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Jorge Amado.

ALTE UNIFORMI E CAMICIE DA NOTTE.


Garzanti, Milano.
Prima edizione: maggio 1983.
Traduzione dal portoghese di Elena Grechi.
Titolo originale dell'opera: "Farda fardao camisola de dormir".
Copyright Jorge Amado, 1979.

INDICE.
Capitolo primo.
Dell'esecuzione del poeta Antnio Bruno, avvenuta come conseguenza della caduta di Parigi,
durante la seconda guerra mondiale.
Capitolo secondo.
La battaglia del Petit Trianon.
Capitolo terzo.
Guerriglia sulla spianata del castello.
Note.
***
A Zlia che rivive la sua infanzia a Pedra do Sal.
Alle mie sorelle, Fanny, Lu e Misette.
Alla memoria di Afrnio Peixoto e Antnio da Silva Melo.
Ad Alceu Amoroso Lima e Joao Cond che conoscono le storie di quei tempi.

la gloria che resta imperitura, eleva, onora e consola.


(Machado de Assis, rispetto all'Accademia brasiliana)
Quelle connerie, la guerre!
(Jacques Prvert in "Barbara")
Heil Hitler!
(Saluto piuttosto in uso a quei tempi)
No pasarn!
(Parola d'ordine della Pasionaria durante la guerra di Spagna, riesumata dal vecchio accademico
Evandro Nunes dos Santos)

Questa favola narra di come due vecchi letterati, accademici e liberali, partirono in guerra contro il
nazismo, la dittatura, la prepotenza. Ogni e qualsiasi somiglianza con individui, organizzazioni,
accademie, classi e caste sociali dovr essere considerata pura e semplice coincidenza, trattandosi,
come si tratta, di una storia frutto della fantasia dell'autore e della sua esperienza. Di reale non c'
che la dittatura del Nuovo Stato, con le leggi di sicurezza pubblica, la macchina della repressione, le

prigioni rigurgitanti di prigionieri politici, le camere di tortura, l'oscurantismo, e la seconda guerra


mondiale, scatenata dal nazifascismo nel suo momento peggiore, quando tutto sembrava perduto e
la speranza veniva meno.

CAPITOLO PRIMO.
Dell'esecuzione del poeta Antnio Bruno,
avvenuta come conseguenza della caduta di Parigi,
durante la seconda guerra mondiale.

"Il sonetto che non fu scritto".


Il poeta Antnio Bruno mor, vittima di un infarto fulminante - il secondo in poco tempo - il 25
settembre 1940. Il mattino luminoso, dall'aria limpida e la temperatura piacevole, gli aveva riportato
alla mente un'altra mattinata cos, diafana e luminosa, che attraverso la finestrella dell'abbaino
illuminava lo studio parigino e avvolgeva, quasi una rosea e trasparente camicia da notte, il corpo
nudo della giovane donna addormentata. Visione degna d'un sonetto, aveva pensato; ma non l'aveva
scritto, perch lei si era svegliata e gli aveva teso le braccia.
Nel ricordo, prese carta e penna e con la sua bella calligrafia, quasi un ornato, tracci in cima alla
pagina quello che sarebbe stato indubbiamente il titolo d'un poema d'amore: "La camicia da notte".
Il ricordo si fece doloroso, il rimpianto crudele, ahi, mai pi! Il poeta non ebbe tempo neppure per il
primo verso: port la mano al petto, abbandon la testa sul foglio, lasci un seggio vacante
all'Accademia brasiliana.
Il primo infarto l'aveva colpito esattamente tre mesi prima, mentre ascoltava al giornale radio la
notizia della caduta di Parigi.
"Una battaglia ardua e sanguinosa".
Una battaglia, s, e che battaglia! - affermava anni dopo mastro Afrnio Portela che con l'et si era
fatto categorico. In occasione dei commentati eventi, aveva sottolineato il carattere mondiale della
guerra: siamo tutti coinvolti, aveva detto, il campo di battaglia non ha limiti n confini; qualsiasi
arma utile e adeguata, ogni vittoria, per minima che sia, accende una speranza.
Col passare del tempo, divenuto ormai un ottantenne dalla conversazione suadente e seducente,
conversatore impareggiabile, si accentuata in lui la tendenza ad ampliare la portata degli eventi e
degli insegnamenti da essi risultanti, e si proclama, parte per scherzo, parte sul serio, membro attivo
della Resistenza francese, del maquis, comandante di guerriglieri - e cos ag, a quanto sembra.
Cos agirono, a quanto risulta, lui e quel temerario del professor Evandro Nunes dos Santos, suo
complice nella cospirazione e, a detta dello stesso Afrnio, il pi accanito e implacabile nella
seconda parte dell'operazione.
Io mi consideravo soddisfatto, mi pareva che avessimo raggiunto l'obiettivo, ma Evandro non si
rassegn: con lui era tutto o nulla.
Mastro Afrnio Portela non dimentica di aggiungere che la famosa battaglia, in cui erano state
sgominate le forze internazionali del nazifascismo e le forze nazionali della reazione e della
prepotenza, era stata non solo ardua ma altres sanguinosa.
"La contingenza storica".
Battaglia, una semplice elezione? Con le votazioni, oltre a tutto, ridotte ad una corporazione
singola, con ristretto numero di elettori, trentanove appena, i trentanove accademici viventi.

Senza voler oscurare la portata e l'importanza dell'elezione di un nuovo membro dell'Accademia


brasiliana, argomento di vasta ripercussione sulla stampa e nei circoli intellettuali, visto l'innegabile,
ancorch discusso prestigio della istituzione, si deve tuttavia convenire che trattavasi di evento di
portata limitata, se si consideri l'epoca di eventi storici immensi e terribili in cui avvenne, in piena
guerra mondiale, nell'anno di grazia 1940, ovverossia nel momento in cui le vittoriose truppe della
Wehrmacht avevano appena invaso la Francia, e la Luftwaffe radeva al suolo citt e distruggeva
campi in Inghilterra. Per molta gente, la maggioranza forse, la sconfitta delle nazioni democratiche
appariva inevitabile, il collasso totale non sarebbe tardato - questione di brevissimo tempo. Hitler
annunciava un millennio di dominazione nazista, ci stavamo entrando. Tempo di paura, tempo di
disperazione.
Mille anni: quante generazioni di schiavi? Gli aerei tedeschi coprivano il cielo di Londra, in
continui bombardamenti, i carri armati invasori occupavano il territorio paese dopo paese, in
Europa; la Polonia era scomparsa dalla carta geografica, non pi si udiva il suono dei valzer
viennesi, n si pronunziava il nome imperiale dell'Austria; sull'antica torre di Praga sventolava la
bandiera con la svastica e sul petto degli ebrei la stella di Davide era un fiore di sangue. Sangue e
fango, terrore e infamia, protettorati e protettori, la Gestapo, le S.A. e le S.S., i campi di
concentramento, le camere a gas, l'ignominia e la morte. Tempo di timore e perdita di speranza,
tempo di disperazione.
In Brasile, con la costituzione totalitaria del Nuovo Stato, con la vigenza dello stato di guerra, la
repressione, riflesso delle vittorie dell'Asse, aveva raggiunto il suo momento di maggior brutalit e
oscurantismo. L'idillio con la Germania nazista guidava la politica del governo: censura totale sulla
stampa, la famigerata Legge di sicurezza pubblica, col suo tribunale di condanne, nessuna garanzia
individuale, nessun diritto, nessuna libert, mentre il potere della polizia veniva esercitato senza
limiti, senza controllo. Nei penitenziari, nelle colonie penali, nei sotterranei delle varie stazioni di
polizia, i prigionieri politici e la tortura.
Nel momento preciso in cui l'accademico Lisandro Leite telefonava, agitato, al colonnello Agnaldo
Sampaio Pereira, per comunicargli la funebre e gradita notizia della morte del poeta Bruno,
telefonata che diede inizio alla mobilitazione delle forze, il ferroviere Elias, conosciuto anche come
il Profeta, nome di battaglia, era sospeso in aria, appeso per i testicoli, al quartier generale della
Polizia speciale. Atleti di quel corpo d'assalto, baluardi del regime, volevano che il Profeta,
arrestato due giorni prima, desse nomi e indirizzi, rivelasse collegamenti. Stranamente, alcune strofe
di una poesia di recente pubblicazione, letta in una sudicia copia mimeografata, concorrevano al
prolungarsi dell'ostinato silenzio del prigioniero, lo sostenevano nella prova atroce. Non avevano
tuttavia sostenuto il poeta Antnio Bruno, che della poesia era l'autore, non gli avevano dato la
forza per superare la delusione e la disperazione.
In un panorama cos drammatico, come prendere sul serio la semplice elezione di un accademico,
prestarle altro significato fuorch il pettegolame e le chiacchiere abituali? Elettori illustri, chiaro,
personalit esponenziali nella vita culturale del paese, l'immortalit, il titolo, la massima di gala,
tutto concorre perch un posto libero all'Accademia brasiliana divenga un episodio di risonanza
nazionale, a volte motivo di aspre competizioni. Ma di l a trasformarsi in una battaglia senza
quartiere fra il nazismo trionfante e le debilitate forze democratiche, il passo lungo.
Fu ci che avvenne, tuttavia. Mastro Afrnio Portela non ha mentito n esagerato nel parlare di
battaglia e nell'evocare una luce di speranza. Quanto all'altro letterato, autore di alcuni saggi di
importanza fondamentale sopra la realt brasiliana e l'uomo brasiliano, notevoli per l'ampiezza delle
conoscenze, l'originalit del pensiero e il coraggio delle affermazioni - Evandro Nunes dos Santos essendo estremamente individualista port il combattimento fino alle sue ultime conseguenze.
Aveva in orrore qualsiasi forma di arbitrio e d'imposizione, al punto da evitare d'indossare la
marsina accademica, e partecipare alle sessioni solenni in frac. Frac che molto bene si accordava
con le sue convinzioni civili oltre che col suo fisico di settantenne alto e magro, dalle mani ossute e
le sopracciglia folte.

"Profilo dell'eroico Colonnello".


Sgradevole davvero l'intervista divenne quando il Colonnello, avendo cominciato a sfogliare le
bozze, perse la testa e smise di rappresentare il suo ruolo. Fino a quel momento la faccenda si era
svolta in una atmosfera pesante ma sopportabile; n d'altronde ci si poteva aspettare grande
cordialit, scambio di galanterie, gentilezze e sorrisi, nell'incontro fra il Capo del sistema di
sicurezza della dittatura e un qualsiasi giornalistucolo sovversivo, sospetto per di pi di
appartenenza al partito comunista, e spudoratamente ebreo.
La faccia stravolta dall'ira, gli occhi folgoranti la luce giallastra dei settari, il Colonnello si fece
minaccioso e imprevedibile. Agit il fascio delle bozze sotto il naso del magro individuo
spaventato, seduto dall'altra parte del tavolo. O piuttosto dall'altra parte della trincea, essendo, come
era, il gabinetto del Colonnello un autentico campo di battaglia. La voce proruppe in falsetto,
strangolata:
Cinico! Osa ancora affermare che questo libello non comunista! Che si pensa che sia io? Un
idiota, eh? pugno sul tavolo che risuon come un obice o una granata.
In generale la voce del Colonnello risuona rotonda, ben impostata, declamatoria, voce di comando.
Sia quando afferma verit a suo giudizio incontrovertibili, sia quando le parole, nel calore della
polemica, schioccano sul viso dell'antagonista come altrettanti schiaffi. Voce e gesti ben misurati,
atteggiamento da leader. Succede per che a volte il Colonnello perda il controllo, e allora addio
l'immagine del capo audace e sereno, duro e competente, impavido. Dalle ceneri dell'imperturbabile
e eroico colonnello Agnaldo Sampaio Pereira sorge il famoso (e famigerato) colonnello Sampaio
Pereira.
Uomo di azione e di pensiero, provato nella lotta (in guerra, corregge lui, in guerra senza quartiere
contro i nemici della patria), autore applaudito di oltre una decina di libri, cinquantenne ben
conservato, bruno piuttosto scuro di pelle. Poco avanti, nel sentirlo proclamare la superiorit della
razza ariana - noi ariani prenderemo per le redini l'universo e lo cavalcheremo - il giornalista
Samuel Lederman, malgrado la situazione scomoda in cui si trovava, invece di applaudire e
ammirare l'immagine, non pot fare a meno di abbandonarsi ad un irrispettoso e temerario
fantasticare: quale percentuale di sangue negro scorreva nelle vene del nobile fantino dell'universo?
Quanto al naso, energico ma adunco, e al cognome Pereira, non denunziavano forse una traccia di
cristiano recente, di avo semita convertito a ferro e fuoco dalla Santa Inquisizione? (Sei un
miscredente Samy, gli ripeteva Dea, accoccolandosi ai suoi piedi.) Ingiuria silenziosa, meglio
conservare il segreto, ch a niente sarebbe servito cercar di discutere le intrinseche qualit ariane del
Colonnello.
S, perch pur essendo egli cos evidentemente brasiliano di molte generazioni e multiple
mescolanze di sangue, nell'affermarsi ariano lo faceva con la pi assoluta convinzione. Aveva
scritto un volumetto ispirato, dal titolo "Per una Civilt Ariana ai Tropici - Saggio di Brasilianit",
esaltato dai giornali di destra, la cui adozione nei ginnasi di stato, come testo di educazione civica,
gli garantiva ampie tirature e pingui diritti d'autore.
Alcune signore lo trovavano bello, ammirandone le spalle larghe, il passo fermo, i capelli neri ben
pettinati, lustri di brillantina, il profilo energico sopra la divisa impeccabile. Visto di sfuggita
presentava una vaga somiglianza con un attore americano in voga all'epoca. D'altronde dell'attore
aveva qualcosa, visto che nel suo celebre atteggiamento da capo inflessibile, dotato d'intelligenza
viva, mente perspicace, comandante intransigente, disumano se necessario in difesa delle sue
immarcescibili convinzioni, esistevano certamente elementi composti ad arte, come appariva chiaro
dall'impostazione della voce, dall'accento oratorio presente anche nelle frasi pi correnti, nel modo
di guardare acuto, quasi a frugare le coscienze colpevoli. Il pi difficile era lo sguardo, che gli
costava una vera fatica, un'attenzione costante, visto che per natura aveva un paio d'occhi tondi,
piuttosto inespressivi, ingenui, senza malizia.
Alcuni giornalisti, nel citare il suo nome, lo facevano precedere da aggettivi pregnanti e marziali prode, risoluto, intrepido. Soprattutto a partire da quel pomeriggio in cui l'allora tenente colonnello

Sampaio Pereira, alla testa dei battaglioni della polizia speciale e delle truppe d'assalto del Servizio
di ordine politico e sociale, aveva affrontato e sconfitto per le vie di Rio de Janeiro, capitale della
repubblica, una massa ululante e minacciosa di agitatori, armati fino ai denti di feroci parole
d'ordine, grida, pugni levati, che sfilavano in segno di protesta contro la consegna dei beni
dell'ambasciata cecoslovacca alle autorit della Germania nazista, a seguito del Patto di Monaco e
dell'occupazione di Praga. Storica sconfitta delle forze della sovversione, che aveva portato come
conseguenza la proibizione delle manifestazioni di massa per un lungo periodo.
Uomo d'azione s, ma anche uomo di pensiero: una vasta opera di teorico a conquistargli titoli ed
encomi nel campo delle lettere: uno dei pi copiosi e attivi fra gli scrittori della sua generazione,
fecondo pensatore politico, saggista dai voli pindarici e cos via. I suoi libri facevano l'apologia
e la propaganda dei regimi forti, analizzavano la decadenza e il putridume delle democrazie,
denunziavano il mostruoso pericolo comunista.
I primi saggi li aveva scritti quando era ancora membro della Camera dei quaranta, militante pieno
d'ardore dell'azione integralista. Quando il golpe del 1937 aveva dissolto i partiti, lui aveva preso le
distanze dall'integralismo, affermando in un articolo: Il Nuovo Stato significa applicazione pratica
della dottrina, degli ideali integralisti, per cui non si vede la necessit di una struttura partitica
inutile e, a rigore, duplice e provocatoria. In occasione del tentativo di colpo di stato del 1938,
Sampaio Pereira si era mantenuto fedele al governo, e non aveva esitato a far arrestare suoi antichi
compagni. I suoi ultimi volumi si proponevano di servire di base ideologica per il Nuovo Stato,
minacciato nella purezza dei suoi principi totalitari e nella sua ferrea disciplina dalla comprovata
incapacit del popolo brasiliano a prendere sul serio i grandi principi e a riconoscere i grandi
uomini, spiegazione da lui stesso fornita al giornalista Samuel nella prima parte dell'intervista:
debolezze, perversioni, fiacchezza di carattere, disgrazie tutte dovute alla mescolanza delle razze
aveva in orrore la mescolanza delle razze.
Sottotenente appena uscito dalla scuola militare, aveva scritto dei versi romantici, che aveva poi
riunito in un rachitico volumetto. Dato che il poeta novellino non aveva ancora alcun potere, i critici
dell'epoca avevano passato sotto silenzio o stroncato il volumetto. Neppure mastro Joao Ribeiro,
cos generoso con i principianti, neppur lui era riuscito a trovare in quelle pagine altro che rime da
quattro soldi e sentimentalismo artificioso. Purtuttavia quando, anni dopo, il Sampaio Pereira
aveva abbandonato la lirica per i saggi politici, lo stesso vecchio critico aveva rimpianto la propria
scarsa preveggenza: magari avesse continuato a massacrare la metrica e le rime, poich ora
minaccia, con una prosa mediocre, la nazione, il popolo, la libert, il nostro stesso futuro.
Come si vede, accanto a tanti ammiratori incondizionati e servili, il Colonnello conosceva anche dei
detrattori, che non gli perdonavano n la sua azione pubblica, n la sua letteratura. Lo accusavano di
essere il becchino della democrazia e dei diritti dell'uomo, di infamare la divisa che portava
mettendola a servizio della repressione poliziesca, lo chiamavano capo nazionale della quinta
colonna, di comandare l'oppressione politica e ordinare le torture, di importare tecnici della
Gestapo. Lo definivano candidato a Gauleiter di Hitler in Brasile.
Inorgogliva, il Colonnello, tanto delle lodi quanto degli attacchi. Lo coprivano di laudi e allori i
patrioti comprovati, il fior fiore del nuovo Brasile. Insulti e vilipendio provenivano dalla
canaglia liberale e comunista.
"Ordini superiori".
Ordini superiori, caro mio, non dipende da me, non posso farci niente
Quando il direttore dell'ufficio stampa e propaganda gli aveva trasmesso la notizia della
soppressione dell'autorizzazione per la sua rivista, Samuel Lederman non si era ancora dato per
vinto, e aveva deciso di andare a parlare direttamente col colonnello Sampaio Pereira. Da lui era
partito l'ordine, lui avrebbe cercato di convincere a cambiare opinione. (Tu non fa giudizio (1),
Samy, morirai credendo ancora nei miracoli, e Da scuoteva la testa dai riccioli castani. )

Il nostro Goebbels rusticano una bestia, aveva osservato il direttore del DIP, ma, rendendogli
giustizia e con certo timore, aggiunse: una bestia sanguinaria. Attenzione a non finire in galera.
Samuca si ricord dei giorni passati nei sotterranei della polizia politica durante le retate dell'anno
precedente: centinaia di persone arrestate in occasione dell'entrata in Praga delle truppe tedesche. Si
era trovato con altri detenuti, oltre cinquanta, in una cella dove a malapena ne sarebbero potuti
entrare venti, senza sanitari, senza letto, a darsi il cambio per dormire sul nudo cemento bagnato; la
sbobba ripugnante servita solo una volta al giorno, il fetore permanente, il bugliolo costituito da una
latta di kerosene. Senza ricordare le grida, perfettamente udibili, dei torturati sotto interrogatorio,
provenienti dalle stanze vicine. Neppure quel ricordo scomodo lo aveva scoraggiato: era stato
corrispondente politico di un grande quotidiano, aveva relazioni influenti, ce l'avrebbe fatta ad
arrivare fino al Colonnello.
Si ricordi che, cos come stanno le cose, pi facile entrare in prigione che uscire aveva concluso
il direttore dell'U.S.P.
Vale la pena far notare la doppiezza politica del personaggio. A servizio del governo in un incarico
di cos vitale importanza, conservava inconfessabili se pur evidenti simpatie per la Francia e
l'Inghilterra, proteggeva tipi gi cos compromessi come quel Samuel Lederman, direttore di
Prospettive, mensile dalla circolazione irregolare, l'ultimo fra gli organi di stampa registrati
presso l'U.S.P. avente una qualche vaga tendenza a sinistra, infine definitivamente proibito.
"Ove il Colonnello scatena la guerra lampo e fissa criteri per le arti plastiche".
Doppiezza politica, prova che il Nuovo Stato non era il blocco monolitico posto a servizio del
nazifascismo di cui sognava il colonnello Sampaio Pereira: resti di liberalismo putrido
corrompevano l'apparato dello stato. Non era tuttavia lontano il giorno in cui unicamente ardenti
patrioti integrali, ariani senza macchia, avrebbero composto il governo. Giorno bello e prossimo
della vittoria finale, teste sarebbero cadute, sarebbe corso il sangue della purificazione. Ispirato, in
piedi vicino al tabellone cui fissata la carta d'Europa, il Colonnello declama:
Stermineremo tutti i nemici, fino all'ultimo. Senza piet! fissa il giornalista con uno sguardo
penetrante. La piet un sentimento da deboli, degradante. Il fiero Colonnello sposta gli spilli
dalle capocchie colorate, portandoli quasi fino alla frontiera fra la Francia e la Penisola iberica.
Abbiamo concluso la prima fase della guerra con il successo pi totale; tutta l'Europa in nostro
potere. Il Fhrer, con il suo genio, riuscito a portare le bandiere con la croce uncinata sulla
sommit dei Pirenei. In Spagna abbiamo il valoroso generalissimo Franco, in Portogallo il nostro
saggio dottor Salazar, una testa che vale oro.
Bilancio effettuato nella prima parte dell'intervista. Il direttore di Prospettive continuava a
mantenere una certa fiducia. Prima di esaminare le bozze - materiale assolutamente innocuo, aveva
assicurato Samuel - il Colonnello aveva voluto dimostrare l'assoluta inutilit dell'opposizione al
nazifascismo e aveva scatenato la guerra totale, la blitzkrieg. Ma, malgrado gli eserciti in campo, i
carri armati, i caccia, i bombardieri, e malgrado i morti, i prigionieri, i campi di lavoro e di
sterminio, le vittoriose bandiere dalla svastica, il giornalista non aveva ancora perduto la speranza di
una soluzione favorevole. Di fronte a tale grandiosit, che pericolo avrebbe potuto rappresentare
una piccola rivista ridotta alla pubblicazione di qualche corrispondenza o servizio, di prudenti
articoli di argomento internazionale, a proposito del New Deal americano per esempio, e di
qualche poesia e qualche racconto? Ascolta, il giornalista, attento, non contesta le affermazioni del
Colonnello il quale, preso dall'entusiasmo, comincia a prevedere i giorni avvenire, la resa
imminente dell'Inghilterra e, poi Una pausa per aggiungere solennit all'informazione assolutamente
certa, proveniente, chiss, magari direttamente dall'Alto comando tedesco?
Poi sar la volta della Russia comunista. Per le nostre divisioni blindate, diceva nostre
divisioni con la maggior naturalezza di questo mondo, non era forse il Brasile l'alleato naturale del
Terzo Reich nell'America del Sud? una passeggiata nella steppa, una o due settimane al massimo e
la Russia scomparir dalla faccia della terra, il comunismo sar completamente sradicato!

Avendo cos conquistato l'Unione Sovietica e liberato il mondo dal pericolo comunista, il
Colonnello torn a sedersi, marziale e soddisfatto di s. Lanci un'occhiata vittoriosa verso l'altro
lato della scrivania, o per meglio dire della trincea, onde godersi lo spettacolo del nemico
annichilito, constatando con sorpresa che il miserabile giudeo non era annichilito proprio per niente.
Gli colse anzi sulle labbra indegne un sorriso ironico e nella voce una traccia di canzonatura:
Una settimana, Colonnello? Guardi che un bel pezzetto di terra da attraversare.. Napoleone..
Silenzio!
L'occhiata penetrante diventa malevola e sospettosa, il Colonnello ha fatto il viso delle armi;
Samuel si pente, ma ormai tardi (ahi, Samy, quel tuo carattere ti procurer dei guai, prevedeva Da,
baciandogli gli occhi). Dopo un indigesto minuto di silenzio, il Colonnello afferr un mucchietto di
bozze e, appena cominciato a sfogliarle fu preso dalla rabbia:
Ma lei un cinico! Ognuna di queste righe stilla veleno si sofferma sui titoli degli articoli, sulle
foto, legge qualche brano qua e l: <Latifondo, resti di feudalesimo, il cangao> (2)
indottrinamento marxista bello e buono, come osa negarlo? Fotografie di favelas e negri Non c'
forse a Rio qualche quartiere decente che meriti l'onore di essere fotografato? I bianchi sono forse
spariti dalla faccia della terra?
E' un servizio sul samba cerca di spiegare Samuca.
Silenzio, ho detto! Arte moderna! Oscenit, arte degenerata! Il Fhrer col suo genio ha proibito
questo schifo. Cose del genere non servono ad altro che a devirilizzare una nazione: ecco perch la
Francia si prostituita, trasformandosi in un paese di effeminati.
I nudi poderosi e violenti offendono i canoni di estetica dell'impeccabile Colonnello. Li respinge
egli con autentica nausea, con sincera repulsa, come l'opposto del bello. Il Colonnello apprezza il
nudo femminile quando sia realmente artistico, dipinto con ispirazione e sentimento.
Samuel cerca di approfittare dell'inattesa critica d'arte per rifarsi dallo spavento, riprendere quota,
ristabilire il dialogo. Ma non arriva a parlare, perch il Colonnello perde completamente la testa e si
abbandona a un torrente di invettive nel vedere una foto a pagina intera del Presidente degli Stati
Uniti, Franklin Delano Roosevelt:
Non ci mancava che questo! Ma il colmo!
Ma, Colonnello, il Presidente
Presidente Un giudeo al soldo del comunismo internazionale, ecco cos'! Delano un nome ebreo,
non lo sapeva? Ebbene, noi lo sappiamo!
Con ripugnanza lascia cadere la pagina da cui gli sorride l'abominevole statista, afferra l'ultimo
pacco di bozze, ma non ha tempo per indignarsi sul "Canto d'Amore per una Citt Occupata" del
poeta Antnio Bruno, perch comincia a suonare il telefono.
Linea privata, esclusiva, nota a pochissimi eletti, usata solo per trattare di argomenti importanti e
urgenti. Il Colonnello lascia andare le bozze, solleva il ricevitore ancora con gli occhi torvi, la voce
incrinata dalla rabbia. Subito dopo, tuttavia, si rivest della sua immagine delle feste, voce non solo
calma e ben impostata, ma gentile, deferente, adulatrice quasi. Accidenti, pens il giornalista,
questo come minimo il ministro della guerra.
"L'accademico Lisandro Leite, illustre giurista e generoso amico".
Sbagliava. N ministro, e neppure un militare. Chi si affannava al telefono, grasso e sudato, con la
sua capigliatura leonina, era l'Accademico, Procuratore e Docente universitario, Lisandro Leite portatore di tutto quel ben-di-dio di titoli, aveva avuto le pi grosse difficolt per avere la linea
privata del Colonnello.
Antnio Bruno morto stamattina, Colonnello. Ma io ero in Tribunale, l'ho appena saputo
Il Colonnello ascolta la funebre (e ben avventurata) nuova, non riesce a dominare la sua eccitazione,
a reprimere un sorriso. Ma subito dopo si ricompone, inghiotte sorrisi e letizia, si affibbia sul viso la
compunzione e gravit richieste dalla circostanza infausta (fausta, faustissima) appena
comunicatagli:

Il poeta Antnio Bruno? Morto?


Abbiamo il posto libero, Colonnello!
Grave perdita per le Lettere nazionali. Bardo altamente ispirato.
Indubbiamente, indubbiamente. Un grande poeta Lisandro Leite interrompe l'eloquente epitaffio.
In fin dei conti non aveva combattuto mezza mattinata contro i rifiuti ottusi di caporali e sergenti
che si ostinavano a negargli la linea richiesta, non aveva smosso cielo e terra per avere il numero
segreto, per poi perder tempo ad ascoltare luoghi comuni; non era ancora venuto il momento del
discorso ufficiale d'insediamento:
conservi queste belle frasi per il discorso, Colonnello.
Come dice? Che discorso?
Abbiamo il posto libero, Colonnello! Dava la notizia con l'enfasi di chi stia offrendo un dono
raro, di incalcolabile valore. S, non aveva compiuto quella maratona solo per comunicare la morte
di un poeta, di un collega dell'Accademia. Devoto e generoso, veniva a donare al suo illustre
confratello e amico, colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, il posto rimasto libero, l'Immortalit. Ma
il Colonnello dovr agire rapidamente, non pu perdere un solo istante, deve entrare in azione senza
por tempo in mezzo. Immediatamente!, ripete.
Membro dell'Accademia da oltre dieci anni, Lisandro Leite, preclaro cultore di lettere giuridiche,
si considerava uno specialista in elezioni di nuovi membri, conoscitore di tutte le sottigliezze, le
manovre, i golpe, la strategia e la tattica da applicarsi per assicurare la vittoria ai suoi favoriti. Abile
patrocinatore di candidati, sempre ricavava qualche vantaggio da ogni nuova elezione. Le
malelingue, che prosperano ovunque, ivi compresa l'Accademia, affermavano che il dotto docente
di diritto commerciale doveva gran parte della sua rapida carriera di magistrato a quei posti vuoti,
cos concupiti (s'arrampica nella vita sulle spalle dei morti). Se tali commenti gli erano giunti alle
orecchie non lo avevano tuttavia disturbato: proseguiva tranquillo per la sua strada. Pieno di
blandizie, traccia con amichevole autorit la linea di condotta che deve essere seguita dall'aspirante:
Urge che gli Accademici siano messi al corrente della sua candidatura, che sappiano che candidato
al posto vacante l'illustre amico.
Impavido, intrepido, aggressivo alla testa delle truppe della repressione al vile e traditore nemico
interno, tuttavia nel momento di accettare, dando inizio alla lotta per l'immortalit, il Colonnello
preso da una imprevedibile timidezza. Balbetta, in preda al dubbio:
Venire subito all'Accademia? Fra poco? Stanno trasferendo l il corpo? Hum non so Non meglio
aspettare il momento della sepoltura? Non trova pi appropriato
Gli occhi tondi e ingenui del Colonnello si posano sul giornalista che aveva completamente
dimenticato, sgradito testimone. Copre il ricevitore con la mano, ordina:
Se ne vada!
Samuel Lederman, Samuca per gli amici, Samy per Da, sua moglie, insiste ancora, senza speranza,
ma il dovere, ah! bisogna compierlo fino in fondo:
E la rivista, Colonnello? Via libera? (Campione delle cause perse, ecco cosa sei, Samy, la voce
languorosa di Da).
Lampeggiano gli occhi del Colonnello, quelli penetranti:
Cosa? Ha ancora il coraggio fuori di qui, prima che ci ripensi e la faccia schiaffare in galera.
Sconfitto, il giornalista raccoglie le sue bozze, l'udienza non ha dato il risultato sperato; la
proibizione di Prospettive stata mantenuta, e il direttore della rivista sfugge alla galera per un
felice caso - Samuca non permetter mai pi che alcuno sparli dell'Accademia, benemerita
istituzione.
Attraversando i bui corridoi, le inutili bozze infilate in tasca, il piccolo giornalista Samuel
Lederman lamenta la morte del poeta Antnio Bruno, col quale aveva parlato un'unica volta, e la
cui ode per la citt di Parigi occupata dai tedeschi, canto di lotta e di speranza, avrebbe continuato a
rimanere inedita, a circolare scritta a stampatello. Come molti altri, Samuca conosce a memoria
interi brani di quella poesia, e li ricorda fra s. Emerge a poco a poco dalla sconfitta, pi potente il
sogno che ci concesso di sognare: giorno pi giorno meno, la deficitaria, perseguitata, condannata

rivista risorger dalle sue ceneri, si trasformer in un quotidiano nervoso e vivo con grandi servizi,
collaboratori famosi nazionali e stranieri, libera palestra di libere idee, qualcosa di inedito nella
stampa del paese. Quando Parigi sar stata liberata e nel paese sar installata la democrazia. (Sei
incorreggibile, Samy.)
"Di prospettive ottimiste e una sentenza in latino".
Ripeta, per favore, Procuratore, non ho sentito bene. Diceva che
Libero dal maledetto spione giudeo, libero di esprimere nel viso le emozioni scatenate che prova, il
Colonnello ascolta, profondamente scosso. Approva con la testa le affermazioni del suo esperto
procacciator di voti: Non il momento di far cerimonie, mio illustre amico, il momento richiede
l'attacco. Essenziale non perder tempo, avanzare, occupare la posizione prima che un altro lo
faccia, mostrandosi e soffiandoci dei voti. I pretendenti sono numerosi. Indubbiamente per
valorizzare il suo impegno e i suoi consigli, per imporre la sua indispensabile presenza come
comandante dell'operazione, anche Lisandro Leite fin dall'inizio ha attribuito caratteristiche
bellicose all'elezione, abitualmente disputata con accanimento, ma del tutto pacifica. Attaccare al
pi presto, amico mio, ecco la buona tattica per porre le basi di una spettacolosa vittoria. "Alea jacta
est!"
Il Colonnello non discute, ripete: Alea jacta est!
Le do piena fiducia, capisco le sue ragioni. Far come dice. Mi metto completamente nelle sue
mani.
Altro non desidera, l'efficiente giurista, che condurre il Colonnello alla vittoria. Compito piuttosto
facile, d'altronde. Impossibile trovare un candidato di maggior prestigio, che conti sull'appoggio di
personaggi pi influenti del regime, tutte le porte aperte Saranno poi cos aperte? Ci sar qualcuno
che vorr discutere, storcere il naso mettendo in discussione la posizione politica del candidato; ma
nessuno andr oltre le proteste, finiranno tutti per inghiottire il rospo e dare il loro voto. Elezione
liscia e sicura. Dopo averlo eletto, avergli infilato addosso la marsina d'accademico, aver
pronunziato il discorso di elogi e benvenuto il giorno della nomina S, perch sarebbe il massimo
della canaglieria se il Colonnello scegliesse un altro a riceverlo La sala zeppa di generali, ministri,
chiss, magari il Capo del governo in persona, ambasciatori, signore dell'alta societ, abiti eleganti,
decollet, gioielli, decorazioni, la crema della crema, tutto quel lusso, quella bellezza (per non
parlare dei fotografi) e poi
Ah! poi sar il momento di cogliere la meritata ricompensa: il primo posto libero al Supremo
tribunale federale, poich, come tutti sanno, una mano lava l'altra. Prenditi l'Accademia,
Colonnello, e dammi il Supremo.
Si fa in quattro, al telefono, con idee e suggerimenti, il sudore che gli corre per la faccia. Lo
spaventoso azzeccagarbugli a detta dei suoi colleghi della magistratura, apre prospettive, allarga
orizzonti, la voce melliflua, persuasiva. Il Colonnello si ubriaca di entusiasmo:
Certo che s. La mia candidatura avr l'appoggio totale dell'esercito. Totale. Il ministro? Far tutto
ci che sar necessario, tutto. Come dice? S, certo, ha proprio ragione: la decisione di candidarmi
me la impone l'esercito, attualmente senza rappresentanti all'Accademia brasiliana. Una cosa
assurda, effettivamente. Il distinto amico dice molto bene: un'imposizione della corporazione.
Il docente prosegue, scova nella storia dell'Accademia l'argomento decisivo, incontrovertibile. Che
testa! Il Colonnello si vede gi praticamente eletto:
Esatto, Procuratore, esattissimo. A questo non ci avevo pensato.
Eppure cos, mio nobile amico, quella poltrona tocca all'esercito, gli sempre spettata di diritto.
Il patrocinatore, i primi ad occuparla La sua elezione significher il ritorno ad una antica tradizione,
infranta con l'elezione di Bruno.
Tradizione, parola grata al Colonnello. Si sente euforico. Lisandro Leite conclude con una ultima
previsione di buon auspicio.
Candidato unico? Lo crede possibile, mio caro amico?

Via, mio caro Colonnello, non sia ingenuo. Nella congiuntura attuale, nazionale e internazionale,
chi mai in questo paese avr il coraggio di concorrere con l'onnipotente Capo delle forze di
sicurezza? Anche la pazzia ha un limite, pensa fra s Lisandro Leite, mentre si asciuga il sudore,
sorride e promette:
Da parte mia far il possibile e l'impossibile perch cos sia. Candidato unico ed elezione unanime,
mio nobile Colonnello.
"Di considerazioni decisamente dispensabili".
Vi sar a dominare nel cuore umano, un sentimento pi onnipotente che la vanit? Mastro Afrnio
Portela diceva che no. E lo dimostr nel corso della elezione.
Prender posto fra la Illustre Compagnia, essere uno dei Quaranta Immortali, mettersi addosso la
marsina di gala trapunta d'oro, la mano sullo spadino, la feluca sotto il braccio, sistemare perbenino
gli ossi o il grasso nella poltrona coperta di velluto - ah! per ottenere questo, cittadini fra i pi
rispettabili, personalit fra le pi potenti si assoggettano a tutto: il violento si fa gentile, l'arrogante
si presenta umile, l'avaro diventa prodigo, con grande scialo di fiori e regali. A raccontarlo non ci si
crederebbe; vedere per credere. Ecco qui tema e spunto per grande quantit di filosofeggiar da
quattro soldi e per alcuni aneddoti divertenti. Ci mancano purtroppo spazio e tempo.
Prendiamo l'esempio del colonnello Agnaldo Sampaio Pereira: pur avendo il potere delle armi e
della polizia, a fare e disfare, signore di scure e verghe di fronte a cui tremano anche i ministri, non
si sente completamente realizzato, gli manca l'Accademia. Ambizione antica, dell'epoca dei primi (e
ripudiati) versi, fata morgana che lo aveva accompagnato per tutta la vita.
In una certa occasione si era confessato con Lisandro Leite, premuroso suo conterraneo Bisogna
aspettare l'occasione propizia, aveva spiegato il giurista, facendo risaltare le difficolt dell'impresa.
Di tanto in tanto scambiavano idee in merito. La cosa sta maturando, informava l'Accademico,
riferendosi alla candidatura. Sei mesi prima aveva annunziato: Le condizioni attuali sono le
ottimali, abbiamo tutti gli assi in mano. Ci manca solo il posto libero. Avevano fatto un bilancio
dell'et e della salute degl'Immortali, con conclusioni ottimistiche: ad alcuni l'immortalit non
sarebbe durata molto a lungo. Al grande Prsio Menezes, per esempio, ammalato di cancro.
Membro dell'Accademia brasiliana, imperitura chimera. Segno che perfino un capo guerriero, stoico
ariano in piena battaglia per la conquista del mondo, pu covare un sogno, con la stessa struggente
costanza di un giornalistucolo sovversivo e giudeo.
"Dell'animata veglia funebre".
Conturbante agitazione femminile - ah, Bruno incorreggibile, che ne hai fatto della seriet della
morte, del silenzio austero, del contegno severo, dell'obbligatoria rappresentazione del dolore?
E' vero che gli accademici, scendendo dalle loro macchine, si rivestivano della necessaria
compunzione; ma chi riesce a conservarsi grave e compunto dovendo baciare la mano a signore
incantevoli, parlare di cose frivole, ascoltare storie galanti, ricordare versi ardenti, il tutto nel bel
mezzo di una parata di eleganza?
Veglia funebre? Il defunto c'era, ben vero, sul catafalco rizzato nel vestibolo dell'Accademia.
Troppo bello, un'espressione inconseguente malgrado la dignit della marsina di gala, defunto poco
all'altezza del suo ruolo funebre: complice, se non addirittura responsabile, di una cos grave
mancanza di contrizione e di rispetto. S, perch la burla era stata prevista e suggerita dal poeta
stesso, come facilmente si comprova leggendo il Testamento e Veglia Funebre di un certo Antnio
Bruno, Trovatore e Vagabondo, Tre Volte Morto per Eccesso d'Amore, versi antichi ma dalla
presenza persistente, in cui il poeta si fa beffe della morte, e propone una festa al posto delle solite
lamentazioni per l'accompagnamento del suo proprio corpo.
Cos fu. Lacrime e risa, pi risa che lacrime, aveva chiesto nel suo poema. Donne belle e folli,
voglio udire il cristallo della vostra risata. Abiti da festa: voglio poter avvertire la morbidezza

del seno attraverso lo scollo. Quelle che erano presenti conoscevano il poema, strofa per strofa,
alcune lo sapevano a memoria. Venite tutte, quella che mi ha fatto soffrire, e quella che mi ha
soltanto sorriso per via Vennero tutte, e nei loro sospiri c'era, come aveva desiderato lui, quel
dissoluto, il vibrare degli ahi! d'amore nelle albe di festa.
Il salone affollato: accademici, scrittori, qualche autorit, gente di teatro e della radio, diplomatici,
artisti, gente del popolo, semplici lettori. Il procuratore Lisandro Leite arrivando pos per i fotografi
vicino al catafalco, pronunzi alcune frasi (lapidarie) al microfono di una stazione radio e spar in
volata per la porta della segreteria, tirandosi dietro il Presidente, bisbigliando con lui.
Nella belt delle donne si stemper la falsa compunzione, la maschera posticcia della morte. Solo i
sentimenti reali restavano intatti: l'amore nella sfilata delle belle, l'affetto dei colleghi, alcuni dei
quali erano stati amici fraterni, l'ammirazione dei lettori, numerosi e per la maggior parte giovani.
Perfino l'odore dei fiori, appassiti e pesti, fatale in tutte le veglie funebri, annunzio della
decomposizione prossima, era stato soverchiato e respinto dall'aroma di profumi raffinati, eccitanti.
"Arida spiegazione in merito a poesia".
Definizioni varie aveva meritato dalla critica la poesia di Antnio Bruno. Ma il titolo che lo aveva
sempre accompagnato, a partire dalla sua opera prima, titolo caro al suo cuore, ripetuto dalla stampa
e dal pubblico, era quello di poeta degl'innamorati.
Tutti gli innamorati leggono i suoi versi; a diciotto anni siamo tutti suoi lettori, ma le donne lo
sono per la vita intera, aveva osservato un saggista in una sua analisi, approfondita e simpatica, al
momento del lancio delle poesie scelte. Alcuni critici, poco amanti di opere e autori popolari,
avevano accusato la sua poesia di essere facile e aneddotica, ma i lettori vi trovavano la rivelazione
di un universo al tempo stesso magico e reale, in cui il quotidiano, l'insignificanza del giorno dopo
giorno, fatti apparentemente privi d'importanza: i vicoli e il colore del cielo, il gatto sulla finestra e
il fiore del cactus, acquistavano una nuova dimensione, un alone di mistero.
Improvvisa, emozionante scoperta: la strada e la rugiada, le nubi e il crepuscolo, la notte immensa,
paesaggi, oggetti, sentimenti. La fame di un paio di labbra, l'ansare di un seno, l'impudica geografia
di un corpo che si rivela, l'ansia, la violenza, la dolcezza dell'amore. Poesia con odore e sapore di
donna, e al tempo stesso satura di Brasile: alberi e paesaggi, fiumi e mari, animali e costumi. Ma
l'amore era il tema maggiore di quel canto; nel cuore del poeta l'odio non trovava posto.
Giornalista, funzionario del ministero di giustizia, non aveva mai messo insieme del denaro, n
posseduto beni, spendendo tutto ci che guadagnava, e, quasi sempre, di pi. Ancora ragazzo, a
diciannove anni non compiuti, aveva partecipato a un viaggio in Europa durante le vacanze, insieme
con alcuni compagni della facolt di diritto. Gli era parso assurdo restare a Parigi solo una
settimana, ci rimase tre anni. Per obbligarlo a tornare a casa, il padre gli aveva tagliato i viveri, ma
lui era riuscito a sopravvivere, euforico e goloso di tutto quanto Parigi gli offriva. Raccontava agli
amici di aver esercitato, fra altre professioni, anche quella, onorata e gratificante, del gigol,
ballerino al soldo di vecchie miliardarie, vecchiette adorabili. Familiare dei caff letterari, dei
buquinisti della Senna, aveva appreso le sapienti sottigliezze su vini e formaggi, e di ritorno si
portava in valigia il manoscritto della sua opera prima "Il ballerino e il fiore", dal successo
strepitoso.
Tornava a Parigi ogni volta che gli era possibile. Gi quarantenne aveva potuto passarci ancora due
anni, grazie a un certo ministro degli esteri, suo coetaneo, che gli aveva fatto avere un incarico
all'ambasciata, con vaghi obblighi culturali. L'antico fascino era ancora aumentato. Parigi
rappresentava per lui la pi alta conquista dello spirito umano, citt incomparabile, patria
dell'umanismo, della bellezza, della libert. Al ritorno le aveva consacrato un intero volume, "Parigi
Amore Parigi", con nota introduttiva di Jacques Prvert, che aveva conosciuto diventandone amico:
Tant pis pour ceux qui n'aiment ni les chiens ni la boue.
Un critico, considerato uomo di cultura, lo aveva classificato come il Prvert brasiliano;
apprezzamento superficiale, visto che alla poesia di Bruno mancava del tutto l'interesse per il fatto

sociale e politico, cos presente nell'opera del francese. Non aveva mai avuto niente a che fare con
la politica, neppure quando un governatore del suo stato natale, per sfruttare la popolarit del poeta
gli aveva offerto di entrare a far parte della lista dei deputati federali che sosteneva. Aveva rifiutato,
mantenendosi alla larga da ogni compromesso. La installazione della dittatura del nuovo stato, nel
1937, lo aveva nauseato, senza che tuttavia assumesse alcun atteggiamento di protesta. Stava
preparando il suo discorso di insediamento all'Accademia. Era stato eletto alcuni mesi prima,
sconfiggendo un parlamentare dall'oratoria infiammata e un medico dotato di vasta fama scientifica
e di ambizioni letterarie, e succedendo a un vecchio generale, appassionato studioso di cose del
sertao (3), autore di saggi, aridi ma rigorosi, sugli idiomi e costumi degli indigeni del Brasile.
In pi di una occasione gli intellettuali di sinistra avevano criticato il poeta Antnio Bruno per la
mancanza d'impegno della sua poesia, in un mondo diviso, ingiusto e turbato, in cui altri poeti
assaporavano l'amarezza dell'esilio o morivano fucilati.
"Di come il poeta scende dalla torre d'avorio, per essere condotto al patibolo a Parigi".
Quando tuttavia i nazisti avevano scatenato la guerra, il poeta Bruno era uscito dal suo guscio,
sentendo infine minacciati il suo universo, la civilt, la libert, tutto ci che amava. Sono sceso
dalla torre d'avorio; l'avorio era opaco, m'impediva di vedere il mondo, aveva detto in una specie
di autocritica, in un discorso pronunziato all'Accademia. Si era messo a seguire gli avvenimenti con
passione crescente, vivendo e soffrendo ogni dettaglio del conflitto.
Neppure un istante aveva dubitato della vittoria degli eserciti alleati. Neppure quando la Wehrmacht
era entrata in Francia - i soldati francesi erano invincibili. La sconfitta lo aveva colto di sorpresa,
impreparato. Era stato terribile, tutto era crollato intorno a lui, previsioni ed entusiasmi erano stati
sostituiti da una sfiducia totale, si era visto circondato di rovine, aveva perso d'improvviso e
completamente la sicurezza e il gusto per la vita. La caduta di Parigi gli aveva causato l'infarto.
Ancora in ospedale, aveva scritto un poema straziato. Per la prima e unica volta la dolce saga
d'amore aveva ceduto il posto a un canto di guerra, strofe di fuoco e sangue, insulti e maledizioni,
l'anatema contro Hitler e i suoi seguaci. Spezzato dall'umiliazione e la sofferenza della citt
beneamata, patria della civilt e dell'umanismo, schiacciata sotto lo stivale nazista, il poeta Bruno si
era tuttavia rialzato in modo inatteso dal suo letto d'infermo e, superando la perdita della speranza e
il tedio del vivere, aveva previsto e annunziato il giorno prossimo ed ineluttabile della liberazione,
in cui Parigi, la gioia e l'amore sarebbero risorti.
Cos il "Canto d'Amore per una Citt Occupata" terminava con un ardente appello al proseguimento
della lotta, fino alla vittoria finale. Strano afflato, entusiasmo inesplicabile, in chi aveva cessato di
credere nella vita.
Vero che la parte finale del poema era stata riscritta completamente. Nella versione originale, il
poeta si accomiatava suicida, rifiutava la vita in un mondo cos mostruoso. Ma vedendo le lacrime
negli occhi di colei che metteva a repentaglio sicurezza e onorabilit per venire a trovarlo,
clandestina e angustiata, Antnio Bruno, che nulla poteva rifiutarle, illuminando le tenebre,
respingendo il dolore e la morte, aveva finto di condividere la sua militante e pertinace certezza e,
cancellati i versi strazianti della disperazione e della delusione cocente, aveva composto le nuove
strofe, quelle della resistenza e della vittoria. Suoi erano i versi, ampi, densi, eroici, ma l'ispirazione
proveniva dalla fragile e intrepida visitatrice che glieli aveva imposti con il suo accento fascinoso
d'oltre mare. Bruno le aveva affidato il manoscritto del poema e lei di nascosto aveva dattilografato
le prime copie.
Portato in redazione ad un grande quotidiano di Rio per essere pubblicato nelle pagine letterarie, la
censura (o autocensura) lo aveva bocciato come insultante per il capo di una nazione amica.
Malgrado ci, in pochi giorni il poema aveva raggiunto estesa circolazione e vasta popolarit.
Passava di mano in mano in copie mimeografate. Impresso su volantini aveva raggiunto
rapidamente le zone pi distanti del paese.

Neppure il successo del suo "Canto d'Amore" era riuscito tuttavia a mantenere alto il morale del
poeta. La speranza, l'afflato eroico del poema, di cui si nutrivano migliaia di brasiliani, non
sostennero il suo cuore stanco. Quando il direttore di Prospettive, rivista di cui fino a quel
momento Antnio Bruno aveva ignorato perfino l'esistenza, era venuto a chiedergli l'autorizzazione
per pubblicare il poema impegnato e maledetto, lui si era semplicemente stretto nelle spalle:
A che servono i versi contro cannoni e bestialit? Li pubblichi se ne ha voglia, se glielo
permetteranno. Non c' pi posto per la poesia nel mondo. Non ci sar mai pi posto.
Dieci giorni dopo, in un mattino diafano, mentre il sole illuminava lo studio parigino perduto, il
poeta cadeva, ferito a morte.
"Il sospiro, la rosa, il bacio, la dama in nero, il Colonnello, e finalmente la morte".
Ci fosse un po' di musica, si potrebbe ballare, aveva commentato con un mezzo sorriso mastro
Afrnio.
Ascoltatrice silenziosa, la signora dalla belt sfiorita si lasci sfuggire un sospiro, al subito ricordo
del Bal Masqu. L'eminente e truculento Evandro Nunes dos Santos diede ragione all'amico, con la
sua voce rauca da fumatore arrabbiato:
Non mi meraviglierei se Bruno si alzasse e facesse servire dello champagne a tutti. Gliel'ho visto
fare pi d'una volta, a Parigi
Due vecchi letterati commossi. E intorno al feretro dove riposava il poeta, con la sua epopea di
bohmien senza eguali, di seduttore irresistibile, ancora quell'agitarsi di donne, tante. Bionde,
brune, una rossa lentigginosa, quarantenni eleganti e ragazzine in divisa da collegiali, i versi
trascritti nel quaderno di Matematica; la grande attrice e la sartina con una rosa in mano.
La timida sartina si avanz e depose la rosa sul broccato della divisa da Accademico - rosa di
bronzo, rosa di miele, rosa bambina. La grande attrice si chin con gli occhi pieni di lacrime, baci
la fronte gelida, contempl in un ultimo addio il profilo romantico, profilo da beduino - il poeta si
proclamava discendente di sceicchi del deserto, aveva realmente sangue moro nelle vene. Il nonno
materno, Fuad Maluf, quando lasciava da parte il metro e le forbici, componeva poemi in arabo.
Ricordi di un tempo passato, di un altro addio, facevano ansare il petto della diva. Lei si allontan,
soffocata dal fuoco antico della sua prima passione, forse la sola autentica in tutta la sua agitata vita
amorosa. Ne era rimasta segnata per sempre.
Si era formato un gruppo intorno ai due amici. Evandro Nunes dos Santos tir fuori il fazzoletto,
ripul il pince-nez e si compresse gli occhi brucianti. Raccontava episodi piuttosto recenti, accaduti
non molti anni addietro, ma che appartenevano ad un'epoca ormai estinta:
Riceveva uno stipendiuccio all'ambasciata, non era neppure un impiegato regolare, eppure tutti lo
trattavano come se fosse lui l'ambasciatore. A quell'epoca passai tre mesi a Parigi, e uscivamo
insieme tutti i giorni. Non credo di conoscere nessuno che fosse innamorato a tal punto di una citt.
Parigi era la sua Parigi. Che uomo incantevole
Ancora commossa, la grande attrice si era unita al gruppo:
Devo a lui la mia carriera. Ho calcato il palcoscenico spinta da lui, era l'essere pi generoso che
abbia mai conosciuto infinitamente di pi gli doveva, e se avesse potuto avrebbe raccontato i
particolari, le sarebbe stato grato farlo.
Mastro Afrnio conferm:
Un amico perfetto il sorriso gli si spense sulle labbra tremanti: A ucciderlo stata la guerra,
Hitler. Proprio gioved scorso aveva avuto notizie da una coppia di amici francesi. Erano disperati:
l'unico figlio che avevano, di vent'anni, preso come ostaggio dai tedeschi, era finito fucilato. Bruno
quel giorno mi ha detto: <Non ce la faccio pi>.
Tacque, riflettendo su come la vita era divenuta amara, su come l'orizzonte si era fatto stretto.
Percorse con gli occhi il gruppo dei presenti e la vide arrivare, tutta in nero, il viso semi nascosto
dal velo da lutto, bella come mai prima d'allora - era venuta, malgrado tutto, senza ascoltare i suoi
consigli. Furtiva si avvicin al catafalco. Mastro Afrnio la osservava: rigida, stringendosi le mani

convulse dalle dita lunghe e fini illividite, svaniva al riparo di un tendaggio. (E' una dea, mastro
Afrnio, non la merito, io che sono solo un giullare folle)
Il procuratore Lisandro Leite spunt dalla segreteria, sudaticcio e nervoso, attravers l'atrio, and
fino alla porta per guardare in strada. Il Presidente dell'Accademia, Hermano do Carmo, si un al
gruppo e agli elogi allo scomparso. Allora, dal sottofondo del mormorio della veglia funebre si ud
distintamente emergere la voce ben modulata e chiara della grande attrice, che recitava in sordina
dei versi di Bruno, versi scritti forse per lei. Lisandro Leite si era fermato ad ascoltare, ma nel
mezzo di una strofa si precipit alla porta.
Quel passo fermo, uniforme, sonante, era inconfondibile: nessun civile sarebbe stato in grado di
avanzare in quel modo. Il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, tutto in parata funebre, marci
diritto verso la bara, un i talloni con un colpo secco, si mise sull'attenti davanti al defunto
Accademico, port la mano alla visiera (e ripet, a beneficio dei fotografi).
Santiddio gem Afrnio Portela.
D'improvviso fu il silenzio, un silenzio gelido. Tacque la voce dell'attrice, s'interruppe la poesia.
Immobile, in posizione di saluto, il Colonnello rimase per un minuto infinito. Poi fece dietro-front,
salut il Presidente, grande perdita per le lettere brasiliane ripet per gli Accademici, salut
alcune persone importanti. Al suo fianco, trionfante e protettore, l'illustre procuratore Lisandro
Leite.
In ottemperanza a reiterati segnali del giurista, e un tantino in imbarazzo, il Presidente invit il
Colonnello a seguirlo al primo piano. Si diressero verso l'ascensore, mentre Lisandro Leite afferrava
al volo due Signori Accademici di passaggio. Gli altri rimasero indecisi senza sapere se andare o no.
Abbiamo un candidato comment uno di loro; e che razza di candidato! complet l'altro.
Santo Dio! ripet mastro Afrnio.
Evandro Nunes dos Santos si rimise il pince-nez:
Non possibile! Pi che una negazione, era un'angustiata interrogazione.
La dama in nero usc dal suo angolo dietro i tendaggi e abbandonando ogni discrezione, si diresse
verso i due amici, stupefatta e indignata: che significava la presenza di quell'individuo alla veglia
funebre? Accampava forse qualche pretesa?
Nel vestibolo non si era ristabilita quella ribalda atmosfera di festa che il poeta aveva desiderato, in
cui dolore e rimpianto erano cose reali e vive e non maschere di circostanza, sentimenti posticci.
Terminata l'animazione tumultuosa, non si udivano pi risa, voci vibranti, sospiri non repressi,
mormorati versi d'amore. Il folle menestrello aveva abbandonato la bara, in cui non restava che il
corpo d'un Accademico, pronto per il cimitero. Parole misurate ormai, frasi solenni, facce contrite,
odore stantio di candele e fiori appassiti, un freddo silenzio - finalmente vittorioso, il rituale solito
della morte.

CAPITOLO SECONDO.
La battaglia del Petit Trianon.
"Breve notizia su un pranzo con vino fatto d'uva".
Il Colonnello aveva lasciato la scelta del menu all'eminente cultore di lettere giuridiche, forchetta di
tutto rispetto, frequentatore assiduo di ristoranti - gli piaceva mangiar bene, e abbondantemente,
soprattutto se invitato. Ma si era piccato di scegliere lui il vino, un rosso di Rio Grande do Sul:
E' pura uva, una delizia.
Basandosi su ragioni ideologiche oltre che geografiche, Lisandro Leite aveva covato la speranza di
scolarsi un paio di bottiglie di vino del Reno, di nobile e vittoriosa provenienza germanica.
Rassegnato, brind con quello di pura uva:
Al successo della sua candidatura.
Grazie. E il vino, che gliene pare?0

Un nettare! (schifosissimo succo d'uva, beverone infame)


Il Colonnello, in borghese, sembra diminuire di statura e d'importanza. Lisandro Leite, tuttavia, non
si lascia ingannare: semplice apparenza; l'abito non diminuisce minimamente il potere
dell'anfitrione. Basta dare un'occhiata al tavolo vicino, dal quale aitanti giovanotti fanno
(letteralmente) da guarda-spalle al capo. Anche per i vialetti del cimitero, il giurista aveva potuto
misurare peso ed estensione di quel potere, osservando le reazioni degli Accademici alla notizia
della candidatura. Non uno aveva osato levare la voce in frontale opposizione alle pretese del
Colonnello, anche se molti non erano riusciti a nascondere la contrariet, inghiottendo il rospo con
evidente fatica, manica di liberaloidi. Bisognava prendere le precauzioni necessarie per evitare
schede bianche che avrebbero potuto compromettere lo splendore della vittoria:
Candidato unico, certamente. Quanto all'unanimit cercher di ottenerla catechizzando i ribelli, i
tipi della B.B.C
Tipi di che?
Quelli che passano il loro tempo attaccati alla radio ad ascoltare le trasmissioni della B.B.C. di
Londra. Non le nascondo che l'Accademia un nido di costoro. Ma il prestigio del caro amico e la
mia esperienza
Riferisce, fra una forchettata e l'altra, i risultati (positivi) dei primi contatti. Sampaio Pereira lascia
cadere le posate, per meglio compiacersi degli elogi e dei pronostici, raccolti dall'amico durante la
traversata del cimitero.
E il Presidente? M' parso un po' reticente, questo pomeriggio.
Nella sua condizione di presidente, Hermano obbligato a conservare una certa discrezione, non
pu annunciare le sue preferenze gridando sui tetti. Ho parlato a lungo con lui prima del suo arrivo.
<In effetti, l'Accademia aveva bisogno di un rappresentante delle Forze armate,> mi ha risposto
quando gli ho fatto sapere la sua intenzione. Il fatto di averla fatta salire al primo piano,
accompagnato da alcuni Accademici, ha significato in pratica la presentazione pubblica della sua
candidatura, sotto gli auspici della Presidenza Un lavoretto del suo qui presente amico E osservi che
alla veglia funebre c'erano almeno tre postulanti, ma nessuno di loro ha meritato un tale segno di
considerazione. Neppure Raul Limeira
Il Rettore?
Si fa il suo nome da un bel po' di tempo. Candidati con tutte le carte in Regola per entrare
all'Accademia non ne mancano. Ma lasci fare a me per sgombrare il campo. Io m'incarico del
Limeira; gli do garanzia per la prossima elezione Prsio, poveraccio, agli sgoccioli, non dura
molto abbassa la voce: cancro ai polmoni.. Si metteva a disporre dei posti liberi a venire, c'era
alcunch di macabro in quel bollettino medico sulle condizioni di salute degli Accademici.
Concluse il suo rapporto recisamente: Lo stesso Afrnio Portela d'accordo con me che la sua
candidatura imbattibile. Perfino lui, nemico intransigente del regime, con poche simpatie per il
suo nome, amico mio.
Non potr mai ringraziarla abbastanza, Procuratore. Sappia per che non sono un ingrato, quelli
che sono i miei intimi
E per parlare d'intimit, durante quell'agape opiparo e delizioso, (secondo la classificazione
competente del giurista) decisero, il candidato e il suo patrocinatore, di abbandonare il cerimonioso
lei per il tu fraterno, lasciando di lato patenti e titoli per chiamarsi reciprocamente Agnaldo e
Lisandro. Quanto alla gratitudine, l'Accademico riafferma il totale disinteresse del suo appoggio,
che risulta unicamente dalla pi pura e sincera ammirazione per l'opera dello scrittore, e dalla pi
completa e incondizionata solidariet con il patriottismo dell'uomo.
Anche perch posti vacanti al Supremo tribunale solo l'anno seguente, in occasione del
pensionamento per raggiunti limiti di et del ministro Paiva, anzi altro collega dell'Accademia e
buon amico. Calcolando bene, la cosa avverr esattamente quando lui, Lisandro, star pronunziando
l'elogio del nuovo Immortale, durante la sessione solenne di insediamento.
Alla veglia funebre e al cimitero ha avvertito sorde, indirette restrizioni al nome del Colonnello.
L'elezione sar pi laboriosa di quanto non immaginasse. Compito principale del momento:

impedire l'iscrizione di un altro candidato. Perch il Colonnello gli serbi tutta la gratitudine
necessaria, d'uopo che entri all'Accademia portato in trionfo, non lottando per i voti:
Gioved prossimo avremo la sessione d'addio, durante la quale si far il necrologio del defunto,
dopo di che il Presidente proclamer la vacanza del seggio. Tu dovrai mandare una lettera
presentando la tua candidatura, subito il giorno dopo. Voglio che questa candidatura, mio caro
Agnaldo, sia una vera e propria marcia trionfale.
Brindarono ancora una volta con il rosso del Rio Grande:
Pura uva
Un nettare!
Al tavolo vicino si nutrono - in conto spese per il combattimento al comunismo - gli ercoli
gladiatori. Lisandro Leite svia lo sguardo: neppur per lui la muscolosa visione particolarmente
affascinante. Pi avanti, usando il tatto che il caso impone, consiglier al colonnello parte di quei
bravi ragazzi preposti alla sua sicurezza personale. Nelle visite di prammatica agli Accademici e in
eventuali sue apparizioni al Petit Trianon, sar preferibile lasciare gli impetuosi gentiluomini fuori
dalla porta, in strada. Quel pomeriggio, alla veglia funebre, avevano quasi travolto il Presidente,
all'entrata dell'ascensore, e uno degli Accademici, il pi antico membro della illustre confraternita,
l'ambasciatore Francelino Almeida, il solo sopravvissuto dei quaranta fondatori, un vecchietto
fragile, aveva ricevuto un tale spintone da uno di quei rodomonti, che si era dovuto mettere a letto.
Giusto lui, che Lisandro considerava un voto sicuro per il Colonnello.
"I nipoti e il nonno".
Appoggiandosi al bastone, Evandro Nunes dos Santos passeggiava fra gli alberi del giardino, un
piccolo parco con alberi da frutto, venne a sedersi sulla panchina sotto il mango. L fra le alture di
Santa Teresa, le stelle in ronda danzavano in un cielo immenso e puro. Neppure la tranquilla
bellezza della notte aveva calmato il cuore del vecchio saggista. N la presenza solidale dei nipoti.
Oggi, per la prima volta, mi dispiaciuto aver vissuto cos a lungo.
Parla e si comporta come un vecchio tremulo, constata Pedro, preoccupato, nascondendo il viso
nell'ombra. Isabel prende la mano del nonno e la bacia. Si siede nell'erba ai suoi piedi, appoggia la
testa alle ginocchia ossute, cerca di sorridere: a che servono le parole? Pedro nota le spalle curve, la
testa china, i capelli bianchi. La frase tormentata risuona nelle orecchie del ragazzo, abituato alla
forza del vecchio che si rifiutava d'invecchiare. I nipoti sanno calcolare la sofferenza che lo prostra:
anche loro hanno amato il poeta Antnio Bruno. Al cimitero Isabel, che lui aveva tenuto a
battesimo, aveva dovuto appoggiarsi al braccio del fratello.
Pedro ricorda il giorno in cui il nonno li aveva condotti, lui bambino di sette anni, lei piccolina di
cinque, a dare il bacio d'addio ad Alvaro e Barbara, i genitori vittima di un banale incidente
automobilistico. Nel ricevere il corpo dell'unico figlio e della nuora beneamata, Anita, moglie di
Evandro (sposa, sorella, madre, amante) era morta alla gioia, e se era riuscita a tener duro ancora
qualche anno era stato per imposizione del marito: Ora dobbiamo vivere per i bambini. Era
vissuta fino a vederli diventare adolescenti, Pedro sedicenne, Isabel quattordicenne. Allora, non
sentendosi pi indispensabile, Anita aveva considerato terminato il suo difficile compito, si era
lasciata andare alla malattia crudele. Sto per morire, tesoro mio, aveva detto al compagno.
Bench la sapesse incurabile, condannata, lui le aveva chiesto: Ti prego non andartene prima di
me, non voglio essere un vecchio senza padrone. Niente di pi straziante che un cane senza
padrone, che vaga agli angoli delle strade, in cerca di una parola, di un gesto d'affetto. Che dire
allora di un vecchio senza padrone? Anita gli ricord i nipoti, che ormai non avevano pi bisogno di
lei, ma dipendevano ancora tanto da lui. Non resterai mai solo. Hai i bambini, hai gli amici.
Aveva ragione lei, non era stato un vecchio inutile, stanco viandante solitario. Oltre ai nipoti e agli
amici, il lavoro. Con la sua calligrafia minuta (non aveva mai scritto a macchina) aveva riempito
pagine e pagine, analizzando la formazione e la condizione dell'uomo brasiliano. In quegli ultimi
anni aveva pubblicato tre libri, coronamento di un'opera di significato eccezionale. Aveva rotto con

le idee preconcette, aveva liquidato pregiudizi, affermato concetti audaci, rivoluzionato gli studi
storici e sociologici. Senza affiliarsi ad alcuna ideologia aveva della vita una visione quasi
anarchica, animata da un afflato libertario. Spregiudicato, a volte perfino maleducato, con
un'irresistibile capacit di persuasione e di comando, coloro che non lo ammiravano e amavano lo
temevano. Non si pu mai sapere ci che pu inventare e fare commentavano.
Nel silenzio del giardino, nella notte disseminata di stelle dopo la sepoltura del poeta, Pedro e Isabel
cercano di sollevare l'animo del nonno. La voce di Pedro giunge dall'ombra, inquieta:
A Bruno non piacerebbe vederti in queste condizioni, nonno
E' vero tesoro mio. Isabel lo chiamava tesoro mio dal momento della morte di Anita, come se
avesse avuto il nonno in eredit.
Non perch lui morto, a questo ero pronto fin dal primo infarto. Quello che mi angoscia
un'altra cosa
Cosa, nonno?
Sapete bene come si era appassionato a questa guerra, l'orrore che provava per il nazismo. Tanto
che, perse le speranze, ne morto. Bene, sapete chi lo sostituir all'Accademia?
Si gi presentato un candidato?
Sampaio Pereira, quel colonnello nazista
Chi? Il colonnello Agnaldo? Il re della quinta colonna? Questa troppo forte, nonno, non pu
essere.
Sar lui ad occupare il posto vacante di Bruno. Dovevo vivere cos a lungo per vedere questa
infamia.
Nel cielo la traiettoria d'una stella cadente, la voce di Isabel si lev:
Pu darsi che lui ci provi, ma tu non glielo permetterai, non vero, tesoro? Non permetterai che
facciano quest'affronto al mio padrino.
Pedro sorrise, riprese sicurezza:
Chiaro che non lo permetter, il nonno far qualcosa.
Non era un vecchio senza padrone, viandante abbandonato e solitario in attesa della morte. Alz la
testa, mentre Isabel ripeteva:
Bisogna far qualcosa, tesoro.
Non possiamo far niente, il tipo uno dei padroni del paese, gli aveva detto in confidenza il
Presidente al cimitero: chi pu osare combatterlo, opporsi? Evandro Nunes dos Santos era uscito
dalla cerimonia col morale a terra, sentendosi inutile e infelice. La voce forte di Pedro:
Tu non hai mai fuggito una lotta, nonno.
Mai fuggito le lotte; ne aveva anche provocate alcune. Non si pu far niente, per mancanza di chi
osi? Si sbaglia, Signor Presidente, ci sar qualcuno che si oppone alla candidatura infame, che lotta
contro questa ingiuria all'Accademia e alla memoria di Bruno. Senza neppure cercare l'appoggio del
bastone, si erge, alto, magro e maestoso:
Avete ragione, bisogna far qualcosa. Telefono subito ad Afrnio.
Isabel si alza per offrirgli il braccio, ma il nonno era partito avanti, Pedro lo vede che si avanza fra
le ombre degli alberi, come aveva fatto a crederlo un vecchietto cadente? Raccoglie il bastone
abbandonato.
"Mastro Afrnio pensa di abbandonare l'Accademia".
La sala sontuosa, lampadari di cristallo, soprammobili di porcellana, vasellame decorato a mano,
vasi di lattimo, quadri d'autore: il tutto di evidente buon gusto, ma un tantino fuori moda. La donna
di servizio tolse i piatti del pranzo, servito a lume di candela (si vedevano dalla strada lungo la
spiaggia del Flamengo incrociarsi le luci delle automobili di passaggio). Afrnio Portela aveva solo
spilluzzicato il pranzo. Preoccupata, dona Rosarinho - Maria do Rosrio Cintra de Magalhaes
Portela - esitava a proporgli una medicina. Poche volte, in circa quarant'anni di vita matrimoniale,
aveva visto il marito cos abbattuto e cupo.

Antnio Bruno era stato pi che un semplice amico. Quando era approdato a Rio per studiare
all'universit, adolescente morso dal tarlo della letteratura, s'era presentato una sera in casa, senza
invito n appuntamento, per mostrare al conterraneo, scrittore gi affermato, alcune liriche e
racconti. I versi erano buoni, i racconti robaccia, aveva opinato Afrnio, mentre dona Rosarinho
faceva mettere un altro coperto. Da allora, e per pi di trent'anni, quello era stato il posto fisso di
Bruno. La coppia senza figli aveva adottato il petulante apprendista-poeta. Dona Rosarinho aveva
deciso di non andare alla veglia funebre, n al cimitero. Preferiva immaginarlo l, seduto alla loro
tavola, a parlare di Parigi e proclamare il suo ultimo e definitivo amore.
Non so che darti
Fammi portare un cognac, quello che mi ci vuole.
Piano piano cominci a raccontare particolari della sepoltura e della veglia funebre. Secondo
l'opinione generale, non esisteva in tutta Rio de Janeiro conversazione pi seducente. Sarebbe un
romanziere straordinario, se scrivesse con lo stesso sapore, la stessa grazia con cui conversa, aveva
ringhiato un collega dalla lingua affilata. Pura invidia, visto che la narrativa di Afrnio Portela,
bench relegata negli ultimi anni un po' in ombra per la grancassa del movimento modernista e
l'impatto della narrativa degli anni trenta, aveva meritato il plauso della critica, che nel creatore di
"Adlia" aveva riconosciuto e salutato un penetrante e audace analista della societ carioca degli
anni venti. In un'epoca povera di scrittori di narrativa, la sua opera si era affermata per l'acutezza
psicologica e per la chiarezza del linguaggio, poste a servizio di una visione divertita dei costumi
della cosiddetta lite. Era stato il primo in Brasile a utilizzare la psicanalisi nell'interpretazione dei
sentimenti dei suoi protagonisti, o piuttosto delle sue eroine - ritratti di donne in lotta con se stesse,
a dibattersi fra istinti e pregiudizi.
In un solo libro, il suo primo romanzo, aveva evocato figure e scenari di cercatori d'oro e pellegrini
- figure e scenari della terra in cui era nato. Drammi di sentimenti primitivi ed essenziali, di amori
selvaggi e selvatiche terre; isolato in un blocco di romanzi dalla tematica cittadina, ambientati in
circoli eleganti e superficiali, quel piccolo volume era andato affermandosi poco a poco. La
innocente e impudica Maluquinha con i suoi stracci era andata aumentando nell'affetto dei lettori,
mentre le delicate e complicate gran dame degli altri nove romanzi pubblicati appassivano
dimenticate nelle loro alcove adulterine.
L'ultimo romanzo, "La donna allo specchio", pubblicato nel 1928, era uscito contemporaneamente
al lancio, presso una modesta casa editrice di provincia, di "La Bagaceira", opera di uno sconosciuto
Jos Amrico de Almeida. Si ipotizzava che il fatto avesse concorso all'abbandono della narrativa
da parte di Afrnio Portela, il quale si era dedicato alla saggistica e alla storia della letteratura.
Affermazione audace di un critico pedante; la cosa pi probabile che si fosse trattato di una
coincidenza, visto che i romanzieri nordestini, affermatisi sulle orme del paraibano, avevano
ottenuto applausi calorosi e un efficace appoggio dall'autore di "Praia do Flamengo". Un volume su
Castro Alves e saggi su Gregrio de Matos e Thomaz Antnio Gonzaga avevano mantenuto in
evidenza il nome di Afrnio Portela - mastro Afrnio, come lo chiamavano con amichevole rispetto
i suoi confratelli e i suoi lettori.
Dona Rosarinho ascolta la colorita descrizione, il racconto acquista via via forza e malizia. Lei sa
bene che, sotto l'intonaco dell'intellettuale erudito e raffinato, sussiste la fibra del sertanejo, difficile
da lasciarsi abbattere. Una pausa, poi l'annunzio:
Preparati ora per una notizia sordida.
Dona Rosarinho si stupisce per l'accento pieno di disgusto nella voce abitualmente cordiale del
marito. Era successo qualcosa che aveva saputo rendere ancor pi dura l'assenza di Bruno. Mastro
Afrnio prosegue; nelle orecchie della elegante signora risuonano i passi pesanti e uniformi, il
battere dei tacchi, ripetuto per i fotografi. Avendoli vissuti a fianco del marito dona Rosarinho
conosce i retroscena accademici, accompagnava da vicino ogni elezione; su alcune aveva perfino
espresso un parere, influenzandole.
Candidato, credi? Avr il coraggio di

Candidato, e eletto. Imbattibile, m'ha detto Lisandro Leite al cimitero, e ha ragione. T'immagini
Sampaio Pereira a fare l'elogio funebre di Bruno, l'autore del "Canto d'Amore per una Citt
Occupata"?
Che orrore. Quel cercava la parola adatta, non la trov, capacissimo di portare gli stivali con la
marsina. Meditabonda, pos gli occhi sul volto di mastro Afrnio: E tu, che intendi fare?
Voto scheda bianca, naturalmente. Saremo tre o quattro, di sicuro. Non vado alla cerimonia
d'insediamento, penso che non andr pi all'Accademia dopo un'elezione simile. E' troppo per me
Dona Rosarinho non giunse a esternare la sua opinione, perch la cameriera chiese permesso, per
annunciare che la signora Maria Manuela era alla porta e chiedeva se il dottor Portela la poteva
ricevere.
Vieni anche tu?
No; senza di me si sentir pi a suo agio. Dimentichi che ufficialmente io non so nulla?
"La visitatrice insolita".
Nell'ampio studio dalle pareti tappezzate di libri, dona Maria Manuela, pallida e ansante, non si
volle sedere. Con gli occhi brucianti fissava l'amico di tanti anni di Bruno, il confidente, colui che
era a conoscenza di tutto. La mattina lui aveva udito i suoi singhiozzi al telefono, e non aveva
cercato di far cessare il pianto della donna disperata; se aveva cercato parole di consolazione non ne
aveva trovate. Aveva aspettato che fosse lei a ricomporsi, e solo allora le aveva consigliato
prudenza, ancor pi necessaria ora che rischiare non aveva pi alcun senso. Aveva promesso di
andare a trovarla presto: insieme avrebbero rievocato il riso di lui, la sua piacevolezza, la sua
poesia.
Sono venuta a supplicarla Mi dica che non lo permetter. Io non sono riuscita a impedire che lui
morisse ma lei pu evitare che si disonori la sua memoria parlava a scatti; nella voce, vibrante di
passione, si accentuava la pronunzia di Lisbona. Sono straniera qua, lo so, ma le frontiere sono
cadute, e la guerra una sola. Alz la testa, altera, dea discesa dall'Olimpo, giovane dama nello
splendore dei suoi trent'anni, sulle sue labbra la supplica si trasforma in un imperativo esigente:
Un fascista non pu raccogliere un'eredit che nostra. Sono venuta per sentirle dire che questo
non accadr. Un boia del popolo, un nazi, come successore di Antnio fa uno sforzo per trattenere
un singhiozzo sarebbe come ucciderlo un'altra volta.
Santo Dio! E dire che aveva scritto dieci libri in cui si analizzavano sentimenti femminili
Come lo sa?
L'ho sospettato alla veglia funebre, ho perfino cercato di parlarle. Poco fa ho sentito la notizia per
radio. Io non posso far nulla, ma lei lo pu.
A tavola, verso la fine del pranzo, mastro Portela aveva detto a sua moglie, dona Rosarinho, che
avrebbe smesso di frequentare l'Accademia, non ci avrebbe mai pi messo piede se quell'individuo
fosse stato eletto, come tutto lasciava prevedere. Gli era sembrato che fosse quello il modo per
esprimere la sua protesta pi vigorosa, la decisione estrema. Ora nel suo studio, ascoltando Maria
Manuela, si rende conto di aver semplicemente assunto una posizione comoda, passiva e che non
conduceva a niente. Si sente invadere da un senso di colpa. Come aveva potuto venir meno
all'amico, abbandonando la sua memoria in preda agli assassini?
Non so se ce la far, ma le prometto di fare il possibile
E l'impossibile
Ebbene: anche l'impossibile.
La giovane signora, la bimba Manuela, si avvicin al vecchio letterato, lo baci sulle guance, e si
diresse verso la porta. Mastro Afrnio l'accompagn fino all'ingresso. Mondo assurdo e
sorprendente - chi avrebbe immaginato che la moglie del Consigliere d'ambasciata del Portogallo,
figlia di un ministro di Salazar, proveniente da una famiglia di banchieri ricca e influente, potesse
essere nemica del regime, simpatizzante socialista, candidata alla galera e al campo di
concentramento. Mi sa che mezza comunista, aveva rivelato Bruno all'inizio della loro

relazione. Comunista o no, assolutamente adorabile, e matta da legare. Mi ci voluto del bello e
del buono per convincerla a non piantare il marito per venire a stare con me. Te l'immagini lo
scandalo, eh Afrnio? Guarda un po' in che pasticcio mi son messo.
Di ritorno in salotto, mastro Afrnio Portela disse a dona Rosarinho, che si era seduta vicino alla
radio per ascoltare il notiziario della B.B.C:
E' venuta a chiedermi
Esattamente la stessa cosa che stavo per chiederti io. Che tu non permetta l'elezione di quel
macellaio. Non ho nessuna intenzione di smettere di frequentare le feste dell'Accademia, mi
piacciono troppo. E ora, vai al telefono a rispondere a Evandro, che ti vuol parlare proprio di
questo.
Sorrise al marito, lo stesso sorriso complice del tempo in cui era la sua ragazza, e i genitori
milionari si opponevano al matrimonio della figlia con un letterato morto di fame, senz'arte n
parte.
"Un vecchio a passeggio per la strada".
Vecchio dissennato, pensava fra s mastro Afrnio Portela, mentre risaliva la strada in direzione
all'Accademia per incontrarvi l'altro folle, Evandro Nunes dos Santos. Chi avrebbe osato levarsi
contro il DIP, il DOPS, le varie polizie, i servizi segreti; contro quello che era l'onnipotente Capo
della sicurezza pubblica, candidato delle forze vive del paese, dell'ordine stabilito, della dittatura
del Nuovo Stato, dei signori della guerra, vittoriosi nel mondo?
Vecchio dissennato, ma andava per via con le spalle dritte, una luce negli occhi stanchi, un sorriso
di malizia. Ecco un vecchio contento e soddisfatto, comment un passante nel vederlo andare.
"La prudenza e gli assi".
Mentre aspetta Afrnio Portela, con cui aveva appuntamento, Evandro Nunes dos Santos, nel
gabinetto del Presidente inveisce, in lunga e aspra catilinaria, contro la candidatura di Sampaio
Pereira esponendo le ragioni politiche e morali che la rendono inaccettabile.
Un'ingiuria all'Accademia, un insulto!
Pensi che sia stato io a inventare questa candidatura, o che vi abbia qualche interesse, che la riceva
con piacere? Hermano do Carmo ricorda l'esperienza sgradevole del giorno avanti, quando i due
gorilla s'erano ficcati a forza nell'ascensore, ma non ne parla per non aggiungere legna al fuoco:
Ma che posso fare per evitarla?
La domanda resta nell'aria, Evandro Nunes borbotta che si dovrebbe fare qualcosa, fosse quel che
fosse. Il Presidente prosegue:
Il regolamento esige che il candidato abbia almeno una pubblicazione; quel tipo ne ha varie, ivi
compreso un libro di versi, lo sapevi? Io ho suggerito a Lisandro che alcuni accademici avevano
pensato a Feliciano, sostenendo che il candidato ideale per prendere il posto di Bruno sarebbe un
altro grande poeta. Lui mi ha risposto citando il titolo di quel tale libro e mi ha risposto che, poeta
per poeta, il suo candidato non ha niente da invidiare n a Feliciano n a Bruno. Pare si tratti di
versi romantici, un'opera giovanile. Anche questa corda ha al suo arco.
Una corda molto miserella
Per gli altri in compenso Dovresti vedere Lisandro tirarle fuori di tasca una a una: candidato
dell'esercito, una delle figure pi importanti del Governo, prestigio senza limiti. Di questi tempi c'
poco da scherzare. Altro argomento di peso: questa poltrona feudo dell'esercito, lo sempre stata,
dal primo al penultimo che l'hanno occupata; la tradizione dev'essere ristabilita. E cos via Non
vedo via d'uscita, vecchio mio. Se ne scopri una, me lo dici. Io non ne vedo alcuna
Questa poi Ma l'hai detto tu stesso: lanciare Feliciano
E tu credi che lui accetterebbe di essere candidato contro Sampaio Pereira? Ne dubito. Debbo dire
che quella storia della poltrona appartenente all'esercito innegabilmente un argomento valido. In

linea di massima io sono favorevole alla candidatura di una personalit dell'esercito, sai bene che
l'Accademia ha sempre avuto, e deve continuare ad avere, esponenti di varie classi sociali.
Quanto a esponenti
Dipende dal punto di vista di ciascuno, non cos? il Presidente non intende compromettersi.
Evandro Nunes dos Santos beve il resto del caff, posa la tazzina vuota; Afrnio Portela ritarda, e
non gli sembra facile sciogliere il nodo. In cambio, lui non ha paura di compromettersi:
Non sar col mio voto che quella nullit entrer all'Accademia.
"Cospirazione all'ora elegante del t".
Provenienti da direzioni diverse, Afrnio Portela e Lisandro Leite s'incontrano sulla porta del Petit
Trianon. La soddisfazione si riflette sul viso grasso del giurista:
La notizia della candidatura di Agnaldo gi trapelata sulla stampa e nei notiziari parlati.
Voce giubilante nel pronunziare il nome di battesimo dell'onnipotente Colonnello, prova
d'invidiabile intimit. Non rivela la fonte dell'informazione, ma il romanziere la indovina senza
troppo sforzo; come lui, Lisandro non perde tempo.
Insieme vanno verso il gabinetto del presidente, il Procuratore si sparpaglia in una poltrona, mastro
Afrnio si precipita a raccogliere l'ossuta umanit di Evandro Nunes dos Santos, giusto a tempo per
evitare che il contundente saggista serva alcune verit a quello sgonfione leccapiedi.
Andiamoci a prendere un t da Colombo: saremo pi a nostro agio per cospirare, lontani dal
Lisandro e vicini a qualche bella donna per allietarti la vista, vecchio libidinoso.
Cliente assiduo di Colombo, insieme con Antnio Bruno, Afrnio attribuisce a Evandro le sue
abitudini e i suoi appetiti. Un lirico amoretto del poeta con una sartina appostata alla finestra
dell'atelier situato al secondo piano dell'edificio di fronte aveva ispirato "Il t delle cinque": un
racconto sorridente e commovente, unico ritorno dello scrittore nel campo della narrativa, pi di
dieci anni dopo la pubblicazione de "La donna allo specchio".
Al tavolo della pasticceria Evandro, ancora di malumore, comincia a inveire contro il Presidente che
non fa mistero della sua posizione favorevole al candidato colonnello.
Favorevole? Malgrado lo spintone che si preso ieri?
Spintone? Come sarebbe a dire?
Ora ti racconto. Prima voglio sapere cos'ha detto esattamente Hermano.
Che era favorevole a un candidato dell'esercito. Per ristabilire la tradizione.
Ha parlato di candidato delle Forze armate, o ha fatto il nome del colonnello Sampaio Pereira? O
Agnaldo come lo chiama Lisandro, sbavando soddisfazione.
Ha parlato in generale.
La differenza grande, compare. Afrnio e Rosarinho erano stati padrini di battesimo di Alvaro.
Ti far una confidenza: anch'io sono favorevole alla candidatura di una personalit dell'esercito
sorrise maliziosamente.
Di tanto in tanto l'amico e compare riesce a mandare il vecchio Evandro fuori dai gangheri,
specialmente in occasione di posti vacanti all'Accademia. Pur appoggiando quasi sempre lo stesso
candidato, i due si comportano in maniera diametralmente opposta durante la campagna elettorale.
Evandro solito proclamare ai quattro venti le qualit del suo favorito, argomentando, discutendo,
mentre Afrnio si muove discretamente, agisce in sordina, complotta dietro le quinte - lo
considerano il pi temibile grande elettore di tutta l'Illustre Compagnia. Anche ora, di fronte alla
minaccia spaventosa della candidatura di Agnaldo Goebbels Pereira (lo stesso Colonnello, in un
articolo molto commentato, aveva affermato di accettare con orgoglio e sentendosene onorato il
soprannome di Goebbels brasiliano con cui i nemici della patria credevano di ridicolizzarlo e
offenderlo), Afrnio non si mostra indignato. Al contrario, sembra divertirsi, si frega le mani da
tanto contento. Evandro protesta, impaziente:
Spiegami una volta per tutte cos'hai in testa, visto che io non ho niente, a parte la rabbia.

Mastro Afrnio obbedisce e fa il resoconto della sua intensa attivit. Ogni tanto interrompe il
rapporto per salutare qualche conoscente o richiamare l'attenzione dell'amico su qualche fanciulla
degna di uno sguardo pi prolungato, che sfila sulla strada. Non aveva perso tempo: gi la sera
prima, subito dopo aver parlato con Evandro, aveva telefonato a un certo numero di accademici,
scambiando impressioni. Mattiniero, era uscito di casa presto e aveva visitato non meno di quattro
colleghi, aveva pranzato con un quinto, Rodrigo Incio Filho, e il ritardo nell'incontrarsi con
Evandro era dovuto al fatto che era stato nell'appartamento del povero Francelino, vittima anche lui
di un vigoroso strattone. Durante visite e telefonate aveva riconosciuto l'evidenza di alcuni fatti,
tratto alcune conclusioni:
Esiste una sensibile resistenza contro il nome di Sampaio Pereira.
Una repulsa generale anche Evandro aveva tenuto qualche contatto.
Non esageriamo, compare, siamo realisti. Esistono restrizioni, alcune molto profonde,
un'atmosfera scomoda, il tipo malvisto, ha una pessima fama. Per lui perfino Cristo sospetto:
Rodrigo mi ha raccontato che durante la Settimana Santa la censura ha proibito la pubblicazione del
discorso della montagna sulla Rivista del Sabato. Il direttore della rivista, Gil Costelo, andato al
Dipartimento stampa e propaganda sicuro che la censura fosse dovuta all'illustrazione, un disegno
ultramoderno di Portinari. Ma rimasto a bocca aperta nel sentire che la proibizione si riferiva
direttamente al testo evangelico. Un funzionario, per discolparsi, ha rivelato l'origine dell'ordine: il
gabinetto del Sampaio Pereira. Rodrigo ha saputo la faccenda per bocca dello stesso Gil.
Chi potrebbe votare per un tipo del genere?
Non t'illudere. Malgrado tutto sar eletto, se non agiamo con la testa sulle spalle. Voteranno
turandosi il naso, con ripugnanza, come mi ha detto Alcntara, ma voteranno. Gli assi nella manica
di Lisandro esistono e come, n lui uno sciocco. Appena si saputo dell'incidente capitato a
Francelino sono corso nell'appartamento del vecchietto. La prima cosa che ho visto stata
un'enorme cesta di frutta: mele, pere, uva, con un biglietto adulatore firmato col nome del
colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, solo che la calligrafia era quella del nostro Lisandro torna a
sorridere: vincere questa partita, caro Evandro, richieder un'abilit diabolica. Diabolica! Ripete
l'aggettivo, questa volta serio: Dobbiamo trovare un candidato
Abbiamo Feliciano, non ce ne potrebbe essere uno migliore. Un poeta applaudito ovunque, noto a
vecchi e giovani, e una delizia di persona.
Non basta, compare. Abbiamo bisogno d'un candidato per il quale gli accademici possano votare
senza timore. Senza timore di rappresaglie intendo. Un candidato che offra garanzie di sicurezza
contro ogni tentativo di rivalsa del Sampaio Pereira, individuo potente e di cattivo carattere. Il che
elimina immediatamente ogni civile, sia chi sia. Dobbiamo uscire con la candidatura di un militare,
Evandro. Un militare di grado superiore a quello del Pereira, ossia un Generale.
Laico accanito, autore d'un libro che aveva avuto ripercussione in tutto il continente, in merito ai
malanni provocati dal militarismo nella storia dell'America Latina, il vecchio Evandro reagisce,
ribelle:
Non mi venire anche tu con quella storia della poltrona esclusiva
Non questo il problema Non si diverte pi. Si tratta di evitare che un tipo compromesso col
nazismo e con tutto ci che il nazismo significa, tortura di prigionieri politici, censura che si
accanita contro scrittori e giornalisti - l'opposto di Bruno che morto proprio perch non sopportava
tali orrori - che un tipo simile arrivi a succedere a Bruno, a sedersi fra noi nelle assemblee plenarie
dell'Accademia, che sia mio collega, tuo collega.
Vi fu un istante di silenzio, mentre Evandro digeriva le parole dello scrittore. Scuote la testa:
E' vero Hai ragione.
Ho ragione, s. Per un candidato civile non garantisco pi che quattro o cinque voti: i nostri due,
quello di Rodrigo, quelli di cita due nomi: E ancora ancora! Mentre, con un Generale, se
lavoriamo come si deve riusciremo a vincere la partita. Abbiamo bisogno urgente di un Generale,
autore di almeno un libro, avversario del nazismo e del Nuovo Stato, e che sia disposto ad
affrontare il colonnello Sampaio Pereira. D'accordo?

D'accordo. Difficile incontrare qualcuno con tutti questi requisiti


Lo troveremo, s. Tu, compare, esageri. Per te appena uno si messo la divisa, finita. Fra i
militari c' anche gente buona e seria, gente democratica: la maggioranza. E ora stai a sentire la
storia degli spintoni ancor prima di cominciare il racconto si mette a ridere. Mastro Afrnio si
divertiva ad ogni buona occasione, coglieva dalla vita quanto di meglio gli potesse offrire.
"Il Generale in attesa di una telefonata".
Impaziente, il generale Waldomiro Moreira abbandona il giornale, consulta l'orologio, si alza dalla
sedia a sdraio, attraversa il giardinetto, si avvicina alla porta del salotto, constata l'infrazione
disciplinare. Come aveva immaginato, Cecilia occupa il telefono, filando. Maledetto quel dentista!
Come se non bastasse il dispiacere.
Ahi! Non me lo dire.. la voce della ragazza, tutta languida fra riso e sussurri.
Cecilia!
Troncati di botto risa e languori alla voce di comando del Generale. Tappando il microfono con la
mano, l'insubordinata prega:
Un minuto solo, pap.
Riattacca. Immediatamente!
Subito subito, pap.
Il servizievole Sabena aveva fissato di telefonargli non appena avesse parlato con il dottor Flix
Linhares, e ottenuto il suo indispensabile accordo. Ora si d il caso che l'incontro fra i due
gentiluomini era stato fissato alla Santa Casa, dove il prolifico autore di romanzi ambientati nel
Vecchio Testamento compiva il suo dovere di medico, attendendo al tempo stesso agli affari relativi
all'Accademia fluminense di lettere, la cui presidenza occupa, rieletto per la quinta volta e
all'unanimit. A colazione il Generale aveva proibito l'uso del telefono a partire dalle dieci del
mattino. Sua moglie e sua figlia passano ore al telefono, dona Conceiao a spettegolare, e a
lamentarsi del costo della vita, Cecilia in giuramenti d'amore.
Ammiratore delle fatiche letterarie del Generale, specie della campagna a pro' della purezza della
lingua patria, Claudionor Sabena, quello della "Antologia della Letteratura Luso-Brasiliana", della
"Raccolta di Scrittori Fluminensi" e dei libri didattici per lo studio della grammatica (primo,
secondo e terzo anno) aveva realizzato un proficuo lavoro di propaganda fra i colleghi d'Accademia,
con evidente successo. L'ambiente si era rivelato ricettivo e simpatizzante per il nome del Generale,
anche perch la fama dell'altro postulante, Francisco Ladeira, pi che al discutibile valore dei suoi
sonetti parnassiani, si doveva alla sua lingua viperina. Pur dando spietatamente addosso ai
confratelli in sub-letteratura, cerca tuttavia di farsi eleggere, va in giro a raccattar voti con la faccia
pi fresca del mondo. A ogni modo la decisione finale spetta al presidente.
Il prestigio della medicina del dottor Flix Linhares, titolare di una ricca e influente clientela,
garantisce sovvenzioni, favori e prebende, che rendono possibile all'istituzione da lui diretta una
esistenza reale al di l dei verbali delle sessioni, le assicura sede propria in un edificio di propriet
dello stato, la pubblicazione (in ritardo ma gratuita) della rivista, opuscoli e perfino libri di
Accademici da parte del poligrafico di Stato, come per esempio la "Raccolta" di Claudionor
Sabena. Per non parlare dei due impiegati di stato posti a disposizione dell'Accademia stessa: un
fattorino e una segretaria vistosa, fidanzata e molto cordiale. Piccoli vantaggi che rendono
desiderabili e disputati i posti vacanti all'Accademia fluminense di lettere; immortalit limitata ai
confini dello Stato di Rio, ma non per questo meno desiderata.
Il nervosismo e l'irritabilit del Generale risultano dalla situazione ambigua che venuta a crearsi,
dall'incertezza che si prolunga. Oltre che corrosivo e poeta mediocre, Francisco Ladeira si era
rivelato un furbastro: diceva cose orripilanti di mezzo mondo, ma non aveva mai aperto bocca per
chiosare i biblici personaggi (tanto meritevoli!) del dottor Linhares, atteggiamento cui certo
sensibile il Presidente. Trovandosi a dipendere da cabale e collusioni, il Generale si snerva.

Avendo liberato il telefono torna alla sua sedia a sdraio, nell'ombra del giardino. All'inizio del 1937
era stato sul punto di candidarsi; lo stesso devoto Sabena aveva preso i primi contatti; ma al
momento, superiori interessi politico-militari si erano imposti, occupando integralmente tempo e
progetti del Generale. Si era dedicato anima e corpo alla campagna elettorale di Armando Sales de
Oliveira per la Presidenza della Repubblica. Con tanto impegno ci si era dedicato, da vedere il
proprio nome ripetutamente citato dalla stampa come quello del probabile futuro ministro della
guerra, in caso di vittoria del candidato di opposizione. Dona Conceiao, dall'entusiasmo agguerrito
e il sogno facile, aveva goduto per alcuni mesi del prestigio derivante da quella dorata prospettiva.
Ah! ben pochi mesi, visto che in novembre un colpo di stato aveva instaurato la dittatura del Nuovo
Stato, aveva sciolto parlamento e partiti politici, liquidando candidature ed elezioni. E il generale
Waldomiro Moreira, da futuro ministro si era trasformato in ufficiale della riserva stipendiato, si era
messo il classico pigiama e era tornato a tempo pieno alle sue pacifiche e laboriose attivit nel
campo delle lettere.
Aveva ripreso a firmare una rubrica settimanale sul Correio do Rio, dal titolo "In difesa della
Lingua Portoghese", sospesa durante la campagna armandista (4). Aveva terminato la stesura di un
nuovo volume, il terzo, di "Storie della Storia del Brasile", narrazioni ed episodi di fatti militari, il
cui lancio recente, che coincideva con un posto vacante all'Accademia fluminense, aveva spinto
l'amico Sabena a rimettersi in movimento, con buone possibilit di successo. Se dipendesse
soltanto dagli Accademici L'appuntamento di quella mattina fra il grande elettore e il presidente
Linhares avrebbe segnato il destino di quella ambiziosa candidatura: vittoria oppure rinunzia.
La campana della chiesa suona mezzogiorno, la mattinata finita. Perch Sabena non ha ancora
telefonato? Rinvio dell'intervista, o magari chiss, il cauto Linhares ha finito per decidere a favore
di Francisco Ladeira per mantenersi al coperto da epigrammi e battute? Il Generale teme per il
proprio cuore, il cardiologo gli ha raccomandato di evitare forti emozioni.
Gli sembra di sentire la suoneria del telefono, e si trattiene per non precipitarsi di corsa. Dona
Conceiao annunzia di sulla porta del salotto:
Telefonata per te, Moreira. Aveva sempre chiamato il marito per cognome, con rispetto e
devozione. Dice che l'Accademico
E' Sabena, lo so gi in piedi.
Non lui, no
Non Sabena? E allora chi ?
Dice che il dottor Rodrigo Incio Filho dell'Accademia brasiliana. Vuole che tu fissi un
appuntamento per ricevere una commissione di Accademici
Il generale Waldomiro Moreira esita, poco tranquillo. Dev'essere uno scherzo, opera del perfido
Ladeira, che ama fare burle di pessimo gusto.
Il tipo sta aspettando, Moreira.
Una beffa, di certo. Con la faccia scura il Generale marcia verso il telefono. Ah! se uno scherzo,
che quel delinquente del Ladeira stia bene attento, ch la pagher cara. Non si prende in giro
impunemente un Generale dell'Esercito, sia pure emarginato nella riserva.
"La designazione, con cognac Napolon".
A ricordarsi del nome del generale Waldomiro Moreira era stato Rodrigo Incio Filho, messo al
corrente del piano e a esso avendo dato la sua adesione. E l'aveva fatto quando gi mastro Afrnio si
preparava a confessarsi e a dar ragione al compare Evandro: missione difficile, quella di scovare un
generale che avesse pubblicato un libro, fosse dichiaratamente antinazista, non avesse legami con il
Nuovo Stato e fosse disposto ad affrontare Sampaio Pereira. Antinazisti, tanti, la maggioranza;
contro la dittatura, parecchi, ma fra le righe, non apertamente; con libri pubblicati al loro attivo
appena qualcuno e, fra quelli, quanti avrebbero accettato di porre la propria candidatura,
affrontando l'ira e lo strapotere del Colonnello? Nello studio dello scrittore, sbevazzando cognac
(grande fine Napolon - francese e guerriero) i due compari vanno eliminando candidature:

Per amor di Dio, Afrnio, un libro di matematica non serve.


Questo mai pi accetter di mettersi in lizza contro il Sampaio Pereira
Sarebbe un buon nome, se anzich maggiore fosse generale.
Invitato alla riunione, Rodrigo Incio Filho, la creatura meno bellicosa dell'universo, si presenta
tutto sorridente, al risvolto della giacca la rosetta della Legion d'onore, in carattere per partecipare
alla Resistenza. Bacia la mano raffinata di Dona Rosarinho:
Recluta agli ordini di suo marito, signora Generalessa. Tutto questo assurdo, ma farebbe piacere
a Bruno.
Assurdo, perch? Assurda la guerra, replica Evandro.
Dona Rosarinho prende la bottiglia, serve l'Accademico appena giunto e lo sfida:
Metti la mano in tasca e tira fuori un bel generale soddisfacente, Rodrigo. Quali sono le esigenze
lo sai
Obbedisco agli ordini, Rosarinho. Propongo il generale Waldomiro Moreira.
Waldomiro Moreira Il nome non mi nuovo Mastro Afrnio fruga nella memoria: Da dove, mio
Dio?
Rodrigo aveva ricevuto pochi giorni prima un nuovo libro del generale Moreira, autore di una
buona mezza dozzina di volumi pieni d'entusiasmo. Non era uno sconosciuto per niente, il
Generale, godeva d'una certa fama politica e militare, per non parlare di quella letteraria. Il suo
nome era apparso spesso sui giornali durante la campagna elettorale di Armando Sales, epoca in cui
gli era stato presentato Rodrigo. Si erano trovati insieme in due o tre occasioni. Ad un banchetto in
onore del candidato erano stati seduti accanto e avevano parlato di letteratura e di politica. Al
Generale non piacevano i moderni, di cui criticava le scarse conoscenze e lo scarso rispetto della
lingua pura; in cambio per era un democratico, tempratosi nell'arengo delle lotte politiche, motivo
per il quale il Nuovo Stato lo aveva emarginato nella riserva. Era antinazista, simpatizzante per gli
alleati, bastava leggere i commenti sulla guerra che aveva pubblicato sul Correio do Rio,
commenti in cui attaccava Hitler che definiva un pazzo, un degenerato.
Parziale al punto da rifiutarsi a credere nelle vittorie di Hitler, da negare l'evidenza dei fatti.
Resta da vedere se accetta di porre la sua candidatura.
Incaricato di raccogliere informazioni pi complete, mastro Afrnio era tornato ventiquattr'ore dopo
trionfante:
Non c' dubbio, il nostro uomo!
Nello stesso studio, centellinando lo stesso guerresco Napolon, l'Accademico espone fatti e qualit
relativi al Generale: Rivoluzione costituzionalista (5), campagna elettorale per Armando Sales, tolto
dai quadri delle Forze armate in servizio attivo dalla dittatura; cinque libri pubblicati: una trilogia di
racconti storici, un volume di cronache in cui si abbordano problemi linguistici, oltre a una
monografia (esaurita) sugli aspetti della campagna militare del 1932 sul fronte mineiro (6). E'
considerato uomo di parola e coraggioso, un tantinello troppo attaccato alle proprie opinioni e
testone. Un osso duro.
Date le circostanze, una qualit.
Credi che accetti di buttarsi nella mischia? s'informa Evandro.
Sono convinto di s Mastro Afrnio fissa i compagni di congiura con quel suo sguardo di divertita
malizia: Dubito che indoviniate qual la sua ambizione attuale, che cosa desidera al momento un
attimo di suspense, un sorso di cognac. N pi n meno che candidarsi per l'Accademia fluminense
di lettere.
Impossibile! Stai scherzando.
E la pura verit. V'immaginate quando gli proporremo l'Accademia brasiliana? Quello perde la
testa. Oltre a tutto, il Sampaio Pereira non pu nulla contro di lui, visto che le porcherie che
potevano fargli le hanno gi fatte. E' il nostro uomo. Rodrigo aveva perfettamente ragione.
E i libri? Evandro abbassa la voce nell'enunciare la domanda:
I libri come sono?

Dando prova di grande dedizione alla causa, Rodrigo aveva dato un'occhiata al volume appena
edito:
E' a base di un gran nazionalismo, ma si lascia leggere. E' scritto in modo estremamente corretto,
la grammatica uno dei suoi feticci. Uno stile accurato, sapete?
Accurato, eh? Purista?
Esatto. Starebbe meglio all'Accademia fluminense, ma a parte lui non ne vedo nessun altro.
Neppure io, conferm Afrnio. Dedicher il resto della giornata ai suoi libri. Ne ho trovati
quattro, Carlos Ribeiro ha promesso di trovarmi quello che esaurito. E' stato Carlinhos a darmi la
maggior parte delle informazioni sul Generale.
Si riferisce al celebre libraio carioca, il vecchio mercante di libri, come lui stesso si definiva.
Frequentavano la sua libreria nella Rua Sao Jos greci e troiani, accademici e modernisti, letterati di
reputazione e valori diversi, provenienti da ogni orizzonte, scuola, tendenza, gruppo e conventicola.
Pi informato di Carlinhos Ribeiro, assolutamente impossibile trovare.
Anzi, mastro Afrnio allarga il sorriso di buon umore, ho comprato due copie di ciascun
volume, una per me e una per te, compare. Dobbiamo conoscere a fondo l'opera del nostro
candidato, per poterla elogiare.
Il vecchio Evandro non si d per vinto:
Per elogiare, son pronto a farlo, se necessario. In guerra tutto vale, non il momento di stare a
farsi degli scrupoli. Ma quanto a leggere no, mi chiedete troppo. Nazionalismo, stile purista
Conosco il genere. Meno ne leggo, meglio potr elogiare.
"Le belle lettere come balsamo".
Svanita l'illusione ministeriale, messo in riserva in attesa della pensione per raggiunti limiti di et, il
generale Waldomiro Moreira aveva deciso di dedicarsi esclusivamente al lavoro letterario e alla
gloria da esso decorrente, modesta ma riconfortante. Aveva per avuto una ricaduta belligerante, e
gli era andata male.
La polemica colonna dedicata alla difesa dei canoni linguistici gli offriva il destro di una selezionata
corrispondenza e relazioni cordiali con altri esaltati cultori della purezza dell'idioma, allarmati per il
poco rispetto verso le pi elementari regole di grammatica, poco rispetto evidente nella letteratura
moderna, scritta per lo pi in nag, in cabinda, in quimbundo (7). Era occupato nella revisione
del terzo volume delle sue "Storie della Storia del Brasile", quando la guerra era scoppiata in
Europa, occasionando la sua ricaduta.
Il Generale accumulava virt diverse. Un'autorit in questioni linguistiche (competente filologo,
secondo l'opinione consacratrice di Rivadvia Pontes, autore di "Sottigliezze Grammaticali") era
un'autorit eziandio in scienze belliche, alunno diplomato dai professori della Missione militare
francese, invincibile nelle manovre militari. Stando cos le cose, in quello stesso Correio do Rio,
su cui la domenica insegnava l'arte del bene scrivere, aveva cominciato a indicare giornalmente
gl'indirizzi della seconda guerra mondiale, in una rubrica breve e recisa: "La Guerra giorno per
giorno - Analisi e Previsioni", firmata con le sue iniziali: Gen. W. M.
Lo stratega non aveva ottenuto lo stesso buon esito del grammatico. Trinceratosi dietro
l'inespugnabile linea Maginot, aveva visto le panzerdivisionen di Hitler ridurre in briciole le sue
solide conoscenze militari. Con totale mancanza di rispetto per le regole stabilite dell'arte bellica,
quelle smentivano regolarmente ogni pomeriggio le analisi e previsioni mattutine del
commentatore. Il Gen. W. M. aveva cominciato a perder terreno con Gamelin, aveva dovuto
soccombere con Weygand, di rotta in rotta, di ecatombe in ecatombe. Deluso, aveva approfittato dei
ripetuti tagli della censura agli epiteti con cui si vendicava delle avanzate del Fhrer, e aveva
considerato terminato il suo impegno, con grande sollievo della direzione del giornale.
Si era allora ritirato nuovamente sul Parnaso delle Belle Lettere, che lo avevano compensato della
delusione, gratificandolo con la buona accoglienza riservata al volume delle "Storie della Storia del
Brasile", oggetto di critiche favorevoli. Il fedele Sabena aveva scritto lunghi articoli laudativi e

l'egregio Altino Alcntara, dell'Accademia brasiliana, l'aveva ringraziato con una lettera:
all'egregio confratello porgo i miei ringraziamenti per l'invio del suo nuovo libro, nelle cui pagine,
insieme con una lingua scorrevole, palpita un legittimo patriottismo, nella rassegna di fatti
memorabili, frase trascritta nella rubrica "Libri e Autori" del Jornal da Manha, dal promettente
Mauro Meira.
Pi difficili da superare apparivano i dispiaceri familiari, dovuti alla leggerezza della Cecilia che
aveva piantato a Curitiba il marito, uno zelante e corretto capitano, per venirsene a folleggiare a
Rio, piazza pi vasta. Uomo di parola e d'onore, il Generale si era sentito indignato (ma non
sorpreso).
Il posto vacante all'Accademia fluminense e la possibilit di conquistarlo erano stati un balsamo,
avevano cicatrizzato le ferite. Gli ultimi echi delle risate suscitate dai commentarii di guerra,
raccattati qua e l (da rotolarsi per terra e gi risate omeriche nel gabinetto del colonnello
Sampaio Pereira, nel leggere ad alta voce "La Guerra giorno per giorno"), quelle scomode lische in
gola, erano spariti. Quanto agli amori di Cecilia - amori? il Generale preferisce evitare la parola
adeguata - li ha lasciati a carico della madre di quella traviata, dona Conceiao do Prado Moreira,
una robusta signora con cui egli si era sposato quando, vedovo trentenne senza figli, comandato in
Mato Grosso, non aveva saputo sopportare la solitudine.
Anche dona Conceiao veniva da una tradizionale famiglia di militari. L'autoritarismo del marito
non arrivava a urtarla, ci era abituata. Prima di assoggettarsi all'autorit di lui aveva sopportato
quella del fratello, nella cui casa aveva vissuto fino al non mai abbastanza benedetto incontro col
Moreira. Il matrimonio, oltre a tirarla fuori dal battaglione delle zitelle, l'aveva liberata dagli sgarbi
di quella peste della cognata. Quanto a Cecilia, era tutta suo padre, ostinata, testarda, refrattaria a
ragionamenti e minacce. Ma, essendo integro il Generale, e temperante dona Conceiao, da chi
aveva ereditato la figlia quelle sue voglie scatenate, la sbracata sensualit, l'incontinenza? Dio solo
sapeva.
Avesse ricevuto, il Generale, la telefonata combinata da Sabena con la buona novella dell'accordo
del Presidente, avrebbe potuto pranzare tranquillo, allungandosi poi a far la siesta nella sedia a
sdraio col cuore leggero e allegro. Avrebbe detto all'amico di venire verso la fine del pomeriggio,
insieme avrebbero combinato i particolari della elezione e insediamento. D'improvviso, tutto era
cambiato. Invece dello statale Claudionor Sabena, autore d'una antologia e di libri didattici e
membro dell'Accademia fluminense, aveva telefonato l'eminente Rodrigo Incio Filho, autore di
"Memorie di un Altro", un capolavoro, e membro dell'Accademia nazionale.
Il cuore del Generale accusa il colpo, quella solita pugnalata. Dona Conceiao gli porta la pillola e il
bicchiere con l'acqua:
Perch non ti stendi un momento, Moreira, finch non pronto il pranzo?
Servito improrogabilmente alle dodici e trenta, anche il pranzo in ritardo, quel giorno.
"Ipotesi, poche e assurde".
Una commissione di membri dell'Accademia brasiliana di lettere! Al telefono, il dottor Rodrigo era
stato chiaro: pregava il caro generale Moreira di voler fissare data e ora, piuttosto prossimi, per
ricevere una commissione di Accademici. Questo dopo avergli ricordato il loro incontro al
banchetto memorabile, gli argomenti di cui avevano parlato, togliendo cos ogni possibile dubbio di
uno scherzo, facendo risaltare l'innocenza del maligno Ladeira. Ma non aveva detto nulla
dell'obiettivo della visita n il Generale aveva osato chiedere, sembrandogli scorretto. Aveva
risposto che era a loro disposizione a qualunque ora di qualunque giorno, dichiarandosi
onoratissimo.
Una commissione dell'Accademia brasiliana! Ci pensi Conceiao? Che diavolo vorranno?
Data la pillola al marito, dona Conceiao cerca di calmarlo:
Perch non ti sdrai, mentre finisco di preparare il pranzo?

Sdraiarsi! Come se fosse possibile. Rifiuta letto, poltrona, sedia a sdraio. Quella telefonata
dev'essere il risultato di un qualche equivoco. Ma quale? E se non un equivoco? Chiss, magari
cogitano di attribuirgli il premio Machado de Assis, laurea massima concessa annualmente
dall'Accademia a coronamento dell'opera globale di uno scrittore. E' gi successo prima che in caso
di difficolt di decisione fra due autori, ambedue forti, la commissione decidesse a favore di un
terzo, imprevisto. Ben informato su ci che avviene dietro le quinte della letteratura, il Generale
conosce regolamenti e abitudini della illustre confraternita. Sa che, nel caso del Machado de Assis,
il prescelto fatto oggetto a una discreta consultazione previa, fatta per intermedio di un
Accademico di sua conoscenza, con la naturale riservatezza del caso. Non aveva mai sentito di una
intera commissione che volgesse i passi verso la casa di un letterato per chiedergli se non aveva
niente da obiettare contro l'attribuzione di quell'appetibile premio - alto onore accompagnato per di
pi da una generosa donazione in denaro. Ma se non era il Machado d'Assis, di che si poteva
trattare? Problema capace di condurre alla follia il pi calmo fra gli uomini. Il Generale ha davanti a
s pi di ventiquattr'ore di afflizione e di agitazione, visto che il dottor Rodrigo aveva proposto le
sei del pomeriggio del giorno seguente. Ventinove ore, per la precisione nel conteggio di quel
periodo di agonia
Il Generale marcia da un lato all'altro del salotto a passo cadenzato - grande, corpulento, volto
rubizzo, capelli tagliati a spazzola. Neppure il pigiama dissimula la condizione militare, visibile in
ogni tratto, in ogni gesto, nell'autorit che parte integrante della sua persona. Che diavolo poteva
essere a condurre a casa sua una commissione di membri dell'Accademia brasiliana di Lettere?
Sa della morte del poeta Antnio Bruno e del posto da lui lasciato vacante, ma non si permette
d'immaginare alcuna specie di connessione fra la visita annunziata e il funebre evento, con la
conseguente e festiva possibilit. Mai gli passata per la testa una cos impossibile fantasia. Ma, lo
volesse o no, l'ipotesi s'imponeva, conturbante. Cecilia, nell'essere informata della telefonata e
dell'appuntamento, irrompe in salotto:
Vogliono mettere te, pap, al posto di quello che morto ora.
Ahi, il cuore del Generale.
Non dire sciocchezze.
Allora arrivano con una sottoscrizione, a chiedere soldi per il busto di qualcuno di loro. Passano la
vita a inaugurare busti.
Un busto! Non sai cosa dici.
Dona Conceiao chiama per il pranzo, con mezz'ora di ritardo, che giornata, Signore! Il generale
Moreira guarda con disgusto il pasto della dieta, ha perso l'appetito.
Lascia andare la forchetta per rispondere al telefono al tardivo Sabena, che si scusa per il ritardo e
lo informa che l'incontro col dottor Linhares stato rimandato. Bloccato al capezzale di un
ammalato, il Presidente non si era fatto vedere alla Santa Casa. Ma stesse tranquillo il caro amico:
entro ventiquattr'ore la sua candidatura sarebbe stata ufficializzata con il necessario appoggio. Il
Generale si sforza di nascondere il nervosismo, ringrazia con falsa effusione.
A tavola, dona Conceiao discute con Cecilia su ci che dovr servire a quegl'importanti signori
dell'Accademia brasiliana. Immortali per davvero, aventi diritto alla marsina trapunta e al gettone.
Nell'indimenticabile primo semestre del 1937, l'Illustre Generale Waldomiro Moreira e la sua
Eccellentissima Signora avevano ricevuto l'invito per la sessione solenne d'insediamento del dottor
Alcntara, quel politico di Sao Paulo, e c'erano andati:
Una magnificenza, bimba. Pareva la corte d'un re.
L'Accademia brasiliana, quella s. Valeva la pena perder tempo, limarsi i nervi, mettercela tutta per
disputare un posto vacante; ma quella, a giudicare, non pane per i denti del Moreira, ridotto a
mendicare appoggi per entrare in un'accademietta di mezza-calzetta con sede a Niteri, senza
marsina, senza gettone, senza foto sui giornali. Tali pensieri passano per la testa di dona Conceiao,
che per se li tiene per s. Moreira oggi tutto effervescente, e Cecilia una testa al vento. Magari
ha ragione lei: la solita cannata, una richiesta di denaro per erigere un busto a quel tale poeta che

morto, un tipo sempre in mezzo alle gonnelle, a quanto dicono. Al cimitero una scandalosa turba di
donne che piangevano dietro la bara. Meno male che Cecilia non l'ha conosciuto.
Cosa servo? Birra, guaran? Posso far portare delle polpettine, delle coscette di gallina?
Meglio non servir nulla. Birra, quando mai? taglia corto il Generale.
Almeno un liquorino di frutta. O forse t? Non il t quello che bevono all'Accademia?
Perch non servi un caffeino e via, mamma?
Il Generale era d'accordo con la figlia. Con il caffeino e, fra timore e speranza, con la prima
conclusione cui era arrivata:
Vogliono mettere te al posto di quello che morto.
Ventinove ore di attesa, con la notte insonne di mezzo; se il cuore ce la fa, resta dimostrato che il
medico e il cardiologo non sono che ciarlatani.
"Il balletto dei candidati".
Il giorno seguente, alle undici del mattino, il generale Waldomiro Moreira ufficializz la sua
candidatura all'Accademia fluminense di lettere. La lettera con la richiesta d'iscrizione fu
consegnata al devoto Claudionor Sabena il quale, ottenuta alle nove, alla Santa Casa,
l'approvazione del presidente Linhares, s'era precipitato in tram a casa del Generale, al Graja, a
portargli la buona novella, e a tal uopo quella mattina aveva rinunciato alla lettura del giornale.
Otto ore dopo, alle sette di sera, lo stesso Generale si trovava a essere candidato all'Accademia del
Brasile, attendendo alla richiesta formale di una inclita commissione di Accademici, e aveva
consegnato la lettera d'iscrizione al romanziere Afrnio Portela. Non avrebbe mai immaginato, il
Generale, di averlo come lettore, e men che meno di constatare l'intima conoscenza dell'opera sua,
dimostrata dal famoso autore de "La donna allo specchio", che si era lanciato in una analisi
esauriente della galleria di figure esemplari ritratte nei tre volumi delle "Storie della Storia del
Brasile", nonch dei problemi abbordati in profondit nei suoi "Prolegomeni idiomatici".
Lettore di vecchia data, che aveva accompagnato passo a passo, libro dopo libro la vostra brillante
traiettoria intellettuale, come aveva affermato, mastro Afrnio dava perfino l'impressione di aver
appena terminato la lettura, tale la sicurezza che dimostrava nel citare a memoria lunghi brani,
ripetendo letteralmente immagini e dialoghi.
Che memoria straordinaria, maestro! si estasiava emozionato il Moreira.
Li ho letti e riletti, non una ma varie volte, sorride senza pudore Afrnio Portela.
Evandro Nunes dos Santos svi lo sguardo dall'amico: la guerra guerra, vale tutto. Si mise a
ratificare con aggettivi vigorosi i concetti laudativi del complice: Ammirevole! Magistrale!
Magnifico! Aggettivi del genere, provenienti da un vecchio e noto saggista, aumentavano in
valore, non avevano prezzo. Anche gli altri Accademici avevano contribuito con la loro quota di
laudazioni. Confuso, il Generale non trovava parole per ringraziarli. Si rende conto ora di quanto
avesse sottovalutato la propria opera.
A un certo punto aveva convocato moglie e figlia perch fossero testimoni dell'onore illimitato che
gli veniva fatto da quella illustre commissione, in rappresentanza di un folto gruppo di Accademici.
Avevano potuto cos udire gli elogi fatti al rispettivo sposo e padre. Dona Conceiao ne era rimasta
impressionata, Cecilia entusiasta.
Quaranta minuti dopo la partenza delle due grandi automobili che riportavano a casa gli Immortali,
il Generale, raggiunto per telefono Sabena, gli restituiva la candidatura al posto vacante
fluminense, chiedendo la restituzione della lettera d'iscrizione, e promettendo novit eccitanti.
Venga dopo pranzo, le racconter tutto. L'amico avr una grossa sorpresa.
Vuol dire che non pi candidato all'Accademia? Sabena non riusciva a capire: dopo il
lavoraccio per ottenere l'appoggio del Presidente, quando tutto era ormai risolto.
Sono candidato all'Accademia, s. Quel che non sono candidato alla Fluminense.
Non afferro

Capir quando le avr spiegato. Dica a Linhares che lo ringrazio per l'invito, ma che pu disporre
del posto vacante.
Invito? stupisce Sabena. Ma se non c'era stato nessun invito, solo lui sapeva lo sforzo che gli era
costato convincere il dottor Linhares. Non fosse stato per il rispetto che merita il Generale - un
grado sempre un grado - Claudionor Sabena si sarebbe lasciato scappare qualche intemperanza
verbale per telefono. Non lo fece, riattacc malinconico: la faticosa candidatura gli aveva aperto le
porte della casa cordiale del Graja, dove farfalla di sogno svolazza Cecilia, accendendo desideri.
In certe occasioni, Claudionor Sabena commette dei versi.
"Bilancio iniziale degli effettivi".
Una settimana prima, in occasione della veglia funebre di Bruno, erano due: Afrnio Portela e
Evandro Nunes dos Santos. Subito dopo furono tre, con il reclutamento di Rodrigo Incio Filho. In
casa del Generale andarono in cinque, quelli gi citati pi Henrique de Andrade, biografo di Ruy, di
Rio Branco e di Nabuco (8) e R. Figueiredo Junior, drammaturgo i cui drammi, prima disputati da
tutti i teatri, erano spariti di cartello con la proclamazione del Nuovo Stato. In essi si abbordavano
temi d'interesse sociale e i suoi eroi, greci o cearensi che fossero, predicavano gli uni come gli altri
la libert e difendevano i diritti dell'uomo.
I sondaggi effettuati fra i colleghi, nei giorni che avevano preceduto e seguito la sessione del
necrologio, avevano condotto Afrnio Portela a contare otto voti iniziali sicuri per il Generale.
Evandro ne aveva garantiti dodici ma essendo il vecchio saggista un tipo dall'entusiasmo facile, i
suoi calcoli non meritano fiducia.
Quanto al Colonnello, fatti e rifatti i conti, Portela aveva concluso che era partito con quindici voti
pi o meno garantiti, potendo, se avesse agito con rapidit e fermezza, aumentarne sensibilmente il
numero, assicurandosi la vittoria. Ma avrebbe potuto anche aumentare i suoi voti di poco, o perfino
perdere alcuni dei suffragi considerati certi, se l'iniziativa della rapidit, della fermezza e soprattutto
dell'astuzia fosse stata presa dai sostenitori del Generale Waldomiro Moreira.
Sommando gli otto voti iniziali del Generale con i quindici del Colonnello, si otteneva un totale di
ventitr voti promessi. Per cui dei trentanove elettori ne restavano sedici che dovevano essere
conquistati durante la campagna elettorale. Una campagna elettorale destinata a divenir nota sotto il
nome di battaglia del Petit Trianon, una volta che i fatti si fossero trasformati in leggenda.
Azione fulminante e trappole a volont fu l'ordine del giorno dettato da mastro Afrnio dopo il
primo calcolo degli effettivi.
Durante la visita al Generale, c'era un particolare che aveva sorpreso il romanziere; la prontezza con
cui il candidato aveva accettato di affrontare il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, come se non
desiderasse altra cosa al mondo. Di certo avevano conti in sospeso. Curioso per natura, mastro
Portela si propone di chiarire le ragioni di quel furore combattivo. Durante la cena, quando i vini
avessero sciolto il protocollo.
Per tracciare i piani di battaglia e attendere agli ordini espressi di dona Rosarinho - voglio vedere
in faccia quel vostro Generale e sua moglie - i coniugi Waldomiro Moreira erano stati infatti
invitati a cena a casa dei Portela, insieme a Evandro e Rodrigo Incio. L'invito non era stato esteso a
Cecilia, la quale peraltro si era inclusa motu proprio. Non avrebbe perso per nulla al mondo
quell'occasione di conoscere la civilizzata magione sulla spiaggia del Flamengo, tanto citata da
Jacinto de Tormes, Gilberto Trompowski e gli altri, ancora poco numerosi ma gi influenti, cronisti
sociali.
Per non parlare del fatto che quel dottor Rodrigo con la sua aria da hidalgo spagnolo, le tempie
grige, le belle mani curate, il blazer inglese, da qualche giorno turba e diletta i sogni di Cecilia e la
fa sospirare. Ah! i sogni di Cecilia. Se qui fossero narrati trasformerebbero questa favoletta
accademica in un sensazionale best seller.

"Informazioni indispensabili per la buona comprensione della storia e utili a qualche eventuale
pretendente all'Accademia".
A questo punto, regolarmente iscritti i due candidati, s'impongono alcuni chiarimenti, in mancanza
dei quali difficile sar seguire la successione dei fatti e comprendere la storia in tutti i suoi
particolari. Fuori dalle buone regole della narrativa, questa parentesi su norme e regolamenti trova
la sua giustificazione nelle ragioni suesposte e potr, chiss, riuscire magari utile a qualche ipotetico
postulante all'Accademia, mettendolo al corrente di norme e abitudini la cui conoscenza
indispensabile.
Morto e seppellito l'Immortale, la poltrona che egli occupava dichiarata vacante nella prima
sessione dopo la sua scomparsa - la gi menzionata sessione d'addio. Quattro mesi dopo vi sar
l'elezione del successore.
Durante i primi due dei quattro mesi che separano la sessione funebre da quella festiva, restano
aperte le iscrizioni per chiunque voglia porre la propria candidatura: sufficiente che il candidato
sia brasiliano, di sesso maschile (solo trentasei anni pi tardi le porte dell'Accademia si sarebbero
aperte alle donne) e abbia pubblicato almeno un libro. Terminato questo periodo di due mesi esatti,
le iscrizioni si chiudono. Nei due mesi che restano, tocca ai concorrenti accaparrarsi i voti degli
Accademici, e a costoro scegliere colui che onoreranno del loro suffragio.
Per essere eletto, il candidato deve raggiungere la maggioranza assoluta dei voti (la met pi uno)
degli Accademici viventi, in uno dei quattro scrutini permessi per ogni sessione. Il voto segreto.
Gl'Immortali presenti depositano le schede in un'urna, dove esse vengono incenerite dopo il
conteggio. Anche gli assenti partecipano alla votazione, inviando i loro voti in busta chiusa,
accompagnata da una lettera che giustifichi le ragioni dell'assenza.
L'Accademico pu astenersi dal voto, e pu votare scheda bianca. Nel primo caso, non
riconoscendo egli qualit intellettuali sufficienti al (ai) candidat(o/i), non desidera tuttavia mettersi
in contrasto con ess(o/i). Gi il voto in bianco significa un disaccordo ben pi radicale: dimostra la
repulsa dell'Accademico in relazione all(a/e) person(a/e) del (dei) candidat(o/i), che non considera
degn(a/e) di convivere con lui nella Illustre Compagnia. L'astensione non compromette l'unanimit,
se un candidato riesce a ottenere tutti gli altri voti. La scheda bianca la impedisce.
Conclusa l'elezione, gli Accademici si recano in massa alla residenza del nuovo compagno, dove
trovano tavola imbandita di cibi e bevande, preparata dalla famiglia del candidato per festeggiare
l'immancabile vittoria. Abitudine lodevole, l'invito viene sempre esteso al considerevole numero di
persone - intellettuali, politici, autorit, conterranei, amici e ammiratori - che accorrono a felicitare
il nuovo Immortale. Si brinda con champagne, il whisky scorre, il ricevimento si prolunga per la
notte gloriosa.
Due o tre degli Accademici, prima di venire a portare il loro abbraccio al vincitore, si dirigono, per
un triste dovere, all(a/e) cas(a/e) dello (degli) sconfitt(o/i) per le spiegazioni del caso, la solidariet
nel momento amaro, l'apertura delle prospettive di prammatica: la prossima volta Secondo
l'opinione di Rodrigo Incio Filho, arbitro di decoro e protocollo, la discrezione ordina che nel
compiere quei fatali doveri di consolazione i componenti la delegazione, per rispetto alla frustrata
famiglia, non accettino i dolci, i salatini, le bevande, se per caso capiti loro di trovare ancora
imbandita la mensa commemorativa della vittoria immancabile che non c' stata.
"Le fasi della battaglia".
La battaglia del Petit Trianon dur poco pi di due mesi. L'epilogo, un tantino inatteso, si ebbe dieci
giorni dopo la scadenza del termine per le iscrizioni dei candidati al posto vacante determinatosi
con la morte del poeta Antnio Bruno. Solo due concorrenti si erano presentati: il colonnello
Agnaldo Sampaio Pereira e il generale Waldomiro Moreira (in ordine d'iscrizione). Nessun civile
aveva osato farlo: si generalizzava l'opinione secondo la quale quella poltrona apparteneva per

diritto e tradizione ai militari. Era stata occupata indebitamente dal poeta Bruno civile e bohmien,
per una inspiegabile disattenzione castrense.
Gli eventi posteriori, avvenuti fra la fine della battaglia e la data dell'elezione, non avevano gi pi
niente a che vedere con la pugna impostata e comandata da mastro Afrnio Portela: non pi guerra,
ma guerriglia, nella quale il romanziere non fu che luogotenente, il comando supremo delle forze
della resistenza essendo stato assunto dal vecchio Evandro Nunes dos Santos, deciso a dimostrare
che non esistevano all'Accademia seggi riservati a questa o quella corporazione, quale che fosse il
suo carattere.
Nel corso dei due mesi e dieci giorni dell'accanita contesa per la conquista del Petit Trianon, il
panorama bellico present tre fasi distinte. Nei primi venti giorni l'iniziativa tocc alle forze
riunitesi intorno al generale Waldomiro. L'impatto causato dalla sua iscrizione, sorpresa gradita o
importuna per la maggioranza degl'Immortali, convinti che il colonnello Sampaio Pereira sarebbe
stato candidato unico, senza avversari, e l'azione fulminea scatenata subito dopo, obbedendo agli
ordini d'operazione di mastro Afrnio, condussero il Generale ad occupare alcune posizioni
d'importanza strategica, ottenendo nuove adesioni, ivi comprese quelle di alcuni disertori del campo
nemico. Il nemico, infatti, certo della vittoria, aveva trascurato la campagna elettorale, sicuro che
l'elezione non sarebbe stata che una marcia pacifica fino al trionfo finale. Tanto sicuro, che il
Colonnello aveva rimandato l'inizio delle visite protocollari ai Signori Accademici a dopo il ritorno
da un suo viaggio d'ispezione nel sud del paese: Santa Catarina, dove si erano verificati episodi
intollerabili, e l'irrequieto Rio Grande do Sul. Ne aveva approfittato Afrnio Portela per scatenare il
suo impetuoso attacco.
All'iniziale avanzata della candidatura Moreira era succeduta una vigorosa, violenta reazione delle
forze fedeli al colonnello Agnaldo Sampaio Pereira. Rifattosi del colpo - la promessa candidatura
unica che se ne andava in fumo - Lisandro Leite aveva chiamato a raccolta un massiccio appoggio
da parte di alleati esterni fra i pi influenti, capaci di mutare il corso degli eventi, obbligando il
Generale a una rotta vergognosa, riducendo i suoi voti a una inespressiva mezza dozzina di suffragi,
tali e tante le pressioni esercitate sugli esitanti elettori.
Come rispondere all'impatto di quegli interventi esterni, di coazione e corruzione, armi dell'infuriato
Lisandro, caratteristiche della seconda fase? Non vacill, mastro Portela. Scaten imbrogli e
trappole (trappole a volont!), usando e abusando di farsa e assurdit.
Nell'ultimo periodo, negli ultimi venti giorni della mirabolante battaglia, si era constatato un
equilibrio di forze, almeno apparente, in mezzo alla confusione regnante. Le mappe militari dell'uno
e dell'altro esercito - liste con i nomi dei diversi Accademici, complete di indirizzo e numero di
telefono, fitte di segni cabalistici - riportavano identiche conquiste: almeno una decina di nomi
figuravano nell'una lista come nell'altra: voti certi per il Colonnello, a detta di Lisandro - per il
Generale in base all'analisi di Portela. A questo punto della tenzone, in azioni di attacco e difesa
ambedue i campi utilizzavano sottigliezze e tranelli, la voce incontrollata come l'insinuazione;
stratagemmi che andavano dall'intimidazione alla lusinga.
Quando pi rude e teso si svolgeva il combattimento, avvenne il repentino e definitivo epilogo della
battaglia del Petit Trianon. Pi che clamore di trionfo, vi fu un sospiro di sollievo nel campo
vittorioso.
"Gli eventi di Santa Catarina".
Un intenso e permanente appoggio esterno favor la candidatura del Colonnello. In almeno una
occasione ne benefici anche il Generale - la tranquillit con cui egli pot manovrare nei primi
giorni fu una conseguenza degli eventi di Santa Catarina. Appoggio casuale ma efficiente, visto che
al colonnello Sampaio Pereira fu mestieri abbandonare gli argomenti accademici per condurre l'oste
sua su altri fronti di sua diretta responsabilit, essendo egli come ben sappiamo uno dei baluardi
della dittatura, e uno dei principali mallevadori dell'alleanza (pienamente vigente bench ufficiosa)

fra il Terzo Reich e il Nuovo Stato. Senza saperlo, il nordestino capitano Joaquim Gravat,
comandato in servizio a Santa Catarina, prese parte alla battaglia del Petit Trianon nella sua prima
fase, garantendo libert di movimento al Generale, e ai patrocinatori della di lui candidatura.
Fin dall'avvento del Nuovo Stato erano state proibite in tutto il paese le manifestazioni politiche di
qualsiasi tipo, e messi fuori legge i partiti, fosse qual fosse la loro condizione e ideologia.
Sovrapponendosi agli altri totalitarismi il Nuovo Stato faceva a meno perfino del classico partito
unico. Ufficiale educato all'amor patrio, il capitano Joaquim Gravat era estremamente sensibile a
tutto ci che attiene all'integrit territoriale e alla dignit nazionale del paese. Era stato in servizio
nella selva amazzonica, sentinella vigilante pronta a respingere qualsiasi tentativo di violazione
delle frontiere nazionali da parte di vicini mal intenzionati. Patriota provato nell'estremo nord, fu a
Santa Catarina che si dimostr un ferreo difensore della legge.
Nell'inchiesta aperta intorno agli eventi, si tent di confondere il rispetto del Capitano per la legge
con idiosincrasie di tipo politico, ma il processo dov essere archiviato per mancanza di prove
quando, dopo Pearl Harbour e Stalingrado, la seconda guerra mondiale prese nuovi sviluppi,
abolendo un'alleanza infame e conducendo il capitano Joaquim Gravat sul campo di battaglia, in
Italia, dove si conquist medaglie e gradi.
Proveniente direttamente dall'ambiente dei caboclos rivieraschi al comando della compagnia con
sede a Blumenau, citt di coloni tedeschi, il capitano Gravat pens di essere sbarcato in una citt
straniera. Meno per il colorito chiaro della gente ariana, capelli biondi, occhi azzurri, per il
predominio scomodo del tedesco sul portoghese, che per il totale disprezzo che constatava, le
frequenti disobbedienze alle leggi del governo. Buono o cattivo che fosse, si trattava del governo
del Brasile, paese indipendente, situato nell'America del Sud.
Fino a pochi anni addietro brasiliana e pacifica, Blumenau pareva trasformata con la guerra in una
bellicosa colonia germanica. Sergipano, favorevole alla miscigenazione, esigente in merito alla
sovranit nazionale, il Capitano si secc per ci che aveva visto e constatato. Si realizzavano
continue manifestazioni politiche, pubbliche e rumorose, in club, scuole, templi, strade e piazze.
Sfilate percorrevano la citt, festeggiando le vittorie dell'esercito nazista, portando cartelli e
emblemi, bandiere con la svastica, ritratti del Fhrer. Sfilate paramilitari, con giovani in divisa di
S.S. e S.A., camicie brune e camicie nere, che marciavano al passo dell'oca, il braccio levato nel
saluto ai capi, al grido di Heil Hitler! Dalle edicole di giardini e parchi si pronunziavano discorsi
esaltati e aggressivi - in dialetto bavarese suonavano anche pi insolenti.
Ora le manifestazioni politiche, al chiuso o sulle pubbliche piazze, erano state tutte proibite. E cos
il funzionamento dei partiti, senza eccezioni. Tuttavia, il partito nazional-socialista tedesco, i cui
organi supremi avevano sede a Berlino, agiva apertamente in quella citt che, secondo l'opinione
del capitano Joaquim Gravat e delle truppe al suo comando, era e doveva restare brasiliana. Deciso
a far rispettare la legge, l'ufficiale and dal Sindaco per una azione comune. L'antico Sindaco era
stato sostituito al principio della guerra, e il nuovo cumulava la carica di Sindaco con quella di
Segretario locale del partito. Sorrise dell'ingenuit del molesto e meticcio capitano - i decreti sulle
riunioni politiche non si riferivano naturalmente alle manifestazioni di giubilo con cui la comunit
germanica commemorava le vittorie della Wehrmacht e quanto al partito, essendo tedesco e nazista,
esso sfuggiva alle leggi locali. Torn a sorridere, considerando la faccenda chiusa. Al Capitano non
piacquero le spiegazioni, n il sorriso, e ag.
Sequestr bandiere, croci uncinate, emblemi diversi, ricco materiale in lingua tedesca, cartelli con
parole d'ordine, innumerevoli ritratti del Fhrer e una certa quantit di armi. Chiuse la sede del
partito e port via la chiave. Il Sindaco gli rispose con una sfilata. Lui la sciolse, sbattendo in
prigione alcuni dei manifestanti pi esaltati.
L'eco di tali eventi fu quasi nulla sulla stampa del paese. Breve notizia su un paio di giornali, ma
subito dopo la censura proib qualsiasi allusione all'accaduto e alle sue conseguenze: il viaggio
precipitoso del colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, la destituzione immediata del capitano
Gravat, l'inchiesta militare aperta contro di lui, il ritorno della svastica al suono delle fanfare, saluti
a braccio levato, discorsi, ruggiti di Heil Hitler!

Mentre il Colonnello ristabiliva l'ordine e restaurava l'autorit in Santa Catarina, proseguendo la sua
ispezione fino a Rio Grande do Sul per evitare altre sorprese del genere, rafforzando con la sua
presenza l'alleanza teuto-brasileira, il Generale si precipitava a visitare i Signori Accademici.
Declamava un discorso ben studiato: scrittore e militare qual egli era, ufficial-generale, storico e
filologo, nel concorrere a un seggio occupato per tradizione da personalit dell'esercito, veniva a
sollecitare l'appoggio dell'illustre Immortale, concretizzato nel voto.
Per alcuni Accademici si trattava di una candidatura gratificante: se il tipo non fosse esistito e non
avrebbero avuto altra scelta che votare per l'esecrando nazista. Per altri di una candidatura scomoda:
se il tipo non fosse esistito, il Colonnello sarebbe stato candidato unico, e questo, non esistendo
altra scelta, avrebbe permesso loro di votare per il prestigioso leader, senza timore di critiche e
censure, d'insinuazioni malignette.
Onde evitare che si dica essersi il capitano Joaquim Gravat inserito nella disputa di quella curiosa
elezione accademica senza aver con essa la pi vaga connessione, ci pare opportuno rivelare che il
nome del poeta Antnio Bruno non era sconosciuto al Capitano. Aveva letto emozionato, in una
gualcita copia scritta a mano, il "Canto d'Amore per una Citt Occupata", incontrando in essa
stimolo e richiamo per la lotta. Giunto a Blumenau, citt anch'essa occupata, aveva deciso di
liberarla.
"Porto e biscottini inglesi".
Dato il segreto che aveva circondato il viaggio del colonnello Sampaio Pereira, che aveva lasciato
Rio de Janeiro per destinazione ignota, in missione di sicurezza nazionale, il procuratore Lisandro
Leite non aveva neanche potuto prepararlo spiritualmente. Inutilmente aveva cercato di sapere dove
trovarlo, come fare a comunicare con lui. Prima della sua improvvisa partenza, il Colonnello gli
aveva telefonato:
Mi devo assentare per qualche giorno, un affare urgente. La visita all'ambasciatore dovr essere
rimandata a dopo il mio ritorno.
Vai tranquillo, vado io personalmente a dare spiegazioni a Francelino. Quando il caro Agnaldo
torna, organizzeremo un calendario di visite. Chi candidato unico gode di questo vantaggio: non
ha bisogno di correre non soddisfatto aveva aggiunto: Resto qui io, di sentinella. parole
irriflessive.
Consegnata in segreteria la lettera d'iscrizione del Colonnello subito dopo la sessione d'addio, aveva
confidato nel timore generale regnante nel paese: nessuno avrebbe osato presentarsi, affrontando il
governo, sfidando i padroni del potere. I primi giorni, uscendo dal Tribunale faceva un salto al Petit
Trianon, scambiava cortesie con il Presidente, constatando che non c'era niente di nuovo da
segnalare. In seguito, tranquillizzato, consider dispensabile tanta vigilanza, dirad le sue visite
all'Accademia riservando il tempo a lunghe conversazioni telefoniche con i colleghi d'immortalit,
cui prometteva un'era di larghezze ufficiali per l'Illustre Compagnia, come conseguenza
dell'elezione del colonnello Sampaio Pereira.
Adempiendo a quanto combinato, verso la fine di quel pomeriggio dopo la partenza del carissimo
Agnaldo, il Procuratore volse i passi verso l'appartamento in cui risiedeva l'ambasciatore Francelino
Almeida, servito da una vecchia donna tuttofare cui egli dava il titolo di Governante. Andava a
portargli le spiegazioni del Colonnello e fissare una nuova data per la visita di cortesia, durante la
quale il candidato comunica personalmente all'Accademico la sua qualit di pretendente, e ne
sollecita l'appoggio. Decano dell'Accademia, unico socio fondatore ancora in vita, Francelino era
abitualmente il primo a ricevere l'omaggio della visita dei pretendenti, come dimostrazione di
rispetto e di stima.
Nel salotto, dove la governante l'aveva fatto accomodare, Lisandro avvist una magnifica cesta con
frutta importata, scatole di biscotti inglesi, cioccolato svizzero, porto e vini chinati portoghesi. A
fianco, sul tavolo, l'etichetta del negozio, Ramos & Ramos, il pi chic e caro di tutta la citt, e un
cartoncino fuori dalla busta con le parole: All'illustre Ambasciatore Francelino Almeida,

esponente delle Belle Lettere e della Diplomazia, in omaggio di profonda ammirazione, il Generale
Waldomiro Moreira. Il giurista conosceva di nome il Generale, e di vista quella calligrafia,
inimitabili scarabocchi tracciati dal machiavellico Afrnio Portela. Prov uno choc. Che significato
poteva avere quella cesta cos opulenta, un dono regale? Anche lui ne aveva inviata una, meno
vistosa, dall'etichetta meno chic, a quello stesso Francelino, firmando il cartoncino col nome del
Colonnello. Diabolico Portela, oltretutto anche plagiario!
Francelino de Almeida, adulatore, servizievole, piacevole commensale, aveva raggiunto gli alti
gradi della carriera diplomatica: ambasciatore in Belgio, in Svezia, in Giappone, segretario generale
dell'Itamaraty; per tali incarichi l'Accademia gli era stata di grande utilit. Giovane ventottenne dal
bagaglio letterario ridotto - magri libretti di racconti pi un opuscolo laudatorio sull'opera di
Machado de Assis - il suo nome figurava fra quelli dei quaranta fondatori dell'Illustre Compagnia. Il
che all'epoca non fece scalpore alcuno, visto che la miserella Accademia era povera, sconosciuta,
non aveva sede propria, non pagava gettone. Trent'anni pi tardi, Francelino ampliava la sua scarsa
bibliografia con un volume d'impressioni sul Giappone, "Il paese del Sol Levante" (paesaggi e
costumi). Scapolone, aveva lasciato una fama di ammiratore del bel sesso in tutti i paesi in cui
aveva prestato servizio.
Sir Anthony Locke, ambasciatore di Sua Maest Britannica presso il Mikado, nello scandaloso libro
di memorie pubblicato dopo essersi ritirato dal servizio, citava ripetutamente Mister Almeida,
compagno incomparabile nella scoperta della vita notturna e dei riti erotici del favoloso Oriente. Per
tutto un lustro i due avevano dato splendore al corpo diplomatico accreditato in Giappone,
guadagnandosi un'invidiabile popolarit in locali equivoci e allegri - fino al trasferimento di Mister
Almeida, the Geisha's King, tanto lamentato dal britannico lord. Nel libro di Francelino sui
costumi nipponici non si fa menzione alcuna n di Sir Anthony n della vita notturna, bench l'et
non lo avesse reso insensibile all'incanto femminile. Anzi.
Informato della presenza del collega gli venne incontro in salotto, dove la governante l'aveva
preceduto portando un vassoio con due calici, una bottiglia di porto e un vassoietto di biscotti. Il
decano ascolt e accett le scuse portate a nome del Colonnello.
Quando vorr fisseremo un'altra data. Domani no, perch ho gi riservato il pomeriggio alla visita
del generale Moreira. Le dir una cosa, sor Lisandro: il meglio dell'Accademia sono le elezioni. I
candidati si dimostrano cos gentili, cos adulatori. Non fosse per le elezioni, chi mai si ricorderebbe
d'un vecchio come me, ambasciatore in pensione, che riceve dall'Itamaraty una miseria ogni mese,
in moneta debole? Nessuno, caro mio. Ma basta che ci sia un seggio vacante, e guardi un po': in
meno di dieci giorni ho ricevuto due ceste con frutta, vini e specialit, tutto importato, tutto della
miglior qualit. Zupp il biscotto inglese nel porto per ammorbidirlo.
Significa che il generale Waldomiro Moreira anche lui candidato?
Non lo sapeva? Si appena iscritto. Candidato forte, amico mio.
Non disse nulla in merito alla formosa segretaria del Generale che era venuta al seguito della cesta
per combinare giorno e ora della visita di protocollo del nuovo pretendente al seggio vacante di
Bruno. Simpatica e disinibita, si era trattenuta in lieti conversari e, nel corso del colloquio, aveva
lasciato trapelare il suo disinteresse per i giovani, sguaiati e scortesi. Cortese come pochi, il
diplomatico Francelino Almeida.
Lisandro si accomiat, rimanendo d'accordo che avrebbe telefonato non appena il colonnello fosse
rientrato, part a tutto vapore in direzione dell'Accademia. Candidatura unica, addio.
"La seduttrice".
Cosa non farei per lui?
Rosa di bronzo, rosa di miele, rosa bambina, ricord mastro Portela, sorridendo con tenerezza,
seduto al tavolo discreto della latteria. La ragazza arross, capelli lunghi e lisci da india, labbra
carnose da negra, occhi verdi da bianca:

Continu a mandarmi delle rose anche dopo che era tutto finito. Non ce ne sar mai pi un altro
come lui.
Afrnio Portela le spieg la situazione, la necessit di preservare la memoria di Bruno, l'importanza
del voto del Decano, fondatore dell'Accademia, solo sopravvissuto dei quaranta primi. Per tutta la
vita Francelino de Almeida aveva cercato di far piacere unicamente ai potenti e alle donne. Potente,
potentissimo, il colonnello Sampaio Pereira.
Sedurre un vecchio? si meravigli Rosa. E alla sua et ha ancora occhi per le donne?
Occhi di certo, posso testimoniarlo.
Sulla porta dell'Accademia, alcuni mesi addietro, lui e Bruno avevano seguito lo sguardo libidinoso
del tremulo Francelino, che si accendeva sulle gambe brune di una ragazza. Il poeta aveva difeso il
Decano dai commenti ironici di Portela, confessando che lui, Bruno, quando non gli fosse rimasto
pi nulla causa la vecchiaia, vecchio cachettico, aveva l'intenzione di starsene seduto al sole su
una panchina di giardino pubblico, a guardare le donne, felice e contento. In silenzio, mastro
Afrnio e Rosa, tutti e due immersi nei loro pensieri, lui a ricordare l'amico, lei a rievocare l'amante.
Rosa fin di bere il suo bicchiere di latte. Quasi bambina, a diciott'anni, aveva sedotto un uomo
maturo, pi vecchio di lei di trent'anni, di cui si era innamorata vedendolo dalla finestra dell'atelier,
mentre cuciva per ricche signore della buona societ.
"La sartina".
Rosa aveva letto "Il t delle cinque", il commovente e divertente racconto scritto da Afrnio Portela,
ispirato dal romanzo di lei con Bruno. La storia le era parsa bella, romantica e assolutamente falsa.
Basata su fatti veridici - la richiesta di matrimonio, per esempio -, riportava tuttavia i fatti in senso
opposto a quanto era veramente accaduto. Nella narrazione del romanziere, il dramma avveniva
nella contrapposizione fra un dissoluto don Juan e una ingenua e sventata donzella, giocattolo fra le
mani del seduttore. Il contrario, l'opposto, il viceversa della realt. Ma chi avrebbe mai creduto nella
verit nuda e cruda, anche se Rosa l'avesse raccontata? Malgrado la sua fama di conoscitore
dell'animo femminile, neppure Afrnio Portela poteva accettare l'ipotesi che una semplice sartina
adolescente agisse come lei aveva agito. La stessa Rosa non sa perch l'ha fatto, n cerca di
spiegare. Pazzia non stata, lussuria meno che meno. Solo amore, sole meridiano e plenilunio.
Uno stupore, un incantesimo, un temporale che scoppia repentino e vorace inzuppando la terra,
stracciando il cielo con la lama del fulmine. Audacia senza limiti, mancanza di pudore da
vagabonda: chi mai l'avrebbe immaginata capace di tanto, temeraria e intemerata?
Nella sua strada suburbana Rosa passa seria e indifferente fra galanterie e proposte, suppliche e
petulanza dei giovanotti. Zecao, centravanti del Club atletico Madureira gi invitato ad allenarsi col
Botafogo, aveva smesso di perdere il suo tempo piantato davanti al vicolo. Superba, con pretese da
gran dama, opinava il vicinato vedendola grave, assorta, col pensiero lontano fisso al signore seduto
al tavolo di Colombo. Pi bello che qualsiasi attore cinematografico, senza paragoni. Ancora non
sapeva che fosse un poeta, n che fosse famoso. Dapprima aveva amato solo l'uomo, poi ebbe la
rivelazione della poesia, Dio era troppo buono.
Da tanto lo guardo, finir per alzare gli occhi e scoprirmi, qui seduta alla finestra, l'ago che va e
viene. Era successo: il poeta aveva alzato gli occhi fino alle finestre del secondo piano e aveva
notato la ragazza che lo fissava sorridente. Era rimasto un istante a osservarla, cercando di
indovinarla in distanza. Con il bicchiere di cassis in mano che lentamente depose sul tavolo. Poi era
tornato alla conversazione dell'amico. La ragazza al balcone doveva essere giovane e bella.
Non veniva tutti i giorni, e non aveva giorni fissi per venire. Vicino alla finestra Rosa in attesa,
ansiosa, disattenta al lavoro, pungendosi le dita con l'ago. Un pomeriggio l'indifferente alzandosi
per andarsene diresse un ultimo sguardo all'atelier, chiss forse casuale. Rosa accenn un saluto e
lui sorridendo le rispose. Il giorno seguente la ragazza, in crescente audacia, gl'invi un bacio sulla
punta delle dita. Discreta, quasi non usava trucco e fronzoli; aveva appena compiuto diciott'anni e

non aveva mai avuto un ragazzo per davvero. Il fuoco che la consumava era stato lui ad accenderlo,
mettendola sottosopra. Da lontano, come un fulmine che cade sopra un bosco e lo incendia.
Una volta aveva passato una settimana intera senza farsi vedere. Proprio quando lei, avendo
ricevuto un pagamento straordinario per del lavoro portato a casa, si era comprata il libro. Madame
Picq, la sarta, scoprendo l'oggetto degli sguardi della piccola aiutante, le aveva rivelato l'identit di
Bruno: Un pote clbre, ma petite, toutes les femmes veulent se coucher avec lui. Rosa aveva
visto il volume nella vetrina di una libreria vicina, una ristampa de "Il ballerino e il fiore", aveva
chiesto il prezzo e lavorato il doppio. Alla scuola pubblica non si era distinta fra le compagne. Ora,
senza sforzo, tiene a mente liriche intere, ripete strofe, traduce le parole di Madame Picq, tutte le
donne vogliono andare a letto con lui. Ahi! Rosa non pensa ad altro, e leggendo i versi ha scoperto
che il bel cavaliere un inconsequente trovatore, un irrimediabile bohmien, un divino amante. Per
meritarlo, rompe i lacci che la legano entro i limiti della routine, e la rassegnata fanciulla di
quartiere si trasforma in una vamp aggressiva, pronta a offrirsi.
Quando Bruno era ricomparso e aveva alzato gli occhi alle finestre distanti, Rosa gli aveva fatto un
cenno e si era buttata a corsa per le scale, con il libro in mano. La corsa la condusse ansante faccia a
faccia col poeta, pi che sorpreso a bocca aperta: non l'aveva immaginata cos bella. Si sentiva
gratificato ogniqualvolta parlava con un lettore proveniente dalle classi popolari. Orgoglioso che la
sua poesia fosse nota e amata non solo da una lite di snob ma anche da gente semplice come quella
incantevole sartina. Angelica.
Era solo al tavolo, l'amico non era ancora arrivato. Invit la ragazza a sedersi, a prendere un t o un
liquore; lui centellinava l'indefettibile cassis, abitudine acquistata nei bistr di Saint-Germain-desPrs. Lei rifiut, gli occhi fissi su di lui. Mi chiamo Rosa Meireles da Encarnaao, ma metta solo
Rosa. Bruno prese la stilografica, cominci a scrivere con la sua bella calligrafia, quasi un ornato.
A Rosa smise di scrivere: con che? le chiese in tono scherzoso.
Con un bacio.
Bruno sorrise, divertito. Rosa seguiva con gli occhi la mano ben curata sul foglio bianco, che
tracciava quelle righe perfette. Tutto in lui era perfetto. La voce calda, carezzevole:
Perch non si vuole sedere?
Qui no si trov a dire.
Allora dove? chiese fra stupito e canzonatorio.
Dove vuole.
E quando? ancora in tono canzonatorio, ma perplesso.
Anche oggi se vuole, esco dall'atelier alle sei.
Una ragazzina, vestitino fatto in casa, semplice ma carino, un modello inventato da lei. Avrebbe
potuto essere sua figlia, e si vedeva che era povera. Il poeta la trovava di suo gusto, ma non gli
pareva d'avere il diritto d'approfittare della situazione, abusando dei sentimenti della ragazzina,
commossa dai suoi versi. Fosse stata pi vecchia, o una di quelle debuttanti dell'alta societ, non
avrebbe esitato. Ma non era che una bambina sventata, alla sua merc, aiutante sartina obbligata a
guadagnarsi il pane giorno per giorno. Splendore di sangue misto, che peccato. La situazione la
rendeva intoccabile. C'erano in abbondanza donne ugualmente belle nei saloni, donne ricche e
oziose. Si scus:
Oggi non posso, cara, ho un impegno per il pranzo.
Domani allora. All'ora che vuole. Io esco alle sei, ma posso assentarmi. Domani, vero? Gli occhi
verdi, splendenti, la bocca semi schiusa, i capelli neri e lisci, tutta lei in attesa del luogo e dell'ora.
Bruno non si divertiva pi. Giammai, nel vasto mondo in cui aveva vissuto e amato aveva visto una
cosa simile, una donna cos pronta a offrirsi. Si arrese. Perch no, se era lei che si offriva? Sarebbe
sempre stato a tempo a tirarsi indietro.
Domani, va bene. Quando esci alle sei sar ad aspettarti sulla porta della libreria.
Le consegn il volume con la dedica. Rosa volle ancora qualcosa:
Posso restituirle il bacio? Le labbra carnose bruciarono il viso arabo del poeta. C'era fra loro due
una parentela. D'Africa e d'Oriente.

Ricordando quella scena, Rosa s'interroga: quale la sua vera immagine? L'ardita vamp nata dalla
passione, o l'antica fanciulla ritrosa e seria? Curioso: nel suo racconto Afrnio Portela aveva
ricreato la Rosa di prima, una bimbetta semplice della Estaao de Madureira.
Chi per primo aveva pronunciato la parola amore era lei. Era stata costretta a sedurlo, perch il
conquistatore dalle incontabili avventure, il libertino don Juan, immaginandola adolescente
innamorata e ingenua, presa dall'incanto della poesia, era rimasto perplesso, senza saper come fare
per non deluderla n ferirla n al contempo causarle un male irrimediabile troncando sul nascere il
suo destino, facendola infelice. La port a passeggio, a mangiare specialit in ristoranti discreti, le
mostr gli angoli pi incantevoli della citt, le offr libri suoi e di altri poeti. Le portava delle rose,
sotto gli alberi del Giardino botanico, una domenica piccolo borghese da cartolina illustrata, le
mormor dei versi segreti, le baciava le dita segnate dall'ago, il viso bruno, gli occhi verdi.
Raccont in confidenza a mastro Afrnio che stava vivendo un romanzo burlesco e sensazionale,
diverso da tutto quanto aveva conosciuto prima, un amore platonico, fatto di poesia e di pudore.
Ma in Rosa ardeva un incendio scatenato, e bench essa amasse ogni parola, ogni gesto, ogni
carezza lieve di Bruno, il tocco delle sue dita nei capelli, lo sfioramento delle labbra contro la nuca,
non si contentava di cos poco. Gli offr la bocca, e il poeta scopr nuovamente il bacio. Forse
perch prima l'iniziativa era stata sua, mentre ora era stata lei a baciarlo. Rosa aveva deciso di
essere la sua donna non soltanto l'innamoratina.
Incapace di sopportare oltre le limitazioni che, gentile e cauto, egli imponeva, Rosa gli aveva
chiesto di portarla a vedere la casa di Santa Alexandrina, fotografata in un servizio recente della
Revista dos Sabados: le pareti coperte di quadri, gli oggetti esotici riportati dai suoi viaggi,
l'angelo appeso alla travatura del tetto, i rampicanti che salivano per la facciata, il roseto, il poeta
seduto indolente su uno scalino rustico all'entrata.
Non hai paura?
Solo voglia.
Tenendosi per mano avevano attraversato il giardino, lui aveva inventato per lei dei versi
chiocciole e lucertole ti danno il benvenuto. Poi aveva cercato di farla accomodare in salotto per
illustrarle un quadro surrealista, ma lei era venuta decisa, e si era avviata verso la camera da letto.
Ci sarebbe stato tempo per la pittura.
Certo - aveva pensato lui quando Rosa l'aveva preso per mano e insieme erano rotolati sul letto ahi! certo gi stata al letto con qualcun altro, e io non sono che un vecchio sciocco, a immaginare
verginit e virt. S'era ingannato una volta di pi: Rosa era vergine e possedeva, fra molte altre
virt, quella del coraggio e dell'integrit.
Abbagliato fauno, il poeta scese nel giardino che nascondeva la casa, e raccolse tutte le rose, una
bracciata. Statua di bronzo sul candore del lenzuolo appena macchiato, Rosa pareva pregare
ringraziando Dio. Antnio Bruno sfogli le rose, una a una, sul corpo appena intuito.
Forse Bruno non era mai riuscito a comprenderla, ad accettarla per intero. L'amore che Rosa gli
dava, e lui contraccambiava, fatto di avidit e dolcezza - non esiste creatura pi dolce, aveva detto
mastro Afrnio quando l'aveva conosciuta - quell'amore, privo di ogni interesse meschino, gli
lasciava un molesto senso di colpa. Il fatto che Rosa nulla chiedesse non modificava la realt: lei
continuava ad essere la solita povera sartina, adolescente ingenua, che prima d'incontrare lui era
destinata al matrimonio, ai figli, ad avere una casa e una famiglia, a una vita tranquilla e onesta.
Facendo di lei la sua amante, cambiandone il destino, lui si era reso colpevole dell'incerto futuro
che la aspettava, disonorata
Quando, passati vari mesi, si trov a guardare con interesse un'altra donna e a desiderarla, lui sent
il dovere di proporre a Rosa il matrimonio, per non lasciarla senza protezione, perduta.
Lei rifiut. Chiaro come l'acqua, senza malizia n sotterfugi, Bruno non le poteva nasconder niente.
Senza fare alcuna domanda, Rosa aveva saputo il motivo dell'offerta e l'aveva rifiutata. Sono stata la
tua donna, mi basta. Non sei fatto per avere una moglie, saresti un cattivo marito. Prima che quella
traccia quasi impercettibile di fastidio si tramutasse in indifferenza e il tempo delle bugie

cominciasse, lei era partita. Era uscita dalla vita di Bruno, cos come c'era entrata, senza
spiegazioni.
Anche dopo la separazione lui aveva continuato a mandarle delle rose nell'anniversario del primo
incontro, del possesso inatteso, sul letto coperto di petali, macchiato di sangue, e della loro ultima
notte tanto dolce e ardente, cos perfetta e altrettanto inattesa. Per Rosa aveva scritto le sue liriche
pi strane e singolari, le pi astratte, la serie della "Etiope dell'Amazzonia": Tutto in te fu miracolo
oscuro.
"L'ex candidato unico".
N candidato unico, n elezione unanime. Inquieto, Lisandro Leite si gratta la testa, passa le dita
nella criniera leonina: come reagir il Colonnello, trovando mandate all'aria due delle prospettive
pi gradite, recentemente suggerite dall'indefesso procacciator di voti? Desideroso di essere il
principale, se non addirittura l'unico beneficiario della vittoria dell'influente capoccione, il
Procuratore non ha voluto condividere responsabilit, si occupato lui di tutto quanto atteneva alla
campagna per Sampaio Pereira. In cambio deve ora sopportare da solo le conseguenze
dell'insuccesso delle ottimistiche previsioni iniziali. Maledetto quel Portela! Nel mentre Lisandro
neutralizzava il Rettore Raul Limeira, convincendolo ad aspettare il prossimo seggio vacante imminente: il povero Prsio non esce gi pi di casa, i medici hanno abbandonato l'idea di operarlo:
dai polmoni la malattia si moltiplicata in metastasi incontrollabili - l'infernale Portela aveva
scovato un Generale, autore di vari libri e con un fisico da atleta. Balza da Immortale a Immortale,
deciso a liquidare le visite nel termine pi breve.
Terribile azzeccagarbugli, il giurista merita la fama che si acquistato. Cerca, e trova,
l'argomento capace di dimostrare come l'esistenza di un secondo candidato abbia un lato
estremamente positivo. Espone la sua tesi al colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, di ritorno dal suo
viaggio al sud, dove aveva schiacciato vili nemici della patria, ossia della dittatura e del Fhrer.
Il combattimento va condotto in tutti i campi. Perfino nella Illustre Compagnia s'infiltrano, i
traditori nemici. Hanno messo avanti la candidatura del generale Waldomiro Moreira per permettere
agli Accademici di fare una scelta, immaginando di ridurre con questo la massiccia votazione a
favore del caro amico. Una sciocchezza assoluta, visto che non riescono neppur di lontano a
scuotere la solida posizione del Colonnello, minacciarne l'elezione. Al contrario, usano un
boomerang, visto che con l'iscrizione del nuovo pretendente, ai recalcitranti dello stampo di Afrnio
Portela, Evandro Nunes dos Santos e R. Figueiredo Junior tolta la possibilit di votare in bianco.
Dando il suo suffragio a uno dei concorrenti, l'Immortale manifesta una semplice preferenza,
mentre la scheda bianca dimostra repulsa, insultante rigetto. Finito il pericolo di offensive schede
bianche.
Se provengono dal nemico, non offendono ma inorgogliscono, replica discorde il Colonnello, cui
le notizie non piacciono e la spiegazione non pare convincente.
E' chiaro che se il caro amico avesse modo di far pressione sul Generale, compagno d'armi,
inducendolo a ritirare la sua candidatura, lui, Lisandro, potrebbe fare in modo di conquistare i voti
di alcuni di quei tipi francofili e di ottenere dai pi intolleranti che anzich votare scheda bianca si
astengano dal voto.
Far pressione sul Moreira? Non serve. Non mi pu soffrire, pensa che ho concorso perch venisse
schiaffato in riserva, nel che ha anche ragione. Ma, c' davvero qualcuno che vota per quell'infelice?
Un deficiente, sollevato dall'incarico del commento ai fatti del giorno del <Correio do Rio> per
incapacit. Liberaloide insignificante. Non ha che boria.
Non c' dubbio. Non avr pi che sette o otto voti. Non arriva a dieci.
Tanti? Il Colonnello aggrottava le sopracciglia.
Potremo portargliene via due o tre, sto gi lavorando in tal senso.
E' necessario. Otto voti per Moraes-Linea-Maginot? Inaccettabile. Conto sulla sua efficienza,
Procuratore.

In preda alla delusione, non l'ha chiamato Lisandro. Il giurista avverte la riserva che si cela dietro la
sostituzione del nome col titolo, ma non si abbatte; sapr ben riconquistare fiducia e intimit.
Lasci fare a me, non risparmier sforzi; ho esperienza, e so cosa devo dire a ciascuno. Ora, se
d'accordo, penseremo a fissare il calendario per le prime visite. La verit che quel suo viaggio ci
ha fatto perdere un tempo prezioso, siamo obbligati a recuperarlo, caro Agnaldo.
Giustissimo. Mettiamoci al lavoro, amico Lisandro.
Respira, il Procuratore. Apre la cartella e tira fuori due liste con i nomi degli Accademici, ne d una
all'ex-candidato unico:
All'attacco, Colonnello!
"Ordini di servizio".
Stomacato con la notizia della candidatura del generale Waldomiro Moreira, il colonnello Sampaio
Pereira sente la sua irritazione crescere nel corso delle cinque prime visite che fa agli Accademici.
Per chi aveva iniziato la campagna senza oppositori e con la prospettiva d'una elezione unanime, il
panorama della battaglia si rivelato fluttuante e nebuloso. Non teme la sconfitta, la vittoria sembra
assicurata, ma non si tratter di quella festosa passeggiata sotto gli applausi favolosi degl'Immortali.
Il rancoroso Linea Maginot, a quanto tutto sembra indicare, oltrepasser i dieci voti. Se non ne
becca dodici o quindici. Bisogner discutere la situazione con Lisandro, tracciare nuovi piani
d'azione, lanciare un'offensiva che schiacci una volta per tutte il pretendente nemico. A quanto ha
sentito dire, il Moreira, fanfarone e petulante, sta gi cantando vittoria.
Dei cinque Accademici visitati, due gli avevano ipotecato una solidariet senza restrizioni, cui uno
dei due aveva aggiunto informazioni oggettive e di valore.
Lasciati, seguendo il consiglio di Lisandro, gl'impetuosi ragazzi del servizio di sicurezza (scelti a
dito fra gli effettivi della Polizia speciale) nelle macchine parcheggiate sulla strada il Colonnello, in
divisa per accentuare il carattere militare della sua candidatura, esauriti i complimenti e le
gentilezze di prassi, si lanciava nel suo speech, declamandolo su esempio del generale Moreira.
C'erano dei punti comuni fra i due sermoni (e differenze sensibili nella forma, ispirati com'erano
uno da Afrnio Portela e l'altro da Lisandro Leite). Ambedue declinavano identica condizione,
letteraria e bellica, ambedue si presentavano scrittori e ufficiali superiori, a concorrere a un seggio
tradizionalmente occupato da esponenti delle Forze armate. Sampaio Pereira aggiungeva che si era
iscritto a seguito d'una ingiunzione dei commilitoni, capeggiati dal ministro della guerra, alla quale
lui, ufficiale in servizio attivo, occupante un posto di comando, obbediva. Rivelava infine un
particolare, secondario ma valido per chi spera di esser chiamato a fare l'elogio di un poeta lirico,
nel suo discorso d'insediamento. Saggista politico qual egli era, la cui ricca opera - dodici volumi gli dava le necessarie credenziali per disputare il seggio vacante per la morte di Antnio Bruno, pur
essendo fondamentalmente un prosatore, era tuttavia anche poeta. Autore di un libro di versi
romantici, si considerava pertanto idoneo epigono del compianto predecessore.
Uno degli Accademici che gli avevano promesso il voto si rivel suo caloroso ammiratore e abile
intrigante. Ringrazi per l'invio dei dodici volumi (mandati dopo l'iscrizione a tutti gli Immortali
con una dedica sofisticata) di cui gi possedeva la maggior parte, da fedele lettore e simpatizzante
delle idee dell'importante pensatore. Insinu subito dopo che non gli pareva delle pi convenienti la
maniera com'era stata condotta la campagna per il Colonnello. L'amico Lisandro, servizievole e
operoso, meritevole di ogni elogio, aveva tuttavia commesso alcuni errori - gravi! -, trascurando
alcuni aspetti importanti della faccenda. Preoccupato con Raul Limeira, che non aveva neppur
pensato a porre la propria candidatura, anzich coprire l'area militare, sola pericolosa. Chi comanda
nel paese attualmente, mi risponda? I militari, grazie a Dio; i militari che ci stanno salvando
dall'anarchia, imponendo alla nazione ordine e decenza. Per questo, solo un altro candidato militare
poteva dare ombra al nobile Colonnello. Per vincere, no, il Generale non avrebbe vinto; ma avrebbe
guadagnato dei voti, vari voti, che sarebbero stati per lui, Sampaio Pereira, se Lisandro non avesse
voluto monopolizzare la campagna, non lasciando spazio agli altri ammiratori del preclaro amico,

interessati anch'essi a lavorare a favore di una vittoria strepitosa. Il Colonnello ascoltava attento, gli
piacevano intriganti e delatori, ad essi si appoggia nella sua lotta quotidiana contro la sovversione.
La mia candidatura appartiene a tutti i miei amici, non soltanto al Procuratore, cui sono grato per il
molto che ha fatto, ma della cui abilit, le confesso, comincio a dubitare. Che mi consiglia il caro
amico?
Biglietti del ministro indirizzati agli Accademici. Per quelli che conosce, una telefonata. Chi pu
resistere a una richiesta del ministro della guerra?
Due gli avevano garantito il voto, altri due glielo avevano negato per la stessa ragione, e quasi con
le stesse parole: spiacenti ma il Colonnello arrivava in ritardo, avevano gi preso un impegno con
un altro eminente militare scrittore anche lui, il generale dell'esercito Waldomiro Moreira. L'una e
l'altra volta Pereira Sampaio si era sentito come se avesse ricevuto uno schiaffo. Si era ritirato
visibilmente irritato, obbligato a controllarsi per non dimostrare freddezza e delusione
nell'accomiatarsi. Non aveva per nascosto a Lisandro la sua insoddisfazione: i nomi di quei due
Accademici non figuravano nella lista di otto nominativi che, a detta del giurista, sarebbe stati i soli
probabili votanti a favore dell'insolente Linea Maginot.
In un ordine di servizio meno cordiale e affettuoso di quanto avrebbe desiderato il Procuratore, il
Colonnello gli ordin di lanciare nel combattimento gli alleati esterni. Movimentare il ministro, il
capo di stato maggiore, varie altre autorit, fare promesse e, se necessario, insinuare la possibilit di
rappresaglie.
"Il diplomatico".
Due voti a favore, due contro e uno suggerito ma non affermato: quello dell'ambasciatore
Francelino Almeida, il primo Accademico a essere visitato, in obbedienza alla prassi.
Il vecchio diplomatico aveva ricevuto il Colonnello con estrema cortesia, biscottini e sherry. Aveva
ringraziato per la cesta di frutta (meno male che Lisandro aveva messo al corrente il candidato
dell'iniziativa presa quando i nervosi agenti del servizio di sicurezza avevano travolto il fragile
Immortale), gli aveva fatto i pi sperticati elogi, ma non gli aveva assicurato il voto. Neppure glielo
aveva negato, questo vero, non aveva parlato di un impegno preso precedentemente. Si era
mantenuto sulle generali, mezzo di qua mezzo di l, obbligando il Sampaio Pereira a saltare la
sbarra e porre la domanda:
Spero di meritare l'onore del suo voto.
Merita assai pi che questo. Stia tranquillo, che lei ce la fa, gi eletto. Non ha neppur bisogno del
mio voto. Metteva la sigaretta turca nel lungo bocchino d'avorio, tali raffinatezze spiacevano al
Colonnello.
Linguaggio dubbio, tipico dell'Itamaraty, chi ci capisce nulla? Abituato a dire pane al pane e vino al
vino, il Colonnello si era sentito perso davanti a quel piccolo uomo smilzo e saltellante, che lo
avvolge in una rete di parole confuse. Essendo gi stato visitato da Moreira, Francelino non ha fatto
alcuna allusione al Generale, non ne ha neppure citato il nome. Che significava quel silenzio? Dio
solo lo sa. Dialogo difficile, interlocutore elusivo, che sfugge all'argomento principale per elogiare
lo sherry e i biscotti, per mostrare compiaciuto il bocchino. Ben pi facili e stimolanti i dialoghi con
i sovversivi sotto interrogatorio, quando ai sotterfugi il Colonnello pu contrapporre validi
argomenti. Francelino, gentilissimo, lo accompagna alla porta:
Pu cominciare a buttar gi il discorso d'insediamento. Ha i libri di Bruno? Un signor poeta. Pazzo
per le donne! schiocc la lingua.
A giudicare lo si sarebbe detto disposto a dargli il suo suffragio. Ma allora, perch non aveva detto
il voto suo? Lisandro fece il possibile per calmare l'offeso Colonnello, e si dichiar pronto a
giurare sulla lealt dell'Ambasciatore. Lui aveva avuto sempre l'abitudine di esprimersi cos, in
modo ambiguo, lasciando solo intravedere il suo pensiero, abitudine presa in carriera diplomatica.
Ma non dubitasse: mai in vita sua Francelino Almeida aveva negato il suo appoggio a un candidato
spalleggiato dal governo. Che ragioni avrebbe avuto per votare per il generale Moreira, che non

aveva niente da offrirgli, a parte una cesta di bevande e specialit assortite, inviata del resto da
Afrnio Portela? Magnifica, indubbiamente, ma non sufficiente a modificare il voto dell'astuto
diplomatico.
Tuttavia, per eliminare ogni dubbio e per suo consiglio, il Colonnello ordin la rimessa urgente
nell'appartamento dell'ambasciatore di una dozzina di bottiglie di champagne (spesa in conto alla
cifra stanziata per il combattimento al comunismo).
Esiste uno champagne paulista molto buono. La marca Ricordando con un moto di nausea il
vino gacho di pura uva, un nettare!, Lisandro si oppose:
Paulista o gacho meglio non mandarne. Non dimenticare che Francelino ha passato trent'anni
all'estero.
E allora?.
E' consigliabile mandare dello champagne francese.
Il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira alz le spalle in un gesto di noncuranza. Gi allora le cifre
stanziate per il combattimento al comunismo erano praticamente illimitate:
Scegli la marca tu stesso. Sono queste raffinatezze che conducono alla decadenza e degradano la
razza.
"Riunione di stato maggiore prima di pranzo".
L'allarme fu dato da Henrique Andrade. Politico liberale per vocazione e eredit - il padre era stato
Governatore di stato, Senatore e Ministro -, in ferie obbligate in forza della dissoluzione del
parlamento, godendo di buona fama letteraria, l'autore della biografia del Barone di Rio Branco
figurava fra gli Accademici che per nessuna ragione al mondo avrebbero votato per il colonnello
Sampaio Pereira. Aveva fatto parte della Commissione che aveva invitato il generale Moreira a
presentare la sua candidatura, comportandosi durante l'incontro con la prudenza che gli era propria,
insistente nel suo appello, parco negli elogi. Possedendo un ampio cerchio di relazioni, anche fra gli
avversari, aveva fama di essere uno degli uomini meglio informati del paese, capace di distinguere
fra i fatti veridici e le voci non controllate circolanti. C' chi afferma che, gi a quell'epoca, Andrade
cospirava contro il Nuovo Stato, in combutta con conservatori, liberali e gente di sinistra.
Conterraneo e amico devoto di Afrnio Portela (che molto lo aveva aiutato all'epoca della sua
elezione all'Accademia, in gara per il seggio vacante con altri due candidati forti) telefon a
quest'ultimo proponendogli la convocazione dello Stato maggiore della Resistenza per analizzare
insieme la difficile congiuntura. Dona Rosarinho, interessata a partecipare alla congiura, aveva
organizzato un pranzo domenicale nella villa del Flamengo - cucina baiana in omaggio all'autore
della "Vita di Ruy Barbosa", ma limitato ai soli uomini. Se fossero venute le signore, dona
Rosarinho sarebbe stata obbligata a far salotto, bandita dalle novit elettorali.
Perfino Evandro Nunes dos Santos, abitualmente ottimista, pareva preoccupato. Lisandro Leite
aveva cominciato a precedere il Colonnello nelle sue visite agli Accademici, portando con s lettere
del ministro della guerra e di altre autorit militari e civili, raccomandando la candidatura Sampaio
Pereira. A parte lui, altri due gaglioffi si dedicavano alla stessa sudicia attivit - il vecchio saggista
abbandonava frequentemente il linguaggio accademico quando si trattava di argomenti che lo
irritavano. Qualche risultato lo stavano ottenendo: il voto di Marcondes, promesso a Moreira su
richiesta di Evandro, aveva cambiato di padrone. Marcondes aveva ricevuto una richiesta richiesta? Ordine, minaccia! - dal ministro dell'agricoltura, al gabinetto del quale egli era aggregato
con ricche prebende, come membro di una vaga e folcloristica Commissione per l'incremento del
bestiame caprino. Un po' imbarazzato, il ministro gli comunicava che, se il suo buon amico ed
efficiente collaboratore avesse persistito nella sua decisione di votare per il Generale, nemico ferreo
del regime, un tale atteggiamento sarebbe stato considerato un atto di ostilit al governo. In tal caso,
il ministro non si sarebbe trovato in condizione di poterlo mantenere al suo posto di Assessore
speciale della commissione, alla cui efficienza egli tanto contribuiva (con la sua assenza, di certo).

Messo con le spalle al muro, Marcondes aveva capitolato, non poteva perdere quella pacchia dei
caprini. Aveva avuto tuttavia la decenza di andare da Evandro a spiegargli i motivi del voltafaccia.
II governo ha deciso di considerare l'elezione del Sampaio Pereira una questione chiusa, spieg
Henrique Andrade, il Nuovo Stato non pu ammettere opposizioni di nessun genere, vuol
controllare tutto. Neppure l'Accademia scappa, proprio in forza del prestigio che ha e della
ripercussione causata dalla scelta di ogni nuovo accademico. Sapete quante richieste ha avuto
Bayma a favore di Pereira nel giro di una settimana? Cinque
Il Colonnello e i suoi luogotenenti avevano mobilitato mezzo mondo. Non pi tardi del giorno
prima, a Palazzo episcopale, Andrade aveva sentito direttamente dal Cardinale il racconto della
visita fattagli da Lisandro nel tentativo di convincerlo a esercitare pressioni su alcuni Accademici
pi legati alla chiesa. Il prelato si era rifiutato di collaborare: non che ritenesse il colonnello
Agnaldo direttamente responsabile della tortura dei prigionieri politici, dell'invasione delle case
nelle ore morte della notte, delle razzie effettuate nelle biblioteche pubbliche e private, dell'incendio
di libri sulle pubbliche piazze, dell'infinita serie di violenze. Appena il giorno precedente aveva
ricevuto dall'arcivescovo di Recife e Olinda informazioni su fatti molto tristi avvenuti in
Pernambuco. Stando cos le cose, preferiva mantenersi distante dalla disputa accademica, senza
coinvolgervi la sua autorit religiosa. A detta di Henrique Andrade, neppure il ministro degli esteri
interveniva nella blitzkrieg. Il Cancelliere, come era pubblico e notorio, disapprovava la violenza
degli organi di sicurezza, e detestava il colonnello Sampaio Pereira, che teneva sotto censura i
telefoni del Gabinetto e della residenza del ministro, anzi dimissionario, visto che non era d'accordo
con la politica di avvicinamento all'Asse nazifascista. Andrade concluse:
Meno male che il generale Moreira non tipo da lasciarsi spaventare. In compenso, bel tipo di
subletterati ci hai trovato, sor Rodrigo
Trovamene uno migliore, se ti riesce. La sua letteratura non geniale, d'accordo, ma un tipo
energico, coraggioso. Ha molte qualit.
La miglior qualit del nostro ineffabile Generale sua figlia osserv R. Figueiredo Junior: Con
licenza di dona Rosarinho credo che potrebbe esserci di grande aiuto, se volesse collaborare. E'
piuttosto bellona e ha l'aria di essere anche generosa.
Non essere sconveniente, Figueiredo, lo interrompe la padrona di casa. Lascia in pace la
ragazza. Subletterato o no, il Generale il nostro candidato, e non vi ho invitato perch veniste qui
a parlarne male. Quel che voglio sapere cosa farete per sconfiggere quel non riusciva mai a
trovare la parola esatta per definire il colonnello Sampaio Pereira, le toccava prenderla in prestito
dal vocabolario del compare Evandro.
Che faremo? Miserie! annunzi mastro Portela.
In vista del quadro minaccioso degli eventi, quando in quella seconda fase la battaglia del Petit
Trianon si presentava favorevole all'avversario, Afrnio Portela aveva proclamato la necessit di
metter mano a qualsiasi arma, dall'accusa veridica alla lusinga sessuale. La proposta di Figueiredo
Junior era valida, lui, Portela, gi gi aveva pensato a qualcosa del genere. Ci volevano tuttavia dei
collaboratori pi capaci, esperti e disoccupati che la figlia del Colonnello, al momento alle prese
con una grande passione.
Come lo sai, Afrnio, come fai a conoscere la vita intima della ragazza? stup dona Rosarinho.
Il mio servizio segreto Devo sapere tutto ci che si riferisce al candidato e alla sua famiglia. Non
immaginate neppure le cose che so
Era giunto il momento di mettere al bando gli scrupoli, dato che vergogna, immoralit, sordidezza,
insulto sarebbe stato per l'Accademia brasiliana di lettere l'elezione di un nazista, complice se non
mandante, degl'incendi di libri, dell'importazione di periti della Gestapo perch dirigessero la
polizia nazionale nella tortura dei detenuti politici. Era loro dovere sconfiggere quell'uomo, fosse
come fosse, per dimostrare che ancora esisteva la decenza nel loro paese, che l'Accademia si
manteneva indipendente e degna. Non si trattava di uno scherzo: erano in giuoco la libert e la vita
di esseri umani.

Evandro, che aveva un impegno a Recife, dove avrebbe pronunziato una conferenza alla facolt di
diritto, volle sapere quali fossero gli eventi occorsi in Pernambuco cui aveva fatto allusione al
cardinale.
Ho sentito parlare di arresti, della proibizione di uno spettacolo teatrale, rispose Henrique
Andrade, ma mi mancano i particolari. Non so se il Sampaio Pereira abbia a che vedere con la
faccenda. Evandro potr informarsi in loco e spiegarci tutto.
La riunione dello Stato maggiore, con pareri e decisioni, si era tenuta prima di cena. Dopo il vatapa
(9), il caruru (10), l'efo (11), sformati e moquecas (12), non sarebbe stato possibile. Il Comando
della Resistenza era caduto in letargo.
"I fatti di Pernambuco".
Se si eccettuano le dichiarazioni fatte a Radio Olinda dal critico teatrale Aristeu Arabia e le notizie
pubblicate sul numero sequestrato del Luzeiro de Caruaru, i fatti di Pernambuco non arrivarono
ad aver ripercussione sulla stampa parlata e scritta del paese. Malgrado l'importanza culturale dei
firmatari del manifesto, o forse proprio per quello, la censura ne imped non solo la divulgazione,
ma anche e soprattutto qualsiasi allusione ai fatti che lo avevano occasionato. Il settimanale della
citt di Caruaru era talmente modesto di formato e tiratura, che l'impiegato del DEIP (Dipartimento
statale stampa e propaganda) incaricato di spedire la circolare di divieto non gliel'aveva
comunicato, cos il Luzeiro ancor oggi vanta di esser stato l'unico periodico a pubblicare la
protesta degl'intellettuali, e l'aveva fatto in prima pagina, visto che fra i firmatari della protesta si
trovava il direttore della rivista, lo studioso di folklore Joao Cond. Il numero era stato sequestrato,
l'impiegato ammonito: in caso di reincidenza il. Luzeiro si sarebbe visto cancellare
l'autorizzazione, in caso di nuova omissione l'impiegato sarebbe ricaduto sotto i fulmini
dell'implacabile articolo 177 della nuova Costituzione, in forza del quale qualsiasi pubblico
dipendente, senza eccezione, avrebbe potuto essere sommariamente pensionato o dimesso per il
bene pubblico.
Tutto era iniziato quando il tenente Alrio Bastos, soprannominato il Mastino, insieme con alcuni
soldati della Polizia militare, avevano raso al suolo la baracchina in cui dava spettacolo un
burattinaio, ai margini della citt di Recife, in un quartiere povero dove coabitavano operai e
braccianti. Il piccolo e comico sketch popolaresco raccontava le avversit di una famiglia di povera
gente, perseguitata dall'avidit e incontinenza di un imprenditore ricco e depravato, proprietario di
leghe e leghe di terra, appoggiato nei suoi vili disegni dalla milizia nonch dal diavolo. I soldati
della Briosa obbligavano Joaozinho Empapuado, il capofamiglia, a lavorare fino a notte tagliando
canna per gli zuccherifici del padrone, mentre Satanasso cercava di gettare Chica, sposa onesta,
nelle braccia del latifondista libidinoso. Con la loro fame arretrata, stomachi di ferro, i poveri
pancia-vuota si nutrivano di manciate di terra. Joaozinho, Chica e i bimbi non contavano che sulla
protezione della Vergine Maria e sulla furbizia del tagliatore di canna.
Malgrado l'immensa superiorit della fortuna e del potere dell'imprenditore, la vittoria finale
toccava all'Empapuado. Astuto senza pari, Joaozinho metteva nel sacco i soldati della polizia
militare e otteneva dalla Vergine Maria, madrina e difensora, un grandioso miracolo: quello stallone
dell'imprenditore, attaccato da una malattia incurabile diventava impotente; i soldati maschioni
cominciavano anche loro a parlare con voce femminea, a roteare languidamente gli occhi, ridotti
definitivamente froci, e Belzeb, quel solito volta-gabbana di sempre, acciuffava gli antichi alleati
tirandoseli dietro nelle profondit dell'inferno. La poverissima platea rideva e applaudiva, vedendo
nella burlesca farsa e nei rustici fantocci, una speranza e un'opera d'arte. Diecine di altri burattinai si
esibivano in palchetti infimi montati con tavole di cassette e cartoncino a Recife, nelle citt vicine,
nei macinatoi di canna, negli zuccherifici, distribuendo quasi gratis realt, miracoli, insegnamenti.
Da chi fosse partita la denuncia non si seppe mai, ma il tenente Alrio Bastos, il Mastino, famoso e
temuto per il suo caratteraccio atrabiliare e per essere un noto magnaccia - nella zona alcune
ragazze facevano la vita per lui - piomb seguito da quattro militi e si mise a menar botte sul

teatrino, sul padrone e sull'aiutante - padre e figlio - restando ancora qualche buona legnata per il
pubblico. I burattinai furono portati in guardina e l, per dare un esempio e perch imparassero a
rispettare le divise, picchiati di santa ragione. L'aiutante non aveva ancora quindici anni.
Rimessi in libert dopo qualche giorno di prigione, i burattinai erano andati a lamentarsi da Aristeu
Arabia, autore di drammi di successo all'interno come all'estero, ispirati dalle rappresentazioni
popolari del nordest, che passava il suo tempo con buffoni, ceramisti, cantastorie. Gli avevano
raccontato i fatti e mostrato i segni delle botte recenti. Lo scrittore non esit, fece un chiasso
d'inferno, durante un programma radio molto ascoltato, condannando l'azione della Polizia militare
e del Mastino.
La indignata denunzia di Arabia aveva prodotto risultati immediati: la radio Olinda era stata
avvertita dal DEIP, il programma era stato sospeso e la Polizia militare aveva scatenato in tutto lo
Stato di Pernambuco, specialmente a Recife, Olinda e adiacenze, una azione fulminea contro
burattini e burattinai: baracchine a pezzi, fantocci sequestrati, burattinai in fuga.
Aristeu Arabia, sertanejo impertinente e testone, decise di affrontare la burrasca. Si alle al
direttore del Teatro Dilettanti di Pernambuco, Waldemar de Oliveira, figura rispettata in tutti gli
ambienti, e i due decisero di mettere in scena uno spettacolo di solidariet ai burattinai perseguitati,
portando sul palco nobile del Teatro Santa Isabel i rozzi pupazzi con le loro storie da far ridere e
piangere, che dovevano essere messe in scena contemporaneamente con un atto unico di Arabia,
"Il burattinaio di Dio", scritto per l'occasione. L'incasso sarebbe andato a favore dei miseri
palcoscenici distrutti dalla Briosa.
Di fronte al livello dei due uomini di teatro, i censori locali avevano esitato: permettere o proibire lo
spettacolo? Indecisi, avevano preso la decisione di mettere la faccenda nelle mani della censura
federale che a sua volta aveva chiesto il parere delle alte sfere della sicurezza pubblica, essendo
coinvolti nel caso membri delle Forze armate. L'incartamento era finito nelle mani del colonnello
Sampaio Pereira, il quale immediatamente si era reso conto del carattere contestatario della
rappresentazione, posta a servizio del comunismo internazionale, nonch della inequivocabile
impronta sovversiva del progettato spettacolo. Ordin quindi che la censura lo proibisse, e che il
Dipartimento stampa e propaganda rinnovasse l'ordine di silenzio dato alla stampa e alla radio.
Pratica burocratica lunga; nel frattempo gli organizzatori dello spettacolo erano tornati alla carica: i
biglietti erano tutti venduti, non ne restava neppur uno, la data era stata fissata, tutto pronto. Se Rio
non aveva risposto, era perch non avevano trovato nulla da ridire sullo spettacolo. Il capo della
censura locale aveva finito per concordare e concedere il visto.
Il Teatro Santa Isabel era pieno zeppo, il sipario stava per alzarsi, quando i soldati avevano
circondato l'edificio, baionetta in pugno. Il pubblico era stato evacuato, i burattinai messi in fuga a
piattonate. Condotti alla Segreteria di sicurezza, Arabia e il direttore del Teatro Dilettanti erano
riusciti a sapere, dopo lunghe discussioni, che il Capo della polizia aveva adempiuto a un ordine
venuto da Rio, dato direttamente dal colonnello Sampaio Pereira. Da lui, personalmente. L'ordine,
anzi, era di applicare i rigori della Legge di sicurezza nazionale nel caso avessero fatto resistenza.
Dovevano considerarsi fortunati di sfuggire al processo. Non alla schedatura, per: foto col numero
sul petto, impronte digitali.
Ribelli, quegl'intellettuali pernambucani. Senza darsi per vinto, Arabia, con la collaborazione di
altri figuri sospetti, aveva indirizzato un manifesto alla nazione, firmato da scrittori, musicisti,
cultori delle arti plastiche, artisti di teatro, docenti di facolt, gente di tutti gli ambienti politici e
religiosi, a cominciare dal celebre sociologo, gloria nazionale, autore perfino di un noto libro su Ea
de Queiroz, notorio comunista (13). Il manifesto, narrando le violenze perpetrate contro i burattinai
e i cultori di teatro che li avevano sostenuti, citava due soli nomi: quello del tenente Alrio Bastos, il
Mastino della Briosa, noto mezzano, e quello del colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, l'autorit
repressiva.
Malgrado fosse stato pubblicato unicamente dal Luzeiro de Caruaru, il manifesto era circolato
clandestinamente. Alcuni dei firmatari erano stati arrestati; quello di Ea aveva gi la valigetta
pronta, con pigiama e spazzolino da denti, tante erano le volte che erano venuti a prenderlo. Case

buttate sottosopra, libri sequestrati, aperta un'inchiesta. Avevano imbrattato i muri della casa
soleggiata dove abitava il pi grande dei letterati brasiliani, la cui fama aveva raggiunto gli Stati
Uniti e l'Europa, con scritte contenenti insulti grossolani per colui che molti consideravano
l'espressione pi alta della cultura brasileira: paragonabile a lui solo il fisico nucleare Persio
Menezes, altra genuina gloria nazionale.
Terminata la sua conferenza alla facolt di diritto e invitato a pranzo dal sociologo, Evandro Nunes
era stato messo al corrente di quanto era avvenuto a Recife, s'era indignato per le parolacce scritte
sui muri, aveva ricevuto una copia mimeografata del manifesto, nel quale trov menzionato il nome
del colonnello Sampaio Pereira, candidato all'Accademia. Di ritorno a Rio fece fare altre copie, che
distribu fra gli Accademici il gioved seguente, giorno di sessione e del t dell'Accademia.
"La vivandiera".
Maria Joao d gli ultimi ritocchi al trucco prima di cominciare a vestirsi per entrare in scena.
Io ero un demonio
Lo era? Sulle labbra di mastro Portela nasce un sorriso di tenera malizia.
Una sera tanto feci, tanto lo stuzzicai e lo ingelosii, ricordando certe cose, dandone a intendere
altre, insinuando nomi, che Bruno d'improvviso mi lasci andare uno schiaffo.
Perch Bruno arrivasse a questo doveva essersi spinta molto oltre.
Troppo oltre Mi dette quello schiaffo quando gli dissi che aveva la vocazione del cornuto contento.
A quel punto cominciai con gl'insulti: caprone, ramificato, cornuto. Lui poveretto, pentito d'avermi
colpito, cercava di controllarsi per non perdere la testa. Ma quando gli gridai in francese cocu, roi
des cocus, lui mi afferr. Che botte! Mi salt addosso a pugni e schiaffi, fu un vero corpo a corpo.
Non so dire quando fu che le botte si trasformarono in carezze. Fu una notte gloriosa. Il mattino ci
sorprese in giuramenti di eterno amore, e il giorno seguente ero tutta un livido, per colpa delle mani
e delle labbra del mio poeta.
Si alza, la vestaglia semiaperta mette in mostra i seni, sodi e ben fatti: mai usato reggipetto.
Comincia a vestire i panni di Hedda Gabler. Il dramma di Ibsen, in traduzione di R. Figueiredo
Junior era andato in scena due settimane prima.
Per lui, mastro Afrnio, sarei capace di vendermi al diavolo, o a Barreto-il-Puzzone, il che molto
peggio.
Conosciuto negli ambienti teatrali come il Puzzone, il vecchio Stnio Barreto, ricchissimo
commerciante, collezionava attrici a peso d'oro. Aveva empito la calzetta di pi d'una di loro,
nazionali e portoghesi. Maria Joao aveva sempre rifiutato tutte le sue proposte - per spirito di
contraddizione, o forse chiss in attesa che lui rialzasse il livello dell'offerta ad altezze
inimmaginabili. Al momento, il Puzzone accennava alla possibilit di un appartamento di cinque
stanze a Copacabana contro un fine-settimana a Petrpolis.
Mastro Afrnio, le tende la lista degli Accademici:
Quelli marcati con un X sono nostri, garantiti. Con una N sono segnati i nemici irriducibili. Quelli
che non hanno nessun segnale sono incerti, ancora indecisi. Fra questi ultimi di quanti puoi
garantirci il voto per il generale Moreira con grandi promesse e qualche piccola intimit?
Mezza Hedda Gabler e mezza nuda - valeva bene quell'appartamento di cinque stanze, e era poco,
osserv fra s il romanziere, da conoscitore - Maria Joao studia la lista dei nomi:
Garantiti, due. Aspetta un po', non due, tre. Peccato che Rodrigo sia dei nostri. Mi piacerebbe una
ricaduta con lui. La faccenda dur molto poco.
Nostro, decisissimo. Talmente nostro che occupa a tempo pieno quella svampita della figlia del
Moreira, impedendole di lavorare a favore del padre. Questi hidalgos sono cos, Joaozinha, tutti
egoisti. Chi sono i tre?
Un colpetto alla porta del camerino: la signora dona Maria Joao entra in scena fra cinque minuti.
Terminando di vestirsi indica i nomi col dito tragico di Hedda Gabler in cammino verso le brume
della Scandinavia:

Questi Il Paivinha segnato con una N, sta dall'altra parte della barricata, ma se glielo chiedo io
Non vuoi il suo voto?
Chiaro che s, ma anche se so che sei irresistibile non credo che ce la farai.
Scommettiamo? si morde il dito: Il caro vecchietto un agnellino, mi viene a mangiare in mano,
non mi rifiuta nulla.
Sei il demonio in persona.
Sar una farsa da morire dal ridere.
Risata allegra da ragazzina, chi le darebbe quarant'anni? Il miglior tonico esistente l'amore, pensa
mastro Afrnio, mentre Hedda Gabler, maestosa, esce dal camerino e si dirige verso il palcoscenico.
Non solo si conserva nelle linee del corpo, ma soprattutto nella sua travolgente gioia di vivere.
"La grande attrice".
L'elezione della regina di mezza quaresima era avvenuta al Teatro San Jos. A parte il poeta
Antnio Bruno, componevano la giuria il presidente del club carnevalesco, Tenentes do Diabo,
l'impresario segreto, noto con la sigla J.F.G., cronista specializzato in festeggiamenti del re del
carnevale, ranchos, blocos e gafieiras, pi la figura pi importante del teatro brasiliano dell'epoca,
Italia Fausta, allora all'apogeo della sua gloria.
Anche Antnio Bruno, circa trentacinquenne, si trovava all'apogeo. Il successo dell'opera prima si
era ripetuto su pi vasta scala con gli altri tre volumi: "I sonetti di Ugne" e "Barcarola degli
Antnio", ambedue di poesia, e "La verit quasi nuda", raccolta di elzeviri pubblicati sulla stampa.
Elogiato con entusiasmo dalla maggior parte della critica, come giovane grande poeta, sonettista
incomparabile, cantore lirico che ha rinnovato lirica e canto, e ancora: gli uccelli, gli alberi, le
donne, l'amore sono stati reinventati da Antnio Bruno, con una poesia libera e autentica, e
cronache che rappresentano il poema del quotidiano, e via dicendo, non gli erano per mancati
aspri attacchi n per la lirica n per gli elzeviri. Mieloso e ripetitivo, incapace di prestare
orecchio ai nuovi indirizzi della poesia, sentimentalismo da sartine era l'opinione della gente
sussiegosa e invidiosa del successo altrui, offesa fino in fondo all'animo. Ch i libri di Bruno, oltre
agli elogi della critica avevano raccolto anche un grande successo di pubblico, varie edizioni. I suoi
poemi erano declamati sul palcoscenico da attrici famose in soire di beneficenza, da studenti nei
salotti letterari, da ammiratori in festicciole di famiglia.
Per aumentare i magri proventi che gli derivavano dal suo impiego al ministero della giustizia,
Bruno esercitava varie attivit: teneva conferenze in club e salotti, scriveva per giornali e riviste,
sketch per il teatro musicale, parole per canzoni. Compositore sconosciuto di poco pi di vent'anni,
Heckel Tavres gli aveva chiesto le parole per una melodia che aveva appena composto: era nato
cos "Corrupiao", ballata immortale del nostro cantastorie. Leopoldo Froes annunziava entro breve
tempo una commedia di vita carioca di Bruno, ancora da scrivere. Successo del poeta, e successo
dell'uomo, col suo romantico profilo di beduino riprodotto su foto, disegni e caricature. Per lui
sospiravano donzelle e donne sposate, ragazzine e dame stagionate, contemplandolo sulle pagine di
Fon-Fon, col mento nella mano, lo sguardo assorto, la capigliatura alla Mascagni. Correva l'anno
1921, la prima guerra mondiale era rimasta nel passato, e il paese cominciava a prepararsi per le
commemorazioni del centenario dell'indipendenza.
Ah, che titolo fra i pi desiderati, quello di regina di mezza quaresima! Oltre la corona di latta
dorata, il manto di velluto e l'anello con l'acqua marina, offerto dalla gioielleria Ouvidor, esso
rendeva vasta pubblicit sulla stampa: interviste, servizi, profili e l'invidia folle delle amiche. Donde
la concorrenza, impegnata in una lotta cos accanita che si sarebbe detto trattarsi di un'elezione
all'Accademia brasileira. Entravano in competizione attrici di prosa, stelline e coriste del teatro di
rivista e le sconosciute e avide fanciulle del teatro dilettanti, che cercavano di approfittare
dell'occasione e del titolo per diventare professioniste nella affascinante e mal pagata carriera del
palcoscenico. Mal pagata, ma gratificante in ogni caso: il successo, la popolarit, la fama e, a

correggere l'esiguit dei salari, c'erano sempre Stnio Barreto e altri Puzzoni, i prodighi vecchietti
milionari.
Manipolati dall'impresario, gli altri, tre su quattro, avevano deciso di eleggere l'allegra e picara
Margarida Vilar: gambe perfette, lunga capigliatura rossa, voce calda, vedette della rivista Misses,
Maxixe e Vatap, una rivista che era andata in scena per pi di cento volte. Ma durante la sfilata
delle candidate, il poeta Bruno aveva messo gli occhi su una di quelle avide sconosciute, ed era
rimasto folgorato. Mai gli era successo nulla del genere: passione istantanea, folle, atroce. Sottile e
altera, diafana, luminosa da tant'era bionda, pelle azzurrata color opale, dove l'aveva vista prima? In
un quadro, certamente, ma in quale museo? Quale maestro del Rinascimento l'aveva indovinata e
ritratta, secoli prima? Appello e offerta negli occhi notturni, nelle labbra dove cominciava la
sessualit, nel passo dalle anche sciolte e i seni insolenti. Bruno si era sentito la bocca secca, e una
contrazione allo stomaco. Davanti a lui la donna fatale, in carne e ossa.
Si era determinato l'impasse, dovuto all'opinione discordante del poeta. Ma erano buoni amici e
gente civilizzata: e per rendere unanime l'elezione di Margarida Vilar avevano deciso di istituire e
attribuire all'anonima candidata il titolo di Principessa di mezza quaresima.
Bruno non la conosceva, se l'aveva vista prima era stato in un quadro, oppure in sogno, non sapeva
nulla di lei, n et, n nome n professione. Su richiesta della giuria dichiar di chiamarsi Lucia
Bertini, di origine italiana, certamente parente della grande Francesca Bertini, essendo originaria
dello stesso villaggio da cui proveniva la ineguagliabile vedette del cinema; di essere maggiorenne
(maggiore et richiesta dal regolamento del concorso per poter concorrere al titolo e partecipare al
ballo) dato che aveva ventun anni; di avere qualche esperienza di teatro, che risaliva a quando,
risiedendo nella citt di Campos, aveva fatto parte del Gruppo Fnix di Dilettanti. Era venuta al
concorso accompagnata da un cugino, taciturno personaggio che sedeva in una delle ultime file
della platea.
L'interesse di Bruno e il titolo che in nome dei componenti la giuria egli le offriva l'avevano lasciata
a bocca aperta. Vedendolo salire sul palco insieme con gli altri membri della commissione
giudicatrice lo aveva riconosciuto immediatamente, per le foto di lui, pubblicate su Vida
Domstica e per una caricatura apparsa su O Malho, caricatura in cui il poeta, stilografica in
pugno, scriveva a lettere svolazzanti il titolo di un libro com'era poi? La Barca La Barca come? La
Barcarola degli Antnio? Era proprio quello il titolo, che buffo. Che voleva dire?
Conclusesi in pace e fratellanza le combattute fatiche della giuria, proclamate e applaudite le
vincitrici, Bruno aveva tentato di uscire con la Principessa, nella speranza che quella stessa sera
avrebbe potuto saziare la fame che lo divorava. Ma Sua Altezza Reale, molto casta e pudica, aveva
rifiutato: doveva rientrare a casa con il cugino:
Mio padre molto severo; mi ha lasciato venire solo perch mi ha accompagnato mio cugino, e
non sa che ero venuta per partecipare al concorso. Se l'avesse saputo sarebbe stato capace di
picchiarmi e chiudermi in casa.
Avevano fissato di trovarsi il giorno dopo in una gelateria al Largo da Carioca. Le coppe di
spumone (era golosa), le parole sussurrate, dolci parole, grate all'orecchio, il verso nato dall'impatto
della sera prima quando lui l'aveva scoperta, la bellezza del beduino, la leggenda che circondava il
poeta, tutto l'aveva conquistata, lasciandola senza fiato, il respiro ansante. In quell'occasione aveva
confessato alcune delle prime bugie. Non aveva mai abitato a Campos, non era mai salita su di un
palcoscenico, non si chiamava Lucia Bertini n discendeva da una famiglia italiana: nome e sangue
rubati a certi vicini. In realt si chiamava Maria Joao, nome scelto dal padre, portoghese e defunto.
Nome orrendo, non le pare? Non esiste nome pi bello, ti chiamer Joaozinha, che tu lo voglia o no.
Quanto a lei, non c'era pi nulla che volesse in proprio, voleva tutto ci che Bruno voleva, non
aveva mai pensato di poterlo conoscere personalmente, quanto meno essere baciata da lui
nell'oscurit del cinema Iris - baci interminabili come quelli del film - sentire le mani del poeta che
le accarezzavano i seni liberi sotto la blusa. Cos aveva avuto inizio quella folle passione, nella furia
del desiderio e della gelosia, perennemente avvolta di menzogne, punteggiata di aggressioni e
scandali in pubblico. Nei quasi due anni che era durata quella relazione, Bruno non era mai riuscito

a sceverare la realt dall'invenzione, a marcare il limite che separava la rappresentazione dalla


verit.
Il cugino non era affatto un cugino, ma il commesso del negozio di alimentari lasciato in eredit dal
portoghese, e amministrato dal fratello e socio del defunto. Di quella parca rendita vivevano lei, la
madre e un fratello pi piccolo; nella divisione dei guadagni, il cognato e zio applicava regole
personali di aritmetica. Quanto all'et di lei, era andata diminuendo poco a poco, fino ad arrivare ai
diciassette anni appena compiuti. Il falso cugino era stato il secondo ad averla, preceduto da un
cugino autentico, un bimbetto di quindici anni, pi giovane di lei. Successo il fattaccio il ragazzino
la voleva sposare, si figuri un po'! Raccontava tutto nei particolari, senza la pi vaga nozione di
pudore, e parlava a ruota libera. Quando non aveva pi niente da raccontare, inventava.
Al Gran Ballo dell'Inconorazione, nella sede del club Tenentes do Diabo, aveva messo su il primo
scandalo. Dopo essere stata proclamata, e adornata dei suoi attributi (corona pi piccola di quella
della regina, manto di raso lucido, al posto del nobile e pesante manto di velluto, un piccolo anello
di turchesi, dono anch'esso della gioielleria Ouvidor), aveva percorso la sala al braccio di Antnio
Bruno, fatta oggetto a ovazioni non inferiori a quelle della Regina. Il poeta sentiva il seno di lei
palpitare, Maria Joao era nata per l'applauso e l'esibizione.
Anch'io ho un regalo per te, mia Regina di Saba, ma non te lo do n ora n qui.
Appeso a una grossa catena d'oro, un reliquiario a forma di cuore, gioiello portoghese antico,
scoperto da un antiquario serio - mai aveva ingannato un cliente - e ladro: per comprarlo Bruno
aveva dovuto prendere denaro in prestito da Afrnio Portela.
Aveva aperto l'astuccio, mostrando l'oggetto. Malgrado ancora ignorasse valore e qualit dei
gioielli, Maria Joao aveva un gusto innato, e aveva intuito la bellezza del pendente, immaginato che
doveva essere costato una grossa somma.
Per me? Non ci posso credere.
Aveva voluto metterlo subito, ma lui non gliel'aveva permesso:
A casa, quando sarai nuda. Voglio mettertelo sui seni: sar il mio regalo di nozze.
Ma cos nessuno lo vedr
Lo vedr io, non basta? Per una volta lo porterai solo per me. Dopo, lo potrai mostrare dove ti
pare.
Lei aveva sorriso e si era morsa le labbra, prevedendo la scena. Aveva chiuso gli occhi, e si erano
lanciati nelle danze, coppia fissa:
Voglio una tua foto per metterla nel reliquiario.
Ottimo danzatore, con la raffinatezza dei cabaret parigini, Bruno aveva trovato in Maria Joao
un'alunna diligente, capace di accompagnarlo nelle fiorettature pi audaci. Fra infuriata e sdegnosa
lei seguiva gli sguardi che le donne lanciavano al passaggio del poeta. Alcune gli sorridevano, le
svergognate.
In una breve pausa del jazz-band, mentre i musici si dissetavano vuotando gran bicchieri di birra, la
Principessa di mezza quaresima aveva approfittato per andare alla toilette. Quando era tornata le
danze avevano ripreso e Bruno volteggiava, al suono di un fox-trot, allacciato alla splendente
Regina Margarida. La furia aveva superato il disdegno, e la scatenata Principessa si era trasformata
in un'arpia, lanciandosi verso la coppia. Prima che Sua Maest potesse rendersi conto di quel che
succedeva, la corona reale le veniva strappata, il nobile manto di velluto era ridotto a spazzare il
pavimento, visto che Maria Joao s'era gettata sulla stella principale del teatro di rivista,
trascinandola per i capelli - Margarida Vilar era particolarmente orgogliosa di quei suoi capelli, per
i riflessi ramati che le luci del palcoscenico accendevano nelle ciocche rosse; mai tanti n cos
scintillanti come la sera del ballo.
Non ti mettere con lui, vecchia bagascia, svergognata. E' mio, mio e di nessun'altra.
Per poco non finiscono ballo e mezza quaresima. Per portarla via da quel salone Bruno aveva
dovuto far ricorso alla forza. Maria Joao aveva reagito, mordendogli la mano a sangue:
Lasciami andare, non ne voglio pi sapere di te. Tienti quella vagabonda, dllo a lei il regalo, io
me ne vado a casa.

Erano andati a casa di lui, letto d'insania e lascivia. La pesante catena intorno al collo, il reliquiario
fra i seni, un cuore in filigrana. La pelle luminosa d'opale, il ventre che sbocciava in grano maturo,
lei tutta d'oro.
Aurora di lupi ululanti, di labbra sitibonde e di dentate, assalto di affamati, corpo a corpo. Quando
finalmente l'alba li aveva raggiunti, lei aveva detto:
Perdonami, amore mio, ma io sono cos. Quel che mio solo mio, non lo condivido con nessuno.
Ora se vuoi mandami pure via aveva sorriso stiracchiandosi: tanto io non me ne vado; di qui non
me ne vado pi.
Molte passioni aveva avuto e suscitato, nessuna cos scatenata e distruttrice come quella che lo
aveva legato a lei. Era durata quasi due anni e c'erano stati momenti in cui lui pensava che sarebbe
impazzito. Maria Joao era stata la sola donna che avesse mai battuto, e lo aveva fatto con furore.
Sentimento dominante, la gelosia aveva avvelenato la loro relazione. Una gelosia allucinante quella
che lo dominava e che egli mostrava ad ogni momento e in ogni luogo. Gelosia che lei cercava di
alimentare, mettendo alla prova l'amore di Bruno. Litigi ripetuti che si facevano via via pi
frequenti, quotidiani; tormente che terminavano nel furioso cercarsi dei corpi, maledetti dal
desiderio.
Maria Joao gli faceva scenate terribili, non sopportava di vederlo parlare o ridere con altre donne.
Allo stesso tempo si lasciava sfuggire nomi di uomini, raccontava le proposte che le facevano,
nascondeva foglietti bianchi per fargli credere che si trattasse di lettere compromettenti, di biglietti
d'appuntamento. Quante volte aveva ripetuto lo scandalo del Ballo di mezza quaresima?
Nella gelosia s'era consumata la passione di Bruno. Due donne in uno stesso corpo, stupendo: Maria
Joao, la dolce e tenera fanciulla innamorata e la sua antitesi, la intollerante, incontrollabile megera
cui egli aveva posto il nome di Mary John. Ambedue senza rivali a letto.
"Mary John" ebbe titolo il dramma in versi che finalmente Bruno scrisse per Leopoldo Froes, a
condizione che toccasse a Maria Joao la parte-titolo. Precedentemente aveva fatto in modo che lei
partecipasse, col nome di Lucia Bertini, ad alcune riviste, in cui aveva cantato e danzato. Generosa,
incapace di tenere rancore, Margarida Vilar le aveva dato varie opportunit, e le due erano divenute
amiche. Malgrado la sua bellezza, il corpo magnifico, lo charme, mancavano a Maria Joao i
requisiti specifici per quel tipo di teatro. Un giorno Bruno, al colmo dell'esasperazione, aveva
esclamato:
Tu sei una commediante nata. Scriver un dramma per te, Mary John.
Non era nato drammaturgo ma poeta. Della commedia si salvavano i versi e l'interpretazione della
debuttante primadonna, che aveva vissuto con talento straordinario la figura contraddittoria della
dolce e affascinante ragazza brasiliana che, persa la testa per il cinema americano, s'era messa a
imitare abitudini e pose hollywoodiane. Mai pi Antnio Bruno aveva scritto per il teatro di prosa,
mai pi lei era tornata alla identit di Lucia Bertini, sostenendo particine nelle riviste di Praca
Tiradentes. Era nata una stella, una grande attrice, una nuova Italia Fausta.
Dopo, lei e Bruno erano rimasti amici. Per due volte avevano avuto ricadute, ma tutte e due di breve
durata.
"L'estenuazione".
Penosa, deprimente; estenuante, la campagna elettorale s'avvicinava al termine della sua prima fase:
i due mesi durante i quali i candidati potevano iscriversi. La battaglia del Petit Trianon aumentava
di violenza, ma nessuno poteva prevederne l'inatteso epilogo.
Abituato a comandare ed essere obbedito, il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira s'irritava nel
constatare una resistenza, aperta o sorda che fosse, alla sua candidatura per l'immortalit. La marcia
trionfale annunziata da Lisandro Leite si era poco a poco trasformata in una corsa a ostacoli.
Terribilmente estenuante.
Nel calvario delle visite di protocollo, obbligato all'umilt e all'adulazione, per dieci volte era stato
obbligato ad ascoltare in silenzio la stessa insultante cantilena:

Mi spiace immensamente, Colonnello, ma il mio voto gi promesso. Per coincidenza ad un suo


commilitone, il generale Waldomiro Moreira.
Cambiavano le parole, il contenuto restava lo stesso: impegno precedente con quel bestione del
Moreira. Scopr che due Accademici avevano mentito dicendo d'aver promesso il voto al Linea
Maginot, dato che lui ancora non era andato a trovarli. Prova evidente di una opposizione al suo
nome e a ci che esso rappresentava. Uno schiaffo dieci volte ripetuto, significativo per il numero e
per la rivelazione di un fatto grave: i nemici della patria avevano allungato i loro tentacoli anche
sulla Illustre Compagnia.
Essendo l'Accademia brasiliana un'assemblea di esponenti non soltanto della letteratura ma anche di
altri settori della vita del paese, dalla giurisprudenza alla politica, dal clero alle forze armate, dalla
diplomazia alla medicina, dalle scienze al giornalismo, tradizionalmente conservatrice, il
Colonnello non avrebbe mai potuto immaginare che fosse a tal punto soggetta all'influenza delle
forze decadenti e dispersive che si opponevano alle vittoriose idee rinnovatrici, simboleggiate dalle
figure gloriose del Fhrer e del Duce. L'Accademia si rivelava appestata dalla putredine del
liberalismo, infiltrata di comunisti. Lo accusavano di essere una quinta colonna, lo aveva saputo.
Ebbene, una volta eletto prender gli opportuni provvedimenti per iniettare sangue puro e sano nella
associazione inferma, rinnovandolo ad ogni seggio vacante. I prossimi Immortali sarebbero stati
scelti con molta cura.
E' ben vero che quindici degli Accademici visitati si sono impegnati a dare il loro suffragio al suo
nome, e due o tre si sono aggregati a Lisandro appoggiando attivamente la sua campagna. Due
Accademici, assenti da Rio (uno pensionato nel Minas Gerais, l'altro ambasciatore in Messico), non
potendo intervenire alle elezioni personalmente gli avevano affidato le lettere cui doveva
aggiungere le buste chiuse contenenti l'indicazione del voto per i quattro scrutini. Momenti
d'intenso piacere quando, aiutato dal Procuratore, aveva battuto a macchina lui stesso su dei foglietti
il suo nome completo, preceduto dal grado. In compenso, aveva dovuto inghiottire rospi e serpi per
assicurarsi la vittoria.
Venticinque voti definitivi - quindici a favore, dieci contro e quattordici incerti. Quattordici no,
tredici, visto che Afrnio Portela, promotore della candidatura del Generale, era il nemico numero
uno del Sampaio Pereira. Il controllo del telefono del romanziere rivelava la sua intensa attivit
giornaliera presso gli altri Accademici, per impedire l'entrata della Gestapo al Petit Trianon,
testuali parole. Con Lisandro il Colonnello analizzava i tredici nomi fino all'esaurimento, in un
soggettivo calcolo delle probabilit. Secondo l'opinione sperimentata del giurista, tutti, senza
eccezione, avrebbero votato per il caro Agnaldo. Ma il caro Agnaldo aveva smesso di fidarsi
ciecamente della propalata esperienza e delle previsioni del caro Lisandro. E era cos deluso che
considerava fra i dubbi perfino il vecchio Francelino Almeida, malgrado la frutta e lo champagne
(francese).
Non aveva pi da visitare che tre dei trentanove Accademici. Aveva adempiuto al rituale con tutti
gli altri e non erano state sempre rose e fiori. Aveva dovuto fare un viaggio a Sao Paulo per andare
a corteggiare Mario Bueno, il poeta del "Libro dei Salmi", e un altro a Belo Horizonte per
raccogliere il voto dell'ex direttore del Banco do Brasil, docente universitario in pensione, autore di
alcuni libri di racconti dal ridotto numero di pagine e dalla tiratura ridotta, emiplegico. Da Minas
aveva riportato nella tasca della tunica la lettera del paralitico. Il poeta paulista gli aveva dedicato
poco tempo ma, cortese, gli aveva garantito il voto, che aveva fissato di mandare direttamente
all'Accademia. Gentile con tutti i candidati, a tutti senza eccezione Mario Bueno garantiva il suo
voto, sempre mandato direttamente all'Accademia. Mai che si riuscisse a scoprire il nome che
effettivamente votava. Al corrente della circostanza, il Colonnello aveva messo il vate nella lista
degli incerti, malgrado le assicurazioni del Lisandro. All'ambasciatore in Messico, Renato Muller
Vieira, fece visita via Western, con un caloroso e ampio telegramma (conto spese per il
combattimento al comunismo). Corrispondenza, biglietti di viaggio, il magnifico regalo di
matrimonio per la figlia di uno dei quindici sicuri, tutte piccole spese in conto combattimento al
comunismo. Dall'ambasciatore ebbe una risposta amabilissima e la preziosa lettera per l'elezione,

giunta per valigia diplomatica. Renato Muller Vieira, poeta e romanziere, che il Colonnello non
conosceva personalmente, e i cui libri astrusi non era riuscito a leggere, considerato un nume dalla
critica universitaria pi recente, si proclamava ammiratore incondizionato dello stesso Sampaio
Pereira: la vostra opera imperitura e il vostro esempio magnifico ispirano la giovent del Brasile,
all'alba del mondo nuovo sognato da Schopenhauer. Adesione entusiastica, che compensava
l'opposizione e l'avversione dimostrategli da alcuni vili simpatizzanti di Mosca.
Due delle interviste erano state sommamente sgradevoli, prive della pi elementare gentilezza,
deprimenti. Sgarbato, Evandro Nunes dos Santos non lo aveva ricevuto a casa, gli aveva dato
appuntamento presso la propria casa editrice, la Jos Olympio. Lo aveva ascoltato in silenzio, aveva
dichiarato la propria solidariet all'altro candidato, e gli aveva teso la punta delle dita,
congedandolo. Quanto al commediografo R. Figueiredo Junior, aveva avuto la petulanza di
chiedergli cosa mai lo avesse spinto a presentare la sua candidatura per quel seggio vacante.
Conoscendone la ideologia, e la natura delle sue funzioni al governo, non riusciva a capire di che
tipo fosse il suo interesse per l'Accademia brasileira. Sola allusione diretta alla sua qualit di
fascista e capo delle Forze di sicurezza, la maligna domanda del drammaturgo gli era rimasta di
traverso nella gola come un mostruoso rospo-cururu. Gli restavano ancora da visitare il Presidente
Carmo, l'egregio moribondo Prsio Menezes e i1 romanziere Afrnio Portela.
L'insopportabile Portela, decadente liberaloide, inventore della candidatura Linea Maginot, non
sarebbe neppure andato a visitarlo, non fosse stato per i consigli ponderati del Lisandro: l'astensione
avrebbe assunto l'aspetto di una rappresaglia. Gli Immortali sono molto suscettibili, avrebbero
potuto considerare la cosa una intollerabile infrazione al protocollo, che colpiva indirettamente tutti
quanti. Il caro Agnaldo, malgrado avesse l'elezione garantita, non doveva creare problemi capaci di
ridurre i voti che avrebbe ottenuto. Oltre a tutto Portela, un parassita sociale, bon vivant, al contrario
di Evandro e Figueiredo sarebbe stato certo cortese, e chiss magari piacevole.
Alla Chiesa della Candelora, durante la messa di suffragio per l'estinto, Sampaio Pereira si era
incontrato con Hermano do Carmo che era rimasto di fissare una data per riceverlo a casa sua;
ancora non l'aveva fatto. Gli aveva dimostrato grande considerazione ma il Colonnello lo trovava
troppo discreto. Discrezione inerente alla carica, aveva spiegato Lisandro: il Presidente deve
rispettare la clausola regolamentare che proibisce la divulgazione anticipata del voto. Ma malgrado
la riserva e il silenzio, rivelava sempre la sua preferenza, in modo curioso. Come? Mentre riceveva
tutti i concorrenti di mattina, servendo loro un semplice caffeino, invitava a pranzo quello cui
avrebbe dato il voto.
Prsio Menezes, scienziato di fama internazionale, la cui preparazione scientifica si era iniziata con
Marie e Pierre Curie, collaboratore di Einstein all'universit di Princeton, professore di Meccanica
superiore e Astrofisica, membro dell'Institut du Radium, della Sorbonne, poeta surrealista a tempo
perso, marito della pianista Antonieta Novais, non aveva neppur lui risposto alla sua richiesta di
fissare una data per la visita. Dipendeva dal suo stato di salute, aveva dichiarato Lisandro. Colpito
da un cancro diffuso, passava giorni e giorni sotto l'effetto di droghe analgesiche, morfina a dosi
massicce. Da mesi non si faceva vedere all'Accademia, e riceveva solo gli amici pi intimi. Ma
allora perch aveva ricevuto il Linea Maginot? Perch il Generale aveva preceduto il Colonnello
nella sua richiesta, e l'eminente personaggio era puntiglioso nelle questioni di etichetta. Avrebbe
ricevuto il caro Agnaldo non appena si fosse sentito meglio; cos aveva detto a lui, Lisandro, che il
giorno prima era riuscito a parlargli al telefono per farsi dire la data. Aveva inoltre aggiunto una
frase che costituiva, in pratica, una dichiarazione anticipata di voto: faccio questione assoluta di
riceverlo.
Fiducioso nella vittoria, il Colonnello si sentiva tuttavia deluso, come se lo stessero svuotando di
dentro. Resistenza, tranelli, inganni, parole a doppio senso, umiliazioni, affronti, tutto terribilmente
faticoso, estenuante. Se non avesse desiderato con tanto ardore titolo, seggio, marsina di gala,
immortalit - specie ora che l'elezione si era trasformata in una battaglia senza quartiere - avrebbe
abbandonato la disputa, desistito. Inquieto, mortificato, scossa la sua fiducia in s, i nervi a pezzi.

I sovversivi e i sospetti pagarono a caro prezzo le contrariet del colonnello Agnaldo Sampaio
Pereira. Su di loro si vendicava della sinistra banda di Accademici che gli negavano il voto, a favore
di un tirapiedi; di quelli che l'offendevano con la loro freddezza, la loro ironia, la loro repulsa, e di
quelli - i peggiori di tutti - che dicendolo vittorioso, gi eletto anzi, facevano riserve mentali,
lasciandolo nel dubbio, confuso, perso in mezzo a un fraseggiare brillante e inconsequente. Pugni
sul tavolo, grida, minacce, ordini feroci ai subalterni - arrestati e sospetti che in quei giorni
passavano per le sue mani avevano mangiato pane amaro, avevano attraversato le profondit
dell'inferno.
"La coppia (e la figlia)".
Ti vedo preoccupato, Lisandro. Perch? la voce calma e gradevole di dona Mariuccia, in
affettuosa interrogazione.
La gente in generale si sorprendeva quando il procuratore Lisandro Leite presentava sua moglie.
Grasso, sudaticcio, trascurato nel vestiario, estroverso, esageratamente amabile, interessato e furbo,
era tutto il contrario della signora esile, elegante, ben pettinata e truccata, ancora attraente, sempre
sorridente e cortese. Avevano cinque figli, quattro maschi, tutti laureati: due avvocati, un medico,
un ingegnere, e sposati, e Pru (Prudncia detestava il suo nome), nubile, quartannista di diritto,
carina come la madre, esuberante e attiva come il padre. Nonna di sette nipoti, dona Mariuccia,
graziosa e serena, non dimostrava i cinquant'anni che avrebbe compiuto fra breve.
Andava d'accordo col marito. Sempre solidale, anche quando, parlando con Pru, sembrava
discordare da punti di vista e posizioni da lui assunti. Insieme avevano fatto molto cammino,
partendo da un inizio assai difficile. Lisandro aveva dovuto battersi come un leone perch alla
moglie e ai bambini non mancasse almeno l'essenziale. Sposo innamorato, padre affettuoso e
bonaccione preoccupato del futuro dei figli, aveva lavorato duro, si era spinto avanti con coraggio e
audacia, lasciando di lato etica e scrupoli, per offrire alla famiglia ogni comodit e incamminare
bene i figli - tutti quanti, grazie a Dio e alle manovre e intrallazzi del padre, ben avviati, con una
vita organizzata. In casa, ancora studentessa e dipendente dai genitori, solo Pru. Dipendente si fa
per dire: vitto, alloggio, vestiario; ma l finiva la dipendenza. Per il resto, disinibita e padrona di s,
Pru non tollerava la minima interferenza da parte dei genitori. Pronta a vivere per conto suo, non
appena fosse stata in condizioni di mantenersi, aveva cominciato a far pratica in uno studio legale
dove non guadagnava denaro, ma guadagnava esperienza e compiva un dovere, visto che lo studio
si era specializzato nella difesa dei prigionieri politici di fronte al Tribunale di sicurezza nazionale.
Lisandro si sed vicino alla moglie:
E' questa disgrazia di elezione. Avevo pensato che fosse facile portare avanti la candidatura di
Agnaldo, ma mi ero sbagliato.
Era grato a Mariuccia, fin dall'epoca lontana del fidanzamento. Grosso, le mani sempre sudaticce,
capelluto, mal sbarbato, negato agli sport, cattivo ballerino, ragazzo poco popolare fra le ragazze,
fino a oggi non riuscito a capire cosa l'abbia spinta ad accettarlo quando le si dichiarato durante
il ballo dei laureandi. Gli ce n'era voluto per credere che la corteggiata maestra - insegnava alla
scuola elementare del quartiere - fosse veramente intenzionata a sposarlo. Non era per interesse,
perch la sua famiglia era ancor pi povera che quella di lei, e per finanziarsi gli studi universitari
aveva dovuto lavorare (fino a quando non aveva avuto una borsa di studio) andando a riscuotere le
fatture di un negozio di abbigliamento e confezioni, presso clienti insolventi e imbroglioni - e
riusciva anche a farsi pagare. Per tutta la vita si era considerato in debito con la moglie.
Molta gente contro di lui?
In generale, dona Mariuccia non s'interessava alla disputa di seggi vacanti all'Accademia, malgrado
il tempo e l'impegno che Lisandro dedicava loro. Riceveva con garbo i candidati nelle visite di
protocollo, si faceva vedere al Petit Trianon per le sessioni solenni e per il t della vigilia di Natale,
durante il quale chiacchierava amichevolmente con le mogli degli altri Accademici. Il cerchio di

amici che frequentava abitualmente era composto principalmente di mogli di magistrati e familiari
suoi e delle nuore.
Parecchi, pi di quanti avessi immaginato. E agguerriti Afrnio Portela, te lo ricordi? Un tipo
distinto
S, molto simpatico. Ho letto alcuni suoi romanzi, mi sono piaciuti. <Adelia> bello.
Simpatico? Paragonato a lui, Machiavelli uno studentello di legge. Sai a che punto arrivato?
Racconta, sollecita, gli prende la mano sudaticcia.
Non contento di scovare un Generale per contrapporlo ad Agnaldo, ha messo Maria Joao a fare la
procacciatrice di voti.
L'attrice di teatro? E d buoni risultati?
Ti basti sapere che Paiva, il nostro caro Ministro, voto mio, ultrasicuro, ora sta cercando di tirarsi
indietro. Non si mai vista una cosa simile, una mancanza di rispetto per l'Accademia.
Dona Mariuccia rise: Giurerei che per parte tua ne hai fatte altrettante. C' pericolo che il tuo
candidato perda?
Questo no, per vincere vince.
E allora perch ti preoccupi?
Perch volevo una vittoria all'unanimit. E a questo punto eccoti la peste del Portela, con un
Generale che viene a rompermi le uova nel paniere.
Ogni volta la stessa musica. Questa lotta feroce.
Credo, Mariuccia, che non esista in Brasile cosa pi desiderata della marsina dell'Accademia.
L'Accademia il massimo dei massimi, non c' nulla che le si possa paragonare. Siamo solo in
quaranta, gli eletti degli di, gl'Immortali.
E tu ci sei arrivato, Lisandro. Ne sono stata molto orgogliosa. Ma, stato cos difficile? Non me ne
ricordo pi.
L'occasione era favorevole, io sono stato una specie di candidato di conciliazione. E tuttavia, mi
tocc strisciare. Il Paiva mi aiut molto.
Tacque, ricordando la battaglia di dieci anni addietro; considerato il pi debole di tre candidati,
nessuno avrebbe creduto che fosse eletto. Ah! l'Accademia costa sudore e sangue! Ma la marsina
copre tutto, cicatrizza le ferite. Guard la moglie con tenerezza:
Sei la moglie di un membro dell'Accademia brasileira di lettere.
Molte m'invidiano e non si curano neppure di nasconderlo: <Tuo marito Accademico, vero? Che
chic!> e io mi sento tutta gonfia di vanit.
Dovresti vedere Agnaldo, il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, il cui nome fa tremare mezzo
mondo, una delle figure di maggior rilievo del Nuovo Stato, che offre cassette di champagne al
vecchio Francelino, un ambasciatore in pensione senz'arte n parte.
E perch ti sei messo a patrocinare la candidatura di quel tale Colonnello? Ho letto su di lui cose
da far venire la pelle d'oca. In quel materiale che Pru porta a casa nascosto in borsa.
Pru si messa con i comunisti, te l'ho gi detto. Un giorno o l'altro la scoprono, non mi ci far
pensare. T'immagini una figlia mia in prigione? Sto scontando i peccati che ho commesso.
Il manifesto firmato dagl'intellettuali pernambucani, di cui aveva trovato copia nel suo cassetto
all'Accademia, fece la sua comparsa anche in casa, sopra la scrivania dove si trovavano i fascicoli
dei processi. Messo l dalla figlia, per criticare l'atteggiamento del padre. Pru aveva portato anche la
lirica di Antnio Bruno su Parigi, e aveva annotato in margine: un nazista non pu succedere al
poeta della libert. Lo accusava, quella ribelle. Ma chi la tirer fuori di prigione, se un giorno
Figurarsi se il Colonnello s'immaginasse
Lascia in pace Pru con gli affari suoi, come io lascio in pace te con i tuoi. Ma spiegami perch ti
preoccupi tanto di questa candidatura, perch la stai patrocinando, se quel Colonnello non neppure
tuo amico?
Lui ha il potere, Mariuccia; al disopra di lui solo il ministro della guerra, e "Lui". Agnaldo sceglie
e nomina. Io ti devo molto, moltissimo ti devo, mia cara. Sei la moglie d'un Accademico, voglio che
tu lo sia anche di un ministro del Supremo tribunale federale.

Slanciata, elegante, ancora attraente, desiderabile, dona Mariuccia pos la testa sulla spalla del
marito: Per me lo fai. Ora capisco. Gli offr le labbra.
"Dialogo al telefono".
Buona notizia, caro Lisandro.
Racconta, caro Agnaldo.
Ho appena avuto una telefonata dal Carmo, che mi fissa la visita per domani.
Dal Presidente? Ottimo! E poi?
Mi ha invitato a cena a casa sua con mia moglie. Mi ha pregato di non divulgare la faccenda.
Non te l'avevo detto? Invito a cena, garantito il voto.
Lo dicono tutti che cos. Te l'ho voluto comunicare subito.
Grazie. Sai che giorno domani?
Domani? Aspetta un momento Gioved.
Non un gioved qualsiasi. Domani si chiudono le iscrizioni. A partire da venerd pi nessuno potr
candidarsi.
Sar che il Presidente ha gi ricevuto Moreira Maginot?
So di sicuro che non ha ancora ricevuto il generale Moreira. Anche se si tratta di un avversario,
Lisandro non osa sopprimere il grado che precede il nome d'un ufficiale superiore, men che meno
chiamarlo con un nomignolo dispregiativo, Dio ne liberi: Mi tengo informato di tutti i passi del
nemico. Il Generale si dovr contentare d'un caffeino.
Ci possiamo incontrare dopo domani, perch ti faccia il resoconto del pranzo?
Certo che s. Fissa l'ora. Sono sempre a tua disposizione, sono il tuo ufficiale d'ordinanza,
Colonnello.
Comandante supremo piuttosto, carissimo Lisandro. Supremo tribunale federale in vista.
"Informazione".
Aperti i lavori, letto il verbale, quel gioved, due mesi esatti dalla sessione di addio dedicata alla
memoria del poeta dei "Sonetti di Ugne", il Presidente comunic ai Signori Accademici presenti
(ordinando l'invio di una circolare agli assenti) la chiusura del termine per le iscrizioni a candidato
per il seggio vacante, occasionato dalla morte del nostro rimpianto compagno Antnio Bruno.
Due scrittori, che soddisfacevano ambedue alle esigenze regolamentari, si erano presentati candidati
: il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, e il generale Waldomiro Moreira, ambedue con varie
pubblicazioni al loro attivo. L'elezione si sarebbe effettuata entro due mesi, l'ultimo gioved di
gennaio 1941, che coincideva con l'ultimo gioved prima delle ferie accademiche.
"La cena".
Nella loro moderna casa di Urca, una sera il Presidente e signora ricevettero per la cena il
colonnello Agnaldo Sampaio Pereira e sua moglie, dona Herminia. Dona Herminia appariva pi
anziana del marito, che chiamava Sampaio. Silenziosa, rispondendo a monosillabi ai tentativi di
conversazione della presidentessa, era tuttavia uscita dal suo mutismo per elogiare le portate e i
dolci: Tutto molto fine, aveva detto.
La cena si era iniziata tranquilla, ma era andata acquistando sempre maggior animazione. Hermano
do Carmo aveva narrato fatti della sua vita di giornalista. Aveva cominciato dalla gavetta, come
fattorino, portando originali e bozze in tipografia, presso la Folha do Comercio, di cui aveva
finito per divenire direttore e proprietario. Prima del seggio di Presidente dell'Accademia, aveva
occupato quello di Presidente della Associaao brasileira de Imprensa.
Malgrado lo sforzo del Presidente per evitare argomenti conflittuali, come si sarebbe potuto
impedire che il discorso scivolasse sulla guerra? Avendo la padrona di casa alluso con ammirazione

alla resistenza degli inglesi ai mostruosi bombardamenti aerei tedeschi, citando Churchill, il
Colonnello non aveva resistito e fra il pesce all'escabche e il roast-beef con verdure aveva assunto
il comando della Luftwaffe, cancellato Londra dalla carta geografica, occupato l'Inghilterra e
sbattuto Churchill in galera subito dopo.
Al dessert erano tornati ad argomenti pi gai; si era udita la voce timida di dona Hermina che
elogiava pesce, carne e dolci. Pazza per i dolciumi, ma non poteva abusarne, era gi anche troppo
grassa. Aveva aggiunto un particolare imprevisto: Sampaio apprezzava le matrone grasse. Il
Colonnello conferm: chi ama gli ossi un cane.
Quando la coppia se ne fu andata, la presidentessa chiese al marito:
Lo eleggeranno?
S purtroppo. Per fortuna, quando lui si insedier, io non sar gi pi presidente. Mezzo per
scherzo mezzo sul serio accus l'attiva signora dai capelli bianchi: Hai parlato di Churchill
apposta, eh? Provocatrice.
Perch l'hai invitato a pranzo, se non voti per lui?
Non voto? Come fai a saperlo? Anche lei veniva a conoscenza delle preferenze del marito solo al
momento in cui lui le annunziava il nome del candidato invitato a cena.
Come lo so? Perch non possibile che una persona perbene voti per quella specie di bastardo di
Hitler. Hai osservato la moglie? La donna per lui un essere inferiore, buona solo per l'ingrasso e
per il letto.
Con il mio voto o senza sar eletto comunque. Con una differenza di otto-dieci voti. Mise il
braccio attorno alla vita della moglie: In settimana, marted prossimo, avremo a pranzo il generale
Waldomiro Moreira e sua moglie.
L'altro candidato? Che novit questa?
Non c' bisogno di defalcazioni in cantina, il vino francese caro e difficile da trovare. Puoi
servire lo stesso cileno di stasera.
S'illumin d'un sorriso il volto della presidentessa:
Ho capito: se li inviti tutti e due voti in bianco.
Furbona.
Tenendosi per mano scesero nel giardinetto dove i gelsomini fioriti profumavano la notte.
"Corsi, conferenze e vivandiere".
Il corso annuale dell'Accademia brasiliana di Lettere, una serie di conferenze tenute dai vari
Accademici, vertenti su aspetti della letteratura nazionale negli anni quaranta, aveva preso in esame
il tema La poesia nel Movimento per l'abolizione della schiavit e per la Repubblica. Il pubblico
era composto per lo pi di gente giovane, per la maggior parte studenti, oltre ad amici e ammiratori
del conferenziere di turno. Quelli di maggior fama riuscivano a fare il pieno in sala e a modificare la
fisionomia abituale del pubblico, con la presenza di professori universitari, editori, scrittori, librai,
signore della buona societ.
Da quando si era iscritto come candidato per il seggio vacante di Antnio Bruno, il generale
Waldomiro Moreira non aveva perso una sola conferenza. Sempre in prima fila, blocchetto e
stilografica bene in vista, prendendo appunti, accompagnato dall'infaticabile Claudionor Sabena.
Superato il risentimento per la telefonata petulante con la quale il Generale aveva mandato a
Patrasso l'Accademia fluminense di lettere, l'innamorato Sabena s'era messo a vivere le peripezie
della nuova e gloriosa candidatura dell'autore dei "Prolegomeni idiomatici", segretario efficiente e
gratuito. In cambio aveva continuato a frequentare la casa ospitale del Graja, proseguendo con la
sua corte discreta alla separata Cecilia. E parlando di Cecilia, la graziosa figlia del Generale aveva
adornato della sua presenza la conferenza su Luiz Gama tenuta da Rodrigo Incio Filho e applaudita
con tale ardore da causare apprensione e gelosia al buon Sabena - messo in riserva ma non
dimesso. Cecilia non era tipo da lasciar cadere un pretendente, neppure in circostanze come quella
in cui, in una garonnire di lusso, frequentava l'immortalit. Tali benefici della sorte, ahi! solevano

essere di breve durata. Sapeva la donzella suscitare interesse, rendersi desiderabile e desiderata,
appetitosa conquista; ma, insipida e impertinente, non era in grado di mantenere accesa la fiamma
iniziale, ben presto l'appassionato gentiluomo si trovava deluso e l'idillio appassiva, fiore fugace.
Incapace di sopportare la solitudine ricorreva essa allora ai supplenti. Ne aveva appena perso uno, il
chirurgo dentista che l'aveva pizzicata in flagrante, in atto di sbaciucchiarsi con Rodrigo nella
limousine dell'Immortale. Rivelandosi pieno di pregiudizi e volgare, in un'ultima telefonata fatta per
insultarla - per definirla, sosteneva lui - aveva usato quella parola.
Osservando il generale Moreira che zelante prendeva appunti, partiva per primo con l'applauso nei
passaggi pi eloquenti, si lanciava per primo a complimentarsi col conferenziere, elogiandone
erudizione e sintassi, il vecchio Francelino de Almeida aveva ricordato a un gruppo di colleghi, fra i
quali Afrnio Portela e Henrique Andrade, un episodio divertente, capitato a lui e Lisandro Leite,
all'epoca candidato con scarse probabilit di successo.
In quell'occasione il diplomatico teneva un corso presso il Pen Club verso la fine del pomeriggio,
sulla cultura classica giapponese. Argomento difficile, pubblico scarso, ogni volta pi scarso.
Lisandro Leite forniva l'assoluta maggioranza delle presenze. Si tirava dietro gli alunni minacciando
bocciature in diritto commerciale e, a base di promesse, di rialzare i voti nei prossimi esami,
otteneva presenza e applausi di una buona dozzina di ascoltatori delle spiegazioni sul Kojiki, il
Manyo-shu, la stirpe dei monogatari, i nikki ed altre amenit del genere, date dall'ex ambasciatore
nell'Impero del Sol Levante. Nella penultima conferenza, a parte Lisandro e i suoi dodici ricattati
discepoli, erano presenti appena il Presidente del Pen e il fattorino, obbligati ambedue dalla
rispettiva carica. Il pubblico prese posto nelle due prime file del piccolo auditorio. La vigilia
dell'ultima conferenza c'erano state le elezioni all'Accademia e Lisandro era stato proclamato
vincitore al terzo scrutinio, con sorpresa di molti. Fra quelli che lo avevano votato c'era Francelino
che, in dubbio fra i tre candidati, nessuno dei quali influente, aveva deciso a favore dell'assiduo e
ossequioso frequentatore delle sue conferenze. Ebbene, l'ultima di esse, a elezione avvenuta, aveva
avuto come pubblico totale il Presidente, il fattorino e quattro gatti, messi insieme di furia
dall'esperto bidello, tutti dipendenti dell'edificio, portieri e uscieri. Ormai Accademico eletto,
Lisandro si era sentito fuori d'obbligo, e aveva congedato gli alunni.
Voglio proprio vedere questo Generale dopo le elezioni. Se sar eletto perdiamo un ascoltatore.
Ma ha delle qualit apprezzabili, anche se l'altro un pezzo grosso del governo. Una disputa
difficile, non cos?
Il gruppo si scioglieva, Francelino Almeida si conged:
Grazie, Henrique, ma oggi non ho bisogno di un passaggio. Ho un appuntamento in centro.
Galante? indag scherzoso Henrique Andrade.
Il vecchio signore trascur la domanda:
Simpatizzo molto con questo Generale.
La pi seducente fra le qualit del generale Moreira, sarta di professione, segretaria secondo sua
dichiarazione, motivo della crescente simpatia del Decano, si stava dirigendo in quel momento
verso Cinelandia, dove, all'Accademia brasileira, aveva un appuntamento con l'ambasciatore in
Giappone e in Svezia, conversazione piacevole, un sacco di cose da raccontare su aspetti curiosi
della vita in Oriente e in Scandinavia, mani un tantinello tremule, ma ancora garbate e
intraprendenti.
Le mie vivandiere stanno minando le forze del nemico comment Mastro Portela, salendo sulla
macchina di Henrique. Quella sera andavano a cena al Casin di Urca, dove si presentava la
favolosa orchestra di Carlos Machado, i Brazilian Serenaders, con quel giovane e straordinario
grande Otello, decisamente un genio.
"L'invito".
Stavolta, nel suo gabinetto di lavoro, il colonnello Agnaldo Sampaio Pereira non sta seduto da un
lato del tavolo, avendo di fronte il nemico dall'altro lato della barricata, schiacciato da lui.

Candidato e patrocinatore chiacchierano seduti sul divano ricoperto di cuoio che si trova in un
angolo della stanza. Alla parete, le carte d'Europa e d'Africa, con gli spilli dalla capocchia nera che
avanzano solcando il mare, verso le isole britanniche. In Africa dominano il deserto. Si respira
guerra in quel posto avanzato di comando.
Prima di ascoltare il rapporto sul pranzo, permettimi di dare al caro amico una buona notizia: la
segretaria di Prsio mi ha telefonato per chiedermi di farti sapere che t'aspetta luned prossimo, alle
sei del pomeriggio.
Dove?
A casa sua; all'istituto di fisica dove riceveva prima non ci va pi. Abita al Cosme Velho.
Lo so. C' l'indirizzo sulla lista.
Ti consegner personalmente il voto, il pi ambito dell'Accademia. Una volta ho sentito un
candidato dire che non gl'importava niente della sconfitta, visto che aveva avuto il voto di Prsio
Menezes. Il caro Agnaldo sar l'ultimo a meritare l'appoggio di una delle pi importanti personalit
della scienza mondiale, un genio. Gli storici del futuro ricorderanno questo particolare. Lasci che
il Colonnello prendesse piena coscienza del significato del voto dello scienziato moribondo e della
visita storica risultante dal suo proprio zelo: ora andiamo a cena
Non ancora. Anch'io ho una comunicazione da farti, caro Lisandro. S'alz in piedi, marziale e
solenne; il procuratore lo imit, alzandosi a sua volta, eccitato; un presentimento, subitanea
speranza: che si trattasse dell'ambita richiesta? Celestiale gli suon la voce declamatoria del
Colonnello: Voglio che sia tu, mio leale amico, a pronunziare il discorso di accoglienza il giorno
del mio insediamento. E non accetto rifiuti.
Io? Ricevere il caro amico? Non t'immagini neppure con che gioia adempir a questo
onorevolissimo incarico! Sono profondamente commosso. Permettimi di abbracciarti, amico mio
Agnaldo! faceva una voce soffocata dalle lacrime. Era cos che aveva allevato i suoi figli, s'era
fatto strada nella vita, arrampicandosi gradino per gradino, fino alle superbe altezze cui era arrivato.
In quell'istante intravide il culmine supremo da raggiungere fra breve, grazie alla campagna e al
discorso. Bruno era morto proprio al momento opportuno.
Dopo l'abbraccio che aveva sigillato quell'amicizia per la vita e per la morte, nuovamente seduti,
Lisandro rivel:
Guarda che coincidenza, senza sperare in questa grande prova di stima e di fiducia che ho appena
ricevuto, avevo cominciato, per semplice gusto intellettuale, a rileggere la tua opera singolare, a
studiarla, con l'intenzione di scriverci sopra un saggio. Utilizzer le annotazioni fatte per il discorso,
quelle annotazioni che dovevano servirmi a situarla nella letteratura brasileira contemporanea. Mi
manca solo il tuo libro di poesia, non sono riuscito ad averlo neppure alla rivendita di libri usati del
Carlos Ribeiro.
Peccati giovanili, versi romantici. Basta che tu ne parli di sfuggita, che tu citi il titolo. Cercher di
trovarne una copia da offrirti. Non aveva intenzione di compiere la promessa: versi romantici,
superati, non andavano d'accordo con la figura di un leader della sua levatura. Lisandro era riuscito
a dominare l'emozione:
E la cena? So bene che non avete parlato dell'elezione, quell'argomento tab per il Presidente,
l'invito a cena equivale a una dichiarazione di voto.
E' vero, non si parlato di elezioni e voti, ho seguito le istruzioni che mi avevi dato, alla lettera.
Mi ha raccontato di essere stato fattorino del suo giornale, prima di diventarne il proprietario. Poi
sua moglie si messa a far l'elogio, indovina di chi? di quello scomunicato di Churchill. Sorrise,
contento di s: A questo punto io le ho dato una lezione sulla guerra
Avete parlato di guerra? si allarmava Lisandro. Avevamo deciso di evitare gli argomenti
politici.
Non ti spaventare. E' andato tutto bene. Le ho tappato la bocca, non mi ha risposto pi. Considera
che non sono stato io a entrare in argomento. E' necessario educare questa gente, caro Lisandro.
Il Procuratore inghiott obiezioni e critiche, ormai il guaio era fatto, non serviva a niente discutere.
Churchill, De Gaulle, i maquis in Francia, lo stoico popolo inglese, gl'impavidi cittadini di Londra,

tutta quella gente lotta per il Generale, rappresenta una minaccia per il Colonnello. Purtuttavia, nel
conteggio fatto al termine della conversazione, Lisandro prevedeva la vittoria del Colonnello per
ventotto voti a undici. Un margine ancor pi ampio gli avrebbe dato, se avesse potuto, per
ringraziarlo dell'invito cos avidamente atteso. In verit, aveva gi pronto il discorso, pezzo forte di
oratoria, capolavoro di adulazione.
Siano pure anche ventisette a dodici, quello che m'interessa avere pi del doppio delle votazioni
del Linea Maginot. Senza di che mi sentirei sconfitto.
"Un privilegio".
Domenica, giorno di riposo, Lisandro stava dando gli ultimi ritocchi al discorso, quando fu
chiamato al telefono da Sampaio Pereira. Dal tono di voce cap che il Colonnello sapeva gi la
sgradita notizia. Cos era:
Ho appena saputo che il Presidente ha invitato Moreira a cena. Che significa questa commedia? E'
insopportabile!
Churchill, mio caro amico
Che? Che intendi dire con questo? E' stata sua moglie a cominciare Considero l'atteggiamento di
Carmo realmente insopportabile. E' una presa in giro, una beffa. Una canagliata.
Con la canagliata del Presidente, al rospo cururu che aveva di traverso in gola, il colonnello
Sampaio Pereira aggiunge un serpe velenoso che gli soffoca il petto: serpente a sonagli dal morso
mortale:
Abbi calma, non t'irritare, parliamone un po'. Anche se lui ti togliesse il voto, siamo ancora
ventisette a dodici, tre pi del doppio, per non parlare del voto di Prsio che vale per cinque.
Lisandro aveva saputo due giorni prima dello strano invito fatto dal Presidente al Generale, e aveva
concluso che la discussione sulle guerre l'aveva indotto a modificare il voto. Il caro Agnaldo non si
era convinto che un candidato all'Accademia non pu avere opinioni sue, men che meno
manifestarle. Il suo ruolo quello di ascoltatore e, se non pu appoggiare e applaudire, deve
starsene muto, sorridendo. Mai discutere, mai contestare. Padrone del voto, l'Accademico ha sempre
ragione. E' questa una prerogativa degl'Immortali.
"Marcia funebre".
Sorpresa, la ragazza seria e ben vestita - cameriera? segretaria? parente? - si sofferma un attimo a
osservare lo spiegamento di forze degli agenti del servizio di sicurezza, che balzano dalle macchine
e occupano i punti strategici davanti alla casa. Con un gesto invita il colonnello Agnaldo Sampaio
Pereira, l'uniforme zeppa di decorazioni e medaglie, a seguirla per il corridoio immerso nella
penombra.
Lo conduce in biblioteca. Fitti di libri gli scaffali corrono lungo tutta la parete, alti fino al soffitto.
Libri e libri dappertutto: ammonticchiati per terra, sulle sedie, aperti sul pesante tavolo da lavoro.
Negli spazi vuoti fra le finestre (da cui si vede il Largo do Boticrio) tre grandi quadri scuri, e sopra
un antico piedistallo l'immagine secolare di Nostra Signora del Latte, il seno scoperto, che allatta il
Bambino. In un angolo, addossato agli scaffali, un cavalletto con sopra un quadro moderno: ritratto
di Prsio Menezes, firmato da Flavio de Carvalho, a colori caldi e pennellate violente, i capelli
scompigliati e la barba lunga che si attorciglia intorno al sole e alle stelle, gli occhi di fuoco: Giove
che brandisce la folgore, Vulcano che forgia l'inferno. Sul tavolo, un gaio mazzo di fiori in un vaso
di cristallo.
Il Colonnello si sente imbarazzato, invaso da una inattesa e molesta sensazione di insignificanza.
Cerca di reagire a quel sentimento scomodo, concentrandosi sugli accordi di pianoforte che
provengono dalla stanza accanto Conosce quella melodia, dove l'ha sentita? Con i compagni di
partito e commilitoni di Santa Catarina, in qualche festa di fraternizzazione, aveva ascoltato dei

concerti di musica tedesca, sapeva dell'ammirazione che il Fhrer nutriva per Riccardo Wagner.
Forse, chiss, sono state composte da Wagner quelle note marziali, annunciatrici del trionfo finale.
Sieda, il professore viene subito.
Questa musica? E' di Wagner, vero?
La ragazza sembra sorpresa dalla domanda, tarda a rispondere, gli occhi fissi sulle rutilanti
decorazioni, che roba!
Wagner? No. E' la terza sinfonia di Beethoven, l'"Eroica". Molto nota. Aggiunge, forse per
prevenire nuove domande: E' dona Antonieta che sta suonando. Ascoltarla un privilegio. Con
permesso..
Cameriera, parente, segretaria? Il tono insolente, professorale, come di chi insegna l'a-b-c a un
ignorante. Lancia un ultimo sguardo alle decorazioni ed esce, lasciandolo solo, e ancor pi
diminuito: musica molto nota, il privilegio di ascoltare la esimia Antonieta Novais Menezes, che ha
lasciato le orchestre e i palcoscenici ormai da tanti anni. Informato dal previdente Lisandro, sa che
la signora stata in altri tempi una acclamata concertista.
In verit non c' motivo perch si senta cos complessato nella penombra di quell'ambiente
inusitato, dove ogni oggetto rivela gusto e sapienza, grandezza senza ostentazione, austerit senza
tristezza. Di certo, informata della sua visita, la egregia Signora, in gesto di amabile benvenuto,
s'era seduta al piano concedendogli quella regalia. Era venuto a prendersi un voto praticamente
garantito: lo scienziato aveva fatto capire al Procuratore che desiderava consegnarlo in sue mani. In
cambio, in omaggio all'illustre scienziato il Colonnello si era messo in uniforme di gala, coperto di
decorazioni e medaglie; il voto di Prsio Menezes vale per cinque. Ma la divisa di gala e gli alamari
stonano in mezzo agli scaffali pieni di libri, i quadri, la Madonna d'arte anzich di devozione. Forse,
se avesse seguito il consiglio di Lisandro, vai in borghese, meglio, si sentirebbe pi a suo agio,
meno oppresso e stordito.
Beethoven pu essere molto conosciuto, ma di Wagner che il Fhrer si compiace, avr le sue
buone ragioni per tale preferenza, visto che non s'inganna mai, infallibile nell'opinare tanto sulla
guerra quanto sull'arte. Non forse la guerra l'arte suprema, la pi bella? Cessa il suono del
pianoforte, il Colonnello esamina con ripugnanza il quadro sul cavalletto, arte degenerata. Svia lo
sguardo, non serve a niente, continua a vedere quelle pupille di fuoco che lo scrutano,
insopportabili.
Riprende, il pianoforte; il ritmo cambiato, cadenza di marcia funebre. Fuggendo dal ritratto,
perseguitato dalla musica possente, il colonnello Sampaio Pereira alza gli occhi e inquadrata nella
porte vede la Morte che lo fissa, con le stesse pupille di fuoco. Rabbrividisce.
A passi lenti la terribile visione avanza, cos piano che per attenderla il tempo si fermato. Gigante
disfatto, prima della malattia era un potente atleta: ora uno scheletro coperto di pelle macerata; la
lunga barba e la chioma ribelle si sono fatte rade, le lunghe dita non sono pi che ossi, gli abiti
troppo larghi accentuano la magrezza del corpo. Viso macilento, color cera, faccia da defunto.
Passo a passo, Prsio Menezes si avvicina. Spaurito, il Colonnello si alza dalla poltrona, le medaglie
tintinnano sul petto della tunica. Distanti, ma udibili, le note della marcia funebre.
Sieda, ordina la voce cavernosa, sepolcrale.
Non offre la mano, artiglio informe. Desidera evitare al visitatore lo sgradevole contatto con le dita
scarnite, riflette Sampaio Pereira, con gratitudine. Occupa una sedia a schienale alto, braccioli e
schienale in palissandro, sedile di cuoio, di fronte alla poltrona del Colonnello. Con un gesto breve
autorizza lo spaventato candidato a parlare. Sforzandosi per superare la sua insicurezza, il
colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, candidato a Membro dell'Accademia brasiliana di Lettere,
comincia a declamare il testo solito, accresciuto di lodi sperticate all'Immortale, tanto vicino alla
Morte da somigliarle.
Il professore di astrofisica ascolta in silenzio, gli occhi splendenti semichiusi. Gli accordi vanno e
vengono, salgono e scendono, turbano l'esposizione del postulante. Perch la pianista non ha scelto
un brano di Wagner, se veramente ha pensato di fargli piacere, offrendogli un privilegio? Titubante

il Colonnello arriva alla fine della sua perorazione: spera di meritar l'onore del voto di quell'illustre
accademico, confida che non abbia ancora assunto impegni.
Il mio voto gi deciso da tempo. La voce sorda e lenta, ogni parola costa uno sforzo enorme.
Le dico fin da ora che non voter per il suo avversario, il Generale, che venuto alcuni giorni fa.
Non che abbia niente contro di lui, personalmente; ma la letteratura che perpetra di infima qualit.
Per questo non avr il mio voto. Senza elevarsi, la voce s'impone. Mi resta molto poco tempo da
vivere, ma prima di morire desideravo vederla, poich so tutto di lei, colonnello Agnaldo Sampaio
Pereira.
Per la prima volta da quando ha varcato la soglia di quella casa del Cosme Velho, il Colonnello
respira con un certo sollievo. Era giunto il momento solenne e glorioso della dichiarazione di voto;
la lettera, preparata prima, deve trovarsi sul tavolo, battuta a macchina dalla segretaria. Aspetta, i
nervi tesi, cercando di non sentire gli accordi del pianoforte, maledetta regalia.
Prsio Menezes alza la mano scheletrica, punta il dito verso il petto di Agnaldo, grondante
medaglie:
Dov' la Croce di ferro?
Non lascia tempo per la risposta, il dito si leva all'altezza del viso dello stupefatto Colonnello:
La sola che lei deve usare sul cuore. Su una tunica della Gestapo, non su una divisa brasiliana.
Perplesso, il colonnello balbetta:
Che vuol dire?
Prsio Menezes s'appoggia ai braccioli della sedia, con lui si alza la Morte:
Come osa aspettarsi il mio voto? Lei, un nazista! Il contrario della cultura, l'opposto del
brasiliano.
Le note della marcia funebre, la voce di sepolcro, strappata dai polmoni infermi, lunghe pause fra
frase e frase, avversione mortale in ogni parola:
Tutti quanti abbiamo due lati, uno buono, uno cattivo. Peggio che un robot, lei solo un mezzo
uomo, torturatore di detenuti. Lei ha forse moglie e figli, gente che ama? Non lo credo. Qualcuno
che l'ama? Nessuno. Quelli che la servono, lo fanno per timore o per interesse. C' mai stato un
giorno in cui lei abbia provato amore per una donna, sorriso a un bambino, avuto un istante di
tenerezza? Oppure sempre stato cos, uno sciagurato? Lei in putrefazione, e manda cattivo
odore. Il mio voto? Come poteva immaginare che io avrei votato appoggiando la Gestapo?
La voce, fino a quel momento lenta e sorda si alza, paurosa:
Fuori di qui, prima che la schiaffeggi!
Alza la mano, le dita della Secca dritte in direzione del volto dello sfigurato candidato. Il colonnello
Agnaldo Sampaio indietreggia senza volgere le spalle, altissimi crescono gli accordi della marcia
funebre. La Morte avanza verso il Colonnello, che esce di corsa per il corridoio, attraverso la porta
di strada aperta dalla segretaria, cade nelle braccia dei gorilla di sicurezza, si lascia cadere sul sedile
della macchina coprendosi il viso con le mani.
"Il sottotenente".
Svegliandosi e scendendo dal letto, dona Herminia si stupisce di vedere il marito ancora al letto, che
dorme profondamente. A quell'ora d'abitudine, dopo aver fatto la ginnastica per mantenersi in
forma, presa una doccia fredda, infilata la divisa e buttato gi il caff, lui si trova al ministero, non
ha mai ritardato una volta. Eccettuate occasioni eccezionali, dona Herminia metteva gli occhi sul
Sampaio solo a tarda sera, a volte all'alba. Il Colonnello era solito dire e ripetere con enfasi spartana
che non apparteneva a se stesso: il suo tempo, le sue sollecitudini, la sua vita appartenevano alla
causa. Dona Herminia si era abituata.
Il sonno del marito le sembra troppo tranquillo. Si avvicina, gli tocca il viso con le dita. Era morto.
Con addosso il pigiama, gli occhi tondi e ingenui semiaperti, non assomiglia a un eroe caduto sul
campo dell'onore, a un personaggio manicheo, simbolo del male e dell'oscurantismo, S.S. nazista,
capo della Gestapo, armato di scudiscio. Solo un pover'uomo, morto, uguale a tanti altri.

Le ricorda qualcuno. Dona Herminia va a cercare un volto nel passato - somiglia a quel giovane
sottotenente, timido e appassionato, che aveva conosciuto tanto tempo addietro, in un altro tempo.
Lui declamava versi supplicando un bacio. Dona Herminia d'improvviso ricorda, comincia a
piangere silenziosamente.

CAPITOLO TERZO.
Guerriglia sulla spianata del castello.

"Opinioni impubblicabili".
Seppelliamolo con pompa e velocit, cos saremo liberi di lui al pi presto, aveva consigliato il
direttore del Dipartimento stampa e propaganda, alla cui doppiezza politica si gi fatto riferimento
in altra occasione. Aveva appena messo in circolazione una nota del Gabinetto del Capo del
governo, che annunziava la morte del colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, facendo l'elogio del
bravo soldato della Patria, titolare di un libretto di servizio straordinario, la cui dedizione al regime
aveva costituito un cardine per la garanzia dell'ordine e lo schiacciamento del pericolo comunista.
Il redattore volle sapere, a pro del notiziario che doveva essere pubblicato dall'Agenzia di stampa
nazionale:
"Lui" accompagna il funerale? O sar presente solo alla veglia funebre?
Chi? Il Presidente? Ma sei matto, n funerali n veglia. Riconosceva l'utilit del nostro defunto
Goebbels, ma ne aveva orrore. <Quel Pereira puzza di Medioevo> mi ha detto una volta.
Grato per la confidenza, il redattore adul:
Il giorno che potr scrivere le sue memorie, che libro, eh, dottore?
Avessi memoria, non occuperei questa carica, figliolo. Io sono sordo, muto e soffro di amnesie. La
sola cosa che non sono impotente. Per ora.
"La militante".
Nel sapere la notizia della morte del Colonnello, dal notiziario delle tredici della Radio Carioca,
Maria Manuela aveva telefonato ad Afrnio Portela, chiedendogli se poteva vederlo quel giorno
stesso. Dopo la morte di Bruno avevano avuto lunghe telefonate, nelle quali il romanziere la
metteva al corrente degli sviluppi della battaglia elettorale. Aveva chiesto quell'incontro ansiosa di
avere altri particolari su quella sensazionale notizia, e desiderosa d'informarlo personalmente della
sua prossima partenza dal Brasile; aveva gi le valigie pronte.
Il Priv, bar discreto all'ultimo piano di un edificio della spiaggia del Flamengo, con le finestre
che davano sulla baia, vicino alla casa del romanziere e affollatissimo di sera quando vi si davano
spettacoli di alta classe - Silvio Caldas, Dircinha e Linda Batista, Dorival Caymmi, la messicana
Elvira Rios, Lamartine Babo, le piccanti sorelle Pagas - aveva di pomeriggio una clientela ridotta:
questa o quella coppietta appassionata e illegale che parlottava in un sussurro. Seduti presso la
balaustra, il romanziere e la portoghese osservano il funerale che spunta sul largo Russel preceduto
dalla banda di un reggimento - cadenze funebri. Sopra un affusto di cannone, la bara avvolta nella
bandiera nazionale. Soldati a piedi e a cavallo e, sui nuovi veicoli tedeschi, macchine potenti e moto
velocissime, un contingente della Polizia speciale; in grandi automobili nere le personalit ufficiali.
Due carri armati chiudono il corteo. Il colonnello Sampaio Pereira aveva ripreso il suo posto di
comando. Maria Manuela guarda, affascinata. Chiede spiegazioni.
Morte improvvisa, vero? Quale la causa?
Io direi, morte inattesa. La causa? Quale altra potrebbe essere stata, a parte la battaglia in cui
eravamo impegnati? Confesso che non me l'aspettavo, l'obiettivo che avevamo in vista era un altro.
Ma rendiamogli giustizia: il Colonnello caduto in combattimento.

Per cortesia, amico mio, riduca la sciarada in parole semplici. E' caduto in combattimento, in che
senso? Lei, maestro, non si aspettava la morte del Colonnello, ma si aspettava qualcos'altro. Che
cosa?
Il suo ritiro. Svia lo sguardo dal funerale, preferiva la visione della bellezza malinconica
dell'ultima amante di Bruno: Sampaio Pereira non era che uno sciocco pieno di boria, che si
giudicava onnipotente, convinto che nessuno avrebbe avuto il coraggio di opporsi ai suoi desideri.
La nostra strategia era quella di condurlo alla rinunzia, al ritiro della candidatura: la tattica applicata
stata quella di svuotarlo, attraverso una serie crescente di delusioni e fallimenti. A ogni colpo
ricevuto si andava sempre pi irritando, consumando roso dal di dentro. Aveva creduto di essere il
solo candidato, e ha avuto un concorrente. Aveva sognato una elezione unanime, e il sogno
svanito. Poi ha cominciato a perdere dei voti che considerava certi, ad avvertire la repulsione che la
sua candidatura ispirava. Figueiredo l'ha maltrattato, Evandro non c' neppur bisogno di dirlo.
Stordito, umiliato, si visto perso.
Era sconfitto?
Il corteo prosegue lentamente, solenne, portando l'eroe alla trincera dell'immortalit! (parole del
ministro nella sua vigorosa orazione funebre sulla tomba), tutto il traffico fermo per dargli il passo,
gruppi di curiosi sui marciapiedi.
Non ancora, lungi di l. Non so se saremmo riusciti a sconfiggerlo nel caso fossimo arrivati
all'elezione. Ne dubito. Ecco perch tutta la campagna era stata progettata per far s che si sentisse
offeso e demoralizzato, respinto e, timoroso della sconfitta, abbandonasse la competizione. Il trucco
delle cene dal Presidente, un capolavoro, ha condotto il Sampaio Pereira al panico. Gli abbiamo
fatto inghiottire rospi e serpenti perch vomitasse la candidatura. Si strangolato, morto di
soffocamento.
Le note della banda svaniscono nell'aria, il corteo funebre raggiunge l'Avenida da Ligaao,
comincia a sparire alla vista.
Ce n' voluto, a convincere Prsio a riceverlo, tale la ripugnanza che provava per il Colonnello.
L'ha fatto per amore di Bruno, e per amore di Bruno Antonieta s' messa al piano e ha eseguito la
marcia funebre dell'"Eroica". Ho parlato con Prsio al telefono ieri, e mi ha detto che temeva di aver
ecceduto. Quando il tipo gli ha chiesto il voto, Prsio andato fuor dei gangheri e ha minacciato di
prenderlo a schiaffi; Sampaio Pereira se n' andato di corsa. Una overdose, a quanto si visto. E
meno male che non arrivato a venire da me In ogni modo, mia bella fanciulla, la memoria del
nostro Bruno salva; ho compiuto la promessa: abbiamo fatto il possibile e l'impossibile. Ne
valso la pena.
Maria Manuela prese la mano di mastro Afrnio e se la port alle labbra:
Mi piacerebbe baciare la mano anche al professor Prsio. La sua salute? Non c' proprio
speranza?
Nessuna purtroppo. Temo che questo sia stato il suo ultimo contributo alla cultura brasiliana.
Ora s, posso partire tranquilla. Afonso, mio marito, stato promosso ambasciatore e trasferito in
Venezuela. Partiremo direttamente di qua, grazie ai buoni uffici di mio padre che vuol evitare che io
corra pericoli nel viaggio marittimo a Lisbona. Dobbiamo partire il mese prossimo, andremo via
Manaus.
Contemplarono in silenzio il paesaggio meraviglioso: il mare della baia di Guanabara, le isole, le
montagne, le spiagge, le case di Niteri in lontananza:
Sa dove ho conosciuto Antnio? A Niteri Una cosa talmente pazza Se ha il tempo di starmi a
sentire gliela racconto.
Oggi il primo giorno di vacanza che ho, da quando morto Bruno e lei si messa in contatto con
me all'ora di pranzo. Ora ho tutto il tempo libero che voglio, e adoro ascoltare le favole.
Un sorriso quasi birichino interrompe l'espressione malinconica del viso di Manuela:
Ha ragione, stata una favola moderna, con politica e spose infedeli, una favola assurda. Fece
una pausa prima di chiedere: Lo sa che sono una pericolosa militante antisalazarista, non vero?

Bruno mi ha letto una sua lirica in cui si parlava di una dea dell'Olimpo che impugnava falce e
martello. Una cosa deliziosa.
"La Dea e il Menestrello", una delle prime che scrisse per me. Ebbene, io avevo un appuntamento
a Niteri, con un compagno in esilio, che doveva consegnarmi dei documenti da spedire in
Portogallo. Nella mia posizione dispongo di mezzi
Figlia d'un ministro di Salazar, nuora di uno dei pi grossi banchieri del paese, moglie del
Consigliere d'ambasciata del Portogallo, si trovava in una posizione privilegiata per combattere il
fascismo: nello stesso covile del nemico, in grado di udire informazioni confidenziali, di conoscere
gli agenti del PIDE attivi in Brasile, di usare la valigia diplomatica per la sua corrispondenza
personale. Afrnio Portela guarda assorto la donna seduta davanti a lui: distinzione, finezza,
eleganza. Portata in palma di mano dalle cronache sociali, regina dei saloni della buona societ
carioca e del corpo diplomatico - chi mai l'avrebbe immaginata alle prese con un movimento
sovversivo, ad agire nella clandestinit, praticando atti illegali? Ecco un buon tema per un romanzo,
cos invitante che lui si sent tentato di riprendere l'attivit di narratore.
Il punto d'incontro era un bar, al Saco de Sao Francisco. Arrivai io per prima, come avevamo
combinato, mi diressi al banco dei tabacchi, comperai delle sigarette. Il compagno entr,
spaventato, quasi di corsa. Mi consegn la busta e mi disse che qualcuno lo seguiva. <Non lasci che
quelli del PIDE la vedano,> mi ordin, e si butt fuori dalla porta. Misi la busta in borsa. Come fare
per evitare che il tipo della polizia speciale mi vedesse? Ci pensa se mi avessero riconosciuto?
Mastro Portela assapor il suspense; che scena, in un romanzo!
E allora?
Seduto a un tavolo vidi Antnio che sbevazzava, certo in attesa di qualche donna. Io lo conoscevo
in fotografia e per averlo letto, adoravo i suoi versi fin da quando ero studentessa. Non esitai, sedetti
accanto a lui e, senza altre spiegazioni, gli dissi che non potevo esser vista n riconosciuta da un
tizio che stava per passare l davanti alla porta, e scrutare all'interno. Lui non fece domande. Quanto
al PIDE, possono aver sospettato di chiunque, meno che di me. La mia faccia non la poterono
neppur vedere di sfuggita, coperta com'era da quella di Antnio, le nostre bocche unite nel bacio pi
lungo della terra Poi mi lasci andare, in taxi, senza chiedermi chi ero
Afrnio Portela si vide in atto di costruire il romanzo: chiss che non riprendesse la macchina da
scrivere, una bella risma di fogli bianchi e, lasciando di lato i poeti dell'Inconfidncia (14) si
mettesse a tentare di ricreare l'intreccio politico, l'ambiente dell'ambasciata di Salazar, le ambasce
degli esiliati, l'ultima passione del poeta, l'enigma di Maria Manuela?
Il giorno dopo ricevetti un libro, con una dedica estremamente formale, accompagnato dalle pi
belle orchidee che io abbia mai visto. La telefonata venne pi tardi E' stato Antnio a rivelarmi
l'amore. Prima, io ero soltanto una militante, lui mi ha completato, ha fatto di me una donna.
In distanza una lontana salva di cannone. Cade la prima palata di terra sul corpo del colonnello
Agnaldo Pereira Sampaio.
"La dama in nero".
1.
Da principio era stata riluttante. Non per deferenza verso il marito, o per rispetto al vincolo
matrimoniale. Nessun affetto la legava al consorte, indolente, insignificante e frivolo, desideroso di
distinzioni e onori, la cui aspirazione principale consisteva in un titolo nobiliare del Vaticano, che
avrebbe acquistato in contanti non appena avesse ereditato la sua parte dell'immensa fortuna del
padre, costituita nelle colonie col sudore dei negri, moltiplicata in patria con la compiacenza del
governo. Era stata quella sua grande ambizione di far parte dell'aristocrazia a condurre Afonso
Castiel nei quadri della diplomazia, attivit nobile, lasciando ai fratelli la responsabilit della
volgare gestione di banche, imprese agricole e industriali, e sposandosi con Maria Manuela Covo
Silvares d'Ea, regale virgulto di una famiglia antica e nobile, con tanto di blasone e motto: Nelle
mani d'El-Rey la mia vita e il mio onore. Ah!, se avesse potuto, Afonso avrebbe adottato i

patronimici illustri della sposa, in luogo del suo misero Castiel, un cognome con percettibile odor di
ghetto. Stretti legami di amicizia e finanze legavano il riccone Salomao Castiel all'influente
ministro Silvares degli affari esteri. Ambedue godevano della fiducia e della difficile stima del
dittatore. Quanto al sacramento del matrimonio, Maria Manuela non lo considerava degno del
bench minimo rispetto, il di lei matrimonio non andando al di l di un obbligo, il pi pesante fra
tutti. La sua riluttanza si doveva alla sua morale proletaria, ragioni ideologiche.
Antnio Bruno l'aveva riconosciuta al bar di Niteri. Si era accorto che il timore di essere
riconosciuta, e il bisogno di nascondere il viso che l'avevano gettata nelle sue braccia non avevano
nulla a che fare con intrighi d'alcova. Congiura politica, spionaggio forse? Aveva visto quando
quell'individuo le aveva passato la busta, vicino al banco dei tabacchi. La bellezza della donna e il
mistero che la circondava lo avevano travolto in un turbine di passione. Non avrebbe potuto vivere
se non l'avesse conquistata. Doveva possederla, fosse come fosse, bocca di melograno, collo di
cigno.
Aveva iniziato l'assedio facendo uso di tutti i suoi mezzi, accumulati in lunghi anni d'esperienza.
Fiori e libri, voce carezzevole, labbra di miele, lo spirito e la grazia della conversazione, il calore
del desiderio. Cortese e reticente, Maria Manuela non si arrendeva, solida fortezza.
Bruno era riuscito a far breccia con la letteratura. In cambio dei suoi libri, inviati uno a uno con
dediche sempre meno formali, aveva ricevuto per posta l'unico volume pubblicato in vita sua da
Fernando Pessoa (15): All'ammirato poeta brasiliano Antnio Bruno, questo <messaggio> del pi
grande poeta portoghese contemporaneo, con ammirazione profonda, la lettrice Maria Manuela
Silvares Castiel. Bruno aveva udito vaghe allusioni al collega lusitano, la cui popolarit si sarebbe
estesa al Brasile solo nel dopoguerra. Intellettuale volto alla letteratura francese, poco sapeva della
letteratura contemporanea portoghese, seguita alla grande generazione di Ea, Ramalho, Antero
(16). Aveva letto "A Selva" di Ferreira de Castro, conosceva di nome Aquilino Ribeiro, la poesia
malinconica di Antnio Nobre non lo aveva sedotto, ma amava quella di Cesario Verde. A parte
quei pochi, una totale ignoranza che aveva stupito e indignato la bella laureata in Lettere
dell'Universit di Coimbra.
Partendo da Fernando Pessoa e i suoi vari alias, si prolungavano le conversazioni telefoniche, che
condussero infine ad un primo incontro al liceo classico portoghese dove lei era arrivata, trafelata e
bella, le braccia cariche di libri di poesia, titoli e autori sconosciuti per Bruno. Ma non erano stati i
poeti lusitani a condurla fin l: aveva soddisfatto alle suppliche del poeta appassionato perch quel
primo bacio, nato dalla necessit, le aveva bruciato le labbra, sulle quali era rimasto il sapore delle
labbra e della lingua del poeta brasiliano, indebolendo la sua volont, accendendo in lei desideri
repressi.
Una situazione assurda: Bruno esaltato, che parlava d'amore e Maria Manuela, erudita e platonica,
che spiegava il valore dei gruppi riuniti intorno alle riviste Orfeu e Presena, offrendogli copie
di Seara Nova. Che altro poteva fare, se non usare le stesse armi? Bruno part all'attacco con
Prvert, Breton, Aragon, Eluard, Tzara e, poeta dopo poeta, verso dopo verso l'intimit s'impose,
dolci parole si mischiavano alle strofe; il fuoco della passione fin per incendiare il dibattito
letterario. Con il Lorca del "Cancionero Gitano" avevano incontrato un terreno comune, terra
propizia dove l'amore prosper. Si erano scambiati baci seduti su una panchina rustica fra gli alberi
del Silvestre, leggendo i "Vinte Poemas de Amor y una Cancin Desesperada" di Neruda.
Maria Manuela aveva smesso di resistere, si era arresa quando Bruno, la voce dolente, in un
sussurro, le aveva recitato la serie di tre sonetti alla maniera di Camoes (17), ispirati da lei:
"Visitazioni alla Villa Reale della Praia Grande di Niteri". Che significava esattamente morale
proletaria? Non gli avevano mai dato una spiegazione esauriente, ma non significava,
indubbiamente, fedelt ad Afonso, un marito che oltre a tutto era completamente indifferente a ci
che faceva la moglie. Fa' di me quello che vuoi, aveva detto lei a Bruno, vinta e soddisfatta.
Per lui l'ultima avventura, una follia, un uragano; per Maria Manuela il primo amore, la scoperta
dell'altra faccia della vita, che dava una nuova dimensione all'umanismo che dirigeva le sue azioni.
Un compagno, Fernando Castro, le aveva insegnato la solidariet, con il poeta Antnio Bruno

impar l'amore. Antnio mi ha completata, aveva detto in confidenza a mastro Afrnio, il giorno dei
funerali del colonnello.
Un primo amore tardivo, lei si approssimava ai ventotto anni. Aveva conosciuto un tempo di felicit
totale - tenerezza infinita, volutt infinita, libert. L'incontro imprevisto a Niteri era avvenuto poco
prima di Natale del 1939, Bruno era morto in settembre del 1940: dieci mesi perfetti, durante i quali
non c'era stato un solo istante che non fosse pieno di armonia e di bellezza.
2.
Rompendo con le abitudini feudali della famiglia, al termine del liceo Maria Manuela si era rifiutata
ai lavoretti di casa, si era conquistata il diritto all'universit, e iscritta alla facolt di lettere di
Coimbra. Entusiasta, allegra, intelligente, aveva cominciato subito a prender parte alla vita
studentesca. Dopo una breve fase deludente di serenate romantiche sulle rive del Mondego, si era
legata a gruppi di studenti di sinistra, la cui seriet l'aveva attirata. Uno studente di legge, Fernando
Castro, fisionomia ascetica e voce rude, si era incaricato di catechizzarla. Mentre gli altri colleghi le
facevano la corte, perdendo il tempo in ridicole dichiarazioni, lui le parlava di politica, della miseria
del paese e del popolo, dell'oppressione salazarista, delle ingiustizie del colonialismo, della
cupidigia dell'imperialismo, i cui artigli insanguinati strappavano le migliori risorse della nazione
lusa. Le aveva dato da leggere le opere proibite di Marx e Lenin, "Il Manifesto Comunista", un
sunto de "Il Capitale", "L'Imperialismo, fase pi avanzata del Capitalismo" (e lei li aveva letti,
quelli e vari altri); "La Madre" di Gor'kij, i poemi di Majakovskij. Le aveva descritto la saga della
Rivoluzione di ottobre, bandiera e speranza degli sfruttati, forgia di un mondo migliore senza ricchi
n poveri, senza classi sociali, in cui la propriet privata non esistesse e tutti avessero di che saziare
la loro fame e diritto ai benefici della cultura. Maria Manuela era rimasta abbagliata.
Aveva chiesto d'iscriversi al partito e dopo un periodo di prova, indispensabile a causa delle sue
origini, durante il quale aveva osservato e giudicato, era stata ammessa col nome di battaglia di
Berta. Felice, di ritorno da un'incursione antelucana d'imbrattamento di muri dell'universit, si era
data al sudaticcio compagno Castro il quale, rinnegando i rigidi principi della morale proletaria,
aveva riabilitato le neglette tesi del libero amore, e le aveva messe in pratica. Giusto un santo di
pietra avrebbe potuto continuare a frequentare notte e giorno una bellezza come Maria Manuela
mantenendosi indifferente. Il compagno Castro era quasi santo. Scarnito, ma non di pietra.
Settario per convinzione e temperamento, lui l'aveva educata all'ortodossia e al dogmatismo,
facendo della compagna Berta una specie di monaca marxista. Maria Manuela aveva abbandonato
tutto quanto potesse significare lusso, ostentazione, raffinatezza, dai vestiti e scarpe di marca alle
creme di bellezza e al trucco, dimostrazione della decadenza capitalista. Libera da ogni artificio,
splendente nella bellezza pura del viso, nell'eleganza incomparabile del corpo libero da ornamenti
inutili, aveva fatto impazzire alunni e professori, ispirando decine di pessime liriche, orrende pagine
in prosa, canzoni e fados esecrandi. Niente di tutto questo l'aveva turbata o commossa - espressioni
di debolezza borghese decadente. Il duro materasso e il parsimonioso copulare del compagno Castro
erano quanto bastava alla sua sensibilit repressa, i cui appetiti non erano stati ridesti. Importante,
solo la Rivoluzione, tutto il resto era secondario. Si era rinchiusa contro sentimenti e desideri.
In un incontro di quadri dirigenti sulla Serra da Estrela, Fernando Castro era caduto in mano alla
polizia. Maria Manuela aveva desiderato andarlo a trovare, ma il partito si era opposto, lei non ne
aveva capito i motivi, ma aveva obbedito al veto terminante. Era rimasta a Coimbra a concludere il
suo corso, a proseguire il lavoro clandestino. Nella poesia aveva cercato un sostitutivo per la
predicazione politica del compagno assente il cui discorso, bench severo e stretto, conteneva una
ispirazione generosa. Non s'interessava a nessuno dei compagni di studio n d'ideale. Condannato a
una lunga pena detentiva, Fernando Castro non l'aveva scontata: era morto nel campo di Tarrafal
alcuni mesi dopo il suo arresto. Maria Manuela sent profondamente la scomparsa del compagno,
non pianse l'amante.
Conseguita la laurea e tornata a Lisbona, s'era offerta di passare alla clandestinit, rompendo con la
famiglia e l'ambiente in cui aveva vissuto, divenendo una rivoluzionaria a tempo pieno. Non solo le

avevano rifiutato tale soluzione, ma, chiesta in matrimonio da Afonso Castiel, era stata consigliata
ad accettare il fidanzato che le due famiglie concordi le proponevano.
Consiglio, non il termine esatto. Il matrimonio con il diplomatico le era stato imposto come un
dovere da compiere. Avendo raccontato al responsabile della cellula in cui militava la storia risibile
della proposta di matrimonio, aggiungendo che in nessun caso avrebbe accettato di unirsi a quel
fatuo imbecille, si era vista convocare alcuni giorni dopo per una riunione altamente responsabile e
segreta. Lungo percorso in macchina, a occhi bendati, in silenzio assoluto. Solo lei e lo sconosciuto
autista. Per la prima volta Maria Manuela si sarebbe incontrata con un membro del Comitato
centrale.
Scesa dalla macchina era stata presa per mano dal conducente e condotta in casa come una cieca.
Poi l'uomo le aveva detto aspetta qui e se n'era andato. Poco dopo si era fatta udire una voce
educata e neutra: Puoi toglierti la benda, compagna. Dinanzi a lui un uomo di mezz'et, magro,
dal volto scavato, occhi ardenti, l'aria di un apostolo. Piacere di conoscerti, compagna Berta. Le
tese la mano, poi indic una sedia. Siediti, abbiamo molto di cui parlare. Sono il compagno
Neves. Maria Manuela aveva sentito il cuore batterle pi forte. Aveva davanti a s il compagno
Neves, membro del Politbjuro, dirigente leggendario, protagonista di storie fantastiche: due fughe
dalla prigione - una dal forte Caxias a Lisbona, l'altra da Tarrafal - affrontando l'oceano in una
imbarcazione primitiva costruita da lui stesso. Delle sue capacit teoriche si narravano meraviglie;
aveva seguito la scuola del Komintern, a Mosca. Da lui emanava un carisma che imponeva rispetto
e obbedienza.
Per alcuni momenti parve vicino e umano, mentre parlava quasi con tenerezza di Fernando Castro,
morto al campo di Tarrafal vittima delle torture cui era stato sottoposto a Lisbona durante
gl'interrogatori. Si era comportato eroicamente, non aveva rivelato nulla del molto che sapeva nella
sua qualit di responsabile per gli organi studenteschi di Coimbra. Aveva proclamato la sua
condizione di comunista, e preannunziato ai suoi torturatori l'inevitabile rovina del salazarismo.
Un esempio per il partito intero, conclude, riprendendo il suo tono impersonale, di comando, che
segna le distanze fra dirigente e militante: Ora parliamo di te.
Durante l'intervista, lui l'aveva trattata con stima ma senza calore, stima unicamente politica; un
solo legame li univa: la Rivoluzione e nient'altro. Compagni di partito, non compagni e basta, visto
che lui, membro del Politbjuro, decideva e comandava, mentre a lei stava solo eseguire gli ordini
ricevuti. Il dirigente era a conoscenza di tutta la sua attivit precedente, a Coimbra e a Lisbona, le
aveva fatto elogi e critiche senza esagerare in un senso n nell'altro. Spieg, professorale e
categorico, che il partito non aveva saputo approfittare di lei come avrebbe potuto. Data la
posizione di suo padre e il prestigio della sua famiglia, la compagna Berta doveva portare avanti
compiti specifici - molta gente c'era, in grado di tracciare scritte sui muri e distribuire volantini.
Il Politbjuro aveva preso certe decisioni in merito al lavoro della compagna. D'ora in avanti,
collegata direttamente alla Direzione, staccata dagli organi di base, avrebbe avuto contatti
permanenti solo con un responsabile del Comitato centrale, che l'avrebbe assistita nella sua nuova
attivit di partito. Si era in piena guerra di Spagna e la compagna, figlia del ministro degli esteri,
libera di circolare in ambienti ufficiali, avrebbe potuto essere di enorme utilit. Suo compito sarebbe
stato quello di informarsi e informare. Il Politbjuro aveva deciso allo stesso tempo di approvare il
suo matrimonio con Afonso Castiel, che avrebbe significato un ampliamento sensibile del suo
campo d'azione.
A bocca aperta, Manuela aveva cercato di discutere. Non erano quelli i compiti pericolosi cui
sperava di essere destinata. Non aveva nascosto il suo disappunto: si sarebbe sentita pi una spia
che una rivoluzionaria. La voce del dirigente, fredda e tagliente lama d'acciaio, si lev troncando di
netto lamentele e discordanze:
La compagna Berta si appena rivelata ancora succube d'influenze piccolo-borghesi, non ha
ancora acquisito in pieno la mentalit bolscevica. Il partito ha deciso di assegnarle un settore
importante sul fronte di lotta, stimando che la compagna sia in grado di eseguire tale compito e
invece di sentirsi grata e orgogliosa, la compagna cerca di mettere in discussione le decisioni del

Politbjuro. Che vuoi, compagna? Metterti in mostra come un'eroina da romanzo, andando in giro ad
imbrattar muri e distribuire materiale di propaganda per i mercatini, organizzando comizi-lampo? Il
partito ti sta assegnando un compito, sta a te eseguirlo.
Prima ancora di constatare l'inutilit di ogni resistenza, Maria Manuela si era convinta dell'errore
commesso: altro non era che una piccolo-borghese sciocca e romantica, ancora assai lontana dalla
fibra e dalla convinzione profonda che contraddistinguono i comunisti di provata fede. Il compagno
Neves, lui s che era un bolscevico educato alla scuola del compagno Stalin. Prov per lui una
immensa ammirazione:
Hai ragione compagno. Cercher di superare le mie limitazioni di classe e di rendermi degna della
fiducia del partito, facendo una autocritica pratica. Nelle mani del partito la mia vita e il mio
onore, sarebbe stato il suo motto.
Il matrimonio di Maria Manuela Covo Silvares d'Ea con Afonso Castiel era stato l'avvenimento
dell'anno, ancora ricordato dalla societ lisbonense. La sposa, pallida e bellissima, con addosso
abito e acconciatura provenienti da Parigi, firmati Coco Chanel, la Marcia nuziale eseguita
dall'organista Klaus Bergmann giunto apposta da Vienna, a peso d'oro; il sermone del cardinale al
monastero di Jeronimos che magnificava l'alleanza di due grandi e illustri famiglie, legate dai lacci
del matrimonio, con la benedizione di Dio. Poi il ricevimento grandioso, sfarzo senza uguali.
A letto, il pretenzioso e profumato Afonso l'aveva interessata ancor meno che il timido e sudaticcio
Fernando. Togliendosi il frac, l'idiota aveva voluto recitare la parte del maschione, le aveva fatto
coraggio e aveva promesso di agire con la massima delicatezza - non aver timore, non niente.
Convinto che l'avrebbe deflorata, e convinto di averlo fatto quando la penetr e cant vittoria. Maria
Manuela sapeva benissimo della sua relazione con una popolare cantante di fado di Alfama, che lui
manteneva - lei e i suoi vari cugini, allegri mandriani.
Il dirigente aveva ragione. Maria Manuela aveva potuto fornire al partito informazioni preziose su
argomenti confidenziali, a volte segreti, avute nel gabinetto del padre, in casa del suocero, in
conversazioni con il marito boccalone. Afonso adorava scoprire e riferire le ultime voci in
circolazione, raccogliere indiscrezioni nei corridoi del ministero, nelle anticamere del governo. Al
corrente nei minimi dettagli dell'aiuto prestato a Franco da Salazar, la compagna Berta era stata di
effettivo aiuto alla causa dei repubblicani spagnoli.
Con il consenso del partito aveva accompagnato in Brasile il marito, ivi nominato Consigliere
d'ambasciata, ed era divenuta un'agente di collegamento rapida e sicura fra gli esiliati comunisti e la
direzione centrale in Portogallo. Un compagno di fiducia era il suo contatto, solo a sapere delle sue
idee politiche. Dopo un anno che si trovava a Rio aveva conosciuto Antnio Bruno, in quel
pomeriggio tumultuoso di Niteri.
3.
Nelle braccia del poeta era sbocciata. A Coimbra aveva scoperto un mondo in trasformazione, a Rio
seppe della vita in tutta la sua pienezza. Rivelazione conturbante, quando finalmente, dopo tanto
essersi negata, si era denudata nel letto di Antnio e per la prima volta aveva sospirato di piacere e
conosciuto lo spasimo. Non aveva tardato a divenire la femmina pi completa, la pi vorace,
assetata e affamata, in cerca del recupero del tempo perduto. Realizzata e felice.
Realizzata e felice, non aveva tuttavia abbandonato le trincee della lotta antifascista. Non aveva
attenuato la sua lealt verso il partito, non aveva trascurato i compiti a lei assegnati, cui ne aveva
aggiunto uno nuovo, per proprio conto: quello di trasformare il poeta lirico Antnio Bruno in un
poeta impegnato, facendo del canto di lui un'arma per i lavoratori ingaggiati nella trasformazione
del vecchio mondo. Gli citava l'esempio del cileno Pablo Neruda, quello dei "Vinte Poemas de
Amor", galeotti per i baci iniziali. Console in Spagna durante la guerra civile, il poeta aveva messo
il suo estro poetico a servizio del proletariato in armi.
In merito a quel costante tema di conversazione, Bruno le aveva mostrato un articolo che, pur
elogiando la qualit brasileira della sua poesia, lo accusava tuttavia di non prendere in
considerazione i problemi sociali, di estraniarsi da un mondo convulso, all'ora decisiva, quando

Garca Lorca, che chiamava fratello, veniva fucilato da Franco, Thomas Mann sceglieva l'esilio per
non finire in un campo di concentramento di Hitler, e Antnio Machado moriva in esilio. Articolo
pubblicato, guarda caso, sull'ultimo numero della rivista Para Todos, la cui circolazione era stata
interdetta dal DIP malgrado le relazioni e il prestigio di Alvaro Moreyra, proprietario e direttore.
Maria Manuela aveva dato pienamente ragione al commentatore: Antnio non compiva il suo
dovere. Probabilmente la bella e sediziosa portoghese aveva contribuito al tenore del discorso che
lui aveva pronunziato all'Accademia, in merito alla torre d'avorio rasa al suolo dalla guerra.
Ridendo, Bruno annunziava un volume completo di liriche di contenuto sociale, ma non aveva mai
adempiuto alla promessa. Scriveva invece poemi d'amore, di passione folle, pazzo menestrello,
trovatore ai piedi della dama coraggiosa, che per lui rischiava onore e posizione.
Non rischiava un bel niente, gli ripeteva Maria Manuela; fra lei e il marito esisteva appena un
legame formale, costituito dal matrimonio. Afonso continuava a mantenere cantanti - al momento
una mulatta spettacolare, sambista in un teatro della Piazza Tiradentes, anche quella circondata da
uno stuolo di cugini, divertenti buoni a nulla - e se Maria Manuela non aveva mai avuto altri amanti
prima di lui, ci si doveva al fatto che nessuno fra i molti che le avevano fatto la corte nei saloni
l'aveva interessata. Aveva perfino minacciato di piantare in asso il marito e andare a vivere con
Bruno, in povert e poesia. Per impedirle di commettere tal follia, il poeta aveva dovuto ricorrere a
delle ragioni politiche. Che avrebbero detto al partito? Sarebbero stati capaci di espellerla.
Argomento decisivo.
A cinquantaquattro anni, ancora in piena forma, ma sentendo i primi sintomi della vecchiaia in
arrivo, Bruno si era sentito colmato di favori dal destino con l'amore di quella donna giovane e
bella, colta e coraggiosa, nata nobile ed elevatasi alla condizione di figlia del popolo. Aveva provato
di nascosto a scrivere i poemi che lei gli aveva richiesto, non ci era riuscito, suonavano falsi. Il solo
a respirare l'afflato della creazione autentica, condensato di rabbia, odio, collera, disperazione e
speranza, cuore straziato e pugno levato, era stato il "Canto d'Amore per una Citt Occupata",
scritto con l'intento di piangere sulla caduta di Parigi, e riscritto per invitare tutti i popoli del mondo
a unirsi alla lotta contro il nazifascismo per la liberazione di tutte le citt occupate: il poema di
Bruno e Maria Manuela, la cui prima copia lei aveva battuto a macchina. Eredit raccolta dalla
militante in lutto, la dama in nero, condivisa nel momento del pi grave disanimo in Brasile, in
Portogallo e nelle colonie d'Africa - veniva letto, quel poema, nelle selve dell'Angola, della Guinea
Bissau, del Mozambico, ove negri in rivolta accendevano i fuochi della prima guerriglia.
"Dialogo accademico a vol d'oiseau".
Fine osservatore, il decano Francelino de Almeida aveva notato per primo certi sintomi di mutato
atteggiamento nel generale Waldomiro Moreira. Seduto su un divano a lato del ministro Paiva del
Supremo tribunale, guardava la tavola imbandita, intorno alla quale vari Accademici prendevano il
t, caff, succhi di frutta, mangiavano tortine, pane tostato, biscotti, prima dell'inizio della sessione
settimanale, la prima dopo la morte del colonnello Sampaio Pereira. A bassa voce aveva richiamato
l'attenzione dell'amico sul fatto:
Non pi lo stesso, stai bene attento. Qualcosa cambiato. Nel modo di salutare, di dirigersi a noi,
nel tratto. Prima un umile ammiratore, una bellezza. Ora divenuto meno servile, ha raddrizzato la
schiena. D'altra parte, l'altro ha aspettato a morire che si chiudessero le iscrizioni, lasciandogli via
libera, consegnandogli l'elezione assicurata
Avresti votato per lui se Sampaio Pereira non fosse morto?
Ero in dubbio. Il Colonnello era una potenza, negargli il voto sarebbe stato una temerit. Tuttavia
il Moreira ha dei padrini potenti Poteva darsi che finissi per commettere una pazzia
Il piccolo e magro ministro, strizzando gli occhi per la troppa luce, abbass ancora la voce:
Dimmi la verit, Francelino: padrino, o madrina?
Hai indovinato. E che madrina! schiocco di lingua, significativo.
Non dirmi che la stessa..

Anche tu? Voto garantito al defunto La segretaria?


Segretaria? Quale? Di chi?
Del Generale. Talmente modesta e timida che arrivo a pensare che sia vergine
Questa non la sapevo. Intendi dire che ti ha scatenato addosso la segretaria? Quel che mi stupisce
la popolarit del Generale con le donne. Non ne ha l'aria n i modi
La tua chi ?
Chi poteva essere? Quell'adorabile demonio che si chiama Maria Joao.
L'attrice?
Proprio lei. Mi ha dato corda, puoi immaginarti una cosa simile?
Ridacchiarono i due vecchietti, piano e allegramente. Il ministro comment, ancora perplesso:
Chi l'avrebbe detto che il Moreira avesse tali protettrici
Francelino constat:
La verit che la morte di Pereira ha risolto i nostri problemi. Ma osserva il Generale, non sembra
pi il povero cristo che venuto a trovarmi. D'altronde povero non deve essere, a giudicare dalla
cesta di bottiglie e biscotti fini che mi ha mandato!
Povero lo , s, vive del suo soldo. Tutto ci che possiede la casa in cui abita, comprata con
sacrificio. Deve avere speso per te lo stipendio di un mese.
Com' che sai tante cose sul conto suo?
Da Maria Joao, naturalmente. Quel demonietto mi tormenta in continuazione con le virt e le
ambasce del Generale, onorato e povero.
Sar vero? Questi miliziani sono economi e monogami, non spendono, mettono sempre da parte un
po' di soldi, si fanno su la loro calzetta Quella cesta che m'ha mandato dev'essere costata un
occhio.
Era gi venuto qualche volta ai t? Lo vedo sempre gi nel salone, attentissimo alle conferenze.
Quass non ricordo di averlo visto mai.
Credo che ci sia venuto una volta, rimorchiato da Rodrigo. Era tutto timido, assaggi appena un
caffeino. Oggi per venuto per conto suo, guarda che appetito.
Seduto al tavolo del t, il generale Waldomiro Moreira parlava a voce alta, tornava a servirsi di
caff e latte, dava una stoccata avvertibile nella torta di granturco. Vedendolo cos tranquillo,
nessuno lo avrebbe giudicato un candidato: aveva assunto la condizione di Accademico eletto. Il
ministro Paiva, uomo dedito al ben vivere, torn al grato argomento delle donne:
Detto qui fra noi: chi uscito avvantaggiato stato il nostro Rodrigo. La figlia del Generale un
bel pezzo di figliola
Lo dici perch non hai visto la segretaria Una mulatta divina
Mulatta? si dilatarono gli occhi delicati del ministro, la voce s'intorbid d'invidia. Felice
mortale!
Dialogo all'Accademia, in attesa della sessione. Durante la quale il Presidente annunzi la dipartita
del colonnello Agnaldo Sampaio Pereira; ora solo un candidato avrebbe concorso al seggio vacante
di Antnio Bruno, il generale Waldomiro Moreira. L'accademico Lisandro Leite aveva fatto l'elogio
del defunto, sollecitando l'iscrizione a verbale di un voto di rimpianto per lo scomparso.
Ancora seduto al tavolo del t, rimasto solo, il Generale candidato unico inghiott un ultimo pezzo
di torta, riflettendo sulla inadeguatezza di certe regole e abitudini: essendo egli praticamente un
Accademico, il suo posto era l dentro, fra gli altri Immortali. In casi come il suo non doveva
prevalere l'ordinanza regolamentare, in linea di massima giusta, che proibisce l'entrata nella sala
delle riunioni ai non Accademici - non esiste regola senza eccezione.
"Lo sconfitto".
Il solo fra gli Accademici, e uno dei pochi civili, ad accompagnare il colonnello Sampaio Pereira
all'ultima dimora - quel caro e temibile Agnaldo - di ritorno dal cimitero, Lisandro Leite si era

trovato faccia a faccia con la sconfitta. Peggio ancora: senza candidato. Quella elezione, dalla quale
si era aspettato il massimo, risultava in un disastro. Sulla scrivania, il giornale aperto alla pagina
dell'ampio servizio sulla scomparsa dell'illustre ufficiale e noto scrittore, candidato all'Accademia
Brasilera di lettere. Pru aveva aggiunto a lapis rosso: Meglio tardi che mai! Ingrata.
Aveva passato alcuni giorni taciturno, la faccia buia, poco disposto a sbottonarsi. Di ritorno dalla
sessione dell'Accademia aveva raccontato a dona Mariuccia:
Ho chiesto un voto di rimpianto per l'estinto, ho pronunziato poche parole. Portela, Evandro,
Figueiredo, tutti gli altri ridevano sotto i baffi, divertendosi della mia situazione. Vittoriosi.
Scoppiante di felicit il generale Moreira che perfino venuto al t. Il bocconcino non per chi lo
prepara, per chi lo mangia. Un lavoro buttato via. E per di pi c' Pru, quella ingrata
Lascia in pace Pru e non te la prendere tanto.
Ci contavo gi, sulla nomina per il Supremo.
Non ti preoccupare, ci arriverai.
Nessuno d nulla gratis, Mariuccia, bisogna strappare ogni cosa, creare le condizioni favorevoli.
Ce la farai, ne sono sicura. Alza la testa, uomo! Non t'ho mai visto in queste condizioni.
L'unica cosa aspettare che Prsio si decida a morire. Sembra di ferro, a detta dei medici doveva
esser gi morto e sepolto da tempo A quel punto io propongo la candidatura di Raul Limeira che
intimo di lui. Lui era il capo del governo: Col suo appoggio e quello di Paiva, chiss
Lo vedi? Basta aver pazienza d'aspettare, tutto viene a suo tempo.
Il pensiero di Lisandro aveva preso una via traversa:
C' una cosa che mi piacerebbe sapere
Cosa?
Cos' successo durante la visita di Agnaldo a Prsio. Aveva fissato di telefonarmi subito dopo, ma
non l'ha fatto. Quella sera cercai di entrare in contatto con lui a tutti i suoi numeri, non lo trovai da
nessuna parte. Dopo ho parlato con dona Herminia, la lettera di accompagnamento del voto di
Prsio non era fra le sue carte.
Dimentica, acqua passata. Te lo dico io: sono certa che giorno pi giorno meno sar la moglie
del ministro Leite del Supremo.
E io ho una sola certezza: che non ti merito.
Sciocco!
Da dove proveniva l'ambizione che lo consumava? Da lui stesso, o da quella elegante e serena
Mariuccia?
"Chiarimento storico".
La guerriglia ebbe il suo punto di partenza sulla spianata del Castello, nelle vicinanze
dell'Accademia brasiliana di Lettere, per essere esatti dopo uno scambio di sguardi fra l'indignato
Evandro Nunes dos Santos, col pince-nez in mano, e lo stupefatto mastro Afrnio Portela, il gioved
seguente. Ossia, una settimana dopo la sessione durante la quale il Presidente Hermano do Carmo
aveva comunicato al plenario la morte del candidato colonnello Agnaldo Sampaio Pereira, un mese
e mezzo prima dell'elezione.
Al contrario di ci che stato raccontato da storici meno meticolosi e probi, la guerriglia non ebbe
inizio lo stesso giorno dei funerali del Colonnello. Si ebbe una breve soluzione di continuit fra il
drammatico epilogo della battaglia del Petit Trianon e l'inizio del reclutamento di volontari per la
nuova pugna. Poco pi di una settimana, giornate tranquille, in cui tutto pareva stare nella santa
pace di Dio. Quelli che cos pensarono, non facevano i conti con la mutevole natura umana.
Nel breve periodo di tempo trascorso fra il menzionato gioved in cui l'esperto ministro Francelino
Almeida aveva individuato, all'ora del t, l'esistenza di sintomi di cambiamento nel comportamento
del generale Waldomiro Moreira, candidato unico, e il gioved seguente, quei vaghi sintomi si erano
trasformati in evidenza, chiara e minacciosa - sinistra la classific Evandro - conducendo i due
franchi tiratori a un cospiratorio incontro, subito dopo la sessione nella quale gli Accademici, con

l'urbanit abituale, avevano discusso dettagli della progettata riforma dell'ortografia proposta
dall'Accademia delle scienze di Lisbona.
"L'ex futuro ministro".
Appena fu entrato nella sala da t, tutti furono in grado di osservare che il generale Waldomiro
Moreira, senza togliersi la divisa, s'era infilato la marsina dell'Accademia. Candidato di
contestazione di un avversario considerato imbattibile, s'era strappato le stelle del generalato,
riducendosi a soldato semplice, oscuro, ossequioso e sottomesso fantaccino, a reverenziare
gl'Immortali bevendone le parole, plaudendo ai pi disparati concetti, in pi d'un caso opposti ai
suoi. Aveva inoltre inghiottito un certo numero di rospi. Il pi grosso di tutti, indigesto, durante la
visita a Evandro. Il saggista gli aveva offerto una copia del polemico volume intitolato "Il
Militarismo in America Latina" dal contenuto decisamente negativo - attribuiva ai militari la
responsabilit delle disgrazie, del sottosviluppo, della dipendenza dei paesi latino-americani da
Inghilterra, Stati Uniti e Germania. Scortese, aveva fatto questione di ripetergli a viva voce opinioni
sulle Forze armate che andavano molto vicine all'insulto. In silenzio, il candidato lo aveva ascoltato
senza protestare.
Tutto era cambiato di repente. Quindici giorni addietro, dopo un calcolo dei voti fatto con Afrnio
Portela e Rodrigo Incio Filho, era andato a letto sconfitto. S'era risvegliato con l'elezione garantita,
il concorrente aveva tirato il calzino. La fase delle umiliazioni e dei rospi era finita.
Si infil la marsina sulla divisa, in cui stelle, gradi e medaglie avevano ripreso a brillare in tutto il
loro splendore visto che, antevedendosi Accademico, si era reintegrato nel grado e nell'autorit del
Generale. Cos, doppiamente in divisa malgrado avesse addosso un vestito mal tagliato di lanetta
blu, fece nuovamente il suo ingresso al t accademico, ove tratt con familiarit i futuri colleghi,
enunci opinioni, mise in mostra discordanze. Quanto all'appetito, si deve pur tener conto del magro
regime cui per ordine dei medici lo assoggettava dona Conceiao. Libero dal controllo della moglie
si buttava sulle golosit che aveva sott'occhio; al tavolo variato e lauto si saziava finalmente.
Per la seconda volta capitava al generale Moreira, punto dalla mosca cavallina, di avanzare
intempestivamente assumendo posizioni e posti di comando innanzi tempo, liberandosi di quella
pesante maschera di umilt, per mostrarsi come Dio e la carriera militare l'avevano fatto: arrogante
e autoritario.
Durante la campagna di Armando Sales de Oliveira per la presidenza della repubblica, il suo nome
era stato menzionato fra quelli dei prevedibili ministri: in caso di vittoria del candidato paulista,
avrebbe potuto avere il portafoglio della guerra.
Mai il Generale aveva nutrito dubbi sulla vittoria: tutti sapevano che lo scrittore Jos Amrico de
Almeida, bench si portasse addosso la targhetta di candidato ufficiale, non riscuoteva le simpatie
del Presidente, il governo lo aveva abbandonato alla sua sorte. Per di pi, come pensare che un mal
dirozzato sertanejo paraibano, rappresentante di santoni e banditi, di una gente sfruttata, analfabeta
e famelica riuscisse a sconfiggere il candidato di bandeirantes (18) e paulisti pi recenti i grandi
latifondisti del caff, i nuovi industriali dal cognome italiano, rappresentante di quel popolo ricco,
colto e progressista? Dalla tribuna dei comizi, gli oratori ripetevano l'immagine orgogliosa: Sao
Paulo, la locomotiva possente in atto di trascinare da sola i vagoni vuoti degli altri stati.
Convinto della vittoria, e pi ancora del portafoglio di ministro. Non un ministro qualsiasi, della
pubblica istruzione o dei lavori pubblici, ma ministro della guerra. In pratica, la seconda persona del
governo, al disopra di lui, solo il Presidente.
S'era messo a frequentare il ministero, dove si faceva vedere, alla vigilia del golpe del Nuovo Stato,
portando sotto braccio una cartella nera, zeppa di documenti. Visitava segreterie, uffici, quartier
generali alla ricerca d'informazioni che avrebbero potuto essergli utili per il suo incarico. Aveva
costituito il suo gabinetto, sostituito comandanti, trasferito, passato alla riserva e promosso. Il tutto
sulla carta, ma con grande strepito pubblico intorno ai piani tracciati, al programma da mettere in
atto. Era giunto fino a invitare alcuni ufficiali a ricoprire cariche di responsabilit.

Debole dal lato dell'appoggio militare, possibile che all'inizio della campagna Armando Sales
avesse cogitato di scegliere il generale Moreira, della cui lealt non poteva dubitare, per ricoprire
quell'alta carica. Ma se tale possibilit gli era occorsa, l'aveva lasciata perdere, pentito, ben prima
che il golpe di novembre affossasse i sogni e le speranze non solo del Generale, ma di tutti coloro
che partecipavano seriamente alla campagna dei due candidati alla presidenza. Per ricompensarlo
della dedizione, gli avrebbe offerto una buona sinecura: addetto militare a Parigi, per esempio, un
incarico che sarebbe caduto bene per un ex alunno della Missione militare francese; funzione
onorevole, senza pericoli di comando e per di pi situata dall'altro lato dell'oceano. Perch, oltre che
presuntuoso e autoritario, il Generale era una tale pizza!
Al tavolo del t, ascoltando Henrique Andrade che si lamentava col Presidente del ritardo della
segreteria nel distribuire la corrispondenza destinata agli Accademici, il generale Moreira aveva
dichiarato alto e chiaro:
Ci che manca alla nostra Accademia un po' di disciplina militare. Questa istituzione ha assoluto
bisogno di almeno un seggio riservato a un esponente delle Forze armate. Per imporre l'ordine,
evitare che l'autorit soffra scosse.
Scosse, che scosse? Nel silenzio che segu, il vecchio Evandro Nunes dos Santos e mastro Afrnio
Portela si scambiarono uno sguardo. Allarmato e significativo.
"I cospiratori".
Gli errori storici su date e altri particolari relativi alla guerriglia comandata dal vecchio Evandro
sono risultati certamente dal carattere estremamente confidenziale delle varie azioni intraprese.
Tutti i dispositivi erano stati progettati e azionati dai cospiratori nella pi segreta clandestinit. Non
avrebbero agito con maggior efficienza e discrezione se anzich di letterati liberali avanti negli anni
si fosse trattato di bolscevichi esperti, provati da anni e anni d'esperienza nel lavoro clandestino.
Per una conversazione riservata luogo pi propizio non esisteva che la macchina del romanziere.
L'autista, Aurlio Sodr, silenzioso sul sedile anteriore, era a servizio di Afrnio e dona Rosarinho
da oltre venticinque anni e meritava la massima fiducia. La macchina si dirige verso Santa Teresa
per lasciare Evandro alla porta di casa. Mastro Portela taglia corto alle sue indignate proteste:
Che volevi? Che votassimo per il Sampaio Pereira? Moreira non che un subletterato; l'altro era
un nazista.
Fosse soltanto un subletterato non m'importerebbe granch, non sarebbe il solo. Ma un
prepotente. Io del resto te l'avevo detto: questa storia di militari non d risultato. Evandro prosegue
arrabbiato: Il candidato perfetto per sostituire Bruno Feliciano.
Non discuto, son d'accordo con te. Ma nella situazione in cui ci trovavamo, non ci rimaneva altro
da fare che ricorrere a un Generale. Ora basta avere un po' di pazienza, e sopportarlo.
Sopportalo tu, se ne hai voglia, io no. Non ho pazienza.
E che diavolo puoi farci? Ora Moreira il solo candidato.
E con questo? Lui pensa di essere praticamente eletto, ma ci manca pi di un mese, alle elezioni
Vorresti? Mastro Afrnio fissa l'infuriato compare, un sospetto l'assale, comincia a divertirsi.
Se voglio! E allora perch esiste la possibilit di votare in bianco?
Ma, compare, siamo stati noi a casa sua, a invitarlo, abbiamo insistito perch si candidasse
Abbiamo letto i libri, li abbiamo elogiati Non possiamo, decentemente
Punto primo: io sono stato a casa sua perch mi ci hai trascinato tu. Punto secondo: non ho mai
letto un rigo scritto da lui, Dio sia lodato! andava contando sulle dita: Punto terzo: ho fatto eco ai
tuoi elogi per non abbandonarti in una simile situazione. Punto quarto: io non sono decente.
Si toglie il pince-nez, ci mette un bel po' a ripulirlo:
N io n te Non ho mai visto una faccia di bronzo come la tua, a elogiare quelle scemenze, a
trovarle geniali.
Mastro Portela ride piano. Evandro prosegue:

Ho letto un documentario che uscito di recente negli Stati Uniti sulla guerra di Spagna. Durante
la battaglia di Madrid, una donnetta scarmigliata, una tizia soprannominata La Pasionaria - il nome
dice tutto - comunista o anarchica, non so bene, ha inventato uno slogan, con il quale affront i
falangisti: <No pasarn!> Be' io l'ho appena adottato. Fai come ti pare, conserva la tua decenza,
accusami di essere un ribaldo, di' che ho invitato il Linea Maginot
Evandro, questo troppo Un nomignolo coniato dal Sampaio Pereira!
L'ho sentito dire da Jos Livio e mi piaciuto, non m'importa di sapere da dove viene, se da un
comunista o da un nazista, d'altronde la sola cosa che si possa rimproverare a Z Livio di essere
un deficiente. Quel che ti voglio dire che io sono un laico, non son disposto a ricevere ordini da
nessun miliziano, non sono mai stato n nel servizio attivo n nella riserva.
Negli occhi di mastro Afrnio quel brillio malizioso:
Non dimenticare, compare, che oltre alla scheda bianca esiste anche l'astensione dal voto. Batte la
mano sull'ossuto ginocchio di Evandro: Una piccola guerriglia non fa male a nessuno
Intendi dire?
Per natura non sono che un guerrigliero Mi metto ai suoi ordini, Comandante. Riflette un attimo:
Nella situazione attuale quello che pi importa mantenere il segreto. Il nemico non pu aver
dubbi, deve considerarsi in una botte di ferro. Quanto pi il Moreira si creder gi eletto, tante pi
bestialit commetter.
La macchina si ferma davanti al giardinetto che circonda la casa di Santa Teresa. Aurlio scende ad
aprire lo sportello. Isabel avvista il vecchio, grida al fratello:
Pedro! Pedro! Sta arrivando il nonno. C' con lui lo zio Afrnio.
Dalla morte del Colonnello non avevano ancora rivisto l'amico pi intimo della famiglia, il padrino
di Alvaro. Isabel bacia sulle guance i due vecchi, commenta:
Gliel'avevo detto al nonno che tutto sarebbe finito bene, zio Afrnio.
Non ancora finita, bellissima. Abbiamo ripreso le armi.
Pedro arriva di corsa, vuol sapere:
Che novit ci sono?
Eccoci qui: Don Quijote, vecchio brontolone, vostro nonno, ed io Sancho Panza, suo fedele
scudiero, che partiamo in campagna.
E chi la Dulcinea, la pulzella da proteggere?
Il vecchio Evandro Nunes dos Santos attira a s i nipoti, sono stati loro a convincerlo a combattere
contro il nazista Sampaio Pereira. Nella voce, arrochita dal vizio del fumo, una punta di
commozione:
La stessa del Caballero de la Mancha, figlioli, la libert.
La notte immensa di stelle spunta sugli alberi del giardino.
"La segretaria perde il suo impiego".
Afrnio Portela le aveva mandato un fascio di rose e un biglietto per fissare un incontro alla stessa
latteria. Lei arriv in una macchina privata, con autista in divisa.
Sei ogni giorno pi bella. Trattenne la curiosit, non chiese nulla sulla macchina parcheggiata in
attesa sulla strada. Son venuto a licenziare la segretaria del Generale.
Me l'ero immaginata che non avrebbe tardato a succedere, quando ho letto la notizia della morte di
quel tipo. Non mi sono mai rallegrata della morte di nessuno, ma questa volta non ho provato
dispiacere. Mi faceva male pensare che avrebbe parlato di Bruno, elogiandolo solo con le labbra,
sporcando il nome del mio amore.
Di questo ci siamo liberati, dobbiamo ancora liberarci di quell'altro.
Del Generale? Ma non era il vostro protetto? Non aveva inventato questa storia di segretaria,
perch io riuscissi ad avere il voto di Lindinho?
Di chi?
Dell'ambasciatore. Vuole che lo chiami solo cos.

Mastro Afrnio spieg la trasformazione subita dal candidato, il funzionamento della elezione
accademica, il voto in bianco, l'astensione.
Allora, sono licenziata? Guardi che era proprio tempo. Lindinho e scatenato, vuole a tutti i costi
che vada a bere una coppa di champagne nel suo appartamento. Per non parlare dei pizzicotti.
Fortuna che con la mia pelle scura i segni non si vedono. Altrimenti
Mastro Afrnio calcola mentalmente il valore della macchina ferma l davanti; queste donne di
Bruno sono piene di sorprese, lo intrigano. Non resiste alla curiosit:
Altrimenti che?
Rosa sorride nel vedere come fissa la macchina.
Lo conosce, un amico suo. Pronunzia il nome del ricco fabbricante di tessuti di origine
portoghese: Mi apre un atelier a un primo piano della Rua do Rosario. Lavorer in proprio.
E l'argentina?
E' tornata a Buenos Aires. Quando lui rimasto vedovo voleva a tutti i costi che la sposasse
L'aveva messo con le spalle al muro
Bella donna, ma che pizza indigesta! <La seora della Pilar, cantante de tangos>, sorrise,
imitando l'accento argentino. In materia di cantanti di tango non ho mai sentito nulla di peggio.
Madame Picq mi aveva mandato a casa sua a provare degli abiti. E' stato l che ho conosciuto il
mio attuale protettore
Quando lo vedo gli far i miei rallegramenti. Si liberato di quell'antipatica, ha conquistato la rosa
pi bella di Rio de Janeiro. Anche con te mi congratulo. Si tratta di un uomo buono e decente.
Lo so. Non vuole che un po' di affetto. Credo che ci intenderemo molto bene. Affetto e rispetto io
posso dargliene. Sorride con le labbra carnose, nella voce una punta di malinconia e al tempo
stesso di orgoglio: L'amore che desideravo l'ho gi avuto, mi basta ricordare quei giorni per
sentirmi felice. Ma, mi dica, sono libera dal mio impegno?
Dimessa dalla carica di segretaria. Desidero soltanto sapere un paio di cose: lui ha il tuo indirizzo?
Come fa a comunicare con te e fissare gli appuntamenti? Per telefono?
Crede che io abiti in un pensionato di suore, dove devo rientrare prima delle nove. Che sono
venuta dall'interno sotto la responsabilit del Generale, di cui mio padre stato l'ordinanza. Gli ho
raccontato qualche bugiola. Gli ho dato il numero di telefono dell'atelier col consenso di Madame
Picq. Le avevo raccontato la storia e lei ci si divertita un sacco, ha voluto collaborare. Lindinho
chiama sempre all'ora di pranzo, crede che a rispondere sia una suora francese, e dice che mio zio.
Mi conosce col nome di Betriz e mi chiama Bia. Bia di qua, Bia di l, e gi pizzicotti.
Mettiti d'accordo con Madame Picq perch la prima volta che telefona lei gli dica che non lo vuoi
pi vedere, che la smetta di cercarti. Allo stesso tempo Madame deve far capire che l non c'
nessun pensionato di suore, ma qualcosa di ben diverso, lasciare il nostro Lindinho - Lindinho, ci
pensi? - disorientato
Cosa vuole che pensi?
Niente di preciso. Basta creare un clima di sospetto, di qualcosa di poco serio
Perch lui se la prenda con il mio ex datore di lavoro
Esatto. E non gli dia il voto
Povero Lindinho. Un tipo pi divertente non esiste. Quando uno meno se l'aspetta eccoti la mano
gi per lo scollo o sotto le gonne. Da giovane dev'essere stato un tipo da prendersi con le molle
La fama del Lindinho perdura a tutt'oggi in Giappone e in Scandinavia.
E' simpatico sa? Gli piace da matti raccontare barzellette sporche
Ti ho messo in un racconto, ti ricordi, Rosa? Credo che ti metter in un romanzo. Prima sapevo
soltanto che eri la pi soave e dolce delle creature, ma ora so che, oltre che soave e dolce, sei
valente e intrepida, senza paura.
E' stato Antnio a farmi cos. Sono nata da lui.
Afrnio Portela ricord il verso: Rosa di bronzo, rosa di miele, rosa bambina. Le baci la mano:
Rosa di Bruno.

"Disaccordi idiomatici".
Hai letto questa roba? R. Figueiredo Junior tende la copia del Correio do Rio al Presidente.
Son passato di qui apposta per fartela vedere, mostra col dito la rubrica "In difesa della Lingua
Portoghese", consultorio grammaticale da cui il generale Moreira insegnava al popolo ignaro come
scrivere in portoghese puro, in linguaggio depurato e genuino.
No, non ho letto. Per il momento non sono obbligato a farlo, visto che il firmatario della rubrica
ancora non appartiene all'Accademia, anche se lui pensa il contrario. Mi manca un mese per
aggiungere questa nuova prova agli altri carichi della presidenza.
Lo devi leggere, esattamente perch l'autore ancora non Accademico
Hermano do Carmo prende in mano il giornale:
Con questo caldo, Figueiredo Comincia a leggere, alza gli occhi. Questo candidato che avete
scovato Per contrapporlo a quello che Dio ha tolto di mezzo, ancora ancora Era la sua unica utilit
riprende l'articolo. Che cretino!
Raramente il Presidente, la cui proverbiale cortesia si era accentuata ulteriormente con l'esercizio
della carica che richiede sagacia e tatto, si abbandonava ad espressioni scorrette per designare un
confratello, Accademico o semplice mortale che fosse. Ma si era sentito stomacato dalla
sfacciataggine del candidato che non aspettava neppure di venire eletto per dettare in pubblico
direttive in rapporto alle iniziative dell'Accademia. Si dichiarava apertamente contrario
all'atteggiamento di un numero rilevante di membri dell'istituzione nella questione esplosiva della
riforma ortografica allo studio presso la commissione paritetica formata da rappresentanti
dell'Accademia brasiliana e dell'Accademia delle scienze di Lisbona. Non si era ancora giunti ad un
punto di vista unanime fra i delegati brasiliani, il che stava rendendo difficile il prosieguo dei lavori.
Quel tipo straordinario. Prima non esisteva persona pi discreta, attenta, direi quasi servile. Ora
ha fatto una virata di centottanta gradi, la candidatura unica gli ha dato alla testa. Non manca mai ai
t, parla molto e a voce molto alta, d ordini, critica. L'altro giorno mi ha preso per un braccio e mi
ha inflitto una lezione sulla pittura. A suo avviso abbiamo appeso i nostri quadri secondo un criterio
errato. Non valorizziamo artisti che lui considera di prim'ordine, mentre mettiamo in evidenza altri
che secondo lui non sono che imbrattatele. Avresti dovuto vedere con che sicumera.
Lesse le ultime righe, restitu il giornale:
Dovrebbe candidarsi all'Accademia di Lisbona, non alla Brasiliana.
Alcuni dei delegati facenti parte della commissione mista, fra i quali R. Figueiredo Junior,
difendevano la necessit di considerare la ripercussione che sulla lingua scritta in Brasile hanno le
caratteristiche della lingua parlata localmente. Si opponevano alla tendenza di certi colleghi
portoghesi, che insistevano per imporre certi punti di vista rigidi, corretti per il portoghese parlato e
scritto in Portogallo, inaccettabili per i brasiliani. Il drammaturgo parlava di colonialismo culturale
per definire la posizione di quei filologi che esigevano identiche e rigide regole di una grammatica
unilaterale per la lingua scritta in ambedue i paesi, tanto diversi. In verit sia l'una che l'altra delle
due delegazioni si trovavano divise in merito a quella questione fondamentale e delicata.
Ora, nella sua rubrica settimanale di opinioni e consigli di lingua, il generale Moreira appoggiava
senza restrizioni la posizione lusitana, e dettava le regole di comportamento che la commissione
brasiliana avrebbe dovuto seguire, ossia: preservare a ferro e fuoco la purezza della lingua di
Camoes, tale quale ci stata tramandata dai nostri classici. Rispondendo alla domanda di un
ipotetico lettore, criticava coloro le cui concessioni ai cialtroni che imbastardivano la lingua,
conducevano l'Accademia ad abbandonare il suo dovere pi sacro: conservare il fior del Lazio
nella integrit delle sue regole immutabili. Terminava annunziando entro breve tempo la sua
diretta partecipazione al dibattito, in una lotta risoluta per impedire equivoci tanto dannosi. Avido,
aveva assunto il portafoglio di ministro della guerra innanzi tempo, occupava il seggio vacante
dell'Accademia prima dell'elezione.
Siamo proprio ben sistemati. Come se non bastasse Alcntara, con la sua mania di fare il purista, a
dividere la delegazione

Quel vostro Generale esagera. Avrebbe dovuto aspettare almeno di essere eletto per farci una
partaccia in pubblico
Perch diavolo quel raccatta-immondizie ha aspettato che le elezioni si chiudessero per morire? E
ora?
Avete messo insieme questa patata bollente. Sbucciatela se vi riesce. Aggiunse, come chi d
un'informazione senza compromettersi: Pare che Evandro abbia qualche idea in proposito. Perch
non parli con lui?
"La commissione si scioglie".
R. Figueiredo Junior and oltre il consiglio del Presidente. Non soltanto si mise in contatto col
vecchio Evandro Nunes dos Santos, ma convoc per un drink nel suo appartamento i componenti la
commissione che circa tre mesi avanti si era recata nel Graja con l'obiettivo di invitare il generale
Waldomiro Moreira, autore, fra altri libri, dei "Prolegomeni idiomatici", a presentare la propria
candidatura per l'Accademia brasiliana di lettere.
Serviti salatini e bevande mostr agli altri l'offensivo articolo. Che ne pensavano?
Evandro l'aveva letto e ne aveva fatto fare delle copie mimeografate da distribuire fra gli
Accademici che difendevano una posizione nazionale nei confronti dell'idioma. Figueiredo ne
avrebbe trovata una nel suo cassetto. Subito dopo rifer sulla decisione presa da lui e Afrnio
Portela, in merito alla candidatura del Generale; Siamo delle canaglie, concluse col suo solito
modo franco.
Visto che eravamo sul sentiero di guerra, complet il romanziere, abbiamo messo su una
guerriglia a esempio del maquis francese. Ve lo avremmo fatto sapere, ma intanto abbiamo
cominciato a lavorare. Con buona ricettivit ed estrema discrezione.
Non ho saputo niente, disse Rodrigo.
Perch non me l'avete detto subito? lament Figueiredo.
Malgrado la discrezione, avevo fiutato qualcosa nell'aria, rivel Henrique Andrade, Paiva
disorientato. La nostra divina Maria Joao ci ha messo pi di un mese a convincerlo a votare per il
Generale, e ora tutto a un tratto pretende che lui voti scheda bianca. Ho intuito che c'era sotto lo
zampino di mastro Afrnio.
Discussero sulla situazione. Bench fossero tutti d'accordo nel considerare il Generale un
pasticcione arrogante e mortalmente noioso, pronto a trasformare l'Accademia in un quartier
generale e gli Accademici in disciplinati miliziani, non si ebbe una adesione generale alla guerriglia,
e la commissione dei cinque si sciolse.
Henrique Andrade si era scusato: in altre circostanze con enorme piacere si sarebbe unito a loro per
impedire che un subletterato di tal fatta occupasse un seggio all'Accademia. Ma il paese viveva una
tale contingenza politica, con la dittatura del Nuovo Stato, che a suo avviso i democratici avevano il
dovere di allearsi con tutti coloro che avevano capacit di concorrere in un modo o in un altro a
modificare la situazione. Ora il Generale, bench passato in riserva, senza nessun comando, aveva
tuttavia un certo ascendente sugli ambienti delle alte sfere militari. Durante la campagna avevano
chiacchierato insieme, scambiato idee, stabilito piani. Non considerando il proprio voto decisivo,
proprio perci Henrique non lo modificava. Se il Generale avesse perso le elezioni non ci avrebbe
fatto una malattia, ma non desiderava concorrere acciocch la cosa avvenisse, visto che aveva preso
col candidato impegni politici. Fosse qual fosse il risultato, desiderava continuare a mantenere
buoni rapporti con il Generale. D'altronde, nella data fissata per le elezioni lui sarebbe stato a Bahia.
Prima di partire avrebbe consegnato la lettera di accompagnamento al voto allo stesso candidato.
Anche Rodrigo chiese di essere dispensato. Piacere, certo che gli sarebbe piaciuto prendere parte
attiva alla guerriglia, la battaglia era stata un'esperienza entusiasmante, che avrebbe raccontato nel
nuovo volume delle sue "Memorie Altrui". Ma aveva anche lui buoni motivi per tenersi fuori da
quelle scaramucce. Non erano di alto contenuto civico come quelli di Henrique, ma altrettanto
rispettabili.

Ragioni domestiche rise, malizioso e comprensivo, mastro Afrnio. D'accordo, caro hidalgo, sei
dispensato.
Quanto a R. Figueiredo Junior, non desiderava altro che assumere il suo posto in una postazione
avanzata di combattimento. Si entusiasm al racconto di ci che era gi stato fatto.
"Versione di Afrnio Portela in merito a certe indegne manovre del candidato".
Giungendo apposta in Accademia prima del solito, Afrnio Portela incontr il Decano, Francelino
de Almeida, che vicino al tesoriere firmava il libro delle presenze e riceveva la busta contenente
l'appannaggio. Insieme si dirigono verso gli armadietti, nei cui cassetti individuali e privati
depositata la corrispondenza dei quaranta Immortali.
Ti trovo un po' abbattuto, Francelino, qualche acciacco? Alla nostra et bisogna far attenzione alla
salute.
La salute va benissimo, non mi sento niente.
E allora? mastro Afrnio insiste, pieno di sollecitudine per il benessere del collega e amico.
Qualcosa mi preoccupa.
Prendono la loro corrispondenza, tornano verso la segreteria. Il romanziere conduce il diplomatico
nel vano di una finestra:
Che cosa?
Quel Generale, per esempio. E' cambiato un bel po', non trovi?
Ricevuto l'avvio sperato, mastro Afrnio entr diretto in argomento:
Per i miei gusti cambiato troppo. Ti devo confessare, Francelino, che ho avuto una grossa
delusione da quel gentiluomo. Parlava a voce bassa. Come forse ti sarai accorto, da principio mi
sono interessato alla sua candidatura, sono arrivato perfino a parlarne con due o tre amici
Me l'hanno detto.
Dopo per, venendo a conoscenza di certi fatti come dire degradanti, ho modificato
completamente la mia posizione. Detto fra noi, e che non si sappia: ho deciso di votare scheda
bianca.
Il decano mostra un interesse evidente:
Fatti degradanti? Di che genere?
Manovre indegne. Te lo dir in confidenza. Ho una vecchia amica, dei miei tempi di sregolatezza,
una francese che ha una accogliente pensione di ragazze; ragazze scelte con cura, non sembrano
neanche quello che sono. L'altro giorno l'ho incontrata e mi ha raccontato una storia incredibile.
Figurati che il generale Moreira, habitu della casa, ha pagato una delle ragazze, con la quale
solito spassarsela, per tirare su voti a suo favore, facendosi passare presso qualcuno degli
Accademici per sua segretaria
Subito pallore del Decano:
Incredibile! Che canaglia!
Madame Picq, la padrona della pensione, s' divertita un sacco a rispondere alle telefonate di
alcuni nostri colleghi che correvano dietro alla ragazza. La pensione allegra si trasformata di colpo
in un austero pensionato di suore, e madame al telefono appariva come sorella Picq, monaca
francese. Una assoluta mancanza di rispetto.
Una pensione di donnine hum! hum! Il Generale un habitu, eh? Ma che razza di carogna! Il Paiva
mi ha detto che povero, eppure mi ha mandato una cesta carissima, del negozio di Ramos &
Ramos.
Anche a me, e a Evandro, a Figueiredo
E dove li trova i soldi per tutte queste spese? Per arruolare donnette, far compere da Ramos &
Ramos, con i prezzi che chiedono?
Mastro Afrnio abbass ulteriormente la voce, parlando quasi all'orecchio del diplomatico, la cui
lealt al governo, fosse esso qual fosse, era notoria: Francelino Almeida aveva in orrore
l'opposizione:

Allora non lo sai che il Generale l'uomo di fiducia di Armando Sales, fra quelli che tentarono il
golpe del '38, insieme con gli integralisti? Non prese parte ai disordini perch in quel momento non
era a Rio.
Sapevo che era stato armandista
Continua a esserlo. E' uno dei pi attivi nella cospirazione contro il regime. Vuole essere eletto
Accademico giusto per procurarsi una copertura che gli garantisca l'impunit. Dietro a lui ci sono
tutti quelli di Armando Sales, i Mesquita di Sao Paulo. Sono loro che finanziano le spese per la
candidatura. I biscottini che hai divorato erano sovversivi, vecchio mio.
Ma se le cose stanno cos, portare quell'uomo all'Accademia pericoloso!
Ormai candidato unico, ha dispensato la ragazza dal suo ruolo, ha smesso di mandare ceste. A mio
avviso la cosa peggiore di tutte il suo tentativo di servirsi dell'Accademia per i suoi fini politici.
Lo sai che non nutro simpatie per questo governo, ma fra queste mura non faccio politica, penso che
l'Accademia debba essere preservata, mantenuta al disopra di tali contingenze e dispute. E' per tutto
questo che ho deciso di cambiare il mio voto.
Io non ho mai pensato di votare per lui afferm il Decano con la tranquilla faccia tosta di un
diplomatico navigato. Avevo assunto un impegno col Sampaio Pereira. Hai perfettamente ragione,
votare per quel tipo una follia. Meno male che mi hai avvertito.
Aveva ancora qualche dubbio da chiarire:
E Maria Joao? Perch cercava di mettere insieme dei voti per lui?
Qui la cosa diversa. Maria Joao cugina della moglie del Generale, si era interessata su richiesta
della parente.
Be', io ti ringrazio, Portela. Mille grazie davvero.
Soprattutto non far capire al Generale qual la tua posizione. E' un tipo pericoloso, capace anche
di violenze. Fai come me, che lo tratto molto bene, gli lascio credere che ha il mio voto garantito.
Al momento d'infilare il foglietto nell'urna Dopo che le schede saranno state incenerite, come fa a
scoprire chi ha votato in bianco?
"Di un 'alleanza spuria".
Lisandro Leite pass immusonito esattamente quindici giorni, periodo di tempo che abbracciava le
ultime tre sessioni dell'Accademia, riunitesi dopo la morte del colonnello Sampaio Pereira. Quel
pomeriggio, rientrando in casa, non sembrava neppur pi lo stesso, la faccia scura era scomparsa.
Dona Mariuccia conosceva le variazioni d'umore del marito:
Che t' successo? Non hai pi la piva che avevi!
Una cosa incredibile, se me l'avessero raccontato non ci avrei creduto. Ma ho le prove, concrete.
Gli stessi che hanno messo su la candidatura del Generale, la banda Portela, stanno ora cercando di
affossarla. Ho saputo cose da restare a bocca aperta. Questa volta il pi accanito Evandro. Non
chiama il Generale che col nomignolo di Linea Maginot, inventato dal colonnello Agnaldo.
Le raccont particolari, frasi a doppio senso, confidenze strappate abilmente, parole rimaste a
mezz'aria, sussurri afferrati.
E tu ora che fai? Sostieni il Generale?
Il volto grassoccio del giurista si apre a un largo sorriso:
Io? Non ci penso neanche. Mi alleo con loro Il seggio al Supremo ci pu ancora cascare nel piatto
in conseguenza di queste elezioni. Se il Generale non sar eletto, se non raggiunger il quorum
necessario
Spiega analizzando le circostanze: se il Generale non sar eletto, lui, Lisandro, ne risulter
doppiamente rafforzato, trovandosi in posizione privilegiata per lanciare la propria candidatura al
seggio vacante in grazia del pensionamento del ministro Paiva.
Da un lato, i compagni di fede politica del defunto Colonnello, potenti nel governo, saranno
soddisfatti se l'Accademia rifiuta il Generale opposizionista, nemico del Nuovo Stato. Non sar a
Evandro e a Portela che attribuiranno l'insuccesso della sua candidatura, ma a lui, che informer del

suo grande lavoro per impedire l'elezione del pertinace nemico delle istituzioni tutti coloro con cui
aveva tenuto contatti durante la battaglia per Sampaio Pereira, a cominciare dal ministro della
guerra, connestabile del regime. Era per onorare la memoria del compianto amico, scomparso
quando pi la patria aveva bisogno di lui, che si era assunto quel compito. D'altro lato, una volta
dichiarato nuovamente libero il seggio, avrebbe patrocinato la candidatura di Raul Limeira, rettore
dell'universit nazionale, amico intimo del capo del governo. Essendo medico non aspirava, lui, a
posti di rilievo nella giustizia. Limeira avrebbe potuto essere un asso decisivo al momento della
scelta della terna e della nomina del nuovo ministro. Prenditi la marsina dell'Accademia, da' qua la
toga d'ermellino del Supremo.
Dona Mariuccia infil le dita eleganti e ben tenute nella mal tenuta criniera leonina dello sposo:
Non te l'avevo detto di non preoccuparti, mio caro ministro?
Fu cos che avvenne l'alleanza spuria fra le forze di Evandro e quelle di Lisandro Leite e la
guerriglia ebbe un inatteso contingente di volontari. Alleanza ufficiosa ma efficiente, probabilmente
decisiva.
"I Maquisards".
In conseguenza della guerra, intellettuali francesi di tutte le tendenze e categorie avevano cercato
asilo in Brasile. Scrittori, editori, giornalisti, cantanti, pittori, gente di teatro. Il pi eminente fra
loro, Georges Bernanos, aveva fissato la sua residenza nel Minas Gerais, gli altri si erano divisi fra
Rio e Sao Paulo. Si erano uniti ai prestigiosi professori, giunti nel 1937 per tener cattedra nelle
universit di recente fondazione, fra i quali si distaccava la figura dello scrittore e scienziato Roger
Bastide.
Con l'appoggio di alcuni intellettuali brasiliani avevano organizzato gli aiuti alla resistenza francese,
alle Forces Franaises Libres, al generale De Gaulle, ai Maquisards. Le condizioni del paese non
erano le pi favorevoli all'attivit politica dei francesi liberi, visto che la dittatura del Nuovo Stato
agiva in sempre pi stretta collaborazione con l'Asse nazifascista; si annunziava a mezza bocca la
prossima adesione al patto Antikomintern, firmato dal Reich, Italia e Giappone con l'appoggio della
Spagna di Franco; il capo del governo confabulava all'insaputa del ministro degli esteri con
l'ambasciatore di Hitler, mettendo a punto misure atte ad ampliare i legami ideologici fra le due
nazioni e condurle finalmente ad un trattato di alleanza. Malgrado ci, sfruttando le contraddizioni
esistenti all'interno del governo, e l'estrema simpatia dei brasiliani per la Francia e la sua cultura, gli
esiliati erano riusciti a costituire un attivo movimento che, pur non essendo del tutto clandestino,
neppure agiva pubblicamente. Il governo li teneva sotto stretta sorveglianza da parte della polizia,
mal tollerava le loro attivit. Figure di grande rilievo nella vita intellettuale, militare e politica - il
gi citato ministro degli esteri, Oswaldo Aranha, il generale Leitao de Carvalho e, a detta di voci
insistenti, la stessa figlia del dittatore, Alzira Vargas, si opponevano all'alleanza con l'Asse e
partecipavano agli sforzi del gruppo di francesi liberi, poco numeroso ma dinamico che, lontano
dalla patria occupata, combatteva per la sua liberazione.
Fra gl'intellettuali brasiliani pi legati alla resistenza francese, erano gli accademici Evandro Nunes
dos Santos, Alceu de Amoroso Lima, Afrnio Portela, R. Figueiredo Junior, i poeti Murilo Mendes
e Augusto Frederico Schmidt, l'attore Procpio Ferreira e l'attrice Maria Joao, gli scrittori Alvaro
Moreyra, Srgio Milliet, Josu Montello, Anbal Machado, nonch il direttore del giornale letterario
Dom Casmurro, Brcio de Abreu, che aveva vissuto a Parigi per oltre dieci anni.
Tutti questi, e vari altri antifascisti si erano riuniti in casa di Evandro Nunes, in occasione della
venuta a Rio di Roger Bastide per un giro di conferenze e per stabilire contatti. Una amicizia intima,
nata dalla reciproca ammirazione, legava i due saggisti. Evandro aveva riunito tutti quegli amici
della Francia intorno a Bastide per studiare insieme un modo efficace di porgere aiuto agli organi
gollisti e al maquis, alla Resistenza. Giovane padrona di casa, Isabel faceva gli onori insieme al
fratello e al nonno, vibrante di felicit. Non per niente era la figlioccia di Bruno.

Fra le decisioni prese, ce n'era una che acquistava interesse speciale per il risultato finanziario
garantito e soprattutto per la ripercussione: Maria Joao proponeva di montare uno spettacolo unico a
favore dei francesi liberi, di luned - giorno di riposo per le compagnie teatrali - mettendo in scena
nuovamente la commedia di Antnio Bruno, "Mary John", con cui lei aveva fatto il suo debutto nel
1922, con la compagnia Leopoldo Froes. Pretesto sarebbe stato la celebrazione dei suoi vent'anni di
palcoscenico. Entusiasmo generale. Sotto il patrocinio di Dom Casmurro, Alvaro Moreyra
accett di dirigere la nuova commedia, mentre Santa Rosa s'incaric degli scenari. R. Figueiredo
Junior avrebbe scritto la presentazione del programma, Procopio avrebbe sostenuto il ruolo del falso
attore di Hollywood, personaggio interpretato da Froes nella precedente versione, Afrnio Portela si
sarebbe incaricato di ottenere dai Guinle il Teatro Fnix. Tutti, ivi comprese le signore, si sarebbero
incaricati della vendita dei biglietti, a prezzo salato.
Riunione allegra, tavola imbandita, bevande di qualit, conversazione brillante, l'entusiasmo
adolescente e libertario di Pedro e Isabel. Gl'invitati, prese le decisioni, si erano sparpagliati per il
giardino per godersi la brezza del mare, nell'afosa notte di dicembre. Mastro Afrnio, dona
Rosarinho e Maria Joao si sedettero su una delle panchine rustiche, sotto un albero di jaca.
Che idea magnifica la tua, Maria Joao Dona Rosarinho prende la mano dell'attrice con affetto.
Da Bruno ho imparato molte cose, una stato ad amare la Francia. Per di pi, sai, ho sempre avuto
il desiderio di rimettere in scena quella commedia che lui aveva scritto per me, la mia commedia.
Forse oggi pu apparire ingenua, ma i versi sono tuttora bellissimi, non cos? Unico problema
che ho recitato la prima volta "Mary John" che avevo meno di vent'anni, e oggi ne ho quasi
trentotto..
Non lo dire in giro. Nessuno te ne darebbe pi di trenta intervenne galantemente mastro Afrnio,
e non diceva una bugia.
Avevo pensato di invitare un'attrice giovane a fare la parte. Ma vi confesso che muoio dalla voglia
di riviverla un'altra volta. E' un po' come tornare a quei tempi: Mary John sono io a diciannove anni.
Ce la far?
Tranquillamente, rispose dona Rosarinho, io non ti direi una cosa per un'altra, non ti lascerei
cadere nel ridicolo. Sar una semplice questione di trucco. Le due donne erano amiche fin dai
tempi della precedente "Mary John".
Mastro Afrnio cambi di argomento:
E i nostri elettori? Come va la nostra svolta, les tournants de l'histoire?
La risata birichina di Maria Joao risuon fra gli alberi: Che farsa grottesca Pensare che ero riuscita
a mettere insieme quattro voti per quel tale Generale, pi quello del Paivinha, e poi ho dovuto
mandar tutto all'aria, facendo dietro-front. Aveste visto le facce di quei cari vecchietti
Come hai fatto a spiegare il tuo interesse per il Generale? volle sapere dona Rosarinho.
Molto semplice: interesse di parente, ho dichiarato di essere cugina prima e amica intima di sua
moglie.
E ora, per chiedere che votino scheda bianca o si astengano?
Ho inventato una storia spaventosa che lascia i carissimi profondamente indignati. Stravolta, quasi
in lacrime, rivelo loro l'intollerabile comportamento del Generale: mancando di rispetto alla moglie,
alla casa, all'amicizia, ha cercato di afferrarmi in casa sua, ha voluto trascinarmi in camera, nel letto
dei coniugi. Scena orrenda, degna di un drammone all'italiana: il Generale che tentava di violarmi, e
io che resistevo, eroica. Liberandomi a forza, con la camicetta stracciata, il seno contuso, sono
fuggita, mentre lui mi lanciava dietro i peggiori insulti. L'effetto sopra i cari amici stato
straordinario. Sanno che mai, in tutta la mia vita, sono andata al letto col marito di una amica, fosse
chi fosse.
Afrnio Portela volge gli occhi al cielo gremito di stelle: chi meglio lo sa lui. Intransigente, Maria
Joao, nei pochi ma rigidi pregiudizi - i miei principi li chiamava lei. Quando, anni dopo la fine della
faccenda con Bruno, Afrnio si era candidato a sua volta lei, baciandolo sul viso, aveva tagliato
corto:

Non pu essere, maestro adorato. Sai quanto bene ti voglio, ma sai anche che sono amica di
Rosarinho. Impossibile, non insistere se non mi vuoi rattristare.
La brezza viene dal mare, si sofferma a giocare con i capelli della grande attrice, che termina il suo
racconto:
Sono rimasti indignatissimi. Chi potrebbe votare per un mostro simile? Povero Generale Perch
incattivito cos, tutto in una volta?
Non che sia cattivo, solo un Generale.
R. Figueiredo Junior si avvicina, lo sguardo acceso di desiderio:
Maria, stavo parlando con Alvinho. si riferisce ad Alvaro Moreyra, abbiamo avuto un'idea per lo
spettacolo, una trovata.
Si alza, Maria Joao, prende il braccio del drammaturgo che ha tradotto Ibsen esclusivamente per
permettere a lei di vivere il ruolo di Hedda Gabler:
Vieni a raccontarmi tutto
Lo sguardo di Afrnio Portela accompagna le due ombre che spariscono fra gli alberi. Maria Joao
non dev'essere amica della moglie di Figueiredo. Personaggio pieno di vitalit, che mastica uomini
e successi, accumula fortune e gloria, ex Principessa di mezza quaresima, nata in un sobborgo
povero, grande attrice. Gli amori di Bruno, le sue donne, tutte portano l'impronta di lui. A di
Antnio, A di amore, un'impronta indelebile nel cuore.
Mastro Portela non aveva raccontato la notizia a dona Rosarinho, perch ancora non si era deciso ad
affrontare le risme di fogli bianchi. Ma la tentazione di scrivere quel romanzo cresce, nella notte di
cospirazione in cui i maquis avevano montato i loro bivacchi sulla collina di Santa Teresa, nella
citt di Rio de Janeiro.

"Clocl e Sette-Pedate".
Leggera, ahi, leggera! Tuttavia ha buon cuore e ama la giustizia, riflette il generale Waldomiro
Moreira nel sentire la proposta di Cecilia. La ragazza aveva abbandonato l'ascolto della radio,
donde proviene la voce di Stela Maris che canta blues, per raccomandare:
Pap, quando sarai un pezzo grosso l all'Accademia metti insieme un premio per Claudionor.
Clocl se lo merita.
Dici bene, meriti non gli mancano. Amico devoto, con un gran senso della gerarchia, non sembra
neppure un civile.
In realt Claudionor Sabena pare piuttosto l'ordinanza del Generale, sempre ai suoi ordini. Lo
accompagna passo a passo, ascolta e applaude le conferenze degli Accademici, ascolta i resoconti
delle visite di protocollo, conta e riconta voti, conteggio divenuto per fortuna inutile, grazie
all'opportuna scomparsa del Colonnello.
D'altronde, molto in privato, l'autore della "Grammatica Espositiva della Lingua Portoghese"
(primo, secondo e terzo anno del ginnasio) rivendica la responsabilit per il passaggio a miglior vita
del temibile avversario del padre di Cecilia. Simpatizzante dello spiritismo, egli frequenta un
terreiro di umbanda dove, grassa e assoluta, regna Madre Graziela do Bunok che riceve, fra altri
spiriti meno temibili, la poderosa entit revenziata sotto il nome di Exu Sette-Pedate, un Exu (19)
capace d'indescrivibili malefici. Quando interviene lui, il colpo assestato fa centro in pieno. Per
questioni di denaro e d'amore, di letto e di fare e disfare fatture, d'invidia e malocchio, la
sacerdotessa ricorre ad altri spiriti. Al caboclo Curiboa (20), ottimo per curare gl'infermi, a
Yemanj (21), Alta-Marea, specialista in intrighi d'amore, e al vecchio negro Ritacnio (22), il cui
forte il gioco del bicho (23), la lotteria, e tutto ci che ha a che fare col denaro. Madre Graziela
riserva Sette-Pedate per gli appelli disperati, casi di difficile soluzione che esigono un trattamento
speciale, una fattura forte.
Sabena ha comandato e pagato un lavoretto ben fatto, molto salato come prezzo, perch SettePedate chiuda i sentieri dell'Accademia al colonnello Sampaio Pereira. L'intenzione del postulante

era solo elettorale, il sangue dei galli e la cera delle candele dovevano soltanto sbarrare le porte
della casa di Machado de Assis all'oppositore del generale Moreira. Ma il Sette-Pedate, come disse
madre Graziela e Sabena constat, aveva la mano pesante, non conosceva mezze misure. Misura
intera, aveva fatto secco il Colonnello.
Cattolico praticante, il generale Moreira non crede a tali superstizioni. Ma dona Conceiao e la
separata Cecilia non hanno avuto un attimo di dubbio, e hanno mandato un'offerta per la compera di
cachaa e sigari (24) al benemerito Exu. Superstizione o fattura, Sabena ha ora diritto alla
gratitudine della famiglia.
Nella distribuzione di premi del prossimo anno vedr di far avere il premio a Sabena. Potr avere
il premio Jos Verissimo con l'antologia che ha appena pubblicato. Il Generale al corrente di
tutto ci che si riferisce ai premi concessi dall'Accademia.
Non pu essere per quest'anno, pap? Sarebbe un buon regalo di Natale per Clocl
Un premio dell'Accademia non un regalo di Natale, sciocca. Ma lui pu star tranquillo, mi
occuper della faccenda. E non mettere nomignoli ridicoli ad un filologo che, bench giovane, si
gi acquistato una certa fama.
Cecilia commenta, soddisfatta:
Entrando all'Accademia sarai un bel po' importante, non vero, pap? L ci sono solo tipi
importanti, i migliori.
Approfittando dell'interesse, raro, della figlia per tali argomenti, il Generale s'abbandona alle
confidenze: l'Accademia ha bisogno di una seria riforma dei suoi quadri, necessariamente lenta,
dato che il posto vitalizio. Nelle elezioni degli ultimi anni c'era stato un evidente abbandono di
certi principi che guidavano la scelta degli Accademici fin dalla fondazione dell'istituto. Un tempo
la priorit andava a esponenti delle pi alte categorie della societ. Oggi la preferenza va agli
scrittori, anche quando non hanno altra qualifica che l'attivit letteraria. Al punto che la Illustre
Compagnia era rimasta senza rappresentanti delle Forze armate, una cosa assurda! Non che lui fosse
contrario all'entrata all'Accademia di scrittori, ma bisogna saper scegliere. Alcuni che sono l
dentro, Dio ci liberi! ignorano le pi elementari regole di grammatica, assassinano la lingua
portoghese. Ad alcuni manca perfino il decoro che esige la marsina dell'Immortalit. Esempio di
scelta perfetta - lo diceva senza vanit - era lui stesso: scrittore e Ufficiale superiore dell'esercito,
Generale. Guarda in faccia la figlia che divide la sua attenzione fra il discorso del padre e la musica
della radio, voce divina quella di Stela Maris, le ordina:
Non andare in giro a raccontare ci che ti ho detto. A nessuno hai capito? Meno che meno a
qualche Accademico.
Che non andasse a vuotare il sacco con Rodrigo quando Leggera ahi, leggera! Malgrado tutto una
buona figlia, cuor d'oro e dotata di senso di giustizia.
"L'insipida".
Cuor d'oro e dotata di senso di giustizia, forse. Generosa con coloro a cui si abbandona, nell'eterna
attesa di trovare qualcuno che in poco tempo non ne abbia abbastanza di lei.
Perch mai dev'essere sempre cos? Quando la conoscono, si accendono di desiderio, la
corteggiano, tentano di conquistarla, mettono il mondo ai suoi piedi. Da principio tutto corre bene:
Cecilia graziosa, provocante, si abbandona senza riserve, excursus completo.
Perch l'interesse non si prolunga, svanisce in breve tempo? Uno dei tanti, bello e stupido, le aveva
buttato in faccia la parola crudele: volgare sei, volgare; non te ne accorgi? Un altro, meno bello e
pi rude, riferendosi al momento decisivo aveva usato un'immagine insultante: insipida, sei
insipida come una bella foglia d'insalata senza condimento. Da principio ci piangeva, poi si era
messa a usare i riservisti. S, perch senza uomini non pu vivere. A chi somigliava? Dona
Conceiao non aveva mai trovato risposta alla domanda.
Primo e solo in lista d'attesa, il chirurgo-dentista, bel ragazzo somigliante a Jos Mojica, si era
ritirato sorprendendola con Rodrigo - Claudionor Sabena non tarder a veder ricompensata la sua

lunga corte insistente. Cecilia si fa pi umana, gi gli si appoggia al braccio, lo osserva in tralice, e
abbassa gli occhi quando lui la sorprende, ascolta le sue poesie e sospira: per me? Ma che bellezza,
non merito tanto. L'ora del trionfo si avvicina.
Con Rodrigo, Cecilia aveva raggiunto la vetta: nobile ricco, il nome sui giornali, la foto sulle riviste,
fra elogi, raffinato anche troppo. Mai la definir volgare o insipida, l'incarnazione stessa della
cortesia. Malgrado tutto per lei sente che il suo interesse terminato, gl'incontri si fanno pi rari;
dapprima tutti i giorni, poi un giorno s e uno no, poi di tre in tre giorni, ora siamo ad un solo
incontro per settimana, e ancora ancora. Durante l'ultimo incontro Rodrigo l'ha informata che fra
breve partir per Petrpolis dove passer Natale e Capodanno, e torner a Rio la seconda quindicina
di gennaio per dare il suo voto al Generale.
Cecilia si offre di accompagnarlo: si sarebbe potuta sistemare in una pensione; ma lui, sempre con
la pi grande delicatezza, ha rifiutato, spiegando che la breve separazione render ancor pi
ansiosamente desiderato il nuovo incontro. Ma Cecilia sa che non ci sar nuovo incontro.
In ogni modo, lui non parte immediatamente. Intende assistere allo spettacolo che sar presentato la
vigilia di Natale protagonista Maria Joao, la nuova edizione della commedia di Antnio Bruno. La
settimana prossima, dato che prima non ha un minuto di tempo, Rodrigo avr i biglietti per lei, il
Generale e sua madre. Dovendo pronunziare il discorso di elogio al poeta, il Generale non pu fare
a meno di assistere alla rappresentazione, tutta in versi. Re delle buone maniere, chiede il permesso
di offrire i biglietti alla famiglia. La settimana prossima glieli dar, conferma. Durante il loro ultimo
incontro, indovina Cecilia. Cos fine, elegante e gentile, cos bravo nelle tenzoni d'alcova, ahi che
peccato!
Fu quella la prima volta che Cecilia chiam Claudionor Sabena col nome di Clocl. Clocl le
rispose con impulso appassionato: Cia, mia dolce Cia!
"Imprescindibilit di una visita".
La visita assolutamente indispensabile. Nessun candidato si pu arrogare il diritto di non visitare
questo o quell'Accademico, sia qual sia il pretesto. L'Accademico, s, padrone di dispensare dalla
visita, o perfino rifiutarla, ma al candidato tocca soltanto richiedere giorno e ora per comunicare la
sua candidatura ed elemosinare l'appoggio.
In biblioteca, comodamente installato in una poltrona, il bocchino fra le dita, il vecchio Francelino
Almeida espone la sua tesi a tre colleghi che stavano parlando della. faccenda quando lui arrivato.
Decano, solo sopravvissuto fra i soci fondatori, autorit indiscutibile per tutto ci che attiene a
statuti, regolamento e tradizioni dell'Accademia, egli ascoltato con attenzione e rispetto.
So bene che la visita non fa parte del regolamento, non si tratta di una imposizione scritta. Ma
tuttavia pi obbligatoria di qualsiasi articolo statutario o regolamentare. E' una conditio sine qua
non per l'elezione di un candidato. Non serve a niente parlare di inimicizia, n di mancanza di
stima. Qui, in questo consesso, non esistono n nemici n rivali, e tutti sono degni di stima.
In materia avrebbe potuto proseguire per ore, dato che considerava l'argomento essenziale perch si
mantenessero intatti gerarchia e autorit della Illustre Compagnia:
Il fatto che un Accademico dimostri pubblicamente la propria simpatia per un determinato
candidato, promettendogli il suo voto, non esime gli altri candidati. Anzi, la visita diviene ancor pi
imprescindibile.
Soffia fuori con gusto il fumo della sigaretta: solo cinque al giorno per evitare bronchiti e catarro,
prosegue:
L'Accademia unica, non ha eguali, dev'essere corteggiata, adulata. E siccome l'Accademia
composta dagli Accademici, ne deriva logicamente che dobbiamo essere corteggiati, adulati noi.
Che sarebbe di noi, senza le visite?
I colleghi accolgono la domanda con esclamazioni che ratificano le asserzioni del venerabile
diplomatico. Conclude severo:

Il Generale commette un errore gravissimo, imperdonabile, dichiarando che non andr a trovare
Lisandro. Perch assume tale atteggiamento arrogante? Perch il Lisandro ha lavorato per la
candidatura del Sampaio Pereira? Un diritto che aveva, e lui l'ha esercitato. E' il Generale che
invece non ha il diritto di sovvertire e interrompere una delle tradizioni pi fondamentali
dell'Accademia. Agisce molto male.
L'esposizione del Decano riscuote l'approvazione unanime dei colleghi che lo ascoltano. Uno di
loro completa:
Oltre che prepotente, quel Linea Maginot un boccalone, non so quale sia la cosa peggiore.
Poteva aggiungere che, oltre che prepotente e boccalone, il Generale era un ingenuo: aveva
confidato a due o tre Immortali la sua decisione di non andare a trovare il procuratore Lisandro
Leite, che lo aveva trattato con avversione nel corso della campagna, e che proseguiva nel
combattimento alla sua candidatura, cercando di convincere alcuni accademici - ex sostenitori di
Sampaio Pereira - a votare scheda bianca. La sua dignit di Generale lo obbligava a prendere quella
insultante decisione. Un candidato unico pu concedersi certi lussi, ha qualche privilegio.
Le confidenze fatte agli Accademici in epoca di elezioni sono segreti depositati in un sacco senza
fondo, circolano trasportate dal vento - frullate dai ventilatori, nei pomeriggi canicolari dell'estate
carioca. Soprattutto quando puzzano di eresia e d'imposizione. Chi ha mai detto che un candidato
unico goda di lussi e privilegi?
Lisandro era stato la sola eccezione fatta dal Generale nel pellegrinaggio delle visite. Si era
sbatacchiato in treno fino a Minas, scarcassandosi le ossa, ma era valsa la pena: aveva riportato il
voto del narratore paralitico. A Sao Paulo and in aereo. Fu ricevuto con la massima cordialit dal
poeta del "Romanceiro dos Bandeirantes". Insieme avevano ricordato episodi della Rivoluzione del
'32 (25) alla quale il vate aveva preso parte nello Stato maggiore del colonnello Euclides de
Figueiredo. Invece dei soliti venti minuti, la visita si era prolungata per tutto il pomeriggio. Quanto
al voto, il lirico del "Libro dei Salmi" era rimasto di mandarlo direttamente all'Accademia, secondo
una sua abitudine inveterata. Caro il viaggio, per via dell'aereo; ma malgrado la spesa il Generale se
n' tornato a casa euforico, avendo constatato che quel suffragio illustre sarebbe stato certamente
suo anche se invece di essere candidato unico fosse stato in lizza con quella canaglia del Sampaio
Pereira. Il poeta Mario Bueno era compagno di lettere e d'armi.
"Il visitatore precedente".
Pi forte della solidariet d'armi si rivel quella della poesia. Pochi giorni prima del Generale era
stato a Sao Paulo il guerrigliero Evandro Nunes dos Santos, detto El Pasionario da Afrnio Portela,
al solo scopo di portare un abbraccio a Mario Bueno e dibattere con lui argomenti accademici.
Vecchi amici, quasi parenti per il fatto che la moglie del poeta era cugina della defunta Anita. Le
rare volte che andava a Rio, Bueno era ospite della villa di Santa Teresa.
La successione al seggio di Bruno aveva condotto per due volte Evandro alla casa cos paulista del
discendente dei bandeirantes. La prima a chiedergli di votare per il Generale: compito facile, Mario
Bueno detestava il Sampaio Pereira che, ancora maggiore, era stato a capo delle forze di sicurezza e
informazione dell'esercito a Sao Paulo, dopo la sconfitta della Rivoluzione del 1932, e aveva fatto il
diavolo a quattro con gli sconfitti, accusandoli di separatismo.
E' un negriero, come puoi pensare che l'avrei sostenuto? Non mi conosci? E' venuto a trovarmi e io
l'ho trattato bene e gli ho promesso il voto come faccio con tutti, sono una persona educata. Ma
evidente che voto per il tuo Generale, che d'altronde ha preso parte all'epopea costituzionalista.
Era stato pi difficile la seconda volta, quando era venuto a chiedere al poeta che votasse scheda
bianca. L'epopea costituzionalista si era rivelata un grosso ostacolo:
Pu essere un subletterato, prepotente e scocciante, anzi credo che lo sia. Ma un coraggioso,
accorso all'appello di Sao Paulo! Oltre a tutto frequento cos poco l'Accademia, a Rio non ci vado
quasi mai, che me non mi scoccer di certo.

Evandro prevedeva l'obiezione, tutto ci che si rapportava col movimento del '32 era sacro per il
bardo di "Avanti, per Sao Paulo!" un canto eroico, sola composizione realmente malvagia di tutta la
sua abbondante produzione poetica. Evandro tuttavia aveva un asso forte:
Be', avevo pensato che il tuo pi grande desiderio fosse quello di vedere Jos Feliciano
all'Accademia puliva lentamente il pince-nez, se lo rimetteva sul naso: Quando ti ho telefonato
per avvisarti della morte di Bruno eravamo d'accordo che il suo successore pi perfetto sarebbe
stato Feliciano, e sei stato tu a pronunziare il suo nome per primo. Grande poeta, ottima persona e
per di pi paulista, gente della tua stessa razza.
E' evidente che Feliciano sarebbe l'ideale, ma con questa storia di militari
Io avrei desiderato proporre la candidatura di Feliciano, ma Afrnio trovava che ci voleva un
Generale per affrontare il Sampaio Pereira che era Colonnello. Aveva ragione e, detto fra noi, ti
confesso che, con Generale e tutto, non so se saremmo riusciti a sconfiggerlo. Ma quel fascistone
non ce l'ha fatta a sopportare le scosse della campagna elettorale, ha battuto il tacco. Per che diavolo
ci serve ora un Generale? Hai mai sentito dire che all'Accademia esistono seggi riservati? Uno per
l'esercito, uno per la marina, l'altro per l'aeronautica? Giorno pi giorno meno, anche la polizia e i
pompieri vorranno i loro seggi. Senti Mario: impediamo che quello scocciatore sia eletto, avremo di
nuovo a disposizione il seggio di Bruno e allora sar la volta di Feliciano.
E ci sono possibilit?
Per conto mio dipende dal tuo voto.
Mario Bueno era affezionato a Jos Feliciano come se fosse stato suo fratello. Compagni di
giovent, nelle redazioni dei giornali e nelle notti brave della paulicea folle, avevano fatto
baldoria con le stesse donnine allegre, avevano flirtato con le stesse ragazze di famiglia, si erano
scatenati negli stessi folli carnevali, in saloni decorati da Lasar Segall, insieme avevano partecipato
alla Settimana dell'arte moderna e firmato violenti manifesti contro l'Accademia brasilera di lettere.
Nel 1932 Jos Feliciano si trovava a Campos do Jordao in un sanatorio, in cura di pneumotorace.
Non aveva esitato un istante, lo avevano ripescato soldato volontario sul fronte del Minas Gerais.
L'avevano riportato indietro a forza perch completasse la cura.
Ce l'hai fatta, vecchio anarchico. Non voto scheda bianca, perch il Generale stato un
combattente del '32, ma mi astengo. Il risultato lo stesso, ma c' una differenza
Lo so bene
Conservo il mio voto per Jos. In fin dei conti se non arrivato a combattere stato solo perch i
medici l'hanno tirato fuori di trincea. E che poeta, vecchio mio Mario Bueno possedeva il raro
dono di saper ammirare: Il pi grande di Sao Paulo.
Grande poeta, s; ma il pi grande di Sao Paulo sei tu.
Mario Bueno possedeva il raro dono di saper ammirare, e anche il dono, assai meno raro, piuttosto
comune negli ambienti letterari, di saper ammirare se stesso:
No, Evandro. Non sono il maggior poeta di Sao Paulo: sono il maggior poeta del Brasile.
"Precedenti dello spettacolo".
L'ultimo luned che precedeva il Natale, fra un'attesa generale avida e tesa, Maria Joao mise in
scena sul palcoscenico del Teatro Fnix, in una recita di gala, la commedia in versi di Antnio
Bruno "Mary John", diciotto anni dopo il debutto. Malgrado il prezzo altissimo dei biglietti, non era
rimasto un solo posto vuoto; c'era gente in piedi nei corridoi laterali e seduta per terra nel corridoio
centrale della platea. Fino al momento di alzare il sipario c'erano stati aspiranti spettatori che si
spingevano intorno alla biglietteria, dove un cartello annunziava: posti esauriti.
Era venuta tutta Rio de Janeiro, espressa dalle personalit pi importanti, dal ministro Aranha, la cui
presenza assumeva il carattere di una sfida alla doppiezza della politica estera del Nuovo Stato, a
Stnio Barreto, il Puzzone, cui Maria Joao aveva ceduto tre palchi facendoseli pagare una piccola
fortuna.

Lo spettacolo era stato ampiamente annunciato e pubblicizzato dai giornali e le stazioni radio.
Recita commemorativa dei vent'anni di scena di Maria Joao - contati a partire dalle particine nelle
riviste di Margarida Vilar - essa avrebbe rappresentato l'aurea chiusura dell'anno teatrale,
avvenimento eccezionale nella vita culturale della metropoli.
Durante alcuni giorni le notizie intorno alla recita sottolinearono il fatto che i proventi di biglietteria
sarebbero stati devoluti alla causa della Francia libera. Il Dom Casmurro aveva gi pubblicato in
precedenza la presentazione al programma, scritta da R. Figueiredo Junior, e cos il fatto era
divenuto di dominio pubblico: Nel commemorare venti gloriosi anni di teatro, Maria Joao ha
deciso di rendere omaggio alla Francia eterna, oggi calpestata dallo stivale nazista, dedicando
questa sua commemorazione ai combattenti che lottano contro le sanguinarie e oscurantiste truppe
d'occupazione della loro patria, devolvendo ai francesi liberi la totalit della ricetta di biglietteria.
Vale la pena mettere in evidenza un fatto: tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dello
spettacolo, dai proprietari del teatro Fnix fino ai macchinisti e carpentieri, lo hanno fatto senza
chiedere alcun pagamento, in segno di amicizia e ammirazione verso la prima dama del nostro
teatro e come dimostrazione di incondizionata solidariet alla lotta eroica del popolo francese, che
anche la nostra lotta. Nessuna commedia pi adatta a celebrare al tempo stesso i vent'anni di teatro
di Maria Joao e la Francia combattente che la "Mary John" di Antnio Bruno. Composta
specialmente per il debutto teatrale di Maria Joao, avente come partner Leopoldo Froes, il grande e
indimenticabile poeta che la scrisse aveva sempre considerato la Francia, dove aveva abitato e della
cui cultura si era alimentato, come una seconda patria. Il suo cuore non ha sopportato di vederla
umiliata, in cattivit, quella sua patria di elezione. Antnio Bruno stato una delle prime vittime
della caduta di Parigi.
Visto che il settimanale non era stato sospeso n proibito, tutti gli altri periodici e stazioni radio
avevano approfittato della situazione e lodato il gesto di Maria Joao; gli aggettivi si erano sprecati,
grandiloquenti e affettuosi. Si seppe che il direttore del DIP - contradditoria personalit - aveva
autorizzato personalmente la pubblicazione del testo di Figueiredo, e aveva fatto finta di non vedere
il notiziario. Non riusc a conservare quella posizione liberale per molto. Immediatamente erano
giunti ordini tassativi dallo stesso gabinetto del ministero della guerra un tempo occupato dal
colonnello Sampaio Pereira, che condannavano quel notiziario, bollato come sedizioso. Per
conseguenza, il DIP aveva dovuto proibire ogni e qualsiasi allusione, nella pubblicit e notizie sullo
spettacolo, alla Francia, occupata o eterna che fosse, quella dei nazi come quella del maquis.
Proibita anche la distribuzione del programma.
Ma il guaio era ormai fatto. A Rio non si parlava d'altro che di "Mary John", e la ricerca dei biglietti
per poco non si trasformava in una battaglia campale. Si offrivano cifre folli per un biglietto, e pi
ancora per una copia del programma col testo di Figueiredo Junior.
Trapel allo stesso tempo che, al di l della disputa per i biglietti, un'altra battaglia ben pi seria era
in corso nel seno del governo. I settori pi radicali del Nuovo Stato reclamavano la proibizione
della recita, mentre elementi simpatizzanti con gli Alleati ne difendevano la realizzazione.
Circolavano voci, diffondendo minacce e previsioni di vario tipo. Si parlava di forti pressioni
esercitate sui Guinle, proprietari del teatro, per indurli a revocare la concessione del Fnix; la
manovra non dette risultato. Si seppe che i responsabili per la nuova edizione della commedia
avevano deciso di metterla in scena anche se la censura l'avesse proibita: le porte del teatro
sarebbero state aperte al pubblico, e il sipario si sarebbe alzato al momento fissato. Gli attori
avrebbero dato inizio alla rappresentazione, pur rischiando prigione e processo. Si seppe che la
figlia del capo del governo, Alzira, aveva informato suo padre che lei stessa si sarebbe fatta vedere
al Fnix se la recita fosse stata proibita, e avrebbe applaudito gli artisti.
Finalmente lo spettacolo era stato liberato, a condizione che non vi fosse in nessun momento specie in scena - alcuna allusione al legame con organismi della Francia libera. Semplicemente una
Recita di Gala, a commemorazione dei vent'anni di palco di Maria Joao.
Tutto questo fece s che la nuova edizione di "Mary John" travalicasse il limite della sua importanza
iniziale per trasformarsi in un confronto diretto fra le forze del nazifascismo caboclo e gli

intellettuali brasiliani, una volta di pi nelle trincee della libert. Cos accade regolarmente, fino dai
tempi del Brasile colonia e della poesia di un mulatto baiano, Gregorio de Matos.
"Mary John, Maria Joao, Marianne".
Il primo scroscio di applausi accompagn l'alzarsi del sipario sullo scenario di Santa Rosa. una
rivoluzione nella scenografia del teatro brasiliano, l'inizio di una nuova era. Applausi che si
rinnovarono all'entrata in scena di ogni nuovo artista, crescendo in un lungo applauso insistente per
salutare, nella parte dell'imbroglione falso attore yankee precedentemente creata da Leopoldo Froes,
l'attore Procpio Ferreira che, trattenendo la commozione, cominci a pronunziare i versi iniziali
ancora al suono degli applausi. Quando entr in scena Maria Joao, ragazzina diciottenne, petulante
e scervellata ragazzotta di periferia, la testa scapestrata che girava al vento dei film di Hollywood,
Miss Mary John, la rappresentazione dovette essere interrotta - la ovazione dur per un lungo
minuto.
Dopo un tale inizio vibrante, il pubblico si contenne e la commedia, nella fragilit della sua
composizione e nella sonorit dei versi ispirati dalla bellezza e dal temperamento di Maria Joao,
prosegu per i primi due atti in un clima allegro, cui non mancava una punta d'inquietudine: nessuno
si sarebbe meravigliato se di colpo fosse spuntata la polizia e avesse fatto sgombrare il teatro.
Alzatosi il sipario per il terzo e ultimo atto, gli spettatori si sorpresero nel vedere, in piedi in fondo
al palco, non solo l'elenco completo degli attori, ma anche il personale delle varie specialit
tecniche, elettricisti, macchinisti, proto, l'autore del testo del programma, accademico R. Figueiredo
Junior, il direttore, Alvaro Moreyra, tutti coloro che in qualche modo avevano collaborato allo
spettacolo. Mancava solo Maria Joao.
Una enorme cesta di fiori bianchi, rossi e azzurri, i colori della Francia, occupava il centro del
palcoscenico. Il pubblico si era rimesso ad applaudire, applausi che erano divenuti frenetici,
incontrollabili quando Maria Joao era apparsa da dietro le quinte, vestita da Marianne, gonna e
camicetta tricolore, il berretto frigio sui capelli. Lei aveva atteso che la ovazione cessasse, la mano
sul cuore. Finalmente, con quell'accento di mistero nella voce roca, indimenticabile per chiunque
l'avesse udita, fosse pure una sola volta, aveva annunziato:
Canto d'Amore per una Citt Occupata, poema di Antnio Bruno, scritto dopo la caduta di Parigi,
poco prima della morte del poeta.
Impossibile descrivere l'emozione del pubblico, nessuno si aspettava di udire, dal palco del Teatro
Fnix, il poema maledetto. Fu come una scarica elettrica: alcuni balzarono in piedi, altri
accompagnarono la recitazione, infine tutta la platea si alz applaudendo e in piedi rimase. Poi si
fece silenzio, un silenzio cos assoluto che le parole di sangue e fuoco, i versi bagnati di lacrime e
tonanti di collera, l'umiliazione e la rivolta, l'odio, l'amore, parevano giungere dal fondo dei tempi,
dai quattro lati del mondo, irrompendo attraverso le pareti del teatro.
Il lamento nei primi versi: il poeta che piangeva sulla citt violata, un fiume di fango l dove un
tempo scorreva la Senna, i corpi degli uccisi, gli stivali dei nazisti, il lutto e il silenzio, la
disperazione e la morte nella voce da coro greco della grande attrice. Poi la lirica crebbe in un
annunzio di liberazione, squilli di tromba, la voce vibrante e vittoriosa, parlando di solidariet,
annunziando il giorno luminoso di domani, la vita e l'amore. Ogni strofa interrotta da salve di
applausi in crescendo, mai s'era vista una cosa simile.
In platea, seduta fra dona Rosarinho e mastro Afrnio, la portoghese Maria Manuela sorrideva fra le
lacrime, ripetendo in sordina, parola per parola, i versi del poeta, il suo poema. Il giorno dopo
avrebbe lasciato Rio per Caracas, chiss forse mai pi vi avrebbe rimesso piede, ma lasciava una
traccia del suo passaggio: per compiacerla Antnio aveva chiamato gli uomini a raccolta a lottare
per la libert. Anche Maria Manuela si rialza dal suo lutto e dalla sua vedovanza, pensa mastro
Afrnio. Portata per mano da Bruno, all'appello del canto libertario.
Scorrono le lacrime anche sul viso di Maria Joao, ma la voce si mantiene integra e ferma,
nell'apostrofe finale contro gli assassini dei popoli, ogni parola una granata, e un'ovazione. Parigi

accende l'aurora, per mano di Maria Joao, ragazzina brasiliana di borgata che d'un tratto
Marianne, la Francia Libera.
Parigi, Parigi, Parigi, fiamma ardente ed eterna! Tutti in piedi. La voce di Marianne, sempre pi
forte, a ripetere il nome della citt, scritto da Bruno col sangue delle sue vene. Coloro che erano
presenti quella notte seppero, in una conoscenza senza dubbi, che mai l'oppressione, la violenza, la
morte, riusciranno a vincere contro la libert, la vita, l'uomo.
Maria Joao ripet il nome di Parigi per l'ultima volta, e l'acclamazione, immensa e senza fine,
esplose; il mare d'applausi mont in ondate fuori misura, facendo tremare l'architrave del Teatro
Fnix.
Alla fine del terzo atto, mentre si ripetevano le ovazioni per Mary John, gli altri personaggi e il
direttore della nuova edizione della commedia di Bruno, dal fondo della platea si lev una voce
femminile, subito riconosciuta da molti per quella della poetessa Beatrix Reynal, intonando le
parole della Marsigliese.
Dal palco gli attori accompagnarono, seguiti da tutto il pubblico. Pi che uno spettacolo o una festa,
la recita di gala di Maria Joao fu una sortita vittoriosa del maquis.
"Rappresaglia".
Per rappresaglia, fu negata la sovvenzione richiesta dalla Compagnia brasilera di commedia avente
per capocomico Maria Joao, per il calendario teatrale del 1941. Il programma proposto
comprendeva "Nozze di sangue" di Garca Lorca, una nuova commedia di Joracy Camargo e "O
Rio", primo dramma di un giovane scrittore il cui prestigio cominciava ad affermarsi, redattore
della rivista Prospettive di Samuel Lederman recentemente proibita; uno scrittore indicato come
articolista veemente, esaltato tribuno, comunista dei pi pericolosi, rispondente al nome di Carlos
Lacerda.
Invitata a recarsi nel gabinetto del direttore del DIP con cui era in buoni rapporti, Maria Joao
indovin senza difficolt il motivo della convocazione. Si erano seduti fianco a fianco sul divano di
cuoio nero. Lo sguardo sviato del controverso personaggio vagava sul triste paesaggio di cemento;
laggi, lontano, un brandello di mare:
Ci sono momenti in cui ho voglia di mollare la carica, confido lui, mandare tutto all'inferno. Ti
chiederai perch non lo faccio. Non so cosa penserai se ti dico che rimango perch in un modo o
nell'altro riesco a impedire certe cose, ad attenuare certi provvedimenti, a lasciare uno sfiatatoio
aperto. E se le cose stanno cos, perch non mi mandano via? Credo che lui abbia bisogno di me e di
loro; di qualcuno che sappia affrontarli. Per lo stesso motivo non accetta le dimissioni di Oswaldo
Aranha. La maggior parte delle volte ne esco vinto, ma chi pu essere sempre vincitore?
Maria Joao sorrise con simpatia, quasi con compassione:
Spari, sono pronta.
Ho cercato di difendere la sovvenzione, mi sono impegnato a fondo, te lo garantisco, credici se
vuoi. Ma lo scandalo stato troppo grande; il poema di Bruno, la Marsigliese, i nostri Hitler in
sedicesimo sono pazzi dalla rabbia. Per loro tutto l'elenco, te in testa, si troverebbe gi in prigione.
Osserv la donna seduta a suo fianco, la bellezza, l'eleganza e la sfida:
Per di pi il repertorio che hai proposto da far drizzare i capelli. A cominciare da Garca Lorca.
Io lo trovo magnifico, ma loro lo detestano: repubblicano spagnolo, sinonimo di comunista, fucilato
dal nostro buon alleato il Generale Francisco Franco. Dopo la rappresentazione di "Deus lhe Pague"
la fama di Joracy non migliore, e quanto al nuovo drammaturgo che hai scoperto, quel ragazzo
Lacerda ha una delle schede pi voluminose che ci siano alla polizia. Ho perso tempo e fiato. Una
pausa, lo sguardo fugge fuori dalla finestra. E ora che pensi di fare?
Maria Joao segu lo sguardo del direttore del DIP, dapprima non vide che cemento, poi finalmente
avvist quel pezzetto di mare azzurro:
Di montare gli spettacoli che avevo in programma, a meno che la censura non li proibisca.
Con che denaro? So che "Hedda Gabler" se non ha dato perdite, neppure ha dato gran guadagni.

Mi faccio dare un finanziamento, so dove trovarlo, non si preoccupi. Si alz. In ogni modo,
grazie per lo sforzo che ha fatto. So che vero, e la ringrazio.
Gli tese la punta delle dita, il direttore del DIP le baci e l'accompagn fino alla porta del gabinetto.
Posto tanto infame quanto importante, tutti i giorni una battaglia perduta. Eppure rimaneva attaccato
alla carica, non riusciva a disfarsi di quella controllata particella di potere. Era nato da famiglia
poverissima, in un infimo villaggio nordestino, avrebbe dovuto trovarsi a lavorare la terra d'altri,
come facevano suo padre, sua madre e i suoi fratelli maggiori. Ma qualcuno gli aveva procurato un
posto gratuito in seminario, poich la sua intelligenza e volont di studiare avevano commosso il
curato e il vescovo. Vedendosi in tonaca, con i libri in mano, aveva deciso che sarebbe stato
potente, costasse quel che costasse. A volte costava troppo.
In strada, Maria Joao si morse le labbra con forza. Non erano mai riusciti a farla indietreggiare
quando aveva deciso qualcosa; cos si era conquistata un posto e una responsabilit nel teatro
brasiliano. Avrebbe messo in scena il suo repertorio fosse anche stato necessario per questo passare
un fine-settimana a Petrpolis con il Puzzone. Dopo la riedizione di "Mary John", niente poteva pi
macchiarla, si era posta al di l del bene e del male.
"Carattere della festa natalizia di fraternizzazione".
Il fattorino dai capelli bianchi serve il caffeino. Nel Gabinetto della presidenza, Hermano do Carmo
ascolta le ragioni dei due luminari della giustizia: il ministro Paiva del Supremo tribunale federale e
il procuratore Lisandro Leite della Corte d'appello. Trattano di dettagli del t natalizio cui scopo la
fraternizzazione fra i vari Accademici, accompagnati dalle eccellentissime signore, e gli impiegati
dell'istituto.
Viene dato l'ultimo gioved precedente al Natale, riunendo, in gaia intimit, una volta l'anno, le
signore degl'Immortali. La mensa si presenta ancor pi lautamente imbandita del solito. Il
Presidente, avendo a fianco la presidentessa, riceve le coppie, offrendo fiori e piccoli regali alle
signore. Per loro, le mogli, quella festa annuale presenta un carattere eccitante e seducente, visto
che in tale occasione loro concesso di percorrere tutto il Petit Trianon, la biblioteca, gli archivi, la
segreteria, le sale in cui i mariti chiacchierano e ricevono, territorio vietato alle signore: il club
maschile pi esclusivo del mondo, a detta del giornalista Austregsilo de Athayde che
recentemente aveva pubblicato un ampio servizio, completo e imparziale, sull'Accademia brasilera
di lettere.
Alla sessione d'insediamento di nuovi candidati le signore si recano nel salone nobile, vestite da
sarti famosi, coperte di gioielli, mostrando pettinature raffinate, maestose. Ma al t natalizio la
riunione non comporta lussi n formalit, non ci sono lunghi discorsi da sorbirsi e da applaudire. A
loro agio, parlano degli argomenti pi variati, mostrano le foto dei nipotini, parlano di problemi
domestici, tipo la mancanza di donne di servizio, il carovita. Proseguono a chiacchierare e ridere,
mentre gli accademici si riuniscono in una rapida sessione, per giustificare l'appannaggio che in
quel gioved viene devoluto ai dipendenti dell'istituto. All'epoca, le ferie dell'Accademia iniziavano
il primo febbraio e duravano fino a fine marzo.
Per tale ragione, il t natalizio non conclude l'anno accademico, non ha altro senso se non quello di
promuovere un incontro cordiale fra le spose degl'Immortali in occasione della pi grande festa
della cristianit, su pretesto di confraternizzare con impiegati e dipendenti dell'istituto.
E' qui, puntuale, tutti i gioved, come se si fosse insediato prima di essere eletto. Capacissimo di
comparire rimorchiandosi la moglie anche al t di Natale. Inammissibile! il ministro Paiva non
nasconde la sua disapprovazione.
Lisandro Leite, la cui opposizione alla candidatura del generale Moreira si era accentuata
ferocemente nell'apprendere che l'aspirante aveva deciso di non andare a trovarlo, pone un veto
formale alla inopportuna presenza:

E' necessario, caro Hermano, che il Generale sia messo al corrente del carattere strettamente
privato della nostra riunione festiva: solo noi Accademici, le nostre mogli e i collaboratori
dell'istituto. Non facciamo inviti n ammettiamo assalta-feste.
Quei piccoli problemi di tipo protocollare facevano quasi impazzire il Presidente. L'Accademia, per
la sua stessa situazione, osserva un rituale ben preciso che regola ogni evento, e gl'Immortali sono
estremamente attenti alla sua esatta applicazione. Hermano do Carmo leva le braccia al cielo:
Credetemi che se il generale Moreira verr non sar per mancanza d'insinuazioni e consigli
indiretti da parte mia.
Insinuazioni e consigli indiretti non servono a niente. Il Linea Maginot non a caso ha quel
nomignolo: inespugnabile, osserva solenne il ministro Paiva.
Lo so, ragion per cui non mi sono limitato alle insinuazioni. Gioved scorso, approfittando di un
pretesto, gli ho detto chiaramente e direttamente che il t della settimana di Natale strettamente
riservato agli Accademici, alle loro mogli e ai nostri impiegati. Se viene sar proprio perch un
buzzurro.
Se viene, prendo Mariuccia e me ne vado, minaccia Lisandro.
No, Lisandro, non farai una cosa simile replica Hermano.
Perch no? E' candidato e annunzia che non viene a trovarmi
Proprio per questo. Quella sconsiderata dichiarazione del Generale stata molto pregiudizievole
alla sua candidatura, ha segnato dei punti a suo sfavore. Ma se lo ripaghi della stessa moneta,
piantando intempestivamente la festa di confraternizzazione e i tuoi colleghi, darai ragione al
Generale. Desideri forse che lui abbia ragione? Che te ne pare, Paiva?
Giustissimo. Lisandro ha parlato senza riflettere, offeso e ne ha buone ragioni. Ma non ci penser
neppure ad andarsene. Lo garantisco.
Quel tipo mi ha offeso, ma chiaro che mi sapr comportare nei limiti della buona educazione.
Penso che non verr, considera Hermano do Carmo. Sono stato anche troppo esplicito, temo di
aver oltrepassato quei limiti della buona creanza di cui parlavi or ora, caro Lisandro. Ma se
malgrado tutto viene, che succede?
I due luminari del diritto aspettano che sia lo stesso Presidente a rispondere:
Da un lato ci toccher sopportarlo in grazia di quei tali limiti di Lisandro. Ma in cambio il
Generale segner un nuovo punto negativo. Non c' niente al mondo che non abbia il suo lato
buono.
Questa poi! E non che hai ragione? concorda il ministro Paiva che non era sprovvisto di acume
e sapienza.
"La famigliola felice".
Fosse un buzzurro o convinto di essere gi Accademico mancandogli solo una semplice e prossima
formalit per fissare la data dell'insediamento solenne e cominciare a mettere un po' d'ordine (ordine
serrato) nei ranghi della Illustre Compagnia, il Generale intervenne al t natalizio, in divisa e a
braccetto con dona Conceiao. Per completare, si era rimorchiato dietro la figlia Cecilia con l'amico
Sabena.
L'amico Sabena, appassionato candidato al posto vacante nel letto di Cecilia, felice, a un passo
dagli sponsali.
"Gli eventi di Sao Paulo e di Rio de Janeiro".
La morte improvvisa del colonnello Sampaio Pereira aveva risolto i problemi di coscienza di vari
Accademici, inatteso sollievo.
Ma per ci che riguarda le azioni intraprese dai vari organi polizieschi del distretto federale e dei
vari stati, nonch dagli organi militari preposti, contro elementi sospetti d'idee e azioni sovversive:

liberali, antifascisti, gente di sinistra di vario tipo, etichettati gli uni e gli altri come comunisti, non
si era giunti a cambiamenti, men che meno ad avere sollievo.
Se si era sentita la mancanza del Colonnello alla testa della numerosa, efficiente e ben remunerata
rete repressiva, il che probabilmente avvenne, in grazia della fermezza ideologica e del prestigio
letterario dell'ex-candidato all'Accademia brasilera, era stato subito scovato un sostituto degno di
lui, visto che, a detta del duplice direttore del DIP, in Brasile abbiamo mancanza di personale
competente in tutte le branche dell'amministrazione pubblica, fuorch nella polizia. Servitori
efficienti e devoti a tutti i livelli delle molteplici specialit, specie nei quadri degli specialisti in
torture. Gl'istruttori mandati dalla Gestapo non avevano niente da insegnare, avevano contribuito
solo con certi sofisticati marchingegni.
Erano appena terminate le feste di Natale e Capodanno, quando un comunicato del Dipartimento di
polizia politica e sociale di Sao Paulo annunzi un fatto sensazionale, il primo di una serie che
avrebbe scosso il paese: la scoperta di una centrale ove si trovava riunito il plenum del Comitato
centrale del partito comunista. Un colpo mortale inferto all'organizzazione sovversiva, secondo la
nota emessa dalla polizia, colpo che era risultato dal pertinace lavoro, da lunghe investigazioni,
complessi studi, portati a termine dall'efficace sistema di sicurezza, responsabile per l'ordine e la
pace pubblica.
Oltre che brillante, l'azione delle forze di polizia era stata difficile ed eroica, informava il
comunicato distribuito alla stampa. I comunisti, vistisi circondati nella casa sulla Serra do Mar,
sulla strada per Santos, avevano reagito a colpi d'arma da fuoco, risultando dal conflitto due
investigatori feriti e sei agitatori uccisi, fra i quali il ricercatissimo Bexiga, membro della segreteria
del partito. Sei morti, quindici alti dirigenti fra i pi responsabili all'interno dell'organizzazione
sbattuti dentro, grande quantit di armi e materiale di propaganda sequestrati. Altri arresti avrebbero
potuto verificarsi da un momento all'altro, visto che le indagini proseguivano mentre gli arrestati
venivano interrogati. Il comunicato non menzionava la partecipazione di militari alla vittoriosa
impresa.
Pochi giorni dopo il capo della polizia di Sao Paulo aveva convocato i giornalisti accreditati presso
il suo gabinetto, per annunziar loro nuove e spettacolari azioni della polizia politica. Nel corso delle
indagini, e sulla base di dati raccolti durante gli interrogatori, gli investigatori avevano localizzato la
tipografia clandestina in cui erano stampati il foglio dell'organo centrale, La Classe Operaia e la
maggior parte del materiale del partito. Cinque elementi fra i pi pericolosi erano caduti nelle mani
della polizia.
I reporter poterono vedere e fotografare il materiale sequestrato nelle due grandiose operazioni:
poche armi: qualche revolver, un paio di fucili, una mitragliatrice scassata, cartucce e proiettili, e
molto materiale a stampa. Oltre a copie dell'ultimo numero de La Classe Operaia, manifesti,
prospetti, volantini contenenti slogan, analisi della situazione politica nazionale, rapporti sul
movimento operaio e contadino, relazioni su moti di scioperanti non riportati dalla stampa, appelli a
operai e contadini, richieste di aiuti finanziari per le organizzazioni di lotta e per i detenuti politici.
Ritratti di Marx, Lenin, Stalin, Dimitrov e Prestes, oltre al "Canto d'Amore per una Citt Occupata"
di A. Bruno, stampato su un volantino arancione.
Durante la conferenza stampa il Capo della polizia aveva presentato ai giornalisti il compagno
Acciaio, nome di battaglia di Flix Braga. Dietro le spalle i compagni lo chiamavano Pidocchio di
Stalin, causa la rudezza nel tratto, l'esaltata ammirazione per il Segretario generale del partito
comunista sovietico, del quale aveva tradotto il nome di battaglia e che citava a ogni pi sospinto, e
a causa del suo settarismo feroce. Ex studente di medicina, di estrazione medio-borghese,
nascondeva le sue origini facendosi passare per operaio tessile. Aveva abbandonato la facolt per
darsi interamente al lavoro clandestino, aveva fatto una rapida carriera nel partito, numericamente
ridotto in conseguenza dei colpi inferti dalla reazione, arrivando a membro effettivo del Comitato
generale e supplente nel Politbjuro.
Il Capo della polizia aveva messo in evidenza l'importanza di Acciaio, i suoi titoli e la sua
pericolosit, prima di cedere la parola allo stesso detenuto che aveva una dichiarazione da fare.

La voce malsicura, Pidocchio di Stalin aveva letto un documento da lui firmato il giorno prima, di
sua libera e spontanea volont, come non manc di sottolineare il Capo della polizia. Trovandosi
imprigionato, nella solitudine della cella aveva avuto agio di riflettere, di fare un bilancio della sua
vita, e si era reso conto di aver sacrificato la sua giovinezza per una causa indegna, militando nel
partito comunista, rifugio mostruoso di assassini e traditori della patria; di essersi messo a servizio
della Russia. Il partito illudeva studenti e operai, inducendoli a cospirare e agire contro le
istituzioni, la religione, la famiglia, la patria. Accorgendosi dell'errore commesso lui, Flix Braga,
aveva deciso di fare pubblica ammenda, abbandonando le file criminali del partito, per mezzo di
quel documento che aveva firmato.
Leggeva male, sbagliava le parole, tornava indietro; ai giornalisti appariva evidente che il testo non
era stato redatto da lui - un comunista, fosse pure disertore, non avrebbe mai scritto Russia, ma
Unione Sovietica. Ma la firma era la sua, su questo non c'erano dubbi, visto che l'aveva ripetuta l
sul momento su tutte le copie distribuite ai giornalisti.
Terminata la deprimente lettura, il Capo della polizia aveva pregato Acciaio di ripetere ancora una
volta se aveva scritto quella dichiarazione a seguito di minacce o violenze della polizia. A occhi
bassi aveva risposto di no: pentito del suo passato criminale, aveva deciso lui stesso di rivolgere
quel messaggio alla giovent del Brasile, acciocch altri giovani non si lasciassero corrompere dai
comunisti. Rispose poi a un'altra domanda del Capo della polizia: sapeva di qualche detenuto che
fosse stato torturato? No, non aveva visto nessuno che presentasse segni di tortura, n udito
lamentele in tal senso da parte di quelli che erano stati arrestati insieme a lui. Scattate le fotografie,
il comunista pentito era stato trascinato via dalle guardie, i giornalisti non lo avevano potuto
interrogare. A che scopo, dato che le notizie da pubblicare non potevano essere modificate n con
aggiunte n con omissioni, n potevano essere messe in dubbio o soggette a dibattito?
Titoloni in prima pagina, foto su quattro colonne, editoriali di lode alla competenza della polizia,
che sottolineavano a beneficio dei giovani il commovente, sincero e drammatico documento di
Flix Braga, ingenuo studente illuso dal canto di sirena dei comunisti. Una settimana intera di elogi
al Nuovo Stato, d'insulti all'Unione Sovietica.
Circolavano tuttavia, a bassa voce, versioni orali sui rumorosi avvenimenti, meno eroiche ma pi
credibili. Secondo quanto avevano appurato alcuni giornalisti curiosi, tutto era cominciato con
l'arresto, del tutto casuale, di un tipo che trasportava un pacco contenente delle copie de La Classe
Operaia. Viaggiava in piedi in un autobus pieno quando, per evitare una macchina che veniva in
senso vietato, l'autista aveva gettato il veicolo contro un palo della luce, con un impatto fortissimo.
Nel cadere il giovane aveva lasciato andare il pacco, e le copie del periodico proibito si erano
sparpagliate per terra. Un piedipiatti, in autobus anche lui, aveva sequestrato il materiale sovversivo
e portato dentro il militante.
Al Commissariato di pubblica sicurezza, il celebre delegato Apolnio Serafim lo aveva interrogato.
Il secondo giorno, ridotto uno straccio sanguinolento, l'infelice aveva rivelato l'indirizzo della casa
sulla Serra do Mar e della tipografia nel Brs, parlando anche della riunione del Comitato centrale.
Al colmo dell'eccitazione, Apolnio Serafim era andato dal Capo della polizia, il Capo della polizia
a sua volta si era messo in contatto con gli organi militari. Una riunione del Comitato centrale?
Avevano assunto il comando delle operazioni.
Un bolscevico deve avere una tempra d'acciaio per poter affrontare la reazione, ripeteva Acciaio ai
compagni, in tono minaccioso. Portato all'interrogatorio, entrando nella stanza e vedendo le guardie
con i bastoni di gomma, il sigaro fumante nella bocca di uno, gli scudisci con nodi in punta e il
sorriso quasi cordiale sulle labbra di Apolnio Serafim (Flix lo conosceva di fama e in fotografia)
era diventato bianco come cera, sentendo un brivido freddo nei genitali. Pallore e senso di gelo si
erano accentuati quando aveva visto Bangu e Martins, nudi in piedi contro la parete, ammanettati,
segnati dalle percosse, coperti di sangue. Sdraiato a terra, nudo anche lui e ancor pi maltrattato, il
viso ridotto una maschera informe, svenuto o morto, il compagno Gatto. Martins e Bangu erano
operai, Gatto un noto giornalista. Flix Braga sent che stava per orinarsi nei pantaloni. Apolnio gli
si avvicin:

Vediamo se tu sei davvero d'acciaio!


La mano chiusa a pugno colp Flix in pieno petto, mozzandogli il respiro. Apolnio Serafim aveva
un certo senso dell'umorismo: le mie manine valgono il loro peso in oro, diceva mostrando le zampe
da elefante, pugni di ferro. Un pugno bast. Acciaio non era altro veramente che un pidocchio di
Stalin, per poco non vomita anche l'anima:
Non mi picchi, per amor di Dio, le dir tutto!
Raccont tutto, firm il documento che aveva poi letto ai giornalisti, guid personalmente le retate
della polizia nei vari covi che conosceva, promuovendo cos una nuova ondata di arresti: per
sfuggire al processo e alla convivenza con i suoi antichi compagni aveva chiesto al Colonnello che
lo interrogava ogni giorno di essere mandato a Rio dove militava abitualmente e dove avrebbe
potuto essere di grande utilit. Quando lo rimisero in libert, un mese dopo, della sua militanza
politica non restava che parte del suo nomignolo: perfino le guardie avevano cominciato a
chiamarlo Pidocchio.
Tali miserie e tristezze avvengono, di tanto in tanto. Quanto pi settario e radicale si dimostra un
tipo, tanto pi arrendevole si rivela poi di fronte alla polizia. Chi ha gi militato ben conosce tale
verit.
Gatto, che Flix Pidocchio aveva visto disteso per terra nella stanza del delegato Apolnio Serafim,
si chiamava Joaquim da Camara Ferreira, giornalista, redattore di uno dei grandi giornali di Sao
Paulo. Conduceva una doppia vita, dentro e fuori della clandestinit, alla redazione di un giornale
del mattino e alla direzione del mensile proibito. Era affabile, amichevole, sorridente. Non esigeva
che gli altri fossero d'acciaio, n insultava i compagni chiamandoli piccoloborghesi, facendo
professione di bolscevismo. Era stato torturato per quindici giorni, senza che riuscissero a
strappargli nient'altro che le unghie e parte della pelle. Una mattina, mentre lo conducevano alla
tortura, corse verso una finestra chiusa, ruppe il vetro a pugni, e con quel vetro si tagli ambedue i
polsi. Lo portarono via d'urgenza perch non morisse. La notizia del suo arresto e dei maltrattamenti
subiti cominciarono a circolare per le redazioni. I giornalisti, i sindacati di categoria, l'Associazione
paulista della stampa, i proprietari del giornale per il quale lavorava Joaquim si erano messi in
moto. Non mor, ma fu processato e condannato, scont parte della pena e l'amnistia lo rimise in
libert nel 1945. Era l'opposto di Acciaio, e dopo essere stato liberato continu a militare nelle file
del partito, fino a quando fu assassinato dall'altra dittatura.
A Rio gli arresti non si ridussero agli elementi sorpresi nei covi indicati da Pidocchio (ancora con le
manette ai polsi). Intellettuali, medici, ingegneri, funzionari pubblici, bancari e perfino banchieri
erano stati arrestati, e parecchi di loro processati - i rispettivi nomi figuravano nelle liste di
sostenitori finanziari del partito, trovate in uno dei covi perquisiti.
Gli agenti avevano invaso, occupato e saccheggiato lo studio legale situato alla Cinelandia, diretto
da un causidico considerato fra i pi abili e capaci, un tipo simpatico che circolava liberamente in
molti ambienti, rispettato anche dai magistrati del Tribunale di sicurezza presso il quale difendeva i
detenuti politici. Lui e i suoi colleghi di studio avevano ottenuto assoluzioni o riduzioni di pena in
pi d'un processo. Si chiamava Letelba Rodrigues de Brito. Era stato arrestato insieme a uno degli
altri due avvocati e a tre dei quattro studenti che li aiutavano.
Fra gli studenti, Prudncia dos Santos Leite, pi conosciuta come Pru. Ancora al quarto anno di
facolt, si rivelava gi pi competente e acuta di molti laureati. Aveva ereditato la furbizia,
l'ostinazione e la bonomia del padre, la bellezza e tranquillit della madre.
"Il padre e la madre".
Nell'apprendere l'arresto della figlia, Lisandro Leite perse la testa. Attaccatissimo alla moglie, ai
figli e nipoti, adorava la figlia ingrata, scervellata, inconsequente che si era messa con i comunisti e
non perdeva occasione per criticare posizioni e azioni del Procuratore e Accademico suo padre.
Durante la candidatura del Sampaio Pereira, per esempio, lui si era stufato di trovare biglietti
sardonici, scritti da lei, sul suo tavolo da lavoro. Lisandro protestava, sbraitava con

quell'incosciente, la minacciava, ma non per questo l'amava meno. Gongolava quando qualche
collega della facolt di legge, professore di Pru, elogiava l'intelligenza della ragazza: figlia di suo
padre, il suo attaccamento allo studio, la meritoria (secondo loro) attivit come ausiliare del poco
raccomandabile (secondo Lisandro) studio legale del dottor Letelba de Brito presso il Tribunale di
sicurezza.
Aveva smosso cielo e terra per ottenere la liberazione di Pru, fatto passi presso gli altri procuratori,
presso militari che aveva conosciuto all'epoca della candidatura di Sampaio Pereira, aveva messo in
moto Hermano de Castro perch parlasse a nome dell'Accademia.
I giorni passavano e il giurista si mostrava sempre pi preoccupato e triste, aveva perso lo spirito, il
buon umore, l'estroversione. Non era neppur riuscito a sapere dove si trovasse sua figlia, n ad
avere il permesso di visitarla. Uno dei militari cui si era rivolto aveva promesso di fare qualcosa per
lui, ma quarantott'ore dopo gli aveva fatto sapere che non poteva far niente perch il gruppo dello
studio legale era molto compromesso: tutti, compresa sua figlia ci sono dentro fino al collo.
Una sera a letto, dona Mariuccia, vedendo il marito insonne che si rigirava nel letto, gli pass un
braccio intorno alle spalle e lo attir verso di s:
Devi dormire, Lisandro.
Non ci riesco. Quando penso alla follia di Pru, mi vien voglia d'ammazzarla il giorno che ritorna.
Capisco. Temi che l'arresto di Pru venga a danneggiare la tua candidatura al Supremo.
La voce irruppe collerica:
Che m'importa del Supremo? Quel che voglio mia figlia a casa, solo questo.
Abbass la voce, in tono doloroso, spaventato:
Quelli torturano, lo sai?
L'ho sentito dire da Pru, l'ho letto in quel materiale
Non un'invenzione dei comunisti, vero, lo so. Bruciano la schiena dei detenuti con la punta
delle sigarette, strappano le unghie, picchiano, abusano delle prigioniere sei, sette in una volta. Le
deflorano, le stuprano Quando penso che Pru in mano di quella gente, non so pi che fare, non
riesco a dormire
Dona Mariuccia lo baci sugli occhi, sulle guance, sulla bocca:
Non faranno niente del genere a Pru, dimentichi che tua figlia e tu sei un Accademico?
S'avvicin ancor pi, Lisandro sent il contatto dei seni, mormor:
Non ho voglia di niente, sono bloccato.
Non ti affliggere cos, Pru non tarder a tornare.
Cos fu. Su richiesta degli avvocati accreditati presso quel Tribunale speciale, i giudici del
Tribunale di sicurezza s'interessarono al destino del dottor Letelba Rodrigues de Brito e dei suoi
compagni di studio legale.
Quando Pru inaspettatamente giunse nell'appartamento, rimessa in libert nel cuore della notte,
senza segni di violenza, euforica per essere stata rimessa in libert e per essere stata arrestata,
Lisandro la ricev gridando:
E' tutta colpa tua, hai avuto ci che meritavi. Ti vuoi rovinare e rovinare la tua famiglia.
Non preoccuparti, pap, non continuer ad abitare qui, mi trasferisco.
Dona Mariuccia allent l'abbraccio in cui stringeva la figlia:
Non devi credere una sola parola di ci che dice tuo padre. Quand'eri in prigione per poco non ne
moriva. Non mangiava, non dormiva Aggiunse sorridendo: Non ha voluto neppure far l'amore
con me, cosa che accaduta per la prima volta da quando ci siamo sposati. Tuo padre ti adora.
Pru sorrise alla madre, si avvicin al padre:
Credi che non lo sappia? Questo vecchio reazionario un pezzo di pane.
Lisandro pass la mano grassa e sudaticcia sui capelli della figlia:
Non te ne vai, vero?
Solo se non mi vuoi pi in casa, padre snaturato!
Pazza!
Pru si sed sulle ginocchia di Lisandro come faceva da piccola:

Stai tranquillo, pa'. Non ho avuto neppure un istante di paura.


La paura ha abitato qui, in casa, ha vissuto con noi tutti questi giorni, Pru, fu la madre a
rispondere.
Dona Mariuccia si avvicin al marito e alla figlia. Di lui poteva fare ci che voleva, era sotto la sua
protezione e al suo servizio. Ma Pru le sfuggiva dalle mani, inutile cercare di dominarla.
Sei sporca e male odorante. Vai a fare un bagno, io e tuo padre ce ne andiamo al letto, a dormire.
A dormire? Davvero? Oltre che ribelle, canzonatrice.
Lisandro sorrise. Ora aveva fame, sete, desideri, era tornato a vivere.
"Il seggio dell'esercito".
A partire dalla met di gennaio, il generale Waldomiro Moreira cominci a frequentare
giornalmente l'Accademia, di pomeriggio. Gli Accademici di passaggio per il Petit Trianon per
ritirare la corrispondenza, parlare con qualche lettore o amico, far quattro chiacchiere col
Presidente, lo vedevano in biblioteca intento a prendere appunti, a buttar gi annotazioni, la
scrivania coperta di libri, e s'interessavano della sua sorprendente assiduit. Andavano a parlargli
per sapere di che si stesse occupando. Tali interruzioni non dispiacevano al Generale; al contrario,
aveva piacere a rivelare particolari del lavoro che stava realizzando. Alcuni degl'Immortali davano
corda al candidato, chiacchierone e fanfarone.
Candidato unico, si noti per di pi, e in tal veste aveva cominciato a mettere insieme i dati per il
discorso d'insediamento. Desiderava essere insediato subito dopo il termine delle ferie accademiche.
C'era il problema della marsina, ma Altino Alcntara, amico e compagno di partito politico, che lui
aveva invitato a fare il discorso di accoglimento, onorato per quella dimostrazione di considerazione
e stima aveva promesso di risolvere la faccenda, se il governo del Pernambuco, stato natale
dell'inclito militare e scrittore, avesse commesso l'indelicatezza di rompere un'antica tradizione,
appropriata e gradita: l'offerta al candidato novello della marsina e dello spadino pi il collare, a
nome del suo stato d'origine, a testimonianza dell'orgoglio provato verso il conterraneo che aveva
conquistato l'immortalit. Fosse accaduta una tal meschinit, il prestigioso Alcntara avrebbe fatto
una colletta a Sao Paulo, pi che sufficiente per marsina, spadino e collare, con in pi un resto per
lo champagne celebrativo dopo la sessione solenne. Per i fatti del '32 il generale Waldomiro
Moreira aveva diritto alla gratitudine dei paulisti, che giammai dimenticano la solidariet ricevuta in
un momento difficile.
Claudionor Sabena, nei giorni in cui non aveva lezione - oltre al suo lavoro al giornale insegnava
portoghese in un ginnasio municipale - accompagnava l'amico illustre, padre di Cecilia, e gli faceva
da segretario, cercandogli i volumi negli scaffali, copiando riferimenti e citazioni. Quand'era solo, il
Generale si dedicava a redigere brani della sua allocuzione.
Questa sarebbe stata lunga: il suo seggio era stato occupato da quattro predecessori: tre generali e il
poeta Antnio Bruno. Aggiungendo il patrono di quel seggio assommavano a cinque le figure che
dovevano essere studiate per l'elogio di prassi. Il generale Moreira simpatizzava con il patrono, un
classico del diciottesimo secolo. Aveva scritto un esteso poema epico in dodici canti alla maniera
dei "Lusiadi" (26), "Le Amazzoni". Ignoto alle nuove generazioni, lodato e analizzato nei compendi
di storia letteraria: era o non era un precursore del Romanticismo? Le antologie scolastiche
riportavano un brano del poema, per strana coincidenza sempre lo stesso, facendolo precedere da
una nota biografica. Lo scrittore maneggiava quella peculiare lingua portoghese in un modo che
andava a genio all'autore dei "Prolegomeni idiomatici", il quale anzi non era d'accordo con i critici
che facevano di "Le Amazzoni" un'opera contenente primi indizi di romanticismo: i poeti della
scuola romantica erano estremamente trascurati quanto all'idioma, cos corretto nei versi del
patrono.
Sfogliando pagina per pagina una veneranda edizione, rarissima, uno dei tesori della biblioteca
dell'Accademia, il Generale aveva assaporato a uno a uno i dodici canti, declamandone pagine e
pagine a beneficio dell'attento Sabena - amore che cose ci fai fare! Si sentiva in colpa per non aver

mai letto prima quel gioiello. L'amico Sabena l'aveva certamente letto pi d'una volta, il Generale
ricordava d'averne visto un brano riportato nella "Antologia della Letteratura Luso-Brasiliana".
Sabena ment due volte: oh s, l'aveva letto ripetutamente; ma meglio ancora era sentir declamare il
poema dal Generale, con la sua voce imperiosa, maschia, marziale. In verit non aveva letto affatto
- cosa poco raccomandabile per un autore di antologie, e nella sua "Luso-Brasiliana" si era
contentato di riportare quel solito brano, che non era il primo a copiare. Se in passato qualcuno si
era assunto il nobile compito di fare una scelta, perch mai gli altri avrebbero dovuto ributtarsi nella
boscaglia di quell'impeccabile e illeggibile idioma? Mentre il Generale gli martellava le orecchie
con i versi del patrono, Sabena, abbagliato, sognava di Cecilia.
Del discorso di insediamento, calcolando dalle trentacinque alle quaranta cartelle, sulle due ore di
lettura, misure nei limiti della convenienza, circa sei facciate sarebbero state dedicate al patrono. Il
Generale avrebbe reclamato maggior attenzione e culto per la di lui memoria e per il poema. Centro
del discorso tuttavia sarebbe stata l'opera dei tre generali che avevano occupato il seggio l'uno dopo
l'altro prima dell'assurda elezione di Bruno. Il generale Moreira, con lo stesso impavido coraggio
dimostrato nelle trincee costituzionaliste, s'era addentrato nelle opere di quei bravi militari e le
aveva masticate con sommo diletto intellettuale, una a una.
Il primo Generale aveva lasciato appena un volume, e dei pi magrolini, centododici pagine a grossi
caratteri, dal titolo "Dei fasti della nostra Nazione", che raccoglieva allocuzioni commemorative
pronunziate in vari anniversari di gesta gloriose, quasi sempre battaglie, vinte dalle truppe brasiliane
nelle guerre dell'impero. Sufficiente tuttavia perch l'autore, esponente delle Forze armate, potesse
entrare a far parte dei quadri dei fondatori della Illustre Compagnia. Aveva vissuto oltre
novant'anni. Se non abbondava in libri, aveva per abbondato in simpatia, essendo stato di grande
utilit per l'Accademia, nel periodo iniziale di povert e scarso credito.
In cambio il suo successore, dalla vasta opera, era morto solo pochi mesi dopo l'insediamento.
Storico ridondante, aveva lasciato otto volumi entusiasti sulla guerra del Paraguay (27), quattro
sulla Questione cisplatina (28) e, al momento della sua morte, stava lavorando a una serie di volumi
sopra il tiranno argentino Rosas (29) di cui solo il primo era stato pubblicato, mentre gli altri due
erano rimasti inediti, e inediti si conservano fino ad oggi. Il generale Moreira conosceva alcuni di
quei volumi, e ne aveva grande stima. Avvertiva l'opera del pamflettista di "Lopez il Despota" come
precorrente la sua, essendo l'una come l'altra pervase dallo stesso esaltato (e cieco) patriottismo.
Il terzo Generale, oltre ad essere l'autore di saggi approfonditi e curiosi sugli indigeni, pubblicati
nella Coleao Brasiliana, in cui di quelle popolazioni aveva studiato costumi, lingua, tradizioni e
credenze, era una figura quasi leggendaria. Sertanista (30) aveva attraversato foreste e pantani,
varcato fiumi, stabilito contatti con trib che mai avevano visto un bianco. La sua comprensione e
simpatia per quegli abitatori delle selve imprimevano un soffio d'umanismo alla sua opera e ai suoi
scritti. Antnio Bruno nel suo discorso d'insediamento, aveva scoperto in lui un poeta, se non negli
scritti pubblicati, certo nella saga da lui vissuta.
Dall'analisi dell'opera e delle gesta dei tre generali aveva preso spunto il titolo col quale il generale
Moreira pensava di pubblicare il suo discorso, saggio breve e sostanzioso: "Il seggio dell'esercito".
Poco pi di una paginetta era stata dedicata all'opera di Antnio Bruno che, essendo nell'opinione
del Generale zuccherosa e ribalda, neppur tanto avrebbe meritato. Ma, come avrebbe detto il
dissoluto bardo, maniaco delle citazioni francesi, noblesse oblige.
Aveva scorso i vari volumi di liriche e di elzeviri del defunto e non aveva un buon ricordo n della
poesia n della prosa. Bruno faceva uso e abuso dei versi liberi, lasciando da parte rime e metrica e senza rima n metrica non esiste verso che si rispetti, affermava il Generale. Spesso oscuro,
incomprensibile, surrealista, pi che poesie aveva composto dei geroglifici. Per non parlare del
linguaggio popolaresco e degli innumerevoli gallicismi.
Il dramma in versi "Mary John" alla cui seconda edizione aveva assistito su invito dell'accademico
Rodrigo Incio Filho, gli era parso banale e frivolo. Quanto al poema per Parigi, Bruno avrebbe
dovuto trarre ispirazione dai Lusiadi o almeno dai versi de "Le Amazzoni" se avesse realmente
voluto comporre un canto guerriero, atto a chiamare i popoli alla riscossa. In poche parole, Bruno

non era che un falso poeta, un poetastro. E' evidente che tale verit non l'avrebbe proclamata
dall'alto della tribuna, avrebbe suonato male - i riti accademici esigono che il successore faccia un
elogio senza restrizioni del suo predecessore.
Non aveva tuttavia fatto mistero del suo scarso entusiasmo per la poesia del frivolo vate de "Il
ballerino e il fiore" nelle sue chiacchiere con gli Accademici durante quella quindicina d'intenso
lavoro nella biblioteca del Petit Trianon. Importante, di fatto, nel discorso, era il seggio
dell'esercito, la cui nobile linea sarebbe stata ripresa con la sua elezione. Bruno non aveva nulla a
che vedere con quel seggio, l'aveva occupato praticamente per sbaglio.
Alcuni degli Accademici gli davano corda, cercavano di sciogliergli la lingua chiacchierona, altri lo
ascoltavano in silenzio. Il generale Waldomiro Moreira prendeva l'un atteggiamento e l'altro per
approvazione e incoraggiamento. Un candidato unico non ha bisogno di mantenere segreti i suoi
pensieri. Bruno, nel suo discorso di insediamento, c'entrava di straforo, un civile dalle abitudini
riprovevoli in mezzo a militari adamantini.
"La balzachiana".
Dal gruppo di poltrone verso cui ha condotto dona Mariana Cintra da Costa Ribeiro, mastro Afrnio
Portela avvista il generale Moreira che impugnando una matita si piega sulla scrivania. Chiede
permesso e, con la scusa di evitare la luce diretta, cambia di poltrona, dando le spalle al candidato.
Toglie dalla cartella il foglio di carta pergamenata, sul cui lato superiore spiccano a rilievo le lettere
A.B., iniziali del poeta. Sotto, in bella calligrafia, quasi un ornato, le parole: "La camicia da notte".
Tende il foglio alla signora che a malapena riesce a trattenere l'emozione:
Eccola. L'ho raccolta per conservarla come una specie di reliquia A ciascuno i suoi santi.
Una lacrima spunta e scorre, dona Mariana non cerca di raffrenarla:
E' morto pensando a me. Tanti anni sono passati, non aveva dimenticato.
Alla veglia funebre Afrnio Portela l'aveva salutata quando, silenziosa, ascoltava l'elogio di Bruno
in un gruppo di amici. Bellezza appassita, i capelli d'argento, s'imponeva ancora per la dignit del
portamento e la nostalgia riflessa nei grandi, immensi occhi color d'acqua, segnati anch'essi dall'et,
circondati di borse. Mastro Afrnio l'aveva udita sospirare; che reminiscenze avr nascosto nel
fondo della memoria, affollata di ricordi?
Non l'aveva riveduta nel corso di quei mesi, e la sera avanti era stato sorpreso dalla sua telefonata
interurbana, poco abituale a quell'epoca. Da Sao Paulo dona Mariana lo pregava di una udienza. Era
venuta apposta in aereo per incontrarlo all'Accademia, come combinato. Ecco la lacrima che le
scorre per il viso, il foglio nella mano tremante, la voce che minaccia di rompere in singhiozzi. La
signora si contenne - sapeva farlo - e riprese:
Avevamo commemorato i suoi vent'anni con una festa che si prolung per ventiquattr'ore.
Andammo in una gioielleria e io gli regalai un orologio per evitare che arrivasse sempre in ritardo
come faceva. Avevo quasi trentadue anni e lui mi chiamava balzachiana ma non per offendermi,
anzi. Un sorriso fra le lacrime.
Mastro Afrnio fa il conto, dodici anni pi di lui, ne aveva perci sessantasei. Non dimostrava
un'et cos avanzata, anzi pareva pi giovane che quattro mesi addietro, le borse sotto gli occhi
erano scomparse.
Quasi indovinando i suoi pensieri, dona Mariana lo inform:
Ho sessantasei anni, e se non ho cercato di vederla prima stato perch subito dopo la morte di
Antnio sono entrata in una clinica di Sao Paulo per una piccola operazione plastica. L'ho fatto solo
per far piacere ad Alberto. Gli piacciono i miei occhi, e mi sono fatta togliere le borse che li
deturpavano.
Alberto da Costa Ribeiro, il marito, una delle potenze finanziarie del paese, re del caff, uomo
d'affari spietato, grande fazendeiro, grandissimo esportatore. Afrnio lo conosceva da lunga data, il
padre d'Alberto e quello di Rosarinho erano stati soci in diversi affari.

Non mi potevo presentare in pubblico prima della cicatrizzazione completa, sono andata a
nascondermi in fazenda, nel Mato Grosso, e l sono rimasta tutto questo tempo, quella pace di mio
gusto. Tre giorni fa, sfogliando un numero arretrato della rivista Careta ho saputo, da un articolo
di Peregrino Junior, che quando ha avuto l'infarto, Antnio aveva appena scritto su di un foglio
bianco le parole <la camicia da notte>. Secondo Peregrino doveva trattarsi del titolo di una lirica.
Non pu immaginare la mia emozione: al momento di morire aveva pensato a me, aveva ricordato
la sua balzachiana.
Sar stato davvero il titolo d'una lirica? curioso e discreto Mastro Afrnio.
Che non arrivato a scrivere. Alz la testa, gli occhi semichiusi (i tuoi occhi fluviali, le diceva
Bruno): Quello che lui chiamava pomposamente studio non era che una mansarda al sesto piano di
una piccola casa di studenti, il Saint-Michel. Esiste ancor oggi, in rue Cujas, nei pressi del Boul
Mich. Avevo creduto che conoscendo Antnio la mia vita fosse andata distrutta, ma successo
esattamente il contrario. Volge gli occhi al volto solidale del romanziere: Le dir una cosa
assurda ma vera, amico mio, stato Antnio a salvare il mio matrimonio e a fare di me una buona e
fedele moglie.
Ah, le donne di Bruno! Non cessano mai di confonderlo, di sconfiggerlo, enigmatici personaggi,
che romanzo dei pi illogici!
Ricordo bene quella mattina, perch per tutta la settimana era stato brutto tempo, neanche un
raggio di sole. Quando mi svegliai e tesi le braccia ad Antnio, lui era in piedi che mi guardava con
un'espressione rapita. Io io ero nuda, era naturale che fossi cos. Con quel suo bel sorriso da
bambino senza giudizio mi disse: <Sei vestita con i raggi del sole, la tua camicia da notte.
Scriver per te un sonetto, con questo titolo.> Non gliene detti il tempo, rest per dopo; al momento
della morte se n' ricordato. Si ricordato di me.
Non riesce a trattenere un singhiozzo. Si tappa la bocca con un fazzoletto, con uno sforzo si
ricompone, gran dama abituata a dominare i propri sentimenti.
Sono venuta a proporle uno scambio. Mi lasci quel foglio e io le dar una cosa di gran valore, ma
che in mano a me continuerebbe ad essere inutile.
Apre la borsa da viaggio, ne tira fuori un quaderno di scuola:
In questo quaderno Antnio ha scritto per me una serie di sonetti. Sono purtroppo impubblicabili,
almeno in edizione commerciale. Ho pensato che lei avrebbe potuto farne fare una edizione a
tiratura ridotta, di lusso, forse con qualche disegno. Alberto possiede varie edizioni di questo tipo,
francesi e inglesi. I disegni potrebbero essere di Di Cavalcanti; molto amico di mio figlio Antnio,
il maggiore. Una lieve pausa dopo il nome: E' il ritratto di suo padre.
Afrnio Portela raccoglie il quaderno, comincia a sfogliarlo, dona Mariana chiede:
Per favore dopo che sar andata. Non so quanto coster l'edizione ma, se lei accetta l'incarico,
pagher io le spese. Vorrei solo che me ne mandasse una copia quando esce.
Stia tranquilla, non c' bisogno di nulla, lasci fare a me. Dov' Di, ora?
E' a Lisbona con Antnio, sono scappati dalla Francia, per via della guerra. Fra le cose che
Antnio ha ereditato da suo padre c' la passione per Parigi. Sta pi di l che a Sao Paulo. Aspettano
un imbarco per il Brasile.
E il manoscritto?
Ne faccia donazione alla biblioteca dell'Accademia oppure alla Biblioteca nazionale, a lei la scelta.
Non lo voglio tenere io per altro tempo. Se dovessi morire, non voglio che Alberto trovi questo
quaderno fra le cose mie. Solo lei sa che questi sonetti sono stati scritti per me, neppure Silvia li ha
visti.
Scesero in ascensore, mastro Afrnio l'accompagn fino al portone d'uscita dove l'aspettava un taxi,
l'autista che leggeva notizie della guerra su un giornale del pomeriggio. Mariana si curv per entrare
nel taxi, il romanziere sorrise nel notare il volume delle anche - non a caso aveva scelto Di
Cavalcanti per illustrare i sonetti, il libro inedito di Bruno, il primo, anteriore al "Ballerino e il
fiore" e per di pi ribaldo, una preziosit bibliografica.

Mastro Afrnio non torn in biblioteca. Si rifugi in una delle stanze del terzo piano, in mezzo agli
archivi. Lesse d'un fiato i quindici sonetti libertini "Iniziazione al piacere". Come sottotitolo
Ghirlanda di sonetti per una dama paulista, baccante parigina e la dedica: A M, la mia Maria de'
Medici.
Ritorna al primo sonetto, rilegge il verso lentamente, a mezza voce come chi degusta un vino dal
bouquet prezioso:
O callipigia Venere dal formoso sedere.
"La signora dalla bellezza appassita".
1.
Unione di due famiglie tradizionali, alleanza di due potenti fortune, riportarono i giornali nell'ampio
notiziario sul matrimonio di Maria d'Almeida Cintra con Alberto da Costa Ribeiro. Eppure era stato
un matrimonio d'amore, fidanzati cos appassionati si vedevano raramente nelle alte sfere sociali
dove il denaro che comanda i sentimenti.
Mariana, alta, bionda dal corpo esuberante - fuggita da un quadro di Rubens, aveva scritto il poeta
Menotti del Picchia che aveva sospirato per lei macerandosi in un'acuta passione - con quei suoi
occhi romantici, immense gocce d'acqua, persi nell'infinito. Alberto, alto anche lui, bello, largo di
spalle, bruno e sportivo, vincitore di concorsi ippici saltando ostacoli con cavalli eccezionali, con un
allevamento di cavalli al Jockey Club, socio del padre. Aveva una ditta d'esportazioni con sede a
Santos che comandava la borsa del caff, decideva il livello dei prezzi, incamerava fiumi di danaro.
Le propriet dell'una e dell'altra famiglia occupavano le terre pi fertili di Sao Paulo, dove
prosperavano estese piantagioni di caff di qualit superiore. Nel Mato Grosso allevavano bestiame
di razza selezionata e migliaia di capi di zeb.
Vent'anni aveva compiuto Mariana, lui venticinque, quando partirono per il viaggio di nozze, una
crociera di tre mesi intorno al mondo. Ma la luna di miele si era protratta per oltre quattro anni:
ricevimenti, feste, balli, gite, viaggi in Argentina, negli Stati Uniti, in Europa.
Poi tutto era cambiato. Con la morte del padre Alberto aveva assunto da solo la direzione della ditta
e l'amministrazione delle propriet, essendo lui il pi vecchio dei fratelli, mentre la madre non si
occupava di affari. Prima aiutava il padre, partecipava alle decisioni, esprimeva opinioni, ma chi
comandava era il vecchio. Alberto viveva per la moglie soddisfacendone ogni minimo capriccio,
innamorato e devoto. Forse al letto avrebbe potuto essere un po' meno formale, pensava a volte
Mariana, il corpo che si consumava in desideri la cui esistenza Alberto non conosceva, visto che lei,
orgogliosa, non aveva mai lasciato trasparire l'ansia che la divorava. Per questo avevano una vita
sessuale di routine, frequente, senza esagerazioni n raffinatezze. Per esagerazioni e raffinatezze
Alberto ricorreva alle francesi, a Sao Paulo e a Santos.
Poco a poco i molti affari, la febbre del lavoro, avevano occupato la sua vita integralmente, e
Mariana si era trovata sempre pi relegata in secondo piano nell'esistenza del marito, cui
mancavano tempo e buon umore. Erano terminati i giorni dell'ozio, le crociere di piacere. Alberto
viaggiava molto per affari, viaggi rapidi e faticosi. Adempiva ai suol doveri sociali, cos grati a
Mariana, protestando e contro voglia, schiacciato dalla fatica e dalle responsabilit che gli pesavano
sulle spalle. Faceva ancora un po' di sport ma era lungi dall'essere l'imbattibile cavaliere di un
tempo e l'allevamento di cavalli era ormai affidato ai fratelli pi giovani.
Dodici anni dopo quella fiabesca festa di nozze, la vita coniugale di Mariana e Alberto era arrivata
ad un'impasse. In un giorno di pioggia e solitudine, stanca dell'abbandono che a suo avviso risultava
dall'indifferenza e dal disamore del marito, Mariana aveva deciso di separarsi. Non avevano figli e
la vita comune si era trasformata in uno sciocco e inutile sacrificio, solo umiliazioni e dispiaceri.
Avveniva che Alberto passasse un mese o pi senza cercarla; trasferendosi nella loro nuova villa,
progetto di Warchavchik, avevano occupato camere separate.
Quando lei comunic ad Alberto la sua decisione, l'esportatore di caff non ci volle credere. Era
rimasto stravolto. Sei impazzita? Separarci perch, se viviamo bene e ci amiamo? Oppure non mi

ami pi? Lei lo amava, s, e forse anche lui l'amava ancora, ma a che serviva quell'amore, se ormai
non si vedevano quasi pi, raramente uscivano insieme per andare al cinema o a teatro, o per
qualche impegno sociale? Sai da quanto tempo non vieni a bussare alla porta della mia camera?
Quasi due mesi, te ne rendi conto?
Alberto si era difeso. Era stata la stessa Mariana a chiedere le camere separate, cosa che a lui era
sembrata rivelare un certo sprezzo, disinteresse da parte della moglie, si era sentito ferito. Anche il
fatto di non aver figli contribuiva all'allontanamento fra i coniugi, tanto avevano desiderato i
bambini che non erano venuti. Di chi la colpa? Mariana si era assoggettata ad una cura, aveva
consultato degli specialisti, tutto inutile. Anche Alberto si era sottoposto a esami medici, non era
sterile. Si erano andati allontanando e Mariana aveva cominciato a diventare amara. Donna nata per
l'amore, non avendone, soffriva, chiusa nel suo orgoglio di gran dama. Troppo altera per lamentarsi.
Dapprima si era mantenuta ferma nella decisione di separarsi. Ma Alberto l'adorava, non poteva
neppure ipotizzare di vivere senza di lei. Aveva suggerito un'alternativa. La sorella maggiore di
Mariana, Silvia, che era rimasta vedova da poco pi di due anni, viveva a Parigi dove aveva affittato
un appartamento, che occupava tutto un secondo piano, in prossimit dei Champs-Elyses. Perch,
prima di prendere una decisione irrevocabile, Mariana non andava a passare qualche mese con la
sorella? Alberto proponeva sei mesi di ferie coniugali: se avessero sopportato di vivere l'uno
lontano dall'altra si sarebbero separati; ma se avessero sentito la nostalgia della vita in comune, si
sarebbero riuniti per un nuovo tentativo. Chiss se dopo quei mesi di assenza tutto non sarebbe
tornato come nei primi anni? Per di pi i due fratelli di Alberto lavoravano ora con lui e il pi
giovane aveva dimostrato buona testa per gli affari. In quel frattempo avrebbe cercato di passare il
grosso del lavoro e parte della responsabilit che fino a quel momento aveva avuto sulle spalle da
solo ai suoi fratelli. Mariana era stata d'accordo; in fondo neanche lei desiderava perderlo.
Dalla banchina di Santos, Alberto faceva cenni d'addio. Mariana pianse per tutto il viaggio,
rinchiusa nell'appartamento del piroscafo inglese. Non contava di restare a Parigi pi di un mese, gli
altri cinque li avrebbe passati nella loro propriet pi distante, una che avevano appena comprato,
alla frontiera fra il Mato Grosso e il Paraguay.
2.
Silvia aveva lasciato a Sao Paulo i suoi veli da vedova e i suoi obblighi familiari. Nessuno le
avrebbe dato otto anni pi della sorella. A Parigi era ringiovanita.
Cara mia, sono stata schiava del marito e dei figli per tutta la vita. Mio marito morto, i miei figli
sono gi grandi, hanno quasi terminato l'universit, sono pieni di soldi, che bisogno hanno di me?
Viva Parigi!
Era stata lei a presentare Bruno a Mariana:
Hai bisogno di qualcuno che ti accompagni, ti porti a passeggio, ai balli, ti faccia vedere i ristoranti
e i teatri. Fra quindici giorni ci sar il Bal Masqu all'Opra, devi andare da una sarta a ordinarti il
costume. Per tutto questo, e per il resto, hai bisogno di un gigol. Ne conosco uno che sembra fatto
apposta per te. E' bello, e scrive versi.
E tu, ne hai uno?
A dir la verit ne ho due: il piccolo Jean e il grande Andr. Sono l'opposto per la statura e per tutto
il resto, ma a me piace variare.
Solo che a me variare non piace. Per me fino a oggi non esistito altro che Alberto.
E' proprio perch so che sei monogama che ti consiglio soltanto Bruno. Si chiama Antnio Bruno,
studente, poeta e baiano, che vuoi di pi? Quanto a delicatezza non c' chi lo superi.
Devi essere impazzita. Sono venuta a Parigi per dimenticare mio marito, non per tradirlo.
E chi ha parlato di tradimento? Sei tragica, ragazza! Bruno non far che accompagnarti,
passeggiare con te, accompagnarti dalle sarte e al ristorante, un accompagnatore. Si spinger oltre
solo se tu lo permetterai, se non sarai capace di resistere.
Aveva resistito alla delicatezza, alla seduzione, alla poesia del giovane per una settimana, si era
arresa in occasione del Bal Masqu dell'Opra, al nono giorno.

Prima, in compagnia di Antnio - non l'aveva mai chiamato Bruno - giovane dalla tenera e audace
presenza, aveva scoperto una Parigi che non aveva conosciuto nei viaggi precedenti; aveva visitato
musei, chiese, aveva imparato Notre-Dame in tutti i suoi dettagli e appreso ad amare la grazia,
l'incanto della citt. Aveva sentito il soffio del suo spirito pi vero, al di l del turismo cui era
abituata. Ora con Jean, ora con Andr, sempre con Silvia, passavano le notti in ristoranti, bistrot,
teatri, cabaret, ballando, ridendo, bevendo champagne - lui che le ripeteva dichiarazioni e versi
d'amore. Sar stato veramente innamorato? Era bello, gentile, irresponsabile e imprevedibile. Il suo
profilo bruno ed energico le ricordava quello di Alberto quando lo aveva conosciuto, giovane e
intrepido cavaliere che saltava gli ostacoli al Club ippico: un Alberto che fosse stato anche folle e
poeta. Le aveva rubato qualche bacio qua e l sulle piste delle sale da ballo, ballerino
incomparabile! all'alba al momento del ritorno, quando Silvia, la svergognata, si attraccava col
compagno di turno. Ma non erano andati oltre quello.
Ricordando le galanterie di un altro poeta, quello delle "Maschere", si era vestita da Maria de'
Medici, come appare in abito di nozze in un celebre quadro di Rubens. Un costume? Era Maria de'
Medici in persona, ed era stata la regina del Bal Masqu. Bruno aveva indossato lo stesso
Arlecchino dell'anno avanti. Le gonne pesanti del costume la impedivano nel maxixe; ma Bruno era
un virtuoso a punto che le altre coppie si erano allontanate e li avevano applauditi. Silvia aveva
approfittato del successo della sorella per sparire con Andr.
Alle soglie dell'alba, Mariana si era trovata, regina a met, schiava dalla vita in gi, nel letto del
giovane ballerino, vagabondo e gigol, Franois Villon dei tropici, come lui stesso si era definito
con aria ribalda, dopo averla fatta arrampicare, sbronza e irresponsabile, per tutti i sei piani ripidi,
dai gradini corrosi, fino alla mansarda al sesto piano dell'Htel Saint-Michel.
Quando aveva posseduto il corpo splendido della paulista, Bruno stava morendo di desiderio a
malapena rattenuto. Nessun'altra gli era costata tanto tempo, tanta chiacchiera, tante attenzioni.
Mariana aveva abusato della sua pazienza, rispondeva alle sue galanterie parlandogli di suo marito e
delle sue qualit, aveva oltrepassato tutti i termini; il conquistatore si era visto sull'orlo della
sconfitta. Umiliante. Per cui la prima volta lui l'aveva posseduta con ferocia, quasi con rabbia,
facendo a pezzi le fastose gonnelle regali (il costume era costato un occhio, ordinato in un atelier
dei pi chic) strappando le sottogonne inamidate, lasciandola solo col bustino e l'ampia goletta
rigida. Un tifone.
Passato l'impeto iniziale, sentendo la debuttante adultera rabbrividire nel momento del piacere,
trattenendo un gemito, Bruno si era reso conto del dramma di quel corpo di donna, fatto su misura
per l'intemperanza, per la festa della carne, e di essa carente, dato che solo il limitato letto
matrimoniale d'un ricco uomo d'affari aveva avuto. Il marito, il cui nome e le cui vittorie ippiche lei
costantemente ricordava, poteva essere un cavaliere emerito, un campione di sensazionali concorsi,
bello, multimilionario, distinto, piacevole e tutto il resto; tuttavia, nella materia basilare, che
determina tutto il resto non andava al di l del menu casalingo, come Bruno aveva potuto facilmente
constatare.
Dopo averla violata con la furia di un apache, cominci a svestirla lentamente, indumento per
indumento, prendendo tempo e soffermandosi su ogni dettaglio di quel corpo femminile che
conduceva a vibrare tutto intero, nello stupore e nella rivelazione del piacere. Esperto nell'arte del
piacere, per gusto e per mestiere, Bruno l'aveva condotta dal menu abituale di Alberto ai manicaretti
raffinati, svelandole usi e abitudini per lei inediti, sottigliezze e sensazioni tattili, quando, in quel
primo annunzio d'aurora, aveva toccato per la prima volta le anche e i seni disegnati da Rubens, il
fiore sbocciato in miele. Finalmente la vide interamente nuda, i seni alti, le abbondanti cosce, gli
immensi occhi d'acqua chiara. La gir sul dorso, il dorso magnifico, le natiche di cavalla, che
Alberto non aveva saputo cavalcare. Con spuma di champagne l'assapor, lentamente.
Mariana aveva reagito in una esplosione ansiosa e urgente, dimostrando al tempo stesso ignoranza e
desiderio d'apprendere. Vulcano addormentato, d'un tratto in eruzione: le fiamme si alzarono fino al
cielo e la lava inond i fianchi delle colline del corpo regale. Il piccolo studio, la povera mansarda,
risuon nel momento della lussuria della musica dei gemiti d'amore, fu pervasa dell'aroma

femminile, del sudore dell'uomo, di un sentore di sperma, di sesso soddisfatto, saziato e insaziabile.
S'illumin della luce che inondava gli occhi d'acqua di Mariana, fatti pi grandi perch pieni di
lacrime. Cos ebbe inizio il baccanale; dur tre mesi.
Tre mesi durante i quali Mariana si era data e aveva ricevuto, recuperando gli anni perduti. Niente
desiderava che trovarsi nella mansarda del poeta, del ragazzo, del giovanetto baiano, che le bon
Dieu de France le aveva mandato per mano fraterna di Silvia. Lo colmava di regali, ne beveva le
parole e i versi. Pizzicata, mordicchiata, lambita, succhiata, penetrata, cavalcata, cavalcando a sua
volta, ogni notte una nuova scoperta, una nuova sensazione, i sapori cos diversi, le differenze del
bouquet - e tutto in francese, lingua nella quale nessuna parola relativa all'amore oscena, le beau
vit et le gentil con, la verge et la chatte, la rosette et les feuilles de rose, les nichons et les cuisses, la
motte, le cul. Bruno declamava per lei poemi erotici di Baudelaire, Rimbaud, Verlaine, Apollinaire:
tes fesses lourdes comme des fromages de Hollande, e li metteva in pratica: ma queue clatait
sous tes lvres / comme une prune de Juillet. Mariana imparava e ripeteva, con l'accento delle
suore del collegio Des Oiseaux, dove aveva studiato francese: mon cul s'veille au souvenir / d'une
inoubliable caresse. Meraviglia, addormentarsi fra le braccia di Bruno, svegliarsi alla carezza della
lingua esimia: Ah, comme c'est bon.
Letto di gigol e balzachiana, di vagabondo e baccante, desiderio e fregola, fame e appetito. Non
bastandogli la poesia degli altri, Bruno aveva composto per lei una ghirlanda di sonetti dissoluti,
dove aveva cantato, dettaglio per dettaglio, il suo corpo magnifico, dando rima e metro libertino al
romanzo parigino del Franois Villon di Bahia e della Maria de' Medici di Sao Paulo, vissuto al
Boul' Mich.
3.
Il romanzo tuttavia non si era limitato alle albe e notti di carezze, all'immenso baccanale. Era stato
completato e fatto pi grande dai pomeriggi di visite alla citt, dalle conversazioni prolungate sui
bordi della Senna, nei bistrot di Saint-Germain, nei giardini del Lussemburgo: i tuoi giardini, il tuo
palazzo, Maria de' Medici. Mariana aveva raccontato gioie e tristezze, passato in rassegna la sua
vita. Le illusioni della giovinetta alunna del Des Oiseaux, i primi balli, l'ereditiera esigente che
scartava pretendenti, l'incontro con Alberto, l'amore senza misura, il matrimonio felice, il giro del
mondo, la luna di miele durata quattro anni e poi il lento abbandono, l'indifferenza, i figli che non
erano venuti, le camere separate, il marito nell'affanno di guadagnare denaro, diviso fra Sao Paulo e
Santos, infine la disperazione, la proposta di separazione, la sua venuta a Parigi prima di prendere
una decisione finale e irrevocabile. A Parigi aveva incontrato Bruno, la felicit.
La felicit? O solo il piacere, la frenesia meravigliosa dell'avventura, depravata e dolcissima? Fosse
quel che fosse, aveva ormai reso obbligatoria la separazione, non si trattava gi pi di sapere se
sentiva o meno la mancanza di Alberto. Lei l'aveva tradito, e tutto era terminato
Bruno ascoltava con la tenera attenzione che da sempre concedeva alle donne, la prendeva fra le
braccia, cambiava argomento, le baciava gl'immensi occhi d'acqua, per allontanarla dai pensieri
tristi:
Hai due cose, regina, per le quali nessuna donna pu rivaleggiare con te: gli occhi e le anche.
Le parlava di canzoni e quadri, le recitava un verso recentemente composto per lei, ma lei tornava
all'eterno tema del marito, perduto per sempre. Una sera, dopo che si furono arrampicati per i ripidi
scalini che conducevano al sesto piano del Saint-Michel, Bruno le chiese:
Perch sei preoccupata? Cos' successo?
Mariana apr la borsa, cerc il telegramma:
Leggi
Alberto annunziava il suo imbarco su una nave francese, si sarebbe trovato a Parigi la quindicina
seguente, non ce l'aveva fatta a sopportare i sei mesi combinati, aveva lasciato la ditta nelle mani
dei fratelli, per avere tempo da dedicare alla moglie: senza di te non posso vivere, affermava il
telegramma della Western.

Sarebbe stato sgradevole, sgradevole no, molto di pi; sarebbe stato un orrore, ma doveva dirgli che
la continuazione della vita coniugale era divenuta impossibile, lei l'aveva ingannato Bruno la prese
fra le braccia, cominci a spogliarla mentre parlava:
Non farai niente del genere, Maria de' Medici, non gli racconterai proprio niente. Tu ami tuo
marito, e questa la sola cosa vera, perch vuoi farlo soffrire?
Credi che ancora ami Alberto? Se cos , perch l'ho tradito?
Non fai che parlar di lui, hai Alberto al tuo fianco il giorno intero, se non fossi un bravo tipo potrei
anche offendermi. Io non sono il tuo amore, ti ho solo dato qualcosa che ti mancava, la conoscenza
del piacere. Sei stata mal amata, certamente per colpa tua quanto di tuo marito. Magari, regina, ti eri
chiusa nella tua alterigia, nel tuo imperial decoro. Io sono riuscito a spezzare il tuo orgoglio perch
eri ubriaca e ti ho preso a forza. Quando ti ho strappato il vestito ti ho denudato il cuore. Non
cos?
Credo di s ancora cos giovane, Antnio, sapeva o indovinava?
E allora? Torna da tuo marito, e fai del tuo letto matrimoniale la garanzia del tuo amore. Concedi
ad Alberto tutto quello che ti ho dato, tutto ci che ho preso da te e ti restituisco. Ma solo la vigilia
del suo arrivo. Fino a quel momento sarai mia, mia solamente. Mariana Maria de' Medici da Costa
non ti dimenticher mai. Nel momento di morire mi ricorder di te. E ora andiamo, presto, ci
restano pochi giorni per la festa d'addio.
Anche se lo amassi, ora mi impossibile tornare da lui, Antnio
Bruno si spavent. Non avr pensato a una vita in comune, a trasformare l'allegra avventura,
esaltante ed effimera, in un concubinaggio, pi triste del matrimonio?
Te l'ho gi detto, ti ricordi?, che non mi voglio legare a nessuna donna. Non sono permanente, io,
sono provvisorio.
Non aver paura. Torno in Brasile
Un'altra cosa ti voglio dire: tu sei nata per essere una moglie, per essere fedele a tuo marito. Non ti
ci vedo a passare di mano in mano, non saresti felice.
Non di questo che si tratta, Antnio. Stai a sentire: oltre a tutto ci che mi hai dato, dai versi al
piacere, tu mi hai dato anche un figlio. Ti avverto che non intendo abortire, ho sempre desiderato
avere un bambino; ma non avrai noie, il bambino nascer in Brasile. Lui mi far ricordare di te, del
mio Antnio provvisorio.
Bruno sorrise, il viso gli s'illumin:
Un figlio? Perch tuo figlio? Tanto tuo quanto mio; il nostro bambino!
Rimase a pensare per alcuni lunghi minuti, poi la prese fra le braccia e la baci sugli occhi e sulla
bocca. Quindi parl, serio e riflessivo, pieno di esperienza a soli vent'anni, come suole accadere
solo ai poeti, che hanno il dono della divinazione:
Anche tuo marito desidera un figlio, non vero? Oltre a tutto ci assomigliamo, lui ed io, me l'hai
detto tu. Non pensare che io abbandoni il nostro bimbo; so che sar un bimbo, e tu lo chiamerai
Antnio. Ma, rifletti un po': perch allevare un figlio senza padre, adulterino? Per questo pagher
caro, per tutta la sua vita. Per il nostro Antnio, la miglior cosa sarebbe nascere figlio di Alberto
Ribeiro da Costa, e per mio figlio io desidero quanto c' di meglio. Non ti eccitare, non mi giudicare
indegno, pensa senza fretta, con calma, e vedrai se non ho ragione. Voglio darti di pi che il piacere
e un figlio, ti voglio restituire tuo marito. Con lui, tu e Antnio sarete felici.
Cos fu. La vigilia dell'arrivo di Alberto, al momento degli addii, lei piangendo aveva ringraziato
Bruno e lui le aveva ricordato di esserle debitore di una lirica. Un giorno l'avrebbe scritta, visto che
conservava negli occhi l'immagine del corpo di Mariana vestita solo di un involucro di luce, la luce
dell'aurora.
Al bimbo concepito a Parigi nel letto di baccante di quella mansarda al sesto piano del Saint-Michel
avevano messo nome Antnio, in ringraziamento al santo protettore dei matrimoni, cui Mariana
aveva fatto ricorso, chiedendo la grazia di un figlio. Il miracolo era accaduto la notte dell'arrivo di

Alberto, quando lei si era spogliata per il marito a casa della sorella e, mettendo di lato l'orgoglio, si
era abbandonata con furia ed esigenza. Abbagliato, Alberto le aveva detto:
Oggi ti faccio un figlio, amore mio, ne sono certo.
Poi, a Sao Paulo, erano nati Alberto Filho e Silvia, battezzata cos in onore della zia che continuava
a vivere a Parigi e a tornare non ci pensava neppure. Solo che il posto del piccolo Jean e del grande
Andr era stato preso da Bob, un nordamericano biondo e delicato - i nordamericani erano molto
alla moda - alternato col francese Georges - un francese assolutamente indispensabile.
Nell'alta societ paulista non si aveva notizia di una coppia pi felice, come aveva constatato mastro
Afrnio Portela, alla ricerca di materiale per il suo romanzo. Sposo devoto e pieno di cure, moglie
fedele e innamorata, invecchiano insieme, e fra quattro anni festeggeranno le nozze d'oro. Mariana e
Alberto avevano dimostrato che anche fra la crema e i multimilionari, costruiti col denaro e le
futilit, si pu trovare il vero amore, e pu essere eterno. Una magia dovuta ai poeti che, in materia
d'amore, sono santi pi miracolosi di qualsiasi santo insediato sugli altari.
"La dirittura finale".
Sulla dirittura finale, nella settimana delle elezioni, in quel torrido gennaio del 1941, l'afa che
schiacciava la citt di Rio come un blocco di cemento armato, due buone notizie, tutte e due dovute
all'intervento dell'accademico Altino Alcntara, avevano aperto liete prospettive al candidato unico.
La prima, relativa alla marsina, aveva un interesse principalmente economico. Avendo lo sparato, i
polsi e il collo trapunti d'oro sul tessuto, carissimo, di feltro verde, la marsina accademica costa un
occhio della testa. Che diventa un occhio e mezzo con gl'indispensabili complementi: la feluca
bordata d'oro con la piuma bianca, lo spadino cesellato, il collare dorato. Altino Alcntara, sorpreso
e lusingato per l'invito del collega di partito a pronunziare il discorso di accoglienza - aveva pensato
che il prescelto fosse Rodrigo Incio Filho, uno dei patrocinatori della candidatura del Generale, e, a
quanto aveva saputo, intimo amico di famiglia - aveva promesso di lanciare una sottoscrizione a
Sao Paulo, per finanziare la sontuosa tenuta dell'immortalit. Sarebbe stato un compito gigantesco e
lungo, bench non dispiacesse all'ex-combattente del '32 l'idea del pubblico riconoscimento delle
sue gesta guerresche da parte degli abitanti del grande stato.
Pentitosi della promessa, Alcntara aveva preferito agire per vie traverse, chiedendo la mediazione
di un amico comune presso il governatore del Pernambuco, il quale mostrandosi ricettivo, aveva
promesso di firmare un decreto per stanziare la somma necessaria alla marsina del conterraneo.
L'orgoglio di stato superava le divergenze politiche. Inoltre, come il Mediatore aveva detto al Capo
della polizia, il generale Waldomiro Moreira, confinato nella riserva, senza truppe al suo comando,
comodamente insediato in una poltrona accademica, non rappresentava pericolo alcuno per il
Nuovo Stato. Il regalo ufficiale lo avrebbe neutralizzato completamente: qualche migliaio di
cruzeiros ben investiti.
A parte questa auspiciosa notizia, il benemerito Alcntara gli faceva intravedere la prospettiva di
una elezione unanime. Il Generale dava per scontato il voto in bianco di Lisandro Leite. Pensava
che sarebbe stato il solo, sufficiente tuttavia per togliergli il piacere dell'unanimit, cos rara nelle
votazioni dell'Accademia. Si contavano sulle dita di una mano sola gli Accademici eletti in tal
guisa.
Altino Alcntara, politico in disarmo, eminente avvocato alla testa di una delle pi importanti
banche di Sao Paulo, responsabile degli interessi giuridici del Banco Portugues do Brasil, nonch di
alcune grosse industrie, raramente si faceva vedere a Rio, e ancor meno all'Accademia, fin dalla
chiusura del parlamento a seguito del golpe del 1937. Partecipe delle idee politiche del Generale, e
dichiaratamente simpatizzante con la di lui candidatura e scelto per accoglierlo - il Generale non
aveva fatto misteri dell'invito anticipato - n Evandro e i suoi accoliti, n Lisandro e i fedeli del
colonnello Sampaio Pereira gli avevano detto nulla sulla problematica elezione del Generale. Pura e
semplice perdita di tempo, non valeva la pena. Tuttavia, il Presidente Hermano do Carmo in una
delle poche apparizioni dell'Accademico cos poco assiduo, aveva accennato al deplorevole

atteggiamento del candidato, che proclamava la sua intenzione di non adeguarsi al protocollo,
tralasciando di visitare Lisandro Leite: il fatto aveva avuto una ripercussione negativa.
Prima di tornare a Sao Paulo, Alcntara si era messo in contatto con il Generale, per consegnargli i
suoi voti, dato che una udienza cui non poteva assolutamente mancare, fissata per il giorno delle
elezioni, gl'impediva di venire a Rio. S'era scusato di non potersi recare a casa del pregiatissimo
amico dopo le votazioni per recare personalmente i suoi complimenti a lui, alla sua degnissima
consorte e alla incantevole sua figlia. Aveva approfittato per consigliargli una maggiore flessibilit
nel trattare Lisandro, e, tanto per cominciare, che rivedesse la sua posizione in merito alla visita.
Mi perdoni, mio illustre amico, ma come Ufficiale superiore delle Forze armate, Generale
dell'esercito, mi sento nell'impossibilit di farla: in gioco il mio onore.
Abile politico, Alcntara aveva trovato la via della conciliazione - sempre trovava vie conciliatorie:
Capisco che non desideri andare l personalmente. Faccia cos: lasci il suo biglietto da visita con
due parole in portineria nell'edificio dove lui abita. Esistono precedenti analoghi in elezioni passate.
Forse cos sar possibile ottenere che Lisandro non voti in bianco ma si limiti ad astenersi, rendendo
possibile l'elezione unanime dell'amico.
L'argomento aveva il suo peso, il generale Moreira si ammorbid:
Il caro amico gli direbbe due paroline in merito?
Gli mander due righe da Sao Paulo.
In tal caso gli lascer il biglietto da visita. Domani stesso.
Seguendo il consiglio, aveva lasciato in portineria dell'edificio il suo biglietto da visita,
aggiungendo al nome alcune parole di suo pugno: Presenta i suoi complimenti all'accademico
Lisandro Leite. Sperava cos facendo che quella canaglia contraccambiasse il gesto gentile
astenendosi semplicemente, rinunziando al voto in bianco. L'unanimit sarebbe stata il coronamento
della sua designazione, collocandolo fra i due o tre privilegiati, che, di regola, non perdevano
occasione per far notare la rarissima distinzione di cui erano stati fatto segno.
"Affanno".
Affanno! Parola che piaceva al generale Moreira. Costui l'aveva usata per designare l'agitazione
regnante nella sua casa di Graja in quell'ultimo gioved del mese di gennaio del 1941, data della
sessione dell'Accademia brasiliana di lettere che avrebbe avuto inizio alle ore diciassette, e nella
quale trentanove Immortali avrebbero dovuto eleggere il successore del poeta Antnio Bruno,
scomparso poco pi di quattro mesi prima. Accade, in casi di elezioni estremamente disputate, che
nessun candidato ottenga il quorum indispensabile. Nei casi di candidato unico non era mai
successo.
Affanno! Dona Conceiao non era molto familiare col termine ma, udendo le spiegazioni del
linguista quasi-Immortale, concorda con lui: un lavoraccio simile non le era mai capitato in tutta la
sua vita di serva della cognata e del fratello, e di donna sposata. Un lavoro infernale, una
responsabilit spaventosa. Cammina per la casa, mosca senza testa - sembri una mosca senza testa,
aveva commentato il Generale vedendola tutta disorientata -, dando ordini, assegnando compiti.
Appare d'improvviso nel tinello dove Cecilia e Sabena stanno sbucciando la frutta, ananas, mele,
pere, arance, uva, per il cocktail di frutta e quando si trovano da soli si scambiano bacini - giornata
felice!
Credi che verranno pi di cinquanta persone?
Cinquanta? Aggiunga gente alla cifra, dona Ceiao.
A Sabena piacciono diminutivi e abbreviazioni, segno di stima e intimit: Lei non si ancora resa
conto dell'importanza dell'Accademia brasiliana. Far parte della Illustre Compagnia la
consacrazione massima cui un uomo di lettere possa aspirare. Calcoli cento persone. Da cento in
su.
L'unica cosa da fare aumentare l'ordinazione di coscette e polpettine al sor Antero. Chiedere altre
venti di ciascuna. Telefona Cecilia.

Lasci fare, ci penso io, dona Ceiao.


Che persona servizievole quel signor Sabena. Se Cecilia si deve mettere con qualcuno - anche se
volesse tornare dal marito lui non la rivorrebbe, e ha ragione - che fosse un tipo come Sabena: non
un ragazzino, deve essere sulla quarantina, guadagna benino come giornalista e professore,
separato dalla moglie che se l' filata con un altro - una sua vecchia fiamma - tre mesi dopo il
matrimonio: Cecilia almeno ha aspettato un anno. Senza contare che, malgrado l'et, il sor
Claudionor appartiene gi a una Accademia. Accademia di serie B, a detta del Moreira; ma questo
lo dice solo ora. Prima di ricevere la visita della commissione di Immortali avrebbe desiderato
eccome, entrare nell'altra, tampinava il Sabena, pazzo per quel seggio.
Ma non il momento di pensare all'avvenire di Cecilia n alle qualit del sor Claudionor, ci penser
il buon Dio a decidere! Sabena torna dal telefono: missione compiuta. Dona Conceiao, prima di
partire per il quartier generale della cucina, esclama:
Che spesa! Ne varr la pena?
In cucina stanno friggendo montagne di polpettine di baccal e di crpes. Tre aiutanti, stimolate da
ricche gratifiche, due cugine e una cognata, sono venute ad aiutare Eunice, fedele strumento-pertutti-i-servizi, aiutante della famiglia Moreira da tempi immemorabili. Una delle tre, specialista in
dolciumi, si assunta l'incarico di preparare quindins, fios-de-ovos, olhos-de-sogra, bom-bocados,
brigadeiros (31). Dona Conceiao passando si mette in bocca un quindins: una delizia. In forno,
un prosciutto enorme, pronto, un tacchino e un cosciotto di maiale. Il sor Arlindo si sta occupando
dei beveraggi. Cameriere raccomandato da un vicino festaiolo, arrivato subito dopo pranzo; si fa
pagare caro, ma efficiente - dona Conceiao non sa se dal pagamento deve scontare la coppa di
cristallo che ha rotto lavando i bicchieri. Danno materiale e sentimentale: la coppa, regalo di nozze,
faceva parte di una dozzina che ora rimasta incompleta. Oltre al cocktail di frutta, alle bevande
rinfrescanti e alla birra - due barilotti di quelli piccoli - tre bottiglie di whisky scozzese e due di
cognac francese, sono costate uno spavento! Esigenza di Cecilia che conosce le male abitudini degli
accademici.
Whisky e cognac non possono mancare non mancavano nella garonnire di Rodrigo, di marca
straniera. E niente whisky nazionale e cognac di catrame
Dona Conceiao si metteva le mani nei capelli, ma che fare? Il conto in banca, dove le economie
messe insieme anno dopo anno si accumulavano con gl'interessi, aveva sofferto una grossa falla.
Cecilia aveva imposto che gli abiti per la serata dell'elezione, quando avrebbero ricevuto le
congratulazioni degli invitati e, per la grande serata dell'insediamento, di l a tre mesi, fossero
confezionati da dona Dinah Amado. Informatissima su quanto avveniva dietro le quinte
dell'Accademia, Cecilia aveva scelto quella sarta perch sapeva che da lei si servivano le mogli di
vari Accademici. Quattro vestiti, due cappelli, un'emorragia di denaro; dona Dinah strappava la
pelle alle clienti.
Dona Conceiao abbandona la cucina, d ordini a Cosme, ex attendente del Generale, che, ritiratosi
dalle attivit militari, esercita ora la professione meno nobile ma pi remunerativa del bicheiro (32).
Requisito fin dalla vigilia per i servizi pi pesanti: portare cassette, trasportare sedie e tavoli prestati
dai vicini, incerare la casa.
Voglio che questo salotto brilli come uno specchio.
Non pu dimenticare la medicina del Moreira. Alla visita di controllo mensile, il cardiologo
constatando che la pressione era aumentata ancora, aveva aggiunto alle altre medicine un'altra
compressa. Fingendo calma, il marito teso, lo conosce - prepotente ma non grossolano, almeno
non con la moglie e la figlia, quel giorno le aveva dato della mosca senza testa, segno di
nervosismo.
Dona Conceiao appare nel tinello d'improvviso, per poco non prende in flagrante Cecilia e
Sabena, attraccati in una succhiata da d di festa.
Cecilia, lascia stare la frutta, ci pensa il sor Arlindo, va' ad aiutare Eunice in cucina perch le
ragazze possano andare a fare le stanze. E lei, signor Claudionor, vada a chiacchierare con Moreira
per distrarlo un po'.

Sabena lancia a Cecilia uno sguardo appassionato, Cia lo restituisce a Clocl pieno di promesse.
Dona Conceiao sospira: voglia il cielo che duri, che finiscano per mettersi insieme, non termini
tutto d'improvviso come le altre volte; ahi quella testa sventata di Cecilia!
Incapace di restarsene nella sdraia, il candidato misura il giardino da lato a lato, a passo di carica.
Sabena, recluta mediocre, sbaglia il passo, ma continua ad accompagnare l'amico e, chiss, forse
futuro suocero. Ancora una volta combinano i particolari per il momento solenne dell'elezione.
Sabena rester nell'anticamera che separa la sala da t da quella delle riunioni, tenendosi vicino
all'apparecchio telefonico che si trova l sopra un tavolinetto. Appena terminata la votazione, gli
comunicher il risultato finale: qualche voto in bianco o l'unanimit consacratrice? Forse, in
riconoscimento del biglietto da visita lasciato, Lisandro Leite non voter scheda bianca. In tal caso,
il Generale pronto a dimenticare le offese del passato e tendere la mano al collega d'immortalit
come rivela al buon Sabena.
Impugnando bicchiere e pillola dona Conceiao si avvicina:
La medicina, Moreira. Non credi che oggi dovresti prendere due compresse invece di una?
Non vedo perch. Mi sento benissimo. Inghiotte la pillola, beve un sorso d'acqua: Voglio che
tutto sia pronto e in ordine per il momento dell'arrivo degli Accademici. Lascia che un sorriso
interrompa la seriet abituale del viso, pizzica, gesto raro, il viso della moglie.
Domani vado dal Pena, il sarto ufficiale dell'Accademia, a farmi prendere le misure per la
marsina.
L'insediamento del Generale gli coster un abito nuovo, pensa Claudionor Sabena, ma sar denaro
ben investito: la mano di Cecilia, il premio Jos Verissimo e in futuro, chiss, col suocero l dentro
che lavora per lui I sogni popolano la casa di Graja, dove dona Conceiao si agita in mezzo a uno
spaventoso affanno.
"Il candidato a ministro".
Renato Muller Vieira, ambasciatore del Brasile in Messico, arriv a Rio in ferie, esattamente la
vigilia delle elezioni. Accademico da cinque anni, scelto al quarto scrutinio di una elezione difficile,
era la prima volta che aveva occasione di trovarsi presente a una votazione. I suoi viaggi in Brasile
non avevano coinciso con le altre due elezioni, e aveva votato per corrispondenza. Anche per il
seggio vacante di Bruno aveva mandato la lettera al defunto candidato Sampaio Pereira non appena
ricevuto il suo lungo e caloroso telegramma.
Non conosceva il Colonnello, altro che di nome, non lo aveva mai visto, n aveva letto alcuno dei
polemici studi politici di cui era autore. Ma si era affrettato a mandargli voto e congratulazioni, dato
che trattavasi di una personalit influente nel Governo, di prestigio riconosciuto negli ambienti
militari. Avrebbe potuto rappresentare un elemento decisivo per le ambizioni di Muller Vieira, che
si trovava sulla lista dei possibili sostituti di Oswaldo Aranha al ministero degli esteri, caso si
fossero concretizzate le annunziate dimissioni. Il fatto di essere stato in servizio in Germania dopo
l'avvento di Hitler gli pareva una credenziale di peso: aveva lasciato buon ricordo presso le autorit
naziste, il che tornava utile nelle circostanze attuali, in cui il Brasile pareva tendere ad una politica
estera di alleanza con l'Asse.
Poeta e romanziere - poesia ermetica, narrativa cabalistica -, con una mezza dozzina di libri
pubblicati, era molto stimato da certi critici che, fra grandi elogi, scomodavano Dostoevskij, Joyce e
Kafka per spiegare l'angoscia e la solitudine che pervadevano la sua opera. Poco letto dato l'estremo
elitismo e la tematica intimista, nei suoi romanzi il Brasile non esisteva e nella sua poesia neppure i
pi sottili erano riusciti a trovar traccia d'amore. Non lo leggono neppure i critici che tanto lo
esaltano, asseriva R. Figueiredo Junior (seguito da vari altri maldicenti); critici che, secondo
l'opinione dello stesso acido drammaturgo, neppure avevano mai letto Joyce e Kafka e al gran
massimo avevano sfogliato qualche traduzione di Dostoevskij. La verit era che, letto o non che
fosse, si era creata intorno a Renato Muller Vieira una fama di genio: i suoi romanzi e poemi
riflettevano, nell'opinione di quei teorici della letteratura, il drammatico mondo attuale, la violenza

scatenata, non quella della guerra - chirurgia universale e necessaria - ma quella interna all'essere
umano, scatenata.
Aveva avuto un telegramma anche dal generale Moreira, cortino. Il Generale pagava con i suoi
sudati soldini, il Colonnello si serviva dei fondi per il combattimento al comunismo. Aveva risposto
ringraziandolo e informandolo che era gi impegnato con Sampaio Pereira. Dopo la morte del
possente Colonnello si era mostrato pi gentile nell'accusare ricevuta della lettera dell'ormai
candidato unico, il quale sottolineava la nuova situazione creatasi e gli chiedeva il favore di
mandargli il suo voto: lo aveva informato che si sarebbe trovato in Brasile al momento
dell'elezione, avrebbe avuto il piacere di sostenere personalmente col suo suffragio il nome
dell'eminente Generale. Quello che non disse era quanto gli rincresceva per la morte del Colonnello;
potente com'era, il tipo avrebbe pagato con gl'interessi l'appoggio per l'elezione, mentre l'unica virt
del candidato unico erano le stelle sulla tunica. In ogni caso, anche all'opposizione un Generale
sempre un Generale.
Era arrivato con l'intenzione di approfittare delle ferie per mettere in chiaro la faccenda delle
dimissioni di Aranha e consolidare il lavoro attorno al proprio nome. Aveva degli amici nel
gabinetto del Capo del governo. Aveva passato la mattinata e il primo pomeriggio all'Itamaraty, da
dove era uscito dirigendosi direttamente all'Accademia. Ricevuto con complimenti e parole di
benvenuto, alla segreteria aveva riscosso l'assegno per gli appannaggi in arretrato - pur non
intervenendo li riceveva ugualmente per cortesia del Presidente - e nella sala da t ci fu chi lo
chiam ministro. Lisandro Leite, non contento dell'abbraccio e del benvenuto, trascin il collega nel
vano di una finestra:
Prima che ti facciano qualche altro nome, desidero avvisarti che sar candidato il nostro Raul
Limeira
Il Rettore?
Proprio lui. Pi che rettore, amico intimo di "lui". Per chi si trova con un piede nella staffa per
diventare ministro
Ma candidato a quale seggio? E' forse morto qualcuno fra l'altro ieri e ieri, mentre ero in aereo?
Al seggio di Antnio Bruno.
Ma quello sar occupato oggi.
Dipende
Dipende da che?
Dal tuo voto per esempio. Potrebbe essere quello decisivo. Sono autorizzato da Raul a parlare con
te. Lui ti sapr dimostrare la sua gratitudine.
Non ci capisco niente. Parla chiaro.
Andiamo in biblioteca, l staremo pi tranquilli.
"La natura umana".
Approdando alla porta del Petit Trianon proveniente da Petroplis, per l'elezione, Rodrigo Incio
Filho si trova stretto fra le braccia ossute di Evandro Nunes dos Santos:
Felice mortale, a goderti le delizie della montagna, mentre noi soffochiamo in questa fornace
A braccetto s'incamminano verso la segreteria. Rodrigo chiede informazioni sulla marcia degli
eventi:
E allora, come va la guerriglia, El Pasionario? Chi ti ha trovato questo nomignolo stato il tuo
compare Portela, quel beffeggiatore.
La guerriglia far la sua ultima sortita fra pochino. Evandro si ferma in mezzo al vestibolo, si
leva il pince-nez tutto sorridente: Il nemico circondato, stiamo per liquidarlo.
Rodrigo confida:
La natura umana molto ribalda, sor Evandro.
Ti pare?

Sono stato io a scoprire il Generale quando tu e Portela ne cercavate uno che avesse i requisiti
necessari. Ho fatto parte della delegazione che andata a casa sua a invitarlo a candidarsi
Anch'io. Afrnio mi ci ha obbligato.
ho letto un libro che mi ha mandato
Io non sono arrivato a tanto.
ho avuto un amorazzo con la figlia, fanciulla galante, un tantino scipita Infine, sono amico di
famiglia, quasi un parente. Eppure voto per lui unicamente per sentirmi in pace con la coscienza e
quel che peggio faccio il tifo per la vostra vittoria contro quel pover'uomo. Non c' dubbio, la
natura umana molto ribalda.
Pover'uomo? E' gi l che d ordini e contrordini, a dire che Bruno era una bestia al quadrato.
Figurati se arriva a essere eletto. Guarda che il tuo voto potrebbe mancarci. Pensando in maniera
logica tu voti contro non secondo coscienza. Pensaci un po'
Rodrigo riprende la marcia verso la segreteria:
Vade retro!
Galante e insipida! Va l, paga il prezzo del libertinaggio. Ma per favore, non prendere impegni
per entro i prossimi quattro mesi; il nostro candidato Feliciano. Lo sapevi gi, no?
Voter per lui con molto piacere, se vincete voi.
Ne dubiti ancora? Con me qua dentro, nessuno scambia la divisa per la marsina. N la divisa n la
tonaca.
Tu sei l'ultimo anticlericale del mondo
Non sono anticlericale, sono materialista. Ho molti amici preti, ma non voglio che vengano a
predicar di religione qua dentro.
e l'ultimo antimilitarista
Sono un laico, questo s. Ho amici anche fra i militari ma non accetto che vengano qui a
inquadrarci Seggio dell'esercito, quando mai s' visto?
"L'urna".
Come d'abitudine, il Decano Francelino Almeida posa per i fotografi con la mano tesa verso l'urna,
in atto di chi sta depositando il voto. Usciti i cronisti, le porte della sala di riunione sono chiuse.
Vestito con l'eleganza di un lord, nero come il carbone con i capelli bianchi, il vecchio fattorino va
da una poltrona all'altra, ognuno degl'Immortali deposita nell'urna un foglietto piegato. Prima, il
Presidente aveva dato lettura delle lettere ricevute dagli assenti, accompagnate dal voto in busta
chiusa.
Riportata al tavolo, l'urna svuotata. Il conteggio dei suffragi avr inizio fra breve. Terminato che
sia, i foglietti saranno rimessi nell'urna e il vecchio fattorino la cosparger di alcool prima di
sfregare il fiammifero che accender il fuoco distruttore. Cos, il segreto del voto sar seppellito fra
le ceneri.
Nella sala da t giornalisti e fotografi liquidano ci che resta di una tavola imbandita. Nelle elezioni
disputate sale, hall e biblioteca sono gremite di gente, adepti delle varie candidature, un vero
tumulto. L'elezione a candidato unico non conosce lotta n sorpresa, non diverte. Malgrado ci si
sono fatti vedere alcuni curiosi, fra i quali il vecchio mercante di libri, Carlos Ribeiro. Aspettano la
fine della sessione per farsi dare un passaggio fino alla casa dell'Accademico appena eletto,
presentargli le congratulazioni, abbuffarsi un po'. Ritto presso il tavolinetto del telefono, Claudionor
Sabena aspetta il momento di comunicare al generale Waldomiro Moreira la conquista
dell'immortalit.
"La telefonata".

Seduto nella poltrona accanto al telefono, il generale Waldomiro Moreira aspetta la chiamata
dell'amico Claudionor Sabena, che gli comunicher la conquista dell'immortalit. Vestito in alta
uniforme, il volto grave, dimostra una degna serenit. Accanto a lui la figlia, leggerona, ma devota
al padre. Dona Conceiao va e viene per gli ultimi preparativi. In ghingheri, tutte e due.
Alcuni visitatori sono venuti ad attendere l'auspiciosa novella in compagnia del candidato, si
sparpagliano per il salotto: vicini, amici pi intimi, alcuni compagni d'armi, ufficiali che hanno
prestato servizio con lui. Ammirano la tavola ben imbandita, piatti e vassoi di roba dolce e salata, il
prosciutto, il cosciotto, il tacchino. I pi intimi conoscono le qualit culinarie di Eunice. In giardino,
il sor Arlindo ha montato il bar: i barili di birra, le cocktelere piene, le bevande rinfrescanti e, in un
angolo nascosto, le bottiglie di whisky e cognac, riservate agl'Immortali e alle altre eccellenze.
Mai il tempo era passato cos lentamente; il Generale aspetta, gli altri chiacchierano a bassa voce, di
tanto in tanto uno scoppio di risa. Dona Conceiao appare sulla porta di cucina, portando un ultimo
vassoio:
Ancora niente?
In quel momento preciso suona il campanello del telefono. Il Generale tende la mano, Cecilia
indossa un bel sorriso, dona Conceiao resta ferma.
Sabena? Son io, s. E allora? Unanime?
Ascolta, sbarra gli occhi, apre la bocca, la voce strangolata:
Cosa?
Il sangue gli sale al viso, un rivoletto fra le labbra. Il Generale lascia andare l'apparecchio, il corpo
si piega in avanti, nella poltrona. Dona Conceiao lascia cadere il vassoio, polpettine di baccal
rotolano per il salotto. Corre verso il marito, si abbraccia a lui.
Suoni distanti, quasi inaudibili al telefono: Al! al! Cecilia risponde, la voce disfatta:
Vieni presto, a pap gli venuto qualcosa
Ha sbagliato l'ora per morire, avrebbe detto dona Conceiao tempo dopo. Aveva lasciato passare il
momento buono, quello dell'altra telefonata, quando si era saputo candidato unico e s'era
considerato eletto.
"La notizia".
Afrnio Portela depone il cappello e il bastone, la donna di servizio lo aspettava per dargli
l'ambasciata:
Il dottor Hermano la prega di telefonargli immediatamente, una cosa della massima urgenza.
Dirigendosi verso il suo studio mastro Afrnio sorride a dona Rosarinho, che gli viene incontro,
ansiosa di conoscere il risultato. Mentre aspetta che il Presidente risponda al telefono, bacia la
moglie e le promette di soddisfare la sua curiosit:
Ti racconto tutto subito. Risponde alla voce all'altro capo del filo: S Hermano, puoi parlare, ti
ascolto.
Ascolta con la mano appoggiata alla spalla di dona Rosarinho. La mano si contrae, l'esclamazione
sfugge:
Cribbio!
Riattacca, resta immobile, in silenzio. Dona Rosarinho lo prende per un braccio:
Che stato, Afrnio?
Abbiamo ammazzato il Generale!
"Il secondo".
Il nonno rientra in casa, un nipote di qua uno di l.
Racconta, nonno.
Svelto, tesoro, abbiamo fretta di sapere.

Evandro Nunes dos Santos siede nella sua poltrona preferita, accende una sigaretta. Parlando
giocherella col pince-nez:
Ha avuto sedici voti, gliene sono mancati quattro per avere il quorum. Dodici si sono astenuti,
undici hanno votato scheda bianca. Finita la storia del seggio riservato all'Accademia. Bruno avr il
successore che merita: Feliciano.
Non ti pare che i poeti potrebbero averlo un seggio riservato, tesoro? ricorda Isabel, lettrice
insaziabile di poesia.
Suona il telefono, Pedro risponde:
Il vostro Presidente, nonno. Penso che voglia congratularsi, molto eccitato.
Evandro prende il ricevitore:
Ci meritiamo non termina la frase, rimane in ascolto. Non me lo dire. Spiacevolissimo, senza
dubbio. Triste, non c' che dire, ma in fin dei conti una guerra una guerra.
Riattacca, comunica ai nipoti ci che successo al Generale:
Nell'apprendere la notizia caduto fulminato. Morte istantanea.
Infarto?
Lo puoi chiamare cos, se vuoi. Per me stata morte violenta.
Il secondo, nonno. Non dimenticare il Colonnello gli ricorda Pedro. Per una lotta, stata una
lotta e tanto, nonno.
"Due vecchi letterati".
Due vecchi signori, letterati di fama, democratici, uno dei due semplicemente liberale, Afrnio
Portela, l'altro liberale con venature di anarchico, Evandro Nunes dos Santos, sbevazzano alla
pasticceria Colombo, verso la fine del pomeriggio del giorno seguente all'elezione. Lo sguardo di
mastro Afrnio si eleva fino al piano dell'atelier di Madame Picq, da dove, in tempi passati, Rosa
faceva il filo ad Antnio Bruno. Lei non si spenzola pi dalla finestra, ha inaugurato un atelier in
proprio, un intero piano a Rua do Rosario; aveva mandato un cartoncino per offrire i suoi servigi a
dona Rosarinho.
Ho cominciato a scrivere un romanzo, compare. Dopodomani vado nel nostro podere di
Terespolis, comincio a mettere un foglio nella macchina.
Era tempo.
Avevo pensato che "La donna allo specchio" sarebbe stato l'ultimo, avevo perso il gusto per
gl'intrecci ambientati nei saloni, per la gente che vive fra saloni e garonnire, e Lenois era rimasto
ben indietro nel tempo, non sarei riuscito a creare una nuova Maluquinha.
Ma io ho letto un racconto, non molto tempo fa C'era anche la pasticceria Colombo in quella
storia, me ne ricordo molto bene.
Mastro Afrnio si sent tutto inorgoglito nell'udire Evandro che parlava del suo racconto; non
sapeva che il compare l'avesse letto e avesse conservato memoria dei particolari.
"Il t delle cinque", pubblicato circa quattro anni fa. Ispirato in una relazione che Bruno ha avuto
con una sartina dell'atelier l di fronte, al secondo piano di quell'edificio. Be' ricomincio da lei
Da chi, dalla sartina?
Da lei, s, ora la conosco bene, nel racconto ho falsificato completamente il suo personaggio.
Protagoniste saranno lei e altre tre amanti di Bruno. Tutte e quattro erano alla veglia funebre. Anzi
proprio l che comincia il romanzo: alla veglia funebre.
E' stato l che cominciata anche la nostra lotta, con l'entrata di Sampaio Pereira, te ne ricordi?
Fece un bel saluto militare al defunto, e la fotografia fu pubblicata su tutti i giornali perch nessuno
lo mettesse in dubbio. Evandro prende il bicchiere: Che diavolo faccio io ora? Tu hai il romanzo
per occuparti il tempo a Terespolis. Sentir la mancanza della guerriglia.
Non dovevi cominciare a scrivere le tue memorie?
La guerriglia pu servire per un buon capitolo I funerali del Generale ci sono stati stamani, no?
Alza il bicchiere e lo vuota.

Anche Afrnio Portela beve l'ultimo sorso prima di rispondere. I bicchieri levati, sembra che
propongano un brindisi.
Stamani, s. Lo hanno seppellito alle undici. Rodrigo andato alle esequie, a darvi lustro.
Chiama il cameriere, chiede il conto. Guarda il compare Evandro Nunes dos Santos, sulle labbra
quel suo sorriso malizioso. Conclude, voce macabra e affettuosa:
Assassino!
Camminano, i due vecchi letterati, a passi misurati per via, contenti e soddisfatti. Si dirigono verso
la libreria, per il vizio di sfogliare volumi, sapere delle ultime novit uscite, commentare successi e
insuccessi, comprare sottobanco i libri stranieri la cui vendita stata proibita dalla dittatura.
"La morale della favola".
La morale? Guardatevi in giro: ovunque, in tutto il mondo sono di ritorno le tenebre
dell'oscurantismo, la guerra contro il popolo, la prepotenza. Ma, come si dimostra in questa favola,
sempre possibile piantare un seme, accendere una speranza.
Pedra do Sal, Bahia, gennaio-giugno 1979.

NOTE.

N. 1. L'uso del pronome di seconda persona e la sostituzione della terza alla seconda persona del
verbo sono correnti nel linguaggio popolare di Bahia.
N. 2. Cangao: associazione di banditi che negli stati del nord-nordest del Brasile taglieggiavano,
uccidevano, assalivano le "fazendas" pi isolate e a volte anche le citt.
N. 3. Sertao: zona arida e selvaggia del nordest del Brasile.
N. 4. Dal nome del candidato Armando de Sales.
N. 5. Rivoluzione in difesa della Costituzione, che nel 1932 vide di fronte i pi evoluti ed
industrializzati stati del sud e gli stati del nord pi arretrati e agricoli.
N. 6. Il Minas Gerais fu uno degli stati in cui si combatt la guerra civile del '32.
N. 7. Nag, cabinda, quimbundo: dialetti delle omonime popolazioni del Dahomey e dell'Angola,
trascinate in schiavit in Brasile. Per estensione, linguaggio contaminato e scorretto.
N. 8. Ruy Barbosa (1849-1923). Uomo di stato e giurista brasiliano, noto per essersi battuto, alla
seconda Conferenza dell'Aja (1907) per il principio dell'eguaglianza legale fra tutti gli stati sovrani.
All'interno del suo paese si batt per l'abolizione della schiavit e per la fondazione di uno stato
repubblicano.
Joaquim Nabuco. Scrittore pernambucano che si batt per l'abolizione della schiavit. In un libro
famoso ("O abolicionismo", 1883) egli tent di dimostrare che lo schiavismo avvelenava la vita
stessa della nazione.
N. 9. Una specie di polenta fatta con farina di riso e condita con coriandolo, noccioline di caju,
ginepro, sale, cipolle, arachidi, pepe, menta e prezzemolo. Pi gamberetti secchi e la testa di alcuni
grossi pesci (oppure il pesce intero, ma l'essenziale la testa).
N. 10. Piatto rituale dei candombl, originariamente fatto con le foglie di una pianta selvatica
chiamata appunto caruru, oggi con una verdura leggermente mucillaginosa (quiabo) insaporita da
teste di pesce, gamberi secchi ed altri condimenti.
N. 11. Considerato da alcuni il pi saporito dei piatti baiani, fatto con foglie aromatiche,
localmente chiamate lingua-di-bue, condite con gamberetti secchi, latte di cocco, olio di palma
(dende), noccioline di caju, arachidi, cipolla, aglio e coriandolo. Si serve in ciotole di terracotta.
N. 12. Qualsiasi tipo di stufato in cui al posto dell'olio d'oliva o di semi si usi l'olio di dende.

N. 13. Ea de Queiroz (1845-1900). Romanziere portoghese la cui opera pi nota, "Il cugino
Basilio", ricalca i moduli della "Madame Bovary" di Flaubert.
N. 14. Inconfidncia: rivolta scoppiata nel 1789 nel Minas Gerais, capeggiata da Jos da Silva
Xavier, soprannominato Tiradentes per il mestiere che occasionalmente esercitava. La rivolta ebbe
come causa i balzelli esosi che il governo del Portogallo imponeva sull'estrazione dell'oro.
N. 15. Fernando Pessoa (1888-1935). La pi importante figura del movimento letterario modernista
portoghese. Scrisse sotto vari pseudonimi (Ricardo Reis, Alvaro de Campo, Alberto Caeiro), oltre
che col proprio vero nome, cambiando stile e personalit, a seconda del nome con cui firmava i suoi
scritti.
N. 16. Ea, Ramalho, Antero. Generazione di scrittori portoghesi che va dalla fine dell'800 ai primi
del '900.
N. 17. Camoes, Luis Vaz de (1524-1580). Il maggior poeta portoghese, la cui opera pi famosa, il
poema epico "I Lusiadi", canta l'epopea dei grandi navigatori portoghesi, primo fra tutti Vasco da
Gama, scopritore della via marittima verso l'India.
N. 18. I Bandeirantes: bandeiras venivano chiamate al tempo dei pionieri le spedizioni all'interno
del Brasile, alla ricerca di pietre preziose e metalli, o per razziare indios da ridurre in schiavit.
Dato che i componenti di tali spedizioni provenivano per lo pi da Sao Paulo, la parola
bandeirante fin per divenire sinonimo di paulista. Non hanno diritto alla denominazione gli
abitanti d'immigrazione pi recente, i cui antenati non hanno partecipato alle bandeiras.
N. 19. Exu. Fra gli spiriti della terra d'importazione africana, oggetto dei culti candombl, Exu il
pi dispettoso e bisbetico, al punto da essere sincretizzato col demonio.
N. 20. Caboclo Curiboa. Il candombl di caboclo, originario di Sao Paulo, aggiunge agli orix
venerati nei riti originari alcuni spiriti locali, di gente del popolo (caboclos particolarmente meritori
per le loro grandi virt o per le sofferenze patite in vita).
N. 21. Yemanj. Spirito del mare, e madre di tutti gli orix.
N. 22. Negro Ritacnio. Spirito appartenente al candombl di caboclo.
N. 23. Specie di lotto, nel quale anzich su numeri si punta su animali (bicho = animale).
N. 24. Cachaa e sigari sono le offerte pi gradite a Exu.
N. 25. Movimento popolare secessionista, tendente a staccare lo stato di Sao Paulo dalla
Confederazione di stati del Brasile.
N. 26. Vedi nota 17.
N. 27. Guerra del Paraguay (1864-70). Vide di fronte Brasile e Paraguay per la questione dello
Chaco, su cui il Brasile accampava pretese, e cost il potere al dittatore Solano Lopes del Paraguay.
N. 28. Questione cisplatina: derivante dall'interesse che nella prima met dell'800 il Brasile
manteneva per le repubbliche del Mar del Plata, in particolare l'Uruguay.
N. 29. Rosas, Juan Manuel de, dittatore argentino che tenne il potere dal 1829 al 1852. Il suo
rovesciamento a opera di Justo Jos de Urquiza, governatore della provincia di Entre Rios, fu
appoggiato e aiutato dal Brasile.
N. 30. Sertanista: studioso della terra e della gente del sertao.
N. 31. Quindins: pasticcini a base di cocco grattugiato e rosso d'uovo. Fios de ovos: biscottini di
pasta sottile e uova battute. Olhos-de-sogra: pasticcini fatti con una prugna oppure un dattero,
rivestiti di pasta. Bom-bocados: torte a base di rosso d'uovo, latte di cocco e cocco grattugiato.
Brigadeiros: pasticcini rotondi a base di latte condensato cotto fino a evaporazione totale e
cioccolato.
N. 32. Bicheiro: allibratore per una specie di tombola in cui i numeri sono abbinati a nomi di
animale (bicho = animale).

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