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Consigli di dattilografia e altre questioni materiali di scrittura per la tesi

Guillermo Carrascn
Dip.to di Studi Umanistici
Universit di Torino

Anche se certamente il contenuto e non la presentazione quello che conta, nella tesi come in
qualsiasi altro lavoro, bisogna considerare che, come diciamo in spagnolo, lo corts no quita lo
valiente, non per essere pi cortesi si meno valorosi. Considerando scontata la qualit del
contenuto, una buona presentazione formale sicuramente non nuoce e pu fare molto pi fruibili
leccellenze di una relazione, una tesi o qualsiasi altro tipo di resoconto scritto di un lavoro di
ricerca. In questa prospettiva alcuni piccoli accorgimenti servono a migliorare con poco o nessuno
sforzo il risultato finale del lavoro di tesi nei suoi aspetti formali. Ecco alcuni suggerimenti che
nascono dalla constatazione degli errori formali pi diffusi tra gli studenti che battono al computer
le loro relazioni finali. Molti degli aspetti contenuti qui sono semplici suggerimenti su questioni
opinabili e come tali consigliabile sottometterli a conferma da parte del proprio relatore.
1. Interlinea, margini e dimensione del carattere
Mentre per i successivi brani di elaborato che si consegnano al relatore e corelatore pu essere
utile usare uno spazio dinterlinea ampio, ad esempio 2, per permettere la scrittura manuale di
eventuali commenti o correzioni (cosa innecessaria se la consegna e la correzione si fanno a mezzi
informatici), nella stesura finale del lavoro, pronto per la rilegatura, linterlinea singola o al
massimo di 1,5 la pi consigliabile. La dimensione del carattere pi adeguata 12; meglio
mantenersi su caratteri seri come il classico Times New Roman o il Garamond a fare scelte di
fantasia quale il Bradley Hand o il Old English Text (persino se si tratta di una relazione su un
argomento di filologia). Con gli attuali livelli di qualit di stampa, vale la pena considerare la
possibilit, consultandosi pure con il relatore e la segretteria, di stampare su due facciate, il che
consente un grosso risparmio di carta1. Comunque sperabile che in breve sparisca completamente
la versione cartacea della tesi e si faccia tutto in formato elettronico, su disco, repositorio
istituzionale o roba del genere, per cui questa e le successive indicazioni relative alla stampa della
tesi rimarranno, si spera presto, obsolete.
I margini devono essere di non pi di 3 cm; lideale sono i 2,5 che i word processor
generalmente stabiliscono. Comunque nella stampa finale da rilegare, bisogna tener conto del fatto
che la rilegatura mangia o occupa uno spazio notevole di margine e quindi il margine sinistro, se
si stampa su una facciata o se si stampa su tutte due, alternativamente quello sinistro nelle pagine
dispari e quello destro in quelle pari deve essere impostato ad almeno 4 cm. Sono cose che ad
esempio nel Word di MS si fanno facilmente a partire del men File > Imposta pagina e vanno
fatte in questo modo (non movendo le freccette del righello superiore) per evitare inattesi salti e
cambiamenti nel passaggio da un computer ad un altro.
Per la grossa e inevitabile questione, quanto deve essere lunga una tesi, la Facolt di Lettere e
Filosofia dellUniversit di Torino forniva una risposta parziale: La prova finale per il
conseguimento della laurea triennale comporta lacquisizione di 10 crediti, corrispondenti a circa
250 ore di lavoro, e consiste in una tesi, ossia in una relazione scritta di non meno di 30 cartelle da
2000 battute luna. (Sito internet della Facolt: www.lettere.unito.it che molto consigliabile

Sugli aspetti formali della scrittura, numerose riviste offrono on line le proprie norme per la presentazione degli
originali, che possono fornire utili suggerimenti. Ad esempio, si veda il relativo documento della rivista Artifara
allURL: http://www.artifara.unito.it oppure http://www.ojs.unito/index.php/artifara

visitare sul men a destra, titolato Didattica alla prima voce: Piano carriera, esami e tesi 2)
Invece per la tesi finale della laurea specialistica non offerta nessuna indicazione. In realt
ovviamente una questione che dipende in grande misura dallargomento scelto e al riguardo, come
per quanto fa riferimento allimpostazione del contenuto della tesi, bisogna prendere accordi con il
proprio relatore3.
2. Disposizione dei paragrafi
Ogni paragrafo non deve essere composto da una sola frase, per quanto essa sia lunga. A inizio
paragrafo, nella prima riga, si pu usare o no un rientro. Se lo si usa, questo rientro come pure
qualsiasi altro, non deve mai essere fatto con varie battute sullo spaziatore, bens con il tabulatore o
meglio ancora predeterminandolo con lapposita freccetta scorrevole sul righello superiore4. Non di
rado luso tipografico preferisce non far rientrare la prima riga del primo paragrafo di una sezione o
sottosezione immediatamente sotto il titolo. Questo pare pi una questione di gusto non molto
trascendente e ognuno libero di fare come preferisca. Lo stesso si pu dire della giustificazione a
destra e sinistra o solo a sinistra.
Quando arrivati alla fine di una sezione si vorr lasciare il resto della pagina in bianco e
cominciare la sezione successiva, per maggior chiarezza, in una pagina diversa, bisogna introdurre
un fine sezione o salto di pagina usando la combinazione simultanea di tasti Ctrl e Invio. Non si
deve mai riempire lo spazio di righe bianche, poich ulteriori rimpaginazioni del lavoro un
semplice cambiamento dei margini possono far scorrere quelle righe bianche a capo della pagina
successiva, o viceversa far tornare linizio sezione nella pagina precedente, dalla quale lo si voleva
spostare.
3. Spazi e righe (divisione di parole)
Lo spazio va usato isolatamente, solo uno, a destra mai a sinistra di ogni segno di
punteggiatura, delle virgolette finali e ovviamente tra parole (fanno eccezione i punti di migliaia
anche se la tendenza attuale di sostituirli con uno spazio e le virgole decimali nella
rappresentazione in cifra di numeri). Non oggigiorno frequente separare con uno spazio bianco i
segni di apertura e chiusura della parentesi o le virgolette di ogni ordine e tipo dalla parola o
espressione che contengono (ma sovente lo si trova negli originale dattiloscritti francesi). Quindi si
scriver: veramente molto simpatico da parte tua dirmi: Questo colore ti dona molto, ti fa pi
grasso. Allo stesso modo non si devono usare spazi tra lapostrofo che indica lapocope di un
articolo e le lettere che lo circondano. Di conseguenza, a fine riga non pu rimanere larticolo
apocopato con lapostrofo in ultima posizione. (Se si dispongono adeguatamente gli spazi, al
computer questo non pu materialmente succedere, ma anche qualora si scriva a mano e si voglia
tagliare la parola dopo larticolo, bisogna scrivere questo nella sua integrit (rappresentando il fine
di riga con /): bisogna approfittare la/ occasione quando si presenta (non: l/ occasione).
Per la divisione di parole a fine riga, anche se ormai praticamente in disuso per via della
scrittura a computer, bisogna inoltre tener conto del fatto che ogni lingua ha delle regole diverse e
quindi non possiamo sillabare e dividere le parole dellinglese, il francese, il portoghese, il tedesco
o lo spagnolo come faremmo se quella stessa grafia appartenesse allitaliano. Ad esempio, in
spagnolo non esiste la s- detta impura, cio seguita da consonante a inizio sillaba. Quindi se
2

Dopo la riforma Gelmini, tra un po decadr anche questa indicazione e bisogner fare riferimento ai siti dei nuovi
Dipartimenti. Per il momento il vecchio sito di Lettere ancora attivo
3
Tra i docenti delle Catedre di Lingua e traduzione, L. Spagnola e di Letteratura Spagnola della Facolt di Lettere, c
un accordo di stabilire un minimo di 100 cartelle da 2000 battute.
4
Regole simili si devono seguire per ogni tipo di disposizione particolare del testo sulla pagina: bisogna usare sempre
gli appositi strumenti presenti nel software di videoscrittura per incentrare le righe o allinearle a destra, per aumentare o
diminuire i rientri di paragrafo a sinistra, ecc.

dividiamo una parola in questa lingua bisogner tenerne conto e dividere, per esempio, cos- te e non
*co- ste, come faremmo in italiano. Allo stesso modo non vanno mai divisi in spagnolo i digrafi rr- e -ll-. Le regole di divisione sillabica dellinglese possono essere molto complicate. In caso di
dubbio meglio evitare la divisione a fine riga. Un altro errore molto frequente e dividere una
parola lasciando una lettera isolata nella riga superiore mentre il resto va nella riga successiva.
Questo costituisce un errore di ortografia simile alla mancanza di un accento e va quindi evitato.
Infine preferibile non separare con il fine riga gruppi di segni o parole molto vincolate, come ad
esempio linziale puntata del nome di una persona e il suo cognome; oppure labbreviazione di titoli
onorifici, accademici e via dicendo dal cognome successivo; lo stesso valga per espressioni
numeriche o formule che usano i segni di operazioni matematiche, che vanno tenute insieme in
ununica riga, e per le cifre che indicano percentuali e il segno grafico stesso %.
4. Virgolette e trattini
Luso delle virgolette si pu fare in diverse maniere. Lunica cosa importante e accertarsi che
sia coerente, di modo che si usi sempre lo stesso tipo di virgolette, semplici , doppie alte o
basse (dette anche a sergente o caporali) 5, per la medesima finalit. In tipografia editoriale
frequente usare le virgolette basse per racchiudere le citazioni brevi:
come scrive Cremante,6 un altro aspetto, infine, che non pu non richiamare lattenzione
delleditore di opere teatrali cinquecentesche, riguarda leventuale divisione dei testi in atti e in
scene.

mentre le virgolette alte si usano per possibili citazioni dentro alle citazioni; ma si possono decidere
al riguardo criteri diversi purch siano sostenuti con coerenza in tutto il lavoro (ad esempio si
possono usare le virgolette alte per le citazioni [vedi sotto, par. 7] e quelle basse per i titoli, sia delle
riviste se si usa lo stile italiano, sia degli articoli se si usa lo stile anglosassone). Infine le virgolette
semplici, meno comuni, si possono adoperare per indicare o sottolineare usi anomali (ironici, come
simpatico nellesempio precedente) di una parola o locuzione; per isolare un termine citato
nella sua valenza linguistica (per esempio: se prendiamo in considerazione lavverbio ora,
possiamo notare...). A seconda della convenzione che si scelga per la notazione dei riferimenti
bibliografici, come dopo si indicher, le virgolette doppie, alte o basse, possono essere usate per
racchiudere i titoli degli articoli apparsi in periodici (stile americano) piuttosto che i titoli delle
stesse pubblicazioni periodiche (seguendo luso tradizionale in Italia).
I trattini che si fanno con il computer possono essere di tre tipi: corto -; lungo (si ottiene
premendo in contemporanea il segno meno della tastiera numerica e il tasto Ctrl) e basso _.
Questultimo non trova applicazione nei normali testi, quindi non va usato. Quello corto si usa per
unire due pezzi di una composizione lessicale e per segnare la divisione delle parole a fine riga (di
cui sopra). In questultimo caso onde evitare che rimanga in mezzo alla parola nel caso in cui una
ricomposizione di pagina o una ulteriore aggiunta dovesse spostare la parola completa in una sola
riga, preferibile batterlo tenendo premuto in contemporanea il tasto Ctrl. In questo modo il
trattino rimane sempre al suo posto ma si fa visibile solo quando necessario, cio se cade a fine
riga. Il trattino lungo, infine, si usa per circondare degli incisi o per segnare, ad esempio in una
citazione, le battute di un dialogo. Sembra preferibile usarlo come le parentesi, senza spazio tra di
esso e la prima e ultima lettera dellinciso che racchiude, o la prima della battuta che introduce, ma
in ultimanalisi questione di gusto personale e ognuno pu fare come pi gli piaccia.

Si fanno premendo il tasto Ctrl e il tasto contemporaneamente, e in seguito il tasto < o il tasto > (< + Maiusc)
oppure con il menu inserisci > simbolo. Non si devono mai fare con due segni di maggiore di e minore di: << o
>>. preferibile a questo non usarle e sostituirle con le virgolette doppie alte.
6
Sui diversi modi di includere i riferimenti bibliografici delle opere citate torneremo pi avanti, al paragrafo 7. In
questo caso si tratta di Renzo Cremante, Esperienze di un commentatore di testi tragici italiani del Cinquecento in I.
Romera Pintor e J. Ll. Sirera, cur., Relacin entre los teatros espaol e italiano, Valencia, Universitat, 2006, 29-37,
pag. 36.

5. Corsivo, grassetto e sottolineato


Il sottolineato, ultimo nel titolo, va considerato per primo giacch deve essere poco usato.
utile nella gerachia delle parti di un lavoro (parti, capitoli, sezioni, sottosezioni e altri divisioni) per
segnare uno o pi di questi tipi sottolineando i rispettivi titoli o sottotitoli, come stato, ad esempio,
fatto in queste pagine. Si pu usare pure, ma sempre con parsimonia, per enfatizzare o risaltare una
parte particolarmente significativa delle citazioni o dei discorsi riportati.
Il corsivo si usa solitamente nei titoli, che a seconda dello stile di notazione scelta per i
riferimenti bibliografici, possono essere i soli titoli di monografie, opere letterarie e affini (teatrali o
cinematografiche) e pubblicazioni periodiche (allamericana), o possono escludere queste ultime e
includere invece i titoli degli articoli su riviste e periodici (allitaliana). Inoltre si soliti segnare
con il corsivo le parole ed espressioni appartenenti a lingue straniere usate nel discorso; ma non si
usa mettere in corsivo intere citazioni perch in lingua straniera, soprattutto se, trattandosi di una
tesi su una lingua o sulla letteratura di una lingua diversa dallitaliano, le citazioni in quella lingua
sono abbondanti. altres poco consigliabile usare il corsivo come forma di sottolineatura per
semplice enfasi. Se si vuole risaltare un determinato passaggio in una citazione, ad esempio, pare
preferibile usare, appunto, la sottolineatura, come indicato prima.
Il grassetto non particolarmente necessario e si pu benissimo scrivere unintera tesi senza mai
adoperarlo. Comunque pu essere utile, come stato detto del sottolineato, nella caratterizzazione
dei diversi ranghi di titoli e sottotitoli, o come stato fatto in queste pagine per isolare taluni
elementi piccoli, ad esempio i segni grafici delle lettere7 o la denominazione dei tasti del computer.
6. Questioni ortografiche
Altri aspetti pi specificatamente ortografici devono essere pure tenuti in considerazione, poich
non di rado non c una regola o un accordo generale. Le maiuscole ad esempio offrono spazio a
certe precisazioni:
6.1 - Iniziali maiuscole nei titoli. Per quel che riguarda i titoli di opere dellintelletto, siano
articoli, siano monografie o opere letterarie o altro, citate, ci sono due criteri che si possono seguire,
ma bisogna scegliere in partenza uno o laltro e applicare sempre, coerentemente, lo stesso. In
italiano come in spagnolo e in francese si usa la maiuscola per la prima parola, anche se articolo,
e solo per la prima parola (a parte i nomi propri, ovviamente) del titolo di monografie, opere
letterarie o teatrali, articoli, singoli componimenti brevi, pezzi musicali, film. Si deve quindi
scrivere: I promessi sposi, Todo sobre mi madre, o Todo sobre mi madre o Todo sobre mi
madre, La Grce sur les ruines de Missolonghi, de Eugne Delacroix, Les misrables, de Victor
Hugo, la Sinfonia incompiuta di Franz Schubert.
In inglese, le regole sono ben pi complicate: si usa la maiuscola per la prima e lutima parola di
un titolo, qualunque sia la sua categoria, e poi per sostantivi, pronomi, aggettivi, avverbi, verbi e
esclamazioni; e per congiunzioni e preposizioni di pi di quattro lettere; non si usa per preposizioni
o congiunzioni di quattro lettere o meno e per gli articoli: Go Tell It on the Mountain, When Is a
Spade a Spade?, Alice Through the Looking Mirror, dove through una preposizione di pi di
quattro lettere; The Man in the Moon Owns a Yellow Balloon, dove in una preposizione di meno
di quattro lettere; Bringing In the Sheaves, in cui In un avverbio (esempi presi da John Henshaw,
Rules for Capitalization in a Title, http://henshaw.me/704/rules-for-capitalization-in-a-title,
ultima consultazione: 14/03/2010).
In tedesco allo stesso modo ci sono delle regole ben precise che vanno mantenute nei titoli. La
cosa pi logica sembra adeguarsi alla consuetudine e mettere le maiuscole come si fa in inglese o in
tedesco, quando il titolo citato inglese o tedesco, come si fa in spagnolo, italiano o francese
7

In linguistica, comunque, si usa scrivere le lettere, cio i grafemi, tra le cosiddette parentesi angolari: la lettera <c>
rappresenta in spagnolo due suoni ben diversi; parallelamente a quanto si fa con le parentesi quadre [ ] per i foni e le
sbarre / / per i fonemi

quando lopera che si cita in una di queste lingue, ma si pu scegliere luso pi nazionalista e
adeguare tutti i titoli, persino quelli inglesi, alluso italiano, come fanno numerose case editrici, pur
mantenedo le maiscole iniziali nei sostantivi tedeschi come indica la regola in questa lingua.
Si dovrebbero scrivere (ma su questo aspetto ci sono diverse scuole di pensiero) con liniziale
maiuscola, inoltre, tutte le parole, escluse preposizioni, articoli e particelle, che compongono nomi
di enti pubblici o privati, ordini religiosi, associazioni o partiti politici, programmi culturali,
convegni e accordi, ecc: Universit degli Studi di Torino, Facolt di Lettere e Filosofia,
Dipartimento di Scienze del Linguaggio e Letterature Moderne Comparate, Club di Amici dei
Pipistrelli, Lifelong Learning Programme, V Congreso Internacional de la Asociacin de
Hispanistas Bielorrusos, Partito dei Poveri Pensionati Piemontesi. Si usa pure liniziale maiuscola
per i nomi di periodi storici come Rinascimento, Barocco, Cinquecento e per i punti cardinali
quando indicano una regione o zona (non quando indicano semplicemente il senso di marcia o la
direzione): Il Sud del mondo ha conosciuto una nuova stagione, ma: da l camminarono sempre a
ovest. Si devono pure scrivere con maiuscola i nomi comuni riferiti ad un ente specifico: Vado in
Universit, libera Chiesa in libero Stato, poich si parla della Chiesa cattolica e dello Stato
italiano. pure preferibile scrivere con letttere e non con numeri e con maiuscola iniziale i
riferimenti a determinate decadi: gli anni Venti (meglio di gli anni 20).
6.2 - Altre maiuscole. Non si devono invece usare le maiuscole dopo i due punti o dopo il
punto e virgola; non si usa nemmeno per la parola che segue il punto di domanda o di esclamazione
se non comincia una nuova frase, n si usa allinizio di una citazione che continua la propria frase
anche se la maiuscola dinizio frase appariva nel testo originale. Non si devono nemmeno scrivere
con maiuscola, ma qui entriamo nel terreno della comune ortografia, i nomi dei giorni della
settimana e dei mesi dellanno, nonostante si osservi una certa tendenza a farlo, magari per influsso
dellinglese. Non necessario ugualmente, anche se si pu fare, usare liniziale maiuscola nei nomi
di entit quali divisioni territoriali al di sotto della regione: Parteciparono pure i rappresentanti del
comune di Santhi e della provincia di Vercelli. Si pu scrivere con maiuscola o meno, purch si
mantenga un uso constante, i titoli nobiliari e di dignit o di carica seguiti dal nome proprio: Sono
venuti il Marchese/marchese DAzeglio, il Parroco/parroco Don/don Vercellotti,
lOnorevole/onorevole Rossi, il Professor/professor Quaglia e il Sindaco/sindaco Canova.
Comunque in spagnolo, tranne casi particolari di personaggi come Don Quijote, Doa Ins e Don
Juan, la tendenza di scrivere con minuscola questo particolare trattamento tanto frequente in
quella lingua. Altre maiuscule, come quelle che si mettevano nei nomi dei popoli antichi (gli
Etruschi, i Piceni) si devono usare o meno sempre con lo stesso criterio di coerenza, Non sono
sicuramente necessarie per indicare dottrine religiose o i collettivi dei loro fedeli: il cattolicesimo, i
cristiani, i musulmani....
6.3 - Accenti. Un altro aspetto nel quale si scorgono a volte delle imprecisioni o addirittura
degli errori laccentazione. Bisogna ricordare soprattutto per laccentazione delle parole straniere,
francesi e spagnole in particolare, che questi segni sono di importanza in entrambedue le lingue e
vanno rispettati con cura, apponendo quello giusto, circonflesso, grave o acuto, in ogni luogo
dovuto. In particolar modo si faccia attenzione al fatto che lo spagnolo possiede sempre il solo
accento acuto che non pu in nessun modo essere sostituito con laccento grave dellitaliano n
tanto meno essere ommesso, neppure sulle lettere maiuscole. Il computer permette di fare questi
segni in diversi modi, che cambiano con il sistema di scrittura usato. In Microsoft Word, che
continua ad essere il pi diffuso, si pu scegliere la vocale correttamente accentata tramite il men
Inserisci selezionando la voce Simbolo e cercando poi il grafema, vocale con accento,
desiderato; ma anche possibile scrivere laccento acuto premendo in contemporanea i tasti Ctrl +
, e poi succesivamente la vocale che si deve accentare. Se si devono per, trascrivere lunghi brani
in lingua (francese o spagnola) e si lavora con Microsoft Windows possibile e pu essere
conveniente aggiungere delle tastiere attraverso il men del panello di controllo Opzioni
internazionali e della lingua, aprendo la scheda Lingue; si seleziona in essa il tasto Dettagli
alla voce Servizi di testo e lingue di input e si aggiunge la tastiera desiderata, dopodich bisogna

chiudere le finestre premendo sul tasto Applica o Ok. Fatto questo, sulla barra degli strumenti,
in basso a destra, apparir una piccola indicazione Es, Fr, It a seconda della tastiera che si usi
in ogni momento; cliccando su di essa sar possibile inoltre cambiare da una tastiera allaltra. 8
Si spera sia innecessario ricordare che in italiano laccento, dove indicato dalla norma, va pure
scritto nella sua forma corretta, grave per tutte le vocali finali delle parole tronche e per la e aperta,
acuto per la e chiusa. In particolare, si scrivono con accento acuto: merc, n, scimpanz, s, test;
ch e i suoi composti (affinch, macch, giacch, perch, poich e sicch); f e derivati come aff e
autodaf; i derivati di re e tre, vicer e, ad esempio, ventitr; e le forme verbali del passato remoto
tranne di. Laccento che indica la o aperta in coppie minime del tipo colto / clto facoltativo. In
questo senso esiste labitudine di disambiguare parole di grafia uguale ma accento tonico diverso;
pu essere opportuno laddove il senso non sia abbastanza chiaro; i soliti casi sono: principi
(sdrucciola) e princpi; subito (avverbio, sdrucciolo) e subto; ancora e ancra. Sono invece
dobbligo gli accenti diacritici sulla parola tonica nelle abituali coppie di monosillabi omofoni: ch,
che; d, da; d, di; , e, ecc.
7. Citazioni e riferimenti bibliografici
Una tesi una battuta nel lungo dialogo della critica e della letteratura accademica. Come tale
deve sovente riprendere il discorso altrui sia a conforto delle proprie posizioni sia per controbatterlo
o confutarlo.9 Le citazioni di opere precedenti pertinenti allargomento preso in considerazione dal
nostro lavoro e che apportino posizioni utili in positivo o in negativo al proprio ragionamento la
dimostrazione di quanto sia stata accurata ed esauriente la nostra ricerca. Quindi in un certo senso,
pi citazioni ci sono e pi variegate da diverse fonti esse sono, pi informato e solido apparir il
nostro lavoro. Ovviamente tutto quello che riproduce testuali parole provenienti da un discorso
altrui va indicato con precisione (impadronirsi di brani di opere altrui senza chiara indicazione
costituisce un reato di plagio): se la citazione corta, di meno di tre righe del nostro testo, basta
racchiuderla tra virgolette (bisogner decidere in partenza se si usano per questa finalit quelle alte
o basse e qindi usare coerentemente sempre le stesse; quelle pi diffuse sono le alte). Se il testo
riportato invece supera questa dimensione lo si dispone in un paragrafo a parte, senza virgolette,
con un rientro a sinistra (e eventualmente, se si preferisce, pure a destra) e corpo minore di un punto
al testo, quindi corpo 11, come nel seguente esempio:
ma ascoltiamo lo stesso Lzaro:
En este tiempo, viendo mi habilidad y buen vivir, teniendo noticia de mi persona el
seor arcipreste de Sant Salvador, mi seor, y servidor y amigo de Vuestra Merced,
porque le pregonaba sus vinos, procur casarme con una criada suya. Y visto por m
que de tal persona no poda venir sino bien y favor, acord de lo hacer. Y as me cas
con ella, y hasta agora no estoy arrepentido. Porque, allende de ser buena hija y
diligente servicial, tengo en mi seor arcipreste todo favor y ayuda [] (Ed. A.
Blecua, 1975: 172-73).

La tastiera spagnola ha laccento acuto nel tasto , che bisogna pigiare prima della vocale sulla quale si desidera che
appaia laccento, e sullo stesso tasto, con maiuscole schiacciate, si ottiene la crema della dieresi da apporre quando
necessario sulla u non muta, come in lingista, pingino; laccento grave si fa con il tasto prima di pigiare la vocale,
tasto che, invece, schiacciato insieme a Maiusc, ci fornisce laccento circonflesso. Infine la si trova nel tasto e la ,
che pu essere necessaria per trascrivere testi dello spagnolo antico, poich modernamente non esiste pi, la si ottiene
con il tasto .
9
Una tesi compilativa, che pu essere perfettamente adeguata per una laurea triennale qualora linteresse
dellargomento scelto lo giustifichi, non che una rassegna critica, un riassunto delle principali posizioni e delle
principali opere critiche nel campo scelto. ovvio, quindi, che dovr citare abbondantemente le opere raccolte,
riassunte e commentate.

Non necessario iniziare il testo citato con maiuscola (dipende da come si rapporti al proprio testo
precedente) n inserire il rientro di prima riga. Non tantomeno indispensabile fornire la traduzione
allitaliano delle citazioni in lingua straniera (e daltronde le opere, soprattutto quelle letterarie ma
pure quelle di carattere accademico, vanno preferibilmente citate in lingua originale): si fa al
relatore e agli altri eventuali lettori della tesi la cortesia di supporre che conoscano tutte le lingue.
Nonostante, se si vuol fare, si pu offrire una traduzione esistente o la propria traduzione caso non
ce ne sia una o non sia reperibile quella esistente in una nota a pi di pagina.
7.1 - Riferimenti bibliografici
7.1.1 - Stile classico
a) norma italiana
Per ogni citazione, va accuratamente indicata la provenienza con il relativo riferimento
bibliografico,10 che si pu disporre in diverse maniere, seguendo con coerenza e in maniera stabile
una o unaltra delle convenzioni esistenti, che per comodit raggrupperemo in due grandi gruppi:
stile classico e stile moderno. Lo stile classico prevede per ogni citazione il riferimento in nota
(preferibilmente a pi di pagina, che la cosa pi comoda per chi legger 11). La prima volta che si
cita unopera vanno indicati per convenzione, lautore (nellordine Nome o iniziale del nome
Cognome, no nellordine inverso che si usa solo nelleventuale bibliografa finale per evidenziare
lordine alfabetico basato sui cognomi), il titolo, eventuali curatori delledizione, la casa editrice, la
citt, lanno e la pagina o pagine (eventualmente il numero di volume) da dove procede la citazione.
Le caratteristiche tipografiche e lordine in cui si elencheranno questi elementi si possono fare
secondo due norme: la norma italiana prevede le seguenti disposizioni per i diversi tipi di opera
citata:
Per le opere letterarie:
G. LEOPARDI, Operette morali, in ID., Poesie e prose, a cura di R. Damiani, Milano, Mondadori,
1998, vol. 2, pp. 34-37.
Come si vede, la citt di edizione precede qui la denominazione della casa editrice che
comunque in ogni norma e stile deve prescindere di indicazioni generali o commerciali come
Editore, Libri, Spa, ecc. ma chi segue una convenzione ancora pi tradizionale procede
invece, dopo lautore, dal particolare al generale: titolo, casa editrice, citt, anno; e preferibile laltra
disposizione (citt, casa editrice, anno) pi diffusa attualmente, ma la cosa fondamentale seguire
sempre lo stesso ordine senza cambiare da unentrata allaltra. Il titolo va segnato col corsivo,
mentre il cognome dellautore si scrive con maiuscoletto. Per le successive citazioni della stessa
opera non bisogna ripetere tutto, ma si fa invece cos:
-in seguito: LEOPARDI, Operette morali cit., p. 99.
-se la citazione immediatamente consecutiva: ivi, p. 56.
-se la citazione (consecutiva) tratta dalla stessa pagina: Ibidem.
Un altro esempio:
M. DE CERVANTES, Don Chiscotte della Mancia, tr. it. di V. Bodini, Torino, Einaudi, 1998.
Per le monografie si segue sostanzialmente la stessa disposizione convenzionale:
G. FICARA, Stile Novecento, Venezia, Marsilio, 2007, p. 38.
Se a continuazione si dovesse citare unaltra opera dello stesso autore, oppure nella bibliografia
finale dove si raccoglier lelenco generale di tutte le opere citate (ma poi torneremo sullargomento
10

Anche quando non si tratti di una citazione letterale, bens di un riferimento riformulato con parole proprie a idee gi
espresse in unaltra opera e da essa prese, a conforto delle proprie o per confutarle, si far in nota al pi lindicazione
precisa degli elementi bibliografici che permetterano al lettore di consultare direttamente lopera allusa o accennata dal
nostro testo. Si seguiranno le stesse convenzioni che si descrivono a continuazione e si possono usare in via
introduttoria le espressioni vedi, Si veda, vide ecc. In questo caso, qualora il cognome dellautore al quale si
allude faccia parte del nostro discorso si pu omettere dalla citazione a pi di pagina, purch sia chiaro che sempre di
quellautore si tratta.
11
Bisogna anche fare attenzione a disporre sempre allo stesso modo, cio sempre davanti o sempre dietro a eventuali
segni di punteggiatura, i numeri in apice di chiamata alle note a pi di pagina.

della bibliografia) il nome verr sostituito dalle abbreviazioni delle espressioni latine Idem (lo
stesso) o Eadem (la stessa).
ID., Il punto di vista della natura. Saggio su Leopardi, Genova, Il Melangolo, 1996, p. 34.
F. CERAGIOLI, Giacomo Leopardi e le stagioni di Silvia, Roma, Sossella, 2001.
EAD., I canti fiorentini di Giacomo Leopardi, Firenze, Olschki, 1981.
R. BARTHES, Frammenti di un discorso amoroso, tr. it. di R. Guidieri, Torino, Einaudi, 1979.
In alcuni casi pu essere di utilit o importanza indicare pure ledizione dellopera consultata. La
convenzione grafica pi utile quella di aggiungere il numero di edizione con un numero in apice
allanno di edizione, cos:
G. STEINER, Dopo Babele. Aspetti del linguaggio e della traduzione, tr. di R. Bianchi e C. Bguin,
Milano, Garzanti, 19942.
Per i saggi contenuti in miscellanee gli elementi da indicare sono leggermente pi numerosi, poich
allautore e titolo dellarticolo si vengono a sommare il curatore e titolo del volume e le pagine, da
tale a tale, che occupa lo studio citato:
L. FELICI, Ultimo canto di Saffo, in Lectura leopardiana. I quarantuno Canti e I nuovi credenti, a
cura di A. Maglione, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 169-206.
Se necessario, si indicher pure la pagina precisa (o le pagine precise) dove si trova il brano
riportato:
E. SOLETTI, Una questione privata. Il disegno della scrittura, in Larte dellinterpretare. Studi
critici offerti a Giovanni Getto, Cuneo, LArciere, 1984, pp. 779-792, pag. 781.
Per gli articoli tratti da rivista, sempre rimanendo nella norma italiana dello stile classico, troviamo
una situazione molto simile, dove al titolo del volume si sostituito quello della rivista, fra
virgolette, generalmente basse, e con le inziali di sostantivi e aggettivi con iniziale maiuscola, pi il
nmero o il volume o tutti e due se necessario:
D. SANTERO, Il limite sconosciuto: Betocchi lettore di Leopardi, Studi Novecenteschi, XXXII,
2005, n 69, pp. 123-144.
Oppure laddove, come prima, sia necessario indicare una pagina precisa:
C. OSSOLA, A che cosa serve la letteratura, Lettere Italiane, L, 1998, pp. 473-484, pag. 479.
Anche in questi casi di citazioni da articoli, monografie, ecc., le citazioni successive alla prima ci
permettono di risparmiare la ripetizione di tutti gli estremi editoriali, servendoci delle abbreviazioni
e espressioni latine gi viste: OSSOLA, A che cosa serve la letteratura, art. cit, pag 476. O se si tratta
di una citazione immediatamente successiva, i gi visti ivi, pag. 476, e ibidem.
Un caso particolare lo costituiscono i materiali raccolti da internet. Nella maggior parte dei casi
le cose serie che si possono trovare in rete hanno tutti i tratti identificativi di una qualsiasi opera
appartenente alle tipologie precedentemente citate: un autore, un titolo, una entit editrice (il
mantenitore del sito sul quale si trovano o semplicemente il sito stesso): lunica cosa che pu
mancare, anche se non sempre cos, sono le indicazioni relative alle pagine, che solitamente non
hanno i documenti in formato html (HyperText Markup Language, un linguaggio informatico creato
per Internet da Tim Berners-Lee in 1991), ma possono avere i documenti in formato pdf (Portable
Document Format sistema sviluppato da Adobe Systems). A volte, comunque, si trovano
informazioni utili delle quali difficile stabilire lautore, e persino il titolo. In ogni caso la
provenienza delle parole testualmente citate o delle idee prese in prestito va indicata, e per ogni
item proveniente da internet a tutte le altre informazioni disponibili come riferimento di
provenienza bisogna aggiungere sempre, dopo qualsiasi altra indicazione disponibile, lURL o
Uniform Resource Locator (anche questo introdotto da Tim Berners-Lee), cio il solito indirizzo dal
quale, tramite HiperText Transfer Protocol (http), possibile scaricare o vedere sul proprio
computer le fonti citate, aggiungendo la solita stringa che comincia proprio con le iniziali appena
citate: http://www.sitodeltestocitato.xxx (tenendo cura, se il testo non destinato alla lettura
elettronica su dispositivo collegato a Internet, di rimuovere il collegamento ipertestuale che molti
programmi di trattamento di testi includono automaticamente con lopzione alleffetto che, in
Microsoft Word, ad esempio, appare cliccando sullipervincolo sul bottone destro del mouse). A

questa dicitura va sempre aggiunta esplicitamente la data di ultima consultazione poich la natura
estremamente fluida della rete potrebbe far variare un indirizzo o scomparire una risorsa. Ad
esempio un testo tratto da un sito internet senza impaginazione potrebbe essere citato come nei
seguenti esempi:
J. SEVILLA y M. I. T. ZURDO RUIZ-AYCAR, coord., Presentacin in Refranero multilinge,
Centro Virtual Cervantes, 2005-, http://cvc.cervantes.es/lengua/refranero/presentacion.htm (ultima
consultazione: 16 aprile 2010).
(Il trattino dopo lindicazione dellanno sta qui ad indicare che si tratta di unopera in corso di
pubblicazione, situazione non infrequente in internet che offre il vantaggio di permettere la aggiunta
di nuovi materiali successivamente alla pubblicazione).
oppure
A. RUFFINATTO, Bordaduras en torno a la semitica filolgica de Cesare Segre
(El caso de la supuesta doble redaccin del Cntico espiritual de San Juan), Artifara, n 3, juliodiciembre 2003, Sezione Addenda, http://www.artifara.com/rivista3/testi/sanjuan2.asp (ultima
consultazione: 16 aprile 2010)
Ma in molte occasioni i materiali che si trovano su internet sono riproduzione elettroniche di
riviste o volumi cartacei (come succede con le riproduzioni facsimilari di volumi disponibili in
Google Books in numero sempre crescente) e in questo caso possibile dare tutti i dati come nel
caso di un normale libro, persino omettendo la provenienza elettronica o virtuale. In linea di
massima, tranne poche eccezioni, preferibile diffidare di materiali reperiti on line che non recano
indicazioni editoriali precise, a cominciare dallautore, e quindi non usarli.
b) norma anglosassone
Questa altra serie di disposizioni prevede piccoli cambiamenti di ordine tipografico nella
rappresentazione dei diversi elementi che integrano il riferimento citato e tende a semplificare
leggermente luso di espressioni latine, ma sostanzialmente si tratta di un sistema simile al gi visto,
nel quale ogni citazione si identifica con una nota a pi di pagina. Mentre tratta opere letterarie e
monografie allo stesso modo gi visto immediatamente prima, lo stile classico anglosassone
prevede luso scambiato di virgolette e corsivo per i titoli di articoli e riviste, come si vede a
continuazione:12
Per i saggi contenuti in miscellanee:
L. FELICI, Ultimo canto di Saffo, in Lectura leopardiana. I quarantuno Canti e I nuovi credenti, a
cura di A. Maglione, Venezia, Marsilio, 2003: 169-206.
E. SOLETTI, Una questione privata. Il disegno della scrittura, in Larte dellinterpretare. Studi
critici offerti a Giovanni Getto, Cuneo, LArciere, 1984: 779-792, pag. 781.
Per gli articoli tratti da rivista:
D. SANTERO, Il limite sconosciuto: Betocchi lettore di Leopardi, Studi Novecenteschi,
XXXII.69 (2005):123-144.
C. OSSOLA, A che cosa serve la letteratura, Lettere Italiane, L (1998): 473-484, p. 476.
J. SEVILLA e M. I. T. ZURDO RUIZ-AYCAR, coord., Presentacin in Refranero multilinge,
Centro Virtual Cervantes, 2005-, http://cvc.cervantes.es/lengua/refranero/presentacion.htm (ultima
consultazione: 16 aprile 2010).
A. RUFFINATTO, Bordaduras en torno a la semitica filolgica de Cesare Segre
(El caso de la supuesta doble redaccin del Cntico espiritual de San Juan), Artifara, 3 (juliodiciembre 2003) Sezione Addenda, http://www.artifara.com/rivista3/testi/sanjuan2.asp (ultima
consultazione: 16 aprile 2010)
Nelle citazioni successive, sar sufficiente sempre indicare il cognome del autore con un cenno che
permetta di individuare il titolo, caso si abbia citato pi di uno dello stesso autore, e il numero di
12

In realt nel mondo accademico anglossasone convivono pure diverse norme, dal Handbook of Stile of the Modern
Language Association, il pi diffuso, alle norme della Oxford University Press per le proprie pubblicazioni. Qua si
danno delle indicazioni sommarie di maggior accettazione.

pagina: FICARA, Il punto di vista..., cit. p. 56; o semplicemente: SOLETTI, art. cit., pag. 783. E
possibile abbinare infine questo stile alle gi viste espressioni latine, Ivi, pag. e Ibid.
7.1.2 - Stile moderno
Le due norme dello stile classico fin qua descritte, che convivono pure con altre dalle quali si
distinguono per piccoli particolari tipografici, producono una proliferazione delle note a pi di
pagina che, se la bibliografia usata abbondante, pu risultare in uneffettiva riduzione dello spazio
di pagina dedicato al testo vero e propio e nel conseguente sprecco di carta, e di certo non agevola
la lettura dellelaborato. Gi da qualche decennio si fa sempre pi comune, anche nelle studi di
ambito umanistico, un sistema di riferimenti bibliografici che comporta numerosi vantaggi. Si tratta
di indicare lopera di provenienza di una citazione testuale o di unidea parafrasata dal nostro testo
attraverso la semplice menzione, allinterno del proprio testo, del cognome dellautore e dellanno
di publicazione, pi il numero di pagina o pagine dellopera citata alle quali si fa specifico
riferimento nel nostro discorso.
Questo sistema prevede che sia il riferimento completo, sia solo lanno e il numero di pagina, si
racchiudano in parentesi (alcuni usano le normali tonde, altri quelle quadre) a seconda che il
cognome dellautore faccia parte o meno del discorso; si far quindi cos: la stessa idea si trova
sovente nella critica che si occupata dellargomento (Bianchi 2003: 154-157; Rossi 1999: 89, 91)
qualora non serva il cognome dellautore nel nostro discorso, oppure Come afferma Rossi (1999:
89, 91)... quando invece lo si vorr integrare esplicitamente nel ragionamento. Se si citano varie
opere di uno stesso autore, pubblicate pure nello stesso anno, si individueranno tramite
lapposizione alla cifra dellanno stesso di una lettera diversa per ogni opera: (Rossi 1999a: 89). Se
invece unopera ha pi di un autore, vanno indicati tutti nella prima citazione, ma per le successive,
se si preferisce, si pu usare dietro al cogonome del primo autore la dicitura latina et al.: (Rossi,
Bianchi, Verdi 1999) diventer per le citazioni successive (Rossi et al. 1999). Allo stesso modo
qualora i riferimenti ad una stessa opera e autore siano continui in un passaggio del proprio testo, si
possono adoperare, sempre dentro alle parentesi tonde, le famose espressioni latine (ivi: 46),
(ibidem) o si pu, semplicemente, ripetere cognome dellautore e anno di pubblicazione.
Comunque siano fatti, tutti questi riferimenti rimandano alla bibliografia finale che per forza
deve corredare qualsiasi lavoro che adoperi questo sistema. In essa, non si devono assolutamente
fare divisioni o classificazioni interne, bens tutte le opere elencate, di qualsiasi ordine, natura o
tipologia esse siano, verranno collocate in ununica serie per ordine alfabetico del cognome degli
autori.
7.2 Bibliografie e elenchi bibliografici
Quindi come si vede, tutti e due gli stili fin qua descritti prevedono la compilazione di una
bibliografia finale nella quale andranno raccolte tutte le opere citate (ed eventualmente per lo stile
classico, tutte le opere pertinenti allargomento che sono state consultate pure se non direttamente
citate). La sezione bibliografica del lavoro va per costruita in maniera diversa daccordo con lo
stile di riferimenti bibliografici scelto.
Nel caso dello stile classico, la bibliografia si pu organizzare attraverso una categorizzazione
interna, con criteri formali (opere letterarie, monografie, articoli) oppure tematici. In ogni caso,
allinterno di questo elenco, le opere si disporranno in ogni sezione seguendo sempre un criterio
alfabetico di cognome degli autori; e di conseguenza solo in questa sede (e limitatamente al nome e
cognome del primo autore nelle opere che ne abbiano pi di uno) ma non nelle note a pi di pagina
(come si visto prima), si posporr liniziale del nome al cognome in maniera di evidenziare
liniziale di questo elemento, sulla quale si basa lordine:
ARCAINI, E., S. CIGADA, E. RIGOTTI (a cura di), Diacronia, sincronia e cultura: Saggi linguistici in
onore di L. Heilmann, Brescia, La Scuola, 1984.

FELICI, L., Ultimo canto di Saffo, in Lectura leopardiana. I quarantuno Canti e I nuovi credenti,
a cura di A. Maglione, Venezia, Marsilio, 2003: 169-206.
FICARA, G., Stile Novecento, Venezia, Marsilio, 2007.
, Il punto di vista della natura. Saggio su Leopardi, Genova, Il Melangolo, 1996.
OSSOLA, C., A che cosa serve la letteratura, Lettere Italiane, L (1998): 473-484.
RUFFINATTO, A., Bordaduras en torno a la semitica filolgica de Cesare Segre
(El caso de la supuesta doble redaccin del Cntico espiritual de San Juan), Artifara, n 3,
julio-diciembre 2003, Sezione Addenda, http://www.artifara.com/rivista3/testi/sanjuan2.asp
(ultima consultazione: 16 aprile 2010).
SEVILLA, J., M. I. T. ZURDO RUIZ-AYCAR, coord., Presentacin in Refranero multilinge, Centro
Virtual Cervantes, 2005-, http://cvc.cervantes.es/lengua/refranero/presentacion.htm (ultima
consultazione: 16 aprile 2010).
Questa una bibliografia che segue le disposizioni tipografiche dello stile classico, norma
anglosassone; se volessimo adeguarla alle norme italiane, lo stesso elenco diventerebbe cos:
ARCAINI, E., S. CIGADA, E. RIGOTTI (a cura di), Diacronia, sincronia e cultura: Saggi linguistici in
onore di L. Heilmann, Brescia, La Scuola, 1984.
FELICI, L., Ultimo canto di Saffo, in Lectura leopardiana. I quarantuno Canti e I nuovi credenti, a
cura di A. Maglione, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 169-206.
FICARA, G., Stile Novecento, Venezia, Marsilio, 2007.
ID., Il punto di vista della natura. Saggio su Leopardi, Genova, Il Melangolo, 1996.
OSSOLA, C., A che cosa serve la letteratura, Lettere Italiane, L, 1998, pp. 473-484.
RUFFINATTO, A., Bordaduras en torno a la semitica filolgica de Cesare Segre
(El caso de la supuesta doble redaccin del Cntico espiritual de San Juan), Artifara, n.
3, julio-diciembre 2003, Sezione Addenda, http://www.artifara.com/rivista3/testi/
sanjuan2.asp (ultima consultazione: 16 aprile 2010).
SEVILLA, J., M. I. T. ZURDO RUIZ-AYCAR, coord., Presentacin in Refranero multilinge, Centro
Virtual Cervantes, 2005-, http://cvc.cervantes.es/lengua/refranero/presentacion.htm (ultima
consultazione: 16 aprile 2010).
Invece quando si usa lo stile moderno di riferimenti bibliografici, tanto quanto il cognome
dellautore funzionale allindividuazione dellopera lanno di pubblicazione; per questa ragione,
nellelenco finale di riferimenti bibliografici (e in questo caso pi giusto distinguere fra elenco di
riferimenti bibliografici e bibliografia) lanno di pubblicazione seguir il cognome, iniziale del
nome, cos:
ARCAINI, E., S. CIGADA, E. RIGOTTI (a cura di), 1984, Diacronia, sincronia e cultura: Saggi
linguistici in onore di L. Heilmann, Brescia, La Scuola.
FELICI, L., 2003, Ultimo canto di Saffo in Lectura leopardiana. I quarantuno Canti e I nuovi
credenti, a cura di A. Maglione, Venezia, Marsilio, pp. 169-206.
FICARA, G., 2007, Stile Novecento, Venezia, Marsilio.
, 1996, Il punto di vista della natura. Saggio su Leopardi, Genova, Il Melangolo.
OSSOLA, C., 1998, A che cosa serve la letteratura, Lettere Italiane, L, pp. 473-484.
RUFFINATTO, A., 2003, Bordaduras en torno a la semitica filolgica de Cesare Segre
(El caso de la supuesta doble redaccin del Cntico espiritual de San Juan), Artifara, 3,
Sezione Addenda, http://www.artifara.com/rivista3/testi/sanjuan2.asp (ultima consultazione:
16 aprile 2010).
SEVILLA, J., M. I. T. ZURDO RUIZ-AYCAR, coord., 2005, Presentacin in Refranero multilinge,
Centro Virtual Cervantes, http://cvc.cervantes.es/lengua/refranero/presentacion.htm (ultima
consultazione: 16 aprile 2010).

conveniente separare ogni voce bibliografica nellelenco finale, sia nello stile moderno, sia in
quello classico, con un procedimento tipografico che pu essere quello che si usato qui, 13 il quale
sembra pi diffuso e preferibile agli elenchi puntati e numerati di Word e degli altri programmi di
videoscrittura. Molti particolari formali in questo tipo di elenco possono variare da una casa editrice
o da un autore allaltro, ma in generale gli usi tipografici di corsivo e virgolette seguono, come si
vede, le abitudini anglosassoni poich in tale ambito che questo stile moderno stato sviluppato.
Come si gi detto pi volte, pur di rispettare le caratteristiche fondamentali che permettono
lindividuazione di ogni opera citata, e di mantenere sempre uno stile costante, ognuno pu
sbizzarrirsi nellintrodurre delle picole variazioni.

13

In Word, si ottiene selezionando nel menu Formato, alla voce Paragrafo, la opzione Sporgente dal menu a
tendina sotto Rientro speciale.

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