Você está na página 1de 268

L'autore

Con lo pseudonimo di Harun Yahya lautore ha pubblicato diverse opere aventi per
tema la politica e la religione. Una parte cospicua del suo impegno letterario tratta della
visione materialista della vita e dellimpatto di tale mentalit sulla storia e sulla politica
mondiali.
Lo pseudonimo costituito dai due nomi Harun (Aronne) e Yahya (Giovanni)
in devota memoria dei due Profeti che a lungo si batterono contro la miscredenza.
Altre sue opere includono: Il Nuovo Ordine Massonico, Massoneria e Capitalismo,
La mano segreta in Bosnia, Dietro le quinte del terrorismo, La carta curda di Israele,
Strategia nazionale per la Turchia, Lostilit di Darwin nei confronti dei Turchi, Nazioni
rovinate, Per uomini dotati di intelletto, Il miracolo nella cellula, Il miracolo nellocchio, Il
miracolo nel ragno, Il miracolo nel moscerino, Il miracolo nella formica, Il miracolo del
sistema immunitario, Attraverso la ragione si scopre Allah, Atemporalit e realt del
destino, La verit della vita in questo mondo.
Fra i suoi opuscoli: Il crollo della teoria evoluzionista: la realt della creazione, Il
crollo del materialismo, La fine del materialismo, Gli errori degli evoluzionisti I, Gli errori
degli evoluzionisti II, Gli errori scientifici nei testi per le scuole pubbliche, Il crollo
microbiologico dellevoluzione, La realt della creazione, Il mistero dellatomo, Il crollo
dellevoluzione in venti domande, Il pi grande inganno nella storia della scienza: il
darwinismo.
Altre opere dello stesso autore riguardanti il Corano: Hai mai pensato alla verit?,
Devoto di Allah, Abbandonare la societ dellignoranza, Il Paradiso, Valori morali nel
Corano, Conoscenza del Corano, Indice del Corano, Emigrare per la causa di Allah, Gli
ipocriti nel Corano, I segreti dellipocrita, Gli epiteti di Allah, Comunicazione del
Messaggio e discussione nel Corano, Concetti basilari nel Corano, Risposte dal Corano,
Morte resurrezione e Inferno, Limpegno dei Profeti, Il nemico dichiarato delluomo:
Satana, Lidolatria, Larroganza di Satana, La preghiera nel Corano, La coscienza nel
Corano, Il giorno della Resurrezione, Non dimenticare mai, Insegnamenti del Corano
trascurati, La religione degli ignoranti.
Il sigillo del Profeta Muhammad che viene riportato su tutti I libri di Harun Yahya,
assume un significato simbolico relativamente ai loro contenuti. Questo sigillo ci ricorda
il Corano, lultima delle Scritture rivelate da Allah e ultima parola da Lui proveniente e il
Profeta Muhammad ultimo dei profeti. Guidato dal Corano e dalla Tradizione profetica,
lautore persegue lobiettivo di confutazione delle dottrine e delle ideologie della
miscredenza in maniera di avere lultima parola e far tacere le obiezioni portate contro
la religione. Il sigillo del Profeta che raggiunse la saggezza pi elevata e la perfezione
morale utilizzato come segno della sua intenzione di affermare questa Ultima Parola.

Linganno
dellevoluzione
di HARUN YAHYA
Tradotto dallinglese da Ali Stefano Azzali

Il fallimento
scientifico
del darvinismo
e del suo bagaglio
ideologico

Ed. Al Hikma

Prima edizione italiana


Aprile 2001 / Muharrom 1422

Edizioni "Al Hikma"

C.P. 653, 18100 Imperia


Tel. 0183.767601, Fax 0183.764735
www.islam-online.it
e-mail: al hikma@uno.it

Titolo originale:
"The Evolution Deceit"
OKUR Publishing, 1999
Gumussuyu Cad. Litros Yolu 1. Matbaaclar Sitesi
Topkap-Istanbul / TURKEY

Kelebek Matbaaclk
Gumussuyu Cad. 1. Matb. Sitesi No: 1-2
Topkap stanbul /TURKEY
(+90 212) 612 43 59

www.harunyahya.org

HARUN YAHYA

Linganno
dellevoluzione
Traduzione dallinglese di
Ali Stefano Azzali

EDIZIONI AL HIKMA
1422/2001

INTRODUZIONE di
Giuseppe Sermonti

'idea dell'Evoluzione, cio che tutto si sia originato spontaneamente per


graduali trasformazioni a partire dal nulla, opprime da un secolo e mezzo la
nostra cultura, nonostante sia stata ripetutamento e estesamente confutata

come nessun'altra teoria al mondo. Essa non si limitata a sentenziare sul piano
strettamente biologico e ha esteso la sua logica anche alla storia della civilt. Ha scritto
Giorgio De Santilliana ("il Mulino di Amleto", Adelphi 1983, p.100): "Forse gli storici
dei secoli a venire ci dichiareranno tutti pazzi per non aver scoperto subito e confutato
con la necessaria energia questa incredibile cantonata," L'evoluzionismo darwiniano
s dmostrato non solo scientificamente insostenibile, ma anche moralmente
deleterio, avendo adottato come principio fondante della realt vivente e della civilt
la competizione tra gli esseri e la sopraffazione del pi debole ad opera dei pi forte.
La teoria dell'evoluzione ha questa inaudita pretesa: di spiegare la genesi delle
forme attraverso una serie di processi che tutti portano alla degradazone. il primo
quello dei Caso, che notoriamente presiede al disordine e alla perdita della forma. La
Mutazione semplicemente- l'errore nella riproduzione, e solo un folle pu pensare
che l'accumulo degli errori possa dar origine a qualcosa d complesso e di sensato. La
Selezione N aturale una forza eliminativa, che riduce la variet e appiattisce la
biodiversit. La Sessualit agisce confondendo quello che distinto, rimescolando le
cose che cercano di isolarsi. La cosiddetta Teoria Sntetica dell'Fvoluzione, che ha
unito tutti questi principi in un corpo dottrinale, non che la teoria della "edificazione
attraverso la degradazione". Purtroppo questi princpi sono gli stessi che governano
le societ industrializzate e le stanno conducendo alla dissoluzione. Esse affidano il
futuro alla cecit del caso, accettano come giusto tutto quello che nuovo e ha
successo, adottano la competizione e l'appiattimento come motori della societ,
privilegiano la confusione e la prorniscuit.
Si pu dire senza tema di sbagliare che tutte le attese verificabili della teoria
dell'evoluzione sono andate deluse. La comparsa dei grandi gruppi sistematici - i tipi,
gli ordini, le famiglie - non avvenuta per gradi ma per improvvise esplosioni. Gli
"anelli ntermedi", che la teoria postulava in gran numero, hanno sempre deluso i
paleontologi. Le mutazioni-selezioni, praticate intensivamente dagli allevatori e dai
genetisti, non hanno mai dato origine a una nuova specie. E nessuno ha visto

"l'evoluzione sotto i nostri occhi". Le grandi differenze tra gli -stadi (il bruco e la
farfalla), le caste (operaie e soldat) e tra gli organi (occhi e cuore) di un individuo
non sono nei geni. Il numero d geni nell'uomo (circa trentamila) appena il doppio
di quello dei geni di un moscerino. Sulla base delle teorie molecolari della vita oggi
non sappiamo dire perch una mosca una mosca e un cavallo un cavallo. La paura
di accettare l'esistenza di qualche principio d'ordine o di coerenza nella Natura
vivente ci ha condotto ad una condizione di totale ignoranza di tutti i fenomeni pi
nteressanti che ci circondano e alla sola conoscenza specialistica di cose che
interessano solo quelli che vi lavorano nel laboratori o sui computer.
Non si pensi che la grande disillusione dell'evoluzionismo abbia prodotto un
ravvedimento tra gli specialisti della biologia molecolare. La loro tesi, che tutto ci
che avvenuto nella storia della vita sia stato semplicemente un gioco meccanico,
qualcosa che l'uomo avrebbe potuto realizzare con le sue tecnologie, ha trovato un
nuovo argomento nelle manipolazioni genetiche. Il bambino in provetta, le
alterazioni germinali, gli esseri transgenici, la clonazione, la decifrazione del genorna
umano, la terapia genica e tutte le diavolerie faustiane che l'uomo ha sviluppato
negli ultimi anni hanno dato a qualcuno l'illusoria convinzione che la "creazione" del
vivente e il cambiamento delle forme fosse ormai a nostra portata. E allora se la vita
si potesse fare e alterare in provetta, con gli strumenti dei chimico, l'immane e
ridondante processo che in miliardi di anni, attraverso innumerevoli tentativi e
fallimenti, avrebbe costruito la biosfera, non c'interesserebbe pi. La prova che non
c' bisogno della Trascendenza e che l'uomo ha superato il suo Creatore sarebbe
raggiungibile in poco spazio e in poco tempo. "Evolution is dead" il titolo di
copertina di un recente numero della rivista scientifica inglese New Scientist..
L'Orologiaio Cieco di Dawkins stato messo da parte dai nuovi ingegneri genetici,
che ormai sanno, o meglio pretendono di saper elaborare in laboratorio i loro Geni
Egoisti.
L'inganno dell'Evoluzione oggi superato da un inganno ancora pi insidioso,
quello della Ingegneria Genetica. Con questa l'uomo pretende non solo di conoscere
i meccanismi della Creazione, ma di poterla sostituire con una tecnologia precisa,
accessibile, rapida e brevettabile. Questa pretesa prepara il mondo ad una decadenza
morale ancora pi profonda, a una definitiva abdicazione, e lo offre al dispotismo di
nuovi Dmiiurghi, incapaci di costruire alcunch e solo maestri nei trucchi degli
illusionisti. Essi non sono che ombre nel fondo della caverna di Platone, che
s'industriano a costruire le luci e le forme del mondo dalla loro piatta oscurit.

CONTENUTI

PRIMA PARTE

La confutazione del
darvinismo

Perch la teoria dellevoluzione?

11

CAPITOLO I

Per liberarsi dal pregiudizio

14

CAPITOLO II

Una breve storia della teoria

22

CAPITOLO III

I meccanismi immaginari
dellevoluzione

33

CAPITOLO IV

I reperti fossili confutano


levoluzione

42

CAPITOLO V

La favola della transizione


dallacqua alla terra

49

CAPITOLO VI

Lorigine degli uccelli e dei


mammiferi

54

CAPITOLO VII

Ingannevoli interpretazioni
dei fossili

68

CAPITOLO VIII

Falsificazioni dellevoluzione

71

Lo scenario dellevoluzione umana

76

INTRODUZIONE

CAPITOLO IX

CAPITOLO X

Levoluzione di fronte al vicolo


cieco della molecola

105

CAPITOLO XI

La termodinamica confuta
levoluzione

143

CAPITOLO XII

Progetto e coincidenza

151

CAPITOLO XIII

Le affermazioni degli evoluzionisti


e la realt

159

CAPITOLO XIV

La teoria dellevoluzione: una


predisposizione al materialismo

173

CAPITOLO XV

I mezzi di comunicazione:
terreno fertile per levoluzione

182

CAPITOLO XVI

Conclusione: levoluzione
uninganno

187

CAPITOLO XVII

La realt della Creazione

191

SECONDA PARTE

La confutazione del
materialismo

211

La vera essenza della materia

213

Relativit del tempo e realt


del fato

252

CAPITOLO XVIII
CAPITOLO XIX

NOTE

265

PRIMA PARTE

LA CONFUTAZIONE
DEL

DARVINISMO

INTRODUZIONE

Perch la teoria
dell'evoluzione?

pi, qualora si parli di "teoria dell'evoluzione" o "darvinismo",


pensano che tali concetti riguardino soltanto il campo della biologia e
che non abbiano alcuna rilevanza nell'ambito della loro vita

quotidiana. Questa un'idea sbagliata, in quanto, ben lungi dall'essere


una semplice nozione biologica, la teoria dell'evoluzione costituisce la
base di una filosofia disonesta che ha soggiogato un gran numero di
persone.
Tale filosofia il "materialismo", il quale riunisce in s una congerie

di false teorie al fine di spiegare le cause e le modalit della nostra


esistenza. Il materialismo sostiene che non vi nulla se non la materia e
che essa l'essenza di tutto, sia essa organica che inorganica. Muovendo
da tali premesse, nega l'esistenza di un divino Creatore, cio, Allah.
Riducendo tutto ad un simile livello, questa idea trasforma l'uomo in una
creatura interessata soltanto alla materia, volgendo le spalle, di
conseguenza, a qualsiasi genere di valore morale. Ci rappresenta il
principio dei grandi disastri destinati ad abbattersi sulla vita dell'uomo.
I danni del materialismo non sono limitati soltanto agli individui, in
quanto esso mira anche ad abolire i valori di base sui quali poggiano lo
Karl Marx ha affermato che la
teoria di Darwin ha fornito una
base solida al materialismo e di
conseguenza al comunismo. Egli
ha espresso la sua simpatia per
Darwin dedicandogli Das
Kapital, la sua opera principale.
Nell'edizione tedesca del libro,
ha scritto: "Da un devoto
ammiratore a Charles Darwin".

12

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Stato e la societ, generando quindi una collettivit insensibile e


senz'anima, interessata unicamente alla materia. Poich i membri di una
simile societ sono destinati a restare privi di qualsivoglia nozione
idealistica, quale il patriottismo, l'amore per il proprio popolo, la
giustizia, la lealt, l'onest, il sacrificio, l'onore, oltre che dei beni morali,
l'ordine sociale costituito da siffatti individui condannato a dissolversi
in un breve lasso di tempo. Per queste ragioni, il materialismo
rappresenta una delle pi terribili minacce ai valori fondamentali
dell'ordine politico e sociale di una nazione.
Un altro grande male del materialismo rappresentato dai supporti
forniti a ideologie anarchiche e disgreganti che prendono di mira la
perpetuit dello stato e del popolo. Il comunismo, la pi importante di
esse, il naturale esito politico della filosofia materialista. Nel tentativo di
abolire nozioni sacre quali lo stato e la famiglia, costituisce l'ideologia
fondamentale di ogni forma di azione separatista diretta contro la
struttura unitaria dello stato.
La teoria evoluzionista costituisce il cosiddetto fondamento
scientifico del materialismo, da cui l'ideologia comunista dipende.
Prendendo l'evoluzionismo a punto di riferimento, il comunismo tenta di
trovare una giustificazione e di presentare la sua ideologia come valida e
corretta. Questa la ragione per cui il fondatore del comunismo, Karl
Marx, ha scritto, in riferimento al libro di Darwin 'L'origine della specie',
nel quale si gettano le basi della teoria evoluzionista, che: "questo il libro
che contiene il fondamento, nell'ambito della storia naturale, necessario
alla nostra visione".1
In realt, ogni tipo di nozione materialista, il cui primato spetta alle
idee di Marx, definitivamente fallita, poich la teoria evoluzionista, che
in effetti un dogma del XIX secolo sul quale poggia il materialismo,
stata completamente invalidata dalle scoperte della scienza moderna. La
scienza ha confutato e continua a confutarere l'ipotesi materialista che
nega l'esistenza di alcunch oltre alla materia, dimostrando che tutti gli
esseri sono i prodotti della creazione da parte di un essere superiore.
Il proposito di questo libro di divulgare quei fatti scientifici che

Perch la teoria dell'evoluzione?

13

confutano la teoria dell'evoluzione in ogni ambito, informando la gente


del nascosto, implicito e vero proposito di questa cosiddetta "scienza", che
in realt una frode.
necessario mettere in rilievo che gli evoluzionisti non hanno
risposte da contrapporre a questo libro, n tenteranno di controbattervi,
in quanto ben coscienti che ci servirebbe unicamente a comprendere
meglio che l'evoluzionismo semplicemente una menzogna.

CAPITOLO

Per liberarsi dal


pregiudizio

er lo pi, qualsiasi affermazione proveniente dagli scienziati viene


accettata come rigorosamente esatta. Non si pensa che essi possano
avere svariati pregiudizi di natura filosofica o ideologica. La realt

che gli scienziati evoluzionisti impongono i loro preconcetti e i loro


punti di vista filosofici al pubblico sotto la maschera della scienza. Per
esempio, sebbene sappiano che gli eventi accidentali non causino altro
che irregolarit e confusione, persistono, tuttavia, nell'affermare che il
meraviglioso ordine, piano e progetto, visibile nell'universo e negli
organismi viventi, abbia avuto inizio per caso.
Un simile biologo capir facilmente che vi un'incomprensibile
armonia in una molecola proteica, la pietra da costruzione della vita, n
possibile che ci sia accaduto per caso. Asserir, tuttavia, che questa
proteina giunta all'esistenza miliardi di anni orsono in seguito a
primitivi processi accidentali. E non si fermer qui; affermer inoltre,
senza ombra di dubbio, che milioni di proteine si siano formate
fortuitamente e che si siano riunite per creare la prima cellula vivente. Per
di pi, egli difender la sua idea con cieca caparbiet. Questo uno
scienziato evoluzionista.
Se lo stesso studioso, procedendo lungo una strada pianeggiante,
dovesse imbattersi in tre mattoni posti l'uno sull'altro, non penserebbe
mai che questi si fossero incontrati e quindi aggregati in tal guisa
accidentalmente. Infatti, chiunque affermasse questo, sarebbe ritenuto
pazzo.
Com' quindi possibile che uomini in grado di valutare
razionalmente eventi ordinari possano adottare punti di vista talmente

Per liberarsi dal pregiudizio

15

irrazionali qualora si trovino a dover pensare alla loro esistenza?


Non possibile sostenere che un simile atteggiamento sia stato
assunto in nome della scienza: essa richiede che vengano prese in
considerazione entrambe le alternative, nel caso in cui, in riferimento a
una data circostanza, siano in pari grado possibili. Qualora la probabilit
di una delle due risulti molto inferiore, per esempio corrisponda soltanto
al 1 per cento, allora la cosa razionale e scientifica da fare sar di prendere
in considerazione come valida l'altra alternativa, equivalente al 99 per
cento.
Procediamo, quindi, tenendo a mente questa base scientifica. Vi sono
due punti di vista che possono essere sostenuti in relazione al modo in cui
gli esseri viventi sono pervenuti all'esistenza sulla terra. La prima che
tutti gli esseri viventi siano stati creati da Allah nella loro presente
struttura complessa. La seconda che la vita sia stata formata da una serie
di coincidenze inconsapevoli e casuali, secondo quanto propugnato dalla
teoria evoluzionista.
Nel considerare i dati scientifici, ad esempio quelli della biologia
molecolare, si pu osservare che non vi alcuna possibilit che una
singola cellula vivente o anche una dei milioni di proteine presenti in
questa cellula possa essere giunta all'esistenza per caso, secondo
l'opinione degli evoluzionisti. Come si vedr nei capitoli successivi, anche
i calcoli delle probabilit apportano ulteriori conferme, a tal punto che la
dottrina evoluzionista sulla comparsa degli esseri viventi ha zero
possibilit di essere vera.
Ci significa che il primo punto di vista gode del "cento per cento" di
probabilit di essere vero. Ossia, la vita pervenuta all'essere
consapevolmente. Ponendo la questione in termini diversi, stata
"creata". Tutti gli esseri viventi sono giunti all'esistenza grazie al progetto
di un Creatore, eminente per superiore potenza, sapienza e conoscenza.
Questa realt non un semplice motivo di convinzione, la normale
conclusione alla quale conducono il senno, la logica e la scienza.
In tali circostanze, il nostro scienziato "evoluzionista" dovrebbe
prendere le distanze dalle sue affermazioni e aderire ad un fatto che, oltre

16

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

ad essere ovvio, anche provato. In caso contrario, egli dimostrerebbe di


sacrificare la scienza in nome della sua filosofia, ideologia e dogma,
piuttosto che essere un vero scienziato.
La rabbia, la caparbiet e i pregiudizi del nostro "scienziato" si
accresceranno progressivamente ogniqualvolta si trover costretto a
confrontarsi con la realt. Il suo atteggiamento pu essere chiarito con una
sola parola: "fede". Si tratta infatti di una cieca fede superstiziosa, dal
momento che non vi pu essere alcun'altra spiegazione di fronte al
disprezzo per tutti i fatti e in presenza di una eterna devozione all'assurdo
scenario che egli ha costruito nella sua mente.

Cieco materialismo
La fede di cui stiamo parlando la filosofia materialista, la quale
afferma che la materia sempre esistita e che non vi altro oltre ad essa.
La teoria evoluzionista rappresenta il cosiddetto "fondamento scientifico"
di questa filosofia ed quindi difesa ciecamente al fine di sostenerne la
veridicit. Nel momento in cui la scienza dimostra l'infondatezza delle
affermazioni dell'evoluzionismo e questo il punto che stato raggiunto
ora, alla fine del XX secolosi cerca allora di distorcerla e di renderla tale
da corroborare la teoria dell'evoluzione, al fine di mantenere in vita il
materialismo.
Una breve citazione da uno dei pi noti biologi evoluzionisti turchi
un buon esempio che permette di constatare il disordinato criterio e
giudizio a cui conduce questa cieca devozione. Questo scienziato discute
la probabilit della formazione casuale del citocroma-C, che uno degli
enzimi pi indispensabili alla vita:
La probabilit della formazione di una sequenza di citocroma-C probabilmente
pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire
che questa ha la probabilit di realizzarsi verosimilmente una sola volta
nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di l della
nostra definizione sarebbero dovuti intervenire nella sua formazione. Accettare
quest'ultima proposizione non tuttavia appropriato agli scopi della scienza.

Per liberarsi dal pregiudizio

17

Noi dobbiamo, dunque, esaminare la prima ipotesi.2

Questo scienziato reputa "pi scientifico" accettare una possibilit


"probabilmente pari a zero" piuttosto che la creazione. Comunque,
secondo i metodi della scienza, se esistono due spiegazioni alternative
riguardo ad un evento e se una di esse ha una possibilit di realizzazione
"probabilmente pari a zero", allora l'altra deve essere considerata quella
corretta. Tuttavia, l'approccio dogmatico materialistico proibisce di
ammettere l'esistenza di un Creatore superiore. Tale proibizione
conduce quindi questo scienziato e molti altri che credono nello stesso
dogma materialistico ad accettare asserzioni che ripugnano
completamente alla ragione.
Coloro che credono e hanno fiducia in questi scienziati vengono a
loro volta asserviti e accecati dal medesimo sortilegio, adottando
necessariamente la stessa psicologia indifferente che si ricava dalla
lettura dei loro libri ed articoli.
Tale dogmatico punto di vista materialistico la ragione per cui
molti nomi eminenti della comunit scientifica si dichiarano atei. Coloro
che si emancipano dalla schiavit di questa magia e pensano con mente
aperta, non esitano ad accettare l'esistenza di un Creatore. Il biochimico
americano Michael J. Behe, uno tra i pi illustri sostenitori della teoria del
"progetto intelligente", che di recente divenuta ampiamente accettata,
descrive cos quegli scienziati che si oppongono alla credenza nel
"progetto" o "creazione" di organismi viventi:
Negli ultimi quattro decenni la moderna biochimica ha scoperto i segreti della
cellula. Ci ha richiesto il sacrificio, da parte di decine di migliaia di persone,
della parte migliore della loro vita al tedioso lavoro di laboratorio... Il risultato
di questi sforzi cumulativi per investigare la cellula per studiare la vita allo
stato molecolare un forte, chiaro e acuto grido: "progetto!". L'esito a tal
punto privo di ambiguit e significativo da dover essere classificato come una
delle pi grandi conquiste nella storia della scienza... Tuttavia un curioso,
silenzio pieno d'imbarazzo circonda l'assoluta complessit della cellula. Per
quale motivo la comunit scientifica non abbraccia avidamente la sua
sorprendente scoperta? Perch l'osservazione del progetto viene maneggiata con

18

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

guanti intellettuali? Il dilemma che


mentre una parte dell'elefante viene
classificata come progetto intelligente,
l'altra deve essere chiamata Dio.3

Questa la posizione degli scienziati


evoluzionisti atei quale si pu incontrare sui
giornali, alla televisione e nei libri. Tutta la
ricerca scientifica condotta da queste
persone gli ha dimostrato l'esistenza di un
Creatore. Tuttavia sono divenuti a tal punto
indifferenti e ciechi, a causa dell'educazione
dogmatica materialista di cui sono imbevuti,
da persistere caparbiamente nel loro rifiuto.

Michael Behe: "Un silenzio


pieno d'imbarazzo circonda
l'assoluta complessit della
cellula".

Gli uomini che trascurano irremovibilmente i chiari segni e le prove


del Creatore diventano totalmente insensibili. Imprigionati in un'ignara
confidenza in s stessi, dovuta alla loro indifferenza, essi possono anche
ridursi a sostenere che un'assurdit sia una virt. Un esempio
particolarmente calzante rappresentato dal celebre evoluzionista
Richard Dawkins, il quale ha ammonito i Cristiani di non credere di aver
assistito ad un miracolo qualora abbiano visto la statua della Vergine
Maria fargli dei segni. Scrive Dawkins: "Se, per una mera coincidenza,
tutte le molecole si muovessero in una stessa direzione nello stesso
momento, la mano potrebbe muoversi. Se poi si invertissero di nuovo, in
uno stesso istante, la direzione del movimento della mano potrebbe
muoversi all'indietro, verso la posizione originaria. In questo modo una
statua di marmo potrebbe fare un cenno verso di noi. Potrebbe accadere".4
La psicologia dei miscredenti sempre esistita nel corso della storia.
Nel Corano essa descritta in questi termini:
Quand'anche facessimo scendere gli angeli su di loro, e i morti
parlassero e radunassimo tutte le cose di fronte a loro, crederebbero
solo se Allah vuole. Ma la maggior parte di loro ignora!. (Surat alAnaam, 111)

Per liberarsi dal pregiudizio

19

Come questi versetti rendono evidente,


il pensiero dogmatico degli evoluzionisti
non originale, n peculiare soltanto di
essi. Ci che tali scienziati propugnano,
infatti, non un pensiero scientifico
moderno, ma una forma di ignoranza che si
protrae fino dalle pi incivilizzate comunit
pagane.
La stessa psicologia descritta in un
altro versetto del Corano:
Se anche aprissimo loro una porta del
cielo

perch

possano

Richard Dawkins impegnato


nella propaganda evoluzionista.

ascendervi,

direbbero: "I nostri occhi sono ipnotizzati o ci hanno lanciato un


sortilegio!". (Surat Al-Hijr, 14-15)

Indottrinamento di massa evoluzionista


Come si evince dai versetti sopracitati, una delle ragioni per cui la
gente non pu scorgere la realt della loro esistenza una specie di
"sortilegio" che gli impedisce di ragionare. lo stesso tipo di "sortilegio"
che si nasconde dietro alla universale accettazione della teoria
evoluzionista. Ci che intendiamo come sortilegio un condizionamento
indotto tramite l'indottrinamento. La gente sottoposta a un tale
indottrinamento riguardo alla correttezza della teoria evoluzionista da
non comprendere spesso la distorsione esistente.
Questo indottrinamento provoca sul cervello un effetto negativo, che
inabilita la facolt di giudizio. Il cervello, sottoposto a tale pressione,
comincia, infine, a percepire la realt non come essa effettivamente, ma
secondo le direttive impartitegli. Tale fenomeno pu essere osservato in
diverse situazioni. Ad esempio, se qualcuno, nel corso di una seduta
d'ipnosi, viene istruito che il letto sul quale sta giacendo un'automobile,
in seguito egli percepir il letto come un'automobile. Penser, di
conseguenza, che tutto ci sia molto logico e razionale, in quanto egli lo

20

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

vedr realmente e non vi sar dubbio sulla sua buona fede. Esempi simili,
che mostrano l'efficienza e il potere dei meccanismi di indottrinamento,
sono realt scientifiche verificate da innumerevoli esperimenti riportati
nella letteratura scientifica che costituiscono il cibo quotidiano dei
manuali di psicologia e psichiatria.
La teoria evoluzionista e la visione materialistica del mondo, che su
di essa si fonda, sono imposte alle masse grazie a tali metodi di
indottrinamento. La gente, che di continuo vi si imbatte nei mezzi di
comunicazione, nelle fonti accademiche e nelle piattaforme "scientifiche",
non riesce a comprendere che accettare questa teoria significa in effetti
contraddire i pi basilari principi di ragione. Lo stesso tipo di
indottrinamento coinvolge anche gli scienziati. Giovani studiosi in ascesa
nelle loro carriere scientifiche, col passare del tempo, adottano, con
sempre maggior frequenza, la visione del mondo materialista. Incantati
da questo sortilegio, numerosi scienziati evoluzionisti proseguono nella
loro ricerca al fine di trovare la conferma scientifica alle irrazionali e
datate asserzioni del XIX secolo, ormai da lungo tempo confutate.
Vi sono inoltre dei meccanismi addizionali che costringono gli
scienziati ad essere evoluzionisti e materialisti. Nei paesi occidentali,
uno scienziato deve rispettare alcune norme per poter fare carriera, per
ottenere dei riconoscimenti accademici o per riuscire a vedere pubblicati i
suoi

articoli

su

riviste

scientifiche.

La

totale

accettazione

dell'evoluzionismo il criterio principale. Questo sistema conduce questi


studiosi a spendere la loro vita intera e la loro carriera scientifica per
amore di un credo dogmatico.
Questa la realt che continua a nascondersi dietro all'asserzione:
"L'evoluzionismo ancora accettato dal mondo della scienza".
L'evoluzionismo mantenuto in vita non per il suo valore scientifico, ma
in quanto un dovere ideologico. Pochissimi scienziati, consapevoli di
questo fatto, possono correre il rischio di dichiarare che il re nudo.
Nel prosieguo di questo libro passeremo in rassegna le scoperte della
scienza moderna che hanno portato al crollo della fede evoluzionista e
all'esposizione delle chiare prove dell'esistenza di Allah. Il lettore

Per liberarsi dal pregiudizio

21

testimonier che la teoria evoluzionista effettivamente un inganno, che,


sebbene sia ognora smentito dalla scienza, viene perpetrato al fine di
occultare la realt della creazione. nostra speranza che il lettore,
riflettendo sul contenuto di questo libro, sappia spezzare l'incantesimo
che ottenebra le menti degli uomini inficiandone la capacit di giudizio.
Se egli sapr liberarsi da questo incantamento riuscendo a pensare in
modo chiaro, indipendente e senza pregiudizio, allora scoprir presto la
verit adamantina. Questa inevitabile verit, dimostrata dalla scienza in
tutti i suoi aspetti, che gli organismi viventi sono pervenuti all'esistenza
non per un processo casuale, ma in seguito a creazione. L'uomo pu
agevolmente constatare tale realt considerando le modalit della sua
stessa esistenza, come egli sia giunto all'essere da una goccia d'acqua, o la
perfezione di ogni essere vivente.

CAPITOLO

Una breve storia


della teoria

e radici del pensiero evoluzionista, nella forma di credo dogmatico


volto a negare la creazione, risalgono all'antichit. La maggior
parte dei filosofi pagani della Grecia antica difese l'idea

dell'evoluzione. La storia della filosofia dimostra che tale idea costituisce


l'essenza del pensiero di molti filosofi pagani.
Non fu, tuttavia, l'antica filosofia pagana, ma la fede in Allah a
giocare un ruolo determinante nella nascita e nello sviluppo della scienza
moderna. La maggior parte dei precursori furono persone che credevano
nell'esistenza di Allah, i quali si avvalsero dello studio della scienza per
scoprire l'universo da Lui creato, per comprendere le Sue leggi e i
particolari della Sua creazione. Astronomi quali Leonardo da Vinci,

Copernico, Keplero e Galileo; il padre della paleontologia, Cuvier; il


pioniere della botanica e della zoologia, Linneo; Isaac Newton, di cui si
parla come del "pi grande scienziato mai esistito", si dedicarono allo
studio della scienza non solo credendo in Allah, ma sapendo anche che
l'intero universo pervenne all'essere come risultato della Sua creazione.
Albert Einstein, considerato il pi grande genio della nostra epoca, fu un
altro scienziato devoto che credette in Allah, come testimoniano le sue
parole: "Non posso concepire un vero scienziato senza quella fede
profonda. Tale condizione pu essere espressa con una immagine: la
scienza senza la religione zoppa".6
Uno dei fondatori della fisica moderna, il fisico tedesco Max Planck
ha detto che chiunque si dedichi alla scienza seriamente deve leggere la
frase che campeggia sul suo tempio: "Abbi la fede". La fede un attributo
essenziale di uno scienziato.7

Una breve storia della teoria

23

La teoria dell'evoluzione il risultato della filosofia materialistica


riapparsa con il risveglio dell'antico pensiero materialista e diffusasi nel
corso del XIX secolo. Come abbiamo indicato in precedenza, questa
dottrina tenta di spiegare la natura per mezzo di fattori puramente
materiali. Dal momento che nega la creazione fin dal principio, essa
asserisce che ogni cosa, animata o inanimata, sia apparsa senza un atto di
creazione, ma piuttosto come l'esito di una coincidenza che ha assunto
quindi un carattere di ordine. La mente umana tuttavia disposta in
modo tale da comprendere l'esistenza di una volont organizzatrice
ovunque scorga un ordine. La filosofia materialistica, che rappresenta
esattamente il contrario di questa fondamentale facolt della mente
umana, ha prodotto la "teoria dell'evoluzione" alla met del XIX secolo.

L'immaginazione di Darwin
Colui che ha proposto la teoria evoluzionista nella forma oggi difesa
fu un naturalista dilettante inglese, Charles Robert Darwin.
Darwin non ricevette mai una formale educazione in biologia. Egli
ebbe soltanto un interesse amatoriale nell'ambito della natura e degli
esseri viventi. Tale interesse lo spron a unirsi volontariamente ad una
spedizione a bordo della nave H.S.M. Beagle, salpata dall'Inghilterra nel
1832, che per cinque anni visit diverse regioni del mondo. Il giovane
Darwin rimase fortemente impressionato dalla variet delle specie
viventi, in special modo da certi uccelli che vide nelle isole Galapagos.
Egli pens che le variazioni presenti nei loro becchi fossero state causate
dal loro adattamento all'habitat in cui risiedevano. Con questa idea in
mente, egli ipotizz che l'origine della vita e delle specie si trovasse nel
concetto di "adattamento all'ambiente". Secondo lo studioso inglese, le
differenti specie viventi non erano state create separatamente da Allah,
ma derivavano piuttosto da un comune antenato dal quale si erano
differenziate in seguito alle differenti condizioni naturali.
L'ipotesi di Darwin non fu fondata su alcuna scoperta scientifica o
esperimento; col tempo, tuttavia, egli la trasform in una teoria

24

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

pretenziosa, grazie all'appoggio e all'incoraggiamento ricevuto dai famosi


biologi materialisti del suo tempo. L'idea era che gli individui che si
adattavano all'habitat nel modo migliore trasferivano le loro qualit alle
generazioni seguenti; queste qualit vantaggiose, accumulatesi nel
tempo, trasformavano gli individui in specie totalmente differenti dai loro
antenati. (L'origine di tali qualit era sconosciuta in questo periodo.)
Secondo Darwin, l'uomo era l'esito pi avanzato di questo meccanismo.
Darwin chiam questo processo "evoluzione per selezione
naturale". Egli credette di avere scoperto "l'origine della specie": l'origine
di una specie era un'altra specie. Pubblic quindi tali considerazioni nel
suo libro intitolato L'origine della specie per mezzo della selezione naturale nel
1859.
Darwin era ben consapevole che questa sua teoria poneva molti
problemi, come confess nel suo libro al capitolo "Difficolt della teoria".
Tali difficolt consistevano in primo luogo nei resti fossili, negli organi
complessi degli esseri viventi che non potevano essere in alcun modo
spiegati per mezzo della coincidenza (ad esempio gli occhi), e negli istinti
degli esseri viventi. Darwin nutr la speranza che questi ostacoli sarebbero
stati superati dalle nuove scoperte; questo tuttavia non lo fren dal
proporre una serie di soluzioni completamente inadeguate. Il fisico
americano Lipson ha scritto a proposito delle "difficolt" di Darwin:
Nel leggere L'origine della specie ho trovato che Darwin fosse molto meno
sicuro di s stesso di quanto si deduce dalle consuete rappresentazioni; il
capitolo intitolato "Difficolt della teoria" ad esempio, rivela dei dubbi
considerevoli. Come fisico sono rimasto particolarmente incuriosito dai suoi
commenti sul modo in cui l'occhio sarebbe apparso.8

Mentre sviluppava la sua teoria, Darwin fu profondamente


influenzato da alcuni biologi evoluzionisti che lo avevano preceduto, in
primo luogo dal francese Lamarck.9 Secondo quest'ultimo, le creature
viventi si passavano i caratteri che avevano acquisito nel corso della loro
vita da una generazione all'altra in modo tale da evolvere. Ad esempio, le
giraffe si erano evolute da animali simili ad antilopi estendendo il loro

Una breve storia della teoria

25

collo sempre pi in alto di generazione


in gene-razione, nel tentativo di
raggiungere i rami di cui si cibavano
posti ad un'altezza sempre maggiore.
Darwin utilizz cos la tesi del
"passaggio dei caratteri acquisiti"
proposto da Lamarck come il fattore
decisivo dell'evoluzione.
Sia Darwin che Lamarck erano
tuttavia in errore, poich, ai loro giorni,
la vita poteva essere studiata solo
valendosi di tecnologie primitive e di
livello inadeguato. Rami della scienza

Charles Darwin

quali la genetica e la biochimica non


esistevano neppure di nome. Le loro teorie dipesero quindi dal potere
dell'immaginazione.
Mentre risuonava l'eco del libro di Darwin, un botanico austriaco di
nome Gregor Mendel scopriva, nel 1865, le leggi dell'ereditariet.
Rimasta nel silenzio fino alla fine del secolo, soltanto agli inizi del 1900 la
scoperta di Mendel godette di grande importanza. Ci rappresent la
nascita della genetica. Solo pi tardi divenne nota la struttura dei geni e
dei cromosomi. La scoperta, nel 1950, della molecola del DNA, che
incorpora le informazioni genetiche, provoc una grave crisi della teoria
dell'evoluzione. La ragione era l'incredibile complessit della vita che
invalidava i meccanismi evolutivi proposti da Darwin.
Tali sviluppi avrebbero dovuto avere l'effetto di relegare la teoria di
Darwin tra i rifiuti della storia. Ci, tuttavia, non avvenne in seguito
all'insistenza di certi circoli per revisionare, rinnovare ed elevare la teoria
ad una piattaforma scientifica. Questi sforzi assumono un senso soltanto
se si comprende che tale teoria nasconde intenzioni ideologiche piuttosto
che interessi scientifici.

IL RAZZISMO DI DARWIN

no dei pi
importanti,
seppur meno
noti, aspetti della
teoria evoluzionista
il razzismo: Darwin
considerava
gli
Europei bianchi pi
"avanzati" rispetto
alle altre razze umane. Credendo
che l'uomo si fosse evoluto da
una creatura simile alla scimmia,
egli suppose che alcune razze si
fossero sviluppate pi di altre, le
quali avrebbero presentato
ancora caratteri scimmieschi.
Nel suo libro L'origine dell'uomo,

pubblicato dopo L'origine della


specie,
Darwin
parla
apertamente "delle enormi
differenze tra uomini di razze
distinte" 1 . In quest'opera, egli
considera i neri e gli Aborigeni
australiani pari ai gorilla,
concludendo di conseguenza
che essi, con l'andar del tempo,
sarebbero stati "eliminati" dalle
"razze civilizzate". Ha detto:
In un qualche tempo avvenire, non molto
lontano se misurando per secoli, quasi
certo che le razze umane incivilite
stermineranno e si sostituiranno in tutto
il mondo alle razze selvagge. Nello stesso
tempo le scimmie antropomorfe... saranno
senza dubbio sterminate. Allora la lacuna
sar ancora pi larga, perch star fra
l'uomo in uno stato ancor pi civile,
speriamo, che non il caucasico, e qualche
scimmia inferiore, come il babbuino,
invece di quella che esiste ora fra un nero
ed un australiano ed il gorilla. 2

Le idee insensate
di Darwin non
vennero
solo teorizzate, ma
fornirono anche la
principale "base
scientifica"
al
r a z z i s m o .
Supponendo che
gli esseri viventi si
fossero evoluti in
seguito alla lotta
per la vita, il

darvinismo fu addirittura adattato alle


scienze sociali, trasformandosi in una
concezione che fu detta "darvinismo
sociale". Questa sostiene che le razze
umane esistenti si trovino su differenti
gradini della "scala evolutiva", della
quale le razze europee sarebbero le pi
"avanzate",
mentre
le
altre
presenterebbero ancora caratteristiche
"scimmiesche".
1. Benjamin Farrington, What Darwin Really
Said, Sphere Books, London 1971, pp. 54-56
2. Charles Darwin, L'origine dell'uomo, trad it.
del prof. Michele Lessona, Torino 1872, p. 147

Una breve storia della teoria

27

Gli sforzi disperati del neo-darvinismo


La teoria di Darwin entr in una crisi profonda per la scoperta delle
leggi della genetica nel primo quarto del XX secolo. Nondimeno, un
gruppo di scienziati determinati a rimanere leali a Darwin, tentarono di
proporre delle soluzioni. L'incontro, organizzato dalla Societ Geologica
d'America, avvenne nel 1941. Genetisti quali G. Ledyard Stebbins e
Thedosius Dobzhansky, zoologi come Ernst Mayr e Julian Huxley,
paleontologi tra cui George Gaylard Simpson e Glenn L. Jepsen, genetisti
matematici quali Ronald Fischer e Sewall Right, dopo una lunga
discussione, si accordarono infine di "rappezzare" il darvinismo.
Questo schema sommario si focalizz sulla questione dell'origine
delle variazioni vantaggiose che, ipoteticamente, avevano causato
l'evoluzione degli organismi viventi un problema che Darwin stesso fu
incapace di risolvere e che tent semplicemente di eludere appoggiandosi
a Lamarck. L'idea era ora quella delle "mutazioni casuali". Essi
chiamarono questa nuova dottrina la "Teoria della moderna evoluzione
sintetica", formulata grazie all'aggiunta del concetto di mutazione alla
tesi della selezione naturale di Darwin. In breve tempo questa teoria
divenne nota con il nome di "neo-darvinismo", mentre coloro che
l'avevano propugnata furono detti "neo-darvinisti".
I decenni successivi videro una serie di disperati tentativi per
dimostrare la validit della nuova teoria. Era gi noto che le mutazioni o
"accidenti" che avevano avuto luogo nei geni degli organismi viventi
erano sempre state nocive. I neo-darvinisti tentarono di farne un caso che
giustificasse le "mutazioni vantaggiose" conducendo migliaia di
esperimenti di mutazione. Tutti i loro tentativi si risolsero nondimeno in
completi fallimenti.
Tentarono inoltre di dimostrare che i primi organismi viventi
avrebbero potuto essere stati originati dal caso nelle primitive condizioni
terrestri proposte dalla teoria, ma ne segu lo stesso fallimento. Ogni
esperimento che si sforz di provare la generazione della vita da parte del
caso fall. I calcoli delle probabilit provarono che neppure una singola

28

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

proteina avrebbe potuto essere stata generata dal caso. Neppure la cellula
ipoteticamente apparsa per caso durante le primitive e incontrollate
condizioni terrestri elaborate dagli evoluzionisti potrebbe essere
sintetizzata, nemmeno dai pi sofisticati laboratori del XX secolo.
La teoria neo-darvinista risulta inoltre inficiata dai reperti fossili.
Nessuna "forma transizionale", quale venne ipotizzata allo scopo di
dimostrare la graduale evoluzione degli organismi viventi dalle specie
primitive a quelle avanzate, secondo i dettami della teoria neo-darvinista,
mai stata scoperta in qualsiasi parte del mondo. Nel contempo,
l'anatomia comparativa ha rivelato che le specie che si era ipotizzato si
fossero evolute le une dalle altre, ebbero in realt caratteristiche
anatomiche assai differenti confutando l'ipotesi di un'eventuale
discendenza.
Ma il neo-darvinismo non mai stato una teoria scientifica, bens un
dogma ideologico, per non dire una sorta di "religione". Questa la
ragione per cui i campioni della teoria dell'evoluzione persistono nel
difendere le loro posizioni nonostante tutte le prove del contrario. Su un
solo problema essi non riescono, tuttavia, a trovare un accordo, nel
decidere quale sia, tra i differenti modelli proposti per la realizzazione
dell'evoluzione, quello "giusto". Uno dei pi importanti tra questi modelli
lo scenario fantastico noto come "equilibrio punteggiato".

Prova ed errore: l'equilibrio punteggiato


La maggior parte degli scienziati evoluzionisti accettano la teoria
neo-darvinista di una lenta e graduale evoluzione. Negli ultimi decenni
stato tuttavia proposto un modello differente detto "equilibrio
punteggiato", il quale respinge l'idea darvinista di una progressiva
evoluzione cumulativa, sostenendo che tale processo sia avvenuto invece
per grandi "salti" discontinui.
I primi chiassosi difensori di questa nozione fecero la loro comparsa
agli inizi degli anni Settanta. Due paleontologi americani, Niles Eldredge
e Stephen Jay Gould, erano ben consapevoli del fatto che le asserzioni

IL LIVELLO PRIMITIVO DELLA SCIENZA AL TEMPO DI DARWIN


uando Darwin
avanz le
sue ipotesi,
le discipline della
genetica, della
microbiologia e
della biochimica
non esistevano
ancora. Se queste fossero
state scoperte prima che
Darwin avesse concepito la
sua teoria, quest'ultimo
avrebbe potuto facilmente
riconoscere la totale
mancanza di scientificit
delle sue pretese.
L'informazione che
determina la specie esiste gi nei geni
ed quindi impossibile alla selezione
naturale produrre nuove specie
attraverso l'alte-razione dei geni.
Similmente, il mondo della scienza in
quei giorni disponeva di una
conoscenza molto grezza e superficiale
della cellula e delle sue funzioni. Se
Darwin avesse avuto la possibilit di
osservare una cellula con un
miscroscopio elettronico, avrebbe
constatato la grande complessit e la
straordinaria struttura presente negli
organelli cellulari. Avrebbe
visto con i suoi occhi
l'impossibilit che un sistema
talmente complesso e intricato fosse
apparso tramite variazioni minori. Se
avesse conosciuto la
biomatematica, avrebbe capito che
neppure una singola molecola
proteica, per non parlare di
un'intera cellula, avrebbe potuto
pervenire all'esistenza per caso.

Studi approfonditi sulla cellula


sono stati possibili solo dopo la
realizzazione del microscopio
elettronico. Ai tempi di Darwin
con i primitivi microscopi allora
disponibili era possibile
osservare solo la parte esterna
della superficie della cellula.

30

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

della

teoria

neo-darvinista

erano

assolutamente contraddette dai reperti


fossili, i quali provavano che gli
organismi viventi non avevano avuto
origine da un processo di graduale
evoluzione,

ma

erano

apparsi

improvvisamente gi completamente
formati. I neo-darvinisti vivevano
nell'infondata speranza tuttora viva
che le perdute forme di transizione
sarebbero state un giorno trovate. Pur
avendo compreso che tale speranza era

Stephen Jay Gould

priva di fondamenta, Eldredge e Gould


furono

nondimeno

incapaci

di

abbandonare il loro dogma evoluzionista, per cui avanzarono un nuovo


modello: l'equilibrio punteggiato. Questo afferma che l'evoluzione non
avvenne come esito di variazioni minori, ma piuttosto nella forma di
grandi cambiamenti improvvisi.
Tale modello non era altro che un frutto della fantasia. Ad esempio,
il paleontologo europeo O.H. Shindewolf, che apr la via a Eldredge e
Gould, asser che il primo uccello usc da un uovo di rettile come una
"grossa mutazione", vale a dire, come il risultato di un enorme
"accidente". Secondo questa teoria, alcuni animali terrestri si sarebbero
trasformati in balene giganti avendo subito una repentina e ampia
metamorfosi. Queste affermazioni, interamente contraddette da tutte le
leggi della genetica, della biofisica e della biochimica, sono tanto
scientifiche quanto la favola del principe tramutato in rospo! Nondimeno,
angosciati dalla crisi in cui versava il pensiero neo-darvinista, alcuni
paleontologi abbracciarono questa teoria, che ha la peculiarit di essere
anche pi bizzarra della precedente.
L'unico proposito di questo modello era di fornire una spiegazione
delle lacune nei reperimenti archeologici che il neo-darvinismo non
poteva giustificare. Risulta, in ogni caso, poco razionale il tentativo di

Una breve storia della teoria

31

Oggi, decine di migliaia di scienziati al mondo, in modo particolare negli Stati Uniti e in
Europa, sfidano la teoria evoluzionista pubblicando studi che ne confutano i principi. In
alto sono stati riprodotti alcuni esempi.

spiegare la mancanza di testimonianze fossili nell'evoluzione degli uccelli


asserendo che "un uccello balz fuori improvvisamente da un uovo di
rettile", in quanto, per ammissione degli stessi evoluzionisti, l'evoluzione
da una specie ad un'altra richiede un grande e vantaggioso cambiamento
di informazioni genetiche. In ogni caso, nessun tipo di mutazione
migliora le informazioni genetiche o ne aggiunge di nuove. Le mutazioni
creano soltanto disordine nell'informazione genetica. Perci le "grosse
mutazioni" prospettate dal modello dell'equilibrio punteggiato
potrebbero solo causare delle "grosse", cio "grandi", riduzioni e
menomazioni nell'informazione genetica.
Il modello dell'equilibrio punteggiato, inoltre, crolla fin dall'inizio
per la sua incapacit di affrontare il problema dell'origine della vita, che
rappresenta l'elemento di confutazione iniziale del modello neodarvinista. Dal momento che neppure una singola proteina pu essere
stata originata dal caso, il dibattito se organismi costituiti da trilioni di tali

32

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

proteine possano aver subito un'evoluzione punteggiata o graduale si


rivela completamente privo di senso.
Nonostante tali considerazioni, il modello che oggi viene alla mente,
qualora si discuta di evoluzione, ancora il neo-darvinismo. Nei capitoli
seguenti, esamineremo dapprima due meccanismi immaginari di tale
modello, quindi ne verificheremo la validit analizzando le testimonianze
fossili. In seguito ci diffonderemo sulla questione dell'origine della vita,
che infirma sia il modello neo-darvinista che qualsiasi altro di matrice
evoluzionista quale "l'evoluzione per salti".
Prima, per, sar utile ricordare al lettore che la realt che
affronteremo ad ogni stadio, ovvero lo scenario evoluzionista, non che
un favola immaginaria, una grande menzogna del tutto in disaccordo col
mondo reale. Tale scenario stato utilizzato al fine di ingannare gli
uomini per 140 anni. Grazie alle pi recenti scoperte scientifiche, la sua
difesa serrata divenuta ormai impossibile.

CAPITOLO

I meccanismi immaginari
dell'evoluzione

l modello neo-darvinista, che si potrebbe considerare oggi la "corrente


principale" della teoria evoluzionista, sostiene che la vita si evoluta
per mezzo di due meccanismi naturali: la "selezione naturale" e la

"mutazione". L'asserzione principale che essi siano due meccanismi


complementari. L'origine delle modificazioni evolutive la casuale
mutazione che ha luogo nella struttura genetica delle cose viventi. I
caratteri determinati dalle mutazioni vengono selezionati dai meccanismi
della selezione naturale, i quali causano l'evoluzione.
Un'indagine approfondita di tale teoria permette di scoprire che non
esiste assolutamente un tale meccanismo evolutivo, in quanto n la
selezione naturale n la mutazione offrono alcun contributo alla pretesa
che le specie differenti si siano trasformate ed evolute l'una dall'altra.

La selezione naturale
Come processo della natura, la selezione naturale era familiare ai
biologi che avevano preceduto Darwin, il quale la defin come un
"meccanismo che mantiene le specie immutabili senza essere corrotte".
Darwin fu il primo ad affermare che questo processo aveva un potere
evolutivo; quindi, egli eresse la sua intera teoria sulle fondamenta di tale
asserzione. Il titolo che egli diede al suo libro indica che la selezione
naturale fu la base della sua teoria: L'origine della specie per mezzo della
selezione naturale...
Tuttavia, sin dal tempo di Darwin, non stata avanzato neppure un
briciolo di prova per dimostrare che la selezione naturale sia all'origine
dell'evoluzione degli esseri viventi. Colin Patterson, il maggiore

34

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

paleontologo del Museo di Storia Naturale d'Inghilterra, che oltretutto


un eminente evoluzionista, sottolinea che non mai stato provato il
potere della selezione naturale di provocare un tale processo:
Nessuno ha mai prodotto una specie con i meccanismi della selezione
naturale. Nessuno vi si mai neppure approssimato e ci rappresenta la
questione di maggior discussione nell'ambito del neo-darvinismo.11

La selezione naturale sostiene che quegli esseri viventi che risultano


pi adatti alle condizioni naturali del loro habitat sono destinati a
prevalere, in quanto i loro discendenti sopravviveranno, mentre quelli che
non sono adatti scompariranno. Per esempio, di un gruppo di cervi sotto
la minaccia di animali feroci sopravviveranno naturalmente coloro che
sapranno correre pi velocemente. Questo vero. Ma, indipendentemente dalla durata di questo processo, esso non trasformer questi cervi in
un'altra specie vivente. Il cervo rimarr sempre un cervo.
La considerazione dei pochi incidenti avanzati dagli evoluzionisti
quali esempi osservabili di selezione naturale, dimostra che questi non
sono altro che un semplice tentativo di inganno.

"Melanismo industriale"
Nel 1986 Douglas Futuyma pubblic un libro dal titolo La biologia
dell'evoluzione, considerato una delle fonti pi esplicite per esporre la
teoria dell'evoluzione per mezzo della selezione naturale. Il pi famoso
tra gli esempi addotti sul tema riguarda il colore delle falene, che parve
oscurarsi nel corso della Rivoluzione Industriale in Inghilterra.
Secondo quanto riferito, ai prodromi della Rivoluzione Industriale il
colore delle cortecce degli alberi nell'area di Manchester era abbastanza
chiaro. Per questo motivo, le falene di colore scuro che si posavano su
questi alberi potevano essere facilmente avvistate dagli uccelli che se ne
cibavano; le loro possibilit di sopravvivenza erano, di conseguenza,
alquanto scarse. Cinquanta anni dopo, a seguito dell'inquinamento, le
cortecce degli alberi si scurirono, ne consegu che le falene di colore chiaro
divennero le prede pi cacciate. Si verific quindi un decremento delle

I meccanismi immaginari dell'evoluzione

35

L'esempio del melanismo industriale non certamente una prova a favore


dell'evoluzionismo, in quanto questo processo non ha prodotto alcuna nuova specie di
falene. La selezione avvenne soltanto tra le variet gi esistenti.

falene di colore chiaro, mentre quelle di colore scuro aumentarono grazie


alla loro ridotta visibilit. Gli evoluzionisti si valsero di questo esempio
come di una prova di grande importanza a sostegno della loro teoria. Essi,
d'altra parte, vi trovarono rifugio e sollievo mostrando, con arte
vetrinistica, il modo in cui le falene di colore chiaro "si erano evolute"
nelle altre di colore scuro.
Dovrebbe essere abbastanza chiaro, tuttavia, che questo fatto non
pu essere considerato una prova a favore della teoria dell'evoluzione, in
quanto la selezione naturale non ha dato origine ad una nuova forma mai
apparsa in precedenza. Le falene di colore scuro sono esistite anche prima
della Rivoluzione Industriale. Solo le proporzioni relative alle diverse
variet cambiarono. Le falene non hanno acquisito nuovi caratteri o nuovi
organi tali da causare una "speciazione". Affinch una falena si tramuti in
un'altra specie vivente, ad esempio un uccello, si dovrebbero realizzare
nuove addizioni ai geni. Ovverosia, avrebbe dovuto essere annesso un
programma genetico interamente separato, al fine di includere

36

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

informazioni sulle caratteristiche fisiche degli uccelli.


In breve, la selezione naturale non ha la capacit di aggiungere un
nuovo organo ad un organismo vivente, o di eliminarlo, o di mutare tale
organismo in un'altra specie contrariamente all'immagine evocata dagli
evoluzionisti. La "pi grande" prova avanzata a partire dall'epoca di
Darwin non stata in grado di andare oltre al "melanismo industriale"
delle falene in Inghilterra.

La selezione naturale pu spiegare la complessit?


La selezione naturale non apporta alcun contributo alla teoria
dell'evoluzione, in quanto tale meccanismo non pu in alcun modo
incrementare o diminuire le informazioni genetiche di una specie. N
pu trasformare una specie in un'altra: una stella di mare in un pesce, un
pesce in una rana, una rana in un coccodrillo, o un coccodrillo in un
uccello. Il pi strenuo difensore dell'equilibrio punteggiato, Gould, in
riferimento a questa empasse della selezione naturale, ha scritto:
L'essenza del darvinismo condensata in una singola frase: la selezione
naturale la forza creativa del cambiamento evolutivo. Nessuno nega che la

La selezione naturale un meccanismo che serve a eliminare gli individui deboli all'interno
della specie. una forza conservativa che preserva le specie esistenti dalla degenerazione.
Oltre a questo, non assolutamente in grado di trasformare una specie in un'altra.

I meccanismi immaginari dell'evoluzione

37

selezione naturale avr un ruolo negativo nell'eliminazione del disadatto. Le


teorie di Darwin richiedono che crei anche l'adatto.12

Un altro dei metodi ingannevoli di cui si servono gli evoluzionisti


il tentativo di presentare il meccanismo della selezione naturale come una
sorta di progettista consapevole. Nondimeno, la selezione naturale non
ha consapevolezza. Non possiede una volont che possa decidere ci che
buono e ci che cattivo per gli esseri viventi. Ne deriva che la selezione
naturale non pu spiegare i sistemi biologici e gli organi che hanno la
caratteristica di "irriducibile complessit". Questi sono composti dalla
cooperazione di un gran numero di parti, e risultano inutilizzabili qualora
una di queste sia mancante o difettosa. (Ad esempio, l'occhio umano non
pu funzionare a meno che non sia completo di tutti i suoi particolari).
Quindi, la volont che mette insieme tutte queste parti dovr essere in
grado di raffigurare il futuro in anticipo, mirando direttamente al
vantaggio da raggiungere all'ultimo stadio. Poich i meccanismi naturali
sono privi di consapevolezza o volont, non possono ottenere tale
risultato. Questo fatto, che demolisce le fondamenta della teoria
dell'evoluzione, torment Darwin: "Se si potesse dimostrare l'esistenza
di un qualsiasi organo complesso che non abbia potuto essere formato
attraverso modificazioni numerose, successive, lievi, la mia teoria
dovrebbe assolutamente cadere." 13
La selezione naturale agisce soltanto sugli individui deformati,
deboli o inabili di una specie. Non pu produrre nuove specie, nuove
informazioni genetiche o nuovi organi. Vale a dire, non pu fare evolvere
niente. Darwin accett questa realt quando scrisse: "La selezione
naturale non pu agire fin quando non compaiano differenze e
variazioni individuali favorevoli".14 Questa la ragione per cui il neodarvinismo ha dovuto esaltare le mutazioni insieme alla selezione
naturale come "la causa dei cambiamenti vantaggiosi". Come vedremo,
tuttavia, le mutazioni possono essere solo "la causa di cambiamenti
dannosi".

38

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Mutazioni
Le mutazioni sono definite come rotture o sostituzioni che
avvengono nella molecola del DNA, il quale si trova nel nucleo della
cellula di un organismo vivente e contiene tutte le informazioni genetiche.
Queste rotture o sostituzioni sono il risultato di effetti esterni quali le
radiazioni o l'azione chimica. Ogni mutazione un "accidente" che pu
danneggiare i nucleotidi che costituiscono il DNA o cambiarne la
locazione. Per lo pi, i danni e le modificazioni causati sono tali che la
cellula non pu porvi rimedio.
La mutazione, che gli evoluzionisti spesso nascondono, non una
bacchetta magica in grado di tramutare gli organismi viventi in forme pi
avanzate e perfette. L'effetto diretto delle mutazioni nocivo. I
cambiamenti operati dalle mutazioni possono essere equiparati solo a
quelli subiti dagli abitanti di Hiroshima, Nagasaki e Chernobil: ovvero, la
morte, l'invalidit e gli scherzi di natura (mostri)...
La ragione molto semplice: il DNA ha una struttura molto
complessa, e gli effetti fortuiti possono solo causare danni a questa
struttura. B.G. Ranghanattan scrive:
Le mutazioni sono piccole, casuali e nocive. Accadono raramente e nel migliore
dei casi risultano inefficaci. Queste quattro caratteristiche delle mutazioni
implicano l'impossibilit di condurre ad uno sviluppo evolutivo. Un
cambiamento casuale in un organismo altamente specializzato pu
essere inefficace o dannoso. Un cambiamento accidentale in un orologio non
potr migliorarlo, molto probabilmente lo dannegger, o, nel migliore dei casi,
sar inefficace. Un terremoto non migliora una citt, la distrugge.15

Non sorprende quindi che finora non sia mai stata osservata una
mutazione vantaggiosa. Tutte le mutazioni hanno dimostrato di essere
dannose. Lo scienziato evoluzionista Warren Weaver, commentando il
documento preparato dalla Commissione sugli effetti genetici delle
radiazioni atomiche, costituito al fine di investigare le mutazioni che
possono essere state provocate dall'utilizzo di armi atomiche nel corso
della Seconda Guerra Mondiale, ha scritto:

I meccanismi immaginari dell'evoluzione

39

TUTTE LE MUTAZIONI SONO DANNOSE

Occhio

Antenna

Zampa

Sinistra: una normale mosca della frutta


(drosophila).
Destra: una mosca della frutta le cui zampe
spuntano dalla testa; una mutazione indotta
dalle radiazioni.
Un effetto disastroso delle mutazioni sul
corpo umano. Il bambino a sinistra una
vittima dell'incidente nucleare di Chernobil.

Molti resteranno sconcertati dall'affermazione che in pratica tutti i geni


mutanti sono dannosi. In quanto le mutazioni sono una parte necessaria del
processo evolutivo. Quale buon effetto ovvero un'evoluzione verso forme pi
elevate di vita pu derivare da mutazioni che risultano effettivamente
tutte dannose?16

Ogni sforzo compiuto al fine di "generare mutazioni vantaggiose"


sfociato in un fallimento. Per decenni, gli evoluzionisti hanno
condotto numerosi esperimenti per produrre mutazioni nelle
mosche della frutta, in quanto questi insetti si riproducono molto
celermente, permettendo quindi alle mutazioni di apparire
rapidamente. Ogni generazione di queste mosche venne mutata,
tuttavia non venne mai osservata alcuna mutazione vantaggiosa. Il

40

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

genetista evoluzionista Gordon Taylor scrisse quindi:


In tutte le migliaia di esperimenti condotti sulla riproduzione delle
mosche in ogni parte del mondo per pi di cinquanta anni, non mai
stata vista apparire neppure una nuova specie distinta... e nemmeno un
nuovo enzima.17

Un altro ricercatore, Michael Pitman, scrive, sul fallimento degli


esperimenti svolti sulle mosche da frutta:
Morgan, Goldschmidt, Muller e altri genetisti hanno sottoposto generazioni di
mosche della frutta a condizioni estreme di caldo, freddo, luce, oscurit e a
trattamenti chimici e radioattivi. Ogni sorta di mutazioni, praticamente tutte
insignificanti o positivamente deleteree, stata prodotta. Un'evoluzione
prodotta dall'uomo? In realt no: pochi mostri creati dai genetisti potrebbero
essere sopravvissuti al di fuori delle bottiglie nelle quali erano stati procreati. In
pratica i mutanti muoiono, sono sterili o tendono a ritornare al tipo
primitivo.18

Lo stesso discorso vale anche per l'uomo. Tutte le mutazioni che sono
state osservate negli esseri umani sono risultate deleteree. Su questo
problema gli evoluzionisti hanno gettato un velo, tentando addirittura di
mostrare

esempi

di

tali

perniciose

mutazioni

come

"prove

dell'evoluzione". Tutte le mutazioni avvenute sugli umani hanno dato


luogo a deformit fisiche, a infermit quali il mongolismo, la sindrome
di Down, l'albinismo, il nanismo o il cancro. Queste mutazioni vengono
presentate nei testi evoluzionisti come esempi di "meccanismi evolutivi al
lavoro". Inutile dire che un processo che lascia gli uomini invalidi e
infermi non possa essere un "meccanismo evolutivo" si suppone che
l'evoluzione produca forme migliori pi adatte alla sopravvivenza.
Per ricapitolare, esistono tre ragioni principali per cui le mutazioni
non possono essere avanzate a sostegno delle asserzioni degli
evoluzionisti:
1) L'effetto diretto delle mutazioni dannoso: dal momento che
capitano accidentalmente, quasi sempre danneggiano l'organismo
vivente che ad esse sottoposto. La ragione ci dice che un intervento

I meccanismi immaginari dell'evoluzione

41

inconsapevole su una struttura perfetta e complessa non vi apporter dei


miglioramenti, ma dei danni. Invero, nessuna "mutazione proficua" mai
stata osservata.
2) Le mutazioni non aggiungono alcuna nuova informazione al
DNA dell'organismo: le particelle che compongono l'informazione
genetica vengono o strappate dalla loro posizione e distrutte, o spostate in
punti differenti. Le mutazioni non possono fare acquistare ad un essere
vivente nuovi organi o nuove caratteristiche. Possono causare soltanto
anormalit quali una gamba sporgente dalla schiena o un orecchio
dall'addome.
3) Affinch una mutazione venga trasferita alla generazione
successiva, deve avvenire nelle cellule riproduttive dell'organismo: un
cambiamento accidentale occorso in una cellula qualsiasi o in un organo
del corpo non pu essere trasferito alla generazione successiva. Per
esempio, un occhio umano alterato dagli effetti delle radiazioni o da altre
cause non passer alle generazioni seguenti.
In breve, impossibile che gli esseri viventi si siano evoluti, poich
non esistono meccanismi in natura capaci di determinare tale processo.
Ci concorda con la testimonianza dei reperti fossili, che dimostrano
quanto questo scenario sia distante dalla realt.

CAPITOLO

I reperti fossili
confutano l'evoluzione

econdo la teoria dell'evoluzione, ogni specie vivente derivata da


una precedente. Una specie preesistente si trasformata, col tempo,
in un'altra differente, dando cos origine alla variet. Questa

trasformazione sarebbe proseguita gradualmente per milioni di anni.


Se cos fosse, allora le numerose specie intermedie sarebbero dovuto
esistere e vivere durante questo lungo periodo di trasformazione.
Ad esempio, nel passato sarebbero dovuti esistere dei mezzi-pesci /
mezzi-rettili, i quali avrebbero dovuto acquisire dei caratteri da rettile in
aggiunta a quelli da pesce da essi gi posseduti. Oppure sarebbero dovuti
esistere alcuni rettili-uccelli, originati secondo lo stesso processo. Gli
evoluzionisti chiamano queste creature immaginarie, che essi credono
siano vissute nel passato, "forme di transizione".
Se tali animali fossero realmente esistiti, avrebbero dovuto essere
milioni o miliardi per numero e variet. Ma, ci che pi conta, i resti di
siffatte creature dovrebbero trovare testimonianza nei reperti fossili. Il
numero di queste forme di transizione avrebbe dovuto essere addirittura
superiore a quello delle attuali specie animali e sarebbe oggi possibile
reperirne in ogni parte del globo. Ne L'origine della specie, Darwin
spiega:
Se la mia teoria fondata sono certamente esistite innumerevoli variet
intermedie, che collegavano insieme tutte le specie dello stesso gruppo... Di
conseguenza, la prova della loro esistenza pu essere trovata solo tra i resti
fossili.19

Anche lo stesso Darwin era consapevole dell'assenza di tali forme di


transizione; sperava, quindi, che sarebbero state scoperte nel futuro. A

43

I reperti fossili confutano l'evoluzione

dispetto della sua speranza, egli cap che il maggiore ostacolo alla sua
teoria era costituito dalla loro mancanza. Perci, ne L'origine della specie,
al capitolo "Difficolt della teoria", ha scritto:
...Perch se le specie derivano da altre specie attraverso impercettibili
graduazioni,

non

vediamo

ovunque

innumerevoli

forme

di

transizione?Perch nella natura non v' confusione, e esistono, invece, come ci


dato osservare, specie ben definite?... Ma, dal momento che queste forme di
transizione devono essere esistite, perch non le troviamo sepolte in numero
infinito nella crosta terrestre?... Ma nella regione intermedia, con condizioni
intermedie di vita, perch non troviamo le variet intermedie che si collegano
strettamente? Queste difficolt mi hanno confuso per molto tempo.20

L'unica giustificazione che Darwin pot addurre per confutare


questa obiezione fu che le testimonianze fossili allora reperite erano
inadeguate. Asser, quindi, che qualora i reperti fossili fossero stati
studiati dettagliatamente, sarebbero stati trovati gli anelli mancanti.
Confidando nella profezia di Darwin, gli evoluzionisti, fino dalla
met del XIX secolo, si sono dedicati in tutto il mondo alla ricerca dei
fossili e dell'anello mancante. Nonostante i loro sforzi, nessuna forma
transizionale stata ancora scoperta. Tutti i fossili portati alla luce negli
scavi mostrano che, contrariamente a quanto creduto dagli evoluzionisti,
la vita apparve sulla terra improvvisamente e gi pienamente formata.
Nel tentativo di provare la loro teoria, gli evoluzionisti hanno involontariamente provocato la sua rovina.
Un famoso paleontologo britannico, Derek V. Ager, ammette questo
fatto sebbene egli stesso sia un evoluzionista:
Emerge l'idea che se esaminiamo le testimonianze fossili in dettaglio, a qualsiasi
livello di ordine o specie, ci imbattiamo ad ogni pi sospinto non in una
evoluzione graduale, ma in un'improvvisa esplosione di un gruppo a spese di
un altro.21

Un altro paleontologo evoluzionista, Mark Czarnecky, commenta:


Un importante problema incontrato nel tentativo di provare la teoria stato
quello delle testimonianze fossili, le impronte di specie scomparse preservate

FOSSILI VIVENTI
a teoria evoluzionista sostiene che le specie si evolvano continuamente in
altre specie. Qualora si confrontino gli esseri viventi con i fossili
corrispondenti, si vedr tuttavia che essi sono rimasti immutati per milioni di
anni. Questo fatto confuta esplicitamente le pretese degli evoluzionisti.

L'ape vivente non diversa dal


suo antenato fossile, che si
suppone sia vissuto milioni di
anni fa.

La libellula risalente a 135 milioni


di anni fa non differisce dalla sua
copia moderna.

Il paragone con questa formica


fossile dellet di 100 milioni di
anni dimostra come nel corso del
tempo la specie non abbia subito
cambiamenti

I reperti fossili confutano l'evoluzione

45

nelle formazioni geologiche della terra. Questa testimonianza non ha mai


rivelato tracce delle ipotetiche varianti intermedie di Darwin al contrario le
specie appaiono e scompaiono improvvisamente. Tale anomalia ha
alimentato la ragione addotta dai creazionisti che ogni specie sia stata creata da
Dio.22

Essi dovettero inoltre "aspettare" inutilmente la futura apparizione


delle forme di transizione, come illustrato da un professore
dell'Universit di Glasgow, T. Neville George:
Non c' bisogno di scusarsi ancora per la povert delle testimonianze fossili.
Esse si sono arricchite in vari modi in maniera quasi ingestibile, a tal punto che
la scoperta sta sopravanzando l'integrazione... Le testimonianze fossili
continuano nondimeno ad essere perlopi composte di lacune.23

La vita emerse improvvisamente sulla terra in


forme complesse
Dall'esame degli strati terrestri e delle testimonianze fossili, risulta
evidente che tutti gli organismi viventi apparvero simultaneamente. Il pi
antico strato della terra nel quale siano stati reperiti fossili di creature
viventi il Cambriano, la cui et viene stimata in 500-550 milioni di anni.
Le creature viventi trovate negli strati risalenti al periodo Cambriano
sono emerse tutte all'improvviso nelle testimonianze fossili non vi si
trovano antenati preesistenti. Tali fossili sono composti da lumache,
trilobiti, spugne, vermi, meduse, ricci di mare e altri invertebrati di
struttura complessa. Questo ampio mosaico di organismi viventi
costituito da un gran numero di creature complesse emerse cos
all'improvviso che a tale evento miracoloso venne dato il nome di
"esplosione cambriana" nella letteratura geologica.
La maggior parte delle forme di vita trovate in questi strati presenta
sistemi complessi come occhi, branchie, sistema circolatorio e altre
strutture fisiologiche avanzate non dissimili da quelle moderne. Ad
esempio, la struttura bucherellata a doppio cristallino dell'occhio dei
trilobiti una meraviglia della progettistica. David Raup, professore di

46

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

I reperti fossili dimostrano


che le forme transizionali
non sono mai esistite,
l'evoluzione non ha
mai avuto luogo e le
specie sono state
create
separatamente
nella loro forma
perfetta.

geologia presso le Universit di Harvard, Rochester e Chicago, ha detto:


"i trilobiti si avvalevano di organi ottimamente progettati, che, per
poter essere sviluppati oggi, richiederebbero un ingegnere ottico ben
preparato e ricco d'ingegno".24
Questi invertebrati complessi emersero impovvisamente e in modo
completo senza alcun legame o forma transizionale con gli organismi
unicellulari, le uniche forme di vita presenti sulla terra prima della loro
apparizione.
Richard Monastersky, editore di Earth Sciences, una delle pi
popolari pubblicazioni della letteratura evoluzionista, afferma, a
proposito

della

"esplosione

cambriana",

apparsa

del

tutto

inaspettatamente:
Mezzo miliardo di anni fa apparvero improvvisamente le ragguardevoli forme
di animali complessi che oggi vediamo. Questo momento, al principio del
periodo Cambriano, all'incirca 550 milioni di anni fa, segna l'esplosione
evolutiva che riemp i mari delle prime creature complesse. Gli ampi phyla
animali odierni erano gi presenti nei primi anni del Cambriano ed erano
distinti tra loro quanto lo sono oggi.. .25

I reperti fossili confutano l'evoluzione

47

Come la terra sia stata all'improvviso inondata da simili tipi distinti


di specie e come questi, privi di un antenato comune, possano essere
emersi, una domanda destinata a non ricevere risposta da parte degli
evoluzionisti. Lo zoologo oxoniense Richard Dawkins, uno dei principali
propugnatori del pensiero evoluzionista nel mondo, ha detto,
commentando questa realt che inficia definitivamente i capisaldi delle
tesi da lui sostenute:
Per esempio, gli strati geologici del Cambriano, databili a circa 600 milioni di
anni fa, sono i pi vecchi in cui possiamo trovare la maggior parte dei principali
gruppi di invertebrati. E ne troviamo molti gi in uno stato di evoluzione
avanzato la primissima volta che compaiono tra i fossili. un po' come se

L'OCCHIO DEL TRILOBITE


trilobiti, apparsi
d'improvviso nel periodo
Cambriano, hanno una
struttura oculare
estremamente complessa. La
struttura bucherellata a doppio
cristallino dell'occhio una meraviglia della
progettistica. David Raup, professore di geologia,
ha detto: "i trilobiti si avvalevano di organi
ottimamente progettati, che, per poter essere
sviluppati oggi, richiederebbero un ingegnere
ottico ben preparato e ricco d'ingegno".
Questo occhio apparve 530 milioni di anni fa in
stato perfetto. Senza dubbio l'improvvisa
apparizione di un simile disegno non si pu
spiegare con l'evoluzione, dimostrando l'attualit
della creazione. Inoltre, la struttura oculare a nido
d'api dei trilobiti sopravvissuta fino ai nostri
giorni senza un singolo cambiamento. Alcuni
insetti come le api e le libellule presentano la loro
stessa struttura oculare.* Questa situazione
confuta la tesi dell'evoluzione progressiva degli
esseri viventi dal primitivo al complesso.

(*) R.L.Gregory, Eye and Brain: The Physiology of


Seeing, Oxford University Press, 1995, p.31

48

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

fossero apparsi d'improvviso, senza alcuna storia evoluzionistica. Non


occorre dire che questo fatto ha esaltato i creazionisti.26

Come Dawkins costretto a riconoscere, l'evoluzione cambriana


una prova rilevante a favore della creazione, in quanto rappresenta l'unica
possibilit di spiegare l'apparizione della vita sulla terra in forme
complete. Douglas Futuyma, un eminente biologo evoluzionista,
ammette tale realt e dice: "Gli organismi poterono apparire sulla terra
soltanto gi completamente formati. In caso contrario, essi devono essersi
sviluppati da specie preesistenti per mezzo di un processo di
modificazione. Se apparvero in uno stato di completo sviluppo, devono
essere stati creati da una intelligenza onnipotente".27 Darwin stesso ne
riconobbe la possibilit quando scrisse: "Se molte specie, appartenenti agli
stessi generi o famiglie, fossero realmente apparse improvvisamente,
questo fatto sarebbe fatale alla teoria dell'evoluzione per selezione
naturale."28 Il periodo Cambriano rappresenta, all'incirca, il "colpo fatale"
di Darwin. Questa la ragione per cui il paleoantropologo evoluzionista
svizzero Stefan Bengston confessa la mancanza di vincoli di transizione
allorquando descrive tale periodo; commenta quindi: "Frustrante (e
imbarazzante) per Darwin, questo evento ancora ci abbaglia".29
Come si pu constatare, le testimonianze fossili rivelano che gli
esseri viventi non si sono evoluti da forme primitive verso forme
avanzate, ma sono apparsi tutti all'improvviso integralmente. In breve, gli
esseri viventi non pervennero all'esistenza attraverso l'evoluzione, ma
furono creati.

CAPITOLO

La favola della transizione


dall'acqua alla terra

li evoluzionisti presumono che gli invertebrati marini apparsi


nello strato Cambriano si siano in qualche modo evoluti in pesci
nel corso di dieci milioni di anni. Tuttavia, cos come gli

invertebrati cambriani non hanno antenati, non vi sono vincoli di


transizione tali da rivelare un simile processo evolutivo. Si noti che gli
invertebrati e i pesci presentano enormi differenze strutturali. Mentre i
primi hanno i loro tessuti duri all'esterno dei loro corpi, i pesci, che sono
vertebrati, li hanno all'interno. Siffatta enorme "evoluzione" avrebbe
richiesto miliardi di passi per essere portata a compimento e dovrebbe
essere testimoniata da altrettante forme di transizione.
Gli evoluzionisti hanno scavato gli strati fossili per circa 140 anni alla
ricerca di queste ipotetiche forme. Hanno scoperto milioni di fossili di
invertebrati e di pesci, ma nessuno ha mai rinvenuto neppure una
testimonianza di tale forma intermedia.
Un paleontologo evoluzionista, Gerald T. Todd ammette questo fatto
in un articolo dal titolo "L'evoluzione del polmone e l'origine dei pesci
dotati di ossa":

Secondo l'ipotetico modello


"dal mare alla terra", alcuni
pesci sentirono il bisogno di
passare dal mare alla terra per
problemi di alimentazione.
Questa affermazione
sostenuta da simili disegni
fantastici.

50

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Tutte e tre le suddivisioni dei pesci dotati di ossa appaiono per la prima volta tra
le testimonianze fossili approssimativamente nello stesso periodo. Essi si
presentano gi ampiamente divergenti morfologicamente e pesantemente
corazzati. Come ebbero origine? Che cosa permise loro una cos ampia
differenziazione? Come poterono giungere ad avere una corazza pesante?
Perch non vi traccia di precedenti forme intermedie?30

Lo scenario evolutivo avanza di un passo e sostiene che i pesci,


evolutisi dagli invertebrati, si siano quindi trasformati in anfibi. Anche in
questo caso, tuttavia, mancano le prove. Non vi neppure un singolo
fossile in grado di dimostrare l'esistenza di una creatura per met pesce e
per met anfibio. Questo fatto confermato, sebbene con qualche
riluttanza, dall'autorit di un evoluzionista molto noto, Robert L. Carroll,
autore di Vertebrate Paleontology and Evolution: "Non abbiamo alcun
fossile intermedio tra il pesce ripidistiano e i primi anfibi."31 Due
paleontologi evoluzionisti, Colbert e Morales, scrivono a proposito delle
tre classi fondamentali di anfibi, rane, salamandre e cecilie:
Non vi prova di un anfibio Paleozoico che combini le caratteristiche
la cui presenza ci si attenderebbe in un singolo comune antenato. Le pi
antiche rane, salamandre e cecilie conosciute sono molto simili ai loro
discendenti viventi.32

Un fossile di celacanto risalente a 410 milioni di anni fa. Gli evoluzionisti affermarono
che si trattasse della forma transizionale rappresentante il passaggio dall'acqua alla
terra. Esemplari viventi di questo pesce furono catturati molte volte a partire dal 1938,
fornendo un buon esempio della vastit delle speculazioni degli evoluzionisti.

PERCH LA TRANSIZIONE DALL'ACQUA


ALLA TERRA IMPOSSIBILE?
li evoluzionisti sostengono che un giorno una
specie acquatica sia
passata in qualche modo sulla
terra e si sia trasformata in una
specie
terrestre.
Esistono
numerose prove che confutano
tale transizione:

1. Il trasporto del peso: le creature marine


non hanno problemi a trasportare il loro
proprio peso. Le creature terrestri,
nondimeno, consumano il 40% della loro
energia solo per il trasporto del loro peso.
Le creature di transizione dall'acqua alla
terra, per trovare l'energia necessaria,
avrebbero dovuto sviluppare un nuovo
sistema scheletrico e muscolare, la cui
formazione non sarebbe potuta avvenire
per mutazioni casuali.
2. Ritenzione di calore: sulla terra la
temperatura pu variare rapidamente,
fluttuando secondo un'ampia scala. Una
creatura terrestre ha un meccanismo
corporeo che pu sopportare tali
escursioni termiche. Nel mare, tuttavia, la
temperatura cambia lentamente senza
sbalzi eccessivi. Un organismo vivente con
un sistema corporeo regolato secondo la
temperatura costante del mare dovrebbe
acquisire un sistema di protezione tale da
garantirgli il minimo danno di fronte alle
escursioni termiche. assurdo affermare
che i pesci abbiano sviluppato un tale
sistema per mutazioni casuali non appena
giunti sulla terra.
3.
Uso dell'acqua: essenziale al
metabolismo, l'acqua e l'umidit devono
essere utilizzate limitatamente a causa
delle scarse fonti sulla terra. Per esempio,
la pelle deve essere creata in modo tale da

permettere la perdita di acqua fino a un


certo limite, pur prevenendo un'eccessiva
evaporazione. Di conseguenza, le creature
terrestri provano un senso di sete che gli
organismi marini non hanno. Per di pi, la
pelle degli animali marini non adatta ad
un habitat non acquatico.
4. I reni: gli organismi marini sono in
grado di espellere materiali di scarto,
specialmente l'ammoniaca, dai loro corpi
filtrandoli, poich il loro habitat costituito
di acqua. Sulla terra, l'acqua deve essere
usata con parsimonia. Questa la ragione
per cui tali esseri viventi hanno un sistema
renale. Grazie ai reni, l'ammoniaca viene
immagazzinata sotto forma di urea,
utilizzando in tal modo soltanto una
minima quantit di acqua durante
l'escrezione. Inoltre, sarebbero necessari
dei nuovi sistemi per permettere il
funzionamento dei reni. In breve, perch
fosse possibile il passaggio dall'acqua alla
terra, gli esseri viventi che ne fossero stati
privi avrebbero dovuto sviluppare
repentinamente un sistema renale.
5.
Il sistema respiratorio: i pesci
"respirano"
assimilando
l'ossigeno
dissolto nell'acqua che passano attraverso
le loro branchie. Essi non possono vivere
pi di pochi minuti fuori dall'acqua. Per
poter vivere sulla terra, dovrebbero
acquisire all'improvviso un perfetto
sistema polmonare.
sicuramente impossibile che tutti questi
drammatici
cambiamenti
fisiologici
possano essere avvenuti contemporaneamente e casualmente nello stesso
organismo.

52

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Ancora cinquant'anni orsono, gli evoluzionisti pensavano che tale


creatura fosse esistita davvero. Questo pesce, detto Celacanto, che si
credeva fosse esistito 410 milioni di anni fa, venne esibito come una forma
transizionale dotata di un polmone primitivo, un cervello sviluppato, un
sistema digestivo e circolatorio pronto a funzionare sulla terra e
addirittura un primitivo meccanismo motorio. Queste interpretazioni
anatomiche furono accettate come una verit indiscutibile dai circoli
scientifici fino alla fine degli anni Trenta. Il Celacanto fu presentato come
una genuina forma transizionale in grado di provare la transizione
evolutiva dall'acqua alla terra.
Il 22 dicembre 1938, tuttavia, nell'Oceano Indiano venne alla luce
un'interessante scoperta. Un membro vivente della famiglia dei Celacanti,

LE TARTARUGHE SONO SEMPRE STATE TARTARUGHE


ome la teoria
Una tartaruga
evoluzionista non
fossile risalente a
100 milioni di anni
pu spiegare i
fa: non presenta
gruppi di base degli
alcuna differenza
esseri viventi quali i pesci
rispetto ai moderni
e i rettili, cos non in
esemplari. (The
grado di determinare
Dawn of Life,
l'origine delle specie
Orbis Pub.,
all'interno di questi
Londra, 1972).
gruppi. Per esempio, le
tartarughe, che sono una specie rettile, appaiono all'improvviso tra le testimonianze
fossili dotate della loro corazza. Per citare una fonte evoluzionista: "... dalla met
del periodo triassico (circa 175000000 milioni di anni fa), i suoi (della tartaruga)
membri erano gi numerosi e in possesso delle basilari caratteristiche delle
tartarughe. I legami tra le tartarughe e i cotilosauri, da cui probabilmente
discendono, sono quasi del tutto assenti" (Encyclopaedia Britannica, 1971, vol. 22,

p. 418).
Non esiste alcuna differenza tra i fossili delle antiche tartarughe e i membri di
questa specie oggi viventi. Le tartarughe, semplicemente, non si sono "evolute":
sono sempre state le stesse fin dal momento della loro creazione.

La favola della transizione dall'acpua alla terra

53

in precedenza considerato una forma transizionale estintasi settanta


milioni di anni prima, venne catturato! La scoperta di tale prototipo
"vivente" provoc indubitabilmente un terribile shock tra gli
evoluzionisti. Il paleontologo J.L.B. Smith disse che non sarebbe stato pi
sorpreso se avesse incontrato un dinosauro vivente. 33 Negli anni
successivi, vennero catturati duecento Celacanti in diverse parti del
mondo.
I Celacanti viventi rivelarono quanto lontano la fantasia degli
evoluzionisti potesse giungere nella creazione di scenari immaginari.
Contrariamente a quanto affermato, i Celacanti sono privi sia di un
polmone primitivo che di un ampio cervello. L'organo che i ricercatori
evoluzionisti proposero come polmone primitivo si rivel nient'altro che
una borsa di lipidi.34 Il Celacanto, inoltre, presentato come "un candidato
rettile in preparazione al passaggio dal mare alla terra", era in realt un
pesce che viveva nelle profondit degli oceani e che non risaliva mai oltre
180 metri dalla superficie del mare.35

CAPITOLO

L'origine degli uccelli


e dei mammiferi

econdo la teoria dell'evoluzione, la vita ha avuto origine e si si


evoluta nel mare, quindi si trasferita sulla terra grazie agli anfibi.
Questo scenario evolutivo suggerisce anche l'evoluzione degli

anfibi in rettili, creature solo terrestri. Anche questa prospettiva non


plausibile, a causa delle enormi differenze strutturali esistenti tra queste
due classi animali. Ad esempio, l'uovo degli anfibi disegnato per
svilupparsi nell'acqua, mentre quello amniotico sulla terra. Una
"graduale" evoluzione di un anfibio deve essere respinta, perch senza un
uovo perfetto e integralmente progettato, non possibile che una specie
sopravviva. Inoltre, come sempre, non vi prova di quelle forme di
transizione che si supponeva collegassero gli anfibi ai rettili. Il
paleontologo evoluzionista Robert L. Carroll stato costretto ad accettare
che "i primi rettili erano molto differenti dagli anfibi e i loro antenati

non sono ancora stati trovati."36


Eppure gli scenari disperati degli evoluzionisti non sono ancora
finiti. Rimane il problema di far volare queste creature! Poich credono
che anche gli uccelli si siano in qualche modo evoluti, asseriscono che la
loro origine risalga ai rettili. Nondimeno, nessuno dei distinti meccanismi
degli uccelli, la cui struttura completamente diversa da quella degli
animali terrestri, pu essere spiegata per mezzo dell'evoluzione graduale.
In primo luogo le ali, che sono la peculiare caratteristica degli uccelli,
rappresentano un'empasse per gli evoluzionisti. Uno di essi, il turco
Engin Korur, confessa l'impossibilit dell'evoluzione delle ali:
Il carattere comune degli occhi e delle ali che essi possono funzionare soltanto
se sono completamente sviluppati. In altre parole, un occhio sviluppato solo

55

L'origine degli uccelli e dei mammiferi

a met non pu vedere, cos come un uccello con le ali a met non pu
volare. Come questi organi siano pervenuti all'essere rimasto uno dei misteri
della natura che attende di essere illuminato.37

La domanda sul modo in cui la perfetta struttura delle ali sia


pervenuta all'essere a seguito di mutazioni accidentali rimane del tutto
priva di risposta. Non c' modo di spiegare come le zampe anteriori di un
rettile abbiano potuto trasformarsi in ali perfettamente funzionanti in
seguito a una distorsione nei suoi geni (mutazione).
La sola presenza delle ali, inoltre, non sufficiente a un organismo
terrestre per volare. Ad esempio, le ossa degli uccelli sono molto pi
leggere di quelle di esseri che vivono al suolo. I loro polmoni funzionano
in maniera del tutto diversa. Hanno un sistema muscolare e scheletrico
differente e un sistema cardiaco e circolatorio molto specializzato. Queste
caratteristiche sono prerequisiti altrettanto necessari al volo che le ali. Tali
meccanismi devono essere tutti presenti contemporaneamente; non
possono formarsi gradualmente per "accumulazione". Per questo motivo
la teoria che asserisce l'evoluzione di organismi terrestri in aerei
completamente fallace.

POLMONI SPECIALI PER GLI UCCELLI


Aria

Entrata

Uscita

Aria

Alveoli
Branchie

Polmone di rettile

Parabronchia

Polmone di uccello

L'anatomia degli uccelli molto diversa da quella dei rettili, i loro supposti antenati. I
polmoni degli uccelli funzionano in maniera totalmente differente rispetto a quella degli
animali terrestri. Questi ultimi inspirano ed espirano attraverso le stesse vie aeree. Negli
uccelli, l'aria entra nel polmone dalla parte anteriore ed esce dalla parte posteriore.
Questo "disegno" distinto una peculiarit degli uccelli, i quali necessitano di una
grande quantit di ossigeno durante il volo. impossibile che simile struttura si sia
evoluta dal polmone di un rettile.

56

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Tutto ci sollecita un'altra considerazione: pur supponendo che tale


storia sia vera, per quale motivo allora gli evoluzionisti non sono in grado
di rinvenire alcun fossile "mezzo-alato" o con una sola ala a sostegno della
loro favola?

Un'altra ipotetica forma transizionale: l'Archopteryx


Gli evoluzionisti, per controbattere, pronunciano il nome di un'unica
creatura. Questo il fossile di un uccello chiamato Archopteryx, che
una delle pi note forme cosiddette di transizione tra le poche che essi
difendono ancora. L'Archopteryx, l'antenato degli attuali uccelli
secondo l'opinione degli evoluzionisti, visse 150 milioni di anni fa. La
teoria sostiene che alcuni dinosauri di piccole dimensioni, chiamati
Velociraptor o Dromeosaur, si siano evoluti in seguito all'acquisizione
delle ali, iniziando quindi a volare.
Gli ultimi studi sui fossili di Archopteryx rivelano, tuttavia, che
questa creatura non assolutamente una forma transizionale, ma un
uccello con alcune caratteristiche distinte rispetto a quelli attuali.
La tesi che l'Archopteryx fosse un "mezzo-uccello" incapace di
volare perfettamente era molto popolare nei circoli evoluzionisti fino a
pochi anni orsono. L'assenza di uno sterno, cio delle ossa del petto, in
questa creatura, o perlomeno il fatto che non corrispondesse a quello
degli uccelli attuali, venne sostenuto come la prova pi evidente
dell'incapacit di volare perfettamente di questo uccello. (Sull'osso del
petto, situato sotto il torace, si collegano i muscoli necessari al volo. Ai
nostri giorni, quest'osso si trova in tutti gli uccelli, volatili e non. Anche
nei pipistrelli, mammiferi volanti che appartengono ad una famiglia del
tutto diversa.)
Tuttavia, la scoperta del settimo Archopteryx fossile nel 1992
caus un grande stupore tra gli evoluzionisti. La ragione fu che in esso
l'osso del petto, ritenuto mancante da tali studiosi, era invece presente. La
rivista Nature descrisse il rinvenimento nei termini seguenti:
La recente scoperta del settimo esemplare di Archopteryx preserva un parziale

L'origine degli uccelli e dei mammiferi

57

sterno rettangolare a lungo sospettato ma mai documentato prima. Esso


attesta la forza dei suoi muscoli atti al volo.38

Questa scoperta min alla base la tesi che l'Archopteryx fosse un


mezzo-uccello incapace di volare completamente.
D'altra parte, la struttura delle penne degli uccelli divenne uno dei
pi importanti elementi di prova a dimostrazione del fatto che
l'Archopteryx fosse un uccello volante nel vero senso della parola. La
struttura asimmetrica delle penne di questo animale non distinguibile
da quella degli uccelli moderni, a riprova cos della sua perfetta idoneit
al volo. Il famoso paleontologo Carl O. Dunbar ha scritto: "In ragione
delle sue ali, l'Archopteryx deve essere chiaramente classificato come un
uccello."39
Un altro fattore che venne rivelato dalla struttura delle penne
dell'Archopteryx fu il suo metabolismo a sangue caldo tipico degli
uccelli. Come noto, i rettili e i dinosauri sono animali a sangue freddo
che dipendono dalla temperatura ambientale in quanto non sono in grado
di regolare in modo indipendente il loro calore corporale. Tale importante
funzione viene adempiuta, nel caso degli uccelli, dalle penne. Le penne
dell'Archopteryx, di cui aveva bisogno per mantenere il calore del suo
corpo a differenza dei dinosauri, dimostrano che questi fu un vero uccello
a sangue caldo.

Congetture degli evoluzionisti:


i denti e gli artigli dell' Archopteryx
I due punti importanti sui quali gli evoluzionisti si fondano quando
affermano che l'Archopteryx sia una forma transizionale, sono gli artigli
sulle ali e i denti. Sebbene queste caratteristiche siano effettivamenti
presenti, ci non implica alcuna relazione con i rettili. Inoltre, due specie
di uccelli oggi viventi, il Taouraco e l'Hoatzin, hanno artigli per
aggrapparsi ai rami. Queste creature sono assolutamente uccelli e non
presentano alcuna caratteristica dei rettili. Questa la ragione per cui
completamente infondato sostenere che l'Archopteryx sia una forma

58

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Le penne
indicano che si
tratta una
creatura volante
a sangue caldo.
Le ossa sono
vuote come negli
uccelli moderni.
I denti nella
mandibola non
provano alcun
tipo di relazione
con i rettili. Nel
passato sono
esistite diverse
altre specie di
uccelli "dentati".

Alcuni uccelli
odierni
presentano
"artigli" simili
sulle ali.
La recente
scoperta del
settimo esemplare
di Archaeopterix,
il quale presenta
uno sterno
rovesciato,
dimostra che
questo uccello
era dotato di forti
muscoli del volo
come i moderni
uccelli volanti.

transizionale soltanto per la presenza degli artigli sulle ali.


Neppure i denti nel becco giustificano la precedente affermazione.
Gli evoluzionisti commettono una vera e propria frode allorquando
asseriscono che i denti siano una caratteristica dei rettili, in quanto ci non
corrisponde al vero. Oggi non tutti i rettili sono provvisti di denti.
L'Archopteryx, per di pi, non la sola specie di uccelli che presenti tale
attributo. corretto affermare che oggi gli uccelli sono privi di denti,
tuttavia, le testimonianze fossili risalenti all'epoca dell'Archopteryx e
posteriori, sino ad un'et relativamente recente, parlano dell'esistenza di
un distinto genere di uccelli che pu essere classificato come "uccello
provvisto di denti".
Il punto fondamentale, tuttavia, che la struttura dentale
dell'Archopteryx e di altri uccelli del tutto diversa da quella dei loro
supposti antenati, i dinosauri. I famosi ornitologi Martin, Stewart e
Whetstone osservarono che i primi presentavano denti con superficie
superiore piatta e radici larghe, mentre i secondi, ovvero i dinosauri
teropodi, gli ipotetici antenati di questi uccelli, avevano denti a forma di
sega e con radici strette.40

59

L'origine degli uccelli e dei mammiferi

I ricercatori, dopo aver posto a confronto le ossa dei polsi


dell'Archopteryx e quelle dei dinosauri, hanno osservato che non esiste
alcuna similitudine tra loro.41
Gli studi di anatomisti quali Tarsitano, Hecht e A.D. Walker
rivelarono che alcune "similarit", che si asseriva fossero esistite tra questa
creatura e i dinosauri, come proposto da John Ostrom, erano in realt
interpretazioni errate.42
Tutti questi ritrovamenti mostrano che l'Archopteryx non fu un
anello transizionale, ma solo un uccello appartenente alla categoria degli
"uccelli con i denti".

L'Archopteryx e gli altri fossili di antichi uccelli


Mentre gli evoluzionisti hanno sostenuto per decenni che
l'Archopteryx fosse la prova pi importante dell'evoluzione degli
uccelli, altri fossili recentemente rinvenuti hanno invalidato tale
prospettiva per altri riguardi.
Lianhai Hou e Zhonghe Zhou, due paleontologi dell'Istituto Cinese
di Paleontologia dei Vertebrati, hanno scoperto nel 1995 un nuovo uccello
fossile, da essi denominato Confuciusornis. Questo uccello risale
approssimativamente allo stesso periodo dell'Archopteryx (circa 140
milioni di anni fa), ma non fornito di alcun tipo di dente. Il suo becco e
le sue ali, inoltre, sono del tutto simili a quelle degli uccelli attuali, dei
quali condividono anche la medesima struttura scheletrica, tuttavia
presentano artigli all'estremit delle ali come l'Archopteryx. La speciale
struttura detta "pigostilo" era presente in questa specie per sostenere le
penne

timoniere.

In

breve,

questo

uccello,

contemporaneo

dell'Archopteryx (considerato il pi antico antenato di tutti gli uccelli e


accettato come un semi-rettile), ha un'enorme somiglianza con i volatili
moderni. Questo fatto inficia tutte le tesi evoluzioniste che reputavano
l'Archopteryx il primitivo antenato di tutti gli uccelli.
Un altro fossile, rinvenuto in Cina nel novembre 1996, ha creato una
confusione addirittura maggiore. L'esistenza di questo uccello, risalente a

IL DISEGNO DELLE PENNE DEGLI UCCELLI


a teoria evoluzionista,
la quale sostiene che
gli uccelli si siano
evoluti dai rettili, non in
grado di spiegare l'enorme
differenza che intercorre tra
queste due differenti classi
viventi. Per quanto riguarda
caratteristiche quali la loro struttura
scheletrica, il sistema polmonare, il
metabolismo a sangue caldo, gli uccelli
sono molto diversi dai rettili. Un altro fattore
che erige una barriera insormontabile tra i
rettili e gli uccelli sono le penne, che
presentano una forma del tutto peculiare.
Il corpo dei rettili ricoperto di scaglie,
mentre gli uccelli sono rivestiti di penne.
Dal momento che gli evoluzionisti considerano i rettili gli antenati
degli uccelli, sono costretti ad
affermare che le penne
costituiscano il risultato dell'evoluzione delle scaglie dei
rettili. Nondimeno, non vi
alcuna similarit tra le scaglie
e le penne.
Un professore di fisiologia e
neurobiologia presso l'Universit del Connecticut, A. H.
Brush, conferma questa realt
sebbene sia un evoluzionista:
"Ogni caratte-ristica, dalla
struttura e organizzazione dei
geni, allo sviluppo, morfogenesi e
organizzazione dei tessuti, differente".1 Il
prof. Brush, dopo aver esaminato la
struttura delle penne degli uccelli, sostiene
inoltre che essa "unica tra i vertebrati".2
Non esiste alcuna testimonianza fossile in
grado di provare che le penne degli uccelli
si siano evolute dalle scaglie dei rettili. Al
contrario, "le penne appaiono improvvisamente tra i fossili come un carattere di
distinzione"innegabilmente unico" degli
uccelli". 3 Inoltre, nei rettili non ancora
stata scoperta una struttura epidermica che
fornisca un'origine alle penne.4
Nel 1996 i paleontologi fecero un gran
parlare dei fossili del cosiddetto dinosauro

pennuto, chiamato Sinosauropteryx. Nel


1997, tuttavia, venne rivelato che questi
dinosauri non avevano alcuna relazione
congli uccelli e che non si trattava di penne
moderne.5
D'altra parte, se si osservano con
attenzione le penne, si incontrer un
disegno molto complesso che non pu
essere spiegato mediante alcun processo
evolutivo. Il famoso ornitologo Alan
Feduccia afferma che "ogni loro caratteristica ha funzioni aerodinamiche.
Sono estremamente leggere, hanno una
capacit di sollevarsi che aumenta a
velocit pi basse e possono tornare alla
loro precedente posizione con estrema
facilit". Prosegue quindi, "Io non sono in
grado di comprendere veramente come un
organo perfettamente disegnato per il volo possa essere
apparso dapprincipio per un
altro bisogno".6
Il disegno delle penne ha
obbligato
anche
Charles
Darwin a considerarle. Per di
pi, l'estetica perfetta delle
penne del pavone lo ha reso
"infermo", secondo le sue
stesse parole. In una lettera
scritta ad Asa Gray il 3 aprile
1860, dice: "Ricordo bene il
tempo in cui il pensiero degli
occhi mi faceva rabbrividire,
ma ho superato questa fase di lamenti...".
Continua poi: "... ora insignificanti
particolari di struttura mi mettono spesso a
disagio. La vista della penna di una coda di
pavone mi fa ammalare ad ogni sguardo."7

1 A. H. Brush, "On the Origin of Feathers", Journal


of Evolutionary Biology, vol. 9, 1996, p. 132.
2 A. H. Brush, "On the Origin of Feathers", p. 131.
3 Ibid.
4 Ibid.
5 "Plucking the Feathered Dinosaur", Science, vol.
278, 14 novembre 1997, p. 1229.
6 Douglas Palmer, "Learning to Fly" (Recensione di
The Origin of and Evolution of Birds di Alan
Feduccia, Yale University Press, 1996), New
Scientist, vol. 153, 1 marzo 1997, p. 44.
7 Norman Machbeth, Darwin Retried: An Appeal to
Reason, Boston, Gambit, 1971, p. 101.

L'origine degli uccelli e dei mammiferi

61

Qualora si considerino in dettaglio le penne degli


uccelli, si vedr che esse sono costituite di migliaia di
fini barbe attaccate le une alle altre per mezzo di uncini.
Questa forma unica consente delle superiori prestazioni
aerodinamiche.

130 milioni di anni fa, detto Liaoningornis, fu


annunciata su Science da Hou, Martin e Alan
Feduccia. Il Liaoningornis presentava un osso
pettorale, sul quale si innestavano i muscoli
del volo, del tutto simile a quello degli uccelli
attuali, dai quali era difficilmente distinguibile anche per altri riguardi.
La sola differenza erano i denti nel becco. Questo fatto mostr che gli
uccelli forniti di denti non avevano una struttura primitiva secondo
quanto sostenuto dagli evoluzionisti.44 Come venne espresso sulla rivista
Discover, in un articolo dal titolo "Whence came birds? This fossil says not
from dinosaurs"("Da dove provengono gli uccelli? 'Non dai dinosauri'
dice questo fossile").45
Un

altro

fossile

che

contraddice

la

tesi

evoluzionista

sull'Archopteryx l'Eoalulavis. La struttura alare dell'Eoalulavis, che si


disse fosse pi giovane di 30 milioni di anni dell'Archopteryx, stata
osservata nei moderni uccelli che volano lentamente. Ci rappresenta la
dimostrazione che 120 milioni di anni fa vi erano uccelli indistinguibili
per molti aspetti da quelli attuali.46
Queste testimonianze indicano con sicurezza che n l'Archopteryx
n gli altri uccelli antichi simili ad esso furono forme di transizione. I
fossili non ci dicono che le differenti specie di uccelli si sono evolute le une
dalle altre. Provano, al contrario, che gli uccelli attuali e quelli arcaici sono
vissuti nello stesso periodo. Alcune specie, tuttavia, come l'Archopteryx
e il Confuciusornis, si estinsero e solo una parte delle specie preesistenti
stata in grado sopravvivere sino ai giorni nostri.
In breve, alcune particolari caratteristiche dell'Archopteryx
dimostrano che questo essere vivente non pu essere considerato una
forma transizionale! Stephan Jay Gould e Niles Eldredge, due

62

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

paleontologi evoluzionisti di fama


mondiale provenienti da Harvard,
accettano che l'Archopteryx sia un
"mosaico" vivente che riunisce in s
caratteristiche

diverse,

il

quale,

tuttavia, non pu essere considerato


una forma transizionale!

L'immaginario vincolo
uccello-dinosauro
La giustificazione avanzata dagli
evoluzionisti, al fine di presentare
l'Archopteryx

come

forma

transizionale, che gli uccelli si


sarebbero evoluti dai dinosauri. Uno
dei pi noti ornitologi al mondo, Alan
Feduccia,

professore

presso

l'Universit del Nord Carolina, ha


tuttavia

osteggiato

tale

teoria,

nonostante la sua fede evoluzionista.


Su questa questione ha scritto:
Ho studiato il cranio degli uccelli
per ben venticinque anni e non vi

L'uccello detto Confuciusornis ha


la stessa et dell'Archopterix.

trovo alcuna similitudine. Non la


vedo... L'origine degli uccelli dai teropodi, a mio giudizio, sar il maggiore
motivo di imbarazzo per la paleontologia del XX secolo.48

Anche Larry Martin, uno specialista di uccelli antichi dell'Universit


del Kansas, si oppone alla teoria che gli uccelli discendano dalla stessa
linea dei dinosauri. Discutendo la contraddizione in cui l'evoluzione cade
riguardo a questo argomento, Martin afferma:
A dir la verit, se dovessi sostenere l'ipotesi che gli uccelli con queste
caratteristiche derivino dai dinosauri, cadrei nell'imbarazzo ogni qualvolta
dovessi rivolgerti la parola.49

QUAL' L'ORIGINE DELLE MOSCHE?


li evoluzionisti,
per difendere la
tesi
della
trasformazione
dei
dinosauri in uccelli,
affermano che alcuni di
essi, i quali agitavano
le zampe per catturare
le mosche, "presero le
ali e volarono", come si vede
nell'immagine. Non potendo contare
su alcun tipo di base scientifica
essendo un frutto dell'immaginazione, questa teoria implica
una contraddizione logica
Un esempio dagli scenari evoluzionisti: dinosauri che
sviluppano improvvisamente le ali nel tentativo di
molto semplice: l'esempio
catturare delle mosche.
addotto dagli evoluzionisti per
spiegare l'origine del volo,
tale da deformarsi il meno possibile;
ovverosia, la mosca, possedeva gi una
i meccanismi sono progettati per
perfetta capacit di volare. Mentre un
muovere le parti che li compongono
uomo non pu aprire e chiudere gli occhi
in maniera prevedibile. Le ali degli
dieci volte al secondo, una normale
insetti combinano queste due
mosca batte le ali 500 volte al secondo.
caratteristiche,
utilizzando
Per di pi, muove entrambe le ali
componenti dotati di una vasta
simultaneamente. La minima dissonanza
gamma di propriet elastiche,
nella vibrazione delle ali comporterebbe la
elegantemente assemblate per
perdita dell'equilibrio della mosca, tuttavia
permettere deformazioni adatte alle
ci non accade mai.
forze facendo uso dell'aria nel modo
Gli evoluzionisti dovrebbero dapprima
migliore.1
tentare di spiegare come la mosca abbia

acquisito questa perfetta capacit di


volare, invece di fabbricare scenari
immaginari su goffe creature simili a rettili
che intraprendono il volo.
Anche la perfetta creazione della mosca
confuta le pretese evoluzioniste. Il biologo
inglese Robin Wootton ha scritto in un
articolo intitolato "The Mechanical Design
of Fly Wings" (Il disegno meccanico delle
ali delle mosche):
Meglio
comprendiamo
il
funzionamento delle ali degli insetti,
pi fine e bello ci appare il loro
disegno.
Le
strutture
sono
tradizionalmente disegnate in modo

D'altra parte, non esiste neppure un


singolo fossile che consenta di provare
l'immaginaria evoluzione delle mosche.
Ci quanto il noto zoologo francese
Pierre Grass intendeva quando ha detto:
"Siamo al buio per quanto riguarda
l'origine degli insetti".2

1 Robin J. Wootton, "The Mechanical Design


of Insect Wings", Scientific American, v. 263,
November 1990, p.120
2 Pierre-P Grass, Evolution of Living Organisms, New York, Academic Press, 1977, p.30

64

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Per riassumere, lo scenario dell'evoluzione degli uccelli, costruito


soltanto sulle basi dell'Archopteryx, non che il prodotto dei pregiudizi
e delle speranze degli evoluzionisti.

L'origine dei mammiferi


Come abbiamo visto, la teoria dell'evoluzione ipotizza che alcune
creature immaginarie siano uscite dall'acqua e si siano trasformate in
rettili, per poi evolversi in uccelli. Secondo tale prospettiva, i rettili sono
gli antenati non solo degli uccelli, ma anche dei mammiferi. Vi sono,
tuttavia, enormi differenze strutturali tra i rettili, che oltre ad essere
rivestiti di scaglie, sono a sangue freddo e si riproducono deponendo
uova, e i mammiferi, i quali sono ricoperti di pelame, sono a sangue caldo
e generano prole viva.
Un esempio delle barriere strutturali tra rettili e mammiferi
costituito dalla struttura mascellare. La mandibola dei mammiferi
costituita da un solo osso sul quale si trovano i denti. Nei rettili, invece, vi
sono tre piccole ossa su entrambi i lati. Un'altra sostanziale differenza
che tutti i mammiferi hanno tre ossicini nell'orecchio medio (il martello,
l'incudine e la staffa), mentre in tutti i rettili vi un singolo osso. Gli
evoluzionisti affermano che la mascella e il medio orecchio dei rettili si
siano gradualmente evoluti nei corrispettivi propri dei mammiferi.
Nondimeno la questione su come tale processo sia avvenuto rimane senza
risposte. In particolare, rimane inesplicata la domanda su come un
orecchio con un singolo osso si sia potuto evolvere a tal punto da
presentare tre ossicini, pur continuando a svolgere la sua funzione. Non
sorprende, quindi, che non sia stato trovato neppure un singolo fossile
che colleghi i rettili ai mammiferi. Questa la ragione per cui il
paleontologo evoluzionista Roger Lewin stato costretto a dire che "la
transizione verso il primo mammifero, che probabilmente avvenne in
uno o, tutt'al pi, in due casi, ancora un enigma".50
George Gaylord Simpson, una delle massime autorit evoluzioniste
e fondatore della teoria neo-darvinista, commenta:

L'origine degli uccelli e dei mammiferi

65

Il pi sbalorditivo evento nella storia della vita sulla terra il


passaggio dal Mesozoico, l'et dei rettili, all'et dei
mammiferi. Avvenne come se il sipario fosse stato calato
improvvisamente su una scena in cui tutte le parti da
protagonista fossero appartenute a un gran numero di
rettili di stupefacente variet, in particolare ai
dinosauri. Repentinamente rialzate le
tende, quindi, lo scenario si sarebbe
rivelato lo stesso, ma non il cast, esso

completamente

rinnovato:

dinosauri scomparsi, gli altri rettili


ridotti a semplici comparse e tutti i
ruoli principali affidati a diversi
mammiferi, oggetto di fugaci
allusioni negli atti precedenti.51

Inoltre, nel momento della


brusca apparizione dei mammiferi, le
differenze tra loro erano gi molto
marcate. Animali tanto diversi, quali i
pipistrelli, i cavalli, i topi e le balene
sono tutti mammiferi emersi nel
corso dello stesso periodo geologico.
Stabilire una relazione evolutiva tra
loro impossibile anche all'interno
dei pi vasti confini dell'immaginazione. Lo zoologo evoluzionista R.
Eric Lombard vi attribu grande
importanza in un articolo apparso
sulla rivista Evolution:
Queste ricerche di specifiche
informazioni al fine di costruire
filogenesi di taxa di mammiferi
andranno incontro a delusioni.52

li evoluzionisti
sostengono che tutte le
specie mammifere si
siano evolute da un comune
progenitore. Nondimeno, gli orsi,
le balene, i topi e i pipistrelli
presentano enormi
differenze. Ognuno di
questi esseri viventi
possiede sistemi
specificamente
disegnati. Per
esempio, i pipistrelli
sono stati creati
Un pipistrello
con un sistema
fossile risalente
sonar molto
a 50 milioni di
sensibile che li
anni fa: non
aiuta ad orientarsi
presenta alcuna
differenza
nel buio. Questi
rispetto
complessi sistemi,
all'attuale
che la moderna
specie vivente.
tecnologia pu
(Science, vol.
soltanto imitare,
154)
non possono
essere apparsi come risultato di
coincidenze casuali. Anche i
fossili dimostrano che i pipistrelli
emersero improvvisamente nella
perfezione del loro stato attuale,
senza passare attraverso alcun
"processo evolutivo".

IL MITO DELL'EVOLUZIONE DEL CAVALLO


ino a non molto tempo fa,
un'immaginaria sequenza
dell'evoluzione del cavallo era avanzata come la
principale testimonianza fossile
della teoria evoluzionista. Oggi,
tuttavia, molti evoluzionisti ne
ammettono apertamente l'infondatezza. L'evoluzionista Boyce
Rensberger, nel corso di un simposio tenutosi
nel 1980 presso il Museo di Storia Naturale di
Chicago, ha affermato che tale scenario non
trova conferme nelle testimonianze fossili e
che in questo caso non possibile parlare di
processo evolutivo:

Il popolare esempio dell'evoluzione del


cavallo, che suggerisce una graduale
sequenza di cambiamenti da una
creatura con quattro dita delle
dimensioni di una volpe fino all'animale
odierno, molto pi grande e con una sola
unghia, si gi da molto tempo rivelato
errato. In luogo di cambiamenti graduali,
i fossili di ogni specie intermedia
appaiono
completamente
distinti,
persistono immutati e quindi si
estinguono. Le forme transizionali sono
sconosciute.1
Il famoso paleontologo Colin Patterson,
direttore del Natural History Museum of
England, dove ancora si mostravano gli schemi
dell'"evoluzione del cavallo", ha detto riguardo
a questa pubblica esposizione allestita presso
il pianterreno del museo:
Sono circolate una terribile quantit di
storie, le une pi fantasiose delle altre,
sulla reale natura della vita. L'esempio
pi famoso, ancora in mostra al piano
sottostante, l'esibizione dell'evoluzione
del
cavallo,
risalente
a
circa
cinquant'anni orsono. stata presentata
come l'esatta verit dalla tradizione
manualistica. Ora, io ritengo che ci sia
deplorevole, in particolare quando coloro
che diffondono questo tipo di storie
possono essere consapevoli della natura
speculativa di alcune di esse.2
Qual' allora lo scenario per "l'evoluzione del
cavallo"? Tale descrizione fu preparata grazie

ai falsi documenti compilati sulla base della


sistemazione sequenziale di fossili di specie
distinte che, secondo la forza d'immaginazione
degli evoluzionisti, sarebbero vissuti in India,
Sudafrica, Nord America ed Europa. Esistono
pi di venti tabelle sull'evoluzione del cavallo
proposte da differenti ricercatori. Gli
evoluzionisti non sono riusciti a raggiungere
un comune accordo sul problema di questi
alberi genealogici, che, tra l'altro, sono in totale
disaccordo tra loro. Il solo punto in comune
la credenza che una creatura della taglia di un
cane detta "Eohippus", vissuta nel periodo
eocenico, cio 55 milioni di anni fa, sia il
progenitore del cavallo (Equus). Le ipotetiche
linee evolutive dall'Eohippus all'Equus sono,
tuttavia, del tutto inconsistenti.
Lo scrittore evoluzionista Gordon R. Taylor
illustra questa verit poco conosciuta nel suo
libro The Great Evolution Mistery:
Ma forse la pi grave debolezza del
darvinismo

la
mancanza
di
paleontologi in grado di trovare
filogenesi convincenti o sequenze di
organismi capaci di dimostrare i
maggiori cambiamenti evolutivi... Il
cavallo spesso citato come l'unico
esempio compiuto. Ma il fatto che la
linea dall'Eohippus all'Equus molto
irregolare. addotta per mostrare un
continuo incremento di dimensioni, ma la
realt che alcune varianti erano pi
piccole dell'Eohippus, non pi grandi.
Esemplari provenienti da fonti differenti
possono essere riuniti in una sequenza
all'apparenza convincente, ma non vi
prova sufficiente a confermare che essi
fossero disposti secondo questo ordine
temporale.3
Tutti questi fatti dimostrano chiaramente come
le tabelle sull'evoluzione del cavallo,
presentate come una delle pi solide prove a
favore del darvinismo, non siano altre che
favole fantastiche ed implausibili.
1. Boyce Rensberger, Houston Cronicle, 5 novembre
1980, p. 15.
2. Colin Patterson, Harper's, febbraio 1984, p. 60.
3. Gordon Rattray Taylor, The Great Evolution Mistery,
Abacus, Sphere Books, Londra 1984, p. 230.

L'origine degli uccelli e dei mammiferi

67

Ci dimostra che tutti gli esseri viventi apparvero repentinamente


sulla terra gi completamente formati, senza alcun processo evolutivo.
Questa la prova evidente della loro creazione. Gli evoluzionisti, tuttavia,
tentano di interpretare il fatto che tutte le specie viventi sono pervenute
all'esistenza in un ordine particolare come un segno dell'evoluzione.
Nondimeno la sequenza secondo cui gli esseri viventi emersero l'ordine
della creazione, poich non possibile parlare di processo evolutivo.
Grazie a una superiore e perfetta creazione, gli oceani e poi le terre si
riempirono di esseri viventi; infine, venne creato l'uomo.
Contrariamente alla storia dell'"uomo scimmia", imposta alle masse
con un'intensa propaganda mediatica, anche l'uomo apparve sulla terra
d'improvviso gi completamente formato.

CAPITOLO

Ingannevoli
interpretazioni dei fossili

rima di addentrarci nel mito dell'evoluzione umana, dobbiamo


menzionare i metodi di propaganda utilizzati per instillare nel
pubblico la convinzione che un tempo sia esistita una creatura per

met uomo e per met scimmia. Tale metodo si vale di "ricostruzioni",


ovverosia di disegni o modelli di creature viventi eseguite spesso sulla
base di un singolo osso fossile e talvolta di un solo frammento. Gli
"uomini scimmia"che appaiono nei quotidiani, nelle riviste o nei film sono
tutte ricostruzioni.
Poich i fossili sono spesso dispersi e incompleti, ogni congettura
fondata su di essi si rivela facilmente del tutto astratta. In realt, le
ricostruzioni (disegni o modelli) eseguite dagli evoluzionisti sulla base
dei resti fossili sono preparate speculativamente proprio allo scopo di
convalidare la loro tesi. Un antropologo di Harvard, David R. Pilbeam,
rileva questo fatto quando afferma: "Per lo meno in paleoantropologia, i
dati sono ancora cos sparsi che la teoria influenza profondamente le
interpretazioni. In passato, le teorie hanno chiaramente riflettuto le
nostre ideologie correnti piuttosto che i dati attuali".53 Poich la gente
intimamente influenzata dalla informazione visiva, queste ricostruzioni
sono altamente funzionali allo scopo degli evoluzionisti di convincere
della reale esistenza di queste creature nel passato.
necessario, ora, mettere in rilievo un punto particolare: le
ricostruzioni basate sulle ossa rimaste possono rivelare soltanto le
caratteristiche generali dell'oggetto, in quanto i particolari realmente
distintivi sono i tessuti molli, i quali svaniscono rapidamente nel tempo.
Ne consegue che le astratte interpretazioni dei tessuti molli dipendono

RAFFIGURAZIONI IMMAGINARIE ED INGANNEVOLI

Nei disegni e nelle raffigurazioni gli evoluzionisti inventano deliberatamente


caratteristiche di cui non vi traccia nei fossili, come la struttura del naso e delle
labbra, la forma dei capelli, delle sopracciglia e tutta la peluria sul corpo, allo scopo
di patrocinare la loro teoria. Vengono anche realizzate rappresentazioni dettagliate di
queste creature immaginarie mentre camminano con le loro famiglie, cacciano e altre
situazioni della loro vita quotidiana. Tutte queste immagini, nondimeno, sono frutto
della fantasia e non trovano conferme nei reperti fossili.

70

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

TRE DIVERSE RICOSTRUZIONI BASATE SULLO


STESSO CRANIO BASED ON THE SAME SKULL

Apparsa sul Sunday Times


del 5 aprile 1964.

Disegno di Maurice
Wilson.

Ricostruzione di N. Parker, N.
Geographic, settembre 1960.

totalmente dalla fantasia degli autori delle ricostruzioni. Earnst A.


Hooten, docente presso l'Universit di Harvard, scrive, per spiegare tale
situazione:
Il tentativo di ricostruire le parti molli un'impresa addirittura pi azzardata.
Le labbra, gli occhi, le orecchie e la punta del naso non lasciano indizi nelle
sottostanti parti ossee. Con un cranio neardentaloide possibile
modellare, con eguale facilit, le fattezze di uno scimpanz o i
lineamenti di un filosofo. Queste presunte ricostruzioni di antiche
tipologie di uomini non hanno alcun valore scientifico e servono solo a
fuorviare il pubblico... Perci non fidatevi di simili ricostruzioni.54

In realt, le storie inventate dagli evoluzionisti sono talmente


assurde da attribuire allo stesso cranio addirittura tre volti differenti. Ad
esempio, i tre diversi disegni eseguiti sulla base del fossile detto
Australopithecus robustus (Zinjanthropus), sono un famoso esempio di
tale falsificazione.
Le prevenute interpretazioni dei fossili o la fabbricazione di molte
ricostruzioni immaginarie possono ritenersi un indice della frequenza con
cui gli evoluzionisti ricorrono all'inganno. Ci, tuttavia, appare innocente
se paragonato alle deliberate frodi perpetrate nella storia dell'evoluzione.

CAPITOLO

Falsificazioni
dell'evoluzione

on esiste alcuna concreta testimonianza fossile che avvalori


l'immagine dell'uomo-scimmia, quale incessantemente
propagandata dai mezzi di comunicazione e dai circoli

accademici evoluzionisti. Pennello alla mano, gli evoluzionisti producono


creature immaginarie; il fatto che questi disegni non combacino con i
fossili, tuttavia, costituisce un serio problema per loro. Un interessante
metodo utilizzato al fine di superare questo problema la produzione dei
fossili che non possono trovare. L'Uomo di Piltdown, il pi grande
scandalo nella storia della scienza, un tipico esempio di questo metodo.

L'Uomo di Piltdown:
una mandibola di orang-utan e un cranio umano
Un noto dottore e paleoantropologo dilettante, Charles Dawson, nel
1912 afferm di avere scoperto un osso mascellare e un frammento di
cranio in una cava presso Piltdown, in Inghilterra. Sebbene la mandibola
fosse molto simile a quella di una scimmia, i denti e il cranio erano umani.
Questi campioni vennero classificati come "Uomo di Piltdown". Dopo
aver asserito che risalivano a cinquecentomila anni fa, furono spacciati, in
parecchi musei, come una prova assoluta dell'evoluzione umana. Per pi
di quarant'anni vennero scritti molti articoli scientifici dedicati a questa
scoperta e furono prodotte molte interpretazioni e disegni, mentre il
fossile fu presentato come una testimonianza importante che avvalorava
la teoria evoluzionista. Furono compilate non meno di cinquecento tesi
dottorali sull'argomento. Il famoso paleoantropologo americano Henry

LA STORIA DI UNA BEFFA

I fossili sono portati alla luce


da Charles Dawson e affidati
a sir Arthur Smith Woodward

I pezzi vengono
ricostruiti per
formare il famoso
cranio.

Sulla base del


cranio
ricostruito,
vengono fatti
numerosi disegni
e sculture e
redatti numerosi
articoli. Il cranio
originale
esposto al British
Museum.

Passati 40 anni
dalla sua scoperta,
il fossile di
Piltdown si rivela
un inganno ideato
da un gruppo di
ricercatori.

Parti di
teschio
umano

Mascella di
orangutang

Falsificazioni dell'evoluzione

73

Fairfield Osborn disse, durante una visita al British Museum nel 1935: "...
a noi deve essere ricordato che la Natura piena di paradossi e questo
uno stupefacente ritrovamento riguardo ai primi uomini..."56
Nel 1949, Kenneth Oakley, del dipartimento di paleontologia del
British Museum, tent di applicare il metodo del "test del fluoro", un
nuovo sistema per determinare la data di alcuni fossili antichi, sui
campioni dell'Uomo di Piltdown. Il risultato fu sbalorditivo. Durante il
test si scopr che l'osso mascellare non conteneva alcuna traccia di fluoro.
Questo significava che era rimasto sepolto non pi di pochi anni. Il cranio,
che rivelava soltanto una minima quantit di fluoro, dimostr di risalire a
poche migliaia di anni addietro, come stato confermato dai pi recenti
studi.
Si determin che i denti sull'osso mascellare, appartenenti ad un
orang-utan, erano stati logorati artificialmente, mentre gli strumenti
"primitivi" scoperti con i fossili erano semplici imitazioni, affilate con
utensili di ferro.57 Con la dettagliata analisi condotta a termine da Weiner
nel 1953, venne resa nota al pubblico questa frode. Il cranio apparteneva
a un uomo vissuto cinquecento anni prima, mentre l'osso mascellare ad
una scimmia morta recentemente! I denti erano stati, quindi, disposti in
ordine e aggiunti alla mascella in modo tale da imitare quelli dell'uomo.
Tutti questi pezzi vennero poi trattati con potassio dicromato per
conferirgli un aspetto di vecchiezza. Queste macchie iniziarono a
dissolversi a contatto con l'acido. Le Gros Clark, il quale faceva parte del
team che scopr la frode, non pot nascondere il suo sbalordimento e
disse: "le prove delle abrasioni artificiali saltarono immediatamente
agli occhi. Invero, apparivano cos ovvie che ci si pot chiedere perch
non fossero state scoperte prima."58 All'indomani, l'Uomo di Piltdown
venne rapidamente rimosso dal British Museum, dove era stato esposto
per pi di quarant'anni.

L'Uomo del Nebraska: un dente di maiale


Nel 1922, Henry Fairfield Osborn, direttore dell'American Museum
of Natural History, dichiar di aver scoperto un dente molare fossile in

L'illustrazione a sinistra,
pubblicata sull'Illustrated
London News del 24
luglio 1922, venne fatta
sulla base di un singolo
dente. Gli evoluzionisti,
tuttavia, furono molto
delusi quando fu rivelato
che questo dente non
apparteneva n a una
creatura simile a una
scimmia n a un uomo,
ma bens ad una specie
estinta di maiale.

Nebraska occidentale, nei pressi di Snake Brooks, risalente al Pliocene.


Questo dente presentava presumibilmente le comuni caratteristiche
dell'uomo e della scimmia. Ci fu argomento di profonde discussioni
scientifiche, nelle quali alcuni sostenevano che si trattasse di un dente di
Pithecanthropus erectus, mentre altri affermavano che si approssimasse
di pi a quello di un essere umano. Il fossile, che sollev estesi dibattiti,
venne detto "Uomo del Nebraska". Gli fu anche affibbiato un "nome
scientifico": Hesperopithecus haroldcooki.
Molte autorit diedero il loro sostegno a Osborn. Sulla base di
questo singolo dente vennero eseguite ricostruzioni della testa e del
corpo dell'Uomo del Nebraska, il quale venne addirittura raffigurato
insieme alla moglie e ai figli, come un'intera famiglia nella sua cornice
naturale.
Tutti questi scenari si svilupparono da un solo dente. I circoli
evoluzionisti avvalorarono a tal punto questo "uomo fantasma" che,
allorquando un ricercatore di nome William Bryan si oppose alla
tendenziosa decisione di basarsi su un singolo dente, fu aspramente
criticato.
Nel 1927 vennero scoperte altre parti dello scheletro. I nuovi reperti
rivelarono che il dente non apparteneva n a un uomo n a una scimmia,
bens ad una specie estinta

di maiale selvatico americano detto

prosthennops. William Gregory intitol un suo articolo, pubblicato sulla


rivista Science, dove annunciava l'errore: "Hesperopithecus: in realt n
una scimmia n un uomo".59 Ne segu che tutte le rappresentazioni
dell'Hesperopithecus haroldcooki e della "sua famiglia" furono
repentinamente rimosse da tutta la letteratura evoluzionista.

Falsificazioni dell'evoluzione

75

Ota Benga: l'Africano in gabbia


Dopo aver avanzato, ne L'origine dell'uomo, l'idea che l'uomo fosse
evoluto da un essere vivente simile alla scimmia, Darwin si dedic alla
ricerca dei fossili che convalidassero la veridicit delle sue asserzioni.
Alcuni evoluzionisti, tuttavia, credettero che tali creature si potessero
trovare non solo nei fossili, ma, ancora viventi, in varie parti del mondo.
Agli inizi del XX secolo, le ricerche degli "anelli di transizione viventi"
condussero a degli sfortunati incidenti, il pi crudele dei quali quello
del pigmeo Ota Benga.
Ota Benga fu catturato nel 1904 da un ricercatore evoluzionista nel
Congo. Nella sua lingua, il suo nome significa "amico". Egli aveva una
moglie e due figli. Incatenato e ingabbiato come un animale, venne
portato negli USA, dove alcuni scienziati lo esposero al pubblico alla
Mostra Mondiale di St. Louis, insieme ad alcune specie di scimmie. Fu
presentato come "il vincolo transizionale pi vicino all'uomo". Due anni
dopo, fu trasferito nello zoo del Bronx di New York, dove venne esibito
come uno dei "pi antichi antenati dell'uomo", in compagnia di alcuni
scimpanz, di un gorilla di nome Dinah e di un orang-utan detto Dohung.
Il dottor William T. Hornaday, il direttore evoluzionista dello zoo,
espresse in lunghi discorsi l'orgoglio di ospitare questa eccezionale
"forma transizionale" nel suo zoo e tratt Ota Benga come se fosse un
comune animale in gabbia. Non potendo sopportare oltre il trattamento a
cui era sottoposto, Ota Benga infine si suicid.60
L'Uomo di Piltdown, l'Uomo del Nebraska,
Ota Benga... Questi scandali dimostrano come gli
scienziati evoluzionisti non abbiano esitato a
servirsi di qualsiasi tipo di metodi anti-scientifici
al fine di provare la loro teoria. Di questo
dobbiamo ricordarci, quando consideriamo le
altre cosiddette prove del mito dell'evoluzione
umana. C' infatti un esercito di volontari pronti
a tutto pur di appurare la veridicit di queste
storie fittizie.

OTA BENGA:
"Il pigmeo allo zoo".

CAPITOLO

Lo scenario
dell'evoluzione umana

ei capitoli precedenti abbiamo visto che in natura non esistono


meccanismi che inducano gli esseri viventi ad evolvere e che le
specie viventi non sono pervenute all'essere in seguito a un

processo evolutivo, ma sono piuttosto emerse all'improvviso nella loro


presente struttura perfetta. Ovvero, vennero create individualmente.
ovvio, quindi, che anche l'evoluzione umana non ha mai avuto luogo.
Che cosa propongono allora gli evoluzionisti a fondamento della
loro storia?
Il fondamento costituito dall'esistenza di una moltitudine di fossili
sui quali sono state costruite interpretazioni immaginarie. Nel corso del
tempo sono vissute pi di 6000 specie di scimmie, in maggioranza estinte.
Oggi, solo 120 specie di scimmie sono presenti sulla terra. Queste

approssimative 6000 specie rappresentano una ricca risorsa per gli


evoluzionisti.
Essi hanno descritto lo scenario dell'evoluzione umana sistemando
una parte dei crani che rispondevano al loro proposito in un ordine di
grandezza, dal pi grande al pi piccolo, e inframettendovi i crani di
razze umane estinte. Secondo questa prospettiva, gli uomini e le scimmie
moderne hanno antenati in comune. Queste creature si sarebbero evolute
nel tempo; alcune di esse sarebbero divenute le scimmie di oggi, le altre,
che avrebbero seguito una diversa branca dell'evoluzione, si sarebbero
trasformate negli uomini attuali.
Tutte le scoperte paleontologiche, anatomiche e biologiche, hanno,
nondimeno, dimostrato che queste asserzioni sono fittizie e infondate
come tutte le altre. Nessuna prova chiara e convincente stata avanzata

Lo scenario dell'evoluzione umana

77

per verificare se esista una relazione tra l'uomo e la scimmia, ad eccezione


di frodi, distorsioni, disegni e commenti fuorvianti.
I fossili dimostrano che, nel corso del tempo, gli uomini sono sempre
stati uomini cos come le scimmie sono sempre state scimmie. Alcuni dei
fossili che gli evoluzionisti ritengono i progenitori dell'uomo,
appartengono a razze umane vissute all'incirca 10.000 anni fa, poi
scomparse. Inoltre, molte comunit umane ancora oggi viventi hanno le
stesse fattezze e caratteristiche di queste razze umane estinte, che gli
evoluzionisti ritengono i nostri antenati. Tutto ci rappresenta una prova
chiara che l'uomo non mai passato attraverso un processo evolutivo in
alcun periodo storico.
Ma la cosa pi importante che vi sono numerose differenze
anatomiche tra l'uomo e la scimmia, e nessuna di queste avrebbe potuto
giungere all'esistenza attraverso un processo evolutivo. Il fatto di essere
bipedi una di queste. Tale elemento, di cui si parler pi avanti,
peculiare soltanto dell'uomo ed uno dei tratti distintivi pi importanti.

L'immaginario albero genealogico dell'uomo


I darvinisti affermano che gli uomini moderni si siano evoluti da una
sorta di creature simili alle scimmie. Nel corso di questo ipotetico
processo evolutivo, che si suppone abbia avuto inizio quattro o cinque
milioni di anni fa, si sostiene che siano esistite alcune "forme di
transizione" intermedie tra l'uomo moderno e i suoi progenitori. Secondo
questa prospettiva del tutto immaginaria, vengono elencate quattro
"categorie" di base:
1. Australopithecinae (forma plurale di Australopithecus)
2. Homo habilis
3. Homo erectus
4. Homo sapiens
Gli evoluzionisti designano il cosiddetto primo antenato comune
degli uomini e delle scimmie "Australopithecus", che significa "scimmia
sudafricana". L'Australopithecus, nient'altro che un'antica specie di

78

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

UN SINGOLO OSSO MASCELLARE


COME FONTE D'ISPIRAZIONE

Il primo fossile di Ramapithecus


scoperto: una mascella dispersa
composta di due parti (a destra).
Gli evoluzionisti raffigurarono
audacemente il Ramapithecus, la
sua famiglia e l'ambiente in cui
viveva basandosi soltanto su
queste ossa.

scimmia estinta, presenta varie tipologie, tra cui alcune di buona


complessione, altre di struttura pi piccola e gracile
Gli evoluzionisti classificano la fase successiva dell'evoluzione
umana come "homo", cio uomo. Gli esseri viventi appartenenti a tale
serie sarebbero pi sviluppati dell'Australopithecus e non molto diversi
dall'uomo attuale. Quest'ultimo, ovvero l'Homo sapiens, si dice che si sia
formato all'ultimo stadio dell'evoluzione di questa specie.
Fossili come l'Uomo di Giava, l'Uomo di Pechino e "Lucy", che
talvolta compaiono sui mezzi di comunicazione, nelle pubblicazioni e nei
libri divulgativi evoluzionisti, sono inclusi in una delle quattro specie
sopra elencate. Queste ultime si diramano in sottospecie.
Alcune ipotetiche forme di transizione del passato, come il

79

Lo scenario dell'evoluzione umana

Ramapithecus,

sono

state

escluse

dall'albero

genealogico

dell'immaginaria evoluzione umana allorquando si compreso che erano


delle semplici scimmie.61
Nel delineare la catena "Australopithecinae > Homo habilis > Homo
erectus > Homo sapiens", gli evoluzionisti intendono che ognuna di
queste specie sia l'antenata dell'altra. Le recenti scoperte dei
paleoantropologi hanno nondimeno rivelato che Australopithecinae,
Homo habilis e Homo erectus sono esistiti, nello stesso tempo, in diverse
parti del mondo. Inoltre, un certo segmento di umani, classificato come
Homo erectus, vissuto fino a tempi molto recenti. L'Homo sapiens
neandarthalensis e l'Homo sapiens sapiens (l'uomo moderno) sono
coesistiti nella stessa regione. Questi fatti rivelano chiaramente la
mancanza di validit dell'asserzione che essi siano i progenitori gli uni
degli altri.
In realt, tutte le scoperte e le ricerche scientifiche hanno dimostrato
che i fossili non suggeriscono alcun processo evolutivo secondo quanto
sostenuto dagli evoluzionisti. I fossili che vengono considerati gli antenati
degli umani appartengono di fatto o a diverse razze umane o a specie di
scimmie.
Quali fossili, allora, sono umani e quali scimmie? possibile che
ciascuno di essi sia considerato una forma transizionale? Per rispondere a
queste domande, sar necessario esaminare ogni singola categoria.

Australopithecus: una specie di scimmia


Australopithecus, corrispondente alla prima categoria, significa
"scimmia del sud". Si presume che sia apparso per la prima volta in Africa
quattro milioni di anni fa, ove visse per i successivi tre milioni di anni. Vi
sono alcune classi tra gli Australopithecinae. Gli evoluzionisti credono
che la pi antica specie di Australopithecus sia l'A. Afarensis. Seguono
quindi l'A. Africanus, che ha ossa pi esili, e l'A. Robustus, le cui ossa
sono relativamente pi grandi. Per quanto concerne l'A. Boisei, alcuni
ricercatori ritengono che sia una specie diversa, altri che sia una

80

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

sottospecie del'A. Robustus.


Tutte le specie di Australopithecus sono scimmie estinte che
rassomigliano a quelle contemporanee. La loro capacit cranica pari o
inferiore a quella degli attuali scimpanz. Come questi, hanno alcune
parti, nelle estremit superiori e inferiori, disegnate al fine di arrampicarsi
sugli alberi, mentre i loro piedi hanno la capacit di far presa sui rami in
modo tale da mantenersi in equilibrio. Sono di bassa statura (al massimo
130 cm.) e, proprio come gli scimpanz di oggi, il maschio pi robusto
della femmina. Molte caratteristiche, quali alcune particolarit nei loro
crani, la vicinanza degli occhi, i molari acuminati, la struttura
mandibolare, le braccia lunghe, le gambe corte, testimoniano che questi
esseri viventi non erano diversi dalle scimmie attuali.
Gli evoluzionisti affermano che, sebbene gli Australopithecinae
abbiano l'anatomia di una scimmia, camminavano tuttavia eretti come gli
umani. Tale posizione stata sostenuta per decenni da paleontropologi
come Richard Leakey e Donald C. Johanson. Nondimeno, una gran
quantit di ricerche sulla struttura scheletrica degli Australopithecinae,
condotte da numerosi studiosi, ha dimostrato la mancanza di validit di
questo argomento. Un'estesa ricerca effettuata su vari esemplari di
Australopithecus da due anatomisti di fama mondiale provenienti
dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti, Lord Solly Zuckerman e il Prof.
Charles Oxnard, ha rivelato che queste creature non erano bipedi e si
muovevano in modo analogo alle scimmie moderne. Dopo aver studiato
le ossa di questi fossili per un periodo di quindici anni, grazie alle
sovvenzioni del governo britannico, Lord Zuckerman e il suo team di
cinque specialisti giunsero alla conclusione che gli Australopithecinae
erano soltanto un'ordinaria specie di scimmie e non erano
assolutamente bipedi, per quanto lo stesso scienziato fosse un
evoluzionista.62 In modo corrispondente, Charles E. Oxnard, un altro
evoluzionista famoso per le sue ricerche sul tema, ha paragonato la
struttura scheletrica degli Australopithecinae a quella dei moderni orangutan. 63 Nel 1994, infine, un gruppo dell'Universit di Liverpool, in
Inghilterra, avvi una vasta ricerca al fine di pervenire ad una conclusione

Lo scenario dell'evoluzione umana

81

definitiva. L'esito raggiunto fu che "gli Australopithecinae sono


quadrupedi".64
In breve, gli Australopithecinae non hanno alcun legame con gli
umani, ma sono semplicemente una specie di scimmia estinta.

Homo Habilis: la scimmia che fu presentata come umana


La grande similitudine tra la struttura cranica e scheletrica degli
Australopithecinae e gli scimpanz e la confutazione che tali creature
camminassero erette, caus gravi difficolt ai paleoantropologi
evoluzionisti. Poich, secondo l'immaginario schema evolutivo, l'Homo
erectus venne dopo gli Australopithecinae. Come il prefisso "homo"
indica, l'Homo erectus una classe umana e il suo scheletro eretto. La
sua capacit cranica superiore pi del doppio a quella degli
Australopithecinae. Una diretta transizione da questi ultimi, che sono
scimmie simili a scimpanz, all'Homo erectus, che ha uno scheletro non
diverso da quello umano odierno, fuori discussione anche secondo la
teoria evoluzionista. Servirebbero, infatti, dei "legami", ovvero, delle
"forme di transizione". Il concetto di Homo habilis nacque per rispondere
a questa necessit.
La classificazione di Homo habilis fu proposta negli anni Sessanta
dai Leakeys, un'intera famiglia di "cacciatori di fossili". Essi affermarono
che questa nuova specie, classificata come Homo habilis, ebbe una
capacit cranica relativamente ampia, l'idoneit a camminare in posizione
eretta e a servirsi di pietre e arnesi di legno. Avrebbe potuto essere, quindi,
l'antenato dell'uomo.
I nuovi fossili scoperti alla fine degli anni '80 erano destinati a mutare
radicalmente tale visione. Alcuni ricercatori, tra cui Bernard Wood e C.
Loring Brace, confidando nei fossili appena rinvenuti, asserirono che
l'Homo habilis, ovvero "uomo capace di usare strumenti", avrebbe dovuto
essere classificato Australopithecus habilis, ossia "scimmia dell'Africa
meridionale capace di usare strumenti", in quanto presentava parecchie
caratteristiche in comune con la scimmia detta Australopithecus. Aveva,

AUSTRALOPITHECUS AFERENSIS: UNA SCIMMIA ESTINTA

Il primo fossile scoperto in


Etiopia, presso Hadar, che si
supponeva appartenesse alla
specie Australopithecus
aferensis: AL 288-1 o "Lucy". Per
lungo tempo gli evoluzionisti si
sforzarono di provare che Lucy
potesse camminare in posizione
eretta. Le ultime ricerche, tuttavia,
hanno definitivamente stabilito
che questo animale era una
scimmia ordinaria che procedeva
in posizione ricurva.

Il fossile di Australopithecus
aferensis Al 333-105 (sotto)
appartiene ad un membro giovane di
questa specie. Questa la ragone per
cui non si era ancora formata la
protrusione sul suo cranio.

AUSTRALOPITHECUS

Sopra: cranio fossile di


Australopithecus aferensis AL
444-2. Sotto: cranio di una
scimmia contemporanea.
L'ovvia somiglianza prova che
l'A. aferensis era una specie di
scimmia ordinaria, priva di
qualsiasi caratteristica umana.

SCIMPANZ MODERNO

84

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

infatti, braccia lunghe, gambe corte e una struttura scheletrica simile alla
scimmia. Le sue dita delle mani e dei piedi erano prensili, mentre la sua
struttura mandibolare era molto simile a quella dei moderni Primati.
Anche la capacit cranica, pari a 600 cc, offriva ulteriori conferme. In
breve, l'Homo habilis, presentato da alcuni evoluzionisti come una specie
differente, era in realt una specie di scimmia cos come tutti gli altri
Australopithecinae.
Le ricerche condotte negli anni seguenti hanno dimostrato che
l'Homo habilis non era diverso dagli Australopithecinae. Il cranio e lo
scheletro fossile OH62 trovati da Tim White dimostrarono che questa
specie ebbe una ridotta capacit cranica, braccia lunghe e gambe corte,
che le consentivano di arrampicarsi sugli alberi.
Le dettagliate analisi condotte dall'antropologa americana Holly
Smith nel 1994 rivelarono che l'Homo habilis non era un "homo", ma bens
una "scimmia". A proposito dei suoi studi sui denti dell'Australopithecus,
dell'Homo habilis, dell'Homo erectus e dell'Homo neandertalensis, Smith
ha scritto:
Circoscrivendo l'analisi dei fossili a quei campioni che soddisfino tali criteri, i
modelli di sviluppo dentale di australopithecinae gracili e di Homo
Habilis rimangono classificati come scimmie africane. Quelli dell'Homo
erectus e di Neanderthal sono classificati come umani.65

Nello stesso anno, Fred Spoor, Bernard Wood e Frans Zonneveld,


tutti specialisti di anatomia, giunsero alla stessa conclusione seppure con
un metodo del tutto differente. Tale metodo era basato sull'analisi
comparativa dei canali semicircolari nell'orecchio interno, che
provvedono a mantenere l'equilibrio, di umani e scimmie. I canali degli
umani, i quali camminano eretti, sono molto diversi da quelli delle
scimmie, che procedono ricurve verso il basso. I campioni di orecchi
interni di Australopithecus e di Homo habilis analizzati dai tre studiosi
erano pressoch simili a quelli delle scimmie moderne, mentre quelli di
Homo erectus erano identici a quelli dell'uomo odierno.66
Queste scoperte hanno prodotto due importanti risultati:
1. I fossili a cui si fa riferimento come Homo habilis, in realt, non

HOMO HABILIS: UN'ALTRA SCIMMIA ESTINTA

Per lungo tempo gli


evoluzionisti sostennero
che le creature da essi
chiamate Homo habilis
potessero camminare in
posizione eretta. Tuttavia,
i nuovi fossili di Homo
habilis portati alla luce da
Tim White nel 1986,
definiti OH 62,
confutarono questa
asserzione. Questi
frammenti rivelarono che
l'Homo habilis possedeva
braccia lunghe e gambe
corte, proprio come le
scimmie contemporanee.
Questo fossile pose fine
all'asserzione che l'Homo
habilis fosse un bipede in
grado di procedere in
posizione eretta. In verit,
esso era soltanto un'altra
specie di scimmia.

"OH 7 Homo habilis", in


basso a sinistra, stato il
fossile che meglio ha
definito le caratteristiche
mandibolari della specie
Homo Habilis. Questa
mandibola fossile presenta
degli incisivi molto grandi,
mentre i molari sono
piccoli; la forma
quadrata. Tutte queste
qualit rendono tale
mandibola molto simile
a quella delle scimmie
odierne. In altre
parole, questo fossile
fornisce un'ulteriore
conferma del fatto che
questo essere fosse
una scimmia.

86

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

appartengono alle classi "homo", ovvero agli umani, ma a quelle degli


Australopithecinae, cio alle scimmie.
2. Sia l'Homo habilis che gli Australopithecinae erano esseri viventi
che camminavano ricurvi, il loro scheletro era quindi quello di una
scimmia. Non avevano alcun tipo di relazione con gli umani.

Homo Rudolfensis: un errore nella composizione della faccia


Homo Rudolfensis il termine che si dato ad alcuni frammenti
fossili riportati alla luce nel 1972. Anche la classe ipoteticamente
rappresentata da questo fossile venne designata con lo stesso nome, in
quanto questi frammenti fossili furono scoperti nei pressi del fiume
Rudolf in Kenya. La maggior parte dei paleoantropologi accetta l'idea che
questi fossili non appartengano ad una specie distinta, ma che in realt
tale essere vivente fosse un Homo habilis.
Richard Leakey, colui che rinvenne i fossili, alla presentazione del
cranio da lui denominato "KNM-ER 1470", risalente, secondo le stime, a
2,8 milioni di anni prima, defin la sua scoperta la pi importante nella
storia dell'antropologia, suscitando un tale effetto emotivo da indurre al
pianto gli ascoltatori. Secondo Leakey, questo essere, che pur avendo una
scarsa capacit cranica come l'Australopithecus, presentava nondimeno
tratti umani nel volto, era il legame mancante tra l'Australopithecus e
l'uomo. Dopo breve tempo, tuttavia, si comprese che il viso dalle fattezze
umane del cranio KNM-ER 1470, gi apparso sulle copertine di numerose
riviste scientifiche, era il risultato dell'errata congiunzione dei frammenti,
compiuta forse con deliberazione. Il Prof. Tim Bromage, che ha effettuato
studi sull'anatomia della faccia umana, ha descritto questo fatto, scoperto
nel 1992 grazie all'aiuto di alcune simulazioni al computer:
Quando venne ricostruito per la prima volta (intendi il KNM-ER 1470), la
faccia era adattata al cranio in una posizione quasi verticolare, in maniera molto
simile al volto piatto degli umani moderni. Ma i recenti studi sulle relazioni
anatomiche mostrano che in vita tale faccia deve essere stata assai prominente,
creando un aspetto simile ad una scimmia piuttosto che ad un
Australopithecus.67

Lo scenario dell'evoluzione umana

87

Il paleoantropologo evoluzionista J.E. Cronin scrive in riferimento a


questa questione:
... la sua faccia costruita in modo relativamente robusto, il clivus naso-alveolare
piuttosto piatto (che ricalca il volto degli Australopithecinae), la scarsa
ampiezza massima del cranio (presso le zone temporali), i forti canini e i larghi
molari (come indicato dalle radici rimaste) sono tutti caratteri relativamente
primitivi che imparentano l'esemplare con i membri del taxon A. africanus.68

Loring Brace dell'Universit del Michigan pervenne alle stesse


conclusioni grazie alle analisi da lui condotte sulla mascella e sulla
struttura dentale del cranio 1470; disse che le dimensioni della mascella e
delle parti contenenti i molari rivelavano esattamente la faccia e i denti di
un Australopithecus.69
Il Prof. Alan Walker, paleoantropologo presso la John Hopkins
University, che ha svolto altrettante ricerche di Leakey sul KNM-ER,
afferma che questo essere vivente non dovrebbe essere classificato come
"homo", ovvero come specie umana, ma al contrario dovrebbe essere
incluso sotto la specie Australopithecus.70
Per ricapitolare, classificazioni quali Homo habilis o Homo
rudolfensis, che vengono presentate come vincoli di transizione tra
l'Australopithecinae e l'Homo erectus, sono del tutto immaginarie. Come
stato oggi confermato da molti ricercatori, questi esseri viventi sono
membri della serie Australopithecus. Tutte le loro caratteristiche
anatomiche rivelano la loro appartenenza alla specie delle scimmie.
Seguendo queste creature, ognuna delle quali appartiene alla specie
delle scimmie, giungiamo agli "homines" fossili, ovvero agli esseri umani
fossili.

Homo erectus ed oltre: esseri umani


Il fantasioso schema degli evoluzionisti asserisce che l'evoluzione
interna della specie Homo segua questa progressione: primo l'Homo
erectus, poi l'Homo sapiens arcaico e l'Uomo di Neanderthal, quindi
l'Uomo di Cro-Magnon ed infine l'uomo moderno. Tutte queste
classificazioni sono in realt soltanto razze umane originarie. Le

88

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

differenze che intercorrono tra loro sono pari a quelle tra un nero e un
Inuit o un pigmeo e un europeo.
Esaminiamo dapprima l'Homo erectus, a cui si fa riferimento come
alla pi primitiva specie umana. Come implica la parola stessa, "Homo
erectus" significa un "uomo che cammina eretto". Gli evoluzionisti hanno
dovuto distinguere questi uomini dai precedenti annettendovi la qualit
di "erezione", per la quale tutti i fossili di Homo erectus esistenti si
distinguono nettamente rispetto agli esemplari di Australopithecus e di
Homo habilis. Non vi alcuna differenza tra lo scheletro di un uomo
moderno e quello di un Homo erectus.
La ragione primaria per cui gli evoluzionisti definiscono "primitivo"
l'Homo erectus la capacit cranica (900-1100 cc.), inferiore rispetto alla
media dell'uomo moderno, e la sporgenza delle arcate sopraccigliari.
Nondimeno, molti popoli che vivono oggi nel mondo hanno la stessa
capacit cranica dell'Homo erectus (ad esempio i pigmei), mentre
esistono altre razze umane che hanno arcate sopraccigliari prominenti
(come gli aborigeni australiani).
un fatto comunemente accettato che tali differenze di capacit
cranica non denotino disparit per quanto riguarda l'intelligenza o la
capacit. L'intelligenza dipende dall'organizzazione interna del cervello,
non dal volume.71
I fossili che hanno reso noto al mondo l'Homo erectus sono quelli
dell'Uomo di Pechino e dell'Uomo di Giava scoperti in Asia, per quanto
si comprese ben presto che non erano attendibili. L'Uomo di Pechino
consisteva di alcuni elementi di gesso i cui originali erano andati perduti,
mentre l'Uomo di Giava era "composto" di alcuni frammenti di cranio e di
un osso pelvico, trovato ad alcuni metri di distanza, privo di qualsiasi
indicazione valida ad attribuirne l'appartenenza allo stesso essere
vivente. Questa la ragione per cui i fossili di Homo erectus scoperti in
Africa hanno goduto di una tale crescente importanza. (Si deve
menzionare il fatto che alcuni fossili identificati come Homo erectus
vennero anche inclusi da alcuni evoluzionisti sotto una seconda classe
detta "Homo ergaster". Regna tuttavia il disaccordo su questo argomento.

HOMO ERECTUS: UN'ANTICA RAZZA UMANA


Homo
erectus
significa
ovviamente "uomo eretto". Tutti i
fossili inclusi in questa specie
appartengono a particolari razze
umane. Dal momento che la
maggior parte di questi fossili
non presenta una caratteristica
comune, abbastanza difficile
definire questi uomini sulla base
del loro cranio. Questa la
ragione per cui diversi ricercatori
evoluzionisti hanno fatto varie
classificazioni e designazioni. In

alto a sinistra: cranio trovato


presso Koobi Fora, in Africa, nel
1975,
esso
pu
essere
generalmente definito Homo
erectus. In alto a destra: cranio di
Homo ergaster KNM-ER 3733 che
presenta alcune oscurit.
La capacit cranica di tutti questi
differenti fossili di Homo erectus
varia tra 900 e 1100 cc. Queste
cifre si mantengono entro i limiti
dell'odierna capacit cranica
umana.

KNM-WT 15000 o scheletro del "ragazzo di Turkana" (a destra),


probabilmente il pi antico e pi completo fossile umano mai
scoperto. Le ricerche condotte su questo fossile, che si ritiene
risalga a 1,6 milioni di anni orsono, rivelano che esso apparteneva a
un bambino di 12 anni il quale avrebbe raggiunto l'altezza di circa
1,80 m. se fosse pervenuto all'adolescenza. Il "ragazzo di Turkana",
molto simile alla razza di Neanderthal, rappresenta una delle prove
pi significative a confutazione della favola dell'evoluzione umana.
L'evoluzionista Donald Johnson ha scritto riguardo a questo fossile:
"Era alto e magro. La forma del suo corpo e la proporzione delle sue
membra erano le stesse degli attuali Africani equatoriali. Le
dimensioni dei suoi arti combaciano perfettamente con quelle degli
odierni adulti nordamericani bianchi".

90

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

MARINAI DI 700 MILA ANNI

"Early humans were much smarter than we suspected..." ("I primi umani erano pi abili di
quanto sospettassimo...")
Notizia pubblicata su New Scientist del 14 marzo 1998 in cui si dice che quegli umani
chiamati Homo erectus dagli evoluzionisti praticavano l'arte marinaresca 700000 anni fa.
Questi umani, che disponevano di conoscenza e tecnologia sufficiente a costruire vascelli
e a navigare, si possono difficilmente definire "primitivi".

Tratteremo in seguito tutti questi fossili sotto la classificazione di Homo


erectus).
Il pi famoso esemplare di Homo erectus trovato in Africa quello
detto di Narikotome o "Ragazzo di Turkana", che venne rinvenuto nei
pressi del lago Turkana in Kenya. confermato che questo fossile
apparteneva ad un giovinetto di dodici anni, che, nel corso della sua
adolescenza, avrebbe raggiunto l'altezza di 1,83 metri. La struttura
scheletrica eretta del fossile non si differenzia da quella dell'uomo
moderno. A tale riguardo, il paleoantropologo americano Alan Walker
afferm di dubitare che "un normale patologo potesse distinguere la
differenza tra lo scheletro fossile e quello di un uomo moderno."72 Del
cranio, Walker ha detto che "assomiglia molto a quello di Neanderthal."73
Come vedremo in seguito, gli uomini di Neanderthal sono una razza
umana moderna; ne consegue, quindi, che anche l'Homo erectus deve
essere considerato tale.
Anche l'evoluzionista Richard Leakey nota che la differenza tra

Lo scenario dell'evoluzione umana

91

l'Homo erectus e l'uomo moderno pari ad una variazione di razza:


Si potrebbero considerare le differenze nella forma del cranio, nel grado di
protrusione della faccia, nella robustezza della fronte e cos di seguito. Tali
differenze non sono probabilmente pi pronunciate di quelle che
vediamo oggi tra le diverse razze geografiche degli umani moderni. Una
simile varazione biologica si presenta quando le popolazioni vivono
geograficamente separate le une dalle altre per significativi periodi di tempo.74

Il Prof. William Laughlin dell'Universit del Connecticut comp


parecchi esami approfonditi sugli Inuit e sugli abitanti delle isole Aleut e
osserv che queste popolazioni erano straordinariamente simili all'Homo
erectus. La conclusione a cui arriv fu che tutte queste distinzioni erano
in realt razze differenti di Homo sapiens (uomo moderno).
Allorquando si considerino le ampie differenze che intercorrono tra gruppi
remoti quali gli Esquimesi e gli Aborigeni, noti per appartenere alla singola
specie dell'Homo sapiens, pare giustificato concludere che lo stesso
Sinanthropus [un esemplare eretto-ALC] ne faccia parte.75

Vi , d'altra parte, un'enorme vuoto tra l'Homo erectus, che una


razza umana, e le scimmie che lo precedettero nello scenario
dell'evoluzione umana (Australopithecus, Homo abilis, Homo
Rudolfensis). Ne consegue che i primi uomini apparvero nelle
testimonianze fossili improvvisamente e direttamente, escludendo ogni
concatenazione evolutiva. Non vi potrebbe essere alcuna indicazione pi
chiara della loro creazione.
Ammettere, tuttavia, questo fatto del tutto contrario alla filosofia
dogmatica e all'ideologia degli evoluzionisti. Tentano, quindi, di
rappresentare l'Homo erectus come una creatura per met scimmia. Nelle
ricostruzioni, persistono tenacemente nell'attribuirvi tratti scimmieschi.
D'altra parte, in tali immagini, scimmie quali l'Australopithecus o l'Homo
habilis vengono umanizzate. Tale metodo cela il tentativo di "avvicinare"
le scimmie agli esseri umani, colmando cos il vuoto intercorrente tra
queste due distinte classi viventi.

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

92

I Neandertaliani
I Neandertaliani sono esser umani
apparsi repentinamente centomila anni fa in
Europa e scomparsi o assimilati, per
mescolanza, da altre razze altrettanto
rapidamente 35 mila anni orsono. L'unico
elemento che li differenzia dall'uomo
moderno la superiore robustezza del loro
scheletro e la maggiore capacit cranica.
I Neandertaliani sono una razza umana,
come oggi per lo pi si ammette. Sebbene gli
evoluzionisti abbiano tentato con ogni mezzo
di definirli "una specie primitiva", tutti i
reperti dimostrano che essi non erano

MASCHERE FALSE: sebbene


non differissero dagli uomini
moderni, gli uomini di
Neanderthal sono ancora
raffigurati simili alle scimmie
dagli evoluzionisti.

differenti da un "uomo robusto" odierno. Un'eminente autorit in questo


campo, Erik Trinkaus, paleoantropologo presso l'Universit del New
Mexico, ha scritto:
Un dettagliato confronto tra gli scheletri di Neanderthal e quelli umani moderni
ha rivelato che non vi nulla nell'anatomia dell'uomo di Neanderthal che
dimostri una capacit motoria, manipolativa, intellettuale o
linguistica inferiore a quella degli uomini attuali.76

Molti ricercatori contemporanei definiscono l'uomo di Neanderthal


una sottospecie dell'uomo moderno e lo chiamano "Homo sapiens
neanderthalensis". I ritrovamenti testimoniano che i Neandertaliani
seppellivano i loro morti, foggiavano strumenti musicali e presentavano
alcune affinit culturali con l'Homo sapiens sapiens a lui contemporaneo.
Per riassumere, i Neandertaliani erano una razza umana "robusta",
semplicemente scomparsa nel corso del tempo.

L'Homo Sapiens arcaico, l'Homo Heilderbergensis


e l'Uomo di Cro-Magnon
L'Homo sapiens arcaico l'ultimo gradino verso l'uomo
contemporaneo nell'immaginario schema evolutivo. Gli evoluzionisti,

NEANDERTHAL: UN POPOLO ROBUSTO


In alto: Homo sapiens Neanderthalensis, cranio
Amud 1 scoperto in Palestina. L'uomo di
Neanderthal generalmente noto per essere
robusto ma basso. Si nondimeno stimato che
l'uomo a cui apparteneva questo cranio fosse
alto circa 1,80 m. La sua capacit cranica la pi
grande mai vista: 1740 cc. Per queste ragioni,
questo fossile rappresenta una delle
testimonianze pi importanti per confutare le
pretese degli evoluzionisti che gli uomini di
Neanderthal fossero una specie primitiva.

94

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

infatti, non hanno molto da dire riguardo a questi uomini, che presentano
scarse differenze rispetto agli uomini moderni. Alcuni ricercatori hanno
addirittura affermato che esistono ancora oggi dei rappresentanti di
questa razza, indicandone un esempio negli aborigeni australiani. Come
l'Homo sapiens, gli Aborigeni hanno arcate sopraccigliari prominenti,
una struttura mandibolare prognata e una capacit cranica lievemente
inferiore. Sono state fatte, inoltre, significative scoperte che rivelano come
tali uomini siano vissuti in Ungheria e in alcuni villaggi italiani fino a
tempi recenti.
Il gruppo denominato Homo heilderbergensis nella letteratura
evoluzionista in realt lo stesso Homo sapiens arcaico. La ragione per
cui vengono utilizzati due termini differenti per definire la medesima
razza umana la diversit concettuale tra gli evoluzionisti. Tutti i fossili
inclusi sotto la classificazione di Homo heilderbergensis indicano che
popoli anatomicamente molto simili ai moderni Europei vissero 500 e
addirittura 740 mila anni orsono in Inghilterra e in Spagna.
Si stimato che l'Uomo di Cro-Magnon sia vissuto 30000 anni fa.
Questi ebbe un cranio a cupola e una fronte ampia. La capacit cranica era
superiore a quella dei suoi contemporanei. Le arcate sopraccigliari erano
prominenti e presentava una protrusione ossea nella schiena,
caratteristica che compare anche nell'uomo di Neanderthal e nell'Homo
erectus.
Sebbene l'uomo di Cro-Magnon sia considerato una razza europea, la
struttura e il volume del suo cranio sono molto simili a quelli di alcune
razze viventi oggi in Africa e ai tropici. Confidando in tale similitudine, si
creduto si trattasse di un'antica razza africana. Altre scoperte
paleoantropologiche hanno mostrato che le razze di Cro-Magnon e di
Neanderthal si mescolarono tra loro, gettando le basi delle razze attuali. Ai
nostri giorni, inoltre, stato accettato il fatto che i rappresentanti della
razza di Cro-Magnon siano ancora viventi in diverse parti dell'Africa e
nelle regioni francesi di Salute e Dordogne. Uomini viventi che presentano
simili caratteristiche sono stati individuati anche in Polonia e in Ungheria.

Lo scenario dell'evoluzione umana

95

Specie viventi nella stessa epoca dei loro antenati


Ci che abbiamo finora investigato ci permette di constatare la
finzione assoluta dello scenario dell'evoluzione umana. Affinch possa
esistere un simile albero genealogico, dovrebbe essere avvenuta una
graduale evoluzione dalla scimmia all'uomo e questo processo dovrebbe
essere testimoniato dai reperti fossili. Vi tuttavia uno iato enorme tra le
scimmie e gli umani. La struttura scheletrica, la capacit cranica ed altri
fattori quali il procedere eretti distinguono nettamente le due specie.
(Abbiamo menzionato una recente ricerca, risalente al 1994, sui canali
d'equilibrio dell'orecchio interno, grazie alla quale l'Australopithecus e
l'Homo abilis erano classificati come scimmie, mentre l'Homo erectus
come umano.)
Un'altra scoperta significativa che prova come non vi possa essere
stato un albero genealogico tra queste specie differenti il fatto che queste
ultime, le quali vengono descritte come progenitrici le une delle altre, in
realt vissero contemporaneamente. Se, come sostengono gli
evoluzionisti, l'Australopithecus si convert nell'Homo habilis, e se
questo, a sua volta, si evolvette nell'Homo erectus, allora le ere in cui
vissero dovrebbero necessariamente susseguirsi reciprocamente. Non c'
tuttavia un tale ordine cronologico.
Sulla base delle stime degli evoluzionisti, gli Australopithecinae

UN AGO RISALENTE
A 26000 ANNI FA.
Un fossile interessante che
rivela come gli uomini di
Neanderthal utilizzassero
dei vestiti: un ago risalente
a 26000 anni fa.

96

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

comparvero quattro milioni di anni orsono e scomparvero un milione di


anni fa. Gli esseri viventi classificati come Homo habilis, d'altra parte, si
ritiene che siano vissuti fino a 1,7-1,9 milioni di anni fa. L'Homo
rudolfensis, che si afferma sia stato pi "avanzato" rispetto all'Homo
habilis, risalirebbe a 2,5-2,8 milioni di anni addietro! Ci significa che
l'Homo rudolfensis di circa un milione di anni pi vecchio dell'Homo
habilis, del quale si suppone sia l'antenato. Per l'altro verso, l'et
dell'Homo erectus risale a 1,6-1,8 milioni di anni fa, che indica come i
primi esemplari apparvero sulla terra nello stesso lasso di tempo dei loro
cosiddetti antenati, ovvero, l'Homo habilis.
Alan Walker, a conferma di questo fatto, ha affermato che "esistono
prove dall'Africa orientale della tarda sopravvivenza di individui minuti
di Australopithecus, i quali furono contemporanei dapprima dell'H.
Habilis, poi dell'H. erectus."77 Louis Leakey ha rinvenuto fossili di
Australopithecus, Homo habilis e Homo erectus contigui nella regione di
Olduvai Gorge.78
Un'ulteriore prova dell'inesistenza di un tale albero genealogico
fornita dal paleontologo di Harvard Stephen Jay Gould, il quale parla di
questa empasse dell'evoluzione nonostante sia egli stesso un
evoluzionista:
Che ne della nostra scala se vi sono tre razze di uomini coesistenti (A.
africanus, i robusti Austrlopithecinae e l'H. habilis), nessuna delle quali deriva
dall'altra? Per di pi, nessuna delle tre mostra alcun orientamento evolutivo
durante la loro permanenza sulla terra.79

Muovendo dall'Homo erectus all'Homo sapiens, constatiamo ancora


che non esiste alcun albero genealogico di cui parlare. provato che
l'Homo erectus e l'Homo sapiens arcaico continuarono a vivere da 27000
a 10.000 anni prima del nostro tempo. Nella palude di Kow in Australia,
stato rinvenuto il cranio di un Homo erectus risalente a 10.000 anni fa,
mentre nell'Isola di Giava ne stato scoperto un altro della stessa specie
la cui datazione attribuibile a 27000 anni orsono.80

Lo scenario dell'evoluzione umana

97

La storia segreta dell'Homo Sapiens


Il fatto pi interessante e significativo che invalida le basi reali
dell'immaginario albero genealogico della teoria evoluzionista
l'impensata antichit della storia dell'uomo moderno. I dati della
paleoantropologia rivelano che la gente Homo Sapiens, che assomigliava
del tutto a noi, visse un milione di anni fa.
Fu Louis Leakey, il famoso paleoantropologo evoluzionista, a
scoprire le prime tracce di questa realt. Nel 1932, nella regione di
Kanjera, nei pressi del Lago Vittoria in Kenya, Leakey scopr parecchi
fossili appartenenti al Medio Pleistocene, i quali non presentavano alcuna
differenza rispetto all'uomo moderno. L'epoca del Medio Pleistocene
corrisponde ad un milione di anni fa.

Poich queste scoperte

rovesciavano l'albero genealogico evoluzionista, vennero respinte da


alcuni paleoantropologi evoluzionisti. Leakey, tuttavia, avall sempre
l'esattezza delle sue stime.
Proprio quando questa controversia stava per essere dimenticata, un
fossile rinvenuto in Spagna nel 1995 rivel in modo sorprendente che la
storia dell'Homo Sapiens era molto pi antica
di quanto si fosse presunto. Tale fossile venne
scoperto nella grotta detta Gran Dolina nella
regione di Atapuerca in Spagna da tre
paleoantropologi iberici dell'Universit di
Madrid. Il fossile apparteneva alla faccia di un
bambino undicenne del tutto simile agli
uomini moderni. Erano nondimeno trascorsi
800000 anni dalla sua morte. La rivista Discover
diede grande risalto all'evento dedicandovi la
copertina nel numero di dicembre 1997.
Il fossile scosse le convinzioni di Ferreras,
a capo degli scavi di Gran Dolina, il quale
dichiar:
Ci aspettavamo qualcosa di grande, qualcosa di

Una delle pi popolari riviste


di letteratura evoluzionista,
Discover, pubblica in
copertina un volto umano
risalente a 800000 anni fa
con la domanda
evoluzionista: " questo il
volto del nostro passato?".

98

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

largo, qualcosa di gonfiato... qualcosa di "primitivo". Ci che ci attendevamo da


un bambino di 800000 anni era qualcosa di simile al Ragazzo di Turkana.
Mentre ci che trovammo fu una faccia del tutto moderna... Per me questo era
la cosa pi spettacolare... Questo quel tipo di cose che ti scuotono. Trovare
qualcosa di assolutamente inaspettato come quella. Nella ricerca dei fossili, il
rinvenirne ugualmente inaspettato, ed un bene. Ma la cosa pi spettacolare
trovare ci che tu riterresti appartenente al presente, nel passato. come
trovare qualcosa come... come rinvenire un audioregistratore a Gran Dolina.
Ci sarebbe sorprendente. Non ci aspettiamo cassette e registratori nel
Basso Pleistocene. Trovarvi una faccia moderna la stessa cosa. Noi
fummo molto sorpresi quando la vedemmo.82

Il fossile mette in evidenza il fatto che la storia dell'Homo Sapiens


deve essere retrodatata di ben 800 mila anni. Dopo essersi ripresi dallo
shock iniziale, gli evoluzionisti che rinvennero il fossile decisero che
doveva essere attribuito a una specie differente, in quanto, sulla base del
noto albero genealogico, nessun Homo Sapiens sarebbe vissuto 800 mila
anni fa. Essi crearono, di conseguenza, una specie immaginaria chiamata
"Homo antecessor", sotto la cui classificazione inclusero il cranio di
Atapuerca.

Una capanna di 1,7 milioni di anni


Molte scoperte hanno dimostrato che la
datazione dell'Homo Sapiens deve essere fatta
risalire a un periodo anteriore agli 800 mila
anni. Una di esse quella effettuata da Louis
Leakey agli inizi degli anni '70 a Olduvai
Gorge. Qui, nello strato Bed II, Leakey scopr
che le specie Australopithecus, Homo Habilis
e Homo erectus erano coesistite nello stesso
periodo. Ci che fu addirittura pi
interessante fu una struttura rinvenuta nello
stesso strato (Bed II), nella quale Leakey
trov i resti di una casupola di pietra.

La scoperta di una capanna


risalente a 1,7 milioni di anni
fa suscit enorme impressione
presso la comunit scientifica.
Essa era simile alle capanne
utilizzate oggi da alcuni popoli
africani.

Lo scenario dell'evoluzione umana

99

L'aspetto inusuale dell'evento fu che questa costruzione, ancora in uso in


molte parti dell'Africa, avrebbe potuto essere costruita soltanto
dall'Homo Sapiens! Cos, in conformit ai rinvenimenti di Leakey,
l'Australopithecus, l'Homo Habilis, l'Homo erectus e l'uomo moderno
devono essere coesistiti approssimativamente 1,7 milioni di anni fa.83 Tale
scoperta inficia definitivamente la teoria evoluzionista laddove pretende
che l'uomo moderno sia evoluto da una specie simile alla scimmia quale
l'Australopithecus.

Le impronte di un uomo moderno di 3,6 milioni di anni fa!


Altre scoperte fanno risalire le origini dell'uomo moderno ad un
periodo anteriore a 1,7 milioni di anni fa. Tra le pi importanti spiccano le
impronte di piedi rinvenute a Laetoli, in Tanzania, da Mary Leakey nel
1977. Queste furono rinvenute in uno strato che si calcola risalga a 3,6
milioni di anni fa, ma, cosa pi importante, non sono diverse da quelle
che lascerebbe un uomo contemporaneo.
Tali impronte di piedi furono in seguito esaminate da numerosi
paleoantropologi, tra cui Don Johanson e Tim White. I risultati furono
identici. White ha scritto:
Non vi alcuna possibilit di errore... Sono simili alle impronte di piedi
degli uomini moderni. Se qualcuno le lasciasse
oggi sulla sabbia di una spiaggia californiana e si
chiedesse poi a un bambino di quattro anni che
cosa fossero, egli risponderebbe subito che
qualcuno aveva camminato l. Non sarebbe in
grado di distinguerle tra cento altre, e neppure
noi.84

Dopo aver esaminato le impronte, Louis


Robbins dell'Universit della North Carolina ha
commentato:
L'arco elevato l'individuo pi piccolo presenta
un arco pi alto del mio e l'alluce largo e

Le impronte di Laetoli
appartengono a un umano
moderno, sebbene
risalgano a milioni di anni
fa.

100

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Un altro esempio che prova la


mancanza di validit dell'immaginario
albero genealogico ideato dagli
evoluzionisti: una mandibola di un
umano moderno risalente a 2,3 milioni
di anni fa. Questa mandibola, il cui
codice A.L. 666-1, fu scoperta ad
Hadar, in Etiopia. Le pubblicazioni
evoluzioniste hanno tentato di
dissimularla presentandola come "una
scoperta veramente sorprendente..." (D.
Johanson, Blake Edgar, From Lucy to
Language, p. 169)

allineato al secondo dito... Le dita stringono il terreno come quelle umane. Ci


non visibile in altre forme animali.85

Gli esami condotti sulla morfologia delle impronte dei piedi


mostrarono di nuovo che queste dovevano essere accettate come umane
e, in particolare, appartenenti a un uomo moderno (Homo Sapiens).
Russell Tuttle, che ha esaminato le impronte, ha scritto:
Potrebbe averle fatte un piccolo Homo sapiens a piedi scalzi... Per tutte
le caratteristiche morfologiche discernibili, i piedi degli individui che lasciarono
le impronte sono indistinguibili da quelli di umani moderni.86

Analisi imparziali delle impronte rivelarono la loro reale


appartenenza. Esse constavano di 20 impronte fossilizzate attribuite a un
umano moderno di dieci anni di et e di altre 27 appartenenti ad uno di
et inferiore. Essi erano sicuramente simili a noi.
Le impronte di Laetoli furono al centro della discussione per anni. I
paleoantropologi evoluzionisti tentarono disperatamente di trovare delle
spiegazioni, tanto era duro per essi accettare il fatto che un uomo
moderno avesse camminato sulla terra 3,6 milioni di anni fa. Nel 1990,
tale "spiegazione" inizi a prendere corpo. Gli evoluzionisti decisero che
queste impronte sarebbero state lasciate da un Australopithecus, in
quanto, basandosi sulla loro teoria, era impossibile che una specie homo

Lo scenario dell'evoluzione umana

101

fosse vissuta 3,6 milioni di anni fa. Russell H. Tuttle scrisse in un articolo
datato 1990:
Insomma, le caratteristiche dell'impronta di 3,5 milioni di anni rinvenuta al
sito G di Laetoli simile a quelle abitualmente lasciate da uomini moderni senza
scarpe. Nessun aspetto suggerisce che gli ominidi di Laetoli fossero bipedi meno
capaci di noi. Se non si sapesse che le impronte G sono cos vecchie, si potrebbe
facilmente concludere che siano state lasciate da un membro del nostro genere
Homo... In ogni caso, dovremmo accantonare la perduta ipotesi che tali
impronte appartengano a un tipo Lucy, un Australopithecus afarensis.87

Per riassumere, queste impronte, che si suppone risalgano a 3,6


milioni di anni orsono, non sarebbero potute appartenere ad un
Australopithecus. L'unica ragione per cui venne avanzata tale ipotesi fu
l'et dello strato geologico (3,6 milioni di anni) in cui furono rinvenute le
impronte, che si attribuirono ad un Australopithecus per la presunzione
che gli umani non avrebbero pouto vivere in un'et cos remota.
Queste interpretazioni rivelano una realt molto importante. Gli
evoluzionisti non sostengono la loro teoria fondandosi su scoperte
scientifiche, ma indipendentemente da esse. Abbiamo una teoria difesa
ciecamente con qualunque mezzo, mentre tutte le nuove scoperte che ne
hanno confutato i presupposti sono state ignorate o distorte al fine di
preservarla.
In breve, la teoria evoluzionista un dogma mantenuto in vita a
dispetto della scienza.

La locomozione bipede: l'impasse dell'evoluzionismo


Oltre ai fossili di cui ci siamo occupati, anche le differenze
anatomiche tra uomini e scimmie confutano la finzione dell'evoluzione
umana; tra queste vi il modo di camminare.
Gli esseri umani camminano eretti sui loro due piedi. Questo un tipo
di locomozione molto speciale in quanto non presente in nessun'altra
specie. Alcuni animali hanno una limitata capacit di movimento
poggiando sulle zampe posteriori. L'orso e la scimmia, ad esempio,
possono procedere in tal modo solo in rare occasioni e per breve tempo,

102

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

quando vogliono raggiungere una fonte di cibo. Normalmente il loro


scheletro inclinato in avanti e in posizione quadrupede.
La locomozione bipede si sarebbe, allora, evoluta dall'andatura
quadrupede delle scimmie come affermano gli evoluzionisti?
Sicuramente no.
Le ricerche hanno dimostrato che l'evoluzione verso la locomozione
bipede non mai avvenuta, n ci sarebbe possibile, principalmente in
quanto questo carattere non rappresenta un vantaggio evolutivo. Il modo
in cui si muovono i primati molto pi facile, veloce ed efficiente di
quello degli uomini. Un uomo non potrebbe mai saltare da un ramo
all'altro come uno scimpanz, n correre alla velocit di 125 km orari
come un ghepardo. Al contrario, l'andatura bipede dell'uomo molto pi
lenta sul terreno. Per la stessa ragione, la specie pi indifesa in natura in
termini di movimento e protezione. Secondo la logica dell'evoluzione, le
scimmie non avrebbero dovuto evolversi verso la locomozione bipede: gli
umani, piuttosto, sarebbero dovuti diventare quadrupedi.
Un'altra impasse dell'evoluzionismo che la locomozione bipede
non funzionale al modello dello "sviluppo graduale" del darvinismo, il
quale richiede un passo "scalare" tra l'una e l'altra postura. Nondimeno,
grazie ad alcune ricerche condotte al computer nel 1996, il
paleoantropologo inglese Robin Crompton ha dimostrato che tale passo

Ricerche recenti hanno rivelato


l'impossibilit che lo scheletro
curvo di una scimmia,
destinato a un'andatura
quadrupede, possa evolversi in
uno scheletro umano eretto
atto alla locomozione bipede.

Lo scenario dell'evoluzione umana

103

scalare non sarebbe stato possibile. Lo studioso pervenuto alla


conclusione che un essere vivente pu camminare eretto o a quattro
zampe.88 Un tipo di passo intermedio impossibile a causa dell'estremo
consumo di energia che comporterebbe. Questa la ragione per cui
impossibile che sia esistito un mezzo-bipede.
L'immensa distanza tra l'uomo e la scimmia non si limita solo alla
locomozione bipede. Molti altri problemi restano insoluti, quali le
capacit cerebrali e verbali. A questo riguardo, la paleoantropologa
evoluzionista Elaine Morgan confessa:
Quattro dei misteri pi insolubili dell'uomo sono: 1) Perch cammina su due
gambe? 2) Perch ha perso la pelliccia? 3) Perch ha sviluppato un cervello cos
grande? 4) Perch ha imparato a parlare?
Le risposte ortodosse a queste domande sono: 1) 'Non lo sappiamo ancora'; 2)
'Non lo sappiamo ancora'; 3) 'Non lo sappiamo ancora'; 4) 'Non lo sappiamo
ancora'. La lista delle domande potrebbe essere considerevolmente estesa senza
intaccare la monotonia delle risposte.

Evoluzione: una fede anti-scientifica


Lord Solly Zuckerman uno tra i pi famosi e stimati scienziati
britannici. Per anni si dedicato allo studio dei fossili e ha condotto molte
indagini dettagliate. Venne onorato con il titolo di 'Lord' per i suoi
contributi alla scienza. Zuckerman un evoluzionista, quindi, i suoi
commenti all'evoluzione non possono essere ritenuti deliberatamente
sfavorevoli. Dopo anni di studi sui fossili inclusi nello scenario
dell'evoluzione umana tuttavia, ha raggiunto la conclusione che, in realt,
non esiste tale albero genealogico.
Zuckerman ha anche preparato uno "spettro della scienza" al fine di
sceverare quelle dottrine che riteneva scientifiche da quelle che non lo
erano. Secondo tale spettro, i rami della scienza pi "scientifici" ovvero
dipendenti da dati concreti sono la chimica e la fisica. Seguono poi le
scienze biologiche ed infine quelle sociali. All'estremit opposta dello
spettro, ovvero nella parte considerata "meno scientifica", si trovano le

104

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

"percezioni extrasensoriali" concetti quali la telepatia e il sesto senso ed


infine "l'evoluzione umana". Zuckerman giustifica la sua posizione con
queste parole:
Muovendo dal registro della verit oggettiva verso quegli ambiti di presunta
scienza biologica, come le percezioni extrasensoriali o l'interpretazione della
storia fossile dell'uomo, dove per il fedele tutto diventa possibile e
dove, per l'ardore della sua fede, talvolta in grado di ritenere vere le cose pi
contraddittorie allo stesso tempo.90

Che cosa ha reso tanti scienziati cos tenacemente saldi a questo


dogma? Perch hanno tentato, con tanta insistenza, di mantenerlo in vita,
al costo di accettare innumerevoli conflitti e di rinunciare alle prove da
loro stessi avanzate?
L'unica risposta la paura di affrontare il rischio di dover
abbandonare la teoria dell'evoluzione e l'inevitabile confronto con la
realt della creazione da parte di Allah. Considerando, tuttavia, i
fondamenti della filosofia materialista in cui credono, la creazione per
loro un concetto inaccettabile.
Per questo motivo, essi ingannano se stessi e il mondo valendosi dei
media. Qualora non riescano a trovare i fossili necessari, "fabbricano"
delle rappresentazioni immaginarie o dei modelli fittizi,per diffondere la
convinzione che esistano fossili che comprovino l'evoluzione. Parte dei
mass media, che condivide il punto di vista materialistico, tenta anche di
ingannare il pubblico instillando la favola dell'evoluzione per vie
subliminali.
Nonostante i loro saldi tentativi, la verit evidente: l'uomo non
pervenuto all'esistenza tramite un processo evolutivo, ma per creazione
da parte di Allah. L'uomo quindi responsabile di fronte a Lui, per
quanto si rifiuti di assumere questa responsabilit.

CAPITOLO

10

L'evoluzione di fronte al
vicolo cieco della molecola

ei capitoli precedenti abbiamo visto come i fossili inficino la

teoria dell'evoluzione. In realt non avremmo avuto bisogno di


tale dimostrazione, in quanto tale teoria crolla ben prima di

giungere alla pretesa "evoluzione della specie" e alle testimonianze fossili.


L'argomento che ne rivela l'insensatezza sin dal pricipio la questione di
come la vita sia apparsa sulla terra.
Di fronte a tale domanda, la teoria evoluzionista afferma che la vita
ha avuto inizio da una cellula formatasi per casualit. Secondo tale
prospettiva, quattro miliardi di anni fa vari composti chimici inorganici
subirono una reazione nell'atmosfera primordiale della terra per effetto
dei fulmini e della pressione seguitane, la quale avrebbe provocato la
formazione della prima cellula vivente.
necessario dapprima affermare la mancanza di scientificit della
pretesa che i materiali inorganici possano congiungersi per formare la
vita, in quanto nessun esperimento o osservazione ne ha mai confermato
la veridicit. La vita si genera solo dalla vita. Ogni cellula vivente
formata dalla riproduzione di un'altra cellula. Nessuno al mondo mai
riuscito a creare una cellula vivente mettendo insieme dei materiali
inorganici, neppure nei pi avanzati laboratori.
Nonostante la teoria evoluzionista affermi che la cellula di un essere
vivente si sia formata fortuitamente durante le primitive condizioni della
terra, essa, in realt, non pu essere prodotta neppure con il concorso di
tutto il potere dell'intelletto umano, della sua conoscenza e della sua
tecnologia. Nelle pagine seguenti esamineremo la ragione per cui tale
asserzione contraria ai pi basilari principi della scienza e della ragione.

106

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

La favola della cellula prodotta dal caso


Se si crede che una cellula vivente possa giungere all'esistenza per
coincidenza, allora niente pu prevenire dal prestar fede alla storia che ci
accingiamo a raccontare. la storia di una citt:
Un giorno, un pezzo di argilla compresso tra le rocce in una terra
sterile si bagn per la pioggia. L'argilla bagnata si asciug e indur al
sorgere del sole, assumendo un aspetto solido e resistente. In seguito, le
rocce servite da stampo in qualche modo si sbriciolarono. Apparve,
quindi, un mattone ben fatto e resistente, il quale attese per anni che, nelle
stesse condizioni naturali, un altro mattone si formasse. L'attesa prosegu
fino a che centinaia e migliaia di simili mattoni presero forma nello stesso
luogo. Fortuitamente, tuttavia, nessuno dei mattoni venne danneggiato.
Per quanto esposti alla pioggia, alla tempesta, al vento, al sole cocente e al
gelo per migliaia di anni, i mattoni non si ruppero, non si spezzarono o
non vennero spazzati via, ma aspettarono nello stesso posto con la stessa
determinazione che altri si formassero.
Quando il numero dei mattoni fu adeguato, questi eressero un
edificio sistemandosi individualmente ai lati l'uno sull'altro grazie alla
violenta forza trascinante delle condizioni naturali, ossia i venti, gli
uragani o i tornado. Nel frattempo, il cemento, la calce e simili elementi si
formarono in "condizioni naturali" con perfetto tempismo, quindi
strisciarono tra i mattoni per fissarli. Durante tale accadimento, il
minerale ferroso giacente nelle viscere della terra prese forma "in
condizioni naturali" e pose le fondamenta dell'edificio costituito da questi
mattoni. Alla fine di questo processo, apparve un fabbricato completo di
tutti i suoi materiali, della carpenteria e di ogni installazione intatta.
Non c' dubbio, un edificio non costituito solo dalle fondamenta,
dai mattoni e dal cemento. Come si ottennero, allora, i materiali
mancanti? La risposta semplice: ogni tipo di materiale necessario alla
costruzione si trovava nel terreno sul quale era stato eretto l'edificio. Il
silicone per il vetro, il rame per i fili elettrici, il ferro per i pilastri, le travi
e i tubi idraulici, ecc. e tutto in abbondante quantit sottoterra. Fu

CONFESSIONI DI EVOLUZIONISTI
on vi crisi
maggiore in cui la
teoria
dell'evoluzione possa
incorrere di quella che
insorge nel tentativo di
spiegare l'emergere della
vita. La ragione che le
molecole organiche sono
talmente complesse che non
possibile spiegare la loro formazione
per mezzo della coincidenza, come
manifestamente impossibile che una
cellula organica sia frutto del caso.
Gli evoluzionisti si occuparono
dell'origine della vita nel secondo
quarto del XX secolo. Una delle
principali autorit nell'ambito
dell'evoluzione molecolare,
l'evoluzionista russo Alexander I.
Oparin, ha scritto nel libro L'origine
della vita, pubblicato nel 1936:

teorie e gli esperimenti


pervengono a un punto morto o a
un'ammissione di ignoranza.2
Quanto ha scritto il geochimico Jeffrey
Bada, docente presso il San Diego
Scripps Institute, rivela l'incapacit
degli evoluzionisti di fronte a questo
punto morto:
Oggi, al termine del XX secolo, ci
troviamo ancora di fronte al pi
grande problema irrisolto, lo
stesso che ci attendeva al
principio di questo secolo: Qual'
l'origine della vita sulla terra? 3

Alexander
Oparin:
"L'origine della
cellula rimane
un mistero".

Sfortunatamente, l'origine della


cellula rimane il punto pi oscuro
dell'intera teoria evoluzionista.1
A partire da Oparin, gli evoluzionisti
hanno condotto innumerevoli
esperimenti e ricerche per provare la
possibilit della casuale formazione di
una cellula. Nondimeno, ogni singolo
tentativo ha messo sempre pi in luce
la complessa struttura della cellula,
confutando per l'ennesima volta le
ipotesi degli evoluzionisti. Il prof. Klaus
Dose, presidente dell'Istituto di
Biochimica presso l'Universit
Johannes Gutenberg, afferma:
Pi di 30 anni di sperimentazioni
sull'origine della vita nei campi
della chimica e dell'evoluzione
molecolare hanno consentito una
miglior percezione dell'immensit
di tale problema senza pervenire
tuttavia ad una soluzione. Tutte le
attuali discussioni sulle principali

Jeffrey Bada:
"L'origine della
vita sulla terra
rappresenta il
pi grande
problema
irrisolto".

1 Alexander I. Oparin, Origin of Life, (1936) New


York: Dover Publications, 1953 (ristampa), p.
196.
2 Klaus Dose, "The Origin of Life: More Questions
Than Answers", Interdisciplinary Science
Reviews, vol. 13, n. 4, 1988, p. 348.
3 Jeffrey Bada, Earth, febbraio 1998, p. 40

108

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

necessaria soltanto la maestria delle "condizioni naturali" per foggiare e


installare questi materiali all'interno dell'edificio. Tutte le installazioni, i
lavori di falegnameria e gli accessori si posero tra i mattoni grazie al soffio
del vento, alla pioggia e ai terremoti. Tutto procedette cos bene che i
mattoni si sistemarono in modo tale da lasciare lo spazio necessario alle
finestre, come se avessero saputo che qualcosa chiamato vetro si sarebbe
poi costituito ad opera delle condizioni naturali. Non dimenticarono,
inoltre, di lasciare lo spazio necessario a installare il sistema idraulico,
elettrico e termico, che si sarebbero formati successivamente per
coincidenza. Tutto si svolse talmente bene che le "coincidenze" e le
"condizioni naturali" diedero vita a un progetto perfetto.
Se stato possibile credere fino a questo punto a questa storia, allora
non dovrebbe essere un problema supporre come apparvero gli altri
edifici della citt, le piante, le strade, i marciapiedi, le infrastrutture, il
sistema di comunicazione e i trasporti pubblici. Se poi si in possesso
della conoscenza tecnica e si ha dimestichezza con il soggetto, allora sar
possibile scrivere un libro estremamente "scientifico" in pi volumi che
esprima le personali teorie sul "processo evolutivo di un sistema fognario
e la sua uniformit con le presenti strutture". Per tali studi si potrebbe
essere insigniti di un'onoreficenza accademica e godere la fama di genio
impegnato a emanare luce sul mondo.
La teoria dell'evoluzione afferma che la vita pervenuta all'esistenza
per caso. Tale asserzione non meno assurda della storia che abbiamo
raccontato, in quanto, con tutti i suoi sistemi operativi, di comunicazione,
di trasporto e di amministrazione, una cellula non meno complessa di
una citt.

Il miracolo della cellula e la fine dell'evoluzione


La struttura complessa di una cellula era sconosciuta ai tempi di
Darwin, si riteneva, quindi, abbastanza convincente attribuire la vita a
"coincidenze e condizioni naturali".
La tecnologia del XX secolo ha investigato fin nei pi reconditi

LA COMPLESSIT DELLA CELLULA

La cellula il sistema pi complesso e accurato che l'uomo abbia mai conosciuto.


Il professore di biologia Michael Denton, nel suo libro Evolution: A Theory in
Crisis (Evoluzione: una teoria in crisi), spiega tale complessit con un esempio:
"Per cogliere la realt della vita come stata rivelata dalla biologia molecolare,
dobbiamo ingrandire una cellula fino a raggiungere un diametro di venti
chilometri, cos da somigliare ad un'aeronave gigante grande abbastanza da
coprire una citt delle dimensioni di Londra o New York. Ci che vedremmo
sarebbe un oggetto di impareggiabile complessit. Sulla superficie della cellula
sarebbero visibili migliaia di fori, simili a obl di una nave immensa, aprentisi
alternativamente per permettere il continuo flusso e riflusso di materiali. Se
entrassimo in uno di questi fori, ci troveremmo in un mondo di suprema
tecnologia e stupefacente complessit... [una complessit] superiore alle nostre
capacit creative, una realt che rappresenta l'antitesi del caso, che supera in
ogni senso qualsiasi cosa prodotta dall'intelligenza dell'uomo...".

110

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

recessi della vita, rivelando che la cellula il pi complesso sistema che


l'umanit abbia mai incontrato. Oggi sappiamo che la cellula contiene
centrali di forza che generano l'energia di cui ha bisogno, fabbriche che
producono gli enzimi essenziali alla vita, una banca dati con tutte le
informazioni necessarie ai suoi processi, sistemi complessi di trasporto e
condutture per trasferire da un posto ad un altro materia prima e trattata,
laboratori avanzati e raffinerie per disgregare il materiale grezzo nelle
parti utilizzabili, proteine della membrana cellulare specializzate nel
controllo dell'accesso e dell'uscita di sostanze. Tutto questo costituisce
soltanto una minima parte dell'incredibile complessit del sistema.
Lo scienziato evoluzionista W. H. Thorpe riconosce che "il pi
elementare tipo di cellula costituisce un 'meccanismo' incredibilmente
pi complesso di qualsiasi macchina che sia stata fino ad ora pensata,
per non dire costruita, dall'uomo."91
Una cellula talmente complessa che neppure il pi alto livello di
tecnologia raggiunto dall'uomo in grado di riprodurla. Nessun tentativo
di creare una cellula artificiale ha mai ottenuto successo. Simili
esperimenti, di conseguenza, sono stati abbandonati.
La teoria evoluzionista sostiene che tale sistema, che il genere
umano, con tutta l'intelligenza, la conoscenza e la tecnologia a sua
disposizione non ha potuto ricreare, pervenne all'esistenza "per caso",
nelle primordiali condizioni terrestri. Per fare un altro esempio, la
probabilit che una cellula si formi casualmente pari a quella di
stampare un libro a seguito di un'esplosione in una tipografia.
Il matematico e astronomo inglese sir Fred Hoyle ha fatto un
confronto simile in un'intervista rilasciata alla rivista Nature pubblicata il
12 novembre 1981. Per quanto evoluzionista, Hoyle disse che la possibilit
di manifestazione di forme di vita superiore per questa via paragonabile
a quella di un tornado che, spazzando un deposito di rottami, possa
assemblare un Boeing 747 col materiale presente.92 Ci dimostra
l'impossibilit che una cellula pervenga all'esistenza accidentalmente.
Deve essere inevitabilmente "creata".
Una delle ragioni principali per cui la teoria evoluzionista non pu

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

111

spiegare l'apparizione della cellula la sua "irriducibile complessit". Una


cellula vivente si mantiene grazie all'armoniosa cooperazione di molti
organi. Qualora uno di questi cessasse di funzionare, la cellula morirebbe.
Essa non ha la possibilit di aspettare che meccanismi inconsci quali la
selezione naturale e la mutazione le permettano di svilupparsi. La prima
cellula apparsa sulla terra fu, quindi, necessariamente completa e in
possesso di tutti gli organi e delle funzioni richieste, dimostrando
definitivamente di essere stata creata.

Le proteine sfidano il caso


Il fallimento della teoria evoluzionista si rivela non soltanto in
riferimento alla cellula, ma anche ai suoi elementi costitutivi, qualora tenti
di offrire una spiegazione plausibile. La formazione, in condizioni
naturali, di soltanto una singola proteina tra le migliaia di molecole
complesse che costituiscono la cellula, impossibile.
Le proteine sono molecole giganti che consistono di unit pi piccole
dette "amminoacidi", i quali vengono disposti secondo una sequenza
particolare in certe quantit e strutture. Queste molecole costituiscono i
blocchi da costruzione delle cellule viventi. La pi semplice composta di
cinquanta amminoacidi, mentre in altre se ne possono contare migliaia.
Il punto cruciale che l'assenza, l'aggiunta o la sostituzione di un
singolo amminoacido nella struttura di una proteina pu trasformarla in
un inutile ammasso molecolare. Ogni amminoacido deve trovarsi al posto
giusto e nell'ordine corretto. La teoria evolutiva, che sostiene la casuale
manifestazione della vita, dispera di fronte a questo ordine troppo
meraviglioso per poter essere spiegato con la coincidenza. (La teoria non
inoltre in grado di giustificare la presunta "formazione casuale" degli
amminoacidi, di cui discuteremo oltre.)
Il fatto che la struttura funzionale delle proteine non possa
assolutamente essersi presentata per caso pu facilmente essere osservato
per mezzo del semplice calcolo delle probabilit, comprensibile a tutti.
Una proteina di media dimensione composta di 288 amminoacidi,

112

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

dei quali esistono dodici tipi differenti. Questi possono essere disposti in
10300 modi diversi. (Questo numero astronomicamente grande consiste di
un 1 seguito da 300 zeri.) Di tutte queste possibili sequenze, soltanto una
forma la desiderata molecola proteica. Il resto di esse sono catene di
amminoacidi che possono risultare o del tutto inutili o potenzialmente
dannose per gli esseri viventi.
In altre parole, la probabilit della formazione di una sola molecola
proteica pari a "1 su 10300". La probabilit che questo "1" accada
praticamente impossibile. (In matematica, le probabilit inferiori a 1 su
1050 sono considerate "probabilit zero").
Per di pi una molecola proteica di 288 amminoacidi piuttosto
modesta se paragonata ad alcune molecole proteiche giganti composte di
migliaia di amminoacidi. Qualora si applichi il calcolo delle probabilit a
queste proteine giganti, la parola "impossibile" diventa inadeguata.
Avanzando di un passo nella direzione dello schema dello sviluppo
della vita, osserviamo che una sola proteina non significa nulla per se
stessa. Uno dei pi piccoli batteri mai scoperti, il Mycoplasma Hominis
H39, contiene 600 tipi di proteine. In questo caso dovremmo ripetere gli
stessi calcoli delle probabilit prima applicati ad una sola proteina per
ognuno di questi 600 tipi differenti. Il risultato rende assurdo anche il
concetto stesso di impossibilit.
Alcuni lettori che considerino la teoria dell'evoluzione una
spiegazione scientifica, potrebbero sospettare che questi numeri siano
esagerati e che non riflettano i fatti: questi sono dati definiti e concreti.
Nessun evoluzionista potrebbe muovere alcuna obiezione a questi
numeri, i quali confermano la probabilit che la formazione accidentale di
una singola proteina "sia pari alla possibilit che una scimmia scriva la
storia dell'umanit su una macchina da scrivere senza commettere alcun
errore".93 Nondimeno, piuttosto di accettare l'altra spiegazione, che la
creazione, essi continuano a difendere quanto manifestamente
impossibile.
Molti evoluzionisti lo hanno confessato. Ad esempio, Harold F.
Blum, un noto scienziato evoluzionista, il quale afferma che "la

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

113

Le proteine sono gli


elementi pi vitali per gli
esseri viventi. Esse non
soltanto si combinano per
costituire le cellule viventi,
ma hanno anche una parte
di primo piano nella
chimica del corpo. La loro
azione si estende dalla
sintesi proteica alla
comunicazione ormonale.

formazione spontanea di un polipeptide delle dimensioni della pi


piccola proteina nota al di l di ogni probabilit."94
Gli evoluzionisti affermano che l'evoluzione molecolare sia avvenuta
nel corso di un periodo molto lungo di tempo che ha reso possibile
l'impossibile. Nondimeno, indifferentemente dalla durata, gli
amminoacidi non possono formare delle proteine in modo accidentale.
William Stokes, un geologo americano, nel suo libro Essential of Earth
History scrive che tale possibilit cos remota "che essa (la proteina) non
sarebbe potuta apparire neppure nel corso di miliardi di anni su
miliardi di pianeti, ognuno dei quali ricoperto da un manto di
soluzione di acqua concentrata dei necessari amminoacidi."95
Cosa significa tutto questo? Perry Reeves, professore di chimica,
risponde a questa domanda:
Quando si esamina il vasto numero di strutture possibili che potrebbero
risultare da una semplice combinazione casuale di amminoacidi in un
primordiale stagno in evaporazione, stupefacente credere che la vita possa
avere avuto origine in questo modo. pi plausibile che un Gran
Costruttore con un progetto maestro sia necessario a una tale impresa.96

114

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Se la formazione accidentale di anche una sola di queste proteine


impossibile, miliardi di volte ancora pi impossibile che circa un
milione di queste proteine si riuniscano in modo corretto casualmente e
costituiscano una cellula umana. Ci che pi importante, una cellula
non mai composta di un mero ammasso di proteine. Oltre a queste, una
cellula include anche gli acidi nucleici, i carboidrati, i lipidi, le vitamine e
molte altre sostanze chimiche quali gli elettroliti, ordinate in proporzioni
specifiche, in armonia e ordine, sia in termini di struttura che di funzione.
Ognuna di queste funge da blocco abitativo o co-molecola in vari
organuli. Robert Shapiro, professore di chimica preso l'Universit di New
York e esperto di DNA, ha calcolato la probabilit di formazione
accidentale dei 2000 tipi di proteine trovati in un singolo batterio (Vi sono
20000 differenti tipi di proteine in una cellula umana). Il numero che si
ottenne fu 1 su 1040000.97 (Questo un numero incredibile, che si ottiene
aggiungendo 40000 zeri all'1.)
Un professore di matematica applicata e astronomia presso la
University College (Cardiff, Galles), Chandra Wickramasinghe,
commenta:
La probabilit di una formazione spontanea della vita dalla materia
inanimata pari a 1 seguito da 40000 zeri... abbastanza grande da
seppellire Darwin e l'intera teoria dell'evoluzione. Non vi stato alcun
brodo ancestrale, n su questo pianeta n su qualsiasi altro, e se gli inizi della
vita non furono accidentali, allora devono essere stati prodotti da
un'intelligenza risoluta.98

Sir Fred Hoyle scrive a proposito di questi numeri non plausibili:


In verit, tale teoria (che la vita sia stata creata da un'intelligenza) cos ovvia
che ci si stupisce che non sia ampiamente accettata come evidente. Le ragioni
sono psicologiche piuttosto che scientifiche.99

La ragione per cui Hoyle ha usato il termine "psicologico" l'autocondizionamento degli evoluzionisti a non accettare il fatto che la vita
possa essere stata creata. Queste persone hanno deciso di rifiutare
l'esistenza di Allah come loro obiettivo principale. Soltanto per questo

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

115

motivo, perseverano a difendere gli irragionevoli scenari che essi stessi


riconoscono come impossibili.

Proteine sinistrorse
Esaminiamo ora in dettaglio la ragione per cui lo scenario
evoluzionista relativo alla formazione di proteine impossibile.
La corretta sequenza di amminoacidi non del tutto sufficiente alla
formazione di una molecola proteica. Oltre a questo, ognuno dei venti tipi
differenti di amminoacidi presenti nella composizione di proteine deve
essere levogiro. Esistono due tipi differenti di amminoacidi detti
"levogiri" e "destrogiri". Ci che li differenzia la simmetria speculare tra
le loro strutture tridimensionali, che simile alla mano sinistra e alla
mano destra di una persona.
Questi due tipi di amminoacidi possono essere facilmente collegati
tra loro. La ricerca ha rivelato un fatto sorprendente: tutte le proteine nelle
piante e negli animali, dall'organismo pi semplice a quello pi
complesso, sono costituite da amminoacidi levogiri. Se anche un solo
amminoacido destrogiro si fissasse alla struttura di una proteina, essa
diverrebbe inutilizzabile. In alcuni esperimenti, i batteri ai quali furono
dati amminoacidi destrogiri immediatamente li distrussero e in alcuni
casi formarono degli amminoacidi levogiri dai componenti spezzati in
modo da potersene servire.
Supponiamo, per un istante, che la vita pervenga all'esistenza
casualmente, come sostengono gli evoluzionisti. In questo caso, gli
amminoacidi destrogiri e levogiri che fossero in tal modo generati,
dovrebbero essere presenti schematicamente in parti uguali in natura.
Tutti gli esseri viventi, quindi, dovrebbero essere costituiti da aminoacidi
destrogiri e levogiri, in quanto chimicamente possibile che entrambi i
tipi si combinino reciprocamente. In realt, le proteine esistenti in ogni
organismo vivente sono costituite soltanto da amminoacidi levogiri.
Come le proteine possano scegliere soltanto i levogiri tra tutti gli
amminoacidi, mentre neppure un destrogiro possa essere compreso nel

116

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

processo vitale, una questione ancora irrisolta da parte degli


evoluzionisti, i quali non possono spiegare una selezione talmente
specifica e conscia.
Questa caratteristica delle proteine intensifica, inoltre, la confusione
dell'impasse "coincidentale" degli evoluzionisti. Affinch una proteina
"significativa" venga generata, non sufficiente che gli amminoacidi siano
in un numero determinato, in una sequenza perfetta e combinati insieme
secondo la corretta forma tridimensionale, devono anche essere
selezionati soltanto tra i levogiri e neppure un destrogiro pu essere
presente. Non esiste, tuttavia, alcun meccanismo di selezione naturale che
comprenda che un amminoacido destrogiro stato aggiunto alla catena e
che debba quindi essere rimosso in quanto erroneo. Questa situazione
inficia ancora una volta la possibilit della coincidenza e del caso.
Nella

Britannica

Science

Encyclopaedia,

strenua

paladina

dell'evoluzionismo, si dice che gli amminoacidi di tutti gli organismi


viventi sulla terra e i blocchi di polimeri complessi quali le proteine hanno
la stessa asimmetria sinistra. Viene aggiunto, inoltre, che questo
equivalente a lanciare una moneta mille volte e a ottenere sempre "testa".
Si ammette inoltre che non possibile comprendere perch le molecole
divengano sinistrorse o destrorse e che tale alternativa fascinosamente
correlata all'origine della vita sulla terra.100
Se si ottiene sempre testa gettando una moneta un milione di volte,
pi logico attribuirlo al caso o accettare che vi sia un intervento
consapevole? La risposta dovrebbe essere ovvia. Nondimeno, a dispetto
della sua apparente evidenza, gli evoluzionisti si rifugiano nella
coincidenza semplicemente perch non vogliono accettare l'esistenza di
un "intervento consapevole".
Una situazione simile si presenta con i nucleotidi, le pi piccole unit
del DNA e del RNA. Al contrario degli amminoacidi negli organismi
viventi, sono scelte solo le forme destrorse di nucleotidi. Anche questa
situazione non potr mai essere spiegata per mezzo della coincidenza.
Per concludere, definitivamente provato dalle probabilt che
abbiamo esaminato in precedenza che il caso non pu spiegare l'origine

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

117

della vita. Se tentiamo di calcolare la probabilit di una media proteina


composta di 400 amminoacidi, selezionati soltanto tra i levogiri,
otteniamo la probabilit di 1 su 2400, che corrisponde a 10120. Solo per fare
un confronto, utile ricordare che il numero di elettroni nell'universo
stimato pari a 1079, che assai inferiore a questo numero. La probabilit
degli amminoacidi che formano la sequenza richiesta e la forma
funzionale determinerebbe numeri molto superiori. Se congiungiamo
queste probabilit e ampliamo il soggetto alla formazione di un pi
elevato numero e tipo di proteine, il calcolo diventa inconcepibile.

Un legame corretto vitale


Anche la lunga lista precedente non pone fine alle mancanze degli
evoluzionisti. Non sufficiente che gli amminoacidi siano ordinati in
numero corretto, in sequenza e secondo la richiesta struttura
tridimensionale. La formazione di una proteina esige anche che le
molecole di amminoacidi con pi di un braccio siano reciprocamente
legate solo attraverso certi bracci. Tale vincolo detto "legame peptidico".
Gli amminoacidi possono creare dei legami reciproci in modo diverso, ma
le proteine sono costituite solo da quegli amminoacidi che sono uniti per
mezzo di legami "peptidici".
Un paragone permetter di chiarire questo punto: si supponga che
un'automobile sia completa di tutte le sue parti correttamente assemblate,
ad eccezione di una ruota, fissata non con con i dadi e i bulloni
appropriati, ma con un pezzo di filo metallico, in modo tale che il suo
mozzo sia rivolto verso terra. Sarebbe impossibile per tale automobile
avanzare anche solo di un metro, nonostante la complessit della sua
tecnologia e la potenza del suo motore. A prima vista tutto sembrerebbe a
posto, ma l'errata installazione di anche una sola ruota renderebbe l'intera
auto inutilizzabile. Allo stesso modo, in una molecola proteica, l'unione di
anche un solo amminoacido ad un altro con un legame diverso da quello
peptidico renderebbe l'intera molecola inservibile.
Le ricerche hanno mostrato che gli amminoacidi combinati

118

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

casualmente presentano legami peptidici solo nella misura del 50%,


mentre il restante costituito da legami differenti che non sono presenti
nelle proteine. Per funzionare correttamente, ogni amminoacido
costituente una proteina deve essere congiunto solo per mezzo di un
legame peptidico, cos come deve essere scelto soltanto tra i levogiri.
Tale probabilit la stessa di ogni proteina di essere sinistra. Ovvero,
quando si considera una proteina formata da 400 amminoacidi, la
probabilit che questi si combinino tra loro solo con legami peptidici
pari a 1 su 2399.

Probabilit zero
Come si visto, la probabilit che una molecola proteica costituita di
500 amminoacidi si formi pari a "1" su un numero formato da 950 zeri,
incomprensibile alla mente umana. Questa solo una probabilit sulla
carta. In pratica, questa ha "0" possibilit di realizzazione. In matematica,
una probabilit inferiore a 1 su 1050 statisticamente considerata pari a "0"
possibilit di realizzazione.
Una probabilit di "1 su 10 950 " ben oltre i limiti di questa
definizione.
Mentre la improbabilit della formazione di una molecola proteica di
500 amminoacidi raggiunge un tale grado, possiamo procedere oltre
spingendo i limiti della mente a livelli pi elevati di improbabilit. Nella
molecola dell'emoglobina, che una proteina vitale, vi sono 547
amminoacidi, un numero superiore a quello citato in precedenza. Si pensi
ora che in un solo tra i miliardi di globuli rossi del sangue, vi sono
"280.000.000" di molecole di emoglobina.
La presunta et della terra non sufficiente a permettere la
formazione di neppure una singola proteina mediante il metodo di "prova
ed errore", per non considerare un globulo rosso. Anche se si supponesse
che gli amminoacidi si fossero combinati e decomposti per mezzo di tale
metodo, senza alcuna perdita di tempo fin dalla formazione del mondo al
fine di costituire una singola molecola proteica, il periodo di tempo

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

119

richiesto sarebbe ancora pi esteso della presente et del mondo per


raggiungere la probabilit di 1 su 10950.
Ne deriva che l'evoluzione cade in un terribile abisso di
improbabilit gi dal momento della formazione di una singola proteina.

Esiste in natura un meccanismo di prova ed errore?


Concludiamo, infine, con un punto molto importante in relazione
alla logica di base del calcolo delle probabilit, del quale abbiamo dato
alcuni esempi. Abbiamo visto in precedenza come il calcolo delle
probabilit raggiunge limiti astronomici e che tali possibilit sono
praticamente irrealizzabili. Vi , tuttavia, un aspetto molto pi importante
e caotico per gli evoluzionisti: in condizioni naturali, tali probabilit non
possono neppure dare inizio ad alcun periodo di prova, in quanto in
natura non esiste alcun meccanismo di prova ed errore che tenti di
produrre proteine.
I calcoli che abbiamo sopra indicato per mostrare la probabilit della
formazione di una molecola proteica con 500 amminoacidi sono validi
solo per un'ideale condizione di "prova ed errore", che non esiste nella
vita reale. Ovvero, la probabilit di ottenere una proteina utile pari a "1"
su 10950 soltanto se si suppone che esista un meccanismo immaginario nel
quale una mano invisibile congiunga 500 amminoacidi a caso, quindi,
dopo averne constatato l'erroneit, li separi uno ad uno e li disponga in
un ordine diverso per la seconda volta, e cos di seguito. Nel corso di ogni
tentativo, gli amminoacidi dovrebbero essere disuniti singolarmente e
sistemati secondo un nuovo ordine; la sintesi dovrebbe fermarsi dopo
l'aggiunta del cinquecentesimo amminoacido e l'assicurazione che non ve
ne sia neppure un altro coinvolto. La prova dovrebbe, quindi,
interrompersi per verificare se la proteina si fosse costituita, in caso di
insuccesso, tutto dovrebbe essere dissolto e provato per una nuova
sequenza. Oltre a questo, nel corso di ogni prova, neppure un singolo
materiale estraneo dovrebbe essere coinvolto. Sarebbe inoltre essenziale
che la catena formatasi durante la prova non venisse spezzata e distrutta

LA PROBABILIT CHE UNA PROTEINA SI


FORMI PER CASO PARI A ZERO
Vi sono tre condizioni fondamentali alla formazione di una proteina utile:
Prima condizione: che tutti gli amminoacidi nella catena proteica siano del tipo giusto e nella
sequenza corretta.
Seconda condizione: che tutti gli amminoacidi nella catena siano levogiri.
Terza condizione: che tutti questi amminoacidi siano uniti tra loro per formare un legame chimico
detto "peptidico".
Affinch una proteina si possa formare casualmente, tutte le tre condizioni devono essere
simultaneamente presenti. La probabilit della formazione casuale di una proteina pari alla
moltiplicazione delle probabilit di realizzazione di ciascuna di queste condizioni.
Per esempio, nel caso di una molecola media comprendente 500 amminoacidi:
1. La probabilit che gli amminoacidi siano nella sequenza corretta:
Esistono 20 tipi di amminoacidi utilizzati nella composizione di proteine. Tenuto conto di questo:
-la probabilit che ogni amminoacido venga scelto correttamente tra questi 20 tipi

=1/20

-la probabilit che tutti questi 500 amminoacidi siano scelti correttamente = 1/20500500=1/10650650
= 1 possibilit su 10650650
2. La probabilit che gli amminoacidi siano levogiri:
- La probabilit che un solo amminoacido sia levogiro
- La probabilit che tutt questi 500 amminoacidi siano levogiri
contemporaneamente

= 1/2

= 1/20500500=1/101506150
= 1 possibilit su 10150150

3. La probabilit che gli amminoacidi si combinino con un "legame peptidico".


Gli amminoacidi possono combinarsi tra loro per mezzo di differenti legami chimici. Perch si
formi una proteina utile, tutti gli amminoacidi nella catena devono combinarsi con uno speciale
legame chimico detto "peptidico". Si calcolato che la probabilit che gli amminoacidi si
combinino tra loro con un legame chimico diverso da quello peptidico pari al 50%. Tenuto conto
di questo:
-La probabilit che due amminoacidi si combinino con un
"legame peptidico"
-La probabilit che 500 amminoacidi si combinino con legami peptidici

TOTALE PROBABILIT

= 1/2
= 1/2499499 = 1/10150150
= 1 possibilit su 10150150

= 1/10650650 x 1/10150150 x 1/10150150 = 1/10950950


= 1 possibilit su 10950950

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

121

prima di aver raggiunto il quattrocentonovantanovesimo vincolo. Tali


condizioni significano che le probabilit, di cui sopra abbiamo fatto
menzione, possono aver luogo soltanto in un ambiente controllato, ove un
meccanismo consapevole diriga, sin dal principio, ogni fase del processo,
in cui solo la "selezione degli amminoacidi" sia lasciata al caso. , senza
dubbio, impossibile che che un simile ambiente esista in condizioni
naturali. La formazione di una proteina nell'ambiente naturale , quindi,
logicamente e tecnologicamente impossibile, nonostante l'aspetto di
"possibilit". In realt, parlare della probabilit di un tale evento del
tutto privo di scientificit.
Alcuni evoluzionisti poco istruiti non colgono questo. Poich
credono che la formazione di una proteina sia una semplice reazione
chimica, ne traggono ridicole deduzioni del tipo che "gli amminoacidi si
combinano per reazione e quindi formano proteine". Nondimeno, le
reazioni chimiche accidentali che si verificano in una struttura inorganica
possono solo apportare cambiamenti semplici e primitivi, il cui numero
certo e limitato. Un materiale chimico alquanto pi complesso richiede
enormi stabilimenti chimici e laboratori. La medicine e molti altri
materiali chimici che utilizziamo nella nostra vita quotidiana sono dello
stesso tipo. Le proteine hanno strutture molto pi complesse di quelle
chimiche prodotte dall'industria. impossibile, di conseguenza, che le
proteine, ognuna delle quali un capolavoro di design e ingegneria,
abbiano avuto origine da reazioni chimiche casuali.
Mettiamo da parte per un minuto tutte le impossibilit che abbiamo
descritto finora e supponiamo che una molecola proteica utile si sia
evoluta spontaneamente "per coincidenza". Anche a questo punto
l'evoluzione non ha risposte, in quanto, affinch questa proteina possa
sostenere la sua presenza, richiederebbe di essere isolata dalla
collocazione naturale in cui si trova e avrebbe necessit di essere protetta
in condizioni molto speciali. In caso contrario, questa proteina verrebbe
disintegrata dall'esposizione alle condizioni naturali della terra oppure si
congiungerebbe ad altri acidi, amminoacidi o composti chimici, perdendo
le sue propriet e trasformandosi, di conseguenza, in una sostanza del
tutto diversa e inutile.

La probabilit che una molecola proteica media costituita da 500


amminoacidi sia ordinata secondo la corretta quantit e sequenza oltre
alla probabilit che tutti gli amminoacidi contenuti siano solo levogiri e
combinati soltanto con legami peptidici 1 su 10950. possibile scrivere
questo numero aggiungendo 950 zeri dopo l'1:

10950 =
100,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,
000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000,000

La confusione degli evoluzionisti riguardo


all'origine della vita
La questione su "come gli esseri viventi siano apparsi per la prima
volta" rappresenta una tale impasse per gli evoluzionisti, che essi di solito
non tentano neppure di avvicinarsi a questo argomento. Cercano di
evitare la domanda affermando che "le prime creature pervennero
all'esistenza in seguito ad alcuni eventi accidentali nell'acqua". Sono,
tuttavia, ad un punto morto che non possono in alcun modo oltrepassare.
A dispetto delle ragioni evoluzioniste dei paleontologi, in questo caso non
dispongono di alcun fossile che gli permetta di distorcere e fraintendere
la realt come vorrebbero al fine di patrocinare le loro asserzioni. La teoria
dell'evoluzione risulta, quindi, definitivamente confutata fin dal
principio.
Vi un punto importante da prendere in considerazione: se
dimostrato che ogni passo del processo evolutivo impossibile, ci

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

123

sufficiente a provare che l'intera teoria del tutto falsa e non valida. Ad
esempio, provando che la formazione accidentale di proteine
impossibile, vengono di conseguenza confutate anche tutte le altre
motivazioni riguardo ai passi successivi dell'evoluzione. Dopo questa
fase, perdono ogni senso le speculazioni sui crani di alcuni uomini e
scimmie.
Come gli organismi viventi fossero pervenuti all'esistenza da
sostanze inorganiche fu una questione che gli evoluzionisti non vollero
per lungo tempo neppure menzionare. Nondimeno, divenne un problema
inevitabile che si tent di risolvere con una serie di studi nel secondo
quarto del XX secolo.
La domanda principale era: "Come avrebbero potuto le prime cellule
viventi apparire nella primordiale atmosfera della terra?" In altre parole,
che tipo di spiegazione avrebbero potuto apportare a questo problema gli
evoluzionisti?
Le risposte vennero cercate per mezzo di esperimenti. Gli scienziati
e i ricercatori evoluzionisti condussero una serie di esperimenti di
laboratorio volti a trovare la soluzione a questa domanda, senza, tuttavia,
risvegliare un grande interesse.
Lo studio pi prestigioso sull'origine della vita il cosiddetto
Esperimento Miller, condotto dal ricercatore americano Stanley Miller
nel 1953. (L'esperimento anche noto come "Esperimento Urey-Miller",
per il contributo dell'insegnante di Miller presso l'Universit di Chicago,
Harold Urey.)
Questo esperimento rappresenta la sola prova avanzata a
dimostrazione della "tesi dell'evoluzione molecolare", addotta per
definire il primo periodo dell'evoluzione. Nonostante sia trascorso quasi
mezzo secolo e siano stati realizzati enormi progressi tecnologici, non si
fatto alcun passo avanti. L'esperimento di Miller tuttora oggetto di
studio nei testi didattici per spiegare l'originaria generazione di esseri
viventi. Consapevoli del fatto che tali studi non offrono alcun supporto,
ma che anzi confutano la loro tesi, gli evoluzionisti hanno
deliberatamente evitato di intraprendere simili esperimenti.

124

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

L'esperimento di Miller
L'intento di Miller era di presentare una scoperta sperimentale che
mostrasse come gli amminoacidi fossero pervenuti all'esistenza "per
casualit" miliardi di anni fa sulla terra priva di vita.
Nel corso del suo esperimento, Miller utilizz una mistura di gas,
composta di ammoniaca, metano, idrogeno e vapore acqueo, che egli
presuppose fosse esistita sulla terra primordiale (ma che in seguito si
dimostr irrealistica). Dal momento che questi gas non reagivano tra loro
in condizioni naturali, egli applic degli stimoli energetici al milieu per
provocare la reazione. Supponendo che tale energia fosse derivata da
lampi di luce nell'atmosfera primordiale, egli si serv di una fonte
artificiale di scarica elettrica per riprodurla.
Miller fece bollire a 100C questa mistura di gas per una settimana e
vi introdusse una corrente elettrica. Alla fine della settimana, Miller
analizz le sostanze chimiche formatesi nel fondo della vaschetta e
osserv che tre dei 20 amminoacidi, che costituiscono gli elementi basici
delle proteine, si erano sintetizzati.
Questo esperimento indusse una grande eccitazione tra gli
evoluzionisti e venne promosso come un notevole successo. In uno stato
di abbagliante euforia varie riviste pubblicarono titoli del tipo "Miller crea
la vita". Tuttavia, le molecole che Miller aveva sintetizzato erano solo
molecole "inorganiche".
Incoraggiati da questo esperimento, gli evoluzionisti crearono
immediatamente nuovi scenari. Furono precipitosamente ipotizzati stadi
successivi agli amminoacidi. Questi, per supposizione, si sarebbero pi
tardi riuniti casualmente in sequenze appropriate per formare proteine.
Tali proteine createsi accidentalmente si sarebbero, in seguito, poste
autonomamente in strutture simili a membrane cellulari, le quali, "in
qualche modo", sarebbero pervenute all'esistenza e avrebbero costituito
una cellula primitiva. L'esperimento di Miller, tuttavia, non fu nient'altro
che una finzione, la cui falsit stata provata in molti modi.

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

125

L'esperimento di Miller non fu nient'altro che una finzione


L'esperimento di Miller fu un tentativo di provare che gli
amminoacidi avrebbero potuto formarsi autonomamente nelle
primordiali condizioni della terra. Permangono, tuttavia, numerose
incongruenze:
1. Servendosi di un meccanismo detto "trappola fredda", Miller
isol gli amminoacidi dall'ambiente non appena essi si erano formati.
Se non avesse fatto questo, le condizioni dell'ambiente in cui gli
amminoacidi si erano formati avrebbero immediatamente distrutto
queste molecole. Senza dubbio, questo tipo di meccanismo di isolamento
consapevole non esisteva durante le primordiali condizioni terrestri.
Senza un tale meccanismo, anche se si fosse ottenuto un solo
amminoacido, sarebbe stato immediatamente distrutto. Il chimico
Richard Bliss ha espresso questa contraddizione nel modo seguente: "In
realt, senza questa trappola fredda, i prodotti chimici sarebbero stati
distrutti dalla sorgente elettrica."101
Sicuramente Miller, nei suoi esperimenti precedenti, non pot
costituire alcun amminoacido, pur usando gli stessi materiali ma senza la
trappola fredda.
2. Il primordiale ambiente atmosferico che Miller tent di simulare
nel suo esperimento non era realistico. Nel 1980, gli scienziati furono
concordi nell'affermare che l'azoto e il biossido di carbonio, in realt,
erano presenti in questo ambiente artificiale in luogo del metano e
dell'ammoniaca. Dopo un lungo periodo di silenzio, lo stesso Miller
confess che l'ambiente atmosferico da lui ricostruito non era realistico.102
Perch, allora, Miller ha insistito su questi gas? La risposta
semplice: senza l'ammoniaca, sarebbe stato impossibile sintetizzare un
amminoacido. A questo proposito, in un articolo apparso sulla rivista
Discover, Kevin Mc Kean ha scritto
Miller e Urey imitarono l'antica atmosfera della terra con una mistura di
metano e ammoniaca. Secondo la loro opinione, la terra sarebbe stata una
mistura omogenea di metallo, roccia e ghiaccio. Gli studi pi recenti, tuttavia,

LE ULTIME FONTI EVOLUZIONISTE


DISCUTONO L'ESPERIMENTO DI MILLER
ggi l'esperimento di
Miller non tenuto in
alcuna considerazione
neppure dagli stessi scienziati
evoluzionisti. Nel numero del
febbraio 1998, la rivista
scientifica evoluzionista Earth
ha pubblicato un articolo
intitolato "Life's Crucible" (Il
crogiolo della vita), in cui erano espresse
le seguenti considerazioni:

I geologi credono ora che


l'atmosfera primordiale consista
soprattutto di biossido di carbonio e
di azoto, gas meno reattivi di quelli
utilizzati nell'esperimento del 1953.
Anche se l'atmosfera di Miller fosse
esistita, come sarebbe stato
possibile che molecole semplici
come gli amminoacidi subissero le
trasformazioni chimiche necessarie
a convertirle in composti assai pi
complicati, o polimeri, come le
proteine? Miller stesso a questo
punto si arreso. " un problema,"
ha sospirato con dolore "Com'
possibile ottenere polimeri? Non
facile." 1
Come si visto, anche Miller ha oggi
ammesso che il suo esperimento non ha
apportato alcun elemento utile alla
risoluzione del problema sull'origine della
vita. Il fatto che i nostri scienziati
evoluzionisti accettino indiscriminatamente questo esperimento rivela
soltanto la miseria della teoria da essi
sostenuta e la loro disperazione.
Nell'edizione del marzo 1998 di National
Geographic apparso un articolo, dal
titolo "The Emergence of Life on Earth"
(L'apparizione della vita sulla terra), che
tratta di questo argomento:
Molti scienziati sospettano ora che
l'atmosfera primordiale fosse
differente da quanto supposto
dapprincipio da Miller. Si pensa che

consistesse di biossido di carbonio


e azoto piuttosto che di idrogeno,
metano e ammoniaca. Questa una
brutta notizia per i chimici. Quando
tentano di stimolare il biossido di
carbonio e l'azoto, essi ottengono
una misera quantit di molecole
organiche equivalente alla
dissoluzione di una goccia di
colorante nell'acqua di una piscina.
Gli scienziati trovano difficile
immaginare che la vita sia emersa
da una tale zuppa diluita. 2

In breve, n l'esperimento di Miller, n


alcun altro tentativo evoluzionista
possono rispondere alla domanda
sull'apparizione della vita sulla terra. Tutte
le ricerche condotte negano la possibilit
che la vita sia emersa per caso,
confermando cos la realt della
creazione.

1. Earth, "Life's Crucible", febbraio 1998, p.


34.
2. National Geographic, "The Rise of Life
on Earth", marzo 1998, p. 68.

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

127

hanno rivelato che la terra era molto calda a quei tempi e che era composta di
nichelio e ferro fuso. Di conseguenza, l'atmosfera chimica di quel periodo
dovrebbe essere stata composta soprattutto di azoto (N2), biossido di carbonio
(CO2) e vapore acqueo (H2O). Nondimeno, questi elementi non sono cos adatti
alla produzione di molecole organiche come il metano e l'ammoniaca.103

Gli scienziati americani J. P. Ferris e C. T. Chen ripeterono


l'esperimento di Stanley Miller in un ambiente atmosferico che conteneva
biossido di carbonio, idrogeno, azoto e vapore acqueo, e non riuscirono
ad ottenere neppure un singolo amminoacido.104
3. Un altro aspetto importante volto ad infirmare l'esperimento di
Miller che vi era abbastanza ossigeno da distruggere tutti gli
amminoacidi presenti nell'atmosfera nel periodo in cui si suppone si
siano formati. Questo fatto, non rilevato da Miller, rivelato dalle tracce
di ossido di ferro e uranio scoperte in rocce che si stima risalgano a 3,5
milioni di anni fa.105
Altre scoperte mostrano che la quantit di ossigeno a quello stadio
era molto pi elevato di quanto originariamente sostenuto dagli
evoluzionisti. Gli studi rivelano che in quel periodo il livello di radiazioni
ultraviolette a cui la terra era esposta era diecimila volte superiore alle
stime degli evoluzionisti. Queste intense radiazioni ultraviolette
avrebbero inevitabilmente liberato l'ossigeno decomponendo il vapore
acqueo e il biossido di carbonio nell'atmosfera.
Questa situazione invalida radicalmente l'esperimento di Miller, nel
quale l'ossigeno era del tutto negletto. Se l'ossigeno fosse stato utilizzato
nell'esperimento, il metano si sarebbe decomposto in biossido di carbonio
e acqua, mentre l'ammoniaca in azoto e acqua. D'altra parte, in un
ambiente dove l'ossigeno non esisteva non vi sarebbe stato neppure uno
strato di ozono, quindi gli amminoacidi sarebbero stati immediatamente
distrutti non appena esposti a raggi ultravioletti molto intensi senza la
protezione di uno strato di ozono. In altre parole, con o senza l'ossigeno
nel mondo primordiale, il risultato sarebbe stato un ambiente distruttivo
per gli amminoacidi.
4. Al termine dell'esperimento di Miller, si formarono molti acidi
organici con caratteristiche nocive alle strutture e alle funzioni degli esseri

128

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

viventi. Se gli amminoacidi non fossero stati isolati e fossero stati lasciati
nello stesso ambiente con queste sostanze, la loro distruzione o
trasformazione in composti differenti, attraverso reazioni chimiche,
sarebbe stata inevitabile.
Per di pi, alla fine dell'esperimento si formarono innumerevoli
amminoacidi destrogiri. La loro esistenza confut la teoria fin nel suo
intimo ragionamento, in quanto gli amminoacidi destrogiri erano parte di
quelli che non si adattavano alla funzione nella composizione degli
organismi viventi. Per concludere, le circostanze in cui si formarono gli
amminoacidi nell'esperimento di Miller non erano adatte alla vita. In
realt, questo mezzo prese la forma di una mistura acida che distruggeva
e ossidava le molecole utili ottenute.
Un'unica realt concreta si ricava da tutti questi fatti: l'esperimento
di Miller non pu pretendere di provare la casuale formazione di esseri
viventi nelle primordiali condizioni terrestri. L'intero esperimento non
altro che una prova di laboratorio sottoposta a controlli per sintetizzare
amminoacidi. Il volume e il tipo di gas utilizzati furono determinati al fine
di originare amminoacidi. La quantit di energia rifornita al sistema non
era n in eccesso n in difetto, bens quella stabilita con precisione allo
scopo di permettere le necessarie reazioni. L'impianto adibito
all'esperimento fu accuratamente isolato in modo tale da evitare la
penetrazione di qualsiasi tipo di elemento dannoso, distruttivo o di
impedimento alla formazione di quegli amminoacidi che erano
probabilmente presenti nelle primordiali condizioni terrestri. Nessun
elemento, minerale o composto, tra quelli presenti effettivamente ai
primordi che avrebbe potuto cambiare il corso delle reazioni, fu incluso
nell'esperimento. L'ossigeno, che avrebbe potuto prevenire la formazione
di amminoacidi per ossidazione, soltanto uno tra questi elementi
distruttivi. Anche in ideali condizioni di laboratorio, stato impossibile
mantenere in vita gli amminoacidi prodotti evitando la loro distruzione
senza valersi del meccanismo della "trappola fredda".
Con questo esperimento, in realt, gli evoluzionisti stessi hanno
confutato l'evoluzione, in quanto, se l'esperimento ha provato qualcosa,

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

129

che gli amminoacidi possono essere prodotti soltanto in un ambiente di


laboratorio controllato, dove tutte le condizioni sono specificamente
progettate da un intervento consapevole. Ovvero, il potere che determina
la vita non pu essere il caso inconsapevole, ma piuttosto una creazione
conscia.
La ragione per cui gli evoluzionisti non accettano questa realt
palese la loro cieca adesione a pregiudizi che non hanno alcun carattere
di scientificit. degno di nota il fatto che Harold Hurey, l'organizzatore
insieme al suo allievo Stanley Miller dell'esperimento in esame, abbia a
tale proposito confessato:
Tutti noi che abbiamo studiato le origini della vita riteniamo che pi ci si
addentri in essa, pi si senta che troppo complessa per essersi in qualche
modo evoluta. Noi tutti crediamo, come se fosse un articolo di fede, che la vita
su questo pianeta si sia evoluta dalla materia morta. La sua complessit
tuttavia cos grande, che diventa difficile immaginarselo.107

L'atmosfera primordiale della terra e le proteine


Nonostante tutte le incongruenze che abbiamo citato in precedenza,
gli evoluzionisti continuano a riferirsi all'esperimento di Miller per
evitare la questione dell'autonoma formazione di amminoacidi nelle
primordiali condizioni terrestri. Tuttora, essi continuano a ingannare la
gente pretendendo che il problema sia stato risolto da questo esperimento
fallace.
Nondimeno, per spiegare la seconda fase dell'origine della vita, gli
evoluzionisti dovettero affrontare un problema incomparabilmente pi
grande di quello della formazione degli amminoacidi: le "proteine",
ovvero, i blocchi da costruzione della vita, composte da centinaia di
differenti amminoacidi uniti secondo un ordine preciso.
Affermare che le proteine siano state formate dal caso in condizioni
naturali molto pi irrealistico e irragionevole della medesima
affermazione a proposito degli amminoacidi. Nelle pagine precedenti
abbiamo studiato, valendoci del calcolo delle probabilit, l'impossibilit

130

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

matematica dell'unione accidentale di amminoacidi in sequenze precise al


fine di formare proteine. Ora esamineremo come sia impossibile che le
proteine siano state prodotte chimicamente nelle primordiali condizioni
terrestri.

La sintesi proteica non possibile in acqua


Quando si combinano per formare proteine, gli amminoacidi
costituiscono tra loro un legame speciale detto "peptidico", nel corso della
cui formazione viene liberata una molecola di acqua.
Ci confuta definitivamente la spiegazione evoluzionista che la vita
ai primordi abbia avuto origine dall'acqua, in quanto, secondo il
"principio di Le Chtelier", non possibile che una reazione che libera
acqua (reazione di condensazione) abbia luogo in un ambiente idrato. La
realizzazione di questo tipo di reazione in un ambiente idrato si dice che
"abbia la minima probabilit di accadere" tra tutte le reazioni chimiche.
Gli oceani, quindi, considerati i luoghi dove ebbero origine la vita e
gli amminoacidi, non sono lo sfondo appropriato alla formazione di
proteine. D'altra parte, sarebbe irrazionale per gli evoluzionisti cambiare
il loro pensiero e affermare che la vita ebbe origine sulla terra, perch il
solo ambiente dove gli amminoacidi avrebbero potuto essere protetti
dalle radiazioni ultraviolette costituito dagli oceani e dai mari. Il
principio di Le Chtelier smentisce l'idea della formazione della vita nei
mari. Ci costituisce un altro dilemma da risolvere per gli evoluzionisti.

Un altro sforzo disperato: l'esperimento di Fox


Sfidati dal suddetto dilemma, gli evoluzionisti iniziarono a inventare
scenari irrealistici sul "problema acqua" che confutavano integralmente le
loro teorie. Sydney Fox fu uno tra i pi noti di questi ricercatori. Egli
avanz la seguente teoria per risolvere tale problema: i primi
amminoacidi devono essere stati trascinati su alcune rupi nei pressi di un
vulcano nel periodo appena successivo alla loro formazione nell'oceano
primordiale. L'acqua contenuta nella mistura, che includeva gli

Nel suo esperimento Fox ha


prodotto una sostanza detta
"proteinoide". I proteinoidi erano
casuali combinazioni di
amminoacidi, che, a differenza delle
proteine degli esseri viventi, erano
inutili e non-funzionali. A sinistra:
proteinoidi visti attraverso un
microscopio elettronico.

amminoacidi presenti sulle rupi, deve essere evaporata quando la


temperatura ha superato il punto di ebollizione. In tal modo, gli
amminoacidi che erano stati "asciugati" avrebbero potuto combinarsi per
formare le proteine.
Tale "complicata" soluzione non ottenne, tuttavia, diffusa
approvazione, in quanto gli amminoacidi non avrebbero potuto
sopravvivere a temperature cos elevate, come stato provato da
successive ricerche.
Fox, in ogni caso, non si rassegn. Egli combin degli amminoacidi
purificati in laboratorio "in condizioni molto speciali" riscaldandoli in
ambiente asciutto. Gli amminoacidi si combinarono, ma non si ottenne
alcuna proteina. Ci che egli ottenne, in realt, furono semplici e
disordinati raccordi di amminoacidi arbitrariamente combinati tra loro,
ben lungi dal rassomigliare ad una proteina vivente. Inoltre, se Fox avesse
mantenuto gli amminoacidi ad una temperatura costante, allora questi
inutili raccordi sarebbero stati disintegrati.108
Un altro fattore che invalid ulteriormente l'esperimento fu l'utilizzo
da parte di Fox non degli inutili prodotti finali dell'esperimento di Miller,
ma di puri amminoacidi provenienti da organismi viventi. Nondimeno
questo esperimento, che intese proseguire quello di Miller, prese avvio
proprio dai risultati ottenuti da quest'ultimo. Eppure, n Fox, n alcun
altro ricercatore utilizzarono mai gli inutili amminoacidi prodotti da
Miller.109
L'esperimento di Fox non fu accolto positivamente neppure presso i
circoli evoluzionisti, poich fu chiaro che le insignificanti catene di
amminoacidi (proteinoidi) prodotte noon avrebbero potuto formarsi in
condizioni naturali. Per di pi, le proteine, i blocchi da costruzione della
vita, non avrebbero potuto essere prodotte. Il problema dell'origine delle
proteine rimaneva ancora aperto. In un articolo del 1970 apparso nella

LA MATERIA INANIMATA NON PU GENERARE LA VITA


umerosi esperimenti evoluzionisti, come quelli di Miller e di Fox, sono stati
concepiti al fine di provare che la materia inanimata in grado di autoorganizzarsi e di generare esseri viventi complessi. Tale convinzione
radicalmente anti-scientifica: ogni osservazione ed esperimento ha incontrovertibilmente provato che la materia non possiede tale capacit. Il noto astronomo e
matematico inglese sir Fred Hoyle nota che la materia non pu generare la vita da se
stessa senza una deliberata interferenza:

Se ci fosse un principio basilare della materia che in qualche modo


conducesse i sistemi organici alla vita, la sua esistenza sarebbe facilmente
dimostrabile in laboratorio. Uno potrebbe prendere, per esempio, una piscina
per rappresentare il brodo ancestrale. Riempirla ad arbitrio di prodotti chimici
di natura non biologica. Pomparvi qualsivoglia gas, sopra o all'interno, e
colpirla con ogni tipo di radiazione. Lasciare procedere l'esperimento per un
anno e vedere quanti dei 2000 enzimi (proteine prodotte dalle cellule viventi)
saranno apparsi nella piscina. Riveler io stesso il risultato, per evitare inutili
perdite di tempo, problemi e spese: non si trover nulla, se non forse una
fanghiglia catramosa composta di amminoacidi ed altre semplici sostanze
chimiche organiche.1
Il biologo evoluzionista Andrew Scott ammette lo stesso fatto:
Si prenda un po' di materia, la si scaldi mentre si mescola e si aspetti. Questa
la versione moderna della Genesi. Le "fondamentali" forze di gravit, l'elettromagnetismo e le intense e deboli forze nucleari si presume che abbiano
fatto il resto... Ma quanto di questo bel racconto fermamente stabilito e
quanto speranzosa speculazione? In realt, ogni maggior passo, dai precursori
chimici alle prime cellule riconoscibili, responsabile o di una controversia o
di un'assoluta perplessit.2

1. Fred Hoyle, The Intelligent Universe, New York, Holt, Rinehard & Winston, 1983, p. 256.
2. Andrew Scott, "Update on Genesis", New Scientist, vol. 106, 2 maggio 1985, p. 30.

rivista scientifica divulgativa Chemical Engineering News, l'esperimento di


Fox venne menzionato nei termini seguenti:
Sidney Fox e gli altri ricercatori tentarono di unire gli amminoacidi in forma di
proteinoidi, avvalendosi di tecniche di riscaldamento molto speciali in
condizioni che non corrispondevano a quelle delle fasi primordiali della terra.
Inoltre, i proteinoidi non assomigliano assolutamente alle proteine regolari
presenti negli esseri viventi. Non sono altro che macchie inutili e irregolari. Si
detto che seppure tali molecole si fossero formate nei primi tempi, sarebbero
state sicuramente distrutte.110

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

133

Senza dubbio, i proteinoidi ottenuti da Fox furono assolutamente


diversi dalle proteine reali sia per struttura che per funzione. La
differenza tra proteine e proteinoidi tanto grande quanto quella che
intercorre tra uno strumento ad alta tecnologia e un ammasso di materia
informe
No vi era, inoltre, neppure la possibilit che queste irregolari catene
di amminoacidi potessero sopravvivere nell'atmosfera primordiale.
Effetti chimici e fisici dannosi e distruttivi causati dalla violenta
esposizione ultravioletta e instabili condizioni naturali avrebbero
provocato la disintegrazione di questi proteinoidi. Secondo il principio di
Le Chtelier, sarebbe stato impossibile agli amminoacidi di combinarsi
nell'acqua dove i raggi ultravioletti non li avrebbero raggiunti. Per questa
ragione, l'idea che i proteinoidi costituissero le basi della vita perse infine
l'appoggio degli scienziati.

La molecola miracolosa: il DNA


Il nostro esame del livello molecolare ha finora mostrato che la
formazione di amminoacidi non stata in alcun modo chiarita dagli
evoluzionisti. Allo stesso modo, anche la formazione delle proteine resta
un mistero. Il problema, tuttavia, non si limita soltanto a tali processi. Ci
soltanto l'inizio. La perfetta struttura della cellula conduce, infatti, gli
evoluzionisti ad una empasse. La ragione che la cellula non un
semplice mucchio di proteine composte di amminoacidi; un
meccanismo vivente strutturato in centinaia di sistemi sviluppati ed
talmente complesso da rendere l'uomo incapace di comprenderne il
mistero. Complessit a parte, gli evoluzionisti non sono in grado di
spiegare neppure l'unit di base della cellula.
Mentre la teoria dell'evoluzione non ha saputo fornire una coerente
spiegazione dell'esistenza delle molecole che costituiscono le basi della
struttura cellulare, i progressi della genetica e la scoperta degli acidi
nucleici (DNA e RNA) hanno sollevato dei problemi del tutto nuovi per gli
evoluzionisti. Nel 1955, il lavoro di due scienziati, James Watson e Francis

Tutte le informazioni relative agli esseri


viventi sono contenute nel DNA. Il metodo
incredibilmente efficiente di magazzinaggio di
informazioni prova a sufficienza che la vita
non pervenuta all'essere per caso, ma
stata consapevolmente progettata o, per
meglio dire, meravigliosamente creata.

Crick, sul DNA, ha inaugurato una


nuova era per la biologia. Molti studiosi
diressero la loro attenzione alla scienza della
genetica. Oggi, dopo anni di ricerche, la
struttura del DNA stata in gran parte rivelata.
La molecola chiamata DNA, che si trova nel nucleo di ognuno dei
100 trilioni di cellule presenti nell'uomo, contiene il piano completo di
costruzione del corpo umano. Le informazioni riguardanti tutte le
caratteristiche di una persona, dall'aspetto fisico alla struttura degli
organi interni, sono registrate nel DNA per mezzo di uno speciale sistema
di codificazione. Le informazioni nel DNA sono codificate all'interno
della sequenza di quattro basi speciali che costituiscono questa molecola.
Queste basi vengono specificate come A, T, G, C , secondo le lettere iniziali
dei loro nomi. Tutte le differenze strutturali tra le persone dipendono
dalle variazioni nella sequenza di queste lettere. una sorta di banca dati
composta di quattro lettere.
L'ordine sequenziale delle lettere nel DNA determina la struttura di
un essere umano fin nei minimi particolari. Oltre a caratteristiche quali la
statura, gli occhi, il colore dei capelli e della pelle, il DNA di una singola
cellula contiene anche la conformazione di 206 ossa, 600 muscoli, una rete
di 10.000 muscoli auditivi, 2 milioni di nervi ottici, 100 bilioni di cellule
nervose, 130 bilioni di metri di vene e 100 trilioni di cellule nel corpo. Se
dovessimo trascrivere tutte le informazioni codificate nel DNA, allora
dovremmo compilare una libreria gigantesca composta di 900 volumi
enciclopedici di 550 pagine l'uno. Questo incredibile volume di
informazioni codificato in quei componenti del DNA detti "geni".

135

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

Pu il DNA essere pervenuto all'esistenza casualmente?


A questo punto, si deve prestare attenzione a un dettaglio
importante. Un errore nella sequenza dei nucleotidi che costituiscono un
gene renderebbe quest'ultimo del tutto inutile. Quando si considera che vi
sono 200 mila geni nel corpo umano, diventa pi evidente quanto sia
impossibile che quei milioni di nucleotidi che compongono questi geni si
siano formati in corretta sequenza

per coincidenza. Un biologo

evoluzionista, Frank Salisbury, scrive a proposito di tale impossibilit:


Una proteina media pu includere circa 300 amminoacidi. Il gene del DNA
delegato al controllo di questo dovrebbe avere circa 1000 nucleotidi nella sua
catena. Dal momento che vi sono quattro tipi di nucleotidi in una catena di
DNA, uno consistente di 1000 legami potrebbe esistere in 4 1000 forme.
Servendosi dei logaritmi possibile costatare che 4 1000 =10 600 . Il dieci
moltiplicato per se stesso 600 volte forma un numero pari a un 1 seguito da 600
zeri! Questo numero completamente al di l della nostra comprensione.111

Il numero 4 1000 equivalente a 10 600 . Questo numero si ottiene


aggiungendo 600 zeri a 1. Come 10 con 11 zeri indica un trilione, una
figura con 600 zeri una figura senza dubbio difficile da cogliere.
L'impossibilit della formazione di RNA e DNA per accumulazione
coincidentale di nucleotidi espressa dallo scienziato francese Paul
Auger:

Watson e Crick
con un modello
a bastoncini di
molecola del
DNA.

136

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Dobbiamo distinguere nettamente due fasi nella casuale formazione di molecole


complesse, quali i nucleotidi, tramite eventi chimici. La produzione di nucleotidi
uno ad uno che possibile e la combinazione di questi in sequenze molto
speciali. La seconda assolutamente impossibile.112

Anche Francis Crick, il quale ha creduto per molti anni nella teoria
dell'evoluzione molecolare, confess, dopo la scoperta del DNA, che una
molecola

talmente

complessa

non

avrebbe

potuto

formarsi

spontaneamente per coincidenza, come risultato di un processo


evolutivo:
Un uomo onesto, armato soltanto della conoscenza a noi disponibile, potrebbe
affermare soltanto che, in un certo senso, l'origine della vita appare al momento
piuttosto un miracolo.113

L'evoluzionista turco Ali Demirsoy stato costretto ad ammettere


che:
In realt, la probabilit della formazione di una proteina e di un acido nucleico
(DNA-RNA) molto pi lontana di quanto si stimato. Inoltre, il caso che
emerga una certa catena proteica cos esile da poter essere definito
astronomico.114

Un dilemma molto interessante si presenta quindi a questo punto:


mentre il DNA pu solo replicarsi con l'aiuto di alcuni enzimi che sono in
realt proteine, la sintesi di questi enzimi pu solo realizzarsi per mezzo
di informazioni codificate nel DNA. In quanto dipendono entrambi l'uno
dall'altro, o esistono contemporaneamente allo stesso tempo per
replicarsi, o uno di essi deve essere "creato" prima dell'altro. A questo
proposito, il microbiologo americano Jacobson scrive:
Le direzioni per la riproduzione dei piani, per l'energia e l'estrazione delle parti
dall'ambiente corrente, per la sequenza di crescita e per il meccanismo che ne
trasferisce le istruzioni, devono essere tutti simultaneamente presenti in quel
momento (quando la vita comincia). Questa combinazione di eventi sembrata
un avvenimento incredibilmente inverosimile ed stato spesso attribuito ad un
intervento divino.115

Questa citazione venne scritta due anni dopo la scoperta della

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

137

struttura del DNA da parte di James Watson e Francis Crick. Ma,


nonostante tutti i progressi scientifici, questo problema rimane insoluto
per gli evoluzionisti. Due scienziati tedeschi, Junker e Scherer, spiegarono
che la sintesi di ognuna delle molecole necessarie all'evoluzione chimica
richiede condizioni distinte e la probabilit di combinazione di questi
materiali, i quali hanno teoricamente metodi di acquisizione molto
differenti, pari a zero:
Fino ad ora, non noto alcun esperimento con il quale sia possibile ottenere
tutte le molecole necessarie all'evoluzione chimica. , di conseguenza,
essenziale produrre appropriatamente varie molecole in posti differenti e quindi
trasferirle in un altri per reazione, proteggendole da elementi dannosi quali
l'idrolisi e la fotolisi.116

In breve, la teoria evoluzionista non in grado di provare alcuno


stadio evolutivo che avvenga ipoteticamente al livello molecolare.
Piuttosto che rispondere a queste domande, i progressi della scienza li
rendono ancor pi complessi ed inestricabili.
Curiosamente, gli evoluzionisti credono in tutti questi impossibili
scenari come se fossero fatti scientifici. Poich sono condizionati a non
ammettere la creazione, non hanno altra possibilit che credere
l'impossibile. Un famoso biologo austriaco, Michael Denton,
intervenuto su questo problema nel suo libro Evolution: A Theory in
Crisis:
Per lo scettico, la proposizione che i programmi genetici di
organismi superiori, i quali consistono in qualcosa di simile
a miliardi di informazioni, equivalenti alla sequenza delle
lettere di una piccola biblioteca di mille volumi, contenente
in forma codificata innumerevoli migliaia di intricati
algoritmi che controllano, specificano e ordinano la crescita e
lo sviluppo di miliardi e miliardi di cellule nella forma di un
organismo complesso, siano stati formati da un processo
puramente accidentale un affronto alla ragione. Ma
per il darvinista, tale idea accettabile senza il
minimo dubbio il paradigma ha la precedenza!117

Prof. Francis Crick:


"L'origine della vita
appare quasi un
mistero".

138

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Un altro vano tentativo evoluzionista: "il mondo RNA"


La scoperta, nel corso degli anni '70, che i gas esistenti in origine nella
primitiva atmosfera terrestre avrebbero reso impossibile la sintesi degli
amminoacidi fu un grave colpo per la teoria evoluzionista molecolare. Si
comprese allora che gli "esperimenti sull'atmosfera primitiva" condotti da
evoluzionisti quali Miller, Fox e Ponnamperuna non erano validi. Per
questa ragione, negli anni '80 vennero fatti nuovi tentativi. Ne risult la
scenario del "mondo RNA", con il quale si avanz l'ipotesi che le proteine
non fossero state le prime ad essersi formate, ma le molecole di RNA che
contenevano le informazioni sulle proteine.
Secondo questa prospettiva, avanzata nel 1986 da un chimico di
Harvard, Walter Gilbert, miliardi di anni orsono una molecola di RNA,
riuscita in qualche modo a replicare se stessa, si form per coincidenza.
Inizi, quindi, a produrre proteine sotto l'effetto di elementi esterni. In
seguito, divenne necessario depositare queste informazioni in una
seconda molecola, fu cos che emerse la molecola del DNA.
Essendo costituita di una catena di impossibilit ad ogni livello,
questa prospettiva inimmaginabile acu il problema e sollev soltanto
questioni inestricabili piuttosto che fornire una spiegazione sull'origine
della vita:
1. Se impossibile spiegare la formazione coincidentale anche di un
solo nucleotide che costituisce il RNA, come possibile che questi
immaginari nucleotidi si siano riuniti insieme in una sequenza
appropriata al fine di formare l'RNA? Il biologo evoluzionista John
Horgan ammette l'irrealizzabilit di tale formazione accidentale:
Il continuo approfondimento da parte dei ricercatori del concetto di mondoRNA solleva dei problemi. Come apparve l'RNA al principio? L'RNA e i suoi
componenti sono difficili da sintetizzare in laboratorio nelle migliori condizioni,
molto meno in quelle plausibili.118

2. Pur supponendo che si sia formato per caso, come avrebbe potuto
questo RNA costituito di una catena di nucleotidi avere "deciso" di autoreplicarsi e con che tipo di meccanismo avrebbe potuto portare a termine

CONFESSIONI DI EVOLUZIONISTI
l calcolo delle probabilit dimostra che molecole complesse come le proteine e
gli acidi nucleici (RNA e DNA) non potrebbero mai essersi formate casualmente
e in modo indipendente le une dalle altre. Gli evoluzionisti, tuttavia, devono far
fronte a un problema ancora pi grande, quello della necessaria coesistenza
simultanea di tutte queste molecole complesse per permettere alla vita di esistere.
La teoria evoluzionista totalmente confusa da questa esigenza. Questo fatto ha
costretto alcuni eminenti evoluzionisti ad una confessione. Per esempio, un collega
di Stanley Miller e Francis Crick presso l'Universit di San Diego California, lo
stimato evoluzionista dr. Leslie Orgel, ha detto:

estremamente improbabile che le proteine e gli acidi nucleici, entrambi


strutturalmente complessi, siano sorti spontaneamente nello stesso posto e
nello stesso tempo. Sembra anche impossibile avere l'uno senza l'altro. Cos,
alla prima occhiata, si deve concludere che la vita non ha mai potuto essere
stata originata da mezzi chimici.1a
Lo stesso fatto ammesso anche da altri scienziati:
Il DNA non pu svolgere la sua funzione, inclusa la formazione di altro DNA,
senza l'aiuto di proteine catalitiche, o enzimi. In breve, le proteine non
possono formarsi senza il DNA, n quest'ultimo pu formarsi senza le
proteine.2a
In che modo ha avuto origine il Codice genetico insieme con i meccanismi
della sua traduzione (ribosomi e molecole di tRNA)? Per il momento
dobbiamo contentarci di un senso di mistero e di stupore anzich di una
risposta.3a

1a. Leslie E. Orgel, "The Origin of Life on Earth", Scientific American, vol. 271, ottobre
1994, p. 78.
2a. John Horgan, "In the Beginning", Scientific American, vol. 264, febbraio 1991, p.
119.
3a. Douglas R. Hofstsdter, Gdel, Escher, Bach: An Eternal Golden Braid, New York,
Vintage Books, 1980, p. 548 [Gdel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante, trad. it.
di Giuseppe Trautter, Milano 1984, p. 592]

questo processo? Dove trov i nucleotidi di cui si serv durante l'autoreplicazione? Anche i microbiologi evoluzionisti Gerald Joyce e Leslie
Orgel espressero la disperazione di tale situazione nel libro dal titolo "In
the RNA World".119
3. Anche se si ipotizzasse un'auto-replicazione dell'RNA nel mondo
primordiale, la disponibilit all'uso di ogni tipo di amminoacidi e
l'accadimento di tutte queste impossibilit, la situazione non porterebbe

140

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

ugualmente alla formazione di neppure una singola proteina. Poich


l'RNA include soltanto informazioni concernenti la struttura delle
proteine. Gli amminoacidi, d'altra parte, sono materiali grezzi.
Nondimeno, non esiste alcun meccanismo in grado di produrre proteine.
Considerare l'esistenza dell'RNA sufficiente alla produzione di proteine
insensato tanto quanto pretendere che un'automobile si auto-assembli
semplicemente gettando il progetto disegnato sulla carta su migliaia di
sue parti accatastate l'una sull'altra. Anche in questo caso la produzione
inconcepibile dal momento che n operai n fabbrica sono coinvolti nel
processo.
Una proteina prodotta nella fabbrica dei ribosomi con l'aiuto di
molti enzimi mediante processi estremamente complessi all'interno della
cellula. Il ribosoma un organulo cellulare complesso costituito di
proteine. Ne consegue la formulazione di un'altra supposizione
irragionevole, ovvero che anche i ribosomi siano pervenuti per caso
all'esistenza nello stesso tempo. Anche Jacques Monod, insignito del
premio Nobel, uno tra i pi fanatici difensori dell'evoluzione, spiega che
la sintesi proteica non pu in alcun modo essere sottovalutata in modo
tale da dipendere meramente dalle informazioni contenute negli acidi
nucleici:
Il codice risulta privo di significato a meno che non venga tradotto. Il moderno
macchinario di traduzione della cellula consiste di almeno cinquanta
componenti macromoleculari, codificati a loro volta nel DNA: il codice non pu
essere tradotto se non da prodotti di traduzione. l'espressione moderna di
omne vivo ex ovo. Quando e come si chiuse questo circolo? troppo difficile
immaginarlo.120

Come avrebbe potuto una catena di RNA nel mondo primordiale


prendere una tale decisione e quali metodi avrebbe dovuto utilizzare per
produrre proteine assumendosi da sola la mansione di cinquanta
particelle specializzate? Gli evoluzionisti non hanno risposte.
La dott. Leslie Orgel, una collega di Stanley Miller e Francis Crick
presso l'Universit di San Diego California, utilizza il termine "scenario"

L'evoluzione di fronte al vicolo cieco della molecola

141

per la possibilit dell' "origine della vita per mezzo del mondo-RNA". La
Orgel ha descritto che tipo di caratteristiche questo RNA dovrebbe
presentare e perch ci sia impossibile in un articolo intitolato "The Origin
of Life" pubblicato su American Scientist nell'ottobre 1994:
Questo scenario potrebbe essersi presentato, come abbiamo visto, se l'RNA prebiotico avesse avuto due propriet oggi non evidenti: la capacit di replicarsi
senza l'aiuto di proteine e la facolt di catalizzare ogni passo della sintesi
proteica.121

Come dovrebbe ormai essere chiaro, aspettarsi due processi


complessi ed estremamente essenziali da una molecola come l'RNA
possibile solo grazie al potere d'immaginazione e al punto di vista degli
evoluzionisti. Concreti fatti scientifici, d'altra parte, chiariscono come la
tesi del "Mondo RNA", che un nuovo modello proposto a sostegno della
casuale formazione della vita, una favola ugualmente non plausibile.

La vita pi di un mero ammasso di molecole


Lasciamo da parte per un momento tutte le cose impossibili e
supponiamo che una molecola proteica si sia formata nell'ambiente pi
inappropriato e incontrollato quali le primordiali condizioni della terra.
La formazione di una sola proteina non sarebbe sufficiente; questa
dovrebbe pazientemente aspettare per migliaia, o forse milioni di anni in
un simile ambiente senza subire alcun danno, fino a quando un'altra
molecola si fosse formata casualmente nelle medesime condizioni.
Dovrebbe aspettare la casuale contigua formazione di milioni di proteine
corrette e essenziali. Quelle formatesi in precedenza avrebbero dovuto
essere abbastanza pazienti da attendere, senza essere distrutte dai raggi
ultravioletti e dai duri effetti meccanici, la formazione delle altre vicine.
Raggiunto il numero adeguato, queste proteine originatesi tutte nello
stesso luogo, si sarebbero dovute congiungere

al fine di creare

combinazioni sensate e formare gli organuli della cellula. Nessun


materiale estraneo, molecola dannosa o catena proteica inutile avrebbe
dovuto interferire in questo processo. In seguito, anche se questi organuli

142

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

si fossero uniti armoniosamente in collaborazione tra loro secondo un


piano ordinato, avrebbero dovuto prendere tutti gli enzimi necessari
circumvicini e coprirsi di una membrana, al cui interno avrebbe dovuto
essere riempita di un liquido speciale necessario a creare l'habitat
congeniale. Ora, anche se tutti questi fatti "altamente improbabili" si
fossero in realt verificati, tale ammasso molecolare sarebbe giunto alla
vita?
La risposta negativa, in quanto le ricerche hanno rivelato che la
semplice combinazione di tutti i materiali essenziali non sufficiente
dare l'avvio alla vita. Anche se tutte le proteine essenziali fossero raccolte
e poste in una provetta non produrrebbero una cellula vivente. Tutti gli
esperimenti condotti a questo fine si sono rivelati infruttuosi. Le ricerche
rivelano che la vita pu solo avere origine dalla vita. L'asserzione che la
vita si sia evoluta da cose non viventi, in altre parole, "abiogenesi", una
favola che esiste soltanto nei sogni degli evoluzionisti, in completo
disaccordo con i reali risultati di tutti gli esperimenti e le osservazioni.
Per questo riguardo, la prima forma di vita sulla terra deve aver
avuto origine da un'altra vita. Questo un riflesso del nome di Allah
"Hayy" (Il Possessore della Vita). La vita pu soltanto iniziare, continuare
e finire per la Sua volont. L'evoluzione, non solo non in grado di
spiegare l'origine della vita, ma anche incapace di chiarire come si siano
formati i materiali ad essa essenziali.
Chandra Wickramasinghe descrive la realt che ha incontrato come
scienziato a cui stato insegnato, nel corso della sua intera esistenza, che
la vita emersa in seguito a casuali coincidenze:
Fin dal principio della mia istruzione scientifica, sono stato sottoposto ad un
violento lavaggio del cervello affinch mi fosse inculcata la credenza che la
scienza non pu coesistere con qualsiasi tipo di creazione deliberata. Questa
nozione ha dovuto essere dolorosamente abbandonata. Attualmente, non posso
trovare alcun argomento razionale per abbattere la visione che spinge a
convertirsi a Dio. Eravamo soliti avere una mente aperta; ora comprendiamo
che l'unica risposta logica alla vita la creazione, non un accidentale trascinarsi
alla cieca.122

CAPITOLO

11

La termodinamica
confuta l'evoluzione

a seconda legge della termodinamica, una delle leggi basilari della

fisica, sostiene che in normali condizioni tutti i sistemi abbandonati


a se stessi tendono a divenire disordinati, dispersi e corrotti in

relazione diretta al trascorrere del tempo. Ogni cosa vivente e non vivente
si consuma, si deteriora, decade, si disintegra ed distrutta. Questa la
sicura fine che tutti gli esseri dovranno affrontare in un modo o nell'altro
e, secondo tale legge, questo processo inevitabile non ha ritorno.
Tutti lo osservano. Ad esempio, se si abbandona un'automobile nel
deserto, difficilmente la si potr ritrovare in migliori condizioni dopo
alcuni anni. Al contrario, si vedr che i pneumatici si sono sgonfiati, i
finestrini sono stati infranti, il telaio si arrugginito e il motore
decaduto. Lo stesso processo inevitabile valido ed anche pi rapido per
gli esseri viventi.
La seconda legge della termodinamica rappresenta il mezzo con il
quale questo processo naturale viene definito con equazioni fisiche e
calcoli.
Questa famosa legge anche nota come "Legge dell'entropia".
L'entropia fornisce una misura del grado di disordine in cui si trovano gli
elementi che costituiscono il sistema. L'entropia di un sistema
incrementata dal movimento verso uno stato pi disordinato, disperso e
non pianificato. Pi elevato il disordine di un sistema, pi elevata la
sua entropia. Tale legge sostiene che l'intero universo inevitabilmente
procede verso uno stato pi disordinato, disperso e non pianificato.
La validit della seconda legge della termodinamica stabilita in
maniera sperimentale e teoretica. I pi importanti scienziati

144

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

contemporanei concordano sul fatto che questa legge avr un ruolo


centrale nel prossimo periodo della storia. Albert Einstein, il pi grande
scienziato del nostro tempo, disse che la "legge pi importante di tutta
la scienza". In proposito, sir Arthur Eddington ha affermato che la
"suprema legge metafisica di tutto l'universo".123
La teoria evoluzionista avanzata nella
La legge della

totale ignoranza di questa basilare e

termodinamica

universale legge della fisica. Il meccanismo

afferma che le

proposto

condizioni

radicalmente i suoi principi. Gli evoluzionisti

naturali

sostengono che atomi disordinati, dispersi e

conducono

inorganici e molecole si siano riuniti

sempre al

spontaneamente nello stesso periodo in un

disordine e
alla perdita di
informazione.
La teoria

ordine

dall'evoluzione

preciso

per

contraddice

formare

molecole

estremamente complesse quali le proteine, il


DNA, l'RNA; in seguito, questi avrebbero

evoluzionista,

gradualmente

determinato

milioni

di

al contrario,

differenti specie viventi con strutture

una fede anti-

addirittura pi complesse. Inoltre, questo

scientifica che

ipotetico processo che produce ad ogni passo

contraddice

strutture pi pianificate, pi ordinate, pi

interamente

complesse e pi organizzate, ha presieduto

questa legge.

autonomamente a tale formazione in


condizioni naturali. La legge dell'entropia
mostra chiaramente che questo processo

cosiddetto naturale contraddice interamente le leggi della fisica.


Gli scienziati evoluzionisti sono consapevoli di questo fatto. J. H.
Rush scrive:
Nel complesso corso della sua evoluzione, la vita rivela un notevole contrasto
rispetto alla tendenza espressa nella seconda legge della termodinamica. Mentre
quest'ultima parla di un irreversibile progresso verso una crescente entropia e
disordine, la vita evolve continuamente verso pi elevati livelli di ordine.124

La termodinamica confuta l'evoluzione

145

Lo studioso evoluzionista Roger Lewin parla dell'empasse


dell'evoluzione di fronte alla termodinamica in un articolo apparso su
Science:
Un problema che i biologi hanno dovuto affrontare l'apparente contraddizione
rispetto all'evoluzione rappresentata dalla seconda legge della termodinamica. I
sistemi dovrebbero decadere nel corso del tempo, presentando un minore, non
maggiore ordine.125

Un altro scienziato evoluzionista, George Stravropoulos, parla


dell'impossibilit secondo la termodinamica della spontanea formazione
della vita e confuta la spiegazione dell'esistenza, per leggi naturali, di
complessi meccanismi viventi nella nota rivista evoluzionista American
Scientist:
In condizioni ordinarie, nessuna molecola organica complessa potrebbe formarsi
spontaneamente, ma piuttosto disintegrarsi, in accordo alla seconda legge. In
realt, maggiore la complessit, maggiore l'instabilit e maggiore la
sicurezza, presto o tardi, della sua disintegrazione. La fotosintesi e tutti i
processi vitali, e la vita stessa, nonostante il linguaggio confuso o confusionario,
non possono ancora essere compresi in termini di termodinamica o di ogni altra
scienza esatta.126

La seconda legge della termodinamica costituisce, quindi, un


insormontabile ostacolo per lo scenario dell'evoluzione sia in termini di
scienza che di logica. Incapaci di offrire una consistente spiegazione
scientifica che permetta di superare l'ostacolo, gli evoluzionisti possono
solo vincere grazie all'immaginazione. Ad esempio, il famoso
evoluzionista Jeremy Rifkin parla della sua speranza che l'evoluzione
possa sopraffare questa legge della fisica grazie a un "potere magico":
La legge dell'entropia sostiene che l'evoluzione disperde l'energia disponibile
complessiva per la vita su questo pianeta. Il nostro concetto di evoluzione
esattamente l'opposto. Crediamo che l'evoluzione crei sulla terra, con qualche
meccanismo magico, un valore complessivo maggiore e un maggior ordine.127

Queste parole rivelano con grande chiarezza che l'evoluzione


soltanto una fede dogmatica.

146

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Il mito del "sistema aperto"


Minacciati da tutte queste verit, gli evoluzionisti hanno dovuto
cercare rifugio nella distruzione della seconda legge della termodinamica,
affermando che sia valida soltanto per i "sistemi chiusi", in quanto i
"sistemi aperti" esulano dall'ambito di questa legge.
Un "sistema aperto" un sistema termodinamico nel quale energia e
materia circolano all'interno e all'esterno, a differenza del sistema chiuso
in cui l'energia e la materia iniziali rimangono costanti. Gli evoluzionisti
sostengono che il mondo un sistema aperto, costantemente esposto al
flusso di energia solare e che, quindi, la legge dell'entropia non si applica
al cosmo nel suo insieme. Asseriscono inoltre che esseri viventi complessi
e ordinati possono essere generati da strutture semplici, disordinate e
inanimate.
Ci troviamo di fronte a un'ovvia distorsione. Il fatto che un sistema
riceva un afflusso di energia non sufficiente a renderlo ordinato. Sono
necessari meccanismi specifici affinch l'energia diventi funzionale.
Ad esempio, un'automobile ha bisogno di un motore, di un sistema di
trasmissione e di meccanismi di controllo correlati per convertire l'energia
della benzina in lavoro. Senza tale sistema di conversione, l'automobile
non sarebbe in grado di utilizzare l'energia della benzina.
La stessa cosa capita nella vita. vero che la vita deriva la sua
energia dal sole. L'energia solare, tuttavia, pu essere convertita in
energia chimica soltanto da sistemi di conversione energetica
incredibilmente complessi presenti nelle cose viventi (come la fotosintesi
delle piante e i sistemi digestivi di umani e animali). Nessun essere
vivente pu vivere senza un tale sistema; privo di questo, il sole non
altro che una fonte di energia distruttiva che brucia, inaridisce o fonde.
Come si pu vedere, un sistema termodinamico che non presenti tali
meccanismi di conversione non vantaggioso per l'evoluzione, che sia
aperto o chiuso. Nessuno asserisce che questi meccanismi complessi e
consapevoli possano essere esistiti in natura nelle primigenie condizioni
della terra. In realt, la vera questione a cui devono rispondere gli

La termodinamica confuta l'evoluzione

147

evoluzionisti come possano essere pervenuti autonomamente


all'esistenza complessi meccanismi di conversione dell'energia quali la
fotosintesi, che non possono essere duplicati neppure servendosi delle
moderne tecnologie.
L'influsso dell'energia solare sul mondo non ha effetti tali da imporre
di per se stessa un ordine. Indipendentemente dal grado elevato di
temperatura che possa essere raggiunto, gli amminoacidi resistono
formando legami in sequenze ordinate. La sola energia non sufficiente a
spingere gli amminoacidi a formare le molto pi complesse molecole
proteiche o queste ultime a costituire le ben pi composite e organizzate
strutture di organelli cellulari. La fonte reale ed essenziale di questa
organizzazione, ad ogni livello, un progetto consapevole: in una parola,
la creazione.

Il mito della "auto-organizzazione della materia"


Ben sapendo che la seconda legge della termodinamica rende
impossibile l'evoluzione, alcuni scienziati evoluzionisti, per avallare la
loro teoria, hanno fatto alcuni tentativi speculativi per superare la
distanza che separa le due concezioni. Come al solito, anche questi sforzi
mostrano come la teoria dell'evoluzione si trovi di fronte a un ineludibile
vicolo cieco.
Uno scienziato che si distinto per i suoi tentativi di coniugare la
termodinamica e l'evoluzione il belga Ilya Prigogine. Partendo dalla
teoria del caos, questi ha proposto alcune ipotesi secondo cui l'ordine si
forma dal caos. Ha affermato che alcuni sistemi aperti possono descrivere
un decremento nell'entropia dovuto ad un influsso di energia esterna e
che il conseguente "riordinamento" una prova che "la materia pu
organizzare se stessa". Da quel momento, il concetto di "autoorganizzazione della materia" divenuto abbastanza popolare tra gli
evoluzionisti e i materialisti. Si comportano come se avessero trovato
un'origine materialistica per la complessit della vita e una soluzione
materialistica al problema della sua origine.

148

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

A uno sguardo pi acuto, tuttavia, questo argomento si rivela del


tutto astratto e, in pratica, un mero wishful thinking. Nasconde, inoltre,
un inganno molto semplice, ovvero, la deliberata confusione di due
distinti concetti, "auto-organizzazione" e "auto-ordinamento".128
Ci pu essere chiarito con un esempio. Si immagini una spiaggia
con differenti tipi di pietre di varie dimensioni mischiate tra loro. Quando
un'onda forte si abbatter sulla spiaggia, potr apparire un "ordinamento"
tra le pietre. L'acqua potr sollevare quelle di peso simile in pari quantit.
Quando l'onda si sar ritirata, le pietre potranno forse essere state
ordinate secondo l'ordine di grandezza, dalle pi piccole alle pi grandi,
in direzione del mare.
Questo un processo di "auto-ordinamento": la spiaggia un sistema
aperto e un influsso di energia (l'onda) pu esserne la causa. Ma si noti
anche che lo stesso processo non pu erigere un castello di sabbia. Se
guardiamo un castello fatto di sabbia, siamo sicuri che qualcuno lo ha
costruito. La differenza tra quest'ultimo e le pietre "ordinate" che il
primo rappresenta una complessit veramente unica, mentre il secondo
include solo un ordine ripetitivo. come una macchina da scrivere che
continui a battere il carattere "aaaaaaaaaaaaa" per centinaia di volte in
quanto un oggetto (un influsso di energia) caduto sulla tastiera.
Naturalmente, un tale ordine ripetitivo di "a" non include alcuna
informazione e quindi nessuna complessit. necessaria una mente
cosciente per ottenere una sequenza di lettere che includa informazioni.
La stessa cosa avviene quando il vento penetra in una stanza piena
di polvere. Prima di questo influsso, la polvere sparsa intorno.
Allorquando il vento entra, questa si raccoglie agli angoli della stanza. Ci
un "auto-ordinamento". Ma la polvere non si "auto-organizza" mai
autonomamente in modo da creare l'immagine di un uomo sul
pavimento.
Questi esempi sono molto simili agli scenari di "autoorganizzazione" degli evoluzionisti. Questi affermano, infatti, che la
materia ha una tendenza ad "auto-organizzarsi", quindi mostrano esempi
di auto-ordinamento tentando di confondere i due concetti. Lo steso

La termodinamica confuta l'evoluzione

149

Prigogine ha parlato di molecole che si auto-ordinano durante l'influsso


di energia. Gli scienziati americani Thaxton, Bradley e Olsen, in un libro
dal titolo "The Mistery of Life's Origin", hanno spiegato questo fatto:
...in ogni situazione i movimenti casuali delle molecole in un fluido sono
spontaneamente sostituiti da un comportamento altamente ordinato. Prigogine,
Eigen e altri hanno suggerito che tale sorta di auto-organizzazione sia
intrinseca nella chimica organica e possa potenzialmente spiegare le
macromolecole altamente complesse essenziali ai sistemi viventi. Ma simili
analogie hanno scarsa rilevanza per la questione dell'origine della vita. Per di
pi, non distinguono tra ordine e complessit... La regolarit o l'ordine non
possono servire a immagazzinare l'enorme quantit di informazioni richieste
dai sistemi viventi. richiesta una struttura irregolare, ma specifica piuttosto
che una ordinata. Ci rappresenta un grave errore nell'analogia offerta. Non vi
connessione apparente tra il tipo di ordinamento spontaneo che deriva dal
flusso di energia attraverso tali sistemi e l'opera richiesta per costruire
macromolecole ad intensa informazione aperiodica, quali il DNA e le
proteine.129

In realt, Prigogine stesso dovette accettare che questi argomenti non


avevano rilevanza per spiegare l'origine della vita. Ha detto:
Il problema dell'ordine biologico implica la transizione dall'attivit molecolare
all'ordine supermolecolare della cellula. Questo problema ben lontano da una
soluzione.130

Perch, allora, gli evoluzionisti continuano ad accettare punti di vista


anti-scientifici quali "l'auto-organizzazione della materia"? Perch
insistono a rifiutare la manifesta intelligenza visibile nei sistemi viventi?
La risposta la loro fede dogmatica nel materialismo e la credenza che la
materia abbia un misterioso potere di creare la vita. Un professore di
chimica presso l'Universit di New York ed esperto in DNA, Robert
Shapiro, descrive la fede degli evoluzionisti e il dogma materialistico che
ne costituisce il fondamento:
Un altro principio evolutivo quindi necessario per permetterci di superare la
distanza tra le miscele di semplici prodotti chimici naturali e il primo effettivo

150

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

replicatore. Questo principio non stato ancora dettagliatamente descritto o


dimostrato, ma stato anticipato ed ha ricevuto dei nomi, quali evoluzione
chimica e auto-organizzazione della materia. L'esistenza del principio tenuta
per certa nella filosofia del materialismo dialettico, come dimostra la sua
applicazione alle origini della vita da parte di Alexander Oparin.131

Tutto questo chiarisce come l'evoluzione sia un dogma contrario alle


scienza empirica e che l'origine degli esseri viventi possa essere spiegata
soltanto per l'intervento di un potere soprannaturale. Questo potere
soprannaturale la potenza di Allah, il Quale ha creato l'intero universo
dal nulla. La scienza ha provato che l'evoluzione impossibile per quanto
concerne la termodinamica e che l'esistenza della vita non ha altra
spiegazione se non la Creazione.

CAPITOLO

12

Progetto e coincidenza

el capitolo precedente, abbiamo osservato l'impossibilit della


formazione coincidentale della vita. Consideriamo valide,
ancora per un momento, tali impossibilit. Supponiamo che

milioni di anni fa una cellula si sia formata avendo acquisito tutto quanto
necessario a "pervenire alla vita". Giunti a questo punto, l'evoluzione
crolla di nuovo. In quanto, anche se questa cellula fosse sopravvissuta per
un certo periodo, sarebbe infine dovuta morire. Dopo la sua fine, niente
sarebbe rimasto e tutto sarebbe tornato al punto di partenza. Questo si
spiega perch la prima cellula vivente, mancando di ogni informazione
genetica, non sarebbe stata in grado di riprodursi e di dare avvio a una
nuova generazione. La vita sarebbe finita con la sua morte.
Il sistema genetico non compreso soltanto nel DNA. Nello stesso
ambiente dovrebbero esistere anche gli enzimi, per leggere il codice nel
DNA; l'RNA messaggero, prodotto dopo la lettura di questi codici; un
ribosoma sul quale l'RNA messaggero dovr montare in accordo a tale
codice e assicurarsi per la produzione; l'RNA transfer per trasferire gli
amminoacidi al ribosoma per essere utilizzati nella produzione; numerosi
enzimi estremamente complessi per condurre a termine numerosi
processi intermedi. Un tale ambiente non pu esistere se non in un una
condizione totalmente isolata e completamente controllata come la
cellula, dove esistono tutti le materie prime e le risorse di energia.
Di conseguenza, la materia organica si pu auto-riprodurre solo
come cellula interamente sviluppata, provvista di tutti i suoi organelli e in
ambiente appropriato in cui possa sopravvivere, scambiare materiali e
trarre energia da quanto la circonda. Ci indica che la prima cellula venne

152

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

formata "all'improvviso" con la sua struttura incredibilmente complessa.


Cos, se una struttura complessa pervenne all'esistenza
d'improvviso, cosa ne consegue?
Lasciateci porre la domanda sotto forma d'esempio. Paragoniamo la
cellula, in termini di complessit, ad un'automobile ad alta tecnologia. (In
realt, la cellula comprende un sistema molto pi complesso e sviluppato
di quello di un'automobile con il suo motore e tutti i suoi
equipaggiamenti tecnici.) Poniamo ora la domanda: "Che cosa pensereste
se nel corso di un'escursione nel cuore di una fitta foresta incontraste
l'ultimo modello di automobile tra gli alberi? Pensereste che vari elementi
nella foresta si siano casualmente riuniti nel corso di milioni di anni e
abbiano prodotto un tale veicolo? Tutti i materiali grezzi che costituiscono
l'automobile si ottengono da ferro, plastica, gomma, terra o da loro
sottoprodotti: questa constatazione vi porterebbe a pensare che questi si
siano sintetizzati "per caso" e riunitisi abbiano costruito tale macchina?".
Senza dubbio, un uomo sano di mente capirebbe che questa il
risultato di un progetto consapevole e si stupirebbe di trovare
un'automobile nel mezzo di una giungla. La repentina apparizione di una
struttura complessa in forma completa mostra che stata creata da un
agente conscio. Un sistema complesso come la cellula stato certamente
creato da una volont e da una sapienza superiore. In altre parole,
pervenuta all'esistenza come creazione di Allah.
Con il credere che il puro caso possa produrre disegni perfetti, gli
evoluzionisti oltrepassano i confini della ragione e della scienza. Una
delle indiscusse autorit in questo campo il famoso zoologo francese
Pierre Grass, l'ex presidente dell'Accademia Francese delle Scienze.
Sebbene sia un materialista, Grass riconosce tuttavia l'incapacit della
teoria darvinista di spiegare la vita e scrive riguardo alla logica della
"coincidenza", vera essenza del darvinismo:
L'opportuna apparizione di mutazioni che permettono agli animali e alle piante
di soddisfare le loro necessit difficile da credere. La teoria darvinista,
nondimeno, anche pi esigente nel domandare: una singola pianta, un singolo
animale richiederebbero migliaia e migliaia di eventi appropriati e fortunati.

Progetto e coincidenza

153

Cos i miracoli diventerebbero la norma: eventi con una infinitesimale


probabilit non mancherebbero di accadere... Non esiste una legge che vieti
di sognare a occhi aperti, ma la scienza non pu indulgervi.132

Grass riassume ci che il concetto di "coincidenza" rappresenta per


gli evoluzionisti: "...il caso diventa una sorta di provvidenza, che, sotto
la copertura dell'ateismo, non nominato ma segretamente
adorato."133
Il fallimento logico degli evoluzionisti una conseguenza della loro
gelosa custodia del concetto di coincidenza. Nel Corano, scritto che
coloro i quali adorano gli esseri piuttosto che Allah sono privi di
intendimento:
Hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi
che non sentono, sono come bestiame, anzi ancor peggio. Questi sono
gli incuranti. (Surat al-Araf : 179)

La formula darviniana
Oltre a tutte le prove tecniche che abbiamo trattato, analizziamo ora
la superstizione degli evoluzionisti con un esempio talmente semplice da
poter essere compreso anche dai bambini.
La teoria evoluzionista sostiene che la vita stata formata dal caso.
Secondo tale pensiero, atomi inorganici e inconsci si sarebbero uniti per
formare la cellula e quindi altri esseri viventi, tra cui l'uomo. Prestiamo
attenzione a questo fatto. Se mettiamo insieme gli elementi che
costituiscono i mattoni della vita, come il carbonio, il fosforo, l'azoto e il
potassio, otteniamo solo un ammasso. Indipendentemente dal
trattamento a cui verr sottoposto, questo mucchio atomico non potr
formare neppure un singolo essere vivente. A questo proposito, lasciateci
condurre un esperimento ed esaminare, a nome degli evoluzionisti, ci
che essi intendono realmente, senza pronunciarlo a voce alta, con il
termine "formula darviniana":
Supponiamo che gli evoluzionisti pongano in enormi barili una gran
quantit di materiali presenti nella composizione degli esseri viventi,

154

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

come il fosforo, l'azoto, il carbonio l'ossigeno, il ferro e il magnesio. Vi


aggiungano, quindi, qualsiasi materiale non esistente in condizioni
naturali e da essi ritenuto necessario. Vi mescolino poi, a loro arbitrio, la
quantit di amminoacidi che non hanno la possibilit di formarsi
naturalmente e di proteine una qualsiasi delle quali ha una probabilit
di formazione pari a 10-950 che pi ritengano opportuna. Espongano poi
questa mistura al grado di temperatura e di umidit considerato ideale.
La agitino quindi con qualsivoglia dispositivo tecnologicamente
all'avanguardia. La circondino con i pi noti scienziati. Permettano a
questi scienziati di aspettare a turno intorno a questi barili per bilioni o
anche trilioni di anni. Gli lascino la facolt di servirsi di tutti i tipi di
condizioni che essi riterranno necessarie alla formazione umana.
Indipendentemente da ci che faranno, non potranno produrre neppure
un umano, dice un professore che esamina la sua struttura cellulare con
un microscopio elettronico. Non possono produrre giraffe, leoni, api,
canarini, cavalli, delfini, rose, orchidee, gigli, garofani, banane, arance,
mele, datteri, pomodori, meloni, cocomeri, fichi, olive, uva, pesche,
pavoni, fagiani, farfalle multicolori o milioni di altri esseri viventi come
questi. Anzi, non potranno ottenere neppure una cellula.
In breve, gli atomi inconsci, riunendosi insieme, non possono
formare una cellula. Non possono prendere una nuova decisione e
dividere questa cellula in due, quindi scegliere altrimenti e creare i
professori che primi hanno inventato il microscopio elettronico ed
esaminare le loro cellule sotto quel microscopio. La materia una massa
inconscia e inanimata, che perviene alla vita grazie alla superiore
Creazione di Allah.
La teoria evoluzionista, che afferma l'opposto, una falsit assoluta
completamente

contraria

alla

ragione.

Il

seppur

minimo

approfondimento di tali asserzioni svela questa realt, come nell'esempio


precedente.

Progetto e coincidenza

155

La tecnologia nell'occhio e nell'orecchio


Un altro fatto che rimane insoluto da parte della teoria evoluzionista
l'eccellente qualit della percezione nell'occhio e nell'orecchio.
Prima di dedicarci allo studio dell'occhio, lasciateci brevemente
rispondere alla domanda su "come vediamo". I raggi di luce provenienti
da un oggetto raggiungono in maniera opposta la retina dell'occhio, dove
vengono trasmessi dalle cellule in forma di segnali elettrici; pervengono
quindi a un piccolo punto situato nella parte posteriore del cervello detto
centro della visione. Questi segnali elettrici sono percepiti in questo centro
del cervello come immagini dopo una serie di processi. Dopo questa
breve esposizione tecnica, cerchiamo di avviare alcune considerazioni.
Il cervello isolato dalla luce. Ci significa che il suo interno oscuro
e la luce non raggiunge il luogo dove situato. Il posto detto centro della
visione potrebbe essere anche il luogo pi oscuro che si conosca. In questa
completa oscurit, tuttavia, si osserva un mondo luminoso e brillante.
L'immagine formatasi nell'occhio cos netta e distinta che neppure
la tecnologia del XX secolo stata in grado di riprodurla. Ad esempio,
osservate il libro che state leggendo, le mani con cui lo sostenete, alzate
quindi la testa e guardatevi intorno. Avete mai visto in qualsiasi altro
posto immagini cos nitide e chiare come queste? Neppure lo schermo
televisivo pi avanzato prodotto dalla ditta pi importante al mondo in
questo settore pu offrire un'immagine cos netta. Per pi di cento anni,
migliaia di ingegneri hanno tentato di ottenere simile nitidezza. Mezzi
ingenti vennero stanziati, ricerche furono condotte e progetti e disegni
stilati a questo fine. Ancora, guardate lo schermo televisivo e il libro che
avete in mano. Vedrete che c' una grande differenza per distinzione e
nettezza. Lo schermo televisivo, inoltre, mostra soltanto un'immagine
bidimensionale, mentre l'occhio coglie una prospettiva tridimensionale in
profondit. Osservando attentamente, si potr notare un'indistinzione
nella televisione che non si ritrova nella visione umana.
Per molti anni, decine di migliaia di ingegneri hanno tentato di
creare una televisione tridimensionale, al fine di raggiungere la qualit

156

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

visiva dell'occhio. Ci che hanno ottenuto ha richiesto, tuttavia, l'uso di


occhiali per ottenere l'effetto desiderato e senza evitare l'artificiosit
dell'immagine. Lo sfondo risulta molto indistinto, mentre il primo piano
pare cartaceo. Non mai stato possibile riprodurre una visione chiara e
nitida come quella dell'occhio. Nella telecamera e nella televisione, la
qualit dell'immagine ne perde.
Gli evoluzionisti affermano che tale meccanismo si formato
casualmente. Ora, se qualcuno vi dicesse che la vostra televisione si
costituita accidentalmente, che tutti i suoi atomi si sono riuniti e hanno
foggiato tale congegno per riprodurre le immagini, che cosa pensereste?
Come possibile che gli atomi facciano ci che migliaia di uomini non
sono in grado di realizzare?
Per circa un secolo, migliaia di ingegneri hanno svolto ricerche e si
sono impegnati in laboratori ad alta tecnologia e in grandi complessi
industriali servendosi dei macchinari pi sofisticati, ma non sono riusciti

Quando paragoniamo l'occhio e


l'orecchio a una videocamera e a
un registratore vediamo che i nostri
ogani sono molto pi complessi,
funzionali e perfetti rispetto a
questi prodotti tecnologici.

Progetto e coincidenza

157

a produrre pi di questo.
Se un dispositivo che produce un'immagine pi primitiva di quella
dell'occhio non stato formato dal caso, allora evidente che neppure
l'occhio n l'immagine percepita possono avere tale origine. Questo
richiede un piano e un progetto molto pi dettagliato e avveduto rispetto
a quello della televisione. Il piano e il progetto di un'immagine cos
distinta e nitida appartiene ad Allah, Che ha potere su tutte le cose.
La stessa considerazione si applica all'orecchio. L'orecchio esterno
raccoglie i suoni per mezzo del padiglione auricolare e li dirige verso
l'orecchio medio; questo trasmette le vibrazioni sonore intensificandole;
l'orecchio interno le invia quindi verso il cervello traducendole in segnali
elettrici. Come per l'occhio, l'atto di udire finisce nel centro auditivo nel
cervello.
Quanto si detto per l'occhio vale anche per l'orecchio. Ovvero, il
cervello completamente isolato dal suono e non vi permette neppure
l'accesso. Di conseguenza, indipendentemente dalla rumorosit esterna,
l'interno completamente silenzioso. Nondimeno, i suoni pi fievoli
vengono percepiti nel cervello. In esso, si ascoltano le sinfonie
dell'orchestra e tutti i rumori di un luogo affollato. Se il livello del suono
nel cervello, tuttavia, fosse misurato in quel momento da uno strumento
preciso, si constaterebbe un silenzio assoluto.
Facciamo un paragone tra l'alta qualit e la superiore tecnologia
presenti nell'orecchio e nel cervello con i prodotti degli esseri umani.
Come nel caso delle immagini, decenni di sforzi sono stati spesi nel
tentativo di generare e riprodurre un suono fedele all'originale. Il risultato
sono gli audioregistratori, i sistemi ad alta fedelt e i sistemi per inviare
suoni. Nonostante tutta questa tecnologia e le migliaia di ingegneri ed
esperti che si sono applicati a questo fine, non stato ancora ottenuto
alcun suono che presenti la stessa chiarezza e precisione di quello
percepito dall'orecchio. Si pensi ai sistemi HI-FI di pi elevata qualit
prodotti dalle maggiori compagnie dell'industria musicale. Anche in
simili congegni, quando si registra un suono buona parte viene perduta;
oppure si percepiscono dei fruscii prima che la musica abbia inizio.

158

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Nondimeno, i suoni che sono il prodotto della tecnologia del corpo


umano sono estremamente nitidi e chiari. Un orecchio umano non
percepisce mai un suono accompagnato da fruscii o da disturbi
atmosferici come un HI-FI, lo coglie esattamente come . Cos stato sin
dalla creazione dell'uomo.
La tecnologia nel nostro corpo molto superiore a quella prodotta
dal genere umano utilizzando le informazioni accumulate, l'esperienza e
le opportunit. Nessuno direbbe che un HI-FI o una videocamera
pervennero all'esistenza come risultato del caso. Perci, come possibile
affermare che le tecnologie presenti nel corpo umano, che sono superiori
alle altre, siano apparse a seguito di una catena di coincidenze detta
evoluzione?
evidente che l'occhio, l'orecchio, e tutte le altre parti del corpo
umano sono il prodotto di una creazione veramente superiore. Queste
sono cristalline indicazioni dell'unica e indiscutibile creazione di Allah,
della Sua eterna conoscenza e potenza.
La ragione per cui menzioniamo specificamente i sensi dell'udito e
della vista per sottolineare l'incapacit degli evoluzionisti di capire una
prova della creazione talmente evidente. Se si chiedesse a un
evoluzionista di spiegare come possibile che un progetto e una
tecnologia talmente perfetti quali l'occhio e l'orecchio abbiano potuto
svilupparsi per azione del caso, si vedrebbe che egli non sarebbe in grado
di fornire alcuna risposta logica o ragionevole. Anche Darwin, in una
lettera inviata ad Asa Gray il 3 ottobre 1860, scrisse che "il pensiero
dell'occhio mi agghiaccia", confessando la disperazione degli
evoluzionisti di fronte all'eccellente progetto degli esseri viventi.134

CAPITOLO

13

Le affermazioni degli
evoluzionisti e la realt

ei capitoli precedenti, abbiamo constatato la mancanza di


validit della teoria dell'evoluzione sulla base delle prove fornite
dai fossili e dal punto di vista della biologia molecolare. In

questo capitolo, analizzeremo una serie di fenomeni biologici e di concetti


avanzati come prove teoretiche dagli evoluzionisti. Questi argomenti sono
particolarmente importanti in quanto mostrano come non esista alcuna
scoperta scientifica che avalli l'evoluzione, se non la distorsione e
dell'inganno.

Variazioni e specie
Variazione, un termine usato in genetica, si riferisce a un evento
genetico che provoca, in individui appartenenti a determinati gruppi o in
alcune specie, la presenza di caratteristiche diverse rispetto agli altri. Ad
esempio, tutta la popolazione della terra reca fondamentalmente le stesse
informazioni genetiche, tuttavia alcuni presentano occhi allungati, altri i
capelli rossi, alcuni hanno il naso lungo, altri sono di statura modesta,
secondo il grado di variazione potenziale dell'informazione genetica.
Gli evoluzionisti affermano che le variazioni all'interno della specie
rappresentano una prova a sostegno della loro teoria. Nondimeno, le
variazioni non costituiscono una prova per l'evoluzione in quanto non
sono altro che il risultato di differenti combinazioni di informazioni
genetiche gi esistenti a cui non aggiungono alcuna nuova
caratteristica.
Le variazioni avvengono sempre entro i limiti dell'informazione
genetica. Tale limite, in genetica, detto "pool genetico", o "fondo comune

160

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

di geni". Tutte le caratteristiche presenti nel pool genetico di una specie


possono apparire in vari modi per variazione. Per esempio, a seguito
della variazione, potrebbero comparire, in una specie rettile, variet che
presentano una coda pi o meno lunga o zampe pi corte, in quanto
queste caratteristiche sono entrambe presenti nel pool genetico dei rettili.
Nondimeno, le variazioni non trasformano questi ultimi in uccelli
aggiungendovi le ali o le penne o mutando il loro metabolismo. Un tale
cambiamento richiede un incremento delle informazioni genetiche degli
esseri viventi, che non assolutamente possibile nelle variazioni.
Darwin non era consapevole di questo fatto quando formul la sua
teoria. Egli credette che non vi fossero limiti alle variazioni. In un articolo
scritto nel 1844 afferma: "Molti autori sostengono che esista un limite
alle variazioni in natura, bench io non sia in grado di scoprire un
singolo fatto sul quale questa fede fondata".135 Ne L'origine della specie
cita diversi esempi di variazioni come prove fondamentali a sostegno
della sua teoria.
Ad esempio, secondo Darwin, gli allevatori di animali che
accoppiavano diverse variet di bovini per ottenere nuove variet che
producessero pi latte, erano destinati infine a trasformarle in specie

LA VARIAZIONE ALL'INTERNO DELLA SPECIE


NON SIGNIFICA EVOLUZIONE
Nelle Origini, Darwin ha confuso due
concetti: la variazione all'interno di una
specie e l'apparizione di una nuova
specie. Darwin, per esempio, osservando
le variet di cani pens che un giorno
una di esse si sarebbe trasformata in una
specie diversa. Ancora oggi gli
evoluzionisti tentano di presentare tali
variazioni come un'evoluzione, sebbene
proprio il contrario sia una realt
scientifica. Indipendentemente dal
numero di variet esistenti in natura
all'interno della specie cane, o allevate
dall'uomo, questi rimarranno sempre
cani. Nessuna specie si trasformer in
un'altra.

161

Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt

differenti. La nozione darviniana di "variazione illimitata" espressa con


maggior chiarezza in un brano tratto da L'origine della specie:
Non vedrei nessuna difficolt che una razza di orsi per effetto della selezione
naturale potesse diventare sempre pi acquatica per struttura ed abitudini, con
la bocca sempre pi larga, fino a dar luogo ad un essere mostruoso come la
balena.136

La ragione per cui Darwin ha citato un simile esempio deve essere


ricondotta

alla

primitiva

comprensione

della

scienza

lui

contemporanea. Da allora, la scienza ha postulato il principio di "stabilit


genetica" (omeostasi genetica) basata sui risultati degli esperimenti
condotti su esseri viventi. Questo principio sostiene che tutti i tentativi di
accoppiamento fatti per produrre nuove variazioni si sono rivelati
inconcludenti e che esistono rigide barriere tra le differenti specie di
esseri viventi. Ci significa che fu assolutamente impossibile agli
allevatori di animali di trasformare il bestiame in specie differenti
accoppiando diverse variazioni come postulato da Darwin.
Norman Macbeth, che ha confutato il darvinismo nel suo libro
Darwin Retried, scrive:

LE BALENE SI SONO EVOLUTE DAGLI ORSI?


Ne L'origine della specie, Darwin afferma che le balene si sono evolute da alcuni orsi i quali
tentavano di nuotare! Darwin suppose erroneamente che le possibilit di variazione
all'interno di una specie fossero illimitate. La scienza del XX secolo ha dimostrato che lo
scenario evoluzionistico del tutto immaginario.

162

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Il cuore del problema se gli esseri viventi siano veramente variati


illimitatamente... Le specie appaiono stabili. Tutti hanno sentito di allevatori
delusi che hanno condotto il loro lavoro fino a un certo punto, per vedere poi gli
animali o le piante tornare al punto da dove erano partiti. Nonostante gli
strenui tentativi nel corso di due o tre secoli, non mai stato possibile produrre
una rosa blu o un tulipano nero.137

Luther Burbank, considerato l'allevatore pi competente di tutti i


tempi, esprime questo fatto quando afferma che "vi sono dei limiti allo
sviluppo possibile, e questi obbediscono a una legge". 138 Affrontando
questo argomento, lo scienziato danese W. L. Johannsen ha commentato:
Le variazioni enfatizzate da Darwin e Wallace non possono essere
selettivamente spinte oltre un certo limite, in quanto tale variabilit non
contiene il segreto della "partenza indefinita".139

Le pretese evoluzioniste sulla resistenza


agli antibiotici e l'immunit
Gli evoluzionisti sostengono che la resistenza sviluppata dai batteri
contro gli antibiotici e da alcuni insetti nei confronti del DDT costituisca
una prova a favore della loro teoria. Li ritengono esempi di resistenza
acquisita e d' immunit provocati dalle mutazioni avvenute negli esseri
viventi esposti a queste sostanze.
Sia nel caso dei batteri che degli insetti queste caratteristiche non
furono successivamente acquisite contro il DDT e gli antibiotici in seguito
a mutazioni. Alcune variazioni di questi esseri viventi possedevano
queste caratteristiche gi prima che l'intera popolazione fosse soggetta a
queste sostanze. Scientific American, per quanto sia una rivista
completamente evoluzionista, ammette nel numero di marzo 1998:
Molti batteri possedevano una resistenza genetica anche prima che
entrassero nell'uso gli antibiotici commerciali. Gli scienziati non
conoscono esattamente la ragione per cui questi geni si siano evoluti e siano
stati mantenuti.140

Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt

163

L'informazione genetica che fornisce la resistenza, esistita prima


dell'esposizione agli antibiotici,

non pu essere spiegata dagli

evoluzionisti, rivelando la falsit della loro teoria.


Il fatto che la resistenza ai batteri fosse presente prima della scoperta
degli antibiotici ammesso anche dal Medical Tribune, un'importante
rivista scientifica, nel numero del 29 dicembre 1998. L'articolo tratta un
evento interessante: durante uno studio condotto nel 1986, vennero
scoperti i corpi preservati nel ghiaccio di alcuni marinai morti di malattia
durante una spedizione polare nel 1845. Si rinvennero alcuni tipi di batteri
comuni nel XIX secolo, i quali vennero analizzati; con grande sorpresa, i
ricercatori scoprirono che questi erano resistenti a molti moderni
antibiotici sviluppati soltanto nel corso del XX secolo.141
ben noto nei circoli medici che tale sorta di resistenza fosse
presente in molte popolazioni di batteri prima della scoperta della
penicillina. , quindi, del tutto falso sostenere che la resistenza dei batteri
costituisca uno sviluppo evolutivo. Com', dunque, avvenuto il processo
della cosiddetta "acquisizione batterica di immunit"?

La resistenza dei batteri agli antibiotici


I batteri presentano numerose variazioni all'interno dei loro tipi.
Alcune di queste contengono le informazioni genetiche per resistere a
differenti droghe, prodotti chimici e altre sostanze. Quando i batteri come
gruppo sono esposti a un certo tipo di droga, quelli che non sono ad essa
resistenti vengono distrutti, mentre gli altri sopravvivono e hanno
maggiore possibilit di riprodursi. I batteri non resistenti scompaiono
presto dalla popolazione e vengono rimpiazzati dagli altri, i quali si
riproducono con rapidit. Si costituisce, infine, una colonia batterica
formata unicamente di individui resistenti a quel particolare antibiotico,
che, da quel momento, diventa inefficace contro tale tipo. Il punto cruciale
che i batteri rimangono gli stessi e la specie rimane la stessa.
importante notare, a questo punto, che, contrariamente a quanto
affermato dagli evoluzionisti, non avviene alcun processo evolutivo in cui

164

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

i batteri mutino e si trasformino in discendenze di batteri resistenti a


causa dell'esposizione agli antibiotici, acquisendo cos una nuova
informazione genetica. Ci che si verifica soltanto un'eliminazione di
particolari variazioni batteriche dalla popolazione, le quali erano coesistite sin dai primordi. Questo non determina l'emergere di una nuova
specie di batteri: non "evoluzione". Al contrario, una o pi delle
variazioni esistenti scompaiono, che esattamente il processo opposto,
dal momento che l'informazione genetica andata perduta.

Immunit degli insetti al DDT


Un altro fatto che gli evoluzionisti tentano di distorcere al fine di
trasformarlo in prova a loro sostegno l'immunit al DDT
"apparentemente" acquisita dagli insetti, che abbiamo menzionato al
principio del capitolo. Tale immunit si sviluppa in modo analogo alla
resistenza batterica agli antibiotici. Non si pu in alcun modo dire che
l'immunit al DDT sia stata "acquisita" dai membri della popolazione di
insetti. Alcuni di essi erano gi immuni al DDT. Dopo la scoperta di
questo prodotto, gli insetti che vi erano stati esposti ma che non
disponevano dell'immunit furono eliminati dalla popolazione, ovvero, si
estinsero. Coloro che erano immuni, e che erano dapprincipio una
minoranza, aumentarono nel corso del tempo. L'intera specie di insetti
divenne, infine, una popolazione i cui membri erano del tutto immuni.
Quando ci avvenne, il DDT cess di essere effettivo contro di essi. A tale
fenomeno si fa solitamente, sebbene erroneamente, riferimento con il
termine "acquisizione dell'immunit al DDT da parte degli insetti".
Il biologo evoluzionista Francisco Ayala ammette questa realt
quando scrive che "le varianti genetiche richieste per la resistenza ai pi
diversi tipi di pesticidi erano apparentemente presenti in ognuna delle
popolazioni esposte a questi composti creati dall'uomo".142
Ben consapevoli che la maggioranza della gente non ha avuto alcuna
opportunit di compiere studi di microbiologia, gli evoluzionisti si
valgono dell'inganno allorquando affrontano l'argomento dell'immunit e

165

Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt

della resistenza. Utilizzano spesso questi esempi come prove inconfutabili


dell'evoluzione. Come dovrebbe essere ora chiaro, n la resistenza dei
batteri agli antibiotici n l'immunit degli insetti al DDT offre una prova
per l'evoluzione, bens dei buoni esempi dei metodi di distorsione e di
inganno a cui gli evoluzionisti sono ricorsi per giustificare la loro teoria.

La falsit degli organi rudimentali


Per lungo tempo, il concetto di "organi rudimentali" apparve
frequentemente

nella

letteratura

evoluzionista

come

"prova"

dell'evoluzione. Venne, infine, messo a riposo quando fu dimostrata la


sua invalidit. Molti evoluzionisti, tuttavia, vi credono ancora e qualcuno
tenta talvolta di proporre gli "organi rudimentali" come valida
giustificazione della sua teoria.
Tale nozione fu avanzata per la prima volta un secolo fa. Come
direbbero gli evoluzionisti, sono esistiti nei corpi di alcune creature un
numero di organi non funzionali. Questi organi erano stati ereditati dai
progenitori ed erano gradualmente divenuti rudimentali a seguito del
mancato uso. L'intera ipotesi alquanto anti-scientifica ed interamente
fondata su una conoscenza insufficiente. Questi "organi non funzionali"
erano in realt organi le cui "funzioni non erano ancora state scoperte".
Ci confermato dal graduale, seppur sostanziale, decremento della
lunga lista di organi rudimentali citati dagli evoluzionisti. S. R. Scadding,
per quanto evoluzionista, conferm la validit di questo fatto in un
articolo dal titolo "Possono gli organi rudimentali costituire una prova
dell'evoluzione?" pubblicato su Evolutionary Theory:
Dal momento che non possibile identificare senza ambiguit strutture inutili
e dal momento che la struttura dell'argomento utilizzata non scientificamente
valida, concludo che "gli organi rudimentali non forniscono alcuna
prova speciale per la teoria dell'evoluzione.143

La lista di organi rudimentali compilata dall'anatomista tedesco R.


Wiedersheim nel 1895 comprese approssimativamente 100 organi, inclusi
l'appendice e il coccige. Grazie ai progressi della scienza, venne scoperto

166

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

che tutti gli organi inclusi nella lista di


Wiedersheim avevano in realt funzioni molto
importanti per il corpo. Ad esempio, si scopr che
l'appendice, che si supponeva fosse un organo
rudimentale, era in realt un organo linfatico che
combatteva le infezioni del corpo. Questo fatto
venne chiarito nel 1997: "Altri organi corporei e
tessuti il timo, il fegato, la milza, l'appendice, il
midollo osseo e piccoli cumuli di tessuti linfatici
come le tonsille in gola e le placche di Peyer
nell'intestino tenue fanno parte del sistema
linfatico. Anch'essi aiutano il corpo nella lotta
contro le infezioni."144
Venne, inoltre, scoperto che le tonsille, che
erano state incluse nella lista, svolgevano un ruolo
significativo nel proteggere la gola contro le

Tutte gli esempi di


organi rudimentali sono
stati smentiti nel corso
del tempo. il caso
della plica semilunare
dell'occhio, menzionata
nelle Origini come
struttura rudimentale,
della quale ai nostri
giorni stata
dimostrata la completa
funzionalit,
sconosciuta al tempo di
Darwin. Questo organo
lubrifica il globo
oculare.

infezioni, in particolare fino all'adolescenza. Si anche compreso che il


coccige, all'estremit della colonna vertebrale, sostiene le ossa attorno al
bacino ed il punto di convergenza di alcuni piccoli muscoli. Negli anni
successivi, si scopr che il timo stimolava il sistema immunitario nel corpo
umano attivando le cellule T; che la ghiandola pineale era incaricata della
secrezione di alcuni ormoni importanti; che la ghiandola tiroidea
provvedeva alla solida crescita dei neonati e dei bambini; che la
ghiandola pituitaria controllava il corretto funzionamento di molte
ghiandole ormonali. Tutti questi erano un tempo considerati "organi
rudimentali". La plica semilunare nell'occhio, che Darwin consider un
organo rudimentale, svolge in realt il compito di pulire e lubrificare il
globo oculare.
Quanto affermato dagli evoluzionisti riguardo agli organi
rudimentali conteneva un grave errore logico. Come si detto, essi
affermavano che tali organi erano stati ereditati dai progenitori. Molti
organi "rudimentali" non erano, tuttavia, presenti in quelle specie viventi
che si consideravano gli antenati degli esseri umani! Ad esempio,

Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt

167

l'appendice non esiste in alcune specie di scimmie. Il noto biologo H.


Enoch, che mise in dubbio la suddetta teoria, evidenzi l'errore logico in
essa insito con le seguenti parole:
Le scimmie possiedono un'appendice, mentre non cos per i loro parenti meno
diretti, le scimmie inferiori; appare di nuovo tra i mammiferi quali l'opossum.
Come possono spiegare tutto ci gli evoluzionisti?145

Semplicemente, lo scenario degli organi rudimentali avanzato dagli


evoluzionisti contiene una moltitudine di seri errori di logica ed stato
scientificamente confutato. Non esiste alcun organo rudimentale ereditato
nel corpo umano, dal momento che gli esseri umani non si sono evoluti
da altre creature per azione del caso ma furono creati nella loro attuale,
completa e perfetta forma.

Il mito dell'omologia
Le somiglianze strutturali tra specie differenti sono dette in biologia
"omologie". Gli evoluzionisti tentano di presentare tali somiglianze come
prove della teoria in cui credono.
Darwin pensava che le creature con organi similari (omologhi)
avessero una reciproca relazione evolutiva e che tali organi dovessero
costituire l'eredit di un comune antenato. Secondo questo assunto, sia il
piccione che l'aquila avevano ali; quindi, i piccioni, le aquile, e tutti gli
altri uccelli provvisti di ali si supponeva che si fossero evoluti da un
comune antenato.
L'omologia una tesi ingannevole avanzata senza il supporto di
alcuna prova, se non quella di un'apparente somiglianza fisica. Questo
argomento non mai stato verificato neppure da una singola scoperta
concreta fin dai tempi di Darwin. In nessuno strato geologico si mai
rinvenuto un fossile dell'immaginario antenato comune delle creature con
strutture omologhe. Inoltre, ci che segue appaleser il fatto che
l'omologia non fornisce alcuna prova all'evoluzione.
1. possibile riscontrare organi omologhi in creature di specie
completamente differenti, tra cui gli evoluzionisti non sono in grado di

168

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

stabilire alcuna sorta di relazioni evolutive.


2. I codici genetici di alcune creature che presentano organi omologhi
sono completamente diversi tra loro.
3. Gli sviluppi embriologici di organi omologhi in creature diverse
sono del tutto diffferenti.
Esaminiamo ora, singolarmente, ognuno di questi punti.

Organi similari in specie viventi completamente differenti


Esiste un certo numero di organi omologhi in comune tra specie
differenti, tra le quali gli evoluzionisti non sono in grado di stabilire alcun
tipo di relazione evolutiva. Le ali ne sono un esempio. Oltre agli uccelli,
anche dei mammiferi come i pipistrelli ne sono provvisti, degli insetti e
alcuni dinosauri, che sono dei rettili estinti. Neppure gli evoluzionisti
stabiliscono una relazione o una parentela tra queste quattro differenti
classi di animali.
Un altro esempio sorprendente l'incredibile somiglianza e
similarit strutturale osservata negli occhi di creature differenti. Ad
esempio, il polpo e l'uomo sono due specie estremamente differenti, tra
cui impossibile qualsiasi tipo di relazione evolutiva, tuttavia gli occhi di
entrambi sono molto simili in termini di struttura e funzione. Neppure gli
evoluzionisti pretendono che vi sia un antenato comune tra le due specie
sebbene presentino tale similarit. Questo e numerosi altri esempi
confutano scientificamente l'asserzione che "organi omologhi provano
che le specie viventi si sono evolute da un antenato comune".
In realt, gli organi omologhi dovrebbero essere fonte di grave
imbarazzo per gli evoluzionisti. Le confessioni del noto evoluzionista
Frank Salisbury, che rivelano come specie estremamente differenti
presentino occhi simili, sottolineano l'impasse dell'omologia:
Anche qualcosa di talmente complesso come l'occhio apparso parecchie
volte; ad esempio nei calamari, nei vertebrati e negli artropodi. gi
abbastanza difficile render conto dell'origine di ci una sola volta, ma il
pensiero di doverlo ripetere pi volte,in accordo alla moderna teoria
sintetica, mi provoca un giramento di testa.146

Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt

169

L'impasse genetica e embriologica dell'omologia


Affinch la teoria evoluzionista sull'omologia possa essere presa sul
serio, gli organi simili (omologhi) nelle differenti creature dovrebbero
presentare un simile (omologo) codice del DNA. Tuttavia, non cos. In
molti casi la codificazione genetica molto differente. Inoltre, codici
genetici simili nel DNA di creature differenti sono spesso associati a
organi completamente differenti.
Michael Denton, un professore australiano di biochimica, descrive
nel suo libro Evolution: A Theory in Crisis il vicolo cieco che incontra l'interpretazione evoluzionista dell'omologia: "Le strutture omologhe sono
spesso contraddistinte da sistemi genetici non omologhi e il concetto di
omologia pu essere raramente esteso all'embriologia."147
Per poter sostenere la validit della teoria dell'omologia, lo sviluppo
embriologico (gli stadi di sviluppo nell'uovo o nell'utero materno) delle
specie con organi omologhi dovrebbe presentare un parallelismo
reciproco. In realt, lo sviluppo embriologico di tali organi
completamente differente per ogni specie vivente.
Per concludere, si pu affermare che la ricerca genetica e
embriologica ha definitivamente confutato la definizione di Darwin che il
concetto di omologia sia una "prova dell'evoluzione degli esseri viventi
da un comune antenato." A questo riguardo, la scienza ha provato per
l'ennesima volta la falsit della tesi darvinista.

Invalidit dell'omologia molecolare


La pretesa degli evoluzionisti che l'omologia costituisca una prova
dell'evoluzione invalidata non solo al livello degli organi, ma anche a
quello molecolare. Essi affermano infatti che i codici del DNA o le
strutture proteiche di differenti specie viventi siamo simili e che tale
carattere sia una prova della loro evoluzione da un comune progenitore.
Per esempio, regolarmente affermato nella stampa evoluzionista che "c'
una grande somiglianza tra il DNA di un umano e il DNA di una
scimmia" per dimostrare l'esistenza di una relazione evolutiva tra l'uomo
e la scimmia.

170

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Il pi vistoso esempio di tale sorta di argomento riguarda la presenza


di 46 cromosomi negli esseri umani e di 48 in alcune scimmie tra cui gli
scimpanz. Gli evoluzionisti considerano la prossimit nel numero di
cromosomi tra le due differenti specie una testimonianza della relazione
evolutiva. Nondimeno, se questo argomento fosse vero, l'uomo avrebbe
un parente ancora pi stretto: la patata. Il numero dei cromosomi presenti
nella patata molto pi vicino a quello degli umani che nel caso dei
gorilla o degli scimpanz: pari a 46! In altre parole, gli esseri umani e le
patate hanno lo stesso numero di cromosomi! Questo un singolare,
seppur comico esempio che mostra come le similitudini nel DNA non
possano essere considerate una prova della relazione evolutiva.
Per l'altro verso, esistono enormi differenze molecolari tra quelle
creature che sembrano molto simili e imparentate. Ad esempio, la
struttura del citocroma-C, una delle proteine vitali per la respirazione,
risulta incredibilmente diversa tra esseri viventi appartenenti alla stessa
classe. Sulla base delle ricerche condotte in questo campo, la differenza tra
due specie di rettili maggiore di quella tra un uccello e un pesce o un
pesce e un mammifero. Un altro studio ha mostrato che la differenza
molecolare tra alcuni uccelli superiore a quella tra alcuni uccelli e i
mammiferi. stato inoltre scoperto che la differenza molecolare tra batteri
che appaiono molto simili maggiore di quella tra tra mammiferi e anfibi
o insetti.148 Simili confronti sono stati condotti nei casi di emoglobina,
mioglobina, ormoni e geni con analoghi risultati.149
A proposito di queste e di altre scoperte correlate,
Michael Denton ha commentato:
A livello molecolare ogni classe unica, isolata e
disgiunta da passaggi intermedi. Cos, le molecole, come i
fossili, non hanno fornito gli elusivi passaggi intermedi tanto a
lungo cercati dalla biologia evolutiva... A livello molecolare,
nessun organismo "ancestrale" o "primitivo"
comparato ai suoi parenti... Non c' dubbio che se questa
prova molecolare fosse stata disponibile un secolo fa... l'idea di
evoluzione organica non sarebbe mai stata accettata.150

Professor Michael
Denton:
"L'evoluzionismo
una teoria in crisi."

Le affermazioni degli evoluzionisti e la realt

171

Il mito della ricapitolazione embriologica


Ci che una volta era chiamato "teoria della ricapitolazione" stato
da lungo tempo rimosso dalla letteratura scientifica, sebbene venga
ancora presentato come una realt da alcune pubblicazioni evoluzioniste.
Il termine "ricapitolazione" un condensato del detto "l'ontogenesi
ricapitola la filogenesi" proposto dal biologo evoluzionista Ernst Haeckel
alla fine del XIX secolo.
La teoria avanzata da Haeckel postula che gli embrioni viventi
ripercorrano il processo evolutivo dei loro progenitori. Egli teorizz che
nel corso del suo sviluppo nell'utero materno, l'embrione umano
dapprima mostri le caratteristiche di un pesce, poi di un rettile ed infine
quelle umane. Da allora stato provato che questa teoria non altro che
una fantasia. ormai noto che le "branchie" che ipoteticamente appaiono
nei primi stadi dell'embrione umano sono in realt le fasi iniziali del
condotto uditivo medio, della paratiroide e del timo. La parte embrionale
che venne paragonata al "sacco vitellino" si rivelata una sacca che
produce sangue per l'infante. La parte che stata
identificata come una "coda" da Haeckel e dai
suoi successori in realt la spina dorsale, la
quale rassomiglia ad una coda solo perch
prende forma prima delle gambe.
Questi fatti sono universalmente noti nel
mondo scientifico e sono accettati anche dagli
stessi evoluzionisti. George Gaylord Simpson,
uno dei fondatori del neo-darvinismo, scrive:
Haeckel travis il principio evolutivo coinvolto.
ora fermamente stabilito che l'ontogenesi non
ripete la filogenesi.151

In un articolo pubblicato su American


Scientist si legge:
La legge biogenetica sicuramente morta
stecchita. stata infine esorcizzata dai manuali di

Haeckel era un
evoluzionista sotto
molti rispetti perfino
pi ardente di Darwin.
Per questa ragione,
egli non esit a
distorcere i dati
scientifici e a produrre
varie falsificazioni.

172

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

GLI EMBRIONI UMANI NON HANNO LE BRANCHIE


Dopo essere state definite
un'eredit di antenati
passati, le pieghe sugli
embrioni umani sono oggi
considerate diversamente.
stato dimostrato che gli
embrioni umani non
ricapitolano la storia
evolutiva dell'uomo.

biologia nel corso degli anni Cinquanta. Come oggetto di serie indagini si
estinse durante gli anni Venti...152

Un altro interessante aspetto della "ricapitolazione" fu Ernst Haeckel


stesso, un ciarlatano che falsific i suoi disegni al fine di promuovere la
dottrina da lui avanzata. Le falsificazioni di Haeckel pretesero di mostrare
che gli embrioni dei pesci e dell'uomo erano simili. Quando venne
scoperto, si difese accusando anche altri evoluzionisti di aver commesso
simili colpe:
Dopo questa compromettente confessione di "falsificazione" io dovrei
considerarmi condannato e annichilito, se non avessi la consolazione di
vedere accanto a me sul banco degli imputati centinaia di colleghi colpevoli, tra
cui molti dei pi fidati osservatori e dei pi stimati biologi. La grande
maggioranza di tutti i diagrammi presenti nei migliori testi di biologia, nei
trattati e nei giornali presenta lo stesso grado di "falsificazione", in quanto sono
tutti inesatti e pi o meno manipolati, schematizzati e costruiti.153

Vi sono quindi "centinaia di colleghi colpevoli, tra cui molti dei pi


fidati osservatori e dei pi stimati biologi" i cui testi sono pieni di
pregiudizi, distorsioni e anche falsificazioni. Ci dovuto al fatto che tutti
costoro si sono auto-condizionati al fine di sostenere la causa della teoria
evolutiva, sebbene non esista neppure un briciolo di prova scientifica in
grado di avallarla.

CAPITOLO

14

La teoria dell'evoluzione:
una predisposizione al
materialismo

uanto stato esposto in questo libro dimostra la fondamentale


mancanza di basi scientifiche della teoria evoluzionista, che
entra anzi in conflitto con le nuove scoperte. In altre parole, il

potere che la sostiene non la scienza. L'evoluzione pu essere difesa da


alcuni "scienziati", ma deve esserci un altro agente essenziale all'opera.
L'altro agente la filosofia materialistica, il cui pensiero uno dei pi
antichi della storia. La sua caratteristica basilare la considerazione della
materia come un assoluto. Secondo questa filosofia, la materia infinita e
compone tutto ci che esiste. Questo approccio rende necessariamente
impossibile la credenza in un Creatore. Il materialismo stato quindi per
lungo tempo ostile a ogni tipo di fedi religiose.
La questione verte cos sulla correttezza del punto di vista
materialistico. Un metodo per verificare la veridicit di assunti filosofici
che siano in relazione con la scienza proprio l'analisi scientifica di essi.
Ad esempio, nel X secolo un filosofo avrebbe potuto sostenere l'esistenza
sulla superficie lunare di un albero divino sui cui rami sarebbero cresciute
come frutti tutte le cose viventi, le quali sarebbero poi cadute sulla terra.
Alcune persone avrebbero potuto trovare questa filosofia attraente e
avrebbero potuto crederci. Ma nel XX secolo, in un tempo in cui gli
uomini hanno camminato sulla luna, non possibile presentare tale
filosofia. L'esistenza dell'albero pu essere determinata con metodi
scientifici, cio, per mezzo dell'osservazione e della sperimentazione.
perci possibile investigare con metodi scientifici le asserzioni dei
materialisti: ovverosia, che la materia sia esistita eternamente e che possa
organizzare se stessa e dare origine alla vita senza l'intervento di un

174

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Creatore sovra-materiale. Nel fare ci, vediamo che il materialismo gi


crollato, in quanto l'idea che la materia sia esistita sin dall'eternit stata
abbattuta dalla teoria del Big Bang, che dimostra come l'universo sia
stato creato dal nulla. L'asserzione che la materia si sia auto-organizzata
e abbia dato origine alla vita non altro che la "teoria dell'evoluzione"
quella che stata esaminata in questo libro e di cui abbiamo dimostrato
il fallimento.
Se si tuttavia determinati a credere nel materialismo e si disposti
a porre tale filosofia di fronte a tutto, allora non si agisce in questo modo.
Se si "prima materialisti poi scienziati", allora non si abbandona il
materialismo quando si vede che l'evoluzione smentita dalla scienza. Al
contrario, si tenta di sostenerlo e di salvarlo in qualunque modo
servendosi dell'evoluzione. Questo esattamente ci che viene predicato
da quegli evoluzionisti che difendono oggi la loro teoria.
degno di nota il fatto che essi stessi talvolta confessino la loro
posizione. Un notissimo genetista ed evoluzionista dichiarato, Richard C.
Lewontin dell'Universit di Harvard, confessa di essere "prima un
materialista e poi uno scienziato" con queste parole:
Non che i metodi e le istituzioni della scienza ci costringano in qualche modo
ad una spiegazione materiale del mondo fenomenico, ma, al contrario, siamo
noi che siamo spinti dalla nostra aderenza a priori alle cause materiali
a creare un apparato di investigazioni e una serie di concetti che producono delle
spiegazioni materiali, senza alcuna considerazione per quanto ci possa essere
contrario all'intuizione o mistificante per i non-iniziati. Nondimeno, il
materialismo assoluto, perci non possiamo permettere l'accesso a un
Piede Divino.154

La locuzione "a priori" utilizzata da Lewontin molto importante.


Questo termine filosofico si riferisce a una presupposizione che non si
fonda su alcuna conoscenza sperimentale. Un pensiero a priori quando
lo si considera giusto e accettato senza l'ausilio di informazioni che ne
convalidino la correttezza. Come Lewontin afferma apertamente, il
materialismo un "a priori" per gli evoluzionisti ed essi tentano di

La teoria dell'evoluzione: una predisposizione al materialismo

175

adattare la scienza a questo dato. Poich il materialismo deve negare


l'esistenza di un Creatore, essi colgono l'unica alternativa disponibile,
ovvero la teoria dell'evoluzione. Non ha importanza che questa teoria sia
stata confutata da fatti scientifici; simili scienziati l'hanno accettata come
corretta "a priori".
Tale contegno pregiudiziale conduce gli evoluzionisti a credere che
"la materia inconsapevole abbia composto se stessa", un'affermazione non
solo contraria alla scienza, ma anche alla ragione. Un professore di
chimica presso l'Universit di New York ed esperto di DNA, Robert
Shapiro, che gi abbiamo citato, parla della fede degli evoluzionisti e del
dogma materialista su cui basata nei termini seguenti:
Un altro principio evolutivo quindi necessario per permetterci di superare la
distanza tra le miscele di semplici prodotti chimici naturali e il primo effettivo
replicatore. Questo principio non stato ancora dettagliatamente descritto o
dimostrato, ma stato anticipato ed ha ricevuto dei nomi, quali evoluzione
chimica e auto-organizzazione della materia. L'esistenza del principio tenuta
per certa nella filosofia del materialismo dialettico, come dimostra la sua
applicazione alle origini della vita da parte di Alexander Oparin...155

La propaganda evoluzionista, la cui presenza costante negli organi


dirigenti dei media occidentali e nelle famose e "stimate" riviste
scintifiche, il risultato di questa necessit ideologica. Poich l'evoluzione
considerata indispensabile, stata trasformata in un tab dai circoli
occidentali che stabiliscono gli standard della scienza.
Vi sono scienziati che si ritrovano in una situazione tale da essere
costretti a difendere questa teoria artificiosa o per lo meno ad evitare di
pronunciare anche una sola parola ad essa contraria al fine di
mantenere la loro reputazione. Gli accademici nei paesi occidentali sono
obbligati a pubblicare i loro articoli su certe riviste scientifiche per
ottenere o mantenere la cattedra. Tutte queste riviste che si occupano di
biologia sono controllate da evoluzionisti, i quali rifiutano qualsiasi
articolo contrario alla loro teoria, sotto la cui egemonia ogni biologo deve
condurre i suoi studi. Anche loro fanno parte dell'ordine stabilito che

176

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

considera l'evoluzione come una necessit ideologica, per questo motivo


difendono ciecamente tutte le "coincidenze impossibili" che abbiamo
esaminato in questo libro.

Confessioni materialiste
Il biologo tedesco Hoimar Von Dithfurt, noto evoluzionista, un
buon caso di fanatismo materialistico. Dopo aver citato un esempio
dell'estremamente complessa composizione della vita, Dithfurt discute se
essa possa essere emersa casualmente:
possibile che in realt tale armonia sia emersa soltanto a seguito di fortuite
coincidenze? Questa la questione principale dell'intera evoluzione biologica.
Rispondere "Si, possibile" qualcosa di simile a verificare la fede nella
moderna scienza della natura. Criticamente parlando, possiamo affermare che
chi accetta la moderna scienza della natura non ha altra alternativa che la
risposta affermativa, nel tentativo di spiegare i fenomeni naturali in modi
comprensibili evitando ogni interferenza metafisica. Nondimeno, spiegare tutto
per mezzo delle leggi della natura, ovvero, tramite le coincidenze, un segno che
egli non ha altro luogo in cui scappare. In quanto, cos'altro potrebbe fare oltre a
credere nelle coincidenze?156

Certamente, come scrive Dithfurt, l'approccio scientifico materialista


adotta come principio di base per spiegare la vita la negazione di ogni
"interferenza soprannaturale", ovvero la creazione. Accolto tale principio,
anche le cose pi impossibili vengono accettate. possibile trovare
esempi di simile dogmatismo in quasi tutta la letteratura evoluzionista. Il
prof. Ali Demirsoy, il famoso paladino della teoria evoluzionista in
Turchia, solo uno dei tanti. Come gi stato messo in evidenza, secondo
quest'ultimo: la probabilit della formazione coincidentale del citocromaC, una proteina essenziale all'esistenza, "cos improbabile come la
possibilit che una scimmia scriva la storia dell'umanit con una
macchina da scrivere senza commettere errori".157
Non c' dubbio che accettare tale possibilit significhi opporsi ai
principi della ragione e del senso comune. Anche una sola lettera scritta

La teoria dell'evoluzione: una predisposizione al materialismo

177

DARVINISMO E MATERIALISMO
La sola ragione per cui la teoria di Darwin ancora difesa, nonostante l'ovvia
confutazione da parte della scienza, il suo stretto legame con il materialismo. Il
fatto che Darwin abbia applicato alle scienze naturali la filosofia materialista, spiega
il motivo per cui i sostenitori di quest'ultima, per lo pi marxisti, continuano a
difendere il darvinismo con ogni mezzo.
Uno dei pi famosi paladini contemporanei della teoria evoluzionista, il biologo
Douglas Futuyma, ha scritto: "Insieme alla teoria materialistica della storia di Marx...
la teoria dell'evoluzione di Darwin fu un caposaldo cruciale del meccanicismo e del
materialismo." Questa una chiara ammissione che rivela perch tale teoria rivesta
tanta importanza per i suoi fautori.1
Un altro noto evoluzionista, il paleontologo Stephen J. Gould, ha detto: "Darwin ha
attribuito una consistente visione filosofica materialista alla sua interpretazione
della natura".2 Leon Trotsky, uno degli ideologi della rivoluzione comunista russa
insieme a Lenin, ha commentato: "La scoperta di Darwin fu il pi elevato trionfo
della dialettica nell'intero ambito della materia organica."3 La scienza ha tuttavia
dimostrato che il darvinismo non rappresent una vittoria per il materialismo, ma
piuttosto un segnale della sua sconfitta.
1. Douglas Futuyma, Evolutionary Biology, 2 ed., Sunderland, MA: Sinauer, 1986, p.3.
2. Alan Woods e Ted Grant, "Marxism and Darwinism", Reason in Revolt: Marxism and
Modern Science, London, 1993.
3. Alan Woods e Ted Grant, "Marxism and Darwinism", London, 1993.

Trotsky

Darwin

Marx

correttamente su una pagina conferma l'intervento di una persona.


Quando poi si vede un libro di storia, aumenta anche la certezza. Nessuno
che sia sano di mente potrebbe accettare che la composizione di tale libro
possa essere frutto del caso.
nondimeno interessante constatare che lo "scienziato evoluzionista"
prof. Ali Demirsoy accetti proposizioni irrazionali di tal sorta:

178

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

La probabilit della formazione di una sequenza di citocroma-C probabilmente


pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire
che questa ha la probabilit di realizzarsi verosimilmente una sola volta
nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di l della
nostra definizione sarebbero dovuti intervenire nella sua formazione. Accettare
quest'ultima proposizione non tuttavia appropriato agli scopi della scienza.
Noi dobbiamo, dunque, prendere in esame la prima ipotesi.158

Demirsoy prosegue affermando di ammettere l'impossibile pur di


"non accettare poteri metafisici", ovvero, rifiutare la creazione da parte di
Allah. Non quindi sorprendente che, parlando dell'origine della
mitocondria nella cellula, Demirsoy accetti apertamente il concetto di
coincidenza, per quanto sia "del tutto contrario al pensiero scientifico":
Il cuore del problema come la mitocondria abbia potuto acquisire questo
aspetto, in quanto, che ci possa essere attribuito al caso anche per un solo
individuo, richiede probabilit estreme che risultano incomprensibili... Gli
enzimi, che provvedono alla respirazione e al funzionamento come catalizzatori
ad ogni passo in una forma differente, costituiscono l'essenza del meccanismo.
Una cellula deve contenere in forma completa questa sequenza di enzimi,
altrimenti senza senso. In questo caso, nonostante ci sia contrario al
pensiero biologico, per evitare una spiegazione o una speculazione ancora pi
dogmatica, dobbiamo accettare, seppure con qualche riluttanza, che gli enzimi
della respirazione siano esistiti in forma completa nella cellula, prima che
questa venisse per la prima volta in contatto con l'ossigeno.159

La conclusione da trarre da siffatte dichiarazioni che l'evoluzione


non assolutamente una teoria costituita sulla base di ricerche
scientifiche. Al contrario, la forma e la sostanza di essa furono dettate
dalle necessit della filosofia materialistica. Divenne quindi una fede o un
dogma, nonostante i concreti fatti scientifici. possibile, inoltre, intendere
chiaramente dalla letteratura evoluzionista che tutti questi sforzi tendono
a un "fine", che quello di impedire qualsiasi fede nella Creazione.
Gli evoluzionisti definiscono tale proposito "scientifico". Ci a cui
essi fanno riferimento, tuttavia, non la scienza, ma la filosofia
materialistica. Il materialismo rifiuta radicalmente l'esistenza di qualsiasi

LA MORTE DEL MATERIALISMO


Costituendo il fondamento filosofico dell'evoluzionismo, il
materialismo ottocentesco ha
sostenuto che l'universo fosse
esistito fin dall'eternit, che non
fosse stato creato e che il mondo
organico potesse essere spiegato
in termini di interazione di
materia. Le scoperte della scienza
nel corso del XX secolo, tuttavia,
hanno completamente confutato queste ipotesi.
La supposizione che l'universo sia esistito fino
dall'eternit stata spazzata via dalla scoperta
del cosiddetto "Big-Bang", ovverosia, la grande
esplosione avvenuta all'incirca 15 miliardi di
anni fa che ha dato origine all'universo. Il BigBang mostra che tutte le sostanze fisiche
presenti nell'universo sono pervenute all'essere
dal nulla: in altre parole, sono state create. Uno
dei pi celebri paladini del materialismo, il
filosofo ateo Anthony Flew, ammette:

L'ipotesi materialistica che la vita possa essere


spiegata unicamente in termini di interazioni di
materia cos crollata di fronte alle scoperte
della scienza. In particolare, l'origine dell'informazione genetica che determina tutti gli esseri
viventi non pu in nessun modo essere
decifrata da alcun agente puramente materiale.
Uno tra i principali difensori della teoria
evoluzionista, George C. Williams, ammette
questa realt in un articolo scritto nel 1995:

La confessione notoriamente buona per


l'anima. Comincer quindi confessando
che l'ateo Stratone sarebbe imbarazzato
dal contemporaneo consenso ottenuto
dalla cosmologia (Big-Bang). Poich
sembra che i cosmologi stiano
scientificamente provando ... che
l'universo ha avuto un principio.1

Questa situazione prova la realt di una


Sapienza sopra-materiale che determina
l'esistenza dell'informazione genetica. Per la
materia impossibile produrre informazioni
all'interno di se stessa. Il direttore dell'Istituto
di Fisica e Tecnologia della Germania Federale,
il professor Werner Gitt, nota:

Il Big-Bang dimostra anche che l'universo , ad


ogni livello, opera di una creazione controllata.
Ci reso evidente dall'ordine seguito al BigBang, troppo perfetto per essersi formato a
seguito di un'esplosione incontrollata. Il famoso
fisico Paul Davies spiega questa situazione:
difficile resistere all'impressione che la
presente struttura dell'universo,
all'apparenza cos sensibile alle minime
alterazioni numeriche, non sia stata
piuttosto ponderata attentamente...
L'apparentemente miracolosa coincidenza di valori numerici che la natura ha
assegnato alle sue costanti fondamentali
rimane la prova pi astringente a
conferma di un disegno cosmico.2
La stessa realt ha indotto un professore di
astronomia americano, George Greenstein, a
dire:
Esaminando attentamente tutte le prove,
si presenta con insistenza il pensiero che
debba esservi coinvolta una qualche
forza o piuttosto Forza soprannaturale.3

I biologi evoluzionisti non sono riusciti a


comprendere che il loro lavoro coinvolge
due ambiti pi o meno incommensurabili:
quello dell'informazione e quello della
materia... il gene un pacco di
informazioni, non un oggetto... Questi
descrittori poco capaci considerano la
materia e l'informazione due distinti
domini di esistenza, che devono essere
discussi separatamente, nei loro propri
termini.4

Tutte le esperienze indicano che


necessario un pensiero il quale eserciti la
sua libera volont, conoscenza e
creativit. Non esiste alcuna legge di
natura o sequenza di eventi nota in grado
di causare l'autonoma produzione di
informazioni nella materia.5
Tutti questi fatti scientifici rivelano che
l'universo e tutti gli esseri viventi sono opera di
un Creatore, il Quale possiede un potere ed una
conoscenza eterni, Allah. Quanto al
materialismo, Arthur Koestler, uno dei pi
celebri filosofi del secolo, ha detto: "Non pu
pi pretendere di essere una filosofia
scientifica."6

1 Henry Margenau, Roy A. Vargesse, Cosmos, Bios, Theos, La


Salle IL: Open Court Publishing, 1992, p. 241.
2 Paul Davies, God and the New Physics, New York, Simon &
Schuster, 1983, p. 189.
3 Hugh Ross, The Creator and the Cosmos, Colorado Springs,
CO: Nav-Press, 1993, pp. 114-115.
4 George C. Williams, The Third Culture: Beyond the Scientific
Revolution, New York, Simon & Schuster, 1995, pp. 42-43.
5 Werner Gitt, In the Beginning Was Information, CLV, Bielefeld,
Germany, p. 107, 141.
6 Arthur Koestler, Janus: A Summing Up, New York, Vintage
Books, 1978, p. 250.

180

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

cosa "oltre" la materia ( o di qualcosa soprannaturale). La scienza stessa


non obbligata a conformarsi a tale dogma. Essa comporta l'esplorazione
della natura e la formulazione di conclusioni sulla base di quanto si
scoperto. Se ci porta alla deduzione che la natura stata creata, la scienza
deve accettarlo. Questo il dovere di un vero scienziato; non quello di
difendere scenari impossibili o i sorpassati dogmi materialisti del XIX
secolo.

I materialisti, la falsa religione e la vera religione


Finora abbiamo esaminato come i circoli materialisti hanno confuso
la scienza, velato la realt e ingannato la gente, al fine di salvare la fede in
cui credono ciecamente. Detto questo, dobbiamo anche ammettere che tali
circoli prestano un "servizio" significativo, per quanto a loro insaputa.
Essi compiono tale "servizio", per mezzo del quale cercano di
giustificare le loro idee false e atee, esponendo tutte le insensatezze e
inconsistenze del pensiero tradizionalista e intollerante che posa in nome
dell'Islam. Le offese del circolo ateo-materialista sono servite a rivelare la
falsa religione che non ha alcun tipo di relazione con il Corano o l'Islam;
la quale dipende da dicerie, supersitizioni e futilit e che non ha alcun
argomento consistente da avanzare. Cos vengono rivelate tutte le
incoerenze, le discrepanze e le illogicit della falsa religione, difese da tali
circoli insinceri che agiscono ingiustamente in nome dell'Islam senza fare
affidamento su valide prove.
In questo modo i materialisti aiutano molte persone a comprendere
l'oscurit della mentalit intollerante e tradizionale e li incoraggiano a
cercare l'essenza e la fonte reale della religione che si fonda sul Corano e
ad esso aderisce. Sebbene involontariamente, essi obbediscono al
comando di Allah e servono la Sua religione. Essi rivelano, inoltre, quanto
sia semplice la mentalit che presenta, in nome di Allah, una religione
falsa spacciata a tutti sotto il nome Islam e aiutano a indebolire il potere
di questo sistema fanatico che minaccia la societ.
Cos, volenti o nolenti, in accordo col loro destino, essi diventano i

La teoria dell'evoluzione: una predisposizione al materialismo

181

mezzi del decreto di Allah, provocando uno scontro vicendevole tra gli
antagonisti della vera religione, come stabilito nel Corano:
Se Allah non respingesse alcuni per mezzo di altri, la terra sarebbe
certamente corrotta, ma Allah pieno di grazia per le creature. (Surat
al-Baqara, 251)

A questo punto, pensiamo sia necessario lasciare aperta una porta ad


alcuni sostenitori del pensiero materialistico evoluzionista. Queste
persone, che un tempo devono aver intrapreso un'onesta ricerca, sono
state tuttavia allontanate dalla vera religione sotto l'influsso di discorsi
infondati in nome dell'Islam, di falsit prodotte in nome del Profeta e di
dicerie a cui sono stati soggetti fin dall'infanzia, non avendo mai la
possibilit di scoprire autonomamente la verit. Essi devono avere
imparato la religione dai libri che ad essa si opponevano, i quali tentavano
di identificare l'Islam con le falsit e le superstizioni che non si trovano nel
Corano, con il tradizionalismo e il fanatismo. L'essenza e l'origine
dell'Islam sono del tutto differenti e, per di pi, completamente
incompatibili con tutto quanto stato a loro insegnato. Per questa
ragione, gli consigliamo di procurarsi un Corano prima possibile e di
leggere il libro di Allah con cuore aperto e una visione coscienziosa e
priva di pregiudizi, in modo tale da imparare la religione alla sua fonte.
Se avranno bisogno di aiuto, potranno consultare i libri scritti dall'autore
di questo studio, Harun Yahya, sui concetti fondamentali del Corano.

CAPITOLO

15

I mezzi di comunicazione:
terreno fertile per l'evoluzione

ome stato finora dimostrato, la teoria dell'evoluzione non


fondata su basi scientifiche. La maggior parte della popolazione
mondiale, tuttavia, inconsapevole di ci e considera

l'evoluzione un fatto scientifico. La ragione principale di questo inganno


il sistematico indottrinamento e la propaganda condotti dai mezzi di
comunicazione. Per questo motivo, dobbiamo menzionare le particolari
caratteristiche di tale azione.
Qualora si considerino attentamente i media occidentali, ci si
imbatter frequentemente in informazioni concernenti la teoria
dell'evoluzione. Le organizzazioni che ne hanno il controllo e riviste
famose e "rispettabili" periodicamente portano all'attenzione questo
soggetto. Se si esamina il loro approccio, se ne ricava l'impressione che
questa teoria sia un fatto assolutamente provato, che non lascia spazio ad
alcuna discussione.
La gente ordinaria che legge questo tipo di notizie indotta a
pensare che la teoria evoluzionista sia una realt certa quanto le leggi
della matematica. Notizie di tal sorta, che appaiono sui media principali,
vengono poi diffuse da quelli locali. Questi stampano quindi titoli a
caratteri cubitali: "Secondo la rivista Time stato rinvenuto un nuovo

fossile che riempie il vuoto nella catena fossile"; oppure "Nature" rivela
che gli scienziati hanno fatto luce sul problema finale della teoria
evoluzionista". Il ritrovamento "dell'ultimo anello mancante della catena
evolutiva" non significa niente, in quanto non esiste neppure una singola
prova che avalli l'evoluzione. Tutto ci che viene avanzato come prova
falso, come abbiamo dimostrato nei capitoli precedenti. Oltre ai media, lo

I mezzi di comunicazione: terreno fertile per l'evoluzione

183

PROPAGANDA EVOLUZIONISTA

Dal momento
che le riviste
scientifiche
popolari
hanno
assunto la
leadership
della
propaganda
evoluzionista,
assumono un
ruolo
importante
nell'incoraggiare il
pubblico ad
accettare la
nota teoria.

stesso fenomeno si ripete nel caso di fonti scientifiche, enciclopedie e testi


di biologia.
In breve, sia i media che i circoli accademici, che sono al servizio di
centri di potere anti-religiosi, mantengono una visione interamente
evoluzionista che viene imposta alla societ. Tale azione stata cos
efficace che, nel corso del tempo, ha reso l'evoluzione un'idea irrefutabile,
la cui negazione paragonata ad un rifiuto della scienza e al disprezzo
delle realt fondamentali. Questa la ragione per cui, nonostante siano
state rivelate cos tante deficienze (specialmente a partire dal 1950),
confessate per di pi dagli stessi scienziati evoluzionisti, sia tuttora
impossibile trovare una forma di critica all'evoluzione presso i circoli
scientifici o nei media.
Ampiamente accettate in occidente come i pi prestigiosi veicoli
d'informazione sulla biologia e la natura, riviste quali Scientific American,

184

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

FAVOLE EVOLUZIONISTE
'evoluzione , come stato notato una volta da un eminente scienziato, una
favola per adulti. una descrizione completamente irrazionale ed
antiscientifica, secondo la quale la materia non vivente ha una sorta di potere
magico e l'intelligenza per creare forme di vita complessa. Questo lungo racconto
contiene storie molto interessanti su alcuni particolari argomenti. Una di queste
curiose favole evoluzioniste riguarda "l'evoluzione della balena", pubblicata su
National Geographic, una delle pi prestigiose e serie pubblicazioni scientifiche al
mondo:

La superiorit di dimensioni della balena ebbe inizio probabilmente sessanta


milioni di anni orsono, quando un peloso mammifero a quattro zampe, in cerca
di cibo o rifugio, si avventur nell'acqua. Col passare degli eoni, si ebbero dei
lenti cambiamenti. Le zampe posteriori scomparirono, quelle anteriori si
tramutarono in natatoie, il pelame lasci il posto a uno spesso e liscio strato di
grasso, le narici si trasferirono alla sommit del capo, la coda si ampli e il
corpo divenne enorme.1a
Oltre al fatto di non disporre di alcuna base scientifica, simili eventi sono anche
contrari ai principi della natura. Questa favola, pubblicata da National Geographic,
degna di nota in quanto mostra il grado di falsit di pubblicazioni evoluzioniste
apparentemente serie.
Un'altra storia singolare quella sull'origine dei mammiferi. Gli evoluzionisti
sostengono che i mammiferi abbiano avuto origine dai rettili. Tuttavia, quando si
giunge al punto di dover spiegare i dettagli di questa pretesa trasformazione, la
narrazione diventa interessante. Eccone un esempio:
La maggior parte dei rettili abitanti nelle regioni pi fredde iniziarono a
sviluppare un metodo per mantenere caldi i loro corpi. La loro produzione di
calore increment con il freddo, mentre la perdita di calore fu ridotta quando le
scaglie divennero pi piccole e appuntite evolvendosi in pelame. Il sudore fu
anche una forma di adattamento per regolare la temperatura corporea, un
dispositivo per raffreddare il corpo quando necessario tramite l'evaporazione
dell'acqua. Ma, incidentalmente, i giovani di questi rettili cominciarono a leccare
il sudore delle loro madri per nutrirsi. Certe ghiandole sudoripare iniziarono a
secernere una escrezione sempre pi ricca che infine divenne latte. Cos i
giovani di questi primi mammiferi poterono cominciare a vivere in modo
migliore.2a
L'idea che un cibo perfetto come il latte possa aver avuto origine da ghiandole
sudoripare e tutti gli altri dettagli sopracitati costituiscono soltanto il frutto bizzarro
di una fantasia evolutiva priva di basi scientifiche. (p. 150)

1 Victor B. Scheffer, "Exploring the Lives of Whales", National Geographic, vol. 50,
December 1976, p. 752
2 George Gamow, Martynas Ycas, Mr. Tompkins Inside Himself, London: Allen &
Unwin, 1968, p. 149

I mezzi di comunicazione: terreno fertile per l'evoluzione

185

Nature, Focus e National Geografic adottano la teoria dell'evoluzione come


ideologia ufficiale e tentano di presentarla come un fatto provato.

Bugie nascoste
Gli evoluzionisti traggono un grande vantaggio dal programma di
"lavaggio del cervello" offertogli dai media. Molte persone credono in
modo talmente incondizionato nell'evoluzione da non preoccuparsi
neppure di chiedere "come" e "perch". Ci significa che gli evoluzionisti
possono camuffare le loro menzogne come preferiscono per essere pi
persuasivi.
Ad esempio, anche nei testi evoluzionisti pi "scientifici" la
"transizione dall'acqua alla terra", che uno dei fenomeni pi
inesplicabili, viene "spiegato" con ridicola semplicit. Secondo
l'evoluzione, la vita ebbe inizio nell'acqua e i primi animali sviluppati
furono i pesci. La teoria narra che un giorno questi pesci iniziarono a
lanciarsi sulla terra per una causa non ben definita, ( per lo pi addotta
la ragione della siccit); quelli che decisero di permanervi svilupparono
piedi invece di pinne e polmoni in luogo di branchie.
I libri maggiormente evoluzionistici non parlano di "come" ci possa
essere avvenuto. Anche nelle fonti pi "scientifiche", l'assurdit di tale
asserzione viene nascosta dietro a proposizioni quali "il trasferimento
dall'acqua alla terra fu conseguito".
Come fu conseguito questo trasferimento? Sappiamo che un pesce
non pu vivere pi di pochi minuti fuori dall'acqua. Se supponessimo che
l'asserita siccit avesse costretto il pesce a avanzare sulla terra, cosa
sarebbe accaduto di lui? La risposta evidente. Tutti i pesci fuoriusciti
dall'acqua sarebbero morti nel giro di pochi minuti. Anche se questo
processo fosse perdurato per un lasso tempo di dieci milioni di anni, la
risposta sarebbe ancora la stessa, i pesci sarebbero morti uno ad uno. La
ragione che un organo talmente complesso come un polmone completo
non avrebbe potuto pervenire all'essere per un "accidente" improvviso,
ovvero, per mutazione; un mezzo polmone, del resto, del tutto inutile.

186

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Ma ci esattamente quanto proposto dagli evoluzionisti. Il


"trasferimento dall'acqua alla terra", il "trasferimento dalla terra
all'aria" e molti altri ipotetici salti vengono "spiegati" in maniera cos
illogica. Per quanto riguarda la formazione di organi realmente complessi
come l'occhio e l'orecchio preferiscono tacere.
facile influenzare l'uomo della strada con il pacco della "scienza".
Si disegna un'immagine fantasiosa che rappresenti la transizione
dall'acqua alla terra, si inventano termini latini per gli animali acquatici,
per i loro "discendenti" terrestri e le "forme di transizione intermedie" (che
sono animali immaginari), si fabbrica quindi una bugia elaborata:
"L'Eusthenopteron si trasforma dapprima in un Rhipitistian
Crossoptergian, poi in un Ichthyostega nel corso di un lungo processo
evolutivo". Se si pongono queste parole sulla bocca di uno scienziato con
occhiali dalle lenti spesse e un camice bianco, si otterr un grande
successo nel convincere molte persone, in quanto i mezzi di
comunicazione, che si dedicano alla divulgazione dell'evoluzione,
annunceranno al mondo la buona notizia con grande entusiasmo.

CAPITOLO

16

Conclusione:
l'evoluzione un inganno

sistono molte altre prove, oltre alle leggi scientifiche, che


confutano l'evoluzione, ma in questo libro ne abbiamo potute
considerare soltanto alcune. Anche queste dovrebbero, tuttavia,

essere sufficienti a rivelare una verit fondamentale. Sebbene si nasconda


sotto le spoglie della scienza, la teoria dell'evoluzione non altro che un
inganno: un inganno difeso soltanto al fine di sostenere la filosofia
materialistica; un inganno basato non sulla scienza, ma sul lavaggio del
cervello, la propaganda e la frode.
Ci che segue la sintesi di quanto si detto finora.

La teoria dell'evoluzione crollata


La teoria dell'evoluzione viene meno fin dai primi passi. La ragione
che i suoi sostenitori non sono in grado di spiegare neppure la
formazione di una singola proteina. N le leggi della probabilit, n le
leggi della fisica e della chimica offrono alcuna possibilit alla fortuita
formazione della vita.
Sembra forse logico o ragionevole che, pur non potendo esistere
neppure una singola proteina formata dal caso, milioni di tali proteine si
siano combinate insieme al fine di produrre una cellula; e che miliardi di
cellule si siano formate e si siano aggregate casualmente per produrre
esseri viventi; e che da essi si siano generati i pesci e che questi, passati
sulla terra, si siano trasformati in rettili, uccelli e in tutti i milioni di specie
differenti che popolano la terra?
Anche se questo non sembra logico, ci che credono gli
evoluzionisti.

188

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Nondimeno, ci soltanto una credenza o piuttosto una fede in


quanto non sono neppure in grado di avanzare una singola prova che
attesti la loro storia. Non mai stata trovata una sola forma transizionale
quale un mezzo-pesce/mezzo-rettile o un mezzo-rettile/mezzo-uccello.
Non sono mai stati capaci di provare che una proteina, o una singola
molecola di amminoacido che la compone, possa essersi formata in quelle
che essi chiamano condizioni primordiali della terra, neppure nei loro
laboratori minuziosamente equipaggiati. Al contrario, con i loro sforzi, gli
evoluzionisti stessi hanno dimostrato che nessun processo evolutivo
mai avvenuto, n potr mai accadere.

L'evoluzione non potr essere provata neppure nel futuro


Di fronte a tutto questo, gli evoluzionisti possono solo consolarsi
sognando che un giorno la scienza risolver in qualche modo tutti i loro
dilemmi. Che la scienza, tuttavia, possa mai provare una teoria talmente
infondata e illogica del tutto fuori discussione, indipendentemente dallo
scorrere del tempo. All'opposto, i progressi della scienza rendono solo pi
chiara ed evidente l'insensatezza di quanto affermato dagli evoluzionisti.
Ci quanto avvenuto finora. Con la progressiva scoperta di
ulteriori dettagli sulla struttura e le funzioni della cellula vivente,
divenuto esaustivamente palese che questa non una semplice
composizione dovuta al caso, come si era creduto sulla base della
primitiva comprensione della biologia al tempo di Darwin.
Essendo la situazione cos auto-evidente, negare la realt della
creazione, fondare le origini della vita su coincidenze estremamente
improbabili e difendere tale assunto con insistenza, potrebbe divenire in
seguito una fonte di grave umiliazione. Dal momento che la vera faccia
della teoria dell'evoluzione diviene sempre pi chiara agli occhi della
pubblica opinione, non passer molto tempo prima che i suoi fanatici
sostenitori dovranno mostrare le loro nudit.

Conclusione: l'evoluzione un inganno

189

Il maggiore ostacolo all'evoluzione: l'anima


Esistono molte specie al mondo che si rassomigliano. Ad esempio, vi
sono molti esseri viventi simili al cavallo o al gatto e molti insetti che
potrebbero sembrare uguali. Tali somiglianze non sorprendono.
La superficiale similitudine tra l'uomo e la scimmia in qualche modo
attrae troppo l'attenzione. Tale interesse si spinge talvolta cos avanti che
taluni giungono a credere alla falsa tesi dell'evoluzione. In realt tali
somiglianze non provano nulla. Il coleottero rinoceronte e il rinoceronte
possono anche presentare alcune somiglianze superficiali, sarebbe
tuttavia ridicolo cercare di stabilire un qualche legame evolutivo tra
queste due creature, essendo una un insetto e l'altra un mammifero.
Oltre alla somiglianza superficiale, le scimmie non possono dirsi pi
vicine all'uomo di altri animali. Allo stato attuale, se si considera il grado
d'intelligenza, allora l'ape, che produce le strutture geometricamente
miracolose degli alveari, o il ragno, la cui tela un miracolo d'ingegneria,
si possono dire pi vicini all'uomo. Essi sono addirittura superiori sotto
alcuni aspetti.
Esiste una grande differenza tra l'uomo e la scimmia, nonostante la
rassomiglianza meramente esteriore. Una scimmia un animale e come
tale non diversa da un cavallo o un cane qualora si consideri il suo
livello di coscienza. L'uomo consapevole, un essere dotato di forte
volont, che pu pensare, parlare, capire, decidere e giudicare. Tutte
queste caratteristiche sono le funzioni dell'anima che l'uomo possiede.
Questa la principale differenza che determina un'enorme distanza tra
l'uomo e le altre creature. Nessuna somiglianza fisica pu superarla. In
natura, il solo essere vivente dotato di anima l'uomo.

Allah crea secondo il Suo Volere


Cambierebbe qualcosa se lo scenario avanzato dagli evoluzionisti
fosse realmente esistito? Per nulla. In quanto ogni stadio prospettato dalla
loro teoria e basato sulla coincidenza avrebbe potuto realizzarsi soltanto a
seguito di un miracolo. Anche se la vita fosse gradualmente avanzata

190

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

secondo tale successione, ogni stadio progressivo avrebbe potuto essere


determinato solo da una volont cosciente. Non soltanto improbabile
che tale processo sia nato dal caso, impossibile.
Se si dice che una molecola proteica si formata in primordiali
condizioni atmosferiche, si deve ricordare che gi stato dimostrato dalle
leggi della probabilit, della fisica e della chimica come ci non possa
essere avvenuto per caso. Se si deve accettare che stata prodotta, allora
non resta altra alternativa che ammetterne l'attribuzione alla volont di
un Creatore. La stessa logica si applica all'ipotesi avanzata dagli
evoluzionisti. Ad esempio, non c' alcuna prova paleontologica n
giustificazione fisica, chimica, biologica o logica che provi il passaggio dei
pesci dall'acqua alla terra e la formazione degli animali terrestri. Ma se
qualcuno deve credere che i pesci si sono arrampicati sulla terra e si sono
trasformati in rettili, allora deve anche accettare l'esistenza di un Creatore
capace di realizzare qualunque Suo volere pronunciando solo il verbo
"sii". Ogni altro tentativo di spiegare tale miracolo una contraddizione
intrinseca e una violazione dei principi della ragione.
La realt chiara ed evidente. Tutta la vita il prodotto di un
progetto perfetto e di una creazione superiore. Questo offre una prova
concreta dell'esistenza di un Creatore, Colui Che detiene un potere,
un'intelligenza e una conoscenza infiniti.
Il Creatore Allah, il Signore dei cieli e della terra e di tutto ci che
tra loro.

CAPITOLO

17

La realt della creazione

elle sezioni precedenti, abbiamo esaminato le ragioni per cui la


teoria dell'evoluzione, che nega la creazione della vita, sia una
falsit assolutamente contraria ai fatti scientifici. Abbiamo visto

come la scienza moderna, per mezzo di alcune sue branche quali la


paleontologia, la biochimica e l'anatomia, riveli palesemente che tutti gli
esseri viventi sono creati da Allah.
In realt, per osservare ci non necessario ricorrere ai complicati
risultati ottenuti nei laboratori di biochimica o negli scavi geologici. I
segni di una sapienza straordinaria sono visibili in tutti gli esseri viventi.
Una tecnologia e progettazione mai raggiunta dagli esseri umani
presente nel corpo degli insetti o di un piccolo pesce nelle profondit dei
mari. Alcuni esseri viventi, seppur privi di cervello, possono compiere
lavori cos complessi che neppure l'uomo in grado di realizzare.
Questa grande sapienza, disegno e progetto che predomina su tutta
la creazione fornisce senza dubbio la prova dell'esistenza di un supremo
Creatore nelle cui mani il governo dell'intera natura, Allah. Egli ha
provvisto tutti gli esseri viventi di fattezze straordinarie e ha mostrato agli
uomini i segni evidenti della Sua esistenza e del Suo potere.
Nelle pagine seguenti, esamineremo soltanto alcune delle
innumerevoli prove della Creazione in natura.

Le api e le meraviglie architettoniche dei favi


Le api producono pi miele di quanto ne abbiano bisogno e lo
immagazzinano nei favi, la cui struttura esagonale ben nota. Ci si mai
chiesti perch le api costruiscono favi esagonali piuttosto che ottagonali o
pentagonali?

192

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

I matematici che hanno tentato di rispondere alla


domanda

sono

pervenuti

un'interessante

conclusione: "Un esagono la forma geometrica


pi appropriata per il massimo uso di una data
area."
Una cella esagonale richiede la minima quantit
di cera per la costruzione, mentre permette di
immagazzinare la massima quantit di miele. Cos le api si servono della
pi appropriata forma possibile.
Il metodo utilizzato per la costruzione del favo parimenti
incredibile: le api iniziano ad edificare l'alveare da due o tre punti
differenti e contemporaneamente fabbricano i favi in due o tre file.
Sebbene comincino da luoghi differenti, le api, assai numerose,
costruiscono esagoni identici, i quali, congiunti insieme successivamente,
costituiscono i favi. I punti di congiunzione degli esagoni sono assemblati
tanto abilmente da non permettere di cogliere la progressione delle
operazioni.
Di fronte a questa performance straordinaria, si deve senza dubbio
ammettere l'esistenza di una volont superiore che provvede a queste
creature. Gli evoluzionisti tentano di spiegare questi risultati con il
concetto di "istinto", presentandolo come un semplice attributo delle api.

La realt della creazione

193

Nondimeno, se c' un istinto all'opera, il quale guida tutte le api e


permette che lavorino in armonia per quanto inconsapevoli l'una
dell'altra, allora ci presuppone l'esistenza di una Sapienza eminente a
Cui spetta il governo di queste creature.
Per semplificare, Allah, il creatore delle api, "ispira" loro ci che
devono fare. Questo fatto stato dichiarato nel Corano quattordici secoli
orsono:
Ed il tuo Signore ispir alle api: "Dimorate nelle montagne, negli
alberi e negli edifici degli uomini.
Cibatevi di tutti i frutti e vivete nei sentieri che vi ha tracciato il vostro
Signore". Scaturisce dai loro ventri un liquido dai diversi colori, in cui
c' guarigione per gli uomini. Ecco un segno per gente che riflette.
(Surat An-Nahl, 68-69)

Architetti sorprendenti: le termiti


Nessuno pu evitare di sorprendersi osservando un termitaio eretto
sul terreno. Ci accade in quanto i nidi di termiti sono miracoli
architettonici che possono raggiungere l'altezza di 5-6 metri. In essi sono
presenti sistemi sofisticati in grado di soddisfare tutti i bisogni delle
termiti, le quali non possono mai apparire alla luce del sole a causa della
loro struttura corporea. Nei termitai si trovano sistemi di ventilazione,
canali, stanze per le larve, corridoi, aree per la coltivazione di funghi,
uscite di sicurezza, camere per le temperature fredde o
calde; in breve, tutto. La cosa pi sorprendente
che le termiti che costruiscono questi nidi sono
cieche.160
Nondimeno, vediamo che, comparando le dimensioni di una termite e il suo
nido, esse realizzano con successo un
progetto architettonico 300 volte superiore a loro.
Le termiti hanno un'altra carat-

194

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

teristica sorprendente: se si divide in due parti un termitaio durante le


prime fasi della costruzione e si ricompone dopo un certo periodo, si
vedr che tutti i i passaggi, i canali e le strade si intersecano tra loro. Le
termiti proseguono il loro lavoro
come se non fossero mai state
separate e fossero dirette da un
singolo centro.

Il picchio
Tutti sanno che il picchio
costruisce il suo nido beccando i
tronchi degli alberi. Ci che molti
non considerano, tuttavia, come
non subisca alcuna emorragia
cerebrale quando colpisce tanto
energicamente con la testa. L'opera
del picchio in certo qual modo
paragonabile a un uomo che pianti
un chiodo nel muro con la testa. Se
un uomo si avventurasse a fare qualcosa di simile, subirebbe
probabilmente uno shock cerebrale a cui seguirebbe un'emorragia. Un
picchio, tuttavia, in grado di beccare un duro tronco d'albero per 38-43
volte nell'arco di 2,10 e 2,69 secondi senza che nulla gli accada, in quanto
la sua testa stata creata adatta a questo scopo. Il cranio del picchio ha un
sistema di "sospensione" che riduce e assorbe la forza dei colpi. Vi sono
speciali tessuti ammorbidenti tra le ossa del cranio.161

Il sistema sonar dei pipistrelli


I pipistrelli volano nell'oscurit senza problemi per mezzo di un
sistema di navigazione molto interessante. il cosiddetto sistema "sonar",
per il quale le forme degli oggetti circostanti sono determinate grazie
all'eco di onde sonore.

La realt della creazione

195

Un uomo giovane pu a mala pena cogliere un suono con una


frequenza di 20000 vibrazioni al secondo. Un pipistrello munito di uno
speciale "sistema sonar" fa uso di suoni la cui frequenza pari a 50000200000 vibrazioni al secondo. Invia questi suoni in tutte le direzioni 20 o
30 volte al secondo. L'eco del suono cos potente che il pipistrello non
solo individua l'esistenza di oggetti sul suo
cammino, ma determina anche la
locazione della sua preda
mentre questa in volo.162

Le balene
I mammiferi hanno bisogno
di respirare regolarmente, per
questa ragione l'acqua non un
ambiente molto adatto. Nella
balena, che un mammifero marino,
questo problema risolto grazie a un
sistema respiratorio molto pi efficiente di
quello di molti animali terrestri. Le balene espirano in una sola volta il
90% dell'aria che necessitano. In tal modo, esse hanno bisogno di respirare
solo a lunghi intervalli. Allo stesso tempo, hanno una sostanza altamente
concentrata detta mioglobina che le permette di immagazzinare ossigeno
nei loro muscoli. Grazie a questi sistemi, la balenottera pu immergersi
fino a 500 metri e nuotare per 40 minuti senza respirare.163 Le narici della
balena, d'altra parte, sono poste sulla schiena a differenza dei mammiferi
terrestri per poter respirare meglio.

La zanzara
Si pensa sempre alla zanzara come a un animale volante. In realt, la
zanzara trascorre le prime fasi del suo sviluppo nell'acqua, da cui esce,
grazie a un "progetto" eccezionale, provvista di tutti gli organi che
necessita.

196

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

La zanzara inizia a volare


con speciali sistemi sensori di
cui dispone per determinare la
posizione della sua preda. Per
via di questi sistemi, ricorda un
aeroplano da combattimento
carico di rivelatori di calore,
gas, umidit e odori. Ha anche
la capacit di "vedere in
conformit alla temperatura",
che le permette di scoprire la
preda nella totale oscurit.
La tecnica di "suzione del sangue" avviene in maniera estremamente
complessa. Per mezzo di un sistema a sei lame, la zanzara taglia la pelle
come con una sega. Durante questo processo, una speciale secrezione
intorpidisce i tessuti della ferita in modo tale che la persona non si accorga
neppure di quanto sta avvenendo. Questa secrezione, allo stesso tempo,
previene la coagulazione del sangue e assicura la continuit del processo
di suzione.
Se mancasse anche uno solo di questi elementi, la zanzara non
potrebbe nutrirsi di sangue e continuare a riprodursi. Per il suo progetto
eccezionale, anche la pi piccola creatura un segno evidente della
Creazione. Nel Corano, ci viene messo in risalto come una prova
dell'esistenza di Allah per gli uomini dotati di intelletto:
In verit Allah non esita a prendere ad esempio un moscerino o qualsiasi altra
cosa superiore. Coloro che credono sanno che si tratta della verit che proviene
dal loro Signore; i miscredenti invece dicono: "cosa vuol dire Allah con un
simile esempio?". [Con esso] ne allontana molti e molti ne guida. Ma non
allontana che gli iniqui.

Uccelli predatori dotati di vista acuta


Gli uccelli predatori hanno una vista acuta che gli permette di

La realt della creazione

197

determinare esattamente le distanze


mentre attaccano la loro preda.
Inoltre, la larghezza dei loro occhi
contiene un maggior numero di
cellule visive che ne acuisce la
capacit. Vi sono pi di un milione di
cellule visive negli occhi degli uccelli
predatori.
Le aquile, che volano ad altezze
di migliaia di metri, hanno una vista
talmente acuta da poter scrutare
perfettamente

la

terra

da

tali

altitudini. Cos come gli aerei da


guerra possono scorgere i loro
obiettivi a migliaia di metri di
distanza, anche le aquile sono in
grado di distinguere le loro prede,
percependo le pi tenui differenze di colore e i minimi movimenti sulla
terra. L'occhio dell'aquila ha un angolo di visione di trecento gradi e pu
ingrandire un'immagine di sei o sette volte.
Le aquile possono esplorare un'area di 30000 ettari volando a
un'altitudine di 4500 metri. Sono in grado di distinguere agevolmente un
coniglio nascosto tra l'erba da una quota di 1500 metri. evidente che la
straordinaria struttura oculare dell'aquila stata specificamente
progettata per questa creatura.

La tela del ragno


Il ragno chiamato Dinopis ha una grande abilit nel cacciare.
Piuttosto che servirsi di una tela statica ed aspettare, ne tesse una piccola
ma molto inusuale che getta sulla preda, la quale viene successivamente
avviluppata saldamente. L'insetto intrappolato non pu fare nulla per
liberarsi. La rete costruita in modo talmente perfetto che l'insetto resta

198

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

ancora pi impigliato se tenta di districarsi.


Per immagazzinare il suo cibo, il ragno
avvolge la preda con altro filo, come se lo
impacchettasse.
Come pu questo ragno fabbricare una
tela cos perfetta per quanto riguarda la meccanica e la struttura chimica?
impossibile che un ragno abbia acquisito una tale abilit per
coincidenza come affermano gli evoluzionisti. Il ragno privo di facolt
quali l'apprendimento e la memorizzazione e non ha neppure un cervello
in grado di svilupparle. Ovviamente, questa capacit conferita al ragno
dal suo creatore, Allah, l'Onnipotente.
Nella tela del ragno sono celati miracoli molto importanti. Il filo, il
cui diametro inferiore a un millesimo di millimetro, 5 volte pi
resistente di un filo d'acciaio dello stesso spessore. Esso ha anche la
caratteristica di essere estremamente leggero. Un filo di lunghezza pari a
quella necessaria a attorniare tutta la terra peserebbe soltanto 320
grammi.164 L'acciaio, una sostanza specificamente prodotta dall'industria,
uno dei materiali pi forti fabbricati dall'uomo. Nondimeno, il ragno
pu produrre nel suo corpo un filo ancor pi solido dell'acciaio
servendosi della sua millenaria conoscenza e tecnologia. Di che
conoscenza e tecnologia si serve il ragno per produrre la sua tela?
Come vedremo, tutti i mezzi tecnici e tecnologici a disposizione
dell'uomo restano indietro rispetto a quelli del ragno.

La realt della creazione

199

Animali ibernanti
Gli animali ibernanti possono continuare a vivere per quanto la
temperatura del loro corpo raggiunga lo stesso grado di quella esteriore
in condizioni di gelo estremo. Come possibile?
I mammiferi sono animali a sangue caldo. Ci significa che in
condizioni normali la loro temperatura rimane costante grazie al
termostato naturale insito nel loro corpo che la mantiene regolata.
Durante l'ibernazione, nondimeno, il normale calore corporeo di alcuni
piccoli mammiferi come lo scoiattolo, pari a circa 40 gradi, si abbassa fino
a raggiungere quasi il punto di congelamento. Il metabolismo del corpo
rallenta notevolmente. L'animale inizia a respirare molto lentamente e il
normale battito cardiaco, che di 300 volte al minuto, cade a 7-10 battiti
al minuto. I normali riflessi corporei si fermano e le attivit elettriche nel
cervello rallentano fino a quasi scomparire.
Uno dei pericoli dell'immobilit il congelamento dei tessuti in
condizioni di freddo intenso o la loro distruzione da parte di cristalli di
ghiaccio. Gli animali ibernanti sono, tuttavia, protetti da questi pericoli
grazie alle speciali caratteristiche di cui sono dotati. I fluidi corporei di tali
animali sono mantenuti da materiali chimici con masse molecolari
elevate. In questo modo, il loro punto di congelamento diminuito ed essi
sono preservati dal pericolo.165

Pesci elettrici
Certe specie di pesci come l'anguilla e la razza chiodata utilizzano
l'elettricit prodotta dai loro corpi sia per proteggersi dai loro nemici che
per paralizzare la preda. In ogni essere vivente, incluso l'uomo, risiede
una piccola quantit di elettricit. L'uomo, nondimeno, non pu dirigere
questa elettricit o controllarla per servirsene a suo beneficio. Le creature
summenzionate, d'altra parte, dispongono di una corrente elettrica pari a
500-600 volts che sono in grado di utilizzare contro i loro nemici. Per di
pi, non ne risultano danneggiati.
L'energia che essi impiegano per difendersi viene in seguito

200

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

recuperata in modo simile alla ricarica di una batteria. I pesci non si


valgono dell'elettricit ad alto voltaggio solo a scopi difensivi. Oltre a
permettere i movimenti in acque profonde molto oscure, l'elettricit li
aiuta anche a percepire gli oggetti senza vederli. Consente inoltre di
inviare segnali elettrici che, dopo aver colpito oggetti solidi, permettono,
grazie alla loro riflessione, di riceverne informazioni. In tal modo, il pesce
pu determinare la distanza e le dimensioni dell'oggetto.166

Un piano intelligente: la mimetizzazione


Una delle caratteristiche che gli animali possiedono per sopravvivere
l'arte di nascondersi, ovverosia la "mimetizzazione".
Gli animali sentono la necessit di nascondersi per due ragioni

In alto: pidocchi delle piante che imitano le spine dell'albero. In basso a destra: un bruco
sistemato nel mezzo di una foglia per passare inosservato. In alto a destra: un serpente
che si nasconde restando immobile tra le foglie.

La realt della creazione

201

principali: per cacciare e per proteggersi dai predatori. La mimetizzazione


si differenzia da tutti gli altri metodi in quanto implica alcune doti tra cui
soprattutto l'intelligenza, l'abilit, l'estetica e l'armonia.
Le tecniche di mimetizzazione degli animali sono veramente
sbalorditive. pressoch impossibile scorgere un insetto nascosto in un
tronco d'albero o una creatura coperta da una foglia.
I pidocchi delle piante si nutrono dei succhi che si trovano sugli steli
fingendo di essere spine. Con questo metodo tentano di ingannare gli
uccelli, i loro principali nemici, ed evitano che questi ultimi si posino sulle
piante.

Le seppie
Sotto la pelle della seppia disposto un denso strato di sacchi di
pigmento elastico detti cromatofori. Essi diventano per lo pi gialli, rossi,
neri e marroni. Ad un segnale, le cellule si espandono e inondano la pelle
con la tinta appropriata. cos che le seppie assumono il colore delle rocce
su cui si posano mimetizzandosi perfettamente.
Questo sistema funziona con tale efficacia che le seppie possono
anche assumere una striatura simile a quella delle zebre.167

Sistemi visivi differenti


Per molti animali marini, la vista estremamente importante per la
caccia e la difesa. Per questo motivo, la maggior parte di essi dotato di
occhi perfettamente disegnati per la vita subacquea.
Nell'acqua, la capacit visiva diviene sempre pi limitata in rapporto
alla profondit, specialmente oltre i 30 metri. Gli organismi che vivono a
questa profondit, nondimeno, hanno occhi che si accordano alle
condizioni date.
Gli animali marini, a differenza di quelli terrestri, hanno cristallini
sferici che rispondono perfettamente alle necessit della profondit
dell'acqua in cui abitano. Comparata agli ampi occhi ellittici degli animali
terrestri, questa struttura sferica pi utile alla vista sott'acqua; regolata

202

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

71. A sinistra: una seppia che si rende simile alla superficie sabbiosa. A destra: il colore
giallo lucente che il pesce assume in caso di pericolo, come in presenza di un sommozzatore.

per vedere oggetti in primo piano. Quando un oggetto a eccessiva


distanza viene focalizzato, l'intero sistema del cristallino viene tirato
indietro grazie all'aiuto di uno speciale meccanismo muscolare all'interno
dell'occhio.
Un altra ragione per cui gli occhi dei pesci sono sferici la rifrazione
della luce nell'acqua. Poich l'occhio riempito con un liquido che ha
pressappoco la stessa densit dell'acqua, non si produce alcuna rifrazione
mentre un'immagine formatasi all'esterno riflessa nell'occhio. Di
conseguenza, il cristallino focalizza pienamente l'immagine dell'oggetto
esteriore sulla retina. I pesci, a differenza degli esseri umani, vedono
molto chiaramente nell'acqua.
Alcuni animali come il polpo hanno occhi molto grandi per
compensare la mancanza di luce in profondit. Al di sotto dei 300 metri, i
pesci dotati di grandi occhi hanno bisogno di cogliere i bagliori degli
organismi che li circondano per rilevarne la presenza. Questi devono
essere particolarmente sensibili alla debole luce blu che penetra
nell'acqua. Per questa ragione, nella retina dei loro occhi vi sono
numerose cellule sensitive blu.
Come si capito da questi esempi, ogni essere vivente ha occhi
caratteristici progettati specificamente per soddisfare necessit
particolari. Ci prova che essi sono stati tutti creati in modo perfetto da un
Creatore Che ha eterna sapienza, conoscenza e potere.

La realt della creazione

203

Speciali sistemi di congelamento


Una rana congelata incorpora una struttura biologica insolita. Non
mostra alcun segno di vita. Il suo battito cardiaco, la respirazione e la
circolazione del sangue sono fermi. Quando il ghiaccio si scioglie,
tuttavia, la stessa rana ritorna alla vita come se si svegliasse dal sonno.
Normalmente, un essere vivente in stato di congelamento corre molti
rischi fatali. La rana, nondimeno, non ne corre alcuno, in quanto possiede
la caratteristica distintiva di produrre un'enorme quantit di glucosio
mentre si trova in questo stato. Proprio come per i diabetici, il livello di
zucchero nel sangue della rana raggiunge livelli molto elevati. Talvolta
pu raggiungere i 550 milimol/litro. (Questo dato oscilla normalmente
tra 1-5 mmol/litro per le rana e 4-5 mmol/litro per l'uomo). Questa
estrema concentrazione di glucosio potrebbe causare seri problemi in
tempi normali.
In una rana congelata, nondimeno, tale quantit di glucosio trattiene
l'acqua dall'abbandonare cellule e previene la contrazione. La membrana
cellulare della rana altamente permeabile al glucosio che vi trova cos
facile accesso. L'elevato livello di glucosio nel corpo riduce la temperatura
di congelamento e fa s che solo una minima quantit di liquido corporeo
dell'animale ghiacci per il freddo. Le ricerche hanno mostrato che il
glucosio pu nutrire anche cellule congelate. Durante questo periodo,
oltre a fungere da carburante naturale del corpo, il glucosio pu anche
arrestare molte reazioni metaboliche come la sintesi ureica, prevenendo in
tal modo che differenti fonti di nutrimento della cellula si esauriscano.
Come pu una tale quantit di glucosio apparire all'improvviso nel
corpo della rana? La risposta molto interessante: questo essere vivente
equipaggiato con un sistema molto speciale incaricato di questo compito.
Non appena il ghiaccio appare sulla pelle, un messaggio si dirige verso il
fegato il quale deve convertire in glucosio parte del glicogeno
immagazzinato. La natura di questo messaggio ancora sconosciuta.
Cinque minuti dopo che il messaggio stato ricevuto, il livello di
zucchero nel sangue aumenta costantemente.168

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

204

Indiscutibilmente, il
fatto che gli animali
siano dotati di un sistema
che cambia il loro metabolismo
quando ci diviene necessario, pu
essere possibile solo grazie al piano
prefetto

del

Creatore

Onnipotente.

Nessuna

coincidenza pu generare un sistema talmente complesso


e perfetto.

Gli albatross
Gli uccelli migratori riducono al minimo il consumo di energia
usando "tecniche di volo" differenti. Anche gli albatross hanno un simile
stile di volo. Questi uccelli, che spendono il 92% della loro vita sul mare,
hanno un'apertura alare di 3,5 metri. La pi importantre caratteristica
degli albatross che essi possono volare per ore senza battere le ali. A
questo fine, si librano nell'aria mantenendo costanti le ali valendosi del
vento.
Richiede un grande dispendio di energia mantenere continuamente
aperte ali con un'apertura simile. Gli albatross, tuttavia, possono rimanere
in questa posizione per ore grazie allo speciale sistema anatomico di cui
sono dotati fin dalla nascita. Durante il volo, le ali degli albatross sono
bloccate, per cui non hanno bisogno di alcun potere muscolare. Le ali sono
sollevate solo da uno strato di muscolo, agevolando molto l'uccello nella
fase di volo. Questo sistema riduce notevolmente il consumo d'energia in
quanto l'albatross non batte le ali e non compie sforzi per mantenerle
distese. Volare per ore sfruttando esclusivamente il vento provvede
un'illimitata fonte di energia. Ad esempio, un albatross di 10 kg perde
solo l'1% del suo peso corporeo volando per 1000 km. Questa senz'altro
una percentuale molto bassa. Gli uomini hanno costruito gli alianti
prendendo gli albatross a modello e imitando la loro affascinante tecnica
di volo.169

La realt della creazione

205

Un'ardua migrazione
I salmoni del Pacifico hanno l'eccezionale caratteristica di ritornare ai
fiumi in cui sono nati per riprodursi. Dopo aver speso parte della loro vita
nel mare, questi animali tornano all'acqua dolce.
Quando iniziano il viaggio al principio dell'estate, il loro colore
rosso brillante. Al termine del viaggio, nondimeno, assumono un colore
nero. Cominciata la loro migrazione, dapprima si avvicinano alle spiagge
e tentano di raggiungere i fiumi. Si sforzano con grande perseveranza per
ritornare nel loro luogo di nascita, risalendo fiumi turbolenti, nuotando
controcorrente e valicando cascate e dighe. Percorsi 3500-4000 km, le
femmine di salmone prontamente hanno le uova cos come i maschi
hanno sperma. Raggiunto il posto in cui sono nati, le femmine depongono
circa dalle 3 alle 5000 uova e i maschi le fertilizzano. I pesci subiscono
molti danni a seguito della migrazione e le femmine dopo la deposizione
delle uova sono esauste; le loro pinne caudali sono logorate e la loro pelle
inizia a diventare nera. Ben presto il fiume trabocca di salmoni morti.
Un'altra generazione, tuttavia, pronta a nascere e a ripetere lo stesso
percorso.
Come il salmone riesca a potrare a termine il suo viaggio, come possa
raggiungere il mare dopo la sua nascita e come possa in seguito ritrovare
la via sono alcune delle domande destinate a rimanere prive di risposta.
Sebbene si facciano molte illazioni, non ancora stata raggiunta una
risposta definitiva. Cos' il potere che spinge i salmoni a intraprendere un
viaggio di ritorno di migliaia di chilometri verso un luogo ad essi
sconosciuto? ovvio che vi sia una Volont superiore Cui spetta il
governo e il controllo di questi esseri viventi. Allah, il Reggitore di tutti
i mondi.

I koala
L'olio presente nelle foglie di eucalipto risulta velenoso per molti
mammiferi. Questo veleno un meccanismo chimico di difesa utilizzato
dall'albero contro i suoi nemici. Esiste, tuttavia, un essere vivente molto

206

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

speciale che trae il meglio da


questo meccanismo e si nutre di
foglie velenose di eucalipto: un
marsupiale detto koala. Questi
animali vivono sugli alberi di
eucalipto, da cui traggono il
nutrimento e l'acqua.
Come gli altri mammiferi,
anche i koala non possono digerire
la cellulosa che si trova nell'albero;
per questo, si servono di alcuni
micro-organismi che digeriscono
la cellulosa, i quali popolano
densamente

il

punto

di

convergenza tra l'intestino crasso e


quello tenue, il cieco, che ne l'estensione posteriore. L'intestino cieco la
parte pi interessante del sistema digestivo dei koala. Questo segmento
funziona come una camera di fermentazione in cui i microbi digeriscono
la cellulosa mentre il passaggio delle foglie viene ritardato. In tal modo il
koala pu neutralizzare gli effetti venefici dell'olio contenuto nelle foglie
di eucalipto.170

Capacit di cacciare restando in posizione fissa


La pianta sudafricana detta drosera intrappola gli insetti con le
viscose appendici allungate di cui sono rivestite le sue foglie. Le estremit
di tali appendici sono ricoperte di un fluido che emana un odore molto
attraente per gli insetti. Questo fluido ha anche la caratteristica di essere
estremamente vischioso. Un insetto che, attratto dall'odore, si avvicini
troppo ne resta invischiato. Poco dopo, l'intera foglia si chiude sull'insetto
intrappolato da cui estrae le proteine essenziali alla sua digestione.171
L'assegnazione di tale facolt ad una pianta che non ha possibilit di
muoversi senza dubbio il segno evidente di un progetto speciale.

La realt della creazione

207

A sinistra: una drosera aperta. A destra: chiusa.

impossibile che una pianta sviluppi un siffatto stile di caccia


coscientemente o volontariamente, oppure per coincidenza. Non quindi
possibile ignorare l'esistenza del Creatore di tale abilit.

Le penne degli uccelli


A prima vista, le penne degli uccelli sembrano avere una struttura
molto semplice. Qualora si studino con pi attenzione, tuttavia, se ne
scoprir l'estrema complessit, che le permette di essere leggere e nel
contempo molto forti e impermeabili.
La leggerezza una delle qualit indispensabili agli uccelli per poter
volare in modo pi agevole. Le penne sono formate di proteine di
cheratina proprio per soddisfare a questo bisogno. Su entrambi i lati
dell'asse centrale della penna sono presenti delle vene, su ognuna delle
quali si trovano 400 piccole barbe, le quali portano, a loro volta, un totale
di 800 barbule, due per ciascuna. Di queste ultime, quelle poste sulla parte
frontale portano altre 20 barbicelle, le quali uniscono due penne tra loro
come se fossero due pezzi di stoffa attaccati. In una singola penna si
trovano circa 300 milioni di barbe, mentre il numero totale, considerando
tutte le penne di un uccello, approssimativamente di 700 miliardi.
Vi una ragione significativa per cui le penne sono strettamente
connesse tra loro con barbe e uncini. Esse devono trattenersi saldamente

208

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

sull'uccello in modo tale da non cadere ad ogni


movimento. Per mezzo di tale meccanismo, le
penne rimangono salde all'uccello anche in caso
di forte vento, di pioggia o di neve.
Le piume poste sull'addome dell'uccello
sono differenti rispetto alle penne sulle ali e sulla
coda. Queste ultime sono relativamente grandi
per fungere da timone e da freno. Le penne
poste sulle ali sono progettate in modo tale da
espandere la superficie dell'area durante il volo
per incrementare la forza di sollevamento.

Il basilisco: un esperto
camminatore sull'acqua
Pochi animali sono in grado di camminare
sulla superficie dell'acqua. Una tale rarit il
basilisco, che vive in America centrale. Ai lati delle dita delle zampe
posteriori di questo animale si trovano delle membrane alari che gli
consentono di spruzzare acqua. Queste sono arrotolate quando l'animale
cammina sulla terra. Se, tuttavia, incontra un pericolo, il basilisco inizia a
correre velocemente sulla superficie di fiumi o laghi e l'apertura di tali
Il basilisco
uno dei rari
animali
capaci di
stabilire un
equilibrio tra
l'acqua e
l'aria.

La realt della creazione

209

membrane gli permette di valersi di una superficie superiore.172 La


conformazione unica del basilisco una prova evidente di Creazione
consapevole.

La fotosintesi
Le piante senza dubbio hanno un ruolo fondamentale nel rendere
l'universo abitabile. Esse depurano l'aria per noi, mantengono la
temperatura del pianeta ad un livello costante ed equilibrano la
proporzione di gas nell'atmosfera. L'ossigeno che noi respiriamo
prodotto dalle piante, cos come una parte importante del cibo di cui ci
nutriamo. Il valore nutrizionale delle piante deriva dallo speciale progetto
insito nelle loro cellule a cui devono anche le loro altre caratteristiche.
Le cellule delle piante, a differenza di quelle umane e animali,
possono utilizzare direttamente l'energia solare, che convertono in
energia chimica e immagazzinano in maniera molto speciale. Questo
processo detto "fotosintesi". In realt, esso non condotto dalle cellule,
ma dai cloroplasti, organuli che conferiscono alle piante il colore verde.
Questi minuscoli organuli verdi, osservabili solo al microscopio, sono gli
unici laboratori sulla terra in grado di immagazzinare energia solare sotto
forma di materia organica.
La quantit di materia prodotta dalle piante sulla terra pari a circa
200 miliardi di tonnellate all'anno. Tale produzione vitale per tutti gli
esseri viventi sulla terra e viene realizzata tramite un processo chimico
molto complesso. Migliaia di pigmenti di clorofille che si trovano nei
cloroplasti reagiscono alla luce con impressionante rapidit pari a un
millesimo di secondo. Questa la ragione per cui molte attivit che
avvengono nella clorofilla non sono ancora state osservate.
La conversione dell'energia solare in energia elettrica o chimica
stata ottenuta soltanto in tempi molto recenti grazie all'utilizzo di
strumenti altamente tecnologici. Una cellula vegetale, cos piccola da non
poter essere scorta ad occhio nudo, ha svolto questa funzione per milioni
di anni.

210

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

La perfezione di questo sistema rappresenta l'ennesima dimostrazione


della Creazione. Il complesso sistema della fotosintesi un meccanismo
consapevolmente creato da Allah. Una fabbrica ineguagliabile compressa
in una minuscola parte di una foglia. Questo progetto senza difetti
un'altra prova rivelatrice del fatto che tutte le cose sono state create da
Allah, Colui Che sostiene tutte le cose.

SECONDA PARTE

LA CONFUTAZIONE
DEL

MATERIALISMO

ATTENZIONE!
Il capitolo che vi apprestate a
leggere rivela un segreto cruciale della
vostra vita. Dovrebbe essere letto con
molta attenzione e integralmente, in
quanto concerne un soggetto che
potrebbe provocare un cambiamento
fondamentale della vostra visione del
mondo esteriore. Quanto viene trattato in
questo capitolo non soltanto un punto
di vista, un approccio differente o un
pensiero filosofico tradizionale:
una realt che ognuno, credente o
non credente, deve ammettere e che
provata dalla scienza odierna.

CAPITOLO

19

La vera essenza della


materia

oloro che contemplano coscienziosamente e saggiamente quanto


li circonda comprendono che ogni cosa nell'universo vivente o
non vivente deve essere stata creata. La questione diventa

quindi: "Chi il creatore di tutte queste cose?".


evidente che "la realt della creazione", che si rivela in ogni aspetto
dell'universo, non pu essere una conseguenza dell'universo stesso. Ad
esempio, una cimice non pu avere creato se stessa. Il sistema solare non
pu essersi creato e organizzato da solo. Nemmeno le piante, gli umani, i
batteri, gli eritrociti (globuli rossi del sangue) o le farfalle possono aver
creato se stessi. La possibilit che tutto questo possa essere stato originato
"dal caso" non neppure immaginabile.
Si perviene quindi alla seguente conclusione: tutto ci che vediamo
stato creato, ma nulla pu essere il "creatore" di se stesso. Il Creatore
differente e superiore a ci che percepiamo con i nostri occhi, un potere
sovrastante e invisibile, la cui esistenza e i cui attributi sono rivelati da
tutto ci che sussiste.
Questo il punto in cui coloro che negano l'esistenza di Allah
esitano, in quanto sono stati condizionati a non credere nella Sua
esistenza a meno che non possano percepirlo con i loro occhi. Costoro
sono costretti a ignorare l'attualit della "creazione", manifesta in tutto
l'universo, e provano falsamente che quest'ultimo e tutti gli esseri viventi
non sono stati creati. La teoria evoluzionista un chiaro esempio del loro
vano tentativo.
L'errore di base di coloro che negano Allah condiviso da molte
persone, le quali, per quanto non rifiutino la Sua esistenza, Ne hanno una

214

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

percezione errata. Questi non negano la creazione, ma hanno una


credenza superstiziosa riguardo a "dove" Allah sia. La maggior parte di
essi pensano che Egli sia nel "cielo". Credono che Allah sia su un pianeta
molto distante e che talvolta intervenga negli "affari mondani". Oppure
che non si intrometta affatto: Egli ha creato l'universo e l'ha abbandonato
a se stesso, lasciando gli uomini liberi di determinare il loro destino.
Alcuni hanno sentito che nel Corano scritto che Allah "ovunque",
ma non possono comprendere che cosa ci significhi esattamente.
Pensano che Egli circondi tutto come onde radio o come un gas invisibile
e intangibile.
Nondimeno, questa e altre nozioni che non sono in grado di chiarire
"dove" Allah sia (e magari lo negano proprio per questa ragione) sono
fondate su un errore comune. Essi mantengono un pregiudizio infondato
che li spinge a creare delle opinioni errate nei confronti di Allah. Cos'
questo pregiudizio?
Tale pregiudizio concerne la natura e le caratteristiche della materia.
Siamo cos condizionati dalle supposizioni sulla materia che non
chiediamo neppure se essa esista o se sia soltanto un'ombra. La scienza
moderna distrugge i pregiudizi e dischiude una realt di primaria
importanza e grandiosit. Nelle pagine seguenti, tenteremo di spiegare di
che cosa si tratti e come essa sia gi stata rivelata nel Corano.

Il mondo dei segnali elettrici


Tutte le informazioni sul mondo in cui viviamo ci sono trasmesse per
mezzo dei cinque sensi. Il mondo che conosciamo consiste di ci che i
nostri occhi vedono, le mani toccano, il naso odora, la lingua gusta e le
orecchie sentono. Non abbiamo mai pensato che il mondo "esterno" possa
essere altro da ci che i nostri sensi ci presentano, in quanto solo da essi
siamo dipesi sin dal giorno della nascita.
Le moderne ricerche in molti differenti ambiti della scienza ci
mostrano, nondimeno, una comprensione molto diversa, creando dei
dubbi riguardo ai sensi e al mondo che tramite essi percepiamo.

215

La vera essenza della materia

Le stimolazioni
provenienti da un
oggetto vengono
convertite in
segnali elettrici e
provocano un
effetto nel cervello.
Quando "vediamo",
in realt
osserviamo gli
effetti di tali segnali
elettrici nella
nostra mente.

Il punto di partenza di questo approccio che la nozione di "mondo


esterno" formata nel nostro cervello soltanto una reazione creata da
segnali elettrici. Il colore rosso della mela, la durezza del legno, vostra
madre, vostro padre, la vostra famiglia e tutto ci che possedete, la casa,
il lavoro, le linee di questo libro sono composte solo di segnali elettrici.
Frederick Vester spiega quanto la scienza ha acquisito su questo
tema:
Quanto affermato da alcuni scienziati che "l'uomo un'immagine, tutto ci di
cui si fa esperienza temporaneo e ingannevole e questo universo un'ombra"
sembra confermato dalla scienza attuale.173

Il noto filosofo George Berkeley commenta a questo proposito:


Noi crediamo nell'esistenza degli oggetti in quanto li vediamo e li tocchiamo ed
essi ci vengono riflessi dalle nostre percezioni. Nondimeno, le nostre percezioni
sono unicamente idee nella nostra mente. Ne consegue che gli oggetti che
catturiamo con le percezioni non sono altro che idee, le quali non sono
essenzialmente in alcun posto se non nella nostra mente... Dal momento che
tutte queste cose esistono solo nella mente, vuol dire che noi siamo abbindolati
da inganni quando immaginiamo che l'universo e le cose abbiano un'esistenza
al di fuori della mente. Cos, nessuna delle cose che ci circondano ha
un'esistenza esterna alla mente.174

216

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Per chiarire questo argomento, consideriamo il senso della vista, che


ci fornisce le pi estese informazioni riguardo al mondo esterno.

Le modalit della vista, dell'udito e del tatto


L'atto di vedere si compie in modo molto progressivo. I fasci di luce
(fotoni) che dipartono dall'oggetto verso l'occhio passano attraverso il
cristallino, nella parte anteriore dell'occhio, dove vengono scomposti e si
riversano rovesciati sulla retina, situata nella parte posteriore. Qui, la luce
urtante viene trasformata in segnali elettrici i quali sono trasmessi dai
neuroni verso un punto minuscolo detto centro della visione, situato nella
parte posteriore del cervello. Questo segnale elettrico viene percepito
come un'immagine dopo una serie di processi. L'atto di vedere avviene in
questo punto situato nella parte posteriore del cervello in cui regna
un'oscurit assoluta essendo completamente isolato dalla luce.
Consideriamo ora questo processo apparentemente ordinario e
usuale. Quando si dice di "vedere", in realt si percepiscono gli impulsi
che, raggiunto l'occhio, sono inviati al cervello dopo essere stati
trasformati in segnali elettrici. Quindi, quando affermiamo di "vedere",
stiamo in realt osservando dei segnali elettrici nella nostra mente.
Tutte le immagini che percepiamo durante la vita vengono formate
nel nostro centro della visione, che occupa soltanto pochi centimetri cubici
del volume del nostro cervello. Sia il libro che state ora leggendo che il
paesaggio sconfinato che contemplate mirando l'orizzonte si trovano in
questo minimo spazio. Un altro fattore che deve essere ricordato che il
cervello isolato dalla luce; all'interno completamente oscuro. Il cervello
non ha alcun contatto con la luce.
possibile illustrare questa interessante situazione con un esempio.
Supponiamo che una candela bruci di fronte a noi. Possiamo sederci
dirimpetto a essa e osservarla per esteso. Nondimeno, durante questo
lasso tempo, il nostro cervello non ha mai alcun contatto diretto con la
luce diretta della candela. Pur fissando la luce, l'interno del nostro
cervello rimane nell'oscurit totale. Noi osserviamo un mondo luminoso

La vera essenza della materia

217

e pieno di colori dentro un cervello buio.


R. L. Gregory osserva, a proposito dell'aspetto miracoloso del
vedere, un'azione che spesso riteniamo ovvia:
Ci talmente familiare l'atto del vedere che dobbiamo compiere uno sforzo
d'immaginazione per comprendere che alcuni problemi ad esso relativi
rimangono insoluti. Ma consideriamoli. Sebbene i nostri occhi ricevano piccole
immagini capovolte, noi vediamo tuttavia oggetti solidi separati nello spazio
circostante. Dai modelli di simulazione sulla retina noi percepiamo il mondo
degli oggetti e ci non altro che un miracolo.175

Lo stesso si pu dire di tutti gli altri sensi. Il suono, la percezione


tattile, l'aroma e l'odore vengono tutti trasmessi al cervello sotto forma di
segnali elettrici e sono tutti percepiti nei centri pertinenti del cervello.
Il senso dell'udito funziona in modo simile. L'orecchio esterno coglie
i suoni per mezzo del padiglione e li trasmette all'orecchio medio, il quale,
a sua volta, li invia all'orecchio interno sotto forma di vibrazioni
amplificate. Quest'ultimo comunica al cervello le vibrazioni convertite in
segnali elettrici. Proprio come nel caso dell'occhio, l'atto di udire portato
a termine nel centro uditivo all'interno del cervello, il quale isolato dal
suono cos come dalla luce. Quindi, indipendentemente dal livello di
rumorosit all'esterno, l'interno del cervello del tutto silenzioso.
Nondimeno, anche i suoni pi tenui sono percepiti dal cervello. Ci
accade con tale precisione che l'orecchio di un uomo sano pu percepire
qualsiasi suono senza alcun disturbo atmosferico o interferenza. Nel
cervello si ascoltano le sinfonie dell'orchestra e tutti i rumori di un luogo
affollato; si coglie un'ampia gamma di suoni, dal fruscio di una foglia al
rombo di un jet. Se il livello del suono nel cervello, tuttavia, fosse
misurato in quel momento da uno strumento preciso, si constaterebbe un
silenzio assoluto.
La nostra percezione degli odori segue lo stesso percorso. Le
molecole volatili emesse dalla vaniglia o dalla rosa, ad esempio,
raggiungono i ricettori olfattivi posti nella regione epiteliale del naso e
sono coinvolte in un'azione reciproca che viene trasmessa al cervello sotto

218

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Anche nel momento in cui vediamo e sentiamo la luce e il calore di un fuoco, all'interno
del nostro cervello permane un'oscurit assoluta e una temperatura costante.

I fasci di luce provenienti dall'oggetto colpiscono la retina capovolti. Qui l'immagine viene
convertita in segnali elettrici e trasmessa al centro di visione nella parte posteriore del
cervello. Poich il cervello isolato dalla luce, queata non pu raggiungere il centro della
visione. Ci significa che si percepisce un vasto mondo di luce e profondit in un punto
minuscolo isolato da essa.

forma di segnali elettrici e percepita come odore. Tutto ci che odoriamo,


buono o cattivo, non altro che la percezione cerebrale delle azioni
reciproche delle molecole volatili dopo la loro trasformazione in segnali
elettrici. Tutti i profumi e gli odori sono dunque percepiti nel cervello, il

La vera essenza della materia

219

quale, nondimeno, non entra mai in contatto diretto con le molecole.


Come nel caso del suono o della vista, ci che raggiunge il cervello sono
semplici segnali elettrici. In altre parole, tutti gli odori che si crede
appartengano agli oggetti esterni sin da quando si nasce, sono semplici
segnali elettrici che si percepiscono tramite gli organi di senso.
Similmente, esistono quattro tipi differenti di recettori chimici nella
parte frontale della lingua umana. Questi concernono il sapore del salato,
del dolce, dell'acido e dell'amaro. I nostri recettori trasformano queste
percezioni in segnali elettrici dopo una serie di processi chimici e li
trasmettono al cervello, il quale li percepisce come gusto. Il gusto che si
ricava mangiando una tavoletta di cioccolata o della frutta o qualsiasi
altra cosa gradita l'interpretazione dei segnali elettrici da parte del
cervello. L'oggetto esterno non pu mai essere raggiunto; non si pu mai
vedere, odorare o gustare la cioccolata stessa. Ad esempio, se i nervi che

Tutto ci che si vede nel corso della


vita viene formato nella parte
posteriore del cervello, in un punto
detto centro della visione, che
occupa solo pochi centimetri
cubici. Sia il libro che state ora
leggendo, che il panorama illimitato
che si vede mirando lorizzonte si
trovano in questo minimo spazio. Di
conseguenza, gli oggetti sono
scorti non nella loro dimensione
reale esistente allesterno, ma
secondo il formato percepito dal
nostro cervello.

220

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

si dirigono verso il cervello vengono tagliati, quest'ultimo non percepir


alcun sapore del cibo, causando la totale perdita del senso del gusto.
A questo punto, ci si trova di fronte a un altro fatto: non si pu mai
essere sicuri che un'altra persona provi ci che noi proviamo quando
gustiamo un stesso alimento, n che percepisca lo stesso suono quando
ascoltiamo una voce determinata. A tale proposito, Lincoln Barnett
afferma che nessuno sa se una persona percepisca il colore rosso o senta
la nota C in modo identico a un altro.
Il senso del tatto non differisce dagli altri. Quando si tocca un
oggetto, tutte le informazioni necessarie a riconoscere il mondo esterno e
gli oggetti vengono trasmesse al cervello dai nervi situati sulla cute. La
sensazione tattile si forma nel cervello. Contrariamente a quanto in
generale si crede, il posto deputato a tale percezione non la punta delle
dita, ma il centro del tatto nel cervello. In seguito all'accertamento degli
stimoli elettrici provenienti dagli oggetti da parte del cervello, si
percepiscono le differenti sensazioni ad essi pertinenti quali la durezza o
la morbidezza, il freddo o il caldo. Tutti i dettagli che ci permettono di
riconoscere un oggetto derivano da tali stimoli. A questo proposito, due
noti filosofi, B. Russell e L. Wittgeinstein, hanno scritto:
Ad esempio, non ci si pu chiedere o investigare se un limone esista veramente
o come possa essere pervenuto all'esistenza. Un limone consiste soltanto di una
sensazione provata dalla lingua, di un odore avvertito dal naso, di un colore e
di una forma percepiti dagli occhi; solo tali caratteristiche possono essere oggetto
di esame e stima. La scienza non potr mai conoscere il mondo fisico.177

impossibile per noi raggiungere il mondo fisico. Tutti gli oggetti


intorno a noi rappresentano un cumulo di sensazioni quali il vedere, il
sentire e il toccare. Trattando i dati nel centro della visione e negli altri
centri sensoriali, il cervello, nel corso della vita, non incontra mai
"l'originale" della materia esistente all'esterno, ma piuttosto la copia
formatasi al suo interno. A questo punto, saremmo fuorviati se
considerassimo queste copie modelli della materia reale esterna a noi.

La vera essenza della materia

221

"Il mondo esterno" all'interno del nostro cervello


Da quanto abbiamo finora descritto potremmo trarre la seguente
conclusione: tutto ci che vediamo, tocchiamo, sentiamo e percepiamo
come "materia", "mondo" o "universo" non altro che una serie di segnali
elettrici che pervengono al nostro cervello.
Chi mangia un frutto, in realt, non si trova di fronte ad esso, ma alle
sue percezioni nel cervello. L'oggetto considerato un "frutto" consiste in
realt di un'impressione elettrica nel cervello concernente la forma, il
gusto, l'odore e la struttura. Se il nervo ottico fosse improvvisamente
reciso, l'immagine del frutto scomparirebbe subito. Cos come la
sconnessione delle vie nervose dirette dal naso al cervello
interromperebbe del tutto la sensazione olfattiva. Pi semplicemente, il
frutto non che l'interpretazione dei segnali elettrici da parte del cervello.
Un altro elemento da considerare il senso della distanza. La
distanza soltanto il senso di vuoto che si forma nel cervello. Gli oggetti
che sembrano distanti agli occhi di una persona esistono anche nel suo
cervello. Ad esempio, chi contempla le stelle nel cielo pensa che esse
distino milioni di anni luce da lui. Tuttavia, ci che egli "vede" realmente
sono le stelle all'interno di lui, nel suo centro della visione. Mentre leggete
queste righe, voi non siete, in realt, nella stanza in cui credete di trovarvi;
al contrario, la stanza all'interno di voi. Dovete ricordare, nondimeno,
che anche il vostro corpo un'immagine formata all'interno del vostro
cervello.
Lo stesso accade a tutte le altre percezioni. Ad esempio, quando
pensate di sentire il suono della televisione nella stanza accanto, state
facendo tale esperienza nel vostro cervello. Non potete provare n che
esista una stanza a lato della vostra, n che da essa la televisione diffonda
dei suoni. Sia il suono che credete provenga da parecchi metri di distanza,
che la conversazione di una persona vicino a voi sono percepite nel centro
dell'udito, il quale occupa pochi centimetri cubi del vostro cervello. Oltre
a questo centro di percezione, non esistono concetti quali destra sinistra,
davanti e dietro. Ovverosia, il suono non perviene a voi da destra, da

222

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

In seguito a stimolazioni artificiali, nel nostro


cervello pu essere formato un mondo fisico
vero e realistico quanto quello reale, senza la
necessaria esistenza di quest'ultimo. Una
persona pu pensare di guidare
un'automobile pur rimanendo seduta in casa
sua.

sinistra o dall'aria; non c' direzione da cui provenga il suono.


Quanto si detto vale anche per la percezione degli odori; nessuno
di essi vi raggiunge da una grande distanza. Voi supponete che gli effetti
finali che si formano nel centro dell'olfatto corrispondano agli odori degli
oggetti esteriori. Nondimeno, come l'immagine della rosa si trova nel
vostro centro della visione, cos il suo profumo nel centro dell'olfatto.
All'esterno non esiste n la rosa n il suo profumo.
Il "mondo esterno" presentatoci dalle nostre percezioni soltanto
una raccolta di segnali elettrici che raggiungono il nostro cervello. Nel
corso della nostra vita, questi segnali vengono sottoposti a un processo
cerebrale e noi viviamo senza riconoscere che stiamo errando quando
crediamo che questi rappresentino le interpretazioni originali della
materia esistente nel mondo esterno. Siamo sviati perch non possiamo
raggiungere la materia stessa per mezzo dei nostri sensi.
ancora il nostro cervello che interpreta e conferisce significato ai
segnali che consideriamo il "mondo esterno". Consideriamo, ad esempio,
il senso dell'udito. in realt il cervello a trasformare le onde sonore in

223

La vera essenza della materia

una sinfonia e a creare quindi la musica da una percezione. Similmente,


quando vediamo dei colori, ci che perviene ai nostri occhi sono semplici
segnali elettrici di diversa lunghezza d'onda. ancora il cervello a
trasformarli in colori, i quali non esistono nel "mondo esterno". La mela
non rossa, il cielo non blu, l'erba non verde. Essi hanno questo
aspetto perch noi li percepiamo per essere cos. Il "mondo esterno"
dipende interamente da colui che percepisce.
Anche il minimo difetto della retina provoca acromatopsia. Alcune
persone percepiscono il blu come verde, o il rosso come blu, mentre altre
tutti i colori come differenti sfumature del grigio. A questo punto, non ha
importanza che l'oggetto esteriore sia colorato oppure no.
Anche il notevole pensatore Berkeley si occupato di questo fatto:
Prima dunque si credeva che i colori, gli
odori, ecc., "esistessero realmente". Poi si
rinunci a questa credenza e si riconobbe che
essi esistono soltanto in dipendenza delle
nostre sensazioni.178

Per concludere, la ragione per cui noi


vediamo oggetti colorati non perch essi
lo siano realmente o perch abbiano
un'esistenza materiale indipendente al di
fuori di noi, ma in quanto tutte le qualit
che noi attribuiamo agli oggetti si trovano
al nostro interno e non nel "mondo
esterno".
Che cosa rimane allora del "mondo
esterno"?

indispensabile l'esistenza
del "mondo esterno"?
Finora abbiamo ripetutamente parlato
di un "mondo esterno" e di un mondo di
percezioni formato nel nostro cervello, che

Le scoperte della fisica


moderna dimostrano che
l'universo una
collezione di percezioni.
Nel numero del 30
gennaio 1999, la famosa
rivista scientifica
americana New Scientist
ha pubblicato in copertina
la seguente domanda:
"Oltre la realt: l'universo
veramente un trastullo
di informazioni primarie e
la materia soltanto un
miraggio?"

224

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

corrisponde a quello che vediamo. Nondimeno, dal momento che non


possiamo mai raggiungere il mondo esterno, come possiamo essere sicuri
che questo esista realmente?
In verit non possiamo. Poich ogni oggetto solo una raccolta di
sensazioni che esistono soltanto nella mente, pi appropriato dire che il
solo mondo realmente esistente quello delle percezioni. Il solo mondo di
cui siamo a conoscenza quello che esiste nella nostra mente, dove
progettato, ricordato e costruito vividamente; l'unico, in breve, che
creato all'interno di essa e di cui possiamo essere certi.
Non si potr mai affermare che le percezioni che osserviamo nel
cervello abbiano dei corrispondenti materiali, poich questi potrebbero
provenire da una fonte "artificiale".
del resto possibile osservare questo fatto. False stimolazioni
possono produrre nel cervello un "mondo materiale" interamente
immaginario. Ad esempio, pensiamo a uno strumento di registrazione
molto sviluppato in cui tutti i tipi di segnali elettrici possano essere incisi.
Per prima cosa, trasmettiamo tutti i dati relativi a una situazione
particolare (includendo l'immagine del corpo) a tale macchina, affinch li
trasformi in segnali elettrici. Immaginiamo, quindi, che sia possibile far
sopravvivere il cervello separato dal corpo. Connettiamo, infine, lo
strumento al cervello con degli elettrodi che funzionino come nervi e
trasmettiamo tutti i dati pre-registrati. In tale stato, si potrebbe provare
l'esperienza di vivere in una situazione creata artificialmente. Si potrebbe,
ad esempio, creare facilmente l'illusione di guidare un'automobile ad alta
velocit su un'autostrada. Non sar mai possibile comprendere che noi
consistiamo soltanto del cervello, in quanto ci che necessario alla
formazione di un mondo all'interno di esso non l'esistenza di un mondo
reale, ma piuttosto la disponibilit di stimolazioni. perfettamente
possibile che queste ultime possano provenire da una fonte artificiale
quale un registratore.
A tale proposito, il noto filosofo della scienza Bertrand Russell ha
scritto:
Quanto al senso del tatto quando premiamo il tavolo con le dita, esso un

La vera essenza della materia

225

disturbo elettrico sugli elettroni e i protoni di queste ultime, prodotto, secondo


la fisica moderna, dalla prossimit degli elettroni e dei protoni del tavolo. Se lo
stesso disturbo sulla punta delle nostre dita fosse indotto in qualunque altra
maniera, noi proveremmo la stessa sensazione, seppure il tavolo non ci fosse.179

quindi molto facile per noi essere ingannati prestando fede a


percezioni che non hanno alcun corrispondente materiale reale. Nel sogno
questa esperienza ricorre spesso, in quanto sperimentiamo degli eventi e
vediamo uomini, oggetti e situazioni che ci sembrano assolutamente reali.
Nondimeno, essi non sono altro che mere percezioni. Non vi alcuna
differenza basilare tra il sogno e il "mondo reale"; entrambi vengono
sperimentati nel cervello.

Chi colui che percepisce?


Come si detto, non c' dubbio che il mondo nel quale pensiamo di
abitare e che chiamiamo "mondo esterno" creato all'interno del nostro
cervello. Sorge a questo punto una questione di primaria importanza. Se
tutti gli eventi fisici che conosciamo sono intrinsecamente percezioni, che
ne del cervello? Dal momento che esso fa parte del mondo fisico come
le braccia, le gambe o qualsiasi altro oggetto, dovrebbe essere una
percezione come tutto il resto.
Un esempio relativo ai sogni getter luce su questo argomento. Si
immagini di vedere il sogno all'interno del cervello sulla base di ci che
stato detto. Nel sogno avremo un corpo immaginario, un braccio
immaginario, un occhio immaginario e un cervello immaginario. Se
durante il sogno ci fosse chiesto dove vediamo, noi risponderemmo: "Nel
cervello." In realt, non c' alcun cervello di cui parlare, ma una testa
immaginaria contenente qualcosa di altrettanto indeterminato. Colui che
percepisce le immagini nel sogno non un cervello immaginario, ma un
"essere" ad esso molto superiore.
Sappiamo che non esiste alcuna distinzione fisica tra una situazione
onirica e ci che chiamiamo vita reale. Perci, quando in quest'ultima
condizione ci viene posta la sopraccitata domanda, risulta altrettanto

226

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

insensato rispondere "nel cervello" come nell'esempio precedente. In


entrambe le condizioni, l'entit che vede e percepisce non il cervello, che
, dopotutto, soltanto un pezzo di materia organica.
Quando si analizza il cervello, si vede che in esso non vi altro che
lipidi e molecole proteiche, presenti anche in altri esseri viventi. Ci
significa che all'interno di quel pezzo di materia grigia che noi chiamiamo
"cervello", non vi nulla che osservi le immagini, che costituisca la
coscienza o che crei quell'essere che noi definiamo "io".
R. L. Gregory tratta dell'errore che la gente commette in relazione
alla percezione delle immagini nel cervello:
Vi la tentazione, da evitare, di dire che gli occhi producono le immagini nel
cervello. Un'immagine nel cervello suggerisce il bisogno di qualche occhio
interiore che la veda ma ci richiederebbe un altro occhio per vedere
l'immagine... e cos di seguito in un infinito regresso di occhi e immagini. Ci
assurdo.180

Questo il punto cruciale che mette in difficolt i materialisti, i quali


considerano vera soltanto la materia. A chi appartiene l'occhio interiore
che percepisce ci che vede e reagisce?
Anche Karl Pribram si concentrato su questa importante questione
scientifica e filosofica:
Fin dall'epoca dei Greci, i filosofi pensavano al "deus ex machina", al piccolo
uomo all'interno del piccolo uomo" ecc. Dov' "io", la persona che usa il suo
cervello? Chi colui che compie l'atto di conoscere? Come san Francesco
d'Assisi ha detto:"Ci che cerchiamo Colui che vede".181

Ora pensate a questo: il libro nelle vostre mani, la stanza in cui vi


trovate, in breve, tutte le immagini che avete di fronte sono all'interno del
vostro cervello. Sono forse gli atomi a vedere queste immagini? Atomi
ciechi, sordi e inconsapevoli? Perch solo alcuni atomi hanno acquisito
questa qualit? I nostri atti di comprendere, ricordare, essere contenti,
scontenti e tutto il resto consistono di reazioni chimiche tra questi atomi?
Quando si considerano queste domande, si comprende che non ha
alcun senso cercare una volont negli atomi. chiaro che l'essere che

La vera essenza della materia

227

vede, sente e prova emozioni un essere sopra-materiale. "vivo" e non


n materia, n un'immagine della materia. Questo essere si collega alle
percezioni di fronte a lui per mezzo del nostro corpo.
Questo essere lo "spirito".
Quell'aggregato di percezioni che noi chiamiamo "mondo materiale"
un sogno osservato da questo spirito. Proprio come il corpo che
possediamo e il mondo materiale che vediamo nei nostri sogni non hanno
realt, cos l'universo che occupiamo e il corpo che possediamo non
hanno realt materiale.
Il vero essere lo spirito. La materia consiste unicamente di
percezioni osservate dallo spirito. Gli esseri intelligenti che scrivono e
leggono queste righe non sono un ammasso di atomi e molecole e di
reazioni chimiche tra loro ma "spirito".

Il Vero Essere Assoluto


Tutti questi fatti ci pongono di fronte a una questione molto
significativa. Se ci che noi consideriamo mondo materiale costituito
soltanto da percezioni contemplate dal nostro spirito, qual' allora la fonte
delle percezioni?

Il cervello un mucchio di cellule composte di proteine e di molecole.


formato da cellule nervose dette neuroni. In questo pezzo di carne non c' il
potere di osservare le immagini, di costituire la coscienza o di creare
quell'essere che chiamiamo "io".

228

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Nel rispondere a questa domanda, dobbiamo prendere in


considerazione quanto segue: la materia non ha un'esistenza che si autogoverna. Dal momento che una percezione, essa qualcosa di
"artificiale". Ovverosia, questa percezione deve essere stata provocata da
un altro potere, cio, deve essere stata creata. Tale creazione, inoltre,
dovrebbe essere continua. Se cos non fosse, ci che chiamiamo materia
dovrebbe scomparire e perdersi. Si potrebbe paragonare ad una
televisione sul cui schermo appare l'immagine per tutto il tempo che il
segnale continua ad essere trasmesso. Allora, chi spinge il nostro spirito a
contemplare le stelle, la terra, le piante, la gente, il nostro corpo e tutto ci
che cade sotto lo sguardo?
del tutto evidente che esiste un supremo Creatore, Che ha creato
l'intero universo materiale, vale a dire la somma delle percezioni, e Che
continua la Sua creazione incessantemente. Poich Egli mostra un'opera
talmente magnifica, sicuramente dotato di un potere e di una forza
eterni.
Questo Creatore Si rende noto a noi. Egli ha creato un libro
contenente l'insieme delle sensazioni per mezzo del quale ha descritto Se
Stesso, l'universo e la ragione della nostra esistenza.
Egli Allah e il Suo Libro il Corano.
Il fatto che i cieli e la terra, ovverosia l'universo, non sono stabili, che
la loro presenza resa possibile solo dalla creazione di Allah e che essi
scompariranno quando Egli decreter la loro fine, esposto nel versetto
seguente:
Allah trattiene i cieli e la terra affinch non sprofondino, ch, se
sprofondassero, nessuno li potrebbe trattenere all'infuori di Lui. In
verit Egli magnanimo, perdonatore. (Surat Ftir, 41)

Come si detto al principio, molte persone non hanno un'autentica


comprensione di Allah e immaginano che Egli sia presente in qualche
posto nel cielo e non si interessi degli affari mondani. La base di questa
logica si fonda sull'idea che l'universo sia un insieme di materia e che
Allah si trovi "all'esterno" di questo mondo materiale, in un luogo

La vera essenza della materia

229

distante. Per alcune false religioni, la fede in Allah limitata alla


comprensione di questo.
Nondimeno, come abbiamo considerato finora, la materia
composta solo di sensazioni e il solo vero essere assoluto Allah. Ci
significa che solo Allah esiste: tutto all'infuori di Lui un'ombra oscura.
Ne consegue che impossibile concepire Allah come un essere separato
dall'intera massa della materia. Egli "ovunque" e comprende tutto.
Questa realt spiegata nel Corano nei termini seguenti:
Allah! Non c' altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto. Non Lo
prendon mai sopore n sonno. A Lui appartiene tutto quello che nei
cieli e sulla terra. Chi pu intercedere presso di Lui senza il Suo
permesso? Egli conosce quello che davanti a loro e quello che
dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono ci che Egli vuole.
Il Suo Trono pi vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa
sforzo alcuno. Egli l'Altissimo, l'Immenso. (Surat al-Baqara, 255)

Che Allah non sia delimitato dallo spazio e che circondi tutto
affermato in un altro versetto:
Ad Allah appartengono l'Oriente e l'Occidente. Ovunque vi volgiate,
ivi il Volto di Allah. Allah Immenso, Sapiente. (Surat al-Baqara, 115)

Poich tutti gli esseri materiali sono percezioni, non possono vedere
Allah; ma Egli vede tutta la materia che ha creato in tutte le sue forme. Nel
Corano ci esposto con queste parole: "Gli sguardi non Lo raggiungono,
ma Egli raggiunge tutti gli sguardi" (Surat al-Anm, 103).
Ovverosia, noi non possiamo percepire l'esistenza di Allah con i
nostri occhi, ma Egli comprende interamente il nostro interno ed esterno,
i nostri sguardi e i nostri pensieri. Noi non possiamo pronunciare una sola
parola, n fare un respiro di cui Egli non sia a conoscenza.
Mentre contempliamo queste percezioni sensoriali nel corso della
vita, l'essere che ci pi vicino non una di queste sensazioni, ma Allah
stesso. Il segreto del seguente versetto celato in questa realt: "In verit
siamo stati Noi ad aver creato l'uomo e conosciamo ci che gli sussurra
l'animo suo. Noi siamo a lui vicini pi della sua vena giugulare." (Surah

230

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Qf, 16) Quando si pensa che il proprio corpo costituito di materia, non
possibile comprendere questo fatto importante. Se si identifica il
cervello con "se stessi", allora lo spazio che si considera esteriore dista 2030 centimetri da noi. Nondimeno, quando si comprende che non esiste
alcuna materia e che tutto immaginazione, nozioni quali esteriore,
interiore, vicino o lontano perdono il loro
significato. Allah avvolge tutto ed
"infinitamente vicino".

Perch mai, quando

Allah rende noto agli uomini che Egli

[l'anima] risale alla

infinitamente vicino ad essi: "Quando i miei

gola sotto i vostri

servi ti chiedono di Me, ebbene Io sono

occhi, e Noi gli siamo

vicino!" (Surat al-Baqara, 186). A ci fa

pi vicini ma non ve

riferimento un altro versetto: "In verit il tuo


Signore circonder gli uomini" (Surat al-Isr',

ne accorgete. (Surat
Al-Wqi'a, 83-85)

60).
L'uomo sviato dal pensiero che l'essere

a lui pi vicino sia se stesso. Allah, in verit, pi vicino a noi di noi stessi.
Egli ha richiamato la nostra attenzione su questo punto nel versetto:
"Perch mai, quando [l'anima] risale alla gola sotto i vostri occhi e Noi gli
siamo pi vicini, ma non ve ne accorgete" (Surat al-Wqi'a, 83-85). Come
scritto, gli uomini vivono inconsapevoli di tale fatto fenomenale in
quanto non lo vedono con i loro occhi.
D'altra parte, impossibile per l'uomo, che non altro che un'ombra,
avere un potere e una volont indipendenti da Allah. Il versetto: "Mentre
Allah che ha creato voi e ci che fabbricate" (Surat as-Sfft, 96) mostra
che tutto ci che sperimentiamo avviene sotto il Suo controllo. Nel
Corano, questa realt menzionata nel versetto: "Quando tiravi non eri tu
a farlo, ma Allah" (Surat al-Anfl, 17) con cui si mette in rilievo il fatto che
nessun atto indipendente da Allah, il Quale, nondimeno, conferisce a
queste ombre la percezione dell'io. In realt, Lui che compie tutte le
azioni. Cos, se qualcuno considera gli atti come suoi, con tutta evidenza
intende ingannare se stesso.
Questa la realt. Una persona pu rifiutarsi di accettarla e pu

La vera essenza della materia

231

Se si considera profondamente tutto quanto stato detto finora, si comprender


facilmente questa sorprendente e straordinaria condizione: ogni evento nel mondo
non altro che una mera immaginazione...

pensare di essere indipendente da Allah; ci non cambia niente. Il suo


cieco rifuto, naturalmente, fa parte del volere di Allah.

Tutto ci che si possiede intrinsecamente illusorio


Come abbiamo visto chiaramente, confermato dalla logica e dalla
scienza il fatto che il "mondo esterno" non ha una realt materiale e si
riduce quindi a una serie di immagini presentata al nostro spirito da
Allah. La gente, tuttavia, solitamente non include, o piuttosto non vuole
includere, ogni cosa nel concetto di "mondo esterno".
Se si considera questo problema con sincerit e chiarezza, si
comprender che la casa e quanto in essa, l'automobile magari appena

232

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

acquistata, l'ufficio, i gioielli, il conto in banca, il guardaroba, la sposa o lo


sposo, i figli, i colleghi e tutto quanto si possiede sono inclusi in questo
immaginario mondo esterno progettato per noi. Tutto ci che si vede, si
ascolta o si odora in breve si percepisce con i cinque sensi, fa parte di
questo "mondo immaginario: la voce del cantante preferito, la durezza
della sedia su cui si siede, un profumo gradevole, il sole che riscalda, un
fiore dai mille colori, un uccello che vola di fronte alla finestra, un battello
che procede con lentezza sull'acqua, il proprio giardino fertile, il
computer sul quale si lavora, lo stereo con la tecnologia pi avanzata...
Questa la realt, perch il mondo solo una serie di immagini
create per mettere alla prova l'uomo. Gli uomini sono provati durante
l'intero corso della loro vita limitata mediante percezioni che non hanno
alcuna realt. Queste ultime sono intenzionalmente presentate in forme
attraenti e seducenti, come affermato nel Corano:
Abbiamo abbellito, agli [occhi degli] degli uomini, le cose che essi
desiderano: le donne, i figli, i tesori accumulati d'oro e d'argento, i
cavalli marchiati, il bestiame e i campi coltivati; tutto ci solo
godimento temporaneo della vita terrena, mentre verso Allah il
miglior ritorno. (Surat l-Imran, 14)

I pi gettano via la loro religione per le lusinghe della propriet,


della ricchezza, dell'accumulazione di oro e argento, dei soldi, dei gioielli,
dei conti bancari, delle carte di credito, dei vestiti, delle auto di ultimo
modello, ovverosia, di tutte quelle forme di prosperit che gi possiedono
o si sforzano di possedere concentrandosi solo su questo mondo
dimentichi dell'altro. Essi sono ingannati dal volto "bello e allettante"
della vita di questo mondo, abbandonano quindi la preghiera, la carit
verso i poveri e tutto ci che li far prosperare nell'al di l perch "hanno
degli impegni", "hanno delle responsabilit", "hanno degli ideali", "non
hanno abbastanza tempo", "hanno cose da portare a termine", "in futuro
forse...". Consumano le loro vite nel tentativo di ottenere il successo solo
in questo mondo, come descritto nel versetto: "essi conoscono [solo]
l'apparenza della vita terrena e non si curano affatto dell'altra vita" (Surat
ar-Rm, 7).

233

La vera essenza della materia

Ci di cui si parla in questo capitolo, vale a dire che tutto


un'immagine,

riveste

grande

importanza

in

quanto

mostra

l'insignificanza di ogni concupiscenza. Verificarne la realt permette di


comprendere che tutto quanto gli uomini possiedono e bramano, la
ricchezza frutto dell'avidit, i figli di cui si vantano, le spose che ritengono
le persone pi vicine, gli amici, il loro corpo, la posizione quale segno di
superiorit, le scuole che hanno frequentato, le vacanze che hanno
trascorso non sono altro che mere illusioni. Perci, tutti gli sforzi fatti, il
tempo speso e l'avidit a cui si soggiaciuto si sono dimostrati vani.
Questa la ragione per cui molte persone ingannano
inconsapevolmente se stesse vantandosi delle loro ricchezze e propriet o
dei loro "yachts, elicotteri, aziende e terreni" come se esistessero
veramente. Quegli uomini benestanti, che bighellonano con ostentazione
nei loro yachts, mettono in mostra le loro automobili, parlano
continuamente della loro ricchezza, credono che la loro posizione li elevi
al di sopra degli altri ritenendosi quindi persone di successo, dovrebbero
effettivamente pensare in che stato si troverebbero qualora
comprendessero che tutto ci non altro che un'illusione.
In realt, queste scene si ripresentano spesso anche nei loro sogni,
dove possiedono case, automobili veloci, preziosissimi gioielli, mazzi di
banconote e ingenti quantit di oro e argento. Sognano inoltre di occupare
posizioni di alto profilo, di possedere fabbriche con migliaia di
dipendenti, di esercitare potere su molte persone, di indossare vestiti tali
da indurre ammirazione... Cos come chi mena vanto di ci che possiede
in sogno si copre di ridicolo, lo stesso dovrebbe verificarsi per le immagini
che appaiono in questo mondo. Infatti, sia ci che si percepisce nei sogni
che quanto si attribuisce a questo mondo non altro che una semplice
immagine mentale.
Di fronte a questa realt, gli uomini dovrebbero parimenti provare
vergogna del modo in cui reagiscono agli eventi che sperimentano in
questo mondo. Coloro che lottano furiosamente tra loro, che vaneggiano
in preda all'ira, che imbrogliano, che truffano, che ingannano, che
custodiscono bramosamente il loro denaro, che si comportano

234

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

ingiustamente nei confronti degli altri, che commettono violenza e


maledicono, che infieriscono, che sono schiavi di passione per cariche e
onorificenze, che invidiano, che si pavoneggiano, che tentano di
santificare se stessi saranno umiliati quando comprenderanno di avere
compiuto tutte queste azioni in sogno.
Poich Allah Colui Che ha creato tutte queste immagini, Egli solo
ne l'unico Possessore, come scritto nel Corano:
Appartiene ad Allah tutto quello che c' nei cieli e tutto quello che c'
sulla terra. Allah abbraccia [nella Sua scienza] tutte le cose. (Surat AnNisa, 126)

una grande follia abbandonare la religione in cambio di passioni


immaginarie, privandosi cos per sempre della vita eterna.
A questo punto, dovrebbe essere chiaro che quanto viene qui
affermato non significa che "tutte le propriet, le ricchezze, i figli, i
consorti, gli amici, la posizione raggiunta, presto o tardi scompariranno,
quindi non hanno alcuna realt". Ma piuttosto che "tutto ci che si crede
di possedere in verit non esiste affatto, non altro che un mero sogno,
una serie di immagini che Allah ti mostra al fine di metterti alla prova".
Come evidente, intercorre un'enorme diferenza tra queste due
proposizioni.
Per quanto non si voglia riconoscere immediatamente questo fatto e
si preferisca piuttosto continuare a ingannare se stessi fingendo che tutto
ci che ci appartiene esista realmente, si tuttavia destinati a morire e
nell'altro mondo ogni cosa apparir chiara. In quel giorno "la tua vista
acuta" (Surah Qf, 22) e in grado di vedere tutto manifestamente.
Nondimeno, se si spesa la propria vita a perseguire obiettivi
immaginari, si desiderer di non aver mai vissuto e si dir: "Ahim,
quanto vorrei che essa (la morte) fosse stata definitiva! Quel che
possedevo non mi ha giovato affatto! Ho perso il mio potere." (Surat alHqqah, 27-29)
Un uomo saggio, d'altra parte, dovrebbe tentare di comprendere la
pi grande realt dell'universo gi in questo mondo, mentre ha ancora

La vera essenza della materia

235

tempo. Altrimenti, destinato a consumare tutta la sua vita inseguendo


dei sogni per trovarsi infine a dover pagare un prezzo molto alto. Nel
Corano viene menzionato lo stato finale di coloro che perseguono delle
illusioni (o dei miraggi) in questo mondo, dimentichi del loro Creatore:
Quanto a coloro che sono miscredenti, le loro opere sono come un
miraggio in una piana desertica che l'assetato scambia per acqua, e
poi, quando vi giunge, non trova nulla; anzi, nei pressi trova Allah che
gli salda il conto. Allah rapido al conto. (Surat An-Nr, 39)

Per te, la realt tutto ci che pu essere toccato con le mani e visto
con gli occhi. Anche nei sogni puoi "toccare con le tue mani e vedere con
i tuoi occhi", sebbene tu non abbia n mani n occhi, n vi sia nulla che
possa essere toccato o visto. Non esiste alcuna realt materiale che
provochi l'accadimento di queste cose se non il tuo cervello. Sei stato
soltanto ingannato.
Cos' ci che separa la vita reale dai sogni? In definitiva, entrambe
queste forme pervengono all'esistenza all'interno del cervello. Se siamo in
grado di vivere facilmente in un mondo irreale nel corso dei nostri sogni,
ci parimenti vero per il mondo in cui abitiamo. Quando ci risvegliamo
da un sogno, non vi alcuna ragione logica che ci impedisca di pensare di
entrare in un sogno pi lungo detto "vita reale". La ragione per cui
consideriamo i nostri sogni un'immaginazione e il mondo come reale, non
altro che il prodotto delle nostre abitudini e pregiudizi. Tutto ci ci
suggerisce che dovremmo risvegliarci come da un sogno dalla vita sulla
terra nella quale crediamo di vivere.

Deficienze logiche dei materialisti


Fin dall'inizio di questo capitolo, stato affermato chiaramente che
la materia non un essere assoluto come sostenuto dai materialisti, ma
piuttosto una serie di sensazioni create da Allah. I materialisti si
oppongono in maniera estremamente dogmatica a questa realt evidente
che distrugge la loro filosofia e propugnano un'anti-tesi priva di
fondamenta.

236

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Ad esempio, uno dei pi noti fautori della filosofia materialista del


XX secolo, un marxista ardente, George Politzer, ha addotto l'esempio
dell'"autobus" come la prova pi evidente dell'esistenza della materia.182
Quando a un altro noto materialista, Johnson, fu detto che la materia
una serie di percezioni, egli tent di "provare" l'esistenza fisica di un
sasso dandogli un calcio.183
Un simile esempio venne addotto da Friedrich Engels, il mentore di
Politzer e il fondatore insieme a Marx del materialismo dialettico, il quale
scrisse che "se le torte che mangiamo fossero mere percezioni, non
sazierebbero la nostra fame".184
Un tal genere di esempi e di sentenze impetuose, quali "si
comprende l'esistenza della materia quando si riceve uno schiaffo in
faccia", ricorrono frequentemente nei libri di famosi materialisti come
Marx, Engels, Lenin e altri.
Il disordine nella comprensione che caratterizza queste
dimostrazioni dipende dall'errata interpretazione dell'affermazione "la
materia una percezione", la quale viene intesa nel senso che "la materia
un inganno della luce". Essi pensano infatti che il concetto di percezione
sia limitato soltanto alla vista, mentre il tatto abbia un correlato fisico.
Qualora un autobus investa un uomo, essi affermeranno: "Guarda, si
schiantato, allora non una percezione". Ci che essi non intendono che
tutte le percezioni sperimentate durante l'incidente, quali la durezza,la
collisione e il dolore si formano nel cervello.

L'esempio dei sogni


Il migliore esempio per spiegare questa realt sono i sogni. In tale
stato, una persona pu sperimentare eventi molto realistici. Pu rotolare
dalle scale e rompersi una gamba, pu avere un serio incidente
automobilistico, essere travolto da un autobus o mangiare una torta ed
essere sazio. Eventi simili a ci che accade nella vita quotidiana si
ripresentano nei sogni con una forza di persuasione tale da suscitare in
noi le stesse sensazioni.

La vera essenza della materia

237

Una persona che sogna di essere stata travolta da un autobus pu,


nel corso del sogno stesso, aprire gli occhi in un ospedale e comprendere
di essere invalida. Pu sognare inoltre di morire in un incidente stradale,
di incontrare l'angelo della morte e di essere trasportata nell'al di l.
(L'esperienza onirica di questi eventi si svolge in modo del tutto simile a
quanto accade in questa vita, che una percezione della stessa natura di
un sogno).
Questa persona percepisce molto chiaramente le immagini, i suoni, il
senso di durezza, la luce, i colori e tutte le altre sensazioni proprie
dell'esperienza che vive in sogno. Tali percezioni sono naturali come
quelle della "vita reale". La torta che mangia lo sazia, sebbene sia una
mera percezione, in quanto tale l'esperienza di "essere saziati".
Nondimeno, in realt, questa persona giace nel letto in quel momento.
Non vi sono scale, non vi traffico, non vi sono autobus. Colui che sogna
percepisce e prova cose che non esistono nel mondo esterno. Il fatto che
nel corso dell'attivit onirica sperimentiamo, vediamo e proviamo eventi
che non hanno alcun correlato fisico nel "mondo esteriore", rivela molto
chiaramente come quest'ultimo non consista d'altro che di semplici
percezioni.
Coloro che credono nella filosofia materialistica, in particolare i
marxisti, si irritano quando si parla dell'essenza della materia. Citano
esempi tratti dai ragionamenti superficiali di Marx, Engels o Lenin e
rilasciano dichiarazioni basate sull'emotivit. Essi devono pensare,
nondimeno, che tutto questo pu avvenire anche in sogno, cos come la
lettura di "Das Kapital", la partecipazione alle riunioni, gli scontri con la
polizia, i colpi ricevuti in testa e il dolore delle ferite. Quando, nel corso
dell'attivit onirica, gli verranno poste delle domande, essi penseranno
che anche ci che stanno sperimentando consiste di "materia assoluta",
cos come considerano le cose che percepiscono in stato di veglia.
Tuttavia, tutto ci che essi vedono, sperimentano o sentono, in sogno o
nella loro vita quotidiana, costituito soltanto da percezioni.

238

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

IL MONDO DEI SOGNI


er noi, la realt tutto quanto si pu toccare con le mani e vedere
con gli occhi. Anche nei sogni, tuttavia, possibile "toccare con le
mani e vedere con gli occhi", per quanto, in verit, non si abbiano
n mani, n occhi, n vi sia alcuna cosa da toccare o vedere. Non esiste
realt materiale che faccia accadere queste cose, se non il cervello. Si
semplicemente ingannati.

Che cosa separa la vita reale dai sogni? In definitiva, entrambe queste
forme pervengono all'esistenza all'interno del cervello. Se siamo in grado
di vivere facilmente in un mondo irreale nel corso dei nostri sogni, ci
parimenti vero per il mondo in cui abitiamo. Quando ci risvegliamo da un
sogno, non vi alcuna ragione logica che ci impedisca di pensare di
entrare in un sogno pi lungo detto "vita reale". La ragione per cui
consideriamo i nostri sogni un'immaginazione e il mondo come reale, non
altro che il prodotto delle nostre abitudini e pregiudizi. Tutto ci ci
suggerisce che dovremmo risvegliarci come da un sogno dalla vita sulla
terra in cui crediamo di vivere.

L'esempio della connessione dei nervi in parallelo


Consideriamo l'esempio dell'incidente automobilistico proposto da
Politzer: se si connettessero i nervi che collegano i cinque sensi al cervello
della vittima a quello di un'altra persona, ad esempio lo stesso Politzer,
per mezzo di una congiunzione parallela, nel momento dell'urto anche

La vera essenza della materia

239

quest'ultimo sarebbe colpito, per quanto comodamente seduto in casa


sua. Ovverosia, tutto quanto provato dalla vittima dell'incidente sarebbe
sperimentato da Politzer, come l'ascolto di una stessa canzone da due
differenti altoparlanti collegati ad un unico trasmettitore. Politzer
sentirebbe, vedrebbe e sperimenterebbe il rumore dell'autobus, l'urto
contro il suo corpo, l'immagine di un braccio rotto e del sangue, il dolore
della frattura, l'ingresso nella camera operatoria, la rigidezza
dell'ingessatura e la debolezza del suo braccio.
Ogni persona collegata in parallelo ai nervi dell'uomo vivrebbe la
stessa esperienza dell'incidente dall'inizio alla fine, proprio come Politzer.
Se la vittima dell'incidente fosse caduta in coma, ci sarebbe stato
condiviso da tutti gli altri. Inoltre, se tutte le percezioni dell'incidente
fossero registrate con un dispositivo e fossero poi trasmesse ad un'altra
persona, l'autobus colpirebbe quest'ultima molte volte. In tal caso, quale
degli autobus sarebbe quello reale? A questa domanda la filosofia
materialista non pu rispondere. La risposta esatta sarebbe che tutti
sperimentano l'incidente in tutti i suoi dettagli nella loro mente.
Lo stesso principio pu essere applicato agli esempi della torta e del
sasso. Se i nervi degli organi di senso di Engels, che ha provato un senso
di saziet dopo aver mangiato la torta, fossero connessi in parallelo al
cervello di un'altra persona, questa si sentirebbe piena come Engels. Se i
nervi di Johnson, che ha provato dolore al piede dopo avere calciato un
sasso, fossero collegati ad un altro, anche quest'ultimo proverebbe la
stessa sensazione.
Cos, quale torta o quale sasso quello vero? Anche in questo caso la
filosofia materialista incapace di fornire la risposta adeguata, ovverosia,
sia Engels che l'altro hanno mangiato la torta nella loro mente e si sono
saziati; sia Johnson che la seconda persona hanno avuto una totale
esperienza del calcio alla pietra nella loro mente.
Operiamo ora un cambiamento nell'esempio di Politzer: connettiamo
i nervi dell'uomo colpito dall'autobus al cervello di Politzer e i nervi di
quest'ultimo, che siede pacificamente in casa, a quelli della vittima
dell'incidente. In questo caso, Politzer penser che un autobus lo abbia

240

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

colpito, sebbene fosse seduto in casa; l'altro, invece, non prover mai
l'impatto dell'incidente e penser di essere seduto in casa di Politzer. La
stessa logica pu essere applicata agli esempi della torta e della pietra.
Come abbiamo visto, non possibile all'uomo trascendere i suoi
sensi e liberarsene. Per questo riguardo, l'anima dell'uomo pu essere
soggetta a tutti i tipi di rappresentazioni, per quanto non abbia un corpo
fisico, non abbia un'esistenza materiale e sia priva di peso materiale. Non
possibile all'uomo comprendere questo, in quanto egli considera reali le
immagini tridimensionali della cui esistenza assolutamente certo,
ognuno dipende infatti da percezioni provocate per essere avvertite dagli
organi sensoriali.
Il famoso filosofo britannico David Hume ha scritto a tale proposito:
Parlando apertamente, quando includo me stesso in ci che chiamo "me stesso",
mi imbatto sempre in una percezione specifica concernente il freddo o il caldo,
la luce o l'ombra, l'amore o l'odio, l'amaro o il dolce o altre nozioni. Senza
l'esistenza di una percezione, non potrei mai cogliere me stesso in un momento
particolare o osservare alcunch se non una percezione.185

La formazione di percezioni nel cervello


non una realt filosofica, ma scientifica
I materialisti affermano che quanto stato sin qui esposto sia un
punto di vista filosofico. Sostenere, tuttavia, che il cosiddetto "mondo
esterno" una serie di percezioni non una questione filosofica, ma un
chiaro fatto scientifico. Come l'immagine e la sensazione si formino nel
cervello viene insegnato dettagliatamente in tutte le scuole di medicina.
Questi fatti, provati dalla scienza del XX secolo, in particolare dalla fisica,
dimostrano chiaramente che la materia non ha alcuna realt assoluta e che
tutti, in un certo senso, contemplano lo "schermo nel loro cervello".
Chiunque abbia fiducia nella scienza, sia ateo, buddista o
appartenente a qualsivoglia credo, deve accettare questo fatto. Un
materialista pu negare l'esistenza di un Creatore, ma non questa realt
scientifica.

La vera essenza della materia

241

L'incapacit di Karl Marx, Friederich Engels, Georges Politzer e di


molti altri di comprendere un fatto talmente semplice ed evidente
ancora sorprendente, per quanto il livello di comprensione scientifica e le
possibilit del loro tempo fossero insufficienti. Al giorno d'oggi, la scienza
e la tecnologia hanno compiuto progressi enormi e le recenti scoperte ne
hanno facilitato la cognizione. I materialisti, d'altra parte, temono la
veridicit di questo fatto, per quanto parzialmente, in quanto riconoscono
le conseguenze disastrose che ci apporterebbe alla loro filosofia.

La grande paura dei materialisti


Per un certo periodo, non si ebbe alcuna reazione sostanziale da
parte dei circoli materialisti turchi contro il tema di questo libro, ovvero,
il fatto che la materia sia una semplice percezione. Ci ha creato in noi
l'impressione che quanto affermato non fosse sufficientemente chiaro e
che fosse necessaria un'ulteriore spiegazione. Dopo breve tempo, tuttavia,
fu evidente che i materialisti provavano un forte disagio di fronte alla
popolarit di questo soggetto e ne avevano grande paura.
Iniziarono quindi a esprimere pubblicamente il loro timore e il loro
panico attraverso pubblicazioni, conferenze e discussioni pubbliche. La
loro agitazione e disperazione rivela la sofferenza dovuta a una grave crisi
intellettuale. Il collasso scientifico della teoria dell'evoluzione, la
cosiddetta base della loro filosofia, ha gi provocato un grave shock in
loro. Ora iniziano a comprendere che la materia stessa gli sta sfuggendo,
la quale rappresenta un sostegno ben pi importante del darvinismo, e in
questo caso lo shock addirittura maggiore. Dichiarano che questa
questione "il pi grande pericolo" che li sovrasta e che "distrugge
totalmente la loro struttura culturale".
Tra coloro che con maggior evidenza hanno espresso questa ansiet
e panico provati dai circoli materialisti si deve ricordare Rennan Peknl,
noto accademico e autore di numerosi articoli su Bilim ve Utopya (Scienza
e utopia), un periodico che si assunto il compito di difendere il
materialismo. Sia nei suoi articoli che in numerose discussioni pubbliche

242

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Pekunlu ha presentato il libro L'inganno dell'evoluzione come la "minaccia"


principale per il materialismo. Ci che pi lo ha disturbato non sono stati
tanto i capitoli dedicati alla confutazione del darvinismo, ma la parte che
ora state leggendo. Ai suoi lettori e (solo una minima parte) ai suoi
ascoltatori, Peknl ha trasmesso il messaggio di "non lasciarsi sviare
dall'indottrinamento dell'idealismo e di mantenere la propria fede nel
materialismo", prendendo a modello Vladimir I. Lenin, il leader della
sanguinosa rivoluzione russa. Invitando tutti a leggere l'anacronistico
libro di Lenin intitolato Materialismo ed empiriocriticismo, Peknl non
ha fatto altro che ripetere il consiglio di Lenin: "Non pensate oltre a questo
problema, altrimenti perderete le tracce del materialismo e sarete
trascinati via dalla religione". In un articolo pubblicato sulla suddetta
rivista, Peknl ha citato le seguenti parole di Lenin:
Dal momento che negate la realt obiettiva che ci data dalla sensazione,
perdete ogni arma contro il fideismo, poich siete gi scivolati nell'agnosticismo
o nel soggettivismo; e al fideismo non occorre altro... Se ti lasci prendere un dito,
ti prenderanno tutta la mano. E i nostri machisti si sono lasciati prendere
dall'idealismo, cio dal fideismo attenuato, affinato, dal momento che hanno
considerato la "sensazione" non come un'immagine del mondo esterno, ma
come un elemento particolare. Sensazioni di nessuno, psiche di nessuno, spirito
di nessuno, volont di nessuno: ecco dove si va inevitabilmente a finire se non
si riconosce la teoria materialistica della realt obiettiva del mondo esterno,
riflessa nella coscienza dell'uomo.186

Queste parole dimostrano esplicitamente che quanto Lenin


comprese con preoccupazione e volle eliminare dalla sua mente e da
quella dei suoi "compagni" disturba parimenti i materialisti
contemporanei. Peknl e gli altri materialisti, tuttavia, sono sottoposti a
una grande pressione, in quanto sono consci del fatto che questa realt
viene ora presentata in maniera molto pi esplicita, certa e convincente di
cento anni fa. Per la prima volta nella storia, tale teoria stata spiegata in
modo cos indiscutibile.
Il quadro generale mostra, nondimeno, come un gran numero di
scienziati materialisti continuino a prendere una posizione molto

La vera essenza della materia

243

superficiale nei confronti del fatto che "la materia non sia altro che
un'illusione". Il tema illustrato in questo capitolo uno tra i soggetti pi
importanti e entusiasmanti che si possano incontrare nella vita. Non vi
alcuna possibilit che essi abbiano affrontato prima un argomento
talmente cruciale. Le reazioni di questi scienziati o le maniere da essi
impiegate nei loro discorsi e nei loro articoli indicano quanto sia
superficiale la loro comprensione.
La cieca adesione al materialismo ha provocato un danno alla loro
logica e per questa ragione sono molto distanti dalla comprensione di
questo soggetto. Per esempio, Alaatin Senel, accademico e scrittore per
Bilim ve topya, ha inviato messaggi simili a quelli di Rennan Peknl,
dicendo: "Dimenticate il fallimento del darvinismo, l'argomento
veramente minaccioso questo", e avanzando richieste del tipo: "provate
ci che dite!", intuendo la mancanza di basi della sua filosofia. Di maggior
interesse il fatto che gli scritti di questo autore rivelano la sua incapacit
di comprendere ci che egli considera una minaccia.
A riprova, in un articolo dedicato all'esclusiva discussione di questo
soggetto, Senel ammette che il mondo esteriore sia percepito nel cervello
sotto forma d'immagine; nondimeno, egli prosegue affermando che le
immagini sono divise in due gruppi, determinati dalla presenza o meno
di correlati fisici, il cui possesso spetta unicamente a quelle appartenenti
al mondo esterno. Per sostenere la sua affermazione, egli adduce
"l'esempio del telefono": "Non so se le immagini nel mio cervello abbiano
correlati esterni oppure no, ma la stessa cosa accade quando parlo al
telefono. In questo caso, non vedo la persona con cui sto parlando,
tuttavia la mia conversazione pu essere confermata nel momento in cui
incontro il mio interlocutore di persona."187
Con questa affermazione, l'autore intende dire: "Se dubitiamo delle
nostre percezioni, volgiamoci alla materia stessa e verifichiamone la
realt". Ci , tuttavia, un'evidente errore d'interpretazione, in quanto
per noi impossibile pervenire alla materia stessa. Non possiamo mai
uscire dalla nostra mente e conoscere ci che si trova "all'esterno". Se la
voce al telefono abbia oppure no un correlato pu essere confermato dalla

244

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

persona al telefono. Nondimeno, tale dimostrazione un'immagine


sperimentata dalla mente.
In realt, costoro vivono gli stessi eventi anche in sogno. Per
esempio, Senel, nel corso della sua attivit onirica, pu immaginare di
parlare al telefono e di ottenere in seguito la conferma dal suo
interlocutore. Oppure Peknl potrebbe sognare di fronteggiare una
"seria minaccia" e di consigliare alla gente di leggere un libro di Lenin
risalente a un secolo fa. Nondimeno, indipendentemente dalla loro
volont, questi materialisti non potranno mai negare il fatto che gli eventi
di cui sono stati protagonisti e le persone con le quali hanno parlato nel
corso dei loro sogni non sono altro che percezioni.
Da chi, dunque, si potranno ottenere conferme se le immagini nel
cervello abbiano correlati oppure no? Dalle ombre oscure che in esso
albergano? Senza dubbio, i materialisti non sono in grado di trovare una
fonte d'informazione che possa fornire dei dati concernenti ci che si
trova all'esterno del cervello e confermarli.
Pur concedendo che tutte le immagini si formino nel cervello,
accettare che sia possibile "uscire" da esso ottenendo in tal modo delle
conferme dal mondo esterno, rivela il fatto che la capacit percettiva della
persona limitata e che la sua ragione distorta.
Nondimeno, l'oggetto di questa trattazione pu essere facilmente
inteso da una persona dotata di un normale livello di comprensione e
ragionamento. Chiunque sia libero da pregiudizi sa, in relazione a tutto
quanto si detto, che non possibile verificare l'esistenza del mondo
esterno per mezzo dei sensi. Appare quindi chiaro che la cieca adesione al
materialismo altera la facolt raziocinativa degli uomini. Per questa
ragione, i materialisti contemporanei commettono gravi errori di logica
proprio come i loro mentori, i quali tentarono di "provare" l'esistenza
della materia prendendo a calci i sassi o mangiando torte.
Deve essere inoltre ricordato che questa non una situazione
straordinaria, in quanto l'incapacit a intendere un tratto comune di tutti
i miscredenti. Nel Corano, Allah in particolare dice che essi sono "gente
che non comprende" (Surat Al-M'ida, 58).

La vera essenza della materia

245

I materialisti sono caduti nella pi grande trappola


della storia
L'atmosfera di panico che pervade i circoli materialisti in Turchia, di
cui abbiamo menzionato solo pochi esempi, mostra come essi paventino
una sconfitta di tali proporzioni quale non hanno mai subito nella storia.
Il fatto che la materia sia semplicemente una percezione stato provato
dalla scienza moderna e sostenuto in maniera chiara, semplice e diretta.
Ai materialisti non rimane altro che contemplare il crollo dell'intero
mondo materiale nel quale credono ciecamente e confidano.
Nel corso della storia dell'umanit il pensiero materialista sempre
esistito. Sicuri di se stessi e della filosofia nella quale avevano fede, essi si
sono ribellati contro Allah Che li aveva creati. La teoria che formularono
sosteneva che la materia non aveva inizio n fine, n a ci era necessario
un Creatore. Mentre a causa della loro arroganza negavano Allah,
trovavano ricetto nella materia che affermavano avesse una reale
esistenza. A tal punto confidavano in questa filosofia da credere che non
sarebbe mai stato possibile offrire una spiegazione che provasse il
contrario.
Questa la ragione per cui quanto detto in questo libro in
riferimento alla vera natura della materia ha cos sorpreso questa gente,
in quanto ci distrugge le basi stesse della loro filosofia e non lascia spazio
ad alcuna discussione. La materia, sulla quale essi fondano il loro
pensiero, la loro vita, la loro arroganza e il loro rifiuto, scompare
d'improvviso. Come pu esistere il materialismo se non esiste la materia?
Uno degli attributi di Allah il Suo complottare contro i miscredenti,
come espresso nel versetto: "Essi tramavano intrighi e Allah tesseva
strategie. Allah il migliore degli strateghi." (Surat Al-'Anfl, 30)

Allah ha intrappolato i materialisti facendogli credere che la materia


esista e in tal modo li ha umiliati in una maniera invisibile. Essi pensano
che quanto possiedono, il loro status, la loro posizione, la societ a cui
appartengono, il mondo intero esistano realmente, quindi si ergono con
arroganza contro Allah confidando in queste cose. Si sono ribellati a causa

246

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

della loro vanagloria e hanno accresciuto la loro miscredenza. La loro fede


si fonda unicamente sulla materia. La loro capacit intellettiva cos
scarsa che non arrivano neppure a pensare che Allah li circonda da ogni
parte. Allah annuncia lo stato a cui i miscredenti sono condotti per la loro
stoltezza:
Vogliono tramare un'insidia? Saranno piuttosto i miscredenti ad
essere ingannati. (Surat At-Tr, 42)

Questo probabilmente il pi grande inganno della storia. Mentre la


loro arroganza aumentava spontaneamente, i materialisti sono stati illusi
e hanno subito una grave sconfitta nella guerra da essi intrapresa contro
Allah allevando qualcosa di mostruoso in opposizione a Lui. Il versetto
"Cos, in ogni citt, facemmo capi i suoi peccatori pi grandi, affinch
ordiscano in essa le loro trame. Ma tramano solo contro loro stessi e non
ne sono coscienti" (Surat Al-An'm, 123) mostra l'inconsapevolezza di
coloro che si rivoltano contro il loro Creatore e la fine che li aspetta. A ci
fa riferimento anche un altro versetto:
Cercano di ingannare Allah e coloro che credono, ma non ingannano
che loro stessi e non se ne accorgono. (Surat Al-Baqara, 9)

Mentre i miscredenti tentano di complottare, non comprendono la


realt delle parole "non ingannano che loro stessi e non se ne accorgono"
del succitato versetto. Ci significa che tutto quanto oggetto della loro
esperienza un'immagine appositamente disegnata per essere percepita,
cos come tutti i complotti da essi orditi non sono altro che semplici
immagini formate nel loro cervello alla stregua di ogni altra loro azione.
La follia li ha resi dimentichi di essere soli con Allah e di essere quindi
intrappolati all'interno dei loro piani disonesti.
Non meno dei materialisti del passato, anche i contemporanei
devono affrontare una realt destinata a distruggere dalle fondamenta le
loro trame inique. Con il versetto "...Deboli sono le astuzie di Satana"
(Surat An-Nis, 76), Allah ha affermato che questi complotti sono
destinati a fallire sin dal giorno della loro macchinazione, dandone la
buona novella ai credenti nel versetto "...i loro inganni non vi

La vera essenza della materia

247

procureranno alcun male" (Surat l-'Imrn, 120).


Allah dice inoltre: "Quanto a coloro che sono miscredenti, le loro
opere sono come un miraggio in una piana desertica che l'assetato
scambia per acqua e poi, quando vi giunge, non trova nulla; anzi, nei
pressi trova Allah che gli salda il conto. Allah rapido al conto" (Surat AnNr, 39). Anche il materialismo diviene un miraggio, come indicato in
questo versetto; quando lo hanno raggiunto, si accorgono che non nulla
se non un'illusione. Allah li ha ingannati con tale miraggio, ovverosia, essi
hanno percepito l'intera serie di immagini come reale. Tutte queste
persone "eminenti", professori, astronomi, biologi, fisici e tutti gli altri,
indipendentemente dal loro rango, sono ingannati come bambini e
umiliati, in quanto ergono la materia a loro dio. Essi fondano la loro
filosofia e ideologia sull'assolutezza di una serie di immagini, della quale
disputano con seriet adottando un cosiddetto discorso "intellettuale". Si
considerano abbastanza saggi da dibattere la verit dell'universo e, cosa
ben pi rilevante, argomentano riguardo ad Allah valendosi della loro
intelligenza limitata. Allah parla della loro situazione nel versetto
seguente:
Tessono strategie e anche Allah ne tesse.
Allah il migliore degli strateghi. (Surat l-'Imrn, 54)

possibile sfuggire ad alcuni complotti; nondimeno, il piano di


Allah contro i miscredenti talmente fermo da non lasciare via di fuga.
Indipendentemente da ci che essi faranno o a chi si appelleranno, non
troveranno alcun aiuto all'infuori di Allah. Come Egli ci rende noto nel
Libro: "non troveranno, oltre ad Allah, n patrono n alleato" (Surat AnNis, 173).
I materialisti non si sarebbero mai aspettati di cadere in tale trappola.
Avendo a disposizione tutti i mezzi del XX secolo, hanno creduto di poter
avanzare ostinatamente nella loro negazione traendo gente alla
miscredenza. La loro perenne mentalit e la fine che li attende sono
descritte nel Corano:
Ordirono una trama e Noi ordimmo una trama senza che se ne

248

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

accorgessero. Guarda cosa ne stato della loro trama: li facemmo


perire insieme con tutto il loro popolo. (Surat An-Naml, 50-51)

Questo , in un altro senso, il significato di quanto affermato in


questi versetti: i materialisti sono destinati a comprendere che tutto
quanto essi possiedono non altro che un'illusione, quindi stato
distrutto. Nel momento in cui testimoniano che tutte le loro propriet, le
loro fabbriche, l'oro, i soldi, i figli, i consorti, gli amici, il rango e la
posizione, il loro stesso corpo, in altre parole tutto quanto credono che
esista, sfugge via dalle loro mani, essi "periscono" secondo le parole del
versetto 51 di Surat An-Naml. A questo punto, non sono pi materia ma
anime.
Senza dubbio, comprendere questa verit la peggior cosa possibile
per i materialisti. Il fatto che tutto ci che possiedono sia soltanto
un'illusione equivalente, secondo il loro linguaggio, a "morire prima di
morire" in questo mondo.
Ci li lascia in completa solitudine con Allah. Con il versetto
"LasciaMi solo con colui che ho creato" (Surat Al-Muddaththir, 11) Egli ha
richiamato la nostra attenzione sul fatto che ogni essere umano , in
realt, del tutto solo presso di Lui. Questa verit richiamata in molti altri
versetti:
Siete venuti a Noi da soli, come vi abbiamo creati la prima volta.
Quello che vi abbiamo concesso lo avete gettato dietro le spalle...
(Surat Al-An'm, 94)
E nel Giorno della Resurrezione ognuno si presenter da solo davanti
a Lui. (Surat Maryam, 95).

Questi versetti possono essere interpretati anche nel modo seguente:


coloro che prendono la materia a loro dio provengono da Allah e a Lui
ritornano. Essi hanno sottomesso la loro volont ad Allah, volenti o
nolenti. Ora attendono il Giorno del Giudizio, nel quale ognuno di essi
sar chiamato a rendere conto. Per quanto si rifiutino di comprenderlo...

La vera essenza della materia

249

Conclusione
Il tema della nostra trattazione rappresenta una delle pi grandi
verit che possano essere rivelate nel corso della vita. Dimostrando che
l'intero mondo materiale in realt "un'ombra", si offre la chiave per
riconoscere l'esistenza e la creazione da parte di Allah, il Quale l'unico
essere assoluto. Ci permette di comprendere che il mondo non ci che
molta gente suppone; non un luogo assoluto con una vera esistenza,
come credono quelli che vagabondano senza scopo per le strade, che
scatenano risse nei pub, che si pavoneggiano nei locali di lusso, che si
vantano delle loro propriet o che dedicano la loro vita a vani scopi. Il
mondo non altro che una serie di percezioni, un'illusione.Tutti coloro
che abbiamo citato sopra sono soltanto ombre che contemplano queste
percezioni nella loro mente senza esserne coscienti.
Questo concetto molto importante in quanto scardina e distrugge
la filosofia materialista negatrice dell'esistenza di Allah. Questa la
ragione per cui materialisti quali Marx, Engels e Lenin ne ebbero timore
e, presi dall'ira, ammonirono i loro seguaci a non "riflettere" su questo
tema qualora se ne parlasse. In realt, queste persone si trovano in un tale
stato di deficienza mentale da non potere neppure comprendere che le
percezioni si formano all'interno del cervello. Ritengono quindi che
l'oggetto della loro contemplazione sia il "mondo esterno", non
sospettando neppure l'ovvia evidenza del contrario.
Tale inconsapevolezza il risultato della mancanza di saggezza
determinata da Allah per i miscredenti, i quali - scritto nel Corano "hanno cuori che non comprendono, occhi che non vedono e orecchi che
non sentono, sono come bestiame, anzi, ancor peggio. Questi sono gli
incuranti." (Surat Al-A'rf, 179)
Per mezzo della riflessione personale possibile approfondire tale
conoscenza. A tal fine, necessario concentrare la propria attenzione e
considerare il modo in cui si percepiscono gli oggetti che ci circondano. In
tal caso, sar possibile comprendere che quell'essere dotato di saggezza il
quale vede, sente, tocca, pensa e legge ora questo libro soltanto

250

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

un'anima che contempla le percezioni dette "materia" su uno schermo.


Chi perviene a questa comprensione si allontana dal dominio del mondo
materiale che inganna la maggior parte dell'umanit per entrare nel regno
della vera esistenza.
Questa realt stata compresa da alcuni sapienti musulmani nel
corso della storia. Uomini come Imam Rabbani, Mohyiddn Ibn 'Arab e
Mevlana Cami pervennero a tale conoscenza meditando le indicazioni del
Corano e valendosi dell'intelletto. Alcuni filosofi occidentali, tra cui
George Berkeley, ne ebbero un'intuizione per mezzo della ragione. Imam
Rabbani scrisse nelle sue Mektubat (Lettere) che l'intero universo
materiale "un'illusione e una supposizione (percezione)" e che l'unico
essere assoluto Allah:
Allah... La sostanza di questi esseri che Egli ha creato il non-essere. Egli ha
creato tutto sotto forma di sensi e illusioni... L'esistenza dell'universo al
livello di sensi e illusioni e non materiale... In realt, non vi nulla
nell'esteriore se non l'Essere Glorioso, (che Allah).188

Imam Rabbani ha esplicitamente affermato che tutte le immagini


presentate all'uomo non sono altro che illusioni e che non hanno alcun
originale "nell'esteriore".
Questo ciclo illusorio rappresentato nell'immaginazione. visto secondo
l'estensione della sua rappresentazione per mezzo dell'occhio della mente.
Nell'esteriore sembra che sia osservato con l'occhio della testa. Tuttavia, non
cos. Non ha n una designazione n una traccia nell'esteriore. Non esiste
alcuna circostanza da vedere. simile al volto di una persona riflesso in uno
specchio. Non ha costanza nell'esteriore. Senza dubbio, sia la sua costanza che
la sua immagine si trovano nell'IMMAGINAZIONE. Allah Colui Che
meglio conosce.189

Mevlana Cami pervenuto alle medesime conclusioni seguendo le


indicazioni del Corano e usando l'intelletto: "Tutto quanto si trova
nell'universo non altro che sensi e illusioni. Pu essere paragonato a un
riflesso in uno specchio o a un'ombra".
Il numero di coloro che sono pervenuti a tale comprensione nel corso

La vera essenza della materia

251

della storia , tuttavia, molto limitato. Grandi sapienti come Imam


Rabbani hanno scritto che sarebbe sconveniente rivelare questo fatto alle
masse, in quanto la maggior parte della gente non sarebbe in grado di
cogliere il significato.
Nell'et in cui viviamo questa conoscenza stata resa empirica dal
corpo di prove avanzato dalla scienza. Il fatto che l'universo sia un'ombra
stato descritto per la prima volta nella storia in modo chiaro, concreto ed
esplicito.
Per questa ragione, il XXI secolo rappresenter un punto di svolta
epocale, dove la gente comprender comunemente le realt divine e sar
condotta in folla verso Allah, il solo Essere Assoluto. Nel XXI secolo la
fede materialistica del XIX secolo sar relegata tra i rifiuti della storia,
l'esistenza di Allah e la creazione saranno riconosciute, la mancanza di
tempo e di spazio saranno intese e l'umanit si liberer dai secolari veli,
inganni e superstizioni che la avvolgono.
Nessuna ombra potr impedire questo corso inevitabile.

CAPITOLO

20

Relativit del tempo


e realt del fato

utto quanto si detto sopra dimostra che in realt non esiste


alcuno "spazio tridimensionale", che si rivela un pregiudizio
ispirato dalle percezioni, mentre l'uomo conduce la sua vita intera

in una condizione "priva di spazio". Asserire il contrario significherebbe


ancorarsi ad una fede superstiziosa rimossa dalla ragione e dalla verit
scientifica, in quanto non si ha alcuna prova valida dell'esistenza di un
mondo materiale tridimensionale.
Questo fatto confuta il primario assunto della filosofia materialistica,
il quale costituisce il fondamento della teoria evoluzionista, ovverosia che
la materia sia assoluta ed eterna. Il secondo assunto la supposizione che
il tempo sia assoluto ed eterno. Come il primo, anche questo una
superstizione.

La percezione del tempo


Quella percezione che chiamiamo tempo , in realt, un metodo con
il quale un momento comparato ad un altro. Ci pu spiegarsi con un
esempio. Quando una persona colpisce un oggetto, sente un rumore
particolare; quando lo colpisce cinque minuti dopo, il rumore che sente
diverso. La persona percepisce che tra il primo suono e il secondo vi un
intervallo e ci chiama "tempo". Tuttavia, nel momento in cui sente il
secondo suono, il primo non pi di un'immaginazione nella sua mente.
soltanto una minima informazione nella sua memoria. La persona
formula la percezione del "tempo" comparando il momento in cui vive
con ci che contenuto nella sua memoria. Se tale confronto non
avvenisse, non vi potrebbe essere neppure la percezione del tempo.

Relativit del tempo e realt del fato

253

Similmente si compie un confronto quando si vede qualcuno entrare


in una camera attraverso la porta e sedersi su una poltrona posta al centro.
Nel momento in cui la persona si siede, le immagini relative agli attimi
precedenti sono coordinate come minime informazioni nel cervello. La
percezione del tempo avviene quando si compara l'uomo che si siede
sulla poltrona con le altre informazioni di cui si in possesso.
In breve, il tempo perviene all'esistenza come risultato del confronto
effettuato tra alcune illusioni immagazzinate nel cervello. Se l'uomo non
avesse una memoria, il suo cervello non compirebbe tali interpretazioni e
quindi neppure la percezione del tempo potrebbe formarsi. La ragione
per cui si afferma di avere una determinata et dovuta al fatto che nella
mente si sono accumulate informazioni relative a un certo numero di
anni. Se la memoria non esistesse, non si penserebbe all'esistenza di un
simile periodo di tempo precedente, in quanto si farebbe diretta
esperienza soltanto del singolo "momento" in cui si vive.

La spiegazione scientifica dell'atemporalit


Tentiamo di chiarire l'argomento citando alcune spiegazioni in
proposito addotte da vari scienziati e studiosi. Riguardo al tema del flusso
a ritroso del tempo, il noto intellettuale insignito del premio Nobel, il
professore di genetica Franois Jacob, scrive nel suo libro Le Jeu des
Possibles:
I film proiettati all'indietro ci permettono di immaginare un mondo nel quale il
tempo fluisca a ritroso. Un mondo in cui il latte si separi dal caff e salti fuori
dalla tazza per raggiungere la lattiera; un mondo in cui i raggi di luce siano
emessi dai muri per essere raccolti in una trappola (centro di gravit) invece di
scaturire da una fonte di luce; un mondo in cui una pietra raggiunga la palma
della mano di un uomo grazie alla sorprendente cooperazione di innumerevoli
gocce d'acqua che le permettano di emergere d'improvviso. In un mondo in cui
il tempo ha caratteristiche cos opposte, i processi del nostro cervello e il modo
in cui la memoria coordina le informazioni potrebbero similmente funzionare
all'indietro. Ci anche vero per il passato e per il futuro e il mondo ci
apparirebbe esattamente come ci appare ora.190

254

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Dal momento che il nostro cervello abituato a una certa sequenza


di eventi, il mondo non opera secondo le modalit dell'esempio
precedente e noi riteniamo quindi che il tempo fluisca sempre in avanti.
Nondimeno, questa una decisione presa nel cervello e perci del tutto
relativa. In verit, non possiamo conoscere se e come il tempo fluisca.
Questo fatto rivela che il tempo non una realt assoluta, ma soltanto una
sorta di percezione.
La relativit del tempo un fatto provato anche dal pi importante
fisico del XX secolo, Albert Einstein. Lincoln Barnett ha scritto nel suo
libro dal titolo The Universe and Dr. Einstein:
Insieme allo spazio assoluto, Einstein scart anche il concetto di tempo assoluto
di un costante, invariabile, inesorabile, universale fluire del tempo, procedente
da un passato infinito verso un futuro infinito. Buona parte dell'oscurit che ha
circondato la teoria della relativit deriva dalla riluttanza dell'uomo a
riconoscere che il senso del tempo, come il senso del colore, una forma di
percezione. Come lo spazio semplicemente un ordine possibile di oggetti
materiali, cos il tempo un semplice ordine di eventi. La soggettivit del tempo
spiegata nel modo migliore dalle parole stesse di Einstein: "L'esperienza di un
individuo ci appare ordinata in una serie di eventi, in cui il singolo evento che
ricordiamo si mostra costituito secondo il criterio di un "prima" e di un "dopo".
Esiste, quindi, per l'individuo, un io-tempo, o tempo soggettivo. Questo
intrinsecamente non misurabile. senz'altro possibile associare dei numeri a
degli eventi, in modo tale che il numero pi elevato sia associato all'evento pi
recente piuttosto che a quello precedente.191

Einstein stesso ha indicato che "lo spazio e il tempo sono forme di


intuizione, che non possono essere separate dalla consapevolezza pi di
quanto lo possano i nostri concetti di colore, forma o dimensione."
Secondo la teoria della relativit generale "il tempo non ha un'esistenza
indipendente, a parte l'ordine di eventi con cui lo misuriamo."192
Poich il tempo consiste di percezioni, dipende interamente da chi
percepisce ed quindi relativo.
La velocit con cui passa il tempo differisce in base ai riferimenti
assunti per misurarlo, in quanto non esiste un orologio naturale nel corpo

Relativit del tempo e realt del fato

255

umano che indichi con precisione con che rapidit esso scorra. Come
Lincoln Barnett ha scritto: "Come non pu esistere una cosa simile al
colore senza un occhio che la percepisca, cos un istante, un'ora o un
giorno non esistono senza un evento che li contraddistingua."193
La relativit del tempo viene chiaramente sperimentata nel corso
dell'attivit onirica. Per quanto ci che vediamo nei sogni sembra che duri
per ore, in realt, perdura soltanto pochi minuti o addirittura secondi.
La considerazione di un esempio ci permetter di approfondire
l'argomento. Pensiamo di essere stati posti in una stanza con una singola
finestra specificamente disegnata. Ivi restiamo reclusi per un certo lasso di
tempo. Immaginiamo che in essa vi sia un orologio che ci permetta di
considerare la quantit di tempo trascorsa. Contemporaneamente, dalla
finestra siamo in grado di osservare il sorgere e il calare del sole a
determinati intervalli. Pochi giorni dopo, se ci chiedessero quanto tempo
avessimo trascorso nella stanza, risponderemmo sia sulla base delle
informazioni da noi raccolte consultando l'orologio sia considerando
quante volte il sole fosse sorto e tramontato. Per esempio, potremmo
stimare di avervi passato tre giorni. Nondimeno, se colui che ci avesse
chiuso nella stanza ci dicesse che fossero trascorsi soltanto due giorni e
che il ciclo del sole osservato attraverso la finestra fosse stato prodotto
falsamente da una macchina simulatrice e che l'orologio fosse stato
regolato in modo tale da scorrere pi velocemente, allora il nostro calcolo
sarebbe privo di valore.
Questo esempio conferma che le informazioni di cui disponiamo
sull'ammontare di tempo trascorso si basano su riferimenti relativi. La
relativit del tempo un fatto provato anche dalla metodologia
scientifica. La teoria della relativit generale di Einstein afferma che la
velocit del tempo cambia in base alla velocit dell'oggetto e alla distanza
dal centro di gravit. Con l'aumentare della velocit, il tempo si abbrevia,
si comprime e rallenta come se giungesse al punto di "arresto".
Consideriamo ora un esempio addotto da Einstein stesso.
Immaginiamo due gemelli, uno dei quali dimora sulla terra, mentre l'altro
viaggia nello spazio ad una velocit vicina a quella della luce. Al suo

256

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

ritorno, il viaggiatore vedr che il fratello invecchiato molto pi di lui.


La ragione che il tempo fluisce pi lentamente per una persona che
viaggia ad una velocit prossima a quella della luce. Se lo stesso esempio
fosse adattato ad un padre che viaggiasse nello spazio e al figlio che
abitasse sulla terra, qualora il padre avesse ventisette anni al momento
della sua partenza e il figlio tre, al suo ritorno, trent'anni dopo (tempo
terrestre), il figlio avrebbe 33 anni ma il padre soltanto 30.194
necessario far rilevare che tale relativit del tempo non causata da
una riduzione o accelerazione della velocit degli orologi o dalla marcia
lenta di una molla meccanica. piuttosto il risultato di differenziati
periodi di operazione dell'intero sistema materiale che procede alla
profondit delle particelle sub-atomiche. In altre parole, l'abbreviamento
del tempo non simile alla proiezione rallentata di una pellicola per colui
che ne fa esperienza. In una situazione di tempo abbreviato, il battito
cardiaco, la riproduzione delle cellule, le funzioni cerebrali e tutte le altre
operano pi lentamente di quelle di una persona residente sulla terra. La
persona vive la sua normale quotidianit senza rendersi conto dell'abbreviamento del tempo, che diviene evidente soltanto in caso di confronto.

La relativit nel Corano


La conclusione a cui siamo condotti dalle scoperte della scienza
moderna che il tempo non un fatto assoluto, come sostenuto dai
materialisti, ma soltanto una percezione relativa. importante rilevare,
inoltre, che questa realt, prima di essere scoperta dalla scienza moderna
nel corso del XX secolo, fu rivelata al genere umano quattordici secoli
orsono nel Corano, ove sono contenuti numerosi riferimenti alla relativit
del tempo.
Molti versetti del Libro descrivono il tempo come una percezione
psicologica dipendente da eventi, luoghi e condizioni. Per esempio, la
brevit della vita umana:
Nel Giorno in cui vi chiamer, Gli risponderete lodandoLo e crederete
di essere vissuti ben poco. (Surat Al-Isr, 52)

Relativit del tempo e realt del fato

257

Il Giorni in cui li riunir, sar come se fossero rimasti solo un'ora e


si riconosceranno tra loro. (Surah Yuns, 45)
In alcuni versetti detto che gli uomini percepiscono il tempo in
modo differente e che talvolta un breve periodo di tempo pu apparire
molto lungo. La seguente conversazione tra diverse persone che
attendono al loro giudizio nell'Al di l offre un buon esempio:
Dir: "Quanti anni siete rimasti sulla terra?". Risponderanno: "Siamo
rimasti un giorno, o parte di un giorno. Interroga coloro che tengono
il computo". Dir: "Davvero siete rimasti ben poco. Se lo aveste
saputo!". (Surat Al-Mu'minn, 112-114)

Altrove si afferma che il tempo pu procedere ad andatura differente


rispetto a situazioni diverse:
Ti chiedono di affrettare il castigo. Giammai Allah mancher alla Sua
promessa. Invero un solo giorno presso il tuo Signore vale come mille
anni di quelli che contate. (Surat Al-Hajj, 47)
Gli angeli e lo Spirito ascendono a Lui in un giorno la cui durata di
cinquantamila anni. (Surat Al-Ma'rij, 4)

Questi versetti sono evidenti espressioni della relativit del tempo.


Che la scienza abbia compreso solo recentemente quanto fu comunicato
all'uomo 1400 anni fa per mezzo del Corano una prova della sua
rivelazione da parte di Allah, il Quale comprende tutto il tempo e lo
spazio.
La narrazione in molti altri versetti del Corano rivela che il tempo
una percezione. Ci particolarmente evidente nelle storie. Ad esempio,
Allah ha mantenuto i compagni della Caverna, un gruppo di credenti
menzionato nel Corano, in uno stato di sonno profondo per pi di tre
secoli. Quando vennero risvegliati, credettero di avere dormito soltanto
per breve tempo, non potendo immaginare quanto si fosse prolungato
tale stato:
Rendemmo sorde le loro orecchie, [rimasero] nella caverna per molti
anni. Li resuscitammo poi, per vedere quale delle due fazioni meglio
computasse il tempo che avevano trascorso. (Surat Al-Kahf, 11-12)

258

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Li resuscitammo infine perch si interrogassero a vicenda. Disse uno


di loro: ""Quanto tempo siete rimasti?". Dissero: "Siamo rimasti una
giornata o parte di una giornata". Dissero: "Il vostro Signore sa meglio
quanto siete rimasti... (Surat Al-Kahf, 19)

La situazione descritta nel versetto seguente prova che il tempo in


realt una percezione psicologica.
colui che passando presso una citt in completa rovina [disse]: "Come
potr Allah ridarle la vita dopo che morta?". Allah allora lo fece
morire per cento anni, poi lo resuscit e gli chiese: "Quanto [tempo]
sei rimasto?". Rispose: "Rimasi un giorno o una parte di esso". "No,
disse Allah, sei rimasto cento anni. Guarda il tuo cibo e la tua acqua,
sono intatti; poi guarda il tuo asino, [Ti mostriamo tutto ci] affinch
tu divenga un segno per gli uomini. Guarda come riuniamo le ossa e
come le rivestiamo di carne." Davanti all'evidenza disse: "So che
Allah Onnipotente". (Surat Al-Baqara, 259)

Allah, Che ha creato il tempo, ne libero. L'uomo, al contrario,


limitato da esso secondo l'ordine di Allah. Come scritto nel versetto,
l'uomo non neppure capace di conoscere quanto tempo ha dormito. In
uno stato simile, affermare che il tempo assoluto (come i materialisti)
irragionevole.

Il destino
La relativit del tempo chiarisce un argomento di estrema
importanza. La relativit cos variabile che un periodo di tempo che a
noi appare della durata di miliardi di anni, potrebbe durare soltanto un
secondo in un'altra dimensione. Addirittura, l'intero corso dell'universo,
dalla sua nascita alla sua morte, potrebbe essere inferiore al secondo.
Ci costituisce l'essenza del concetto di destino un concetto che
stato frainteso dalla maggior parte della gente, in special modo dai
materialisti, i quali lo negano completamente. Il destino la perfetta
conoscenza da parte di Allah di tutti gli eventi passati o futuri. Molti si
chiedono come Allah possa conoscere in anticipo gli eventi che non sono

Relativit del tempo e realt del fato

259

ancora accaduti, non riuscendo quindi a comprendere l'autenticit del


destino. Nondimeno, gli "eventi che non sono ancora accaduti" sono tali
solo per noi. Allah non legato al tempo o allo spazio, in quanto Egli
stesso li ha creati. Per questa ragione, il passato, il futuro e il presente sono
la stessa cosa per Lui e tutto ha gi avuto luogo ed finito.
Lincoln Barnett spiega come la teoria della relativit generale
conduca a tali conclusioni nel suo libro The Universe and Dr. Einstein;
secondo l'autore, l'universo pu essere "compreso nella sua intera maest
solo da un'intelligenza cosmica". 195 La volont che Barnett chiama
"intelligenza cosmica" la sapienza e la conoscenza di Allah, Che prevale
sull'intero universo. Come cogliamo facilmente le varie fasi di governo di
un dominatore, dall'inizio alla fine, come un'unit, cos Allah conosce il
tempo a cui siamo soggetti in ogni singolo momento. Gli uomini
subiscono gli incidenti solo al tempo prestabilito e testimoniano in essi il
fato di Allah.
importante attirare l'attenzione sulla superficialit della distorta
comprensione del destino prevalente nella societ. diffusa la credenza
superstiziosa che Allah abbia determinato per ogni uomo un "destino" che
talvolta possa essere cambiato. Per esempio, nel caso di un paziente che si
riprenda dopo essere stato in fin di vita, si dice comunemente che "
sfuggito al suo destino". Nessuno, tuttavia, in grado di mutare il proprio
destino. Questi evidentemente non doveva morire in quel momento.
ancora il destino a ingannare quanti credono di sfuggirgli.
Il destino l'eterna conoscenza di Allah, per il Quale tutto
determinato e finito. Egli conosce il tempo in ogni sua singola frazione e
su di esso prevale. Si comprende quindi quanto detto nel Corano che il
tempo una cosa sola per Allah: alcuni fatti destinati ad accadere nel
futuro sono narrati come se fossero gi accaduti. Per esempio, i versetti
che descrivono la resa dei conti ad Allah nel Giorno del Giudizio:
Si soffia nel corno e cadono folgorati tutti coloro che sono nei cieli e
sulla terra, eccetto coloro che Allah vuole. Quindi si soffia una
seconda volta e tutti si alzano in piedi a guardare. La terra risplende
della luce del suo Signore, si apre il Registro e vengono condotti i

260

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

profeti e i testimoni. Si giudica con equit e nessuno subisce torto... I


miscredenti sono condotti in gruppi all'Inferno... E coloro che hanno
temuto il loro Signore sono condotti in gruppi in Paradiso... (Surat AzZumar, 68-73)

Dello stesso soggetto trattano anche altri versetti:


Ogni anima viene accompagnata da una guida e da un testimone.
(Surah Qaf, 21)
E si spacca il cielo, cos fragile in quel Giorno. (Surat Al-Hqqah, 16)
Li compensa del loro perseverare con il Giardino e la seta. Adagiati su
alti divani non devono subire n il sole n il freddo pungente. (Surat
Al-Insn, 12-13)
...e appare la fornace, per chi pu vederla. (Surat An-Nzi't, 36)
Oggi invece sono i credenti a ridere dei miscredenti. (Surat AlMutaffifn, 34)
Gli iniqui vedono il fuoco. Capiscono allora di stare per cadervi e non
hanno alcuno scampo. (Surat Al-Kahf, 53)

Come si pu vedere, eventi destinati ad accadere dopo la nostra


morte (dal nostro punto di vista) vengono riferiti come gi trascorsi nel
Corano. Allah non delimitato dalla struttura temporale in cui noi siamo
confinati. Allah ha determinato tutto ci nell'atemporale. Gli uomini
hanno gi vissuto le loro vite. Ogni evento, piccolo o grande, parte della
conoscenza di Allah ed registrato in un libro:
In qualunque situazione ti trovi, qualunque brano del Corano reciti e
qualunque cosa facciate, Noi siamo testimoni al momento stesso in
cui la fate. Al tuo Signore non sfugge neanche il peso di un atomo
sulla terra o nel cielo; non c' cosa alcuna pi piccola o pi grande di
ci, che non sia [registrata] in un Libro esplicito. (Surah Ynus, 61)

L'inquietudine dei materialisti


Gli argomenti trattati in questo capitolo, vale a dire la verit che

Relativit del tempo e realt del fato

261

sottende la materia, l'atemporalit e l'assenza dello spazio sono


estremamente chiari. Come gi si detto, ci non costituisce
assolutamente una sorta di filosofia o un modo di pensare, si tratta
piuttosto di fatti innegabili. Oltre ad essere una realt tecnica, la ragione e
la logica non ammettono altre alternative: l'universo, con tutta la materia
che lo compone e tutti gli uomini che in esso vivono, un'illusione. una
serie di percezioni.
I materialisti hanno enormi difficolt di comprensione.
Riconsideriamo l'esempio dell'autobus addotto da Politzer: sebbene
quest'ultimo sappia di non poter evadere dall'ambito delle sue percezioni,
ammette questa realt solo in certi casi. Ovverosia, per Politzer gli eventi
hanno luogo nel cervello fino al momento dell'incidente, da allora in poi
le cose escono dal cervello e assumono una realt fisica. A questo punto,
il difetto logico molto chiaro: Politzer ha commesso lo stesso errore del
filosofo materialista Johnson, il quale ha detto: "Se colpisco il sasso, il
piede mi duole, quindi esiste"; non ha capito che lo shock provato
nell'impatto con l'autobus in realt una semplice percezione.
La ragione subliminale per cui i materialisti non possono
comprendere questo soggetto la paura di ci che in tal caso dovrebbero
accettare. Lincoln Barnett scrive che questo fatto stato "scorto" da alcuni
scienziati:
Insieme alla riduzione di tutta la realt oggettiva ad un mondo umbratile di
percezioni operata da alcuni filosofi, anche gli scienziati sono divenuti consci
dell'allarmante limitazione dei sensi umani.196

Ogni riferimento al fatto che la materia e il tempo siano soltanto una


percezione provoca un grande timore presso i materialisti, in quanto
queste costituiscono le uniche nozioni assolute sulle quali si fondano e
che, in un certo senso, idolatrano. Essi credono di essere stati creati dalla
materia e dal tempo (tramite l'evoluzione).
Quando pensano che l'universo in cui credono di vivere, il mondo, il
loro stesso corpo, gli altri uomini, le idee dei filosofi materialisti da cui
sono stati influenzati, in breve, tutto sia una percezione, sono pervasi

262

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

dall'orrore. Tutto ci da cui dipendono, in cui credono e a cui ricorrono


svanisce

d'impovviso.

Provano

la

stessa

disperazione

che,

essenzialmente, proveranno nel Giorno del Giudizio, come descritta nel


versetto: "In quel giorno offriranno ad Allah la loro sottomissione e le loro
invenzioni li abbandoneranno." (Surat An-Nahl, 87)
Di fronte a questa scoperta i materialisti tentano di convincersi della
realt della materia; a questo fine "costruiscono" delle prove: fanno a
pugni con il muro, calciano i sassi, urlano, strillano, tuttavia non possono
fuggire dalla realt.
Come pretendono di rimuovere questa realt dalla loro mente, cos
tentano di fare anche con gli altri. Sono inoltre consapevoli che se la vera
natura della materia fosse conosciuta dalla gente in generale, la
primitivit della loro filosofia e l'ignoranza della loro visione del mondo
diverrebbe palese a tutti, non lasciandogli alcuna possibilit di razionalizzazione. Questi timori rappresentano la causa della loro insofferenza
verso i temi trattati in questo libro.
Allah afferma che i timori dei miscredenti si intensificheranno dopo
la morte. Nel Giorno del Giudizio risuoneranno queste parole:
Nel Giorno in cui li raduneremo tutti, diremo ai politeisti. "Dove sono
gli associati che supponevate?". (Surat Al-An'm, 22)

Allora i miscredenti testimonieranno che le loro propriet, i loro figli


e gli amici che avevano ritenuto reali e avevano associato ad Allah li
abbandoneranno e scompariranno:
Guarda come si smentiscono! Come le loro calunnie li
abbandoneranno! (Surat Al-An'm, 24)

Il profitto dei credenti


Mentre i materialisti sono turbati dal fatto che la materia e il tempo
sono una percezione, i credenti ne sono allietati, in quanto questa realt
la chiave che permette di svelare tutti i segreti. Con essa possibile gettar
luce su ci che prima appariva oscuro.
Come si detto, sar facile trovare una risposta a questioni come la

Relativit del tempo e realt del fato

263

morte, il Paradiso, l'Inferno, l'altro mondo, o a domande importanti quali


"Dov' Allah?", "Che cosa c'era prima di Allah?", "Chi ha creato Allah?",
"Quanto durer la vita nel cimitero?", "Dove sono il Paradiso e l'Inferno?".
Si comprender in che modo Allah ha creato l'intero universo dal nulla.
Le domande relative al "quando" e al "dove" diventeranno insignificanti
poich non avr pi senso parlare di tempo o spazio. Qualora si capisca
che lo spazio non esiste, allora sar possibile comprendere che l'Inferno, il
Paradiso e la terra sono attualmente nello stesso luogo. Intesa
l'atemporalit, si comprender che tutto avviene nello stesso momento:
niente in attesa e il tempo non scorre, poich tutto gi accaduto e finito.
Scoperto questo segreto, il mondo diviene come il Paradiso per il
credente. Tutte le preoccupazioni materiali, le ansiet e le paure
svaniscono. L'uomo comprende che l'intero universo ha un singolo
Sovrano, il Quale governa il mondo fisico a Suo piacimento e a Cui
bisogna volgersi. Si sottomette quindi ad Allah per dedicarsi al Suo
servizio.
Comprendere il segreto il pi grande profitto al mondo.
Grazie ad esso viene svelata una realt di estrema importanza
menzionata nel Corano, il fatto che "Allah pi vicino all'uomo della sua
vena giugulare" (Surah Qf, 16). Come tutti sanno, la vena giugulare
all'interno del corpo. Che cosa pu essere pi vicino all'uomo di ci che si
trova al suo interno? Tale situazione pu essere facilmente spiegata per
mezzo dell'atemporalit. Anche questo versetto pu essere compreso
meglio alla luce di questo segreto.
Questa la verit. Dovrebbe essere ben dimostrato che non vi
alcuno che possa provvedere e recare aiuto all'uomo se non Allah; Egli
il Solo essere assoluto in cui cercare rifugio, a Cui chiedere aiuto e su cui
contare per una ricompensa.
Ovunque ci volgiamo, ivi la presenza di Allah.

Gloria a Te. Non conosciamo se non quello


che Tu ci hai insegnato: in verit Tu sei
il Saggio, il Sapiente.
(Surat al-Baqara, 32)

NOTES

3
4
5

6
7

10

11
12

13

14
15
16
17
18
19

20
21

Cliff, Conner, "Evolution vs. Creationism: In Defense of Scientific Thinking", International Socialist Review (Monthly Magazine Supplement to
the Militant), November 1980.
Ali Demirsoy, Kaltm ve Evrim (Inheritance and
Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co.,
1984, p. 61.
Michael J. Behe, Darwin's Black Box, New York:
Free Press, 1996, pp. 232-233.
Richard Dawkins, The Blind Watchmaker, London: W. W. Norton, 1986, p. 159.
Dan Graves, Science of Faith: Forty-Eight Biographies of Historic Scientists and Their Christian Faith,
Grand Rapids, MI, Kregel Resources.
Science, Philosophy, And Religion: A Symposium,
1941, CH.13.
J. De Vries, Essential of Physical Science, Wm. B.
Eerdmans Pub. Co., Grand Rapids, SD 1958, p.
15.
H. S. Lipson, "A Physicist's View of Darwin's
Theory", Evolution Trends in Plants, Vol 2, No. 1,
1988, p. 6.
Although Darwin came up with the claim that
his theory was totally independent from that of
Lamarck's, he gradually started to rely on Lamarck's assertions. Especially the 6th and the
last edition of The Origin of Species is full of
examples of Lamarck's "inheritance of acquired
traits". See Benjamin Farrington, What Darwin
Really Said, New York: Schocken Books, 1966, p.
64.
Steven M. Stanley, Macroevolution: Pattern and
Process, San Francisco: W. H. Freeman and Co.
1979, pp. 35, 159.
Colin Patterson, "Cladistics", Interview with Brian Leek, Peter Franz, March 4, 1982, BBC.
Stephen Jay Gould, "The Return of Hopeful
Monsters", Natural History, Vol 86, July-August
1977, p. 28.
Charles Darwin, The Origin of Species: A Facsimile
of the First Edition, Harvard University Press,
1964, p. 189.
Ibid, p. 177.
B. G. Ranganathan, Origins?, Pennsylvania: The
Banner Of Truth Trust, 1988.
Warren Weaver, "Genetic Effects of Atomic Radiation", Science, Vol 123, June 29, 1956, p. 1159.
Gordon R. Taylor, The Great Evolution Mystery,
New York: Harper & Row, 1983, p. 48.
Michael Pitman, Adam and Evolution, London:
River Publishing, 1984, p. 70.
Charles Darwin, The Origin of Species: A Facsimile
of the First Edition, Harvard University Press,
1964, p. 179.
Ibid, pp. 172, 280.
Derek V. Ager, "The Nature of the Fossil Record",
Proceedings of the British Geological Association, Vol
87, 1976, p. 133.

22
23

24

25
26
27
28

29
30

31
32

33

34
35
36

37

38
39
40
41

42

43
44
45
46
47

Mark Czarnecki, "The Revival of the Creationist


Crusade", MacLean's, January 19, 1981, p. 56.
T. Neville George, "Fossils in Evolutionary Perspective", Science Progress, Vol 48, January 1960,
pp. 1, 3.
David Raup, "Conflicts Between Darwin and Paleontology", Bulletin, Field Museum of Natural
History, Vol 50, January 1979, p. 24.
Richard Monastersky, "Mysteries of the Orient",
Discover, April 1993, p. 40.
Richard Dawkins, The Blind Watchmaker, London: W. W. Norton 1986, p. 229.
Douglas J. Futuyma, Science on Trial, New York:
Pantheon Books, 1983, p. 197.
Charles Darwin, The Origin of Species: A Facsimile
of the First Edition, Harvard University Press,
1964, p. 302.
Stefan Bengston, Nature, Vol. 345, 1990, p. 765.
Gerald T. Todd, "Evolution of the Lung and the
Origin of Bony Fishes: A Casual Relationship",
American Zoologist, Vol 26, No. 4, 1980, p. 757.
R. L. Carroll, Vertebrate Paleontology and Evolution, New York: W. H. Freeman and Co. 1988, p. 4.
Edwin H. Colbert, M. Morales, Evolution of the
Vertebrates, New York: John Wiley and Sons,
1991, p. 99.
Jean-Jacques Hublin, The Hamlyn Encyclopdia of
Prehistoric Animals, New York: The Hamlyn Publishing Group Ltd., 1984, p. 120.
Jacques Millot, "The Coelacanth", Scientific American, Vol 193, December 1955, p. 39.
Bilim ve Teknik Magazine, November 1998, No:
372, p. 21.
Robert L. Carroll, Vertebrate Paleontology and Evolution, New York: W. H. Freeman and Co., 1988,
p. 198.
Engin Korur, "Gzlerin ve Kanatlarn Srr" (The
Mystery of the Eyes and the Wings), Bilim ve Teknik, No. 203, October 1984, p. 25.
Nature, Vol 382, August, 1, 1996, p. 401.
Carl O. Dunbar, Historical Geology, New York:
John Wiley and Sons, 1961, p. 310.
L. D. Martin, J. D. Stewart, K. N. Whetstone, The
Auk, Vol 98, 1980, p. 86.
Ibid, p. 86; L. D. Martin "Origins of Higher Groups of Tetrapods", Ithaca, New York: Comstock
Publising Association, 1991, pp. 485, 540.
S. Tarsitano, M. K. Hecht, Zoological Journal of the
Linnaean Society, Vol 69, 1985, p. 178; A. D. Walker, Geological Magazine, Vol 177, 1980, p. 595.
Pat Shipman, "Birds do it... Did Dinosaurs?",
New Scientist, February 1, 1997, p. 31.
"Old Bird", Discover, March 21, 1997.
Ibid.
Pat Shipman, "Birds Do It... Did Dinosaurs?", p.
28.
S. J. Gould & N. Eldredge, Paleobiology, Vol 3,
1977, p. 147.

266
48
49
50

51
52

53
54
55
56
57
58
59

60

61
62
63

64

65
66

67
68

69

70
71

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE
Pat Shipman, "Birds Do It... Did Dinosaurs?", p.
28.
Ibid.
Roger Lewin, "Bones of Mammals, Ancestors
Fleshed Out", Science, vol 212, June 26, 1981, p.
1492.
George Gaylord Simpson, Life Before Man, New
York: Time-Life Books, 1972, p. 42.
R. Eric Lombard, "Review of Evolutionary Principles of the Mammalian Middle Ear, Gerald Fleischer", Evolution, Vol 33, December 1979, p.
1230.
David R. Pilbeam, "Rearranging Our Family
Tree", Nature, June 1978, p. 40.
Earnest A. Hooton, Up From The Ape, New York:
McMillan, 1931, p. 332.
Malcolm Muggeridge, The End of Christendom,
Grand Rapids, Eerdmans, 1980, p. 59.
Stephen Jay Gould, "Smith Woodward's Folly",
New Scientist, February 5, 1979, p. 44.
Kenneth Oakley, William Le Gros Clark & J. S,
"Piltdown", Meydan Larousse, Vol 10, p. 133.
Stephen Jay Gould, "Smith Woodward's Folly",
New Scientist, April 5, 1979, p. 44.
W. K. Gregory, "Hesperopithecus Apparently
Not An Ape Nor A Man", Science, Vol 66, December 1927, p. 579.
Philips Verner Bradford, Harvey Blume, Ota
Benga: The Pygmy in The Zoo, New York: Delta
Books, 1992.
David Pilbeam, "Humans Lose an Early Ancestor", Science, April 1982, pp. 6-7.
Solly Zuckerman, Beyond The Ivory Tower, New
York: Toplinger Publications, 1970, pp. 75-94.
Charles E. Oxnard, "The Place of Australopithecines in Human Evolution: Grounds for Doubt",
Nature, Vol 258, p. 389.
Fred Spoor, Bernard Wood, Frans Zonneveld,
"Implication of Early Hominid Labryntine
Morphology for Evolution of Human Bipedal
Locomotion", Nature, Vol 369, June 23, 1994, pp.
645-648.
Holly Smith, American Journal of Physical Antropology, Vol 94, 1994, pp. 307-325.
Fred Spoor, Bernard Wood, Frans Zonneveld,
"Implication of Early Hominid Labryntine
Morphology for Evolution of Human Bipedal
Locomotion", Nature, vol 369, June 23, 1994, p.
645-648.
Tim Bromage, New Scientist, vol 133, 1992, p. 3841.
J. E. Cronin, N. T. Boaz, C. B. Stringer, Y. Rak,
"Tempo and Mode in Hominid Evolution", Nature, Vol 292, 1981, p. 113-122.
C. L. Brace, H. Nelson, N. Korn, M. L. Brace, Atlas of Human Evolution, 2.b. New York: Rinehart
and Wilson, 1979.
Alan Walker, Scientific American, vol 239 (2),
1978, p. 54.
Marvin Lubenow, Bones of Contention, Grand Ra-

pids, Baker, 1992, p. 83.


Boyce Rensberger, The Washington Post, November 19, 1984.
73 Ibid.
74 Richard Leakey, The Making of Mankind, London:
Sphere Books, 1981, p. 62.
75 Marvin Lubenow, Bones of Contention, Grand Rapids, Baker, 1992. p. 136.
76 Erik Trinkaus, "Hard Times Among the Neanderthals", Natural History, vol 87, December
1978, p. 10; R. L. Holloway, "The Neanderthal
Brain: What Was Primitive", American Journal of
Physical Anthropology Supplement, Vol 12, 1991, p.
94.
77 Alan Walker, Science, vol 207, 1980, p. 1103.
78 A. J. Kelso, Physical Antropology, 1st ed., New
York: J. B. Lipincott Co., 1970, p. 221; M. D. Leakey, Olduvai Gorge, Vol 3, Cambridge: Cambridge University Press, 1971, p. 272.
79 S. J. Gould, Natural History, Vol 85, 1976, p. 30.
80 Time, November 1996.
81 L. S. B. Leakey, The Origin of Homo Sapiens, ed. F.
Borde, Paris: UNESCO, 1972, p. 25-29; L. S. B. Leakey, By the Evidence, New York: Harcourt Brace
Jovanovich, 1974.
82 "Is This The Face of Our Past", Discover, December 1997, pp. 97-100.
83 A. J. Kelso, Physical Anthropology, 1.b., 1970, pp.
221; M. D. Leakey, Olduvai Gorge, Vol 3, Cambridge: Cambridge University Press, 1971, p. 272.
84 Donald C. Johanson & M. A. Edey, Lucy: The Beginnings of Humankind, New York: Simon &
Schuster, 1981, p. 250.
85 Science News, Vol 115, 1979, pp. 196-197.
86 Ian Anderson, New Scientist, Vol 98, 1983, p. 373.
87 Russell H. Tuttle, Natural History, March 1990,
pp. 61-64.
88 Ruth Henke, "Aufrecht aus den Baumen", Focus,
Vol 39, 1996, p. 178.
89 Elaine Morgan, The Scars of Evolution, New York:
Oxford University Press, 1994, p. 5.
90 Solly Zuckerman, Beyond The Ivory Tower, New
York: Toplinger Publications, 1970, p. 19.
91 W. R. Bird, The Origin of Species Revisited., Nashville: Thomas Nelson Co., 1991, pp. 298-99.
92 "Hoyle on Evolution", Nature, Vol 294, November 12, 1981, p. 105.
93 Ali Demirsoy, Kaltm ve Evrim (Inheritance and
Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co.,
1984, p. 64.
94 W. R. Bird, The Origin of Species Revisited. Nashville: Thomas Nelson Co., 1991, p. 304.
95 Ibid, p. 305.
96 J. D. Thomas, Evolution and Faith. Abilene, TX,
ACU Press, 1988. p. 81-82.
97 Robert Shapiro, Origins: A Sceptics Guide to the
Creation of Life on Earth, New York, Summit Books, 1986. p.127.
98 Fred Hoyle, Chandra Wickramasinghe, Evolution
from Space, New York, Simon & Schuster, 1984, p.
72

Notes
148.
99 Ibid, p. 130.
100 Fabbri Britannica Bilim Ansiklopedisi (Fabbri Britannica Science Encyclopaedia), vol 2, No 22, p.
519.
101 Richard B. Bliss & Gary E. Parker, Origin of Life,
California: 1979, p. 14.
102 Stanley Miller, Molecular Evolution of Life: Current Status of the Prebiotic Synthesis of Small Molecules, 1986, p. 7.
103 Kevin Mc Kean, Bilim ve Teknik, No 189, p. 7.
104 J. P. Ferris, C. T. Chen, "Photochemistry of Methane, Nitrogen, and Water Mixture As a Model
for the Atmosphere of the Primitive Earth", Journal of American Chemical Society, vol 97:11, 1975,
p. 2964.
105 "New Evidence on Evolution of Early Atmosphere and Life", Bulletin of the American Meteorological Society, vol 63, November 1982, p. 13281330.
106 Richard B. Bliss & Gary E. Parker, Origin of Life,
California, 1979, p. 25.
107 W. R. Bird, The Origin of Species Revisited, Nashville: Thomas Nelson Co., 1991, p. 325.
108 Richard B. Bliss & Gary E. Parker, Origin of Life,
California: 1979, p. 25.
109 Ibid.
110 S. W. Fox, K. Harada, G. Kramptiz, G. Mueller,
"Chemical Origin of Cells", Chemical Engineering
News, June 22, 1970, p. 80.
111 Frank B. Salisbury, "Doubts about the Modern
Synthetic Theory of Evolution", American Biology Teacher, September 1971, p. 336.
112 Paul Auger, De La Physique Theorique a la Biologie,
1970, p. 118.
113 Francis Crick, Life Itself: It's Origin and Nature,
New York, Simon & Schuster, 1981, p. 88.
114 Ali Demirsoy, Kaltm ve Evrim (Inheritance and
Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co.,
1984, p. 39.
115 Homer Jacobson, "Information, Reproduction
and the Origin of Life", American Scientist, January 1955, p.121.
116 Reinhard Junker & Siegfried Scherer, "Entstehung Gesiche Der Lebewesen", Weyel, 1986, p.
89.
117 Michael Denton, Evolution: A Theory in Crisis.
London: Burnett Books, 1985, p. 351.
118 John Horgan, "In the Beginning", Scientific American, vol. 264, February 1991, p. 119.
119 G.F. Joyce, L. E. Orgel, "Prospects for Understanding the Origin of the RNA World", In the RNA
World, New York: Cold Spring Harbor Laboratory Press, 1993, p. 13.
120 Jacques Monod, Chance and Necessity, New York:
1971, p.143.
121 Leslie E. Orgel, "The Origin of Life on the Earth",
Scientific American, Ekim 1994, vol. 271, p. 78.
122 Chandra Wickramasinghe, Interview in London
Daily Express, August 14, 1981.

267

123 Jeremy Rifkin, Entropy: A New World View, New


York, Viking Press, 1980, p.6
124 J. H. Rush, The Dawn of Life, New York, Signet,
1962, p 35
125 Roger Lewin, "A Downward Slope to Greater
Diversity", Science, vol. 217, 24.9.1982, p. 1239
126 George P. Stravropoulos, "The Frontiers and Limits of Science", American Scientist, vol. 65, November-December 1977, p.674
127 Jeremy Rifkin, Entropy: A New World View, p.55
128 For further info, see: Stephen C. Meyer, "The
Origin of Life and the Death of Materialism",
The Intercollegiate Review, 32, No. 2, Spring 1996
129 Charles B. Thaxton, Walter L. Bradley & Roger
L. Olsen The Mystery of Life's Origin: Reassessing Current Theories, 4. edition, Dallas, 1992.
chapter 9, p. 134
130 Ilya Prigogine, Isabelle Stengers, Order Out of
Chaos, New York, Bantam Books, 1984, p. 175
131 Robert Shapiro, Origins: A Sceptics Guide to
the Creation of Life on Earth. Summit Books,
New York: 1986, s. 207
132 Pierre-P Grass, Evolution of Living Organisms,
New York: Academic Press, 1977, p. 103.
133 Ibid, p. 107.
134 Norman Macbeth, Darwin Retried: An Appeal to
Reason. Boston: Gambit, 1971, p. 101.
135 Loren C. Eiseley, The Immense Journey, Vintage
Books, 1958, p. 186.
136 Charles Darwin, The Origin of Species: A Facsimile of the First Edition, Harvard University Press,
1964, p. 184.
137 Norman Macbeth, Darwin Retried: An Appeal to
Reason, Harvard Common Press, New York:
1971, p. 33.
138 Ibid, p. 36.
139 Loren Eiseley, The Immense Journey, Vintage Books, 1958. p. 227.
140 Stuart B. Levy, "The Challange of Antibiotic Resistance", Scientific American, March 1998, p. 35.
141 Medical Tribune, December 29, 1988, pp. 1, 23.
142 Francisco J. Ayala, "The Mechanisms of Evolution", Scientific American, Vol 239, September 1978,
p. 64.
143 S. R. Scadding, "Do 'Vestigial Organs' Provide
Evidence for Evolution?", Evolutionary Theory,
Vol 5, May 1981, p. 173.
144 The Merck Manual of Medical Information, Home
edition, New Jersey: Merck & Co., Inc. The Merck
Publishing Group, Rahway, 1997.
145 H. Enoch, Creation and Evolution, New York:
1966, pp. 18-19.
146 Frank Salisbury, "Doubts About the Modern
Synthetic Theory of Evolution", American Biology Teacher, September 1971, p. 338.
147 Michael Denton, Evolution: A Theory in Crisis.
London, Burnett Books, 1985, p. 145.
148 W. R. Bird, The Origin of Species Revisited, Thomas Nelson Co., Nashville: 1991, pp. 98-99; Percival Davis, Dean Kenyon, Of Pandas and People,

268

L'INGANNO DELL'EVOLUZIONE

Haughton Publishing Co., 1990, pp. 35-38.


149 W. R. Bird, The Origin of Species Revisited, pp. 9899, 199-202.
150 Michael Denton. Evolution: A Theory in Crisis.
London: Burnett Books, 1985, pp. 290-91.
151 G. G. Simpson, W. Beck, An Introduction to Biology, New York, Harcourt Brace and World,
1965, p. 241.
152 Keith S. Thompson, "Ontogeny and Phylogeny
Recapitulated", American Scientist, Vol 76,
May/June 1988, p. 273.
153 Francis Hitching, The Neck of the Giraffe: Where
Darwin Went Wrong, New York: Ticknor and Fields 1982, p. 204.
154 Richard Lewontin, "The Demon-Haunted
World", The New York Review of Books, January 9,
1997, p. 28.
155 Robert Shapiro, Origins: A Sceptics Guide to the
Creation of Life on Earth. Summit Books, New
York: 1986, p. 207.
156 Hoimar Von Dithfurt, Im Anfang War Der Wasserstoff (Secret Night of the Dinosaurs), Vol 2, p. 64.
157 Ali Demirsoy, Kaltm ve Evrim (Inheritance and
Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co.,
1984, p. 61.
158 Ibid, p. 61.
159 Ibid, p. 94.
160 Bilim ve Teknik, July 1989, Vol. 22, No.260, p.59
161 Grzimeks Tierleben Vgel 3, Deutscher Taschen
Buch Verlag, Oktober 1993, p.92
162 David Attenborough, Life On Earth: A Natural
History, Collins British Broadcasting Corporation, June 1979, p.236
163 David Attenborough, Life On Earth: A Natural
History, Collins British Broadcasting Corporation, June 1979, p.240
164 "The Structure and Properties of Spider Silk",
Endeavour, January 1986, vol. 10, pp.37-43
165 Grsel Bilim ve Teknik Ansiklopedisi, pp.185186
166 Walter Metzner,http://cnas.ucr.edu/ ~bio/faculty/Metzner.html
167 Bilim ve Teknik, January 1990, pp.10-12
168 National Geographic, September 1995, p.98
169 David Attenborough, Life of Birds, Princeton
Universitye Press, Princeton-New Jersey, 1998,
p.47
170 James L.Gould, Carol Grant Gould, Life at the
Edge, W.H.Freeman and Company, 1989,
pp.130-136
171 David Attenborough, The Private Life of Plants,
Princeton Universitye Press, Princeton-New Jersey, 1995, pp.81-83
172 Encyclopedia of Reptiles and Amphibians, Published in the United States by Academic Press, A
Division of Harcourt Brace and Company, p.35
173 Frederick Vester, Denken, Lernen, Vergessen,
vga, 1978, p.6
174 George Politzer, Principes Fondamentaux de

175

176
177

178
179
180

181

182
183

184
185

186

187

188
189
190
191

192
193
194
195
196

Philosophie, Editions Sociales, Paris 1954,


pp.38-39-44
R.L.Gregory, Eye and Brain: The Psychology of
Seeing, Oxford University Press Inc. New York,
1990, p.9
Lincoln Barnett, The Universe and Dr.Einstein,
William Sloane Associate, New York, 1948, p.20
Orhan Hanerliolu, Dflnce Tarihi (The History of Thought), Istanbul: Remzi Bookstore,
6.ed., September 1995, p.447
V.I.Lenin, Materialism and Empirio-criticism,
Progress Publishers, Moscow, 1970, p.14
Bertrand Russell, ABC of Relativity, George Allen and Unwin, London, 1964, pp.161-162
R.L.Gregory, Eye and Brain: The Psychology of
Seeing, Oxford University Press Inc. New York,
1990, p.9
Karl Pribram, David Bohm, Marilyn Ferguson,
Fritjof Capra, Holografik Evren 1(Holographic
Universe 1), translated by Ali akrolu, Kuraldfl Publishing, Istanbul: 1996, p37
George Politzer, Principes Fondamentaux de
Philosophie, Editions Sociales, Paris 1954, p.53
Orhan Hanerliolu, Dflnce Tarihi (The History of Thought), Istanbul: Remzi Bookstore,
6.ed., September 1995, p.261
George Politzer, Principes Fondamentaux de
Philosophie, Editions Sociales, Paris 1954, p.65
Paul Davies, Tanr ve Yeni Fizik, (God and The New
Physics), translated by Murat Temelli, Im
Publishing, Istanbul 1995, s.180-181
Rennan Peknl, "Aldatmacann Evrimsizlii",
(Non-Evolution of Deceit) Bilim ve topya, December 1998 (V.I.Lenin, Materialism and Empirio-criticism, Progress Publishers, Moscow,
1970, pp.334-335)
Alaettin fienel, "Evrim Aldatmacas m?, Devrin
Aldatmacas m?", (Evolution Deceit or Deceit of
the Epoch?) Bilim ve topya, December 1998
Imam Rabbani Hz. Mektuplar (Letters of Rabbani), Vol.II, 357. Letter, p.163
Imam Rabbani Hz. Mektuplar (Letters of Rabbani), Vol.II, 470. Letter, p.1432
Franois Jacob, Le Jeu des Possibles, University
of Washington Press, 1982, p.111
Lincoln Barnett, The Universe and Dr.Einstein,
William Sloane Associate, New York, 1948, pp.
52-53
Lincoln Barnett, The Universe and Dr.Einstein,
William Sloane Associate, New York, 1948, p.17
Lincoln Barnett, The Universe and Dr.Einstein,
William Sloane Associate, New York, 1948, p.58.
Paul Strathern, The Big Idea: Einstein and Relativity, Arrow Books, 1997, p. 57
Lincoln Barnett, The Universe and Dr.Einstein,
William Sloane Associate, New York, 1948, p.84
Lincoln Barnett, The Universe and Dr.Einstein,
William Sloane Associate, New York, 1948,
pp.17-18

Você também pode gostar