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PSICOLOGIA GENERALE

Cap.1
INTRODUZIONE

La psicologia la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali; analizza le
dinamiche interne dellindividuo, i rapporti che intercorrono tra loro e lambiente, il loro comportamento e i
loro processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.
Attualmente la psicologia una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente
sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli pi etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci
della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica,
psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad
esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i
cosiddetti "gruppi focali", etc.). Queste diversit di approcci ha prodotto un'articolazione di sottodiscipline
psicologiche, con differenti matrici epistemologico-culturali di riferimento.
La psicologia si differenzia dalla psichiatria: quest'ultima una disciplina medica, focalizzata sull'intervento
in merito ai disturbi psicopatologici, soprattutto con l'uso di psicofarmaci.
ETIMOLOGIA
Il termine "psicologia" deriva dal greco psych () = spirito, anima e da logos () = discorso, studio.
Letteralmente la psicologia quindi lo studio dello spirito o dell'anima.
Il termine "psicologia" risale al XV secolo, inventato dal tedesco Melantone (pseudonimo di Philipp
Schwarzed), che intendeva linsieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e
letterarie di un essere umano. Nel 1690 il filosofo inglese Locke pubblic il suo saggio sull'intelletto umano,
che ricostruiva il funzionamento della mente, e dava una base solida ai ragionamenti.
STORIA DELLA PSICOLOGIA
La storia della psicologia come disciplina a s stante viene generalmente fatta iniziare nella seconda met
dell'Ottocento, quando l'indagine psicologica si apr alle metodologie delle scienze naturali.
Vi comunque da sottolineare come la psicologia odierna sia legata strettamente agli oggetti di indagine che,
da Aristotele e poi nel Medioevo su fino al secolo XIX, sono rimasti quasi sempre gli stessi: la percezione
che l'uomo ha del mondo, la ritenzione dei ricordi (memoria), la sua capacit razionale (l'intelligenza). Ed
anche l'antica suddivisione della mente in facolt, rivive sostanzialmente inalterata nella moderna
suddivisione in processi mentali.
Nel XX secolo si andati incontro ad un fiorire di prospettive e visioni della psicologia assai diversificate fra
loro, sia sul piano metodologico sia sul piano speculativo: si passati dallo strutturalismo al funzionalismo,
dal comportamentismo al cognitivismo, dall'epistemologia genetica alla scuola storico-culturale, ed ancora,
dal cognitivismo Human Information Processing al cognitivismo realista, fino ad arrivare alle attuali
neuroscienze.
PSICOLOGIA SCIENTIFICA

La psicologia scientifica moderna nasce nella seconda met dell'Ottocento. Tra il 1850 e il 1870 fisici e
medici si occupano dello studio della psiche: le sensazioni, le emozioni, le attivit intellettive. Gli scienziati
applicarono allo studio della mente le metodologie che gi applicavano alle scienze naturali, ma senza
rendersi conto che stavano creando una nuova scienza, la moderna psicologia scientifica, in cui fusero le
scienze naturali con lo studio della mente.
Fra i principali precursori che aprirono la strada alla nascita della moderna psicologia si possono citare:
Charles Darwin, che propose varie teorie sulle emozioni, Franciscus Donders, che comp studi sui tempi di
reazione, Ernst Weber e Gustav Theodor Fechner, che diedero vita alla psicofisica.
WILHELM WUNDT
Il merito di aver fondato la psicologia come disciplina accademica spetta, per, al tedesco Wilhelm Wundt
(1832-1920). Questi raccolse e scrisse una mole gigantesca di materiale riguardante la nascente disciplina e,
grazie alla sua grande cultura, riusc a dare alla materia una base concettuale e un assetto organico.
Wundt, nel 1873-74, pubblic i "Fondamenti di psicologia fisiologica", opera considerata il primo vero
trattato psicologico-scientifico della storia.
Nel 1875 Wundt divenne professore di filosofia a Lipsia, dove fond un suo laboratorio di ricerca
psicologica nel 1879. A questo laboratorio affluirono allievi e scienziati di tutto il mondo, che compirono
ricerche e studi. Per Wundt l'oggetto della psicologia doveva essere l'esperienza umana immediata. Grazie a
questa definizione, e all'uso di una metodologia rigorosa durante gli esperimenti, si struttur definitivamente
la psicologia intesa come disciplina scientifica ed accademica. Per il suo grande impegno e gli ingenti studi,
Wundt passato alla storia come il padre fondatore della psicologia.
WUNDT E STRUTTURALISMO
Lo strutturalismo un approccio psicologico inaugurato da W. Wundt, in Germania, e proseguito,
negli U.S.A., dal suo allievo E.B. Titchener. Unanimemente riconosciuto come il primo modello
di psicologia sperimentale, in quanto adotta le metodiche e le procedure della chimica e della fisica di fine
800 al fine di dare una impronta scientifica alla psicologia. Secondo Titchener, la psicologia deve analizzare
la struttura della mente, che sarebbe formata da tanti elementi che la compongono come un mosaico di
sensazioni, emozioni, concetti; il lavoro dello strutturalista quindi quello di analizzare tutti questi percetti,
emozioni, concetti.
Principi dello strutturalismo sono l'elementarismo (la concezione della psiche come "sommatoria" e
strutturazione di elementi semplici di base: affetti, sensazioni, percetti, etc.) e l'introspezione come metodo
(ovvero l'analisi della struttura psichica attraverso l'auto-osservazione rigorosa dei propri processi interni da
parte di ricercatori appositamente addestrati, secondo specifici protocolli).
FUNZIONALISMO
Il funzionalismo, che si svilupp soprattutto in nord-America, ebbe il suo riferimento principale in William
James, che ne pose le basi teoriche con la pubblicazione del suo celeberrimo volume "Principles of
Psychology" (1890), e ne rimase il principale ispiratore fino alla morte.

Egli partiva dalla definizione dei processi mentali considerati in primo luogo nella loro tensione verso un
fine, uno scopo, ai fini dell'adattamento all'ambiente; e in secondo luogo considerandoli nella loro dinamica
continua, per cui il pensiero sempre in cambiamento e non scindibile in elementi separati, come era
invece considerato dagli Strutturalisti. L'idea di "flusso di pensiero" o "flusso di coscienza" ("stream of
consciousness") fu un'importante nozione anti-strutturalistica; secondo i funzionalisti, i processi di coscienza
non possono essere scissi e considerati in maniera "atomistica", ma solo come una dinamica unitariet.
Le sfere o strati, pur raggruppando complessi di attivit e di contenuti con diversi gradi di coscienza in
un'integrazione sintetica, hanno propriet impersonali, che servono solo per lo studio di modalit generali
dell'attivit psichica. Con ci per non si esaurisce la psicologia. Accanto all'analisi dei singoli elementi
dell'attivit mentale, lo studio psicologico dell'individuo in quella sua totalit che lo caratterizza come
singolo tipo. Questa branca della psicologia, denominata "tipologia", studia le caratteristiche dei singoli
individui da vari punti di vista; nelle loro qualit intellettive e affettivo-volitive.
Nell'ambito funzionalista spiccavano alcuni temi di ricerca assenti o secondari in quello strutturalista:
l'apprendimento, la motivazione, le differenze individuali, la psicologia evolutiva e le sue applicazioni nel
campo dell'educazione, la psicologia animale. Per certi aspetti, si pu considerare l'approccio funzionalista
come un lontano precursore del cognitivismo. Il paradigma funzionalista fu poi articolato, ed esteso anche in
ambito sociale e culturale, da George Herbert Mead. In Mead centrale la tematica del S, di cui aveva gi
trattato ampiamente William James. Il S spiegato nella sua genesi dalle interazioni sociali, in quanto la
mente presuppone sempre un contesto sociale per potersi articolare.
In ambito funzionalista, lo psicologo dell'apprendimento Thorndike affront il problema dell'apprendimento
attraverso esperimenti condotti su animali. L'apprendimento era regolato da 2 leggi: la legge dell'esercizio,
per cui l'apprendimento migliorava con l'esercizio e la ripetizione delle prove; e la legge dell'effetto, per cui
l'apprendimento si sviluppava in funzione degli effetti (piacere, soddisfazione di un bisogno) conseguenti a
un determinato movimento dell'animale. Thorndike fu inoltre il primo a formulare chiaramente una teoria
connessionistica dell'apprendimento: apprendere connettere e la mente un sistema di connessioni tra
situazioni-stimolo e risposte. Queste connessioni vengono descritte come processi che si verificano a livello
sinaptico. Le ricerche sull'apprendimento animale sono alla base degli studi che Thorndike fece nel campo
della psicopedagogia.
LA PSICOLOGIA GESTALT
La psicologia della Gestalt (dove la parola tedesca Gestalt significa forma), detta anche psicologia della
forma, una corrente psicologica che nacque e si svilupp agli inizi del XX secolo in Germania per poi
proseguire la sua articolazione negli USA. Questa Scuola ebbe molto successo anche in Italia, fra gli anni '50
e '80, prima di confluire ed essere sostituita dal cognitivismo.
Gli psicologi della Gestalt cercarono di dimostrare sperimentalmente la validit del criterio della "totalit"
nello studio delle funzioni psichiche.
Per essi, infatti, non era giusto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari e occorreva,
invece, considerare l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti. In altre

parole, per gli psicologi della Gestalt: "L'insieme pi della somma delle sue singole parti". chiaro quindi
come questa Scuola si opponesse alla teorie associazionistiche di Wundt e a quelle comportamentistiche di
Watson, per spostare l'accento sulla tendenza degli insiemi percettivi, e per estensione delle rappresentazioni
del pensiero, a presentarsi al soggetto sotto forma di unit coerenti. La psicologia della Gestalt ricorse,
perci, al metodo fenomenologico, col quale i dati dell'esperienza non vengono interpretati e scomposti, ma
descritti totalmente nella loro immediatezza, cos come essi appaiono al soggetto.
I gestaltisti, studiando in modo approfondito la percezione, intuirono che la realt fenomenologica si struttura
spontaneamente in unit, nel campo di esperienza del soggetto, ogni volta che gli elementi di un insieme
presentano determinate caratteristiche. Individuarono cos cinque leggi (dette "leggi della formazione delle
unit fenomeniche") le quali stanno alla base del nostro modo di cogliere le cose e di organizzare i dati
percepiti.
Esse sono:
- Legge della somiglianza: elementi identici o simili tendono ad essere percepiti come unit.
- Legge della buona forma: figure geometriche sovrapposte, tendono ad essere percepite ancora come
separate, cio ognuna con la propria forma.
- Legge della vicinanza: pi gli elementi di un insieme sono vicini, maggiore sar la tendenza a percepire
quegli elementi come unit.
- Legge della buona continuazione: si tendono a percepire come unit quegli elementi che minimizzano i
cambiamenti di direzione.
- Legge del destino comune: con elementi in movimento, vengono percepiti come un'unit quelli con uno
spostamento coerente.
- Legge della chiusura: elementi figurali chiusi o che tendono a chiudersi vengono percepiti come
appartenenti alla stessa unit figurale.
Queste sono solo alcune delle numerose regole alla base della percezione e che permettono, ad esempio, di
comprendere il funzionamento delle illusioni ottiche. Il punto centrale della psicologia della Gestalt era,
perci, la convinzione che riuscendo a comprendere come si organizzano le nostre percezioni, si potesse
anche comprendere il modo in cui il soggetto organizza e struttura i propri pensieri. Infine, importante
sottolineare che queste tendenze all'auto-organizzazione erano viste dai gestaltisti come una caratteristica
innata, ridimensionando in questo modo l'importanza dell'esperienza e dell'apprendimento nella
strutturazione del pensiero.
KURT LEWIN E LA GESTALT
Fu tra i sostenitori della psicologia della Gestalt, da cui recep l'idea che la nostra esperienza non costituita
da un insieme di elementi puntiformi che si associano, ma da percezioni strutturate di oggetti e/o reti di
relazioni, e che solo in questo campo di relazioni trovano il loro significato, e fu tra i primi ricercatori a
studiare le dinamiche dei gruppi e lo sviluppo delle organizzazioni.
Il concetto base di Lewin quello di ricerca - azione, esso identifica una sequenza epistemologica composta
da pianificazione dell'azione e verifica dei suoi possibili effetti. Tale sequenza, sviluppandosi nel tempo
secondo un movimento a spirale, caratterizza il percorso scientifico.

Lewin ricordato anche per i concetti espressi nella "teoria del campo", generalmente sintetizzata con la
formula:
C = f (P, A)
in cui si mette in risalto che il comportamento (C) di un individuo una funzione regolata da fattori
interdipendenti costituiti dalla sua personalit (P), dall'ambiente (A) che lo circonda. Persona, ambiente sono
considerati come un insieme interconnesso che va a formare lo spazio vitale di ogni soggetto.
RIFLESSOLOGIA
Sempre verso la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento nacquero nuove Scuole di psicologia in Unione
Sovietica. In particolare, ebbero grande risonanza le ricerche di Ivan Pavlov (1849-1936). Pavlov (nel 1904,
premio Nobel per la medicina) fu un fisiologo e non volle mai essere considerato uno psicologo. Nonostante
ci, i suoi studi diedero grande impulso e influenzarono notevolmente una delle successive Scuole
psicologiche che avr maggior successo: il comportamentismo. Pavlov comp studi, mediante esperimenti su
animali, su quello che venne chiamato riflesso condizionato, dimostrando come fosse possibile far sorgere un
dato comportamento associandolo a un determinato stimolo. La maggior parte delle Scuole russe di
psicologia continuarono questo filone di ricerche e per questo sono state accomunate sotto il nome di
riflessologia russa. La teoria alla base di tutte queste Scuole era la convinzione che i processi psichici
potessero essere ridotti a semplici riflessi, cio i processi psichici erano visti come semplici processi
fisiologici ed elementari.
VYGOTSKIJ PSICOPEDAGOGIA
Un discorso a parte merita il russo Lev Vygotskij (1896-1934) e la sua Scuola storico-culturale. Per Vygotskij
l'esperienza storica (storicit) era l'aspetto fondante dell'esperienza umana e della stessa psicologia. Per
Vygotskij lo sviluppo cognitivo del bambino doveva essere valutato e studiato in rapporto alle sue
componenti sociali, culturali e ambientali. Queste originali ed innovative riflessioni, che si contrapponevano
in modo netto al rigido e deterministico comportamentismo che stava nascendo negli Stati Uniti, furono a
lungo ignorate, anche per la mancata traduzione delle opere di Vygotskij dalla lingua russa a quella inglese.
Solo a partire dagli anni ottanta questo autore stato oggetto di riscoperta, divenendo uno dei principali
ispiratori della psicologia postmoderna e della psicopedagogia.
COMPORTAMENTISMO o BEHAVIORISMO
Nel 1913, negli Stati Uniti, John Watson (1878-1958), diede vita ad una nuova Scuola psicologica, detta
comportamentismo, attraverso la pubblicazione di un celebre articolo intitolato "La psicologia considerata
dal punto di vista comportamentistico". Il comportamentismo, detto anche behaviorismo, dominer la scena
internazionale per circa cinquant'anni, cio per tutta la prima met del XX secolo.
Il comportamentismo rivoluzion i concetti della precedente psicologia, concentrando i suoi sforzi e studi
non pi sulla "coscienza", bens attorno al "comportamento". Il nuovo e unico oggetto della psicologia
divenne, perci, il comportamento pubblicamente osservabile degli organismi viventi. Il comportamentismo
critic fortemente anche il concetto di innatismo, in quanto prevedeva che ogni comportamento umano fosse

determinato solamente dagli stimoli ambientali. Questo port alla nascita della schema Stimolo-Risposta (SR), che prevedeva che ad una stimolazione che agisce su un organismo segua una reazione dell'organismo
stesso. Come gi accennato, il comportamentismo fece tesoro anche degli esperimenti sul condizionamento
di Pavlov, e arriv ad ipotizzare che ogni comportamento umano potesse essere appreso mediante
condizionamento.
Quasi la totalit degli psicologi americani di questo periodo era di matrice comportamentista e, fra i maggiori
autori che diedero impulso a questa Scuola, si possono ricordare Burrhus Skinner, Edward Tolman e Clark
Hull.
Il comportamentismo entr in crisi nei primi anni sessanta, in quanto risult evidente come queste teorie
semplicistiche non fossero in grado di spiegare i comportamenti umani pi complessi, come ad esempio le
relazioni sociali. Il behaviorismo, inoltre, venne anche criticato per il suo ridurre l'essere umano ad un
organismo passivo che rispondeva solo alle leggi del condizionamento. Nonostante tutto, il
comportamentismo sopravvissuto fino ai giorni nostri in alcune correnti come il neo-comportamentismo e,
va sottolineato, la Scuola di Watson ha comunque grandi meriti nell'aver dato un forte impulso di ricerca ed
una dignit scientifica alla psicologia.
COGNITIVISMO
A partire dagli anni sessanta un nuovo orientamento inizi a farsi largo in psicologia: il cognitivismo. Questo
oggi l'orientamento dominante in psicologia. Alle sue origini troviamo diverse matrici che si sono espresse
fra gli anni cinquanta e '60, in buona parte nate all'interno dello stesso comportamentismo. La rapida ascesa
del cognitivismo fu dovuta, innanzitutto, al fallimento dello stesso comportamentismo, che con le sue teorie
semplicistiche non era riuscito a spiegare i comportamenti umani complessi. Lo schema S-R (StimoloRisposta) del comportamentismo era, infatti, divenuto insufficiente e fu gradualmente sostituito dallo schema
S-O-R in cui O (organismo) rappresentava la mediazione fra lo stimolo e la risposta.
PSICOLOGIA FISIOLOGICA, PSICOFISIOLOGIA E NEUROPSICOLOGIA
Fino agli anni sessanta il termine psicologia fisiologica indicava lo studio delle basi fisiologiche, e quindi
cerebrali, del comportamento effettivo, indipendentemente dai fenomeni studiati e dalle metodologie
d'indagine. Verso la met degli anni sessanta fu stabilita una prima differenziazione, tra le diverse discipline
quali la psicofisiologia e la psicologia fisiologica:

la prima indica lo studio, condotto soprattutto su soggetti umani sani, delle variazioni fisiologiche,
come elettroencefalogramma o elettrocardiogramma, correlate a processi psichici, come per es.
la percezione o l'attenzione;

la seconda indica l'impostazione di ricerca, condotta soprattutto su soggetti animali, che studia
l'effetto della manipolazione delle variabili fisiologiche (es. lesione o stimolazione elettrica di aree
cerebrali, somministrazione di farmaci)

Il termine neuropsicologia ha acquistato un significato specifico a partire dagli anni sessanta. In particolare,
per neuropsicologia clinica si intende lo studio dei danni cognitivi in soggetti umani con lesioni encefaliche.
La neuropsicologia aveva quindi una lunga tradizione, dalle prime descrizioni avvenute nell'Ottocento, cio i
casi di afasia descritti da Broca e Wernicke, alle ricerche successive alla prima guerra mondiale. Uno
sviluppo massiccio della neuropsicologia si ebbe dopo la seconda guerra mondiale, tramite lo studio degli
effetti cognitivi delle lesioni cerebrali sui soldati feriti in guerra. Il punto di svolta pi importante delle
ricerche di neuropsicologia degli anni sessanta rappresentata dalla metodologia: la prestazione dei soggetti
con danno cerebrale era confrontata con quella di soggetti sani, senza danno neurologico, utilizzando quindi
un paradigma sperimentale diverso ed ampliando dunque i dati derivati dall'analisi isolata di casi singoli.

Cap. 2
PSICOPATOLOGIA
La distinzione "primaria" in ambito psicopatologico , come noto, fra nevrosi e psicosi. Mentre il senso di
realt nella nevrosi "deformato" ma mai negato, la psicosi si caratterizza per la perdita completa del
concetto di realt, che viene ricostruito (nel delirio) in modo pi conforme e soddisfacente alle necessit dei
desideri e dell'istinto.
All'interno del polo nevrosi-psicosi vengono situate tutte le altre patologie di tipo "borderline", come ad
esempio la schizotimia, nelle quali la perdita di contatto con la realt (e la conseguente disgregazione dell'Io)
ancora impedita da meccanismi di difesa di tipo nevrotico.
NEVROSI-PSICOSI
A differenza di quanto avviene nelle psicosi, nelle nevrosi il contatto con la realt non perduto, anche se
vissuto in maniera distorta e sofferta. Il nevrotico consapevole del suo stato e vorrebbe liberarsi della sua
malattia, e pu anche farlo se non raggiunge lo stadio psicotico.
NEVROSI
Nevrosi ansiosa: ansiet diffusa, generalizzata, permanente, slegata da oggetti particolari, ricca di dubbi e
incertezze rivolti al passato-presente-futuro. Sintomi: irritabilit, tremori, insonnia... curati spesso con
tranquillanti-sedativi. Quando quest'ansia s'indirizza verso un oggetto o situazione (che appaiono
minacciosi), la nevrosi diventa fobica, ossessiva, isterica.
Malattie psicosomatiche. Non sono malattie mentali, ma dell'organismo fisico, che risentono per di una
conflittualit psicologica di ordine emotivo (ad es. ulcera, asma, ipertensione, colite...). L'organo fisico
malato assume un valore simbolico del conflitto emotivo.
Psicopatie. Viene detto psicopatico chi assume comportamenti chiaramente anti-sociali, in quanto non tollera
frustrazioni e ostacoli, esitazioni e rimorsi. I suoi conflitti interiori sono molto primitivi, inconsci e simili a
quelli psicotici. Sintomi: atteggiamenti provocatori, capacit di manipolare gli altri e di far ricadere la colpa
su di loro, rifiuto di ogni intervento terapeutico...

Psicosi. Nelle psicosi il soggetto incapace di comprendere gli stimoli della realt, di valutare le situazioni,
di rendersi conto della malattia. Lo psicotico preso da fantasie irrazionali, allucinazioni, deliri, ed
incapace di comunicare con gli altri.
1) Schizofrenia: caratteristica fondamentale: dissociazione nella formazione delle idee, distruzione dell'unit
dell'io e dell'immagine del corpo (percepito come frammentato-disgregato). Si distingue in tre forme:
a)

ebefrenica (turbe del linguaggio, con giochi di parole, parole nuove e incomprensibili),

b)

paronoide (manifestazioni deliranti a contenuto persecutorio),

c)

catatonica (catalessia, mutismo, assenza di affettivit...). L'origine della schizofrenia sconosciuta. la

pi difficile da guarire.
2)

Paranoia: tratti dominanti: continuo sospetto, autoritarismo, intolleranza, falsit del giudizio. Le idee

dipendono da una convinzione iniziale distorta, con cui si cerca di rimodellare tutta la realt. Il delirio
paranoico, pur non avendo alcun rapporto con la realt, logico, perch interpreta il reale in modo
verosimile, per cui condivisibile dall'ambiente, ed vissuto in piena lucidit. I deliri sono di persecuzione,
gelosia, megalomania...
3)

Psicosi maniaco-depressiva: i momenti di eccitamento maniacale (euforia, facilit ideativa, logorrea,

espansione affettiva, psicomotoria) si succedono ciclicamente a quelli di abbattimento depressivo


(rallentamento ideativo e psicomotorio, autosvalutazione e sfiducia, senso di inadeguatezza, disperazione). Il
malato pu tentare il suicidio. Le forme depressive sono pi frequenti di quelle maniacali. Le
rappresentazioni della realt sono assurde (deliri).
Comportamento antisociale di adolescenti in gruppo. La sua origine sta nella difficolt che gli adolescenti
hanno d'identificarsi con gli adulti. Di qui la tendenza a isolarsi, anche in gruppo, e alla marginalit, con
sviluppo di tendenze oppositive verso i valori, le norme, le abitudini degli adulti. Il gruppo diventa la difesa
di un conflitto irrisolto, una rassicurazione emotiva e anche l'occasione per sfogare la reattivit anti-sociale.
I comportamenti vanno da quelli puramente evasivi-ludici a quelli vandalico-aggressivi (sfruttando
manifestazioni sportive, spettacoli...). Altri gruppi usano violenza e soprusi (furti, scippi, estorsioni...) verso
altri gruppi o altri cittadini. Non si possono comunque esaminare le cause di questi comportamenti al di fuori
del contesto socio-culturale in cui si sviluppano.
S. FREUD
E stato un neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco, fondatore della psicoanalisi, una delle principali
correnti della moderna psicologia, ha elaborato la teoria dell'"Iceberg", secondo la quale l'inconscio governa
il comportamento e il pensiero degli esseri umani e delle interazioni tra individui. Di formazione medica,
tent sempre, pur con difficolt, di stabilire correlazioni tra la sua visione dell'inconscio e delle sue
componenti, con le strutture fisiche del cervello e del corpo umano: queste speculazioni hanno trovato
parziale conferma nella moderna neurologia e psichiatria.
LA PSICOANALISI
Freud fu un genio analitico. E fu lui a inventare quel sistema di analisi della personalit umana, chiamato
psicoanalisi, che fornisce insegnamenti di grande valore sulle modalit di funzionamento della mente umana.

Egli osserv che gli equilibri raggiunti allinterno della mente dellindividuo possono essere gettati in un
disordine caotico dalla rimozione.
La rimozione significa che la spinta istintuale (Es), repressa dallIo o pi spesso dal Super-io, eserciter una
pressione sotto diverse forme che segnalano lesistenza di conflitti psicologici sottostanti.
Lo scopo della psicoanalisi quello di sciogliere i nodi mentali e di liberare dal complesso, ristabilendo cos
una certa unit funzionale della mente. Questo permette alla persona di elaborare modalit di espressione
degli stimoli istintuali pi soddisfacenti nella realt, o ad accettare in maniera cosciente la necessit della
rinuncia.
Il pericolo del sistema di analisi freudiano sorge quando esso si trasforma in uninterpretazione
deterministica della personalit. Il sistema diventa allora semplicemente uno schema di causa ed effetto:
blocco dellimpulso istintuale uguale rimozione, uguale complesso psichico, uguale nevrosi. La cura consiste
nel capovolgere il processo: osservare il sintomo nevrotico, rintracciare il complesso, eliminare la rimozione
e quindi aiutare lindividuo a trovare unespressione pi soddisfacente ai suoi impulsi istintuali.
MECCANISMO DI DIFESA
Un meccanismo di difesa, nella teoria psicoanalitica, una funzione propria dell'Io attraverso la quale
questo si protegge da eccessive richieste libidiche o da esperienze di pulsioni troppo intense, che non in
grado di fronteggiare direttamente.
I meccanismi di difesa sono: negazione, scissione, idealizzazione, razionalizzazione, intellettualizzazione ,
identificazione, introiezione, formazione reattiva, rimozione, repressione, spostamento, sublimazione.
In ogni situazione in cui i processi che costituiscono la coscienza come la memoria, la percezione,
l'attenzione, le emozioni, non lavorano pi in modo ottimale, si entra in ci che viene definito stato alterato
dell'ordinario stato di coscienza. Pur essendo difficile effettuare una netta distinzione tra uno stato alterato e
uno stato ordinario, quest'ultimo lo si pu considerare come quello stato in cui un soggetto si trova mentre
svolge le normali attivit della vita quotidiana, perfettamente consapevole delle azioni che sta compiendo e
si rende conto di ci che gli accade intorno. Lo stato alterato quello in cui il soggetto non consapevole
dell'ambiente circostante oppure ha un controllo parziale o nullo dei suoi sensi a tal punto da percepire in
modo distorto le sue sensazioni e tutto ci che vede o gli accade.
SALUTE MENTALE
ADATTAMENTO
L'adattamento il criterio fondamentale quando si valuta lo stato di salute mentale, che peraltro non pu
essere scissa dalla salute fisica e dal benessere sociale. Corpo, mente e relazione sono infatti i tre ingredienti
del benessere e su ci non rimangono dubbi se proviamo a riflettere sui motivi (psicologici, fisici e
relazionali) per cui siamo soliti affermare di star bene o di star male, cos come se si pensa al modo in cui un
handicap fisico o una malattia possano coinvolgere il benessere psicologico e limitare le relazioni sociali.
Il concetto di adattamento viene anche utilizzato quando si effettua una diagnosi psichiatrica facendo
riferimento ai criteri definiti e classificati nel DSM-IV, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali dell'American Psychiatric Association.

DISTURBO DELLADATTAMENTO
La caratteristica fondamentale di un Disturbo dellAdattamento una risposta psicologica ad uno o pi
fattori stressanti identificabili che conducono allo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali
clinicamente significativi.
La rilevanza clinica della reazione indicata dal notevole disagio, che va al di l di quello prevedibile in base
alla natura del fattore stressante, o da una significativa compromissione del funzionamento sociale sociale o
lavorativo.
La diagnosi psicologica, oltre che a chiarire la presenza di disturbi mentali, ad individuare le risorse su cui
impostare un lavoro di sostegno psicologico o linvio psicoterapeutico, viene mirata anche a chiarire se sono
presenti difficolt di vita (es. malattie, esperienze traumatiche, lutti, ecc) che possono mettere a dura prova
la salute mentale.
D.S.M. IV MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI
Il DSM uno strumento di diagnosi descrittiva dei disturbi mentali. Il suo approccio quello di applicare la
relativa stabilit dell'analisi descrittiva dei sintomi di patologie mediche all'universo dei disturbi mentali. La
sua struttura segue un sistema multiassiale: divide i disturbi in cinque assi, cos ripartiti:

ASSE I: disturbi clinici

ASSE II: disturbi di personalit e ritardo mentale.

ASSE III: condizioni mediche acute e disordini fisici

ASSE IV: condizioni psicosociali e ambientali che contribuiscono al disordine

ASSE V: valutazioni globali del funzionamento

Cap. 3

I PROCESSI SENSORIALI
La sensazione, dal punto di vista fisiologico, pu essere definita come la modificazione dello stato del nostro
sistema neurologico a causa del contatto con l'ambiente tramite gli organi di senso. Gli stimoli offerti
dall'ambiente vengono catturati dai nostri organi di senso, ognuno dei quali adibito alla ricezione di uno
stimolo particolare. Ognuno di essi si avvale per la ricezione dei segnali di specifici organi di senso.
Si definiscono processi sensoriali i processi di analisi delle informazioni provenienti dai recettori sensoriali e
dalle aree corticali primarie. I recettori sensoriali sono quelle componenti distribuite nel corpo umano che
hanno il compito di trasformare uno stimolo fisico, chimico o meccanico in un segnale elettrochimico in
grado di propagarsi attraverso il sistema recettivo.
Esistono recettori di diverse specie deputati a rilevare diverse qualit dellambiente che ci circonda:
fotorecettori, meccanorecettori, chemiocettori, propriocettori, nocicettori, termocettori ecc..
Da quanto considerato in precedenza, si pu notare che i processi sensoriali, per loro natura, sono fuori dalla
nostra consapevolezza.
Caratteristica saliente dei processi sensoriali che si svolgono in parallelo, quindi hanno il dono
dellimmediatezza. Si definiscono processi percettivi linsieme di azioni cognitive volte a identificare la
nostra esperienza cosciente dellelaborazione operata sulle sensazioni. La percezione quindi ad un livello di
astrazione superiore rispetto alla sensazione, ma possibile esclusivamente grazie a questultima.
Le sensazioni, come diceva Wundt, possono essere descritte, ma sono eventi esclusivamente soggettivi che
noi possiamo partecipare ad altri, ma nessuno, al di fuori di noi stessi, pu averne unesperienza diretta.
Se, nonostante questampia variabilit soggettiva e intersoggettiva, un determinato evento dellambiente
fisico descritto in modo simile da persone diverse, pu essere ragionevole assumere che queste persone
possano avere sensazioni simili.
Per questo motivo esiste una relazione sistematica tra lo stimolo fisico (o stimolo distale) e la sensazione
degli individui.
Le relazioni di questo tipo sono dette relazioni psicofisiche, in quanto sono correlate a variabili fisiche e
psicologiche (stimoli e sensazioni).
Quando la Psicologia sperimentale nacque, numerose furono le ricerche che avevano come oggetto lo studio
dei limiti della sensibilit umana.
Tali studi misero in evidenza come, variando lintensit di uno stimolo, fosse possibile determinare il livello
minimo necessario a suscitare una sensazione.
Tale livello, noto come soglia assoluta, segna il confine tra i livelli denergia sufficienti per suscitare una
sensazione avvertibile e quelli troppo deboli per farlo.
Un altro tipo di limite della sensibilit si ha nellavvertire una variazione nellintensit dellenergia. Per
esempio, necessario che una fonte di luce aumenti notevolmente o diminuisca di una certa quantit affinch
il soggetto avverta il cambiamento dello stimolo.
Gli psicologi cercarono di stabilire esattamente quanto una differenza nello stimolo debba grande per essere
avvertita dai soggetti e arrivarono determinare il concetto di soglia differenziale.

Lessere umano non risponde a tutte le stimolazioni ambientali: la nostra sensibilit ha dei limiti. Siamo
sensibili solo alle forme denergia per la quale abbiamo appositi ricevitori: gli organi recettori o gli organi di
senso. Inoltre, lenergia deve essere abbastanza intensa perch produca una sensazione avvertibile da un
soggetto umano: una luce pu essere vista solo se intensa, un suono pu essere udito solo se abbastanza
forte.
Soglia assoluta e soglia differenziale:
Per ottenere una misura della soglia assoluta utilizzato il metodo dellaggiustamento. Con tale metodo
chiesto al soggetto sperimentale di aggiustare il livello dintensit di uno stimolo in modo tale che esso
cominci a suscitare in lui una sensazione. In genere tale procedura efficace.
Se si vuole arrivare ad una misura pi precisa nascono problemi. I soggetti sperimentali forniscono risposte
con valori lievemente differenti se rilevati in tempi diversi. Notevoli differenze si riscontrano pure quando ai
soggetti si chiede di cominciare con uno stimolo presentato ad unintensit elevata, riducendola poi
lentamente finch la sensazione non scompaia.
SISTEMI DI SENSO: vista, udito, olfatto, gusto, tatto, propriocezione cinestesi, equilibrio, sensazione di
dolore.
SENSAZIONE- NEUROFISIOLOGIA
Le sensazioni permettono al nostro cervello di conoscere il mondo che ci circonda. Nonostante esse siano
sostanzialmente private e soggettive, e quindi impossibili da misurare scientificamente, possibile chiedere
ai soggetti che le sperimentano di descriverle. Questo primo "esperimento" di tipoqualitativo permette di
confrontare le sensazioni di ciascuno e notare che in alcuni casi le sensazioni che vengono provocate in
diversi soggetti da cambiamenti specifici nel mondo fisico (ovvero quello che al di fuori di noi e che
percepiamo) sono almeno simili. Ci equivale a dire che generalmente ogni variazione del mondo fisico
viene percepito da tutti i soggetti in una maniera tale che la descrizione di tale variazione risulta molto
simile. Quindi si pu presupporre che anche le sensazioni stesse siano almeno compatibili tra di loro.
Nonostante questa premessa sembri ovvia, essa ci permette di supporre che vi siano delle relazioni
psicofisiche tra alcuni stimoli (variabili fisiche) e alcune sensazioni (variabili psicologiche) che tendono ad
essere prevedibili e indipendenti dall'osservatore.

AROUSAL (INTENSITA EMOTIVA)


Con il termine arousal indicata in psicofisiologia lintensit dellattivazione fisiologica e comportamentale
dellorganismo: quando lorganismo deve effettuare una prestazione deve attivarsi, cio mettere in moto una
serie di processi caratteristici dello stato di arousal. Essi sono:
1) aumento della vigilanza e dellattenzione (attivazione del sistema nervoso centrale)
2) i muscoli si preparano allo sforzo (attivazione del sistema muscolo-scheletrico)
3) cuore e polmoni si attivano per sopportare lo sforzo (sistema vegetativo simpatico).

SONNO-VEGLIA /VIGILANZA-COSCIENZA
Il sonno definito come uno stato di riposo contrapposto alla veglia. In realt questa definizione, come altre
definizioni che si possono trovare su vari dizionari (periodica sospensione dello stato di coscienza durante il
quale l'organismo recupera energia; stato di riposo fisico e psichico, caratterizzato dalla sospensione,
completa o parziale, della coscienza e della volont, dal rallentamento delle funzioni neurovegetative e
dallinterruzione parziale dei rapporti sensomotori del soggetto con lambiente, indispensabile per il ristoro
dellorganismo) non completamente vera. In realt, come la veglia, il sonno un processo fisiologico attivo
che coinvolge l'interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale ed autonomo.
Infatti, bench il sonno sia rappresentato da un apparente stato di quiete, durante questo stato avvengono
complessi cambiamenti a livello cerebrale che non possono essere spiegati solo come un semplice stato di
riposo fisico e psichico. Ad esempio, ci sono alcune cellule cerebrali che in alcune fasi del sonno hanno una
attivit 5-10 volte maggiore rispetto alla veglia. Due caratteristiche fondamentali distinguono il sonno dallo
stato di veglia: la prima che il sonno erige una barriera percettiva fra mondo cosciente e mondo esterno, la
seconda che uno stimolo sensoriale (ad esempio un rumore forte) pu superare questa barriera e svegliare
chi dorme.
PSICOFISIOLOGIA DEL SONNO
In effetti le variazioni dell'EEG rappresentano l'indice di definizione e misura del sonno pi diretto e
attendibile:
Fase REM: onde toniche, desincronizzazione EEG, atonia muscolare
Fase NON REM: onde fasiche, aumento frequenza movimenti oculari rapidi, onde lente, inibizione
MOTIVAZIONE
La motivazione l'espressione dei motivi che inducono un individuo a una determinata azione. Da un punto
di vista psicologico pu essere definita come l'insieme dei fattori dinamici aventi una data origine che
spingono il comportamento di un individuo verso una data meta.
La motivazione svolge fondamentalmente due funzioni: attivare e orientare comportamenti specifici. Nel
primo caso si fa riferimento alla componente energetica di attivazione della motivazione. Nel secondo caso si
fa riferimento alla componente direzionale di orientamento.
Per motivazione si intende uno stato interno che attiva, dirige e mantiene nel tempo il comportamento di un
individuo. La motivazione un concetto molto ampio che viene suddiviso in tre filoni principali: la
motivazione estrinseca, la motivazione intrinseca e l'orientamento motivazionale.
PROCESSI AFFETTIVI
In psicologia, i termini affezione ed affettivo rivestono una grande importanza. Al pari di tutti i fenomeni
intellettivi, sono stati ridotti dagli sperimentalisti a delle sensazioni, cos che tutte le emozioni sono
considerate come semplici affezioni mentali, elemento di cui in ultima sostanza ogni manifestazione emotiva
composta.

La natura di tale elemento un problema che non stato risolto in via definitiva da molti esperti di
psicologia. Il metodo necessariamente sperimentale, sennonch qualsiasi verifica su sentimenti e sensazioni
per natura difficile.Le soluzioni proposte sono due.
Nella prima, tutti i fenomeni affettivi sono suddivisi in piacevoli e spiacevoli. L'obiezione principale a tale
divisione che non fornisce una spiegazione all'infinita variet di fenomeni e che ignora di fatto la
distinzione che molti filosofi ammettono tra piaceri nobili e piaceri inferiori.
La seconda soluzione quella che vuole ciascuna sensazione caratterizzata da una sua specifica qualit
affettiva. Per ragioni di povert linguistica, molte di queste gradazioni non posseggono tuttavia un nome,
e comunque una simile classificazione sembra riportare indietro alla teoria degli affetti d'impianto
settecentesco, ossia a prima della nascita della psicanalisi.
Wilhelm Wundt, in Lineamenti di psicologia (1896), sostiene che possiamo raggruppare in tre categorie
affettive principali, ciascuna con il suo negativo, tutte le infinite variet: (a) piacere, o piuttosto piacevolezza,
e dispiacere, (b) tensione e rilassamento, (c) eccitazione e depressione.
PROCESSI EMOTIVI
I processi emotivi partecipano attivamente allo sviluppo cognitivo e al cambiamento evolutivo, alle emozioni
viene infatti riconosciuta la funzione di "costruzione del s" (entropia negativa), in aggiunta a quella di difesa
e di "scarica" (entropia).
Per chiarire il ruolo delle emozioni nei processi di costruzione del self, necessario introdurre il concetto
di nucleo emotivo del s. Questo infatti permette di spiegare il mantenimento della propria identit nel
tempo, in quanto conferisce unitariet alla nostra esperienza e costanza alle nostre emozioni.
Questultima caratteristica pu essere spiegata sia in termini biologici, attraverso gli studi transculturali sulle
espressioni facciali, sia in termini comportamentali, analizzando la relazione tra il bambino e i genitori.
Infatti quando il bambino ritrova nelle risposte emotive della madre i propri stati mentali (funzione
riflessiva), mappa queste espressioni attraverso procedure automatiche, coinvolgendo il sistema di
attaccamento. Questultimo permette un monitoraggio continuo della disponibilit emotiva dei caregivers da
parte del bambino: capacit che si sviluppa tra i 7 e i 9 mesi, definita "riferimento sociale".
Gli schemi emotivi del nucleo del s non sono fissi, ma vengono continuamente ricostruiti, in modo da
soddisfare esigenze adattive.
FRUSTRAZIONE
Con il termine frustrazione s'intende lo stato psicologico derivante da un mancato o inibito bisogno dovuto a
cause esterne o a cause endogene ovvero lo stato psichico in cui ci si viene trovare quando si bloccati o
impediti nel soddisfacimento di un proprio bisogno o desiderio.
ATTEGGIAMENTO
Tendenza psicologica espressa attraverso la valutazione di una particolare entit con genere di favore o
sfavore in riferimento ad uno stato interno alla persona.

Valutazione fa riferimento ad ogni classe di risposta valutativa, sia essa manifesta o non osservabile,
cognitiva, affettiva o comportamentale.
TEMPERAMENTO
Il temperamento linsieme dei tratti del carattere che sono innati in ognuno di noi. E la base sulla quale si
viene a formare la nostra personalit di individui, modellata e sviluppata dalle esperienze che facciamo nella
vita. In questo senso il temperamento non una condanna. Non un modo di essere imprescindibile ed
inevitabile. E la materia prima sulla quale lavorare per diventare degli individui integrati nella societ e in
grado di funzionare con se stessi e con gli altri. Conoscere il proprio temperamento e il temperamento dei
nostri figli, pu aiutarci a vivere meglio il processo di crescita, e a trovare metodi educativi pi efficenti.
PROCESSI COGNITIVI
ATTENZIONE
L'attenzione un processo cognitivo che permette di selezionare stimoli ambientali, ignorandone altri. Una
metafora spesso usata quella del filtro, che lascia passare soltanto gli stimoli rilevanti.
La teoria dell'arousal presuppone che lo stato di vigilanza vari lungo un continuum che va dal sonno
all'eccitazione diffusa. Il livello di attivazione considerato un fattore importante nella determinazione
dell'efficienza di un soggetto in prestazioni o compiti. La relazione tra livello di attivazione ed efficienza del
soggetto, espressa in ordinata sotto forma di qualit della prestazione, rappresentata da una curva ad U
invertita. A bassi livelli di attivazione l'individuo si distrae facilmente, mentre a livelli troppo elevati
l'eccessiva ansiet ha un effetto ugualmente dannoso sull'efficienza (Teoria di Yerkes e Dodson). Si pu
spiegare il deterioramento delle prestazioni (distraibilit) con l'aumento del livello di attivazione:
quest'ultimo ridurrebbe il raggio dell'attenzione ma causerebbe, contemporaneamente, un aumento
dell'esplorazione con conseguente disorganizzazione del comportamento. La teoria dei livelli di attivazione,
inizialmente ipotizzata dagli psicologi, stata in seguito studiata dai neurofisiologi, che hanno indagato le
modalit di funzionamento del sistema reticolare attivatore e la sua influenza sull'attivit della corteccia
cerebrale.
Attenzione e livello di attivazione sono due stati correlati fra di loro ma che non si identificano:
l'attivazione uno stato globale dell'organismo che si svolge lungo un continuum e l'attenzione una
funzione selettiva che si correla con il livello di attivazione. Il grado di attenzione dipende dal livello di
attivazione dell'organismo che a sua volta dipende sia dalle condizioni interne che dagli stimoli esterni:
stimoli intensi suscitano attenzione, che poi seleziona le informazioni in ingresso in base alla loro rilevanza
biologica o psicologica. Proprio in quanto processo di selezione di informazioni l'attenzione pu essere
definita come un processo cognitivo. Esistono diversi modelli esplicativi sul funzionamento dellattenzione.
INTELLIGENZA

Lintelligenza una funzione mentale che comporta la capacit di ragionare, pianificare, risolvere problemi,
pensare in maniera astratta, comprendere idee complesse, apprendere rapidamente e apprendere dall' esperienza.
Non riguarda solo l'apprendimento dai libri, un'abilit accademica limitata, o l'astuzia nei test. Piuttosto,
riflette una capacit pi ampia e profonda di capire ci che ci circonda "afferrare" le cose, attribuirgli un
significato, o "scoprire" il da farsi.
Tesi ereditarista (Nella storia della psicologia, tesi sostenuta da Piaget): Il QI di una persona dipende dal
suo genotipo (dunque immutabile e non dipende dal tempo ontologico della persona).
Tesi ambientalista (Nella storia della psicologia, tesi sostenuta da Vygotskij): Il QI di una persona dipende
dall'ambiente culturale in cui nata, cresciuta e in cui vive (dunque mutabile e dipendente dal tempo
ontologico della persona).
VALUTAZIONE DELLINTELLIGENZA
I principali test di misura dell'intelligenza sono i seguenti:
-

Test Stanford-Binet
Scala WAIS
Matrici progressive di Raven
Culture fair Intelligence Test di Cattell

MEMORIA
In neuroscienza e in psicologia, la memoria la capacit del cervello di conservare informazioni.
Le fasi principali nell'elaborazione della memoria sono:
- La codifica: l'elaborazione delle informazioni ricevute.
- L'immagazzinamento: la creazione di registrazioni permanenti delle informazioni codificate.
- Il richiamo: il recupero delle informazioni immagazzinate, in risposta a qualche sollecitazione.
Si pu classificare i tipi di memoria in base ad almeno due criteri:
-La persistenza del ricordo.
-Il tipo delle informazioni memorizzate.
Dati relativi ai circuiti neuronali interessati al trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo
termine sono stati ottenuti dall'esame di soggetti con Sindrome di Korsakoff (nell'alcoolismo cronico). I
pazienti con sindrome di Korsakoff conservano una buona memoria per le esperienze precedenti all'insorgere
della malattia, ma hanno perduto la capacit di trasferire le loro esperienze attuali nella memoria a lungo
termine. L'esame anatomico del cervello di questi pazienti dimostra che le strutture centrali pi lese sono:
Talamo ,Corpi mammillari , Ippocampo e regioni frontali.
Il pi diffuso criterio di classificazione della memoria si basa sulla durata della ritenzione del ricordo, e
identifica tre tipi distinti di memoria: la memoria sensoriale, la memoria a breve termine, e la memoria a
lungo termine.

-Memoria Breve Termine (MBT) alcune componenti del sistema mnestico hanno una capacit limitata di
conservare le informazioni solo per brevi periodi di tempo;
-Memoria Lungo Termine (MLT) componente relativamente permanente nel sistema
-Memoria Operativa: immediata, neuronale
RAGIONAMENTO
Il ragionamento essenziale per lintelligenza umana. Facendo ricorso ad interferenze possiamo utilizzare
adeguatamente la grande quantit di conoscenza immagazzinata ed applicarla a situazioni particolari.
Buona parte del ragionamento non consapevole ma automatica ed efficiente, inconsapevole come lo il
nostro sistema percettivo.
Pu essere induttivo ( dal particolare al generale) o deduttivo (dal generale al particolare).

LINGUAGGIO
Il linguaggio un sistema di comunicazione tra individui. Grazie al linguaggio si trasmettono informazioni,
veicolate mediante un sistema di simboli finiti arbitrari combinati in accordo alle regole della grammatica.
Le informazioni trasmesse sono solo una parte del prodotto terminale di un processo che elabora la
percezione sensoriale, iconcetti, i sentimenti e le emozioni, le idee e i pensieri, in un contenuto che implica la
successione temporale.
La capacit di linguaggio orale si sviluppata nell'uomo a seguito di mutamenti strutturali della cavit orale.
In particolare l'arretramento dell'ugola ha reso l'essere umano capace di esprimere una gamma sonora
variegata, capace di garantire una non generica nomazione del mondo.
Il primo a dimostrare che il linguaggio rappresenta una risorsa importante nello sviluppo intellettivo con la
finzione mediatrice tra lambiente e lessere umano, fu Pavlov, che effettu lunghi studi ed esperimenti sulle
percezioni e rappresentazioni mentiali, oltre che sulle elaborazioi dei segnali, dai quali si formano i concetti.
PATOLOGIE DEL LINGUAGGIO: ritardo del linguaggio, dislalia, balbuzie, afasia, disfasia, disartria,
mutismo, mutacismo o mutismo elettivo.

Cap. 4
APPRENDIMENTO
L'apprendimento un cambiamento relativamente permanente che risulta prodotto dall'esperienza ovvero
una modificazione del comportamento derivante dalle esperienze di vita e che dura stabilmente nel tempo.
Esso dunque un processo "esperienza-dipendente": le nostre esperienze possono infatti influenzare
significativamente le nostre connessioni neuronali e le nostre strutture cerebrali.
Dal punto di vista psicologico, l'apprendimento dunque una funzione dell'adattamento nel comportamento
di un soggetto risultato da una esperienza ovvero un processo attivo di acquisizione di comportamenti stabili
in funzione dell'adattamento dovuto essenzialmente a stimoli interni o esterni.
COMPONENTI DELLAPPRENDIMENTO
-Generalizzazione: risposta simile a stimoli simili o appresi come simili
-Discriminazione: differente risposta a stimoli simili o appresi come simili
-Rinforzo (positivo, negativo, parziale, intermittente)
-Estinzione
-Riacquisizione
PROBLEM SOLVING
Il problem solving un processo mentale volto a trovare un percorso che porta il cambiamento da una
situazione iniziale ad una disposizione finale. La capacit di problem solving risulta legata al fattore
cognitivo di intelligenza, essa infatti spesso adoperato come misura empirica dell'intelligenza.

INSIGHT
Insight un termine di origine inglese usato in psicologia, e definisce il concetto di "intuizione", nella
forma immediata ed improvvisa.
Linsight consiste nella comprensione improvvisa e subitanea della strategia utile ad arrivare alla soluzione di
un problema o della soluzione stessa.
IMPRINTING
L'imprinting pu essere inteso come il fenomeno per cui in tenera et vengono appresi ed assimilati gli
stimoli-segnale delle figure parentali.
CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Si definisce condizionamento classico un processo prevedibile che implichi che ad uno stimolo segua una
risposta e che stimolo e risposta possono essere condizionati.
Legge di Contiguit:
SI-RI (cibo-salivazione)
(SC-SI)-RI (campanello-cibo-salivazione)
SC-RC (campanello-salivazione)
Il paradigma : Stimolo Risposta.
Per essere definito tale, uno "SC" (stimolo condizionato) deve essere percettibile, non deve suscitare la stessa
risposta indotta dallo "SI" (stimolo incondizionato), e non deve essere troppo intenso.
Dagli studi sullapprendimento condizionato venne evidenziata una "RC" caratterizzata da alcuni fenomeni
correlati:
a) acquisizione: quando uno stimolo neutro ("SN") associato a uno stimolo incondizionato (SI), diventa
uno stimolo condizionato ("SC") che evoca una risposta condizionata ("RC");
b) discriminazione: quando la "RC" si forma in relazione a un particolare "SC" ma non dopo uno con
caratteristiche simili;
c) generalizzazione ("legge della generalizzazione dello stimolo"): quando la "RC" si ottiene anche con "SC"
simili, ma non uguali a quello originario;
d) estinzione: si presenta quando dopo un certo numero di presentazioni di uno "SC" senza "SI", la "RC" non
si presenta pi. Si tratta di una inibizione appresa, piuttosto che di un processo di oblio;
e)riacquisizione: avviene quando lo "SI", dopo un periodo di estinzione, viene riaccoppiato allo "SC"
producendo nuovamente una "RC". La velocit della riacquisizione maggiore rispetto alla prima
acquisizione della "RC".
CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Il condizionamento operante una procedura generale di modifica del comportamento di un organismo, ossia
una modalit attraverso la quale l'organismo "apprende".

Skinner ha evidenziato chiaramente come l'apprendimento non debba necessariamente avvenire seguendo
una curva graduale, una learning curve secondo il paradigma dei tentativi ed errori descritto da Edward Lee
Thorndike.
L'apprendimento in una contingenza a tre termini (stimolo discriminante, risposta comportamentale e
stimolo rinforzatore) avviene a seguito dell'emissione di una singola risposta, in una maniera che pu essere
descritta come discreta o tutto o nulla.
Le tre unit funzionali minime del condizionamento operante sono:

uno stimolo discriminativo (contesto) - SD

una risposta da parte di un organismo (comportamento) - R

uno stimolo che fa seguito alla risposta (rinforzo) - S+

Il Condizionamento Operante una forma di apprendimento di tipo associativo, ma diversamente da quella


pavloviana, la risposta viene evocata non da stimoli che la possono attivare, bens da una situazione
ambientale, un contesto a cui stata associata la possibilit di trarne un certo beneficio: lanimale apprende
che un determinato stimolo fa prevedere un evento successivo.
Paradigma Risposta Stimolo
Si noti che i termini stimolo e risposta possono essere intesi come insiemi di stimoli e di risposte, secondo
una scala la cui complessit varia in funzione dellorganismo e del tipo di comportamento studiato.
Il condizionamento operante quindi la base del processo di apprendimento e di adattamento allambiente
degli organismi viventi. In senso Darwiniano, il condizionamento operante viene selezionato dalle sue
conseguenze, consentendo ladattamento allambiente.
Nella visione di Skinner il parallelismo con il meccanismo evolutivo estremamente chiaro: cos come gli
organismi sono selezionati dalla loro capacit di adattarsi allambiente attraverso la riproduzione, cos i
comportamenti degli organismi sono selezionati dalla loro capacit di adattarsi allambiente attraverso le loro
conseguenze.
ESEMPIO DI CONDIZIONAMENTO OPERANTE
In una skinner-box a un ratto viene somministrato del cibo quando preme una levetta. Inizialmente il
comportamento di pressione della levetta (R) ha una probabilit di emissione bassa, ma a seguito della
somministrazione del cibo (S+) tale probabilit cresce rapidamente. Se la pressione della levetta porta alla
somministrazione del cibo solo in presenza di una luce accesa (SD), la probabilit di emissione di tale risposta
sar alta in presenza della luce e pi bassa in sua assenza. Si noti che l'accensione della luce rende pi
probabile l'emissione della risposta di pressione della levetta. Potrebbe sembrare una struttura
comportamentale simile a quella del riflesso condizionato, ma non cos. Si tratta di un modo di controllare
il comportamento diverso da quello legato al condizionamento rispondente: la luce non provoca un riflesso,
rende pi probabile una risposta.
Differenze relative al comportamento
Dal punto di vista delle caratteristiche funzionali e topologiche, il comportamento operante si distingue
dal comportamento rispondente ocomportamento riflesso per:

Strumentalit: Il comportamento operante agisce sull'ambiente, modificandolo, mentre il comportamento


rispondente consiste in una reazione dell'organismo (lacrimazione ecc.) che non modifica l'ambiente.
Controllo: Il comportamento operante viene controllato dall'ambiente nel senso che determinati stimoli
discriminanti aumentano la probabilit di emissione di una certa risposta; il comportamento rispondente
viene provocato direttamente da certi stimoli.

LA PERSONALITA
Con il termine personalit si intende l'insieme delle caratteristiche psichiche e delle
modalit comportamentali che definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella molteplicit dei
contesti in cui la condotta umana si sviluppa.
Ogni nucleo teorico, in psicologia, concettualizza la personalit entro modelli diversi, adoperando metodi,
obiettivi e modalit d'analisi anche molto dissonanti fra loro.
Un elemento che caratterizza in maniera trasversale tutti i modelli di studio della personalit (e che ne
rappresenta un elemento cardine nei suoi aspetti pi recenti) la tensione verso l'interazione tra fattori
costituzionali innati, fattori educativi ed ambientali. La tradizione di studi psicologici relativi alla personalit
una delle pi rilevanti della psicologia contemporanea, un campo in cui si susseguono studi empirici,
teorici e storici, tesi a comprendere la natura dell'identit personale nel contesto biologico e sociale di
sviluppo. Una significativa parte della psicologia delle differenze individuali, analizza e valuta la personalit
attraverso test volti ad individuarne i tratti (Test di personalit).
LO SVILUPPO DELLA PERSONALITA
Gli esseri umani affrontano, durante tutto l'arco della loro vita, alcuni nodi cruciali di passaggio necessari per
evolvere una maturazione psicofisica adeguata al contesto sociale. Le varie fasi possono essere cos distinte:
-La prima infanzia, dai 0 ai 3 anni, in cui il bambino deve ricevere le cure materne necessarie, per evitare
l'insorgere di insicurezze e di ansie.
-Lo svezzamento, che comporta le prime privazioni, e il superamento della dipendenza.
-L'indipendenza, che consente al bambino di allargare il suo mondo e di acquisire quelle capacit di base per
far da s.
-La fase del no, nella quale il bambino prova il piacere di opporsi ai genitori.
-La prima socializzazione, che avviene grazie all'ingresso nella scuola. Qui il bambino riceve il giudizio di
soggetti esterni alla famiglia e quindi rafforza l'immagine di s.
-La pubert, con il crescente interesse nei confronti dei genitali.
-L'adolescenza, che comporta una forte opposizione al mondo degli adulti, oltre all'insorgere di varie
contraddizioni interne e all'insoddisfazione dei valori tradizionali.
-La formazione dell'identit maturando l'indipendenza di pensiero con l'acquisizione, in una prima fase, di
valori conformisti nei confronti del gruppo di appartenenza, ma trasgressivi nei riguardi dei valori sociali e,
in una successiva, di accettazione delle figure simbolo della societ (insegnante, genitore, ecc.).

-La vita adulta, in cui il soggetto cerca di realizzare il suo progetto di vita (lavoro, famiglia ecc.), definendo il
pi possibile la sua identit, distaccandosi dal nucleo familiare originario e rendendosi il pi possibile
socialmente indipendente.
-La senilit, che comporta importanti cambiamenti nelle attitudini, nello stile di vita e nell'evoluzione psicofisica.
La personalit linsieme dei sistemi psicologici che contribuiscono allunit e alla continuit della condotta
e dellesperienza individuale.
La personalit una struttura coerente e dotata di continuit che pu essere pienamente apprezzara solo
considerando la persona come ununit ed esaminando lorganizzazione della sua personalit nel corso del
ciclo della vita.
Nel passato si diffusero tecniche di indagine e diagnosi della personalit che esplorarono tre vie di accesso
alla personalit:
Osservazione (elementi biografici, fisiologici, anatomici)
Auto interpretazione (questionari)
Analisi fenomenologica (analisi dei sogni).
La personalit mantiene le sue caratteristiche nonostante le circostanze. Non riferibile alla personalit
individuale, comportamenti indesiderabili in circostanze opprimenti o linflusso negativo di avvenimenti
esterni.
La personalit si sviluppa e funziona tramite interazioni continue con lambiente, secondo rapporti di
influenza reciproca.
TEORIA DEI TRATTI: teoria secondo la quale la personalit umana pu essere valutata dai punteggi che
lindividuo ottiene alle Scale di Personalit.
Le scale di personalit rappresentano ed analizzano un tratto della personalit.
TEORIA DEI TIPI: teoria secondo la quale la personalit umana pu essere catalogata come appartenente a
determinate tipologie aventi delle caratteristiche tipologiche comuni e similari.
Nella maggior parte delle teorie sulla personalit, gli aspetti statici di contenuto e struttura della personalit
hanno un peso preponderante e date tali premesse, diventa un enorme problema spiegare la modificazione
della personalit.
La considerazione della personalit come insieme di fattori che resistono al cambiamento, giustificata dal
concetto di persona che comprende lidentit e la continuit nel tempo.
TEORIE DELLA PERSONALITA
Le formulazioni neurobiologiche e biopsicosociali hanno destato un notevole interesse e hanno portato a una
considerevole quantit di ricerche.
Cloninger e altri hanno descritto la personalit come la sintesi tra carattere e temperamento, dove per
temperamento si intendono le influenze costituzionali esercitate sulla personalit, mentre il termine carattere
si riferisce alle influenze apprese tramite il processo di socializzazione.
Secondo Cloninger dunque nel suo modello biosociale la personalit composta dai seguenti fattori:

Temperamento: ricerca di novit, evitamento del danno, dipendenza dalla ricompensa, persistenza; Carattere:
gestione del s, cooperativit, senso dellesistenza.
Le teorie tipologiche mirano a definire il carattere in base a delle caratteristiche.
Nelle tipologie somatiche si fa corrispondere alla conformazione fisica un certo carattere.
Kretschemer ha ipotizzato che alla struttura brevilinea corrisponda la patologia depressiva e che quella
longilinea sia predisposta alla schizofrenia.
Unaltra teoria si basa sul fatto che ad una certa costituzione corrisponde un certo carattere, a seconda del
tipo di tessuto che predomina. Si hanno tre tipi:
-il VISCEROTONICO con elevato sviluppo delladdome a cui corrisponde un carattere amichevole, ha
bisogno degli altri per affrontare le difficolt;
- il SOMATOTONICO ha molto sviluppato il tessuto muscolare (mesomorfico) ed ambizioso, affronta le
difficolt con lazione;
-il CEREBROTONICO (ectomorfico) caratterizzato dalla chiarezza della pelle, ha arti lunghi e poco
muscolosi, capelli fragili e sistema nervoso fragile, prova disagio in mezzo agli altri e ha bisogno di stare da
solo quando in difficolt.

Cap. 5
STRESS
Da alcuni decenni i ricercatori hanno posto lattenzione sullo stress occupazionale che viene considerato
nocivo per la salute psico-fisica dei lavoratori e soprattutto fattore dinefficienza gestionale per le aziende.
Lautore che ha dedicato la quasi totalit della sua vita alla ricerca allo stress, Hans Selye definiva lo stress
come: risposta aspecifica dellorganismo per ogni richiesta effettuata su di esso dallambiente esterno.
Il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce lo stress occupazionale come
reazioni nocive fisiche ed emozionali che si verificano quando le esigenze lavorative sono superiori alle
capacit, alle risorse o alle necessit del lavoratore.
Recentemente lo stress e le strategie individuali di coping sono oggetto dindagine da parte di studiosi che
evidenziano come la gestione dello stress occupazionale connesso alle assenze per malattia sia una
problematica complessa.
Le evidenze scientifiche in campo medico e psicologico recepite dalle principali istituzioni nazionali ed
internazionali in materia di sicurezza sul lavoro, indicano che determinate caratteristiche relative al contesto
lavorativo, ai processi lavorativi, alle relazioni interpersonali ed al clima organizzativo possono facilitare
linsorgere della percezione di stress nei lavoratori.
In base alle modalit con cui gli stimoli esterni si presentano all individuo, il nostro organismo risponder in
modo diverso e pi precisamente attraverso due modalit distinte in:
Stress acuto: quando gli eventi stressanti si presentano in modo acuto e la risposta dell organismo si gioca
e/o si esaurisce nel giro di pochi minuti o di ore (ad esempio una notizia luttuosa).
Stress cronico: Quando gli eventi stressanti si protraggono per giorni, settimane, mesi e la risposta
dellorganismo si protrae nel tempo (ad esempio un rapporto di lavoro problematico).

Prendiamo in considerazione il distress, cio la parte negativa dello stress la cui sindrome si caratterizza per:
-

una prima fase di allarme


una seconda fase di resistenza
una terza fase di esaurimento funzionale

STRESS OCCUPAZIONALE
Burn-out: esaurimento emotivo, depersonalizzazione, mancata realizzazione personale;
Bullying: evento di abuso interpersonale, persecuzione in cui la vittima percepisce o realmente in uno stato
di inferiorit rispetto al persecutore;
Mobbing: terrorismo psicologico sul posto di lavoro. Ripetizione prolungata di atti o comportamenti ostili;
EFFETTI SULLA SALUTE
-Patologie a componente autoimmune: Lupus eritematoso sistemico, Psoriasi, Patologie autoimmuni tiroidee;
-Patologie associate a riduzione della risposta immunitaria: Maggiore suscettibilit allo sviluppo di neoplaie,
Maggiore suscettibilit a infezioni virali, batteriche, micotiche ecc
-Patologie cardiovascolari: ipertensione arteriosa transitoria o permanente, tachicardia transitoria o
permanente, extrasistoli, infarto miocardico acuto e morte improvvisa;
-Patologie della funzione sessuale: disturbi mestruali (sindrome dellovaio policistico,
oligomenorrea/amenorrea ipotalamica), riduzione della fertilit, calo della libido fino allimpotenza
nelluomo, maggiore incidenza di aborti spontanei e di parti prematuri;
-Altre patologie su base ormonale: increzione dei livelli du cortisolo, diabete mellito
-Patologia cutanea: eczemi ed altre eruzioni cutanee, acne
-Patologie muscolo-scheletriche:dolore cervico-dorso-lombare, altre contrazioni muscolari dolorose.
MECCANISMO DAZIONE

Metodiche di valutazione dello stress

Rischio- Stress
Per una corretta gestione del rischio stress adottare strategie che implicano:
Classificazione delle attivit stressogene (scale dello stress)

Classificazione aziendale
Caratterizzazione su gruppi omogenei
Diagnosi sul soggetto
Valutazione del danno
IL RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO
La recente approvazione del D.Lgs 81/08 in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, introduce
lobbligo di valutazione dello stress lavoro correlato in tutte le aziende secondo i contenuti dellAccordo
Interconfederale per il recepimento dellaccordo quadro europeo sullo stress lavoro-correlato concluso l8
ottobre 2004 tra UNICE/UEAPME, CEEP E CES 9 giugno 2008.
LAccordo quadro europeo mira a promuovere la crescita di consapevolezza e comprensione dello stress da
parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti alzando lattenzione sui segnali che
potrebbero denotare problemi di stress lavoro-correlato.
Lo scopo della valutazione del rischio stress lavoro correlato quello di guidare e sostenere datori di lavoro e
lavoratori nella riduzione del rischio attraverso lanalisi degli indicatori oggettivi aziendali e leventuale
rilevazione delle condizioni di stress percepito dai lavoratori.
Fondamentale , come per tutti gli altri rischi, lassegnazione della valutazione ai soggetti della prevenzione
aziendale: Datore di Lavoro, RSPP, RLS, MC, oltre ad eventuali altri soggetti interni/esterni indicati dalle
organizzazioni.
Si articola in tre FASI principali
-

valutazione indicatori oggettivi di stress al lavoro (compilazione della check list)


identificazione della condizione di rischio e pianificazione delle azioni di miglioramento
valutazione percezione dello stress al lavoro dei lavoratori, attraverso compilazione di questionari di
percezione, analizzati in modo aggregato (obbligatoria solo per rischio alto).

La reazione allo stress dal punto di vista fisiopatologico una complessa attivazione di meccanismi
neuroendocrini ed ormonali ed anche se strategie cognitivo comportamentali e meccanismi individuali
possono arginare reazioni stressanti cercando di gestire situazioni ritenute potenzialmente dannose, le
condizioni lavorative giocano un ruolo nel mettere a rischio la salute psico-fisica dei lavoratori.(6) Da
questa preliminare indagine emerge che i fattori stressogeni variano in base alle mansioni svolte, al settore
occupazionale ed alla tipologia lavorativa; dunque importante avere metodi oggettivi e strumenti
applicativi standardizzati per la valutazione dello stress in ogni situazione lavorativa al fine di attuare piani
dazione volti al cambiamento ed al miglioramento.
Una buona formazione iniziale e continua e linee guida di buona prassi, potrebbero essere utili per aiutare ad
affrontare tale problematica soprattutto in riferimento alle nuove disposizioni legislative (D.Lgs.vo 81/08 e
D.Lgs.vo 106/09) mirate ad evidenziare le eventuali criticit presenti nell'ambiente e nellorganizzazione del
lavoro che possono costituire fonte di stress e se non adeguatamente identificate, aggredite e risolte,
potrebbero nel tempo determinare patologie a carico dei lavoratori .

La gestione del rischio lavorativo dal punto di vista psicologico


Percezione del rischio e categorizzazione cognitiva.
- La comprensione della ricerca attiva del rischio
- Il consenso sociale
-Fattori individuali e della personalit
-Gli aspetti cognitivi e la valutazione dellerrore
( ERRORE deficit a livello di abilit, deficit a livello delle regole e procedure, deficit a livello di
conoscenze)
Interventi per la riduzione del rischio psicologico in ambito lavorativo
INFORMAZIONE = corretta conoscenza dei comportamenti
DRAMMATIZZAZIONE= timore sulla mancata protezione
RAPPRESENTAZIONE SUBLIMALE SOCIALE = modelli comunicativi.
INCENTIVAZIONE DELLA MOTIVAZIONE = cambiamento di comportamenti scorretti.
RUOLO DELLE IDENTIFICAZIONI SOCIALI
AUTOEFFICACIA E RINFORZI
Modelli teorici
MODELLO DI BECKER percezione dellesposizione professionale al rischio.
TEORIA DI AJZEN E FISHBEIN azioni pianificate protettive e concrete con controllo personale del
comportamento
TEORIA SOCIO-COGNITIVA DI BANDURA percezione delle norme di gruppo sulla sicurezza
Controllo del rischio nel lavoro
RISCHIO SOGGETTIVO
Bias Cognitivo
RISCHIO OGGETTIVO
Bias nella percezione della probabilit
CONSENSO SOCIALE
Macrosociale

Microsociale

Predisposizione al rischio
Predisposizione agli incidenti (post-hoc)
RISK TAKING
SENSATION SEEKING
RISK PERCEPTION
RISK SEEKING
Comprensione della ricerca attiva del rischio: Temperamentale, Cognitivo, Psicodinamico, Psicosociale.

Cap.6
Metodologia della ricerca
La privacy: garantire lanonimato D.lgs 196/2003
Consenso informato: Decisione volontaria e consapevole di prendere parte, come soggetto
(PARTECIPANTE) ad una ricerca; si basa sulla informazione fornita dal ricercatore circa gli scopi e le
procedure di indagine.
Danni o disagi associati ad una procedura sperimentale
Ricerca in cieco e doppio cieco Il ricorso allinganno: (comunicazione al termine dellesperimento degli
obiettivi della ricerca, si risponde alle domande dei partecipanti e, si chariscono le ragioni dellinganno)
Codice Etico della Ricerca e dell'Insegnamento dell'Associazione Italiana di Psicologia
Processo di ricerca
1.Identificazione del Problema
2.Pianificazione della ricerca
3.Rilevazione dati
4.Analisi dati
5.Interpretazione dati
6.Comunicazione dei risultati
Elementi della ricerca

Ricerca di base (o ricerca pura)elaborazione e la verifica di teorie o modelli

Ricerca applicata Finalizzata ad acquisire conoscenze su eventi della vita reale o a cercare soluzioni
a problemi concreti.

Metodo insieme di procedure, strumenti e tecniche diretti alla conoscenza di una data realt

Tecnica strumento o procedura di rilevazione per la raccolta dei dati

Misurazione

Variabile condizione, attributo o caratteristica di una persona (o di un evento), che pu essere

assegnazione di valori numerici ad eventi o variabili

misurata
Tecniche principali
COMPORTAMENTALI:

TEMPI DI REAZIONE

OSSERVAZIONE diretta del comportamento

QUESTIONARI

INTERVISTE

COLLOQUI

ELETTROFISIOLOGICHE

DI BIOIMMAGINE

Elementi della ricerca


Variabile: qualsiasi caratteristica fisica o psichica che pu variare, ovvero che pu assumere valori o livelli
diversi in un dato intervallo e che pu essere misurata.
Continua o discreta: continua una variabile che pu, in teoria, assumere qualsiasi valore della serie
numerica compresa fra due punteggi(es. durata; latenza) La variabile discreta invece quella che non pu
assumere un qualunque valore fra due valori dati(es. sesso, tipo di stimolo).
Indipendente e Dipendente: allinterno dellesperimento.
Metodi di ricerca
La scelta di un metodo dipende sia dal modello teorico di riferimento che dagli obiettivi della ricerca
(descrivere un fenomeno: ricerca descrittiva; studiare una relazione fra fenomeni: ricerca correlazionale;
verificare una ipotesi su una relazione causa-effetto: ricerca sperimentale), dalloggetto di studio (problema)
e dai vincoli contestuali-etici Non esiste ununico sistema di classificazione dei metodi.

Metodo Osservativo

Metodo Sperimentale

Metodo della Inchiesta

Metodo Clinico

Metodo simulativo

METODO OSSERVATIVO
Permette di descrivere un fenomeno, di indagare delle correlazioni fra variabili ma non permette di trarre
conclusioni sulla natura CAUSALE delle relazioni (perch non c manipolazione e controllo). Pu avere
funzione esplorativa, preliminare alla messa a punto di un esperimento.
Logica del Metodo Osservativo: registrazione del corso del comportamento in assenza di tentativi di
influenzarlo (McBurney, 1983) o rilevazione del comportamento in situazioni in cui i soggetti sono liberi di
variare le loro risposte con parziale o totale assenza di limitazioni poste dal ricercatore (Sackett et al, 1978).
Sul campo (osservazione naturalistica) o in laboratorio. Applicazione in:Etologia, Psicologia dello
Sviluppo, Psicologia Sociale. Strumenti e tecniche:osservazione del comportamento avvalendosi di strumenti
quali osservatore umano, telecamera, specchio unidirezionale (nellosservazione condotta in laboratorio).
Selezione dei comportamenti da osservazione mediante la messa a punto di griglie-sistemi di codifica del
comportamento (cosa osservare e unit del comportamento di cui rilevare la presenza/assenza, intensit,
durata.
METODO SPERIMENTALE
Permette di verificare in modo OGGETTIVO delle relazioni CAUSA-EFFETTO.
Logica del metodo Sperimentale:Manipolazione(variazione in modo controllato) della VARIABILE
INDIPENDENTE(causa; explanans) e misurazione delle modificazioni che essa produce sulla
VARIABILE DIPENDENTE (effetto-fenomeno psicologico; explanandum; aspetti del comportamento o
dello stato interno del soggetto).

Lo sperimentatore mantiene costanti tutti gli altri aspetti e variabili della situazione sperimentale (es.
ambiente; istruzioni), elimina le variabili di disturbo, BIAS e fa variare solo la variabile indipendente (o le
variabili indipendenti).
METODO DELLINCHIESTA
Il metodo dellinchiesta utilizzato maggiormente in psicologia sociale e rileva dati circa opinioni,
atteggiamenti, valori, ecc.
Non analizza gli effetti procurati da certi stimoli, ma mira a ricostruire gli ipotetici processi psicologici
svoltisi prima dellindagine.
Molte volte i soggetti tendono a dichiarare ci che socialmente accettabile (desiderabilit sociale)
Utilizza le tecniche dellintervista o del questionario per la registrazione del comportamento verbale dei
soggetti.
Lintervista pu essere:
-

Standardizzata (strutturata): lintervistatore formula solo le domande incluse nel questionario;


Semi standardizzata (semi strutturata): oltre a domande standard lintervistatore pu formulare altre

domande;
Non standardizzata (non strutturata): lintervistatore conduce lintervista nel modo che ritiene pi
opportuno.

METODO CLINICO
Metodo di indagine fondato sullo studio del singolo caso, sull'approfondimento delle specificit individuali
dei sintomi, e su un rapporto diretto e comunicativo tra chi indaga e chi indagato.
Tipico dellapproccio psicoanalitico, ma utilizzato anche in studi sullo sviluppo cognitivo (Piaget) e nelle
ricerche sugli effetti delle lesioni cerebrali (Luria).Applicazione in:Psicologia clinica, Psicologia dello
sviluppo, Neuropsicologia Strumenti e tecniche: colloquio, test, osservazione diretta del comportamento) e
altre tecniche proprie del metodo clinico psicanalitico.
METODO SIMULATIVO
Obiettivo: simulare al calcolatore elettronico le operazioni mentali svolte dallessere umano nellesecuzione
di un compito.
La simulazione al calcolatore come metodo per verificare i modelli sul funzionamento cognitivo rappresenta
un metodo in continua espansione, che andato incontro a profonde trasformazioni legate allo sviluppo
tecnologico ma soprattutto ai cambiamenti nella modellistica:dell Intelligenza artificiale. Si utilizzano il
calcolatore o pi precisamente larchitettura e i principi di funzionamento del computer seriale come
metafora della mente e del modo di operare della mente umana). Al cuore della simulazione ci sono le Reti
Neurali Artificiali.
Applicazione : Psicologia Sperimentale, Psicologia. Cognitiva, Neuropsicologia, Ergonomia

Psicometria

La psicometria lo studio della teoria e della tecnica della misura in psicologia, incluse la misura della
conoscenza , delle abilit, degli atteggiamenti e delle caratteristiche della personalit. Il campo di studio
particolarmente volto verso lo studio delle differenze fra gli individui. Coinvolge due aspetti importanti della
ricerca, vale a dire: la costruzione degli strumenti e delle procedure per la misura; lo sviluppo ed il
perfezionamento dei metodi teorici della misura.
Gran parte del lavoro teorico ed applicativo della psicometria stato svolto nel tentativo di misurare
l'intelligenza. L'origine della psicometria collegata alla psicofisica.
C. Spearman, pioniere della psicometria che ha sviluppato i metodi della misura dell'intelligenza, ha studiato
sotto gli insegnamenti di W.Wundt e L. Thurstone successivamente ha sviluppato ed applicato un metodo
teorico della misurazione denominato come "legge di giudizio comparativo", un metodo che ha collegamenti
vicini alla teoria psicofisica sviluppata da Weber e da Fechner
In pi, Spearman e Thurstone hanno entrambi dato contributi importanti alla teoria ed all'applicazione dell
analisi fattoriale, metodo matematico-statistico usato estesamente in psicometria.
Pi recentemente, la teoria psicometrica stata applicata nella misura della personalit e degli atteggiamenti
e nei campi correlati con la salute. La misura di questi fenomeni psicologici difficile e gran parte della
ricerca accumulata in questa disciplina, stata sviluppata nel tentativo di definire e misurare correttamente
tali fenomeni.
I critici di questo approccio, compresi i professionisti delle scienze fisiche e delle scienze sociali, hanno
sostenuto che tali definizioni sono impossibili e la quantificazione talmente difficile che tali misure sono da
ritenersi invalide. Gli autori delle tecniche psicometriche rispondono, che non sempre in natura la teoria
della misura relativa a misure come la lunghezza, direttamente osservabili. Molte variabili fisiche vengono
misurate senza che esse siano direttamente osservabili, come ad esempio le forze o il calore. Quest'ultime si
misurano mediante i loro effetti e non direttamente. In psicologia, con le opportune tecniche psicometriche,
si effettua lo stesso tipo di misurazione. Anzi, spesso nelle scienze fisiche non vengono tenuti in
considerazione tutti i criteri metodologici e statistici che invece vengono utilizzati normalmente in
psicometria.
TEST
Il test, lo strumento chiave di valutazione della mente, nonch principio chiave di tutta la psicometria, pu
essere definito come un insieme di item, standardizzati per tipologia, durata, ordine, sequenza e istruzioni.
Questi item sono costruiti in maniera tale da rappresentare, in base al modello teorico che li ha edificati, una
determinata funzione cognitiva o di personalit. Le risposte del soggetto vengono anch'esse codificate in
maniera standardizzata, ottenendo specifici punteggi ponderati assegnati in base alle indicazioni teoriche e
metodologiche fornite dal manuale del test. Tali punteggi vengono sia confrontati nelle sotto-aree che li
compongono, sia convertiti in valori standard (standardizzazione) e confrontati con un campione normativo.
Tale campione, costruito nella fase di taratura del test, di solito rappresentativo della popolazione nazionale
di riferimento. In base ai punteggi ottenuti, ed a tutti i confronti su di essi svolti, possibile definire in
maniera quantitativa le differenze ottenute dai soggetti al test.
SCALE

Le "scale psicodiagnostiche" sono solitamente questionari auto o etero-somministrati, con un numero di item
("domande") assai variabile, che rilevano la presenza, la frequenza e l'intensit di sintomatologie di interesse
psicopatologico o psichiatrico, sia isolate che sotto forma di sindromi.
In altri casi, le scale vengono costruite in maniera specifica per evidenziare un particolare costrutto o
sindrome psicopatologica: in questo caso sono utilizzati in maniera "mirata" per approfondire frequenza ed
intensit dei sintomi nei soggetti.
TEST DI PERSONALITA
Test di Personalit sono strumenti clinici utilizzati per valutare costrutti e dimensioni relative alla personalit.
Ne esistono di tipi e categorie differenti, in base sia al tipo di paradigma che li ha generati ( matrice teorica
di base ), sia al tipo di costrutti che vengono valutati: costrutti o tratti di personalit specifici (e valutazioni di
area cognitiva), o valutazioni globali (pi frequentemente associate a valutazioni di tipo psicodinamico.
Nell'ambito dei test di personalit, gli Inventari di Personalit sono solitamente test di valutazione piuttosto
ampi, basati su un paradigma cognitivo o "teoria dei tratti". Sono utilizzati sia per la valutazione della
personalit nella ricerca, sia nelle valutazioni cliniche.
Le Scale di Personalit sono simili agli Inventari, ma sono solitamente pi ridotte sia come dimensioni che
come "focus di analisi".
QUESTIONARI
Questionari possono essere del tipo pi vario, sia come lunghezza (numero di item), che come struttura
(anche se sono solitamente a risposta multipla o su Scala Likert). Per la loro flessibilit operativa vengono
utilizzati per esplorare un gran numero di ambiti: aspetti clinici, relazionali, di atteggiamento, di competenza.
Possono essere specificatamente diretti per lo studio di particolari costrutti teorici (ansia, aggressivit, etc.).
La preparazione e validazione dei questionari richiede sempre un lavoro preparatorio di tipo psicometrico, ed
un loro adeguamento in base agli esiti delle somministrazioni pilota (standardizzazioni, tarature,
semplificazioni basate su estrazioni di fattori, eventuali traduzioni con back-translation, riformulazione e
riorganizzazione degli item, etc.).
REATTIVI PROIETTIVI
Sono una tipologia di test di personalit che si basa su meccanismi di tipo "proiettivo", attraverso la
proposizione di materiale non strutturato o scarsamente strutturato al soggetto, senza vincoli nella
produzione di risposte . Nonostante l'apparente "destrutturazione" degli stessi, sono solitamente
accompagnati da modalit ben definite e standardizzate di codifica ed analisi delle risposte fornite (siglatura),
e da specifici criteri di valutazione.
STATISTICA IN PSICOLOGIA
La statistica ha ricevuto in questi ultimi anni una sempre maggiore attenzione in psicologia. Strumento
indispensabile non solo per fare ricerca, ma anche per utilizzare tutti gli strumenti di diagnosi propri della
professione, quali questionari e inventari di personalit, test di intelligenza, reattivi mentali per la
misurazione delle diverse variabili di personalit e abilit cognitive.
Statistica non parametrica= modelli matematici che non necessitano di ipotesi a priori o di un parametro
Statistica parametrica= dati sono distribuiti sulla variabile gaussiana della distribuzione normale

Metodo ANOVA = tecnica inferenziale di confronto tra due gruppi


Test chi quadro di Pearson= test non parametrico su grandi campioni con variabile nominale (presenzaassenza).
PERCEZIONE DEL RISCHIO
La ricerca ha mostrato che ci sono alcuni fattori che influenzano in modo particolare la percezione che le
persone hanno della pericolosit di un'attivit. Tra questi fattori ci sono i seguenti: quanto controllo
possibile esercitare sugli eventi che possono generare pericolo (per esempio, si pensa di poter esercitare
molto controllo nel caso della guida e molto poco nel caso dei cataclismi naturali); quanto volontariamente la
gente ha deciso di affrontare una situazione rischiosa; quanto gravi sono le possibili conseguenza.
Un'importante risultato ottenuto dagli studiosi della percezione del rischio stato quello di mettere in
evidenza che le persone percepiscono la relazione tra rischi e benefici di un'attivit in modo differente da
come questa relazione si realizza nella realt.
Infatti, da un punto di vista oggettivo, molte attivit che coinvolgono un possibile rischio offrono anche dei
vantaggi (si pensi ai raggi X nella pratica medica); vale a dire che nell'ambiente rischi e benefici sono
correlati in modo positivo.
Tuttavia, nella mente delle persone questi due fattori si correlano in modo negativo.
Se una persona percepisce un'attivit come rischiosa allora assocer ad essa un basso beneficio, mentre se
percepisce un'attivit come sicura allora assocer ad essa un beneficio elevato.
La percezione del rischio un processo cognitivo coinvolto in diverse attivit quotidiane e che orienta i
comportamenti delle persone di fronte a decisioni che coinvolgono dei rischi potenziali. La percezione del
rischio coinvolge diverse dimensioni come, per esempio, le conseguenze sia immediate sia future e le loro
implicazioni tanto su un piano razionale ed oggettivo quanto su un piano emozionale e soggettivo. La ricerca
ha sottolineato che in molti casi esiste una discrepanza tra la percezione soggettiva del rischio e la
valutazione oggettiva (Slovic, 2001). In poche parole, capita che le persone a volta temano delle attivit che
non sono in realt pericolose e non temano, invece, delle attivit che potrebbero avere conseguenze molto
drammatiche.

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