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LE SOLUZIONI

1. DEFINIZIONI
Miscela o miscuglio
Porzione di materia (aperta, chiusa o isolato) che contiene due o pi sostanze.
Miscela omogenea: formata da ununica fase (identiche propriet chimico-fisiche in ogni suo punto).
Miscela eterogenea: formata da pi fasi (con diverse propriet chimico-fisiche).
Una miscela eterogenea solido-liquido, tipo sabbia e acqua, detta sospensione.
Una miscela eterogenea liquido-liquido, tipo acqua e olio, detta emulsione.
Una miscela eterogenea gas-liquido detta schiuma.

Soluzioni
Miscele omogenee di due o pi componenti.
In chimica una soluzione un sistema chimicamente e fisicamente omogeneo che pu essere decomposto
per mezzo di metodi di separazione fisici.
Le differenti sostanze pure che compongono una soluzione sono dette componenti.
Il componente presente in quantit maggiore si chiama solvente, gli altri vengono detti soluti.
SOLVENTE: Mezzo disperdente: componente presente in quantit maggiore.
SOLUTO: Componente(i) disperso(i) nel solvente (o soluti).
In tutti i tipi di soluzione il solvente il materiale presente in quantit maggiore e spesso decide lo stato di
aggregazione finale della soluzione.
Se teniamo conto dello stato di aggregazione, le soluzioni si dividono in:

liquide

solide

gassose
Le soluzioni liquide si ottengono sciogliendo un liquido, un solido o un gas in un liquido.
Il primo liquido il solvente mentre il secondo liquido o il solido o il gas il soluto.
Le soluzioni liquide sono le soluzioni pi diffuse.
Le soluzioni solide si ottengono sciogliendo un solido in un altro solido.
Esempio: per ottenere una soluzione di rame e zinco dobbiamo fondere insieme il rame e lo zinco, poi
dobbiamo farli solidificare cio farli diventare da liquidi a solidi.

Quando abbiamo delle soluzioni solide ottenute dallunione di due o pi componenti e almeno uno di
questi componenti un metallo sono chiamate leghe metalliche.
Esempio:
acciaio = ferro + carbonio
bronzo = rame + stagno
Le soluzioni gassose sono composte da un gas unito ad un altro gas.
Esempio: nellaria il solvente lazoto perch presente in quantit maggiore rispetto allossigeno,
allanidride carbonica, al vapore acqueo,
2. UNIT DI CONCENTRAZIONE
Le propriet chimiche e fisiche di una soluzione (reattivit, colore, conducibilit elettrica, ecc.) dipendono
dalla quantit dei soluti e del solvente.
Il comportamento di una soluzione dipende:
dal tipo di particelle disperse nella soluzione
dalle caratteristiche del mezzo disperdente
dalle interazioni tra solvente e soluto.
quindi necessario specificare sempre la composizione di una soluzione, precisando le quantit relative
dei componenti (CONCENTRAZIONE).
Esistono molti modi di esprimere la concentra-zione di una soluzione a seconda delle esigenze.
Le unit di misura utilizzate per esprimere la concentrazione di una soluzione sono raggruppabili in due
categorie:
unit di misura di tipo fisico
unit di misura di tipo chimico
Le unit di misura di tipo fisico sono:
- Densit
definita come la massa dellunit di volume di una sostanza o di un miscuglio.
Si simboleggia con d (d = m/V) e si misura, generalmente, in :[g/ml], [Kg/l], [Kg/dm3], [Kg/m3].
Maggiore la densit di una soluzione, maggiore la quantit di soluto in essa contenuto e,di
conseguenza, maggiore la concentrazione della soluzione stessa.
- Concentrazione percentuale in massa
definita come la quantit in grammi di soluto in 100 g di soluzione (solvente pi soluto) e si
simboleggia con %m/m (o %w/w dall'
inglese weight).
Ne consegue che, per preparare 100 g di soluzione al 5% m/m di una qualsiasi sostanza, si debbono
prendere 5 grammi della sostanza stessa ed addizionare 95 g di solvente.
massa soluto (g)
%(massa %) = ________________ x 100
massa soluzione (g)
- Percentuale in massa nel volume
definita come la quantit in grammi di soluto in 100 ml di soluzione (solvente pi soluto) e si
simboleggia con %m/v.
Ne consegue che, per preparare una soluzione al 5%m/v di una qualsiasi sostanza, si debbono prendere 5
g della stessa, scioglierli nella minor quantit di acqua possibile e portare a 100 ml in recipiente tarato.

- Concentrazione percentuale in volume


definita come la quantit di soluto, in millilitri, che troviamo in 100 ml di soluzione (solvente pi
soluto) e si simboleggia con %v.
Ne consegue che, per preparare una soluzione al 5%v di una qualsiasi sostanza, si debbono misurare 5 ml
di soluto ed aggiungere 95 ml di solvente.
Ovviamente questa unit di misura utile solo nel caso in cui sia il solvente che il soluto siano sostanze
liquide (come accade per le soluzioni idroalcooliche).
volume soluto (ml)
%(volume %) = _________________ x 100

volume soluzione (ml)


Quando la quantit di soluto molto piccola, essa viene spesso indicata in parti per milione (ppm).
Le unit di misura di tipo chimico sono:
- Molarit o concentrazione molare
definita come la quantit in moli di soluto in un litro (1000 ml) di soluzione (solvente + soluto) e si
simboleggia con M. L'
unit di misura [mol /l].

Mi =

ni
V

Ne consegue che, per preparare una soluzione 2 molare (2M) di una qualsiasi sostanza dobbiamo
prendere 2 MM (masse molari) di sostanza, scioglierle nella minor quantit possibile di solvente e portare
a volume (1 L) in recipiente tarato.
- Molalit o concentrazione molale
definita come la quantit di soluto, in moli, che troviamo in 1000 g (1 Kg) di solvente puro. Si
simboleggia con m. L'
unit di misura [mol /Kg].

mi =

ni
Q

Ne consegue che per preparare una soluzione 2 molale (2m) di una qualsiasi sostanza si debbono prendere
2MM (masse molari) di sostanza e si deve aggiungere 1 Kg di solvente puro.
Tra due soluzioni che siano una 2M ed una 2m, quella 2 M pi concentrata.
- Normalit o concentrazione normale
definita come il numero di equivalenti di soluto in un litro di soluzione (solvente + soluto) e si
simboleggia con N.
Ne consegue che per preparare una soluzione 2 normale (2N) di qualsiasi sostanza si debbono prendere
due equivalenti della sostanza e, in recipiente tarato, portare a volume dopo aver portato in soluzione la
sostanza con la minor quantit di acqua possibile.
equivalenti soluto (eq)
eq
N = ____________________ = _____
volume soluzione (l)
V

- Frazione molare
Pu essere o meno percentuale e rappresenta il rapporto tra le moli del soluto che ci interessa e le moli
totali presenti nella soluzione (quindi anche del solvente).

Xi =

ni
n tot

EQUIVALENTE
L'
equivalente, in chimica, un'
unit di quantit di materia la cui definizione dipende dal tipo di sostanza
considerata e dalla reazione in cui questa coinvolta:
Un equivalente di un acido la frazione di mole che cede una mole di ioni H+ (ovvero 1 g) dissociandosi;
Un equivalente di base o idrossido la frazione di mole che cede una mole di ioni OH- (ovvero pu
sostituire una mole di ioni metallici con una mole di ioni H+; ovvero 1 g) dissociandosi;
Un equivalente di ossidante la frazione di mole di sostanza che acquista una mole di elettroni in una
reazione redox;
Un equivalente di riducente la frazione di mole di sostanza che cede una mole di elettroni in una
reazione redox;

In generale si pu affermare che un equivalente di una specie chimica reagisce sempre con un equivalente
di un'
altra, dando un equivalente di prodotto.
Mentre la mole una quantit definita e costante di materia (contenente un numero di Avogadro di
particel-le), l'
equivalente una quantit variabile, definita di volta in volta dallequazione chimica
bilanciata.
Il numero di equivalenti , comunque, sempre un multiplo intero (1,2,3, ecc.) del numero di moli.
La massa in grammi di un equivalente detta massa equivalente (ma anche peso equivalente PE) e si
indica con ME ed ha come unit di misura [g/eq].
Il valore della massa equivalente di un composto si calcola attraverso il rapporto tra la sua massa molare e
il numero di equivalenti contenuti in una mole.
Il numero di equivalenti (neq) corrispondenti a una data massa di composto si calcola dividendo la massa
data (m) per il peso equivalente o massa equivalente del composto:

massa soluto (g)


neq = _______________
PE (g/eq)
Esempio: Calcolare la massa equivalente di HNO3, H3PO4.
HNO3: 1 mole contiene o pu fornire 1 mole di ioni H+ secondo lequazione:
HNO3 H+ + NO3n = 1 eq/ mol quindi la massa equivalente uguale alla massa molare Meq= M

H3PO4: 1 mole contiene o pu fornire 1, 2 o 3 moli di ioni H+ secondo le equazioni:


H3PO4 H+ + H2PO4n = 1 (eq/ mol)
Meq= M
H3PO4 2H+ + HPO42n = 2 (eq/ mol )
Meq= M/2
H3PO4 3H+ + PO43n = 3 (eq/ mol)
Meq= M/3
3. INTERCONVERSIONE UNIT DI CONCENTRAZIONE
3.1 PER PASSARE DA %(m/m) A %(m/v)
Ho a disposizione g(sostanza)/ 100 g(soluzione) e devo passare a g(sostanza)/ 100 ml(soluzione).
La trasformazione da grammi in ml avviene tramite la conoscenza del valore di densit della soluzione:
d = m/V
da cui ricavo che V = m/d

Il valore del volume di 100 g di soluzione eguale al quoziente tra la sua massa (100g) e la sua densit.
Esempio: Se una soluzione fosse al 33% m/m con densit 1,28 g/ml avremmo che 100 g della soluzione
occuperebbero un volume di 100 g / 1,28 g/ml = 78,125 ml.
I 33 g di soluto sono sciolti in 78,125 ml di soluzione i quali hanno massa pari a 100g.
La %m/v sar data da 33 x 100 / 78 = 42,31%m/v .
Se preferite: 33 : 78 = x : 100.
3.2 PER PASSARE DA %(m/v) A M (molarit)
Ho a disposizione g(sostanza)/ 100 ml(soluzione) e devo passare a M = moli /l = moli / 1000 ml.
Ricordando che n = g/PM si passa da g a moli e si considerano 1000 ml invece che 100 ml.
Esempio: Calcolare la molarit di una soluzione al 49% m/v di acido solforico.
n = moli acido solforico = 49 g / 98 g/mol = 0,5 mol
0,5 mol : 100 ml = x : 1000 ml
x = 0,5 mol . 1000 ml / 100 ml = 5 mol = numero moli in 1 L = molarit
La soluzione sar 5 M.
3.3 PER PASSARE DA %(m/m) A M (molarit)
Ho a disposizione g(sostanza)/ 100 g(soluzione) e devo passare a M = moli /l = moli / 1000 ml.
Ricavare i ml di soluzione e riportare a 1000.
Esempio: Calcolare la molarit di una soluzione al 25%m/m di acido solforico a densit 1,28 g/ml.
n = moli acido solforico = 25 g / 98 g/mol = 0,26 mol
volume = m/d = 100 g /1,28 g/ml = 78,125 ml che corrispondono a 100 g di soluzione; la nostra soluzione
conterr 0,26 mol H2SO4 ogni 100 g o, che lo stesso, ogni 78,125 ml.
Per cui: 0,26 mol : 78,125 ml = x : 1000 ml
con x = 0,26 mol . 1000 ml / 78,125 ml = 3,33 mol.
La soluzione sar 3,33 M.
3.4 PER PASSARE DA %(m/v) A m (molalit)
Ho a disposizione g(sostanza)/ 100 ml(soluzione) e devo passare a m = moli /1000 g di solvente.
Ricordando che n = g/PM.
Esempio: Calcolare la molarit di una soluzione al 49% m/v di acido solforico con densit 1,5 g/ml.
n = moli acido solforico = 49 g / 98 g/mol = 0,5 mol
100 ml . 1,5 g/ml = 150g = massa di 100 ml di soluzione
150 g (soluzione) - 49 g (soluto) = 101 g (solvente puro)
Abbiamo, quindi, 0,5 mol (49g) di soluto sciolti in 101g di solvente puro; riportiamo a 100g
0,5 mol(soluto) : 101g(solvente) = x : 1000g(solvente)
x = 49,5 mol soluto in 1000g solvente puro = 49,5 m
3.5 PER PASSARE DA %(m/m) A m (molalit)
Ho a disposizione g(sostanza)/ 100 g(soluzione) e devo passare a m = moli /1000 g di solvente.
Ricavare g solvente e riportarli a 1000.
Esempio: Calcolare la molarit di una soluzione al 25%m/m di acido solforico a densit 1,28 g/ml.
n = moli acido solforico =25 g / 98 g/mol = 0,26 mol ;
g solvente = 100g (soluzione) 25g (soluto) = 75 g (solvente)
Riportare a 1000:
0,26mol soluto : 75g (solvente) = x : 1000g (solvente)

x = 3,47 mol in 100g solvente = 3,47 m.


Notare come la molarit sia superiore alla molarit pur partendo da soluzioni di eguale concentrazione.
4. DILUIZIONI

Un processo molto comune in chimica la diluizione. Si prende un volume noto di soluzione, e si


aggiunge altro solvente (sempre in quantit nota), in modo da ottenere una soluzione pi diluita.
Sono quelle operazioni che vengono svolte per portare a concentrazione voluta le soluzioni commerciali
di prodotti chimici che hanno, normalmente, elevata concentrazione.
Consistono nel prelevare una opportuna quantit di soluzione concentrata e portarla al volume richiesto
con aggiunta del solo solvente.
Si pu trattare anche di mescolare tra loro soluzioni a diverso titolo (sempre che non reagiscono).

Qual la relazione tra la concentrazione M1 prima della diluizione e la concentrazione M2 dopo la


diluizione?
Bisogna considerare il che il numero di moli di soluto rimane invariato, per cui:
n1 = n2
e quindi:
M1V1 = M2V2
Normalmente questa espressione ci serve a calcolare:
- la molarit finale di una soluzione dopo una diluizione (incognita M2);
- la quantit di solvente da aggiungere per ottenere una certa molarit finale (incognita V2, che per il
volume totale, non quello da aggiungere!).
Anche quando si mescolano due soluzioni, il volume del solvente varia, e bisogna calcolare le nuove
concentrazioni molari.
Vengono di seguito riportati alcuni esempi di problemi relativi alla diluizione.
Esempio: Calcolare la molarit della soluzione che si ottiene mescolando 200 ml di soluzione di acido
cloridrico 12 M con 200 ml di acqua.
200 ml di soluzione 12 M contengono 2,4 mol di soluto
(12 mol : 1000 ml = x : 200 ml).
Abbiamo quindi 200 ml di soluzione che contengono 2,4 mol cui addizioniamo 200 ml di acqua.
Questa operazione comporta una variazione di volume (passa da 200 ml a 400 ml) ma non comporta una
variazione di quantit di soluto; la nostra soluzione finale conterr 2,4 mol di soluto sciolte in 400 ml di
soluzione.
La molarit di questa soluzione sar:
2,4 mol soluto : 400 ml soluzione = x : 1000 ml soluzione
x = 6 mol solvente il 1000 ml soluzione per cui la soluzione sar 6 M.

Esempio: Calcolare la molarit della soluzione che si ottiene mescolando 100 ml di soluzione di acido
cloridrico 1,0 M con 150 ml di acido cloridrico 2,0 M.
La prima soluzione mi consente di avere a disposizione 0,1 mol di HCl
(1 : 1000 = x : 100) sciolte in 100 ml di soluzione.
La seconda soluzione mi permette di avere a disposizione 0,3 mol di soluto sciolte in 150 ml di soluzione
( 2 : 1000 = x : 150)
Mescolando le due soluzioni otterr una nuova soluzione che contiene 0,4 mol di HCl (0,1 dalla prima +
0,3 dalla seconda) sciolte in 250 ml (100 + 150) di soluzione.
Questo mi permette di calcolare la molarit della nuova soluzione:
0,4 mol soluto : 250 ml soluzione = x : 1000 ml soluzione
x = 1,6 mol di soluto in 1000 ml di soluzione
La soluzione sar 1,6 M
Esempio: Calcola il volume di soluzione di HCl 12 M necessario per preparare 400 ml di soluzione di
HCl 6M.
Devo preparare una soluzione 400 ml di soluzione 6M (contiene 6 M per litro) di HCl
Mi servono 2,4 mol di acido (6 mol : 1000 ml = x : 400 ml)
Ho a disposizione una soluzione 12m (12 mol per litro) e ne devo prelevare 2,4 mol
12 mol : 1000 ml = 2,4 mol : x;
x = 1000 ml . 2,4 mol / 12 mol = 200 ml
Avendo gi 200 ml di soluzione acida che contiene tutto il soluto necessario per preparare 400 ml di
soluzione baster aggiungere alla stessa 200 ml di acqua.
5. LA SOLUBILIT

definita come la quantit di soluto che pu entrare in soluzione, ad una certa temperatura, in una
determinata quantit di solvente (per esempio grammi di soluto in 100 grammi di solvente puro)
La solubilit delle sostanze, oltre a dipendere dalla natura del solvente pu dipendere in modo sostanziale
dalla temperatura. Un aumento di temperatura comporta una maggior velocit di spostamento delle
molecole del solvente che in grado di raggiungere pi molecole o ioni di soluto ed maggiormente in
grado di distribuirli nellintero sistema. Nel caso la sostanza sia gassosa il ragionamento diverso; appare
evidente che un aumento di temperatura non in grado di portare in soluzione una quantit maggiore di
gas, soprattutto se esso non solubile in acqua, in quanto un aumento di temperatura favorisce un
aumento dellenergia cinetica del gas con conseguente fuga delle particelle gassose dalla soluzione. La
solubilit dei gas dipende anche dalla pressione, essendo i gas comprimibili, maggiore la pressione
maggiore sar anche la solubilit causa la accresciuta difficolt della sostanza gassosa ad allontanarsi
dalla soluzione.

5.1 ENTALPIA DI SOLUZIONE

In generale solo una quantit finita di un solido si scioglie in un dato volume di solvente dando luogo ad
una soluzione satura, cio una soluzione in equilibrio con un eventuale solido in eccesso.

Si tratta di un equilibrio dinamico.


Soluzione satura
Una soluzione si dice satura, ad una data temperatura, quando essa in equilibrio (dinamico) con soluto
non disciolto, cio in presenza di corpo di fondo.
La concentrazione del soluto nella soluzione satura detta solubilit.
Si definisce solubilit di una specie chimica in un dato solvente ad una data temperatura, la quantit in
grammi di quella specie disciolta in condizioni di saturazione, in 100 grammi di quel solvente.
Ad esempio la solubilit di NaCl in acqua di 36 g per 100 ml di acqua a 20C.
La solubilit di una sostanza in unaltra pu essere spiegata sulla base di due fattori:
Una naturale tendenza al disordine (fattore entropico).
E praticamente lunico fattore ad agire nel caso dei gas (ideali) che sono miscibili in tutte le
proporzioni.
Forze intermolecolari di attrazione tra le molecole delle due sostanze (fattore energetico).
Chiamando A le molecole di una sostanze e B quelle dellaltra, se la media delle attrazioni A-A e
B-B superiore allattrazione A-B le due sostanze non tendono a mescolarsi.
La solubilit di un soluto in un solvente dipende da un bilancio fra questi due fattori.
Per il processo di soluzione di un solido in un liquido possibile definire un calore o entalpia di
soluzione, Hsol che sostanzialmente uguale allenergia di solvatazione (negativa) pi lenergia
reticolare (positiva):
Hsol = energia di solvatazione + energia reticolare
Se prevale lenergia di solvatazione il processo di soluzione esotermico Hsol<0 mentre se prevale
lenergia reticolare il processo endotermico, Hsol>0.
Solidi con Hsol<0 sono molto solubili ma anche solidi con Hsol>0 sono spesso solubili (purch il
Hsol non sia troppo grande) per effetto della tendenza al disordine.
Di fatto, la maggior parte dei solidi ionici solubili ha Hsol piccolo e positivo.
Soluzioni Ideali
Sono quelle per le quali si verifica che Hsol = 0 (Soluzioni reali molto diluite sono assimilabili a
soluzioni ideali).
Soluzioni Reali
- Processo endotermico
Hsol > 0
- Processo esotermico
Hsol < 0

Si hanno tre contributi distinti:


- Le particelle di soluto devono separarsi le une dalle altre in modo da poter interagire con il solvente
(H1 > 0)
- Le particelle di solvente devono allontanarsi le une dalle altre in modo da poter interagire con il soluto
(H2 > 0)
- Interazioni tra particelle separate e particelle separate di solvente (H3 < 0)
Da cui:

Hsol = H1 + H2 + H3

In un processo endotermico si ha Hsol > 0 e sar favorito da un aumento di temperatura.


In un processo esotermico si ha Hsol < 0 e sar favorito da un abbassamento di temperatura.
5.2 PASSAGGIO IN SOLUZIONE ACQUOSA DI UN SOLIDO IONICO

In questo caso il soluto un solido ionico tenuto assieme da forti legami ionici e pu sciogliersi solo in
solventi polari. I fattori che determinano la dissoluzione di un solido ionico in un solvente polare sono
due:
- lenergia reticolare del solido (somma delle energie di attrazione fra anioni e cationi): pi grande e
minore la tendenza del solido a sciogliersi
- lenergia di attrazione ione-dipolo fra gli ioni e i dipoli elettrici costituiti dalle molecole di solvente
opportunamente orientati: pi grande maggiore la tendenza del solido a sciogliersi
Si parla di solvatazione (Idratazione in caso dell'
acqua come solvente).
Ad esempio NaCl in acqua: NaCl(s) Na+(aq) + Cl-(aq)

Tale fenomeno detto idratazione e lenergia elettrostatica di interazione di uno ione con le molecole di
acqua detta energia di idratazione.
La solubilit di un solido ionico in acqua dipende da un bilancio fra energia reticolare ed energia di
idratazione. Maggiore lenergia reticolare di un composto ionico e minore la sua solubilit e viceversa.
Lenergia reticolare dipende sia dalle cariche degli ioni che dalla loro distanza:
- maggiore la carica dello ione e maggiore lenergia reticolare
- maggiore la distanza fra gli ioni (pi grandi sono gli ioni) e minore lenergia reticolare
La situazione complicata dal fatto che lenergia di idratazione pi grande per ioni di carica elevata e di
dimensioni piccole. In genere lenergia reticolare prevale per cui possibile quindi prevedere che:
- solidi formati da ioni con una sola carica specie se di grandi dimensioni (K+, NH4+) sono in genere
solubili
- solidi formati da ioni con due o tre cariche specie se di piccole dimensioni (S2-, PO43-) sono in genere
insolubili.

5.3 PASSAGGIO IN SOLUZIONE ACQUOSA DI UN SOLIDO MOLECOLARE

In questi casi il soluto (solido o liquido) costituito da molecole tenute assieme da forze intermolecolari
deboli. Nel caso di liquidi essi sono solubili se sono tenuti assieme da forze intermolecolari simili.
(legami dipolari, forze di Van der Waals e legami idrogeno).
Esempio: zucchero in acqua.
Lo zucchero passa in soluzione in seguito alla formazione di legami idrogeno fra le molecole di acqua e i
gruppi OH dello zucchero. La dissoluzione dello zucchero da cucina in acqua un esempio di
interazione dipolo-dipolo.

5.4 ASPETTI TERMODINAMICI

Tenendo presente che Similis similia (Il simile scioglie il simile) si pu dire che:
- Sostanze polari sono solubili in solventi polari
- Sostanze apolari sono solubili in solventi apolari
Secondo la termodinamica si avr:

Gsol = Hsol - T Ssol


Per una soluzione ideale si avr: Hsol = 0 e quindi Gsol = - T Ssol < 0
Per una soluzione reale si potranno avere due casi:
- Gsol = Hsol - T Ssol < 0
- Gsol = Hsol - T Ssol > 0
6. SOLUBILIT DI UN GAS IN UN LIQUIDO

Solubilit di un gas che non reagisce con il liquido. Si stabilisce un equilibrio dinamico tra molecole di
gas che si solubilizzano e quelle che, dalla soluzione, passano in fase gassosa.
La pressione ha poco effetto sulla solubilit di solidi e di liquidi.
E invece importante per la solubilit dei gas.
La solubilit di un gas in un liquido dipende dalla
pressione parziale del gas secondo la legge di Henry.
La solubilit di un gas direttamente proporzionale alla
pressione parziale del gas, p, sopra la soluzione:
s = kH p
La solubilit s generalmente espressa in grammi di
soluto per litro di soluzione e kH una costante.
Questa la Legge di Henry: a temperatura costante la
solubilit di un gas aumenta all'
aumentare della pressione
parziale che esso esercita sulla soluzione.

A pressione costante la solubilit in genere diminuisce all'


aumentare della temperatura;

Un grafico della solubilit in funzione della pressione parziale del gas corrisponde ad una retta.
Interpretazione molecolare: maggiore la pressione parziale del gas e maggiore il numero di molecole
di gas che urtano la superficie e passano in soluzione.
- Aumenta Ecin delle molecole in fase gassosa. Aumenta il numero di collisioni;
- Aumenta Ecin delle molecole in soluzione. Le molecole tornano in fase gassosa.
L'
acqua gassata: un buon esempio di applicazione della legge di Henry
L'
acqua imbottigliata addizionando sotto una determinata pressione CO2, una parte del gas si scioglie
nell'
acqua. Quando la bottiglia viene stappata la pressione parziale della CO2 al di sopra del liquido
diminuisce bruscamente e immediatamente si osserva una fuoriuscita di bollicine di gas che si liberano.
La legge di Henry valida rigorosamente solo per soluzioni diluite di gas poco solubili che non
reagiscono chimicamente con il solvente, per cui non valida per esempio per NH3 , HCl e SO2 mentre
per CO2 e H2S pu ritenersi ancora valida. Si ricorda che l'
equilibrio liquido-vapore delle soluzioni ideali
governato dalla legge di Raoult.

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