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++
+
+
+ s
+
+
+ C
+
+
++
+
travi e fili
421
F 1, F 2, , F n
e si assume che la loro retta dazione passi per la direttrice, in modo che,
mediante unoperazione elementare di scorrimento possono essere portate ad
essere applicate a punti della direttrice.
ii) forze distribuite, cio forze applicate ad ogni elemento infinitesimo di
trave, come ad esempio il peso; queste si descrivono assegnando una legge di
distribuzione differenziale del tipo:
F (s) = f (s) ds
422
ds
Fi
f (s) d s
forze interne
Le forze interne ad una trave sono rappresentate dalle forze di interazione
tra le particelle, che nascono in opposizione alle sollecitazioni esterne, per
realizzare lequilibrio della trave, e si chiamano forze di contatto. Esse sono
applicate a tutti i punti di una generica sezione .
Applicando ad esse i teoremi di riducibilit, che non alterano lequilibrio,
in forza dellipotesi di rigidit della sezione, il sistema di vettori applicati
costituito dalle forze interne, si pu ridurre ad un vettore risultante, relativo
alla sezione , che denotiamo con R e che prende il nome di sforzo, e ad
una coppia di momento risultante M . Il momento risultante si intende, per
definizione calcolato rispetto al polo C, baricentro della sezione che si sta
considerando.
Per il principio di azione e reazione lo sforzo e il momento che le particelle
affacciate sulla pagina negativa di una sezione esercitano sulle particelle
affacciate sulla pagina positiva, risultano rispettivamente uguali ed opposti
allo sforzo e al momento esercitati dalle particelle affacciate sulla pagina
positiva nei confronti delle particelle affacciate sulla pagina negativa.
travi e fili
423
R
C
424
R taglio
M flettente
R
C
M
C
normale
torcente
R(e) = 0
M = 0
(e)
travi e fili
425
R '
'
F1
F
2
C'
M '
f (s) ds
Fi
R distrib. =
Z s0
f (
s) d
s
426
adiacenti alle sezioni estreme della trave, con anteposti i segni loro dovuti
in forza della convenzione sui segni che abbiamo fatto:
R = R R 0
Otteniamo allora la seguente specializzazione dellequazione del
risultante:
R R 0 +
Z s0
f (
s) d
s+
Fi = 0
(TF.1)
M carico =
CCi F i
travi e fili
427
M distrib. =
Z s0
C C f (
s) d
s
dove C = C(
s) il centro della generica sezione, di ascissa curvilinea s ,
variabile nel tratto di integrazione.
Il momento delle forze di contatto, riferito al polo C:
M contatto = M M 0 CC 0 R 0
I segni sono scelti in modo da rispettare la convenzione e il prodotto
vettoriale aggiuntivo dovuto alla legge di distribuzione dei momenti,
in quanto dobbiamo trasformare il momento M 0 , che per definizione
calcolato rispetto a C 0 , nel momento riferito al polo C.
Abbiamo cos, finalmente, anche lequazione dei momenti specializzata
per le travi:
M M 0 CC 0 R 0 +
Z s0
C C f (
s) d
s+
CCi F i = 0 (TF.2)
Le equazioni:
R R 0 +
Z s0
M M 0 CC R 0 +
f (
s) d
s+
Fi = 0
Z s0
s
C C f (
s) d
s+
X
i
CCi F i = 0
428
Condizioni al contorno
Il sistema delle equazioni delle travi, come stato scritto, di per s
staticamente indeterminato, in quanto supposte note le forze di carico e le
forze distribuite, le forze di contatto sono generalmente incognite. Il problema
possiede, nel caso pi generale sei equazioni, per le dodici incognite date dalle
componenti dei vettori degli sforzi e dei momenti.
Per poter determinate il problema bisogna conoscere un numero
sufficiente di informazioni sulle forze di contatto in una o pi sezioni della
trave. Generalmente possibile avere delle informazioni sulle sezioni agli
estremi della trave in cui sono presenti dei vincoli (appoggi, incastri, ecc.) o
dei carichi assegnati. Le informazioni assegnate su queste sezioni vengono
dette condizioni al contorno. Se per esempio possibile conoscere sia il
risultante che il momento risultante su una sezione al contorno, si scrivono
le equazioni delle travi per un tratto di trave compreso tra la sezione per la
quale si danno le condizioni al contorno e una sezione generica. Restano cos
solamente sei incognite che si possono determinare mediante le sei equazioni.
Osserviamo che la presenza di forze di carico rende discontinuo lo
sforzo rispetto alla variabile s nei punti di applicazione di tali forze, mentre
il momento risultante non viene reso discontinuo dalla presenza di forze di
carico.
Per rendercene conto consideriamo un tratto di trave compreso tra due
sezioni di ascisse curvilinee rispettive s ed s0 , che includono il punto
di applicazione C0 di ascissa curvilinea s0 , di una sola forza di carico
F . Applicando il teorema della media agli integrali delle forze distribuite,
possiamo scrivere le equazioni delle travi, per questo tratto di trave, nella
forma:
R R 0 + f (s )(s0 s) + F = 0
travi e fili
429
M M 0 CC 0 R 0 + CC f (s ) + CC0 F = 0
essendo s e s valori di s tali che:
Z s0
f (
s) d
s = f (s )(s0 s),
Z s0
C C f (
s) d
s = CC f (s )(s0 s)
Esempi
Vediamo due problemi tipici di statica delle travi piane: il primo dato dal
problema della trave incastrata ad un estremo e soggetta ad un carico allaltro
estremo, mentre il secondo dato dallequilibrio di una trave appoggiata ai
suoi estremi, con una forza di carico in un punto intermedio.
430
A
x
M inc
mg
R O = , M O = M inc. ,
R A = P , M A = 0
travi e fili
431
f (x) =
mg
`
+P +
Z `
0
M inc. + OA P +
mg
dx = 0
`
Z `
OC
mg
dx = 0
`
+ P + mg = 0
M inc. + OA P + OG mg = 0
dove G il baricentro della trave. Infatti basta tenere conto del fatto che:
432
Z `
0
!
Z `
m
mg
dx =
OC dx g = m OG g
OC
`
0 `
= x c1 + y c2 ,
1
`c1
2
M inc. = Minc. c3
Si ricava quindi:
1
=
mg + P
2
x = 0, y = mg + P,
Minc.
R +P +
M + OA P +
Z `
mg
dx = 0
`
Z `
x
OC
mg
dx = 0
`
Da queste ricaviamo:
R = P
mg
(` x)
`
travi e fili
433
mg
(` x)2 c3
M = P (` x) +
2`
M = M (x) c3
M (x) =
mg
(` x) + P
`
mg
(` x)2 + P (` x)
2`
R(x)
P
M(x)
x
O
Figura TF. 7: andamento dello sforzo e del momento in una trave incastrata
434
y
O
A
x
F
mg
R O = O , M O = 0
R A = A , M A = 0
travi e fili
435
O + A +
OA A +
Z `
0
Z `
0
OC
mg
dx + F = 0
`
mg
dx + OQ F = 0
`
O x + A x = 0
O y + A y mg F = 0
` Ay 21 mg` a F = 0
436
A x = 0
O y = 12 mg +
`a
`
A y = 12 mg + a` F
M OC R +
Z x
Z x
mg
d
x + H(a) F = 0
`
OC
mg
d
x + H(a) OQ F = 0
`
H(a) =
0,
x<a
1,
xa
` 2x
`a
R(x) =
mg +
H(a)
2`
`
M (x) =
a`
x2 `x
mg +
x F + H(a) (x a) F
2`
`
travi e fili
437
f (
s) d
s=0
s0 s
s0 s s
!
M 0 M
CC 0
1 Z s0
0
C C f (
s) d
s=0
s0 s
s0 s
s0 s s
Facendo uso del teorema della media per eliminare i due integrali e
semplificando, otteniamo:
R 0 R
f (s ) = 0
s0 s
M 0 M
CC 0
+
R 0 CC f (s ) = 0
s0 s
s0 s
!
438
dR
f (s) = 0
ds
(TF.3)
dM
+T R = 0
ds
T = lim
0
s s
CC 0
s0 s
(TF.4)
travi e fili
439
(TF.5)
440
= 0
ed esprimere lo sforzo in termini della tensione:
R = T
(TF.6)
d( T )
+ f (s) = 0
ds
(TF.7)
travi e fili
441
La prima classe comprende quei problemi nei quali nota la forma che
il filo assume allequilibrio ed incognita la tensione. Si richiede perci di
determinare la tensione del filo conoscendo le forze esterne;
La seconda classe comprende i problemi nei quali sono incognite sia
la forma del filo allequilibrio che la tensione. Si richiede di determinarle
entrambe conoscendo le forze esterne.
dT
d
+
+ f (s) = 0
ds
ds
Ricordando che:
dT
1
= N
ds
otteniamo:
+ N + f (s) = 0
ds
442
ds
+ fT (s) = 0
+ fN (s) = 0
(TF.8)
fB (s) = 0
ds
=0
=0
travi e fili
443
= costante
E quindi: il filo trasmette la tensione da un estremo allaltro in quanto
la tensione sulla sezione iniziale e quella sulla sezione finale del filo sono
identiche. Un filo pu essere utilizzato per trasmettere una forza da un punto
ad un altro dello spazio.
Dalla seconda, supposta non nulla la tensione del filo si ottiene:
C = lim
1
=0
E cio la curvatura del filo deve essere nulla: il filo si dispone lungo
una retta. Quindi non solo la tensione, ma anche la direzione dello sforzo
si mantiene inalterata lungo il filo.
Filo fortemente teso su una superficie
Unapplicazione delle equazioni intrinseche si pu fare esaminando
lequilibrio di un filo fortemente teso su una superficie fissa, conosciuta. In
questo caso il filo si dispone lungo una curva appartenente alla superficie, che
supponiamo conosciuta.
Dire che il filo fortemente teso sulla superficie significa dire che le
reazioni vincolari, esplicate dalla superficie che vincola la forma del filo, sono
preponderanti rispetto alle altre forze esterne agenti sul filo, le quali risultano
pertanto trascurabili. Risulta allora trascurabile, per esempio il peso del filo,
e lunica forza distribuita rappresentata dalle reazioni vincolari che sono
applicate con continuit nei punti del filo. Le reazioni vincolari sono cos
caratterizzabili mediante una legge di distribuzione differenziale:
d(s) = (s) ds
e si ha allora che la forza distribuita agente sul filo data da:
444
(s) d s
f (s) = (s)
Sostituendo nelle (TF.8) segue:
d
ds
+ T (s) = 0
+ N (s) = 0
(TF.9)
B (s) = 0
dove:
(s) = T (s) T + N (s) N + B (s) B
Notiamo che il sistema appare staticamente indeterminato, in quanto
contiene quattro incognite T , N , B , , con sole tre equazioni. Per
determinarlo occorrono delle informazioni sul vincolo.
Esaminiamo ora due possibilit:
travi e fili
445
ds
=0
+ N (s) = 0
(TF.10)
B (s) = 0
446
(s) = n
essendo n il versore normale alla superficie a cui aderisce il filo. Il confronto
tra i due risultati ci dice che, allequilibrio, il filo fortemente teso sulla
superficie priva di attrito si dispone lungo una curva la cui normale principale
N risulta parallela alla normale alla superficie n e cio lungo una geodetica.
i) superficie con attrito
Se sulla superficie presente lattrito al nostro sistema (TF.9) si aggiunge
la legge di Coulomb-Morin per lattrito statico su una curva ottenendo:
d
ds
B (s) = 0
+ T (s) = 0
+ N (s) = 0
(TF.11)
q
|T | fs 2N + 2B
fs
travi e fili
447
1
d
fs
ds
Z `
fs
d
ds
ds
ds
0
(TF.12)
f (x) dx = f (c)(b a)
Ora se:
f (x) 0,
x [a, b]
essendo b a 0 si ha:
Z b
f (x) dx = f (c)(b a) 0
Z b
|f (x)| dx
448
Z
`
0
d Z ` fs
ds
0
(TF.13)
Z `
1 d
d
ds =
ds
0
ed essendo:
(0) = 0 ,
(`) = `
le condizioni al contorno.
Dalla (TF.13) abbiamo infine:
`
log
Z `
fs
0
ds
Posto di considerare come estremo finale del filo (s = `) quello nel quale
la tensione risulta maggiore (in caso contrario si pu sempre scambiare la
denominazione degli estremi) il logaritmo risulta positivo e si ha la condizione
per la tensione agli estremi:
` 0 exp
Z `
fs
0
ds
(TF.14)
travi e fili
449
450
d dx
ds + fx (s)
ds
d
dy
ds
ds
=0
ds + fy (s) = 0
ds
d
dz + f (s) = 0
(TF.15)
dx dy dz
, ,
ds ds ds
!2
dy
+
ds
!2
dx
+
ds
!2
=1
(TF.16)
travi e fili
451
T +u
Z s
s0
f (
s) d
s = R0
dx
d
ds
ds
=0
d dy + f (s)
ds
ds
(TF.17)
=0
452
dx
=C
ds
(TF.18)
C 2 00
y + f (x, y) = 0
(TF.19)
travi e fili
453
1
dx
=q
ds
1 + (y 0 )2
(TF.20)
454
fds
pdx
f ds = p dx
Scegliendo lorientazione dellasse y in maniera che risulti:
p = p c2
f = f c2 ,
si ottiene:
f ds = p dx
f = p
dx
ds
travi e fili
455
f = C
p
=0
C
y=
1 p 2
x + ax + b
2C
`=
Z xf q
1 + (y 0 )2 dx
xi
p = p c2
456
il il peso per unit lineare, del filo, otteniamo lequazione differenziale per la
forma del filo:
y 00
p
=0
C2
(TF.21)
1 + (y 0 )2
(TF.22)
p q
1 + (y 0 )2 = 0
C
travi e fili
457
u = y0
e riscriviamo lequazione che diviene del primo ordine in u:
u0
p
1 + u2 = 0
C
ovvero:
u0
p
=
C
1 + u2
E quindi:
Z u
u0
Z x
d
u
p
=
d
x
0 C
1 + u2
d
u
= arcsenh u arcsenh u0
1 + u2
p
x+a
C
458
Invertendo si ottiene:
u = senh
p
x+a
C
y = senh
p
x+a
C
y=
C
cosh
p
p
x+a +b
C
(TF.23)
A1 (x0 , y0 ), A2 (x0 , y0 ),
x0 > 0
travi e fili
459
y0 =
C
p
cosh
y0 =
C
p
cosh Cp x0 + a
p
C
x0 + a
cosh
p
p
x0 + a = cosh x0 + a
C
C
`=
Z x0 s
1+
senh2
x0
Z x0
x0
cosh
p
x dx =
C
C
p
x dx = 2 senh
C
p
p
x0
C
Se il filo molto teso possiamo considerare che la lunghezza del filo sia
circa uguale alla lunghezza della campata:
` 2x0
da cui segue:
senh
p
C
p
C
x0
x0
460
cosh
p
1 p2 2
x 1+
x
C
2 C2
y=
1 p2 2 C
x +
2 C2
p