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FISICA TECNICA AMBIENTALE II

prof. Carlo Bartoli

1. IL SUONO
Il suono, o pi esattamente la sensazione sonora,
leffetto elaborato dal cervello, di unonda acustica
sullorecchio.
Esso una perturbazione, prodotta da una sorgente
sonora, che propagandosi sotto forma di oscillazioni,
in un mezzo elastico provoca una variazione di
pressione e di densit determinata dallo spostamento
secondo un moto oscillatorio di particelle, tale da poter
essere rilevata da una persona o da uno strumento
acustico.
Deriva quindi che dal punto di vista tecnico il
fenomeno acustico prevede la presenza contemporanea
della sorgente sonora, del mezzo di trasmissione (gas,
1

liquido, solido), e del ricevitore (persona o strumento


acustico).
Il fenomeno ondulatorio fa si che avvenga la
propagazione del suono. Infatti grazie ad esso le
particelle del mezzo in cui si trasmette il suono stesso
vibrano trasmettendo cos la perturbazione alla
particella vicina. Mentre la perturbazione si trasmette a
distanza, per mezzo del moto ondulatorio, le singole
particelle rimangono in prossimit della loro posizione
originale. Ogni particella sar caratterizzata da una
propria pressione di riposo. Tali vibrazioni danno
vita a due differenti tipi di onde:
- onde longitudinali, per le quali lo spostamento delle
particelle

avviene

nella

stessa

direzione

della

propagazione dellonda stessa;

- onde trasversali, per le quali lo spostamento delle


particelle avviene perpendicolarmente alla direzione di
propagazione dellonda.

Nel caso dei liquidi la velocit del suono C pu essere


calcolata con lequazione:

1
k

[ m/s ]

1.1

dove:
k = cV/(V0 p) [ Pa ] il coefficiente di
compressibilit del liquido in condizioni adiabatiche;
c una costante di proporzionalit adimensinale;
[ Kg/m ] la densit.

Nei solidi i suoni si propagano sia per onde


longitudinali che per onde trasversali.
Nel caso di onde longitudinali la velocit del suono
nei solidi Cl viene espressa dalle seguenti relazioni:
- per un solido a forma di barra

Cl

[ m/s ]

1.2

------------------------------------------------------------ per un solido a forma di piastra indefinita

Cl

E
(1 2 )

[ m/s ]

1.3

dove:
E [ Pa ] il modulo di Young;
[adimensionale] il coefficiente di Poisson;
[Kg/m3] la densit del materiale di cui il solido
costituito.
4

Per le onde trasversali la velocit del suono nei solidi


Ct si pu ricavare dalla relazione:

Ct

E
2 (1 )

[ m/s ]

1.4

Nella maggior parte dei casi la velocit del suono nei


solidi superiore a quella nellaria.
La velocit di propagazione delle onde sonore
funzione del mezzo elastico di trasmissione.

Un caso particolare rappresentato dalla propagazione


del suono nei gas ed in particolare nellaria, che
quello che pi ci interessa da vicino.
La velocit di propagazione del suono C nei gas
perfetti, dalla teoria delle piccole perturbazioni risulta
essere:

Ma

[ m/s ]

1.5

per un gas limite la isoentropica

(adiabatica

reversibile) data dalla:


Pvcost

o P/cost

1.6

= Cp/Cv lindice delladiabatica, rapporto tra il


calore specifico a pressione costante e quello a volume
costante;
v [m3/Kg] il volume specifico;
P [ Pa ] la pressione;
6

[ Kg/ m3 ] la densit del gas.


P=cost

Per cui

C cos t

cos t 1

Si sostituisce la costante
C

P 1
P
R ' T

[ m/s ]

1.7

cost=P/
[ m/s ]

1.8

Lultimo passaggio per lequazione di stato dei gas


limite:
Pv=RT
Ma anche
P/RT

dove con riferimento al gas considerato:


v [ m/Kg ] il volume;
7

T [ K ] la temperatura termodinamica o assoluta;


R = 287 [ J/ Kg K ] la costante propria dellaria;

Esaminando la 1.8 si pu considerare che la velocit


del suono in un gas perfetto indipendente dalla
pressione del gas ed proporzionale alla radice
quadrata della sua temperatura assoluta.
Se si considera laria, sapendo che = 1,4 e che
R=287 [J/KgK], la velocit di propagazione del suono
nellaria C pu essere calcolata con lequazione:

C 20,07 T

[ m/s ]

e, riferendosi alla temperatura centigrada

1.9

[ C ], con

buona approssimazione per mezzo dellequazione:

C 331,7 0,6

[ m/s ]

1.10
8

Nel caso dellaria quindi la velocit del suono assume


valori diversi in funzione della temperatura. Ne
riportiamo alcuni valori:

Temperatura[C] Velocit del suono

[m/s]

]
-10

325

331

10

337

20

343

30

349

40

355

Ricordiamo che questa grandezza

non deve essere

confusa con la velocit delle particelle nel mezzo, in


quanto soltanto le fluttuazioni di pressione (pressione
acustica) si propagano.

Nel

fenomeno

sonoro,

oltre

alla

velocit

di

propagazione, che misura la rapidit con cui il segnale


viaggia

da

un

trasmissione,
considerazione

punto

occorre
anche

allaltro

del

attentamente
alcune

mezzo

di

prendere

in

propriet

fisiche

caratteristiche delle onde, quali la frequenza, il


periodo, la lunghezza donda e lampiezza.
La frequenza che si indica con f, rappresenta la
rapidit con cui le particelle oscillano in ogni singolo
punto. la misura fisica del numero di oscillazioni
nellunit di tempo; la frequenza si esprime in hertz [
Hz ], cicli per secondo.
10

Il periodo che si indica con T, linverso della


frequenza e rappresenta il tempo necessario affinch le
particelle

compiano

localmente

unoscillazione

completa, si esprime in secondi

[ s ]; per

unoscillazione semplice vale T, per oscillazioni


complesse si considera un opportuno numero di
periodi.
La lunghezza donda che si indica con , rappresenta
la distanza percorsa dallonda durante unoscillazione
completa e si misura in metri [ m ].
Lampiezza la variazione massima della grandezza
che oscilla, altezza massima dellonda.
Una relazione che lega tra loro tali propriet la
seguente:

C
CT
f

[m]

1.11

11

dove:
C [ m/s ] la velocit di propagazione.
f [ Hz ] la fequenza
T [ 1/s ] il periodo

DESCRIZIONE DEL SUONO

Durante la propagazione delle onde sonore in un gas,


le particelle del mezzo vibrano intorno alla loro
posizione di equilibrio, vibrazione che per non
avviene con la stessa fase in tutti i punti. Infatti ci sono
zone in cui le particelle vibrano in opposizione di fase
con conseguente nascita di parti in cui queste
12

tenderanno ad addensarsi e altre in cui tenderanno a


rarefarsi.
Nel mezzo di propagazione si avranno quindi
variazioni di densit e di pressione, entrambe funzioni
del tempo e dello spazio.
Pertanto le onde sonore spesso possono essere
descritte in termini di pressione sonora, o meglio, di
ampiezza della variazione di pressione prodotta
dallonda p.
La pressione P nellaria pu pertanto essere
scritta nella forma:

P(x,y,z,t) = p0 + p(x,y,z,t)

1.12

dove:
p0 il valore della pressione nelle condizioni iniziali
indisturbate;
13

p la variazione di pressione dovuta al fenomeno


acustico.

Poich in genere p<<p0 nella trattazione di tali


argomenti possibile trascurare i termini di ordine
superiore al primo, cos come per la densit e la
velocit.
----------------30_11_13
Le variazioni della pressione sonora, vale a dire della
differenza tra la pressione istantanea e quella
atmosferica, prodotte nel gas dallonda sonora,
avvengono in generale cos rapidamente da non
permettere scambi di calore tra volumi adiacenti. Ne
consegue,

quindi,

che

dal

punto

di

vista

termodinamico le trasformazioni subite dal gas per


effetto del fenomeno sonoro si possono considerare
adiabatiche.
14

Nellaria le variazioni di pressione prodotte dallonda


sonora sono comprese tra 20Pa e 104 Pa. Il valore
minimo di 20Pa un valore medio ritenuto appunto
come il minimo percepibile dallascoltatore medio;
mentre il valore massimo di 104 Pa

quello che

allincirca si percepisce per un colpo darma da fuoco


a

distanza

sottolineare

ravvicinata.

E,

come

variazione

una

inoltre,
di

importante
pressione

dellordine di 10 Pa provochi una sensazione di


fastidio nella percezione del suono.

Dal punto di vista energetico i suoni sono caratterizzati


dallintensit acustica I. Se ci si riferisce allarea della
superficie

orientata

normalmente

rispetto

alla

direzione di propagazione dellonda, dA, in grado di


intercettare la porzione di potenza emessa dalla

15

sorgente, dW, si potr scrivere per lintensit la


seguente relazione:

[ W/m2 ]

dW
dA

1.13

Essa rappresenta lenergia che fluisce attraverso lunit


di superficie nellunit di tempo e normalmente
assume valori compresi tra 10-8 e 10-1 [ W/m2 ].
Lampiezza del range di variazione del livello di
pressione e intensit acustica, ha fatto sorgere la
necessit di esprimere queste grandezze in scala
logaritmica, passando a considerare non il valore della
grandezza, ma il suo livello rispetto a un valore di
riferimento. In pratica si assunto come livello di una
grandezza

acustica

il

valore

che

si

ottiene

moltiplicando per dieci il logaritmo in base dieci del

16

rapporto tra il valore della grandezza presa in


considerazione e un valore di riferimento.
Cos

facendo

esprimiamo

le

grandezze

acustiche in decibel [ dB ].
Nel caso dellintensit acustica I il suo livello in dB
dato dalla seguente relazione:

LI 10 log10

I
I rif

[ dB ]

1.15

dove: il valore di riferimento Irif = 10-12 [ W


m-2 ].
Dal livello di intensit LI si pu ricavare il valore
dellintensit acustica I adoperando la relazione
inversa:

I I rif 10 Li / 10

[ W/m2 ]

1.16
17

Analogamente la potenza, W [ W ], di una sorgente


sonora pu essere espressa come livello in dB con la
relazione:

Lw 10 log10

W
Wrif

[ dB ]

1.17

dove il valore della potenza di riferimento :


Wrif = 10-2 W.
Anche in questo caso vale la relazione inversa, per cui
dal livello di potenza LW si pu ricavare il valore della
potenza W con la relazione:

W Wrif 10Lw / 10

[W]

1.18

18

Il livello di pressione acustica espresso in dB


diventa:
2
peff
p
Lp 10 log10 2 20 log10 eff
peffrif
peffrif

[dB]

1.14

dove:
peff

, appunto, la pressione acustica che si sta

considerando;
peffrif

una pressione di riferimento assunta uguale a 20

Pa.
Nel caso dellintensit acustica I il suo livello in dB
dato invece dalla seguente relazione:

LI 10 log10

I
I rif

[ dB ]

1.15

19

dove: il valore di riferimento Irif = 10-12 [ W


m-2 ].
Dal livello di intensit LI si pu ricavare il valore
dellintensit acustica I adoperando la relazione
inversa:

I I rif 10 Li / 10

[ dB ]

1.16

Analogamente la potenza, W [ W ], di una sorgente


sonora pu essere espressa come livello in dB con la
relazione:

Il livello sonoro continuo equivalente LAeq il livello


sonoro che un ipotetico rumore costante dovrebbe
avere per eguagliare la quantit di energia sonora
20

emessa dal generico rumore fluttuante nel tempo. Lo


scopo dellintroduzione del livello equivalente quello
di poter caratterizzare con un unico valore un rumore
di livello sonoro variabile, su un intervallo di tempo
prefissato. In pratica adottando tale definizione si
ammette che gli effetti provocati sullindividuo dal
rumore dovuti a traffico veicolare sono direttamente
correlati alla quantit di energia sonora a cui
sottoposto, per questo il livello sonoro equivalente
in pratica un livello energetico medio.
Xxxxxxxxxxxxxxxxx24/09/2012
La relazione che lo rappresenta, adottando la
ponderazione A , la seguente:

08/11/2010
LAeq=10log10[1/T0T(p2A(t)/p20)dt]

dB(A)

1.19
21

Ovvero
LAeq=10log10[1/T 0T 10[LpA(t)/10]dt]

dB (A)

1.20

Con : pA (t) = pressione sonora ponderata A del rumore


in esame
pO = pressione sonora di riferimento = 20 Pa
T = tempo totale di osservazione
LpA(t) = livello di pressione istantaneo
Unaltra grandezza acustica di notevole importanza
sicuramente la densit di energia Sonora D.
Essa lenergia associata al fenomeno vibratorio
corrispondente,

localizzata

circostante

punto

un

nellunit

assegnato

di

del

volume

mezzo

di

propagazione.
Si dimostra come questa sia pari al rapporto tra
lintensit acustica

misurata

nella

direzione

di

22

propagazione dellonda e la velocit del suono


nellaria (qualora sia questo il mezzo di propagazione):

I
C

[ J m-3 ]

1.21

CAMPI SONORI
Durante la propagazione nellatmosfera allaperto, il
suono si attenua per effetto di diversi fenomeni. Si pu
notare, innanzitutto, che le onde sonore diminuiscono
di livello allaumentare della distanza dalla sorgente
anche in presenza di un mezzo di trasmissione
perfetto, privo cio di assorbimento.
Quando le sole onde sonore presenti sono quelle
direttamente irradiate dalla sorgente e quando siamo in
assenza di ostacoli il campo sonoro si dice libero.
23

Lattenuazione,

causata

esclusivamente

dalla

propagazione del suono, un fenomeno conosciuto


con

il nome di divergenza delle onde, ed

articolarmente

evidente

per

le

sorgenti

sonore

omnidirezionali. In questo caso, infatti, la potenza


acustica

emessa

dalla

sorgente

si

ripartisce

uniformemente su superfici sferiche sempre pi grandi


man mano che ci si allontana dalla sorgente stessa.
Durante

la

propagazione

allattenuazione

causata

delle
dal

onde

fenomeno

sonore,
della

divergenza vanno aggiunte altre attenuazioni dovute


principalmente allassorbimento dellaria e del suolo,
alleffetto delle barriere e alla riflessione da parte di
altri ostacoli.
Il campo sonoro libero infatti unastrazione, poich
allaperto sono presenti sempre fenomeni di riflessione
dovuti se non altro alla presenza del suolo.
24

Infatti la presenza di questo ultimo influisce sulla


propagazione

del

suono

allaperto

causa

dellinterferenza tra il suono riflesso dal suolo e il


suono trasmesso direttamente tra sorgente e ricevitore.
Questo fenomeno, che pu essere sinteticamente
rappresentato da unattenuazione acustica, dipende in
particolare dalle quote della sorgente e del ricevitore,
nonch dalle caratteristiche dello strato superficiale del
suolo, il quale a seconda della sua composizione
(asfalto, terra, cemento) comporta un incremento del
livello di pressione sonora.
Come sopra specificato anche le condizioni dellaria
giocano un ruolo fondamentale nella perturbazione
della propagazione delle onde sonore. Infatti la
temperatura,

venti,

lumidit

le

eventuali

precipitazioni sono fattori che modificano le con


dizioni nei diversi strati dellatmosfera, facendo in
25

modo che il cammino dellonda sonora incontri


ostacoli i quali le facciano cambiare direzione e
intensit. In particolare la temperatura fa variare la
velocit di propagazione del suono C di 0,6 m/s per
ogni grado di temperatura (come accennato nel primo
paragrafo). Il vento determina una perturbazione
dellonda sonora che sar favorita o meno a seconda
della posizione del punto di ascolto, a seconda che
questo si trovi sopravento o sottovento. In maniera
molto ridotta anche le eventuali precipitazioni, le
chiome degli alberi e il fogliame in genere possono
causare

una

trascurabile

perturbazione

della

propagazione dellonda sonora.


Leffetto invece delle barriere acustiche, da intendersi
come schermi di varia natura, quali pareti massive,
edifici e terrapieni inseriti nella linea di vista tra
sorgente

ricevitore,

quello

di

attenuare
26

notevolmente la propagazione del suono diretto. Infatti


si ottiene una riduzione del livello sonoro percepito
nella zona in ombra, dalla parte del ricevitore al di
sotto del prolungamento della congiungente la
sorgente con la sommit dello schermo, poich il
suono raggiunge il ricevitore quasi esclusivamente per
diffrazione in corrispondenza delle estremit della
barriera. Il suono interagisce in generale con la
barriera per riflessione sulla sua superficie, per
trasmissione attraverso la barriera stessa e per
diffrazione ai bordi, in particolare alla sommit ( vedi
figura ).

27

Unaltra classificazione del campo sonoro pu essere


fatta in funzione del tipo di propagazione che avviene
nel mezzo.
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx17/10/2011

Un primo caso quello nel quale la propagazione


avviene per onde piane; si immagini una sorgente
acustica costituita da un piano che, immerso in un
mezzo elastico, oscilla in direzione ortogonale a se
stesso; in questo caso si producono onde acustiche
piane, poich il suono si propaga nel mezzo di
trasmissione in modo tale che il luogo dei punti
raggiunti in un certo istante dalla perturbazione sonora
(cio il fronte donda) una superficie piana.
Per le onde piane si pu notare che le grandezze
acustiche dipendono dal tempo e da ununica

28

coordinata spaziale che coincide con la direzione di


propagazione dellonda, normale al fronte donda.
Un secondo caso invece quello della propagazione
per fronti donda sferici. Si considerino le onde
prodotte da una sorgente sferica: in questo caso tutti i
punti della superficie vibrano uniformemente in fase
spostandosi radialmente rispetto alla posizione di
equilibrio per effetto di contrazioni e di espansioni. Le
onde cos generate si propagano con le stesse modalit
in tutte le direzioni mantenendo sempre la simmetria
sferica, per cui il fronte donda sar costituito da
superfici sferiche concentriche.
I campi sonori generati dalle sorgenti reali si
discostano solitamente, in misura pi o meno
importante, dai due suddetti tipi relativamente semplici
di propagazione.

29

Sar opportuno, quindi, soffermarsi sul tipo di


sorgente sonora in quanto sar questa ultima ad
influenzare fortemente il campo sonoro generato.
Un primo criterio di classificazione delle sorgenti
sonore basato sulle loro dimensioni nei confronti
della lunghezza donda; possono essere puntiformi,
quando sono piccole rispetto a , oppure estese nel
caso contrario.
Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx24/10/11

Un secondo criterio invece fondato sulle relazioni di


fase che intercorrono fra i diversi punti della sorgente
nel loro moto vibratorio; una sorgente pu essere
semplice se tutti i punti vibrano in concordanza di fase,
viceversa si dice multipla.
Si comprende come le sorgenti multiple irradino onde
sonore in opposizione di fase dando origine ad un
30

sistema di interferenze che condizionano il campo


sonoro.
Le propriet direzionali delle sorgenti sonore vengono
solitamente descritte mediante una serie di diagrammi
polari denominati diagrammi direzionali. Si tratta di
curve che consentono di determinare come varia la
pressione acustica nel campo sonoro diretto in
funzione della direzione.

4. LO SPETTRO SONORO

Le sorgenti sonore reali difficilmente emettono suoni


puri vibrando con oscillazioni sinusoidali di definita
frequenza. Il pi delle volte il suono pu essere
considerato come composto da una serie di suoni puri
di diversa frequenza, variabili con discreta continuit.
31

Si distinguono due casi a seconda che il suono di tipo


periodico o di tipo aperiodico.
- Suono periodico: il teorema di Fourier consente di
sviluppare sotto certe condizioni, peraltro sempre
verificate nei casi di interesse fisico, una funzione X =
X(t), periodica di periodo T e frequenza f = 1/T, in una
somma di infiniti termini armonicamente correlati
ciascuno dei quali caratterizzato da una frequenza
multipla fondamentale, f1.
In base a questo teorema dunque, un suono periodico
pu sempre essere scomposto in un insieme di suoni
puri di diversa frequenza (le cosiddette armoniche). La
rappresentazione del livello di pressione di ogni
armonica del suono periodico considerato costituisce
lo spettro sonoro del suono stesso.
Nel caso di un suono puro (detto anche tono puro) si
ha un segnale sinusoidale caratterizzato da un valore
32

preciso di frequenza, conseguentemente il suo spettro


sonoro costituito semplicemente da una sola linea in
corrispondenza della frequenza del suono stesso (fig.
1.1).

Figura 1.1

Rappresentazione nel dominio del

tempo e della frequenza di un suono puro.

Nel caso di un suono periodico non puro ma


complesso, si ha la sovrapposizione di pi suoni puri,
ciascuna a differente frequenza, per cui lo spettro
33

sonoro fornito da pi linee in corrispondenza delle


frequenze

multiple

che

compongono

il

suono

originario (fig. 1.2).

Dominio del tempo

Figura 1.2 Spettro sonoro di un suono complesso


periodico

34

- Suono aperiodico: un suono aperiodico di durata


limitata pu essere scomposto in una somma di infiniti
termini armonici, tali che la differenza di frequenza di
due termini successivi non discreta ma infinitesima,
quindi linsieme delle frequenze dei termini costituisce
una distribuzione non pi discreta ma continua, ossia
uno spettro continuo (fig. 1.3).

Dominio del tempo

Figura 1.3 Spettro sonoro di un suono aperiodico.


35

Per analizzare landamento del fenomeno sonoro in


funzione della frequenza, lintero spettro di frequenze
udibili viene suddiviso in intervalli di frequenza, detti
appunto bande di frequenza, contigui e abbastanza
piccoli.
Nellanalisi spettrale, le bande di frequenza vengono
fissate in modo tale da avere lunghezza costante o
proporzionale alla frequenza inferiore della banda, in
modo che le ampiezze di banda e le frequenze inferiori
e superiori delle stesse siano in progressione
geometrica.
Alle frequenze estreme della banda legata attraverso
la media geometrica la frequenza centrale della banda,
fc, definita dalla relazione:

fc

f1 f 2

1.22
36

Le bande di frequenza utilizzate in acustica hanno la


ragione della progressione geometrica pari ad una
potenza di 2. Pertanto tra la frequenza finale e quella
iniziale della banda si avr:

f 2 2 n f1

1.23

Per n = 1 si ottengono le bande di ottava per le


quali risulta:

f 2 2 f1

1.22

fc
2

1.23

f1

f2 2 fc

1.24

37

Le bande di ottava possono costituire campi di


frequenze troppo larghi per alcune rilevazioni, per le
quali preferibile usare bande pi strette.
Per n = 1/3 si ottengono le bande di terzi di
ottava per le quali risulta:

f 2 3 2 f1

f1

fc
2

f2 6 2 fc

1.25

1.26

1.27

Il campo udibile, ossia il campo di lunghezza donda


(o di frequenza) pu essere suddiviso in bande di
ottava o di terzi di ottava contigue fissate con
convenzione internazionale (vedi figura 1.4).

38

Per misure pi accurate o per scopi particolari si


eseguono analisi spettrali in banda stretta di ampiezza
costante, in genere 1 Hz.

39

Figura 1.4 Suddivisione dello spettro di frequenze


udibili in bande di ottava e di terzi di ottava.

Se si esaminano gli spettri in frequenza della potenza


sonora emessa dalla stessa sorgente, rilevati in bande
di ottava o in bande di terzi di ottava, si pu notare che
essi hanno un andamento simile, ma quello in terzi di
ottava fornisce pi informazioni in dettaglio che non
quello in ottava. Si pu notare, inoltre, che dallo
spettro in terzi di ottava si pu ricostruire quello in
ottava, infatti baster sommare i valori delle tre
sottobande comprese nella banda di ottava considerata,
e non viceversa.
In generale, conoscendo i valori del livello sonoro
nelle singole sottobande in cui la banda principale

40

viene suddivisa, sempre possibile calcolare il livello


nella banda principale.

2. ELEMENTI DI PSICOACUSTICA

Per psicoacustica si intende lo studio delle relazioni


che intercorrono tra grandezze acustiche di tipo
oggettivo, cio fisicamente misurabili con uno
strumento, e grandezze di tipo soggettivo, cio legate
ai meccanismi fisiologici di percezione auditiva.
Quando si considerano grandezze di tipo soggettivo
occorre definire convenzionalmente il soggetto medio
(detto anche ascoltatore medio), che nel nostro caso

41

rappresentato da un individuo sano dalludito perfetto,


generalmente di et al di sotto dei 25 anni.

2.1 SUONI E RUMORI

Prima di affrontare il problema della percezione dei


suoni e dei rumori necessario fare una distinzione pi
o meno rigorosa tra suono o rumore.
Nella pratica si cerca di distinguerli in maniera
oggettiva:
- suono: ha uno spettro detto regolare nel quale
ampiezza e frequenza delle armoniche componenti
rimangono costanti durante lintervallo di tempo
necessario alla percezione umana;
42

- rumore: ha uno spettro caratterizzato da rapidi


smorzamenti diversi da componente a componente.
Come si pu notare questo tentativo di definizione
vago e soggettivo.
Convenzionalmente si dice che il rumore un suono
che genera un effetto indesiderato o addirittura un
danno in chi lo percepisce. Il suono invece viene
associato ad un qualcosa di desiderabile o gradevole.
Quindi esistono due categorie di suoni: quelli piacevoli
e quelli spiacevoli, detti anche rumori.

2.2 LA PERCEZIONE DEI SUONI E DEI


RUMORI

43

La

percezione

dei

suoni

avviene

per

mezzo

dellorecchio, analizzatore acustico molto sensibile che


utilizza strutture anatomiche molto complesse.
Lorecchio, infatti, svolge la funzione di convertitore
analogico-digitale e trasmette al cervello un messaggio
uditivo codificato.
Dal punto di vista anatomica lorecchio pu essere
suddiviso in tre parti (vedasi fig. 2.1): orecchio
esterno, orecchio medio, orecchio interno.

Figura 2.1 Rappresentazione schematica dellorecchio


umano
44

Lorecchio

esterno

comprende

il

padiglione

auricolare e il condotto uditivo esterno. Il primo,


costituito da uno strato fibrocartilaginoso corrugato, ha
una forma che permette di concentrare lenergia
acustica nel condotto uditivo esterno. Il secondo,
obliquo e flessibile, della lunghezza media di 25 mm e
di diametro 8 mm, che trasmette le onde acustiche dal
padiglione al timpano.
- Lorecchio medio costituito principalmente da una
cavit dellosso temporale contenente la membrana
timpanica e i tre ossicini martello, incudine e staffa),
che costituiscono assieme la catena timpano-ossiculare
e che permettono la trasmissione delle vibrazioni del
timpano. Questa vibrazioni, prodotte dalle onde
acustiche, sono trasmesse allorecchio interno nelle
migliori

condizioni

possibili

per

mezzo
45

delladattamento delle impedenze dellambiente (aria)


e dellorecchio interno (liquido).
- Lorecchio interno essenzialmente costituito dalla
coclea, contenuta nella zona cranica detta rocca
petrosa. La coclea, zona sensoriale delludito,
rivestita internamente dalla membrana basilare, sulla
quale si trovano circa 24.000 cellule sensoriali ciliate
in grado di trasformare lenergia acustica in messaggi
uditivi, codificati come segnali elettrici. Questi segnali
sono trasmessi alla corteccia cerebrale dalle fibre del
nervo cocleare e dalle vie nervose successive. Va
notato che lanalisi spettrale del suono avviene in
corrispondenza della coclea, poich ciascuna delle
fibre del nervo cocleare specializzata nella ricezione
di una ben determinata frequenza.
La conformazione anatomica dellorecchio consente di
interpretare a livello fisico il fatto sperimentale
46

dellesistenza di una banda di frequenze limitata per la


risposta agli stimoli acustici; infatti, al di sopra del
valore di 20 KHz si verifica una perdita di percezione
uditiva, mentre per valori di soglia inferiori, sono pari
a circa 20 Hz.

2.3

SCALE DI PERCEZIONE DEI LIVELLI

SONORI
E

di

fondamentale

importanza

conoscere con

sufficiente approssimazione la risposta soggettiva


dellorgano di percezione agli stimoli, caratterizzati da
una grandezza fisica oggettiva come la pressione,
lintensit acustica, ecc.

47

Un primo esperimento in tal senso fu quello volto ad


individuare la cosiddetta soglia inferiore di udibilit in
funzione della lunghezza donda del suono.
La prova consiste nel far variare il livello dellintensit
acustica del suono prodotto da valori estremamente
bassi, dapprima non udibili, per valori sempre
crescenti fino a che sia possibile individuare un valore
di soglia corrispondente appena alla percettibilit del
suono. Variando a passi successivi la frequenza,
possibile individuare dei punti in modo da tracciare la
curva di soglia inferiore di udibilit.

48

Figura 2.2 Campi di udibilit


Unaltra curva estrema che possibile ricavare
mediante prove soggettive dirette la cosiddetta curva
di soglia del dolore, ottenuta con le modalit e le
avvertenze gi esposte in precedenza ma a cui
corrisponde una sensazione di intenso fastidio o di
vero e proprio dolore. I punti compresi tra le due curve
costituiscono i valori del livello e della frequenza
corrispondenti al campo di udibilit normale (fig. 2.2).
Una volta individuati i limiti cui riferirsi, il passo
successivo consiste nel tentativo di ricavare, tramite
prove di ascolto/confronto, nel campo compreso fra
valori estremi, curve di livello corrispondenti ad
eguale livello sonoro percepito. Queste curve sono
dette isofoniche corrispondenti, cio, ad uguali
49

percezioni di livello sonoro per suoni monocromatici


(puri) al variare della frequenza. Il livello sonoro viene
espresso in phon. Le prove di ascolto/confronto
consistono nel far ascoltare, a persone non affette da
otopatie, due suoni di diversa frequenza, uno dei quali,
quello di riferimento, a frequenza fissa di 1000Hz e
prodotto con una certa intensit. Laltro suono viene
emesso ad una data frequenza e ne viene variata
lintensit. Al gruppo di ascoltatori si chiede di
valutare in corrispondenza di quale intensit del suono
in esame gli attuali suoni vengono percepiti come
uguali. Al termine di tale prova si definisce cos un
livello sonoro equivalente a cui corrisponder sul
grafico una curva.
Come risulta chiaro se lorecchio avesse la stessa
sensibilit a tutte le frequenze le curve isofoniche
sarebbero delle linee orizzontali.
50

Laudiogramma normale, come sopra specificato,


costituito sulla base di suoni monocromatici, cio da
ununica frequenza (suoni puri). I suoni percepiti nella
realt sono di tipo complesso, aventi, cio, uno spettro
di frequenze. Per questo motivo laudiogramma
normale non pu essere considerato un modello valido.
Lesperienza,

inoltre,

ci

insegna

che

se

si

scompongono i suoni complessi in tanti suoni puri e


per ciascuno di essi si calcolano i corrispondenti livelli
in phon, combinando tali risultati, per ottenere il
livello sonoro del suono complesso, si ottiene un
valore che non coincide con la realt. Ci significa che
non si pu applicare il principio della sovrapposizione
degli effetti. Per questo motivo per i suoni complessi si
utilizza unaltra scala di valori chiamata scala dei son.
La scala dei son comunque legata alla scala dei phon

51

tramite la 2.1 ed influenzata da due fattori: leffetto


di larghezza di banda e leffetto di durata.
S ( son ) = 2[ 0,1S( in phon) 4 ]

2.1

Nel caso di suoni che si propagano nellaria le


variazioni di pressione prodotte dallonda sonora sono
comprese tra 20 Pa e 104 Pa (vedi fig. 2.3).

52

Figura 2.3 Livelli in dB e valori della pressione


sonora per alcuni suono

2.4 ATTENUAZIONE DEL SUONO

Le cause principali di attenuazione del suono sono


dovute alleffetto dellassorbimento dellaria, alla
presenza del suolo e delle barriere acustiche, alle
condizioni atmosferiche e anche se di poca importanza
alleffetto del fogliame.
Abbiamo gi analizzato in precedenza, lattenuazione
dovuta al suolo e alla barriere acustiche.

53

Lattenuazione dovuta dallassorbimento acustico


dellaria durante la propagazione del suono pu essere
calcolata con la relazione:
Att2 = r

[ dB ]

2.2

dove:
r [ m ] il cammino percorso dal suono, coincidente
con la distanza tra sorgente e ricevitore;
[ dB m-1 ] il coefficiente di assorbimento acustico
dellaria.
Il coefficiente di assorbimento , mentre dipende
fortemente

della

frequenza

del

suono,

dalla

temperatura e dallumidit relativa dellaria, poco


influenzato dalla pressione atmosferica. I valori di
possono essere determinati con il metodo di calcolo
riportato nella norma ISO 9613-1.
54

Le

condizioni

meteorologiche

influenzano

la

propagazione del suono perch possono produrre


nellaria disuniformit e turbolenze. Infatti, mentre la
nebbia, la pioggia, la neve incidono molto poco sulla
propagazione del suono nellaria, tanto da poter essere
trascurate, non altrettanto si pu dire per i gradienti di
temperatura nellaria e per il vento. Di giorno in
condizioni di bel tempo la temperatura dellaria
decresce con laumentare della quota per effetto del
riscaldamento della superficie terrestre da parte del
sole (gradiente negativo). Di notte o durante le
giornate nuvolose il gradiente si inverte.

55

Figura2.4 Effetto del gradiente di


temperatura negativo

Poich la velocit del suono aumenta con la


temperatura i raggi sonori tendono a incurvarsi (fig.
2.4), per cui di giorno si avranno zone dombra, in cui
il suono praticamente non udibile, anche a ridotta
distanza dalla sorgente in prossimit del suolo; mentre
nel caso di inversione termica (gradiente positivo) i
suoni risultano udibili anche a grande distanza dalla
sorgente (figura 2.5).

56

Figura 2.5 Effetto del gradiente di temperatua


positivo
La presenza del vento produce zone dombra nella
zona controvento, ma permette anche di raggiungere
grandi distanze nella zona sottovento, perch la
propagazione del fenomeno acustico dipende dal
vettore velocit, che si ottiene dalla composizione
della velocit del vento e del suono (vedi fig. 2.6).

Figura 2.6 Effetto del vento


57

Lattenuazione prodotta dal fogliame di alberi o


cespugli molto piccola e si verifica soltanto in
presenza di vegetazione particolarmente densa, tanto
da non permettere la vista nella direzione di
propagazione del suono. In generale vengono forniti da
tabella i valori dellattenuazione in dB, che si verifica
quando il suono percorre nel fogliame determinate
distanze. Si fa una distinzione tra distanze df comprese
tra 10 e 20metri e distanze df tra 20 e 200
metri. Per convenzione il valore limite della distanza
percorsa nel fogliame denso dal suono considerato
quello di 200 metri.
31/10/2011xxxxxxxxxxxxxxxxxxx
2.5 IL MASCHERAMENTO UDITIVO

58

Una grande importanza nella descrizione delle


caratteristiche delle sensazioni uditive assume lo
studio dei complessi fenomeni che avvengono quando
lascolto di un suono utile risulta disturbato, o
addirittura impedito dalla contemporanea presenza di
un altro suono che con esso interferisce e che
indicheremo come rumore disturbante.
Il deterioramento che la presenza del rumore
disturbante arreca alla qualit dellascolto dei suoni
utili, fino eventualmente ad impedirne la corretta
identificazione, prende il nome di mascheramento
uditivo.
La sua caratteristica che meglio si presta ad una
valutazione quantitativa consiste nel fatto che, in
presenza di un rumore mascherante, la soglia inferiore
di udibilit di un suono si sposta verso livelli di
pressione pi elevati di quelli che, allo stesso suono,
59

competono quando lo stesso viene ascoltato in un


ambiente privo di qualunque rumorosit.
Il valore della differenza in dB dato dalla
seguente:
M = Lm-Ls

2.3

dove:
Lm livello della soglia di udibilit in presenza del
rumore mascherante;
Ls livello di soglia di udibilit in assenza di rumore.
Ai

livelli

superiori

di

quello

di

soglia,

il

mascheramento assume laspetto di una riduzione


dellintensit soggettiva del suono utile rispetto a
quella che comporterebbe in assenza di rumore, ovvero
pu

risultare

faticoso

meno

completo

il

riconoscimento del suono utile in tutte le sue


peculiarit (intelligibilit); questo importante effetto
particolarmente apprezzabile quando il livello del
60

suono utile, pur essendo maggiore di quello Lm , lo


supera in misura limitata (non oltre 15 20 dB).
Sulle particolarit del fenomeno di mascheramento
uditivo influiscono largamente tutte le condizioni che
definiscono ogni singola situazione sperimentale, e in
particolare: il livello e la struttura del suono utile e del
rumore disturbante, la natura del campo sonoro in cui
avviene lascolto e non per ultimo la posizione della
sorgente sonora rispetto allascoltatore.
2.6 EFFETTI DEL RUMORE SUL SISTEMA
UDITIVO

Per

meglio

comprendere

quale

sia

l'impatto

dell'inquinamento acustico negli ambienti di vita sulla


salute della popolazione esposta, necessario partire
dal concetto stesso di "salute". Con questo termine,
secondo una definizione dell'OMS (Organizzazione
61

Mondiale della Sanit) del 1946, si deve intendere uno


stato di completo benessere psico-fisico e sociale e non
semplicemente l'assenza di malattie. Un ambiente
acustico

sfavorevole

costituisce,

pertanto,

una

condizione di pregiudizio per una buona qualit della


vita. Il danno provocato dal rumore a carico
dell'apparato uditivo pu essere di tipo acuto quando si
realizza in un tempo breve a seguito di una
stimolazione particolarmente intensa

( scoppio,

esplosione ecc. ) e di tipo cronico quando evolve nel


corso degli anni a seguito di un'esposizione prolungata
ad elevati livelli di rumore; quest'ultima condizione di
rischio si ha, tipicamente, nel caso dell'esposizione
professionale in determinati ambienti di lavoro. Va
per ricordato che un fenomeno importante come la
socioacusia,

cio

il

danno

all'udito

dovuto

all'esposizione al rumore negli ambienti di vita, pare


62

stia assumendo una certa rilevanza nella maggior parte


dei

paesi

industrializzati,

soprattutto

come

conseguenza dell'esposizione al rumore durante attivit


di tipo ricreativo quali ad esempio l'ascolto di musica
ad alto volume, ma anche la pratica di taluni sport (ad
esempio sport motoristici).
Il rumore ambientale pu dar luogo ad una serie di altri
effetti, fra i quali il disturbo del sonno e del riposo,
l'interferenza con la comunicazione verbale, effetti
psicofisiologici

(ad

esempio

psicoendocrini,

cardiovascolari,...), effetti sulla salute mentale, effetti


sulle prestazioni e sull'apprendimento, oltre al disturbo
o fastidio genericamente inteso, definito come un
"sentimento di scontentezza riferito al rumore che
l'individuo sa o crede che possa agire su di lui in modo
negativo" ( Cosa e Nicoli, 1989 ).

63

Gli effetti dell'esposizione al rumore ambientale non


sono sempre facilmente quantificabili: ad esempio, i
dati esistenti riguardo ad alcuni effetti sull'organismo,
quali gli effetti psicofisiologici, conducono talora a
risultati ambigui e sono pertanto necessari ulteriori
studi ed approfondimenti per meglio comprendere il
rischio a lungo termine associato all'esposizione al
rumore. Per studiare gli effetti di disturbo derivanti
dall'esposizione

al

rumore

viene

comunemente

utilizzata la tecnica delle inchieste socio-acustiche, che


hanno come obiettivo l'analisi delle relazioni che
esistono tra i livelli di rumore e la reazione soggettiva
e comportamentale di campioni di popolazione
esposta.

64

3. RUMORE E TRAFFICO VEICOLARE

Il rumore, come precisato in precedenza, in ambiente


urbano diventato nel corso degli anni un problema
molto sentito dalla popolazione. Infatti, a causa
dellaumento

dei

veicoli

in

circolazione

dellincremento dellurbanizzazione, il livello sonoro


che la popolazione deve sopportare in ambito urbano
ha avuto una notevole impennata.
Secondo lInternational Standard Organization i
rumori vengono cos identificati:
- rumore stazionario ( o continuo ), quando le
caratteristiche del fenomeno sonoro restano costanti
nel tempo;

65

- rumore impulsivo, quando levento si verifica in un


intervallo di tempo inferiore al secondo, quindi tale
rumore pu presentarsi isolato o in sequenza;
- rumore fluttuante, se subisce variazioni rapide
superiori a 1 dB;
- rumore aleatorio, se presenta una completa
irregolarit, nel tempo e/o nei livelli, nelle sue
modalit di emissione.
Le sorgenti di rumore, sempre in ambito urbano, sono
solitamente dovute al traffico stradale, ad apparecchi
di uso domestico ed attivit umane in genere, agli
impianti idraulici, termici, elettrici, ascensori, ai
laboratori artigianali, alle attivit industriali, al traffico
aereo, ai trasporti ferroviari, etc
In particolare il traffico stradale raggiunge valori
elevati in prossimit delle sedi viarie e, solitamente,
nelle ore di punta, alle 7.30-9.00 e alle 17.30-18.30.
66

Il rumore prodotto dal traffico veicolare un rumore


aleatorio, dovuto ad un gran numero di sorgenti tra
loro non correlate.

3.1

SCALE

DI

PESATURA

DI

PODERAZIONE

Come abbiamo visto nei capitoli precedenti la


valutazione dei rumori non tiene conto di alcuni fattori
che risultano, per, essere abbastanza importanti. Si
ricorre cos alla correzione di tali valori di rumore
mediante dei coefficienti opportunamente scelti. Si
ottiene cos un valore del livello pesato secondo una
scala di pesatura definita dai coefficienti correttivi
utilizzati.

67

La scala di pesatura ( o ponderazione ) maggiormente


impiegata la scala A, la quale tiene conto della
diversa sensibilit dellorecchio umano alle varie
frequenze. I livelli sonori della scala A si identificano
in dBA o dB(A). Questultima affermazione merita un
approfondimento. Infatti non sono i decibel ad essere
pesati, ma i segnali che lo strumento misuratore riceve.
La pesatura avviene in modo automatico allinterno
dello strumento stesso che, tramite unapposita
funzione preimpostata da chi lo utilizza, capta i segnali
di rumore e li rielabora. Esistono altri tipi di scale che
di seguito verranno elencate:
- scala A, per intensit minori di 60 dB;
- scala B, per intensit comprese tra 60 e 100 dB;
- scala C, per intensit maggiori di 100 dB;
- scala D, per gli aeroporti.

68

La scala A quella alla quale si riferisce


principalmente la normativa vigente, infatti essa
quella che meglio associa rumore e fastidio arrecato
allascoltatore.
I rumori e la loro percezione variano, come accennato
in precedenza, anche a seconda della durata e
dellenergia complessiva. E stato, quindi, introdotto il
Livello Equivalente definito come il livello di un
suono di intensit costante (stazionario) che
produce, nello stesso intervallo di tempo di
osservazione T, la stessa energia acustica (per unit
di superficie) del livello variabile preso in esame
(del suono reale di intensit variabile). Il Livello
Equivalente espresso dalla seguente relazione da
riportare in dBA:
T

Leq= T1 II(t ) dt
0

3.1

69

dove lintensit considerata quella totale.


Questa grandezza non ha nulla a che fare con la
sensazione equivalente della scala dei phon.
I fonometri hanno un determinato tempo caratteristico
di misura che influisce sulla determinazione del livello
equivalente secondo la relazione:

Leq=10log10[ T1 II(t)dt ] dBA


T

3.2

dove T il tempo caratteristico dello strumento, i quali


hanno tre opzioni diverse di tempo caratteristico:
- S slow, per suoni lentamente variabili;
- F fast, per suoni rapidamente variabili;
- I impulse, per suoni impulsivi.

70

Lindice Leq viene utilizzato per rumori casuali tipo


quello da traffico veicolare.
Data la grande laboriosit che richiederebbe il calcolo
esatto del Leq per tutto lambiente urbano si preferisce
attuare una simulazione, tramite modelli matematici,
che mette in relazione dei dati conosciuti (numero
medio di veicoli, tempo speso in coda,) per
ricavarne un dato di livello sonoro accettabile.
Vengono inoltre fatte delle mappe del territorio con
sopra riportati i valori di Leq in modo da avere una
coordinazione a livello pi ampio della distribuzione
del rumore stesso. Queste mappe consentono di
equilibrare e pianificare linquinamento acustico in
una data area urbana, rimanendo sotto dei limiti di
tollerabilit.

71

Classi di
destinazione

Tempi di
riferimento

Diurno
Notturno
d'uso del territorio
I - Aree
particolarmente
50
40
protette
II - Aree
prevalentemente
55
45
residenziali
III - Aree di tipo
60
50
misto
IV - Aree di intensa
65
55
attivit umana
V - Aree
prevalentemente
70
60
industriali
VI - Aree
esclusivamente
70
70
industriali
Figura 3.1 Dal DPCM 1 marzo 1991: limiti massimi
Leq in dBA
72

3.2 FATTORI DEL TRAFFICO CHE INCIDONO


SUL RUMORE

I fattori del traffico che incidono sul rumore sono:


- lentit del flusso veicolare;
- la composizione del flusso veicolare;
- le caratteristiche cinematiche dei flussi di traffico;
- le caratteristiche delle sedi stradali;
- le condizioni meteorologiche.
Il flusso veicolare , probabilmente, il maggior fattore
di influenza sul rumore da traffico veicolare. Detto
questo per difficilmente si pu valutare con
precisione la sua influenza sullinquinamento acustico.
Infatti dal flusso veicolare dipendono anche le
caratteristiche cinematiche dei veicoli, quindi risulta
impossibile apprezzarne il singolo contributo.

73

La valutazione degli effetti della composizione


veicolare dipende dal numero di mezzi pesanti, infatti
essi producono molto pi rumore di un normale
veicolo come lauto. Si introduce il concetto di unit
equivalenti di autovetture, detti UVP. Di seguito si
riportano le equivalenze acustiche prese come
riferimento tra UVP e altri mezzi.
- 1 auto = 1 UVP
- 1 moto = 0,3 UVP
- 1 bus = 1,75 UVP
- 1 veicolo pesante = 2,25 UVP
Come si pu facilmente notare, si considera che, in
termini di rumore prodotto, un veicolo pesante
equivalga a 2,25 auto.
Le

caratteristiche

cinematiche

dipendono

dalle

condizioni di marcia dei veicoli. La presenza di


semafori, incroci o interruzioni in genere sono causa di
74

un aumento di rumore, infatti un veicolo fermo, ma


con motore acceso, provoca pi rumore dello stesso
veicolo in transito. Se invece siamo in presenza di un
flusso regolare il rumore influenzato dalla velocit
dei veicoli stessi, ma sempre in maniera ridotta rispetto
ad una marcia a stop and go.

Figura 3.2 Valori medi del rumore dovuto a diversi


veicoli in funzione della velocit

75

Le caratteristiche delle sedi stradali che influenzano il


rumore sono:
- condizioni e tipo di manto stradale;
- presenza di edifici ai lati della strada.
Il primo punto individua tre principali tipi di
pavimentazioni: cemento, asfalto e pav. Gli effetti dei
primi due sono da considerare trascurabili, mentre il
pav contribuisce ad un aumento di 23 dBA. Lo stato
di usura del manto stradale influenza le condizioni
cinematiche del flusso. La presenza di superficie verde
ai bordi della strada comporta unattenuazione del
rumore di circa 4,5 dBA per ogni raddoppio della
distanza tra sorgente e ricettore, mentre per superfici in
asfalto o simili la riduzione di 3 dBA circa.
Il secondo punto, riguardante la presenza o meno di
edifici ai lati della sede stradale, distingue due

76

categorie: strade a tessuto aperto e strade a tessuto


chiuso.
Le strade a tessuto aperto sono individuate dalle
seguenti caratteristiche:
- strada in cui il rapporto altezza edifici/larghezza
strada inferiore a 0.2;
- strada nelle quali gli edifici distano almeno 20 metri
per la presenza di spazi permeabili al rumore;
- strade nelle quali gli edifici sono disposti su un solo
lato.
Nelle strade a tessuto aperto prevalente leffetto di
propagazione

diretta

del

rumore,

mentre

sono

trascurabili i fenomeni di riflessione.


Le strade a tessuto chiuso, dette ad U, hanno invece
opposte caratteristiche:

77

- strada nella quali gli edifici sono di uguale altezza e


su

entrambe

lati

(disposizione

uniforme

simmetrica);
- strada in cui il rapporto altezza edifici/larghezza
strada superiore a 0,2;
- strada con disposizione degli edifici circostanti
asimmetrica, ma con il rapporto lato pi basso
delledificio/larghezza della strada superiore a 0.2.
Tali caratteristiche fanno si che in tali strade vi sia un
effetto continuo di riflessione, generando cos dei
campi acustici amplificati. Inoltre si genera il
cosiddetto effetto canyon, cio il manifestarsi per un
tempo maggiore del campo acustico con incremento
del livello di picco e di fondo.
Infine anche le condizioni meteorologiche danno un
contributo significativo al rumore da traffico veicolare.
Questo contributo quantificabile in 34 dBA per
78

strade bagnate. Il vento favorisce la diffusione dei


rumori nelle modalit precedentemente descritte.

3.3 NORMATIVA ITALIANA SUL RUMORE


AMBIENTALE

In Italia le norme legislative in materia di disturbo da


rumore sulla comunit sono contenute nel Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 1/3/1991,
composto da sette articoli e due allegati tecnici,
intitolato Limiti massimi di esposizione al rumore
negli ambienti abitativi e nellambiente esterno. Tale
decreto fornisce i parametri in base ai quale adeguare
le emissioni acustiche delle diverse sorgenti sonore,
fisse e mobili, presenti nel territorio. Questultimo
viene suddiviso in sei classi, per ciascuna delle quali
vengono fissati, in relazione alla diversa destinazione
79

duso, i valori massimi di livello sonoro equivalente


per il giorno e per la notte (figura 3.3).

Figura 3.3 Limiti massimi del Livello Equivalente


Per le zone non esclusivamente industriali, oltre ai
limiti massimi sopra riportati, sono anche stabilite le
seguenti differenze tra il Livello Equivalente del
rumore ambientale e quello del rumore residuo: 5 dBA
per il periodo diurno e 3 per il periodo notturno. Tale
concetto verr approfondito al 6.4.
Dato il carattere transitorio del DPCM 1/3/1991, nel
1995 il Parlamento ha prodotto un nuovo strumento
legislativo

costituito

da

una

sullinquinamento acustico (la

legge

quadro

numero 447 del


80

26/10/1995 G.U. n. 254 del 30/10/1995 ) che sancisce i


principi fondamentali della lotta allinquinamento
acustico e che, a sua volta, affida ad una serie di
decreti

attuativi

la

completa

normazione

dellargomento.
La legge stende il proprio ambito di applicazione,
rispetto a quanto fatto nel DPCM 1/3/91, che
comunque riconosciuto in tutta la sua validit, a tutte
le sorgenti di rumore, comprese le sorgenti mobili
terrestri ed aeree. Un aspetto molto importante cui si fa
riferimento quello del tecnico competente al quale il
Comune affida il compito di effettuare le misurazioni
di sorgenti fisse o mobili, di predisporre i piani di
risanamento acustico e di svolgere attivit di controllo
sulla applicazione della riforma stessa.
Entrando nello specifico, la legge toglie ogni dubbio
interpretativo circa quali siano le sorgenti mobili
81

definendo (art. 2 lettera c) come sorgenti fisse le


infrastrutture
marittime,

stradali,
i

parcheggi,

ferroviarie,
le

aree

aeroportuali,
adibite

alla

movimentazione delle merci, ad attivit sportive e


ricreative, i depositi di mezzi di trasporto di persone e
di merci e come sorgenti mobili tutte le altre. Pertanto
saranno sorgenti mobili gli autoveicoli e i convogli
ferroviari in movimento sulle relative infrastrutture.

Negli articoli 3, 4, 5, 6 vengono individuate


rispettivamente le competenze dello Stato, delle
Regioni, delle Province e dei Comuni.
Allarticolo 7 comma 1 si precisa che il Piano
Comunale di Risanamento acustico deve essere
82

coordinato con il Piano Urbano del Traffico e, inoltre,


nei Comuni con la popolazione superiore a 50.000
abitanti, la Giunta Comunale tenuta a presentare al
Consiglio Comunale una relazione biennale sullo stato
acustici del Comune stesso.
Nellarticolo 8 si precisa che i progetti sottoposti a
Valutazione Impatto Ambientale devono essere redatti
in conformit alle esigenze di tutela dallinquinamento
acustico delle popolazioni interessate. I soggetti titolari
dei progetti, o di opere quali strade, autostrade,
ferrovie, ecc, predispongono, su richiesta dei
Comuni, una relazione di impatto acustico relativa alla
realizzazione o alla modifica dellopera.
Larticolo 9 evidenzia che, qualora esista una
eccezionale ed urgente necessit di tutela della salute
pubblica, o dellambiente, il Presidente del Consiglio
dei Ministri ha facolt di interrompere i servizi
83

pubblici essenziali, mentre il Sindaco, il Prefetto ed


altre cariche istituzionali possono adottare, ai fini di
contenimento delle emissioni sonore, linibitoria
parziale o totale su determinate attivit.
Larticolo 10 sancisce le sanzioni amministrative, che
devono essere devolute ai Comuni per il finanziamento
dei Piani di Risanamento.
Gli articoli 13 e 14 demandano lattivit di controllo
delle emissioni rumorose, in particolare quelle da
traffico, al Comune e alla Provincia.
Questa legge un primo importante passo in avanti per
la lotta allinquinamento acustico poich individua con
precisione le responsabilit dei privati, degli Enti locali
e del Governo in materia.

3.4 RIDUZIONE INQUINAMENTO ACUSTICO


84

Oltre alle cause dirette dellinquinamento acustico,


quali

lincremento

circolazione,

del

esistono

numero

cause

di

indirette,

veicoli

in

come

la

tendenza a costruire edifici con caratteristiche non


adeguate a contribuire ad un sufficiente abbattimento
del livello sonoro e la continua espansione e
concentrazione delle aree urbane.
Esistono due tipi di interventi atti a controllare e a
ridurre la rumorosit ambientale, e sono:

8/10/12
- interventi attivi, finalizzati alla riduzione delle
emissioni sonore;
- interventi passivi, indirizzati ad ostacolare la
propagazione del rumore.

85

Un primo intervento pu essere fatto sui veicoli stessi,


cercando infatti, con accorgimenti tecnici, di ridurre al
minimo il rumore delle componenti meccaniche dello
stesso. Anche la scelta dei pneumatici influisce sulle
emissioni rumorose. Ideale sarebbe lutilizzo del
motore elettrico, cui una cella a combustile (alimentata
ad idrogeno) fornisce energia.
Un altro intervento valido quello di ridurre al
minimo la presenza di veicoli pesanti che, come
largamente spiegato in precedenza, causano emissioni
sonore molto elevate rispetto alle semplici autovetture.
Per far questo si possono prevedere un percorso
alternativo o dei divieti in determinati orari della
giornata lavorativa, per evitare gli attraversamenti del
centro urbano.
Un parametro da considerare, inoltre, la velocit dei
veicoli che, sempre per ridurre linquinamento
86

acustico, non deve subire aumenti o diminuzioni


continue. Infatti le accelerazioni e le decelerazioni
sono causa di fluttuazione del livello di rumore, che
arrecano disturbo alla popolazione. Un rimedio il
potenziamento e miglioramento dei servizi pubblici in
modo da incoraggiare i cittadini a non utilizzare mezzi
personali.20/10/09
Notevole

importanza

pavimentazione

la

stradale

riveste
che

anche

deve

la

essere

adeguatamente progettata. Negli ultimi anni si sono


fatti tanti passi in avanti per migliorare questo aspetto,
introducendo dei nuovi manti drenantifonoassorbenti.
Lo

strato

drenante,

costituito

da

conglomerati

bituminosi modificati con elevate porosit, funge


anche da setto fonoassorbente, senza stravolgere le
proprie funzioni portanti.

87

Lintervento tecnico pi efficace e pi comune per la


difesa dellambiente dal rumore , comunque, la
costruzione di barriere antirumore. Esistono due tipi di
barrire:
- fonoisolanti, muri compatti che non vengono
attraversati dalle onde sonore;
- fonoassorbenti, pareti sottili aventi la faccia forata
rivolta verso la sorgente e laltra chiusa, allinterno
delle quali vi un materiale molto poroso. Londa
acustica penetrando nei fori a causa delle numerose
riflessioni allinterno dei fori dissipa la sua energia in
calore.
vibranti,
12/11/08
A tali manufatti, correttamente dimensionati tramite
una precisa procedura, richiesta anche una buona
88

resistenza allusura da agenti atmosferici, oltre che a


una ridotta riflessione luminosa ed un aspetto estetico
che

ne

permetta

lintegrazione

con

lambiente

circostante.
La barriera antirumore pu essere costituita anche da
vegetazione. Questo sistema sicuramente meno
efficace delle barriere tradizionali, ma sono una valida
alternativa e sicuramente danno un minor impatto
ambientale, risultando pi gradevoli dal punto di vista
estetico.

4. STRUMENTAZIONE E RILIEVI ACUSTICI

Per rilevare le numerose grandezze acustiche descritte


fino a questo momento necessario lutilizzo di
particolari

strumentazioni

per

lacquisizione

89

lelaborazione dei dati che diano sufficienti garanzie


sulla qualit del suono acquisito.

4.1 STRUMENTAZIONE

Le misurazioni acustiche, per individuare i vari Livelli


Equivalenti di rumore sono eseguite con un fonometro.
Il fonometro ( figura 4.1) un misuratore del livello di
pressione sonora: quest'ultima viene tradotta in un
corrispondente segnale elettrico, a sua volta pesato,
quasi sempre, con un particolare filtro acustico. Si
ricava un valore espresso in dB(A).

90

Figura 4.1 Fonometro Larson Davis LD824

Questo strumento offre molte possibilit in fatto di


metodologie di misurazione, quella che stata
utilizzata nelleffettuare i rilievi la modalit MODO
SSA (Simple Sound Analyzer, fonometro integratore
con analizzatore in tempo reale). Questo tipo di
modalit permette di eseguire simultaneamente le
misure del livello sonoro e lanalisi spettrale in bande
di ottava o di terzi di ottava. Si possono misurare
91

contemporaneamente tutti i parametri fonometrici


(livello di pressione sonora Lp, Leq, Lmax, Lmin, Lpeak e
SEL) con tutte le costanti di tempo (1000 ms slow, 125
ms fast e 35 ms impulse) e le ponderazioni in
frequenza (A, C, Lin); in parallelo viene calcolato lo
spettro di frequenza (istantaneo, minimo, massimo e di
livello equivalente) con ponderazioni in frequenza (A,
C, Lin) e costanti di tempo (slow e fast) definibili
dallutente. Il fonometro dotato di due diverse
costanti di tempo normalizzate (costanti strumentali):
la costante Fast, pari a 125 ms, e la costante Slow, pari
a 1000 ms, indicate rispettivamente con i simboli F e
S. La modalit Fast fa si che la risposta dello
strumento sia molto rapida, pertanto il suo impiego
consente di evidenziare le rapide fluttuazioni di livello,
mentre le costante Slow, riducendo lentit delle
fluttuazioni, consente di seguire meglio landamento
92

del livello sonoro nel corso del tempo e di rilevarne il


valore medio. Vi sono anche altre costanti strumentali
per le rilevazioni di rumori impulsivi: la costante
Impulse, che permette la lettura della massima
deviazione, e la costante Peak, che permette la lettura
del valore di picco degli eventi sonori impulsivi.

17/11/08
Prima di ogni acquisizione necessario procedere con
il controllo della sensibilit dello strumento mediante
la calibrazione effettuata con un apposito strumento, in
dotazione con il fonometro, che emette un suono puro
a 114dB od a 90dB. Al fine di diminuire il disturbo
arrecato al segnale dal vento, nelle rilevazioni in

93

esterno, deve essere utilizzato uno schermo protettivo,


lo schermo antivento.

5 IL RUMORE DA TRAFFICO
AUTOVEICOLARE URBANO (TAU)

5.1 Il rumore dei veicoli a motore


E accettabile e conveniente ipotizzare che esistano
due sole categorie fondamentali di veicoli: gli
automezzi pesanti (inclusi gli autobus) e le automobili.
A questi si devono aggiungere i motocicli che proprio
in ambito urbano contribuiscono significativamente al
livello sonoro

equivalente continuo, in

quanto

costituiscono una alta percentuale nella media del


traffico. Le caratteristiche di rumore di queste classi di
veicoli devono essere conosciute per poter calcolare i
livelli sonori di una strada.
94

Il

rumore

da

automezzi

pesanti

pu

essere

considerato prodotto da due sorgenti principali


indipendenti:
- il sistema di propulsione,
- le gomme.
La quota dovuta al sistema di propulsione (motore,
scappamento, aspirazione, ventola e organi ausiliari
allocati nel vano motore) dipende dalla velocit del
moto in ogni singola marcia. Risulta comunque che
non vi relazione fra il livello sonoro e la velocit del
veicolo se non indirettamente attraverso il cambio. Il
rumore delle gomme deriva dalla loro interazione con
la superficie della strada per la combinazione tra la
vibrazione della carrozzeria e lintrappolamento e il
successivo rilascio di aria dalle cavit dei pneumatici.
Il rumore da pneumatici aumenta con la velocit e il

95

livello sonoro prodotto dalle gomme per una data


velocit funzione del tipo di pneumatico.
Il rumore prodotto da un camion dipende anche dal
carico nominale; non esiste una relazione esatta fra la
massima potenza del motore e il livello sonoro
relativo. A velocit costante il livello sonoro varia in
modo molto ridotto con il carico trasportato.
Il livello sonoro dipende inoltre dallo stato di
manutenzione,

con

riguardo

particolare

allo

scappamento.
Il rumore prodotto dalle automobili differisce da
quello dovuto ai camion come entit. Tuttavia vale la
distinzione che vede il rumore generato dalle due
sorgenti. La combinazione delle varie sorgenti legate
alla propulsione produce un livello sonoro funzione
della velocit del motore piuttosto che dalla velocit
del veicolo.
96

Linterazione tra pneumatici e strada produce rumore


nello stesso modo dei camion. Il livello sonoro che ne
risulta funzione della velocit del mezzo di trasporto.
Per basse velocit dei veicoli il sistema di propulsione
d contributo maggiore al livello generale di rumore,
per alte velocit linterazione ruote manto stradale
risulta il contributo prevalente.
I motocicli possono essere distinti da altri veicoli per i
loro livelli di rumore molto alti. Le maggiori sorgenti
di rumore sono:
- lo scappamento,
- lalimentazione,
- il motore.
Il contributo al livello sonoro da parte dei pneumatici
irrilevante.
I livelli sonori sono massimi durante laccelerazione
da basse velocit.
97

La legislazione sui veicoli a motore per ridurre alla


sorgente il rumore comprende:
- i limiti di rumorosit in funzionamento,
- i limiti di rumorosit per veicoli nuovi.
Il primo limite rappresenta il criterio migliore per il
controllo del rumore da veicoli poich il secondo
agisce solo sui veicoli nuovi introdotti in un vasto
parco di automezzi esistenti che solo dopo diversi anni
di logoramento e messa fuori servizio saranno
completamente sostituiti da altri pi silenziosi.
Altri interventi per ridurre il rumore da veicolo
consistono nel:
- ridurre il traffico di autoveicoli pesanti,
- ridurre la velocit degli autocarri.

98

5.2 Tecnica di rilevamento del rumore negli ambienti


urbani
La finalit di unindagine sul rumore in zone abitate
influenza in modo determinante il tipo delle misure
che devono essere compiute. Tipiche finalit sono:
1. determinare se unarea adatta a differenti
usi e attivit,
2. confrontare i livelli sonori con i valori
previsti in regolamenti o disposizioni sul
rumore,
3. ottenere descrizioni ambientali per stabilire
limpatto attuale o futuro del rumore,
4. determinare la necessita e/o lestensione di
misure di controllo del rumore di sorgenti
presenti o future,

99

5. identificare le sorgenti esterne di rumore e


determinare lestensione della loro influenza,
6. ottenere

una

descrizione

del

rumore

nellarea abitata per correlarlo con la reazione


al rumore della comunit,
7. stimare

lesposizione

delle

persone

al

rumore.
A causa delle variazioni spettrali, temporali e spaziali
una completa descrizione del rumore in aree abitate
porta rapidamente ad un cumulo notevole di dati da
elaborare e non adatti a essere confrontati. Basti
pensare che per il campo acustico nelle aree urbane,
alla componente predominante costituita solitamente
dal traffico stradale, si sovrappongono altri rumori di
eventi ed attivit specifiche (sirene di allarme, attivit
artigianali, ecc.), ai quali si aggiungono anche i vari
fenomeni che caratterizzano la propagazione sonora in
100

una

configurazione

ambientale

cos

articolata

(riflessioni, diffrazioni, ecc.). Per ottenere descrizioni


significative e concise del rumore di comunit devono
essere impiegati dati statistici che portino a misure con
un

solo

valore.

caratterizzazione
parametri

Una

completa

acustica

acustici

ed

richiederebbe

prescelti

per

accurata
che

descrivere

i
la

rumorosit ambientale siano rilevati per un ampio


periodo di tempo e per un congruo insieme di
posizioni,

tali

da

fornire

una

rappresentazione

significativa della rumorosit esistente.


Ne deriva la necessit di contemperare due obiettivi
contrapposti:
- da un lato eseguire una caratterizzazione
acustica del territorio accurata e completa,

101

- dallaltro

contenere

le

risorse

di

apparecchiature, personale e tempo da destinare


al rilevamento.
A tale scopo sono state sviluppate diverse tecniche per
il campionamento nello spazio e nel tempo della
rumorosit ambientale.

5.2.1 Campionamento spaziale

Le tecniche di campionamento spaziale impiegate per


la caratterizzazione acustica del territorio sono
distinguibili nelle seguenti quattro categorie:
1. campionamento casuale,
2. campionamento stratificato per tipologie,
3. campionamento orientato al ricettore,
4. campionamento orientato alla sorgente sonora.

102

Nel

campionamento

casuale

siti

per

il

campionamento dovrebbero essere scelti in modo


casuale, in tal modo si pu determinare la percentuale
di territorio che supera uno specifico livello sonoro
anche se il dato perde ogni riferimento topografico. Il
campionamento casuale non efficiente quando la
distribuzione dei livelli sonori molto sbilanciata. Per
aumentarne lefficienza opportuno aumentare il
numero di rilevamenti nelle aree pi rumorose.
Il campionamento spaziale basato sulla stratificazione
consiste nel classificare a priori larea in esame
secondo predefinite categorie, o strati, che siano
correlati col rumore. In genere la stratificazione, fase
pi delicata della seconda tecnica di rilevamento,
basata sulla destinazione duso del territorio, sulle
zone urbanistiche, sulla tipologia di strada, pi
raramente sulla densit abitativa.
103

Nel campionamento orientato verso il ricettore scopo


principale la valutazione dellesposizione sonora di
specifiche categorie di ricettori.
Nel campionamento orientato verso la sorgente
lattenzione posta sulla distribuzione spaziale di
questultima. I risultati conseguibili con tale modalit
non sono confrontabili con quelli relativi alle altre tre
tecniche.

5.2.2 Campionamento temporale


Il

campionamento

nel

tempo

della

rumorosit

ambientale impiegato frequentemente nella pratica in


quanto, mediante questa tecnica, il valore del livello
continuo equivalente su periodi di tempo medio-lunghi
non misurato direttamente, ma stimato sulla base di
una serie di dati rilevati in prefissati intervalli di

104

tempo, pi brevi del periodo cui il livello LAeq


riferito.
Tra i vantaggi vi sono:
- la riduzione del tempo,
- la riduzione delle risorse,
- la conseguente possibilit di aumentare i punti
di misura a beneficio dellindagine spaziale.
Nelle varie tecniche di campionamento temporale si
distinguono i seguenti periodi di tempo:
Tempo a lungo termine TL, la cui durata pu
essere un anno, alcuni mesi o riguardare
specifici periodi come lestate e/o linverno;
Tempo di riferimento TR, individuato allinterno
del primo, rappresenta il periodo della giornata
allinterno del quale si eseguono le misurazioni.
La legislazione italiana distingue due TR:
o quello diurno (dalle ore 6 alle 22),
105

o quello notturno (dalle ore 22 alle 6).


Tempo di osservazione TO, collocato allinterno
di ogni singolo tempo TRi e definibile in uno o
pi tempi TO non necessariamente di uguale
durata.
Tempo di misurazione TM, collocato allinterno
di ciascun tempo TOj, definibile in uno o pi
tempi TM scelti in modo che la misurazione sia
rappresentativa del fenomeno.

Nella recente proposta di direttiva del Parlamento


Europeo e del Consiglio Europeo formulata il 26 luglio
2000 larco delle 24 ore suddiviso nei seguenti tre
tempi:
o giorno (dalle ore 7 alle 19),
o sera

(dalle ore 19 alle 23),

o notte (dalle ore 23 alle 7).


106

La scelta dei tempi di osservazione e di misurazione


adeguati alle caratteristiche di variabilit del rumore
nel tempo di fondamentale importanza influendo
sullincertezza della stima dei livelli equivalenti. Per
un dato tempo totale di misurazione lincertezza
diminuisce aumentando il numero di campioni rilevati
e in particolare se questi ultimi risultano indipendenti
tra loro. Chiamiamo indipendenza statistica la capacit
di un metodo di misura di fornire risultati proiettabili
nel tempo, ovvero ripetibili in tempi diversi, a
condizioni generali invariate. La dipendenza statistica
delle misure aumenta al diminuire dei livelli sonori.
Questa instabilit dei risultati delle misure dovuta al
transito occasionale di sorgenti ad alto contenuto di
energia sonora del tipo moto di grossa cilindrata,
sirene di ambulanza, polizia ecc. Per migliorare la
qualit

statistica

dei

risultati

sar

necessario
107

riconoscere ed eliminare questi eventi in sede di postelaborazione.

5.3 Tecnica di rilevamento del rumore da TAU

Per caratterizzare quantitativamente un simile rumore


fluttuante nel tempo sufficiente la conoscenza di
alcuni descrittori acustici tra cui il livello continuo
equivalente LAeq, i livelli percentili LN e il livello di
esposizione sonora SEL.
Il livello sonoro continuo equivalente il livello
sonoro di un ipotetico rumore costante che, se
sostituito al rumore reale, variabile nel tempo,
comporta la stessa quantit di energia sonora.
Lo scopo della sua introduzione quello di poter
caratterizzare con un unico valore un rumore di livello
108

sonoro variabile, su di un intervallo di tempo


prefissato.

La

sua

espressione,

adottando

la

ponderazione A, come gi accennato :


T

LAeq=10log

1
T

p A2
p 02

dt

dB(A)

(5.3.1)

pA la pressione sonora ponderata A,


po la pressione sonora di riferimento,
T il tempo totale di osservazione (o di integrazione).
Nel caso pratico in cui la misura sia effettuata con uno
strumento digitale lespressione pu essere scritta
come:

LAeq=10log

1
N

p Ai2
p 02

dB(A)

(5.3.2)

pAi un valore campionato della pressione sonora,


109

N il numero totale di campioni nellintervallo di


tempo T considerato.
Dal concetto di livello equivalente discendono
ulteriori indici descrittori. Il pi noto il Sound
Exposure Level (Livello di esposizione sonora), SEL
che rappresenta il livello che assumerebbe il
fenomeno, di durata Te, qualora tutta la sua energia
fosse concentrata in un secondo(t0).
La relazione tra LAeq e SEL :

SEL = LAeq + 10 log

Te

t0

(5.3.3)

Lindice SEL trova applicazione nella normalizzazione


del fenomeno sonoro, infatti consente di confrontare
fenomeni diversi, di livello e durata differenti,
riconducendoli tutti ad ununica durata comune pari ad
un secondo.
110

Lanalisi statistica che fornisce i cosiddetti livelli


statistici (o percentili) consente di ottenere indicazioni
sulla distribuzione e variazione temporale del livello
sonoro di un dato fenomeno fluttuante nel tempo. I
livelli statistici sono rappresentati come Lx, in cui x
rappresenta

un

valore

percentuale

normalmente

compreso fra 1% e 99%. Vengono calcolati su una


base temporale analoga al tempo di integrazione
stabilito per la misura del livello equivalente ed
indicano il livello sonoro al di sopra del quale il
fenomeno permane per l x % del tempo di misura.
I fonometri integratori campionano ad una data
frequenza, in genere con costante di tempo Fast
(acquisizione di un dato ogni 1/8 di sec) e
ponderazione A, il valore del livello sonoro istantaneo
Lp e assegnano ogni singolo campione al canale
pertinente costituito da una locazione di memoria
111

RAM; allinterno di ciascun canale un contatore viene


incrementato di una unit ogni qual volta il livello Lp
assume un valore assegnabile al determinato canale. Il
programma di gestione valuta la funzione di
distribuzione di probabilit percentuale, dividendo il
numero raggiunto dal contatore in ogni canale per il
numero totale di campioni. Da tale calcolo si ricava la
funzione di distribuzione cumulativa percentuale. Fra
tutti i percentili possibili assumono particolare
importanza gli estremi, ovvero: L1, L5, L10 e L90, L95,
L99. I primi identificano la regione di livelli superiori
del medesimo segnale in esame e corrispondono ai
picchi di livello del segnale, gli ultimi identificano il
livello inferiore del medesimo segnale, rappresentativi
del livello del rumore di fondo. Per un segnale
stazionario il livello di tutti i percentili uguale e
coincidente sia con il livello di pressione sonora che
112

con il livello sonoro equivalente. Se il segnale


fluttuante la differenza fra livelli bassi ed elevati
cresce fornendo una indicazione sul fenomeno, la
differenza ridotta per rumori pi stabili nel tempo,
elevata per rumori fortemente fluttuanti.

5.3.1 Metodologia di rilevamento

La metodologia per il rilievo del rumore da traffico


stradale presenta alcuni aspetti che si diversificano in
funzione dellobiettivo del rilevamento stesso, che
necessario definire prima di procedere alla scelta della
metodologia pi indicata. In generale i rilevamenti
sono distinguibili in
orientati al ricettore,
orientati alla sorgente.
113

Tra gli scopi dei primi rientrano:

la verifica di conformit ai valori limite


stabiliti dalla legislazione,

la

compatibilit

con

la

zonizzazione

acustica,

la definizione dei piani di risanamento


acustico.

Tra gli scopi dei secondi:

la taratura e la validazione di modelli


previsionali del rumore da traffico stradale.

In Italia con il decreto ministeriale Ambiente del


16/03/98 stata introdotta una metodologia specifica
che costituisce il riferimento a livello Nazionale per
tale tipo di misurazioni.
Ai fini della verifica di conformit ai valori limite
assoluti di immissione nella fascia di pertinenza
dellinfrastruttura

stradale,

il

suddetto

decreto
114

prescrive il monitoraggio in continuo del rumore da


traffico stradale per un tempo di misurazione non
inferiore ad una settimana. In tale periodo deve essere
rilevato il livello sonoro equivalente per ogni
intervallo orario nellarco delle 24 ore. Dai dati cos
acquisiti si determineranno i valori dei livelli
equivalenti diurni e notturni per ogni giorno della
settimana e da questi i corrispondenti valori medi
settimanali. Nel rilievo il microfono, dotato di cuffia
antivento, e collegato ad un fonometro, deve essere
posto ad una distanza di un metro dalle facciate di
edifici esposti ai livelli di rumore pi elevati ed a una
altezza da terra di quattro metri.
In assenza di edifici il microfono deve essere collocato
in corrispondenza della posizione occupata dai ricettori
sensibili. I rilevamenti devono essere eseguiti in
assenza di precipitazioni atmosferiche, con velocit del
115

vento non superiore a 5 m/s, superficie stradale


asciutta e priva di irregolarit accidentali. Durante la
misura devono essere esclusi eventi sonori atipici,
occasionali e non attribuibili al traffico veicolare.
Allesterno della fascia di pertinenza il rumore da
traffico

stradale

raggiungimento

continua
dei

valori

concorrere

limite

al

assoluti

di

immissione.
Anche

per

rilevamenti

finalizzati

alla

caratterizzazione acustica del territorio si richiede il


monitoraggio in continuo per almeno una settimana in
ogni sito. Vige la preferenza ad eseguire le misure in
condizioni meteorologiche tipiche dellarea in esame.
Impiegando adeguate tecniche di campionamento
temporale

procedure

di

classificazione

degli

andamenti temporali dei livelli sonori equivalenti si


riesce a caratterizzare il rumore del traffico stradale
116

entro predefiniti margini di incertezza pur essendo un


fenomeno aleatorio con fluttuazioni di livello nel
tempo assai accentuate.

5.4 Normativa e legislazione specifica sul rumore


da TAU
Per la valutazione del rumore ambientale esistono due
criteri che vanno introdotti in via preliminare:

il criterio assoluto (o di zona),

il criterio differenziale.

Il criterio assoluto basato sulla descrizione del


territorio in base alle caratteristiche urbanistiche e
abitative (zonizzazione), e parte dal presupposto che in
zone ad elevata attivit umana venga tollerato un
livello di rumorosit superiore a quello che viene
117

accettato in una zona rurale. Per ogni zona vengono


definiti i limiti massimi ammissibili per il periodo
diurno e notturno e la situazione definita tollerabile
quando tali valori non sono superati. Tale criterio
applicabile essenzialmente in ambiente non confinato
(allesterno).
Il criterio differenziale comporta la definizione di due
diverse condizioni di rumore:
- il rumore ambientale
- il rumore residuo (o di fondo)
La situazione viene definita tollerabile se la differenza
fra i due livelli di rumore non supera una certa entit in
decibel ponderati A. Tale criterio trova applicazione
allinterno di ambienti abitati.

5.4.1 Normativa nazionale


118

5.4.1.1

D.P.C.M.1/3/1991.

Limiti

massimi

di

esposizione al rumore negli ambienti abitativi e


nellambiente esterno.
Opera una suddivisione del territorio in sei zone, da
definirsi a cura dei Comuni, tenendo conto della
destinazione urbanistica e della rumorosit intrinseca e
stabilisce i limiti tollerabili diurni e notturni per
ognuna di esse. Ha introdotto dei limiti, validi su tutto
il territorio nazionale, per le zone non classificate pari
a 70 dB(A) di giorno e 60 dB(A) di notte per il criterio
assoluto, con un incremento di 5 dB(A) di giorno e 3
dB(A) di notte per il criterio differenziale.
Lindice descrittore il livello continuo equivalente
ponderato A da acquisirsi con il microfono del
fonometro, munito di protezione antivento, a 1,5 m di
altezza, orientato verso la sorgente specifica e
posizionato lontano da qualsiasi sorgente riflettente.
119

Sono escluse dal campo di applicazione del presente


decreto le sorgenti sonore che producono effetti
esclusivamente allinterno dei locali adibiti ad attivit
industriali o artigianali senza diffusione di rumore
nellambiente esterno, le aree e le attivit aeroportuali
regolamentate con altro decreto.
Tabella 2.4.1.1 Valori dei limiti massimi del LAeq
relativi alle varie classi secondo il D.P.C.M. 1/3/1991
Classi di

Tempo di

Tempo di

destinazione

riferimento:

riferimento:

duso

diurno

notturno

I Aree
particolarmente
protette
II Aree
prevalentemente
residenziali
III Aree di
tipo misto
IV Aree di
intensa attivit
umana

50

40

55

45

60

50

65

55

120

V Aree
prevalentemente
industriali
I Aree
esclusivamente
industriali

70

60

70

70

5.4.1.2 Legge quadro sullinquinamento acustico n


447/1995.
Costituisce il fondamento giuridico allemanazione di
successivi

regolamenti

ministeriali,

governativi

definendo

tutta

decreti

la

materia

esterno

riporta

dellinquinamento acustico.
Circa

il

rumore

nellambiente

innanzitutto le definizioni di:

inquinamento acustico;
121

ambiente abitativo;

sorgenti sonore fisse (impianti tecnici degli

edifici, installazioni unite agli immobili anche


in

via

transitoria,

infrastrutture

stradali,

ferroviari, aeroportuali, marittime, industriali,


artigianali, commerciali ed agricole, parcheggi,
aree adibite a stabilimenti di movimentazione
merci, depositi dei mezzi di trasporto, di
persone e merci, aree adibite ad attivit sportive
e ricreative);

sorgenti sonore mobili (tutte quelle non

comprese nelle precedenti).


E corredata di numerosi Allegati tecnici in cui sono
descritte la modalit di effettuazione delle misure e
indicati i limiti da rispettare. Continua a valere la
doppia presenza del livello assoluto e di quello
differenziale, viene introdotto:
122

il concetto di limite di emissione, valore massimo di


rumore che pu essere emesso da una sorgente sonora,
misurato in prossimit della stessa.
Viene fatta distinzione tra:
i valori di attenzione, valore di rumore che segnala la
presenza di un potenziale rischio per la salute umana o
per lambiente;
i valori di qualit, valori di rumore da conseguire nel
breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie
e le metodiche di risanamento disponibili.
I valori limite di immissione distinti in:

a) valori limite assoluti, determinati con riferimento


al livello equivalente del rumore ambientale,
b) valori limite differenziali, determinati con
riferimento alla differenza tra il livello equivalente del
rumore ambientale e il rumore residuo.
123

La legge quadro definisce inoltre le competenze statali


in materia e regola i rapporti tra Autorit Centrali,
Regioni ed Enti Locali.

5.4.1.3 D.P.C.M. 14/11/1997 Determinazione dei


valori limite delle sorgenti sonore.
In attuazione della legge quadro, determina i valori
limite di emissione, i valori di attenzione e i valori di
qualit; riferiti alle classi di destinazione duso del
territorio adottate da Comuni ai sensi e per gli effetti
della stessa legge.
I valori limite di emissione sono riferiti alle sorgenti
fisse e mobili.
27/11/09
Dei primi si riporta la tabella B allegata al citato
decreto, essa si applica a tutte le aree del territorio
circostanti

la

sorgente

secondo

la

rispettiva
124

classificazione in zona. I valori limite di emissione per


le sorgenti mobili e dei singoli macchinari costituenti
le sorgenti fisse sono regolamentati dalle norme di
omologazione e certificazione delle stesse.
I valori limite assoluti di immissione sono indicati
nella tabella C allegata al decreto e riportata alla fine
del paragrafo. Essi non si applicano allinterno delle
fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali,
ferroviarie, marittime, aeroportuali, per le quali i limiti
sono definiti in altri decreti. Le singole sorgenti
sonore, diverse da quelle citate, devono soddisfare ai
valori della tabella B.
I valori limite differenziali di immissione sono di 5 dB
per il periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno
allinterno degli ambienti abitativi. Le prescrizioni
relativamente a tali valori non si applicano alla

125

rumorosit

prodotta

dalle

infrastrutture

stradali,

ferroviarie, aeroportuali ecc.


I valori di attenzione espressi come livelli continui
equivalenti di pressione sonora ponderata A, riferiti al
tempo a lungo termine sono:
- se riferiti ad unora, i valori della tabella C
aumentati di 10 dB per il periodo diurno, di 5
dB per il periodo notturno;
- se relativi ai tempi di riferimento i valori della
tabella C.
I valori di attenzione cos definiti non si applicano alle
fasce territoriali di pertinenza delle infrastrutture.
I valori di qualit sono indicati nella tabella D
allegata al menzionato decreto.
Tabella B Valori limite di emissione (LAeq )
Classi di destinazione duso
Tempo di riferimento:
diurno (6.00-22.00)
I Aree particolarmente 45

Tempo di riferimento:
notturno (22.00-6.00)
35

protette
126

II Aree prevalentemente50

40

residenziali
III Aree di tipo misto

55

45

IV Aree di intensa

60

50

65

55

attivit umana
V Aree

prevalentemente industriali
I Aree

65

65

esclusivamente industriali
Fonte: D.P.C.M. 14/11/1997

Tabella C Valori limite assoluti di immissione (LAeq)


Classi di destinazione

Tempo di riferimento:

Tempo

di

riferimento:

Duso

diurno (6.00-22.00)

notturno (22.00-6.00)

I Aree

50

40

55

45

particolarmente protette
II Aree
Preval. residenziali
127

III Aree di tipo misto

60

50

IV Aree di intensa

65

55

V Aree prevalentemente
70

60

attivit umana

industriali
I Aree esclusivamente
70

70

industriali
Fonte: D.P.C.M. 14/11/1997

Tabella D Valori di qualit (LAeq)


Classi

di
Tempo di

Tempo di

destinazione

riferimento:

riferimento:

duso

diurno (6.00-22.00) notturno (22.00-6.00

IAree

47

37

52

42

57

47

62

52

particolarmente
protette
IIAree
prevalentemente
residenziali
III Aree di
tipo misto

IV Aree di

128

intensa
attivit umana
VAree

67

57

70

70

prevalentemente
industriali
VIAree
esclusivamente
industriali
Fonte: D.P.C.M. 14/11/1997

5.4.1.4 Decreto 16/3/1998 Tecniche di rilevamento e


di misurazione dellinquinamento acustico.
Stabilisce le tecniche di rilevamento e di misurazione
dellinquinamento da rumore in attuazione della Legge
quadro.
Il sistema di misura deve essere scelto in modo da
soddisfare le specifiche di cui alla classe 1 delle norme
EN 60651/1994 e EN 60804/1994. Le misure di livello
129

equivalente dovranno essere effettuate direttamente


con un fonometro conforme alla classe 1 delle norme
suddette. La catene di registrazione deve avere una
risposta in frequenza conforme alla classe di cui sopra
e una dinamica adeguata al fenomeno in esame. Filtri e
microfoni

utilizzati

devono

rispettivamente alle norme

essere

conformi

EN 61260/1995 e EN

61094-1/1994, EN 61094-2/1994, EN 61094-3/1994,


EN

61094-4/1994.

calibratori

devono

essere

conformi alle norme CEI 29-4. Gli strumenti e i


sistemi di misura devono essere provvisti di certificato
di taratura e controllati almeno ogni due anni per la
verifica della conformit alle specifiche tecniche.
Circa la modalit di misura del rumore allesterno, nel
caso di edifici con facciata a filo della sede stradale il
microfono deve essere collocato ad 1 m dalla facciata;
nel caso di edifici con distacco dalla sede stradale o
130

con spazi liberi il microfono deve essere posizionato


allinterno dello spazio fruibile da persone o comunit
e a non meno di 1 m dalla facciata delledificio.
Laltezza sia in aree edificate che in altri siti deve
essere scelta in accordo con la reale o ipotizzata
posizione del ricettore.
Le misurazioni devono essere eseguite in assenza di
precipitazioni atmosferiche, la velocit del vento deve
essere non superiore a 5 m/s, la catena di misure deve
essere compatibile con le condizioni meteorologiche
del periodo in cui si effettuano le rilevazioni.
Ai fini del riconoscimento dellimpulsivit di un
evento devono essere eseguiti i rilevamenti dei livelli
LAImax e LASmax per un tempo di misura adeguato. Il
rumore considerato avente componenti impulsive
quando
1. levento ripetitivo,
131

2. la differenza tra LAImax ed LASmax


superiore a 6 dB,
3. la durata dellevento a 10 dB dal valore
LAFmax inferiore ad un secondo.
Levento sonoro impulsivo si considera ripetitivo
quando si verifica almeno 10 volte nellarco di unora
nel periodo diurno ed almeno 2 volte nellarco di
unora nel periodo notturno.
Al fine di individuare la presenza di componenti tonali
nel rumore, si effettua unanalisi spettrale per bande
normalizzate di 1/3 di ottava. Si considerano
esclusivamente le componenti tonali aventi carattere
stazionario nel tempo e in frequenza.
In particolare la metodologia di misura del rumore
stradale,

essendo il traffico un fenomeno avente

carattere di casualit, prevede il monitoraggio per un


tempo di misura non inferiore ad una settimana. In tale
132

periodo deve essere rilevato il livello continuo


equivalente ponderato A per ogni ora delle 24 ore, da
singoli dati di livello continuo orario equivalente
ponderato A si calcolano:
1.i livelli equivalenti diurni e notturni per ogni
giorno della settimana,
2.i valori medi settimanali diurni e notturni.
Il microfono deve essere posto ad 1 m dalle facciate di
edifici esposti ai livelli di rumore pi elevati e la quota
da terra del punto di misura deve essere pari a 4 m. In
assenza di edifici il microfono deve essere posto in
corrispondenza della posizione occupata dai ricettori
sensibili.

5.4.2 Normativa regionale

133

5.4.2.1 Legge Regionale 89/98 norme in materia di


inquinamento acustico
Le classi di destinazione duso del territorio ed i
relativi valori di qualit e di attenzione sono quelle del
DPCM

14/11/1997.

Il

criterio

di

base

per

lindividuazione e la classificazione delle differenti


zone acustiche legato alle prevalenti condizioni di
effettiva fruizione del territorio. Sono sconsigliate le
eccessive suddivisioni e leccessiva semplificazione
del territorio comunale nellobiettivo di identificare
zone di dettaglio acusticamente omogenee al suo
interno seguendo, come principio guida, i confini
naturali generati da discontinuit morfologiche. E
vietato laccostamento di zone con differenze di livello
assoluto di rumore superiori a 5 dB(A), salvo per
presenza di evidenti discontinuit territoriali che
assicurino il necessario abbattimento del rumore. La
134

metodologia di definizione delle zone prevede di


partire dalla individuazione delle zone particolarmente
protette di classe I e di quelle di classe pi elevate, V e
VI, in quanto pi facilmente identificabili. Si
proceder quindi con lassegnazione delle classi
intermedie. La classificazione del territorio pu essere
ottenuta attraverso le seguenti fasi:
a. analisi degli strumenti urbanistici approvati o
in via di approvazione,
b.verifica sul territorio della corrispondenza tra
destinazione urbanistica e destinazione duso
effettiva,
c. individuazione di localizzazioni particolari,
d.individuazione

delle

strade

di

grande

comunicazione, linee ferroviarie, aree portuali,


e. individuazione delle classi I, V, VI,
f. individuazione delle classi II, III, IV,
135

g.aggregazione delle aree omogenee e analisi


critica dello schema di zonizzazione ottenuto,
h.verifiche della compatibilit acustica tra le
diverse aree ed eventuale adozione di piani di
risanamento,
i. formulazione del progetto di zonizzazione
definitivo.
CLASSE I aree particolarmente protette.
La classificazione di scuole e ospedali in classe I verr
adottata solo dove questa sia indispensabile al corretto
utilizzo di queste strutture. I parchi e i giardini
adiacenti a tali strutture potranno essere oggetto di una
classificazione pi protettiva attraverso opportuni piani
di risanamento specie se integrati con la funzione
terapeutica o educativa della struttura. Nella classe I
rientrano anche le aree di particolare interesse storico,
artistico e architettonico; le aree di particolare
136

interesse ambientale, le aree di particolare interesse


urbanistico, ossia di particolare interesse storico e
architettonico in cui la quiete sia ritenuta elemento
essenziale per la sua fruizione.

CLASSE V aree prevalentemente industriali.


Aree di insediamenti industriali con scarsit di
abitazioni; questultime in questa classe sono protette
dal criterio differenziale. Differisce dalla classe
successiva per labbassamento del limite notturno.
CLASSE VI aree esclusivamente industriali.
Aree esclusivamente interessate da attivit industriali e
prive di insediamenti abitativi.
CLASSE II aree destinate ad uso prevalentemente
residenziale.
CLASSE III aree di tipo misto.
CLASSE IV aree di intensa attivit umana.
137

Lindividuazione delle classi intermedie va fatta


tenendo conto della densit di popolazione, della
presenza di attivit commerciali e uffici, di attivit
artigianali o piccole industrie, del volume e della
tipologia di traffico veicolare, dellesistenza di servizi
e attrezzature. In base alla descrizione delle classi II,
III, IV del DPCM 14/11/97 si ottiene la seguente
tabella 1 riassuntiva in funzione dei parametri: traffico,
infrastrutture, commercio e servizi, industria e
artigianato, densit di popolazione.
Tabella 5.4.2.1- Attribuzione delle classi II, III, IV
Classe

II

Traffico

Commercio e

Industria e

veicolare

servizi

artigianato

Locale

Infrastrutture

Densit di

Corrispondenze

popolazione
Assenza di strade

Cinque

Assenza di

di grande

corrispondenze o

Limitata

attivit

comunicazione,

compatibilit solo

presenza di

industriali e

linee ferroviarie

attivit

artigianali

aree portuali

Limitata

Assenza di strade

presenza di

di grande

Bassa

con media densit


di popolazione

commerciali

III

Veicolare locale o

Presenza di

attivit

comunicazione,

di

attivit

artigianali e

linee ferroviarie

attraversamento

commerciali e

assenza di

aree portuali

Tutti i casi non


Media

ricadenti nelle
classi II e IV

138

uffici

attivit
industriali
Presenza

Elevata
presenza di
IV

Veicolare intenso

attivit

Presenza di

Almeno tre

attivit

strade di grande

corrispondenze o

artigianali,

comunicazione,

presenza di strade

limitata

linee ferroviarie

commerciali e presenza
uffici

di

di

Alta

aree portuali

piccole

di grande
comunicazione,
linee ferroviarie,

industrie

aree portuali

Fonte: Legge Regionale 89/98

Il

metodo

descritto

(sostanzialmente

di

tipo

quantitativo) tende ad oggettivare la classificazione


secondo criteri generali, la zonizzazione va quindi
sottoposta al processo di ottimizzazione (metodo
qualitativo) soprattutto quando occorra salvaguardare
delle specificit locali, quando vincoli urbanistici,
economici e ambientali rendano obbligate alcune
scelte, quando il piano sia significativamente in
contrasto con lo stato attuale di destinazione duso ecc.
Il rumore stradale oggetto di specifici Regolamenti di
disciplina previsti dalla Legge quadro.

139

6 INDAGINE SPERIMENTALE
6.1

DEFINIZIONE DELLE IMPOSTAZIONI PER

LACQUISIZIONE DEI DATI


6.1.1 Il fonometro
Si fa riferimento al fonometro analizzatore Larson
Davis LD824. Esso pu eseguire calcoli diversi in
funzione

dellimpostazione

selezionata.

Sono

disponibili numerose modalit di funzionamento,


quella adottata nei rilievi effettuati il MODO SSA
(Simple Sound Analyzer, fonometro integratore con
analizzatore in tempo reale). Consente di eseguire
simultaneamente le misure di livello sonoro e lanalisi
spettrale in bande di ottava o terzo di ottava. Misura
simultaneamente i parametri fonometrici (livello di
pressione sonora Lp, Leq, SEL, Lmax, Lmin, livello di
picco Lpeak) con tutte le costanti di tempo (Slow, Fast,
Impulse) e le ponderazioni in frequenza (A e C); in
140

parallelo viene calcolato lo spettro in frequenza


(istantaneo, minimo, massimo e di livello equivalente)
con ponderazione in frequenza (A e C) e costante di
tempo (Slow, Fast) definibili dallutente.
Le

costanti

di

tempo

Slow

Fast

nascono

dallesigenza di dover misurare un livello sonoro che


varia pi o meno rapidamente e poich la misura non
pu seguirne le rapide fluttuazioni istantanee, lo
strumento esegue il campionamento del segnale sonoro
fornendo una specie di media temporale. Si possono
ritrovare due tipi di media: veloce e lenta (risposta
veloce e risposta lenta). La prima ha una costante
temporale di 1/8 di sec, la seconda presenta la costante
suddetta pari a 1 sec.
Si

adotta, in genere, la risposta veloce per le

acquisizioni dei singoli passaggi dei veicoli ai fini


della caratterizzazione delle sorgenti sonore. A
141

giustificazione di tale scelta si fa presente che la


costante di tempo Fast simula la velocit di risposta
del nostro udito e che ad essa si riferiscono in modo
esplicito diverse specifiche di misura del rumore,
soprattutto quando lo scopo dellosservazione sia di
determinare il livello sonoro pi alto ad esempio di un
veicolo in transito.
Per i monitoraggi sulle 24 ore si imposta la risposta
lenta (Slow), in particolare con media temporale sulle
acquisizioni di circa 3s. Una tale impostazione viene
adottata per ovviare al problema della impossibilit di
acquisizione simultanea dei dati su personal computer
e consentirne, quindi, la registrazione temporanea sulla
memoria interna del fonometro con successivo
trasferimento dei dati su PC.
Per quanto attiene alla scelta della ponderazione,
normalmente si sceglie la ponderazione di tipo A.
142

Nello specifico gli spettri in frequenza, elaborati dal


programma di supporto dello strumento, forniscono i
valori di livello sonoro in scala effettiva (dB), gli altri
valori sono espressi in dB(A).
Prima di ogni misura si deve procedere al controllo
della sensibilit del fonometro mediante un livello di
pressione sonora, nota e stabile, prodotto al diaframma
del microfono inserito nella cavit del calibratore
acustico. La calibrazione pu essere effettuata a 114
dB o a 94dB.
In ogni rilevazione, al microfono si deve applicare una
protezione per ridurre leffetto del vento, ancorch a
velocit inferiore a 5m/s, affinch non perturbi la
misurazione. Si tratta di una sfera di materiale plastico
poroso che si adatta sul microfono e che ha un effetto
trascurabile sulla sua risposta.

143

6.1.2 Presentazione dei dati di un caso di studio


I dati relativi a ciascuna misura sono stati presentati
attraverso indicazioni generali circa giorno, ora,
condizioni meteorologiche, luogo di campionamento,
modalit di acquisizione (impostazioni sul fonometro e
tecnica e durata di monitoraggio), tabelle, grafici e
spettri; organizzati e riportati in modo tale da
supportare ed esplicitare il lavoro svolto a seconda
della finalit delle indagini e delle elaborazioni.

6.2

CARATTERIZZAZIONE DELLE SORGENTI

SONORE
Al fine di caratterizzare il contributo al rumore da
traffico auto-veicolare urbano delle singole tipologie di
sorgenti sonore, si procede alla registrazione

dei

diversi eventi (passaggio di veicoli isolati) con


lausilio del fonometro integratore.
144

Nel caso riportato di seguito le misure sono state


effettuate nel pomeriggio del 13 maggio 2004, in via
Rustichello da Pisa, in condizioni meteorologiche
standard (giorno sereno, con assenza di vento).

La scelta stata indirizzata su tale strada in quanto


riservata a mezzi pubblici (autobus, ambulanze,
corriere)

taxi,

ma

talvolta

utilizzata

(impropriamente) da mezzi privati tra cui auto, furgoni


145

(militari e non), camion, ciclomotori. Le suddette


categorie rappresentano tutte le componenti del
traffico urbano, quindi sono state oggetto della
caratterizzazione. Il rilievo singolo stato possibile in
quanto i veicoli cui consentito il traffico, ivi
transitano con regolarit, i restanti, essendo eventi
eccezionali,

stato

possibile

individuarli

singolarmente.
Le misure sono state condotte a bordo strada, con
microfono posizionato a 1.5m da terra e a circa 1m di
distanza dalla sede stradale. Ciascuna stata avviata al
momento della percezione sonora dellarrivo del
veicolo ed arrestata alla cessazione di questa, oltre il
punto di rilevamento.
Luso della costante Fast consente di riconoscere con
buona approssimazione la natura della sorgente
attraverso levoluzione temporale della stessa, di cui la
146

tipica rappresentazione la Time History. Attraverso


tale

grafico

possibile

rilevare

la

fase

di

avvicinamento, di transito davanti al microfono, di


allontanamento del veicolo nel tipico profilo sonoro
del passaggio. In ascissa riportato il tempo (s) di
durata dellevento, in ordinata sono riportati i dB(A).
La linea in blu rappresenta il livello sonoro fluttuante
campionato secondo le impostazioni ricordate, la linea
in rosso indice del livello continuo equivalente
ottenuto

come

media

sullintero

periodo

di

registrazione dellevento.
Alla Time History associato lo spettro in frequenza
in banda di un terzo di ottava, con sulle ascisse le
frequenze in hertz, sulle ordinate il livello sonoro in
dB.

147

Si fa notare che il cursore, visibile sul grafico


riportante lo spettro, indica la banda cui corrisponde il
livello sonoro massimo.
Per poter verificare quanto detto si riportano di seguito
le rappresentazioni citate rilevate al passaggio di una
ambulanza con sirena accesa. Il suo profilo temporale,
se confrontato con quello dei veicoli in esame,
presenta valori di livello sonoro alquanto maggiori con
picco, per posizione dellambulanza perpendicolare al
microfono, pari a 97.5 dB e con solito andamento
crescente-decrescente, ma molto pi frastagliato.
Anche lo spettro differente, risulta meno uniforme ed
tipico di rumore modulato caratterizzato da livelli
maggiori alle frequenze cui lorecchio umano risulta
maggiormente sensibile.

148

130 T.H. (File N. 130) - Time History - Live (A Fast)


130 T.H. (File N. 130) - Time History - Live (A Fast) - Running Leq
100
15.4 Sec.
97.5 dB
84.5 dB

dB
90
80
70
60
50
0 s 2

10

12

14

16

18

20

22

24

26

28

30

32

34

130 T.H. (File N. 130) - TH Spectrum - Leq - Lineare


90
1250 Hz
76.2 dB

dB

(L)
83.6 dB

(A)
83.6 dB

80

70

60

50

40
16 Hz 31.5

63

125

250

500

1K

2K

4K

8K

16K (L)(A)

Figura 6.2.1 - sorgente sirena


Circa le sorgenti sonore mobili, sono stati registrati
120 passaggi, di questi si riporta di seguito una tabella,
organizzata per tipo di categoria, riassuntiva della
durata dellevento, del Leq, del SEL, della frequenza
cui corrisponde il massimo livello sonoro. I mezzi di
locomozione, transitati in successione casuale

e
149

raggruppati per classi di veicolo, sono ordinati in


modo

progressivo

in

funzione

dellordine

di

rilevazione e il nome che individua la misura il


numero che il fonometro assegna progressivamente a
ciascuna acquisizione.

7.

CENNI

SUL

METODO

DI

RILIEVIO

ACUSTICO SPB ( Statical Pass By Method )

Il metodo per i rilievi acustici di riferimento il


metodo SPB. Tale procedura applicata al traffico
passante viene utilizzata per la caratterizzazione
acustica della strada in relazione alla sua interazione
con i veicoli durante il loro transito, considerando un
campione statistico significativo di passaggi.
La metodologia SPB basata sulla misurazione dei
livelli di esposizione sonora di due microfoni,
150

localizzati ad altezze diverse e alla stessa distanza


normalizzata rispetto allasse della corsia in esame
(figura

7.2),

al

passaggio

dei

singoli

veicoli

appartenenti a categorie codificate. Lutilizzo dei due


microfoni consente di indagare due differenti modalit
di propagazione, essendo la misura ad altezza inferiore
maggiormente affetta dal fenomeno dellassorbimento
da parte del terreno. Per ogni singolo evento viene
inoltre misurata la velocit associata al passaggio del
mezzo mediante un dispositivo laser.
Lo scopo della misura quello di associare una certa
energia acustica ( SEL ) ad ogni singolo evento dato
dal passaggio di varie tipologie di mezzi, per categoria
di veicolo e bande di terzi di ottava, e realizzando una
regressione su scala bilogaritmica caratteristica di ogni
manto stradale e categoria di veicolo indagati.

151

La procedura di misurazione un connubio tra le


prescrizioni della normativa di riferimento UNI EN
ISO 11819-1 con il protocollo Harmonoise previsto
per questo tipo di misurazioni.
Durante ogni passaggio e per tutta la sua durata
devono essere misurati i livelli di esposizione sonora
dei due microfoni, la velocit di transito del veicolo, la
temperatura dellaria e preferibilmente quella della
pavimentazione
registrate

lora

stradale.
del

Devono

passaggio

inoltre
e

la

essere

categoria

corrispondente dl veicolo.
Lacquisizione digitale, di tipo sincronizzato per i due
microfoni, deve essere avviata in modo da evitare tagli
nella registrazione dellevento a partire dallistante in
cui questo si evidenzia dal rumore di fondo. A tal
proposito il protocollo Harmonoise prevede lo start ad

152

una distanza compresa tra 5 e 3 volte la lunghezza


microfono-asse corsia.

Figura 7.1 Metodo SPB Configurazione di prova

7.3 RILIEVI ACUSTICI


Per lacquisizione dei dati necessari allo studio in
oggetto, si messo a punto una procedura di rilievo
sperimentale, che tiene conto del metodo SPB, ma che
153

per ragioni pratiche non pu ricalcarne la procedura.


Infatti, avendo a disposizione un solo microfono, si
deciso di posizionarlo, grazie ad un cavalletto, a circa
1,5 metri da terra. Tale strumentazione, sempre per
motivi pratici di mancanza di spazio, stata
posizionata a circa 3 metri di distanza dal bordo della
carreggiata in prossimit della linea di arresto degli
autoveicoli.
Dopo aver calibrato e posizionato il fonometro si
dato il via alle misurazioni.
Le misurazioni consistono nel rilevare, in un ciclo di
10 minuti, il Leq di rumore in dBA che produce il
passaggio di n veicoli. Tali veicoli, come descritto nel
capitolo precedente, non producono lo stesso livello di
rumore, quindi stata fissata una scala di equivalenza,
che ricordiamo:
- 1 auto = 1 UVP
154

- 1 moto = 0,3 UVP


- 1 bus = 1,75 UVP
- 1 veicolo pesante = 2,25 UVP
Per mezzo di un cronometro si rilevato il tempo di
attesa in coda di un singolo veicolo. Il conteggio di
tale tempo ha inizio quando la velocit del mezzo si
riduce sensibilmente (a 4 5 Km/h ) o addirittura si
annulla

terminava

quando

il

mezzo

stesso

oltrepassava la linea di arresto dellintersezione. A


questo punto la procedura si ripeteva prendendo in
considerazione

un

nuovo

veicolo

che,

sopraggiungendo, si apprestava ad accodarsi. Questo


modo di operare si ripetuto per il maggior numero di
volte possibile allinterno del ciclo di 10 minuti, in
modo da raccogliere cos pi dati possibile.
Una volta terminati i 10 minuti il fonometro veniva
messo in modalit stop, cos da avere il Leq
155

caratteristico del ciclo. Il tempo medio speso in coda si


ottiene facendo la media matematica tra la somma dei
tempi dei veicoli conteggiati e la somma degli n
veicoli

transitati

opportunamente

considerati

in

equivalenti UVP.
Tempo medio speso in coda =

T
n

[s]

Per ogni rotatoria sono stati fatti circa 50 rilievi che


hanno cos portato ad avere circa 50 coppie di dati
(TMSC, Leq) tutte raccolte in orari diversi della
giornata, in modo da avere una dispersione ottimale di
punti.

7.3.1 RICHIAMI SULLE ROTATORIE


La rotatoria un tipo di sistemazione delle intersezioni
stradali a raso fra pi strade, costituita da un anello
stradale

nel

quale

confluiscono

bracci

dellintersezione, il quale viene percorso dal flusso


156

proveniente da ciascun braccio nel tratto compreso fra


la sezione dimmissione di questultimo e quella del
braccio duscita.
Concepita come particolare configurazione di incrocio
a raso, una acquisizione degli inizi del Novecento. E
in questo periodo, infatti, che larchitetto francese
Ernard,

per

una

migliore

organizzazione

della

circolazione, instaurava la regola del senso unico nel


percorrere lanello.
Il nuovo Codice della Strada ed il D.P.R. 16 dicembre
1992, n. 495 non pongono ostacoli alla realizzazione di
incroci a rotatoria con precedenza ai veicoli che
percorrono lanello.
Questa nuova opportunit permette finalmente di
superare

il

vecchio

concetto

di

rotatoria

con

precedenza a destra o ai flussi provenienti dalle strade


principali, molto diffuso nel nostro paese, e di
157

uniformarci alla pratica europea dove, in questi ultimi


anni, migliaia dincroci tradizionali, semaforizzati o
canalizzati sono stati sostituiti con detta soluzione.
Lutilizzo della rotatorie porta a molti vantaggi:
-

la

moderazione

del

traffico

attraverso

la

responsabilizzazione dellinsieme degli automobilisti


che vengono obbligati a dare precedenza ed a
percorrere una traiettoria comportante una riduzione
della velocit, tanto pi forte quanto pi la rotatoria
compatta;
-

il

miglioramento

della

sicurezza

grazie

sia

alleliminazione dei punti di conflitto comportanti


lintersezione delle correnti veicolari, sia alla riduzione
della velocit a cui si transita ( figura 5.1 ); i 32 punti,
normalmente presenti in unintersezione a raso, si
riducono a 8 nel caso della rotatoria;

158

- la riduzione dei tempi di fermata rispetto a quelli con


regolazione semaforica, in quanto la rotatoria viene
utilizzata in modo continuo;
- la riduzione delle emissioni sonore, dovuta a velocit
inferiori e alla guida meno aggressiva, infatti non c
bisogno

di

brusche

frenate

di

improvvise

accelerazioni;
- la riduzione di emissioni inquinanti a causa di un
minor consumo di carburante;
- la duttilit dinserimento nel tessuto urbano;
- loccupazione accettabile di terreno per le rotatorie
compatte se confrontata con quella degli incroci con
controllo semaforico e corsie multiple di selezione;
- la flessibilit degli itinerari data dalla possibilit di
inversione di marcia;

159

- la semplificazione della segnaletica verticale che


risulta pi sobria e pi chiara rispetto ad un incrocio
regolato con semaforo.

Figura 7.3.1.1 Riduzione dei punti di conflitto nel


sistema a rotatoria

Ovviamente esistono anche alcuni svantaggi connessi


allimpiego delle rotatorie nei seguenti casi:
- mancanza di spazio;
160

- flussi fortemente squilibrati;


- quando non si vuol penalizzare, con notevoli
riduzioni della velocit, la corrente principale;
- in presenza di un massiccio passaggio di mezzi
pubblici;
- con la presenza contemporanea di mezzi pesanti e di
veicoli a due ruote lo schema a rotatoria si rivelato
molto pericoloso;
- i flussi pedonali sono nettamente sfavoriti perch
risultano incrementare il loro percorsi.

7.3.1.2 CLASSIFICAZIONE DELLE ROTATORIE


Le rotatorie possono essere classificate in funzione di
diversi parametri: dimensione del raggio esterno di
ingombro, ambito urbanistico, tipologia delle strade
che vi confluiscono, entit del traffico circolare. La
161

figura 5.2 riassume le diverse tipologie di rotatoria per


ambito di applicazione ed in funzione del raggio
esterno.

Figura 7.3.2.1: Classificazione delle rotatorie in


funzione del raggio esterno e dellambito applicativo

162

Come si pu notare in figura 7.3.2.1 si distinguo 4


schemi di rotatoria:
- minirotatoria, a isola centrale sormontabile (raggio
esterno da 7 a 11 metri, raggio interno da 1 a 2,5
metri);
- rotatoria compatta, a isola centrale semi-sormontabile
(raggio esterno da 11 a 15 metri, raggio interno da 3 a
5 metri);
- rotatoria convenzionale urbana, a isola centrale non
sormontabile (raggio esterno da 15 a 30 metri, raggio
interno da 8 a 25 metri);
- entrata di aree edificate (raggio esterno maggiore di
18 metri).
I modelli utilizzati per il progetto delle rotatorie
regolate con la disciplina della priorit dellanello,
siano esse convenzionali (cio con grandi diametri)
ovvero compatte o minirotatorie, sono di origine
163

sperimentale.

Il

metodo

generalmente

utilizzato

consiste nellassegnare alla rotatoria le caratteristiche


geometriche che si ritengono idonee a soddisfare la
domanda

di

traffico,

calcolarne

quindi

le

caratteristiche di livello di servizio.


Un parametro fondamentale per la progettazione di
una rotatoria la velocit di base stabilita sulla
rotatoria stessa, dalla quale dipende il raggio di questa,
o i suoi vari raggi se, come talvolta avviene, lisola
centrale non circolare. Esiste una relazione tra i
livelli di servizio delle zone dintreccio e la velocit di
percorrenza dellanello, ricavata da studi americani
(Figura 7.3).

164

Figura 7.3. Relazione tra livelli di servizio delle zone


di intreccio e velocit di percorrenza

LEGGE n. 447 del 26/10/1995


165

Legge quadro sull'inquinamento acustico


e pubblicato/a su : Gazz. Uff. Suppl. Ordin. n 254
del 30/10/1995
NOTE
Art. 2, commi 6, 7, 8: con D.P.C.M. 31 marzo 1998
stato emanato " Atto di indirizzo e coordinamento
recante criteri generali per l'esercizio dell'attivit del
tecnico competente in acustica,........".
Art. 2, comma 8: stato cos modificato dalla Legge 9
dicembre 1998, n. 426.
Art. 3, comma 1, lettera a): la determinazione dei
valori limite delle sorgenti sonore avvenuta con
D.P.C.M. 14 novembre 1997.
Art. 3, comma 1, lettera b): si veda la nota all' art. 2,
commi 6, 7, 8.
Art. 3, comma 1, lettera c): la determinazione delle
tecniche di rilevamento e di misurazione
dell'inquinamento da rumore avvenuta con D.M. 16
marzo 1998.

166

Art. 3, comma 1, lettera h): la determinazione dei


requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di
intrattenimento danzante avvenuta dapprima con
D.P.C.M. 18 settembre 1997 e successivamente con il
D.P.C.M. 16 aprile 1999, n. 215 che ha anche
abrogato il precedente decreto.
Art. 3, comma 1, lettera m): la determinazione dei
criteri di misurazione del rumore emesso dagli
aeromobili e della relativa disciplina per il
contenimento dell'inquinamento acustico avvenuta
con D.M. 31 ottobre 1997.
Le modalit per il contenimento e l'abbattimento del
rumore prodotto dagli aeromobili civili nelle attivit
aeroportuali sono invece state determinate con D.P.R.
11 dicembre 1997, n. 496.
Art. 10, comma 2: stato cos modificato dalla Legge
9 dicembre 1998, n. 426 e dalla Legge 25 giugno
1999, n. 205.
Art. 10, comma 4: stato cos modificato dalla Legge
9 dicembre 1998, n. 426.
Art. 10, comma 5: comma cos modificato dall'art. 60
della L. 448 del 23 dicembre 1998.

167

Art. 11: si veda il regolamento di esecuzione, D.P.R.


18 novembre 1998, n.459 in materia di inquinamento
acustico derivante da traffico ferroviario.

TESTO

Art. 1. - Finalit della legge.


1. La presente legge stabilisce i principi fondamentali
in materia di tutela dell'ambiente abitativo
dall'inquinamento acustico, ai sensi e per gli effetti
dell'articolo 117 della Costituzione.
2. I principi generali desumibili dalla presente legge
costituiscono per le regioni a statuto speciale e per le
province autonome di Trento e Bolzano norme
fondamentali di riforma economico-sociale della
Repubblica.
Art. 2. - Definizioni.
1. Ai fini della presente legge si intende per:
a) inquinamento acustico: l'introduzione di rumore
nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da
168

provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attivit


umane, pericolo per la salute umana, deterioramento
degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti,
dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale
da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti
stessi;
b) ambiente abitativo: ogni ambiente interno a un
edificio destinato alla permanenza di persone o di
comunit ed utilizzato per le diverse attivit umane,
fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attivit
produttive per i quali resta ferma la disciplina di cui al
decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, salvo per
quanto concerne l'immissione di rumore da sorgenti
sonore esterne ai locali in cui si svolgono le attivit
produttive;
c) sorgenti sonore fisse: gli impianti tecnici degli
edifici e le altre installazioni unite agli immobili anche
in via transitoria il cui uso produca emissioni sonore;
le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali,
marittime, industriali, artigianali, commerciali e
agricole; i parcheggi; le aree adibite a stabilimenti di
movimentazione merci; i depositi del mezzi di
trasporto di persone e merci; le aree adibite a attivit
sportive e ricreative;

169

d) sorgenti sonore mobili: tutte le sorgenti sonore non


comprese nella lettera c)
e) valori limite di emissione: il valore massimo di
rumore che pu essere emesso da una sorgente sonora,
misurato in prossimit della sorgente stessa;
f) valore limite di immissione: il valore massimo di
rumore che pu essere immesso da una o pi sorgenti
sonore nell'ambiente abitativo nell'ambiente esterno,
misurato in prossimit dei ricettori;
g) valori di attenzione: il valore di immissione che
segnala la presenza di un potenziale rischio per la
salute umana o per l'ambiente;
h) valori di qualit: i valori di rumore da conseguire
nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le
tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili,
per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla
presente legge.
3/11/09
2. I valori di cui al comma 1, lettere e), f), g) e h), sono
determinati in funzione della tipologia della sorgente,
del periodo della giornata e della destinazione d'uso
della zona da proteggere.
3. I valori limite di immissione sono distinti in:

170

a) valori limite assoluti, determinati con riferimento al


livello equivalente di rumore ambientale;
b) valori limite differenziali, determinati con
riferimento alla differenza tra il livello equivalente di
rumore ambientale e il rumore residuo.
4. Restano ferme le altre definizioni di cui all'allegato
A del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
1 marzo 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
57 dell'8 marzo 1991.

5. I provvedimenti per la limitazione delle emissioni


sonore sono di natura amministrativa, tecnica,
costruttiva e gestionale. Rientrano in tale ambito:
a) le prescrizioni relative ai livelli sonori ammissibili,
ai metodi di misurazione del rumore, alle regole
applicabili alla fabbricazione;
b) le procedure di collaudo, di omologazione e di
certificazione che attestino la conformit dei prodotti
alle prescrizioni relative ai livelli sonori ammissibili;
la marcatura dei prodotti e dei dispositivo attestante
l'avvenuta omologazione;

171

c) gli interventi di riduzione del rumore, distinti in


interventi attivi di riduzione delle emissioni sonore
delle sorgenti e in interventi passivi, adottati nei luoghi
di immissione o lungo la via d propagazione dalla
sorgente al ricettore o sul ricettore stesso;
d) i piani dei trasporti urbani piani urbani del traffico; i
piani dei trasporti provinciali o regionali e i piani del
traffico per la mobilit extraurbana; la pianificazione e
gestione del traffico stradale, ferroviario, aeroportuale
e marittimo;
e) la pianificazione urbanistica, gli interventi di
delocalizzazione di attivit rumorose o di ricettori
particolarmente sensibili.
6. Ai fini della presente legge definito tecnico
competente la figura professionale idonea ad effettuare
le misurazioni, verificare l'ottemperanza ai valori
definiti dalle vigenti norme, redigere i piani di
risanamento acustico, svolgere le relative attivit di
controllo tecnico competente deve essere in possesso
del diploma, di scuola media superiore a indirizzo
tecnico del diploma universitario a indirizzo scientifico
ovvero del diploma di laurea a indirizzo scientifico.
[(vedi note)]

172

7. L'attivit di tecnico competente pu essere svolta


previa
presentazione
di
apposita
domanda
all'assessorato regionale competente in materia
ambientale corredata da documentazione comprovante
l'aver svolto attivit, in modo non occasionale, nel
campo dell'acustica ambientale da almeno quattro anni
per i diplomati e da almeno due anni per i laureati o
per i titolari di diploma universitario. [(vedi note)]
8. Le attivit di cui al comma 6 possono essere svolte
altres da coloro che, in possesso del diploma di scuola
media superiore, siano in servizio presso le strutture
pubbliche territoriali e vi svolgano la propria attivit
nel campo dell'acustica ambientale, alla data di entrata
in vigore della presente legge nonch da coloro che, a
prescindere dal titolo di studio, possano dimostrare di
avere svolto, alla data di entrata in vigore della
presente legge, per almeno cinque anni, attivit nel
campo dell'acustica ambientale in modo non
occasionale. [(vedi note)]
9. I soggetti che effettuano i controlli devono essere
diversi da quelli che svolgono le attivit sulle quali
deve essere effettuato il controllo.

173

Art. 3. - Competenze dello Stato.


1. Sono di competenza dello Stato:
a) la determinazione, ai sensi della legge 8 luglio 1986,
n. 349, e successive modificazioni, con decreto del
presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del
ministro dell'Ambiente, di concerto con il ministro
della Sanit e sentita la Conferenza permanente per i
rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome
di Trento e di Bolzano, dei valori di cui all'articolo 2;
[(vedi note)]
b) il coordinamento dell'attivit e la definizione della
normativa tecnica generale per il collaudo,
l'omologazione, la certificazione e la verifica periodica
dei prodotti ai fini del contenimento e
dell'abbattimento del rumore; il ruolo e la
qualificazione dei soggetti preposti a tale attivit
nonch, per gli aeromobili, per i natanti e per i veicoli
circolanti su strada, le procedure di verifica periodica
dei valori limite di emissione relativa ai prodotti
medesimi. Tale verifica, per i veicoli circolanti su
strada, avviene secondo le modalit di cui all'articolo
80 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e
successive modificazioni;
[(vedi note)]
174

c) la determinazione, ai sensi del decreto del


Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616,
con decreto del ministro dell'Ambiente, di concerto
con il ministro della Sanit e, secondo le rispettive
competenze con il ministro dei Lavori pubblici, con il
ministro dei Trasporti e della navigazione e con il
ministro
dell'Industria,
del
commercio
e
dell'artigianato, delle tecniche di rilevamento e di
misurazione dell'inquinamento acustico, tenendo conto
delle peculiari caratteristiche del rumore emesso da
infrastrutture di trasporto; [(vedi note)]
d) il coordinamento dell'attivit di ricerca, di
sperimentazione tecnico-scientifica ai sensi della legge
8 luglio 1986, n. 349, e successi modificazioni, e
dell'attivit raccolta, di elaborazione e di diffusione dei
dati. Al coordinamento provvede il ministro
dell'Ambiente, avvalendosi a tal fine anche dell'Istituto
superiore di sanit, del Consiglio nazionale delle
ricerca (CNR), dell'Ente per le nuove tecnologie,
l'energia e l'ambiente (Enea) dell'Agenzia nazionale
per la protezione dell'ambiente (Anpa) dell'Istituto
superiore per la prevenzione e la sicurezza del
lavoratori (Ispesl), del Centro superiore ricerche e
prove autoveicoli e dispositivi (Csrpad) del ministero

175

dei Trasporti e della navigazione, nonch degli istituti


e dei dipartimenti universitari;
e) la determinazione, fermo restando il rispetto dei
valori determinati ai sensi della lettera a), con decreto
del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta
del ministro dell'Ambiente, di concerto con il ministro
della Sanit e secondo le rispettive competenze con il
ministro dei Lavori pubblici con il ministro
dell'Industria, del commercio e dell'artigianato e con il
ministro dei Trasporti e della navigazione, dei requisiti
acustici delle sorgenti sonore e dei requisiti acustici
passivi degli edifici e de loro componenti, allo scopo
di ridurre l'esposizione umana al rumore. Per quanto
attiene ai rumori originati dai veicoli a motore definiti
dal titolo III del decreto legislativo 30 aprile 1992, n.
285, successive modificazioni, restano salve la
competenza e la procedura di cui agli articoli 71, 72,
75 e 80 dello stesso decreto legislativo;
f) l'indicazione, con decreto del ministro dei Lavori
pubblici, di concerto con il ministro dell'Ambiente e
con, il ministro dei Trasporti e della navigazione, dei
criteri per la progettazione, l'esecuzione e la
ristrutturazione delle costruzioni edilizie e delle
infrastrutture dei trasporti ai fini della tutela
dall'inquinamento acustico;
176

g) la determinazione, con decreto del ministro


dell'Ambiente, di concerto con il ministro
dell'Industria, del commercio e dell'artigianato
ministro dei Trasporti e della navigazione, dei requisiti
acustici dei sistemi di allarme anche antifurto con
segnale acustico e dei sistemi di refrigerazione, nonch
la disciplina della installazione, della manutenzione e
dell'uso dei sistemi di allarme anche antifurto e antiintrusione con segnale acustico installato su sorgenti
mobili e fisse, fatto salvo quanto previsto dagli articoli
71, 72, 75, 79, 155 e 156 del decreto legislativo 30
aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni;
h) la determinazione, con le procedure previste alla
lettera e), dei requisiti acustici delle sorgenti sonore
nei luoghi di intrattenimento danzante o di pubblico
spettacolo e nei pubblici esercizi;
[(vedi note)]
i) l'adozione di piani pluriennali per il contenimento
delle emissioni sonore prodotte per lo
svolgimento di servizi pubblici essenziali quali linee
ferroviarie, metropolitane, autostrade e strade statali
entro limiti stabiliti per ogni specifico sistema di
trasporto, ferme restando le competenze delle regioni,
delle province e dei comuni. e tenendo comunque
conto delle disposizioni di cui all'articolo 155 del

177

decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive


modificazioni;
l) la determinazione, con decreto del ministro
dell'Ambiente, di concerto con i1 ministro dei
Trasporti e della navigazione, dei criteri di
misurazione del rumore emesso da imbarcazioni di
qualsiasi natura e della relativa disciplina per il
contenimento dell'inquinamento acustico;
m) la determinazione, con decreto del ministro
dell'Ambiente, di concerto con il ministro dei Trasporti
e della navigazione, dei criteri di misurazione del
rumore emesso dagli aeromobili e della relativa
disciplina per il contenimento dell'inquinamento
acustico, con particolare riguardo:
[(vedi
note)]
1) ai criteri generali e specifici per la definizione di
procedure di abbattimento del rumore
valevoli per tutti gli aeroporti e all'adozione di misure
di controllo e di riduzione dell'inquinamento acustico
prodotto da aeromobili civili nella fase di decollo e di
atterraggio.
2) ai criteri per la classificazione degli aeroporti in
relazione al livello di inquinamento
acustico;
178

3) alla individuazione delle zone di rispetto per le aree


e le attivit aeroportuali e ai criteri per regolare
l'attivit urbanistica nelle zone di rispetto. Ai fini della
presente disposizione per attivit aeroportuali si
intendono sia le fasi di decollo o di atterraggio, sia
quelle di manutenzione, revisione e prove motori degli
aeromobili;
4) ai criteri per la progettazione e la gestione dei
sistemi di monitoraggio per il controllo dei
livelli di inquinamento acustico in prossimit degli
aeroporti;
n) la predisposizione, con decreto del ministro
dell'Ambiente, sentite le associazioni di protezione
ambientale riconosciute ai sensi dell'articolo 13 della
legge 8 luglio 1986, n. 349, nonch le associazioni dei
consumatori
maggiormente rappresentative,
di
campagne di informazione del consumatore e di
educazione scolastica.
2. I decreti di cui al comma 1, lettere a), c), e), h) e 1),
sono emanati entro nove mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge. I decreti di cui al comma
1, lettere f), g) e m), sono emanati entro diciotto mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge.

179

3. I provvedimenti previsti dal comma 1, lettere a), c),


d), e), f), g), h), i), l) e m), devono esse armonizzati
con le direttive dell'Unione europea recepite dallo
Stato italiano e sottoposti ad aggiornamento e verifica
in funzione di nuovi elementi conoscitivi o nuove
situazioni.
4. I provvedimenti di competenza dello Stato devono
essere coordinati con quanto previsto dal decreto del
Presidente del Consigli dei ministri 1 marzo 1991,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 57 dell'8 marzo
1991.

Art. 4. - Competenze delle regioni.


1. Le regioni, entro il termine di un anno dalla data di
entrata in vigore della presente legge, definiscono con
legge:
a) i criteri in base ai quali i comuni, ai sensi
dell'articolo 6, comma 1, lettera a), tenendo conto delle
preesistenti destinazioni d'uso del territorio e indicando
altre aree da destinarsi a spettacolo carattere
temporaneo, ovvero mobile, ovvero all'aperto
procedono alla classificazione del proprio territorio
180

nelle zone previste dalle vigenti disposizioni per


l'applicazione dei valori di qualit di cui all'articolo 2,
comma 1, lettera h), stabilendo il divieto di contatto
diretto di aree, anche appartenenti comuni confinanti,
quando tali valori si discostano in misura superiore a 5
dBA di livello sonoro equivalente misurato secondo i
criteri generali stabiliti dal decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 1 marzo 1991, pubblicati nella
Gazzetta Ufficiale n. 57 dell'8 marzo 1991. Qualora
nell'individuazione delle aree nelle zone gi
urbanizzate non sia possibile rispettare tale vincolo a
causa di preesistenti
destinazioni d'uso, si prevede l'adozione dei piani di
risanamento di cui all'articolo 7;
b) i poteri sostitutivi in caso a inerzia dei comuni o
degli enti competenti ovvero di conflitto tra gli stessi;
c) modalit, scadenze e sanzioni per l'obbligo di
classificazione delle zone ai sensi della lettera a) per
comuni che adottano nuovi strumenti urbanistici
generali o particolareggiati;
d) fermo restando l'obbligo di cui all'articolo 8, comma
4, le modalit di controllo del rispetto della normativa
per la tutela dall'inquinamento acustico all'atto del
rilascio delle concessioni edilizie relative a nuovi
impianti e infrastrutture adibiti ad attivit produttive
181

sportive e ricreative e a postazione di servizi


commerciali polifunzionali, dei provvedimenti
comunali che abilitano alla utilizzazione dei medesimi
immobili e infrastrutture, nonch dei provvedimenti di
licenza o di autorizzazione all'esercizio di attivit
produttive;
e) le procedure e gli eventuali ulteriori criteri, oltre a
quelli di cui all'articolo 7, per la predisposizione
l'adozione da parte del comuni di piani di risanamento
acustico,
f) i criteri e le condizioni per l'individuazione, da parte
dei comuni il cui territorio presenti un rilevante
interesse paesaggistico ambientale e turistico, di valori
inferiori a quelli determinati a i sensi dell'articolo 3,
comma 1, lettera a), della presente legge; tali riduzioni
non si applicano ai servizi pubblici essenziali di cui
all'articolo 1 della legge 12 giugno 1990, n. 146;
g) le modalit di rilascio delle autorizzazioni comunali
per lo svolgimento di attivit temporanee e di
manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico
qualora esso comporti l'impiego di macchinari o di
impianti rumorosi;
h) le competenze delle province in materia di
inquinamento acustico ai sensi della legge 8 giugno
1990, n. 142;
182

i) l'organizzazione nell'ambito del territorio regionale


dei servizi di controllo di cui all'articolo 14,
l) i criteri da seguire per la redazione della
documentazione di cui all'articolo 8, commi 2, 3 e 4;
m) i criteri per la identificazione delle priorit
temporali degli interventi di bonifica acustica del
territorio.
2. Le regioni, in base alle proposte pervenute e alle
disponibilit finanziarie assegnate dallo Stato,
definiscono le priorit e predispongono un piano
regionale triennale di intervento per la bonifica
dall'inquinamento acustico, fatte salve le competenze
statali relative ai piani di cui all'articolo 3, comma 1,
lettera i), per la redazione dei quali le regioni
formulano proposte non vincolanti. I comuni adeguano
i singoli piani di risanamento acustico di cui
all'articolo 7 al piano regionale.

Art. 5. - Competenze delle province


1. Sono di competenza delle province:

183

a) le funzioni amministrative in materia di


inquinamento acustico prevista dalla legge 8 giugno
1990, n. 142;
b) le funzioni a esse assegnate dalle leggi regionali di
cui all'articolo 4;
c) le funzioni di controllo e di vigilanza di cui
all'articolo 14, comma 1.

Art. 6. - Competenze dei comuni


1. Sono di competenza dei comuni secondo le leggi
statali e regionali e i rispettivi statuti:
a) la classificazione del territorio comunale secondo i
criteri previsti dall'articolo 4, comma 1, lettera a);
b) il coordinamento degli strumenti urbanistici gi
adottati con le determinazioni assunte ai sensi della
lettera a),
c) l'adozione dei piani di risanamento di cui all'articolo
7;
d) il controllo, secondo le modalit di cui all'articolo 4,
comma 1, lettera d), del rispetto della
normativa per la tutela dall'inquinamento acustico
all'atto del rilascio delle concessioni edilizie relative a
nuovi impianti e infrastrutture adibiti ad attivit
184

produttive, sportive e ricreative e a postazioni di


servizi commerciali polifunzionali, dei provvedimenti
comunali che abilitano alla utilizzazione dei medesimi
immobili e infrastrutture, nonch dei provvedimenti di
licenza o di autorizzazione all'esercizio di attivit
produttive;
e) l'adozione di regolamenti per l'attuazione della
disciplina statale e regionale per la tutela
dell'inquinamento acustico;
f) la rilevazione e il controllo delle emissioni sonore
prodotte dai veicoli, fatte salve le disposizioni
contenute nel decreto legislativo 30 aprile 1992, n.
285, e successive modificazioni;
g) i controlli di cui all'articolo 14, comma 2;
h) l'autorizzazione, anche in deroga ai valori limite di
cui all'articolo 2, comma 3, per lo svolgimento di
attivit temporanee e di manifestazioni in luogo
pubblico o aperto al pubblico e per spettacoli a
carattere temporaneo ovvero mobile, nel rispetto delle
prescrizioni indicate dal comune stesso.
2. Al fine di cui al comma 1, lettera e), i comuni, entro
un anno dalla data di entrata in vigore della presente
legge, adeguano i regolamenti locali di igiene e sanit
o di polizia municipale, prevedendo apposite norme
185

contro l'inquinamento acustico, con particolare


riferimento al controllo, al contenimento e
all'abbattimento delle emissioni sonore derivanti dalla
circolazione degli autoveicoli e dall'esercizio di attivit
che impiegano sorgenti sonore.
3. I comuni il cui territorio presenti un rilevante
interesse paesaggistico-ambientale e turistico, hanno la
facolt di individuare limiti di esposizione al rumore
inferiori a quelli determinati ai sensi dell'articolo 3,
comma 1, lettera a), secondo gli indirizzi determinati
dalla regione di appartenenza, ai sensi dell'articolo 4,
comma 1, lettera f). Tali riduzioni non si applicano ai
servizi pubblici essenziali di cui all'articolo 1 della
legge 12 giugno 1990, n.146.
4. Sono fatte salve le azioni espletate dai comuni ai
sensi del decreto del Presidente del Consiglio del
ministri 1 marzo 1991, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 57 dell'8 marzo 1991, prima della data di
entrata in vigore della presente legge. Sono fatti salvi
altres gli interventi di risanamento acustico gi
effettuati dalle imprese ai sensi dell'articolo 3 del citato
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1
marzo 1991. Qualora detti interventi risultino
186

inadeguati rispetto ai limiti previsti dalla


classificazione del territorio comunale ai fini del
relativo adeguamento viene concesso alle imprese un
periodo di tempo pari a quello necessario per
completare il piano di ammortamento degli interventi
di bonifica in atto, qualora risultino conformi ai
principi di cui alla presente legge e ai criteri dettati
dalle regioni ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera
a).

Art. 7. - Piani di risanamento acustico


1. Nel caso di superamento dei valori di attenzione di
cui all'articolo 2, comma 1, lettera g), nonch
nell'ipotesi di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a),
ultimo periodo i comuni provvedono all'adozione di
piani di risanamento acustico, assicurando il
coordinamento con il piano urbano del traffico di cui
al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e
successive modificazioni, e con i piani previsti dalla
vigente legislazione in materia ambientale. I piani di
risanamento sono approvati dal consiglio comunale. I
piani comunali di risanamento recepiscono il
187

contenuto dei piani di cui all'articolo 3, comma 1,


lettera i), e dell'articolo 10, comma 5.
2. I piani di risanamento acustico di cui al comma 1
devono contenere:
a) l'individuazione della tipologia ed entit dei rumori
presenti, incluse le sorgenti mobili, nelle zone da
risanare, individuate ai sensi dell'articolo 6, comma 1,
lettera a);
b) l'individuazione dei soggetti a cui compete
l'intervento;
c) l'indicazione delle priorit, delle modalit e dei
tempi per il risanamento;
d) la stima degli oneri finanziari e dei mezzi necessari;
e) le eventuali misure cautelari a carattere d'urgenza
per la tutela dell'ambiente e della salute
pubblica.
3. In caso di inerzia del comune e in presenza di gravi
e particolari problemi di inquinamento acustico,
all'adozione del piano si provvede, in via sostitutiva, ai
sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera b).
4. Il piano di risanamento di cui al presente articolo
pu essere adottato. da comuni diversi da e i di cui al
188

comma 1, anche al fine di perseguire i valori di cui


all'articolo 2, comma 1, lettera h).
5. Nei comuni con popolazione superiore a
cinquantamila abitanti la giunta comunale presenta al
consiglio comunale una relazione biennale sullo stato
acustico del comune. Il consiglio comunale approva la
relazione e la trasmette alla regione e alla provincia
per le iniziative di competenza. Per i comuni che
adottano il piano di risanamento di cui al comma 1, la
prima relazione allegata al piano stesso. Per gli altri
comuni, la prima relazione adottata entro due anni
dalla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 8 - Disposizioni in materia di impatto acustico


1. I progetti sottoposti a valutazione di impatto
ambientale ai sensi dell'articolo 6 della legge 8 luglio
1986, n. 349, ferme restando le prescrizioni di cui ai
decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 10
agosto 1988, n. 377, le successive modificazioni, e 27
dicembre 1988, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
4 del 5 gennaio 1989. devono essere redatti in

189

conformit alle esigenze di tutela dall'inquinamento


acustico delle popolazioni interessate.
2. Nell'ambito delle procedure di cui al comma 1,
ovvero su richiesta dei comuni, i competenti soggetti
titolari dei progetti o delle opere predispongono una
documentazione di impatto acustico relativa alla
realizzazione; alla modifica o al potenziamento delle
seguenti opere:
a) aeroporti, aviosuperfici, eliporti;
b) strade di tipo A (autostrade), B (strade extraurbane
principali), C (strade extraurbane secondarie), D
(strade urbane di scorrimento), E (strade urbane di
quartiere) e F (strade locali), secondo la classificazione
di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e
successive modificazioni;
c) discoteche;
d) circoli privati e pubblici esercizi ove sono installati
macchinari o impianti rumorosi:
e) impianti sportivi e ricreativi;
f) ferrovie e altri sistemi di trasporto collettivo su
rotaia.
3. E' fatto obbligo di produrre una valutazione
previsionale del clima acustico delle aree interessate
190

alla realizzazione delle seguenti tipologie di


insediamenti:
a) scuole e asili nido;
b) ospedali;
c) case di cura e di riposo;
d) parchi pubblici urbani ed extraurbani;
e) nuovi insediamenti residenziali prossimi alle opere
di cui al comma 2.
4. Le domande per il rilascio di concessioni edilizie
relative a nuovi impianti e infrastrutture adibiti ad
attivit produttive, sportive e ricreative e a postazioni
di
servizi commerciali polifunzionali, dei
provvedimenti
comunali
che
abilitano
alla
utilizzazione dei medesimi immobili e infrastrutture,
nonch le domande di licenza o di autorizzazione
all'esercizio di attivit produttive devono contenere
una documentazione di previsione di impatto acustico.
5. La documentazione di cui ai commi 2, 3 e 4 del
presente articolo resa, sulla base dei criteri stabiliti al
sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera l) della presente
legge, con le modalit di cui all'articolo 4 della legge 4
gennaio 1968, n. 15.

191

6. La domanda di licenza o di autorizzazione


all'esercizio delle attivit di cui al comma 4 del
presente articolo, che si prevede possano produrre
valori di emissione superiori a quelli determinati ai
sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera a), deve
contenere l'indicazione delle misure previste per
ridurre o eliminare le emissioni sonore causate
dall'attivit o
dagli
impianti.
La
relativa
documentazione deve essere inviata all'ufficio
competente per l'ambiente del comune ai fini del
rilascio del relativo nulla osta.

Art. 9. - Ordinanze contingibili e urgenti


1. Qualora sia richiesto da eccezionali e urgenti
necessit di tutela della salute pubblica o
dell'ambiente, il sindaco, il presidente della provincia,
il presidente della giunta regionale, il prefetto, il
ministro dell'Ambiente, secondo guanto previsto
dall'articolo 8 della legge 3 marzo 1987, n. 59, e il
Presidente del Consiglio dei ministri, nell'ambito delle
rispettive competenze, con provvedimento motivato,
possono ordinare il ricorso temporaneo a speciali
forme di contenimento o di abbattimento delle
192

emissioni sonore, inclusa l'inibitoria parziale o totale di


determinate attivit. Nel caso di servizi pubblici
essenziali, tale facolt riservata
esclusivamente al Presidente del Consiglio dei
ministri.
2. Restano salvi i poteri degli organi dello Stato
preposti, in base alle leggi vigenti, alla tutela della
sicurezza pubblica.

Art. 10. - Sanzioni amministrative


1. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 650 del
Codice penale, chiunque non ottempera al
provvedimento legittimamente adottato dall'autorit
competente ai sensi dell'articolo 9, punito con la
sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da lire 2.000.000 a lire 20.000.000.
2. Chiunque, nell'esercizio o nell'impiego di una
sorgente fissa o mobile di emissioni sonore, supera i
193

valori limite di emissione o di immissione di cui


all'articolo 2, comma 1, lettere e) e f), fissati in
conformit al disposto dell'articolo 3, comma 1, lettera
a), punito con la sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da lire 1.000.000 a lire
10.000.000.
3. La violazione dei regolamenti di esecuzione di cui
all'articolo 11 e delle disposizioni dettate in
applicazione della presente legge dallo Stato, dalle
regioni, dalle province e dai comuni, punita con la
sanzione amministrativa del pagamento di una somma
da lire 500.000 a lire 20.000.000.
4. Il 70 per cento delle somme derivanti
dall'applicazione delle ,sanzioni di cui ai commi 1, 2 e
3 del presente articolo versato all'entrata del bilancio
dello Stato per essere riassegnato, con decreto del
Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica, ad apposita unit
previsionale di base dello stato di previsione del
Ministero dell'ambiente, per essere devoluto ai comuni
per il finanziamento dei piani di risanamento di cui
all'articolo 7, con incentivi per il raggiungimento dei
valori di cui all'articolo 2, comma 1, lettere f) e h).
194

5. In deroga a quanto previsto ai precedenti commi, le


societ e gli enti gestori di servizi pubblici di trasporto
o delle relative infrastrutture, ivi comprese le
autostrade, nel caso di superamento dei valori da cui al
comma 2, hanno l'obbligo di predisporre e presentare
al comune piani di contenimento ed abbattimento del
rumore, secondo le direttive emanate dal ministro
dell'Ambiente con proprio decreto entro un anno dalla
data di entrata in vigore della presente legge. Essi
devono indicare tempi di adeguamento, modalit e
costi e sono obbligati ad impegnare, in via ordinaria,
una quota fissa non inferiore al 7 per cento dei fondi di
bilancio previsti per le attivit di manutenzione e di
potenziamento delle infrastrutture stesse per l'adozione
di interventi di contenimento ed abbattimento del
rumore. Per quanto riguarda l'ANAS la suddetta quota
determinata nella misura del 2,5 per cento dei fondi
di bilancio previsti per le attivit di manutenzione. Nel
caso dei servizi pubblici essenziali, i suddetti piani
coincidono con quelli di cui all'articolo 3, comma 1,
lettera i), il controllo del rispetto della loro attuazione
demandato al ministero dell'ambiente.

195

Art. 11. - Regolamenti di esecuzione


1. Entro un anno dalla data di entrata in vigore della
presente legge, con decreto del Presidente della
Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
ministri, su proposta del ministro dell'Ambiente di
concerto, secondo le materie di rispettiva competenza,
con i ministri della Sanit, dell'Industria, del
Commercio e dell'artigianato, dei Trasporti e della
Navigazione, dei Lavori pubblici e della Difesa, sono
emanati regolamenti di esecuzione, distinti per
sorgente sonora relativamente alla disciplina
dell'inquinamento acustico avente origine dal traffico
veicolare, ferroviario, marittimo ed aereo, avvalendosi
anche del contributo tecnico-scientifico degli enti
gestori dei suddetti servizi, dagli autodromi, dalle piste
motoristiche di prova e per attivit sportive, da natanti,
da imbarcazioni di qualsiasi natura, nonch dalle
nuove localizzazioni aeroportuali.
2. I regolamenti di cui al comma 1 devono essere
armonizzati con le direttive dell'Unione europea
recepite dallo Stato italiano.
3. La prevenzione e il contenimento acustico nelle aree
esclusivamente interessate da installazioni militari e
196

nelle attivit delle Forze armate sono definiti mediante


specifici accordi dai comitati misti paritetici di cui
all'articolo 3 della legge 24 dicembre 1976, n. 898, e
successive modificazioni.

Art. 12. - Messaggi pubblicitari


1. All'articolo 8 della legge 6 agosto 1990, n. 223,
dopo il comma 2, inserito il seguente: 2-bis. E' fatto
divieto alla concessionaria pubblica e ai concessionari
privati per la diffusione sonora e televisiva di
trasmettere sigle e messaggi pubblicitari con potenza
sonora superiore a quella ordinaria dei programmi.
2. La disposizione di cui al comma 1 si applica dodici
mesi dopo la data di entrata in vigore della presente
legge. La vigilanza e le sanzioni sono disposte ai sensi
del decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 74.

Art. 13. - Contributi agli enti locali


1. Le regioni nell'ambito dei propri bilanci possono
concedere contributi in conto interessi e in conto
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capitale per le spese da effettuarsi dai comuni e dalle


province per l'organizzazione del sistema di
monitoraggio e di controllo, nonch per le misure
previste nei piani di risanamento.
2. Nella concessione dei contributi ai comuni, di cui al
comma 1 del presente articolo, data priorit ai
comuni che abbiano adottato i piani di risanamento di
cui all'articolo 7.

Art. 14. - Controlli


1. Le amministrazioni provinciali, al fine di esercitare
le funzioni, di controllo e di vigilanza per l'attuazione
della presente legge in ambiti territoriali ricadenti nel
territorio di pi comuni ricompresi nella circoscrizione
provinciale, utilizzano le strutture delle agenzie
regionali dell'ambiente di cui al decreto-legge 4
dicembre 1993, n. 496, convertito, con modificazioni,
dalla legge 21 gennaio 1994, n. 61.
2. Il comune esercita le funzioni amministrative
relative al controllo sull'osservanza :

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a) delle prescrizioni attinenti il contenimento


dell'inquinamento acustico prodotto dal traffico
veicolare e dalle sorgenti fisse;
b) della disciplina stabilita all'articolo 8, comma 6,
relativamente al rumore prodotto dall'uso di macchine
rumorose e da attivit svolte all'aperto;
c) disciplina e delle prescrizioni tecniche relative
all'attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 6;
d) della corrispondenza alla normativa vigente dei
contenuti della documentazione fornita ai sensi
dell'articolo 8, comma 5.
3. Il personale incaricato dei controlli di cui al
presente articolo e il personale delle agenzie regionali
dell'ambiente, nell'esercizio delle medesime funzioni
di controllo e di vigilanza, pu accedere agli impianti e
alle sedi di attivit che costituiscono fonte di rumore, e
richiedere i dati, le informazioni e i documenti
necessari per l'espletamento delle proprie funzioni.
Tale personale munito di documento di
riconoscimento rilasciato dall'ente o dall'agenzia di
appartenenza. Il segreto industriale non pu essere
opposto per evitare od ostacolare le attivit di verifica
o di controllo.

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Art. 15. - Regime transitorio


1. Nelle materie oggetto dei provvedimenti di
competenza statale e dei regolamenti di esecuzione
previsti dalla presente legge fino all'adozione dei
provvedi menti e dei regolamenti medesimi si
applicano, per quanto non in contrasto con la presente
legge, le disposizioni contenute nel decreto del
Presidente del Consiglio de ministri 1 marzo 1991,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 57 dell'8 marzo
1991, fatta eccezione per le infrastrutture dei trasporti
limitatamente al disposto di cui agli articoli 2 comma
2, e 6, comma 2.
2. Ai fini del graduale raggiungimento degli obiettivi
fissati dalla presente legge, le imprese interessate
devono presentare il piano d risanamento acustico di
cui all'articolo 3 del citato decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri 1 marzo 1991, entro il termine
di sei mesi dalla classificazione del territorio comunale
secondo i criteri di cui all'articolo 4, comma 1, lettere
a), della presente legge. Nel piano di risanamento
dovr essere indicato con adeguata relazione tecnica il
termine entro il quale le imprese prevedono di
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adeguarsi ai limiti previsti dalle norme di cui alla


presente legge.
3. Le imprese che non presentano il piano di
risanamento devono adeguarsi ai limiti fissati dalla
suddivisione in classi del territorio comunale entro il
termine previsto per la presentazione del piano stesso.
4. Con decreto del ministro dell'Ambiente, di concerto
con il ministro dell'Industria, del commercio e
dell'artigiano, entro sei mesi dalla data di entrata in
vigore della presente legge, sono stabiliti i criteri e le
modalit per l'applicazione delle disposizioni di cui
all'articolo 2, comma 3, del citato decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 1 marzo 1991.

Art. 16. - Abrogazione di norme


1. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa
deliberazione del Consiglio dei ministri, emanato, ai
sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto
1988, n. 400, entro novanta giorni dalla data di entrata
in vigore della presente legge, su proposta del ministro
dell'Ambiente, di concerto con i ministri competenti,
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un apposito regolamento con il quale sono individuati


gli atti normativi incompatibili con la presente legge,
che sono abrogati con effetto dalla data di entrata in
vigore del regolamento medesimo.

Art. 17. - Entrata in vigore


1. La presente legge entra in vigore sessanta giorni
dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sar
inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi
della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque
spetti di osservarla e di farla osservare come legge
dello Stato.

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BIBLIOGRAFIA
Ettore Cirillo

Acustica applicata

- McGraw

Hill, Milano, 1997


Renato Spagnolo Manuale di acustica applicata UTET, Torino, 2001
Cyril M. Harris Manuale di controllo del rumore
- 1983
Giovanni Ibba

Elementi di acustica tecnica

1980
Antonio Pratelli

Metodi statistici applicati

allanalisi dei dati di traffico


Francesco A. Viola Sistemi di trasporto 2/97
Mario Mattia Valutazione del disturbo
Salvatore Leonardi

Dispense del corso di

infrastrutture viarie urbane e metropolitane

203

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