modernizzazione di un attore maschile molto
pi antico, Fauno Incubus. Tacita risiederebbe presso la faccia interrata della soglia per impedire il passaggio
a Fauno, che da demone infero, potrebbe violarla non varcandola, ma passando al di sotto.

118
lara anniboletti
, a sua volta, preposta alla salvaguardia della parte interna della soglia, cui si
contrappone anteticamente la ninfa Carna, che presiede allo ius dei cardini e tutela la parte superiore e visibile della soglia. La simbolica struttura architettonica
della porta si rivela, nella visione arcaica della religione romana, un microcosmo
abitato da personaggi importantissimi del mito latino, eroi fondatori, demoni
primordiali dello spazio esterno, delle feste di ine danno e dei rituali di fondazione.
Le fonti attestano numerosi rituali legati a particolari eventi della famiglia e divenuti desueti in epoca imperiale, nei quali evidente la speciica connessione
magico-simbolico con la porta dingresso dellabitazione, sentita come barriera/conine tra due mondi. Comportamenti scaramantici in prossimit dellingresso sono tramandati dagli autori antichi: la soglia non va mai varcata con il
piede sinistro1 ed cattivo presagio inciamparvi;2 scrivere arseverse sulla soglia
scongiura il pericolo degli incendi;3 una barba di lupo appesa alluscio tiene lontane le fatture damore.4 A livello familiare, ogni circostanza della vita domestica
prevede la prescrizione di norme di culto, che scandiscono le tappe antropologiche e sociali delluomo, come la celebrazione del matrimonio, la nascita, la morte e i riti di passaggio o i cambiamenti di condizione sociale, aspetti collegabili alla sacralit della porta. Scopi protettivi ha luso di battere per tre volte la porta
con un ramo di corbezzolo, segnare la soglia, aspergendo con acqua incantata gli
stipiti (postes), per tenere lontane le strigae che, in sembianza di uccelli notturni,
entrano di soppiatto nelle case per divorare gli intestini dei neonati, come si soliti fare alle calende di giugno, quando si festeggia Carna.5 necessario, inoltre,
ofrire le intestina di una maialina di due mesi, supplicando la dea di accettarle al
posto di quelle del bambino e inine di apporre sulla porta un ramo di biancospino.6 La dea Cardinis, infatti, corrispondente femminile di Giano dal quale, essendo stata sedotta, aveva ricevuto la capacit di tenere lontane le peride streghe
con un ramoscello di alloro, ha il potere di aprire ci che chiuso e chiudere ci
che aperto. Sotto la soglia vengono deposti tre granelli di incenso7 durante il rito compiuto in onore di Tacita Muta, la madre dei Lari. La nascita collegata alla
porta attraverso un rito puriicatorio relazionato da Varrone8 con le divinit agricole e con latto della generazione umana,9 compiuto presso lingresso dellabitazione per impedire che il demone Fauno, penetrando durante la notte del parto,
insedi la puerpera e il neonato. In questo rituale i guardiani della soglia sono im1 Sil. It. 7, 172; Petr. Sat. 30.
2 Cic. div. 2, 40, 84; Tib. El. 1, 3, 19; Ov. Met. 10, 452.
3 Afranio in Fest. 18 M.
4 Plin. nat. 28, 157, Hor. Sat. 1, 8, 42.
5 Ov. fast. 6, 101-168. Tale divinit aveva un tempio sul Celio (Macr. Sat. 1, 12, 31).
6 Ov. fast. 2, 131-140; 6, 155-166.
7 Ov. fast. 2, 571-616.
8 La testimonianza varroniana tramandata da Agostino (Aug. civ. 6, 9): tamen mulieri fetae post partum
tres deos custodes commemorat adhiberi, ne Silvanus deus per noctem ingrediatur et vexet, eorumque custodum signiicandorum causa tres homines noctu circuire limina domus et primo limen securi ferire, postea pilo, tertio deverrere
scopis, ut his datis culturae signis deus Silvanus prohibeatur intrare, quod neque arbores caeduntur ac putantur sine
ferro, neque far conicitur sine pilo, neque fruges coacervantur sine scopis; ab his autem tribus rebus tres nuncupatos
deos, Intercidonam a securis intercisione, Pilumnum a pilo, Deverram ab scopis, quibus diis custodibus contra vim dei
Siluani feta conservaretur; Non. 528, 13-15 M.= 848L.Vedi anche Carandini 1997, pp. 160-163.
9 De Marchi 2003, p. 140.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


119
personati da tre uomini che, percorsi i limiti della casa, si recano di notte presso
la porta principale, dove il primo (rappresentante di Picumnus) colpisce la soglia
con una scure, il secondo (Pilumnus), con unarma da lancio o col pestello, inine
il terzo (Intercidona o Deverra, demone dellimmondizia e per contrasto della puriicazione) la ripulisce dalle schegge e dai trucioli con una scopa. I soggetti soprannaturali che presiedono alle azioni di questo rito sono evidentemente i demoni-Lari, protettori della casa e identiicati con le varie parti costitutive della
porta stessa, che costituisce una sorta di barriera di separazione tra il mondo domestico e quello selvaggio e primordiale.1 Dopo la nascita di un individuo, la porta viene incoronata e una iamma accesa sopra laltare.2 Durante la celebrazione
dei Parilia del 21 Aprile, il Natalis Urbis, necessario ornare la porta con un festone di iori3 e segno di festa tenere le porte aperte, come si soliti fare durante lo
svolgimento dei solenni Ludi Apollinares di luglio.4 Il matrimonio collegato allingresso attraverso pratiche rituali a carattere prevalentemente apotropaico, come lusanza di sollevare la sposa al momento del passaggio della soglia di casa,5
che deve avvenire con prudenza,6 dopo avere unto gli stipiti della porta con olio
o grasso di maiale, ed avervi appeso bende di lana.7 Alle porte di casa (pro singolorum foribus) secondo Macrobio8 vengono appesi, la sera precedente la festa dei
Compitalia, pupattole di lana (pilae) rappresentanti ciascun membro della famiglia
e palle (eigies) raiguranti gli schiavi. Tale rituale una lustratio che riscatta i vivi
attraverso un sacriicio sostitutivo, praticato al conine della casa, presso la porta, con funzione espiatorio-protettiva estesa a tutti i componenti della famiglia,
liberi e schiavi. Tutte le metafore che utilizzano il sema porta sottendono un
cambiamento di stato, in un processo in cui il termine non indica esclusivamente
laccezione architettonica del passaggio materiale, ma diviene emblema del mutamento ontologico, quale la nascita, liniziazione, levoluzione isica, psichica e
spirituale, la realizzazione della pienezza dellesistenza umana, la morte. La porta presente infatti nella simbologia dei riti di passaggio iniziatico, funerario o
puriicatore, come ad esempio nei cerimoniali compiuti il primo ottobre presso il
Compitum Acili, dove una trave orizzontale (Tigillum Sororium) posta sopra due altari, attraversa la via,9 varco metaforico connesso alloriginaria espiazione di Orazio macchiatosi delluccisione della sorella.10 La stessa creazione del passaggio,
nel caso di porte (domestiche o, su scala maggiore, urbiche), accompagnata da
una serie di valori rituali pubblici, di cui sono testimonianza i depositi sacriicali

1 Harmon 1978, p. 1596.


2 Stat. Silv. 4, 8, 40.
3 Solin. i, 19.
4 Liv. 25, 12, 12.
5 Lucan. 2, 359; Plut. quaest. Rom. 29, 271d.
6 Plaut. Cas. 815; Catull. 61, 159-160.
7 Serv. ad Aen. 4, 458: moris enim fuerat, ut nubentes puellae, simul venissent ad limen mariti, postes antequam
ingrederentur, propter auspicium castitatis, ornarent laneis vittis: unde ait velleribus niveis: et oleo ungerent, unde
uxores dictae sunt, quasi untore; vedi anche Plut. quaest. Rom. 31, 271f; Plin. nat. 29, 30; Lanis auctoritatem
veteres Romani etiam religiosam habuere, postes a nubentibus attingi iubentes; Isid. etym. 9, 7, 12; Donat. ad Ter.
Hec. 1, 2, 60.
8 Macr. Sat. 1, 7, 34.
9 Dion. Hal. Ant. Rom 3, 22, 7-8.
10 Tale funzione equivalente a quella svolta dalla successiva Porta Triumphalis che puriica, attraverso
la celebrazione della cerimonia del trionfo, lesercito vittorioso macchiatosi del sangue nemico (Fest. 117L).

120
lara anniboletti
connessi ad atti di fondazione o di espiazione.1 In tali contesti il ricorso a pratiche
cultuali destinate a deinire lo spazio occupato teso a consolidare lintegrazione
della comunit, e dotato di una funzione puriicatrice e proilattica. Signiicato
espiatorio attribuibile al sacriicio dei cani compiuto presso le mura degli abitati
in corrispondenza di porte e attestato archeologicamente sia ad Ariminum che a
Paestum,2 cos come valore protettivo riveste lesposizione presso le porte monumentali di protomi di divinit, signa pertinenti alla presenza di un nume. La consacrazione di innanzi allingresso di una citt costituisce uneicace forma
di difesa contro esterne potenze ostili, rendendo i varchi impenetrabili alle partes
adversae grazie allinvisibile presenza di un nume.3
2. 3. Interpretazione religiosa: i compita vicinalia a Pompei
Nellambito di un contesto gi pienamente urbanizzato, i Lares Viales sono stati
messi in relazione con un luogo fortemente connotato in senso religioso come la
porta delle abitazioni, poich ipotizzabile che a loro fosse reso un culto nellambito dello spazio in cui esercitano la loro giurisdizione, e precisamente presso le
sedi stradali su cui sono allineate le case, estendendosi inevitabilmente il loro raggio dazione dalle vie alle facciate delle dimore.
La stessa intrinseca natura dei Lari, divinit di frontiera, rende giustiicazione
della loro presenza nello spazio liminare tra la casa e la via, coincidente con la porta dellabitazione.
I contesti cultuali documentati su varie facciate di case a Pompei e a Delo
potrebbero consentire, dunque, lidentiicazione come compita vicinalia, dedicati
ai Lares nellepiclesi di Lares Viales e interpretabili come espressione di corporativismo di quartiere, operante nel quadro delloriginaria suddivisione zonale della
citt.
Lesistenza del compitum vicinale testimoniata da Varrone in riferimento allantico rituale romano del matrimonio: la sposa, al momento di entrare nella
nuova abitazione, doveva ofrire un asse nel compitum vicinale di riferimento;4 i
Lares Vicinales sono i dedicatari del citato altare ubicato nella Piazza dei Lari ad
Ostia. (Fig. 28)
Stante la diicolt di una deinizione esatta del termine compitum vicinale, la
sua scansione religiosa parrebbe deinirsi una realt distinta dal compitum posto
agli incroci, rispetto al quale potrebbe costituire unarticolazione inferiore, la cui
genesi spontanea spia di una minore uicialit. Questa ipotesi spiegherebbe
alcune incongruenze percepibili nel rapporto tra la suddivisione dello spazio
urbano di Pompei e la distribuzione dei sacelli compitali nei vari quartieri della
citt. In un recente studio i complessi religiosi localizzati negli incroci delle insu1 Un esempio di intervento rituale, chiaramente connesso alla chiusura di una porta daccesso realizzato
in epoca ellenistica, stato recentemente rinvenuto a Pompei presso la domus ix 7, 2-22, vedi Giglio 2008,
p. 345; di signiicato analogo appaiono i frequenti ritrovamenti di piccole monete bronzee al di sotto delle
soglie rifunzionalizzate.
2 Robert 1993, pp. 121-123; 136-137.
3 Pugliese Carratelli 1965, pp. 5-6.
4 Varro. De vita populi romani i, 25 ed. Riposati, Milano 1939 (= Non., p. 531L).

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


121
lae del centro urbano,1 sono considerati santuari compitalizi espressione dei vici
urbani e, come tale, sottogruppi della pi ampia ripartizione di Pompei in cinque
distretti amministrativo-politici.2 Le due liste dipinte provenienti da Via dellAbbondanza, databili tra il 47 e il 46 a.C. confermano, daltro canto, lesistenza
di magistri vici et compiti,3 dignitari rappresentanti del vicus e organizzatori dei
Compitalia.
Questa ipotesi non appare tuttavia completamente adeguata a spiegare le dinamiche di interazione religiosa-urbanistica di Pompei, evidenti nellubicazione di
molti cosiddetti sacelli compitali lungo le direttrici viarie principali della citt, disposti a pi incroci tra loro successivi, piuttosto che allangolo di ciascuna insula.
Ancora, ammettendo che in ambito urbano il vicus4 coincida con il quartiere scandito dalla via principale che lo attraversa, ovvero che equivalga ad insula,5 la distribuzione topograica dei sacelli compitali di Pompei non sembra congrua. Non
tutti gli isolati, infatti, sono dotati di un complesso religioso funzionale al culto
del vicus, localizzato presso il rispettivo incrocio stradale. Allinterno della ripartizione degli spazi religiosi nel quadro urbano, da valutare poi il posizionamento
di alcuni compita allombra di una grande casa dominante un intero isolato: cos
, ad esempio, per laltare lungo Via di Nola, allangolo N-W dellinsula ix, 8, installato presso la grande Casa del Centenario; per il sacello che marca lincrocio
ix, 14, in prossimit della Casa di M. Obellius Firmus (ix 14, 4); per laltare disposto
lungo Via dellAbbondanza allangolo NW dellinsula ii, 2, in connessione con la
dimora di D. Octavius Quartio o per lara sistemata a met altezza dellinsula occupata dalla Casa del Fauno. Se in questi casi da considerare il ruolo sociale che la
gens proprietaria di tali immobili deve avere giocato in seno alle associazioni di
quartiere, proponendo membri della familia e presenziando in tal modo lassemblea dei vici attraverso la mediazione degli schiavi, nominati responsabili delle cerimonie da svolgersi nei vari compita,6 lesistenza di piccoli sacelli in prossimit di
case di modesto impianto, lontano dallincrocio stradale, lascia supporre forme di
culto legate ai proprietari stessi delle dimore. Conferma dellesistenza di luoghi di
culto diversi dai sacelli compitali fornita da una testimonianza di Livio relativa
1 Van Andringa 2000, p. 60 sgg.
2 Di almeno quattro distretti conosciamo i nomi antichi: Forensis, dal nome antico di Porta Marina, ossia
Porta Forensis, comprendente la zona del Foro; Saliniensis, presso il settore N-W della citt dove si trova Porta
Salaria, ossia Porta Ercolano; Campanienses, nel comparto N-E che comprende Porta Campana, oggi Porta
Vesuvio e Urbulanensis, coincidente con larea non scavata della citt situata a S di Porta Urbulana, cio la
porta dellurbs.
3 cil iv, 60a.
4 Secondo Fest. 460L2 = 507L1: (Viciappellari in)cipiunt ex agris, qui ibi villas non habent, ut Marsi aut
Paeligni. Sed ex vicis partim habent remp(ublicam) et ius dicitur, partim nihil eorum et tamen ibi nundinae aguntur
negotii gerendi causa, et magistri vici item magistri pagi quotannis iunt. Altero, cum id genus aediici(orum dei)nitur,
quae continentia sunt his oppidis, quae itineribus regionibusque distributa, inter se distant, nominibusque dissimilibus
discriminis causa sunt dispartita. Tertio, cum id genus aediiciorum deinitur, quae in oppido primi in suo quisque
loco proprio ita aediicat, ut in eo aediicio perviunt sit, quo itinere habitatores ad suam quisque habitationem habeant
accessum. Qui non dicuntur vicani, sicut hi, qui aut in oppidi vicis, aut hi, qui in agris sunt, vicani appellantur.
5 Van Andringa 2000, p. 73. Sulla questione vedi anche Stek 2008, pp. 114-115.
6 Questo spiegherebbe perch in citt come Pozzuoli alcuni vici abbiano preso il nome della gens
dominante, come vici Vestoriani, Calpurniani, Lartidiani. Del resto anche a Roma il compitum Acili era legato
ad una grande famiglia dellUrbs.

122
lara anniboletti
al 429 a.C., dove sono menzionate pratiche sacriicali di tipo domestico compiute
dalla popolazione sia nei vici, sia nei sacella prossimi alle abitazioni.1
Sembra necessario, dunque, operare una distinzione tra sacelli compitalizi stricto sensu e altre realt cultuali ad accezione sovrafamiliare, ma strettamente connessi ad una religiosit domestica quali i compita vicinalia. Tali associazioni di
strada articolate nelle strutture superiori dei vici urbani potrebbero costituire organismi religiosi immediatamente superiori alla famiglia, fondati su un dinamico
rapporto tra i vicini, cio linsieme degli abitanti di una via, di uninsula, o di una
parte del quartiere.
Sulla scia della documentazione archeologica di Pompei e Delo dunque ipotizzabile che durante i Compitalia alcune famiglie, riunite in una forma di associazionismo, partecipassero non soltanto alle cerimonie uiciali presso lincrocio
stradale espressione della totalit del vicus, ma che celebrassero il sacriicio su un
altare disposto dagli stessi proprietari presso la facciata della casa, allo scopo di
onorare con oferte le divinit tutelari della strada e dei vicini. La festa, rappresentazione della stessa vicinitas nel senso di struttura aggregativa sorretta da rapporti
eminentemente solidaristici, prevede una celebrazione alle porte di abitazioni, nel
quadro della famiglia e del vicinato allo scopo di onorare con oferte gli esseri divini protettori della strada, dei reciproci conini e dellinsula. Attraverso il contributo di ciascuna casa si compiono riti e sacriici comuni che riguardano gli abitanti
del quartiere in relazione agli spazi collettivi.
possibile che le monete residuali, rinvenute nelle varie nicchie a Pompei, siano state deposte insieme alle altre oferte proprio in occasione della festa: la pratica di ofrire donativi monetali alle divinit domestiche infatti testimoniata nel
centro vesuviano anche dai rinvenimenti di assi e sesterzi nei lararia familiari posti
allinterno delle abitazioni e ancora funzionanti nel 79 d.C.2
Varrone ci fornisce, in tal senso, unimportante indicazione quando, riferendosi
al rituale romano arcaico dellunione celebrata sotto forma di coemptio, menziona
che la sposa al momento di entrare nella nuova abitazione, era solita dare un asse
al marito, deporne un altro presso il fuoco dei Lares Familiares e ofrirne un terzo
nel compitum vicinale: nubentes veteri legi romana asses III ad maritum venientes solere
pervehere atque unum, quem in manu tenerent, tamquam emendi causa, marito dare;
alium, quem in pede haberent, in foco Larium familiarium ponere; tertium<quem> in
sacciperione condidissent, compito vicinali solere reservare.3 La citata testimonianza
1 Liv. 4, 30, 9-11: animos quoque multiplex religio et pleraque externa invasit novos ritus sacriicandi vaticinando
inferentibus in domos quibus quaestui sunt capti superstitione animi, donec publicus iam pudor ad primores civitatis
pervenit, cernentes in omnibus vicis sacellisque peregrina atque insolita piacula pacis deum exposcendae.
2 In alcuni casi le monete sono state rinvenute allinterno della nicchia cultuale assieme a statuette e oggetti, vedi Boyce 1937, nn. 67, 108, 220, 458. In Bassani 2008, p. 138 vedi lindicazione delle monete rinvenute
in vani ed ediici a destinazione cultuale. Per il signiicato apotropaico delle monete poste sotto la protezione divina e usate come talismani o simbolo di ricchezza e prosperit in ambito domestico, vedi Bassani
2008, pp. 138-139.
3 Varro. De vita populi romani i, 25 Milano, Riposati, 1939 (= Non., 531L.). Ciascuno dei tre assi aveva un
signiicato particolare: uno al marito, simboleggiava la primitiva vendita della donna trasformatasi poi in
una inzione giuridica di compera da parte delluomo; laltro, deposto sul focolare dei Lari domestici della
nuova casa, indicava loferta della nupta come pedaggio agli dei, sotto la cui protezione veniva a porsi.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


123
di questo antico costume di consacrare agli dei compitali adiacenti alla casa del
marito unoferta simbolica, si accorda allesigenza di riconoscimento della nuova
situazione da parte della comunit dei vicini di appartenenza. Il cerimoniale conferma la stretta relazione che intercorre tra labitazione romana, i Lari e il vicinato, che chiamato a partecipare ai solenni e festosi avvenimenti della famiglia.
3. Le pitture religiose con Ercole e Mercurio
presso la facciata degli edifici: il caso di Pompei e Delo
Divinit preposte alla tutela delle vie, in associazione al ruolo religioso rivestito
dai Lares Viales, sono Ercole e Mercurio, le cui immagini contrapposte a Pompei
come a Delo sono dipinte in corrispondenza degli stipiti che inquadrano lapertura delle abitazioni, esplicitando il valore apotropaico di guardiani del passaggio loro attribuito nel mondo greco-romano.
La rappresentazione di Mercurio, molto frequente nei contesti sacri domestici
della citt vesuviana, mostra due tipologie iconograiche entrambe indistintamente presenti sia nei lararia posti internamente alle domus,1 sia sulle scene religiose delle facciate di abitazioni: il tipo stante, vestito di corta tunica e avente il petaso in testa, che tiene con una mano la sacca, con laltra il caduceo; e uno schema
in cui il dio, con lo stesso abbigliamento, rappresentato di proilo, quasi di corsa,
con entrambe le mani protese a reggere il marsupium.
La funzione di garante del guadagno costituisce certo una risposta alla difusione
igurativa della divinit, esibita in connessione alle attivit lucrative della familia,
poich, proprio attraverso i suoi attributi, esplicita il ruolo propiziatorio del salve lucrum o lucrum gaudium. Tuttavia, in certi casi, la presenza di Mercurio sembra unire
alla veste di promotore del commercio, il signiicato di custode del passaggio, nume
tutelare delle entrate e degli ingressi, in associazione con la igura di Ercole. La mansione di protezione della porta, nel caso di Mercurio, rapportabile al ruolo della
corrispondente divinit greca Hermes, dio dei conini, protettore dei viaggi e dei
viaggiatori stessi, funzione esplicitata dalle erme usate con scopi apotropaici in tutta la Grecia per segnare le strade e i conini.2 Per quanto riguarda Ercole la sua presenza sulla scena domestica attestata a Pompei sia presso i sacelli privati della familia, dove si trova o in pitture religiose o in statuette bronzee,3 sia sulle facciate di
abitazioni, presso uno degli stipiti che inquadrano lapertura. La funzione erculea
di custode dei passaggi sembra essere preponderante proprio nelle scene religiose
dipinte sulla fronte degli ediici, dove Mercurio fa da pendant sul lato opposto.4
1 Mercurio compare come penato domestico tra le divinit venerate nei larari, sia in pitture (vedi Frhlich 1991, pp. 140-144, dove sono menzionati tutte le raigurazioni di Pompei relative al dio); sia in statuette (vedi Kaufmann Heinimann, Ble 2006, pp. 155-156, ig. 6) il cui numero, in rapporto alle rappresentazioni dipinte, appare considerevolmente alto. Il ruolo della divinit in tali contesti stigmatizza un augurio
di benessere economico esteso a tutte le attivit della famiglia.
2 A Mercurio riconducibile, secondo il mito ovidiano (Ov. fast. 2, 607), anche la leggenda dellorigine
dei Lari.
3 Kaufmann Heinimann, Ble 2006, pp. 155-156, ig. 6: nei larari la rappresentazione igurata e il
numero di statuette di Ercole si equivalgono (5).
4 Nei casi in cui Ercole, eigiato in un lato dellentrata della casa, associato a Minerva come in ix 11, 7,
la presenza delleroe-dio esplica unazione proilattica di tutela del commercio e delle attivit artigianali.

124
lara anniboletti
Anche di Ercole esistono due schemi iconograici impiegati indiferentemente
allinterno dei sacrari o nelle immagini in postibus: il prototipo, derivato da modelli
prassitelici, lo stesso per entrambi i tipi (in posizione stante e nudit eroica, poggiante sulla gamba destra, avvolta allavambraccio la leont), ma, mentre in una
rappresentazione (dexioumenos) leroe in posizione di riposo appoggiato alla
clava e regge uno skyphos nel braccio disteso, nellaltra Ercole presentato come
libans, con la clava sollevata e appoggiata allomero, in atto di sacriicare.
Nel caso dei lararia il signiicato della presenza di Ercole rimane ambivalente,
dal momento che leroe pu svolgere il ruolo apotropaico di guardiano della porta
e, per estensione, della casa, ma pu anche simboleggiare il successo economico
della famiglia.1 In alcune pitture di sacelli familiari, tuttavia, sembra possibile cogliere un ulteriore aspetto legato ad un particolare culto rivolto alleroe, che diviene lunico attore dei quadri religiosi ed rappresentato, al pari dei Lari, in atto di
compiere un sacriicio a s stesso.2
Negli afreschi presso la facciata degli ediici, a Pompei come a Delo, Mercurio
raigurato presso lo stipite destro e Ercole a sinistra dellingresso dellabitazione; talvolta le divinit sono accompagnate dai rispettivi animali sacri, il gallo e il
maiale. In tale contesto la loro funzione di theoi propylaioi posti a tutela della porta
appare indubbia. Analizziamo i contesti in cui a Pompei compaiono i due eroi:
Nel pilastro W dingresso dellabitazione i 3, 24,3 raigurato, posto al di sotto
di una ghirlanda, Ercole che regge con la mano destra uno skyphos alzato e con la
sinistra una clava. Nello stipite E, contrapposta la igura di Mercurio con petaso
e borsa.4
1 Questo il senso della presenza del dio, accompagnato dal porcellino, tra i Penati dellabitazione v, 4,
3, dove inserito in una sorta di processione paratattica dei numi tutelari della famiglia insieme a Mercurio,
una Vittoria che lo incorona, Minerva libante e, al di sopra, Bacco, Venere Pompeiana e Fortuna. Allo stesso
modo va spiegata lesistenza di numerose statuette bronzee del dio associato ad altre divinit, rinvenute nei
larari, come quelle di Ercole, Mercurio, Apollo, Esculapio presso ledicola del larario della Casa delle Pareti
Rosse viii 5, 3-7, in cui sono raigurati i Lari e il Genio; quelle di Venere, Ercole, Priapo e i Lari presso vii
15, 3, inine, quelle di Ercole, Mercurio, Venere nella Casa di Trebius Valens (iii 2, 1).
2 il caso del larario nel giardino dellediicio ii 1, 19 (Frhlich 1991, n. L 39, p. 265, tav. 29,4; Orr 1978,
pp. 169 ss.) dove, a lato di unedicola con timpano, raigurato leroe come dexioumenos con testa coronata;
ugualmente, nel muro di fondo di una nicchia del giardino della Casa del Cenacolo v 2, h, dipinto Ercole
libante, accompagnato da un maiale, presso un ara circolare su cui arde una iamma (Frhlich 1991, n. L
48, p. 268, tav. 32; Boyce 1937, n. 108). In unabitazione vicina a Porta Nocera (ii 8, 6), Ercole dispone di una
cappella dotata di altare, alloggiata nel giardino, presso il grande triclinium estivo; un sacriicio compiuto da
Ercole dipinto in un pannello a carattere religioso presso il larario della cucina di vii 4, 26-27 (Frhlich
1991, n. L 85, p. 286, ig. 7; Boyce 1937, n. 273; Coralini 2001, P 084, pp. 201-202.). Nella raigurazione del
sacello domestico presso la cucina della domus di M. Obellius Firmus ix 14, 2-4 (Frhlich 1991, n. L 111, tav.
48,1, p. 299; Boyce 1937, n. 68), vedi Fig. 23, a lato delledicola presente leroe accompagnato da un maiale,
cui fa da pendant, sul ianco opposto, un Lare (ma appartenente ad una fase pi recente e contemporaneo
al Genius), mentre, sul registro inferiore, afrescata una scena di banchetto e un serpente agatodemone.
Inine, presso il sacellum della Villa suburbana delle Colonne a Mosaico (Frhlich 1991, n. L 112, tav. 48,2,
p. 300; Boyce 1937, n. 479), al di sotto di un altare con serpenti avvolti, posto un pannello con una successione paratattica di quadretti che riproducono simboli del sacriicio, rispettivamente un popa che conduce
un maiale, la clava di Ercole, il gallo (di Mercurio) e un grande skyphos.
3 Per le fasi dellabitazione vedi Pompei: pitture e mosaici, a cura di G. Pugliese Carratelli, i, 1990, p. 82 sgg.,
Roma, Istituto dellEnciclopedia Italiana, 1990-1999.
4 Frhlich 1991, n. F3, p. 306; Boyce 1937, n. 1, p. 110.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

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Fig. 32. Pompei. Pannello presso lo stipite dellediicio i 9, 1.

Le pareti del vestibolo della Casa del BellImpluvio (i 9, 1)1 presentavano una
pittura con scena religiosa articolata in due gruppi di divinit contrapposte.2 Presso il versante E, inquadrati da una ghirlanda, sono raigurati Ercole e Mercurio:
il primo, di cui resta la testa di proilo e il braccio sollevato, accompagnato da un
maiale e si dirige verso Mercurio, vestito di una corta tunica con clamide e petaso
in testa, dipinto in atteggiamento di corsa, con le mani protese in avanti a reggere
due sacche. Fanno da pendant nella parete W la igura stante di Giunone, accompagnata da unoca, con una lancia nella mano destra e una patera nellaltra e Minerva con corazza e gorgoneion, intenta a compiere una libazione su un altare
circolare, con a ianco le scudo e la lancia. (Fig. 32)
Presso entrambi i lati dellingresso dellabitazione i 12, 10-11, ascrivibile al periodo sannitico, erano posti dei pannelli igurati con scene religiose oggi del tutto
scomparsi, e menzionati da Frhlich3 che riconosce nel dipinto tre fasi decorative:
ad una prima mano di intonaco appartiene una testa di proilo (forse Minerva
elmata) posta al di sotto di una ghirlanda; pertinente ad un secondo momento,
la igura di Ercole stante con la clava appoggiata a terra, che leroe regge con il
braccio destro, accompagnato da due personaggi di cui, quello alla sua destra con
volto di proilo e avambraccio proteso in avanti, identiicabile come Mercurio. La
igura a sinistra delle due divinit, appartenente ad una terza fase, identiicabile
1 Pompei: pitture e mosaici, cit., p. 919 sgg.: limpianto dellabitazione databile al ii secolo a.C.
2 Frhlich 1991, n. F6, p. 308, tav. 52,1-2; Boyce 1937, n. 3, p. 110; Coralini 2001, P. 014, pp. 153-154.
3 Frhlich 1991, n. F12, p. 311, tav. 50,4; Coralini 2001, P. 023, p. 178.

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lara anniboletti

Fig. 33. Pompei. Pannelli nei pilastri di entrata E e W presso Via di Nola, Regio iv.

con Minerva rappresentata di proilo, con elmo dorato e costume bruno, posta al
di sopra di un uomo togato intento al sacriicio che tiene un braccio alzato. Davanti alla facciata posto un altare in calcare del Sarno (vedi supra). (Fig. 6)
Il civico ii 1, 1 un thermopolium comunicante in origine con la contigua abitazione in ununica propriet dotata di un settore commerciale e di uno abitativo.
Presso la facciata della bottega si contrappongono su entrambi gli stipiti di accesso
due riquadri afrescati che raigurano quello W, Ercole barbuto coronato dalloro,
visto di tre quarti, che regge uno skyphos e ha un mantello avvolto nellavambraccio;1 sul pilastro E dipinto Mercurio di proilo nel consueto atteggiamento di
corsa con la tunica svolazzante, avente caduceo e borsa nelle mani.
Nei pilastri E e W di due entrate contigue della Regio iv disposte lungo la Via
Nolana2 sono raigurati Mercurio e Ercole3 che inquadrano la igura centrale di
Bacco, simbolo dellattivit economica svolta. Mercurio stante, completamente
nudo ad eccezione del mantello che ricade sulla schiena, indossa in testa il petaso,
con il braccio disteso regge il caduceo, con laltro, proteso in avanti, tiene il marsupium, mentre ai suoi piedi presente un gallo. Specularmente posto Ercole
1 Frhlich 1991, n. F14, p. 312; Boyce 1937, n. 5, p. 110.
2 Frhlich 1991, n. F27, p. 316, tav. 55,1-3; Boyce 1937, n. 30, p. 112; Coralini 2001, P. 047, p. 192.
3 Lo stesso signiicato va attribuito alla rappresentazione di Mercurio e Ercole ai lati di Bacco presso una
parete della taberna vinaria di Ercolano (Insula Orientalis ii, 9), vedi Frhlich 1991, n. L120, tav. 51,2, p. 302;
Orr 1978, n. 41, p. 202.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


127
barbuto, in nudit eroica, con il braccio sinistro appoggiato alla clava disposta a
terra, quello destro sollevato nellatto di reggere uno skyphos, accompagnato da
un maiale. (Fig. 33)
Un puntuale termine di confronto per tali afreschi costituito da Delo, dove
presso i complessi religiosi posti accanto agli ingressi delle case, le immagini delle
due divinit, insieme a quelle dei Lari gi analizzate, sono presenze frequenti e reiterate pi volte nei successivi rifacimenti.
Mercurio rappresentato tre volte1 nello stesso schema iconograico noto a
Pompei, caratteristico del dio romano piuttosto che di Hermes greco che non mai
riprodotto con il marsupium;2 le raigurazioni deliote di Ercole, nello schema del
dexioumenos, sono invece molto pi frequenti.3
Analogamente alla citt vesuviana la coppia divina sempre contrapposta sui
due ianchi della porta,4 in genere Mercurio posto a destra dellingresso, mentre
Ercole si trova nellaltro lato;5 in certi casi gli attributi rimpiazzano le stesse immagini divine, come il caduceo per Mercurio6 e la clava di Ercole su un intonaco
pi antico di quello dove igura il dio in persona.7 (Fig. 34)
Secondo Bruneau8 lassociazione di Heracles/Ercole-Hermes/Mercurio strettamente connessa alla speciica attivit di protezione delle porte e pi in generale
dellabitazione, come dimostrerebbe anche lepiteto soter riferito ad Ercole graito vicino allimmagine delleroe.9 Il ruolo che la coppia divina gioca nellambito
della religione domestica sarebbe stato importato a Delo proprio dai mercanti italici insieme alla festa dei Compitalia, con cui strettamente connesso,10 senza
escludere che liberti e schiavi indigeni delle famiglie italiche, potessero riconoscervi le corrispondenti divinit greche di Heracles e Hermes.
Come a Pompei, inoltre, possibile riconoscere anche a Delo lesistenza di una
speciico culto rivolto ad Ercole che, accompagnato dal maiale, rappresentato in
atto di sacriicare nello schema del libans. Il modello iconograico/religioso equivalente a quello adottato per i Lari, dipinti come stessi oicianti del rito compiuto
in proprio onore, dove il soggetto e loggetto devozionale risultano coincidenti.
1 Bulard 1926a, n. 11, p. 87, ig. 17; n. 12, p. 92; Bezerra de Meneses-Sarian 1973, pp. 90-93, ig. 23.
2 Vedi G. Siebert, s.v. Herms, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Artemis Verlag Zrich
und Mnche, 1990, v.1, pp. 285-387; v.2, pp. 198-283; Siebert 1991; E. Simon, G. Bauchhenss, s.v. Mercurius, in Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zrich-Mnche, Artemis, 1992 v.1, pp. 500-554.
3 Bulard 1926a, n. 2, p. 60, tav. 2,1; n. 12, p. 91, ig. 23; n. 18, p. 109, tav. 9; n. 22, p. 119 (i strato), tav. 10,2;
p. 120 (ii strato); n. 25, pp. 133-134; ig. 46a, p. 137, tav. 13,1; Bezerra de Meneses-Sarian 1973, intonaco B/2,
B/3, B/4, B/5, pp. 82-85, igg. 9, 11, 13, 15, 16.
4 Esiste ununica eccezione in Bulard 1926a, n. 25, p. 137, tav. 13,1.
5 Hasenhor 2003, p. 183, igg. 10-11, pp. 234-235; ig. 16, p. 241. Ercole eigiato a sinistra dellapertura in
due contesti dove la igura di Mercurio non conservata (Hasenhor 2003, p. 183, ig. 9, p. 233; Bulard
1926a, nn. 2, 25); in altre due situazioni leroe compare a destra (Hasenhor 2003, p. 183, ig. 6, p. 230; ig.
12a, p. 236; Bulard 1926a, nn. 18,22, pp. 118-119, tav. 10,1), mentre nel lato opposto si notano i piedi di un
personaggio con caduceo.
6 Hasenhor 2003, p. 183, ig. 12a, p. 236: il caduceo dipinto a sinistra dellinsieme n. 22, sullo strato di
intonaco precedente a quello su cui raigurato Mercurio stesso.
7 Bezerra de Meneses-Sarian 1973, intonaco B/9, p. 85, ig. 20.
8 Bruneau 1970, pp. 404-407; 604-605.
9 Intonaco B/3 presso la Maison de la Colline, vedi Bezerra de Meneses-Sarian 1973, p. 82, ig. 11.
10 Hasenhor 2003, p. 201.

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lara anniboletti

Fig. 34. Delo. Insieme n. 22, Maison dit des Dauphins (da Bulard 1926a).

I complessi nicchia-altare, formalmente simili agli esempi di Pompei, appaiono


dunque in connessione con il culto di Ercole, divinit protettrice e guardiana dellabitazione, associata ai Lari, spiriti deputati allordine domestico. Un certo numero di allestimenti cultuali di Delo, dotati di due altari collocati o specularmente

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto

129

Fig. 35. Delo. Insieme n. 25, Maison C insula i del Quartier du Stade (disegni da Bulard 1926a).

sui ianchi della porta della domus o entrambi sullo stesso lato,1 potrebbero confermare lesistenza di una doppia valenza cultuale riconducibile alla venerazione
dei lares e di unaltra divinit come Ercole.2 Conferma a tale ipotesi ravvisabile
nella raigurazione posta a destra dellingresso della Maison C dellinsula i del
Quartier du Stade di Delo, in cui si trovano anche un altare e una banchina.3 Nel
grande pannello afrescato Ercole coronato, associato a due piccole igure di
lottatori e a premi del concorso, quali un prosciutto e una voluminosa anfora,
1 Bulard 1926a, nn. 12, 17, 22, 23; Bezerra de Meneses-Sarian 1973, n. 55.
2 anche possibile che in assenza di strutture cultuali isse Ercole, dipinto entro una nicchia o in un
pannello a ianco dellingresso, possa essere onorato tramite altari portatili o bruciaprofumi, disposti in
corrispondenza delle immagini delleroe.
3 Hasenhor 2003, p. 184, ig. 1, p. 235; Bulard 1926a, n. 25, p. 137, tav. 13,1.

130
lara anniboletti
conservate ai suoi piedi.1 Secondo la Hasenhor alleroe, che presiede alle gare
nellambito dei ludi compitalicii, sono rivolti i sacriici. (Fig. 35) Tuttavia, mentre
risulta abbastanza chiara nelle raigurazioni di Delo e Pompei lesistenza di una
pratica devozionale di tipo domestico associabile ad Ercole,2 lipotesi di gare svolte in suo onore resta, a mio avviso, una congettura scarsamente argomentabile,
almeno per i contesti vesuviani.3 Pi probabilmente, essendo la lotta e il pugilato
le attivit sportive per eccellenza in Grecia, dove Eracle noto come protettore
dei ginnasi e degli efebi,4 la connessione del dio con i concorsi dei ludi compitalicii,
potrebbe essere un apporto deliota agli aspetti originari del culto.
Va inine menzionato che anche nelle dediche votive del collegio deliota dei
K, la divinit pi rappresentata dopo i Lari proprio Ercole, a cui
viene oferta una statua e un altare, in una perfetta corrispondenza tra il culto domestico, praticato a titolo privato dalle famiglie di origine italica, e quello uiciale,
amministrato dai rappresentanti dellinsieme della comunit italica.
La coppia divina, inoltre, pu avere giocato anche un ruolo nel patrocinio di
particolari settori della citt, assurgendo a protettrice dei vicini di un quartiere, che
tributavano alle divinit uno speciico culto.5
3. 1. Ercole e Mercurio: theoi propylaioi
LHercules romano, nato dallincontro fra Heracles greco e Ercole italico, nonostante la parziale perdita di importanza dei suoi sacra publica, vede raforzarsi il suo
ruolo nei sacra privata, sia nei culti delle gentes patrizie, sia nellambito della devozione popolare. Al successo del culto erculeo nella sfera religiosa domestica contribu di certo lEracle greco nella misura in cui, la tradizione dei culti gentilizi si
innest sul modello dellimitatio Herculis dei dinasti ellenisti.6
1 Altri esempi confermano tale associazione: a sinistra dellentrata posta di fronte alla Maison de la
Colline, sul registro superiore di quattro dei sette intonaci sovrapposti (B/2, B/3, B/4, B/5) rappresentato
Ercole; su due di essi (B/4, B/5), sono dipinti dei lottatori (vedi Hasenhor 2003, p. 185, ig. 11, p. 235); nel
complesso n. 22 (Bulard 1926a, pp. 119-120, tav. 10,2; Hasenhor 2003, p. 185, ig. 12, p. 236) due combattenti
sono eigiati al di sotto della nicchia di Ercole, cos come nellinsieme n. 2 (Bulard 1926a, p. 60, tav. 2,1;
Hasenhor 2003, p. 185, ig. 9, p. 233), Ercole si trova a sinistra della porta sul secondo strato di intonaco e i
due avversari afrontati si conservano nella medesima posizione sul primo strato.
2 Lipotesi avanzata dalla Hasenhor 2003, p. 202, secondo cui il motivo della scarsa documentazione
a Pompei di gare in onore di Ercole, andrebbe attribuito al divieto della celebrazione dei ludi issato dal
senatoconsulto del 68 a.C. in seguito ai tumulti urbani, giochi rimessi in vigore solo da Augusto.
3 La testimonianza pompeiana di una clava dipinta su un pannello con scena di combattimento gladiatorio, presso il sacello allangolo di ix, 12 (Van Andringa 2000, n. 16; Frhlich 1991, F 71, p. 339, tav. 58,2)
non sembra argomento suiciente.
4 Bruneau 1970, pp. 403-409. Heracles solitamente connesso a giochi ed agoni sportivi oltre che venerato nei sacelli dei ginnasi (come il dromos spartano); leroe inoltre spesso associato ad Hermes.
5 In relazione a tale ipotesi si menziona, ad esempio, che presso il compitum di Via S. Martino dei Monti
a Roma, uniscrizione ricorda lerezione di una statua in onore di Mercurio del 10 d.C., ex stipe quam populus
Romanus K. Ianuariis apsenti ei (Augusti) contulit. Vedi G. Gatti, Di un sacello compitale dellantichissima regione
Esquilina, BCAr,1888, pp. 221-232. Lepigrafe messa in relazione con la notizia di Svetonio (Svet. Aug. 57)
che Augusto distribu in quelloccasione molte statue vicatim.
6 Il fenomeno, collocabile tra il iv e il iii secolo a.C., stato ampiamente dibattuto da Coralini 2001,
p. 200 sgg., a cui si rimanda per la trattazione del complesso argomento che esula dagli interessi speciici di
tale studio e alla bibliograia precedente.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


131
Questo duplice processo di recezione e assimilazione, che pu dirsi pienamente
compiuto in epoca augustea e di cui iglio lHercules dellet imperiale, sembra
aver lasciato traccia nella natura bipolare dellErcole romano, in cui coesistono la
dimensione mitica iconograica, dominata dalla componente greca e quella della
devozione popolare, maggiormente inluenzata dallErcole italico. Proprio da
questa ambivalenza sembra scaturire la personalit del dio nel suo status di
,1 dotato di una doppia natura di eroe e dio.
A livello di venerazione familiare le funzioni proprie dellErcole italico, come
la vocazione apotropaica e proilattica, la natura connesso alla sfera della fertilit
e dellabbondanza, gli aspetti di protezione dellagricoltura, dellallevamento e di
tutela degli scambi e dei commerci, trovano corrispondenza nelle analoghe funzioni dellHeracles greco.
LErcole protettore della casa e dei suoi abitanti va considerato pertanto come
il risultato di una sorta di processo di banalizzazione della complessa personalit
e delle ambivalenti funzioni erculee,2 per cui, ad un livello popolare, lattivit
delleroe-dio si adegua alle esigenze del vivere quotidiano. In questa dimensione,
tralasciati gli aspetti eccessivi della sua soggettivit, Ercole, la cui presenza pu essere evocata in forma diretta, attraverso la sua eige, o indiretta, attraverso limmagine di un suo simbolo,3 esplicita la funzione proilattica a tutela della familia
contro occulte insidie, come indicato dagli epiteti cultuali quali e
.
Anche le fonti letterarie conservano memoria del ruolo di Ercole domestico: il
dio benedice il lavoro, a lui si consacra la decima dei beni perch la centuplichi;4
dalle fonti testimoniato luso di ofrire un banchetto nella casa a Ercole salutaris
o defensor dopo la nascita di un bambino,5 praticato in sostituzione di un pi antico
lectisternium, originariamente dedicato a Pilumnus e Picumnus.6 Festo menziona un
sacriicio propiziatorio svolto propter viam in onore di Sancus e di Ercole proiciscendi gratia,7 Macrobio spiega che si tratta di un rito antico consistente nel bruciare
alle divinit quanto avanzava dalla mensa.8
Dalla Campania proviene unara di et severiana con iscrizione menzionante
Ercole in qualit di tutor domus Novellianae;9 una dedica rivolta al dio, originaria da
una villa rustica lungo la Via Tiburtina, [Her]culi Sospitali, Custodi|[d]omus Gallonianae, lo designa proprio come protettore, garante della prosperit e della inco-

1 Pind. N. 3, 22.
2 Coralini 2001, p. 20. NellErcole domestico non sembra esservi traccia della complessit presente nella mitologia delleroe, di cui si conciliano i diversi (e a volte opposti) aspetti della personalit della igura
eroica e divina.
3 il caso, ad esempio, della rappresentazione della grande clava dipinta nellangolo SE dellinsula ix, 13,
o della clava delleroe che igura dipinta presso il pilastro dentrata della bottega i 11, 1. Esempi di tale funzione si ritrovano a Delo, dove, incastrati sulle facciate, vi sono clavi scolpite in blocchi di granito, vedi Bruneau, 1970, p. 404.
4 Marquardt 1889, p. 78.
5 Varro. ap. Saerv. ad Aen. 10.76: nobilibus pueris editis in atrio domus Junoni lectus, Herculi mensa ponebatur.
6 Harmon 1978, p. 1597.
7 Fest. 229L.
8 Macr. Sat. 2, 2.
9 cil x 3799 = ils 3443.

132
lara anniboletti
lumit della dimora.1 Anche larula in tufo posta di fronte alla nicchia-larario ricavata nel muro perimetrale del giardino dellabitazione ii 8, 2-3 di Pompei, sulla cui
fronte, in bassorilievo, scolpita una clava, riveste lo stesso signiicato.2
gi stata richiamata lattenzione sullassociazione tra Ercole e i Lares Vicinales
nellaltare di Ostia, dove la scena descrive un sacriicio compiuto dal dio, comparabile alle pitture di larari in cui leroe rappresentato come soggetto-oggetto del
sacriicio. (Fig. 28)
I casi in cui limmagine di Ercole, nume tutelare domestico, compare in postibus
presso la facciata di unabitazione, si inseriscono dunque nel solco di una lunga
tradizione che consiste nel raigurare o evocare leroe-dio3 accanto allingresso di
un ediicio nel suo ruolo di anteportanus,4 attraverso un suo attributo o uniscrizione. Ad Ercole, che in dallorigine e su tutti i piani, della religione, della poesia,
delle arti igurative, appare connotato, pur nellambiguit della sua polivalenza,
anche in senso salviico e salutare, si addice particolarmente lessere posto a guardia di un passaggio, di accesso ad una citt, ad un complesso pubblico, ad una casa
privata.5 Superluo appare elencare le numerose le testimonianze letterarie ed epigraiche che nella tradizione greca e romana esplicitano la funzione di Mercurio
quale , e e il suo ruolo protettivo in favore dei
viaggiatori o dei commercianti che erano i viaggiatori per antonomasia. Lassociazione di Ercole-Mercurio, posti da una parte e dallaltra dellingresso di una dimora, sembra signiicare dunque proprio la volont di assicurarne la protezione
attraverso lesplicito richiamo ai theoi propylaioi Heracles/Ercole, Hermes/Mercurio del mondo greco-romano.
Conclusioni
Riassumendo la complessa questione, le testimonianze archeologiche di Delo e
Pompei testimoniano lesistenza di un culto praticato alle porte delle abitazioni,
di cui possibile scorgere echi nelle testimonianze letterarie ed epigraiche, che
ne deiniscono la ritualit.
Il tentativo di connettere loggettivit dei dati archeologici alla soggettivit
dellinterpretazione della documentazione antica, ha permesso, se non di elaborare una ricostruzione storica globale, di sottolineare una pluralit di fattori rituali

1 Adembri-Taglietti-Granino Cecere 2002. Lepiteto di Sospitalis, non altrimenti testimoniato, proprio per la sua peculiarit si rivela una scelta da parte del committente che sotto lala protettrice del dio desiderava porre la domus Galloniana.
2 Coralini 2001, P042, p. 174: alta 35 cm la piccola ara a base quadrangolare presenta una modanatura
inferiore e superiore, sulla fronte conserva il rilievo in forma di clava. Vedi anche Pompei: pitture e mosaici,
cit., iii, pp. 316-319; pp. 318-319, igg. 2-3.
3 Per garantire la protezione di un intero ediicio lazione rituale doveva avvenire nei pressi della porta,
o tramite una formula iscritta sulla soglia stessa, o incisa in un disco di argilla da appendere accanto allingresso, o da utilizzare allinterno come amuleto, vedi Coralini 2001, p. 20, nota 44.
4 cil v 534.
5 Vedi Mackenzie 1979, pp. 200 ss. Sulla valenza dellErcole guardiano di un passaggio basti citare, a
titolo esempliicativo, il rilievo dellEracle arciere della Porta di Eracle e del Sileno a Thasos, nonch le erme
ammantate della Porta di Ercole a Efeso.

compita vicinalia a pompei: testimonianze del culto


133
relazionabili ad una dimensione religiosa familiare e basata su rapporti solidaristici di vicinitas.
In primis stato deinito il luogo originario del culto, presso il conine della
propriet rurale, tradotto successivamente nel ruolo della porta dellabitazione
che circoscrive i conini isici della sfera familiare, e appare per sua stessa natura
luogo dotato di sacralit in quanto parte dello spazio dove si realizza e concilia il
conlitto tra gli opposti. Linterazione della comunit dei vicini consacra attraverso il culto e celebra ritualmente proprio tale terminus, necessariamente scandito
dalle vie e dai diverticoli che, nel sistema della centuriazione romana, costituiscono i limiti stessi dei lotti agricoli. Tale concetto, tradotto in un sistema urbano,
delineabile come complesso degli abitanti del quartiere che erigono sacelli al conine delle loro propriet, cio presso gli ingressi delle abitazioni afacciate lungo
le vie urbiche, in connessione alla porta, sentita, in tale ambito, come conine della sfera pertinente alla familia. In questo contesto la festa, celebrata nella via dalle
famiglie del vicinato riunite in una forma di associazionismo sovrafamiliare, sacralizza lo statuto di vicini attraverso il compimento di un sacriicio presso un altare, disposto dagli stessi proprietari a ridosso della facciata della casa, dove si
conservano i signa divini, espressione di un sentimento popolare in termini di segnaletica socio-religiosa.
Il racconto di Dioniso, le testimonianze di Macrobio e Festo unanimamente
permettono di connettere la titolarit del culto presente presso la porta delle abitazioni ai Lares, la cui natura di divinit tutelari familiari, indissolubilmente legate
al territorio, rende giustiicazione della loro presenza al limite tra labitazione e la
via. Che alla difesa delle porte provvedano i Lari, presenze ambigue e di signiicato plurivoco che ben si collocano in prossimit delle strutture liminali, siano esse
realistiche o simboliche, appare coerente. I Lares, come demoni del mondo esterno, proteggono i limiti della comunit dagli stranieri e, a vario livello, tutelano le
partizioni territoriali urbiche: i limiti delle domus (soglie, stipiti e fronti delle case), i compita (isolati allinterno di un vicinato) e il pomerium dellintera citt circoscritta dalle mura. Il carattere polivalente dei lares, geni locali, demoni inferi, spiriti di antenati, eroi, permette di estendere la loro sfera dazione in diversi conini,
in base ai quali ricevono diferenti epiteti: Lares Vicinales menzionano due iscrizioni, garantendo lesistenza di tali associazioni di vicinato, Lares Viales ricordano
una serie di testi ed epigrai, chiarendo che il loro raggio dazione esteso alle sedi stradali su cui si allineano le dimore. In questo processo sembra deinirsi uno
sviluppo in senso diacronico degli attributi di questa classe di Lari, che passa dal
tutelare i conini delle propriet fondiarie e dei viottoli campestri (semitae) su cui
si dispongono i sacelli primitivi, alla salvaguardia delle viae che scandiscono gli
impianti urbani dove si distribuiscono i fronti delle abitazioni, inine delle strade
praticate dai viaggiatori, sulla cui sicurezza i Lari estendono la propria vigilanza.
Questi antichi spiriti protettori, divenuti metaforicamente tutori delle arterie di
comunicazione e dei viaggiatori, assommano le loro funzioni a quelle esercitate
anche da speciiche divinit preposte a tali sfere, quali Ercole Mercurio, che iniranno per assorbirne in toto le mansioni. I Lares Viales nel mondo romano accolgono le preghiere dei viaggiatori in procinto di partire, ricevono gli ex-voto e il sa-

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lara anniboletti
criicio di ringraziamento al ritorno, cos come coloro che intraprendono un
viaggio per terra si rivolgono a Mercurio, il dio delle strade, appellato anche con
gli epiteti di Viacus,1 Vialis e Trivius, e ad Ercole, nellepiclesi di Salutaris o Defensor, come divinit propizia.
I Lari, come spiriti guardiani e Ercole e Mercurio, quali divinit protettrici del
cammino, si invocano prima di partire, le loro immagini si portano con s, si rende
loro omaggio presso i simulacri che si ergono lungo le vie e, al ritorno dal viaggio,
si compiono cerimonie solvendo i voti promessi.
Le due divinit, protettrici dei passaggi e delle strade, divengono metaforicamente tutori dei viaggiatori, assommando e, in unottica diacronica, sostituendo,
le loro funzioni a quella di esseri divini preposti a tali domini, quali i Lares Viales.
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lara anniboletti

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co m p o sto i n c a r att e re da n te m on otype da lla


fa b ri z i o se rr a e d i to re, pisa ro m a .
sta m pato e ri l e gato n ella
t i p o gr a f i a d i agna n o, agna no pisa n o (pisa ).

*
Luglio 2010
(cz 2 fg 21)

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