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Abitazione, computer, ADSL, dipendenza aziendale,

competenza territoriale
Cassazione civile , sez. VI - L, ordinanza 15.07.2013 n 17347
Sussiste la "dipendenza aziendale alla quale addetto il lavoratore" anche nella residenza di quest'ultimo, quando questi
svolga l'attivit lavorativa in tale luogo, avvalendosi di strumenti destinati all'attivit aziendale, individuati in genere in un
"computer" collegato con l'azienda e nei relativi strumenti di supporto (stampante, adsl, ecc.).
Tali elementi sono idonei a distinguere queste situazioni da quelle, concernenti i lavoratori parasubordinati di cui all'art.
414 c.p.c., n. 3, in cui il foro competente individuato con il mero riferimento al domicilio del lavoratore, senza alcun
bisogno che in tale luogo venga svolta l'attivit lavorativa e sia individuabile una articolazione aziendale da intendersi
comunque in senso lato, in armonia con la mens legis mirante a favorire il radicamento del foro speciale nel luogo della
prestazione lavorativa. (1)
(*) Riferimenti normativi: artt. 413-414 c.p.c.
(1) Cfr. Cass. Civ., sez. lavoro, ordinanza 16 novembre 2010, n. 23110.
(Fonte: Massimario.it - 30/2013. Cfr. nota di Mirella Pocino)

/ abitazione / computer / ADSL / dipendenza aziendale / attrezzatura di supporto /competenza territoriale /

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SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE


SEZIONE VI - L
Ordinanza 15 luglio 2013, n. 17347
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA CIVILE
SOTTOSEZIONE L
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. LA TERZA Maura - Presidente Dott. CURZIO Pietro - rel. Consigliere -

Dott. FILABOZZI Antonio - Consigliere Dott. TRIA Lucia - Consigliere Dott. MANCINO Rossana - Consigliere ha pronunciato la seguente:
ordinanza
sul ricorso 18550/2012 proposto da:
A.F., elettivamente domiciliato in ROMA, VIA DEI FAGGI 181 - Scala A - Int. 3, presso la Dott.ssa ALESSANDRA
PRINCI, rappresentato e difeso dall'avvocato CIANFLONE Francesco, giusta mandato speciale alle liti in calce al ricorso
per regolamento di competenza;
- ricorrente contro
SPA MALESCI ISTITUTO FARMACOBIOLOGICO in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente
domiciliata in ROMA, VIALE REGINA MARGHERITA 294, presso lo studio dell'avvocato VALLEFUOCO ANGELO,
rappresentata e difesa dall'avvocato TARTAGLIONE Luca, giusta delega a margine della memoria difensiva;
- resistente avverso l'ordinanza R.G. 2524/2010 del TRIBUNALE di LOCRI, depositata il 15/06/2012;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 04/04/2013 dal Consigliere Relatore Dott. PIETRO
CURZIO;
per il ricorrente solo presente l'Avvocato Francesco Cianflone per la resistente solo presente l'Avvocato Caterina
Giuffrida (per delega avv. Luca Tartaglione).
E' presente il Procuratore Generale in persona del Dott. IGNAZIO PATRONE.
Svolgimento del processo - Motivi della decisione
1. A.F. propone regolamento di competenza contro l'ordinanza con la quale il Tribunale di Locri ha declinato la propria
competenza territoriale nella controversia proposta dall' A. nei confronti della spa Malesci Istituto Farmacologico ed ha
indicato come giudice competente il Tribunale di Firenze.
2. La societ resistente ha depositato memoria difensiva ai sensi dell'art. 47 c.p.c. e quindi memoria ai sensi dell'art. 378
c.p.c.
3. Il Procuratore Generale, con suo scritto del 17 gennaio 2013, ha chiesto l'accoglimento del ricorso.
4. Il ricorso deve essere accolto.
5. Il ricorrente, si legge nella stessa ordinanza, stato assunto "con la qualifica di impiegato e con mansione di
informatore scientifico del farmaco", con "zona di lavoro in Catanzaro, Reggio Calabria e relative province". A tal fine egli
ha, nella sua abitazione in (OMISSIS), computer, stampante, telefono, campioni e materiali di propaganda aziendali.
6. Pur svolgendosi il lavoro in modo itinerante nella zona di competenza, l'abitazione del lavoratore costituisce pertanto
in questo caso il luogo in cui egli svolge alcune attivit fondamentali (organizzazione del lavoro e relazioni per l'azienda)
e dove si trovano gli strumenti di lavoro base e il deposito del campionario aziendale e del materiale di propaganda
aziendale.
7. In un caso analogo si rilevato quanto segue.

8. L'art. 413 c.p.c., comma 1, individua il giudice territorialmente competente per le controversie di lavoro indicando tre
fori speciali alternativi: il luogo in cui sorto il rapporto, quello in cui si trova l'azienda, quello in cui si trova la dipendenza
aziendale alla quale addetto il lavoratore.
9. Il problema interpretativo nel caso in esame quello di stabilire cosa debba intendersi per dipendenza aziendale alla
quale addetto il lavoratore.
10. Di tale espressione necessario dare una interpretazione estensiva per almeno due ragioni.
11. In primo luogo, perch ormai da tempo l'evoluzione dell'organizzazione del lavoro tende a rendere elastico il rapporto
tra lavoro e luoghi e strutture materiali. Molti lavori, specie nei servizi, vengono svolti fuori dai luoghi tradizionali
(l'azienda agricola, la fabbrica, l'ufficio, ecc.) e vengono svolti con l'ausilio di pochi mezzi e strumenti materiali. Molte
persone lavorano a casa propria e solo con un "personal computer" e tuttavia lavorano alle dipendenze di una
organizzazione aziendale, flessibile ma non per questo evanescente: si pensi alle penetranti possibilit di controllo dei
tempi e dei contenuti della prestazione che un collegamento informatico consente. L'interprete nel valutare il concetto di
dipendenza non pu non tener conto di tale evoluzione.
12. La seconda ragione attiene alla "ratio" dell'art. 413 c.p.c. Il legislatore del 1973 ha concepito le regole sulla
competenza territoriale del giudice del lavoro guidato dalla finalit di coniugare il rispetto del principio del giudice
naturale con la possibilit di rendere il meno difficoltoso possibile l'accesso alla giustizia del lavoro. Ha sicuramente
usato come bussola il principio costituzionale sul diritto di difesa (art. 24 Cost.) e il particolare rispetto dovuto al lavoro,
quale si evince da numerose norme della Costituzione, a cominciare dall'art. 1 e dall'art. 4 che riconosce il diritto al
lavoro e impegna la Repubblica a "promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto".
13. In tale ottica, il legislatore ha operato due scelte di fondo. In primo luogo, quella di offrire una molteplicit di soluzioni,
individuando pi fori alternativi, tra i quali il ricorrente pu scegliere. In secondo luogo, quella di avvicinare il luogo del
giudice al luogo di lavoro. Ci al fine di rendere meno difficoltoso promuovere e seguire il giudizio ( superfluo
sottolineare quanto sia pi difficile sul piano economico e logistico partecipare ad un processo lontano dal luogo di vita).
Ma vi anche un interesse generale dell'ordinamento a che il giudice sia vicino al luogo della controversia, che nelle
cause di lavoro il luogo di svolgimento dell'attivit lavorativa: si pensi alle difficolt che riguardano lo spostamento dei
testimoni, in genere persone che hanno potuto osservare il lavoro e che quindi sono anch'essi tendenzialmente
dimoranti nella medesima zona; alla eventualit di ispezioni dei luoghi da parte del giudice; ad eventuali attivit di
ausiliari del giudice).
14.Per queste ragioni l'espressione "dipendenza aziendale alla quale addetto il lavoratore" deve essere interpretata in
senso estensivo, come articolazione della organizzazione aziendale (dipendenza) nella quale il dipendente lavora
(addetto), che pu anche coincidere con la sua abitazione se dotata di strumenti di supporto dell'attivit lavorativa.
15. Sul punto la giurisprudenza concorde e, attenuando alcune difformit che possono considerarsi ormai datate,
divenuta particolarmente omogenea: cfr. in particolare Cass., 16 novembre 2010, n. 23110; 21 gennaio 2010, n. 1018.
16. In tali decisioni, occupandosi proprio della competenza territoriale delle cause degli informatori farmaceutici, si
costantemente richiamata la necessit di "una nozione particolarmente ampia del concetto di dipendenza aziendale",
che "non solo non coincide con quello di unit produttiva contenuto in altre norme di legge, ma deve intendersi in senso
lato, in armonia con la mens legis mirante a favorire il radicamento del foro speciale nel luogo della prestazione
lavorativa".
17.Condizione minima, ma sufficiente a tal fine, che l'imprenditore abbia configurato tale organizzazione del lavoro e
che l'azienda disponga in quel quel luogo di un nucleo di beni organizzati per l'esercizio dell'impresa, cio destinato al
soddisfacimento delle finalit imprenditoriali, "anche se modesto e di esigue dimensioni"; sufficiente che in tale nucleo
operi anche un solo dipendente e non necessario che i relativi locali e le relative attrezzature siano di propriet
aziendale, ben potendo essere di propriet del lavoratore stesso o di terzi.
18.Ancor pi consistente la convergenza nelle soluzioni in concreto adottate: si ritenuta sussistente la "dipendenza
aziendale alla quale addetto il lavoratore" anche nella residenza del lavoratore quando questi svolga l'attivit lavorativa
in tale luogo, avvalendosi di strumenti destinati all'attivit aziendale, individuati in genere in un "computer" collegato con
l'azienda e nei relativi strumenti di supporto (stampante, adsl, ecc.).
19. Tali elementi sono idonei a distinguere queste situazioni da quelle, concernenti i lavoratori parasubordinati di cui
all'art. 414 c.p.c., n. 3, in cui il foro competente individuato con il mero riferimento al domicilio del lavoratore, senza
alcun bisogno che in tale luogo venga svolta l'attivit lavorativa e sia individuabile una articolazione aziendale nel senso
lato prima precisato.

20. Nel caso in esame, come si visto, dagli atti si desume che il ricorrente svolgeva l'attivit lavorativa per l'azienda in
un ambito territoriale lontano dalla sede dell'impresa e limitrofo all'abitazione del dipendente, abitazione nella quale egli
aveva gli strumenti di lavoro (computer, stampante, adsl) ed il deposito dei campioni e del materiale pubblicitario. Cio
tutti i beni e strumenti necessari per lo svolgimento dell'attivit lavorativa.
21. Di conseguenza, alla stregua dei principi di diritto su richiamati, deve affermarsi la competenza territoriale del
Tribunale di Locri.
22. Il ricorso, pertanto, deve essere accolto e deve essere dichiarata la competenza territoriale del giudice del lavoro del
Tribunale di Locri dinanzi al quale era stato iniziato il giudizio.
Le spese del regolamento devono essere poste a carico della parte soccombente.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso e dichiara la competenza del Tribunale di Locri. Condanna la societ al pagamento
delle spese di regolamento, che liquida in 50,00 Euro, nonch 1.500,00 Euro per compensi professionali, oltre
accessori di legge.
Cos deciso in Roma, il 4 aprile 2013.
Depositato in Cancelleria il 15 luglio 2013

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