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di Banca Carige
Monete, pesi e bilance monetali
a cura di
Lucia Travaini
con la collaborazione di
Monica Baldassarri
SilvanaEditoriale
Il patrimonio artistico
di Banca Carige
Continua il viaggio alla scoperta del patrimonio storico-artistico di Banca Carige, percorso iniziato due anni fa dallo studio
della pinacoteca e proseguito con lesame delle sculture, delle opere di grafica e degli arredi darte.
il momento, ora, della collezione numismatica dellistituto.
La raccolta argomento di questo volume, compilato con competenza e passione dalla professoressa Lucia Travaini
dellUniversit Statale di Milano, insieme ad alcuni collaboratori, ognuno per la parte di conoscenza specifica.
A lei e agli altri studiosi il mio pi vivo ringraziamento per aver dato un cos importante contributo allo studio
e alla conoscenza della monetazione ligure e genovese, in particolare.
Linsieme si presenta ampio e variegato, prezioso per qualit e quantit. In esso si comprendono oggetti diversi tra loro
ma accomunati dal legame con laffascinante storia della moneta. Non solo, quindi, tondini di metallo pi o meno
prezioso, battuti con conii pi o meno elaborati (e da qui le diverse descrizioni che troviamo nel catalogo),
ma anche bilance per lesercizio dellattivit di cambia valute e, di conseguenza, pesi monetali che sono stati inventati
per far funzionare tali bilance.
Anche in questo caso Genova protagonista: quasi tutta la raccolta costituita da pezzi usciti dalla zecca di Genova,
durante i suoi quasi sette secoli di vita, e dalle cosiddette zecche minori ovvero dalle zecche situate in localit
che godevano del diritto di produrre moneta, per concessione imperiale alle pi importanti famiglie dellaristocrazia
genovese e ligure. Infine le monete battute nei possedimenti genovesi doltremare, nel Mediterrano orientale
e nel Mar Nero. Al termine, in ordine cronologico, una selezione delle monete prodotte in Italia dagli anni
del Risorgimento nazionale fino al 1950.
E proprio la storia di Genova e della sua regione ci viene restituita da questa collezione e da questo volume perch,
come sottolinea lautrice nel suo saggio di apertura, la moneta espressione della sovranit dello Stato fondato sul diritto.
E le parole lo confermano: numismatica viene da nummus, moneta in latino, e questo da nomos, parola greca,
cio legge.
Con piacere e orgoglio presento, quindi, questo volume che invito a sfogliare per cogliere, anche attraverso le belle
immagini, la voce del nostro passato plurisecolare in cui affondano le radici della nostra identit, solido ancoraggio
per altra crescita verso nuovi orizzonti.
Giovanni Berneschi
Presidente di Banca Carige S.p.A.
Avvincente e sorprendente questo terzo volume dedicato al variegato e preziosissimo patrimonio artistico
di Banca Carige, un tesoro unico che fonte di piacere estetico e di arricchimento culturale.
La nuova pubblicazione della serie ha come oggetto la collezione numismatica di Banca Carige, componente
integrativa sia dei dipinti e dei disegni (primo tomo) sia delle sculture, delle ceramiche, delle stampe e degli arredi
(secondo tomo).
Un libro sulle monete, dunque. Che per molti si riveler una bella scoperta. Perch le monete antiche hanno
un valore ben maggiore di quanto i pi credano: sono oggetti darte, documenti storici, pezzi che rievocano vite,
mestieri, luoghi, epoche.
Grazie alle straordinarie competenze e alla bravura degli autori, questo volume affascina, coinvolge, appassiona;
ci regala emozioni e sapere. Ci conduce sapientemente in un viaggio inaspettatamente interessante, denso anche
di curiosit. , a sua volta, unopera darte. Opera darte e strumento di cultura. Illustrata con notevole maestria,
la collezione numismatica di Banca Carige stimola apprendimenti e ricordi, sentimenti e aspirazioni, scuote lo spirito
e lo eleva.
La collana intitolata al patrimonio artistico di Banca Carige non poteva avere conclusione migliore.
Il nostro orgoglio giustificato, per lopera e per il patrimonio. Da buoni liguri, per, sul compiacimento siamo
abituati a far prevalere la responsabilit dello sviluppo, anche dellarte e della cultura: limpegno della Banca
e della Fondazione Carige continua.
Flavio Repetto
Presidente Fondazione Carige
Questo libro stato realizzato grazie alla attenta e generosa collaborazione di molte persone che desidero ringraziare;
innanzi tutto Monica Baldassarri, il cui paziente lavoro sul materiale nella sede di Banca Carige stato indispensabile;
con lei devo ringraziare tutti gli autori dei testi i quali hanno consegnato i loro scritti e immagini nei tempi previsti:
Marco Bazzini, Maurice Cammarano, Giuseppe Felloni, Walter Ferro, Ernest Oberlnder-Trnoveanu.
Per laiuto bibliografico ringrazio: la dottoressa Rina La Guardia della Civica Biblioteca Archeologica e Numismatica
del Castello Sforzesco a Milano; il dottor Giuseppe Girola della Societ Numismatica Italiana; per il reperimento
di libri introvabili sulle monete di Monaco M. Christian Charlet dellAssemble Nationale de France (Parigi),
M. Francesco Pastrone delle ditions Victor Gadoury (Principato di Monaco) e Umberto Moruzzi (Roma).
Per lo scambio di materiali e altre notizie sulle monete della Corsica sono molto grata a Jean Malbrunot (Bonifacio).
Ringrazio inoltre Dario Ferro, Maila Chiaravalle, Eva Caianiello e Matteo Broggini.
Gli amici del Circolo Numismatico Ligure Corrado Astengo sono stati particolamente accoglienti e generosi di aiuto:
ringrazio, per tutti, il presidente Fabio Negrino e lex presidente Renzo Gardella.
Per informazioni sulla riforma delleuro sono veramente grata allavvocato Salvatore Messina, direttore della sede
di Milano della Banca dItalia.
Per la concessione di immagini riprodotte nel volume sono grata ai seguenti musei:
British Museum di Londra, Department of Coins and Medals, e in particolare al Keeper Dr Philip Attwood
e al Curator of Medieval and Early Modern coinage Dr Barrie Cook;
Fitzwilliam Museum di Cambridge, Department of Coins and Medals, e al Keeper Dr Mark Blackburn
e al suo collaboratore Dr Jonathan Jarrett;
Mnzkabinett und Antikensammlung der Stadt Winterthur, e al conservatore Benedikt Zch;
Museo della Bilancia di Campogalliano (Modena), nelle persone del direttore dottor Maurizio Salvarani e delle dottoresse
Giulia Luppi e Lia Apparuti.
Ringrazio la British Academy che tramite il dottor Mark Blackburn ha gentilmente concesso luso del font Inscription
Numismatic con cui sono state trascritte le legende monetali.
Sono grata allAmministrazione e alla Direzione Generale di Banca Carige che hanno reso possibile la redazione
di questo catalogo che permette di approfondire, per la prima volta, la conoscenza di una collezione tra le pi importanti
dedicate alla monetazione genovese.
Il dottor Stefano Pitto di Banca Carige, con la sua costante presenza e assistenza, ha avuto un ruolo preziosissimo
per la realizzazione di questo libro, assieme al fotografo Mario Parodi, autore della campagna fotografica realizzata
con grande perizia, e con Monica Baldassarri li ringrazio sentitamente.
Infine, ringrazio le dottoresse Natalia Grilli e Annamaria Ardizzi le quali hanno saputo trasformare i misteri
del loro primo grande catalogo numismatico in una comune esperienza davvero piacevole e costruttiva.
Lucia Travaini
Dipartimento di Scienze dellAntichit
Universit degli Studi di Milano
SOMMARIO
12
304
Lucia Travaini
306
La zecca di Savona
Walter Ferro
324
Lucia Travaini
MONETE
26
328
48
Giuseppe Felloni
34
Corsica e Monaco
330
366
Appendice
a cura di Lucia Travaini
60
Walter Ferro
66
78
376
82
Monete di Savona
381
Lucia Travaini
84
382
Pesi monetali
Maurice Cammarano
400
Bilance
Maurice Cammarano
89
90
296
APPARATI
413
416
Ernest Oberlnder-Trnoveanu
418
Bibliografia
MONETE
MONETE
25
MONETE
T
P = * v (F+S)
t
(formula n. 2)
27
MONETE
crescente di moneta metallica per effetto dellincremento demografico, dellintensificarsi degli scambi e
dellabbandono del baratto nelle aree pi arretrate del
continente, e un incremento inadeguato dellofferta
di metallo coniabile. il fenomeno ben conosciuto
della svalutazione secolare della moneta o dellinflazione secolare; le due espressioni identificano le due
facce della stessa medaglia, che si palesa per il primo
aspetto con la riduzione progressiva dellequivalenza
metallica dellunit di conto e per il secondo aspetto
con il valore crescente delloro e dellargento (come
di tutti gli altri beni) in termini di unit di conto. La
tendenza si manifest con ritmi e intensit diversi da
metallo a metallo, da epoca a epoca, da paese a paese,
ma fu assolutamente generale. A Genova, tra i primi
anni del secolo XIII e gli anni 1795-1804, lequivalenza in argento della lira di conto scese da 70 grammi a
3,70 grammi (-95%) e nel contempo il prezzo dellargento crebbe da 4,5 lire la libbra a 84 lire (+1900%);
quanto alle merci, a titolo meramente indicativo ci si
pu riferire al prezzo del grano che nello stesso periodo aument da 0,45 lire la mina a 53 lire (+1180%)2.
Nel medio-breve andare il rincaro dei metalli monetabili dipendeva da fattori congiunturali che provocavano la rarefazione delle monete grosse, il rialzo del
loro valore di libero mercato e di conseguenza anche
laumento di prezzo delloro e dellargento grezzi; la
contrazione del circolante pregiato poteva avere cause diverse, ma tutte finivano per scatenare una serie
di azioni e reazioni che conducevano alla medesima
conseguenza.
Ad esempio, nel caso di una carestia che richiedeva
grossi approvvigionamenti allestero, nella bilancia
dei pagamenti poteva formarsi un disavanzo cospicuo
che doveva essere saldato con una rilevante quantit
di monete doro e dargento impoverendo la circolazione interna. Se la rarefazione del circolante nobile
non era compensata da un adeguato aumento della
sua velocit di circolazione (evento improbabile), le
valute grosse risultavano insufficienti a soddisfare tutte le transazioni di maggior importo e ci provocava
la formazione di un aggio sul corso legale. Il rialzo
delle quotazioni libere, a sua volta, generava altre forze inflazionistiche, sia perch il rincaro poteva essere
diverso tra le valute (il che era allorigine di altre manovre speculative), sia per le conseguenze che ne derivavano allerario. Lo Stato e le magistrature annonarie, come si accennato, effettuavano molti pagamenti
in valute grosse e riscuotevano le entrate in monete al
corso legale; quando le quotazioni commerciali si innalzavano oltre i corsi legali, tali enti dovevano perci
procurarsi sul mercato libero una parte delle monete
grosse di cui abbisognavano pagandole al valore abusivo e quindi con un esborso nominale maggiore. Per
contro, nel caso degli introiti stabiliti in moneta cor-
a fronte
3. Il pi antico registro
della zecca di Genova un
libro mastro del 1365
con la registrazione in partita
doppia delle monete coniate,
i committenti, i compensi pagati
alle maestranze e il risultato
economico della gestione.
Genova, Archivio di Stato,
Zecca antica, n. 1
4. Viene qui riprodotto un
estratto dal primo mastro
della zecca (1365): la sezione
dare del conto aperto al
banchiere Giovanni Sachus,
ove sono registrati il numero
e il peso dei genovini doro
che egli fece coniare: il 10 marzo
n. 1554 genovini per 17 libbre,
il 14 marzo n. 3330 genovini
per 37 libbre, ecc.
Genova, Archivio di Stato,
Zecca antica, n. 1, c. 18
5. Habuimus feri pro cuniare
ut infra. Il mastro della zecca
del 1404 si apre con lelenco
delle attrezzature duso corrente
o utilizzate in passato e ancora
conservate in sede: pile (conii
di incudine) e torselli (conii
di martello) per i genovini
doro, le petachine, le tersairoris
(terzarole) doro, i denari
minuti, i sesini ed i grossi.
Genova, Archivio di Stato,
Zecca antica, n. 4, c. 1
sul mercato (il che equivaleva a sanzionare la svalutazione dellunit di conto) oppure ridurre le monete a
esatta proporzione con una rifondita generale (molto
costosa).
La rarefazione delle monete grosse e il parallelo rincaro dei metalli preziosi potevano scaturire infine
dalla decisione dello Stato di procurarsi un introito
straordinario mediante laumento del signoraggio
o una maggior coniazione di biglione. Se la circolazione di tali monete si dilatava oltre il fabbisogno
fisiologico (il volume delle transazioni minute al cui
pagamento le monete divisionarie erano funzionalmente adibite), il mercato poteva non accettare pi il
valore largamente immaginario delle monete piccole
(sino ad allora tollerato in considerazione della loro
utilit e della limitata circolazione) e attribuire loro
un potere dacquisto minore in termini di merci e di
monete grosse; a questo punto i detentori di queste
ultime, di fronte allalternativa di rimetterci dandole
al valore legale o di contravvenire alla legge spendendole al valore di mercato (superiore al precedente ma abusivo), preferivano non immetterle nel
circuito degli scambi e tesaurizzarle. Va osservato,
in proposito, che il ricorso allemissione di monete piccole fu un fenomeno del quale studiosi anche
autorevoli hanno travisato la meccanica e sopravvalutato le conseguenze sul circolante, sui prezzi, sugli
scambi con lestero. La constatazione del notevole
divario esistente in termini di metallo tra le monete
grosse e un valore equivalente di piccole, infatti, ha
suggestionato a tal punto gli studiosi italiani del Set-
in questa pagina
6 . Il mastro della zecca
del 1404 contiene anche
la tariffa, qui riprodotta,
che la zecca applicava per
la coniazione delle monete
in corso (soldi 7.08 per ogni
libbra di sesini, soldi 5.09 per
i minuti, soldi 4.05 per i grossi)
e la sua ripartizione tra
compensi per gli operai
e guadagno per il governo.
Genova, Archivio di Stato,
Zecca antica, n. 4, c. 1
7. Genova, palazzo San Giorgio.
La Casa di San Giorgio, che
aveva sede nellomonimo
palazzo, costitu per quattro
secoli il cuore della finanza
genovese dove si intersecavano
gettiti fiscali, affari dogni genere
e risparmi privati. Il ruolo
da essa svolto documentato
dal suo ricco archivio,
di cui disponibile in internet
linventario analitico
(www.lacasadisangiorgio.it).
GIUSEPPE FELLONI
29
30
MONETE
Tabella 1
Natura e frequenza degli interventi sulle monete in circolazione
Titolo
+ Taglio
+ Valore
Titolo
+ Taglio
+ Valore
Titolo
Oro
+ Valore
1350-1500
Argento
+ Taglio
Monete piccole
11
1501-1650
31
12
1651-1814
41
16
11
Totale
79
29
17
19
32
Gli interventi sulle monete piccole riguardarono principalmente il peso e il titolo. Nel corso del tempo il
peso and diminuendo progressivamente a eccezione di brevi rimonte per mascherare una drastica riduzione del titolo con una maggior quantit di rame.
Il titolo in argento, invece, fu sempre in discesa fino
a cedere completamente al rame, come per il denaro
(1629), i pezzi da denari quattro (1751), da denari sei
(1671) e da un soldo (1670). Gli interventi sul valore
unitario furono limitati al cavallotto, aumentato da ss.
4 a ss. 6.08 nel 1669 e riportato al valore precedente
nel 1735; per le altre monete piccole il valore non fu
mai toccato e per tener conto dellinflazione secolare
il governo si limit a integrarle con lemissione di pezzi di maggior valore unitario. Questa politica aveva
la sua principale ragion dessere nella circostanza che
le monete piccole servivano ad acquistare al minuto
le derrate alimentari; la pi importante di queste, il
pane, aveva addirittura un prezzo fisso per pagnotta
(venduta per una parpaiola o un cavallotto, termini
31
MONETE
rischi insiti nelluso della moneta e che alcuni conflitti di interesse sfociassero nelle aule di giustizia, ma i
criteri a cui le sentenze si ispirarono non sono stati ancora studiati. Solo in et moderna la legislazione genovese si occup in modo organico del problema con
una legge del 19 novembre 1637 - 1 febbraio 1638,
che regol luso della moneta nei pagamenti secondo
i seguenti principi:
a) nei contratti e nei testamenti in cui la prestazione era
indicata in una moneta effettiva particolare o in una
moneta immaginaria specifica (comerano le lire di numerato in San Giorgio) o in una moneta immaginaria
corrente (ad esempio lire), il pagamento doveva farsi in
monete che avessero lo stesso potere dacquisto complessivo della somma in denaro versata dal creditore o
indicata dal testatore;
b) la disposizione precedente si applicava anche ai censi, purch il creditore non avesse riscosso il medesimo
importo nominale per almeno dieci anni senza protestare;
c) gli affitti, i salari e le prestazioni periodiche, se non
a fronte
10. Dopo i banchi in numerato
del 1531 e 1539 (i primi banchi
pubblici dEuropa in et
moderna), nel 1586 la Casa
di San Giorgio istitu un banco
che riceveva e pagava solo
monete doro delle cinque
stampe e del quale qui
riprodotta una pagina del
primo libro giornale. Il nuovo
banco non permise solo
di risolvere alcuni problemi
immediati di liquidit della
Casa, ma costitu per i privati
una difesa permanente
dalla svalutazione dellargento.
Genova, Archivio di Stato,
Banco di San Giorgio, registro
n. 17,09330.
11. Secondo il consueto
riscontro effettuato nella Casa
di San Giorgio allinizio di
ogni anno, al 2 gennaio 1614
il denaro liquido esistente
nella sacrestia principale del
banco di numerato ascendeva
a lire 1.456.418, oltre a mezzo
milione di lire della sacrestia
vecchia e a quasi 3 milioni
di lire nelle casse dei banchi
in oro e in argento. Si tratta
quindi di 5 milioni di lire
in forma liquida, una somma
enorme che equivaleva al 90%
dellintero fabbisogno annuale
della Repubblica.
Genova, Archivio di Stato,
Banco di San Giorgio, registro
n. 185,02541.
in questa pagina
12. Le ricchezze guadagnate
dai genovesi con i prestiti
a Carlo V, Filippo II
e Filippo III di Spagna
non restavano per lo pi
nella penisola iberica,
ma venivano rimpatriate, tanto
vero che il poeta Quevedo
lamentava che largento delle
Indie morisse nella Spagna,
ma fosse sepolto a Genova.
Il documento qui riprodotto
la prima pagina di una lista
di 65 casse dargento
in barre e lingotti, che nel 1614
Gio. Battista e Vincenzo
Squarciafico portarono in zecca
per farlo riconiare in crosazzi
genovesi. Genova, Archivio
di Stato, Zecca antica, n. 33.
Per il prezzo del grano nel primo Duecento cfr. Genova, Archivio di
Stato, manoscritto n. 535, p. 667 e passim; per il periodo successivo
cfr. Felloni 1975, p. 293.
3
Felloni 1981, pp. 197-222.
4
Felloni 1975, pp. 309-315.
5
Eccone lelenco. Per le monete piccole: medaglia, denaro, pezzi da
denari 2, 3, 4, 6, 8, 20; soldo, pezzi da soldi 2, 4, 5 e 10. Per le monete
dargento: grosso, grossone o testone, ducatone, scudo del 1593, lira,
Madonnina, scudo di San Giovanni Battista, scudo del 1791. Per le
monete doro: genovino, scudo del sole, scudo e zecchino.
6
Hall et al. 1938, nn. 275, 423, 540 ecc.; per un elenco di tali atti e di
quelli analoghi redatti da altri notai cfr. Chiaudano 1957, p. 210.
7
Statutorum civilium serenissimae reipublicae Genuensis. Libri sex,
Genuae, apud Petrum Ioannem Calenzanum, MDCLXIII.
GIUSEPPE FELLONI
33