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14/1/2015

ARISTOTELE: ETICA A NICOMACO (LIBRO II)

A RISTOTELE
ETICA A NICOMACO
LIBRO II

1. [La virt ha per presupposto labitudine].


Du due tipi , pe rtanto, la virt: dianoe tica [15] e d e tica: que lla dianoe tica trae in buona parte la propria origine e la sua cre scita dallinse gnam e nto, cosicch ne ce ssita di
e spe rie nza e di te m po; la virt e tica, inve ce , de riva dallabitudine , dalla quale ha pre so anche il nom e con una piccola m odificazione rispe tto alla parola "abitudine " 29. Da
ci risulta anche chiaro che ne ssuna de lle virt e tiche nasce in noi pe r natura: infatti, nulla [20] di ci che pe r natura pu assum e re abitudini ad e ssa contrarie : pe r
e se m pio, la pie tra che pe r natura si porta ve rso il basso non pu abituarsi a portarsi ve rso lalto, ne ppure se si vole sse abituarla ge ttandola in alto infinite volte ; n il fuoco
pu abituarsi a sce nde re in basso, n alcunaltra de lle cose che pe r natura si com portano in un ce rto m odo potr e sse re abituata a com portarsi in m odo dive rso. Pe r
conse gue nza, non n pe r natura n contro natura che le virt nascono in noi, m a ci avvie ne [25] pe rch pe r natura siam o atti ad accoglie rle , e ci pe rfe zioniam o, poi,
m e diante labitudine . Inoltre , di quanto sopravvie ne in noi pe r natura, dapprim a portiam o in noi la pote nza, e poi lo traduciam o in atto (com e chiaro ne l caso de i se nsi:
giacch non pe r il fatto di ave re spe sso visto e se ntito che noi acquistiam o que sti se nsi, [30] m a vice ve rsa noi li usiam o pe rch li posse diam o, e non che li posse diam o
pe r il fatto che li usiam o). Inve ce acquistiam o le virt con unattivit pre ce de nte , com e avvie ne anche pe r le altre arti. Infatti, le cose che bisogna ave re appre so prim a di
farle , noi le appre ndiam o face ndole : pe r e se m pio, si dive nta costruttori costrue ndo, e suonatori di ce tra suonando la ce tra. Ebbe ne , cos anche [1103b] com pie ndo azioni
giuste dive ntiam o giusti, azioni te m pe rate te m pe ranti, azioni coraggiose coraggiosi. Ne confe rm a ci che accade ne lle citt: i le gislatori, infatti, re ndono buoni i cittadini
cre ando in loro de te rm inate abitudini, e que sto il dise gno di ogni [5] le gislatore , e coloro che non lo e ffe ttuano ade guatam e nte sono de i falliti; in que sto diffe risce una
costituzione buona da una cattiva. Inoltre , ogni virt si ge ne ra a causa e pe r m e zzo de lle ste sse azioni pe r le quali anche si distrugge , proprio com e ogni arte : infatti, dal
suonare la ce tra che de rivano sia i buoni sia i cattivi suonatori di ce tra. C onside razione analoga vale anche [10] pe r i costruttori e pe r tutti gli altri arte fici: costrue ndo be ne
dive nte ranno buoni costruttori, costrue ndo m ale dive nte ranno cattivi costruttori. Se non fosse cos, infatti, non ci sare bbe affatto bisogno de l m ae stro, m a tutti sare bbe ro
pe r nascita buoni o cattivi arte fici. Q ue sto vale appunto anche pe r le virt: infatti, a se conda di com e ci com portiam o ne lle re lazioni daffari [15] che abbiam o con gli altri
uom ini, dive niam o gli uni giusti gli altri ingiusti; a se conda di com e ci com portiam o ne i pe ricoli, cio se pre ndiam o labitudine di ave r paura oppure di ave r coraggio,
dive ntiam o gli uni coraggiosi, gli altri vili. Lo ste sso avvie ne pe r i de side ri e le ire : alcuni dive ntano te m pe ranti e m iti, altri inte m pe ranti e iracondi, [20] pe r il fatto che ne lle
m e de sim e situazioni gli uni si com portano in un m odo, gli altri in un altro. E dunque , in una parola, le disposizioni m orali de rivano dalle azioni loro sim ili. Pe rci bisogna
dare alle azioni una qualit de te rm inata, poich le disposizioni m orali ne de rivano, di conse gue nza, in m odo corrisponde nte alle loro diffe re nze . Non piccola, dunque , la
diffe re nza tra le sse re abituati subito, fin da piccoli, in un m odo piuttosto che in un altro; [25] al contrario, c una diffe re nza grandissim a, anzi tutto.
2. [Bisogna agire in modo da evitare sia leccesso sia il difetto].
Poich , dunque , la pre se nte trattazione non m ira alla conte m plazione com e le altre (infatti, noi rice rchiam o non pe r sape re che cosa la virt, be ns pe r dive ntare buoni,
giacch altrim e nti la nostra rice rca non avre bbe alcuna utilit), ne ce ssario e sam inare ci che riguarda [30] le azioni, pe r sape re com e dobbiam o com pie rle : e sse , infatti,
de te rm inano anche la natura de lle disposizioni m orali, com e abbiam o de tto 30. O rbe ne , agire se condo la re tta ragione un principio com une 31 e sia dato pe r am m e sso: se
ne parle r in se guito 32, e si dir sia che cos la re tta ragione , sia in che m odo si rapporta alle altre virt. In via pre lim inare m e ttiam oci daccordo sul punto se gue nte :
[1104a] ogni discorso sulle azioni da com pie re 33 de ve e sse re fatto in m anie ra approssim ativa e non con pre cisione rigorosa, se condo quanto dice m m o fin dallinizio 34, che
cio si de ve e sige re che i discorsi si conform ino alla m ate ria di cui trattano. Ne l cam po de lle azioni e di ci che utile non c nulla di stabile , com e pure [5] ne l cam po
de lla salute . E se tale la trattazione ge ne rale , pre cisione ancor m inore ha la trattazione de i dive rsi tipi di casi particolari; infatti, e ssi non cadono sotto alcuna arte n
sotto alcuna pre scrizione tradizionale , m a bisogna se m pre che sia proprio chi agisce che e sam ini ci che opportuno ne lla de te rm inata circostanza, com e avvie ne ne l caso
de lla m e dicina e [10] de llarte de lla navigazione .
Ma, be nch la pre se nte trattazione abbia tale caratte re , pure dobbiam o sforzarci di dare il nostro contributo. Pe r prim a cosa, dunque , bisogna conside rare che tali cose pe r
loro natura ve ngono distrutte dal dife tto e dalle cce sso, com e ve diam o (giacch pe r coglie re ci che non m anife sto bisogna vale rsi de lla te stim onianza di ci che
m anife sto) ne l caso de lla forza e de lla salute : [15] infatti, sia troppi sia troppo pochi e se rcizi distruggono la forza, e sim ilm e nte be vande e cibi in quantit e cce ssiva o
insufficie nte distruggono la salute , m e ntre la giusta proporzione la produce , laccre sce e la pre se rva. C os, dunque , avvie ne anche pe r la te m pe ranza, il coraggio e le altre
virt. [20] Infatti, colui che tutto fugge e te m e e nulla sopporta dive nta vile , m e ntre colui che non ha paura proprio di nulla m a va incontro ad ogni pe ricolo dive nta
te m e rario; sim ilm e nte anche chi si gode ogni piace re e non se ne astie ne da alcuno dive nta inte m pe rante , chi, inve ce , fugge ogni piace re , com e i rustici, dive nta un
inse nsibile . [25] Dunque , la te m pe ranza e d il coraggio sono distrutti dalle cce sso e dal dife tto, m a pre se rvati dalla m e die t. Ma non solo la nascita e laccre scim e nto e la
distruzione de lle virt hanno le ste sse fonti e le ste sse cause , be ns anche la loro attivit consiste r ne lle m e de sim e azioni, poich cos anche [30] pe r tutto ci che pi
m anife sto, com e , pe r e se m pio, pe r la forza: e ssa, infatti, nasce dallassunzione di un abbondante nutrim e nto e dal fatto di sottoporsi a m olte fatiche , e que sto lo pu fare
soprattutto luom o forte . C os anche pe r le virt: con laste ne rci dai piace ri che dive ntiam o te m pe ranti, e d [35] quando siam o dive nuti tali che siam o m assim am e nte
in grado di aste ne rce ne . E sim ilm e nte [1104b] anche pe r il coraggio: con labitudine a spre zzare i pe ricoli e ad affrontarli che dive ntiam o coraggiosi, e d quando siam o
dive nuti coraggiosi che siam o m assim am e nte in grado di affrontare i pe ricoli.
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3. [Relazione del piacere e del dolore con la virt].


Daltra parte , bisogna porre com e se gno distintivo de lle disposizioni m orali il piace re e d il dolore che si aggiungono [5] alle azioni: infatti, colui che si astie ne dai piace ri de l
corpo e gode proprio di que sta ste ssa astine nza te m pe rante , colui che , inve ce , lo fa contro voglia inte m pe rante , e chi affronta i pe ricoli e ne gode o alm e no non ne
soffre coraggioso, chi lo fa soffre ndo vile . La virt e tica, infatti, ha a che fare con piace ri e dolori, giacch (1) a causa [10] de l piace re che com piam o le azioni
m alvagie , e d a causa de l dolore che ci aste niam o da que lle be lle . Pe rci bisogna e sse re guidati in un ce rto m odo subito, fin da piccoli, com e dice Platone 35, a gode re e a
soffrire di ci che conve nie nte : la re tta e ducazione , infatti, que sta. (2) Inoltre , se le virt hanno a che fare con azioni e passioni, e se ad ogni passione com e ad ogni
azione se gue [15] piace re e dolore , anche pe r que sto la virt avr a che fare con piace ri e dolori. (3) Lo rive lano anche le punizioni, in quanto si re alizzano con que sti
m e zzi: infatti le punizioni sono com e una spe cie di cura, e la cura, pe r sua natura, si attua pe r m e zzo de i contrari. (4) Inoltre , com e anche re ce nte m e nte dice vam o 36, ogni
disposizione de llanim a attua la sua natura in rife rim e nto e in re lazione a ci da cui pu e sse re naturalm e nte [20] re sa pe ggiore o m igliore : a causa de i piace ri e de i
dolori che gli uom ini dive ntano m alvagi, pe r il fatto che pe rse guono e fuggono o que i piace ri e dolori che non de vono pe rse guire e fuggire , o quando non de vono o ne l
m odo in cui non de vono, o se condo ciascuna de lle altre distinzioni ope rate dalla de finizione . Pe rci ci sono alcuni37 che de finiscono le virt com e stati di im passibilit [25] e
di riposo: de finizione non buona, pe rch parlano in se nso assoluto, se nza aggiunge re "com e si de ve " e "com e non si de ve " e "quando si de ve ", e cos via. R e sta stabilito,
dunque , che la virt tale capacit di com pie re le azioni m igliori in re lazione a piace ri e dolori, il vizio il contrario. Ma che la virt abbia a che fare con piace ri e dolori pu
ve nirci chiarito anche dai se gue nti argom e nti. (5) [30] Tre sono infatti i m otivi pe r la sce lta e tre i m otivi pe r la re pulsione : il be llo, lutile , il piace vole e i loro contrari, il
brutto, il dannoso, il doloroso. R ispe tto a tutto que sto luom o buono te nde ad agire re ttam e nte , m e ntre il m alvagio te nde ad e rrare , e soprattutto in re lazione al piace re :
e sso, infatti, com une [35] agli anim ali, e si accom pagna a tutto ci che dipe nde dalla sce lta: [1105a] anche il be llo e lutile , infatti, si rive lano piace voli. (6) Inoltre , la
te nde nza al piace re cre sciuta con tutti noi fin dallinfanzia: pe rci difficile toglie rci di dosso que sta passione , incrostata com con la nostra vita. (7) Anzi, chi pi chi
m e no, m isuriam o anche le nostre azioni [5] con il m e tro de l piace re e de l dolore . Pe r que sto, dunque , ne ce ssario che tutta la nostra trattazione si rife risca a que sti
ogge tti: infatti, non di poca im portanza pe r le azioni gode re o soffrire be ne o m ale . (8) Inoltre , poi, pi difficile com batte re il piace re che lim pulsivit, com e dice
Eraclito 38, e d in re lazione a ci che pi difficile che nascono, se m pre , arte e virt: [10] e , infatti, in que sto caso il be ne m igliore . C osicch anche pe r que sta ragione
che tutta la trattazione , sia dal punto di vista de lla virt sia dal punto di vista de lla politica, riguarda piace ri e dolori, giacch chi ne usa be ne sar buono, e chi ne usa m ale
cattivo. Te niam o pe r de tto, dunque , che la virt ha a che fare con piace ri e dolori, che le azioni da cui nasce sono anche que lle che [15] la fanno cre sce re , e che , se
com piute dive rsam e nte , la fanno pe rire , e che le azioni da cui nata sono le ste sse in cui anche si attua.
4. [Condizioni dellazione morale].
Si potre bbe porre la que stione in che se nso noi diciam o che , ne ce ssariam e nte , com pie ndo azioni giuste che si dive nta giusti, e te m pe ranti com pie ndo azioni te m pe rate :
se , infatti, si com piono azioni giuste e te m pe rate , [20] si gi giusti e te m pe ranti, allo ste sso m odo che se si com piono azioni se condo le re gole de lla gram m atica e de lla
m usica, si gram m atici e m usici. Ma non si dovr risponde re che le cose non stanno cos ne anche ne l cam po de lle arti? Infatti, possibile fare qualcosa se condo le re gole
de lla gram m atica sia pe r caso sia pe r sugge rim e nto daltri. Dunque "gram m atico" uno sar solo quando abbia fatto qualcosa se condo le re gole de lla gram m atica e lo abbia
fatto [25] da gram m atico, cio in virt de lla scie nza gram m aticale che posse de r in se ste sso. Inoltre , non c ne ppure som iglianza tra il caso de lle arti e que llo de lle virt.
I prodotti de lle arti hanno il loro valore in se ste ssi: basta, dunque , che e ssi abbiano de te rm inate caratte ristiche . Inve ce le azioni che traggono origine dalle virt non basta
che abbiano un de te rm inato caratte re [30] pe r e sse re com piute con giustizia o con te m pe ranza, m a occorre anche che chi le com pie le com pia posse de ndo una ce rta
disposizione : innanzi tutto de ve conosce rle , poi de ve sce glie rle , e sce glie rle pe r se ste sse ; infine , in te rzo luogo, de ve com pie rle con una disposizione danim o fe rm a e d
im m utabile . Q ue ste condizioni [1105b] non e ntrano ne l conto pe r il posse sso de lle altre arti, tranne il sape re ste sso: m e ntre pe r il posse sso de lle virt il sape re vale poco o
nulla, le altre condizioni non poco m a tutto possono, se ve ro che dal com pie re spe sso azioni giuste e te m pe rate che [5] de riva il posse sso de lle virt corrisponde nti.
C os, dunque , le ope re si dicono giuste e te m pe rate quando sono tali quali le com pire bbe luom o giusto e il te m pe rante : m a giusto e te m pe rante non chi se m plice m e nte
le com pie , be ns chi le com pie anche ne l m odo in cui le com piono gli uom ini giusti e te m pe ranti. dunque e satto dire che [10] il giusto divie ne tale col com pie re azioni
giuste e il te m pe rante col com pie re azioni te m pe rate : e se nza com pie re que ste azioni ne ssuno avr ne ppure la prospe ttiva di dive ntare buono. Ma i pi non fanno que ste
cose , e rifugiandosi inve ce ne lla te oria cre dono di filosofare e che cos dive rranno uom ini di valore ; cos face ndo assom igliano a que i [15] m alati che ascoltano, s,
atte ntam e nte i m e dici, m a non fanno nulla di quanto vie ne loro pre scritto. C os, dunque , que lli non guariranno il loro corpo se si cure ranno in que sto m odo, n que sti la
loro anim a se faranno filosofia in que sto m odo.
5. [Le virt sono disposizioni dellanima].
Dopo di ci bisogna e sam inare che cos la virt. Poich , dunque , [20] gli atte ggiam e nti inte rni allanim a sono tre , passioni capacit disposizioni, la virt de ve e sse re uno
di que sti. C hiam o passioni il de side rio, lira, la paura, la te m e rarie t, linvidia, la gioia, lam icizia, lodio, la bram a, la ge losia, la pie t, e in ge ne rale tutto ci cui se gue
piace re o dolore . C hiam o, inve ce , capacit ci pe r cui si dice che noi possiam o provare de lle passioni, pe r e se m pio, ci pe r cui [25] abbiam o la possibilit di adirarci o di
addolorarci o di se ntir pie t. Disposizioni, infine , que lle pe r cui ci com portiam o be ne o m ale in rapporto alle passioni: pe r e se m pio, in rapporto allira, se ci adiriam o
viole nte m e nte o de bolm e nte ci com portiam o m ale , se inve ce te niam o una via di m e zzo ci com portiam o be ne . E sim ilm e nte anche in rapporto alle altre passioni. Passioni,
dunque , non sono n le virt n i vizi, pe rch non pe r le passioni che siam o chiam ati [30] uom ini di valore o m ise rabili, be ns pe r le virt e d i vizi, e pe rch non pe r le
passioni che siam o lodati e biasim ati (infatti non si loda n chi prova paura n chi si adira, n si biasim a chi se m plice m e nte si adira, [1106a] m a chi si adira in un ce rto
m odo), m e ntre siam o lodati o biasim ati pe r le virt e d i vizi. Inoltre , ci adiriam o o proviam o paura se nza una sce lta, m e ntre le virt sono un ce rto tipo di sce lta o non sono
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se nza una sce lta. O ltre a que sto si dice che siam o m ossi se condo le passioni, [5] m a che se condo le virt e d i vizi non siam o m ossi, m a posti in una ce rta disposizione .
Pe rci e ssi non sono ne ppure de lle capacit. Infatti non siam o chiam ati buoni o cattivi, n siam o lodati o biasim ati pe r il se m plice fatto di pote r provare de lle passioni;
inoltre , abbiam o pe r natura la capacit di e sse rlo, [10] m a non dive ntiam o buoni o cattivi pe r natura: abbiam o parlato di que sto prim a 39. Se dunque le virt non sono n
passioni n capacit, rim ane che siano de lle disposizioni. C i che la virt dal punto di vista de l ge ne re , stato de tto.
6. [Le virt sono disposizioni a scegliere il giusto mezzo].
Ma non dobbiam o soltanto dire che la virt una disposizione , be ns anche [15] che spe cie di disposizione . Bisogna dire , dunque , che ogni virt ha com e e ffe tto, su ci
di cui virt, di m e tte rlo in buono stato e di pe rm e tte rgli di com pie re be ne la sua funzione spe cifica: pe r e se m pio, la virt de llocchio re nde vale nti locchio e la sua
funzione spe cifica: noi, infatti, ve diam o be ne pe r la virt de llocchio. Sim ilm e nte la virt de l cavallo re nde il cavallo [20] di valore e buono pe r la corsa, pe r portare il suo
cavalie re e pe r re siste re ai ne m ici. Se dunque que sto vale pe r tutti i casi, anche la virt de lluom o de ve e sse re que lla disposizione pe r cui luom o dive nta buono e pe r cui
com pie be ne la sua funzione . C om e que sto sar possibile , gi labbiam o de tto 40; [25] m a sar chiaro, inoltre , se conside re re m o quale la natura spe cifica de lla virt
ste ssa. In ogni cosa, dunque , che sia continua, cio divisibile , possibile pre nde re il pi, il m e no e luguale , e que sto sia se condo la cosa ste ssa sia in rapporto a noi:
luguale qualcosa di m e zzo tra e cce sso e dife tto. C hiam o, poi, [30] m e zzo de lla cosa ci che e quidistante da ciascuno de gli e stre m i, e ci uno e ide ntico pe r tutti; e
m e zzo rispe tto a noi ci che non n in e cce sso n in dife tto: m a que sto non uno n ide ntico pe r tutti. Pe r e se m pio, se die ci tanto e due poco, com e m e zzo se condo
la cosa si pre nde se i, giacch e sso supe ra e d supe rato in uguale m isura. [35] E que sto un m e zzo se condo la proporzione aritm e tica. Inve ce , il m e zzo in rapporto a noi
non de ve e sse re pre so in que sto m odo: [1106b] infatti, se pe r un individuo die ci m ine di cibo sono m olto e due sono poco, non pe r que sto il m ae stro di ginnastica
pre scrive r se i m ine : infatti, pu darsi che anche que sta quantit, pe r chi de ve inge rirla, sia troppo grande oppure troppo piccola: infatti pe r Milone 41 sare bbe poco, pe r un
principiante di ginnastica sare bbe m olto. Sim ilm e nte ne l caso de lla corsa e [5] de lla lotta. C os, dunque , ogni e spe rto e vita le cce sso e il dife tto, m a ce rca il m e zzo e lo
pre fe risce , e non il m e zzo in rapporto alla cosa m a il m e zzo in rapporto a noi. Se , dunque , cos che ogni scie nza com pie be ne la sua funzione , te ne ndo di m ira il m e zzo
e riconduce ndo ad e sso le sue ope re (donde labitudine [10] di dire de lle cose be n riuscite che non c nulla da toglie re e nulla da aggiunge re , in quanto le cce sso e il
dife tto distruggono la pe rfe zione , m e ntre la m e die t la pre se rva), se i buoni artigiani, com e noi affe rm iam o, lavorano te ne ndo di m ira il m e zzo, e se la virt pi e satta e
[15] m igliore di ogni arte , com e anche la natura, e ssa dovr te nde re costante m e nte al m e zzo. Inte ndo la virt e tica: e ssa, infatti, ha a che fare con passioni e d azioni, e d
in que ste ci sono un e cce sso, un dife tto e il m e zzo. Pe r e se m pio, te m e re , ardire , de side rare , adirarsi, ave r pie t, e in ge ne rale provar piace re [20] e dolore possibile in
m aggiore o m inore m isura, e in e ntram bi i casi non be ne . Al contrario, provare que ste passioni quando il m om e nto, pe r m otivi conve nie nti, ve rso le pe rsone giuste , pe r il
fine e ne l m odo che si de ve , que sto il m e zzo e pe rci lottim o, il che proprio de lla virt. Sim ilm e nte anche pe r quanto riguarda le azioni ci sono un e cce sso, un dife tto
e d il m e zzo. O ra, la virt ha a che fare con passioni [25] e azioni, ne lle quali le cce sso un e rrore e il dife tto biasim ato 42, m e ntre il m e zzo lodato e costituisce la
re ttitudine : e d e ntram be que ste cose sono proprie de lla virt. Dunque , la virt una spe cie di m e die t, in quanto appunto te nde costante m e nte al m e zzo. Inoltre , e rrare
possibile in m olti m odi (il m ale infatti, com e [30] conge tturavano i Pitagorici43, appartie ne allinfinito, il be ne inve ce al lim itato), m e ntre ope rare re ttam e nte possibile in
un sol m odo (pe rci anche luno facile e laltro difficile : facile fallire il be rsaglio, e difficile coglie rlo). E pe r que ste ragioni, dunque , le cce sso e il dife tto sono propri de l
vizio, m e ntre la m e die t propria de lla virt: [35]
"si buoni in un sol m odo, cattivi in m olte e svariate m anie re " 44.
La virt, dunque , una disposizione conce rne nte la sce lta, consiste nte in una m e die t [1107a] in rapporto a noi, de te rm inata in base ad un crite rio, e pre cisam e nte al
crite rio in base al quale la de te rm ine re bbe luom o saggio. Me die t tra due vizi, tra que llo pe r e cce sso e que llo pe r dife tto; e inoltre m e die t pe r il fatto che alcuni vizi
re stano al di sotto e altri stanno al di sopra di ci che si de ve , sia ne lle passioni [5] sia ne lle azioni, m e ntre la virt trova e sce glie il m e zzo. Pe rci, se condo la sostanza e
se condo la de finizione che ne e sprim e le sse nza, la virt una m e die t, m e ntre dal punto di vista de llottim o e de l be ne un culm ine . Ma non ogni azione n ogni
passione am m e tte la m e die t: alcune , infatti, im plicano gi ne l nom e [10] la m alvagit, com e la m ale vole nza, lim pude nza, linvidia, e , tra le azioni, ladulte rio, il furto,
lom icidio. Tutte que ste cose e que lle de l m e de sim o ge ne re de rivano il loro nom e dal fatto che e sse ste sse sono m alvagie , e non i loro e cce ssi n i loro dife tti. Dunque ,
non m ai possibile , riguardo ad e sse , agire re ttam e nte , [15] m a si se m pre in e rrore : e il be ne o il m ale , riguardo a tali cose , non stanno ne l com m e tte re adulte rio con
la donna con cui si de ve o ne l te m po e ne l m odo opportuni, m a il se m plice fatto di com m e tte re una qualsiasi di que ste azioni significa e rrare . Sim ilm e nte , dunque ,
sare bbe assurdo rite ne re che anche in re lazione al com m e tte re ingiustizia e alle sse re vile e inte m pe rante ci siano m e die t e d e cce sso e dife tto, [20] giacch cosi ve rr ad
e sse rci una m e die t di e cce sso e di dife tto, e d e cce sso di e cce sso e dife tto di dife tto. Ma com e de lla te m pe ranza e de l coraggio non v e cce sso n dife tto pe r il fatto che il
m e zzo in ce rto qual m odo un culm ine , cos ne ppure di que lle azioni c m e die t n e cce sso e dife tto, m a in qualunque m odo [25] siano com piute si in e rrore : infatti, in
ge ne rale , non c m e die t de lle cce sso e de l dife tto, n e cce sso e dife tto de lla m e die t.
7. [Tavola delle virt particolari].
Tuttavia, non dobbiam o solo fare que ste affe rm azioni ge ne rali, m a dobbiam o anche applicarle ai casi particolari. Tra le affe rm azioni riguardanti [30] le azioni, que lle
ge ne rali sono di pi larga applicazione , que lle particolari pi ricche di ve rit, giacch le azioni riguardano casi particolari, e occorre che la te oria si accordi con e ssi.
R icaviam oli, dunque , dalla nostra tavola 45. O rbe ne , pe r quanto riguarda paura e te m e rarie t, la m e die t il coraggio: [1107b] di coloro che e cce dono, chi lo fa pe r
m ancanza di paura non ha nom e (m olte virt e m olti vizi sono se nza nom e ), chi e cce de ne llardire te m e rario, chi e cce de ne l tim ore e dife tta ne llardire vile . R iguardo,
inve ce , a piace ri e dolori (non [5] tutti, e d in m isura m inore pe r i dolori) m e die t la te m pe ranza, e cce sso linte m pe ranza. C oloro che sono in dife tto quanto ai piace ri non
sono m olti: pe rci tali pe rsone non hanno ne ppure rice vuto un nom e ; m a chiam iam oli inse nsibili. R iguardo poi al dare e d al pre nde re de naro m e die t la libe ralit,
e cce sso [10] e dife tto sono la prodigalit e lavarizia. In que sti due vizi le cce sso e il dife tto si re alizzano in m anie ra contraria: infatti il prodigo e cce de ne l dare e dife tta ne l
pre nde re , lavaro e cce de ne l pre nde re e dife tta ne l dare . Pe r il m om e nto, dunque , ci e sprim iam o in m anie ra sche m atica e som m aria, [15] e di que sto ci acconte ntiam o: in
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ARISTOTELE: ETICA A NICOMACO (LIBRO II)

se guito 46

tutto ci sar de finito con m aggior pre cisione . In re lazione al de naro vi sono anche altre disposizioni: m e die t la m agnifice nza (luom o m agnifico si distingue
dalluom o libe rale , giacch il prim o ha a che fare con grandi som m e , il se condo con piccole ); e cce sso m ancanza di gusto e volgarit, dife tto [20] m e schinit: que sti vizi
diffe riscono da que lli re lativi alla libe ralit, m a in che m odo diffe riscano sar de tto in se guito 47. Pe r quanto riguarda lonore e la privazione donore la m e die t la
m agnanim it, e cce sso que lla che si chiam a una spe cie di vanit, dife tto la pusillanim it. E com e dice vam o che rispe tto alla m agnifice nza la libe ralit [25] diffe risce
pe rch riguarda piccole som m e , cos anche di fronte alla m agnanim it, che riguarda grandi onori, c una ce rta disposizione che inve ce riguarda piccoli onori: infatti,
possibile de side rare onore com e si de ve , o di pi e di m e no di quanto si de ve , e chi e cce de ne i de side ri di onore de tto am bizioso, chi dife tta de tto privo dam bizione ,
chi sta [30] ne l m e zzo non ha nom e . Se nza nom e sono pure le corrisponde nti disposizioni, tranne que lla de llam bizioso, che lam bizione . R agion pe r cui gli e stre m i si
conte ndono la zona di m e zzo: e ci capita di chiam are chi sta in m e zzo ora am bizioso, ora privo di am bizione , e ci capita [1108a] di lodare ora lam bizioso, ora chi privo di
am bizione . Pe r quale ragione lo facciam o, si dir in se guito 48. Pe r ora parliam o di ci che ci rim ane , se gue ndo il m e todo che abbiam o indicato. Anche pe r quanto riguarda
lira c e cce sso e dife tto e [5] m e die t; e be nch que ste disposizioni siano pre ssoch se nza nom e , dal m om e nto che chiam iam o bonario chi sta in m e zzo, chiam e re m o
bonarie t la m e die t. De gli e stre m i, chi e cce de sar irascibile , e il vizio irascibilit, chi dife tta fle m m atico, e il dife tto fle m m a. C i sono, poi, anche altre tre m e die t, che
hanno [10] una ce rta som iglianza fra di loro, pur e sse ndo diffe re nti le une dalle altre : tutte , infatti, riguardano le re lazioni sociali che si istituiscono attrave rso le
conve rsazioni e attrave rso le azioni, m a diffe riscono pe rch luna riguarda il ve ro che vi in e sse , m e ntre le altre due si rife riscono al piace vole , luna al piace vole ne llo
sche rzo, laltra in tutte le circostanze de lla vita. Bisogna dunque parlare anche di que ste , pe r [15] m e glio re nde rci conto che in tutti i casi la m e die t lode vole , m e ntre gli
e stre m i non sono n lode voli n re tti, m a sono, al contrario, biasim e voli. O rbe ne , anche la m aggior parte di que sti sono se nza nom e , e dobbiam o ce rcare , com e anche
ne gli altri casi, di dar loro noi ste ssi un nom e , pe r chiare zza e pe r farci m e glio se guire . Pe r quanto, dunque , riguarda il ve ro, [20] chi sta in m e zzo chiam iam olo ve race e la
m e die t ve racit, le sage razione ne l se nso de l pi chiam iam ola m illante ria e chi la pratica m illantatore , le sage razione ne l se nso de l m e no chiam iam ola ironia e chi la
pratica ironico. R iguardo al piace vole ne llo sche rzo chi sta ne l m e zzo si chiam a spiritoso e la sua disposizione spirito, le cce sso si chiam a buffone ria [25] e chi la pratica
buffone , chi in dife tto si dice rozzo e la sua disposizione rozze zza. Pe r laltro tipo di piace vole , que llo che si trova in ge ne re ne lla vita, colui che piace vole com e si
convie ne un uom o socie vole e la m e die t socie vole zza; chi e cce de , se lo fa se nza se condi fiini, com piace nte , m a se lo fa pe r inte re sse proprio, adulatore ; chi dife tta
[30] e d in tutte le occasioni sgrade vole , si chiam a litigioso e scorbutico. C i sono, poi, m e die t anche ne lle passioni, cio re lative alle passioni: infatti il pudore non una
virt, m a fatto ogge tto di lode anche chi pudico. E, infatti, anche in que ste c chi si dice che sta in m e zzo e chi e cce de , com e il tim ido, che si ve rgogna di tutto, e chi
dife tta, [35] ovve ro chi non si ve rgogna proprio di nie nte , si chiam a sfacciato, e chi sta ne l m e zzo pudico. La giusta indignazione [1108b] m e die t tra linvidia e la
m ale vole nza: que ste si rife riscono al dolore e al piace re che nascono in noi pe r tutto ci che capita al prossim o; infatti, chi si indigna si addolora pe r coloro che hanno
succe sso se nza m e rito, linvidioso inve ce va al di l e [5] si addolora pe r tutti i succe ssi, il m ale volo, infine , tanto lontano dalladdolorarsi che anzi gioisce de l m ale altrui.
Ma di que sto avre m o occasione di trattare anche altrove . Q uanto alla giustizia, poich non ha un se nso solo, in se guito 49 la distingue re m o ne lle sue due spe cie e dire m o
pe r ciascuna in che m odo sono de lle m e die t. Sim ilm e nte fare m o anche pe r quanto riguarda [10] le virt inte lle ttuali50.
8. [Le opposizioni tra i vizi e le virt].
Le disposizioni sono dunque tre : due vizi, luno pe r e cce sso e laltro pe r dife tto, e d una sola virt, la m e die t e tutte in ce rto qual m odo si oppongono a tutte le altre .
Infatti, le disposizioni e stre m e sono contrarie sia a que lla di m e zzo sia luna allaltra, e que lla [15] di m e zzo contraria alle e stre m e : com e , infatti, luguale rispe tto al
m inore m aggiore , e rispe tto al m aggiore m inore , cos le disposizioni di m e zzo sono de gli e cce ssi rispe tto alle disposizioni in dife tto e sono de i dife tti rispe tto a que lle
in e cce sso, sia ne lle passioni sia ne lle azioni. Infatti, luom o coraggioso in confronto al vile appare te m e rario, [20] m e ntre appare vile in confronto al te m e rario; sim ilm e nte
anche luom o te m pe rante appare inte m pe rante in confronto allinse nsibile , e inse nsibile in confronto allinte m pe rante , e luom o libe rale appare prodigo in confronto
allavaro, e avaro in confronto al prodigo. Pe rci accade che gli e stre m i spingono il m e zzo ciascuno ve rso laltro, e il vile chiam a [25] te m e rario il coraggioso, m e ntre il
te m e rario lo chiam a vile , e d analogam e nte ne gli altri casi. Esse ndo que ste disposizioni contrapposte le une alle altre in que sto m odo, la contrarie t pi grande si trova
re ciprocam e nte tra gli e stre m i piuttosto che tra loro e il m e zzo: infatti, que sti sono pi distanti fra loro che dal m e zzo, com e il grande dal piccolo e il piccolo [30] dal grande
sono pi distanti fra loro di quanto non lo siano e ntram bi dalluguale . Inoltre , in alcuni e stre m i si m ostra una ce rta som iglianza ne i confronti de l m e zzo, com e ne lla
te m e rarie t ne i confronti de l coraggio e ne lla prodigalit ne i confronti de lla libe ralit. Ne gli e stre m i fra di loro c inve ce la m assim a dissom iglianza. Le cose che sono alla
distanza m assim a luna dallaltra si de finiscono contrarie , cosicch [35] que lle che sono pi distanti sono anche pi contrarie . Ne i confronti de l m e zzo [1109a] pi contrario
in ce rti casi il dife tto, in ce rti altri le cce sso: pe r e se m pio, ci che si oppone di pi al coraggio non la te m e rarie t, che un e cce sso, be ns la vilt, che un dife tto; ci che
si oppone di pi alla te m pe ranza non linse nsibilit, che una m ancanza, be ns linte m pe ranza, [5] che un e cce sso. Q ue sto avvie ne pe r due m otivi. Luno dipe nde
dalla cosa ste ssa: infatti, pe r il fatto che uno de gli e stre m i pi vicino e pi sim ile al m e zzo, noi non opponiam o que sto e stre m o al m e zzo, m a piuttosto al suo contrario.
Pe r e se m pio, poich si riconosce che al coraggio pi sim ile e pi vicina la te m e rarie t, e pi dissim ile [10] la vilt, piuttosto que stultim a che gli contrapponiam o: infatti,
le cose che sono pi distanti dal m e zzo si riconosce che sono anche pi contrarie . Q ue sto, dunque , un prim o m otivo, che dipe nde dalla cosa ste ssa. Laltro, inve ce ,
dipe nde da noi ste ssi: le cose ve rso cui siam o in qualche m odo pi inclini pe r natura si rive lano pi contrarie al m e zzo. Pe r e se m pio, noi siam o pi [15] inclini ai piace ri, e
pe r que sto siam o pi portati allinte m pe ranza che al de coro. Dunque , chiam iam o contrari piuttosto que i vizi ve rso i quali m aggiore la nostra te nde nza: e pe r que sto
linte m pe ranza, che un e cce sso, pi contraria alla te m pe ranza.
9. [Suggerimenti pratici].
[20] C he , dunque , la virt e tica una m e die t, e in che se nso lo , e che una m e die t tra due vizi, luno pe r e cce sso laltro pe r dife tto, e che tale pe rch te nde
costante m e nte al m e zzo sia ne lle passioni sia ne lle azioni, stato de tto a sufficie nza. Pe rci, anche , un com pito im pe gnativo e sse re uom o di valore . C oglie re in ogni
cosa [25] il m e zzo un com pito im pe gnativo: pe r e se m pio, de te rm inare il ce ntro di un ce rchio non da tutti, m a solo di chi sa. C os, inve ce , da tutti e d facile adirarsi,
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e donare de naro e far spe se : m a farlo con chi si de ve , ne lla m isura giusta, al m om e nto opportuno, con lo scopo e ne l m odo conve nie nti, non pi da tutti n facile . Ed
pe r que sto che il farlo be ne cosa rara, de gna di lode e [30] be lla. Pe rci bisogna che chi te nde al m e zzo pre nda innanzi tutto le distanze da ci che gli pi contrario,
com e consiglia anche C alipso:
"fuori da que sto fum o, fuori dal vortice tie ni la nave " 51.
Infatti, de i due e stre m i uno pi colpe vole , laltro m e no. Poich , dunque , coglie re il m e zzo cosa e stre m am e nte difficile , dobbiam o affidarci, [35] com e si dice , alla
se conda navigazione e sce glie re il m inore de i m ali: [1109b] e d il m iglior m odo di farlo sar que sto che noi indichiam o. Dobbiam o, poi, indagare su ci a cui noi ste ssi
siam o portati: alcuni di noi, infatti, sono pe r natura inclini a ce rte cose , altri ad altre : e que sto sar riconoscibile [5] dal piace re e dal dolore che nascono in noi. E dobbiam o
spinge rci ne lla dire zione contraria: infatti allontanandoci m olto dalle rrore che giunge re m o al giusto m e zzo, com e fanno coloro che raddrizzano i le gni storti. Infine , e
soprattutto, bisogna in ogni cosa stare in guardia di fronte al piace vole e d al piace re , poich non siam o im parziali quando lo giudichiam o. C i dunque che provarono gli
anziani de l popolo ne i confronti di Ele na 52, [10] dobbiam o provarlo anche noi ne i confronti de l piace re , e in tutte le circostanze ripe te rci le loro parole : se infatti lo
conge diam o cos, sare m o m e no sogge tti ad e rrare . Face ndo cos, pe r dirla in bre ve , avre m o le m aggiori possibilit di raggiunge re il giusto m e zzo. C e rto que sto difficile ,
soprattutto ne i singoli casi. [15] Infatti, non facile de te rm inare com e e con chi e in quali casi e pe r quanto te m po si de bba e sse re in colle ra, giacch anche noi talora
lodiam o coloro che re stano al di sotto de l m e zzo e li chiam iam o bonari, talora inve ce lodiam o que lli che sfogano la rabbia e li chiam iam o virili. Ma colui che de via poco dal
be ne , n quando [20] e cce de n quando dife tta biasim ato; m a lo chi de via m aggiorm e nte , giacch que stultim o non passa inosse rvato.
Ma fino a che punto e in che m isura biasim e vole non facile de te rm inarlo col ragionam e nto: nie nte di dive rso, infatti, avvie ne ne l cam po de gli ogge tti se nsibili: tali
ogge tti rie ntrano ne llam bito de i fatti particolari e d il giudizio su di e ssi spe tta alla se nsazione . Tutto que sto, dunque , re nde e vide nte che la disposizione m e diana in tutte
le circostanze de gna di lode , m a che talora [25] dobbiam o inclinare ve rso le cce sso, talora ve rso il dife tto, giacch in que sta m anie ra che raggiunge re m o il giusto m e zzo
e il be ne con la pi grande facilit.

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