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GENERALI DELLA
LEGISLAZIONE
AMBIENTALE IN
ITALIA
CONCETTO
GIURIDICO DI
AMBIENTE
LEGISLAZIONE
AMBIENTALE IN
ITALIA
IL DANNO
AMBIENTALE
LEGISALZIONE
AMBIENTALE IN
AMBITO
INTERNAZIONALE
LEGISALZIONE
AMBIENTALE IN
AMBITO EUROPEO
I NUOVI
STRUMENTI
DELLA
POLITICA
AMBIENTALE
COMUNITARIA
DIRITTO
INTERNAZIONALE
DELLAMBIENTE
TRATTATI
GLI STRUMENTI
VOLONTARI
GLI STRUMENTI
DI MERCATO
EMAS; ECOLABEL
GLI STRUMENTI
ORIZZONTALI
Agenzia europea
per lambiente
I MECCANISMI DI
SOSTEGNO
FINANZIARIO
LIFE
NORME
CONSUETUDINARIE
DICHIARAZIONI DI
PRINCIPIO
TRATTATI
INTERNAZIONALI
PRINCIPI DELLA
POLITICA A. EU
PROGRAMMI DI
AZIONE
STRUMENTI
REGOLAMENTI
DIRETTIVE
DECISIONI
Sentenza 210/1987
Facendo esplicito riferimento agli art. 9 e 32 della costituzione, secondo la
Consulta la tutela dellambiente deve garantire:
la conservazione, la razionale gestione ed il miglioramento delle
condizioni naturali (aria, acqua, suolo e territorio), lesistenza e la
preservazione dei patrimoni genetici terrestri o marini, di tutte le
specie animali o vegetali che in esso vivono allo stato naturale ed in
definitiva della persona umana in tutte le sue estrinsecazioni. (Sentenza
28 maggio 1987, n.210)
4
Sentenza 641/1987
La Sentenza 641/1987, ricollegandosi a quanto sostenuto dalla 210/87,
sottolinea che, pur essendo fruibile in varie forme e differenti ruoli, il
concetto di ambiente non fa venir meno e non intacca la sua natura e la sua
sostanza di bene unitario.
Lelemento unitario riferito alla qualit della vita, allhabitat naturale
(inteso quale mezzo e ambito dellattivit umana) nel quale luomo vive ed
agisce, necessario alla collettivit ed ai cittadini.
Per ambiente si intende, oltre alla flora ed alla fauna, anche il suolo, lacqua, il
paesaggio il clima, i beni materiali ed il patrimonio culturale
ovvero
LINSIEME DEGLI ELEMENTI CHE, NELLA COMPLESSIT DELLE LORO
RELAZIONI, COSTITUISCONO IL QUADRO, LHABITAT E LE CONDIZIONI DI
VITA DELLUOMO.
FATTORI VIVENTI
BIOTOCI
FATTORI NON
VIVENTI ABIOTOCI
Tali sono:
lhabitat in cui luomo vive ed opera e gli organismi viventi che influiscono
sulla qualit della vita
11
ART. 2
ART. 9
Tutela del paesaggio
13
ART. 32
Diritto alla salubrit
dellambiente
ART. 41
ART. 42
16
ART. 44
17
18
20
LA LEGISLAZIONE
AMBIENTALE
IN ITALIA
21
LA LEGISLAZIONE AMBIENTALE
FASE INIZIALE:
TUTELA SETTORIALE E SCARSA
PRODUZIONE NORMATIVA.
CI SI LIMITA A TUTELARE PARTE
DELLA NATURA O SINGOLE SPECIE
NORME GENERALI
ESTENSIVAMENTE
APPLICABILI ALLAMBIENTE
- NORME CODICISTICHE
LEGISLAZIONE SPECIALE
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CI HA COMPORTATO:
TUTELA AMBIENTALE EMERGENZIALE
I giudici chiamati in causa hanno risolto le diverse emergenze utilizzando
estensivamente gli unici strumenti giuridici a disposizione, ovvero le norme del
codice civile e penale.
Significativo, in questo periodo, lintervento del MAGISTRATO PENALE proprio
per la maggior efficacia e rapidit dellintervento.
LIMITE:
Gli Interventi del magistrato penale erano, tuttavia, episodici, parziali e soprattutto
successivi al prodursi del danno e dunque, di natura sanzionatoria pi che
riparatoria.
23
LA LEGISLAZIONE SPECIALE
ANNI 60-70
1966 L. 615/66 LEGGE ANTISMOG
Inquinamento idrico.
Per quanto sottoposte negli
anni a numerose modifiche,
integrazioni, abrogazioni parziali ha
avuto il merito di colmare una grave
lacuna .
24
LA LEGISLAZIONE SPECIALE
ANNI 80
D.P.R. 915/82
Legge 979/82
L. 431/85
L. 349/86
D.P.R. 175/88
LA LEGISLAZIONE SPECIALE
ANNI 90
LA LEGISLAZIONE SPECIALE
D.P.R. 357/1997 che detta norme per la conservazione degli habitat naturali
e seminaturali e della fauna e della flora selvatiche
27
29
.
31
32
33
ENTRATA IN VIGORE
Il dlgs. In esame entrato in vigore il 29 aprile 2006 ad eccezione della
seconda parte in materia di VIA e VAS la cui entrata in vigore stata fissata il
12 agosto 2006. Termine prorogato
FINALIT
La disciplina di tutti i settori citati stata concepita per il conseguimento di
ununica finalit, ovvero:
LA PROMOZIONE DEL LIVELLO DI QUALIT DELLA VITA UMANA, DA
REALIZZARE ATTRAVERSO LA SALVAGUARDIA ED IL MIGLIORAMENTO
DELLE CONDIZIONI DELLAMBIENTE E LUTILIZZAZIONE ACCORTA E
RAZIONALE DELLE RISORSE NATURALI.
35
ASPETTI GENERALI
DELLA LEGISLAZIONE
AMBIENTALE IN AMBITO
INTERNAZIONALE
36
La
problematica
ambientale
dal punto di
vista
internazionale
NORME CONSUETUDINARIE
DICHIARAZIONI DI PRINCIPIO
TRATTATI INTERNAZIONALI
37
NORME CONSUETUDINARIE
(elemento soggettivo opinio iuris ed
elemento oggettivo ripetersi reiterato
di un determinato comportamento).
- LO SPAZIO EXTRA-ATMOSFERICO
- LALTO MARE
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LALTO MARE
Convenzione di Montego Bay ha codificato un principio
consuetudinario che prevede il diritto degli stati di
intervenire al di l del proprio mare territoriale su navi
straniere che abbiano avuto un incidente in mare, da cui
ragionevole aspettarsi conseguenze dannose al fine di
proteggere le proprie coste e gli interessi correlati.
40
DIRITTO CONVENZIONALE
DICHIARAZIONI
DI
PRINCIPIO
(sono
mere
raccomandazioni cui gli stati sono liberi di conformarsi o
meno) svolgono un ruolo rilevante nel processo di
sviluppo del D.I., in quanto contribuiscono ad indirizzare
la prassi degli stati.
41
42
43
TRATTATI INTERNAZIONALI
(bilaterali e plurilaterali: incontro tra due o pi
manifestazioni di volont, volte a costituire
modificare o estinguere norme giuridiche
internazionali)
-Promozione
dello scambio dei risultati dei programmi di ricerca e di sviluppo volti a migliorare
le tecniche esistenti di preparazione e di lotta contro linquinamento da idrocarburi
-Cooperazione tecnica nella lotta allinquinamento.
Convenzioni concernenti latmosfera:
Convenzione internazionale sullinquinamento atmosferico attraverso le frontiere a lunga
distanza adottata a Ginevra il 13 novembre 1979 e ratificata in Italia con la legge 27 aprile 1982
Convenzioni concernenti specie ed aree protette. Si tratta di accordi volti a preservare le
diversit biologiche delle specie esistenti in natura ed a tutelare quelle in via di estinzione.
Convenzione Internazionale sulla regolamentazione della caccia alla balena (1946)
Convenzione per la protezione degli uccelli (1950).
Convenzione sulla biodiversit adottata a Rio de Janeiro ed entrata in vigore il 29. 12.1993,
ratificata dallItalia con la legge 14 febbraio 1994, n.124.
Obiettivo dellaccordo di conservare, nella loro integrit la variet di razze e delle specie sia
animali che vegetali localizzate in massima parte nei paesi in via di sviluppo e necessarie alla
sopravvivenza della terra.
45
con UNEP ovvero il programma delle Nazioni Unite sullambiente, e con UNDP,
programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo,
zCommissioni
per lEuropa,
zComitato
z
ASPETTI GENERALI
DELLA LEGISLAZIONE
AMBIENTALE IN AMBITO
COMUNITARIO
47
Gli strumenti
comunitari
posti a tutela
dellambiente
49
50
51
zATTO
Il Trattato di Roma viene riformato con la firma dell'Atto Unico Europeo che entrer
in vigore nel 1987.
Tale atto pone le basi per una maggiore integrazione fra i paesi della Comunit.
Il trattato di Roma viene modificato con lintroduzione del titolo VII che ha sancito
definitivamente la competenza della Comunit nella materia ambientale
individuando i principi ed i criteri di unazione comune improntata alla sistematicit
coerenza ed incisivit. Art. 130R, 130S, 130T.
130R
zSALVAGUARDARE,
DELLAMBIENTE;
zCONTRIBUIRE
zGARANTIRE
130 T.
RIBADISCE LA FACOLT PER GLI STATI MEMBRI DI ADOTTARE
PROVVEDIMENTI ED AZIONI COMPATIBILI CON IL TRATTATO,
CHE GARANTISCANO LA MASSIMA PROTEZIONE POSSIBILE.
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55
2)
3)
I programmi di
azione
I PROGRAMMI DI AZIONE
I programmi di azione costituiscono dei documenti fondamentali per
lattuazione delle politiche comunitarie in materia ambientale.
Essi rappresentano vere e proprie dichiarazioni politiche, che individuano le
azioni da adottare in un arco temporale determinato e ciascuno rappresenta
la continuazione del precedente verso uno sviluppo sempre pi
approfondito della problematica ambientale.
Queste azioni sono inserite in un quadro generale nel quale sono fissate le
priorit e gli obiettivi da raggiungere e, in alcuni casi, vengono introdotti o
delineati anche nuovi orientamenti da seguire.
I primi due programmi d'azione (1973-1977; 1977-1981), ognuno di
durata quadriennale, sanciscono per la prima volta la centralit
dell'interesse ambientale, che deve riproporsi in qualsiasi
programmazione o decisione adottata dalla Comunit. Con essi
vengono introdotti il principio di prevenzione degli inquinamenti
rispetto a interventi successivi di recupero e ripristino, nonch il
principio "chi inquina paga".
59
I programmi di
azione
60
I programmi di
azione
61
I programmi di
azione
I programmi di
azione
Trattato di
Maastricht
63
direttive
(vincolante nel fine e nei
regolamenti
(portata generale,
obbligatorio, direttamente
applicabile)
termini di recepimento.
Lascia liberi gli stati nelle
modalit di adeguamento)
(Consiglio o Commissione)
decisioni
( un atto individuale indirizzato
sia agli stati, sia a persone fisiche
o giuridiche.
Obbligatoria in tutti i suoi
elementi ai soggetti cui
destinata)
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NON VINCOLANTI
Raccomandazioni
Pareri
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DIRETTIVE
E
REGOLAMENTI
Recepimento definitivo
DLGS. 152/2006
Codice dellambiente
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VIA
Direttiva 85/377/CE e
Direttiva 97/11/CE
concernente la
valutazione dimpatto
ambientale
VAS
Direttiva 2001-42-CE
concernente la
valutazione degli effetti
di determinati piani e
programmi
sullambiente
IPPC
Direttiva I.P.P.C. 96/61/97/CE recepita
dal D.Lgs n.372/99. n.59/05
concernente la prevenzione e la
riduzione dellinquinamento
EMAS I - II
Regolamenti (CE)
n. 1836/93 & 761/2001
sull'adesione volontaria
delle organizzazioni ad un
sistema comunitario di
ecogestione ed audit.
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Listituto
VIA
DIRETTIVA
N.
1985/337/CE
68
Finalit
69
Direttiva
97/11
Oggetto della
VIA
71
Progetti da
sottoporre a
VIA
72
Progetti da
sottoporre a
VIA dir. 85/337
ALL.I
ALLEGATO I
PROGETTI DI CUI ALL'ARTICOLO 4, PARAGRAFO 1 DELLA
DIRETTIVA 85/337/CEE
1. Raffinerie di petrolio greggio (escluse le imprese che producono
soltanto lubrificanti dal petrolio greggio) nonch impianti di
gassificazione e di liquefazione di almeno 500 t al giorno di carbone
o di scisti bituminosi
2. Centrali termiche ed altri impianti di combustione con potenza
termica di almeno 300 MW, nonch centrali nucleari e altri reattori
nucleari (esclusi gli impianti di ricerca per la produzione e la
lavorazione delle materie fissili e fertili, la cui potenza massima non
supera 1 kW di durata permanente termica)
3. Impianti destinati esclusivamente allo stoccaggio definitivo o
all'eliminazione definitiva dei residui radioattivi
4. Acciaierie integrate di prima fusione della ghisa e dell'acciaio.
73
5.
6.
7.
8.
9.
"ALLEGATO I
Progetti da
sottoporre a
VIA dir. 97/11
Estensione a
21 categorie
7. a) Costruzione di tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza, nonch aeroporti (1) con piste di
decollo e di atterraggio lunghe almeno 2 100 m.
b) Costruzione di autostrade e vie di rapida comunicazione (2).
c) Costruzione di nuove strade a quattro o pi corsie o raddrizzamento e/o allargamento di strade
esistenti a due corsie al massimo per renderle a quattro o pi corsie, semprech la nuova strada o il
tratto di strada raddrizzato e/o allargato abbia una lunghezza ininterrotta di almeno 10 km.
8. a) Vie navigabili e porti di navigazione interna che consentono il passaggio di navi di stazza superiore
a 1 350 tonnellate;
b) Porti marittimi commerciali, moli di carico e scarico collegati con la terraferma e l'esterno dei porti
(esclusi gli attracchi per navi traghetto) che possono accogliere navi di stazza superiore a 1350
tonnellate.
(*) Le centrali nucleari e gli altri reattori nucleari cessano di essere tali quando tutto il combustibile
nucleare e gli altri elementi oggetti di contaminazione radioattiva sono stati rimossi in modo definitivo dal
sito in cui si trova l'impianto.
(1) Gli "aeroporti" ai fini della presente direttiva corrispondono alla definizione data nella convenzione di
Chicago nel 1944 relativa alla creazione dell'organizzazione internazionale dell'aviazione civile (allegato
14).
(2) Le "vie di rapida comunicazione" ai fini della presente direttiva corrispondono alla definizione data
nell'accordo europeo sulle grandi strade di traffico internazionale del 15 novembre 1975.
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9. Impianti di smaltimento dei rifiuti (cio rifiuti cui si applica la direttiva 91/689/CEE) (1)
mediante incenerimento, trattamento chimico, quale definito nell'allegato II bis, punto D 9 della
direttiva 75/442/CEE (2), o interramento di rifiuti pericolosi.
10. Impianti di smaltimento dei rifiuti mediante incenerimento o trattamento chimico di rifiuti
non pericolosi, quali definiti nell'allegato II bis, punto D 9 della direttiva 75/442/CEE, con capacit
superiore a 100 tonnellate al giorno.
11. Sistemi di estrazione o di ricarica artificiale delle acque freatiche in cui il volume annuale
dell'acqua estratta o ricaricata sia pari o superiore a 10 milioni di metri cubi.
12. a) Opere per il trasferimento di risorse idriche tra bacini imbriferi inteso a prevenire un'
eventuale penuria di acqua, per un volume di acque trasferite superiore a 100 milioni di metri cubi
all'anno.
b) In tutti gli altri casi, opere per il trasferimento di risorse idriche tra bacini imbriferi con
un' erogazione media pluriennale del bacino in questione superiore a 2 000 milioni di metri cubi
all'anno e per un volume di acque trasferite superiore al 5 % di detta erogazione.
In entrambi i casi sono esclusi i trasferimenti di acqua potabile convogliata in tubazioni.
78
13. Impianti di trattamento delle acque reflue con una capacit superiore a 150 000 abitanti
equivalenti quali definiti all'articolo 2, punto 6 della direttiva 91/271/CEE (3).
14. Estrazione di petrolio e gas naturale a fini commerciali, per un quantitativo estratto superiore
a 500 tonnellate al giorno per il petrolio e a 500 000 m al giorno per il gas naturale.
15. Dighe e altri impianti destinati a trattenere le acque o ad accumularle in modo durevole,
laddove un nuovo o supplementare volume di acqua trattenuta o accumulata sia superiore a 10
milioni di metri cubi.
16. Gasdotti, oleodotti o conduttore per prodotti chimici, di diametro superiore a 800 mm e di
lunghezza superiore a 40 km.
17. Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con pi di:
a) 85 000 posti per polli da ingrasso, 60 000 posti per galline;
b) 3 000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
c) 900 posti per scrofe.
18. Impianti industriali destinati:
a) alla fabbricazione di pasta per carta a partire dal legno o da altre materie fibrose;
b) alla fabbricazione di carta e cartoni con capacit di produzione superiore a 200 tonnellate al
giorno.
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19. Cave e attivit minerarie a cielo aperto, con superficie del sito superiore a 25 ettari, oppure
torbiere, con superficie del sito superiore a 150 ettari.
20. Costruzione di elettrodotti aerei con un voltaggio di 220 kV o superiore e di lunghezza
superiore a 15 km.
21. Impianti per l'immagazzinamento di petrolio, prodotti petrolchimici o prodotti chimici, con una
capacit superiore a 200 000 tonnellate.
(1) GU n. L 377 del 31. 12. 1991, pag. 20. Direttiva modificata da ultimo dalla direttiva
94/31/CE (GU n. L 168 del 2. 7. 1994, pag. 28).
(2) GU n. L 194 del 25. 7. 1975, pag. 39. Direttiva modificata da ultimo dalla decisione
94/3/CE della Commissione (GU n. L 5 del 7. 1. 1994, pag. 15).
(3) GU n. L 135 del 30. 5. 1991, pag. 40. Direttiva modificata da ultimo dall'atto di adesione
del 1994.
80
Progetti
che
possono essere
sottoposti a VIA
All. II dir. 97/11
ALLEGATO II
PROGETTI DI CUI ALL'ARTICOLO 4, PARAGRAFO 2
1. Agricoltura, selvicoltura ed acquicoltura
a) Progetti di ricomposizione rurale.
b) Progetti volti a destinare terre incolte o estensioni seminaturali alla coltivazione
agricola
intensiva.
c) Progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i progetti di
irrigazione e
di drenaggio delle terre.
d) Primi rimboschimenti e disboscamento a scopo di conversione ad un altro tipo di
sfruttamento del suolo.
e) Impianti di allevamento intensivo di animali (progetti non contemplati nell'allegato I).
f) Piscicoltura intensiva.
g) Recupero di terre dal mare.
2. Industria estrattiva
a) Cave, attivit minerarie a cielo aperto e torbiere (progetti non compresi nell'allegato
I).
b) Attivit mineraria sotterranea.
c) Estrazione di minerali mediante dragaggio marino o fluviale.
d) Trivellazioni in profondit, in particolare:
- trivellazioni geotermiche,
- trivellazioni per lo stoccaggio dei residui nucleari,
- trivellazioni per l'approvvigionamento di acqua,
escluse quelle intese a studiare la stabilit del suolo.
e) Impianti di superficie dell'industria di estrazione di carbon fossile, di petrolio, di gas
81
naturale e di minerali metallici nonch di scisti bituminosi.
3. Industria energetica
a) Impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda (progetti non
compresi nell'allegato I).
b) Impianti industriali per il trasporto di gas, vapore e acqua calda; trasporto di energia
elettrica mediante linee aeree (progetti non compresi nell'allegato I).
c) Stoccaggio in superficie di gas naturale.
d) Stoccaggio di gas combustibile in serbatoi sotterranei.
e) Stoccaggio in superficie di combustibili fossili.
f) Agglomerazione industriale di carbon fossile e lignite.
g) Impianti per il trattamento e lo stoccaggio di residui radioattivi (se non compresi
nell'allegato I).
h) Impianti per la produzione di energia idroelettrica.
i) Impianti di produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento (centrali eoliche).
4. Produzione e trasformazione dei metalli
a) Impianti di produzione di ghisa o acciaio (fusione primaria o secondaria), compresa la
relativa colata continua.
b) Impianti destinati alla trasformazione di metalli ferrosi mediante:
i) laminazione a caldo,
ii) forgiatura con magli,
iii) applicazione di strati protettivi di metallo fuso.
c) Fonderie di metalli ferrosi.
d) Impianti di fusione e lega di metalli non ferrosi, esclusi i metalli preziosi, compresi i prodotti
di recupero (affinazione, formatura in fonderia ecc.).
e) Impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche mediante processi
elettrolitici o chimici.
82
83
85
86
Criteri di
selezione per la
sottoposizione a
VIA dei progetti
di cui AllII
essere
Caratteristiche
Localizzazione
Caratteristiche
dellimpatto
potenziale
87
Criteri di
selezione per la
sottoposizione a
VIA dei progetti di
cui allII
Caratteristiche
- dell'utilizzazione attuale del territorio;
Localizzazione
Caratteristiche
dellimpatto
potenziale
Criteri di
selezione per la
sottoposizione a
VIA dei progetti di
cui allII
DI
CUI
Localizzazione
Caratteristiche
dellimpatto
potenziale
89
La procedura di
VIA
REDAZIONE DI UNO
STUDIO PRELIMINARE
CIRCA IL PRESUNTO
IMPATTO AMBIENTALE
DEL PROGETTO
LA CONSULTAZIONE
DELLE VARIE
AMMINISTRAZIONI
INTERESSATE
LINFORMAZIONE DELLA
POPOLAZIONE
IL RILASCIO
DELLAUTORIZZAZIONE
ALLA REALIZZAZIONE
DELLOPERA
La procedura di
VIA
c)
d)
91
La procedura di
VIA
La procedura di
VIA
REDAZIONE DI UNO
STUDIO PRELIMINARE
CIRCA IL PRESUNTO
IMPATTO AMBIENTALE
DEL PROGETTO
LA CONSULTAZIONE
DELLE VARIE
AMMINISTRAZIONI
INTERESSATE
II. LA
LINFORMAZIONE DELLA
POPOLAZIONE
IL RILASCIO
DELLAUTORIZZAZIONE
ALLA REALIZZAZIONE
DELLOPERA
93
La procedura di
VIA
III. LINFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE
REDAZIONE DI UNO
STUDIO
PRELIMINARE CIRCA
IL PRESUNTO
IMPATTO
AMBIENTALE DEL
PROGETTO
LA CONSULTAZIONE
DELLE VARIE
AMMINISTRAZIONI
INTERESSATE
LINFORMAZIONE
DELLA
POPOLAZIONE
IL RILASCIO
DELLAUTORIZZAZIO
NE ALLA
REALIZZAZIONE
DELLOPERA
94
La procedura di
VIA
ALLA
REDAZIONE DI UNO
STUDIO
PRELIMINARE CIRCA
IL PRESUNTO
IMPATTO
AMBIENTALE DEL
PROGETTO
LA CONSULTAZIONE
DELLE VARIE
AMMINISTRAZIONI
INTERESSATE
LINFORMAZIONE
DELLA POPOLAZIONE
IL RILASCIO
DELLAUTORIZZAZIO
NE ALLA
REALIZZAZIONE
DELLOPERA
95
VIA TRANSFRONTALIERA
La Direttiva 97/11 ha sostituito lart. 7 della direttiva 337/85 stabilendo che
qualora uno stato membro sia a conoscenza che un progetto possa influire
in modo rilevante sullambiente di un altro stato o qualora uno stato membro
che possa esserne considerevolmente danneggiato, ne faccia richiesta, lo
stato membro sul cui territorio prevista la realizzazione del progetto,
comunica, quanto prima, allaltro stato sia una descrizione del progetto,
corredata di tutte le informazioni disponibili circa il suo eventuale impatto
transfrontaliero, sia le informazioni sulla natura della decisione che potrebbe
essere adottata.
Alla luce di queste comunicazioni, si avviano le consultazioni necessarie.
96
97
La valutazione di
impatto
ambientale
nellordinamento
italiano
Articolo 6
1. Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge il Governo
presenta al Parlamento il disegno di legge relativo all'attuazione
delle direttive comunitarie in materia di impatto ambientale.
2. In attesa dell'attuazione legislativa delle direttive comunitarie in
materia di impatto ambientale, le norme tecniche e le categorie di
opere in grado di produrre rilevanti modificazioni dell'ambiente
ed alle quali si applicano le disposizioni di cui ai successivi commi 3,
4 e 5, sono individuate con decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata
su proposta del Ministro dell'ambiente, sentito il Comitato scientifico
di cui al successivo articolo 11, conformemente alla direttiva del
Consiglio delle Comunit europee n. 85/337 del 27 giugno 1985.
98
La valutazione di
impatto
ambientale
nellordinamento
italiano
Articolo 6
3.
La valutazione di
impatto ambientale
nellordinamento
italiano
Articolo 6
4. Il Ministro dell'ambiente, sentita la regione interessata, di concerto
con il Ministro per i beni culturali e ambientali, si pronuncia sulla
compatibilit ambientale nei successivi novanta giorni, decorsi i
quali la procedura di approvazione del progetto riprende il suo
corso, salvo proroga deliberata dal Consiglio dei ministri in casi di
particolare rilevanza. Per le opere incidenti su aree sottoposte a
vincolo di tutela culturale o paesaggistica il Ministro dell'ambiente
provvede di concerto con il Ministro per i beni culturali e ambientali.
5. Ove il Ministro competente alla realizzazione dell'opera non ritenga
di uniformarsi alla valutazione del Ministero dell'ambiente, la
questione rimessa al Consiglio dei ministri.
100
La valutazione di
impatto
ambientale
nellordinamento
italiano
Articolo 6
6.
7.
8.
La
valutazione di
impatto
ambientale
nellordiname
nto italiano
Articolo 6
9. Qualsiasi cittadino, in conformit delle leggi vigenti, pu presentare, in
forma scritta, al Ministero dell'ambiente, al Ministero per i beni culturali e
ambientali e alla regione interessata istanze, osservazioni o pareri
sull'opera soggetta a valutazione di impatto ambientale, nel termine di
trenta giorni dall'annuncio della comunicazione del progetto.
******
La norma impegnava il Governo a presentare al Parlamento entro sei mesi
un disegno di legge relativo allattuazione delle Direttive comunitarie in
materia di VIA (art. 6, comma 1). In realt il periodo transitorio durato molto
pi a lungo e quella disciplina, in assenza di una norma quadro, continua ad
essere applicata.
******
Ladozione delle norme tecniche e categorie di opere in grado di produrre
rilevanti modificazioni dellambiente era invece rinviata allemanazione di un
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottarsi su proposta
del Ministro dellAmbiente, sentito il Comitato scientifico.
102
La valutazione Sulla base del citato comma 2 dellart.6 sono stati emanati
di impatto
due decreti e cio:
ambientale
il D.P.C.M. 10 agosto 1988, n. 377 integrato
nellordinamento
successivamente dal D.P.R. 11 febbraio 1998; con cui si
italiano
delineato un regime transitorio nel quale si definivano a
grandi linee le fasi della procedura della c.d.
compatibilit ambientale limitatamente alle opere di cui
allallegato I della direttiva;
il D.P.C.M. 27 dicembre 1988 integrato successivamente
dal D.P.R. 2 settembre 1999, n. 348, oltre ad alcune
circolari volte a individuare le categorie di opere da
sottoporre alla procedura di VIA e a dettarne la disciplina.
Successivamente, senza un disegno coerente e unitario, alcune
disposizioni di legge settoriali hanno ampliato le categorie di opere
ricadenti nellambito oggettivo di applicazione dellistituto quali:
tutela del mare: art. 1, legge 28 febbraio 1992, n. 220;
dighe, elettrodotti ad alta tensione e prospezione di idrocarburi
liquidi e gassosi:
art. 2, legge 9 gennaio 1991, n. 9.
103
.Riassumendo
Direttiva 85/337/CEE
modificata dalla
Direttiva 97/11/CE
Fissa i principi
fondamentali
della VIA da recepire
Individua negli
Allegati I e II
le categorie di opere
soggette a VIA
DPR 11.02.98
Integra lelenco delle
opere soggette a VIA.
Opere di cui all All.1
della Direttiva
DPR 27.12.98
integrato dal
DPR 2.9.99 n.348
Norme tecniche per
gli SIA
Quadri di
riferimento
104
Direttiva
85/337/CEE
come modificata
dalla
Direttiva 97/11/CE
Fissa i principi
fondamentali
della VIA da
recepire
Individua negli
Allegati I e II
le categorie di opere
soggette a VIA
DPR 12.04.96
Come integrato da
DPCM 3.09.99
DPCM 1.09.2000
Atto di indirizzo e coordinamento
alle Regioni sulla VIA
Disciplina lAllegato II
Della direttiva 85/337/CEE
Leggi Regionali
Recepiscono
le disposizioni dellatto di indirizzo
e coordinamento
105
La VIA
nellordinamento
italiano
Natura e
definizione
dellistituto
106
Natura e
definizione
dellistituto
SIA
Pubblicazione
Presentazione
Istanza
Pag. 0,5%o
Procedimento
Principale
G.U.
MINISTRO AMB
MATT
MINISTRO BB.CC
BB.CC
REGIONE
CVIA Segr.
Comitato Coord
Gruppo
istruttore
PLENARIA
108
LA DECISIONE
Il Ministro dellAmbiente e della Tutela del Territorio, sentita la
Regione interessata, di concerto con il Ministro per i Beni e le
Attivit Culturali si pronuncia sulla compatibilit ambientale
dellopera entro 90 giorni dal ricevimento della domanda del
committente.
Solo il Ministro dellAmbiente e della Tutela del Territorio ha la
facolt di sospendere i lavori di realizzazione dellopera e
rimettere la questione al Consiglio dei Ministri, al quale
spetta la competenza alladozione di misure definitive qualora
nellesecuzione del progetto ravvisi comportamenti contrastanti
con il parere sulla compatibilit ambientale o tali da
compromettere le fondamentali esigenze di equilibrio ecologico
ed ambientale.
109
110
DLGS 3
APRILE
2006, N. 152
ABROGAZIONE DELLART. 6
Lart. 6 della legge 349/1986 stato recentemente abrogato
dallart. 48 del Dlgs. 3 aprile 2006, n. 152.
Tale provvedimento risistema in maniera organica la procedura
di VIA, unitamente alle direttive 96/61, sullIPPC recepita con
Dlgs 59/2005 ed alla direttiva 2001/41/CE sulla VAS.
La parte II del Dlgs 152/2006 interamente dedicata a
regolamentare tali provvedimenti ed avrebbe dovuto entrare in
vigore il 12 agosto 2006.
La regolamentazione attuativa non stata ancora
perfezionata.
111
112
Dlgs.152/2006
Nuova
disciplina del
procedimento di
VIA
Definizione
113
Art. 23
Opere
soggette a
VIA
1.
b)
c)
d)
2.
3.
115
116
6.
Ai fini dellapplicazione dellarticolo 4 del D.lgs 17 gennaio 2005, n.
13, per i progetti aeroportuali assoggettati alla procedura di VIA ai sensi della
parte seconda del D.lgs 152/2006 tale procedura tiene conto delle
prescrizioni definite nell'allegato II* del medesimo decreto legislativo 17
gennaio 2005, n. 13.
7.
Nel caso di opere ed interventi di somma urgenza destinati
esclusivamente alla difesa nazionale di cui al comma 4, lettera a), il Ministro
dellambiente e della tutela del territorio dispone, su proposta del Ministro
della difesa, lesenzione da ogni verifica di compatibilit ambientale soltanto
per i progetti relativi a lavori coperti da segreto di Stato.
*comitato tecnico consultivo di cui al dlgs 13/2005, redige una relazione concernente la situazione
aeroportuale attuale, previsioni in assenza di nuove misure, valutazione delle misure diverse dalle
restrizioni operative, valutazioni delle restrizioni operative, riepilogo di natura non tecnica,
valutazione dellesposizione al rumore.
118
FINALIT
FINALIT
DELLA
DELLA VIA
VIA
1.
Art.
Art. 24
24
a)
proteggere la salute,
migliorare la qualit della vita umana,
al fine di:
b)
sulluomo,
sulla fauna,
sulla flora,
sul suolo,
sulle acque di superficie e sotterranee,
sullaria,
sul clima,
sul paesaggio,
sullinterazione tra detti fattori,
sui beni materiali,
sul patrimonio culturale ed ambientale;
120
c)
d)
e)
siano garantite:
f)
lo scambio di informazioni
la consultazione tra il soggetto proponente e lautorit
competente;
linformazione
la partecipazione del pubblico al procedimento;
siano conseguite:
la semplificazione,
la razionalizzazione,
COMPETENZE
COMPETENZE
E
E
PROCEDURE
PROCEDURE
1.
a)
Art.
Art. 25
25
b)
122
Fasi
Fasi del
del
Procedimento
Procedimento
123
Fase
Fase
introduttiva
introduttiva
MATT
MIN BENI E
ATTIVITA
CULTURALI
COMMISSIONE
ALTRI MIN
INTERESSATI
60 gg per
esprimere il
loro parere
Decorsi i 60
gg lautorit si
esprimer
sulla
compatibilit
ambientale
senza il loro
parere.
Il proponente inoltra la
domanda allautorit
competente
Copia della domanda
deve essere
trasmessa
Alle Regioni
Province
Comuni interessati
Agli enti di
gestione se gli
interventi da
attuare riguardano
aree naturali
protette
la
domanda
deve
contenere:
Il progetto
SIA
Sintesi non tecnica
Lautorit competente
pu chiedere
integrazioni
documentali
indicando un preciso
termine entro cui
adempiere
Contestualmente alla
presentazione della
domanda
Diffusione di un annuncio
dellavvenuto deposito a
mezzo stampa secondo le
modalit stabilite da un
apposito regolamento
dellautorit competente
che provveder a
disciplinare anche le
modalit di pubblicazione
su Internet del progetto
almeno
in
un
quotidiano
a
diffusione nazionale
e in un quotidiano a
diffusione regionale
per ciascuna regione
territorialmente
interessata.
124
Fase
Fase dello
dello
studio
studio di
di
impatto
impatto
ambientale
ambientale
a)
b)
c)
d)
125
Fase
Fase dello
dello
studio
studio di
di
impatto
impatto
ambientale
ambientale
e)
126
Fase
Fase della
della
pubblicit
pubblicit
Le amministrazioni,
le regioni
e
le province autonome
Indicano gli uffici presso i quali sono reperibili e
consultabili dal pubblico i documenti e gli atti inerenti il
procedimento di valutazione
Fase
Fase della
della
pubblicit
pubblicit
Fase
Fase della
della
partecipazione
partecipazione al
al
procedimento
procedimento
Fase
Fase
dellistruttoria
dellistruttoria
tecnica
tecnica
In tale fase si
Fase
Fase
dellistruttoria
dellistruttoria
tecnica
tecnica
commissione tecnico-consultiva
Tale
fase
svolta
dalla
commissione di cui allart.19,
comma 2 del D.lgs.190/2002 come
modificato dal D.L. 315/2003
convertito in L.5/2004.
Tuttavia
labrogazione
resta
sospesa fino allemanazione del
D.M. che discipliner, modalit,
tariffe, controlli e compensi.
130
Fase
Fase
dellistruttoria
dellistruttoria
tecnica
tecnica
attivit
L'attivit della Commissione e' articolata in tre settori operativi facenti capo ai tre
vicepresidenti e concernenti, rispettivamente, le seguenti procedure:
a) valutazione ambientale strategica;
b) valutazione di impatto ambientale;
c) prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento
La Commissione opera, di norma, attraverso sottocommissioni.
Le sottocommissioni sono composte da un numero variabile di componenti in ragione delle
professionalit necessarie per il completo ed adeguato esame della specifica pratica.
L'individuazione delle professionalit necessarie spetta al vicepresidente competente. Una
volta individuate le figure professionali dei componenti e del coordinatore della
sottocommissione, i singoli commissari sono assegnati alle sottocommissioni sulla base di un
predefinito ordine di turnazione.
z
Integrata con un esperto designato da ciascuna delle regioni interessate per territorio
dallattivit
131
Fase
Fase del
del
giudizio
giudizio di
di
compatibilit
compatibilit
133
> nel caso di opere non realizzate almeno per il venti per cento
entro tre anni dal giudizio di compatibilit ambientale, la
procedura deve essere riaperta per valutare se le informazioni
riguardanti il territorio e lo stato delle risorse abbiano subito nel
frattempo mutamenti rilevanti.
>
134
135
136
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
139
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
Art. 43
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
143
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
145
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE
IMPATTO
IMPATTO
AMBIENTALE
AMBIENTALE
IN
IN SEDE
SEDE
REGIONALE
REGIONALE O
O
PROVINCIALE
PROVINCIALE
i provvedimenti adottati,
146
Direttiva 96/61
IPPC
Finalit
Autorizzazione
allesercizio
dellimpianto
147
Articolo 3
Fonte
Principi generali degli obblighi fondamentali del gestore
normativa
comunitaria Gli Stati membri prendono le disposizioni necessarie perch le autorit
competenti garantiscano che l'impianto sia gestito in modo:
a) che siano prese le opportune misure di prevenzione
dell'inquinamento, applicando segnatamente le migliori tecniche
disponibili;
b) che non si verifichino fenomeni di inquinamento significativi;
c) che sia evitata la produzione di rifiuti, a norma della direttiva
75/442/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1975, relativa ai rifiuti (11),
in caso contrario, questi sono ricuperati o, ove ci sia
tecnicamente ed economicamente impossibile, sono eliminati
evitandone e riducendone l'impatto sull'ambiente;
d) che l'energia sia utilizzata in modo efficace;
e) che siano prese le misure necessarie per prevenire gli incidenti e
limitarne le conseguenze;
f) che si provveda affinch sia evitato qualsiasi rischio di
inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attivit
ed il sito stesso sia ripristinato in modo soddisfacente.
148
Articolo 6
Fonte
Domanda di autorizzazione
normativa
comunitaria Gli Stati membri prendono le disposizioni necessarie affinch una domanda
Domanda di
autorizzazione
allesercizio
dellimpianto
Fonte
normativa
comunitaria
Articolo 7
Approccio integrato del rilascio dell'autorizzazione
Gli Stati membri adottano le misure necessarie per il pieno
coordinamento della procedura e delle condizioni di autorizzazione
quando sono coinvolte pi autorit competenti al fine di garantire un
approccio integrato effettivo di tutte le autorit competenti per questa
procedura.
Articolo 8
Decisioni
Fatti salvi altri requisiti prescritti da disposizioni nazionali o comunitarie,
l'autorit competente rilascia un'autorizzazione contenente condizioni
che garantiscano la conformit dell'impianto ai requisiti previsti dalla
presente direttiva oppure nega l'autorizzazione in caso di non
conformit.
Ogni autorizzazione concessa o modificata deve includere le modalit
previste per la protezione di aria, acqua e terreno di cui alla presente
direttiva.
150
Fonte
normativa
comunitaria
Articolo 10
Migliori tecniche disponibili e norme di qualit ambientale
Qualora una norma di qualit ambientale richieda condizioni pi
rigorose di quelle ottenibili con le migliori tecniche disponibili,
l'autorizzazione prescrive misure supplementari particolari, fatte salve
le altre misure che possono essere adottate per rispettare le norme di
qualit ambientale.
BAT
Le autorizzazioni
sono rilasciate
sulla base delle
migliori tecniche
disponibili
Articolo 11
Sviluppi delle migliori tecniche disponibili
Gli Stati membri garantiscono che l'autorit competente si tenga
informata o sia informata sugli sviluppi delle migliori tecniche
disponibili.
Le BAT sono
contenute nei
BREf (bat
reference
document)
151
ALLEGATO I
DELLA DIRETTIVA
CATEGORIE DI ATTIVIT INDUSTRIALI DI CUI ALL'ART. 1
ATTIVIT
ENERGETICHE
PRODUZIONE E
TRASFORMAZION
E DEI METALLI
INDUSTRIA DEI
PRODOTTI
MINERALI
INDUSTRIA
CHIMICA
GESTIONE DEI
RIFIUTI
ALTRE ATTIVIT
152
154
b)
c)
d)
e)
Devono essere prese le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le
conseguenze;
f)
156
157
L'autorit competente, entro trenta giorni dal ricevimento della domanda ovvero, in
caso di riesame, contestualmente all'avvio del relativo procedimento, comunica al
gestore la data di avvio del procedimento ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, e la
sede degli uffici di cui al comma 6.
Entro il termine di quindici giorni dalla data di ricevimento della comunicazione il
gestore provvede a sua cura e sue spese alla pubblicazione su un quotidiano a
diffusione provinciale o regionale, ovvero a diffusione nazionale nel caso di progetti che
ricadono nell'ambito della competenza dello Stato, di un annuncio contenente
l'indicazione della localizzazione dell'impianto e del nominativo del gestore, nonch il
luogo ove e' possibile prendere visione degli atti e trasmettere le osservazioni.
Entro trenta giorni dalla data di pubblicazione dell'annuncio di cui sopra, i soggetti
interessati possono presentare in forma scritta, all'autorit competente, osservazioni sulla
domanda.
158
Commissione
IPPC
composizione
159
Commissione
IPPC
COMPITI:
Parere sul
rilascio
dellAIA
160
Rilascio
dellAIA
161
162
Accordi tra
autorit e
gestori
163
c)
d)
165
166
g)
167
168
170
OBIETTIVO
Valutazione
ambientale
strategica La direttiva comunitaria 2001/42 si pone come obiettivo:
Garantire un elevato livello di protezione dellambiente
Contribuire
VAS :
valutazione
dellimpatto
sullA.dei
piani e
programmi
VIA: impatto
di unopera
IPPC:
impatto/eser
cizio di un
impianto
171
In tal modo garantisce che gli effetti ambientali derivanti dallattuazione di determinati piani e
programmi (art. 3), siano presi in considerazione e valutati durante la loro elaborazione e prima
della loro adozione.
DEFINIZIONE
ED AMBITO DI
APPLICAZIONE
173
AMBITO DI
1)
a)
b)
174
3)
concernano i piani e i programmi concernenti i siti designati
come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli
selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la
protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica.
******
Lart.7 del d.lgs.152/2006 dispone che sono altres soggetti a VAS i
piani ed i programmi contenenti
la definizione del quadro di riferimento per l'approvazione,
l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione
di opere ed interventi i cui progetti, pur non essendo sottoposti a
valutazione di impatto ambientale in base alle norme di cui al Dlgs
152/2006, possono tuttavia avere effetti significativi sull'ambiente e
sul patrimonio culturale, a giudizio della sottocommissione
competente per la valutazione ambientale strategica.
175
ESCLUSIONE
176
PROCEDIMENTO
RAPPORTO
AMBIENTALE
Art. 9
RAPPORTO
AMBIENTALE
Art. 9
179
Consultazioni
Art.10
Informazione e
pubblicit del
piano/programma
e del rapporto
ambientale
Consultazioni
Art.10
181
Consultazioni
trasfrontaliere
Art.11
Il giudizio di
compatibilit e
lapprovazione del
piano o programma
proposto
Art.11
183
Il giudizio di
compatibilit e
lapprovazione del
piano o programma
proposto
Art.11
Il giudizio di
compatibilit e
lapprovazione del
piano o programma
proposto
Art.11
185
Informazioni
sulla
decisione
Art.13
Monitoraggio
Art.14
186
Art. 33
RELAZIONI TRA VAS E VIA
Per progetti di opere ed interventi da
realizzarsi in attuazione di piani o
programmi gi sottoposti a VAS, e che
rientrino tra le categorie per le quali
prescritta la VIA, in sede di esperimento
di questultima costituiscono dati
acquisiti tutti gli elementi positivamente
valutati in sede di valutazione di impatto
strategico o comunque decisi in sede di
approvazione del piano o programma.
VAS
DIFFERENZE
Oggetto della valutazione
LA VAS si riferisce a piani e
programmi.
Pone cos un rimedio al maggior limite
della VIA ovvero il riferimento ad opere
specifiche e non ad un quadro di pi
vasta scala.
Soggetto valutatore
La VIA presuppone la terziet del
valutatore rispetto al proponente
(MATT)
La VAS presuppone, invece, che la
stessa amministrazione che redige il
piano sia responsabile della valutazione
di sostenibilit ambientale del proprio
strumento
VIA
187