Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
di
ADRIANA G. HOLLETT
Fotografie di A. G. Hollett
PREFAZIONE
10
11
12
Monte dei Bianchi is a walled village enclosed by three towers and situated
on the ridge of a mount between the valley of the river Aulella and the torrent
Lucido. The mount itself is located in a territory between two mountain ranges:
the Apuanian Alps that separate it from the Tyrrhenian Sea, and Tuscan-Emilian
Apennines that separate it from the Po Valley.
The village is approached by a small footpath which from the bridge of
Monzone arrives at the Palanchina gate (page 103), providing access inside the
walls. Once inside, a small lane leads to the church of Santa Maria della Neve (the
parish church, page 56), and to a beautiful lawn from which one may admire a
wonderful view over the Lucido Valley. The view takes in the villages of Aiola
(page 18), Ugliancaldo, Equi, Monzone (page19), on the verdant slopes of the
Apennines and the great mountain range of the Alps.
Arround the village one can still see the ancient walls and towers(28)
and(32) that contain the dwellings within (pages 18 and 19). The walls and towers
have arrow-slits that served to defend against the enemy (page 33).
Inside the walls, the door of a house facing the lawn carries an inscription:
"JACopo MALaspina MARchese MDXXIII" (page 52). Jacopo Malaspina was
the marquis of Viano (page 54), and Rector of the church of Monte dei Bianchi . In
this regard, Viano's entrance gate exhibits a symbol which is similar to Longobard
coin. The presence of the Longobards in this area is also evidenced by the ancient
monastery in Monte dei Bianchi, dedicated to Saint Michael Archangel who was
the patron saint of the Longobard peoples. Furthermore, the architraves of the
parish church and the bell tower are embellished by three scultured Lorraine
crosses (page 60).
To one side of the lawn, a marble plaque on the faade of an edifice
commemorates the Bianchi di Erberia, feudatories of the countess Mathilda of
Canossa, marquess of the Malaspina family, and great countess of Italy (page 73),
who had had three Longobard husbands: Gottifredo di Lorena, Azzo d'Este and
Guelfo di Baviera. Also, in the village itself, there is a particular symbol on an
architrave that is remeniscent of a Longobard coin (page 98).
In the village, the house of the Pelli family (page 108), brings to mind an
enchanting love story. Pacifica was a wealthy and graceful maiden. One day on
the mountains she met Pellegrino, a young shepherd boy, and fell in love with him.
Pacifica bought many estates and the house mentioned above, where she lived her
love story for many many years. From their union, ten children were born: Elisa,
13
14
Monte dei Bianchi e' un incantevole borgo murato collocato sul crinale di
un monte tra la vallata del fiume Aulella e quella del torrente Lucido.
A sud, la catena montuosa delle Alpi Apuane lo divide dal Mar Tirreno,a
est, l'appennino tosco-emiliano lo divide dalla Val Padana.
Dove si uniscono le due catene montuose troviamo i passi di Tea e
Minucciano che uniscono la Lunigiana alla Garfagnana.
Le case, recintate da mura e unite l'una all'altra ai due lati del borgo,
formano un breve corridoio che ci porta davanti alla chiesa parrocchiale.
Sulla destra, un ampio prato apre davanti agli occhi un panorama
irripetibile su verdi dorsali appenninici e maestose vette alpine solcate da torrenti
spumeggianti.
15
16
17
18
19
Monte dei Bianchi - Sentiero che sale al paese dal ponte di Monzone.
20
Monte dei Bianchi - Salita della Palanchina. Sulla destra i resti di una torre.
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
Mon
31
32
33
34
35
36
Fazzanoin alto:
Architrave
all'interno
del
palazzo
Pennucci.
Si
nota
distintamente la
data del 1576
sormontata
a
sinistra da una P
(illeggibile
a
destra).
in basso:
Architrave
sul
portale
esterno con le
iniziali S A .
37
38
39
40
Monte dei Bianchi - Molto in alto, sul muro di fondo, possiamo vedere la
feritoia che si apre all'esterno sul prato a lato della chiesa.
Dopo il 1920 e' documentato che fosse una stalla della canonica.
I locali del piano inferiore dell'edificio vennero adibiti a stalle dopo che
questo venne utilizzato come canonica.
Da un documento dell'archivio parrocchiale privo di data ma certamente
successivo alla data del grande terremoto che colpi' la Lunigiana nel 1920,
troviamo l'annotazione che segue:
"...l'attivita' del parroco fu rivolta al riassetto della canonica essendo
ridotta cedevole in tutte le sue parti, dai tetti ai solai ai muri, era tutto un
frantumo, persino i serpi entravano in casa da tutte le parti. I pavimenti erano
ormai solai finiti; nelle stanze non si poteva abitare per il puzzo delle stalle, nella
sala o rinnovarlo o tenere il pericolo di cadere di sotto.
Il terremoto che sopra tutto per tanti fu una fortuna, per noi non apporto'
danni alla canonica perche' fu riconosciuto dal Genio Civile che il nostro danno
era dovuto alla vecchiaia del fabbricato e non alla scossa sismica..."(*)
41
42
43
Monte dei Bianchi - Pietra murata alla base del lato nord del campanile.
MENTE(M) SANCTA(M) SPON
TANEAM ( )INOPEM DE
O ET PAT(R)IE LIBERATI
ONEM AMEN
Difficile l'interpretazione di questa epigrafe che potrebbe essere una
preghiera poiche' finisce in amen.
Raccomandiamo a Dio la mente santa, spontanea ( nel senso di semplice e
priva di artifici) e povera ( nel senso che non brama le ricchezze) e chiediamo a
Dio la liberazione della patria.Cosi' sia.
"...Un documento del 1519 dice chiaramente che la piazzetta a nord della
chiesa era il cimitero dei monaci..."(*)
44
Monte dei Bianchi - Spazio tra il campanile e la chiesa. Si nota un'ala di muro
allungata allo scopo di chiudere lo spazio tra i due edifici.
45
" La chiesa si trovava nel suo primitivo stile romano, con muri perimetrali
a bozze di macigno entro e fuori ed il tetto a solaio retto da capriata allora uno
solo, il maggiore tutto in macigno era l'altare dedicato a S. Michele, quando il
gioiello romano fu distrutto per costruire i gran vlti reali retti da mastodontici
pilastri, come oggi si vede, allora nacquero i laterali e tutto l'interno della chiesa
con la nuova porta e finestre divento' un vero barocco. Decesso il primo Priore i
lavori restarono incompleti ne' mai si rimise mano ad essi, era ancora da farsi il
pavimento, le predelle agli altari e la balaustra, ne' valsero diversi decreti
episcopali che lo imponevano."(*)
In alto a sinistra si notano le modifiche perimetrali esterne della chiesa dal
lato del campanile.
46
47
Monte dei Bianchi - Base di fortificazione del lato nord del paese.
48
Monte dei Bianchi - Lato nord del complesso della chiesa e del campanile
Anche il lato nord del paese era difeso dalla serie ininterrotta delle case che
non davano possibilita' di ingresso al borgo.
Secondo la memoria popolare, sulla destra della fortificazione della
pagina precedente, vi era un'alta torre demolita ed abbassata in tempi recenti per
consentire il rifacimento di una abitazione contigua.
L'accesso che si intravvede tra i due muraglioni porta sul sagrato
dell'attuale chiesa, cioe' fuori del borgo.
Non e' molto tempo che una soglia in pietra delimitante l'uscita dal vicolo
del paese sia stata eliminata perche' di impedimento al transito; quella soglia pare
fosse sormontata da un arco, di cui troviamo ancora parte di capitello appoggiato
all'edificio, attualmente la canonica, che dotato di cancello costituiva l'ingresso al
sagrato della chiesa.
"Da questi dati si rileva quanto fosse importante la nostra chiesa e come
l'annessa piazza fosse il sacro recinto del santuario chiuso da cancello che si
apriva solo in tempo delle funzioni religiose."(*)
49
50
51
52
53
54
Monte dei Bianchi - Ingresso alla torre circolare.Un marmo recente sopra il
portale cita:" ...ultimi priori...di queste..."
55
56
57
58
59
60
Tenerano
Immagine
di
San
Michele
Arcangelo
collocata sul lato sud
del campanile di lato
alla chiesa parrocchiale
dedicata all'omonimo
santo.
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
Signum Tabellionatus
dell'imperatore.(21)
di
Guido,
notaio
del
sacro
palazzo
71
La diocesi di
Lucca possedeva in
Vico Colonia fin
dall'ottavo
secolo,
cioe' dal 700, la chiesa
di San Terenzio e il
monastero di San
Michele Arcangelo.
Questa localita' era
probabilmente
l'attuale Colognola,
l'abitato posto sotto la
Pieve, il cui patrono
lucchese San Martino
puo'
testimoniare
l'antico possesso. Nel
IX secolo un atto di
permuta di terre nella
val Bardine, fra il
vescovo di Lucca e un
privato, rivela anche
l'esistenza di una
selva di San Martino
forse sul confine tra le
diocesi di Luni e
Lucca. La pieve,
ricordata
nel
privilegio di Eugenio
III del 1148, e' rimasta
Pieve di San Martino di Colognola.
isolata probabilmente
dopo l'incastellamento
di Viano, uno dei castelli piu'importanti dei Bianchi d'Erberia.
72
La pieve e' posta lungo la strada che da Lucca, attraverso il passo di Tea,
portava a Carrara e quindi a Luni o a Sarzana. L'edificio ha subito profonde
trasformazioni nel XVII secolo.
73
74
"...quando
forse gli avi dei
Pennucci restarono
i possessori del
Cenobio all'andata
dei frati, il priorato
divenne
un
benefizio semplice
aderente
alla
giurisdizione
vescovile.
Il benefizio
fratres che ha
sopra i monaci di
Canossa era quasi
sempre conferito a
gente forestiera che
incassava
le
rendite a mezzo di
un fattore di qui.
Tale fu anche il
Bonini, il rettore di
Gragnano presso
Carrara
e
l'Andreani
di
Fivizzano, nobile
famiglia
proveniente
da
Biblioteca Niccolo' V (Sarzana) filza parr. 56
Roma ( non e'
ancora accertato se
i nostri Andreani
siano una propaggine di quella) I nostri avi mentre vedevano sfruttare
inutilmente il pingue Priorato e godevano di avere una bella e artistica chiesa che
fu gia' santuario gentilizio dei Bianchi d'Erberia, propaggine della contessa
Matilde di Canossa; si firmeranno poi nel volere di essere troppo scomodi e
lontani dalla loro parrocchia Codiponte. Percio' scelsero di creare a lor proprie
spese un benefizio pel mantenimento di un sacerdote che avesse qui la residenza
per la cura dell'anima..."(*)
75
76
77
78
79
80
Monte dei Bianchi- L'epigrafe ricorda che attorno all'anno mille, gli antenati
degli Erberia dei Bosi della Verrucola, feudatari dei Bianchi ed imparentati con gli
avi della Gran Contessa Matilde, costruirono sulla loro proprieta' detta Monte, un
monastero con annessa chiesa gentilizia.
81
82
La foto sopra e' tratta dal libro: Maraviglie Heroiche Del Sesso Donnesco Memorabili nella Duchessa Matilda..., elenca i tre uomini che si maritarono con la
contessa.
Molti scrittori ritennero che Matilda non si fosse mai sposata, nondimeno i
pubblici rogiti nell'archivio del vescovado di Lucca citano:" In nomine Domini
Jesu Christi, Dei Eterni, Anno ab Incarnatione eius Millesimo Septuagesimonono
Quintidecimo Kalend Octobris...Matilda Marchionissa ac Ducatrix secundum
Legem Saligam...sposo' Gottifredi Ducis, figlio di Gottifredo, secondo marito di
sua madre Beatrice. Costui,di piccola statura e deforme negli omeri, era
soprannominato il" Gobbo". Nel 1074 si suppone che Matilda divorziasse da lui,
in realta' questo e' anche l'anno di morte di Gottifredo.
Si dice che in questo matrimonio Matilda rimanesse intatta e, come in
seguito accadde, anche col secondo marito Azzone marchese d'Este.
84
85
Monte dei Bianchi - Su questo capitello poggiava forse un arco che sovrastava un
ingresso chiuso da un cancello che impediva l'accesso al santo recinto. Il cancello
doveva restare aperto solamente al momento delle sacre funzioni. Si raccomandava al
parroco di far osservare, fermamente ma con garbo, la regola.
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
Monte dei Bianchi - Cinta muraria nord oggi raggiunta dalla carrozzabile..
Il territorio di Monte dei Bianchi si estendeva dalle vicinanze di Equi a
quelle di Gragnola; da questa linea, attraverso le colline, si estendeva a nord fino
alla valle dell'Aulella, andando a confinare con pertinenze di Codiponte.
Sul territorio della prioria erano posti i paesi di Monte dei Bianchi,
Mezzana, Fazzano, Mozzano, Folegnano, i quali costituivano insieme il " Popolo
di Monte dei Bianchi".
Per il territorio di Monte dei Bianchi sono ricordate negli estimi almeno
dieci localita' quasi tutte situate lungo il corso del Lucido per la lunghezza circa di
due chilometri ovvero dalla "Molina" al Ponte alla Mancina"e vi figuravano
almeno 27 proprietari. Si puo' veramente affermare che nei primi decenni
dell'ottocento in tutta la valle del Lucido la proprieta' fosse estremamente
frazionata.
Monte dei Bianchi era all'epoca un territorio molto ambito a causa della sua
posizione soleggiata e collinare ricca di campi con vigneti e uliveti assai ampi ma
e' noto che ogni paese o "Popolo" mantenesse nella quasi totalita' il possesso del
proprio territorio evitando la vendita ad altri paesi.(15)
100
101
102
103
104
105
Monte dei Bianchi - Architrave di una finestra murata della ca' d' Bati'.
Le due monete sopra sono Tremisse aureo di Astolfo della zecca di Lucca.
Anno 749-756.
L'architrave si trova sopra una finestra murata di un edificio al limite nord
del paese. La costruzione e' legata ad una torre circolare e appare piuttosto
importante. Si potrebbe considerare che il segno centrale dell'architrave potrebbe
essere lo stesso, un poco piu' stilizzato dei tremisse sottostanti.
106
107
Monte dei Bianchi - Di fronte all'edificio di cui abbiamo trattato si apre la porta di
ingresso del paese chiamata " porta d'la Palanchina".
108
Monte dei Bianchi - Dalla porta della Palanchina possiamo ammirare una
delle due valli del Lucido col monte San Giorgio, la torre di Monzone e l'Arpa d'
Monzon.
109
110
111
112
Monte dei Bianchi -Lo scasso dei Pelli - Sul fondo la colombera.
113
114
115
116
I due monogrammi
PP e CP affrescati nel
soffitto dell'ingresso di
questo palazzo ci parlano di
una bella storia d'amore:
C'era una volta una
bella fanciulla che si
chiamava Pacifica Cattani;
viveva non molto lontano
sulla pianura, per cui
amava, durante l'estate, raggiungere le verdi colline che circondano questi luoghi.
Un giorno, come nelle favole, vide un bel giovane che pascolava il gregge e
se ne innamoro'.La fanciulla era molto ricca e il pastore molto povero.A nulla
valsero i consigli e le proibizioni della famiglia, Pacifica volle sposare il suo
pastore e per lui compro' case e poderi,dove assieme apprestarono il loro nido
d'amore.E amore fu; Pacifica e Pellegrino ebbero dieci figli:Elisa, Filiberto,
Valerio, Santina, Maria, Alfonsina,Clementino, Ottavio, Pacifico e Alessandro.
Pacifica nacque nel 1853 e mori' nel 1942, Pellegrino nacque nel 1846 e
mori' nel 1930.
Vissero insieme nella grande casa dall'atrio affrescato coi loro
monogrammi, mentre i loro figli crescevano e si allontanavano.Elisa si sposo' a
Equi,Filiberto a Gassano si sposo' tre volte,Valerio ando' sposo a Monzone,
Santina alla Casetta di Alebbio,Maria ando' sposa a Lavaggi di Carrara,Alfonsina
sposo' Boni di Monzone,Clementino sposo' Amelia Colo' di Pistoia, Ottavio
rimase celibe, Pacifico sposo' a Terrarossa e Alessandro fu frate a Montecatini.
Ora Pacifica e Pellegrino, uniti come in vita, riposano nel piccolo cimitero
del paese assieme ai due figli,Filiberto e Ottavio che rimasero fino alla morte nella
bella casa di Monte dei Bianchi.
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
134
135
136
137
138
139
140
141
142
Manoscritto
Stemma Foschi
143
Monte dei Bianchi - Questo palazzo fu dei Coiari e dopo di loro loro dei
Pelli.Il Buon Pastore, murato nella loggia, puo' essere un riconoscimento a
Pellegrino dalla sua Pacifica.
144
Stemma Coiari?
Riporta la data 1756
"Coiari
Questa famiglia e' di Soliera e ripetono il loro cognome dalla Cuncia di
cuoio che ebbero in tempi remoti in Soliera stessa. In epoca da determinarsi, la
linea Coiari non ebbe eredi ed allora quest'ultimo rampollo chiamo' a
succedergli certo Pigoni Sante da Ceserano obbligandolo a prendere il casato dei
Coiari.
La fortuna di questa famiglia incomincio' dallo stesso Pigoni
-Coiari Sante che uomo avveduto seppe guadagnare nell'esportazione delle bestie
bovine nella disfatta dell'impero napoleonico.L'altra fortuna fu la casa Foschi
terminata col suo vistoso patrimonio in Coiari colla signora Santa.
Guinse all'apice dell'opulenza signati alla nobilta' di Fiesole conferita da
Leopoldo II a fam Coiari col matrimonio del sig. Paolo che sposava la sig.
contessa Silvia Giorgi di Pistarino alla quale fu data una dote di parecchie
centinaia di mila lire.Il babbo della contessa Carlo Giorgi conte di Vistarino gia'
Giamberlano di corte d'Austria.
I Giorgi erano Dogi di Venezia ed ebbero un papa.
Che presento' il Coiari al Giorgi fu un D. Leonardi di Corsano sacerdote
emerito che fu direttore del Collegio dei Nobili Calchitagi di Milano.
Dall'archivio Coiari."(*)
Non e' certo che lo stemma in alto appartenga ai Coiari, i quali
probabilmente, acquistarono il palazzo col trasferimento da Soliera; e' sicuro
invece quello dei Foschi perche' riprodotto sul timbro notarile di un atto rogato da
Bartolommeo Foschi nel 1768.
145
Monte dei Bianchi - Palazzo Coiari oggi Pelli: il loggiato. A sinistra la nicchia
con l'immagine del buon Pastore.
146
147
C'era una volta un palazzo... nel quale viveva una creatura molto infelice...
148
...un giorno d'estate, la donna, aperse il pesante portone e usci' correndo ...
149
150
151
152
153
Monte dei Bianchi - Sotterranei della canonica. Questo edificio venne acquistato
nella prima meta' dell'ottocento dalla famiglia Pennucci ed adibito in seguito a
canonica.(*)
154
155
Monte dei Bianchi - Cortile di collegamento tra l'attuale canonica e palazzo Pelli
156
157
Monte dei Bianchi - Queste grandi stanze fanno parte dei sotterranei dell'attuale
canonica.
158
159
160
161
162
Monte dei Bianchi - Il portale della chiesa venne rifatto nel 1700.
163
164
165
Monte dei Bianchi - Interno della Chiesa di Nostra Signora della neve.
166
Dall'archivio
parrocchiale
di
Monte dei Bianchi:
"Uno spoglio
scupoloso degli atti
di questo archivio
non e' bastato per
documentarne
la
veneranda
antichita',
fu
necessario un lungo
e minuto esame di
duemila pergamene
esistenti
nell'Archivio
dell'Arcivescovado
di Lucca, in quello
reggiano e manca
ancora il parmense."
"...la chiesa e' stata fatta in tre riprese. La primitiva da Ato unitamente al
Monastero; la seconda quando fu nominata Rettoria; la terza e il coro, come
trovasi attualmente, quando avvenne l'unione della Prioria con la Rettoria.
L'ultimo rimaneggiamento distrusse tutto quanto avea di artistico e di veneranda
antichita', perfino i muri esterni furono rimaneggiati..."
"Nel 1768 avvenne poi l'unione dei due benefizio pei meriti del primo
Priore parroco Cristoforo Pennucci insigne latinista e santo sacerdote."
"Un certo padre Pennucci di Monte dei Bianchi, di stanza a Roma,
superiore dei frati della Redenzione degli Schiavi, era consanguineo, forse zio di
Pennucci Cristoforo, allora rettore della cappellania di Monte dei Bianchi,
quando lo zio frate venne da Roma a ritrovare i propri di casa, constato' " de visu"
l'andamento economico del priorato e della ormai rettoria; promise al nipote di
far propria la causa ed in ogni modo portare la verita' fino in alto dove tutto si
puo' e volentieri si fa giustizia.( cronistoria scritta di mano dal Pennucci).
Nell'anno 1768 dopo una lunga e aspra lotta sostenuta da una parte con
argomenti di vera verita' e dall'altra con un patrimonio di bugie, infine la S.Sede
accolse la tesi del Pennucci ed il beneficio di San Michele Arc., gia' monastico fu
unito alla rettoria di Monte dei Bianchi e il Pennucci Cristoforo fu il primo Priore
parroco di San Michele e S. Maria della Neve."(*)
167
168
Il documento fu
scritto: in castro Montis
Blancorum in claustro ante
domum Folegnani.
Biblioteca Niccolo' V (Sarzana) filza parr 56
169
170
Monte dei Bianchi - Si tramanda nella memoria popolare che questa statua lignea
della Madonna, acquistata altrove e trasportata al paese, per ogni volta che ad un
confine veniva pesata per pagare il dazio, messa sulla bilancia risultava non avere alcun
peso.
171
172
NOTE DELL'AUTRICE
La Lunigiana e' una terra ricca di storia ma povera di risorse; non conosce la
dolcezza del resto delle colline toscane, la ricchezza dei grandi vigneti,
l'accessibilita'del mare, e i suoi frutti sono conquistati con il sacrificio piu' duro.
Il tempo e' scorso attraverso i secoli consumando le tracce del passato nei
grandi centri ma rivelando ancora, con la testimonianza dei piccoli borghi sparsi
nei boschi dell'appennino, la durezza del vivere.
Nei palazzi e torri, castelli e chiostri e' passata la grande storia che tutti
conosciamo, mentre in questi piccoli agglomerati, dalle prospettive labirintiche,
sotto le volte e gli archi bassi, nei vicoli di pietra e nelle povere case, si e'
consumata una piccola storia fatta di fatica, sudore e umilta'che solo ha potuto
conoscere chi l' ha veramente vissuta e l'ha raccontata a noi per ricordarla ai
posteri.
In questo paese, Monte dei Bianchi, la storia ci parla attraverso le case che,
allacciate l'una alle altre, hanno costituito un borgo murato difeso da numerose
torri di cui due ben custodite ed erette , altre in rovina ma ancora riconoscibili. Un
avamposto fortificato e una chiesa parrocchiale, ben tenuta, che porta i segni di
ripetuti interventi ed ampliamenti. Diversi portali in pietra ci parlano di piccoli
proprietari terrieri mentre i due piu' significativi ci ricordano due storie speciali e
inconsuete.
La sua storia piu' antica ricorda che questo fu paese di confine che ha subito
prima del mille l'invasione di un popolo in marcia attraverso l'Italia e come in
seguito questi stranieri insediandovisi lo governarono per oltre setteceno anni.
Diversi storici in quest'ultimo secolo si sono interessati a Monte dei Bianchi
soprattutto alla ricerca dell'antico monastero oggi scomparso.
Le notizie storiche riportate in questo libro sono state desunte da diversi
autori (vedi bibliografia) ma piu' realisticamente veritere riportate direttamente da
chi in parte le ha vissute e trascritte nell'archivio parrocchiale. Le fotografie, tutte
dell'autrice, sono state da lei accuratamente ripulite da elementi tecnologici e
rifacimenti poco ortodossi,che con la loro presenza avrebbero tolto al paese il
suggestivo ricordo del passato.
Un ringraziamento a Violetta Bruna Bonomi e Alice Baccini per aver
ricostruito i nomi delle antiche famiglie e le storie del paese.
173
174
175
BIBLIOGRAFIA
176
177