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Il settore aeronautico è interessato, da circa sette anni, da una vasta riforma che ha
modificato profondamente le responsabilità ed i soggetti istituzionali che in esso
operano. Basti citare la creazione dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione
Civile), dell’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo) o della recente Agenzia
per la Sicurezza del Volo, oltre ai numerosi mutamenti nelle gestioni aeroportuali,
dovuti al recente trend delle privatizzazioni ed agli effetti delle politiche di
liberalizzazione e della promozione della concorrenza portata avanti a livello
europeo. Il comparto non è regolato da un unico ed organico intervento
legislativo, anzi si sono accumulati negli anni leggi e regolamenti diversi per ogni
singolo argomento, anche se per molti di questi occorre ancora fare riferimento al
Codice della Navigazione (C.N.) del 1942.
Le infrastrutture ed il sedime degli aeroporti italiani interessati da traffico
commerciale sono di proprietà dello Stato, che ha fissato mediante il
provvedimento della concessione, la possibilità d’accesso agli operatori abilitati.
Tale provvedimento è necessario per investire un singolo operatore del potere di
gestire un aeroporto aperto al traffico civile, in quanto si tratta di un’attività
appartenente in maniera esclusiva allo Stato (art. 700 C.N.). La scelta fatta dal
legislatore era giustificata anche dalle caratteristiche tecnologiche, dalla struttura
dei costi e dalle esternalità associate all’industria aeroportuale, oltre che per
evitare la gestione privata di monopoli naturali quali gli aeroporti.
Il regime concessorio in vigore nel nostro Paese è fondato, per quanto riguarda i
maggiori aeroporti, su leggi speciali, mentre su semplici convenzioni ministeriali
per gli scali minori. La scelta di affidare gli aeroporti oggi in gestione totale ai
relativi concessionari mediante specifiche leggi, permette all’operatore privato di
Anche dopo la tragedia del 11 settembre 2001 negli USA, il trasporto aereo
presenta i più elevati tassi di crescita, attuali e prospettici, fra le diverse modalità
di trasporto. Negli ultimi dieci anni, gli abbattimenti delle barriere all’entrata
soprattutto di tipo normativo e regolamentare, ma anche di tipo tecnologico ed
economico, ha generato degli effetti propulsori sui collegamenti intra-comunitari,
ma non ancora in pieno su quelli nazionali.
La crescita e le prospettive non sono, tuttavia, omogenee né a livello di aree
mondiali, né a livello di tipologia di traffico. In particolare, il progredire del
processo di integrazione europea comporterà un intenso traffico infra-europeo,
specie di tipo point-to- point ed a vocazione business, con caratteristiche nuove in
termini di domanda di qualità e di flessibilità di servizi.
Nei paesi e nelle aree a più alto reddito pro-capite si colgono segnali di maturità
che fanno prevedere un assestamento dei tassi di crescita su basi contenute (per i
passeggeri) ed un riequilibrio delle quote di trasportato a favore delle merci.
Il trasporto aereo è, per sua natura, intermodale e di conseguenza l’efficienza è
condizionata dal funzionamento operativo di ciascuna singola parte: servizi di
collegamento aereo, servizi aeroportuali e servizi di accesso all’aeroporto. Al
tempo stesso, esso è caratterizzato da singole componenti che talvolta operano con
logiche diverse e si confrontano su terreni assai differenti: in particolare, i singoli
anelli della catena del trasporto intermodale, per motivi differenti, non sono
ugualmente esposti agli effetti della concorrenza.
La politica delle alleanze, portata avanti dalle maggiori compagnie statunitensi ed
europee, in collaborazione anche con le principali aviolinee asiatiche e
sudamericane, coinvolge più del 60% del mercato mondiale del traffico
passeggeri e costringe a considerare le politiche di accordi fra Stati e di
concorrenza fra sistemi in un’ottica globale.
Nell’ambito dell’Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale (I.C.A.O.),
gli Stati e, in particolare gli USA e l’Unione Europea, sono alla ricerca di
politiche comuni in termini di normativa ambientale e di accordi per
l’integrazione dei mercati, anche se le differenze e le specifiche legislazioni
nazionali e comunitarie sono ancora notevoli e richiederanno ancora un lungo
processo di integrazione.
Le problematiche legate alla politica ambientale nel settore dei trasporti aerei
assumono un’importanza sempre maggiore in considerazione del fatto che
ulteriore degrado delle tendenze attuali comporterebbe una reale minaccia per la
qualità della vita dei cittadini, per il futuro del settore e per l’impatto ambientale
globale, soprattutto in termini di emissione di CO2 e di rumore.
Le stime IATA valutano il tasso di crescita medio del traffico di linea pari al 5,3%
nel periodo 2002-2011.
Le stime del Current Market Outlook prevedono una crescita del PIL su base
mondiale pari al 3,2% nei prossimi 20 anni. Nelle economie “mature” il tasso di
crescita del PIL sarà compreso fra il 2% ed il 3,2%. Al contrario, nelle regioni in
fase di sviluppo, la crescita del PIL potrà raggiungere il 4%. Il traffico aereo
continuerà a crescere a livello mondiale ad un tasso del 5,2% nei prossimi 20 anni,
approssimativamente 2 punti percentuali sopra il PIL.
GENERAL AVIATION
SHIPMENTS AND BILLINGS
1994 - 2002
3,000 9.0
SHIPMENTS
BILLIONS OF DOLLARS
2,000 6.0
1,500 4.5
1,000 3.0
500 1.5
0 0.0
94
95
96
97
98
99
00
01
E
02
19
19
19
19
19
19
20
20
20
Nei dati sopra riportati è compreso il traffico dovuto a motivi d’affari (l’aviazione
d’affari), che in Europa è sempre più diffuso e in Italia inizia a mostrare dei
segnali di crescita interessanti. Questo trend favorevole, in termini di ore di volo
TOTAL JETS
10 8,7
9
ANNUAL PERCENT GROWTH
8
7 6,5
6 5,2 5
5
3,4 3,6
4 3,1 3,1
3
2
1
0
2002 2003 2004 2005-2014
7 5,9
6
4,7 4,5 4,4
5
4
2,7
3 2,1 2,3
2 1,3
1
0
2002 2003 2004 2005-2014
MOVIMENTI AEREI (Numero) MOVIMENTI AEREI (Numero) Var 2000-1999 MOVIMENTI AEREI (Numero) Var 2001-2000
Nazionali Internazionali Traffico Locale TOTALE Nazionali Internazionali Traffico Locale TOTALE Nazionali Internazionali Traffico Locale TOTALE
Alessandria 720 10 3.661 4.391 628 6 3.494 4.128 -6% 894 20 3.720 4634 12%
ANCONA Falconara 1.414 194 4.118 5.726 1.179 329 4.606 6.114 7% 1.244 372 3.596 5212 -15%
Asiago n.d. n.d. n.d. - 89 - 2.640 2.729 975 - 3.702 4677 71%
Belluno 98 16 4.996 5.110 226 36 5.156 5.418 6% 532 - 5.096 5628 4%
Bresso 3.300 - 12.190 15.490 3.580 - 12.926 16.506 7% 4.210 - 12.858 17068 3%
Calcinate - - 23.558 23.558 - - 18.376 18.376 -22% - - 5.957 5957 -68%
Casale 1.399 22 4.152 5.573 1.665 11 3.142 4.818 -14% 1.851 22 3.842 5715 19%
Como 521 23 2.701 3.245 369 30 2.935 3.334 3% 656 8 2.880 3544 6%
Cremona 1.080 - 5.742 6.822 476 18 2.758 3.252 -52% 728 - 4.904 5632 73%
Fano 84 3 1.006 1.093 172 - 464 636 -42% 285 195 625 1105 74%
Gorizia 310 22 5.084 5.416 298 26 5.394 5.718 6% 192 - 3.960 4152 -27%
Latina 191 - 1.140 1.331 131 - 592 723 -46% 12 - 46 58 -92%
Legnano 46 - 122 168 228 - 482 710 323% 110 - 473 584 -18%
Lucca 924 58 3.945 4.927 1.076 44 4.190 5.310 8% 1.141 96 4.694 5931 12%
Marina di campo (Elba) 2.920 749 196 3.865 2.710 611 316 5.310 37% 3.189 959 462 4610 -13%
Novi Ligure 281 - 9.199 9.480 121 - 8.849 8.970 -5% 126 - 8.557 8683 -3%
Salerno 307 4 3.674 3.985 338 - 4.610 4.948 24% 546 33 6.916 7495 51%
Sarzana 210 - 1.846 2.056 212 4 1.878 2.094 2% 213 11 1.459 1683 -20%
Thiene 434 2 2.668 3.104 399 2 2.534 2.935 -5% 483 5 3.227 3716 27%
Torino Aeritalia 3.390 376 36.836 40.602 3.354 411 36.228 39.993 -1% 3.684 403 34.194 38281 -4%
Trento 3.617 399 6.218 10.234 3.785 349 7.764 11.898 16% 4.837 400 14.657 19894 67%
Udine 242 - 7.690 7.932 333 69 4.356 4.758 -40% 179 3 3.664 3845 -19%
Valbrembo 1.143 - 7.251 8.394 1.129 - 8.616 9.745 16% 936 - 5.964 6900 -29%
Venezia Lido 2.947 730 4.795 8.472 3.122 921 4.733 8.776 4% 2.827 1.034 3.583 7444 -15%
Vercelli 526 - 4.332 4.858 634 - 3.524 4.158 -14% 892 - 3.580 4472 8%
Vergiate 215 3 5.686 5.904 379 14 4.713 5.106 -14% 330 - 4.833 5163 1%
Verona Boscomantico 545 52 2.004 2.601 1.783 153 4.892 6.828 163% 2.139 233 5.301 7673 12%
Voghera 1.455 36 7.980 9.471 1.309 24 7.764 9.097 -4% 1.045 19 7.321 8385 -8%
TOTALE 28.319 .699 172.790 203.808 29.725 3.058 167.932 202.388 -1% 34.256 3.813 160.071 198.140 -2%
VERIFICA DI FATTIBILITA’ DELLO SVILUPPO AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE E DI EMERGENZE SANITARIE DELL’AEROPORTO DI FANO. 46
Gli scali aeroportuali di Ancona e Rimini non possono essere considerati dei
concorrenti diretti dell’aeroporto di Fano, in quanto il volume di traffico presso tali scali
è in gran parte di origine commerciale e non di aviazione generale.
L’analisi del trend di sviluppo di questi due aeroporti molto vicini a quello fanese è,
comunque, interessante per capire quale potrebbe essere la domanda potenziale di
trasporto aereo nel bacino di riferimento.
È scontato che, da un punto di vista strategico, l’aeroporto di Fano non può ambire a
competere direttamente con Ancona e Rimini sul traffico commerciale, per la mancanza
attuale delle certificazioni necessarie e per la difficoltà prospettica ad ottenerle.
Qualora ciò dovesse avvenire ci sarebbero tre aeroporti di primo livello nel giro di 100
km in linea d’aria e questo provocherebbe solo una dispersione della domanda con un
impatto negativo in termini di efficienza ed economicità della gestione dei rispettivi
scali.
Dai grafici sul volume di traffico, si nota chiaramente che sia Rimini sia Ancona hanno
avuto nel corso dell’ultimo decennio una crescita dimensionale importante. In
particolare Ancona primeggia nel dato relativo al volume di passeggeri trasportato con
una crescita pari a circa 5 volte in un decennio. Al contrario, la crescita dimensionale di
Rimini ha avuto come ambito di riferimento il trasporto di merce (servizio cargo), con
una crescita pari a 6 volte nel quinquennio 1996-2001.
Allo stato attuale, i due scali considerati sono ancora in grado di soddisfare
completamente la domanda totale proveniente sia dall’aviazione commerciale sia da
quella generale.
Dati i relativi ritmi di crescita, in uno scenario prospettico entrambi gli scali potrebbero,
tuttavia, rischiare un sovraffollamento delle attività con un tasso crescente di domanda
inevasa. In tale contesto, entrambe le strutture aeroportuali potrebbero avere, quindi,
interesse a delocalizzare presso lo scalo fanese, data la sua vicinanza geografica, la
quasi totalità delle attività di aviazione generale. Si può ragionevolmente pensare,
infatti, che i maggiori tempi di attesa per l’uso delle piste da parte dell’aviazione
generale a favore di quella commerciale, conseguenti all’ipotesi formulata,
incentiverebbero sul lungo periodo uno spostamento pressoché naturale e spontaneo
delle attività di aviazione generale sullo scalo di Fano.
Questa tesi è supportata dal parere favorevole dei dirigenti dell’ENAC di
Falconara, a seguito di un confronto diretto con gli stessi.