Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
20703
MASSIMA
Al coniuge superstite che succede quale erede legittimo spetta il diritto di abitazione
sulla casa familiare e di uso dei beni mobili che la arredano di cui allart. 540, comma
2, c.c., che pur dettato in tema di successione necessaria trova applicazione anche
alla successione intestata del coniuge. Nella successione legittima i diritti di abitazione
e di uso sulla casa adibita a residenza familiare riconosciuti al coniuge si configurano
come prelegati ex lege, che si cumulano alla quota prevista dagli artt. 581 e 582 c.c.
Ne deriva che il valore capitale di tali diritti attribuiti al coniuge viene detratto dalla
massa ereditaria, che viene poi divisa tra tutti i coeredi secondo le norme sulla
successione legittima non tenendo conto di tale attribuzione.
CASUS DECISUS
Ma.Si. e Ma.Gi., con atto di citazione del 30 settembre 1993, convenivano davanti al
Tribunale di Firenze, M.G.M., per ivi sentire dichiarare l'invalidit del testamento del
proprio padre, per mancanza di olografia, in quanto corretto da mano estranea e per
ivi sentire dichiarare l'indegnit a succedere della M. con conseguente devoluzione,
dell'eredit ai due figli secondo la legge. Esponevano gli attori che il (OMISSIS)
decedeva in (OMISSIS) il Dott. Ma.Wi. cui succedevano Ma.Si. e Ma.
G. figli nati dal primo matrimonio e M.G.M., terza moglie, sposata dal Dott. Ma.Wi. a
meno di quattro mesi prima della morte dopo un breve periodo di convivenza. Aperta
la successione la M. dichiarava l'esistenza di un testamento olografo in suo favore
datato 23 marzo 1991 nel quale essa M. appariva beneficiaria dell'immobile abitato
dal de cuius e costituente il cespite pi importante dell'asse ereditario.
Si costituiva M. opponendosi alla domanda attorca e, in linea subordinata, chiedeva il
riconoscimento del diritto di abitazione sulla casa coniugale e l'accertamento della sua
propriet esclusiva di taluni beni mobili caduti nell'inventario dell'eredit.
Espletata istruttoria, con consulenza tecnica grafologica, il Tribunale di Firenze con
parziale del 17 luglio 2UU2 dichiarava aperta la successione, pronunciava la nullit del
testamento impugnato, rigettava la domanda di indegnit della M., dichiarava la
stessa e i figli del de cuius eredi ex lege per un terzo ciascuno e, successivamente il
(OMISSIS) con sentenza definitiva, condannava la M. a titolo di conguaglio sul
rendiconto a pagare ai coeredi la somma di Euro 13.796,88 ciascuno.
Avverso entrambe le sentenze, proponeva appello la M.G. M.. Gli appellati resistevano
e in via riconvenzionale insistevano per la dichiarazione di indegnit della M..
La Corte di appello di Firenze con sentenza n. 1631 del 2007 rigettava l'appello
principale e l'appello incidentale e confermava la sentenza impugnata. Compensava le
spese del grado. Secondo la Corte fiorentina posto che il testamento di cui si dice era
risultato manomesso per la presenza nel contesto del documento del termine
apografo "lasciare" in sostituzione della parola cancellata "donare" il testamento, per
quanto trasparente e indubitabile ne possa risultare la volont del testatore era nullo
per contrariet all'art. 602 c.c.. Segnalava la Corte di Appello di Firenze che risultava
che qualcuno dopo la morte del Dott. Ma.Wi. si fosse preso l'ardire di correggere per
cos dire, il testamento e, pertanto, era ragionevole pensare che lo stesso testatore si
sarebbe servito di un collaboratore (o collaboratrice) e la sostituzione di quella parola
previa cancellatura della parola originale sarebbe avvenuta sotto dettatura o
comunque, previa autorizzazione. Mancando la prova che l'alterazione della scheda
testamentaria sia opera della M., andava confermata l'esclusione della indegnit della
M. a succedere al marito gi pronunciata dal Tribunale di Firenze. Confermava la
decisione del Tribunale nella parte in cui aveva escluso il prelegato del diritto di
abitazione, specificando che quel beneficio si cumulava alla quota di riserva nella
successione necessaria del coniuge, ma non nella successione legittima in seno alla
quale poteva semmai, costituire in sede di divisione un titolo preferenziale del coniuge
sui
beni
da
assegnare.
La cassazione di questa sentenza stata chiesta da M. G.M. per sci motivi. Ma.Gi. e
M. S. hanno resistito con controricorso proponendo a loro volta ricorso incidentale per
due
motivi.
All'udienza del 28 febbraio 2013 rilevato che alla parte ricorrente non era pervenuta la
notifica della data di udienza rinviava la causa a Nuovo Ruolo.
I ricorsi (il ricorso principale proposto dalla sig.ra M. G.M. e il ricorso incidentale
proposto da M. S. e Ma.Gi.) investendo la stessa sentenza, vanno riuniti, ai sensi
dell'art. 335 c.p.c..
1) Con il primo motivo di ricorso la violazione e falsa applicazione degli artt. 620 e
606 cc. Nonch dell'art. 1362 c.c. e segg., comma 3. Con riferimento alla dichiarata
nullit del testamento olografo e, ci in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3, e
dell'art. 360, comma 1, n. 5, motivazione insufficiente e contraddittoria.
Nonch dell'art. 132 c.p.c., per carenza di motivazione sul punto dell'inutilizzabilit
d'indagini scientifiche ai fini della declaratoria di nullit del testamento olografo e ci
in relazione all'art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3. Insufficiente, illogica e contraddittoria
motivazione sul medesimo punto e ci in relazione all'art. 360 c.p.c., comma 1, n. 5.
3) Con il terzo motivo, la violazione e falsa applicazione delle norme dettate per c.d.
interpretazione soggettiva dei contratti di cui agli artt. 1362 e 1365 cc..
Siccome applicabili, con i necessari correttivi, anche ai negozi mortis causa, violazione
e falsa applicazione del principio di conservazione degli atti di cui all'art. 1367 c.c., ed
omessa considerazione ed interpretazione della volont testamentaria espressa nel
documento originario, e ci in relazione all'art. 360, comma 1, n. 3. Motivazione
illogica, contraddittoria e carente in relazione all'art. 360 c.p.c., comma 1, n. 5.
oggetto del testamento in questione in favore della sig.ra M. sulla base del significato
tecnico giuridico del termine 'donare' redatto ed utilizzato dal testatore.
1.1.a).- Come ha affermato questa Corte in altra occasione, che qui si condivide, la
validit del testamento olografo esige, ai sensi dell'art. 602 c.c., l'autografia non solo
della sottoscrizione ma anche della data e del testo documento, ad escludere
l'olografia sufficiente ogni intervento di terzi, indipendentemente dal tipo e
dall'entit (e quindi anche in presenza di una sola parola scritta da un terzo durante la
confezione del testamento), non assumendo al riguardo rilevanza l'importanza che dal
punto di vista sostanziale la parte eterografa riveste ai fini della nullit dell'intero
testamento secondo il principio 'utile per inutile non vitiatur'.
Questa Corte con la sentenza n. 11733 del 2002 citata dalla ricorrente, ha escluso la
nullit del testamento quando la disposizione di ultima volont sia stata interamente
scritta di pugno dal testatore e da lui sottoscritta pur se il documento cartaceo che la
reca contenga scritti di mano aliena in una parte diversa da quella occupata dalla
disposizione testamentaria. Epper, il caso in esame riguarda, invece, l'ipotesi in cui
stata alterata o corretta proprio la disposizione testamentaria e non, invece, la scheda
che conteneva il testamento. Piuttosto, il caso in esame riconducibile alle categorie
delle ipotesi in cui la stessa sentenza citata ha ritenuto configurabile la nullit del
testamento per difetto di autografia, allorch nel corpo della disposizione di ultima
volont, anche, una sola parola sia di mano altrui o risulti scritta dal terzo durante la
confezione del testamento, ancorch su incarico o col consenso del testatore.
Dica, pertanto, conclude la ricorrente, l'Ecc.ma Corte di Cassazione se, in forza del
combinato disposto dell'art. 540 c.c., comma 2, e art. 581 c.c., al coniuge superstite
chiamato alla successione legittima, spetti il diritto di abitazione nella casa coniugale
ed il diritto di uso degli arredi in essa contenuti e se tali diritti siano da ricomprendersi
nella quota di legittima.
L'art. 584 c.c., comma 1, dettato in tema di successioni legittime, con riferimento al
coniuge putativo contempla espressamente l'applicabilit della disposizione stabilita
dall'art. 540, comma 2.
L'estensione dei diritti previsti da questa norma al coniuge legittimo non pu essere
revocata in dubbio, perch sarebbe contrario al principio di eguaglianza che il coniuge
putativo fosse trattato diversamente e in modo pi favorevole rispetto al coniuge
legittimo.
A) Alcuni ritengono che l'abitazione e l'uso raffigurino dei diritti, che al coniuge sono
riservati come prelegati, oltre la sua quota di riserva. Ci si argomenta dal dato
testuale, secondo cui i diritti di abitazione e di uso gravano sulla disponibile e, solo se
questa non sia sufficiente, sulla quota riservata al coniuge ed ai figli. La definizione di
legato 'ex lege', poi, si fonda Imi modo della trasmissione: contemplando la
disposizione beni determinati (il diritto di uso e di abitazione), si ritiene che la norma
disciplini una trasmissione a titolo particolare. Dalla lettera della legge e dal chiaro
intendimento legislativo di favorire il coniuge superstite, si argomenta che questi
diritti si aggiungono alla quota spettante al coniuge. Assegnati, anzitutto, al coniuge i
diritti di abitazione e di uso, la successione legittima si apre sul residuo.
B) Da altri, invece, si rileva che in tema di successioni legittime non possono trovare
applicazione gli istituti della disponibile e della quota di riserva.
integrare tali diritti. Peraltro, dal sistema della successione necessaria emerge che il
legislatore interviene nel meccanismo delle successioni legittime quando la quota
spettante nella successione intestata andrebbe al di sotto della quota di riserva; da
nessuna norma, per contro, risulta che il legislatore abbia modificato il regime della
successione intestata per attribuire agli eredi legittimi (che siano anche legittimari),
pi di quanto viene loro riservato con la successione necessaria.
Poich l'art. 553 cit. vuole fare salva l'intera riserva del coniuge (secondo il sistema
della successione necessaria), i diritti di abitazione e di uso si aggiungono alla quota
di riserva regolata dall'art. 540, comma 1, e art. 542 cit..
2.2.a) - Tuttavia, il regime va ricostruito tenuto conio che uno dei presupposti per
l'attribuzione dei diritti di cui si dice quello che la casa e i mobili che la corredano
devono potersi considerare come quella di abituale coabitazione, ci significa che
l'esigenza che quell'attribuzione intende garantire il diritto all'abitazione, quale
minimo, che il legislatore vuole assicurare al coniuge superstite in ragione di quella
solidariet coniugale che ha animato il rapporto tra i coniugi, un diritto questo (quello
dell'abitazione) e una solidariet coniugale garantiti anche dalla costituzione (artt. 47
e 2 Cost.) quali esigenze a garanzia di un pieno ed integrale sviluppo della persona. Vi
ragione, pertanto, di ritenere che quei diritti vanno posto a carico dell'intero
patrimonio ereditario. Con la precisazione che nella successione legittima, non
trovando applicazione gli istituti della riserva e della disponibile quei diritti vanno
imputati all'asse ereditario e proporzionalmente sulle quote legittime degli eredi
compreso il coniuge(cfr. Cass. SSUU. N. 4847 del 27 febbraio 2013).
2.2.b) La Corte fiorentina, pertanto, ha errato nel non aver considerato che i diritti di
abitazione e di uso del mobili che la corredavano, sono diritti garantiti anche al
coniuge legittimo, in caso di successione legittima e che quei diritti gravano sull'asse
ereditario e proporzionalmente imputate alle singole quote degli eredi legittimi.
3.- L'accoglimento del quarto motivo del ricorso assorbe il quinto e il sesto motivo del
ricorso con i quali la ricorrente lamenta:
a) con il quinto motivo, la violazione e falsa applicazione dell'art. 540 c.c., comma 2, e
art. 581 c.c., in relazione all'errata misura della percentuale di devoluzione dei beni
ereditali a favore degli eredi, e ci in relazione all'art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3.
Omessa motivazione in relazione all'art. 360 c.p.c., n. 5. Avrebbe errato la Corte
fiorentina, secondo la ricorrente, nell'aver disposto l'attribuzione di una quota pari ad
un terzo dell'asse ereditario per ciascun coerede perch non ha tenuto conto dei legati
di abitazione della casa coniugale e di uso degli arredi previsti ex lege a favore del
coniuge superstite.
b).- con il sesto motivo, la violazione e falsa applicazione degli artt. 540, secondo
comma, e 581 cc. in relazione all'erroneit della determinazione di un debito da
conguaglio gravante sulla ricorrente e ci in relazione all'art. 360 c.p.c., comma 1, n.
3. Omessa, erronea o illogica motivazione in relazione all'art. 360 c.p.c., n. 5.
4.- Con il primo motivo del ricorso incidentale Ma.Si. e Ma.Gi. lamentano l'omessa
pronuncia in merito alla dichiarazione di indegnit della ricorrente, in relazione all'art.
360 c.p.c., n. 4. Avrebbe errato la Corte fiorentina, secondo i ricorrenti, nel non aver
escluso la indegnit della M. a succedere al marito, considerato che le circostanze di
fatto portano a ritenere che nel caso in esame ricorre l'ipotesi prevista dall'art. 463
c.c., n. 6. In verit, la Corte fiorentina, ritengono i ricorrenti, non avrebbe tenuto
conto che la sig.ra M., come la stessa ha dichiarato ha avuto nella disponibilit il
testamento del sig. Ma. dal momento della sua formazione fino a quando a cura della
stessa, fu pubblicato e posto che il disordine grafico della parola 'lasciare', cos come i
ripassi mostravano immediatamente l'artefatto, la stessa si sarebbe avvalsa di un
testamento falso. Dica, pertanto l'Ecc.ma Corte di cassazione se in base all'art. 463,
n. 6, debba dichiararsi la indegnit di colui che abbia usato testamento che risulti
visibilmente alterato.
4.1.- Il motivo infondato non solo perch si risolve nella richiesta di una nuova e
diversa valutazione delle circostanze di fatto correttamente valutate dalla Corte
territoriale, non proponibile nel giudizio di cassazione, ma, soprattutto, perch non
stata fornita dai Ma. - e avrebbero dovuto la dimostrazione che la manomissione del
testamento sia stata operata dalla M., e/o che, comunque, sia stata operata
successivamente la morte di Ma., non essendo, a tal fine, sufficiente una semplice
illazione di probabilit, atteso che la stessa probabilit porta a ritenere - come stato
chiarito dalla Corte territoriale, che il testamento sia stato modificato o per
autorizzazione del de cuius o su dettatura dello stesso, essendo il testamento nella
disponibilit e in custodia dello stesso de cuius.
5.1.- Il motivo rimane assorbito dal quarto e quinto motivo del ricorso principale.
La Corte riuniti i ricorsi, accoglie il quarto motivo del ricorso principale, dichiara
assorbiti il quinto e il sesto motivo, rigetta gli altri, rigetta il primo motivo del ricorso
incidentale, dichiara assorbito il secondo motivo, cassa la sentenza impugnata in
relazione al motivo accolto e rinvia la causa, anche per il regolamento delle spese del